Speciale: DDI - Bizzarro Bazar

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Speciale: DDI - Bizzarro Bazar
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Speciale: DDI
Uno, nessuno e centomila
Il DDI, Disturbo Dissociativo dell'Identità, è una sindrome di natura psichiatrica ancora oggi poco
compresa e controversa. Si tratta di una scissione della personalità in due, tre, ma talvolta in un
numero molto maggiore di "alter ego". Talvolta una personalità può essere dominante rispetto alle
altre, ma in altri casi le diverse identità si alternano continuamente. Il passaggio da una personalità
all'altra può essere quasi istantaneo oppure graduale. E' comune inoltre l'insorgere di particolari
amnesie, non uniformi a tutte le personalità, così che alcune identità ricordano fatti e conoscono
cose che le altre ignorano.
Gli alter possono avere sesso ed età differenti da quelli della persona affetta da personalità multipla.
Poiché si ritiene che la dissociazione avvenga come reazione a un trauma subito nella prima
infanzia (nel periodo in cui appunto avviene la formazione dell'ego), è comprensibile immaginare
per esempio che il bambino dissociativo crei una seconda personalità adulta che lo protegga.
Gli alter sono identità vere e proprie, "a tutto tondo": hanno diverse intonazioni di voce, diverse
calligrafie, tic, espressioni verbali, gusti e orientamenti culturali individuali.
Ma la cosa davvero misteriosa e sorprendente, riportata anche da V.S. Ramachandran nel suo
affascinante La donna che morì dal ridere, è che le personalità arrivano ad influenzare il fisico. In
letteratura clinica sono riportati diversi casi in cui alcune personalità soffrono di diabete, miopia o
sono allergiche a qualche alimento, mentre le altre no.
Ermete, affezionata lettrice di Bizzarro Bazar, soffre di personalità multipla, e ha accettato con
entusiasmo di rispondere alle nostre domande. Grazie a lei, abbiamo l'eccezionale opportunità di
esplorare una mente dissociata - per scoprire che un aspetto che molti di noi danno per assodato
(l'unicità dell'io) non è poi così scontato.
Non abbiamo parole per ringraziarla della splendida, toccante e illuminante intervista che ha voluto
offrirci.
- Giusto per rompere il ghiaccio... con chi sto parlando in questo momento?
Mi presento come Ermete, sono una ragazza di diciotto anni.
L'Io al quale ti stai rivolgendo è una fittizia parvenza di identità atta a favorire la scorrevolezza della
conversazione.
- Quante personalità distinte convivono nella tua mente? Sono tutte del tuo stesso sesso?
Siamo complessivamente 27:
11 Ragazze: Mara, Morgan, Ribes, René, Teresa, Nail, Mana, Erica, Amanda, Iris, Enimma.
7 Ragazzi: Samar, Faust, Janet, Brat, Demian, Trevis, Agamennone.
7 Bambine: Camilla, Elisa, Desi, Nivia, Ilenya, Nera e - senza nome -.
1 Bambino: Claus.
1 Personalità Asessuata: Vèra.
- C'è una personalità prevalente, in cui ti identifichi maggiormente e che si sente minacciata
dalle altre?
Solitamente nei casi di DDI presenzia una personalità principale, ma questo non è il mio caso.
Questa variante del Disturbo Dissociativo dell'Identità continua ad essere definita Disordine da
Personalità Multipla (DPM), caratterizzata da dissociazione avvenuta prima dei sette anni di età.
Si ritiene che al momento della prima scissione la personalità non si fosse ancora consolidata,
ma è da prendere in considerazione la possibilità di una mia predisposizione genetica alla scissione.
Possiamo distinguerci in adulti, bambini, adolescenti, protettori o persecutori, ma nessuno di noi è
identificabile come personalità principale.
- Hai mai sofferto di amnesie "selettive", riguardanti cioè soltanto una delle tue personalità?
Ci sono personalità "avvantaggiate", che sembrano sapere cose di cui le altre non sono a
conoscenza?
La mancanza di co-presenza tra noi alter suscita frequenti episodi amnestici, come la perdita di
minuti, ore o interi giorni.
Il recupero delle informazioni mancanti può avvenire mediante il dialogo con le personalità al
momento
presenti
o
tramite
la
consultazione
di
terzi
esterni,
ottenendo di non riconoscersi nelle azioni, parole e comportamenti alla propria persona attribuiti.
Per molte di noi è comune la parziale assenza dei ricordi dell'infanzia.
Inoltre non è raro il presentarsi di un amnesia in conseguenza al fenomeno di fuga dissociativa: così
ci troviamo in posti strani ad orari improbabili, come ad esempio il cortile della nostra vecchia
scuola elementare.
- Gli alter prendono "il comando" uno alla volta? Per quanto tempo?
Solitamente ci manifestiamo per mezzo della Co-presenza.
La Co-presenza ci permette di sfruttare uno stato di coscienza condivisa finalizzata all'evitare
scomode amnesie.
Solitamente una personalità si affaccia al mondo per interagirvi, mentre alcune delle altre
rimangono in ascolto o si rivolgono alla personalità al momento dominante commentando le sue
azioni e talvolta prendendone il sopravvento.
La sensazione è quella di percepire realmente delle persone al proprio seguito, tanto che nel
momento in cui parlando ci si riferisce a "loro", la personalità esterna tende istintivamente ad
indicarsi alle spalle.
Alcuni alter non tollerano intromissioni da parte delle altre personalità, preferendo riservarsi
qualche ora di uscita singola per lo più concessa dalla fiducia delle altre, ma talvolta conquistata per
imposizione. In tal caso ognuno ha i suoi tempi, non resta che attendere e all'occasione "sbirciare
fuori".
Generalmente i "cambi" sono frequenti e non seguono uno schema, essendo relazionati agli impulsi
esterni ed interni.
- Gli alter sono in conflitto tra loro o vanno d'accordo? Ti senti mai giudicata da alcune delle
tue diverse identità?
Come in una vera comunità si creano gruppi, si stringono alleanze ed emergono dissapori.
Ad esempio Demian - il quale è affetto da una marcata omofobia - ritiene nauseante la relazione
sessuale instauratasi tra Samar ed il nostro compagno, che adesso viene da lui considerato come
"aggressore di identità maschili". Nutre verso i due ragazzi un radicale disprezzo, che ha
recentemente espresso tramite insulti, tentando di trascinare Samar nel baratro mentale e
minacciando di ledere alla salute di entrambi.
Svariati disaccordi sono fioriti su un argomento affine, ovvero riguardanti la scelta del "compagno".
Tra Faust che rivela il suo consolidato sentimento verso "l'amica del cuore", Vèra che afferma la
propria indipendenza emotiva e Mara che rimarca il suo lesbismo, c'è sempre qualcosa su cui
battibeccare.
I principali fulcri di discordia paiono comunque essere le discussioni riguardanti il nostro futuro
lavorativo, in quanto ognuna di noi coltiva interessi e quindi aspirazioni, che di rado si conciliano
con le aspettative altrui.
Come premesso siamo però anche in grado di stringere tra noi forti legami di amicizia e complicità,
come più di frequente è accaduto alle personalità infantili.
- Quando ti sei accorta di possedere personalità multiple?
Non ricordiamo la nostra infanzia come una serie di fasi evolutive, piuttosto la sua forma
corrisponde a frammenti di vite vissute da identità diverse, coesistenti.
Tra loro hanno avuto a che fare tutto e niente.
Nell'arco dell'adolescenza ovviai al problema dell'identità instabile cominciando a definirmi
"lunatica", soluzione che al tempo ritenni semplicemente geniale.
Poco importava se i miei occhi vedevano il mondo in maniera differente e la mia bocca proferiva
parole che non erano mie ma al tempo stesso mi appartenevano.
La mia presunta identità aveva ormai fatto una coerenza delle proprie contraddizioni, incartandole
accuratamente con il termine "lunismo".
Per giunta deliziandosene.
Con una logica così distorta, cosa avrebbe potuto compromettere quel bilico che mai era equilibrio?
Una di noi si innamorò.
Avevo quindici anni.
"In principio fu il verbo":
Un molesto sciamare di voci affollò la mente.
Disperata e degradante accondiscendenza, sdegno e aberrazione, assoluto disinteresse ed incuria.
La sensazione era quella di cambiarsi delle lenti a contatto.
Lenti sclerali di colori diversi, che mutavano la percezione del mondo circostante.
Fu un periodo florido per l'emicrania.
Mi angosciarono menzionando la schizofrenia.
Ma un ISH (inner self helper) era già presente da un anno, adibita a conciliare i nostri
comportamenti.
Fu un giorno: lei parlò, ci spinse ad osservarci a vicenda.
Le personalità smisero di vorticare incessantemente, si fermarono a guardarsi. Si concepirono l'un
l'altra.
Fu così che furono distinte le prime 7 personalità.
- Credi che questo disturbo dissociativo sia da imputarsi a un trauma infantile? Quali
difficoltà hai dovuto superare da bambina?
Ho già espresso il mio interrogativo sulla natura genetica di questo disturbo, tuttavia non v'è dubbio
sul contributo che certi traumi infantili hanno dispensato favorendo le varie scissioni.
Nel corso degli anni precedenti alla scoperta del nostro disturbo, molte di noi hanno avuto di che
vantarsi e stupirsi per la serenità vissuta nella nostra infanzia.
Da quando le "bambine" hanno cominciato a manifestarsi, le cose sono ovviamente cambiate.
Fino ad oggi siamo riuscite a distinguere l'avvenimento di quattro episodi traumatici:
Elisa - La bambina ospedalizzata. All'età di quattro anni subii una serie di gravi interventi.
Per molto tempo non ci siamo curate dei pochi ricordi riguardanti tale ricovero: Il cibo, Il letto, Le
visite.
All'oscuro delle umiliazioni subite, dei sentimenti di abbandono, della paura e del dolore, siamo
state dimesse. Ma Elisa non è mai uscita da quell'ospedale.
Flashback ricorrenti: Il lungo ago di una grossa siringa che le viene inserito nello stomaco.
Saltuariamente riemerge in superficie rivivendo il trauma, manifestando dolori addominali,
piangendo a lungo, invocando la presenza di una madre ormai troppo mutata dal tempo per esserle
di conforto. Capita che la sua ricomparsa sia causata da un contesto medico o dal contatto diretto
con gli animali (per mezzo dei quali teme di contrarre nuovamente certi batteri).
Camilla - Violenze, mancanze affettive. Nell'arco dell'infanzia ha subito quotidiane violenze fisiche
da parte del coinquilino della mia famiglia.
La stessa persona ricevette da parte dei miei genitori la permissione di portarmi con sé in visita dai
suoi parenti, abitanti in un altra regione. I tre giorni accordati divennero una settimana, durante la
quale fui picchiata per qualsiasi pretesto e chiusa in camera talmente a lungo da farmi meditare la
fuga tramite la finestra del terzo piano.
Camilla è una personalità particolarmente attiva nella nostra quotidianità. Inizialmente si mostrava
come una bambina furiosa, ribelle e intrattabile, ma grazie all'affetto del nostro compagno è
divenuta molto intuitiva e dolce.
Accade - ormai di rado - che venga sopraffatta da crisi di panico che la costringono in uno stato di
immobilità causata dal terrore di "fare qualcosa di male" e di conseguenza del venire punita. è
molto legata al cibo, in quanto ha il timore di non essere nutrita.
Senza nome - Molestata sessualmente. Identificata per via del forte dolore e dei sentimenti di
angoscia che ci hanno frequentemente investite durante i rapporti sessuali, spesso forzatamente
interrotti da un inspiegabile crisi di pianto. Da parte sua ho solo qualche flashback:
Durante la vendemmia. I ragazzi grandi, vogliono mostrarmi dei pulcini. Mi portano via in
motorino. Entriamo in un pagliaio. Mi indicano un polletto piuttosto spennato che ci sfreccia
davanti.
Non è prorio un pulcino.
"Ora devi farci vedere qualcosa tu". L'immagine della gonna, le gambe.
Avevo sei anni, per ora non ne sappiamo di più.
Nivia - Abusata psicologicamente. Ha sette anni. Da quando era più piccola ha cominciato a
frequentare un corso di pianoforte dalla anziana e severa Signora straniera che abitava una villa
tetra e polverosa. Ad ogni nota sbagliata la maestra accusava Nivia di essere una bambina stupida,
minacciandola di raccontarlo alla madre, ammonendola di non azzardarsi a confessarle che la
maltrattava. La casa completamente buia, la lampada puntata dritta negli occhi. Un operazione di
svilimento talmente intensa e perpetuata da far si che non osassimo mai contraddire la Signora. In
quattro anni di studio, Nivia non aveva ancora la minima idea di quale tasto rappresentasse il Do.
Minacciata dalla bacchetta di legno, imparò a memoria la sequenza di ogni nota contenuta
all'interno di un difficile libro per adulti.
Mia madre si rivolse alla stessa insegnante perché mi fornisse supporto per materie scolastiche quali
Inglese e Matematica.
Il risultato è la Nivia di oggi: una bambina bulimica ossessionata dall'aspetto fisico, fossilizzata
nella convinzione di essere inutile e stupida.
- Parlando di difficoltà, quali problemi comporta oggi questo tuo "assetto mentale", nella tua
vita quotidiana? Quali disfunzioni ha generato, nello studio o sul lavoro? Qual è l'aspetto più
duro della tua condizione? In soldoni, cosa significa convivere con molte personalità
differenti? Gli amici, cosa pensano di te?
A causa di tanta incostanza abbiamo più volte dovuto interrompere studi e progetti intrapresi. Per
colpa di questo disturbo sono stata (e sono tuttora) invalidata non solo lavorativamente, ma anche
socialmente ed emotivamente.
Porto ad esempio la migliore amica di Faust: la conosciamo da anni, ma ne sappiamo poco o nulla.
Loro invece si conoscono molto bene, e lui farebbe salti mortali pur di conquistarne
l'apprezzamento.
Questo crea grande disagio nel momento in cui Faust risulta temporaneamente assente. Tale
impegno affettivo richiede costanza, condizione che non siamo assolutamente in grado di offrire
mancando completamente di confidenza ed empatia con questa persona.
Gran parte dei nostri rapporti sociali sono fondati su un identità che manifestiamo all'esterno per
praticità, ma che all'interno non esiste se non smembrata.
- Hai mai tentato il suicidio o qualche altro atto autolesionistico? E se sì, perché?
I moventi dell'autolesionismo possono essere vari. Nel mio caso le ferite auto-inflitte sono
provocate da personalità astiose nei confronti delle altre. Esse perseguono il fine di far soffrire gli
alter che ritengono essere fonte della propria sofferenza. Una sorta di vendetta. Demian e Trevis ci
odiano poiché in loro abbiamo incanalato la rabbia e la frustrazione del trauma subito, ed essi
vivono da anni sepolti nella nostra discarica emotiva.
Demian in genere provoca al corpo bruciature o sequenze di tagli da lama. Trevis tende invece a
"squarciare" in maniera disordinata, facendo uso di ciò che gli capita per le mani, come ad esempio
coltelli, frammenti di vetro o addirittura chiavi.
Altre personalità si prestano ad attività autolesive all'apparenza innocue: ad esempio Mara, che
incline alla depressione tende ad abusare consapevolmente di alcool e fumo.
- Senti di essere differente? Avverti il bisogno di essere curata?
Non saprei immaginare una vita vissuta diversamente, proprio in virtù del fatto che non presenzia
alcuna personalità principale in grado di rivendicare la normalità di una singola esistenza.
- Qual è la tua esperienza con le terapie? Sei mai stata ospedalizzata? Ritieni che le terapie
abbiano avuto un qualche effetto benefico su di te?
La scorsa estate ci fu un tentativo di ospedalizzazione fallito da parte di Trevis.
Nota: Trevis è una personalità disperatamente violenta, intrappolato nella nostra "discarica
emotiva". Sostiene di essere inchiodato lì da quindici anni.
L'unico suo fine è fuggirne, ma riesce a emergerne solo per mezzo di una furia che lo logora
ulteriormente.
Per giorni lo percepii contorcersi all'interno della mente, così mi impegnai a localizzare eventuali
cliniche con le quali entrare in contatto nell'eventualità di un emergenza. Fallii miseramente.
Una sera, adirato e frustrato dai miei fallimenti, si manifestò con un piano drastico e contorto:
Farsi ricoverare in ospedale ed esplicitare la propria influenza sull'atto autolesivo, in modo da
attirare le attenzioni psichiatriche su di se.
Pronosticava che a causa del suo gesto, i medici lo avrebbero ritenuto pericoloso per la nostra
incolumità e di conseguenza si sarebbero impegnati a intrattenere una conversazione con lui o
nell'eliminarlo - la distinzione gli era indifferente -, portandolo ad emergere con metodi di ipnosi o
simili. Così facendo sarebbe finalmente evaso definitivamente dalla scatola di agonia nella quale era
stato rinchiuso.
Si lacerò la carne con un coltello in modo da poter "argomentare" la propria necessità di farsi
ricoverare. Quando le nostre braccia furono bagnate dal sangue chiamò l'ospedale, pronto a
domandare all'apparecchio: "Sono fottutamente pazzo cosa deve fare uno sfregiatore per farsi
ricoverare!?"
Ma assurdamente nessuno rispose. Più volte.
Fortunatamente il nostro compagno rintracciò Trevis prima che potesse ingegnarsi a fare il pazzo in
qualche altra maniera.
Della loro conversazione non ho memoria.
Dopo molto disinfettante, cotone, cambi di cerotti e link vari, riuscii a rintracciare una psichiatra
competente, risiedente a tre ore e mezza di viaggio dalla mia abitazione.
Sono attualmente il suo primo caso diagnosticato di Disturbo Dissociativo di Identità.
- Il mondo è bello perché è vario. Non so se ne sei al corrente, ma alcune culture (penso in
particolare al buddismo) rifiutano l'idea di un io unico e indivisibile. Arrivano a progettare
lunghe ed elaborate "dimostrazioni" che proverebbero che l'io è un'illusione. Chi soffre di
DDI, invece, di solito cerca disperatamente di integrare le sue diverse personalità,
costantemente alla ricerca di un io solido e privo di "intromissioni". Non è proprio possibile
far convivere queste diverse parti di sé in modo armonico? Arriva mai il momento in cui si
decide di trarre il meglio dalla situazione, e al diavolo tutto il resto?
Come Herman Hesse insegna, l'uomo è composto di una gran quantità di anime, di moltissime
persone. La scissione dell'unità apparente è considerata pazzia, secondo l'errato e funesto concetto,
secondo il quale l'uomo sarebbe un unità durevole.
Siamo personalità complesse, elaborate, autocoscienti, proprio in quanto ognuno di noi Alter si
rispecchia in una propria pluralità interiore.
- So che hai un compagno. Mi verrebbe naturale pensare che lui si sia innamorato della tua
personalità "prevalente", se ce n'è una. Di sicuro per lui non dev'essere facile. Qual è la sua
posizione rispetto ai tuoi problemi? Li ritiene davvero un ostacolo, o la cosa non lo turba più
di tanto? In cosa consiste il suo supporto? Come si comporta quando si trova a dialogare con
una tua personalità di cui non è innamorato o che magari gli sta un po' sulle scatole?
Il suo obiettivo è far si che ognuna di noi si senta amata. Questo lo fa incorrere nella repulsione di
taluni e nell'apprezzamento di altri. Tiene un comportamento molto rispettoso e confidenziale verso
le differenti personalità, ottenendo di potersi relazionare con vere e proprie persone differenti.
Spensieratezza, complicità, inamicizia. Nell'arco di due anni di fidanzamento ha imparato a
distinguere svariati sguardi, comportamenti e toni di voce, riuscendo ormai il più delle volte a
identificarne il mandante.
Sebbene il suo amore non venga corrisposto da ogni singola identità, può vantare di aver istituito
svariati rapporti di amicizia, di fiducia e persino qualche flirt.
Non si tratta di un coro unanime, ma vogliamo affermare di essere profondamente legati a lui.
- Ognuno di noi è diverso, ma una cosa ci accomuna. Siamo tutti di passaggio su questa terra.
Appariamo, e subito scompariamo. Se tu dovessi fare un bilancio della tua vita, il risultato
sarebbe negativo o positivo? Sei ancora curiosa, affascinata dalle cose del mondo, contenta di
essere esistita o ti senti rinchiusa in una gabbia, vittima delle contingenze, incapace di
assaporare la vita? Se tu potessi ricominciare da capo, cosa cambieresti?
Dipende dai punti di vista.
è necessario tener di conto che:
Alcune di noi sono state tutelate completamente dai traumi infantili, e proprio grazie al processo di
dissociazione hanno potuto vivere serenamente.
Altre di noi invece sono state elette molti anni fa come urne di dolore e di rancore.
Questo rende la visione del mondo ben distinta tra personalità come Erica e Agamennone:
Lei Filantropa, una rivoluzionaria fiduciosa nell'uomo e nel cambiamento.
Lui Misantropo, un terrorista che crede solo nell'annientamento.
Ogni Alter ha un vissuto di esperienze differente.
- Perché hai deciso di rispondere a queste domande?
Si tratta di un fenomeno raro e pressoché sconosciuto in Italia.
Il peso di tale ignoranza grava su di me in prima persona, vista la completa assenza di gruppi di
auto-aiuto e della difficile reperibilità di psichiatri autorizzati a diagnosticare tale disturbo - che
spesso viene erroneamente riconosciuto come schizofrenia, bipolarismo o borderline.
Proprio per questo motivo faccio appello a Bizzarro Bazar, con il fine di informare, dissipare miti e
(perché no?) incuriosire i lettori sull'argomento.
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