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Amici del Bargello
Ente Cassa di Risparmio di Firenze
BACCIO BANDINELLI
SCULTORE E MAESTRO (1493-1560)
Museo Nazionale del Bargello
9 aprile - 13 luglio 2014
Soprintendente
Cristina Acidini
Direttore del Museo Nazionale del Bargello e della mostra
Beatrice Paolozzi Strozzi
Cura della mostra
Detlef Heikamp e Beatrice Paolozzi Strozzi
con la collaborazione di
Ilaria Ciseri
Segreteria scientifica della mostra
Benedetta Chiesi
Catalogo
Giunti Editore
Produzione e gestione della mostra
Opera Laboratori Fiorentini S.p.a
Civita Group
BACCIO BANDINELLI
SCULTORE E MAESTRO (1493-1560)
Baccio Bandinelli, L’ebbrezza di Noè, (particolare), marmo, Firenze, Museo Nazionale del Bargello
Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo
Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana
Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico
e per il Polo Museale della città di Firenze
Museo Nazionale del Bargello
Firenze Musei
BACCIO BANDINELLI
SCULTORE E MAESTRO (1493-1560)
Museo Nazionale del Bargello
Baccio Bandinelli, “artista di fama eterna”: è questo il giudizio
conclusivo della Vita dedicatagli da Vasari, che la mostra intende quasi
provocatoriamente confermare per restituire infine al Bandinelli la sua
posizione di merito nel panorama della scultura italiana della Maniera e
per ristabilire la verità su un artista condannato all’ostracismo dalla critica
negli ultimi due secoli, fino ad oggi. La biografia del Bandinelli - dopo quelle
di Michelangelo, del Vasari stesso e di Raffaello - è la più estesa fra le Vite
vasariane: è uno scritto tormentato, considerando l’odio tra i due artisti,
ma in cui Vasari è infine costretto ad ammettere la grandezza di Baccio,
“terribile di lingua e d’ingegno”.
Alla fine del Cinquecento, l’ammirazione per l’artista è esplicita nelle
Bellezze della città di Firenze del Bocchi (1591) e cresce poi per tutta l’età
barocca, raggiungendo il suo apice durante il Neoclassicismo, fra il XVIII e
il XIX secolo. Comincia appunto nell’Ottocento il declino della sua fortuna,
a partire dal Burckhardt, per arrivare fino a noi, attraverso i giudizi negativi
e talvolta addirittura sprezzanti del Berenson, del Pope-Hennessy e di molti
altri studiosi.
In epoca barocca e per tutto il Neoclassicismo, invece, Bandinelli era
considerato con Michelangelo il massimo scultore della sua epoca ed
è innegabile che nella scultura fiorentina del Cinquecento, assieme a
Jacopo Sansovino e al Cellini, egli sia la figura di maggior rilievo. I suoi
committenti principali furono dapprima i due papi di casa Medici - Leone X
e Clemente VII - e poi il duca Cosimo I: nessun dubbio è possibile sul livello
che allora si richiedeva ad un artista per ambire a simili incarichi, che
videro Bandinelli primeggiare su tutti i concorrenti (spesso di gran nome)
e assicurarsi, a Firenze e non solo, le imprese artistiche più impegnative e
più rappresentative della prima metà del secolo, mantenendo un indiscusso
credito e prestigio.
La mostra presenterà tutte le sue opere di scultura e di pittura il cui
trasferimento sia possibile, i disegni e le stampe di sua invenzione, bronzetti,
medaglie e un raro modello in cera proveniente da Montpellier. Accanto ai
capolavori come il Bacco di Palazzo Pitti, le opere presenti al Bargello, o
i rilievi marmorei del coro del Duomo, saranno esposti i busti-ritratto di
Cosimo I e il magnifico Mercurio giovanile del Louvre; in pittura, la Leda
e il cigno (da Parigi), unico dipinto del Bandinelli sicuramente autografo
e mai presentato in una mostra, e il celebre Ritratto di Baccio Bandinelli
dell’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston. Saranno esposti inoltre i
rilievi (in marmo, stucco e bronzo, provenienti da vari musei esteri) che gli
sono riferiti con certezza, o che direttamente derivano da suoi originali, a
confronto con studi grafici preparatori.
Considerando la ricchezza del materiale, la mostra si estenderà anche in
una parte della Sala di Michelangelo, oltre alle due sale solitamente adibite
alle mostre temporanee del Bargello.
I grandi monumenti pubblici, profani e sacri, necessariamente assenti
dalla mostra, saranno ampiamente illustrati e commentati in un’apposita
sezione del catalogo, al pari delle opere esposte, e saranno documentati in
mostra attraverso un video, realizzato per l’occasione. Si prevede un’ampia
campagna fotografica ex-novo di molte delle opere del Bandinelli.
I saggi introduttivi del catalogo - affidati a specialisti e studiosi, italiani
e stranieri - illustreranno tutti i principali aspetti della sua personalità
artistica ed approfondiranno anche il suo ruolo essenziale di fondatore di
un’accademia, capace di promuovere lo status sociale dell’artista, con
notevole anticipo rispetto al Vasari e a Federico Zuccari.
Per la prima volta, una mostra monografica verrà dedicata a questo
“universale artefice” - per riprendere un’altra citazione del Vasari - che fu il
“Maestro” di un’intera generazione di artisti e che, insieme a Michelangelo,
Raffaello, Vasari e Cellini, ci ha lasciato tra i più estesi carteggi di artefici
del Cinquecento.
Scuola di Andrea del Sarto, Ritratto di Bandinelli giovane, 1515-1516, olio su tela, Firenze, Galleria degli Uffizi
9 aprile - 13 luglio 2014