98 BIO Nino Rocca è nato a Catania tanto tempo fa. E` laureato il

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98 BIO Nino Rocca è nato a Catania tanto tempo fa. E` laureato il
BIO
Nino Rocca è nato a Catania
tanto tempo fa. E' laureato
il Legge e Lettere. Ha pubblicato “Il Liberty a Catania”
e “L'arte del Ventennio a
Catania”. E' cultore di storia dell'arte contemporanea
presso l'Università di Catania.
Dirige, assieme al figlio Ottavio, la scuola di fumetto sita
nella galleria “Progetti d'arte”
in Catania. Nella propria galleria ha organizzato varie
mostre dedicate al mondo del
fumetto ospitando fra l’altro,
con la collaborazione di Paolo
Montalbano, una personale di
Davide Toffolo, un concorso
di fumetti dedicato a Jacovitti,
una Mostra di disegni realizzati dai più grandi fumettisti
italiani in onore di Totò dal titolo Totòmodo e un’esposizione
di tavole originali di Zagor. Nel
2012, in collaborazione con il
Forum ZTN e la rivista Fumetti
al cubo, ha ospitato la prima
edizione del concorso Cover
Reloaded.
98
Il fumetto condivide con le altre arti l’infinita risorsa di inventare
personaggi e ambientazioni improbabili. L’illustrazione fantasy può
anche rinunciare ai balloons per rendere parlanti le sue immagini.
Allora nella città di ferro, può incedere a pugni chiusi un angelo in
blue jeans.
Speciale
100
Fumetti con le ruote
Sensibilizzare i patentati di ogni età tramite il fumetto? Certo, si può.
E anche alla radio...
a cura di Riccardo Corbò
La rubrica “Fumetti con le ruote” è
una delle novità dell’attuale stagione
di Isoradio (il canale radiofonico di
pubblica utilità della Rai, che informa gli ascoltatori con notizie di infomobilità, diretto da Danilo Scarrone).
Il programma settimanale, un quarto
d’ora di durata, alterna curiosità sui
personaggi a fumetti a bordo delle
loro macchine o moto, a musica e notizie d’attualità sul mondo dei comics.
Il racconto esce dalla voce diretta degli autori, disegnatori, editori, ospiti
della trasmissione, ideata, realizzata
e condotta da Riccardo Corbò e Pasquale Martello, con la regia di Mauro
De Cillis. In conclusione della prima
stagione, di grande successo presso
il pubblico radiofonico, “Fumetti con
le ruote” diventa anche una mostra
a Etna Comics. Una serie di pannelli illustrati introducono il visitatore ai
personaggi e poi approfondiscono i rispettivi mezzi di locomozione, spesso
compagni fedeli e imprescindibili delle
loro avventure. Diabolik e la Jaguar,
Dylan Dog e il Maggiolino, Martin
Mystère e la Ferrari Mondial, Paperino e la 313, Lupin III e la Mercedes
Benz SSK, Capitan America e l’Harley
Davidson, Luna - di Metamorphosis e la sua Vespa, sono solo alcuni dei
personaggi andati in onda a “Fumetti
con le ruote” e ora in mostra anche a
Etna Comics. La mostra catanese è
pensata da Isoradio anche come occasione per sensibilizzare il pubblico
dei più giovani (ma non solo) sui temi
della sicurezza stradale, sottolineando che le corse in moto o in auto, il
rischio e la spregiudicatezza, sono e
devono restare nella sfera della fantasia e dell’irrealtà di un fumetto e mai
devono essere emulati per le strade.
RAI Isoradio è il servizio radiofonico
pensato principalmente per chi sta
viaggiando su strada. E’ un flusso
continuo di notizie sul traffico intervallate da musica piacevole e rilassante,
con approfondimenti pensati per chi
sta guidando ma sempre dedicati all’
utilità pubblica.
DIABOLIK
Diabolik viene creato nel 1962 da Angela e Luciana
Giussani. La sua genesi è strettamente collegata ad
un mezzo di trasporto con le ruote, un treno. O meglio, molti treni, quelli dove salivano i pendolari della
Stazione di Milano Cadorna. Angela Giussani, che
abitava là vicino, pensò che il fumetto perfetto per
questi pendolari sarebbe dovuto essere di facile e
coinvolgente lettura e che si potesse facilmente mettere in tasca finito il tragitto in treno. Da queste geniale intuizione, nacque l'albo di Diabolik, in edicola il
primo novembre del 62, prezzo di copertina, 150 lire.
Già dal primo episodio, tutte le caratteristiche base di
Diabolik sono bene in evidenza. E' un genio, seppur
del male, capelli neri cortissimi, sguardo di ghiaccio,
può assumere le fattezze di chiunque con le sue maschere di plastica sottilissima di sua invenzione e di
notte, col buio, è praticamente invisibile grazie alla
sua calzamaglia nera che lascia scoperti solo i suoi
occhi. Uccide anche spietatamente ma non usa armi
da fuoco. La sua arma è il coltello, ma anche le sue
mani sono mortali. Una sua stretta alla gola non lascia all'avversario neanche il tempo di emettere
un grido. Dal terzo numero della serie, sua compagna indiscussa nella vita e nei crimini, è Eva Kant.
Sua macchina simbolo, fondamentale per le sue fughe, è la Jaguar E-Type, ovviamente nera e ovviamente da lui elaborata per dotarla dei più immaginifici trucchi.
JAGUAR E-TYPE
Il modello E-Type, è stata prodotto dalla britannica Jaguar dal 1961 al 1975. Disegnata da Malcolm
Sayer, è stata una vettura rivoluzionaria per l’estetica, la progettazione, il tipo di guida e il prezzo. La
E-Type infatti raggiunge velocità pari a quelle di una Ferrari e di una Aston Martin dello stesso periodo, ma costava la metà di queste concorrenti. La classica versione due posti fu affiancata dalla versione coupé e 2+2, per venire incontro alle esigenze del mercato americano. Infatti, solo il 17% della
produzione fu venduta sul mercato casalingo, nel Regno Unito. Il resto fu ordinato da ogni angolo
del pianeta, ma la maggior parte negli Stati Uniti,
dove la E-Type era conosciuta col nome di XKE.
Nei 14 anni di produzione furono messe sul mercato 70.000 vetture. Tra i tanti primati su strada ed
estetici, anche uno artistico. Nel 1996, il Moma, il
Museo d’arte moderna di New York, inserisce nella sua collezione permanente una E-Type Roadster del 1961. In Italia, Il successo dell’accoppiata
con il Re del terrore è stato tale che negli anni ’70,
incontrando una Jaguar E-Type si diceva “Guarda, l’auto di Diabolik!”
Diabolik e tutte le immagini correlate © Astorina srl
CAPITAN AMERICA
Alias Steve Rogers, è il simbolo supereroistico dei valori americani. Ideato nel 1941 da Joe Simon e Jack Kirby è al suo esordio un elemento di propaganda bellica. Già nella copertina della
sua prima avventura prende a cazzottoni in faccia un ridicolizzato Adolph Hitler. Insieme alla sua giovane spalla, Bucky Barnes,
funge da ispirazione fumettistica per le battaglie sui vari fronti
internazionali e contro la quinta colonna interna. Nelle copertine
dell’epoca lo vediamo spesso a bordo di una moto militare, con
Bucky intento a smitragliare allegramente i nazisti e i giapponesi. Con la fine del conflitto scema la sua grandissima popolarità.
Diventa per breve tempo uno spietato cacciatore di comunisti,
ma questa deriva maccartista ha brevissima durata editoriale.
Nel 1964 Stan Lee lo riporta nei fumetti, riducendo di molto il
suo aspetto bellico e puntando sulla sensibilità di un uomo fuori
dal suo tempo, in un’America nel pieno di rutilanti cambiamenti sociali. Questo aspetto viene accentuato e diventa centrale
dall’inizio degli anni ‘70. Cap ha una virata liberal. In un famoso
ciclo disegnato da Gene Colan inforca una moto e parte senza
meta per le strade d’America. Le sue storie diventano un modo
di denunciare le differenze sociali, il razzismo, la corruzione presente nei vertici del governo, di tutte le contraddizioni insomma,
che il sogno americano è destinato a generare. A cavallo con gli anni ‘80, Cap è protagonista di due
pellicole dalle trame e dagli effetti speciali ridicoli, con una buffa moto-scudo. Grazie alle talentusa
penna di Ed Brubaker, Cap è oggi un personaggio tra i più interessanti del comicdon, calato in atmosfere da grande spionaggio internazionale, che hanno anche ispirato il recente film “Captain America
2: The Winter Soldier”. Americano al 100%, Capitan America non può che guidare una moto al 100%
americana, come la Harley Davidson.
Captain America è un personaggio © Marvel
HARLEY DAVIDSON
Il marchio motociclistico statunitense nacque il 28 agosto 1903 dall’unione delle forze di William Harley e dai fratelli Arthur, Walter e Bill Davidson con una produzione iniziale assolutamente casalinga.
Nel 1906 viene ufficialmente fondata la Harley-Davidson Motor Company e al contempo inizia la vendita delle prime motociclette alle forze di polizia. Nel 1917 gli Stati Uniti entrarono nel primo conflitto
mondiale e le Harley-Davidson servirono l’esercito con 45.000 esemplari. Terminato il conflitto nel
1920, la Harley-Davidson era divenuto il più grande costruttore di motociclette al mondo, presente
in 67 paesi. Un ulteriore enorme salto produttivo avvenne con la seconda guerra mondiale, durante la quale la casa
produsse per scopi bellici oltre 88.000 motociclette. A guerra finita,
la Harley Davidson
aveva sbaragliato la concorrenza interna, rimanendo l’unico marchio americano sul mercato. Alla fine degli anni ‘60 una grossa
crisi, dovuta al boom delle moto giapponesi e italiane, portò
ad un decennio di declino. Ma dall’inizio degli anni ‘80 il
marchio dopo vari cambi di vertice, è tornata a dominare il mercato e l’immaginario collettivo, puntando sulla
tradizione e sul potere evocativo di potenza, ribellione
e libertà.
DYLAN DOG
Creato da Tiziano Sclavi, Dylan Dog è il più celebre protagonista di una serie horror italiana, anche se “horror” è
una definizione limitativa. Pubblicate a partire dal 1986
dalla Sergio Bonelli Editore (allora Daim Press), le avventure di Dylan hanno infatti alternato l’orrore tradizionale
con numerosi “omaggi” ai mostri classici (Frankenstein,
l’Uomo Lupo, Dracula e tanti altri), allo splatter moderno
dei film di Dario Argento e George Romero, ma anche al
giallo, al surreale e al fantastico in genere. Sempre comunque con grande ironia, ed evolvendosi, nel
corso degli anni, verso una sorta di “sophisticated horror comedy”. Con questi ingredienti, dapprima
lentamente e poi in un crescendo sbalorditivo, è esploso il “fenomeno Dylan Dog”, diventato il fumetto più venduto in Italia (tra inediti e ristampe ha raggiunto il milione di copie mensili). Non soltanto:
per la prima volta, un fumetto a larga diffusione popolare si è anche affermato come fumetto d’autore,
osannato dalla critica e dagli intellettuali più famosi. Dylan Dog è un detective privato che si occupa
esclusivamente di casi insoliti, in tutte le sfumature del termine. Ha poco più di trent’anni, è inglese,
vive a Londra in una casa piena di gadget “mostruosi” e con un campanello che invece di suonare
lancia un urlo agghiacciante. Sua auto “feticcio”, è il Maggiolino, la stessa auto che per tanti anni ha
guidato il suo creatore, Tiziano Sclavi.
Dylan Dog è un personaggio © Sergio Bonelli Editore
VOLKSWAGEN TYP 1, MEGLIO CONOSCIUTA COME MAGGIOLINO
Noi parliamo di Maggiolino ma la macchina, nata nel 1938 solo nel ‘67 acquisisce questo nome. Prima era conosciuta solo come “Volkswagen” perché era l’unica macchina prodotta da quel marchio.
Nasce su idea di Adolf Hitler che voleva un’auto accessibile a tutto il ceto medio. Progetto iniziale di
Ferdinand Porsche. Dopo la fine del conflitto il maggiolino conquista il mondo. Gli anni ‘60 sono il suo
periodo di maggior successo e mito. Diventa simbolo di viaggi, di libertà, di fantasia. Nel ‘70 arriva il
“Maggiolone”, che si distingue per l’avantreno e per alcuni particolari nella parte anteriore. Nel 2003
termina la produzione. Questi i numeri da record: oltre 21 milioni e mezzo di esemplari venduti nel
mondo, durante una produzione ininterrotta per 65 anni. Nel n.41 di Dylan Dog, del 1990, l’indagatore dell’incubo si trova ad accompagnare col maggiolino la bella Amber Cat a Golconda, in India.
Grazie alle attuali mappe on line è ora facilissimo calcolare le distanze. In auto, da Craven Road, fino
alle porte del forte di Golconda, ci sono 10.691 km di strada, da percorrere, se non si fanno soste, in
123 ore. Tra benzina e bisogni corporali, diciamo che in meno di sei giorni ce la si fa. Potrebbe sembrare un viaggio incredibile, andare senza fare soste dal centro di Londra fino all’interno dell’India,
possibile solo su un fumetto fantastico. Ma sappiate che la realtà come sempre supera la fantasia.
Eccovi alcuni veri record di chilometraggio del Maggiolino. Per celebrare l’inaugurazione del primo
tratto dell’autostrada del Sole, nel 1959 il direttore della rivista Quattroruote volle testare la resistenza di due Maggiolini, facendo loro percorrere la Milano-Bologna, avanti e indietro, per sedici giorni
consecutivi, senza sosta. Al 74° giro una della due ebbe un guasto alla puleggia della dinamo, l ‘altra
continuò tranquilla. Riparato il guasto, conclusero i 100 giri, avendo percorso 18.664 km alla media di
110 km all’ora. I tecnici Volkswagen vollero a quel punto continuare il test, settando la velocità a 130 km all’ora di media e forzando i giri del motore. Il secondo
Maggiolino si fermò quindi al 118° giro, il primo compì tranquillamente i 200
giri, percorrendo quindi 40.000 km consecutivi. Il record di percorrenza
complessivo lo detiene invece un californiano, Albert Klein, che dal
1963 al 1996 si è spostato a bordo del suo maggiolino per 2.556.000
km. La sua auto ora è esposta al Museo Volkswagen di Wolfsburg.
LUNA MONDSCHEIN
Luna Mondschein è la protagonista del romanzo a fumetti
“Metamorphosis”, scritto e disegnato da Giacomo Bevilacqua.
Luna ha 24 anni, mora, capelli corti sulle spalle, fisico asciutto, è una giovane blogger e scrittrice di libri. Vive a Roma e
si muove per le strade della capitale a bordo della sua Vespa,
in maniera totalmente disinvolta e spesso reinterpretando a
suo modo la segnaletica stradale. Questo nella sua prima
vita, quella da sveglia. Ma ha anche una seconda vita, che
i medici hanno stabilito scaturire da una particolare forma di
schizofrenia. Quando si addormenta si ritrova in un mondo
parallelo, onirico ma tangibile quanto il nostro, popolato da
creature assurde, buffe o spaventose, con le quali lei interagisce pienamente. Per rimanere lucida, nel mondo reale, deve attenersi a precise sequenze di azioni,
che la tengono ancorata alla realtà. Luna si trova invischiata in una spaventosa sequenza di omicidi.
Strane morti dove i cadaveri vengono composti a evocare figure mitologiche dell’antica grecia. Lei è
l’unica, anche grazie alle sue visioni, a trovare una serialità e un collegamento tra tutte queste morti.
Nessuno le dà retta, vista la sua fragile salute mentale. Solo il giovane commissario di Trastevere,
Daniel Valentini, inizia a seguirla nei suoi stranissimi voli pindarici, aprendo uno spiraglio nella svolta
delle indagini. Uno spiraglio attraverso il quale però forze oscure e spaventose potrebbero a loro
volta osservarci.
Luna è un personaggio © Giacomo Bevilacqua
VESPA
La Vespa è il più famoso scooter della Piaggio, brevettato il 23 aprile del 1946, su progetto dell’ingegnere aeronautico Corradino D’Ascanio. Vanta un prototipo strettamente ispirato al mondo dei
fumetti: il Piaggio MP5 Paperino, mai prodotto in serie. Non esiste un’origine ufficiale e certe del
nome “Vespa”. Secondo la versione più diffusa, sarebbe nato da un’esclamazione di Enrico Piaggio
che alla vista del prototipo avrebbe esclamato: «sembra una vespa!», per via del suono del motore
e delle forme della carrozzeria, molto stretta nella parte centrale, simile appunto all’insetto. Forse
la più grande innovazione di questo modello, motivo del suo successo planetario, fu la carrozzeria
portante, che copriva integralmente il motore e le parti meccaniche principali, offrendo al contempo
una protezione efficace dalle intemperie. Si risolveva così per la prima volta, il problema dell’imbrattamento del guidatore, consentendo una guida con l’abbigliamento di tutti i giorni. Il prezzo iniziale
era di 68.000 Lire. Equivaleva a diversi mesi di lavoro di un impiegato, ma il pagamento rateizzato
permise la prima motorizzazione di massa in Italia. Da subito divenne oggetto di passione: nel 1949
venne costituito il Vespa club d’Italia che raggruppava i diversi club sparsi nel Paese. Tra i modelli
più famosi ricordiamo: la Vespa50N, del 1963; il 50 Special quello forse più
iconico, prodotto dal 1969 al 1983; la 200 rally, del 1972, che divenne la
vespa per i viaggiatori intorno al mondo; la Vespa 125 Primavera, uscita nel
1968, diventata ovviamente simbolo della stagione “fantasia al potere; il mitico ”vespone”, il P125X del 1978. La Vespa è simbolo nei vari decenni del
design italiano, anche nei film, che portano ulteriormente la sua immagine in tutto il mondo. Nel 1952, in “Vacanze Romane”, è l’immagine della
Dolce Vita. La pellicola “Quadrophenia”, nel 1979, la certifica come
marchio Mods. “Caro Diario”, del 1993, sigilla la Vespa come simbolo
urbano del XX secolo.
LA VIGNETTA ALLA RADIO
“La vignetta alla radio” è una delle nuove proposte che Rai Isoradio ha offerto al suo pubblico per questa stagione radiofonica,
con appuntamento fisso ogni giovedì, alle ore 10,45, fino a metà
giugno. Incentrata sui temi più caldi della mobilità e del trasporto, la vignetta è ‘raccontata’ in diretta dal suo autore Pasquale
Martello, che ha il compito di ricreare su un altro media ciò che
appare nel disegno umoristico pubblicato sul sito www.isoradio.
rai.it. L’iniziativa intende stimolare la curiosità e l'interattività
degli utenti di Rai Isoradio invitati ad accendere il dibattito sui
"social" con commenti, giudizi e idee. Vuole essere anche una
sperimentazione originale e ironica in ambito “crossmediale”,
che alla ricerca di nuovi linguaggi rappresenta una nuova scommessa per il Canale di pubblica utilità diretto da Danilo Scarrone.
In questa pagina alcune vignette esposte a Etna Comics.
BIO
Gli autori e conduttori
Riccardo Corbò
È tra i fondatori del primo magazine telematico dedicato al fumetto, nella prima
metà degli anni 90. Dopo aver lavorato per le principali case editrici di fumetti romane, nei ruoli redazionali più disparati, è passato in Rai. Ha collaborato dal 1996
al 2004 al programma radiofonico Golem. Dal 2001 al 2005, a Rainet, è stato il
Portal Manager e Community Manager di Rai.it. Ha curato il sito del Tg1, di Vincenzo Mollica e l’offerta dei canali Rai su YouTube. Attualmente lavora al Tg3, dove
si occupa per il web della rubrica Comics e per la televisione realizza servizi per
il Tiggì Gulp (in onda su Rai Gulp) e per la rubrica Agenda del mondo (in onda su
Rai Tre). Insegna da otto anni Morfologia e critica della paraletteratura al Master in
Critica Giornalistica dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico.
Pasquale Martello
Tra i suoi lavori annovera vignette satiriche e umoristiche per numerosi quotidiani;
illustrazione, grafica e cura di saggi sul mondo del fumetto. È stato tra i disegnatori
del fumetto Tiramolla. Per Rainet, è stato l’Art Director delle prime interfacce web
e multimediali del servizio pubblico. Attualmente web master del sito del Tg3, per
il quale realizza anche la vignetta giornaliera presente in home page e presentata
settimanalmente nel corso della trasmissione Fuori Tg. Per Tiggì Gulp, il telegiornale per ragazzi della Rai, realizza regolarmente servizi sulle novità tecnologiche.
Per Isoradio è anche autore della vignetta alla Radio, in onda tutti i giovedì mattina.
Il direttore
Danilo Scarrone
Laureato in legge, inizia la sua carriera giornalistica come corrispondente a Roma del settimanale sportivo brasiliano 善lacar. Dopo molte esperienze in numerose testate arriva all’Avanti, dove
si occupa di politica estera, in particolare dell’America Latina. Nel 1987 arriva alla redazione
politica del Tg3. Giornalista parlamentare, si distingue, sotto la direzione di Bianca Berlinguer
per i suoi caustici e pungenti servizi riguardanti aspetti e personaggi della politica. Nel novembre
del 2014 viene nominato Direttore di Isoradio, canale di Pubblica Utilità.
Isoradio nacque intorno al 1990 per coprire la rete autostradale ad alta densità di traffico,
sfruttando la (allora impossibile) trasmissione isofrequenziale sui 103,3 MHz su percorsi autostradali e (anch’essa fu una innovazione) in galleria. Attualmente il servizio in FM copre gran
parte della rete autostradale e stradale, e numerose aree metropolitane. Isoradio può essere
ascoltata anche via DAB (nelle zone raggiunte dal servizio), sul Digitale Terrestre (cercando
tra i canali Radio trasmessi insieme a quelli televisivi), via satellite e via web. L’ascolto via web si può fare sia sul sito www.isoradio.rai.it, sia usando le APP realizzate dalla RAI per l’ascolto delle Radio; è recentissima l’APP per il sistema operativo Android.
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Paolo Cossi