Il Resto dell`Ernesto - Premio Severo Ghioldi
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Il Resto dell`Ernesto - Premio Severo Ghioldi
Il Resto dell’Ernesto IL RESTO DELL’ERNESTO - NOVEMBRE 2013 INDICE ATTUALITA' • PRIMARIE DEL PD: RITRATTO DEI CANDIDATI • BREAKING ITALY • UNO CHAGALL NEL RIPOSTIGLIO • GUIDA: COME APRIRE UNA NOCE DI COCCO • LA CROCE ILLUMINATA DALLA NATURA SCUOLA • VOLEVO VOTARE BATMAN, MA NON SI E' CANDIDATO • SE SEI UN QUARTINO NON HAI DIRITTO DI PAROLA • TERZO GRADO IL PROCESSO A COSA PENSI...? LA LIBRERIA DELL’ERNESTO • PER QUESTO MI CHIAMO GIOVANN I • SPINGENDO LA NOTTE UN PO' PIU' IN LA' • L'ULTIMA ALBA DI GUERRA NUOVO CINEMA CAIROLI • GIOVAN I R I BELLI - KILL YOU R DARLINGS • CH I HA PAU RA DI VIRGINIA WOOLF'? MUSICA • MIXTURE OF MUSIC • SUNDAY MORNING • IL RITORNO DEI CANI • CONSIGLI PER TROVARE UN NUOVO SOUND USI & COSTUMI FOCUS • MARIA TAGLIONI, IL PRIMO SOGNO SULLE PUNTE • JENNIFER LAWRENCE IL VASO DI PADORA VOX VOCIS MESAGERIA IL MURO 2 Il Resto dell’Ernesto Editoriale EDITORIALE Chiedo scusa ai lettori: il giornalino, che ora è nelle vostre mani, sarebbe dovuto uscire almeno una settimana prima, e spero che nonostante questo ritardo riusciremo anche a preparare il numero di Natale. Una tirata d'orecchie va ai redattori: siamo tutti molto indaffarati, ma il giornalino è un progetto che, se si prende come impegno, va portato avanti con serietà e puntualità. Ma devo ammettere che la responsabilità è soprattutto mia: vorrei approfittare di questo spazio per scusarmi innanzitutto con le persone che in questo periodo ho trattato male, o non ho considerato affatto. Vorrei scusarmi per il mio nervosismo, per il mio muso lungo e per il mio scarso interesse per qualsiasi cosa. Vorrei approfittare, egoisticamente, del Resto dell'Ernesto, per salutare un'altra volta Mattia. Ci manchi. Quello che è successo è la cosa più sbagliata e ingiusta che ci sia, ma stiamo tutti cercando di farci forza, molti con risultati migliori dei miei; le persone intorno a noi spesso sono date per scontate, e non deve essere una tragedia a far capire l'importanza che hanno. Spero davvero che questo numero vi piaccia, perché nonostante le sclerate e le arrabbiature con i miei "piccoli" grandi redattori per le scadenze mancate, gli articoli che vi apprestate a leggere sono espressione della loro personalità, del loro interesse e della loro creatività. Credo che sia questa la presentazione più adatta per questo giornalino: nessuna anticipazione, leggete ogni pezzo cercando di coglierne ogni dettaglio e ogni sfumatura, e dopo aver finito prestate il giornalino con un sorriso a quel compagno che non lo compra mai e che lo sgraffigna sempre. Un po' di affetto in più non fa mai male. "nei nuovi giorni la vita si trasformerà cambiando colore, rendendo il dolore un punto di forza in tempeste di vento, fragile forma consumata dal tempo" Caporedattore Sara Sparaciari III F Mauro Mazzucchi Selene Conti Redattori: Caterina Bergonzo Davide Iaconianni IV C Eva Gusneroli Sara Cassani IV F Giulia Calvi Chiara Zardus IV F Matteo Scagliola Gaia Marchetti IV G Nicola Togni Camilla Simonelli V B Giorgio Farace Giorgia Colucci VB Eugenio Brioni Ludovica Soccini VB Elisa Malnati Caterina Pesetti VB Marco Andrea Gallo Martina Menegat V B Ana Ferati 3 VB VB VB VD VD IB IB IB ID IB IB ID Beatrice Merlo Letizia Minonzio Clarissa Ratti II C III A III F Grafici: Matteo Sau Giulia Piredda II F III F Illustratori: Virginia Braut Giuditta Bertoni Costanza Gorick VC II D III D Il Resto dell’Ernesto Attualità PRIMARIE PD: RITRATTO DEI CANDIDATI di Letizia Minonzìo Domenica 8 dicembre, dalle ore 8:00 alle ore 20:00, si terranno le elezioni primarie del Partito Democratico, per scegliere chi sarà il prossimo segretario di uno dei partiti più rilevanti del nostro Paese. Sono invita ti al voto non solo i sostenitori del PD, ma tutti coloro che ne hanno diritto: chi verrà eletto, infatti, avrà un ruolo di primo pia no nella politica italiana, e anche se non fa parte del partito che sostenete, è un bene che un ruolo così importante lo assuma qualcuno che rappresenti una buona fetta di elettorato. Vi informo che sul sito http://www.primariepd2013.it/ troverete tutte le indicazioni su come votare, i programmi di ognuno dei tre candidati, e qualsiasi altra informazione di cui abbiate bisogno. Ricordo che POSSONO VOTARE TUTTI QUELLI CHE HANNO GIA' COMPIUTO SEDICI ANNI (a patto che si registri no online entro le ore 12:00 del 6 dicembre). Il 24 Novembre, alla convenzione nazionale del Partito, sono stati resi noti i risultati della consultazione nei circoli (ossia delle votazioni degli iscritti): Renzi 45,34%; Cuperlo 39,44%; Civati 9,43%; Pittella 5,80%. Quest'ultimo esce dunque di gara, mentre gli altri tre affrontano le ultime fasi della campagna. Tracciamo ora un breve ritratto dei tre candidati alle primarie. GIUSEPPE CIVATI: Monza, 38 anni, scrittore di ben 22 libri di tema filosofico e politico, entra a far parte del Partito Democratico dal 2007 (quando fu fondato), e dal 2005 è consigliere regionale in Lombardia. Nel gennaio 2013 è indagato dalla procura di Milano per peculato, in relazione ai rimborsi spese percepiti come consigliere regionale. Civati pubblica sul suo blog il dettaglio delle somme contestategli dalla Guardia di Finanza, e fa domanda di archiviazione. Riguardo al governo Letta, non ha dato la fiducia in quanto si è sempre opposto ad un'alleanza con il PDL, promuovendo invece un dialogo con il Movimento 5 Stelle per la formazione di un governo. Il suo programma pone al centro la "lotta alla povertà e all'esclusione sociale", ossia immigrazione e soprattutto lavoro. Invoca un ritrovamento di identità per il PD ("Il Partito Democratico deve sciogliere una volta per tutte ogni riserva:entra re a pieno titolo nel Partito Socialista Europeo"), e pone l'accento sul problema dei rifiuti, dei trasporti, della corruzione, dell'università, ecc.; mentre promuove una maggiore globalizzazione, i matrimoni egualitari, la digitalizzazione, una nuova legge elettorale, la riduzione delle tasse. GIOVAN NI CUPERLO: Bologna, 52 anni, ex docente universitario, appena diplomato inizia a militare nella Federazione Giovanile Comunista Italiana, per poi fondare la Sinistra Giovanile e ricoprire molti e svariati ruoli all'interno del PD (fin dalla sua formazione) e prima nel Partito Democratico di Sinistra (che si chiamerà poi Democratici di Sinistra). 4 Il Resto dell’Ernesto Attualità Tema centrale del suo programma è l'Europa. Afferma infatti nel documento che ha presentato al Congresso: "L'asse fondamentale della nostra visione è l'Europa. Un'Europa protagonista, fuori e dentro i suoi confini, di un'azione incessante per il dialogo, la cooperazione, la pace. Vogliamo un'Italia più europea e un'Europa diversa.", e più avanti parla di "orizzonte ideale e politico degli Stati Uniti d'Europa". Riguardo all'Italia, si concentra soprattutto sul lavoro, l'istruzione, l'ambiente, l'immigrazione, il divario fra Nord e Sud e la giustizia ("lasciarsi alle spalle la destra e la sua stagione significherà anche potersi finalmente occupare di giustizia per tutti e non per uno solo"). Delinea infine prospettive di rinnovamento per il suo Partito: "Una riforma della struttura, dell'organizzazione, delle regole interne al PD è necessaria". MATTEO RENZI: Firenze, 38 anni, autore di 7 libri socio-politici, è sicuramente il candidato più conosciuto e controverso. Sindaco di Firenze dal 2009 (e quarto in ordine di popolarità locale), nel 2010 dà il via al "movimento dei rottamatori ", che invocavano al cambiamento, al rinnovamento, al coinvolgimento popolare, riscuotendo subito grande successo anche per lo slogan "Adesso!" e l'ispirazione al modello politico statunitense. Nel 2011 è condannato con altre venti persone al pagamento di 14000€ per danno erariale ai danni della giunta comunale. Nel 2012 si candida alle primarie del Partito Democratico e perde al ballottaggio contro Pierluigi Bersani (61%) con il 39%. Da sempre schierato per la riduzione dei costi della politica e della pubblica amministrazione, nel suo programma sottolinea l'importanza dello svecchiamento e del cambiamento, rivolto soprattutto al suo stesso partito ("Gli italiani vogliono cambiare. Più di votare Beppe Grillo cosa devono fare?"). A differenza di Cuperlo e Civati, più che soffermarsi su problemi iniziative, prospetta un nuovo metodo di politica, all'insegna di comunicazione, trasparenza, semplicità. Punti centrali del suo progetto sono le riforme riguardanti le tasse, la scuola, la disoccupazione, l'immigrazione, la lotta alla criminalità organizzata e l'incentivazione al turismo e alla cura del territorio. PRIMARIE 2012 MATTEO RENZI ADESSO! 5 Il Resto dell’Ernesto Attualità BREAKING ITALY di Eugenio Brioni "Divergevano due strade in un bosco, e io… Io presi la meno battuta, E di qui tutta la differenza è venuta." Esistono effettivamente al mondo persone che, trovandosi ad un bivio, imboccano il sentiero più ostile: sono quel genere di uomini che inseguono i propri sogni. Quello che però la bellissima poesia di Robert Frost non descrive è che la strada della vita non si biforca in due strade diverse ma è bensì formata da un innumerevole quantità di crocevia i quali a loro volta uniscono ciascuno infinite strade. C'è un uomo, perfetta incarnazione di questo concetto, di cui vorrei parlarvi; il suo nome è Alessandro Masala, aka Shy (Shooter Hates You), youtuber di Cagliari che quotidianamente in un vero e proprio telegiornale racconta tutte le notizie che considera valga la pena di essere condivise, con uno stile sobrio e spassoso che riesce a rendere leggeri e appetibili a chiunque gli argomenti più disparati, tanto la sempre "allegra" politica italiana quanto i più improbabili avvenimenti esteri e produzioni musicali, cinematografiche video-ludiche o quant'altro. "Classe '84, nato e cresciuto a Cagliari, ci sono tornato dopo una fulminante esperienza nel mondo alberghiero dello stivale che mi ha convinto che la vita va vissuta in maniera decisamente più creativa. Mi si potrebbe definire un "Geek" di nascita ed Artista Visivo autodidatta per vocazione, sto di fronte alla tela e dietro la videocamera perché mi piace pensare di star spendendo i miei giorni su questo pianeta alla ricerca di qualcosa che sia allo stesso modo soddisfacente per me da creare quanto per chiunque altro da fruire. Quando sarò vecchio, un giorno, vorrei potermi guardare indietro ed essere orgoglioso di quello che ho fatto." Cosi lui si descrive, e mai una volta seguendo il suo programma ho dubitato della veridicità di queste parole: Breaking Italy (così si chiama il suo telegiornale) vive infatti della passione che Shooter mette nel suo lavoro e ogni singolo video ne risulta colmo di simpatia e allegria e anche le notizie più pesanti vengono trattate invece con la dovuta leggerezza. Incredibile è anche la filosofia di cui è permeata la sua produzione: Shy persegue degli ideali liberali riguardo il dibattito, il senso critico e il confronto, che lui considera di fondamentale importanza; come ogni giornalista, d'altronde, con la sola differenza che spesso firme famose dall'alto della loro autorità tendono a dimenticare la differenza tra opinione e Verità. Quest'ultimo problema non tange il nostro Alessandro che ha dovuto superare innumerevoli ostacoli per raggiungere la pur sempre umile posizione in cui si trova, e ritengo che chiunque dovrebbe seguire il suo videogiornale. E sapete cos'altro? Credo che sia proprio l'umiltà dì questo progetto la sua forza portante,che proprio grazie e, al tempo stesso, nonostante il fatto che Breaking Italy coesista con un blog sul Fatto Quotidiano, un'altra serie quotidiana, il lavoro come pittore e le continue live e i blog, questo continui ad esistere e anzi, lentamente,a crescere. Magari con l'aiuto di qualche nuovo fan come potreste essere voi, chissà... 6 Il Resto dell’Ernesto Attualità UNO CHAGALL NEL RIPOSTIGLIO di Martina Menegat e Ludovica Soccini Nell'appartamento abbiente ma polveroso di un ottuagenario tedesco l'ultimo pensiero che vi potreste porre è che - stipati tra sacchi d'immondizia e odore stantio - si trovino capolavori dell'arte erroneamente creduti perduti da decenni. Giacciono in armadi, sgabuzzini, ripostigli, i colori di Picasso, Matisse, Chagall, Beckmann, Liebermann, Klee, Kirchner, Renoir e Canaletto, oltre 1500 quadri e altre opere d'arte dal valore approssimato di un miliardo di euro. E' quello che è accaduto a Monaco di Baviera, secondo il settimanale Focus. La sensazionale scoperta risale al 2011, tuttavia è stata tenuta nascosta fino ad ora per non pregiudicare le indagini. L'anziano in questione è Cornelius Gurlitt, figlio di un noto gallerista d'arte, che si manteneva da vivere con i proventi delle vendite di alcuni quadri, come "Il domatore di leoni" di Beckmann. Gli innumerevoli dipinti, bozzetti, sculture, disegni, acquerelli, ben conservati, ora si trovano nel tratto più sicuro e segreto della dogana bavarese, dove la storica dell'arte di Berlino, Meike Hoffmann, sta cercando di scoprirne la provenienza e di catalogarli. Tra di essi si troverebbero anche due capolavori sconosciuti di Matisse e Chagall. 1300 finora catalogati sarebbero stati sequestrati da Hitler a famiglie e collezionisti ebrei e ai musei dei paesi occupati allo scopo di organizzare una mostra di "arte degenerata": opere moderne o astratte i cui artisti secondo il regime avevano caratteristiche "devianti" per la popolazione. Si ritenevano distrutti durante i bombardamenti di Berlino, invece Hildebrand Gurlitt li avrebbe acquistati tra gli Anni 30 e 40. Resta da vedere se gli eredi dei legittimi proprietari ne rivendicheranno il possesso oppure se si potrà allestire un museo “d’arte degenerata”; resta comunque un’eccellente notizia per il mondo della cultura. 7 Il Resto dell’Ernesto Attualità LA CROCE ILLUMINATA DALLA NATURA di Beatrice Salvetti Già dai primi giorni di Novembre le decorazioni natalizie hanno cominciato a comparire immancabilmente nei negozi e nelle loro vetrine. Intanto anche le strade si incorniciano di luminarie rigorosamente appese dal lato sinistro a quello destro (o viceversa) secondo gli intervalli regolari dei pali della corrente; dopo pochi giorni le si può vedere accese. Tutto ciò ci rammenta l'incombenza del periodo natalizio. Così, da una parte perché presi dal fermento, dall'altra perché già stanchi di studiare, ci prepariamo all'evento con animo impaziente: ha inizio la ricerca dei regali per i nostri cari, la caccia alle vecchie decorazioni impolverate, l'andirivieni da un angolo all'altro della casa. In realtà l'avvio alle danze lo dà la festa di San Martino, quando l'omonima via si illumina prima di tutte le altre. In generale il fatto è apprezzato, ma c'è una limitata categoria di persone, gli ambientalisti, preoccupati per lo spreco di energia. Proprio a loro dedico questo articolo: c'è una bella notizia che vorrei rendere nota. Dal mese di Marzo nel comune di Cuasso al Monte, dove si estende il Parco naturale delle Cinque Vette, recentemente creato dall'Associazione ON sotto la spinta di Max Laudadio, si sta lavorando al progetto di illuminare la croce in cima al più ambito dei monti della zona, il Poncione di Ganna. Per chi non lo conoscesse, è una cima molto panoramica tra la Valceresio e la Valganna, che potete scorgere anche quando percorrete l'ultimo tratto dell'autostrada Milano - Varese. Dal mese di Marzo si sta lavorando per l'allestimento di un sistema di pannelli solari e fari presso la grande croce sul suo cocuzzolo, con lo scopo di renderla visibile da lontano anche di notte. Infatti, un monumento come questo merita di essere ammirato. La croce ha un'altezza di 9 metri, che permette al monte di raggiungere precisamente i 1000 metri sul livello del mare; fu costruita in ferro nel 1914, ma fu posta nell'attuale ubicazione solo nel 1954, dopo una lunga battaglia di pro e contro (pensate alla fatica degli operai e dei muli che la portarono arrampicandosi fin lassù!). Poiché c'è la leggenda che una volta all'anno la luna piena, sorgendo, si posizioni proprio dietro alla croce e la racchiuda perfettamente nella sua circonferenza, creando un fenomeno suggestivo; per renderla splendida anche di giorno è poi stata coperta di speciali pannelli di vetro che riflettono la luce del sole. Ebbene, l'anno prossimo ricorre il 60° della sua collocazione, da qui la fantastica idea di festeggiare l'anniversario con l'illuminazione della croce nella notte che ci separa dal vicino 2014. Intanto, in vista di questo evento, sono state fatte alcune prove, che avendo successo hanno anticipato lo spettacolo a una parte degli abitanti informati. Nel frattempo si sta cercando di valorizzare la montagna posizionando opere di artisti famosi sul suo sentiero, che è stato pulito e meglio segnalato e, per incentivarne la considerazione, è stata anche organizzata una lanternata di San Martino alle sue pendici, con tanto d i canti a tema, tè caldo e biscotti fatti in casa da gustare al naturale barlume igneo delle lanterne. Quindi, o genti tutte del Varesotto, se non sapete cosa fare all'ultimo dell'anno, siete invitati a scaldarvi gli animi ammirando questo inedito spettacolo, che definirei più naturale che artificiale. Finalmente anche gli ecologisti possono sorridere alle luminarie natalizie! 8 Il Resto dell’Ernesto Scuola VOLEVO VOTARE BATMAN, MA NON SI E' CANDIDATO INTERVISTA AI NEO ELETTI RAPPRESENTANTI DI ISTITUTO YLENIA CARLOMAGNO, CARLOTTA CALEMME, EMANUELE DE LEO E NICOLA TOGNI di Giulia Calvi Essere rappresentante di istituto è una grande responsabilità, come pensi di comportarti? Y: Sicuramente il mio comportamento sarà di massima serietà, concretezza e positività per quanto riguarda qualsiasi iniziativa proposta dall'Istituto. perché penso che quello del rappresentante non sia un ruolo da prendere sottogamba, e credo che potremo fare qualcosa di davvero concreto per questa scuola. C: Ho scelto di candidarmi perché dopo quattro anni passati qui, questo posto è diventato un luogo familiare e voglio assolutamente collaborare per renderlo migliore. Ho vicino persone con cui sono certa di poter lavorare ottimamente e credo sarà un'esperienza bella e positiva. E: Tenderò sempre a seguire la stessa linea adottata gli anni scorsi perché la mia idea è quella di un percorso in continuo evolversi,di un porta re avanti ciò che è stato fatto precedentemente. N: Quando ho scelto di candidarmi non mi sarei mai aspettato di venire eletto. Abbiamo tutti lavorato molto sui nostri punti, e portiamo tante buone idee. Ciò che ci piacerebbe fare è fornire degli stimoli e rendere l'esperienza scolastica più interessante, e credo che ci siano tutte le potenzialità in questo senso. Cosa ti aspetti dalla collaborazione con gli altri rappresentanti? Y: Mi aspetto una collaborazione molto efficiente visto che due dei rappresentanti eletti appartengono alla mia lista e che il quarto componente è sicuramente una persona molto ragionevole e aperta di mentalità come lo siamo noi. E: Ho sicuramente la fortuna di avere altri due eletti della mia stessa lista e con loro ho già un'amicizia e una collaborazione consolidata. Per quanto riguarda invece Nicola, lo considero una persona molto intelligente e predisposta a questo ruolo. C: Due dei rappresentanti sono della mia stessa lista e quindi molte idee sono già condivise, oltretutto sono molto contenta di Nicola che trovo una persona molto ragionevole con l a quale sono certa sarà facile collaborare. N: Vorrei premettere che per noi una vittoria sarebbe stata salire in due invece che uno, perché ci troviamo in minoranza, ma c'è comunque stima reciproca da entrambe le parti a prescindere dai punti e dalla rivalità che c'è stata, quindi credo che la collaborazione sarà sicuramente possibile e interessante. 9 Scuola Il Resto dell’Ernesto Pensi di riuscire ad attuare i punti proposti dalla tua lista? Y: Assolutamente sì anche perché i punti della mia lista, come già detto in campagna elettorale, erano pochi ma buoni: sei punti, tutti attuabili e concreti. Ora dobbiamo semplicemente metterli in atto assieme a quelli dell'altra lista. C: Penso che tutti i punti siano assolutamente attuabili in quanto già approvati dal preside, ora dovremo solo portarli in Consiglio di Istituto. E: Assolutamente sì a meno che non ci sia un livello di opposizione tale da impedirne l'attuazione, in ogni caso tutto è già stato approvato e vidimato dal preside. N: Me lo auguro perché ci abbiamo speso molto tempo e ci abbiamo messo l'anima. Previa discussione con gli altri rappresentanti, credo siano tutte idee che possano essere messe in atto. Certo, io sono uno solo, ma vengo da una lista che ha un'identità piuttosto forte, e voglio tentare di conciliare queste due realtà. Un messaggio per gli studenti? Y: Oggi è un grande giorno, siamo i più solidi, vi voglio bene. C: Grazie per avermi votata! E: Valutate la realtà che vi viene presentata davanti, capite, informatevi su quello che succede e non lasciate intentato mai nulla di quello in cui credete. N: Grazie per la fiducia. Non mi sarei mai aspettato di venire eletto, anche considerando che sono in prima. Non vi deluderò e soprattutto non vi deluderemo perché credo molto nella nostra collaborazione e nella nostra unità. 10 Il Resto dell’Ernesto Scuola SE SEI UN QUARTINO NON HAI DIRITTO DI PAROLA CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE ALLO SPIRITO CRITICO di Giulia Calvi "Tutta la vita dello Stato e della società è fondata sul tacito presupposto che l'uomo non pensi. Una testa che non si offra in qualsiasi situazione come un capace spazio vuoto non avrà vita facile nel mondo." (Karl Kraus, Detti e contraddetti, 1909) Si è tenuta da poco la prima Assemblea di Istituto dell'anno: quella che, a parer mio, necessita in assoluto più partecipazione, ma è anche quella più snobbata da gran parte degli studenti. E' il momento in cui abbiamo la possibilità di discutere con i candidati in modo da poter poi scegliere con criterio coloro che diventeranno rappresentanti di istituto e che, per l'appunto, CI RAPPRESENTERANNO per tutto l'anno. Sono più che sicura che siamo tutti maturi e capaci abbastanza da sviluppare uno spirito critico che ci pennetta di valutare autonomamente in base a ciò che NOI STESSI riteniamo giusto, che ci permetta di votare qualcuno perché riteniamo ci possa rappresentare e non perché la massa lo fa. Uscendo in cortile all'intervallo, ho per caso sentito un gruppo di ragazzi che si chiedeva per quale motivo dovrebbe interessarsi alle assemblee di istituto, dato che essendo in quarta ginnasio a parer loro non avrebbero in alcun modo potuto partecipare alla discussione. Questo mi ha fatta riflettere e successivamente portata a scrivere questo articolo. Sfatiamo un mito: non è vero che "Se sei un quartino non hai diritto di parola". Non è vero e NON DEVE essere vero. Un ragazzo di quattordici anni che è in questa scuola da due mesi ha tutto il diritto di esprimere il proprio parere, come lo ha un diciannovenne che della scuola conosce anche gli angoli a memoria. Nessuno ha il diritto di giudicare l'opinione di un singolo esclusivamente in base ad un numero scritto sulla carta d'identità che è, per l'appunto, SOLO un numero. E perché è importante la partecipazione di tutti? E' importante perché le Assemblee di Istituto sono l'unico momento DAVVERO nostro, in cui possiamo ritrovarci tutti insieme non come alunni 'Liceo Classico Ernesto Cairoli' -con tanto di specificazione 'numero totale 800 e rotti'-, come se fossimo una quantità o dei semplici nomi. L'Assemblea di Istituto è il momento in cui ci ritroviamo insieme come organismi pensanti che fanno parte della stessa comunità e che in quanto tali ragionano nell'interesse proprio e degli altri. Non avere paura di esprimerti, solo perché qualcuno ti ha detto che le parole fanno male. Non avere paura di pensare con la tua testa, solo perché qualcuno ti ha detto che potresti ritrovarti da solo. Chiedetevi sempre cosa sia giusto e cosa sia sbagliato, chiedetevi sempre se avreste fatto lo stesso. 11 Il Resto dell’Ernesto Scuola TERZO GRADO INTERVISTA AL PROFESSOR CARLO ZERBA a cura di Ana Ferati ed Elisa Malnati - Come si trova al Cairoli? Da quanto tempo insegna qui? Insegno al Liceo ormai dal 1999 ...14 anni! Sarebbe troppo lungo l'elenco per ricordare i momenti felici, gli alunni, gli eventi, 3 convegni di letteratura ... direi solo ESABAC, senza dubbio l'aver creato questa sezione internazionale al Cairoli è quello che maggiormente mi gratifica. - Da ragazzo pensava già di diventare professore di francese? No, anche se conservo un ottimo ricordo dei miei docenti e questo ha senz'altro influenzato le mie scelte ...In 3a media la mia carissima prof di francese mi regalò un libro sulla storia della Francia che non sono mai riuscito a ritrovare. - Una curiosità: qual è il peggior voto che abbia mai preso da studente? Non ho dubbi 2,5 in latino ...lo ricordo ancora perché ai tempi si studiava latino alle medie ed io ...secchione, avevo 9! Saint-Honorat Présentation Ce blog s'adresse à mes élèves et à tous ceux qui souhaitent partager la culture francophone. Pour mes élèves, sans être un cahier de textes ni une reprise systématique des cours,il sert à faire le point sur certains aspects du programme, sur les devoirs et les lectures. On peut y demander des renseignements, y trouver les textes et documents étudiés et intervenir en déposant un commentaire. Carlo Zerba Homme libre toujours tu chériras la mer! La mer est ton miroir; tu contemples ton âme Dans le déroulement infini de la lame, Et ton esprit n'est pas un gouffre moins amer. Charles Baudelaire, XIV Spleen et Idéal, Les fleurs du mal (1857), Liceo classico "E. Cairoli" - Da qualche anno gestisce un blog in francese,che sta avendo un notevole successo. Ce ne vuole parlare? Vi lascio l'indirizzo per visionarlo ... http://memoiresdeprof.over-blog.com Sono felice dell'apprezzamento di colleghi e alunni ... con la speranza che i miei alunni continuino ad approfittare del mio lavoro diurno e notturno! 12 Il Resto dell’Ernesto Scuola - In veste di professore, qual’è stato l'episodio più divertente che sia mai accaduto in una sua classe? Troppi ...mi diverto sempre e spero che questo capiti anche ai miei alunni, ma forse li ricordo più divertente é di aver lasciato a Milano a mezzanotte 2 colleghe ... non del classico ... che da quel che sento non l'hanno dimenticato! Ma come potevo ricordarmi di loro dopo "L'école des femmes" di Molière con Daniel Auteili che mi aspettava per un autografo! - Un libro, una canzone, un film. Mémoires d'Hadrien di Marguerite Yourcenar al primo posto, con Delitto e Castigo di Dostoevskij, la Recherche di Proust, Boule de suif di Maupassant, Le Rapport Brodeck di Philippe Claudel ...e quello che devo ancora leggere che mi aspetta con altri 20 sulla mia scrivania! Sul blog troverete parecchie canzoni, ritengo molto coinvolgente lo studio di una lingua attraverso le canzoni, difficile citare una sola canzone ..forse "La ballata degli annegati" di Guccini che ho ritrovato recentemente, il mitico Brassens au sommet insieme a Jacques Brel e Fabrizio de André sono quelli che più mi ricordano la voglia di vivere e la sfiga che regna sovrana tra i poveracci, i paria. - Un personaggio del passato ed uno attuale che ammira? Avrei voluto vivere come Baudelaire ...nel presente voi studenti siete i soli che posso ammirare, su di Voi confido ...il presente lo subisco e lo sopporto solo grazie alla mia rivolta quotidiana di fronte alla desolazione umana che ci circonda a livello politico e sociale, dove l'ignoranza e il servilismo regnano sovrani. - Come ritiene che siano i ragazzi di oggi? Culturalmente, a volte, superficiali .. Affascinanti come sempre, come tutti lo siamo stati a 18 e forse qualche collega se n'è dimenticato! … Non abbiate paura di nulla saranno gli altri a temervi! Vedrai vedrai ...non so dirti come e quando ma vedrai che cambierà ..forse non sarà domani, ma un bel giorno cambierà ...! (Luigi Tenco) 13 Il Resto dell’Ernesto IL PROCESSO IL PROCESSO a cura di Giorgio Farace e Nicola Togni Bentornati al nostro appuntamento con "IL PROCESSO"! Ciò di cui andremo discutendo oggi è il famoso scrittore Alessandro Baricco, autore di libri come Novecento e Oceano Mare, che è sempre stato al centro di discussioni accese per via del suo stile, definito da alcuni costruito e forzato, da altri leggero e affascinante. La parola alle parti! Tesi d'accusa Vostro Onore,quest'oggi il mio obiettivo non sarà dimostrare l'incompetenza del famoso scrittore torinese, ma attestare il fatto che egli è smisuratamente sopravvalutato. Chiunque abbia letto qualcosa più di Seta, Novecento e La carica dei 101 sa che gli scrittori bravi sono bravi perché è difficile accorgersene: nella naturalezza delle loro penne si nasconde il loro straordinario talento, ogni artificio formale è celato tanto da renderlo pressoché impercettibile ed in questo modo efficace. Baricco non ha una scrittura naturale: è orribilmente costruito, con le frasi brevi che più brevi non si può, pieno di forzature, frasi ad effetto e in necessari virtuosismi. Perché va bene dover vendere i libri e va bene che il quattordicenne medio aborrisce tutto ciò che non abbia il suo nome in copertina, ma una frase come "(...) forse il mondo è una ferita e qualcuno la sta ricucendo in quei due corpi che si mescolano" (Oceano mare) non vuol dire assolutamente niente e non basta il fatto che l'abbia scritto lui a rendere un libro mediocre un capolavoro della letteratura italiana contemporanea. Il problema di Baricco, membri della Giuria, è che non mette in mostra i propri personaggi, ma solo se stesso e il suo talento: Daniele Luttazzi definì quello del suoi libri "un io in posa", e la definizione è oltremodo calzante. E questo porta ad una produzione è terribilmente leziosa, autoreferenziale e pesantissima nella sua ostentata leggerezza. Tuttavia non voglio certo negare che Baricco sia un bravo scrittore, che raggiunge talvolta picchi di piacevolezza non indifferenti. Ricordo di aver letto Seta in un pomeriggio, ma nonostante avessi ceduto alla debolezza di gradire alcune sparate ad effetto degne dell'account di Twitter di Fabio Volo, alla fine del libro mi sono chiesto che cose effettivamente mi fosse restato di quella lettura - e la risposta tardò ad arrivare. Infine, Vostro Onore, devo ammettere che di Baricco principalmente mi irrita la maggior parte dei fan, quelli che non fanno che citare sui social network le sue frasi più scontate, che lo gradiscono forse perché non hanno letto altro, che lo osannano come massimo esponente della narrativa italiana, e soprattutto quelli che addirittura dicono che Oceano mare sia un bel libro. Insomma, il successo di Baricco è dovuto, più che a meriti particolari, al fatto di essere uno scrittore nuovo con uno stile nuovo ed inconfondibile, a cui va reso l'enorme merito di aver chiamato la sua scuola "Scuola Holden", ma nonostante ciò la esagerata considerazione di cui è stato oggetto mi impedisce di apprezzarlo (e, nel caso non l'abbiate capito, Oceano mare è un libro orrendo). Tesi di difesa Alessandro Baricco è uno scrittore che, inutile negarlo,o si ama o si odia. C'è chi sarebbe disposto a qualsiasi cosa pur di conoscere l'autore di romanzi come Seta o Castelli di Rabbia, e c'è chi lo considera un beota pieno di sé che abbindola i ragazzini con frasi ridondanti e retoriche. Una questione personale, "di gusti", non possiamo criticare né l'una né l'altra fazione, perché non c'è un bello o un brutto oggettivo, in letteratura; al massimo si parla di rilevanza storica e letteraria di un 14 Il Resto dell’Ernesto autore o un'opera. Proviamo dunque a definire il suo stile, in modo tale da poterlo giudicare per quello che è. Credo che esista una parola abbastanza calzante sarebbe: impressionismo. Citiamo dall'enciclopedia Treccani: "Per estensione del significato pittorico, (in letteratura è) una rappresentazione del reale o di stati d'animo ottenuta mediante notazioni rapide, vivaci, di un gusto accentuatamente visivo, e anche sintatticamente sciolte, quasi staccate." È in questo che si declina lo stile e il pensiero di questo scrittore, che non ambisce alla creazione di strutture sintattiche che siano universalmente sensate, se estrapolate dal contesto;come un pittore lavora sul piano visivo, e con pennellate di parole riesce a ritrarre l'anima delle sue storie. Le storie, ecco, possiamo parlare di quelle. Perché quelle che narra Baricco hanno trame inverosimili, quasi assurde, ma non ancora surreali, e stanno così, sospese, non per arrivare da qualche parte, ma solo per esistere in se stesse. Questo certo si potrebbe definire come uno scrivere sconclusionato, ma come abbiamo detto all'inizio dipende solo dal gusto di chi queste parole le leggerà. Prendiamo Novecento, libro da cui è stato tratto il celebre film di Tornatore "La leggenda del pianista sull'oceano": la storia descritta è incredibile, e difficilmente verosimile, eppure sfido chiunque a leggerlo senza emozionarsi, senza sentire nelle orecchie la musica del pianista, o le onde che si infrangono contro la nave, sfido chiunque a leggere il monologo finale e a seguirla senza immaginare la scena narrata da Danny Boodman T. D. Lemon Novecento, e senza che gli spunti un mezzo sorriso, all'ultima parola. O ancora Tre volte all'alba, che racconta tre episodi composti dagli stessi personaggi, presi in varie epoche temporali, tutti legati tra loro, e che finiscono tutti con il sorgere del sole. Racconti fugaci ma incredibilmente espressivi, come leggere pennellate, la cui atmosfera rimane impressa per lungo tempo 15 IL PROCESSO nella mente del lettore. Sì, perché lo stile di Baricco non è apprezzabile da tutti. E non vuole esserlo. Così per alcuni le sue metafore possono essere incomprensibili, per altri perfettamente azzeccate: questo perché il suo è uno stile in movimento: sempre sperimentale, sempre innovativo, mai banale, e assolutamente personale. È innegabile che Baricco sappia disegnare molto bene, e le situazioni, i personaggi, le atmosfere e ì colori dei suoi scritti sono difficili da dimenticare. Ma sta anche alla immaginazione di ognuno: non tutti hanno la stessa fantasia che avevano da bambini, e se magari con l'occhio della ragione alcune espressioni possono mancare di senso, dipingendole sulla tela dell'immaginazione acquistano un significato speciale. Questo è il punto di forza di Baricco: l'impatto delle sue storie è indimenticabile. Il Resto dell’Ernesto A Cosa Pensi...? A COSA PENSI..? di Selene Conti, Caterina Bergonzo, Eva Gusmeroli e Davide laconanni Per questo numero abbiamo deciso di dedicare il nostro sondaggio ai piccoli grandi quartini entrati da poco nel vorticoso mondo parallelo del Cairoli. Abbiamo posto loro qualche domanda, ed ecco qui le loro risposte! COSA NE PENSI DELLA TUA NUOVA CLASSE? Michel, Toro: Mi trovo bene, sono tutti simpatici. Emanuele, Scorpione: Così così. Martina, Toro: Benissimo: sono simpatici, bravi, belli Gianmarco, Gemelli: E' una buona classe e mi piace 'sta scuola Davide, Sagittario: Abbastanza unita Natalia, Leone: Carina, a parte *Tizio*e *Caio* Giulia, Acquario: Classe...Diciamo che è divisa in 2 parti, alcuni elementi buoni e altri... Tommaso, Acquario: Che è un bell'ambiente Jacopo, Vergine: Posso non rispondere? I miei compagni di classe sono qualcosa come il 6 di pietà. Giacomo, Vergine: è una classe bella, ma certi miei compagni sono un po' bambini Chiara, Scorpione: Molto bella e unita, si sono creati un po' di gruppi, ma non rigidi. Alice, Gemelli: Mi piace i compagni sono simpatici e i prof ...anche… COSA NE PENSI DELLE NUOVE MATERIE? Michel, Toro: Sono belle, non molto difficili, mi piace il latino. Matteo, Capricorno: Mah, se fossero meno nuove sarebbe meglio Laura, Bilancia: Impegnative ma ci stanno Dajana, Sagittario: Non mi piacciono molto Jessica, Sagittario: Latino si, greco no Samuele, Toro: Interessanti. Davide, Sagittario: Sono abbastanza semplici ma bisogna studiare Natalia, Leone: Greco è difficilissimo, le altre no. Jacopo, Ariete: Amo alla follia il greco!*unendo le mani, con gli occhi a stellina* Giacomo,Vergine: Me le aspettavo meno difficili, ma mi hanno detto che al liceo cambierà. Chiara, Scorpione: Sono abbastanza difficili, devi studiare subito e molto greco e latino. Selvaggia, Leone: Diciamo che ci provo. COSA HAI PENSATO DEI RAGAZZI Più GRANDI ALL'ASSEMBLEA? Michel,Toro: Non si capiva niente per colpa del microfono. Martina, Toro: Quando si sono scannati è stato molto divertente. Matteo, Capricorno: Erano patetici Natalia, Leone: Sono bravissimi. Tommaso, Acquario: Inizialmente che erano pazzi a gridarsi contro in un'assemblea d'istituto della scuola (e poi? ._.) Giacomo,Vergine: Non li ho mai visti in vita mia, cosa posso dire? Alcuni hanno delle idee buone. Nicolò, Pesci: Si impegnavano per fare ciò in cui credevano. Caterina, Bilancia: Hanno una buona capacità di esprimersi Chiara, Scorpione: Sono dei ragazzi bravi però dovevano organizzare meglio il discorso Selvaggia, Leone: Non lo so perché stavo usando Internet Jacopo, Ariete: Non tutte le ciambelle escono col buco. 16 Il Resto dell’Ernesto La Libreria dell’Ernesto LA LIBRERIA DELL’ERNESTO PER QUESTO MI CHIAMO GIOVANNI - LUIGI GARLANDO di Gaia Marchetti Autore di questo libro è Luigi Garlando, un giornalista della "Gazzetta dello Sport", che da qualche anno scrive con grande successo libri per ragazzi. "Per questo mi chiamo Giovanni" è un libro che narra la storia di Giovanni Falcone, il giudice palermitano che ha dedicato tutta la sua vita a contrastare la mafia e che fu ucciso il 23 maggio 1992. Questa storia è raccontata in modo semplice e avvincente perché narrata attraverso le parole di un padre, che in occasione del 10° compleanno di suo figlio Giovanni, nato il 23 maggio 1992 vuole spiegargli l'origine del suo nome è il perché dei piedi bruciati nel suo peluche preferito. In questo libro il lettore viene costantemente intrattenuto da coinvolgenti aneddoti che spiegano i sistemi usati dalla mafia per uccidere le persone che non obbedivano ai loro ordini e alle loro leggi, e per guadagnare soldi illeciti. Solo alla fine saranno tutti i dubbi sul nome del bambino e sul suo peluche. Come si concluderà la storia? SPINGENDO LA NOTTE UN PO' PlU' IN LA' - MARIO CALABRESI di Camilla Simonelli 17 Gennaio 1972, ore 9.15: Mario, due anni, saluta per l'ultima volta suo padre Luigi Calabresi, commissario di Polizia di Milano. Ucciso mentre apriva la portiera della sua Cinquecento blu, da degli esponenti di Lotta Continua, per vendicare la morte/suicidio dell'anarchico Giuseppe Pinelli, avvenuta durante un interrogatorio a cui, come fu poi dimostrato, Calabresi non era nemmeno presente. La morte di Pinelli dà inizio al racconto della vita dell'autore, che descrive l'attentato al padre come un fatto previsto, quasi atteso, da quando apparvero i primi "Calabresi assassino" sui muri della città. Mario Calabresi, oggi affermato giornalista, direttore de "La Stampa", non descrive la sua infanzia in modo tragico, anzi evidenzia come sua madre Gemma (rimasta vedova a 25 anni, due bimbi piccoli e il terzo in arrivo) abbia cercato di far vivere lui e i suoi fratelli minori Paolo e Luigi senza odio né rancori. Con grande tenerezza e riconoscenza dipinge anche la figura di Tonino, l'uomo che, dopo la disgrazia, gli ha fatto da padre e a cui è ispirato il titolo del libro. Oltre alla sua, racconta la storia dei familiari di altre vittime dei lunghi anni di piombo, dall'uccisione di Antonio Custra a quella di Marco Biagi, e di quanto questi anni abbiano pesato sul suo presente e sul dibattito politico degli ultimi decenni. 17 Il Resto dell’Ernesto La Libreria dell’Ernesto Spiega infatti che le riforme per tutelare le famiglie delle vittime del terrorismo in realtà non sono mai state completamente messe in atto. Scrive nomi e cognomi di coloro che facevano parte delle Brigate Rosse e che ora, vantando il diritto di avere una seconda possibilità, sono sulla scena politica attuale. Ma come scrisse Corrado Augias in una lettera riportata nel libro: "Passati alcuni anni in carcere, i brigatisti coinvolti allora in fatti di sangue tornano in libertà. Sul cedolino di rilascio credo ci sia scritto "fine pena". La pena di coloro ai quali è stato ucciso un marito o un fratello non credo che sia mai finita e in ogni caso non è certificabile con un timbro su un pezzo di carta". Anche se non interessati alle vicende politiche italiane, consiglio la lettura di questo libro: ne vale la pena, fosse solo per ammirare quest'uomo e la sua famiglia che, pur avendo i più fondati motivi per vivere nella rabbia e nel desiderio di vendetta, sono invece liberi da odio e rancore. L'ULTIMA ALBA DI GUERRA - PAUL DOWNSWELL di Chiara Zardus e Sara Cassani Sono passati ormai 95 anni dalla fine della Grande Guerra, eppure se ne continua a parlare, se ne continuano a studiare le dinamiche e il suo svolgimento. Perché un fatto così brutale continua a darci tanti pensieri? Ha coinvolto il mondo intero e lo ha sconvolto totalmente, ma dietro ad un fatto così tragico vi sono anche degli episodi di amicizia e unione, anche tra soldati appartenenti a diversi schieramenti. In questo breve romanzo per ragazzi Paul Dowswell mette in luce, in modo chiaro e diretto, gli avvenimenti che hanno coinvolto, per quattro lunghi anni, le prime linee degli eserciti che si sono scontrati durante la Grande Guerra, il conflitto più sanguinoso e disastroso mai avvenuto fino ad allora. Il racconto si svolge all'epoca della Prima Guerra Mondiale, più precisamente durante l'ultima mattinata del conflitto, nella quale persero la vita circa tremila uomini, e parla di tre giovani soldati (Will e Axel di 16 e Eddie di 19 anni), di come il oro destini si intrecciano e come, nonostante il clima teso, la solidarietà umana riesca a vincere. Con questo libro l'autore vuole soprattutto dimostrare l'assurdità di una guerra combattuta da ragazzi simili, ma dalle uniformi differenti. A noi questo libro è piaciuto molto perché ci ha fatto riflettere, e se anche a voi piacciono i romanzi storici e volete occupare il vostro tempo libero con una lettura non troppo impegnativa, ma nemmeno frivola, questo è il libro per voi! 18 Il Resto dell’Ernesto Nuovo Cinema Cairoli Nuovo Cinema Cairoli GIOVANI RIBELLI - KILL YOUR DARLINGS di Giulia Calvi «Aiuteremo a modificare le leggi che governavano i cosiddetti paesi civili di oggi: leggi che hanno coperto la Terra di polizia segreta, campi di concentramento, oppressione, schiavitù, guerra, morte» (Allen Ginsberg) La Beat Generation fu un movimento artistico, poetico e letterario nato in America nei primi anni del dopoguerra (1950 circa). La Beat Generation puntava ad un'innovazione stilistica della scrittura rifiutando le regole, la metrica e il perbenismo di quelli scrittori che la società del tempo idolatrava. Per quanto riguarda l'applicazione di questa 'visione' nella società, al centro della cultura Beat c'era il rifiuto delle regole, la sperimentazione di droghe di ogni genere, la ricerca di un genere di sessualità alternativa, la rappresentazione esplicita della condizione umana fine a se stessa, espressa in modo crudo e diretto. Questo fu principalmente un movimento giovanile, i cui principali esponenti furono jack Kerouac, Allen Ginsberg, William Burroughs e Norman Mailer. Si può riconoscere nella figura di Henri Miller, da cui viene notevolmente influenzato anche Charles Bukowski, il quale non si considera però parte del movimento, quella del principale precursore della Beat Generation. «La Beat Generation è un gruppo di bambini all'angolo della strada che parlano della fine del mondo» (Jack Kerouac) Giovani Ribelli - Kill Your Darllngs è un film di John Krokidas. Protagonista un Daniel Radcliffe, ormai completamente uscito dall'immagine del maghetto di Harry Potter, che interpreta il poeta americano Allen Ginsberg nel bel mezzo della sua giovinezza. Entrato alla Columbia University con una borsa di studio, fa la conoscenza con Lucien 19 Carr, un diavolo biondo e dagli occhi azzurri interpretato da Dane Dehann, che lo introduce in questo nuovo mondo anticonformista, in lotta con le rigide disposizioni accademiche che vigono anche al di fuori della Columbia. Allen fa la conoscenza di un gruppo bohémien di giovani scrittori le cui vite vanno alla deriva tra sesso, alcolismo, Il Resto dell’Ernesto Nuovo Cinema Cairoli droghe, gelosie e un sogno: quello di essere diversi. Si incontrano qui le vite di quelli che diventeranno poi imaggiori esponenti del movimento Beat: Kerouac, Burroughs e lo stesso Ginsberg. Lou, o Lucien, è quello che tiene insieme questi pezzi di anime alla deriva. Quello che di talento non ne aveva troppo, ma che aveva abbastanza fantasmi nello sguardo da tormentare anche tutti gli altri. Sempre sul confine tra sogno e realtà, tra creatività e trasgressione, il gruppo si ritroverà ad affrontare qualcosa di dawero troppo grande, e che liporterà a scegliere. Uniti sempre dall'amore per l'inchiostro, per le parole che scorrono senza poterle mai fermare, parole di giovani che scriveranno la storia di questo movimento: Sulla Strada, Il Pasto Nudo, Howl and Other Poems. L'unico a rimanere indietro è Lou. CHI HA PAURA DI VIRGINIA WOOLF? WHO'S AFRAID OF VIRGINIA WOOLF? di Giorgia Colucci Rieccoci ad un nuovo appuntamento con il nostro amato "Old Hollywood". Questa volta siamo negli anni 60', gli anni del cambiamento, delle minigonne e della grande musica, e precisamente nel 1965, nel mondo riecheggiano ancora i fuochi dello scandale, la celeberrima storia d'amore adultera tra Elizabeth Taylor, la diva dagli occhi viola, e il gallese Richard Burton. Nonostante la mitica coppia sia ormai sposata da un anno, il pubblico avido di scandali continua a seguirla in ogni suo spostamento, così come i flash dei paparazzi, e nonostante il modello di donna sia ormai cambiato, la trentaduenne Elizabeth Taylor,"Liz", continua a imporsi come ideale di bellezza. È perciò una sorpresa, almeno per il pubblico della vecchia guardia, cresciuto con classici come "Torna a casa Lessie" e "La gatta sul tetto che scotta", quando nel 1966 approda nelle sale l'abrasivo dramma di Edward Albee: "Chi ha paura di Virginia Woolf?" per la regia di Mike Nicholas. Tratto da una caustica opera teatrale, già portata in scena senza particolare successo a Brodway, "Chi ha pau ra di Virginia Woolf?" punta i riflettori nel matrimonio ormai privo di senso di una coppia di mezz'età, lui, George, un professore universitario fallito, lei, Martha, megera spietata che abbindola due poveri ospiti 20 Il Resto dell’Ernesto servendosene per umiliare il paziente marito. In una serata di tumultuose bevute e furiose liti, Burton e Taylor ci catapultano brutalmente fuori dall'idillio Hollywoodiano di "Lìz&Dick", (anche se non totalmente, infatti i due attori erano noti per le loro liti furibonde e passionali). Elizabeth appare visibilmente segnata dall'età e dalla scontentezza, le rughe accentuate e i neri capelli lucenti coperti dal manto grigio di una parrucca e della regina del Nilo, solamente lo sguardo ardente. Anche Richard è invecchiato, la sua virilità, valsagli il titolo di Don Giovanni Gallese, si perde nell'aspetto compito e imbalsamato di disilluso professore di storia. L'atmosfera cupa è incrementata dall'effetto bianco e nero, i dialoghi ignominiosi e le allusioni dai toni un po' spinti (infatti il film rischiò quasi di essere vietato ai minori di 18 anni) si intersecano in maniera indissolubile all'ingenua incredulità dei due ospiti, dando vita ad un miscuglio geniale, dietro al quale si cela la straziante ricerca di una sorta di equilibrio, di un senso in quella vita pazza e suicida rievocata dal tormentone del film, il gioco di parole tra Virginia Woolf e Big Bad Wolf, il lupo cattivo presente nell'esistenza di George e Maltha, come in quella di chiunque, in maniera più o meno accentuata. Quello che si dipana attraverso tutto il film è un messaggio di disperazione e coraggio, quel coraggio di accettare la realtà ed affrontarla apertamente, capace di regalare al contempo lacrime e perfino qualche risata. Reso indimenticabile dalle interpretazioni magistrali dei quattro attori protagonisti (4 nomination all'Oscar e una vittoria per Elizabeth Taylor) e dalla regia di Mike Nicholas (altra nomination al sommo premio cinematografico), ricca di azzeccatissimi primi piani che accrescono la valenza tragicomica della storia, questo 21 Nuovo Cinema Cairoli film si rivela, ora come nel '66, un'opera a cui vale la pena dedicare un po' di tempo, se non altro per ammirare la coppia più celebre di tutti i tempi ai suoi apici recitativi. In conclusione, se avete voglia di calarvi in una realtà diversa, eppure in qualche modo abbastanza vicina, se desiderate fronteggiare insieme ai nostri due eroi la "Virginia Woolf ' che si nasconde dentro di voi... "Chi ha paura di Virginia Woolf?'! Il Resto dell’Ernesto Musica MIXTURE OF MUSIC a cura di Sbaron Battaglia e Marco Gallo Nel lontano 1215, il sovrano inglese Giovanni Senzaterra fu costretto a rilasciare un documento giuridico che sanciva in forma definitiva e ufficiale la divisione del potere fra la Corona e la nobiltà feudale: "A nessuno venderemo, a nessuno negheremo o differiremo il diritto o la giustizia". M C H G Questo insieme di norme scritte, capostipite dell'odierna costituzione inglese, prese il nome di "Magna Charta Libertatum", e per tutto il mese di luglio è stato possibile osservarne uno dei quattro codici più antichi in un'esposizione alla Salisbury Cathedral Chapter House, affiancato dall'artwork dell'ultimo album dell'(hip) popstar Jay Z Magna Charta Holy Grail. Sì, '(hip)popstar' è oggi iltermine più appropriato con cui riferirsi ad un Mr. Shawn Carter (livero nome di Jay Z) che in questo disco mostra di aver ormai definitivamente concluso il suo percorso di ascesa alle più elevate vette del mainstream: all'interno di Magna Charta, ogni aspetto è indistintamente scannerizzato attraverso l'occhio vigile, freddo e scrutinatore di Hova, a partire dalla pubblicazione (ancor prima dell'uscita in copia fisica l'album aveva già ottenuto il disco di platino, grazie ad un fortuito accordo con Samsung che ha permesso all'artista di intascare 5 milioni di dollari tramite l'esclusivo release di un milione di copie digitali ai possessori di smartphone e tablet) fino a giungere alla scelta delle collaborazioni e dei featuring (artisti del calibro di Rick Ross, Justin Timberlake. NAS, Frank Ocean, Pharrel Williams, Tìmbaland e la moglie Beyonce). Tuttavia, una volta accettato il carattere definitivamente commerciale di questo album, è d'obbligo apprezzarne i molteplici pregi: non sempre 'commerciale' è sinonimo di 'scadente'. Sin dal primo ascolto, si configura come un disco in cui il vecchio stile gangsta di Reasonable Doubt e di Vol. 2... Hard Knock Life hanno trovato il perfetto equilibrio con versi di sapore pop e voci di ammaliante gusto R'n'B, rimanendo però sulla stessa corsia preferenziale statica intrapresa con la trilogia dei The Blueprint. Un album dunque ben bilanciato e che non lascia nulla al caso. E', a questo punto, inevitabile il paragone con Yeezus, sesto lavoro solista del gradasso, eclettico, egocentrico, mitomane Kanye West, il rapper di Atlanta istituzione e ferma certezza dell'hip hop contemporaneo. Con il suo ultimo lavoro estivo, West ha preferito uno stile del tutto minimale, a tratti industrial, graffiante e acido in ogni sua sfaccettatura: lo stridore che genera nelle vostre orecchie, una volta messo in play, non è un'impressione, fidatevi. Le possibilità di scelta sono due: Yeezus o lo odi, o lo ami. Senza dubbio, chi preferisce una produzione sempre nuova e diversificata, che tocca cime mai intraviste prima e sfiora livelli musicalmente sempre più elevati, non potrà che cadere ai piedi della maestosità innovativa di questo disco. L'ultimo disco del musicista americano trova proprio nel dato compositivo i suoi molteplici punti di forza, capaci di rendere 22 Il Resto dell’Ernesto ogni ascolto un'esperienza unica e migliore della precedente. Dall'altro lato della medaglia, però, chi si cura maggiormente dell'espressività dei testi, dell'emotività delle parole e del contesto in cui esse sono inserite, rimarrà sicuramente deluso e non appagato. I testi, infatti sono il vero e unico tallone d'Achille di Yeezus: folli, a tratti deliranti ("I am a God/ so hurry up with my damn massage"), spesso fortemente decontestualizzati e applicati a tematiche con cui nulla hanno a che fare (esempio calzante "Blood on the leaves"). Cosa dire di più? Un album, si può dire, con alti molto elevati e bassi molto profondi, brutalmente soggetto ai differenti gusti di ogni persona. Però non ditelo a Kanye West o saranno guai seri! Infine, riallacciandoci alla hit "Black Skinhead", di cui insieme a Daft Punk, Mike Dean e Brodlnski ne è produttore, passiamo ora al disc jokey francese Mike Lévy, aka Gesaffelstein, e al suo album ufficiale di debutto Aleph, datato 28 ottobre 2013. C'è chi definisce questo disco “paranoide e paranoico” e di sicuro non ha tutti i torti. Come in un composto in cui avviene una ricercata reazione chimica, tenuta sotto controllo grazie al perfetto bilanciamento degli elementi dai quali è composta, così Gesaffelstein riesce a sfornare un fìrst release in cui industrial synth, elcctro darkwave, techno e musica da main room si fondono e combaciano dando vita ad un tripudio di colori e sfumature. Sfumature racchiuse in una scala cromatica tendente dal bianco al nero. Le capacità e la bravura di Lévy fanno paura e, al contempo, mettono letteralmente paura; Aleph è la prima lettera dell'alfabeto ebraico, permeata, secondo la tradizione cabbalistica, di un insito potere mistico e spirituale, il quale sembra indefinitiva trasmettere 23 Musica a questo album il suo potere filosofico trascendente. Per finire, cambiando completamente genere musicale e stile, una notizia artistica molto interessante. Perchè non combinare due delle più dolci arti esistenti, cioè cinema e musica? Lana Del Rey, il cui primo disco "Born To Die" del 2012 ha riscosso grande successo, sta per accontentarci, presentando un cortometraggio in titolato "TROPICO". Esso sarà disponibile su VEVO a partire dal 5 dicembre. Secondo le informazioni che è possibile reperire dal Web, questo breve film conterrà parte dei successi della giovane cantante, come "Body Electric", "Gods and Monsters" e "Bel Air". Le sue stesse canzoni diveranno dunque la colonna sonora per una trama particolare: il ruolo interpretato dalla stessa Lana Del Rey è quello di Eva, di cui illustrerà la parabola, dalla permanenza nel Giardino dell'Eden alle azioni peccaminose in una moderna Los Angeles. Per la realizzazione di questo piccolo film Lana Del Rey ha collaborato con la modella Shaun Ross, ed esso è stato prodotto da Rick Rubin e diretto da Anthony Mandler (già collaboratore di artisti come Rihanna). Ma allora, per concludere, questo "TROPICO" sarà l'inizio di un diverso modo di operare di Lana Del Rey o la fine grandiosa della sua carriera? Il Resto dell’Ernesto Musica SUNDAY MORNING di Mauro Mazzucchi Forse perché con le sue canzoni ci sono cresciuto, cantate da mio padre per farmi addormentare, forse perché l'ho sempre ritenuto un artista a sé, senza paragoni, forse per Trainspotting, chissà, ma la notizia della sua morte mi ha colpito come se al suo posto ci fosse stato un mio caro, addirittura avevo la convinzione, ovviamente infondata, di "conoscerlo" davvero. Ora, in questo articolo, un puro elenco delle opere non renderebbe onore alla memoria di uno degli ultimi geni del secolo scorso, dunque credo sia più interessante andare ad osservare il suo impatto, le innovazioni che ha portato nella scena musicale e la sua figura. Un personaggio cosi eccentrico, così capace di evolversi senza perdere di originalità e innovazione, forse solo David Bowie è paragonabile a lui sotto questo aspetto. Questo è Lewis Allan Reed. Un ribelle, un provocatore, uno spirito libero. Pur avendo ricevuto un educazione borghese anche musicalmente, si allontana dallo studio del pianoforte classico, lui è fatto per il rock 'n' roll; cosi il giovane Lou scopre il doo-wop, il blues e impara a strimpellare le sei corde.In questo periodo va contro la famiglia, la scuola e l'educazione dell'epoca e dell'ambiente. Atteggiamenti effeminati, abbattimento del tabù dell'omosessualità e l'adesione alla "musica del diavolo" sono sufficienti motivi per i suoi genitori per portarlo a curare da uno psichiatra, che gli somministra numerosi elettroshock, tristemente di moda allora. Come lui stesso dirà, questo periodo segna uno spartiacque nella sua vita. Dirà che da allora la sua personalità si è frantumata in centinaia di altre, tutte diverse e tutte a sua disposizione. Incontra il grande John Cale e con lui fonda i Velvet Underground, per molti anni un vero e proprio fiasco commerciale, ma di un'importanza inestimabile per l'influenza che hanno avuto sulla storia della musica. Lessi qualche tempo fa una frase che esprimeva in pieno ciò e che mi colpì molto, diceva più o meno così: "il primo disco dei Velvet fu comprato solo da 10.000 persone, ma ognuna di queste fondò una band". I testi di questo primo lavoro, il famoso disco con la banana in copertina, con la collaborazione di Nico, parlano di drogati, della strada, di viaggiatori, tutti soggetti molto affascinanti, che testimoniano l'avvicinamento di Lou Reed alla cultura "beat" che imperversava in quegli anni. I Velvet non venderanno mai molto ma il loro patrimonio è davvero incredibile. Il secondo incontro davvero fondamentale per la sua carriera è quello con il "re del Glam" David Bowie. Reed dichiara 24 Musica Il Resto dell’Ernesto pubblicamente la propria bisessualità, cambia look, smalti neri e trucco giapponese si impadroniscono di lui. Il cambiamento è assolutamente positivo, dal momento che nei successivi due anni, pubblica i suoi migliori lavori da solista, Transformer e Berlin. Insieme a Bowie e a Iggy Pop formerà il trio delle meraviglie a cavallo tra gli anni '70 e '80. Successivamente la sua carriera inizierà una fase discendente, non senza qualche colpo di genio, normale per uno come lui. E' stato un rocker duro e puro, ha avuto la fase glam, ha scritto poesie, ha conosciuto tutte le maggiori personalità musicali, artistiche e culturali del suo tempo. In questo sta la sua grandezza, nella sua poliedricità, nella sua versatilità, nella sua originalità. Fino a domenica 27 ottobre 2013. Degna di nota è la lettera scritta dopo la morte dalla sua grande amica e artista Patti Smìth, che è davvero sincera e genuina, e lascia trasparire il bene che gli voleva. Ne trascrivo uno stralcio: “Prima di andare a dormire, ho fatto una ricerca: volevo capire perché avevo la sensazione che quella data - il 27 ottobre -fosse significativa. Ho scoperto che è il compleanno di Dylan Thomas e di Sylvia Plath. Lou, ha scelto il giorno giusto per salpare: il giorno dei poeti, una domenica mattina, il mondo alle spalle.” Così, ironia della sorte, in una "Sunday Morning" Lou Reed ci ha lasciato, unendosi ai poeti che lo ispiravano. Ma attenzione, ci ha lasciato solo fisicamente, lui vive in chi ha saputo apprezzarlo, e sarà sempre quello spirito intangibile ma presente che continuerà ad ispirare generazioni e generazioni di musicisti. IL RITORNO DEI CANI di Giorgio Farace Il 10 ottobre a Milano, pioveva forte e suonavano gli Editors. Erano all'Alcatraz, e fuori dai cancelli sono comparsi dei volantini con un link ad un video di YouTube e la scritta "I Cani''. Nient'altro, ma qualche volantino zuppo di pioggia è bastato a far parlar più della band romana che del concerto degli Editors - ma questo è perché gli Editors non li conosce nessuno. Il video è quello di Non c'è niente di twee, traccia della one-man band di Niccolò Contessa che arriva a sorpresa dopo i due anni di pausa, interrotta solo dall'EP in collaborazione coi Gazebo Penguins, in seguito al sorprendente album d'esordio dei Cani, che io scrivo così ma è il titolo vero. Il pezzo è bello e ricorda molto il sorprendente album di cui sopra, sia per le sonorità un po' ingenue che per i rimandi a Roma, nonché per il tono ironico e tagliente. 25 Il Resto dell’Ernesto Musica Il singolo è accompagnato dall'annuncio del nuovo album Glamour, che esce il 22 ottobre in formato digitale (pubblicato anche in streaming integrale sul canale YouTube della band) e il 29 in vinile e CD. Anche l'album è bello, anche se all'inizio (come ogni nuovo disco) mi aveva fatto un po' storcere il naso. Questo perché è tutto diverso: le basi non sono più un brusio indistinto e non si parla più solo dei quartieri più in di Roma Nord: mentre prima l'unico argomento era ciò che Niccolò vedeva, ora si parla di ciò che Niccolò è. Le critiche negative non sono mancate (ma ci avevamo fatto l'abitudine), perché in effetti I Cani senza il sarcasmo e senza il brusio per molti hanno perso ciò che aveva reso il sorprendente album d'esordio, appunto, sorprendente; ma un album bello è bello a prescindere di chi lo produce (eccezion fatta per Vasco Brondi, che lui di dischi belli non ne farà mai). E dunque in Glamour troviamo canzoni più introspettive, meno taglienti e più commoventi, in cui spiccano brani come Corso Trieste, in cui riaffiorano i ricordi di un Niccolò quindicenne "con la "faccia da c**** dei pischelli che ora vedo in giro, da vero duro con problemi seri" e Come Vera Nabokov, la richiesta disperata di un ragazzo fragile e sincero, nonché citazioni a Piero Manzoni (quello delle feci in lattina) in Vita di un artista e ad altri gruppi fin troppo Indie come in FBYC s f o r t u n a e Vita di un impiegato. Non mancano neanche citazioni a cantautori come Max Gazzè o Franco Battiato (nella simpatica San Lorenzo), a segnare il definitivo percorso di maturazione percorso da Contessa negli ultimi anni. "Glamour" è insomma un album bello e struggente, probabilmente non di impatto come il primo disco, ma sicuramente più curato e segno di un autore più maturo. Tuttavia I Cani non hanno perso il potere di divertire e, soprattutto, di entrare nella testa degli ascoltatori con le loro melodie un po' ingenue e non uscire più. Il 12 dicembre suonano a Milano. Non mancate. CONSIGLI PER TROVARE UN NUOVO SOUND di Caterina Pesetti Ecco un consiglio; date una sbirciata al repertorio dei Florence & the Machine. Si tratta di una rock band britannica ancora poco apprezzata nel nostro Paese, il cui nome deriva dall'unione di quello della cantante solista, Florence Welch, e da quello della band che l'accompagna, i Machine. Dal 2008 fanno sognare milioni di fan con la loro musica, un genere rock che sfuma nel soul, ispirato a temi profondi come il fascino del proibito, la corruzione dell'anima, la gioia di vivere, l'Inferno, il Paradiso. La madre di Florence, Evelyn Welch, insegna storia rinascimentale all'Università: ciò ha permesso alla cantante di ispirarsi a 26 Il Resto dell’Ernesto Musica questo periodo, a quadri o a poesie quattrocentesche, per comporre alcuni dei suoi pezzi migliori. Tuttavia è stato suo padre, Nicbolas, ad "educarla al Rock 'n Roll" - parole testuali di quest'ultimo. Sebbene sia riuscita a sfondare solo nel 2008, è dalla tenera età che Florence aspira alla carriera musicale: più volte venne messa in punizione a scuola per schiamazzi (la giovane promessa, infatti, cantava a squarciagola per i corridoi durante lo svolgimento delle lezioni). Ashok fu la prima band ad accoglierla, un gruppo alternative hip hop-blues che ebbe vita breve: un solo album di inediti. Al tempo, Florence faceva inoltre parte del duo Team Perfect con Devontè Hynes, che riproduceva essenzialmente cover di band pop-punk e rock come Blink-182 e Green Day, in seguito nascerà una band indie costituita solo da Florence Welch ed Isabella Summers, chiamata Florence Robot & Isa Machine, dalla quale derivò il gruppo odierno, coordinato da Mairead Nash, altra cantante britannica. Questa, decise di dirigerlo quando, in un Night Club, una poco sobria Florence la trascinò nella toilet e le cantò la canzone Something's Got a Hold On Me di Etta James. ll carattere un po' eccentrico di Florence, la sua vena malinconica e il gusto leggermente macabro, influenzano ogni nota dei suoi spartiti, con un risultato per niente spiacevole: il suo stile è stato definito dark, robusto e drammatico. Venne spesso paragonata ad altre artiste femminili come Kate Bush, PJ Harvey, Patti Smith. Ma è a Grace Slick a cui la solista si ispira in realtà, descrivendola come una vera epropria eroina. Il primo album della band Lungs, riscosse molto successo in Inghilterra e successivamente negli States, e già con esso i Florence & The Machine acquisirono un cospicuo numero di fan. Lungs si ritrovò al primo posto nelle classifiche più ambite del mondo e debuttò con la canzone Kiss whit a first, colonna sonora del film Wild Child. L'ultimo singolo estratto dal disco fu Cosmic love, usata anch'essa come colonna sonora, in molte serie tv come Grey's Anathomy, The Vampire Diaries, My life as liz. Inoltre, nel 2010 venne confermata la creazione del brano gotic-rock Heavy in your arms, bonus track del terzo episodio della saga di Twlight, "un brano drammatico e romantico di impronta dark-rock", queste le parole della cantante. Vista la fama riscossa da Lungs, la band debuttò con un secondo CD, Cerimonials, dal quale provengono successi come Shake it out, Spectrum e Over the love, colonna sonora del Grande Gatsby. Ma la loro canzone più apprezzata è sicuramente Never let me Go, che vi consiglio di ascoltare per farvi un'idea del sound che caratterizza la band. E adesso che sapete qualcosa in più su questo fantastico gruppo, avrete sicuramente una buona alternativa d'ascolto! "Sometimes I find that music is so much more attractive than love. I don't know...It's like some kind of euphoria, that love can't bring to you." Florence Welch 27 Il Resto dell’Ernesto Usi E Costumi USI E COSTUMI di Clarissa Ratti Un altro mese è passato: lentamente per alcuni, velocemente per coloro che iniziano ad avvertire l'incombenza della maturità. Il trascorrere del tempo implica l'inevitabile cambiamento della temperatura e con esso la variazione del nostro abbigliamento. In questo articolo sono obbligata a prendere di mira anche i maschi e più specificatamente quelli che hanno dichiarato guerra al freddo, nel vero senso della parola! Questi ultimi hanno risposto con fervore all'invito dello zio Sam e pertanto vagano guardinghi per la nostra città: sempre in agguato, per paura che un Viet Cong assalga loro sbucando inaspettatamente da un cespuglio. I pantaloni mimetici potrebbero salvare loro la vita nel caso in cui lo scontro avvenisse in una boscaglia e le piastrine che saldamente tengono al collo farebbero risparmiare alla Croce Rossa istanti cruciali per una trasfusione. La moda si sa, come qualsiasi altra forma di creatività, è di difficile comprensione quando precorre troppo i tempi. Nel caso del nostro liceo sono convinta che alcune ragazze, più che precorrere i tempi, abbiano involontariamente sbagliato festività travestendosi da coniglietti pasquali piuttosto che da Babbi Natale. Infatti amano legarsi un "fazzoletto di stoffa", dalla dubbia fantasia in testa, per fare in modo che funga da fascia per capelli. Tale atto di per sé non avrebbe nulla di comico se il nodo non venisse fatto appena sopra la fronte facendo in modo che i due lembi assumano le sembianze di due piccole, tenere orecchiette. Per quest'inverno infine dai grandi stilisti è stata proposta la moda dei colori pastello, ma sfortunatamente nel nostro edificio scolastico è stata recepi a come moda A pastello! Le persone hanno iniziato a vestirsi in modo sempre più monocromatico con magliette rosa, pantaloni rosa, scarpe rosa, il tutto ravvivato da una cintura di una splendida tonalità di rosa. Sembra infatti che siamo stati invasi da una scatola di Caran d'Ache che sta lentamente assumendo il potere. Per concludere vorrei ringraziare i baldi giovani che cosi valorosamente difendono la nostra patria e le loro amate donzelle che aggiungono una ed una sola nota di colore alla loro vita. 28 Focus Il Resto dell’Ernesto FOCUS MARIA TAGLIONI: IL PRIMO SOGNO SULLE PUNTE di Bea trice Merlo Forse, chiedendovi quale sia stato il personaggio a porre le basi della danza classica che possiamo vedere ancora oggi, pensereste immediatamente a qualche ballerino francese, magro, impettito e con i tipici baffetti all'insù. In realtà, ful'italiana Maria Taglioni la prima ballerina nell'intera storia della danza ad indossare punte e tutù. Le punte erano apparse già altre volte ai piedi di alcune ballerine dell'Opéra di Parigi, ma solamente come strumento di virtuosismo e non di espressione. Fu infatti Maria ad utilizzarle per la prima volta come parte imprescindibile di uno stile e di un modo di ballare. Nata a Stoccolma nel 1804, Maria era figlia di Filippo Taglioni, ballerino italiano che aveva debuttato a Pisa, a sua volta figlio di danzatori. Facendo dunque parte di una "dinastia" di ballerini, era inevitabile che Maria venisses pinta dal padre ad intraprendere quella stessa carriera. Come per tutte le ballerine, l'inizio non fu semplice: dopo essersi trasferita a Parigi insieme al padre, quest'ultimo cominciò ad infliggerle sessioni di prove durissime, costringendola ad allenarsi sei ore al giorno. Agli occhi degli esterni questa potrebbe sembrare tirannia, ma agli occhi dei ballerini questa non è altro che ricerca della perfezione, perfezione che Maria non tardò a raggiungere. Le prove insistevano in particolare sui salti e sull'uso delle punte, strumento che ié padre stesso impose a Maria di utilizzare. Ballando l'intera opera La Sylphide in punta all'Opéra di Parigi nel 1832, Maria conquistò il pubblico, diventando così la prima grande ballerina romantica. Durante quell'esibizione, l'innovazione non consistette soltanto nell'indossare le famigerate scarpette, ma anche nella scelta di indossare il primo tutù in alternativa agli abiti più lunghi e pesanti che ancora erano ampiamente utilizzati dai ballerini e nel portare per la prima volta l'acconciatura a bandeaux, che da allora divenne tipica dei danzatori classici. Dopo un matrimonio naufragato dopo appena tre anni,ancora inebriata dai trionfi parigini, Maria si trasferì a San Pietroburgo, dove aveva ottenuto un contratto, per respirare la frizzante aria russa ed assaporare l'essenza di novità, tra applausi ed ovazioni del suo pubblico, che essa continuava a stupire. I suoi anni nella città russa furono colorati di applausi, frenesia, successo, fatica, soddisfazione. Al termine del contratto, l'indiscussa regina del balletto romantico ritornò in Occidente, portando avanti la sua collezione di successi. Ma purtroppo capita che le donne, quando grandi ed importanti, vengano dimenticate dal mondo man mano che si avvicinano alla vecchiaia. Se qualche riga sul volto degli uomini è associata alla saggezza o considerata il racconto di una vita vissuta, sul viso delle donne quelle piccole pieghe sono invece viste come sinonimo di un'incombente decadenza e del ricordo dei bei 29 Focus Il Resto dell’Ernesto tempi ormai passati, specialmente nel mondo dello spettacolo. Fu cosi che, dopo anni di fulgidi successi e cascate di applausi, Maria Taglioni mori in povertà e solitudine a Marsiglia, dopo che, abbandonata la sua carriera, il padre aveva sperperato tutti i suoi beni, le ultime gratificazioni del suo sogno realizzato. E quest'anno, in cui ricorrerà il 130° anniversario della sua morte, spero che le ballerine del mondo si ricordino di questa donna straordinaria che ha permesso loro di poter sognare fin da bambine dall'alto delle loro punte. JENNIFER LAWRENCE di Giulia Piredda Jennifer è nata nel Kentucky nel 1990 da una famiglia mediamente benestante, ma è arrivata al successo solamente grazie alle sue capacità e ad una buona dose di fortuna. In America vengono indette spesso audizioni nelle varie scuole alla scoperta di nuovi volti per il mondo dello spettacolo e il suo naturale talento, che mai, nè prima nè dopo il successo, fu plasmato in qualche scuola di recitazione venne scoperto proprio così. Dicono che la fama, il successo e i soldi plasmino il naturale carattere umano e trasformino le persone in eccentrici personaggi, pieni di sè, sempre con uno specchio a portata di mano e la truccatrice nel taschino. Per Jennifer è diverso, la fama non ha intaccato la sua personalìtà, sempre scoppiettante e dalla battuta pronta. Racconta con finto rammarico le angherie subite da piccola dai fratelli maggiori, i quali trovavano divertente legarla, cospargerle la faccia di dolci e scatenare i loro tre voraci bassotti. Quelli che sembrano cambiati di più sono proprio loro, infatti ora sono sempre pronti ad incoraggiarla con dei piccoli "shottini" di vodka prima delle sfilate sul Red Carpet o con veri e propri arsenali di frutta e verdura per scacciare i paparazzi. Durante le interviste al David Letterman Show emerge veramente tutta la genuinità di questa ragazza. Non si trova lì per vendere il suo nuovo film, vantarsi di quanto sia brava, di quanti soldi abbia o di come i fan caschino ai suoi piedi. Semplicemente racconta episodi della sua nuova vita da star del cinema con lo stupore che si ha durante l'infanzia e l'ironia acquisita negli anni. La giovane attrice è stata spesso criticata, anche aspramente, per la sua forma fisica e invitata a diminuire la dose quotidiana di cibo. Questo all'inizio le aveva causato dispiaceri e insicurezze ma, subito dopo il primo successo, ha sempre avuto parole molto colorite per tutti coloro che ancora osavano proporle una dieta. Essendo una delle 100 donne più influenti al mondo e un'icona per molte ragazzine, questa sua posizione è stata più volte citata durante le campagne contro l'anoressia. E' vero, nulla di quello che ha fatto e di quello che è denota qualcosa di eccezionale (come l'assistenza che ha prestato quest'estate ad una donna ferita fino all'arrivo dell'ambulanza), è una persona semplice, ed è proprio per questo che ripongo in lei molte aspettative 30 Il Resto dell’Ernesto Il Vaso di Pandora IL VASO DI PANDORA di Matteo Sau - Il bambù è protagonista di diversi miti nelle mitologie appartenenti a religioni orientali: nel mito filippino della creazione, l'uomo e la donna sarebbero nati liberandosi da un germoglio di bambù. In Giappone, molto spesso i monasteri shintoisti sono circondati da una foresta di bambù, considerata una «barriera contro ilmale». - A differenza di quanto si pensi, non sempre il tubetto di un qualsiasi dentifricio "a strisce" ha dei compartimenti al suo interno: infatti, in molti casi, l'alta viscosità dei diversi composti rende impossibile il loro mescolamento, anche sottoposti ad un'elevate pressione. - Fred Flintstones, protagonista della celebre serie animata "I Flintstones", pronuncia, come sua frase ricorrente, la battuta 'Wilma, dammi la clava!", a simboleggiare il tentativo di farsi giustizia da solo. In realtà, nel doppiaggio originale, questa frase non è mai pronunciata ed è una creazione del solo doppiaggio italiano. - Attualmente, la famiglia Simpson, protagonista della serie omonima, possiede un gatto nero, di nome Palla di Neve V. Il gatto è solo l'ultimo dei 5 felini avuti dai Simpson, di cui 2 morti ciascuno nell'episodio in cui è stato adottato. I primi due vengono investiti, Palla di Neve III annega nell'acquario del salotto, mentre Palla di Neve IV "Coltrane" si butta da una finestra dopo aver sentito Lisa suonare il sassofono, senza però essere capace di atterrare sulle zampe. CONOSCENZE... A CONTATTO! Rieccoci: 5 nomi, in ordine sparso, da riordinare secondo un ordine logico. Ogni personaggio, cosa, animale, deve essere legato per un motivo a quello successivo. Il primo e l'ultimo sono nella posizione esatta. Julia Child - Frank Sinatra - Meryl Streep - Bruce Willis - Hoboken (Soluzione ull'indovinello del numero scorso: Francesco Cossiga - Enrico Berlinguer -Laura Berlinguer - Luca Telese - Il Fatto Quotidiano) TANTI SALUTI DA ODISSEO DA ... VALLE VINALES, CUBA Situata nella provincia di Pinar del Riò, la Valle Vinales ospita numerose piantagioni di tabacco, circondate da grossi massicci calcarei chiamati "mogotes" dagli abitanti della zona. Questi ultimi conservano ancora le antiche tradizioni contadine. 31 Il Resto dell’Ernesto Vox Vocis - Messaggeria VOX VOCIS MAGLIONE Ovviamente per chi studia tanto, biologia risulterà più facile, per chi studiava poco, chimica era più facile. Per chi non studia, la materia è impossibile Per fortuna le malformazioni genetiche sono risolvilbili nei primi mesi di vita... ...con la morte ZERBA Nel costo della gita rimarrebbero fuori i pranzi, il che non è da sottovalutare, visto che mangiate come maiali Ragazzi ma cos'avete mangiato stamattina? Pane e lumaca? MORICHELLI E ora torna al tuo banco, nella tua nicchia ecologica! Ti parlo da biologa "nell'altra classe ho interrogato due persone e gli ho dato cinque tre!" A. “cinque?!” “eh sì, perché uno si è salvato” MATTIONI Ragazzi, un albero non può essere lussurioso. Lussurioso è qualcosa con...una sensualità sfrenata! E con questo ho detto tutto FUDULI Non mi interessa se non vi interessa, ma vi deve interessare! Scusate il gioco di parole “Prof, se non leggessimo il libro che ci ha dato, cosa succede?” “Oh, nulla, solamente... vi stacco la testa e la attacco su un pennone della scuola in pasto ai condor” Oh, scusate ragazzi, mi sono distratta pensavo ci fosse George Clooney fuori dalla finestra! Sì sì, va bene, anche io dico le mie stupidate ROMANO Tu hai caldo, lo ho freddo. Tu ti puoi spogliare, i tuoi compagni sono contenti: se fosse il contrario non avrei lo stesso "appeal" BIANCO ERCOLI Le prove quadrimestrali non vanno impataccate: non dovete usarle per avvolgere gli sgombri o per metterci la salsa, vanno riconsegnati Un'interrogazione può avvenire anche senza l'invito a cena, col tappeto rosso, col drink e fumando il sigaro...dovete essere sempre pronti! MESSAGGERIA X MIKY 2D: sono veramente stanca della tua indifferenza quando mi incontri nei corridoi. È ora di farla finita. Ti lascio e mi metto con Colin PIETRO 2E sei un quore con la q <3 by ammiratori 32 Il Resto dell’Ernesto 33