Il Resto dell`Ernesto - Premio Severo Ghioldi

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Il Resto dell`Ernesto - Premio Severo Ghioldi
Il Resto dell’Ernesto
IL RESTO DELL’ERNESTO - NOVEMBRE 2013
INDICE
ATTUALITA'
• PRIMARIE DEL PD: RITRATTO DEI CANDIDATI
• BREAKING ITALY
• UNO CHAGALL NEL RIPOSTIGLIO
• GUIDA: COME APRIRE UNA NOCE DI COCCO
• LA CROCE ILLUMINATA DALLA NATURA
SCUOLA
• VOLEVO VOTARE BATMAN, MA NON SI E' CANDIDATO
• SE SEI UN QUARTINO NON HAI DIRITTO DI PAROLA
• TERZO GRADO
IL PROCESSO
A COSA PENSI...?
LA LIBRERIA DELL’ERNESTO
• PER QUESTO MI CHIAMO GIOVANN I
• SPINGENDO LA NOTTE UN PO' PIU' IN LA'
• L'ULTIMA ALBA DI GUERRA
NUOVO CINEMA CAIROLI
• GIOVAN I R I BELLI - KILL YOU R DARLINGS
• CH I HA PAU RA DI VIRGINIA WOOLF'?
MUSICA
• MIXTURE OF MUSIC
• SUNDAY MORNING
• IL RITORNO DEI CANI
• CONSIGLI PER TROVARE UN NUOVO SOUND
USI & COSTUMI
FOCUS
• MARIA TAGLIONI, IL PRIMO SOGNO SULLE PUNTE
• JENNIFER LAWRENCE
IL VASO DI PADORA
VOX VOCIS
MESAGERIA
IL MURO
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Il Resto dell’Ernesto
Editoriale
EDITORIALE
Chiedo scusa ai lettori: il giornalino, che ora è nelle vostre mani, sarebbe dovuto uscire almeno
una settimana prima, e spero che nonostante questo ritardo riusciremo anche a preparare il
numero di Natale.
Una tirata d'orecchie va ai redattori: siamo tutti molto indaffarati, ma il giornalino è un
progetto che, se si prende come impegno, va portato avanti con serietà e puntualità.
Ma devo ammettere che la responsabilità è soprattutto mia: vorrei approfittare di questo spazio
per scusarmi innanzitutto con le persone che in questo periodo ho trattato male, o non ho
considerato affatto. Vorrei scusarmi per il mio nervosismo, per il mio muso lungo e per il mio
scarso interesse per qualsiasi cosa. Vorrei approfittare, egoisticamente, del Resto dell'Ernesto,
per salutare un'altra volta Mattia. Ci manchi. Quello che è successo è la cosa più sbagliata e
ingiusta che ci sia, ma stiamo tutti cercando di farci forza, molti con risultati migliori dei miei;
le persone intorno a noi spesso sono date per scontate, e non deve essere una tragedia a far
capire l'importanza che hanno.
Spero davvero che questo numero vi piaccia, perché nonostante le sclerate e le arrabbiature
con i miei "piccoli" grandi redattori per le scadenze mancate, gli articoli che vi apprestate a
leggere sono espressione della loro personalità, del loro interesse e della loro creatività.
Credo che sia questa la presentazione più adatta per questo giornalino: nessuna anticipazione,
leggete ogni pezzo cercando di coglierne ogni dettaglio e ogni sfumatura, e dopo aver finito
prestate il giornalino con un sorriso a quel compagno che non lo compra mai e che lo
sgraffigna sempre. Un po' di affetto in più non fa mai male.
"nei nuovi giorni la vita si trasformerà cambiando colore, rendendo il dolore un punto di forza in
tempeste di vento, fragile forma consumata dal tempo"
Caporedattore
Sara Sparaciari
III F Mauro Mazzucchi
Selene Conti
Redattori:
Caterina Bergonzo
Davide Iaconianni IV C Eva Gusneroli
Sara Cassani
IV F Giulia Calvi
Chiara Zardus
IV F Matteo Scagliola
Gaia Marchetti
IV G Nicola Togni
Camilla Simonelli V B
Giorgio Farace
Giorgia Colucci
VB
Eugenio Brioni
Ludovica Soccini
VB
Elisa Malnati
Caterina Pesetti
VB
Marco Andrea Gallo
Martina Menegat V B
Ana Ferati
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VB
VB
VB
VD
VD
IB
IB
IB
ID
IB
IB
ID
Beatrice Merlo
Letizia Minonzio
Clarissa Ratti
II C
III A
III F
Grafici:
Matteo Sau
Giulia Piredda
II F
III F
Illustratori:
Virginia Braut
Giuditta Bertoni
Costanza Gorick
VC
II D
III D
Il Resto dell’Ernesto
Attualità
PRIMARIE PD: RITRATTO DEI CANDIDATI
di Letizia Minonzìo
Domenica 8 dicembre, dalle ore 8:00 alle ore 20:00, si terranno le elezioni primarie del Partito
Democratico, per scegliere chi sarà il prossimo segretario di uno dei partiti più rilevanti del
nostro Paese. Sono invita ti al voto non solo i sostenitori del PD, ma tutti coloro che ne hanno
diritto: chi verrà eletto, infatti, avrà un ruolo di primo pia no nella politica italiana, e anche
se non fa parte del partito che sostenete, è un bene che un ruolo così importante lo assuma
qualcuno che rappresenti una buona fetta di elettorato. Vi informo che sul sito
http://www.primariepd2013.it/ troverete tutte le indicazioni su come votare, i programmi di
ognuno dei tre candidati, e qualsiasi altra informazione di cui abbiate bisogno.
Ricordo che POSSONO VOTARE TUTTI QUELLI CHE HANNO GIA' COMPIUTO SEDICI
ANNI (a patto che si registri no online entro le ore 12:00 del 6 dicembre). Il 24 Novembre, alla
convenzione nazionale del Partito, sono stati resi noti i risultati della consultazione nei circoli
(ossia delle votazioni degli iscritti): Renzi 45,34%; Cuperlo 39,44%; Civati 9,43%; Pittella
5,80%. Quest'ultimo esce dunque di gara, mentre gli altri tre affrontano le ultime fasi della
campagna. Tracciamo ora un breve ritratto dei tre candidati alle primarie.
GIUSEPPE CIVATI: Monza, 38 anni,
scrittore di ben 22 libri di tema
filosofico e politico, entra a far parte
del Partito Democratico dal 2007
(quando fu fondato), e dal 2005 è
consigliere regionale in Lombardia.
Nel gennaio 2013 è indagato dalla
procura di Milano per peculato, in
relazione ai rimborsi spese percepiti
come consigliere regionale. Civati
pubblica sul suo blog il dettaglio delle somme contestategli dalla Guardia di Finanza, e fa
domanda di archiviazione. Riguardo al governo Letta, non ha dato la fiducia in quanto
si è sempre opposto ad un'alleanza con il PDL, promuovendo invece un dialogo con il
Movimento 5 Stelle per la formazione di un governo. Il suo programma pone al centro la
"lotta alla povertà e all'esclusione sociale", ossia immigrazione e soprattutto lavoro. Invoca
un ritrovamento di identità per il PD ("Il Partito Democratico deve sciogliere una volta per
tutte ogni riserva:entra re a pieno titolo nel Partito Socialista Europeo"), e pone l'accento sul
problema dei rifiuti, dei trasporti, della corruzione, dell'università, ecc.; mentre promuove
una maggiore globalizzazione, i matrimoni egualitari, la digitalizzazione, una nuova legge
elettorale, la riduzione delle tasse.
GIOVAN NI CUPERLO: Bologna, 52 anni, ex docente universitario, appena diplomato
inizia a militare nella Federazione Giovanile Comunista Italiana, per poi fondare la Sinistra
Giovanile e ricoprire molti e svariati ruoli all'interno del PD (fin dalla sua formazione) e prima
nel Partito Democratico di Sinistra (che si chiamerà poi Democratici di Sinistra).
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Attualità
Tema centrale del suo programma è
l'Europa. Afferma infatti nel documento
che ha presentato al Congresso: "L'asse
fondamentale della nostra visione è l'Europa.
Un'Europa protagonista, fuori e dentro i
suoi confini, di un'azione incessante per il
dialogo, la cooperazione, la pace. Vogliamo
un'Italia più europea e un'Europa diversa.",
e più avanti parla di "orizzonte ideale e
politico degli Stati Uniti d'Europa". Riguardo
all'Italia, si concentra soprattutto sul lavoro,
l'istruzione, l'ambiente, l'immigrazione, il divario fra Nord e Sud e la giustizia ("lasciarsi alle
spalle la destra e la sua stagione significherà anche potersi finalmente occupare di giustizia per
tutti e non per uno solo"). Delinea infine prospettive di rinnovamento per il suo Partito: "Una
riforma della struttura, dell'organizzazione, delle regole interne al PD è necessaria".
MATTEO RENZI: Firenze, 38 anni, autore di 7 libri socio-politici, è sicuramente il candidato
più conosciuto e controverso. Sindaco di Firenze dal 2009 (e quarto in ordine di popolarità
locale), nel 2010 dà il via al "movimento dei rottamatori ", che invocavano al cambiamento,
al rinnovamento, al coinvolgimento popolare, riscuotendo subito grande successo anche per
lo slogan "Adesso!" e l'ispirazione al modello politico statunitense. Nel 2011 è condannato
con altre venti persone al pagamento di 14000€ per danno erariale ai danni della giunta
comunale. Nel 2012 si candida alle primarie del Partito Democratico e perde al ballottaggio
contro Pierluigi Bersani (61%) con il 39%. Da sempre schierato per la riduzione dei costi
della politica e della pubblica amministrazione, nel suo programma sottolinea l'importanza
dello svecchiamento e del cambiamento, rivolto soprattutto al suo stesso partito ("Gli italiani
vogliono cambiare. Più di votare Beppe Grillo cosa devono fare?").
A differenza di Cuperlo e Civati, più che
soffermarsi su problemi iniziative, prospetta
un nuovo metodo di politica, all'insegna
di comunicazione, trasparenza, semplicità.
Punti centrali del suo progetto sono le
riforme riguardanti le tasse, la scuola, la
disoccupazione, l'immigrazione, la lotta alla
criminalità organizzata e l'incentivazione al
turismo e alla cura del territorio.
PRIMARIE 2012
MATTEO
RENZI
ADESSO!
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Attualità
BREAKING ITALY
di Eugenio Brioni
"Divergevano due strade in un bosco, e io… Io presi la meno battuta, E di qui tutta la
differenza è venuta."
Esistono effettivamente al mondo persone che, trovandosi ad un bivio, imboccano il sentiero
più ostile: sono quel genere di uomini che inseguono i propri sogni. Quello che però la
bellissima poesia di Robert Frost non descrive è che la strada della vita non si biforca in due
strade diverse ma è bensì formata da un innumerevole quantità di crocevia i quali a loro volta
uniscono ciascuno infinite strade. C'è un uomo, perfetta incarnazione di questo concetto, di
cui vorrei parlarvi; il suo nome è Alessandro Masala, aka Shy (Shooter Hates You), youtuber di
Cagliari che quotidianamente in un vero e proprio telegiornale racconta tutte le notizie che
considera valga la pena di essere condivise, con uno stile sobrio e spassoso che riesce a rendere
leggeri e appetibili a chiunque gli argomenti più disparati, tanto la sempre "allegra" politica
italiana quanto i più improbabili avvenimenti esteri e produzioni musicali, cinematografiche
video-ludiche o quant'altro.
"Classe '84, nato e cresciuto a Cagliari, ci sono
tornato dopo una fulminante esperienza nel mondo
alberghiero dello stivale che mi ha convinto che la vita
va vissuta in maniera decisamente più creativa. Mi
si potrebbe definire un "Geek" di nascita ed Artista
Visivo autodidatta per vocazione, sto di fronte alla tela
e dietro la videocamera perché mi piace pensare di star
spendendo i miei giorni su questo pianeta alla ricerca
di qualcosa che sia allo stesso modo soddisfacente per
me da creare quanto per chiunque altro da fruire.
Quando sarò vecchio, un giorno, vorrei potermi
guardare indietro ed essere orgoglioso di quello che ho
fatto."
Cosi lui si descrive, e mai una volta seguendo il suo programma ho dubitato della veridicità
di queste parole: Breaking Italy (così si chiama il suo telegiornale) vive infatti della passione
che Shooter mette nel suo lavoro e ogni singolo video ne risulta colmo di simpatia e allegria
e anche le notizie più pesanti vengono trattate invece con la dovuta leggerezza. Incredibile
è anche la filosofia di cui è permeata la sua produzione: Shy persegue degli ideali liberali
riguardo il dibattito, il senso critico e il confronto, che lui considera di fondamentale
importanza; come ogni giornalista, d'altronde, con la sola differenza che spesso firme famose
dall'alto della loro autorità tendono a dimenticare la differenza tra opinione e Verità.
Quest'ultimo problema non tange il nostro Alessandro che ha dovuto superare innumerevoli
ostacoli per raggiungere la pur sempre umile posizione in cui si trova, e ritengo che chiunque
dovrebbe seguire il suo videogiornale.
E sapete cos'altro? Credo che sia proprio l'umiltà dì questo progetto la sua forza portante,che
proprio grazie e, al tempo stesso, nonostante il fatto che Breaking Italy coesista con un blog sul
Fatto Quotidiano, un'altra serie quotidiana, il lavoro come pittore e le continue live e i blog,
questo continui ad esistere e anzi, lentamente,a crescere. Magari con l'aiuto di qualche nuovo
fan come potreste essere voi, chissà...
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Attualità
UNO CHAGALL NEL RIPOSTIGLIO
di Martina Menegat e Ludovica Soccini
Nell'appartamento abbiente ma polveroso di un
ottuagenario tedesco l'ultimo pensiero che vi potreste
porre è che - stipati tra sacchi d'immondizia e odore
stantio - si trovino capolavori dell'arte erroneamente
creduti perduti da decenni. Giacciono in armadi,
sgabuzzini, ripostigli, i colori di Picasso, Matisse,
Chagall, Beckmann, Liebermann, Klee, Kirchner, Renoir
e Canaletto, oltre 1500 quadri e altre opere d'arte dal
valore approssimato di un miliardo di euro.
E' quello che è accaduto a Monaco di Baviera, secondo
il settimanale Focus. La sensazionale scoperta risale al
2011, tuttavia è stata tenuta nascosta fino ad ora per
non pregiudicare le indagini. L'anziano in questione è
Cornelius Gurlitt, figlio di un noto gallerista d'arte, che
si manteneva da vivere con i proventi delle vendite di
alcuni quadri, come "Il domatore di leoni" di Beckmann.
Gli innumerevoli dipinti, bozzetti, sculture, disegni,
acquerelli, ben conservati, ora si trovano nel tratto più sicuro e segreto della dogana bavarese,
dove la storica dell'arte di Berlino, Meike Hoffmann, sta cercando di scoprirne la provenienza e
di catalogarli. Tra di essi si troverebbero anche due capolavori sconosciuti di Matisse e Chagall.
1300 finora catalogati sarebbero stati sequestrati da Hitler a famiglie e collezionisti ebrei e
ai musei dei paesi occupati allo scopo di organizzare una mostra di "arte degenerata": opere
moderne o astratte i cui artisti secondo il regime avevano caratteristiche "devianti" per la
popolazione. Si ritenevano distrutti durante i bombardamenti di Berlino, invece Hildebrand
Gurlitt li avrebbe acquistati tra gli Anni 30 e 40.
Resta da vedere se gli eredi dei legittimi proprietari ne
rivendicheranno il possesso oppure se si potrà allestire un
museo “d’arte degenerata”; resta comunque un’eccellente
notizia per il mondo della cultura.
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Attualità
LA CROCE ILLUMINATA DALLA NATURA
di Beatrice Salvetti
Già dai primi giorni di Novembre le decorazioni natalizie hanno cominciato a comparire
immancabilmente nei negozi e nelle loro vetrine. Intanto anche le strade si incorniciano di
luminarie rigorosamente appese dal lato sinistro a quello destro (o viceversa) secondo gli
intervalli regolari dei pali della corrente; dopo pochi giorni le si può vedere accese. Tutto ciò
ci rammenta l'incombenza del periodo natalizio. Così, da una parte perché presi dal fermento,
dall'altra perché già stanchi di studiare, ci prepariamo all'evento con animo impaziente: ha
inizio la ricerca dei regali per i nostri cari, la caccia alle vecchie decorazioni impolverate,
l'andirivieni da un angolo all'altro della casa.
In realtà l'avvio alle danze lo dà la festa di San
Martino, quando l'omonima via si illumina
prima di tutte le altre.
In generale il fatto è apprezzato, ma c'è una
limitata categoria di persone, gli ambientalisti,
preoccupati per lo spreco di energia. Proprio a
loro dedico questo articolo: c'è una bella notizia
che vorrei rendere nota.
Dal mese di Marzo nel comune di Cuasso
al Monte, dove si estende il Parco naturale
delle Cinque Vette, recentemente creato
dall'Associazione ON sotto la spinta di Max Laudadio, si sta lavorando al progetto di
illuminare la croce in cima al più ambito dei monti della zona, il Poncione di Ganna. Per chi
non lo conoscesse, è una cima molto panoramica tra la Valceresio e la Valganna, che potete
scorgere anche quando percorrete l'ultimo tratto dell'autostrada Milano - Varese. Dal mese di
Marzo si sta lavorando per l'allestimento di un sistema di pannelli solari e fari presso la grande
croce sul suo cocuzzolo, con lo scopo di renderla visibile da lontano anche di notte. Infatti,
un monumento come questo merita di essere ammirato. La croce ha un'altezza di 9 metri, che
permette al monte di raggiungere precisamente i 1000 metri sul livello del mare; fu costruita
in ferro nel 1914, ma fu posta nell'attuale ubicazione solo nel 1954, dopo una lunga battaglia
di pro e contro (pensate alla fatica degli operai e dei muli che la portarono arrampicandosi
fin lassù!). Poiché c'è la leggenda che una volta all'anno la luna piena, sorgendo, si posizioni
proprio dietro alla croce e la racchiuda perfettamente nella sua circonferenza, creando un
fenomeno suggestivo; per renderla splendida anche di giorno è poi stata coperta di speciali
pannelli di vetro che riflettono la luce del sole.
Ebbene, l'anno prossimo ricorre il 60° della sua collocazione, da qui la fantastica idea di
festeggiare l'anniversario con l'illuminazione della croce nella notte che ci separa dal vicino
2014. Intanto, in vista di questo evento, sono state fatte alcune prove, che avendo successo
hanno anticipato lo spettacolo a una parte degli abitanti informati. Nel frattempo si sta
cercando di valorizzare la montagna posizionando opere di artisti famosi sul suo sentiero,
che è stato pulito e meglio segnalato e, per incentivarne la considerazione, è stata anche
organizzata una lanternata di San Martino alle sue pendici, con tanto d i canti a tema, tè caldo
e biscotti fatti in casa da gustare al naturale barlume igneo delle lanterne. Quindi, o genti tutte
del Varesotto, se non sapete cosa fare all'ultimo dell'anno, siete invitati a scaldarvi gli animi
ammirando questo inedito spettacolo, che definirei più naturale che artificiale. Finalmente
anche gli ecologisti possono sorridere alle luminarie natalizie!
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Scuola
VOLEVO VOTARE BATMAN, MA NON SI E' CANDIDATO
INTERVISTA AI NEO ELETTI RAPPRESENTANTI DI ISTITUTO YLENIA CARLOMAGNO,
CARLOTTA CALEMME, EMANUELE DE LEO E NICOLA TOGNI
di Giulia Calvi
Essere rappresentante di istituto è una grande responsabilità, come pensi di comportarti?
Y: Sicuramente il mio comportamento sarà di massima serietà, concretezza e positività
per quanto riguarda qualsiasi iniziativa proposta dall'Istituto. perché penso che quello del
rappresentante non sia un ruolo da prendere sottogamba, e credo che potremo fare qualcosa di
davvero concreto per questa scuola.
C: Ho scelto di candidarmi perché dopo quattro anni passati qui, questo posto è diventato un
luogo familiare e voglio assolutamente collaborare per renderlo migliore. Ho vicino persone
con cui sono certa di poter lavorare ottimamente e credo sarà un'esperienza bella e positiva.
E: Tenderò sempre a seguire la stessa linea adottata gli anni scorsi perché la mia idea è quella di
un percorso in continuo evolversi,di un porta re avanti ciò che è stato fatto precedentemente.
N: Quando ho scelto di candidarmi non mi sarei mai aspettato di venire eletto. Abbiamo
tutti lavorato molto sui nostri punti, e portiamo tante buone idee. Ciò che ci piacerebbe fare è
fornire degli stimoli e rendere l'esperienza scolastica più interessante, e credo che ci siano tutte
le potenzialità in questo senso.
Cosa ti aspetti dalla collaborazione con gli altri rappresentanti?
Y: Mi aspetto una collaborazione molto efficiente visto che due dei rappresentanti eletti
appartengono alla mia lista e che il quarto componente è sicuramente una persona molto
ragionevole e aperta di mentalità come lo siamo noi.
E: Ho sicuramente la fortuna di avere altri due eletti della mia stessa lista e con loro ho già
un'amicizia e una collaborazione consolidata. Per quanto riguarda invece Nicola, lo considero
una persona molto intelligente e predisposta a questo ruolo.
C: Due dei rappresentanti sono della mia stessa lista e quindi molte idee sono già condivise,
oltretutto sono molto contenta di Nicola che trovo una persona molto ragionevole con l a
quale sono certa sarà facile collaborare.
N: Vorrei premettere che per noi una vittoria sarebbe stata salire in due invece che uno, perché
ci troviamo in minoranza, ma c'è comunque stima reciproca da entrambe le parti a prescindere
dai punti e dalla rivalità che c'è stata, quindi credo che la collaborazione sarà sicuramente
possibile e interessante.
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Scuola
Il Resto dell’Ernesto
Pensi di riuscire ad attuare i punti proposti dalla tua lista?
Y: Assolutamente sì anche perché i punti della mia lista, come già detto in campagna elettorale,
erano pochi ma buoni: sei punti, tutti attuabili e concreti. Ora dobbiamo semplicemente
metterli in atto assieme a quelli dell'altra lista.
C: Penso che tutti i punti siano assolutamente attuabili in quanto già approvati dal preside, ora
dovremo solo portarli in Consiglio di Istituto.
E: Assolutamente sì a meno che non ci sia un livello di opposizione tale da impedirne
l'attuazione, in ogni caso tutto è già stato approvato e vidimato dal preside.
N: Me lo auguro perché ci abbiamo speso molto tempo e ci abbiamo messo l'anima. Previa
discussione con gli altri rappresentanti, credo siano tutte idee che possano essere messe in
atto. Certo, io sono uno solo, ma vengo da una lista che ha un'identità piuttosto forte, e voglio
tentare di conciliare queste due realtà.
Un messaggio per gli studenti?
Y: Oggi è un grande giorno, siamo i più solidi, vi voglio bene.
C: Grazie per avermi votata!
E: Valutate la realtà che vi viene presentata davanti, capite, informatevi su quello che succede e
non lasciate intentato mai nulla di quello in cui credete.
N: Grazie per la fiducia. Non mi sarei mai aspettato di venire eletto, anche considerando che
sono in prima. Non vi deluderò e soprattutto non vi deluderemo perché credo molto nella
nostra collaborazione e nella nostra unità.
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Scuola
SE SEI UN QUARTINO NON HAI DIRITTO DI PAROLA
CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE ALLO SPIRITO CRITICO
di Giulia Calvi
"Tutta la vita dello Stato e della società è fondata sul tacito presupposto che l'uomo non pensi.
Una testa che non si offra in qualsiasi situazione come un capace spazio vuoto non avrà vita
facile nel mondo."
(Karl Kraus, Detti e contraddetti, 1909)
Si è tenuta da poco la prima Assemblea di Istituto dell'anno: quella che, a parer mio, necessita
in assoluto più partecipazione, ma è anche quella più snobbata da gran parte degli studenti.
E' il momento in cui abbiamo la possibilità di discutere con i candidati in modo da poter poi
scegliere con criterio coloro che diventeranno rappresentanti di istituto e che, per l'appunto,
CI RAPPRESENTERANNO per tutto l'anno.
Sono più che sicura che siamo tutti maturi e capaci abbastanza da sviluppare uno spirito critico
che ci pennetta di valutare autonomamente in base a ciò che NOI STESSI riteniamo giusto, che
ci permetta di votare qualcuno perché riteniamo ci possa rappresentare e non perché la massa
lo fa.
Uscendo in cortile all'intervallo, ho per caso sentito un gruppo di ragazzi che si chiedeva
per quale motivo dovrebbe interessarsi alle assemblee di istituto, dato che essendo in quarta
ginnasio a parer loro non avrebbero in alcun modo potuto partecipare alla discussione.
Questo mi ha fatta riflettere e successivamente portata a scrivere questo articolo.
Sfatiamo un mito: non è vero che "Se sei un quartino non hai diritto di parola".
Non è vero e NON DEVE essere vero. Un ragazzo di quattordici anni che è in questa scuola
da due mesi ha tutto il diritto di esprimere il proprio parere, come lo ha un diciannovenne che
della scuola conosce anche gli angoli a memoria.
Nessuno ha il diritto di giudicare l'opinione di un singolo esclusivamente in base ad un
numero scritto sulla carta d'identità che è, per l'appunto, SOLO un numero.
E perché è importante la partecipazione di tutti?
E' importante perché le Assemblee di Istituto sono l'unico momento DAVVERO nostro, in
cui possiamo ritrovarci tutti insieme non come alunni 'Liceo Classico Ernesto Cairoli' -con
tanto di specificazione 'numero totale 800 e rotti'-, come se fossimo una quantità o dei semplici
nomi. L'Assemblea di Istituto è il momento in cui ci ritroviamo insieme come organismi
pensanti che fanno parte della stessa comunità e che in quanto tali ragionano nell'interesse
proprio e degli altri.
Non avere paura di esprimerti, solo perché qualcuno ti ha detto che le parole fanno male.
Non avere paura di pensare con la tua testa, solo perché qualcuno ti ha detto che potresti
ritrovarti da solo. Chiedetevi sempre cosa sia giusto e cosa sia sbagliato, chiedetevi sempre
se avreste fatto lo stesso.
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Il Resto dell’Ernesto
Scuola
TERZO GRADO
INTERVISTA AL PROFESSOR CARLO ZERBA
a cura di Ana Ferati ed Elisa Malnati
- Come si trova al Cairoli? Da quanto tempo insegna qui?
Insegno al Liceo ormai dal 1999 ...14 anni! Sarebbe troppo lungo l'elenco per ricordare i
momenti felici, gli alunni, gli eventi, 3 convegni di letteratura ... direi solo ESABAC, senza
dubbio l'aver creato questa sezione internazionale al Cairoli è quello che maggiormente mi
gratifica.
- Da ragazzo pensava già di diventare professore di francese?
No, anche se conservo un ottimo ricordo dei miei docenti e questo ha senz'altro influenzato le
mie scelte ...In 3a media la mia carissima prof di francese mi regalò un libro sulla storia della
Francia che non sono mai riuscito a ritrovare.
- Una curiosità: qual è il peggior voto che abbia mai preso da studente?
Non ho dubbi 2,5 in latino ...lo ricordo ancora perché ai tempi si studiava latino alle medie ed
io ...secchione, avevo 9!
Saint-Honorat
Présentation
Ce blog s'adresse à mes élèves et à
tous ceux qui souhaitent partager la culture
francophone.
Pour mes élèves, sans être un cahier de textes ni
une reprise systématique des cours,il sert à faire le
point sur certains aspects du programme, sur les
devoirs et les lectures. On peut y demander des
renseignements, y trouver les textes et documents
étudiés et intervenir en déposant un commentaire.
Carlo Zerba
Homme libre toujours tu chériras la mer!
La mer est ton miroir; tu contemples ton âme
Dans le déroulement infini de la lame, Et ton esprit
n'est pas un gouffre moins amer.
Charles Baudelaire, XIV Spleen et Idéal,
Les fleurs du mal (1857),
Liceo classico "E. Cairoli"
- Da qualche anno gestisce un blog in francese,che sta avendo un notevole successo. Ce ne
vuole parlare?
Vi lascio l'indirizzo per visionarlo ... http://memoiresdeprof.over-blog.com
Sono felice dell'apprezzamento di colleghi e alunni ... con la speranza che i miei alunni
continuino ad approfittare del mio lavoro diurno e notturno!
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Il Resto dell’Ernesto
Scuola
- In veste di professore, qual’è stato l'episodio più divertente che sia mai accaduto in
una sua classe?
Troppi ...mi diverto sempre e spero che questo capiti anche ai miei alunni, ma forse li ricordo
più divertente é di aver lasciato a Milano a mezzanotte 2 colleghe ... non del classico ... che da
quel che sento non l'hanno dimenticato!
Ma come potevo ricordarmi di loro dopo "L'école des femmes" di Molière con Daniel Auteili
che mi aspettava per un autografo!
- Un libro, una canzone, un film.
Mémoires d'Hadrien di Marguerite Yourcenar al primo posto, con Delitto e Castigo di
Dostoevskij, la Recherche di Proust, Boule de suif di Maupassant, Le Rapport Brodeck di
Philippe Claudel ...e quello che devo ancora leggere che mi aspetta con altri 20 sulla mia
scrivania!
Sul blog troverete parecchie canzoni, ritengo molto coinvolgente lo studio di una lingua
attraverso le canzoni, difficile citare una sola canzone ..forse "La ballata degli annegati" di
Guccini che ho ritrovato recentemente, il mitico Brassens au sommet insieme a Jacques Brel
e Fabrizio de André sono quelli che più mi ricordano la voglia di vivere e la sfiga che regna
sovrana tra i poveracci, i paria.
- Un personaggio del passato ed uno attuale che
ammira?
Avrei voluto vivere come Baudelaire ...nel presente
voi studenti siete i soli che posso ammirare, su di Voi
confido ...il presente lo subisco e lo sopporto solo grazie
alla mia rivolta quotidiana di fronte alla desolazione
umana che ci circonda a livello politico e sociale, dove
l'ignoranza e il servilismo regnano sovrani.
- Come ritiene che siano i ragazzi di oggi?
Culturalmente, a volte, superficiali .. Affascinanti come
sempre, come tutti lo siamo stati a 18 e forse qualche
collega se n'è dimenticato! …
Non abbiate paura di nulla saranno gli altri a temervi!
Vedrai vedrai ...non so dirti come e quando ma vedrai
che cambierà ..forse non sarà domani, ma un bel giorno
cambierà ...! (Luigi Tenco)
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Il Resto dell’Ernesto
IL PROCESSO
IL PROCESSO
a cura di Giorgio Farace e Nicola Togni
Bentornati al nostro appuntamento con
"IL PROCESSO"! Ciò di cui andremo
discutendo oggi è il famoso scrittore
Alessandro Baricco, autore di libri come
Novecento e Oceano Mare, che è sempre
stato al centro di discussioni accese per via
del suo stile, definito da alcuni costruito e
forzato, da altri leggero e affascinante. La
parola alle parti!
Tesi d'accusa
Vostro Onore,quest'oggi il mio obiettivo non
sarà dimostrare l'incompetenza del famoso
scrittore torinese, ma attestare il fatto che
egli è smisuratamente sopravvalutato.
Chiunque abbia letto qualcosa più di Seta,
Novecento e La carica dei 101 sa che gli
scrittori bravi sono bravi perché è difficile
accorgersene: nella naturalezza delle loro
penne si nasconde il loro straordinario
talento, ogni artificio formale è celato tanto
da renderlo pressoché impercettibile ed in
questo modo efficace. Baricco non ha una
scrittura naturale: è orribilmente costruito,
con le frasi brevi che più brevi non si può,
pieno di forzature, frasi ad effetto e in
necessari virtuosismi.
Perché va bene dover vendere i libri e
va bene che il quattordicenne medio
aborrisce tutto ciò che non abbia il suo
nome in copertina, ma una frase come
"(...) forse il mondo è una ferita e qualcuno
la sta ricucendo in quei due corpi che si
mescolano" (Oceano mare) non vuol dire
assolutamente niente e non basta il fatto
che l'abbia scritto lui a rendere un libro
mediocre un capolavoro della letteratura
italiana contemporanea.
Il problema di Baricco, membri della
Giuria, è che non mette in mostra i propri
personaggi, ma solo se stesso e il suo
talento: Daniele Luttazzi definì quello del
suoi libri "un io in posa", e la definizione
è oltremodo calzante. E questo porta ad
una produzione è terribilmente leziosa,
autoreferenziale e pesantissima nella sua
ostentata leggerezza.
Tuttavia non voglio certo negare che Baricco
sia un bravo scrittore, che raggiunge talvolta
picchi di piacevolezza non indifferenti.
Ricordo di aver letto Seta in un pomeriggio,
ma nonostante avessi ceduto alla debolezza
di gradire alcune sparate ad effetto degne
dell'account di Twitter di Fabio Volo, alla
fine del libro mi sono chiesto che cose
effettivamente mi fosse restato di quella
lettura - e la risposta tardò ad arrivare.
Infine, Vostro Onore, devo ammettere
che di Baricco principalmente mi irrita la
maggior parte dei fan, quelli che non fanno
che citare sui social network le sue frasi più
scontate, che lo gradiscono forse perché non
hanno letto altro, che lo osannano come
massimo esponente della narrativa italiana,
e soprattutto quelli che addirittura dicono
che Oceano mare sia un bel libro.
Insomma, il successo di Baricco è dovuto,
più che a meriti particolari, al fatto di essere
uno scrittore nuovo con uno stile nuovo ed
inconfondibile, a cui va reso l'enorme merito
di aver chiamato la sua scuola "Scuola
Holden", ma nonostante ciò la esagerata
considerazione di cui è stato oggetto mi
impedisce di apprezzarlo (e, nel caso non
l'abbiate capito, Oceano mare è un libro
orrendo).
Tesi di difesa
Alessandro Baricco è uno scrittore che,
inutile negarlo,o si ama o si odia. C'è chi
sarebbe disposto a qualsiasi cosa pur di
conoscere l'autore di romanzi come Seta
o Castelli di Rabbia, e c'è chi lo considera
un beota pieno di sé che abbindola i
ragazzini con frasi ridondanti e retoriche.
Una questione personale, "di gusti", non
possiamo criticare né l'una né l'altra
fazione, perché non c'è un bello o un brutto
oggettivo, in letteratura; al massimo si parla
di rilevanza storica e letteraria di un
14
Il Resto dell’Ernesto
autore o un'opera. Proviamo dunque a
definire il suo stile, in modo tale da poterlo
giudicare per quello che è. Credo che esista
una parola abbastanza calzante sarebbe:
impressionismo. Citiamo dall'enciclopedia
Treccani: "Per estensione del significato
pittorico, (in letteratura è) una
rappresentazione del reale o di stati d'animo
ottenuta mediante notazioni rapide, vivaci,
di un gusto accentuatamente visivo, e anche
sintatticamente sciolte, quasi staccate." È
in questo che si declina lo stile e il pensiero
di questo scrittore, che non ambisce alla
creazione di strutture sintattiche che siano
universalmente sensate, se estrapolate dal
contesto;come un pittore lavora sul piano
visivo, e con pennellate di parole riesce a
ritrarre l'anima delle sue storie. Le storie,
ecco, possiamo parlare di quelle. Perché
quelle che narra Baricco hanno trame
inverosimili, quasi assurde, ma non ancora
surreali, e stanno così, sospese, non per
arrivare da qualche parte, ma solo per
esistere in se stesse. Questo certo si potrebbe
definire come uno scrivere sconclusionato,
ma come abbiamo detto all'inizio dipende
solo dal gusto di chi queste parole le
leggerà. Prendiamo Novecento, libro da cui
è stato tratto il celebre film di Tornatore
"La leggenda del pianista sull'oceano": la
storia descritta è incredibile, e difficilmente
verosimile, eppure sfido chiunque a leggerlo
senza emozionarsi, senza sentire nelle
orecchie la musica del pianista, o le onde che
si infrangono contro la nave, sfido chiunque
a leggere il monologo finale e a seguirla
senza immaginare la scena narrata da Danny
Boodman T. D. Lemon Novecento, e senza
che gli spunti un mezzo sorriso, all'ultima
parola. O ancora Tre volte all'alba, che
racconta tre episodi composti dagli stessi
personaggi, presi in varie epoche temporali,
tutti legati tra loro, e che finiscono tutti con
il sorgere del sole.
Racconti fugaci ma incredibilmente
espressivi, come leggere pennellate, la cui
atmosfera rimane impressa per lungo tempo
15
IL PROCESSO
nella mente del lettore. Sì, perché lo stile
di Baricco non è apprezzabile da tutti. E
non vuole esserlo. Così per alcuni le sue
metafore possono essere incomprensibili,
per altri perfettamente azzeccate: questo
perché il suo è uno stile in movimento:
sempre sperimentale, sempre innovativo,
mai banale, e assolutamente personale.
È innegabile che Baricco sappia disegnare
molto bene, e le situazioni, i personaggi,
le atmosfere e ì colori dei suoi scritti sono
difficili da dimenticare. Ma sta anche alla
immaginazione di ognuno: non tutti hanno
la stessa fantasia che avevano da bambini, e
se magari con l'occhio della ragione alcune
espressioni possono mancare di senso,
dipingendole sulla tela dell'immaginazione
acquistano un significato speciale. Questo è
il punto di forza di Baricco: l'impatto delle
sue storie è indimenticabile.
Il Resto dell’Ernesto
A Cosa Pensi...?
A COSA PENSI..?
di Selene Conti, Caterina Bergonzo, Eva Gusmeroli e Davide laconanni
Per questo numero abbiamo deciso di dedicare il nostro sondaggio ai piccoli grandi quartini
entrati da poco nel vorticoso mondo parallelo del Cairoli. Abbiamo posto loro qualche
domanda, ed ecco qui le loro risposte!
COSA NE PENSI DELLA TUA NUOVA CLASSE?
Michel, Toro: Mi trovo bene, sono tutti simpatici.
Emanuele, Scorpione: Così così.
Martina, Toro: Benissimo: sono simpatici, bravi, belli
Gianmarco, Gemelli: E' una buona classe e mi piace 'sta scuola
Davide, Sagittario: Abbastanza unita
Natalia, Leone: Carina, a parte *Tizio*e *Caio*
Giulia, Acquario: Classe...Diciamo che è divisa in 2 parti, alcuni elementi buoni e altri...
Tommaso, Acquario: Che è un bell'ambiente
Jacopo, Vergine: Posso non rispondere? I miei compagni di classe sono qualcosa come il 6 di
pietà.
Giacomo, Vergine: è una classe bella, ma certi miei compagni sono un po' bambini
Chiara, Scorpione: Molto bella e unita, si sono creati un po' di gruppi, ma non rigidi.
Alice, Gemelli: Mi piace i compagni sono simpatici e i prof ...anche…
COSA NE PENSI DELLE NUOVE MATERIE?
Michel, Toro: Sono belle, non molto difficili, mi piace il latino.
Matteo, Capricorno: Mah, se fossero meno nuove sarebbe meglio
Laura, Bilancia: Impegnative ma ci stanno
Dajana, Sagittario: Non mi piacciono molto
Jessica, Sagittario: Latino si, greco no
Samuele, Toro: Interessanti.
Davide, Sagittario: Sono abbastanza semplici ma bisogna studiare
Natalia, Leone: Greco è difficilissimo, le altre no.
Jacopo, Ariete: Amo alla follia il greco!*unendo le mani, con gli occhi a stellina*
Giacomo,Vergine: Me le aspettavo meno difficili, ma mi hanno detto che al liceo cambierà.
Chiara, Scorpione: Sono abbastanza difficili, devi studiare subito e molto greco e latino.
Selvaggia, Leone: Diciamo che ci provo.
COSA HAI PENSATO DEI RAGAZZI Più GRANDI ALL'ASSEMBLEA?
Michel,Toro: Non si capiva niente per colpa del microfono.
Martina, Toro: Quando si sono scannati è stato molto divertente.
Matteo, Capricorno: Erano patetici
Natalia, Leone: Sono bravissimi.
Tommaso, Acquario: Inizialmente che erano pazzi a gridarsi contro in un'assemblea d'istituto
della scuola (e poi? ._.)
Giacomo,Vergine: Non li ho mai visti in vita mia, cosa posso dire? Alcuni hanno delle idee
buone.
Nicolò, Pesci: Si impegnavano per fare ciò in cui credevano.
Caterina, Bilancia: Hanno una buona capacità di esprimersi
Chiara, Scorpione: Sono dei ragazzi bravi però dovevano organizzare meglio il discorso
Selvaggia, Leone: Non lo so perché stavo usando Internet
Jacopo, Ariete: Non tutte le ciambelle escono col buco.
16
Il Resto dell’Ernesto
La Libreria dell’Ernesto
LA LIBRERIA DELL’ERNESTO
PER QUESTO MI CHIAMO GIOVANNI - LUIGI GARLANDO
di Gaia Marchetti
Autore di questo libro è Luigi Garlando, un
giornalista della "Gazzetta dello Sport", che da
qualche anno scrive con grande successo libri per
ragazzi.
"Per questo mi chiamo Giovanni" è un libro che narra
la storia di Giovanni Falcone, il giudice palermitano
che ha dedicato tutta la sua vita a contrastare la mafia
e che fu ucciso il 23 maggio 1992. Questa storia è
raccontata in modo semplice e avvincente perché
narrata attraverso le parole di un padre, che in
occasione del 10° compleanno di suo figlio Giovanni,
nato il 23 maggio 1992 vuole spiegargli l'origine
del suo nome è il perché dei piedi bruciati nel suo
peluche preferito. In questo libro il lettore viene
costantemente intrattenuto da coinvolgenti aneddoti
che spiegano i sistemi usati dalla mafia per uccidere
le persone che non obbedivano ai loro ordini e alle
loro leggi, e per guadagnare soldi illeciti. Solo alla
fine saranno tutti i dubbi sul nome del bambino e sul
suo peluche. Come si concluderà la storia?
SPINGENDO LA NOTTE UN PO' PlU' IN LA' - MARIO CALABRESI
di Camilla Simonelli
17 Gennaio 1972, ore 9.15: Mario, due anni, saluta per l'ultima volta suo padre Luigi Calabresi,
commissario di Polizia di Milano. Ucciso mentre apriva la portiera della sua Cinquecento blu,
da degli esponenti di Lotta Continua, per vendicare la morte/suicidio dell'anarchico Giuseppe
Pinelli, avvenuta durante un interrogatorio a cui, come fu poi dimostrato, Calabresi non era
nemmeno presente.
La morte di Pinelli dà inizio al racconto della vita dell'autore, che descrive l'attentato al padre
come un fatto previsto, quasi atteso, da quando apparvero i primi "Calabresi assassino" sui
muri della città.
Mario Calabresi, oggi affermato giornalista, direttore de "La Stampa", non descrive la sua
infanzia in modo tragico, anzi evidenzia come sua madre Gemma (rimasta vedova a 25 anni,
due bimbi piccoli e il terzo in arrivo) abbia cercato di far vivere lui e i suoi fratelli minori Paolo
e Luigi senza odio né rancori. Con grande tenerezza e riconoscenza dipinge anche la figura
di Tonino, l'uomo che, dopo la disgrazia, gli ha fatto da padre e a cui è ispirato il titolo del
libro. Oltre alla sua, racconta la storia dei familiari di altre vittime dei lunghi anni di piombo,
dall'uccisione di Antonio Custra a quella di Marco Biagi, e di quanto questi anni abbiano
pesato sul suo presente e sul dibattito politico degli ultimi decenni.
17
Il Resto dell’Ernesto
La Libreria dell’Ernesto
Spiega infatti che le riforme per tutelare le famiglie
delle vittime del terrorismo in realtà non sono mai state
completamente messe in atto. Scrive nomi e cognomi di
coloro che facevano parte delle Brigate Rosse e che ora,
vantando il diritto di avere una seconda possibilità, sono sulla
scena politica attuale.
Ma come scrisse Corrado Augias in una lettera riportata nel
libro: "Passati alcuni anni in carcere, i brigatisti coinvolti
allora in fatti di sangue tornano in libertà. Sul cedolino di
rilascio credo ci sia scritto "fine pena". La pena di coloro ai
quali è stato ucciso un marito o un fratello non credo che sia
mai finita e in ogni caso non è certificabile con un timbro su
un pezzo di carta".
Anche se non interessati alle vicende politiche italiane,
consiglio la lettura di questo libro: ne vale la pena, fosse solo
per ammirare quest'uomo e la sua famiglia che, pur avendo i più fondati motivi per vivere nella
rabbia e nel desiderio di vendetta, sono invece liberi da odio e rancore.
L'ULTIMA ALBA DI GUERRA - PAUL DOWNSWELL
di Chiara Zardus e Sara Cassani
Sono passati ormai 95 anni dalla fine della Grande Guerra,
eppure se ne continua a parlare, se ne continuano a studiare
le dinamiche e il suo svolgimento.
Perché un fatto così brutale continua a darci tanti pensieri?
Ha coinvolto il mondo intero e lo ha sconvolto totalmente,
ma dietro ad un fatto così tragico vi sono anche degli
episodi di amicizia e unione, anche tra soldati appartenenti
a diversi schieramenti.
In questo breve romanzo per ragazzi Paul Dowswell mette
in luce, in modo chiaro e diretto, gli avvenimenti che hanno
coinvolto, per quattro lunghi anni, le prime linee degli
eserciti che si sono scontrati durante la Grande Guerra, il
conflitto più sanguinoso e disastroso mai avvenuto fino ad
allora. Il racconto si svolge all'epoca della Prima Guerra
Mondiale, più precisamente durante l'ultima mattinata del
conflitto, nella quale persero la vita circa tremila uomini,
e parla di tre giovani soldati (Will e Axel di 16 e Eddie
di 19 anni), di come il oro destini si intrecciano e come,
nonostante il clima teso, la solidarietà umana riesca a vincere. Con questo libro l'autore
vuole soprattutto dimostrare l'assurdità di una guerra combattuta da ragazzi simili, ma dalle
uniformi differenti.
A noi questo libro è piaciuto molto perché ci ha fatto riflettere, e se anche a voi piacciono
i romanzi storici e volete occupare il vostro tempo libero con una lettura non troppo
impegnativa, ma nemmeno frivola, questo è il libro per voi!
18
Il Resto dell’Ernesto
Nuovo Cinema Cairoli
Nuovo Cinema Cairoli
GIOVANI RIBELLI - KILL YOUR DARLINGS
di Giulia Calvi
«Aiuteremo a modificare le leggi che governavano i cosiddetti paesi civili di oggi: leggi
che hanno coperto la Terra di polizia segreta, campi di concentramento, oppressione,
schiavitù, guerra, morte»
(Allen Ginsberg)
La Beat Generation fu un movimento
artistico, poetico e letterario nato in
America nei primi anni del dopoguerra
(1950 circa). La Beat Generation puntava
ad un'innovazione stilistica della scrittura
rifiutando le regole, la metrica e il
perbenismo di quelli scrittori che la società
del tempo idolatrava.
Per quanto riguarda l'applicazione di
questa 'visione' nella società, al centro della
cultura Beat c'era il rifiuto delle regole, la
sperimentazione di droghe di ogni genere, la
ricerca di un genere di sessualità alternativa,
la rappresentazione esplicita della condizione
umana fine a se stessa, espressa in modo
crudo e diretto.
Questo fu principalmente un movimento
giovanile, i cui principali esponenti furono
jack Kerouac, Allen Ginsberg, William
Burroughs e Norman Mailer. Si può
riconoscere nella figura di Henri Miller, da
cui viene notevolmente influenzato anche
Charles Bukowski, il quale non si considera
però parte del movimento, quella del
principale precursore della Beat Generation.
«La Beat Generation è un gruppo di bambini all'angolo della strada
che parlano della fine del mondo»
(Jack Kerouac)
Giovani Ribelli - Kill Your Darllngs è un
film di John Krokidas.
Protagonista un Daniel Radcliffe, ormai
completamente uscito dall'immagine del
maghetto di Harry Potter, che interpreta
il poeta americano Allen Ginsberg nel bel
mezzo della sua giovinezza.
Entrato alla Columbia University con una
borsa di studio, fa la conoscenza con Lucien
19
Carr, un diavolo biondo e dagli occhi
azzurri interpretato da Dane Dehann,
che lo introduce in questo nuovo mondo
anticonformista, in lotta con le rigide
disposizioni accademiche che vigono anche
al di fuori della Columbia.
Allen fa la conoscenza di un gruppo
bohémien di giovani scrittori le cui vite
vanno alla deriva tra sesso, alcolismo,
Il Resto dell’Ernesto
Nuovo Cinema Cairoli
droghe, gelosie e un sogno: quello di essere
diversi.
Si incontrano qui le vite di quelli che
diventeranno poi imaggiori esponenti del
movimento Beat: Kerouac, Burroughs e lo
stesso Ginsberg.
Lou, o Lucien, è quello che tiene insieme
questi pezzi di anime alla deriva. Quello
che di talento non ne aveva troppo, ma che
aveva abbastanza fantasmi nello sguardo
da tormentare anche tutti gli altri.
Sempre sul confine tra sogno e realtà,
tra creatività e trasgressione, il gruppo si
ritroverà ad affrontare qualcosa di dawero
troppo grande, e che liporterà a scegliere.
Uniti sempre dall'amore per l'inchiostro,
per le parole che scorrono senza poterle mai
fermare, parole di giovani che scriveranno la
storia di questo movimento: Sulla Strada, Il
Pasto Nudo, Howl and Other Poems.
L'unico a rimanere indietro è Lou.
CHI HA PAURA DI VIRGINIA WOOLF?
WHO'S AFRAID OF VIRGINIA WOOLF?
di Giorgia Colucci
Rieccoci ad un nuovo appuntamento con
il nostro amato "Old Hollywood". Questa
volta siamo negli anni 60', gli anni del
cambiamento, delle minigonne e della
grande musica, e precisamente nel 1965,
nel mondo riecheggiano ancora i fuochi
dello scandale, la celeberrima storia
d'amore adultera tra Elizabeth Taylor, la
diva dagli occhi viola, e il gallese Richard
Burton. Nonostante la mitica coppia sia
ormai sposata da un anno, il pubblico
avido di scandali continua a seguirla in
ogni suo spostamento, così come i flash
dei paparazzi, e nonostante il modello di
donna sia ormai cambiato, la trentaduenne
Elizabeth Taylor,"Liz", continua a imporsi
come ideale di bellezza. È perciò una
sorpresa, almeno per il pubblico della
vecchia guardia, cresciuto con classici come
"Torna a casa Lessie" e "La gatta sul tetto che
scotta", quando nel 1966 approda nelle sale
l'abrasivo dramma di Edward Albee: "Chi
ha paura di Virginia Woolf?" per la regia di
Mike Nicholas.
Tratto da una caustica opera teatrale, già
portata in scena senza particolare successo
a Brodway, "Chi ha pau ra di Virginia
Woolf?" punta i riflettori nel matrimonio
ormai privo di senso di una coppia di
mezz'età, lui, George, un professore
universitario fallito, lei, Martha, megera
spietata che abbindola due poveri ospiti
20
Il Resto dell’Ernesto
servendosene per umiliare il paziente
marito.
In una serata di tumultuose bevute e
furiose liti, Burton e Taylor ci catapultano
brutalmente fuori dall'idillio Hollywoodiano
di "Lìz&Dick", (anche se non totalmente,
infatti i due attori erano noti per le loro
liti furibonde e passionali). Elizabeth
appare visibilmente segnata dall'età e
dalla scontentezza, le rughe accentuate
e i neri capelli lucenti coperti dal manto
grigio di una parrucca e della regina del
Nilo, solamente lo sguardo ardente. Anche
Richard è invecchiato, la sua virilità, valsagli
il titolo di Don Giovanni Gallese, si perde
nell'aspetto compito e imbalsamato di
disilluso professore di storia.
L'atmosfera cupa è incrementata dall'effetto
bianco e nero, i dialoghi ignominiosi e le
allusioni dai toni un po' spinti (infatti il film
rischiò quasi di essere vietato ai minori di 18
anni) si intersecano in maniera indissolubile
all'ingenua incredulità dei due ospiti, dando
vita ad un miscuglio geniale, dietro al quale
si cela la straziante ricerca di una sorta di
equilibrio, di un senso in quella vita pazza
e suicida rievocata dal tormentone del
film, il gioco di parole tra Virginia Woolf
e Big Bad Wolf, il lupo cattivo presente
nell'esistenza di George e Maltha, come in
quella di chiunque, in maniera più o meno
accentuata.
Quello che si dipana attraverso tutto il film
è un messaggio di disperazione e coraggio,
quel coraggio di accettare la realtà ed
affrontarla apertamente, capace di regalare al
contempo lacrime e perfino qualche risata.
Reso indimenticabile dalle interpretazioni
magistrali dei quattro attori protagonisti
(4 nomination all'Oscar e una vittoria
per Elizabeth Taylor) e dalla regia di
Mike Nicholas (altra nomination al
sommo premio cinematografico), ricca di
azzeccatissimi primi piani che accrescono
la valenza tragicomica della storia, questo
21
Nuovo Cinema Cairoli
film si rivela, ora come nel '66, un'opera a
cui vale la pena dedicare un po' di tempo, se
non altro per ammirare la coppia più celebre
di tutti i tempi ai suoi apici recitativi.
In conclusione, se avete voglia di calarvi in
una realtà diversa, eppure in qualche modo
abbastanza vicina, se desiderate fronteggiare
insieme ai nostri due eroi la "Virginia Woolf '
che si nasconde dentro di voi... "Chi ha
paura di Virginia Woolf?'!
Il Resto dell’Ernesto
Musica
MIXTURE OF MUSIC
a cura di Sbaron Battaglia e Marco Gallo
Nel lontano 1215, il sovrano inglese
Giovanni Senzaterra fu costretto a rilasciare
un documento giuridico che sanciva in
forma definitiva e ufficiale la divisione del
potere fra la Corona e la nobiltà feudale: "A
nessuno venderemo, a nessuno negheremo o
differiremo il diritto o la giustizia".
M C
H G
Questo insieme di norme scritte, capostipite
dell'odierna costituzione inglese, prese il
nome di "Magna Charta Libertatum", e
per tutto il mese di luglio è stato possibile
osservarne uno dei quattro codici più
antichi in un'esposizione alla Salisbury
Cathedral Chapter House, affiancato
dall'artwork dell'ultimo album dell'(hip)
popstar Jay Z Magna Charta Holy Grail.
Sì, '(hip)popstar' è oggi iltermine più
appropriato con cui riferirsi ad un Mr.
Shawn Carter (livero nome di Jay Z) che
in questo disco mostra di aver ormai
definitivamente concluso il suo percorso di
ascesa alle più elevate vette del mainstream:
all'interno di Magna Charta, ogni aspetto
è indistintamente scannerizzato attraverso
l'occhio vigile, freddo e scrutinatore di
Hova, a partire dalla pubblicazione (ancor
prima dell'uscita in copia fisica l'album
aveva già ottenuto il disco di platino,
grazie ad un fortuito accordo con Samsung
che ha permesso all'artista di intascare
5 milioni di dollari tramite l'esclusivo
release di un milione di copie digitali ai
possessori di smartphone e tablet) fino a
giungere alla scelta delle collaborazioni
e dei featuring (artisti del calibro di Rick
Ross, Justin Timberlake. NAS, Frank Ocean,
Pharrel Williams, Tìmbaland e la moglie
Beyonce). Tuttavia, una volta accettato il
carattere definitivamente commerciale di
questo album, è d'obbligo apprezzarne i
molteplici pregi: non sempre 'commerciale'
è sinonimo di 'scadente'. Sin dal primo
ascolto, si configura come un disco in
cui il vecchio stile gangsta di Reasonable
Doubt e di Vol. 2... Hard Knock Life hanno
trovato il perfetto equilibrio con versi di
sapore pop e voci di ammaliante gusto
R'n'B, rimanendo però sulla stessa corsia
preferenziale statica intrapresa con la
trilogia dei The Blueprint. Un album dunque
ben bilanciato e che non lascia nulla al caso.
E', a questo punto, inevitabile il paragone
con Yeezus, sesto lavoro solista del gradasso,
eclettico, egocentrico, mitomane Kanye
West, il rapper di Atlanta istituzione e
ferma certezza dell'hip hop contemporaneo.
Con il suo ultimo lavoro estivo, West ha
preferito uno stile del tutto minimale, a
tratti industrial, graffiante e acido in ogni
sua sfaccettatura: lo stridore che genera nelle
vostre orecchie, una volta messo in play, non
è un'impressione, fidatevi. Le possibilità di
scelta sono due: Yeezus o lo odi, o lo ami.
Senza dubbio, chi preferisce una produzione
sempre nuova e diversificata, che tocca
cime mai intraviste prima e sfiora livelli
musicalmente sempre più elevati, non
potrà che cadere ai piedi della maestosità
innovativa di questo disco. L'ultimo disco
del musicista americano trova proprio nel
dato compositivo i suoi molteplici punti di
forza, capaci di rendere
22
Il Resto dell’Ernesto
ogni ascolto un'esperienza unica e migliore
della precedente. Dall'altro lato della
medaglia, però, chi si cura maggiormente
dell'espressività dei testi, dell'emotività
delle parole e del contesto in cui esse sono
inserite, rimarrà sicuramente deluso e non
appagato. I testi, infatti sono il vero e unico
tallone d'Achille di Yeezus: folli, a tratti
deliranti ("I am a God/ so hurry up with
my damn massage"), spesso fortemente
decontestualizzati e applicati a tematiche
con cui nulla hanno a che fare (esempio
calzante "Blood on the leaves"). Cosa dire di
più? Un album, si può dire, con alti molto
elevati e bassi molto profondi, brutalmente
soggetto ai differenti gusti di ogni persona.
Però non ditelo a Kanye West o saranno guai
seri!
Infine, riallacciandoci alla hit "Black
Skinhead", di cui insieme a Daft Punk, Mike
Dean e Brodlnski ne è produttore, passiamo
ora al disc jokey francese Mike Lévy, aka
Gesaffelstein, e al suo album ufficiale di
debutto Aleph, datato 28 ottobre 2013. C'è
chi definisce questo disco “paranoide e
paranoico” e di sicuro non ha tutti i torti.
Come in un composto in cui avviene una
ricercata reazione chimica, tenuta sotto
controllo grazie al perfetto bilanciamento
degli elementi dai quali è composta, così
Gesaffelstein riesce a sfornare un fìrst release
in cui industrial synth, elcctro darkwave,
techno e musica da main room si fondono
e combaciano dando vita ad un tripudio di
colori e sfumature. Sfumature racchiuse in
una scala cromatica tendente dal bianco al
nero.
Le capacità e la bravura di Lévy fanno paura
e, al contempo, mettono letteralmente paura;
Aleph è la prima lettera dell'alfabeto ebraico,
permeata, secondo la tradizione cabbalistica,
di un insito potere mistico e spirituale,
il quale sembra indefinitiva trasmettere
23
Musica
a questo album il suo potere filosofico
trascendente.
Per finire, cambiando completamente genere
musicale e stile, una notizia artistica molto
interessante. Perchè non combinare due
delle più dolci arti esistenti, cioè cinema e
musica? Lana Del Rey, il cui primo disco
"Born To Die" del 2012 ha riscosso grande
successo, sta per accontentarci, presentando
un cortometraggio in titolato "TROPICO".
Esso sarà disponibile su VEVO a partire dal
5 dicembre. Secondo le informazioni che
è possibile reperire dal Web, questo breve
film conterrà parte dei successi della giovane
cantante, come "Body Electric", "Gods and
Monsters" e "Bel Air". Le sue stesse canzoni
diveranno dunque la colonna sonora per
una trama particolare: il ruolo interpretato
dalla stessa Lana Del Rey è quello di Eva, di
cui illustrerà la parabola, dalla permanenza
nel Giardino dell'Eden alle azioni
peccaminose in una moderna Los Angeles.
Per la realizzazione di questo piccolo film
Lana Del Rey ha collaborato con la modella
Shaun Ross, ed esso è stato prodotto da
Rick Rubin e diretto da Anthony Mandler
(già collaboratore di artisti come Rihanna).
Ma allora, per concludere, questo
"TROPICO" sarà l'inizio di un diverso
modo di operare di Lana Del Rey o la fine
grandiosa della sua carriera?
Il Resto dell’Ernesto
Musica
SUNDAY MORNING
di Mauro Mazzucchi
Forse perché con le sue canzoni ci sono
cresciuto, cantate da mio padre per farmi
addormentare, forse perché l'ho sempre
ritenuto un artista a sé, senza paragoni,
forse per Trainspotting, chissà, ma la notizia
della sua morte mi ha colpito come se al suo
posto ci fosse stato un mio caro, addirittura
avevo la convinzione, ovviamente infondata,
di "conoscerlo" davvero.
Ora, in questo articolo, un puro elenco delle
opere non renderebbe onore alla memoria
di uno degli ultimi geni del secolo scorso,
dunque credo sia più interessante andare
ad osservare il suo impatto, le innovazioni
che ha portato nella scena musicale e la sua
figura.
Un personaggio
cosi eccentrico, così
capace di evolversi
senza perdere
di originalità e
innovazione, forse
solo David Bowie è
paragonabile a lui
sotto questo aspetto.
Questo è Lewis Allan
Reed. Un ribelle,
un provocatore,
uno spirito libero. Pur avendo ricevuto un
educazione borghese anche musicalmente,
si allontana dallo studio del pianoforte
classico, lui è fatto per il rock 'n' roll; cosi
il giovane Lou scopre il doo-wop, il blues e
impara a strimpellare le sei corde.In questo
periodo va contro la famiglia, la scuola e
l'educazione dell'epoca e dell'ambiente.
Atteggiamenti effeminati, abbattimento
del tabù dell'omosessualità e l'adesione alla
"musica del diavolo" sono sufficienti motivi
per i suoi genitori per portarlo a curare
da uno psichiatra, che gli somministra
numerosi elettroshock, tristemente di
moda allora. Come lui stesso dirà, questo
periodo segna uno spartiacque nella sua
vita. Dirà che da allora la sua personalità
si è frantumata in centinaia di altre, tutte
diverse e tutte a sua disposizione. Incontra
il grande John Cale e con lui fonda i
Velvet Underground, per molti anni un
vero e proprio fiasco commerciale, ma di
un'importanza inestimabile per l'influenza
che hanno avuto sulla storia della musica.
Lessi qualche tempo fa una frase che
esprimeva in pieno ciò e che mi colpì
molto, diceva più o
meno così: "il primo
disco dei Velvet fu
comprato solo da
10.000 persone, ma
ognuna di queste
fondò una band".
I testi di questo primo
lavoro, il famoso
disco con la banana
in copertina, con la
collaborazione di
Nico, parlano di drogati, della strada, di
viaggiatori, tutti soggetti molto affascinanti,
che testimoniano l'avvicinamento di Lou
Reed alla cultura "beat" che imperversava
in quegli anni. I Velvet non venderanno
mai molto ma il loro patrimonio è davvero
incredibile.
Il secondo incontro davvero fondamentale
per la sua carriera è quello con il "re del
Glam" David Bowie. Reed dichiara
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Musica
Il Resto dell’Ernesto
pubblicamente la propria bisessualità,
cambia look, smalti neri e trucco giapponese
si impadroniscono di lui. Il cambiamento
è assolutamente positivo, dal momento
che nei successivi due anni, pubblica i suoi
migliori lavori da solista, Transformer
e Berlin. Insieme a Bowie e a Iggy Pop
formerà il trio delle meraviglie a cavallo tra
gli anni '70 e '80.
Successivamente la sua carriera inizierà una
fase discendente, non senza qualche colpo
di genio, normale per uno come lui. E' stato
un rocker duro e puro, ha avuto la fase
glam, ha scritto poesie, ha conosciuto tutte
le maggiori personalità musicali, artistiche
e culturali del suo tempo. In questo sta la
sua grandezza, nella sua poliedricità, nella
sua versatilità, nella sua originalità. Fino a
domenica 27 ottobre 2013.
Degna di nota è la lettera scritta dopo la
morte dalla sua grande amica e artista Patti
Smìth, che è davvero sincera e genuina, e
lascia trasparire il bene che gli voleva. Ne
trascrivo uno stralcio: “Prima di andare a
dormire, ho fatto una ricerca: volevo capire
perché avevo la sensazione che quella data - il
27 ottobre -fosse significativa. Ho scoperto
che è il compleanno di Dylan Thomas e di
Sylvia Plath. Lou, ha scelto il giorno giusto
per salpare: il giorno dei poeti, una domenica
mattina, il mondo alle spalle.”
Così, ironia della sorte, in una "Sunday
Morning" Lou Reed ci ha lasciato, unendosi
ai poeti che lo ispiravano. Ma attenzione,
ci ha lasciato solo fisicamente, lui vive in
chi ha saputo apprezzarlo, e sarà sempre
quello spirito intangibile ma presente
che continuerà ad ispirare generazioni e
generazioni di musicisti.
IL RITORNO DEI CANI
di Giorgio Farace
Il 10 ottobre a Milano, pioveva forte
e suonavano gli Editors.
Erano all'Alcatraz, e fuori dai
cancelli sono comparsi dei volantini
con un link ad un video di YouTube
e la scritta "I Cani''. Nient'altro, ma
qualche volantino zuppo di pioggia
è bastato a far parlar più della band
romana che del concerto degli
Editors - ma questo è perché gli
Editors non li conosce nessuno.
Il video è quello di Non c'è niente
di twee, traccia della one-man band
di Niccolò Contessa che arriva a sorpresa dopo i due anni di pausa, interrotta solo dall'EP in
collaborazione coi Gazebo Penguins, in seguito al sorprendente album d'esordio dei Cani, che
io scrivo così ma è il titolo vero.
Il pezzo è bello e ricorda molto il sorprendente album di cui sopra, sia per le sonorità un po'
ingenue che per i rimandi a Roma, nonché per il tono ironico e tagliente.
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Il Resto dell’Ernesto
Musica
Il singolo è accompagnato dall'annuncio del nuovo album Glamour, che esce il 22 ottobre in
formato digitale (pubblicato anche in streaming integrale sul canale YouTube della band) e il
29 in vinile e CD.
Anche l'album è bello, anche se all'inizio (come ogni nuovo disco) mi aveva fatto un po'
storcere il naso. Questo perché è tutto diverso: le basi non sono più un brusio indistinto e non
si parla più solo dei quartieri più in di Roma Nord: mentre prima l'unico argomento era ciò
che Niccolò vedeva, ora si parla di ciò che Niccolò è. Le critiche negative non sono mancate
(ma ci avevamo fatto l'abitudine), perché in effetti I Cani senza il sarcasmo e senza il brusio per
molti hanno perso ciò che aveva reso il sorprendente album d'esordio, appunto, sorprendente;
ma un album bello è bello a prescindere di chi lo produce (eccezion fatta per Vasco Brondi, che
lui di dischi belli non ne farà mai). E dunque in Glamour troviamo canzoni più introspettive,
meno taglienti e più commoventi, in cui spiccano brani come Corso Trieste, in cui riaffiorano i
ricordi di un Niccolò quindicenne "con la "faccia da c**** dei pischelli che ora vedo in giro, da
vero duro con problemi seri" e Come Vera Nabokov, la richiesta disperata di un ragazzo fragile
e sincero, nonché citazioni a Piero Manzoni (quello delle feci in lattina) in Vita di un artista
e ad altri gruppi fin troppo Indie come in FBYC s f o r t u n a e Vita di un impiegato. Non
mancano neanche citazioni a cantautori
come Max Gazzè o Franco Battiato (nella
simpatica San Lorenzo), a segnare il
definitivo percorso di maturazione percorso
da Contessa negli ultimi anni.
"Glamour" è insomma un album bello e
struggente, probabilmente non di impatto
come il primo disco, ma sicuramente più
curato e segno di un autore più maturo.
Tuttavia I Cani non hanno perso il potere di
divertire e, soprattutto, di entrare nella testa
degli ascoltatori con le loro melodie un po'
ingenue e non uscire più. Il 12 dicembre
suonano a Milano. Non mancate.
CONSIGLI PER TROVARE UN NUOVO SOUND
di Caterina Pesetti
Ecco un consiglio; date una sbirciata al repertorio dei Florence & the Machine.
Si tratta di una rock band britannica ancora poco apprezzata nel nostro Paese, il cui nome
deriva dall'unione di quello della cantante solista, Florence Welch, e da quello della band che
l'accompagna, i Machine. Dal 2008 fanno sognare milioni di fan con la loro musica, un genere
rock che sfuma nel soul, ispirato a temi profondi come il fascino del proibito, la corruzione
dell'anima, la gioia di vivere, l'Inferno, il Paradiso. La madre di Florence, Evelyn Welch,
insegna storia rinascimentale all'Università: ciò ha permesso alla cantante di ispirarsi a
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Il Resto dell’Ernesto
Musica
questo periodo, a quadri o a poesie quattrocentesche, per comporre alcuni dei suoi pezzi
migliori. Tuttavia è stato suo padre, Nicbolas, ad "educarla al Rock 'n Roll" - parole testuali
di quest'ultimo. Sebbene sia riuscita a sfondare solo nel 2008, è dalla tenera età che Florence
aspira alla carriera musicale: più volte venne messa in punizione a scuola per schiamazzi (la
giovane promessa, infatti, cantava a squarciagola per i corridoi durante lo svolgimento delle
lezioni). Ashok fu la prima band ad accoglierla, un gruppo alternative hip hop-blues che ebbe
vita breve: un solo album di inediti. Al tempo, Florence faceva inoltre parte del duo Team
Perfect con Devontè Hynes, che riproduceva essenzialmente cover di band pop-punk e rock
come Blink-182 e Green Day, in seguito nascerà una band indie costituita solo da Florence
Welch ed Isabella Summers, chiamata Florence Robot & Isa Machine, dalla quale derivò il
gruppo odierno, coordinato da Mairead Nash, altra cantante britannica. Questa, decise di
dirigerlo quando, in un Night Club, una poco sobria Florence la trascinò nella toilet e le cantò
la canzone Something's Got a Hold
On Me di Etta James. ll carattere
un po' eccentrico di Florence, la
sua vena malinconica e il gusto
leggermente macabro, influenzano
ogni nota dei suoi spartiti, con
un risultato per niente spiacevole:
il suo stile è stato definito dark,
robusto e drammatico. Venne
spesso paragonata ad altre artiste
femminili come Kate Bush, PJ
Harvey, Patti Smith. Ma è a Grace
Slick a cui la solista si ispira in
realtà, descrivendola come una
vera epropria eroina.
Il primo album della band Lungs, riscosse molto successo in Inghilterra e successivamente
negli States, e già con esso i Florence & The Machine acquisirono un cospicuo numero di fan.
Lungs si ritrovò al primo posto nelle classifiche più ambite del mondo e debuttò con la canzone
Kiss whit a first, colonna sonora del film Wild Child. L'ultimo singolo estratto dal disco fu
Cosmic love, usata anch'essa come colonna sonora, in molte serie tv come Grey's Anathomy,
The Vampire Diaries, My life as liz. Inoltre, nel 2010 venne confermata la creazione del brano
gotic-rock Heavy in your arms, bonus track del terzo episodio della saga di Twlight, "un brano
drammatico e romantico di impronta dark-rock", queste le parole della cantante. Vista la fama
riscossa da Lungs, la band debuttò con un secondo CD, Cerimonials, dal quale provengono
successi come Shake it out, Spectrum e Over the love, colonna sonora del Grande Gatsby.
Ma la loro canzone più apprezzata è sicuramente Never let me Go, che vi consiglio di ascoltare
per farvi un'idea del sound che caratterizza la band.
E adesso che sapete qualcosa in più su questo fantastico gruppo, avrete sicuramente una buona
alternativa d'ascolto!
"Sometimes I find that music is so much more attractive than love. I don't know...It's like some
kind of euphoria, that love can't bring to you."
Florence Welch
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Il Resto dell’Ernesto
Usi E Costumi
USI E COSTUMI
di Clarissa Ratti
Un altro mese è passato: lentamente per alcuni, velocemente per
coloro che iniziano ad avvertire l'incombenza della maturità. Il
trascorrere del tempo implica l'inevitabile cambiamento della
temperatura e con esso la variazione del nostro abbigliamento. In
questo articolo sono obbligata a prendere di mira anche i maschi e
più specificatamente quelli che hanno dichiarato guerra al freddo,
nel vero senso della parola! Questi ultimi hanno risposto con
fervore all'invito dello zio Sam e pertanto vagano guardinghi per la
nostra città: sempre in agguato, per paura che un Viet Cong assalga
loro sbucando inaspettatamente da un cespuglio. I pantaloni
mimetici potrebbero salvare loro la vita nel caso in cui lo scontro
avvenisse in una boscaglia e le piastrine che saldamente tengono al
collo farebbero risparmiare alla Croce Rossa istanti cruciali per una
trasfusione.
La moda si sa, come qualsiasi altra forma di creatività, è di difficile comprensione quando
precorre troppo i tempi. Nel caso del nostro liceo sono convinta che alcune ragazze, più che
precorrere i tempi, abbiano involontariamente sbagliato festività travestendosi da coniglietti
pasquali piuttosto che da Babbi Natale. Infatti amano legarsi un "fazzoletto di stoffa", dalla
dubbia fantasia in testa, per fare in modo che funga da fascia per capelli. Tale atto di per sé non
avrebbe nulla di comico se il nodo non venisse fatto appena sopra la fronte facendo in modo che
i due lembi assumano le sembianze di due piccole, tenere orecchiette.
Per quest'inverno infine dai grandi stilisti è stata proposta la moda dei colori pastello, ma
sfortunatamente nel nostro edificio scolastico è stata recepi a come moda A pastello! Le persone
hanno iniziato a vestirsi in modo sempre più monocromatico con magliette rosa, pantaloni
rosa, scarpe rosa, il tutto ravvivato da una cintura di una splendida tonalità di rosa.
Sembra infatti che siamo stati invasi da una
scatola di Caran d'Ache che sta lentamente
assumendo il potere.
Per concludere vorrei ringraziare i baldi
giovani che cosi valorosamente difendono
la nostra patria e le loro amate donzelle che
aggiungono una ed una sola nota di colore
alla loro vita.
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Focus
Il Resto dell’Ernesto
FOCUS
MARIA TAGLIONI: IL PRIMO SOGNO SULLE PUNTE
di Bea trice Merlo
Forse, chiedendovi quale sia stato il personaggio
a porre le basi della danza classica che possiamo
vedere ancora oggi, pensereste immediatamente
a qualche ballerino francese, magro, impettito e
con i tipici baffetti all'insù. In realtà, ful'italiana
Maria Taglioni la prima ballerina nell'intera storia
della danza ad indossare punte e tutù. Le punte
erano apparse già altre volte ai piedi di alcune
ballerine dell'Opéra di Parigi, ma solamente come
strumento di virtuosismo e non di espressione. Fu
infatti Maria ad utilizzarle per la prima volta come
parte imprescindibile di uno stile e di un modo di
ballare.
Nata a Stoccolma nel 1804, Maria era figlia di
Filippo Taglioni, ballerino italiano che aveva
debuttato a Pisa, a sua volta figlio di danzatori.
Facendo dunque parte di una "dinastia" di ballerini,
era inevitabile che Maria venisses pinta dal padre ad
intraprendere quella stessa carriera. Come per tutte
le ballerine, l'inizio non fu semplice: dopo essersi
trasferita a Parigi insieme al padre, quest'ultimo
cominciò ad infliggerle sessioni di prove durissime, costringendola ad allenarsi sei ore al
giorno. Agli occhi degli esterni questa potrebbe sembrare tirannia, ma agli occhi dei ballerini
questa non è altro che ricerca della perfezione, perfezione che Maria non tardò a raggiungere.
Le prove insistevano in particolare sui salti e sull'uso delle punte, strumento che ié padre stesso
impose a Maria di utilizzare. Ballando l'intera opera La Sylphide in punta all'Opéra di Parigi
nel 1832, Maria conquistò il pubblico, diventando così la prima grande ballerina romantica.
Durante quell'esibizione, l'innovazione non consistette soltanto nell'indossare le famigerate
scarpette, ma anche nella scelta di indossare il primo tutù in alternativa agli abiti più lunghi
e pesanti che ancora erano ampiamente utilizzati dai ballerini e nel portare per la prima
volta l'acconciatura a bandeaux, che da allora divenne tipica dei danzatori classici. Dopo un
matrimonio naufragato dopo appena tre anni,ancora inebriata dai trionfi parigini, Maria si
trasferì a San Pietroburgo, dove aveva ottenuto un contratto, per respirare la frizzante aria
russa ed assaporare l'essenza di novità, tra applausi ed ovazioni del suo pubblico, che essa
continuava a stupire. I suoi anni nella città russa furono colorati di applausi, frenesia, successo,
fatica, soddisfazione. Al termine del contratto, l'indiscussa regina del balletto romantico
ritornò in Occidente, portando avanti la sua collezione di successi. Ma purtroppo capita che
le donne, quando grandi ed importanti, vengano dimenticate dal mondo man mano che si
avvicinano alla vecchiaia. Se qualche riga sul volto degli uomini è associata alla saggezza o
considerata il racconto di una vita vissuta, sul viso delle donne quelle piccole pieghe sono
invece viste come sinonimo di un'incombente decadenza e del ricordo dei bei
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Focus
Il Resto dell’Ernesto
tempi ormai passati, specialmente nel mondo dello spettacolo. Fu cosi che, dopo anni di
fulgidi successi e cascate di applausi, Maria Taglioni mori in povertà e solitudine a Marsiglia,
dopo che, abbandonata la sua carriera, il padre aveva sperperato tutti i suoi beni, le ultime
gratificazioni del suo sogno realizzato. E quest'anno, in cui ricorrerà il 130° anniversario della
sua morte, spero che le ballerine del mondo si ricordino di questa donna straordinaria che ha
permesso loro di poter sognare fin da bambine dall'alto delle loro punte.
JENNIFER LAWRENCE
di Giulia Piredda
Jennifer è nata nel Kentucky nel 1990 da una famiglia mediamente benestante, ma è arrivata al
successo solamente grazie alle sue capacità e ad una buona dose di fortuna.
In America vengono indette spesso audizioni nelle varie scuole alla scoperta di nuovi volti per
il mondo dello spettacolo e il suo naturale talento, che mai, nè prima nè dopo il successo, fu
plasmato in qualche scuola di recitazione venne scoperto proprio così.
Dicono che la fama, il successo e i soldi plasmino il naturale carattere umano e trasformino le
persone in eccentrici personaggi, pieni di sè, sempre con uno specchio a portata di mano e la
truccatrice nel taschino.
Per Jennifer è diverso, la fama non ha intaccato la sua
personalìtà, sempre scoppiettante e dalla battuta pronta.
Racconta con finto rammarico le angherie subite da
piccola dai fratelli maggiori, i quali trovavano divertente
legarla, cospargerle la faccia di dolci e scatenare i loro
tre voraci bassotti.
Quelli che sembrano cambiati di più sono proprio loro,
infatti ora sono sempre pronti ad incoraggiarla con dei
piccoli "shottini" di vodka prima delle sfilate sul Red
Carpet o con veri e propri arsenali di frutta e verdura
per scacciare i paparazzi.
Durante le interviste al David Letterman Show emerge veramente tutta la genuinità di questa
ragazza. Non si trova lì per vendere il suo nuovo film, vantarsi di quanto sia brava, di quanti
soldi abbia o di come i fan caschino ai suoi piedi. Semplicemente racconta episodi della sua
nuova vita da star del cinema con lo stupore che si ha durante l'infanzia e l'ironia acquisita
negli anni.
La giovane attrice è stata spesso criticata, anche aspramente, per la sua forma fisica e invitata a
diminuire la dose quotidiana di cibo. Questo all'inizio le aveva causato dispiaceri e
insicurezze ma, subito dopo il primo successo, ha sempre avuto parole molto colorite per tutti
coloro che ancora osavano proporle una dieta.
Essendo una delle 100 donne più influenti al mondo e un'icona per molte ragazzine, questa sua
posizione è stata più volte citata durante le campagne contro l'anoressia.
E' vero, nulla di quello che ha fatto e di quello che è denota qualcosa di eccezionale (come
l'assistenza che ha prestato quest'estate ad una donna ferita fino all'arrivo dell'ambulanza), è
una persona semplice, ed è proprio per questo che ripongo in lei molte aspettative
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Il Resto dell’Ernesto
Il Vaso di Pandora
IL VASO DI PANDORA
di Matteo Sau
- Il bambù è protagonista di diversi miti nelle mitologie
appartenenti a religioni orientali: nel mito filippino della
creazione, l'uomo e la donna sarebbero nati liberandosi
da un germoglio di bambù. In Giappone, molto spesso
i monasteri shintoisti sono circondati da una foresta di
bambù, considerata una «barriera contro ilmale».
- A differenza di quanto si pensi, non sempre il tubetto di
un qualsiasi dentifricio "a strisce" ha dei compartimenti al
suo interno: infatti, in molti casi, l'alta viscosità dei diversi
composti rende impossibile il loro mescolamento, anche
sottoposti ad un'elevate pressione.
- Fred Flintstones, protagonista della celebre serie animata "I
Flintstones", pronuncia, come sua frase ricorrente, la battuta
'Wilma, dammi la clava!", a simboleggiare il tentativo di farsi
giustizia da solo. In realtà, nel doppiaggio originale, questa frase
non è mai pronunciata ed è una creazione del solo doppiaggio
italiano.
- Attualmente, la famiglia Simpson, protagonista della serie
omonima, possiede un gatto nero, di nome Palla di Neve V.
Il gatto è solo l'ultimo dei 5 felini avuti dai Simpson, di cui 2
morti ciascuno nell'episodio in cui è stato adottato. I primi
due vengono investiti, Palla di Neve III annega nell'acquario
del salotto, mentre Palla di Neve IV "Coltrane" si butta da una
finestra dopo aver sentito Lisa suonare il sassofono, senza però
essere capace di atterrare sulle zampe.
CONOSCENZE... A CONTATTO!
Rieccoci: 5 nomi, in ordine sparso, da riordinare secondo un
ordine logico. Ogni personaggio, cosa, animale, deve essere
legato per un motivo a quello successivo. Il primo e l'ultimo
sono nella posizione esatta.
Julia Child - Frank Sinatra - Meryl Streep - Bruce Willis - Hoboken
(Soluzione ull'indovinello del numero scorso: Francesco Cossiga - Enrico Berlinguer -Laura
Berlinguer - Luca Telese
- Il Fatto Quotidiano)
TANTI SALUTI DA ODISSEO DA ... VALLE
VINALES, CUBA
Situata nella provincia di Pinar del Riò, la Valle Vinales
ospita numerose piantagioni di tabacco, circondate
da grossi massicci calcarei chiamati "mogotes" dagli
abitanti della zona. Questi ultimi conservano ancora le
antiche tradizioni contadine.
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Il Resto dell’Ernesto
Vox Vocis - Messaggeria
VOX VOCIS
MAGLIONE
Ovviamente per chi studia tanto, biologia risulterà più facile, per chi studiava
poco, chimica era più facile. Per chi non studia, la materia è impossibile
Per fortuna le malformazioni
genetiche sono risolvilbili nei
primi mesi di vita...
...con la morte
ZERBA
Nel costo della gita rimarrebbero
fuori i pranzi, il che non è da
sottovalutare, visto che mangiate
come maiali
Ragazzi ma cos'avete mangiato stamattina? Pane e lumaca?
MORICHELLI
E ora torna al tuo banco,
nella tua nicchia
ecologica! Ti parlo da
biologa
"nell'altra classe ho interrogato due
persone e gli ho dato cinque tre!"
A. “cinque?!” “eh sì, perché uno si è salvato”
MATTIONI
Ragazzi, un albero non può essere lussurioso.
Lussurioso è qualcosa con...una sensualità
sfrenata! E con questo ho detto tutto
FUDULI
Non mi interessa se non vi interessa, ma vi
deve interessare! Scusate il gioco di parole
“Prof, se non leggessimo il libro che ci ha dato,
cosa succede?” “Oh, nulla, solamente... vi stacco la
testa e la attacco su un pennone della scuola in
pasto ai condor”
Oh, scusate ragazzi, mi
sono distratta pensavo
ci fosse George Clooney
fuori dalla finestra! Sì
sì, va bene, anche io
dico le mie stupidate
ROMANO
Tu hai caldo,
lo ho freddo.
Tu ti puoi
spogliare, i
tuoi compagni
sono contenti:
se fosse il
contrario non
avrei lo stesso
"appeal"
BIANCO
ERCOLI
Le prove quadrimestrali non
vanno impataccate: non
dovete usarle per avvolgere gli
sgombri o per metterci la
salsa, vanno riconsegnati
Un'interrogazione può avvenire anche
senza l'invito a cena, col tappeto rosso, col
drink e fumando il sigaro...dovete essere
sempre pronti!
MESSAGGERIA
X MIKY 2D: sono veramente stanca della tua indifferenza quando mi incontri nei corridoi. È ora di
farla finita. Ti lascio e mi metto con Colin
PIETRO 2E sei un quore con la q <3 by ammiratori
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Il Resto dell’Ernesto
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