Speciale Convegno Alla ricerca del bene comune
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Speciale Convegno Alla ricerca del bene comune
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2, DCB - Filiale di Roma Speciale Convegno Alla ricerca del bene comune La prima volta dell’EdC in Africa Aggiornamenti dei Progetti AMU notizie 5 | Gennaio - Marzo 2011 1 SOMMARIO Progetti 2-3 4 5 6-7 Il nostro impegno per haiti Progetti in corso Vietnam: una speranza che viene dall’acqua Egitto: una giovane speranza Approfondimenti 8-10 La prima volta dell’Economia di comunione in Africa Speciale convegno 12-13 Alla ricerca del bene comune 14 Esperienze in atto 15-17 Economia solidale e bene comune 18 Expo: un nuovo modo di fare economia Editore: Associazione Azione per un Mondo Unito - Onlus Via Frascati, 342 - 00040 ROCCA DI PAPA (Roma) 7HOHIRQR)D[ e-mail: [email protected] &RGLFH)LVFDOH Autorizzazione: 7ULEXQDOHGL9HOOHWULQGHO Direttore responsabile: Michele Zanzucchi Redazione: Stefano Comazzi, Anna Marenchino, Alessandro Pecorella, Angela Luce Silva, Francesco Tortorella. Hanno collaborato a questo numero: Marta Minghetti, Marina Russo. Foto: Archivio AMU 3URJHWWRJUDÀFRHLPSDJLQD]LRQH Alessandro Pecorella Stampa:7LSROLWRJUDÀD6DQWD/XFLD 0DULQR507HO 2 AMU notizie 1 | Gennaio - Marzo 2011 Il nostro impegno per Haiti della sabbia, ghiaia e pietre, Progressi nel progetto sporto sono stati richiesti alla popolazione di assistenza a sfollati locale, piuttosto che a trasportatori con autocarri. Così molte ed indigenti ad Haiti esterni persone hanno trovato un lavoro nella raccolta della sabbia lungo i Come già riferito in precedenti ag- ruscelli, oppure hanno contribuigiornamenti di AMU Notizie, i la- to al trasporto dei preziosi sacchi vori per la costruzione del centro GL FHPHQWR PDWHULD SULPD GLIÀdi accoglienza sono iniziati il 15 cile da reperire dopo il terremoto) marzo 2010, e conclusi il 28 feb- quando le strade erano impraticabibraio scorso, in meno di un anno. li per gli autocarri. Nel complesso Questo risultato è certamente il sono circa 500 le persone che hanfrutto del grande impegno e del- QR EHQHÀFLDWR GL TXHVWR SURJHWWR la fatica dei membri di PACNE, Ma anche il lavoro volontario non la nostra controparte locale, che è mancato: gruppi di persone che partecisi sono pano ad prodigaattività ti in un animate contesto dal Moche non vimento ha rispardei Fomiato imcolari previsti e hanno difficoldato il tà!!! Baproprio sti pencontrisare che buto voil tasso lontario di disoce gratucupazioito per scavare le fondamenta, traQH QHOOD ]RQD VÀRUD LO GHOOD sportare i materiali o l’acqua, ecc. popolazione attiva, ulteriormente aggravata dalla presenza di Alcuni imprevisti tra cui la pioggia 384 sfollati arrivati da Port au prolungatasi oltre la consueta stagioPrince, comunque accolti ed ne ed il terreno fangoso, hanno creinseriti nella comunità locale. DWRGLIÀFROWjQHOORVFDYRGHOOHIRVVH Nel limite del possibile, realiz- settiche: più volte il terreno ha ceduzando questi lavori si è cercato di to e sono stati richiesti interventi più valorizzare e premiare l’apporto impegnativi del previsto, come ad comunitario, come ad esempio esempio lo scavo di una cisterna per l’utilizzo di materie prime e forza il drenaggio delle acque piovane. lavoro locali: l’acquisto ed il tra- Ci sembra importante anche se- HAITI gnalare una donazione ricevuta da PACNE: infatti, oltre al terreno di un ettaro ricevuto inizialmente, recentemente si è aggiunto un nuovo terreno di tre ettari, frutto della generosità di una famiglia locale, che servirà per coltivare ortaggi e prodotti necessari agli ospiti del centro di accoglienza. Il centro sarà occupato dalle persone e dalle famiglie di sfollati che non hanno altro posto dove vivere, oltre che da persone indigenti del posto che si trovano nella medesima situazione (il livello di povertà economica è purtroppo molto alto) scelte da un comitato costituito dai dirigenti di PACNE e con la collaborazione della locale parrocchia cattolica. Per concludere, vi comunichiamo che AMU ha concordato con PACNE e gli altri enti che hanno collaborato a questo progetto, una missione ad Haiti prevista per il mese di agosto 2011. Durante questa missione si farà una valuWD]LRQH GHL ODYRUL ÀQ TXL UHDOL]]DWL e si concorderanno nuovi progetti ed azioni necessarie alla ripresa di una vita normale. Contiamo di visitare più siti ed incontrare altre associazioni o congregazioni religiose impegnate nel paese, per unire i nostri sforzi assieme alla coraggiosa popolazione haitiana. Sostegno al dispensario di Carice Chi tra i nostri lettori ha consultato il sito dell’AMU, avrà notato che stiamo sostenendo un altro progetto ad Haiti: il dispensario delle suore di Maria Immacolata a Carice, un villaggio in una zona rurale montagnosa del Nord-Est, di difÀFLOH DFFHVVR H SRSRODWD GD FLUFD sosterrà, quindi, il lavoro di Nardeige, infermiera haitiana. Grazie a lei è ora possibile avvicinare molte persone delle zone esterne 18.000 abitanti. Questo dispensario è molto frequentato anche da persone di altre regioni che fanno due o tre ore di strada a piedi, perché si sentono accolte e trattate con dignità. I servizi offerti sono: consultazione per adulti e bambini, farmacia, cura di ferite ed infezioni varie, esami del sangue, cure a base di piante medicinali, recupero nutrizionale. Oltre ad una religiosa, vi lavorano sei ausiliari ed un tecnico di laboratorio. 3HU SRWHU UDJJLXQJHUH FRQ HIÀFDcia tutta la popolazione che si è riversata a Carice negli ultimi mesi, serviva una nuova infermiera che fosse anche in grado di parlare il creolo, la lingua comunemente usata dalla popolazione. L’AMU alla città con il dispensario mobile, che segue programmi di cura e prevenzione delle più comuni infezioni presenti tra la popolazione. L’impegno di AMU è previsto per un periodo di tre anni, in modo da permettere al dispensario di rispondere con continuità alla nuova emergenza ed all’aumentato carico di lavoro dovuto alla presenza degli sfollati dalla capitale, migliorando nel contempo anche il servizio alla popolazione locale. Stefano Comazzi AMU notizie 5 | Gennaio - Marzo 2011 3 Progetti in corso - 2 in Camerun - 1 in Repubblica Centrafricana - 1 in Repubblica Dem. Congo 4 AMU notizie 1 | Gennaio - Marzo 2011 Vietnam: una speranza che viene dall’acqua Continua l’impegno di AMU per l’accesso all’acqua potabile delle popolazioni rurali gli spazi necessari e le persone che servono per il progetto. Il costo previsto del progetto è stimato in ½1HOIUDWWHPSRDEELDPRULFHYXWRDOWUHLQIRUmazioni dal villaggio di Tieu Le, dove la gente ormai ha pienamente compreso la validità di questo servizio, ed è molto soddisfatta, ringraziando tutti i sostenitori dell’ AMU che hanno reso possibile questo progetto. Stefano Comazzi Sulle pagine dedicate al nostro convegno si parla dei beni comuni, ed il tema dell’acqua è stato trattato in modi diversi da più di uno dei nostri relatori. Anche chi segue la nostra rivista sa che da WHPSR QH SDUOLDPR XQHQGR OD ULÁHVVLRQH FRQFHWWXDle con proposte operative e progetti di vario tipo. Come avevamo annunciato nello scorso numero, dopo LOSURJHWWRGLSXULÀFD]LRQHD7LHX/HDEELDPRULFHYXWR una nuova proposta per il villaggio di Tu Ne, sito al nord del Vietnam nella provincia di Bac Ninh, a circa 30 km da Hanoi, la capitale politica del paese. La poSROD]LRQHqFRPSRVWDGLFLUFDDELWDQWLVLWUDWWDGL una zona rurale, caratterizzata dalla presenza di numeURVHULVDLH/DSRYHUWjPDWHULDOHqJUDQGHHOHGLIÀFROWj SHU OD VDOXWH H O·LVWUX]LRQH VRQR XQD VÀGD SHU PROWLVsime famiglie. Per questa ragione non ci si può permettere di acquistare acqua depurata e garantita, utilizzando invece pozzi poco profondi nei cortili delle DELWD]LRQL FRQ GHSXUD]LRQL LQHIÀFDFL L’area è anche soggetta, ad un incalzante processo di industrializzazione senza remore, che produce elevati livelli di inquinamento delle acque suSHUÀFLDOL LQ SDUWLFRODUH D FDXVD GHOOD produzione di carta e prodotti simili: da diversi anni sono registrati tassi crescenti di malattie epidermiche, in particolare ne sono colpiti i bambini. Come già avvenuto a Tieu Le, il locale parroco cattolico si è fatto animatore di un progetto per portare DFTXD SXULÀFDWD D WXWWD OD JHQWH GHO villaggio, ed anche a quella dei villaggi vicini, mettendo a disposizione Il progetto in sintesi Progetto: Acqua depurata Paese: vietnam Località: tu ne Destinatari: 9000 abitanti del villaggio Costo del progetto per il 2011: € 9.000,00 AMU notizie 5 | Gennaio - Marzo 2011 5 EGITTO: Una giovane speranza! Ebn Masr: un luogo di incontro settimanale per bambini e ragazzi lavoratori di uno dei quartieri più poveri del Cairo. E’ molto positivo il bilancio del progetto nel 2010: 147 ragazzi di età compresa fra gli 8 e i 18 anni che sono passati dal club, con una media di 25/30 presenze a settimana per 52 incontri (Amu Notizie 4/2009 e tutti i numeri 2010). Nei ragazzi si è notato un c a m biam en to notevole di comportamento, nel rapporto con gli altri, nella voglia di migliorare le proprie condizioni di vita, nel vivere la propria infanzia. Hanno conquistato un nuovo approccio alla risoluzione dei problemi, che non ha la violenza come unica risposta, ma il pensare e il rispetto degli altri: ciò ha portato FRPHULVXOWDWRXQDPDJJLRUHÀGXFLD in se stessi e nelle proprie capacità. I ragazzi più grandi si sentono responsabili dei nuovi e ciò fa sperare che in futuro saranno loro stessi ad aiutare a portare avanti il progetto in modo da poter estendere l’azione: il loro ruolo di “mediatori” è fonda- mentale perché entrare nel quartiere da cui provengono è molto pericoloso per chiunque non vi abiti. L’Egitto è stato recentemente sconvolto da una vera e propria rivoluzione sociale. Ecco quanto ci scrivono i responsabili del progetto: “Vi abbiamo sentiti molto vicini a noi in questi giorni storici che abbiamo vissuto in Egitto. Per due settimane non siamo potuti andare all’appuntamento con i ragazzi al Club Ebn Masr perché Shubra è stato uno dei primi quartieri toccati dalla violenza, con saccheggio di negozi, case e banche. 6 AMU notizie 1 | Gennaio - Marzo 2011 Ci costava non poter avere notizie dei ragazzi, immaginando quanto erano immersi in questi avvenimenti… Finalmente il 13 febbraio è stato possibile andare a Shubra. Pensavamo che avremmo dovuto andare a cercarli, invece sono arrivati puntuali in 28 e ci hanno raccontato che anche le altre due domeniche ci avevano aspettato alla porta della scuola. E’ stata una grande gioia ritrovarci e condividere quello che ciascuno di noi ha vissuto. È stato forte trovarsi davanti a ragazzi diversi da quelli che avevamo lasciato due settimane prima: sentire il loro dispiacere per il comportamento violento di diversi giovani, il loro coraggio di scendere a difendere case e strade con “mezzi di fortuna”. Per la prima volta li abbiamo sentiti parlare di politica e di religione con una maturità e pacatezza nuove. Ci siamo trovati tutti liberi di esprimere quello che pensiamo e di riscoprire che prima che cristiani e musulmani siamo tutti egiziani. Su questa base abbiamo proposto a loro di impegnarci in azioni concrete e positive per la nostra città: così ci siamo divisi in tre gruppi e abbiamo iniziato a raccogliere la spazzatura accumulatasi intorno alla scuola. Questo gesto ha avuto un effetto “esplosivo” su tutte le persone attorno: negozianti, passanti, inquilini dei palazzi. Chi ci an- EGITTO dava a comprare guanti o sacchi per spazzatura, chi ci rivolgeva parole di incoraggiamento, chi ci offriva caramelle, biscotti… Alcuni ragazzi sono venuti ad aiutarci, felici di fare qualcosa insieme per il loro quartiere, poi sono rimasti a mangiare con noi e ci hanno detto che vogliono venire anche loro al Club. Spesso le ragazze che crescono in una famiglia povera e numerosa rappresentano un peso perché non possono lavorare. Il 20 febbraio si è inaugurato il club Bent Msre: Figlia dell’Egitto, con le prime 30 ragazze. Alcune mamme hanno dato la loro disponibilità ad aiutare… Questo apre la strada ad una futura ed importante attività di lavoro con le donne del quartiere. Anna Marenchino Un altro anno insieme! Da un’analisi del territorio ci si è resi conto che il livello di insegnamento delle scuole pubbliche è cosi basso che molti ragazzi del quartiere Shubra, pur frequentando la scuola, non hanno nessuna istruzione. Alcuni di ORURSHUIUHTXHQWDUHLO&OXEÀQJRno di essere bambini lavoratori… Si è cosi pensato di aprire il Club anche ai ragazzi che studiano, dando loro la possibilità di sopperire almeno un po’ alle carenze scolastiche. Il progetto in sintesi Progetto: Ragazzi a rischio Paese: Egitto Località: Il Cairo Destinatari: 35 ragazzi e 50 ragazze Controparte: Fondazione Koz Kazah Costo 2010: coperto Costo del progetto per il 2011: € 23.200,00 Apporto locale: € 3.320,00 Contributo chiesto all’AMU: € 19.880,00 Bent Msre: Figlia dell’Egitto Un altro importante passo avanti per le attività del progetto nel quartiere Shubra riguarda l’apertura di un secondo club per bambine e ragazze provenienti da famiglie molto povere. A differenza dei ragazzi che sono sempre per strada, le ragazze solitamente frequentano la scuola. Dopo la scuola, non avendo accesso a nessun tipo di lavoro, rimangono in casa a curare i fratelli minori e a svolgere le faccende domestiche, con l’unica prospettiva di arrivare all’età del matrimonio. AMU notizie 5 | Gennaio - Marzo 2011 7 La prima volta dell’Economia di Comunione in Africa Due convegni a Nairobi, cui ha partecipato anche l’AMU, hanno fatto da sfondo al primo incontro fra l’Economia di Comunione e il continente africano. È stata l’ocFDVLRQHSHUXQDSLDPSLDULÁHVsione sull’Africa e lo sviluppo. Atterrando a Nairobi il 20 gennaio capisco perché le sue 200 baraccopoli siano così conosciute in tutta l’Africa: più di due milioni di persone ci vivono all’ombra dei grattacieli del centro in cui hanno sede banche di mezzo mondo. Un’immagine ha il potere di rendere in un attimo concetti molto complessi, e Nairobi mi sembra in questo senso un’immagine indicativa dell’incontro fra l’Africa e quello che chiamiamo Occidente. La settimana passata a Nairobi è stata ricca di questo tipo di immaJLQL H GHOOH ULÁHVVLRQL FKH KDQQR evocato in me e nei miei compagni di viaggio. Dal 23 al 28 gennaio ho partecipato ai primi due convegni sull’Economia di Comunione (EdC) che si sono tenuti sul suolo africano: prima tre giorni alla Cittadella “Piero” con circa 150 persone del Movimento dei Focolari provenienti da tutta l’Africa Sub- sahariana e dal Madagascar, poi tre giorni alla Catholic University of East Africa per un convegno di stu- di organizzato in collaborazione tra EdC e università su “L’Economia di Comunione: un nuovo paradigma per lo sviluppo dell’Africa”. I due convegni sono stati seguiti e partecipati in diretta da molte persone nel mondo grazie al continuo aggiornamento del sito web dell’EdC www.edc-online.org e del blog appositamente creato per l’occasione www.eoc-africa.blogspot.com. L’AMU è stata invitata a coordinare alcuni momenti di lavoro di 8 AMU notizie 1 | Gennaio - Marzo 2011 gruppo su sviluppo, cooperazione internazionale e comunione. Non farò qui la cronaca dei due convegni, potrete trovare molto materiale sui due siti indicati. Vorrei piuttosto cogliere quest’occasione per condiYLGHUHFRQYRLDOFXQHULÁHVVLRQLFKH in quei giorni ha suscitato in me il dialogo con gli altri partecipanti. Lo sviluppo Perché “sviluppo” è spesso associato ad “Africa” e “Africa” a “sviluppo”? Ci avrete fatto caso: non solo nei mezzi di comunicazione, ma nel bagaglio culturale di molti di noi le due espressioni sono strettamente legate. Perché? La domanda mi si è posta ascoltando i pensieri di coloro che partecipavano ai workshop che ho coordinato, originari di vari Paesi e culture africane, ai quali chiedevo di esprimere la loro idea sullo sviluppo e sulla SRYHUWj HG q ULWRUQDWD LQ alcuni colloqui informali fatti qua e là nei giorni passati insieme. Ne ho ricavato l’impressione che il legame stretto tra “Africa” e “sviluppo” abbia radici profonde nell’impostazione culturale europea e nelle sue differenze con quella africana. Ovviamente l’Europa non ha un’unica cultura e tantomeno l’Africa, ma ci sono tratti culturali che rendono un po’ omogenee le culture europee e che le distinguono da quelle africane. Uno di TXHVWLqTXHOORUDIÀJXUDWRQHOPLWR greco di Prometeo, considerato un mito fondativo dell’Europa: la spinta innata dell’uomo europeo D PRGLÀFDUH LO PRQGR LQWRUQR D ECONOMIA DI COMUNIONE sé per migliorare la propria vita. Provate a pensarci un attimo: quando vediamo una qualsiasi situazione che costituisce un problema per la nostra vita, uno dei primi pensieri che scatta nella mente è “cosa possiamo fare per cambiarla e stare meglio?”. In questa logica, ad esempio, abbiamo sviluppato le migliori invenzioni medico-sanitarie: se una zanzara trasmette un virus che provoca malattia o morte, ne studiamo i meccanismi di trasmissione, studiamo i meWRGL GL ERQLÀFD LQYHQWLDPR LO YDFFLQR VH OD WHUUD QRQ SURGXFH FLER D VXIÀFLHQ]D studiamo i sistemi per far arrivare più acqua, costruiamo pozzi, dighe, creiamo sostanze concimanti. Insomma, è per noi spontaneo e naturale “assoggettare” la natura con l’obiettivo di vivere meglio. Ed è così naturale che possiamo essere tentati di credere che tutti, nel mondo, la pensino in questo modo o che sia naturale che la pensino così. Si studiano libri, si scrivono tesi di laurea, si istituiscono corsi universitari, si creano istituzioni internazionali dedicate a convincere il resto del mondo che laddove la natura – o l’uomo – ci presenti un problema sia giusto e doveroso risolverlo per il nostro bene, costi quel che costi: lo chiamiamo “sviluppo”. È interessante fermarsi e notare che altri popoli hanno miti fondativi diversi dai nostri, che hanno non solo culture, ma meccanismi concettuali e culturali diversi dai nostri. Forse vi è capitato di nota- re che moltissimi dei popoli che chiamiamo “nativi” o “indigeni”, in tutto il mondo, hanno con la naWXUDXQUDSSRUWRGLWLSRÀOLDOHFLRq FRQFHSLVFRQR O·XRPR FRPH ÀJOLR e la natura come Madre. In questo senso tanti popoli africani, ad esempio, non hanno nel proprio patrimonio culturale l’idea che sia bello e giusto “assoggettare” la natura, perché è una madre, e una madre che queste differenze culturali hanno sulla vita dei popoli. L’idea di considerarsi come una piccola parte di un “tutto” più grande e sacro, spesso non fa scattare nella mentalità africana la molla del “cosa posso fare io”: se Madre natura ha disposto così, io sarò felice vivendo in armonia con il suo disegno, adeguando la mia vita alle condizioni del mondo intorno. Questa impostazione ha conseguenze importanti, ad esempio, per il rispetto della natura e della vita umana, considerate “sacre” non solo in teoria ma anche nella pratica della vita quotidiana. Allo stesso tempo può portare ad un “immobilismo” dell’uomo, vittima della propria sorte, ad arrendersi a priori di fronte alle GLIÀFROWj H QRQ DWWLvarsi per risolverle, a non si assoggetta, piuttosto si ama. perdere occasioni importanti per Di fronte a questa diversità cultura- realizzare a pieno tutte le proprie le così profonda, la tentazione per potenzialità. L’europeo, d’altro canmolti europei – con le tante dovute to, abituato ad attivarsi per miglioeccezioni – è spesso quella di smi- rare rendendosi protagonista della nuire l’importanza del “diverso da propria sorte, deve continuamente noi”, considerando il suo approc- confrontarsi col rischio di stercio come si considera quello di un minare ogni forma di vita diversa bambino: un po’ romantico, un po’ dalla propria, pur di “svilupparsi”. immaturo, poco aderente alla real- 5LÁHWWHQGR VX TXHVWL FRQFHWWL PL q tà. Non a caso per diverse persone sembrato di capire meglio l’inconl’espressione “indigeno” è sinoni- tro-scontro fra le civiltà europea/ mo di “arretrato”, cioè di uno che occidentale e africana, iniziato fra i è ancora all’inizio di un percorso colonizzatori europei e i colonizzadi sviluppo che gli altri hanno già ti africani, proseguito nel rapporto fatto e che anche lui col tempo farà. fra i missionari o le ONG interna2UDqLQWHUHVVDQWHVFRSULUHLULÁHVVL zionali e le popolazioni locali, o AMU notizie 5 | Gennaio - Marzo 2011 9 do l’Africa a una perenne adolescenza. Forse è il caso di iniziare a vedere nei popoli e nei Paesi africani dei partners con cui lavorare insieme. siderare ognuno capace di donare, ricco di qualcosa da donare, ricco di LPPHQVH ULVRUVH XQR VYLOXSSR GD immaginare, progettare e perseguire insieme. È questo modo di cooperare che ha affascinato gli africani presenti e che loro hanno visto come una strada utile, da sperimentare. 4XHVWD ULÁHVVLRQH VL q UDIIRU]DWD grazie all’apprezzatissimo intervento dell’ antropologo Justus Mbae sul senso della reciprocità nelle culture africane, nel corso del convegno alla Catholic University. Anche in questo caso, infatti, il prof. Mbae ha messo in evidenza la ricchezza del fra le imprese multinazionali e i patrimonio culturale africano, nelle governi locali. Spesso è stato ed è Comunione e sviluppo in sue potenzialità e nei suoi rischi. Un l’incontro fra chi – da una parte – Africa senso della reciprocità insito nel più incontrando l’Africa vede dei problemi e si attiva in maniera naturale /DULÁHVVLRQHHPHUVDQHLJLRUQLGHL profondo delle culture africane, che per risolverli, convinto che sia la nostri convegni a Nairobi ha susci- porta la persona a dare valore alla cosa giusta da fare, e chi – dall’al- tato una forte esigenza di reciproci- propria vita solo se inserita in una tra – non percependo sempre l’op- tà e di comunione nel lavoro sociale famiglia più grande, in una comuportunità di risolvere il problema ed economico che si fa nel conti- nità. La conseguenza è un’innata e confrontarsi col paternalismo di nente. Lavorare alla pari, facendosi propensione al vivere per gli altri chi pur di fare qualcosa fa le cose dono reciprocamente delle capacità, e non per sé stessi, al condividere DO SRVWR VXR ÀQLVFH SHU XVDUH JOL della cultura, delle risorse, e di sé ciò che si ha. Il rischio che spesso si “aiuti” per altri scopi. La mancata stessi in maniera incondizionata: è YHULÀFD q TXHOOR GL FRQFHSLUH TXHcomprensione reciproca tra le due così che l’Economia di Comunione sta comunità di appartenenza più matrici culturali alimenta le fre- SXzGLYHQWDUHXQ·HVSHULHQ]DVLJQLÀ- grande come una comunità chiusa, quenti considerazioni sugli africani cativa di “sviluppo”, per gli africa- che ha dei limiti e a un certo punto corrotti, sulla “politica dello stoma- ni, per gli europei e per tutti quelli ÀQLVFH SHU FXL VH QRQ VLDPR GHOOD co”, sul clientelismo innato, sulle che lo vogliano. In questo senso più stessa tribù, dello stesso clan, dellogiche di clan, ecc... o viceversa volte è emersa l’esigenza di avere la stessa etnia, dello stesso Paese... quelle sugli europei colonizzato- imprenditori africani che coinvol- non siamo della stessa famiglia ri, opportunisti, mercantilisti, ecc. gano sé stessi e le proprie imprese H SRVVLDPR FRPEDWWHUH DIÀQFKp Su questi temi che possono sembra- in un’economia “di comunione”, una comunità prevalga sull’altra. UHDVWUDWWLREDQDOLQHO'DP- creando posti di lavoro per sé e per Ma questo sarebbe un altro cabisa Moyo ha scritto uno dei più altri, creando innovazione e utilità SLWROR GL ULÁHVVLRQH GD VYLOXSletti bestsellers degli ultimi anni: La sociale, suscitando reti e rappor- pare con calma, forse in occacarità che uccide. Forse è il caso – ti fra persone, popoli e istituzioni. sione di un prossimo viaggio. sostiene l’economista dello Zambia E in questa direzione può dare un siFrancesco Tortorella – di smetterla con gli aiuti allo svi- JQLÀFDWLYRFRQWULEXWR OD ULÁHVVLRQH luppo di cui l’Occidente ha farcito e l’esperienza di uno “sviluppo di il continente africano per 50 anni, comunione” che l’AMU ha avviato con scarsi risultati, convinto che da diversi anni nei propri progetti di gli africani avessero bisogno di una cooperazione. Un modo di cooperamano per “svilupparsi”, costringen- re fondato sulla reciprocità, sul con- 10 AMU notizie 1 | Gennaio - Marzo 2011 AMU notizie 5 | Gennaio - Marzo 2011 11 SPECIALE CONVEGNO biamenti culturali. “… anche una piccola minoranza profetica può invadere una grande popolazione. Anche se si è in pochi oggi, tra qualche anno si può diventare tanti…” Segue una Tavola Rotonda in cui il concetto di Bene Comune viene presentato da 3 prospettive diverse: il punto di vista di una tradizione buddista (Preeyanoot Surinkaew), di alcune culture africane Godefroy Sankara) e della cultura occidentale (Alberto Lo Presti). 0ROWL JOL VSXQWL H OH ULÁHVVLRQL LQteressanti… e siamo solo agli inizi! Alla ricerca del Bene Comune 5 MARZO, MATTINA. Si inizia SXQWXDOLDOOH6LDPRROWUH fra cui rappresentanti del Libano, del Brasile, della Giordania, della Spagna, del Perù e della Germania. “Anche se lo scenario internazionale non ci incoraggia – afferma la presidente dell’AMU Marcella Ferrari nel suo saluto iniziale – abbiamo la convinzione che le persone possono cambiare se stesse e il mondo.” Con questa importante premessa iniziano i lavori. Con la sua relazione “Beni comuni e Bene Comune”, Luigino Bruni illustra sinteticamente alcune tappe storiche fondamentali nel concetto del Bene Comune. “Il ruolo della cultura – afferma – consiste non solo nel formare individui con valori intrinseci, ma nel formarsi ad una visione comune del problema: VLSDUWHÀQGDOO·LQL]LRGDOODFRQVDpevolezza di un legame tra le persone, e si ragiona in termini di noi.” Per portare dei cambiamenti tangibili, continua Bruni, si sente il bisogno di una minoranza profetica, cioè di uomini e donne motivati capaci col tempo di dare il via a cam- 12 AMU notizie 1 | Gennaio - Marzo 2011 5 MARZO, POMERIGGIO. Il Convegno AMU prosegue con una H[SRGLTXLQGLFLVWDQGSHUUDFFRQWDre esperienze importanti e alternative: dal Commercio Equo, ai Gruppi di Acquisto Solidale, ai MAG, alle proposte di agricoltura biologica e di preservazione della biodiversità. Dietro ad ogni stand c’è un mondo, e si vorrebbe fermarsi ore ad ascoltare qual è stata l’ispirazione iniziale, qual è l’impatto sul territorio, quali sono le prospettive… Nel frattempo vengono proiettati alcuni video su proposte di economia solidale, e c’è anche la possibilità di partecipare a tre diversi workshop. E’ la giusta “preparazione” per riprendere il programma in sala, che alle 17 prevede la relazione di Stefano Zamagni su “Economia solidale e Bene Comune“. Zamagni ricorda che nella nostra Costituzione è prevista, oltre alla proprietà privata e alla proprietà pubblica, anche la proprietà comune, e che questo principio, non ancora acquisito dal Codice Civile, può co- SPECIALE CONVEGNO stituire la base per comprendere come i Beni Comuni, quali l’Acqua, possano essere adeguatamente gestiti. E’ la comunità che deve responsabilizzarsi e organizzarsi per custodire ciò che le appartiene, DQFKHDWWUDYHUVRLPSUHVHVRFLDOLÀQDOL]]DWHDSURGXUUHQRQSURÀWWRPD il valore aggiunto che costituisce la preservazione dei Beni Comuni. “Il bello della gestione comunitaria dei Beni Comuni – conclude Stefano Zamagni in un clima di grande partecipazione – è che quando la gente si mette insieme perché mossa da un bisogno comune, poi riscopre la fraternità, la quale a sua volta genera reciprocità”. Un breve intervallo, poi il programma riprende con testimonianze di cittadinanza attiva dal Libano, dall’Italia e dal Brasile… Dopo cena ci aspetta lo spettacolo GHOJUXSSR´,O.\RWRÀVVRµSRLIHsteggeremo insieme il 25° anniversario della fondazione dell’AMU. europea sia sancito questo diritto”. A seguire un interessante intervento di Telma Rocha sulle attività della fondazione AVINA, in America Latina, per sostenere lo sviluppo ed in particolare per promuovere l’accesso all’acqua. Il nostro viaggio “alla ricerca del Bene Comune” ci porta poi nel nord del Brasile, nello stato del Maranhao. Teresa Maciel presenta l’esperienza del progetto “MagniÀFDWµ SULPR SURJHWWR GHOO·$08 Straordinari i risultati raggiunti in termini di alfabetizzazione, salute, attività agricole, capacità di interazione positiva con altre comunità e con le istituzioni locali e statali. Di forte impatto anche la testimonianza di Maria Domingas Pinto, che presenta l’esperienza dell’associazione “Donne che rompono il cocco”: un programma per promuovere la partecipazione attiva delle donne alle decisioni delle rispettive comunità, che conta oggi 30 gruppi attivi. Vincenzo Buonomo, docente di diritto internazionale, e Guido Barbera, presidente del CIPSI, intervengono sul tema “I beni comuni e la cittadinanza globale”: due interventi di grande spessore con QXPHURVL VSXQWL SHU OD ULÁHVVLRQH e per l’azione. L’ultimo intervento è di Mathias Kaps e Teresa Parlasca sul progetto “Forti senza violenza” realizzato in Germania, che vede coinvolti numerosi giovani. Ai 130 partecipanti registrati sabato mattina, altri si sono aggiunti: più di 200 persone sono state presenti, ognuna con il suo contributo di HVSHULHQ]D GL ULÁHVVLRQH H GL YLWD Molto entusiasmo, grande voglia di approfondire un tema – quello del Bene Comune – che è fondamentale per orientare le nostre scelte personali e collettive. Custodendo insieme i Beni Comuni rafforzeremo la consapevolezza di ciò che ci unisce e riscopriremo il valore della fraternità universale. Marta Minghetti 6 MARZO, MATTINA. I lavori riprendono con Rosario Lembo, Presidente del Comitato Italiano per un Contratto Mondiale sull’Acqua. ´1RL YRJOLDPR FKH O·DFFHVVR DOO·DFTXD SRWDELOH VLD JDUDQWLWR D tutti gli abitanti del pianeta terra, e sia gestito come un bene collettivo”, afferma Lembo, ripercorUHQGROHWDSSHSLVLJQLÀFDWLYHGHO ODYRUR GHO &RPLWDWR ÀQR DL UHIHrendum sull’acqua per i quali nel 2010 sono state raccolte più di un PLOLRQH H TXDWWURFHQWRPLOD ÀUPH “Da cittadini europei abbiamo il dovere di impegnarci – conclude – DIÀQFKpQHOOD&DUWD&RVWLWX]LRQDOH AMU notizie 5 | Gennaio - Marzo 2011 13 SPECIALE CONVEGNO cinare le persone, dalle colazioni del sabato mattina alle riviste autoprodotte e distribuite in tutte OH FDVH ÀQR DO VLWR ZHE QRYLWj di rilievo per il Libano): scopo ÀQDOH q OD FRVWUX]LRQH GHOOD FRmunità per ritrovare i valori del vivere insieme. Grande successo ha anche avuto il programma per i giovani, dove non contano Dagli anni dell’ultima guerra in in alcune municipalità. Anche ad tanto le diverse azioni realizzate, Libano, nel 2006, il paese ha af- Ain Aar la lista che si è presentata TXDQWRODÀGXFLDRIIHUWDHODORUR IURQWDWR QXRYH VÀGH H FULWLFLWj con lo slogan “Insieme possiamo” risposta con senso di responsabimolte ancora aperte ed in evo- viene eletta a reggere la munici- lità e partecipazione a cambiare luzione. La presenza al nostro palità: non sono state le promesse l’ambiente, come ad esempio la seminario di un gruppo di ammi- per improbabili e mastodontiche riparazione del camion di racnistratori comunali di Ain Aar ha opere pubbliche a convincere i colta della spazzatura, su loro rappresentato una concreta testi- cittadini, quanto piuttosto la vo- proposta e con il loro contributo monianza di come i cambiamenti lontà (e certamente la testimo- concreto, oppure la cura del verin positivo si possono realizzare, nianza) di lavorare insieme, in de pubblico, e tanto altro ancora e necessariamente devono essere squadra, per sostenere tutti i pro- in ambito culturale, sportivo, ecc. prossimi alle persone, ai cittadini. getti che la cittadinanza proporrà Una vero segno di speranza che La loro esperienza, in rappre- e che potranno essere realizzati. cambiare si può, ma insieme. sentanza di 15 candidati in più 2OWUHDLFRPSLWLVSHFLÀFLGHLTXDOL E questo vale non certo per il municipalità del Libano, nasce ciascuna municipalità deve far- solo Libano. Cerchiamo e soda un gruppo di persone ispira- si carico (strade, illuminazione, steniamo le tante iniziative di te dall’Ideale dei Focolari, che gestione e manutenzione pubbli- partecipazione che sono presenti VL ODQFLDQR QHOOD VÀGD GHOOH HOH- ca, ecc.) i “nostri” amministrato- nelle nostre comunità e territozioni comunali del maggio 2010: ri hanno puntato i loro sforzi su ri, sapendo che il vero cambiastanche di vedere il prevalere di tre assi d’intervento principali: mento comincia da noi stessi. interessi di parte o personali su azione verso gli abitanti, azione quelli comunitari, vogliono im- a favore della cultura e dell’eduStefano Comazzi pegnarsi per il bene comune e cazione, azione per i giovani. per una sincera collaborazione e servizio con tutti i cittadini, Non possiamo qui riportare i detal di là di appartenenze religio- tagli della loro esposizione, ma VHRSROLWLFKH&HUWRODVÀGDQRQ colpisce l’apertura e la trasparenè facile, ed in taluni casi poteri za con la quale affrontano il loro forti ed interessi di parte tentano impegno politico, “aprendo le di far rinunciare a questo pro- porte” del comune alla gente, con getto, anche con intimidazioni. una disposizione di ascolto e di $OODÀQHLOFRUDJJLRGHOODQRYLWj comunicazione di quanto intendol’entusiasmo e, perché no, an- no fare, o hanno realizzato. Così che l’età giovane, sono premiati tutto diventa occasione per avvi- Esperienze in atto Dal Libano: un nuovo modo di vivere la politica nelle istituzioni comunali 14 AMU notizie 1 | Gennaio - Marzo 2011 SPECIALE CONVEGNO Economia Solidale e Bene Comune Stralci dall’intervento del Prof. Stefano Zamagni Conosco il mondo delle ONG, come l’AMU, poiché sono stato per due mandati Presidente di una ONG che ha sede a Ginevra e che si chiama ICMC, ovvero International Catholic Migration Commission. Mi complimento con voi per le iniziative che state, con successo, portando avanti, ed in particolare per aver scelto come tema del convegno di questo anno il tema dei beni comuni. Nella lingua inglese viene usata l’espresVLRQH ´FRPPRQVµ SHU GHÀQLUH L “beni di uso comune”. La tematica dei commons è letteralmente esplosa a livello mondiale nell’ultimo quarto di secolo, quando, accanto al problema dell’acqua, si è aggiunto il problema delle sementi, quello della fertilità della terra, quello dell’aria e così via. La natura del problema sta nel fatto che ancora oggi non è chiara ai più la distinzione che c’è tra bene pubblico e bene comune. Secondo errore che si fa è di confondere le così dette risorse naturali esauribili da quelle riproducibili. I commons appartengono alla categoria delle risorse naturali riproducibili. Per paradossale che possa sembrare, mentre per le risorse naturali non riproducibili (petrolio o carbone o ferro) in qualche modo il problema è stato risolto, quando arriviamo alle risorse naturali riproducibili, come può essere un mare per i pescatori, un pascolo per gli allevatori, come è l’acqua per tutti, uno si aspetterebEHPHQRGLIÀFROWjHLQYHFHqYHUR il contrario. Mentre per le risorse che sono scarse, perché sono non riproducibili, si è trovato un meccanismo di contenimento dei consumi e di allocazione delle risorse, per i commons, cioè quelli riproducibili, è scoppiata la così detta tragedia. , FRPPRQV VRQR GLIÀFLOL GD JHVWLre proprio perché ad essi né la soluzione privatistica, quella cioè che si serve dei prezzi di mercato, né la soluzione pubblicistica, quella di chi OLDIÀGDDOOR stato oppure ad un ente pubblico, possono fornire la soluzione, perché la natura di questi beni è tale da rifuggire da queste soluzioni. La soluzione privatistica per la gestione di un common come è l’acqua - ma lo stesso discorso vale anche per gli altri - non può funzionare perché il meccanismo di mercato presuppone, per funziona- AMU notizie 5 | Gennaio - Marzo 2011 15 SPECIALE CONVEGNO re bene, che ci sia libertà. Nel caso di un bene come l’aria o l’acqua, ci sarebbe libertà di vendere, ma non libertà di comprare, perché io ho bisogno dell’acqua, e se io ho bisogno dell’acqua e tu sei il privato che me la vuole vendere, è ovvio che sfrutterai questa asimmetria di bisogni per trarne vantaggio, per aumentare il prezzo, imporre tariffe eccessivamente elevate. Ma anche la soluzione pubblicistica in un caso di questo tipo non può funzionare. E’ chiaro che la gestione pubblicistica, da un lato non può recuperare più di tanto perché le tariffe essendo pubbliche devono essere contingentate, dall’altro l’ente pubblico non ha le risorse, perché per averle dovrebbe aumentare la tassazione, e quindi ritorniamo al solito circolo vizioso. Quindi voi vedete allora qual è la natura del problema della gestione dei commons, che né la soluzione privatistica né quella pubblicistica, sia pure per motivi diversi, sono in grado di funzionare. Allora cosa resta da fare? La soluzione c’è, però bisogna volerla, e soprattutto bisogna capirla. La soluzione è quella comunitaria, la quale presuppone la chiamata in causa della società civile organizzata. Vuol dire che dobbiamo dare vita a forme di “impresa civile”, che sono imprese come quelle capiWDOLVWLFKHPDFKHKDQQRFRPHÀQH QRQ LO SURÀWWR PD O·XWLOLWj VRFLDOH R EHQHÀFLR FROOHWWLYR 4XHVWH LPprese operano e lavorano nella gestione dell’acqua, dell’aria o delle sementi ecc. non per avvantaggiare le tasche dei proprietari, che possono essere azionisti o altro, ma per 16 AMU notizie 1 | Gennaio - Marzo 2011 produrre quello che chiamiamo il VAS, cioè il Valore Aggiunto Sociale, un valore aggiunto che ricada a EHQHÀFLRGLWXWWDODFRPXQLWjGRYH prima c’è la persona, e dove la comunità è al servizio della persona, non viceversa. Ovviamente la persona non si deve comportare in maniera individualistica come avviene nella soluzione privatistica. Perché la persona è un individuo che è in UHOD]LRQHGLUHEEHURLÀORVRÀRQtologica con gli altri, cioè io sono SHUVRQD TXDQGR YHGR PH ULÁHVVR QHOWXHLOWXVLULÁHWWHQHOO·LR3HUz sono io il centro, sono io che stabilisco la relazione interpersonale. Allora la soluzione comunitaria è quella che, mentre rispetta la libertà delle persone, al tempo stesso consente di risolvere il problema dei commons. Come? Direi che si pos- SPECIALE CONVEGNO sono usare quattro parole che rappresentano quattro I: Informazione, Identità, Istituzioni e Incentivi. La prima I vuol dire che per trovare la soluzione dobbiamo prima di tutto affrontare il problema facendolo conoscere a tutti, non soltanto agli addetti ai lavori, non soltanto a chi sta al vertice della piramide sociale, a tutti. Ecco allora la prima I , informazione, che vuol dire portare a conoscenza. La seconda I, invece, per certi aspetti è ancora più importante, Identità, cioè se vogliamo battere la via della strategia comunitaria, dobbiamo sottolineare l’identità. L’identità è ciò che consente alle persone di entrare in comunicazione, di entrare in dialogo. /·LGHQWLWj VLJQLÀFD FLz FKH UHQGH una persona veramente persona. Ecco allora il secondo punto, una soluzione comunitaria presuppone che coloro i quali hanno a cuore il problema della gestione dell’acqua, mettano in gioco la propria identità, non basta mettere in gioco l’interesse. La terza I sta per Incentivi: l’incentivo ha a che vedere con l’interesse, cioè bisogna che le Istituzioni, e quindi la quarta I, che sono ovviamente gli enti preposti a garantire l’ordine sociale, dal governo nazionale alla regione, al comune o altre autorità, devono capire che devono aggiustare l’apparato di leggi e l’apparato regolamentare per consentire questa soluzione comunitaria. Qual è il bello della soluzione comunitaria? E’ che la gente, quando si trova assieme attorno ad un tavolo per decidere i modi di gestione, poiché è mossa da un bisogno comune, scopre quel vincolo che si chiama fraternità. Perché nel bisogno, tutti noi tendiamo ad affratellarci. Il bello della fraternità è di capire che “io da solo non ce la faccio, ho bisogno di te”. Però tu hai bisogno di me, cioè la fraternità mette in atto la reciprocità. Mentre la soluzione privatistica non mette in moto la reciprocità, mette in moto solo lo scambio, lo scambio e gli equivalenti, che va bene, ma per i beni privati, non per i beni comuni. Ma anche la soluzione pubblicistica non mette in moto la reciprocità, perché nella soluzione pubblicistica c’è il comando, la gerarchia, l’imposizione, la coercizione… ecco allora il bello della soluzione comunitaria, che non soltanto ci permette di risolvere il problema dei commons, ed è già tanto, ma crea legame sociale. Secondo me “qualcuno” (che sta forse in cielo) ci ha dato il problema dei commons per questa ragione, per obbligare, noi esseri umani, a riscoprirci fratelli. Per la soluzione comunitaria, quindi, non c’è bisogno di troppo, c’è bisogno che le persone cambino le proprie mappe cognitive, che non sono altro che gli occhiali con cui guardiamo la realtà, dobbiamo avere un altro sguardo sulla realtà, se smettiamo di avere uno sguardo individualistico oppure XQR VJXDUGR GL FKL DIÀGD DG DOWUL (rinunciando alla libertà) la propria decisione e invece adottiamo l’occhiale che ci fa vedere l’intrinseca relazionalità che ci lega l’uno all’altro, avremo come risultato di vedere che questi problemi dei commons hanno una soluzione. Se voi dell’AMU riusciste a veico- lare queste idee in giro per il mondo dove voi operate con i vostri progetti, questo secondo me sarebbe veramente un grande contributo, perché la gente in giro per il mondo oggi non aspetta altro. Vuole proprio essere rassicurata contro quei falsi profeti che vanno in giro a dire “privatizziamo tutto”. Questo è l’augurio sincero che formulo per tutti voi con un pensiero di chiusura che traggo da Agostino. Agostino di Ippona, che poi è diYHQWDWR 6 $JRVWLQR GHÀQLVFH OD speranza come quella virtù che ha GXH ÀJOL XQD ÀJOLD EHOOLVVLPD H XQ ÀJOLR DOWUHWWDQWR EHOOR OD ÀJOLD bellissima si chiama Rabbia, (l’indignazione nel vedere come stanno andando le cose intorno a noi), LO ÀJOLR DQFKH OXL EHOOR VL FKLDPD Coraggio, (il coraggio di vedere come sarebbe possibile cambiare le cose). Perché, vedete, mentre l’animale vive nel tempo ma non ha il tempo, noi esseri umani viviamo nel tempo e abbiamo il tempo, e avere il tempo vuol dire avere la capacità di cambiare i tempi. a cura di Alessandro Pecorella AMU notizie 5 | Gennaio - Marzo 2011 17 SPECIALE CONVEGNO ([SRXQQXRYRPRGRGLIDUH Economia di questo Convegno, anche in vista del Referendum per l’acqua pubblica programmato a giugno prossimo. Il Coordinamento per l’acqua pubFuori piove, incessantemente. È pazioni organizzative spariscono, blica dei Castelli Romani è riuscito mattina, il convegno in sala sta per lasciano lo spazio a ciò che davve- ad essere presente alla nostra inicominciare e diamo un’ultima siste- ro conta, la condivisione di questo ziativa, in un sabato pieno di eventi mazione alle sale che ospiteranno momento con le tante persone ar- nei diversi paesi del circondario. I OD ([SR QHO SRPHULJJLR 0DULR q rivate qui da tante parti del mon- volontari hanno deciso di mettere già arrivato: viene da Torino e in- GR SHU ULÁHWWHUH LQFRQWUDUVL FRQ- il loro tavolo proprio nel corridoio FKHXQLVFHOHFLQTXHVDOHGHOODH[SR sieme montiamo sulla sono veramente ÀQHVWUDLOJUDQGHVWULal centro dell’atscione che presenta il tenzione, anzi Laboratorio di Qualidirei proprio del tà Urbana e Partecipassaggio, tra pazione, LAQUP. Ne le tante persone DSSURÀWWLDPRSHUSUHche, in un lento sentarci, per scambiama continuo crere due parole sulle rescendo, iniziano ciproche esperienze: è a muoversi tra i GLIÀFLOHLQXQDJUDQGH tavoli, chiedono città trovare il tempo informazioni, e lo spazio (mentale) scambiano idee per incontrarsi, died esperienze. scutere di partecipaNella prima zione, (ri)progettare sala si tengono insieme l’esistente i gruppi di lavoe immaginare come ro, ne avevamo costruire quello che programmati tre, ancora non c’è... Un per approfondire con i visitatori inpo’ di curiosità, voglia di conoscer- frontare le reciproche esperienze... WHUHVVDWLDOFXQLGHLWHPLGHOODH[SR si, di incrociare anche per pochi 9HUVR OD ÀQH GHOOD PDWWLQDWD LQListanti i percorsi, e basta poco per ziano ad arrivare le associazio- Mario si è offerto di lavorare sulla sentirci vicini, accomunati da qual- ni che animeranno gli stand della sostenibilità e la mobilità urbana, cosa che è più grande di noi, che H[SRVLSRUWDQRLPDWHULDOLFHUFDQ- Alessandro ha fornito indicazioni ÁXLVFH QDWXUDOPHQWH WUD L GLVFRUVL do di proteggerli dalla pioggia, e suggerimenti preziosi per il rii movimenti, gli sguardi, quello si sceglie il tavolo, si salutano i sparmio di energia in casa, io ho spirito di fraternità che ci conduce vecchi e nuovi amici. Un pranzo spiegato come fare ad avviare un per tante vie diverse a sperimentare veloce insieme e tutto è pronto. gruppo di acquisto solidale. Non nel quotidiano percorsi e strumenti Ci accompagnano lungo i corridoi molte persone, una decina circa per di valorizzazione dei Beni comuni. HOHVFDOHOHLQFUHGLELOLIRWRJUDÀHLQ ciascun gruppo, ma molto interesUna corsa in sala per ascoltare bianco e nero della mostra sull’Ac- sate e partecipi, ci hanno permesso l’intervento di apertura di Luigino qua. Già, perchè l’acqua è uno dei di trasformare le nostre esperienze Bruni e di colpo tutte le preoccu- temi che abbiamo voluto al centro in laboratori e trame di vite vissute. 18 AMU notizie 1 | Gennaio - Marzo 2011 SPECIALE CONVEGNO Simona è arrivata con il marito Michele e il piccolo Lorenzo, tutta trafelata nell’allestire in fretta il tavolo accanto a quello del mio gruppo di acquisto solidale. Appena ha tirato fuori i prodotti della loro azienda agricola, un piccolo miracolo: la sala si è riempita della fragranza e GHOSURIXPRGHOSDQHHGHLELVFRWWL LQXWLOHGLUHFKHVRQRÀQLWLLQEUHYH tempo. Dall’altro lato Bruno e Giovanni, vecchi amici della Mutua AutoGestione (MAG) di Roma che promuove un uso consapevole e solidale del denaro: non ci vedevamo da tempo, due anni di racconti in pochi minuti, una maglietta in regalo HGXQOLEURVXOOHFULVLÀQDQ]LDULHGD portare in lettura a casa... Di fronte il gruppo di acquisto solidale di Frascati, con tante persone intorno a chiedere informazioni, a scambiare animatamente idee e commenti. Mi sposto nella sala di fronte, ed ecco la casa famiglia di Ciampino, con le loro tante iniziative, dalla banca del tempo, al gruppo di acquisto solidale, alla bottega del commercio equo: ci conoscevamo di nome, per iniziative fatte insieme in passato, che bello poter portare ora a casa i volti, gli sguardi. Accanto a loro Gisella, volontaria dei soci del Lazio di Banca Etica, e poi di fronte Maria, arrivata dal Brasile con i suoi profumatissimi saponi, ricavati, come l’olio, dalla lavorazione del cocco: mi racconta il progetto di cui fa parte, che vede protagoniste centinaia di donne brasiliane, riunite in diverse associazioni, che lavorano il cocco per trarne alimenti, cosmetiFLFRPEXVWLELOHHFFROHOuVXOJUDQGHFDUWHOORQHGRYHWDQWHIRWRJUDÀH documentano la loro esperienza. ,O WHPSR GHOOD H[SR VWD SHU WHUPLnare: in sala stanno ricominciando i lavori del convegno e le persone ci lasciano, si affrettano per recarsi a sentire gli interventi della sera. Ne DSSURÀWWR SHU HQWUDUH QHOOD JUDQGH sala in fondo, dove tutto era cominciato: accanto a LAQUP incontro Licia che ha portato da Loppiano i prodotti artigianali delle aziende del Polo Lionello di Economia di CoPXQLRQH D ÀDQFR F·q $OHVVDQGUR che da Grosseto ha portato riduttori GL ÁXVVR PDWHULDOH HOHWWULFR H DOWUL piccoli oggetti di uso comune per meglio spiegare come sia possibile HIDFLOHULGXUUHLFRQVXPLGRPHVWLFL di fronte il tavolo di Agricoltura Capodarco, con alcuni prodotti agricoli e i volantini informativi sulle loro iniziative come cooperativa H IDWWRULD VRFLDOH ( LQÀQH HFFROH le borse di Equiverso, di cui tanto avevo sentito parlare: il primo progetto che unisce commercio equo e solidale ed economia di comunione! Sabato scorso sono andata alla Città dell’altra economia di Roma, al quartiere Testaccio, dove si inaugurava la “bottega dell’AltraEconomia”: una decina di piccole aziende di giovani artigiani che hanno scelto di cooperare per promuovere insieme i prodotti del loro lavoro. Erano lì, le ho riconosciute subito, le borse di Equiverso, segno concreto e testimonianza di come sia possibile vivere, produrre e consumare in modo più solidale, sostenibile e fraterno. Marina Russo Comunicazioni Deducibilità dei contributi all’AMU Ricordiamo che i contributi versati all’AMU sono deducibili dal reddito imponibile nel limite del GHOUHGGLWRVWHVVRHFKHDWDOHVFRSRq necessario conservare la ricevuta del versamento postale o bancario. A richiesta, l’AMU rilascia una ricevuta a supporto (non sostitutiva) della documentazione contabile. Finalità dei contributi L’AMU destina ai propri progetti i contributi ricevuti in base alle indicazioni dei donatori. Qualora i contributi siano superiori alle necessità dei progetti ai quali sono indirizzati, l’AMU si riserva di destinare l’eccedenza ad altri progetti FRQÀQDOLWjDQDORJKHGDQGRQHFRPXQLFD]LRQHDL donatori attraverso AMU Notizie. Come sostenere AMU Notizie È possibile sostenere AMU Notizie in molti modi, per esempio: – Inviando offerte (che sono deducibili dal reddito) sui conti correnti riportati in calce nella pagina seguente. La causale da indicare è: “Contributo per AMU Notizie”. Ringraziamo chi ha già inviato donazioni a questo scopo, ricordando che sono graditi contributi di qualsiasi importo. – Segnalando errori e comunicando alla redazione le proprie opinioni sul giornale, telefonicamente o all’indirizzo [email protected]. Ogni contributo di idee è prezioso. – Inviando alla redazione notizie di iniziative locali promosse, nel Nord e nel Sud del Mondo, per il sostegno dei nostri progetti di cooperazione e per la diffusione di una cultura di pace e di dialogo fra i popoli. Quanto non potrà essere pubblicato su AMU Notizie, potrà trovare spazio sul nostro sito o essere condiviso in altre forme. AMU notizie 5 | Gennaio - Marzo 2011 19 5 x mille stampato su carta ULFLFODWDDO 3HUSDUWHFLSDUHDLSURJHWWLGHOO·$08VLSXzYHUVDUHLOSURSULRFRQWULEXWRVXXQRGHLVHJXHQWLFRQWLFF SRVWDOHQFFEDQFDULRQSUHVVR%DQFD3RSRODUH(WLFD)LOLDOHGL5RPD IBAN IT16 G050 1803 2000 0000 0120 434, BIC CCRTIT2184D, intestati a: Associazione “Azione per un Mondo Unito – Onlus” Via Frascati, 342 - 00040 ROCCA DI PAPA (Roma) L’AMU è una Organizzazione non Governativa di Sviluppo (ONGs) riconosciuta dal Ministero degli $IIDUL(VWHUL,FRQWULEXWLDGHVVDYHUVDWLVRQRGHGXFLELOLQHOODPLVXUDGHOGHOUHGGLWRHFRQLOOLPLWH PDVVLPRGL½DQQXL3HULQIRUPD]LRQLWHOID[HPDLOLQIR#DPXLWHX Per comunicazioni riguardanti AMU Notizie: [email protected] - Per comunicazioni e informazioni su doQD]LRQLHFRQWULEXWLVRVWHQLWRUL#DPXLWHX6LWRLQWHUQHWZZZDPXLWHX&RGLFHÀVFDOH 1 | Gennaio - Marzo 2011 20 AMU notizie