madre e figlio - William Morris Society

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madre e figlio - William Morris Society
IV
MADRE E FIGLIO
Ora donnono le case e la notte profonda tiene avvinta la strada,
E tu riposi 1, bambino mio, e soave donni e tranquiUo.
11 mio llomo sm )ontano per qualche tempo, e soli ma al meuro noi siamo;
E nessuno ode il tuo respiro se non tua madre, e la luna che dal delo
s'af{accia
Sulla citta stanca e desolata, si come s'affacciava Bulla via dai margini erbosi
Ancora calda del sole di ieri, quando io lasciai la mia vecchia dimora,
Mano nella mane con il mio amato, quella natte, la piU beUa dell'anno;
Quando come un flume l'amore inondo e sommerse tutti i dubbi e
le panre,
E noi due fummo come soli a1 mondo, e per una volta, forse mai piu,
Conoscenlffio il segreto deUa terra e la leggenda dei suoi affanni
e delle pene.
Ecco, nel cuore di Londra io ti sollevo, e piccolo e leggero tu sei,
E senza speranza 0 paura, tu trepida speranza del mio cuore!
Ecco it tue corpo che sboccia, 0 figlio, la tua anima, la tua vita;
Ma che eosa aceadra se tu vivrai ed entrerai neUa 10tta,
E nell'amore resteremo uniti quando tu un uomo sarai,
Quando la tua cara voce udro e tuttavia fra te e me
S"innalzera que! nlurO di riserbo, che interno a ciascuno si erge,
E rehde dOOcile e amaro conoscere l'altrui pensieror
Ed ora, mentre sei :meora piecino e non hai un tuo pensiero,
Ti parlero un pd del mondo, deUa speranza che ti ha generato,
DeU'amore che quel ID ti ha concepito, dei dolore che ha dato vita
M tuo piccolo avido cuere e alle tue mani eheriposano suI mio seno.
Che tu possa ricordartene in avvenire. in tempi in cui la gente dira~
Tutto do si e gia manifestato nella vita d'un nltro giorno;
Che tu possa pur vagamente ricordare it racconto deUa voce di tun madre,
Si come spesso nel quieta albeggiare io ho udito gli uccelli far testa, . .
I ;cl/egrini della spe1rlflZ.(J 79
E come ho udito it vento in tempesta gemere tra gli alberi del boseo,
Ed ha capito ch'era illinguaggio delta terra e ch'era beUa la voce
deUa madre.
Ed ora, a te solo io diro che it corpo di tua madre e bello,
Ai pari delle donzeUette di campagna che giocano col sole e col vento,
Che sono state nene file dei mietitori nei pomeriggi d'agosto,
Che sedevano presso il flume gelato nelle notti di tuna picna,
Quando le iuci festose del Natale erano spente netia casa sopra it colIe
E le oche selvatiche dirette ana salsa palude avevano lasciato
l'inverno aUa quiete,
Si, io sono bella, mio primogenito. Se tu potessi ricordarmi casU
1 capelli cbe tu stringi con la tua piccola mano son belli da vedere.
10 son sincera, ma it mio visa e una lusinga; dolci .e profondi sono
i mid occhi.
E paiono, ad incantare gti uomini, colmi dei sogni dei saggi.
Delicate son le mie labbra, e tali COlne se la mia anima avesse appreso
Cose profonde da me mai udite. Il mio viso e le mie Inani sono
abbronzati
Dall'amabile s61e dei campi; tre mesi di citm. a Londra
E it travaglio del parto li han resi illvero paUidi - «Guarda dove
l'orio della veste»
(Diceva tuo padre) «separa iI poIso bianco come it latte
Dal brono delle
che io amo, rilucente come ala diuccello».
mam
Questa e tua madre, 0 primogenito, eppure forte come le funciuUe
d'un tempo,
Le cui lance e spade erano custodi deUa dimora, del campo e deJrovile.
Quante volte i nliei piedi han percorso la strada, quante volte
ban calpestato I'erba!
Nel crepuscolo d'estate tre volte neUa settimana io Ine ne andavo su
In collina' dalla casa sui flume tra rondeggiare del grana in flore,
Bella mi adagiavo alrimbrunire, e fresca mi levavo al mattino
E quasi rnai stanca era a mezzodl. Figlio mioi nei giomi deUa Iotta,
Possa la tua anima custodire it sogno deUa. roia vita in fiore!
Sanl COIne da un mare agitato mirare campi inondati di sole,
E la tua anitna conteolplera la pace che un giomo sara2,
i
Eppure, ecco lacrime suI mio viso! E che cosa muove
Dmio v ~rso it tuo cuore, mio adorato, se non it palpito d'amore?
Bello e Hero e tuo padre; dolci e stupendi sono i suoi occhi
Che mirano i giomi che vemmno con la speranza del prode e del saggio.
Quante volte abbiamo riso andando a passeggio per i prati~
Quante volte ascoltavo e le immagini si formavano a1 suono deUa sua
voce;
Quante e quante volte nel desiderio indugiavamo fino a tardi la sera
Prima che le mie parole daUe sue si separassero. e la mia nlano
lasciasse la sua.
E piangevo quand'ero sol~ e fremevo fino allo spuntar del sole;
Po! furtiva scendevo le scale, e trovavo la nostra govemante
(Non avevo mad-re ia, la trovatella) ad accendere it fuoco di buon'o~
Prima che i falciatori s'avviassero ai campi giu presso i tigli.
Tutto vedevo con uno sguardo; le tingue di fuoco ravvivandosi guizzavano
Fuori dal crepitante Inucchio di legn~ e il fumo odoroso si effondeva~
E li, accanto al foeolare, it sole nascente inondava it pavimento.
E la gatta coi gattini giocava nel sole accanto ana porta dischiusa.
n giardino era bello nelta luee del mattino. ed egli era 11 Buna strada
AI di la delle margberitine calor crenlisi e del cespuglio di artemisia.
Poi l'uno accanto all'altro. uniti, traversavamo it luogo daUe grigie mura3,
E per inc-allto l'ansia mi lasciava. e che pace~ che gioiosa letizia!
Figlio mio, dolore e saggezza egIi mi insegnava, e con dolote apprendevo
Mentre da due diventavamo uno; ed il cuore nli ardeva in petto
Per le stesse speranze del suo cuore. Ah~ figJio. e triste,
1\1a
piu nella mia vita osero parJarti COSt;
Possano queste parole sole penetrare e fissarsi in te,
Queste parole nella soHtudine d·una notte in questo nostro cammino.
l\101ti nati da donna questa notie son venuti aUa vita in citta,
In questo squallore di foUi iniquitiJ.4; e da che. da che rosa son natir
Tanti, tanti tra loro per consuetudine sono stati generati:
Si porta a letto un uomo come d si adorna cli un nastro 0 di un
cappeUo.
La prudenza ne genera migliaia: «E beUa la vita d'una donna di casa.
Si, io daro il mio corpo, cosl saro signora e sposa».
«Ed io mi rassegnero a un pessimo matrimonio e partoriro i figli
del bisogno».
Taluni sono nati dalrodio - moIu sono figli deU'avidita.
«Si, posso anch·io esser presa in moglie. anche se tu hai avuto it
mio amore1>.
mm
do sono bella e ho il cuore duro: le ricchezze saran la mia Borte:;..
E tutte queste son dette buone e feud, e su di esse il giomo
spunta propizio.
.
flglio, quando saprai di quelli cbe sono nati daUa disperazione,
Come il mitico limo del Nilo, che rigurgita sotto il sole
BruHcante di vite, appena nate e gia in agonia?
Tali son le cure della Natura perche l'uomo mai perisca"t
Pur se essa da vita agli stolti deUa terra, e allerciume del letamaio
cittadino.
.
Ma tu, flgHo, figlio mio, tu sei nato dal vero amore,
Quando dalle nostre speranze appagate nasceva la speranza, e la paura
era [oUia consunta;
AUa vigilia deUa dura battaglia misuravamo it dolore e le pene,
VivevanlO nella speranza e non ne avevamo vergogna, capivanlo
e non avevamo paura.
o
Ora si dissolve la notte al calar della luna - ah, figlio, e triste,
1\1ai piu nella mia vita osero parlarti cos!.
Ma certo dai saggi e dagli umili son generati i forti,
E propizio mi sara il fato, mio diletto, se ancora sari) Bulla terra
Quando il mondo si destera infine, e di voce in voce canteranno
n tuo amore, le tue gesta e il tuo valore, e la tua speranza
che nulla potra domare.
Sez.IV
1 lit'st ~ lie, forma arcaica delta 2'" persona smgolare del Simple P~smtdi cui, COSt come deUa 3"
persona, Morris si serve spesso.
'2 0 'Visiaft qftltepeace that 1$ to be: Il racoonto delta madre eun mno alIa vita semplice a contatto
con la natura., la vita cbe e' rappresentata nell'immagine <delta pace che sata»-.
~ thegrt'JJfJ)(111edplace e il villaggio dalle case cli pietra grigia deUa gente del Cotswold. 11 riferimento at grigio delle case. emblematico deUa fonna di vita ideale concepita da Morris a contatto
con Ja natura, einsistente ed appare gia neUa I sezione (Where overthegrey woOthe church f'isetk grey.
e, The grey homes tftheirfttheTS...).
.{ ft/Of antiWrotlg;. sono qui e altrove nel poema associati per rappresentare la vita nella grande
cin:a. queUa che subiscono gli struttati, gH <schiavi dei ricchi", CQsl come Morris li definisce neUa
sez.. V.