progetto accoglienza - Istituto Comprensivo Perugia 12
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progetto accoglienza - Istituto Comprensivo Perugia 12
ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE PERUGIA 12 Via cestellini Ponte S.Giovanni Perugia PROGETTO ACCOGLIENZA A.S.2015/2016 SCUOLA DELL’INFANZIA LE MARGHERITE Filastrocca della scuola Piena di bimbi non è mai sola. Qui tante cose puoi imparare E con gli amici insieme “volare” È tanto bello quando si è amici Crescere insieme, sentirsi felici. Mille bambini di mille nazioni Insieme vivono tante emozioni. Premessa Durante il periodo dell’accoglienza i bambini hanno bisogno di costruire e ricostruire immediatamente le relazioni attive con gli oggetti, con gli amici, con gli spazi. Se si dà attenzione a ciò, l’inserimento avviene più facilmente e gli alunni diventano capaci di accettare l’altro; i nuovi si sentono accolti, i più grandicelli si fanno” maestri” per i più piccoli e possono aiutarli con rapporti amichevoli e rassicuranti. Non dobbiamo dimenticare che la scuola dell’infanzia è il luogo privilegiato dello scambio e dell‘incontro, in cui la condivisione diventa fondamentale strumento educativo e di crescita. Traguardi per lo sviluppo delle competenze Il bambino: o Percepisce le proprie esigenze e i propri sentimenti, sa esprimerli in modo sempre più adeguato. 3 ANNI Obiettivi di apprendimento o Riconosce i propri bisogni e sentimenti per esprimerli in modo semplice. Attività Conversazione sui propri sentimenti nei vari momenti della giornata, attività di mimo degli stati d’animo e loro denominazioni. 4 ANNI Obiettivi di apprendimento o Esprimere in modo corretto esigenze e sentimenti propri Attività Conversazione sul modo in cui si esprimono bisogni e sentimenti. Costruzione del domino delle emozioni e gioco collettivo. 5 ANNI Obiettivi di apprendimento o Esprimere con appropriatezza esigenze e sentimenti propri e altrui. Attività Drammatizzazione dei modi corretti per esprimere le proprie esigenze. Costruzione delle scatole dei sentimenti. ACCOGLIERE UN BAMBINO SIGNIFICA…… Riconoscere e rispettare il suo mondo interiore Dare spazio ai suoi progetti e ipotesi Rispettare i suoi tempi e i suoi bisogni Dargli la possibilità di giocare e intessere relazioni con adulti e coetanei. Parole importanti: Accoglienza, Distacco, Ricongiungimento Accoglienza: accogliere significa individuare delle specifiche strategie di rapporto tra scuola e famiglia, modulare la separazione del bambino tra il proprio ambiente familiare, mantenendo però una continuità con esso. Distacco: il distacco (soprattutto per i bambini che non hanno frequentato il nido) sancisce un passaggio da una relazione diadica (genitore-bambino) a un nuovo schema di interazione con altre figure di riferimento. Ricongiungimento: è il momento in cui la coppia genitore-bambino si ritrova ed è il momento fondamentale per l’analisi delle implicazioni emotive(implicite ed esplicite) nel sistema di relazione tra insegnanti-figure parentali-bambino. “prendersi cura “ significa assumersi la responsabilità per l’altro, senza intrusioni e senza l’onnipotenza del modellamento educativo, dove Educare è accompagnare piuttosto che precedere, è delicatezza, è “far scaturire” piuttosto che “metter dentro” Progetto alternativo a quello della religione cattolica A.S 2015-2016 Scuola dell’ infanzia Le Margherite La scuola dell’infanzia si propone di “promuovere nei bambini lo sviluppo dell’identità, dell’autonomia, della competenza e della cittadinanza”. Queste finalità, dichiarate nelle Indicazioni nazionali, sono ribadite nel Ddl per “La Buona Scuola”, dove si auspica l’istituzione di un sistema di educazione e di istruzione per garantire “a tutti i bambini e le bambine pari opportunità di educazione, istruzione, cura, relazione e gioco, superando disuguaglianze e barriere territoriali, economiche, etniche e culturali”. Come rispondono le scuole dell’infanzia a queste sollecitazioni? Spiegando ai bambini che ci sono diritti e doveri. Che cosa è un diritto? I diritti sono dei bisogni irrinunciabili, fondamentali, perché ci consentono di crescere in pace, armonia e di vivere serenamente. I diritti dei bambini vanno sempre difesi! Leggiamo con i nostri alunni i diritti dei bambini, semplificati, per far comprendere loro di cosa stiamo parlando e chiediamo ai piccoli di illustrarli. 1. Ogni bambino ha il diritto ad avere una famiglia 2. Ogni bambino ha il diritto di giocare 3. Ogni bambino ha il diritto di ricevere un’istruzione 4. Ogni bambino ha il diritto di essere curato 5. Ogni bambino ha il diritto di essere consolato 6. Ogni bambino ha il diritto di non essere maltrattato 7. Ogni bambino ha il diritto di essere amato 8. Ogni bambino ha il diritto alla vita Oltre ai diritti ,però, esistono anche i doveri! Che cosa sono i doveri? I doveri sono delle regole che noi dobbiamo rispettare per poter vivere insieme agli altri felicemente, in assenza di conflitti per crescere in modo sano e armonioso. Lavoriamo con i bambini per comprendere meglio quali sono i doveri a scuola e quindi quali sono le regole da rispettare. Partiamo da un simpatico racconto e svolgiamo poi alcune attività propedeutiche. IL PICCOLO MAGO BIRICHI C’era una volta un piccolo mago birichino di nome Enrichetto che andava alla scuola dell’infanzia. Enrichetto era piccolo e non aveva ancora capito come ci si comporta a scuola ,era vivace e faceva i dispetti per divertirsi. Per fortuna il piccolo mago aveva un amico che non lo lasciava mai: il gufo Cucù. Cucù dava sempre a Enrichetto saggi consigli. Quando Enrichetto chiacchierava e rideva mentre la maestra parlava, Cucù gli diceva: “Enrichetto, quando la maestra parla bisogna ascoltare!!” e il maghetto si fidava del suo amico subito si azzittava. Quando Enrichetto trasformava il cappello delle sue amiche in un rospo e le bambine gridavano per il disgusto, Cucù diceva: ”Enrichetto, non si fanno i dispetti!!” e il maghetto allora riportava tutto alla normalità. Quando Enrichetto trasformava gli spaghetti in piccoli vermi, Cucù diceva” Enrichetto, non si gioca con il cibo!!” e i vermetti tornavano ad essere normali spaghetti. Poco a poco Enrichetto imparò le regole della scuola e la maestra lo premiò come” Maghetto più educato dell’anno”!!! Conversazione guidata Chi è era Enrichetto? Chi era il suo amico? Cucù aiutava Enrichetto ? Come? Quali sono le regole che Cucù spiega al piccolo mago? Ne conoscete altre? Scuola dell’Infanzia “Le Margherite” -Ponte San Giovanni (PG) Anno scolastico 2015-16 HI, KIDS! Progetto di approccio alla lingua inglese MOTIVAZIONE La volontà di sensibilizzare il bambino alla lingua straniera sin dalla scuola dell’Infanzia si basa sulle seguenti considerazioni: -La società multietnica e multiculturale in cui si trovano a vivere i bambini di oggi, fa emergere il bisogno educativo e formativo relativo alla conoscenza dell’inglese, lingua ormai necessaria per la comunicazione in ogni ambito a livello mondiale -L’apprendimento in età precoce favorisce l’acquisizione di L2. DESTINATARI Tutti gli alunni iscritti alla scuola dell’infanzia del plesso e in particolare quelli che frequentano l’ultimo anno (bambini di 5 anni) OBIETTIVI OBIETTIVO FORMATIVO PREDOMINANTE Prendere coscienza di un altro codice linguistico, acquisendo la capacità di comprensione e di produzione OBIETTIVI FORMATIVI TRASVERSALI -Salutare -Presentarsi -Eseguire giochi psicomotori in L2 -Memorizzare canti, filastrocche e poesie in L2 -Contare 1–10 (10-20 per i bambini di 5 anni) -Chiedere aiuto -Denominare i componenti della famiglia -Riconoscere i principali colori -Identificare parti del corpo, oggetti ed animali -Esprimere i propri gusti e le proprie emozioni -Comprendere e formulare semplici domande e risposte ITINERARIO DIDATTICO Le modalità di lavoro prevedono attività di role-play, mimiche e giochi di movimento e l’utilizzo di materiale vario (cartaceo, ma soprattutto audio e video, pupazzi) [Total Physical Response] in modo che tutti gli alunni abbiano la possibilità di sviluppare le loro capacità attraverso compiti realizzabili e motivanti. METODOLOGIE APPLICATE Il corso intende valorizzare l’esperienza diretta del bambino. A partire dai suoi interessi e dalla realtà di vita quotidiana gli incontri presenteranno le tematiche sopra citate tramite attività motivanti e coinvolgenti. L’approccio metodologico, caratteristico della scuola dell’infanzia, è diretto al fare e al vivere in prima persona le esperienze, promuovendo un’acquisizione spontanea e naturale della nuova lingua. La proposta si fonda sui seguenti obiettivi pedagogici: • FONETICO: ascoltare e ripetere parole, canzoni, filastrocche con la corretta pronuncia ed intonazione, nel rispetto dei tempi di apprendimento del bambino; • LESSICALE: memorizzare i vocaboli più significativi e alcune brevi filastrocche o canzoni; • COMUNICATIVO: interagire con l’insegnante e i compagni chiedendo/rispondendo, eseguendo/fornendo semplici comandi in inglese. Il progetto utilizza una metodologia essenzialmente ludica e sonora, proponendo i vari argomenti attraverso canzoni, filastrocche, giochi con i compagni, giochi di ruolo, consegne che richiedono risposte corporee a indicazioni verbali in lingua. STRUMENTI E MATERIALI Strumenti musicali, CD, DVD, teatrino, burattini, libri di storie, PC giocattolo multilingue, flash cards, giochi strutturati e non, materiali di facile consumo. TEMPI L’approccio all’inglese viene effettuato fin dall’inizio dell’inserimento anche durante le normali attività (facili fonemi, brevi canzoncine e ordini-invito a giocare in lingua inglese), poiché l’ascolto frequente della lingua facilita l’apprendimento. Inizialmente all’inglese sarà affiancata la traduzione in italiano. In alcuni giornate si terranno veri e propri laboratori specifici con gruppi suddivisi per età. MODALITA’ DI VERIFICA Oltre all’osservazione sistematica durante le attività di laboratorio, verrà effettuata l’osservazione durante diversi momenti della giornata, per appurare le capacità di applicazione pratica delle nozioni apprese. Per i bambini dell’ultimo anno è prevista l’adozione di griglie di rilevazione degli apprendimenti. RESPONSABILI DEL PROGETTO Insegnante di madrelingua Odin Liv con il supporto delle colleghe Silvia Bacchi, Alexia Cavadenti, Tiziana Gagliardoni Proietti. SCUOLA DELL’INFANZIA LE MARGHERITE a.s. 2015-16 PROGETTO DI PLESSO “TEATRANDO” Il teatro è il tema su cui il progetto educativo di quest’anno scolastico verteranno le diverse attività didattiche. MOTIVAZIONI Perché fare teatro con i bambini nella scuola dell’infanzia? Per un motivo semplice: il lavoro teatrale aiuta a crescere. Il presupposto è fondamentale per capire come il percorso teatrale sia di fatto un’esperienza e come tale si depositi sul bambino accompagnandolo nella sua crescita. La base del lavoro teatrale è l’espressività, che viene sviluppata all’interno di un contesto di gruppo e di relazione con lo spazio. La relazione è infatti l’altro elemento fondamentale della dinamica teatrale. OBIETTIVI I laboratori teatrali si prefiggono l’obiettivo di avvicinare al teatro i bambini, partendo dal concetto di gioco e basando il percorso su esercizi di carattere ludico. Anche con l’aiuto della musica, i bambini vengono stimolati alla concentrazione, all’ascolto e al ritmo, imparando così a controllare i movimenti del proprio corpo e a rinforzare il processo di lateralità. Tramite l’animazione teatrale e musicale, si attivano esercitazioni che stimolino i bambini a osservare e riprodurre gesti, azioni, posture, espressioni del viso, ma anche a esplorare le potenzialità della propria voce, per imparare a esprimere uno stato d’animo, un’emozione, un modo di essere. Il bambino impara a comunicare anche attraverso il linguaggio non verbale, fatto di gesti e comportamenti facilmente comprensibili e condivisi. Lo scopo è così quello di sensibilizzare i piccoli attori ad una maggiore attenzione verso la propria sensorialità (quello che vedo, sento o tocco) all'interno di uno spazio e in relazione ad altri. Questa attività, nella nostra scuola, cerca anche di prefiggersi lo scopo di insegnare ai bambini a liberarsi da idee preconcette sui vari argomenti, guidandoli alla scelta di storie da rappresentare che siano anche di insegnamento in questo senso. Quest’anno è stato deciso di prendere spunto da una favola di Tiziano Trivella, dal titolo Lupetto Rosso, per insegnare ai bambini che alcuni pregiudizi sulle persone e sugli animali sono assolutamente privi di fondamento e che bisogna conoscere bene i fatti e ragionare prima di esprimere giudizi che spesso si rivelano completamente infondati. I bambini impareranno quindi a: -parlare con il corpo -sviluppare l’uso della voce -lavorare in un gruppo e inoltre, nello specifico, che: -i lupi sono animali che vanno rispettati e non sono affatto così crudeli come vengono descritti in favole quali Cappuccetto Rosso e I tre Porcellini, ma che, come molti altri animali, sono costretti a cacciare per nutrirsi e sopravvivere -non si deve mai giudicare nessuno dall’apparenza o per qualche “sentito dire”. OBIETTIVI SPECIFICI - favorire l’acquisizione degli elementi fondamentali del linguaggio teatrale; - migliorare la relazione con sé stessi e con gli altri; - favorire l’adesione all’esperienza che si sta vivendo; - riconoscersi in ciò che si racconta confrontandosi con le proprie paure, i propri desideri e la propria visione del mondo; - trovare interessi e idee comuni ai componenti del gruppo; - mostrare la realtà conosciuta dandone una rappresentazione mediata dal proprio modo di vedere le cose; - produrre uno “spettacolo” inteso come momento di apertura del gruppo ad altri. Bambini di tre anni -educare all’ascolto; -sentire e scoprire il proprio corpo e la propria voce; -stimolare al gioco di finzione con materiali manipolabili a piacimento: giochi con giornali, carta bianca e colorata, grandi fogli, scatole e scatoloni; -imitare la realtà con giochi di travestimento legati al vissuto del bambino o a semplici storie; -sviluppare la coordinazione spaziale. Bambini di quattro anni -Sviluppare maggiormente la capacità di ascolto e di intervento rispettando le regole e i turni; -Sviluppare la conoscenza delle potenzialità del corpo e della voce; -Imitare la realtà con giochi legati a diversi luoghi particolari reali (montagna, mare, città) o di fantasia, ma vicini al vissuto del bambino (cartoni animati, favole); -Sviluppare le capacità oculo-manuali per trasformare i materiali a disposizione per creare oggetti; -Saper ripetere con frasi strutturate le storie ascoltate e saperle drammatizzare guidati dall’insegnante. Bambini di cinque anni -sviluppare la capacità di iniziativa per saper usare gli spazi e i materiali a disposizione per ricreare un ambiente sia reale che di fantasia; -drammatizzare una storia autonomamente senza l’aiuto dell’adulto; -viaggiare con la fantasia: saper inventare una storia; -sviluppare la capacità di collaborazione in un’atmosfera di gruppo non competitiva e di reciproco stimolo; -saper usare i burattini in modo adeguato sia per drammatizzare storie o fatti conosciuti, sia con l’improvvisazione; -familiarizzare con le tecniche teatrali in modo attivo; -distinguere la differenza sostanziale tra la realtà e la finzione, tra il vissuto e la recitazione, in un mondo in cui le tecnologie interattive (tv, playstation tablet, computer, ecc…) possono facilmente confondere i bambini e creare in loro un distorto senso della realtà. -fornire al bambino, attraverso il “potere divulgativo” del teatro, informazioni importanti che riguardano il mondo che ci circonda METODOLOGIA: Ogni metodologia deve essere adeguata al gruppo di età dei bambini, ai loro bisogni e alle loro capacità di partenza, ecco perché il risultato finale e le attività potranno differenziarsi da un gruppo all'altro e da un bambino all’altro. -Comuni GIOCHI MOTORI che sono il punto di partenza per acquisire la capacità di orientarsi in spazi ben definiti, di eseguire semplici gesti coordinati all’interno del gruppo e di seguire una determinata successione di suoni e di pause di attività motoria; -ESERCIZI/GIOCHI inerenti il progetto finalizzati alla scoperta dello spazio, alla sperimentazione dell'espressione corporea e anche al rilassamento. -NARRAZIONE per l’educazione all’ascolto; -DRAMMATIZZAZIONE che permette ai bambini di impersonare, rivivere in prima persona e rielaborare mentalmente le storie appena ascoltate; -LABORATORI di pittura e manipolazione per la costruzione di piccoli oggetti quali burattini e/o marionette, per l'utilizzo creativo delle mani e l'allestimento di scene teatrali; -ATELIER DEL TRAVESTIMENTO per sviluppare la capacità di immedesimarsi in qualcuno che è “l’altro da sé” e per imparare a travestirsi e a truccarsi per assomigliare ai personaggi da interpretare, ecc… Per approfondire il tema specifico sui lupi, è prevista la visione di video sulla vita di questi animali. In occasione della chiusura della fase iniziale, in dicembre, prima delle vacanze invernali, i bambini verranno coinvolti nella recita di poesie e canti in italiano e in inglese. Alla fine del percorso, verso la fine di maggio, è invece prevista la messa in scena della storia scelta, come al solito aperta alle famiglie, sempre arricchita di musica e canti e con l’aggiunta di personaggi secondari per attribuire parti ad ogni bambino coinvolto. I costumi saranno poco elaborati a causa della scarsità di materiali e di tempi tecnici. I più piccoli saranno travestiti da fiori, alberi e piccoli animali del bosco. Si fa presente che, nel caso qualche bambino dimostri ansia, timore o altro problema al momento di partecipare agli spettacoli in qualità di attore, il bambino sarà come sempre affidato ai familiari presenti, onde evitare che un’attività divertente si trasformi in motivo di stress per qualche piccino. L’insegnante Liv Odin, regista e sceneggiatrice, fungerà da guida del progetto, coadiuvata dalle colleghe Tiziana Gagliardoni Proietti, Silvia Bacchi, Alexia Cavadenti, Annalisa Venturini. Durante l’anno le insegnanti si avvarranno del supporto del tirocinante di educazione motoria. SPAZI: Una delle aule adibite a laboratorio che funge anche da aula di musica e l’aera giardino. STRUMENTI: Tappeti e vari strumenti ginnici, due specchi presenti nelle aule, libri illustrati, impianto stereo con amplificatore, microfono, cd, dvd, strumenti musicali, vestiario e stoffe per i travestimenti, materiali di recupero per la costruzione di burattini, materiali di cancelleria per i momenti grafico/manipolativi, cartapesta, burattini, eventuali oggetti di scena già pronti per il completamento delle scenografie (bambole, animali di peluche, tende, ceste, ecc). TEMPI: Da metà novembre a maggio con incontri quotidiani. L’attività verrà svolta inizialmente con gruppi suddivisi per età. STRUMENTI DI OSSERVAZIONE E DI VERIFICA: -Monitoraggio in itinere con documentazione delle attività svolte con foto e/o video; -osservazione e valutazione finale dove verranno messi in evidenza gli obiettivi raggiunti o meno e dove si cercherà di capire l'adeguatezza del percorso proposto in un'ottica di miglioramento dell'offerta formativa. UNA FAVOLA CONTRO I PREGIUDIZI: LUPETTO ROSSO di Tiziano Trivella C'era una volta un lupetto che portava sempre una mantellina rossa e, per questo motivo, tutti lo chiamavano "Lupetto Rosso”. Lupetto, come tutti i lupi, abitava nel bosco, insieme alla sua mamma e al suo papà. Aveva anche una nonna, molto vecchia e malata, che abitava un po' lontano, in un altro bosco, oltre la città degli uomini. Un giorno la mamma di Lupetto Rosso lo chiamò e gli disse: "Caro Lupetto, la nonna domani compirà gli anni, per farle una sorpresa le ho preparato una focaccia. Dovresti portargliela tu, perché io devo restare qui a riordinare la nostra tana e a preparare il pranzo…” Lupetto Rosso fu molto contento di dover andare dalla nonna che non vedeva da qualche mese. La mamma preparò un cestino con la focaccia e poi disse a Lupetto: "Va bene, figlio mio, ora puoi partire. Ma, durante il cammino, stai attento perché dovrai attraversare la città degli uomini e potresti fare qualche brutto incontro. La città non è sicura per noi lupi: è molto più sicuro il nostro bosco! E, soprattutto, non fermarti a parlare con i cuccioli degli uomini, perché sono piuttosto cattivi e odiano i lupi...". "Sì, mamma, starò molto attento!". Si salutarono e Lupetto Rosso partì per andare dalla nonna. Cammina, cammina, Lupetto attraversò tutto il bosco, fino a dove gli alberi si diradavano e iniziavano ad apparire i campi coltivati dagli uomini. Salì su una collinetta dalla quale poteva vedere tutta la città; si fermò ed osservò. Sopra la città degli uomini c'era una cappa nera di fumo che saliva verso il cielo e un frastuono infernale si diffondeva per le vie e per la campagna intorno: era quello di migliaia di clacson, di motori e di officine che provocavano rumori assordanti che si fondevano tra di loro... Lupetto Rosso pensò: "Che paura! Com'è più tranquillo il mio bosco!" Poi vide, in tutte le strade, file interminabili di automobili, di camion, di moto e di motorini. "Forse gli uomini sono impazziti? - pensò - Dove andranno tutti insieme e di fretta?". Lupetto, intimorito, scese dalla collinetta e si avviò titubante verso la città: doveva per forza attraversarla per raggiungere il bosco al di là, dove abitava la nonna. Quando giunse vicino alle prime case di periferia vide sbucare da un angolo della via una bambina vestita di rosso come lui: portava proprio una mantellina rossa, con il cappuccio. Lupetto Rosso si spaventò molto, perché sapeva che tutte le bambine e tutti i bambini sono cattivi e odiano i lupi: la sua maestra, alla scuola dei lupetti, gliel'aveva detto tante volte di stare lontano dagli uomini e dai loro cuccioli. Ma quella bambina con la mantellina rossa aveva uno sguardo dolce e Lupetto Rosso si fermò un attimo per guardarla meglio. La bambina, trovandosi davanti ad un lupo, ebbe un leggero fremito di spavento e di meraviglia, ma, subito dopo, si calmò e, rimanendo ancora distante, gli parlò. "Ciao, come ti chiami?". Lupetto rispose: "Io sono Lupetto Rosso, ma... non devo parlare con i cuccioli degli uomini, perché sono cattivi..." "Non è sempre vero! - lo interruppe la bambina - Non tutte le persone sono cattive!". "La maggioranza sì! - gridò deciso Lupetto - Ogni lupo lo sa!" Allora la bambina, rattristata, si volse per andarsene. Ma Lupetto la richiamò: "Ehi, tu come ti chiami?" La bambina si voltò e gli rispose: "Io sono Cappuccetto Rosso". Lupetto gridò:" Ah, io ti conosco! Sei uscita da una fiaba?" Cappuccetto Rosso sorrise: "Forse sei tu che sei entrato in una fiaba, perché, di solito, i lupi e le bambine non si parlano e non si capiscono a parole. Come hai detto di chiamarti, amico lupo?" "Io sono Lupetto Rosso e sto andando dalla nonna nel bosco che si trova al di là della città degli uomini". "Ah... - lo interruppe Cappuccetto Rosso - mi sembra di conoscerla questa storia..." Lupetto Rosso ripensò a quando, a scuola, la maestra aveva raccontato una storia che parlava di una bambina vestita di rosso, di una nonna malata, di un bosco da attraversare, di un lupo cattivo che mangiava le nonne e le bambine... E gridò: "Siete sempre i soliti, voi bambini: amate le fiabe dove ci sono solo lupi cattivi che fanno una brutta fine... E, poi, raccontate un sacco di bugie sui lupi: i lupi sono cattivi, i lupi ingannano le bambine, i lupi mangiano le nonne e si travestono come loro... E il cacciatore, secondo te, era buono? Ammazzare così un povero lupo!" Cappuccetto Rosso intervenne: "Le fiabe sono storie inventate, non sono la realtà!" "Sì - rispose Lupetto - ma la gente crede alle fiabe..." "Hai ragione! - disse Cappuccetto Rosso - Quando la gente si mette in testa qualcosa, è difficile farle cambiare idea. Pensa che ci sono persone con un sacco di idee sbagliate nella testa, ma che credono di aver sempre ragione. C'è chi crede, ad esempio, che tutti i bambini siano cattivi..." "Anch'io lo credo" - ribatté Lupetto Rosso. "Appunto! Vedi che anche tu hai un'idea sbagliata nella testa? - continuò Cappuccetto Rosso - Se non eliminiamo le idee sbagliate, vivremo sempre nella paura degli altri e nell'odio verso chi è diverso da noi". Lupetto Rosso rimase un po' in silenzio a riflettere. Poi disse: "Forse hai ragione: io non conosco tutti i bambini del mondo e, quindi, non posso dire che tutti siano cattivi... Veramente, finora, ho conosciuto solo te e... non mi sembri tanto cattiva! Deve essere la paura che ho in testa che mi ha fatto credere che tutti i cuccioli degli uomini fossero cattivi..." Cappuccetto Rosso sorrise. Lupetto continuò: "Però gli uomini devono davvero avere idee sbagliate nella loro testa, se fanno così rumore nelle loro città e se sporcano il cielo con questo fumo nero..." "Hai ragione - disse Cappuccetto Rosso - Su questo hai proprio ragione... Abbiamo tante idee in testa da rimettere a nuovo!". Dopo questa discussione, Lupetto Rosso si sentì più tranquillo e sereno. Aveva capito che è meglio ragionare con calma sui fatti, anziché decidere solo con le idee già pronte in testa... I due, ormai amici, attraversarono insieme la città e raggiunsero il bosco dove abitava la nonna di Lupetto Rosso. Anche Cappuccetto Rosso entrò nella casa-tana della nonna lupa, senza timore, e partecipò alla festa di compleanno. La nonna, in un primo momento, si meravigliò dell'amicizia tra Lupetto e la bambina, ma poi, da vecchia saggia, comprese tutto. Quando li salutò, disse loro queste parole: "Cari giovani, per molti anni io ho vissuto credendo che non ci potesse mai essere amicizia tra lupi e uomini. Voi oggi mi avete insegnato che anche questo è possibile. Vuol dire che è venuto il momento di abbandonare le idee sbagliate e di conoscere meglio la realtà... Voi siete usciti dai personaggi di una vecchia fiaba e siete entrati in un nuovo mondo di amicizia e di bontà!" Lupetto Rosso e Cappuccetto Rosso tornarono indietro con il cuore felice.