È l`inclusione sociale che porta alla costruzione della città
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È l`inclusione sociale che porta alla costruzione della città
2 Giovedì 26 agosto 2010 Proposta di Maroni Espellere anche i comunitari Espellere i rom si può e si deve: lo ribadisce il ministro degli Interni Roberto Maroni (Lega), suscitando l’indignazione delle opposizioni e delle gerarchie ecclesiastiche. Maroni ha annunciato che il 6 settembre a Parigi riproporrà ai colleghi europei la richiesta di poter «espellere anche i cittadini comunitari». Il ministro pensa a vere espulsioni, come per i clandestini, non a rimpatri assistiti e volontari, ma «naturalmente solo per chi viola la direttiva che fissa i requisiti per chi vive in una altro stato membro: reddito minimo, dimora adeguata e non essere a carico del sistema sociale del Paese che lo ospita. Molti rom sono comunitari ma non rispettano nessuno di questi requisiti». Maroni nega però di avere intenzioni discriminatorie contro i rom: «E infatti - dice - le espulsioni dovrebbero essere possibili per tutti i cittadini comunitari, non solo per i rom». Ma poi si rammarica perché «il problema - spiega - semmai è un altro: a differenza di quello che accade in Francia, da noi molti rom e sinti hanno anche la cittadinanza italiana. Loro hanno diritto a restare, non si può fare nulla». In primo piano V C Immigrazione. Dibattito anche in Italia sulla decisione dell’esecutivo di Sarkozy La “Douce France” tanto amara per i rom È L’ambasciatore di Bulgaria a Parigi, Marin Raikov, ha esortato a non drammatizzare l’espulsione di un numero limitato di rom bulgari in posizione irregolare. «Non c’é nulla di più normale - ha detto che un Paese dell’Unione europea come la Francia cerchi di far rispettare la legge, ivi comprese le norme europee. Non trovo accettabile una drammatizzazione artificiosa e infondata di una pratica del tutto naturale» ha dichiarato alla radio nazionale bulgara in seguito al giro di vite verso rom con permesso di soggiorno scaduto. Il provvedimento francese prevede che Bulgari e Romeni, cittadini dei due Paesi che hanno aderito all’Ue nel 2007, non possano soggiornare in Francia più di tre mesi senza lavorarvi o studiarvi legalmente. regole europee e non portano alcun attacco alla libertà di circolazione dei cittadini dell’Ue, come definite nei trattati». Il ministro dell’Immigrazione, Eric Besson, ha sottolineato che quello applicato ai rom non è un trattamento straordinario, ma un atto «nel quadro delle procedure classiche di rinvio degli stranieri in situazione irregolare nei loro Paesi d’origine». Ofii (Ufficio francese dell’immigrazione e dell’integrazione) e Ministero, ha aggiunto, hanno già organizzato almeno venticinque voli di questo tipo (voli noleggiati, non aerei speciali) nel corso dell’an- no. «Ciascuna delle persone allontanate - ha precisato il Ministero dell’Interno francese - è stata oggetto di un esame individuale sulle condizioni del suo soggiorno in Francia». Ma sulla decisione del governo di Parigi è subito arrivato il monito della Commissione eu- ropea, attraverso il portavoce della commissaria alla giustizia e al rispetto dei diritti umani, Viviane Reding. La Francia, ha affermato, «deve rispettare le regole che riguardano la libertà di circolazione e la protezione dei cittadini europei». Sulla questione è subito intervenuto anche il Segretario del Pontificio consiglio per i migranti e gli itineranti, mons. Agostino Marchetto. «Non si possono prendere decisioni contro intere comunità - ha dichiarato ai microfoni del Giornale Radio Rai - senza l’applicazione al singolo individuo di queste decisioni in funzione dell’ordine pubblico, secondo quanto stabilito dalla stessa legislazione europea». Secondo l’arcivescovo quanto sta avvenendo in questi giorni in Francia è in contrasto con la legislazione dell’Ue, della Francia e contro il principio di proporzionalità. Marchetto ha rilevato che «la decisione del governo di Parigi ha già trovato alcune ripercussioni nei responsabili dell’Unione europea riguardo ai diritti umani». Parla Hippolyte Simon, vice presidente della Conferenza episcopale di Francia necessità di accogliere e proteggere le persone che spesso vivono in situazione di forte precarietà. Sia chiaro – aggiunge il vescovo – la Chiesa non si sostituisce ai poteri politici quando si fa eco di persone che hanno difficoltà a farsi sentire. Pertanto, non ci deve essere confusione di ruoli, solamente la volontà di farsi portavoce di persone che nessuno ascolta». Riguardo al timore di perdere una parte dei cattolici, il vescovo risponde: «La dignità umana non può dividere». E aggiunge: «Non si può difendere il diritto degli essere umani a nascere o delle persone anziane e non difendere le persone emarginate». Sir ARREDI SACRI BANDIERE TUTTI I TIPI ABBIGLIAMENTO ECCLESIASTICO GONFALONI - STENDARDI RESTAURO-TRASFORMAZIONE RICAMI VECCHI E RIPORTI GAGLIARDETTI SOCIETÀ RESTAURO METALLI - ARGENTATURE E DORATURE SCUDETTI E STEMMI ARTICOLI RELIGIOSI RICAMATI E PERSONALIZZATI VIA GHISLANZONI, 27 • 24100 BERGAMO • TEL. 035 239680-238915 • FAX 035 236091 SITO INTERNET: http://www.solivari.it E-MAIL: [email protected] «È l’inclusione sociale che porta alla costruzione della città» L a carica che riveste - è direttore generale di Fondazione Migrantes della Conferenza episcopale italiana - ha portato mons. Giancarlo Perego al centro del dibattito sull’espulsione dei rom romeni e bulgari dalla Francia. Nei giorni scorsi il sacerdote cremonese (già direttore della nostra Caritas diocesana ma da anni impegnato sul fronte romano) ha rilasciato un’intervista a Radio Vaticana - ripresa da tutti i media nazionali - commentando al giornalista Alessandro Guarasci i provvedimenti presi dal governo di Nicolas Sarkozy. «Occorrerebbe verificare se questi rimpatri sono legittimi - sottolinea mons. Perego - e da quanto è stato detto dalla Commissione europea, sono illegittimi perché riguardano sostanzialmente persone che hanno il diritto di movimento in Europa e d’insediamento. Questi rimpatri, vanno a toccare soprattutto una popolazione, la popolazione rom indistintamente, senza invece, valutare con attenzione quali sono i problemi». Per il governo italiano, la Francia non ha fatto altro che seguire l’Italia; Maroni, ora, parla della possibilità di espellere anche i comunitari... «La Francia purtroppo ha seguito la strada dell’Italia di un’espulsione indiscriminata dei rom. Un’espulsione che, di fatto, che cosa ha generato? Nuovi campi abusivi, ha generato ancora abbandono della popolazione rom, ha generato l’annullamento, sostanzialmente, di tutta una politica sociale che era stata fatta per la scolarizzazione dei bambini e, secondariamente, il governo italiano non può autonomamente decidere in riferimento a una politica europea che invece stabilisce sostanzialmente il diritto di insediamento e di movimento». Lei teme una nuova stretta della politica dell’immigrazione europea in questo momento? «L’azione che avviene contro i rom oggi, non è un’azione di politica migratoria - non dimentichiamo che anche in Italia, l’80% dei rom è italiano - ma è una politica discriminatoria nei confronti di una popolazione, che sostanzialmente, non si è riuscita a gestire attraverso canali che sono soprattutto di tipo sociale, di tipo scolastico, di ac- Invito alla fratellanza La Chiesa dalla parte dei fragili riguardo alla popolazione rom. Gli interventi di questi giorni – ha spiegato il vescovo in un’intervista rilasciata a La Croix – si rifanno «alla dottrina sociale della Chiesa e al Vangelo, nel quale è scritto: “ero straniero e mi avete accolto”» per cui la Chiesa «svolge il suo ruolo quando attira l’attenzione dei poteri pubblici sulla L’intervista. Mons. Giancarlo Perego a Radio Vaticana e a Vita Cattolica Il Papa all’Angelus Reazioni. «Nessuna confusione di ruoli» «È normale che la Chiesa si schieri dalla parte delle popolazioni fragili»: risponde così mons. Hippolyte Simon, vice-presidente della Conferenza episcopale di Francia, a chi nel Paese della laicità si sta chiedendo se è legittimo che la Chiesa intervenga nel dibattito pubblico e in particolare sulla politica del presidente Sarkozy Giovedì 26 agosto 2010 Il direttore generale di Fondazione Migrantes commenta i provvedimenti del governo Sarkozy, definiti non un’azione di politica migratoria ma di politica discriminatoria nei confronti di una popolazione verso cui sono mancati canali sociali e scolastici Prime partenze con l’incentivo economico del governo per lasciare il suolo francese: complessivamente è previsto il rimpatrio verso Romania e Bulgaria di 700 persone. Monito dalla Commissione Europea per i diritti umani previsto per oggi, giovedì 26 agosto, un nuovo volo destinato al rimpatrio di rom romeni dalla Francia dopo le prime partenze dello scorso 19 agosto che hanno visto l’imbarco per Budapest di circa duecento rom con permesso di soggiorno scaduto che hanno accettato l’offerta del governo di Sarkozy per lasciare il suolo francese: 300 euro di incentivo economico più 100 per ogni figlio minorenne. Da Oltralpe sono pure partiti, con destinazione Sofia, 24 rom bulgari con permesso di soggiorno scaduto; il 10 settembre è programmata l’espulsione di un ulteriore gruppo, mentre altri sono in calendario sempre a settembre. Complessivamente, in queste settimane, è previsto il rimpatrio dalla Francia di circa 700 rom verso Romania e Bulgaria e lo smantellamento di oltre 40 campi nomadi. «Le misure decise dalle autorità - ha detto Bernard Valero, portavoce del Quai d’Orsay, il Ministero degli Esteri francese sono pienamente conformi alle C V 3 In primo piano «Tutti gli uomini sono chiamati alla salvezza». Lo ha affermato domenica 22 agosto Benedetto XVI, nei saluti ai pellegrini presenti a Castel Gandolfo, parlando in francese, dopo la recita dell’Angelus. Così infatti si è espresso il Santo Padre ai fedeli francofoni: «(...) Les textes liturgiques de ce jour nous redisent que tous les hommes sont appelés au salut. C’est aussi une invitation à savoir accueillir les légitimes diversités humaines, à la suite de Jésus venu rassembler les hommes de toute nation et de toute langue (...)». La chiamata universale alla salvezza rappresenta anche «un invito a saper accogliere le legittime diversità umane», seguendo Gesù «venuto a riunire gli uomini di tutte le nazioni». Sempre in francese, il Papa ha invitato i genitori ad educare i loro bambini alla fratellanza universale. compagnamento; anche la tutela di una popolazione che ha subito fortemente la modifica di una società agricola industriale». Secondo lei, in Italia, serve un nuovo percorso per ottenere la cittadinanza? «Certamente, serve un nuovo percorso che va anche a difendere, ad esempio, le minoranze non riconosciute, come sono le minoranze rom. Un percorso di cittadinanza che premi soprattutto i bambini che nascono in Italia, o che sono già nati in Italia in modo che possano diventare cittadini al momento della nascita, che premi soprattutto la partecipazione al voto e in particolare amministrativo; dire che non è l’esclusione sociale ma è che sia sempre più una legge che aiuti l’inclusione che porta alla costruzione da subito l’in- della città. Del resto questo è sempre tegrazione, la stato il pensiero e l’atteggiamento della partecipazione Chiesa: non dimentichiamo le parole di e la responsa- Paolo VI, nella sua visita nel 1965 a un bilità comu- campo nomadi a Pomezia, quando disne». se che i rom sono al cuore della Chiesa, Non è dunque quindi al centro e che non si può penvero che la sare di escludere dalla Chiesa il popolo Chiesa si muo- dei rom. Parole che hanno fatto scuola ve sull’onda in Italia e nel contesto europeo. Non della pietas, siamo di fronte a uno slancio emotivo, sulla scia del ma alla convinzione che la polis che sentimentali- vogliamo costruire può essere tale solo smo. Mons. se fondata sulla inclusione sociale, così Giancarlo Pe- come lo pensavano grandi statisti come rego non accet- De Gasperi. Ogni persona deve poter ta la critica di far parte della città: se così non è, quecerta stampa. sta non è la cittadinanza che vogliamo. In viaggio lun- Pensiamo a tutte le categorie più debogo la Romania proprio in questi gior- li, alle fasce più in difficoltà: i malati di ni - «sono qui per un mente, i carcerati, gli progetto di Migrantes ex detenuti, i tossicoe visiterò anche alcudipendenti, le donne ni insediamenti rom» «Sono proprio le schiave della prosti- mons. Perego ha ragioni di sicurezza tuzione. Le statistiche quindi risposto alla te- conclude il direttore lefonata di “Vita Cat- che ci fanno dire che di Fondazione Mitolica”, aggiungendo l’esclusione sociale grantes - ci dicono e alcune battute a quanconfermano come non è la soluzione ai ciil recupero to già dichiarato a di questi Radio Vaticana. «Non problemi ma è solo soggetti, la possibiliè vero che i nostri intà ad essi data di riun’illusione» terventi sono dettati costruirsi una vita, in solo da ragioni umasintesi il loro reinsenitarie a scapito della rimento, siano a vansicurezza - replica con risolutezza. È taggio di tutta la società. Non è con la vero piuttosto il contrario: sono pro- contrapposizione e con lo scontro che si prio le ragioni di sicurezza che ci fanno genera e si alimenta una comunità». Immigrati. Il Vangelo è l’ideale a cui tendere, ma... Formigoni: è irrealistico pensare che l’Italia possa accogliere tutti «L’insegnamento del Vangelo e del Papa indicano l’ideale verso cui tendere» ma bisogna guardare alla realtà e «sarebbe irrealistico pensare di poter accogliere tutti, senza limite alcuno». Così il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, intervistato da ‘’La Repubblica’’, interviene dopo l’appello in francese fatto domenica scorsa dal Papa che ha invitato i Paesi ad accogliere gli uomini in difficoltà di ogni Paese. «L’appello del Papa - spiega Formigoni - è quello alla dimensione cristiana dell’accoglienza, che vale per tutti. È una parte dell’insegnamento universale della Chiesa da sempre, ma ha una sua valenza attuale in un mondo in cui avvengono tragedie immani come quelle del Pakistan. Certo, la fraternità non è facile. Nella realtà quotidiana, i governi devono fare i conti con problemi concreti che possono creare situazioni in cui questo insegnamento non riesce a essere realizzato con pienezza»’. Dunque, la stretta sui nomadi francese: «È uno di quei casi in cui la strada evangelica, che rappresenta la via ideale da seguire, si scontra con situazioni concrete molto difficili. Ma non credo che ci sia contraddizione con il fatto che gli Stati si pongano dei limiti». In questo senso, «la parola del Papa è il punto di riferimento e non soltanto per me. Lo considero C O R T E D E’ F R A T I s.r.l. designer NUOVO ORGANO GIANI A.D. 2007 PALAZZO DEL GOVERNATORATO STATO DELLA CITTA’ DEL VATICANO NUOVO ORGANO GIANI A.D. 2007 INAUGURATO NELLA CAPPELLA PAOLINA PALAZZO DEL QUIRINALE - ROMA l’ideale a cui guardare. Per arrivarci dobbiamo fare di tutto, ma con gradualità e realismo». Secondo Formigoni «è giusto accogliere perseguitati politici, le vittime di catastrofi naturali, ma quanti arrivano dai Paesi dell’Europa dell’est, ad esempio, non sono in queste condizioni. Vanno richiamati gli stessi governi, che hanno accettato le regole dell’Unione, alla responsabilità. Non si possono far passare per libertà di movimento masse di persone che non sono in grado di lavorare o mantenere se stessi: sarebbe una presa in giro. I due paletti da rispettare - conclude - devono essere questi: la possibilità di avere un posto di lavoro e una casa decente».