Circondario Val di Cornia - Città Metropolitana di Firenze
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Circondario Val di Cornia - Città Metropolitana di Firenze
sullo stato dell’ambiente 2004 CIRCONDARIO DELLA VAL DI CORNIA Il percorso di Agenda 21 Locale avviato in Val di Cornia da alcuni anni si presenta come una interessante esperienza di democrazia partecipativa sui temi relativi al contesto sociale, economico ed ambientale e quindi dello sviluppo sostenibile di questo territorio. Il buon livello delle discussioni all’interno dei gruppi di lavoro, ci ha condotto a tentare di realizzare un progetto ambizioso: quello ciò di redigere il 1° Rapporto sullo Stato dell’Ambiente della Val di Cornia cercando il più possibile di attenerci allo spirito di Agenda 21, come approvata alla Conferenza di Rio de Janeiro. Per tale motivo è stata scartata l’idea di utilizzare gli indicatori di sostenibilità “standard”, sia perché non sia addicevano alla complessa realtà della Val di Cornia ma soprattutto perché si riteneva irrinunciabile la ricerca, l’elaborazione e l’accettazione condivisa degli indicatori da parte di tutti gli attori locali, in un processo ampiamente democratico. In tutta questa attività di elaborazione ed analisi, la Giunta e gli uffici del Circondario, hanno operato solo ed esclusivamente come supporto organizzativo senza mai prevaricare o condizionare le scelte, cercando tuttavia di mantenere un ruolo di moderatore dell’intero processo. Il lavoro che abbiamo portato a conclusione pertanto si differenzia nella sostanza da altri Rapporti sullo Stato dell’Ambiente realizzati dagli uffici di enti locali (Province, Comuni) o da Società specializzate, i quali pur encomiabili sul piano tecnico, mancano della interazione attiva degli attori locali, venendo meno i presupposti di una vera A21L. FOTO GIUSEPPE TRINCHINI (5) Suvereto Sassetta San Vincenzo Piombino Una tale impostazione particolarmente rigorosa ha condotto giocoforza ad una dilatazione dei tempi, ma crediamo possa aver gettato solide basi per poter continuare nel percorso impegnativo di Agenda 21 Locale che ci vedrà ancora tutti coinvolti per la stesura del Piano d’Azione Locale. Campiglia Marittima Rapporto 2004 Il momento più impegnativo è stato certamente la redazione del 1° Rapporto sullo Stato dell’Ambiente che ha visto il prodigarsi di molti attori locali coinvolti completamente nella stesura di questo quadro diagnostico. Per la prima volta in Val di Cornia soggetti diversi, rappresentanti un quadro eterogeneo della nostra comunità, aderendo volontariamente al FORUM A21L, hanno costituito tre gruppi di lavoro tematici (città, acqua e paesaggio) e per lungo tempo, autogestendo le loro attività, hanno discusso di temi relativi alla sostenibilità, individuando le varie criticità presenti nel cittàacquapaesaggio nostro territorio. 1° Rapporto sullo stato dell’ambiente della Val di Cornia ° 1 Rapporto sullo stato dell’ambiente ° 1 2004 Progetto co-finanziato dalla cittàacquapaesaggio A cura del FORUM Agenda 21 Locale Val di Cornia CIRCONDARIO DELLA VAL DI CORNIA Rapporto sullo stato dell’ambiente ° 1 2004 Progetto co-finanziato dalla cittàacquapaesaggio A cura del FORUM Agenda 21 Locale Val di Cornia Rapporto sullo stato dell’ambiente 2 1° Rapporto sullo stato dell’ambiente della Val di Cornia Responsabile progetto Dott. Luca Sbrilli Implementazione modello DPSR CQS srl Scandicci (FI)- Ernst & Young Business Advisory Service Roma Progetto grafico e impaginazione Studiografico M Piombino (LI) Stampa Grafiche Effesei Grosseto Si ringrazia per le foto Giuseppe Trinchini del sito www.bazaretrusco.it Piombino (LI) © Circondario Val di Cornia, 2005 Presentazione La Redazione del 1° Rapporto sullo Stato dell’Ambiente della Val di Cornia da parte del FORUM di Agenda 21 Locale, è il primo atto concreto di un percorso avviato da alcuni anni e fortemente sostenuto dal Circondario che ha avuto il merito di intuire l’importanza della partecipazione nei progressi di sviluppo sostenibile. La mole di informazioni, di dati e diagrammi, organizzati in “indicatori di sostenibilità”, sintetizzati per la prima volta in un unico elaborato, rappresenta una importante “fotografia” del quadro ambientale, sociale ed economico, del nostro territorio. Un lavoro di questo tipo risulta necessario non solo per conoscere la realtà locale, ma soprattutto per poter indirizzare le scelte politiche verso uno sviluppo sostenibile calibrato per questo specifico e complesso territorio. Il concetto di sostenibilità, basato su di un processo democratico e partecipativo, ci ha indotti a ritenere ineluttabile che fosse il FORUM di A21L, quale espressione di tutte le rappresentanze dei portatori di interesse locale, a ricercare e suggerire, gli “indicatori di sostenibilità” più consoni per il Rapporto sullo Stato dell’Ambiente. Il lavoro che veniamo a presentare è quindi il punto di partenza, una sorta di “anno zero” con il quale il Circondario della Val di Cornia, attraverso il percorso di Agenda 21 Locale, monitorerà nei prossimi anni le tendenze evolutive del proprio sviluppo in un’ottica di massima trasparenza condivisa tra vari attori locali e contestualmente getterà concretamente le basi per attivare uno strumento di innovazione nel modo di programmare, governare e gestire il territorio. Lo scopo del percorso di Agenda 21 Locale infatti è in estrema sintesi quello di individuare obiettivi comuni, tra istituzioni e attori locali coinvolti su base volontaristica, al fine tradurli in una strategia integrata ed in azioni concrete finalizzate allo sviluppo sostenibile. Un ringraziamento è rivolto a tutti coloro che, in rappresentanza di Enti, Aziende, Associazioni e singoli cittadini hanno contribuito al percorso di Agenda 21 Locale e si sono prodigati nella elaborazione di questo primo importante traguardo, con l’invito di continuare insieme questo cammino che ci vedrà impegnati per la stesura del Piano d’Azione Locale. Silvia Velo Presidente del Circondario della Val di Cornia 3 Rapporto sullo stato dell’ambiente Gli elementi di criticità che emergono da questo Rapporto, dovranno pertanto essere oggetto di una seria ed approfondita analisi, una occasione di riflessione sia da parte degli Amministratori locali ma anche dei vari attori locali, sull’uso delle risorse disponibili e sulla definizione delle nuove priorità, in maniera tale che l’intera nostra comunità riesca ad attivare processi virtuosi capaci di creare nuovi paradigmi che superino l’attuale insostenibile modello economico. Presentazione Il 1° Rapporto sullo Stato dell’Ambiente, ricade in un momento particolare per la Val di Cornia che ha avviato la nuova pianificazione territoriale tramite il Piano Strutturale d’Area che caratterizzerà il nostro territorio per il prossimo decennio ed oltre. Per tale motivo, questo elaborato, con tutte le informazioni che contiene, risulta un elemento diagnostico di primaria importanza, che sarà base propedeutica sia per la fase di pianificazione territoriale che per la valutazione degli effetti ambientali della stessa. Introduzione Il percorso di Agenda 21 Locale avviato in Val di Cornia da alcuni anni si presenta come una interessante esperienza di democrazia partecipativa sui temi relativi al contesto sociale, economico ed ambientale e quindi dello sviluppo sostenibile di questo territorio. Il momento più impegnativo è stato certamente la redazione del 1° Rapporto sullo Stato dell’Ambiente che ha visto il prodigarsi di molti attori locali coinvolti completamente nella stesura di questo quadro diagnostico. Per la prima volta in Val di Cornia soggetti diversi, rappresentanti un quadro eterogeneo della nostra comunità, aderendo volontariamente al FORUM A21L, hanno costituito tre gruppi di lavoro tematici (città, acqua e paesaggio) e per lungo tempo, autogestendo le loro attività, hanno discusso di temi relativi alla sostenibilità, individuando le varie criticità presenti nel nostro territorio. Il buon livello delle discussioni all’interno dei gruppi di lavoro, ci ha condotto a tentare di realizzare un progetto ambizioso: quello cioè di redigere il 1° Rapporto sullo Stato dell’Ambiente della Val di Cornia cercando il più possibile di attenerci allo spirito di Agenda 21, come approvata alla Conferenza di Rio de Janeiro. Per tale motivo è stata scartata l’idea di utilizzare gli indicatori di sostenibilità “standard”, sia perché non sia addicevano alla complessa realtà della Val di Cornia ma soprattutto perché si riteneva irrinunciabile la ricerca, l’elaborazione e l’accettazione condivisa degli indicatori da parte di tutti gli attori locali, in un processo ampiamente democratico. In tutta questa attività di elaborazione ed analisi, la Giunta e gli uffici del Circondario, hanno operato solo ed esclusivamente come supporto organizzativo senza mai prevaricare o condizionare le scelte, cercando tuttavia di mantenere un ruolo di moderatore dell’intero processo. Il lavoro che abbiamo portato a conclusione pertanto si differenzia nella sostanza da altri Rapporti sullo Stato dell’Ambiente realizzati dagli uffici di enti locali (Province, Comuni) o da Società specializzate, i quali pur encomiabili sul piano tecnico, mancano della interazione attiva degli attori locali, venendo meno i presupposti di una vera A21L. Introduzione Una tale impostazione particolarmente rigorosa ha condotto giocoforza ad una dilatazione dei tempi, ma crediamo possa aver gettato solide basi per poter continuare nel percorso impegnativo di Agenda 21 Locale che ci vedrà ancora tutti coinvolti per la stesura del Piano d’Azione Locale. Rapporto sullo stato dell’ambiente 4 Dott. Luca Sbrilli Coordinatore A21L Val di Cornia e Responsabile del Progetto Introduzione Subito dopo l’avvio dei lavori del Forum di Agenda 21 Val di Cornia, si sono costituiti tre gruppi di lavoro – Città, Paesaggio e Acqua – al fine di stendere le basi del Rapporto dello Stato dell’Ambiente. Essi hanno lavorato in modo autonomo per quasi un anno, alla fine del quale sono stati resi noti gli indicatori utilizzati ed i risultati delle ricerche. La stesura del Rapporto sullo stato dell’ambiente è diventato così un documento assolutamente nuovo nel panorama degli elaborati di altre Agende 21 locali, frutto di numerosissimi incontri, di discussioni anche aspre tra i partecipanti e di confronti fecondi. Il vantaggio dello strumento di A21L sta proprio nella consapevolezza di partecipare alla risoluzione dei problemi e alle scelte future del proprio territorio in modo sistemico e interdisciplinare, mettendo insieme problemi sociali, economici e ambientali, attraverso il confronto, anche conflittuale, tra portatori di interessi diversi. Il 1° Rapporto dello stato dell’ambiente del FORUM A21L è quindi un punto di partenza, ovvero l’avvio di un percorso “consapevole” di miglioramento continuo della qualità della vita e del territorio in cui viviamo, dove ad azioni promosse e direttamente attivate dall’Ente locale, si affiancano azioni e programmi avviati su base volontaria secondo principi di sostenibilità da tutti gli attori locali. È ora il momento di affrontare i problemi ambientali, sociali ed economici da un punto di vista interdisciplinare ed in un’ottica di medio e lungo periodo, procedendo alla elaborazione del primo Piano di Azione Locale, tramite la partecipazione e la condivisione dei problemi della comunità locale. Introduzione Per i gruppi di lavoro Città. Acqua e Paesaggio del FORUM A21L Anna Maria Marrocco, Luciano Francardi, Adriano Bruschi Rapporto sullo stato dell’ambiente 5 Introduzione Partecipanti ai Gruppi di Lavoro (Città, Acqua e Paesaggio) Rapporto sullo stato dell’ambiente 6 Bartalesi Vito, Consigliere comunale Comune di Campiglia M.ma Battaglini Marco, ASL 6 Bedini Roberto, Istituto di Biologia ed Ecologia Marina Bello Jonathan, ASA SpA Borsini Andrea, Assessore all’Ambiente Comune di Suvereto Bottausci Giovanni, WWF e Social forum Brizzi Massimo, Legambiente Bruschi Adriano, Legambiente Edo Caldelli, Confesercenti Cantiere della democrazia Casini Lorella, Comitato case lesionate Ceccarelli Carlo, Ass. industriali Cicalese Massimiliano, ISE srl Coldiretti Livorno Colletti Alessandro, Confesercenti Colombi Roberta, 2° Circolo didattico Piombino Cristiani Livio, Confesercenti D’Avino Dario, Libero professionista Delli Paoli Pasquale, CIPAAT Francardi Luciano, ATM SpA Geri Marino, CIA Livorno Guglielmini Andrea, Ass. industriali La comba, ASA SpA Lessi Veronica, Unione Provinciale Agricoltori Lunari Gilberto, Ass. industriali Maresca Claudio, ATO 5 Marrocco Anna, Libero professionista Martelloni Pierluigi, ASIU SpA Masini Andrea, Coldiretti Livorno Menchi Lucia, ASA SpA Muti Antonio, ASA SpA Nicoletti Marcella, Parchi Val di Cornia SpA Nieri Cecilia, Sintesis srl Pavoletti Marco, Aurelia edilizia srl Petri Leonardo, Parchi Val di Cornia SpA Pierulivo Monica, Comune di Piombino Pipeschi Paolo, Ass. industriali Repeti Francesca, WWF e Social forum Salvatori Fabrizio, Confesercenti Sanna Gianluca, CNA Sbrilli Giancarlo, ARPAT Scappini Francesco, CISL Serini Valentino, ASL 6 Ticciati Giampiero, Imprenditore Tabani Giuseppe, ASIU SpA Trinchini Giuseppe, Bazaretrusco.it Vallesi Giancarlo, Consigliere comunale Comune di Campiglia M.ma Ringraziamenti Poli Maurizio, Comune di Piombino Melley Antonio, Spagli Luca, Bracci Barbara, Ivano Gartner, ARPAT Ufficio Urbanistica Comprensoriale, Circondario della Val di Cornia Katia Grilli, Francesca Carli, Circondario della Val di Cornia Indice Parte I - Descrizione del progetto e inquadramento del territorio 1 Introduzione 1.1 Il Progetto Agenda 21 Locale 1.1.1 Il percorso di A21L Val di Cornia 1.2 Obiettivi del documento 1.3 La metodologia adottata per la Relazione dello Stato dell’Ambiente 11 11 12 13 14 2 Inquadramento territoriale 17 3 Inquadramento socio-economico del territorio 3.1 Il contesto sociale 3.1.1 Lo stato di salute 3.1.2 La forza lavoro 3.2 Le attività produttive 3.3 Il turismo 3.4 L’attività agricola e zootecnica 19 19 21 25 26 28 29 5 Consumi energetici e Inquinamento atmosferico 4.1 Introduzione al tema 4.2 Descrizione del tema 4.3 Stato 4.3.1 Produzione di energia convenzionale e da fonti rinnovabili 4.3.2 Qualità dell’aria 4.3.3 Emergenze da inquinamento 4.4 Pressioni 4.4.1 Consumi energetici 4.4.2 Emissioni 4.5 Determinanti 4.5.1 Industria e servizi 4.5.2 Rischio industriale 4.5.3 Popolazione 4.5.4 Attività estrattive 4.5.5 Traffico urbano e trasporto stradale extraurbano 4.6 Risposte 4.6.1 Classificazione del territorio regionale 4.6.2 Monitoraggio della qualità dell’aria e controllo delle emissioni 4.6.3 Informazione e sensibilizzazione della popolazione 4.6.4 Adozione di sistemi di gestione ambientale 4.6.5 Incentivi ambientali 4.6.6 Emissioni di ordinanze 31 31 32 33 33 37 49 51 52 55 59 59 60 61 61 62 62 62 64 64 65 65 66 Inquinamento acustico ed elettromagnetico 5.1 Introduzione al tema 5.2 Descrizione del tema 5.3 Stato 5.3.1 Inquinamento acustico urbano 5.3.2 Inquinamento acustico delle infrastrutture stradali 5.3.3 Inquinamento acustico delle infrastrutture ferroviarie 5.3.4 Esposizione ai campi elettromagnetici 5.4 Pressioni 5.4.1 Densità degli impianti di teleradiotelecomunicazione 5.5 Determinanti 5.5.1 Traffico veicolare 5.5.2 Trasporto stradale extraurbano 67 67 67 58 68 69 77 77 79 79 80 80 80 7 Rapporto sullo stato dell’ambiente 4 Indice Parte II - Il quadro diagnostico con modello DPSR Indice 5.6 Rapporto sullo stato dell’ambiente 8 5.5.3 Trasporto ferroviario 5.5.4 Stazioni per radiotelecomunicazioni 5.5.5 Elettrodotti Risposte 5.6.1 Monitoraggio della qualità acustica 5.6.2 Emissioni di ordinanze 5.6.3 Zonizzazione e risanamento acustico 5.6.4 Monitoraggio dei campi magnetici 81 81 84 86 86 86 87 87 6 Consumi e Inquinamento idrico 6.1 Introduzione al tema 6.2 Descrizione del tema 6.3 Stato 6.3.1 Disponibilità e qualità delle acque superficiali interne 6.3.2 Disponibilità delle acque sotterranee 6.3.3 Qualità ed inquinamento delle acque sotterranee 6.3.4 Qualità delle acque costiere 6.3.5 Fenomeni di subsidenza indotta 6.4 Pressioni 6.4.1 Consumi idrici 6.4.2 Prelievi delle acque superficiali 6.4.3 Scarichi e immissioni inquinanti in mare e in acque superficiali 6.4.4 Carico trofico 6.5 Determinanti 6.5.1 Agricoltura 6.5.2 Industria e terziario 6.5.3 Insediamenti civili e Turismo 6.5.4 Determinanti consumi idrici 6.6 Risposte 6.6.1 Depurazione delle acque e controlli sugli scarichi 6.6.2 Monitoraggio della qualità e quantità delle acque 6.6.3 Monitoraggio del fenomeno di subsidenza 6.6.4 Diffusione di pratiche sostenibili 6.6.5 Risparmio, Recupero e Riciclaggio delle acque di falda 6.6.6 Informazione e sensibilizzazione della popolazione 89 89 90 91 91 94 96 104 109 112 112 114 114 114 115 115 115 116 117 117 117 118 119 120 121 121 7 Natura e paesaggio 7.1 Introduzione al tema 7.2 Descrizione del tema 7.3 Stato 7.3.1 Biodiversità 7.3.2 Paesaggio 7.3.3 Paesaggio urbano 7.3.4 Patrimonio boschivo 7.4 Pressioni 7.4.1 Uso del suolo 7.4.2 Superficie agricola totale SAT 7.4.3 Aree edificate 7.4.4 Infrastrutture 7.4.5 Incendi boschivi 7.4.6 Pressione venatoria 7.5 Determinanti 7.5.1 Agricoltura 7.5.2 Attività agro-forestale 7.5.3 Attività infrastrutturale 7.6 Risposte 7.6.1 Protezione della natura 7.6.2 Attività di pianificazione e vincoli 7.6.3 Prevenzione/presidio 7.6.4 Risanamento 7.6.5 Sensibilizzazione ed educazione ambientale 123 123 123 124 124 126 128 128 129 130 130 130 132 133 134 135 135 135 137 137 137 141 142 143 143 151 151 151 153 153 155 158 158 160 160 161 162 162 164 164 165 165 165 9 Rifiuti 9.1 Introduzione al tema 9.2 Descrizione del tema 9.3 Stato 9.3.1 Presenza di discariche attive 9.3.2 Presenza di siti da bonificare e di rifiuti abbandonati 9.4 Pressioni 9.4.1 Produzione di rifiuti urbani 9.4.2 Produzione di rifiuti speciali 9.5 Determinanti 9.5.1 Popolazione 9.5.2 Turismo 9.5.3 Attività produttive 9.6 Risposte 9.6.1 Dotazione impiantistica per il trattamento dei rifiuti 9.6.2 Attività di pianificazione 9.6.3 Attività di recupero e riciclaggio 9.6.4 Gestione rifiuti speciali 9.6.5 Attività di sensibilizzazione, educazione e formazione 167 167 167 168 168 169 170 170 173 175 175 175 176 177 177 179 180 184 186 Appendice La percezione della realtà ambientale e socio-economica da parte della popolazione della Val di Cornia 187 Indice Suolo e sottosuolo 8.1 Introduzione al tema 8.2 Descrizione del tema 8.3 Stato 8.3.1 Contaminazione del suolo e sottosuolo 8.3.2 Fenomeno erosivo 8.3.3 Dissesti idrogeologici e rischi naturali 8.3.4 Occupazione suolo 8.4 Pressioni 8.4.1 Uso del suolo 8.4.2 Utilizzo di fertilizzanti e fitofarmaci 8.5 Determinanti 8.5.1 Agricoltura 8.5.2 Attività urbanizzativa 8.5.3 Industria 8.6 Risposte 8.6.1 Bonifiche di siti dismessi 8.6.2 Diffusione di pratiche sostenibili di uso del suolo 9 Rapporto sullo stato dell’ambiente 8 Rapporto sullo stato dell’ambiente 10 PARTE I DESCRIZIONE DEL PROGETTO ED INQUADRAMENTO DEL TERRITORIO L’Agenda 21 Locale evidenzia che lo sviluppo sostenibile si realizzerà solo attraverso una programmazione mirata e prescrive che per affrontare ogni questione importante sia adottato un processo attento e rigoroso che esamini i diversi aspetti del problema, che prenda decisioni chiare sulle priorità, sui compromessi e sui sacrifici eventualmente necessari, che definisca il sistema dei controlli e degli incentivi, le finalità a lungo termine, i traguardi quantitativi e le scadenze per realizzare quanto è stato fissato. In sintesi A21 impegna i soggetti sottoscrittori a promuovere un piano di azione a lungo termine per il miglioramento della qualità della vita e per lo sviluppo sociale ed economico di ogni località in armonia con l’ambiente e le risorse in vista del 21° secolo. Agenda 21 Locale quindi è un percorso che nasce da una scelta volontaria e condivisa tra più attori locali, attraverso il quale esplicitare e condividere obiettivi di sostenibilità locale, verificare la validità di tali obiettivi e quindi tradurli in una strategia integrata, a sua volta articolata in linee d’azione concrete, che consenta di conseguire gli obiettivi assunti con il coinvolgimento attivo di tutti i soggetti interessati. Tutto si concretizza non solo con la presentazione di rapporti, documenti ecc., ma soprattutto con l’accresciuta consapevolezza da parte degli amministratori pubblici e delle aziende e dei singoli cittadini. Agenda 21 Locale è soprattutto un percorso di lavoro che si articola operativamente in sequenze cicliche,dove ad ogni iterazione si redige un documento che contiene gli impegni (in campo ambientale, economico, sociale) che una comunità locale assume per il 21° secolo. Il suo successo e anche la sua continuità dipendono dal fatto che i cittadini possono partecipare in modo diretto, attraverso incontri pubblici, alla definizione del percorso da compiere per migliorare la qualità della vita, lo sviluppo economico e l’ambiente della Val di Cornia. Introduzione 1 1.1 Il Progetto Agenda 21 Locale Il concetto di sviluppo sostenibile quale modello di sviluppo compatibile con le esigenze di tutela dell’ambiente e di salvaguardia delle risorse è stato indicato per la prima volta nel Rapporto della World Commission on Environment and Development conosciuto meglio come Rapporto Brundtland nel 1987. Secondo tale rapporto lo sviluppo sostenibile è quel modello di sviluppo che risponde alle necessità del presente, senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le proprie. Nel corso della Conferenza ONU su “Ambiente e Sviluppo” svoltasi a Rio de Janeiro nel 1992 è stata approvata l’Agenda 21, il documento programmatico che sintetizza le azioni che i paesi firmatari si impegnano ad attuare per lo sviluppo sostenibile. All’art. 28 dell’Agenda 21 è previsto che anche a livello locale si debba dare vita ad un nuovo modo di governare il territorio in modo da pianificare i programmi di sviluppo in termini di sostenibilità. Agenda 21 Locale è quindi un processo di miglioramento economico-sociale-ambientale volontario, promosso a livello locale e che coinvolge tutti i cittadini, associazioni, Istituzioni, Enti, Aziende ecc., riunite in un FORUM. L’Agenda 21 Locale dopo un articolato percorso si sintetizza con un documento che contiene gli impegni in ambito ambientale, ma anche economico e sociale che un’intera comunità locale si autoimpone. Non esiste un modello standard di Agenda 21 Locale da seguire e non si deve raggiungere alcun parametro ambientale prestabilito. Ogni Agenda 21 Locale è qualcosa di unico perché unici sono i contesti ambientali, economici e sociali delle varie porzioni di territorio del globo terrestre, ed altrettanto sono uniche le strategie per raggiungere lo sviluppo sostenibile in quella data porzione di territorio. Il processo di Agenda 21Locale prevede delle tappe comuni da percorre: 1. l’attivazione di un FORUM 2. la consultazione permanente tra gli attori 3. il quadro diagnostico ambientale 4. il piano d’azione ambientale 5. l’audit ed il reporting 11 Rapporto sullo stato dell’ambiente 1 Introduzione Introduzione Rapporto sullo stato dell’ambiente 12 1.1.1 Il percorso di A21L Val di Cornia L’ambito territoriale della Val di Cornia è stato oggetto di ricerca da parte dell’Unione Europea mediante il progetto IN.SU.RE.D all’interno del programma Ambiente e Clima. Di 5 aree campione europee il progetto ha analizzato la Val di Cornia per il nostro Paese, poiché in tale area della Toscana sono state riscontrate buone pratiche per il miglioramento e la creazione di strumenti per lo sviluppo sostenibile a livello locale e quindi è risultata un interessante caso studio locale. Tale ricerca ha dato un interessante impulso alle Istituzioni locali per proseguire il percorso verso la creazione di uno strumento capace di suggerire politiche locali verso la realizzazione di uno sviluppo sostenibile. Il Circondario della Val di Cornia, istituito nel 1998, avendo tra le varie competenze anche quelle relative all’ambiente ed essendo impegnato nella redazione di un Programma Locale di Sviluppo Sostenibile dell’area (SEL 16-Val di Cornia), ha ritenuto opportuno continuare nel percorso di cui sopra e per questo ha gestito e stimolato l’istituzione di un proprio FORUM Agenda 21 Locale, avvenuta nel corso del 2000. Avvio percorso: 3 gennaio 2000: nell’ambito della preparazione della Conferenza Provinciale sull’Ambiente, lettera al Presidente della Provincia sulla opportunità di avviare una Agenda 21 del Circondario. 7 febbraio 2000: riunione per avviare il percorso dell’elaborazione dell’Agenda 21 della Val di Cornia, convocata dal Circondario, hanno partecipato i Sindaci della Val di Cornia, l’Assessore provinciale all’ambiente Della Pina, il dott. Giancarlo Sbrilli dell’Arpat, il dott. Mario Donato Circondario, e il dott. Maurizio Poli del Comune di Piombino, nella quale è stata definita la seguente strategia: – costituzione di un nucleo promotore di agenda 21 – ricognizione delle esperienze delle attività acquisite o in corso sulle tematiche ambientali e della sostenibilità in Val di Cornia – organizzazione di una conferenza per l’Agenda 21 nella quale avviare il confronto sui contenuti e raccogliere in via preliminare le adesioni per la costituzione del forum di Agenda 21. Costituzione nucleo promotore, formato da: sindaci di Campiglia M., Piombino, San Vincenzo, Sassetta e Suvereto, dott. G. Sbrilli (Arpat), dott. M. Poli (Comune di Pombino), il direttore del Circondario (dott. M. Donato). Il nucleo promotore ha lavorato per alcuni mesi predisponendo un lavoro di base molto importante mediante interviste a soggetti locali al fine di valutare se nel territorio vi fossero le condizioni per attivare un Forum. Prima della costituzione del Forum si sono svolte diverse riunioni preparatorie, sedi di confronto dei diversi attori locali dove ognuno di essi esprimeva il proprio concetto di A21L e che cosa si aspettava da essa. Nell’ultima riunione del Maggio 2000 è stata avviata la raccolta delle adesioni al costituendo Forum di Agenda 21 Locale. L’esito incoraggiante di questi primi incontri ha determinato l’avvio del FORUM; dall’analisi dei verbali di questi incontri preliminari è scaturito un importante spaccato delle diverse concezioni di A21L. Il FORUM è costituito oltre che dai rappresentanti delle Istituzioni locali e delle Associazioni di Categoria ed ambientaliste, anche dalle Aziende Pubbliche (CIGRI SpA, ASIU SpA, ATM SpA) e soprattutto da alcune delle principali industrie locali. Hanno inoltre aderito associazioni culturali, forze politiche, distretti scolastici e singoli cittadini. 5 febbraio 2001: prima riunione del Forum a Piombino. Insediamento Forum, discussione sulle procedure e sugli obiettivi di fondo, consegna della bozza di REGOLAMENTO DEL FORUM. 12 aprile 2001: riunione del Forum a Venturina. Approvazione del regolamento del Forum e individuazione di 3 gruppi di lavoro sui seguenti temi: acqua, paesaggio e città. 26 giugno 2001: riunione del Forum a San Vincenzo presentazione della pubblicazione ARPAT sullo sviluppo sostenibile a cura del dott. Scapigliati. 10 Settembre 2001 Deliberazione da parte della Giunta del Circondario della Val di Cornia per attivare un corso di formazione al fine di creare tra gli attori locali una comune cultura di Agenda 21. Successivamente, in data 8 Ottobre 2001 è stato stipulato un Protocollo d’intesa tra il Circondario della Val di Cornia e il Direttore Generale dell’ARPAT per la collaborazione nella progettazione e nella realizzazione di progetti congiunti di educazione e formazione volti alla tutela della salute e dell’ambiente, rivolti alla comunità intesa come scuola, enti, istituzioni, associazioni. Nel mese di Dicembre 2001, la Giunta e l’Assemblea del Circondario hanno aderito unanimemente alla Carta di Aalborg. In data 18 Aprile 2002 il Forum A21L della Val di Cornia è entrato a fare parte del coordinamento A21L della regione Toscana. Il 21 maggio 2002 a Venturina è stato convocata una nuova riunione plenaria del Forum. In que- 1.2 Obiettivi del documento Il Rapporto sullo Stato dell’Ambiente della Val di Cornia ha avuto lo scopo di realizzare un’analisi strutturata e sistematica del territorio: nel Rapporto sono riportate le informazioni raccolte e commentate, le condizioni attuali e valutate le tendenze in corso; vengono inoltre messe a fuoco le interrelazioni tra i vari aspetti ambientali individuati nel modello DPSR (di seguito illustrato) ed identificate le problematiche di sostenibilità emergenti. Il Rapporto mira a fornire un primo quadro conoscitivo delle tematiche ambientali ed a met- Introduzione 13 Rapporto sullo stato dell’ambiente sta assemblea è stato rendicontato l’intero percorso di A21L e da tale analisi sono emerse notevoli difficoltà dettate soprattutto dalla mancanza di obiettivi certi e definiti del percorso, mentre altre difficoltà scaturivano da una scarsa preparazione culturale dei vari portatori di interesse locale relativamente a questo nuovo modo confrontarsi e di discutere all’interno del FORUM. Risultava quindi necessario realizzare un salto di qualità tra gli aderenti al FORUM e per tale motivo è stato deciso di prendere come riferimento del percorso intrapreso, le linee guida per le agende 21 locali predisposte da ANPA e contestualmente nel mese di giugno 2002 è stato avviato il corso di formazione per Agenda 21 in collaborazione con Arpat. Tale corso, di 44 ore, è stato rivolto ad Amministratori locali, dipendenti comunali, quadri di aziende e associazioni ambientaliste ed ha reso un nuovo impulso all’intero processo di A21L. Nel mese di Ottobre 2002 il Circondario della Val di Cornia, tramite il proprio Ufficio Ambiente, ha predisposto un progetto finalizzato a concorrere a due bandi per A21L, uno della Regione Toscana ed uno del Ministero dell’Ambiente. Il progetto prevede la redazione di un Rapporto sullo Stato dell’Ambiente del FORUM A21L della Val di Cornia. Il progetto è stato ritenuto idoneo e successivamente finanziato dalla Regione Toscana ed ha preso avvio nel Marzo 2003 con scadenza prevista per il Maggio 2004. La predisposizione del quadro diagnostico ambientale della Val di Cornia redatto non dagli uffici del Circondario e dei singoli Comuni ma dai gruppi di lavoro del FORUM risulta un lavoro molto ambizioso, in quanto lungo e complesso in cui è previsto il Circondario della Val di Cornia, mediante il proprio Ufficio Ambiente, quale soggetto coordinatore dei lavori. Diversamente dalla gran parte delle A21L che sono solite utilizzare indicatori di sostenibilità “standard”, il FORUM A21L della Val di Cornia ha deciso che l’analisi complessiva delle criticità del territorio ma soprattutto la ricerca e la valutazione degli indicatori di sostenibilità dovevano essere interamente demandati ai gruppi di lavoro del FORUM e da questi scelti, discussi e approvati in maniera democratica e soprattutto partecipata e condivisa. Ogni indicatore di sostenibilità ossia indicatore ambientale, sociale od economico, è quindi frutto di un confronto serrato tra tutti i portatori di interesse locale, sia appartenente ad un Ente locale, Azienda privata Associazione ambientalista o comitato locale per una particolare emergenza ambientale o sociale. Una tale operazione di elevato progresso democratico, ha di fatto dilatato ampiamente i tempi per la scelta degli indicatori stessi. La differenza dei Rapporti sullo Stato dell’Ambiente “istituzionali” e il RSA del FORUM A21L è quindi sostanziale. Il primo ha logicamente un taglio prettamente ambientale e formulato solo ed esclusivamente dalle attività degli uffici, il secondo invece prevede come soggetti attivi i gruppi di lavoro del FORUM, che per A21L della Val di Cornia erano già costituiti e denominati Città, Acqua e Paesaggio ai quali è stato demandato il compito di predisporre l’analisi delle criticità non sono solo limitate a quelle ambientali, ma anche quelle sociali ed economiche. Lo sviluppo sostenibile, infatti, passa attraverso il bilanciamento di questi 3 ambiti fondamentali. La redazione del RSA del FORUM consiste dunque nella raccolta, nell’organizzazione ed interpretazione di dati in gran parte già esistenti e rilevati dai vari enti (ARPAT, Provincia di Livorno, ASL, ASA SpA, ASIU SpA, Uffici Comunali, Regione Toscana, IRPET) per poi formulare ed evidenziare le criticità del territorio. Il RSA potrà anche avere la funzione di evidenziare le carenze o le incompletezze su monitoraggi o rilevamenti di dati al fine di suggerire nuove campagne di misura. Nell’ambito della predisposizione del rapporto sullo stato dell’ambiente il FORUM è il soggetto che stimola i gruppo di lavoro mediante il suggerimento e la discussione dei vari indicatori ambientali da prendere in considerazione. Il rapporto sullo stato dell’ambiente potrà essere un importante strumento non solo per il Forum ma anche per le amministrazioni locali e dei singoli cittadini al fine di valutare concretamente le reali condizioni ambientali e di sfruttamento delle risorse nel territorio. Gli indicatori ambientali, diversi per ogni A21L, sono un supporto a processi decisionali e quindi costruiti sul consenso e la condivisione della responsabilità dei vari soggetti aderenti al Forum. In sostanza gli indicatori ambientali sono importanti non solo come dato a se stante, ma per l’elaborazione e le correlazioni che possono scaturire da una loro analisi comparata. tere in luce eventuali criticità, permettendo di definire un quadro preliminare su cui articolare la discussione con i Portatori d’Interesse prevista dal processo di Agenda 21. Il lavoro ha avuto anche lo scopo di evidenziare la necessità di colmare eventuali lacune, disomogeneità o dispersione delle informazioni necessarie per fornire un quadro organico del contesto in esame, indispensabile per il processo decisionale. Introduzione 1.3 La metodologia adottata per la Relazione dello Stato dell’Ambiente Il modello adottato per la redazione della Relazione dello Stato dell’Ambiente è il DPSR. Per ciascuna delle Aree Tematiche viene fornita una breve descrizione basata sugli elementi salienti del modello DPSR. In generale, vengono evidenziate le cause antropiche primarie (Determinanti) che danno luogo ai fattori di Pressione responsabili di una determinata condizione ambientale (Stato) con conseguenti effetti sull’uomo e gli ecosistemi. Sono poi richiamate le principali iniziative, istituzionali e non, per far fronte alle situazioni di degrado e più in generale per salvaguardare l’ambiente (Risposte). Tali elementi in termini aggregati (famiglie di fattori) sono utilizzati per disegnare lo schema DPSR per ciascuna delle tematiche individuate. La struttura del Modello DPSR di Contabilità Ambientale fa riferimento allo schema DPSIR frutto di una revisione effettuata in ambito comunitario dall’Eurostat e dalla European Environment Agency elaborato dello schema dell’OCSE di Pressione-Stato-Risposta (PSR). Il modello DPSR si basa sulla seguente serie di relazioni causali: ● le attività antropiche (Driving Forces o Determinanti) operano una pressione ambientale, tale pressione interessa lo stato dell’ambiente, modificandone la qualità e la disponibilità (quantità) delle risorse naturali; ● queste alterazioni dello stato dell’ambiente hanno impatti ambientali negativi sulla salute umana, gli ecosistemi e le funzioni ambientali; ● in risposta a ciò, la società (imprese, Pubblica Amministrazione e cittadini) interviene per mitigare gli impatti attraverso le risposte (politiche ambientali); in tal senso è opportuno evidenziare che ci si concentra sulle risposte del settore pubblico, essenzialmente in termini di spesa ambientale. Questa struttura del modello di base è stata scelta per due motivi: ● separa i momenti della catena causale che porta dalle attività antropiche alle politiche ambientali permettendo sia di valutare le risposte ambientali (puntuali o sistematiche) in relazione agli impatti dell’economia ed alle loro ripercussioni sullo stato dell’ambiente che di stimare o misurare la pressione antropica separatamente per ciascun settore economico ed analizzare il contributo delle diverse componenti dell’economia al degrado ambientale fornendo preziose indicazioni per le politiche ambientali preventive; ● è coerente con i modelli elaborati dall’OCSE e dalle istituzioni comunitarie che sono ormai internazionalmente adottati come modelli di riferimento. Rapporto sullo stato dell’ambiente 14 Determinanti prevenzione Pressioni abbattimento mitigazione Stato ripristino Risposte Modello DPSR All’inizio di ogni capitolo tematico viene riportato un prospetto schematico ed una valutazione sintetica del tema ambientale preso in considerazione. Il prospetto riporta gli aspetti ambientali esaminati nel testo insieme ad una loro valutazione in termini di disponibilità informativa, livello di qualità attuale (stock) e tendenza in atto. Le valutazioni sono state effettuate utilizzando i criteri riportati nella Tab. 1. Viene fornita una sintetica valutazione dell’andamento del fenomeno e del raggiungimento degli obiettivi fissati dalla normativa desumibile dai valori dell’indicatore. Per rappresentare tale valutazione viene utilizzata l’icona di Chernoff. Dato l’ampio spettro di aspetti da valutare non è stato possibile sviluppare criteri omogenei di tipo quantitativo, di conseguenza tale scelta ha introdotto un forte elemento di soggettività nell’ambito delle valutazioni effettuate. Tale soggettività deve essere verificata mediante una lettura attenta delle evidenze analizzate nel testo. Tab. 1. Criteri di valutazione dei prospetti schematici. • Disponibilità dati: + Scarsa disponibilità di dati ++ Disponibilità di dati sufficiente per una valutazione poco approfondita +++ Adeguata disponibilità di dati Introduzione • Valutazione dell’indicatore: ☺ condizioni negative (mancato rispetto dei limiti di legge, trend in peggioramento) condizioni incerte (si è vicini ai valori soglia indicati dalla legge, il trend è variabile) condizioni positive (rispetto dei limiti di legge, trend in miglioramento) ?? non è possibile dare una valutazione dell’indicatore, non si hanno dati riferiti ad un adeguato orizzonte temporale per cui non si può stimare il trend Rapporto sullo stato dell’ambiente 15 Rapporto sullo stato dell’ambiente 16 La Val di Cornia comprende i Comuni di Piombino, Campiglia M.ma, San Vincenzo, Suvereto e Sassetta. Insieme i 5 Comuni costituiscono l’unità territoriale denominata SEL 16: questa, per sua definizione, raccoglie Comuni tra loro interdipendenti per relazioni socio-economiche e funzionali. La Val di Cornia si estende su una superficie totale di 366 Km2, di cui il 63% circa di area collinare (maggiore di 50 m s.l.m) e il 37% circa di area di pianura, con 65,03 Km di costa. Il territorio, che si trova all’interno della Maremma Pisana, prende il nome dal Fiume Cornia che nasce dal monte Aia dei Diavoli (altitudine mt. 875 - Colline Metallifere), scorre per 48 Km nella valle omonima (Provincia di Pisa, Grosseto e Livorno), per sfociare nel Mar Tirreno ad Est del promontorio di Piombino. L’ambiente geografico è costituito da una catena di colline talvolta impervie e selvagge, circondata da boschi, campi coltivati e pascoli, che si raccorda con il mare attraverso un’ampia pianura alluvionale. Le coste, prevalentemente basse, sono caratterizzate laddove non urbanizzate, da spiagge sabbiose, aree sub-palustri e pinete. Da un punto di vista amministrativo, nel 1998, i 5 Comuni hanno dato vita al Circondario della Val di Cornia. I Circondari sono circoscrizioni amministrative già previste dalla Costituzione della Repubblica Italiana (art. 129), successivamente disciplinati dalla legge 142/90 e poi dal D. L.vo 267/2000 (Testo Unico Enti Locali). Ai sensi della L.R. 77/95, il Circondario è un organismo rappresentativo di secondo grado, nominato dal Consiglio Provinciale, a cui è delegato l’esercizio di funzioni amministrative regionali della Provincia e funzioni associate dei singoli comuni. Il Circondario della Val di Cornia è stato istituito dal Consiglio Provinciale di Livorno (Delib. n. 846 del 9.10.98), di concerto con Regione Toscana e Comuni interessati. Nell’ambito del sistema delle autonomie, il Circondario della Val di Cornia si pone come articolazione istituzionale subprovinciale e sovracomunale con le finalità di: a) favorire e governare il processo di sviluppo locale, ponendo l’area della Val di Cornia in un più stretto rapporto con il contesto regionale; b) avvicinare al territorio funzioni di governo finora esercitate a livello provinciale; c) accrescere ed istituzionalizzare la capacità di coordinamento delle politiche comunali. Il Circondario è retto da un proprio regolamento ed è dotato di autonomia amministrativa, tecnica e contabile, nonché di poteri organizzativi e regolamentari. ⌧ Fig. 1. Mappe del territorio della Val di Cornia. Livorno Sassetta San Vincenzo SEL 16 - VAL DI CORNIA Capraia 17 Suvereto Campiglia M.ma Isola d’Elba Piombino Pianosa Rapporto sullo stato dell’ambiente Gorgona Inquadramento territoriale 2 2 Inquadramento territoriale La popolazione della Val di Cornia è principalmente contenuta nei Comuni di Piombino e Campiglia Marittima, in cui si concentrano le principali attività industriali, e che insieme comprendono l’82% della popolazione totale. Come densità demografica Piombino risulta essere in linea con la media provinciale (269 ab/Km2), mentre gli altri Comuni sono sensibilmente al di sotto. Tab. 2. Distribuzione popolazione residente e densità demografica (fonte: Istat - Censimento della popolazione 2001). Comuni Campiglia M.ma Piombino San Vincenzo Sassetta Suvereto Val di Cornia Popolazione 2001 12.540 33.925 6.540 548 2.897 56.450 % rispetto al totale 22,2 60,1 11,6 1,0 5,1 100 Superficie Km2 83,13 130,1 33,13 26,59 92,95 365,90 Densità demografica(2001) Ab/Km2 150,7 261,7 197,8 20,6 31,2 154,6 Inquadramento territoriale ⌧ Fig. 2. Caratteristiche morfologiche della Val di Cornia (da TAV. SA1 Piano strutturale della Val di Cornia-Avvio del procedimento a cura dell’Uff. Urbanistica Circondario, Aprile 2004). Rapporto sullo stato dell’ambiente 18 3 3 Inquadramento socio-economico del territorio Tab. 3. Variazione popolazione residente (fonte: Istat - Censimento della popolazione 2001). Comuni Campiglia M.ma Piombino San Vincenzo Sassetta Suvereto Val di Cornia 1951 1961 1971 1981 1991 2001 8.783 32.482 5.089 1.233 4.086 51.673 9,266 36.102 5.673 873 3.246 55.160 11.350 39.654 7.182 682 3.025 61.893 12.463 39.401 7.558 585 3.173 63.180 12.513 36.774 7.175 553 3.053 60.068 12.540 33.925 6.540 548 2.897 56.450 variaz. 1991-2001 27 -2.849 -635 -5 -156 -3.618 variaz. % 1991-2001 0,2 -7,7 -8,9 -0,9 -5,1 -6,0 La Val di Cornia si caratterizza per una struttura demografica vecchia che ha raggiunto il punto di massimo squilibrio. Nel 2001 ha registrato un indice di vecchiaia pari a 244,95% e secondo le previsioni dell’Irpet nel prossimo decennio le leve giovanili si dimezzeranno. La fascia intermedia, dai 35 ai 59 anni, sarà, in assoluto, nel 2011, quella più alta. Caleranno bruscamente i giovani di età compresa fra i 20 ed i 34 anni. In particolare si può notare nella Tab. 4, come l’indice di vecchiaia dei Comuni di Piombino, San Vincenzo e Suvereto siano sensibilmente superiori al valore provinciale. Tab. 4. Indice di vecchiaia (fonte: dati Istat - 14° censimento Generale della Popolazione e delle Abitazioni 2001). Comuni Campiglia M.ma Piombino San Vincenzo Sassetta Suvereto Val di Cornia Provincia di Livorno Indice di vecchiaia* 200,22 258,95 268,53 215,87 253,05 244,95 206,35 Numero anziani per bambino 4,97 6,31 6,86 6,48 6,03 —5,25 * Indice di vecchiaia: rapporto percentuale avente a numeratore la popolazione di 65 anni e più e a denominatore quella di 0-14 anni. 19 Rapporto sullo stato dell’ambiente 3.1 Il contesto sociale La popolazione della Val di Cornia ha registrato un costante incremento dal 1951 al 1981, per poi subire un calo, registrato anche nell’ultimo censimento del 2001. Complessivamente, in base ai censimenti, l’aumento verificatosi nell’arco dei quaranta anni è stato del 16,2%, superiore alla media regionale, ma inferiore a quella provinciale del +19,3%. La crescita demografica si registra in particolare Campiglia Marittima (+42,5%) e San Vincenzo (+41,0%), mentre a Piombino è più contenuta (+13,2%) e con una diminuzione che interessa gli ultimi due decenni. I Comuni dell’interno hanno subito una forte perdita di residenti, specie Sassetta che dal 1951 al 2001 ha visto più che dimezzata la propria popolazione. Nell’ultimo decennio di rilevamento Istat, dal 1991 al 2001, la Val di Cornia ha visto ridursi il numero degli abitanti di circa il 6%, prevalentemente nei Comuni di Piombino e San Vincenzo, come evidenziato nella Tab. 3. Inquadramento socio-economico del territorio La Val di Cornia rappresenta una realtà in cui lo sviluppo economico, trainato dalle industrie pesanti, ha avuto un processo differente rispetto al resto della Toscana. Due fattori identificano principalmente la struttura industriale della Val di Cornia, e più in generale quella della Provincia di Livorno: la produzione di beni intermedi e la grande dimensione delle aziende; questi elementi hanno differenziato l’economia dell’area dal modello produttivo di economia diffusa affermatosi nella parte centrale della Toscana durante gli anni ‘70, basato sull’industria leggera (settore tessile, abbigliamento, cuoio, legno e mobile) e su imprese di piccole dimensioni, creando dei veri e propri “distretti produttivi”. Le piccole e medie imprese, quando presenti, sono strettamente legate alla grande industria, di cui costituiscono l’indotto. A partire dagli anni ottanta l’economia della grande industria ha subito una fase di drastica e profonda deindustrializzazione, che ha generato ripercussioni fortemente negative anche in termini occupazionali ed ha connotato il territorio, in generale di tutta la Provincia, anche a livello di politiche comunitarie in base alle quali la Provincia di Livorno è interamente inclusa nelle “aree a declino industriale”. L’industria siderurgica continua a detenere un peso non indifferente in seno al quadro economico locale. Inquadramento socio-economico del territorio L’invecchiamento progressivo della popolazione, il mancato ricambio tra la fascia di età che cessa di essere in condizione attiva e quella che sta per entrarvi sono senz’altro fenomeni che influenzano il sistema economico di un territorio. Il SEL della Val di Cornia rientra nei cosiddetti “SEL anziani” della Regione Toscana, ed in particolare in quel gruppo costituito dalle aree di Livorno, Pisa e Grosseto, caratterizzate dalla minore dipendenza demografica relativa, grazie alla minore incidenza sia della popolazione giovane che di quella anziana. Si tratta di sistemi che, attratta la popolazione nel periodo di espansione della grande impresa sulla costa toscana (anni 30 e 40), hanno vissuto poi nella fase di deindustrializzazione (anni 70 e anni 80) una minore emigrazione grazie allo sviluppo di attività terziarie. Si tratta quindi di quelle aree che, pur all’interno della difficile situazione occupazionale della costa, presentano almeno da punto di vista demografico, le maggiori risorse lavorative. Il periodo 1951-1991 è stato anche il periodo di grandi trasformazioni nelle strutture familiari. La dimensione delle famiglie passa da una media di 4 componenti ad una di 2,8 componenti nel 1991, per scendere ulteriormente a 2,36 nell’ultimo censimento del 2001. Dai dati dell’ultimo censimento Istat del 2001, il numero complessivo di famiglie della Val di Cornia è pari a 23.818, che rappresentano il 17,8 % del totale della Provincia di Livorno; il peso maggiore è dato dal Comune di Piombino (61,3%), mentre Sassetta rappresenta solo l’1,1%. Il numero medio di componenti per famiglia (2,36) è leggermente inferiore alla media provinciale (2,42), con un minino rappresentato da Sassetta (2,16) e un massimo da Campiglia Marittima (2,51). Tab. 5. Numero famiglie, numero medio componenti per famiglia e percentuale di coppie con figli (fonte: dati Istat - 14° censimento Generale della Popolazione e delle Abitazioni 2001). Comune n° famiglie Campiglia M.ma Piombino San Vincenzo Sassetta Suvereto Val di Cornia Provincia di Livorno 4.971 14.611 2.761 253 1.222 23.818 133.730 % coppie con figli 50,43 47,82 47,7 49,33 49,15 —50,92 La percentuale di coppie con figli (48,89%) è lievemente inferiore alla media provinciale (50,92%); solo nel Comune di Campiglia si registra un’incidenza percentuale di coppie superiore al 50%. La popolazione straniera residente in Val di Cornia risulta essere di 813 unità e rappresenta l’1,44% dell’intera popolazione, valore leggermente inferiore a quello provinciale. In Val di Cornia la comunità più numerosa è quella proveniente dal Marocco, seguita dall’Albania, dalla Svizzera, dalla Germania, dalla Macedonia e dal Senegal. Solo il Comune di Sassetta registra una presenza sensibile di stranieri, che raggiungono il 16,24% del totale della popolazione residente. L’elevato valore della percentuale si deve al basso numero di abitanti del Comune di Sassetta (548 nel 2001): infatti, in termini assoluti, è il Comune della Val di Cornia in cui è minore il numero della popolazione straniera residente. 20 Rapporto sullo stato dell’ambiente n° medio componenti per famiglia 2,51 2,32 2,37 2,16 2,36 2,37 2,42 Tab. 6. Popolazione straniera residente e numero di stranieri per 100 residenti (fonte: dati Istat - 14° Censimento Generale della Popolazione e delle Abitazioni 2001). Comuni Campiglia M.ma Piombino San Vincenzo Sassetta Suvereto Val di Cornia Provincia di Livorno Popolazione straniera residente 208 324 101 89 91 813 5.945 Stranieri per 100 residenti 1,66 0,96 1,54 16,24 3,14 1,44 1,82 La presenza sul territorio di un cospicuo numero di strutture ed associazioni culturali dà un’indicazione della “vivacità culturale” della Val di Cornia. Si evidenzia in particolare una forte tendenza all’associazionismo ed al volontariato che denota un’importante predisposizione alla socializzazione da parte dell’intera comunità. Tab. 7. Presenza di strutture culturali in Val di Cornia (fonte: dati comunali). Tipologia struttura Musei Biblioteche Teatri Associazioni culturali locali numero 9 5 2 294 Tab. 8. Servizi effettuati negli ultimi 5 anni dalla San Vincenzo de Paoli (fonte: Piombino Oggi n°1/2004). Attività Pasti distribuiti Pacchi viveri consegnati Pacchi viveri a detenuti Indumenti distribuiti Indumenti distribuiti a detenuti Pernottamenti Servizio doccia Visite a detenuti Colloqui con detenuti Gestione automezzi (Km all’anno) 2003 24.045 3.460 251 18.695 1.378 6.154 6.807 226 962 30.253 2002 29.200 3.400 47 18.140 1.178 3.096 4.779 233 688 n.r. 2001 24.845 2.045 n.r. 13.855 n.r. 2.741 500 186 515 n.r. 2000 19.950 1.140 n.r. 6.380 n.r. 2.143 1.585 108 173 n.r. 1999 21.119 1.025 n.r. 5.069 n.r. 1.504 n.r. n.r. n.r. n.r. 3.1.1 Lo stato di salute La salute umana è uno stato di benessere fisico, psichico e sociale risultante da una molteplicità di fattori tra i quali si possono annoverare la predisposizione genetica, lo stile di vita, lo stato economico e sociale, la possibilità di accesso ai servizi sanitari ed infine l’ambiente di vita e di lavoro. Sebbene la predisposizione genetica sia un importante fattore di rischio per molte malattie non va trascurata la valutazione del contributo dei fattori ambientali e comportamentali. Infatti, per poter mantenere un accettabile livello di salute è necessario disporre in modo continuativo di buone risorse ambientali come la qualità dell’aria, dell’acqua, del cibo e delle abitazioni. Le informazioni su questo argomento ad oggi disponibili per il territorio della Val di Cornia so- 21 Rapporto sullo stato dell’ambiente Attività della Società di San Vincenzo De Paoli Dal consuntivo della propria attività si profilano interessanti informazioni sui cambiamenti e i problemi della società locale. Nel 2003 si è assistito ad un’inversione di tendenza, che ha fatto registrare un’apprezzabile riduzione di presenze. Il fenomeno è messo in relazione al calo degli stranieri nel nostro comprensorio (soprattutto dall’Est) e al fatto che molti hanno trovato un’occupazione. Ma novità ci sono anche nella provenienza degli ospiti: le presenze italiane hanno decisamente superato quelle straniere (13.871 contro 10.174). Come si legge nella relazione allegata al bilancio 2003, sono in aumento le richieste di aiuto da parte di giovani donne e madri, sia italiane che straniere, sfrattati ed extracomunitari in cerca di primo alloggio, persone sole, malate o con disagi psichici allontanate dalle famiglie, ex carcerati, disoccupati. Alcuni cercano aiuto per pagarsi il ritorno in patria, altri pur avendo lavoro non ce la fanno comunque ad acquistare medicinali, pagare bollette e affitti. Tante le richieste di pacchi viveri e indumenti da parte di famiglie monoreddito, operai, anziani, cassintegrati. Numerose sono le persone che, avendo contratto debiti, non riescono più a restituire i prestiti alle banche e sono costrette a chiedere aiuti per la spesa o per i bambini che devono andare a scuola. C’è anche chi, avendo dovuto cessare la propria attività e trovandosi pieno di debiti, senza lavoro, spesso cade in uno stato di profonda depressione. Nel corso del 2003, il Centro ha accolto 1.400 utenti (630 uomini e 770 donne), di età compresa tra zero e ottantacinque anni. Il problema maggiore è quello del pernottamento, non solo per il fatto di essere il più richiesto, ma soprattutto perché il più difficile per poter rispondere a tutte le richieste, ma comunque un passo avanti verso l’abolizione dei pernottamenti per strada, almeno per il periodo invernale. Inquadramento socio-economico del territorio In Val di Cornia è attiva un’importante organizzazione cattolica internazionale di laici, la Società di San Vincenzo De Paoli, che svolge un’intensa attività a sostegno di chiunque abbia bisogno di aiuto. L’organizzazione, che collabora con le istituzioni, gli enti e molte altre associazioni, riesce ad offrire importanti servizi nell’ambito sociale. L’attività di questa associazione è un interessante indicatore sull’evoluzione del contesto sociale del territorio. no assai limitate e conferiscono solo una caratterizzazione dello stato di salute in termini di mortalità generale e per causa senza alcuna correlazione con l’attuale o pregresso stato di qualità delle risorse ambientali diffuse nel territorio. Nell’impossibilità di descrivere le correlazioni tra qualità ambientale e salute della popolazione si è ritenuto importante inserire nel presente lavoro alcuni dati relativi allo stato di salute seppure non correlabili tra loro in quanto i parametri utilizzati sono diversi così come gli intervalli di tempo considerati. Eventuali correlazioni potranno essere fatte per lo stesso parametro con altre località della Provincia o della Regione. Nella Tab. 9 sono elencate le principali cause di morte per i residenti in Val di Cornia, confrontati con quelli regionali. La mortalità è dovuta principalmente a malattie dell’apparato circolatorio, sia per i maschi che per le femmine. Tab. 9. Mortalità per grandi cause in Val di Cornia (fonte: ASL 6, anno 2001). Inquadramento socio-economico del territorio Causa di morte Rapporto sullo stato dell’ambiente 22 Cause accidentali Condizioni morbose perinatali Disturbi psichici Malattie apparato circolatorio Malattie apparato digerente Malattie app. genito-urinario Malattie apparato respiratorio Malattie Endocrine, metaboliche, immunitarie Malattie infettive Malattie osteomuscolari e connettivo Malattie pelle e sottocutaneo Malattie sangue e organi emopoietici Malattie sistema nervoso Malformazioni congenite Stati morbosi mal definiti Tumori Tumori trachea, bronchi, polmoni Tutte le cause Tasso Val di Cornia femmine maschi 17,59 56,22 8,68 8,08 4,82 6,72 179,94 245,3 26,26 32,72 8,91 6,62 13,40 45,72 10,18 23,15 10,13 4,70 5,80 3,08 0,96 0 1,86 1,83 16,99 23,57 3,25 0 4,23 1,87 115,68 231,66 6,92 49,28 428,68 691,26 Tasso regionale femmine maschi 16,9 46,2 3,0 2,3 8,7 10,0 164,7 255,3 16,1 28,1 5,0 7,9 17,6 48,5 15,4 20,8 1,9 3,1 3,6 2,3 0,3 0,2 1,6 2,6 13,9 16,3 2,4 3,2 4,2 5,0 128,7 247,3 12,0 65,2 405,4 701,7 È noto che le malattie presentano una distribuzione spaziale che si presume in relazione a quella dei loro fattori di rischio, che non sono distribuiti uniformemente sul territorio. Oltre a veri e propri fattori ambientali, anche fattori sociali, fattori genetici e fattori legati alla disponibilità dei servizi sanitari e al loro accesso hanno una distribuzione spaziale tale da influenzare l’intensità con cui in una popolazione una malattia si manifesta e conduce a morte. Le variazioni geografiche del rischio possono essere descritte attraverso mappe geografiche ottenute a partire da indicatori di morbosità e mortalità, quali ad esempio tassi e rapporti standardizzati. Si possono così formulare o rafforzare nuove ipotesi etiologiche su base geografica, che comunque necessitano sempre di essere verificate con studi più approfonditi di tipo analitico. Recentemente si sono sviluppate tecniche di analisi dati molto sofisticate che consentono di analizzare la mortalità e morbosità per piccole aree, quali ad esempio quelle comunali, consentendo di smorzare gli effetti dovuti alla variabilità delle dimensioni del fenomeno e delle popolazioni esaminate. Una di queste tecniche di analisi è qui di seguito utilizzata: si tratta del calcolo degli stimatori Bayesiani empirici (EBMR) che consente di correggere gli SMR (Rapporti Standardizzati di Mortalità) verso la media totale. La correzione che apportano gli EBMR è piccola per quelle aree dove la numerosità della casistica e della popolazione è grande, mentre la correzione verso la media complessiva è grande per quelle aree che presentano poca popolazione, e dove quindi i valori estremi potrebbero essere basati solo su piccoli numeri. Le aree considerate sono definite in base a criteri di tipo amministrativo, e sono rappresentate dalle aree relative ai 287 Comuni toscani. Sono stati utilizzati i dati di mortalità del RMR per gli anni 1987-99, disaggregati per comune, sesso, e, per alcune cause, anche per periodo. Il lavoro che di seguito presentiamo è stato ricavato del sito web ufficiale della Regione Toscana ed il software utilizzato è basato sulla metodica di Clayton e Kaldor (1987) ed è stato fornito dal Prof. Biggeri del Dipartimento di Statistica dell’Università di Firenze. Le mappe sono state costruite riportando i valori di EBMR suddivisi in sei intervalli fissi per tutte le cause di morte analizzate: ≤ 79; 80-89; 90-99; 100-109; 110-119; ≥ 120. Per alcune cause, nu- mericamente rilevanti per effettuare l’analisi, è stato scelto di mostrare mappe per sesso relative a due periodi (1987-92 e 1993-99), ma solo nel caso in cui la distribuzione spaziale degli EBMR fosse risultata diversa nei due periodi considerati. Nella lettura delle mappe è da tenere presente che fattori legati al sistema di rilevazione delle cause di morte potrebbero confondere la variazione geografica osservata. Tra questi fattori vi è ad esempio l’eventuale diversa qualità nella certificazione di morte nelle varie aree. Altri fattori, quali una diversa codifica e registrazione delle cause di morte, si reputa non abbiano alcuna influenza essendo il sistema toscano centralizzato. Nelle Tab. 10 e Tab. 12 si riportano i risultati dello studio condotto per quanto attiene i cinque comuni della Val di Cornia. Per semplicità nelle tabelle si riportano solo i valori superiori alla media regionale (uguale a 100) e, si è dato il valore (1) per valori di EBMR >119, (2) per valori di EBMR tra 119 e 110 e (3) per valori tra 109 e 100. Tab. 10. Mortalità per grandi cause in Val di Cornia 1987-99; mappe EBMR disaggregate per comune (fonte: Regione Toscana, 2003). Femmine P (1), CM, SV, SU, SA (3) P, CM (3) P (1), SA (2), CM (3) P (3) SU (1), CM (2) SU (1), CM, SV, SA (2), CM, SU (3) SU (3) CM (1), SV (2), P (3) P, CM, SV (1) P, CM (2), SA (3) CM (2), P (3) Tab. 11. Mortalità per grandi cause in Val di Cornia 1987-92 e 1993-1999; mappe EBMR disaggregate per comune (fonte: Regione Toscana, 2003). Cause di morte 1987-1992 Maschi CM (2), P, SV, SU, SA (3) SU, SA (2) P (2), CM, SV (3) Tutte le cause Tumori allo stomaco Tumore dell’intestino Tumore al polmone Tumore alla mammella Diabete Disturbi psichici Cardiopatia ischemica P (1), SV (3) Infarto miocardio acuto SV, SU, (3) Cause violente CM, SV (2), SA (3) 1993-1999 Femmine CM, SU (1), SA (2), P, SV (3) P, CM (3) SV (2), P, SU, SA (3) CM (3) P (2) CM, SU (2) Maschi CM, P, SV, SU, SA (3) Femmine CM (2), SV, SU, SA (3) P, SV (3) P (3) P (2) CM (3) SV, SU (3) CM, SA (2), SU, CM, P (3) SV (1), P (3) CM (1), P (2), SU (3), SV (2) SU, SA, SV (3) CM (1), SA (2), SU (3) SU (3) Legenda: CM = Campiglia M.ma; P = Piombino; SV = San Vincenzo; SA = Sassetta; SU = Suvereto I dati ricavati dalla Tab. 12 hanno acceso la discussione tra gli stakeholders all’interno del forum A21L, evidenziando la necessità di approfondire se vi sia una oggettiva correlazione tra l’alta mortalità per tumore polmonare e la rilevante presenza industriale nel Comune di Piombino. A tal proposito si riportano di seguito due studi condotti dalla ASL 6 in tempi diversi. Il primo, del 30 Novembre 1998 e denominato “Analisi Epidemiologica sulla mortalità per Carcinoma Polmonare: confronto tra la popolazione piombinese e quella dei paesi limitrofi” a firma del Dott. Alessandro Barbieri della ASL 6 Zona Val di Cornia mette in evidenza i dati di mortalità per carcinoma polmonare disaggregati per comune dal 1988 al 1993. Inquadramento socio-economico del territorio Maschi CM, P (3) SV (2), CM, P (3) P, SV (3) P, CM, SV (3) SV (1), CM, SU (3) SU (2), CM, P (3) CM, SU, SA (3) SU (1), CM (2) CM (1), P (2), SU, SA (3) CM (1), SA (2), SU (3) CM, SU (1), P (2), SV (3) CM, SV (1), P (2), SU, SA (3) P, SA (3) CM, SV, SU (1), SA (2) SV (1), P, CM, SA (3) 23 Rapporto sullo stato dell’ambiente Cause di morte Malattie infettive Tutti i tumori Tumore alla pleura Tumore alla vescica AIDS Malattie del sistema nervoso Malattie del sistema circolatorio Malattie cerebrovascolari Malattia dell’apparato respiratorio Bronchiti, enfisema, asma Malattie dell’apparato digerente Cirrosi epatica Malattie dell’apparato gentrourinario Incidenti stradali Suicidi Tab. 12. Numero di decessi per carcinoma polmonare 1988-93 (fonte: ASL 6, 1998). Anno 1988 1989 1990 1991 1992 1993 Piombino 29 31 30 41 28 26 San Vincenzo 5 10 4 0 3 4 Campiglia M.ma 8 9 10 2 5 7 Suvereto 1 2 2 0 1 2 Sassetta 0 0 1 0 1 0 Considerando la popolazione dei comuni di Campiglia M., San Vincenzo, Suvereto e Sassetta come facenti parti di un medesimo campione quale somma della numerosità dei residenti lo stesso studio riporta i tassi grezzi, ossia il rapporto tra il numero totale dei deceduti per la causa considerata e la numerosità della popolazione residente nell’area in esame nel periodo di studio. Da tale confronto si evidenziano tassi di mortalità più alti tra gli abitanti di Piombino rispetto alla somma degli altri 4 Comuni della Val di Cornia. Inquadramento socio-economico del territorio Tab. 13. Numero di decessi per carcinoma polmonare 1988-93, tassi grezzi (fonte: ASL 6, 1998). Rapporto sullo stato dell’ambiente 24 Anno 1998 1989 1990 1992 1993 Piombino 76,4 82,2 80,1 75,8 72,8 Somma dei Comuni 55,88 93,3 67,6 38,52 59,67 Il parametro del Tasso grezzo è però influenzato dalla disomogeneità dei gruppi di popolazione considerata (età, attività lavorativa ecc.) quindi non è molto idoneo per paragoni con altre località. Pertanto il lavoro sopraccitato ha elaborato i dati mediante la ricerca dei Tassi Specifici di mortalità ed i Tassi Standardizzati. I primi rappresentano il rapporto tra il numero dei deceduti per una determinata causa in ciascuna classe d’età e la numerosità della popolazione nella stessa classe di età, i secondi invece rappresentano il calcolo del numero dei casi che si verificherebbero in una popolazione ideale (quella standard) se i tassi fossero quelli delle popolazioni in studio. Tab. 14. Numero di decessi per carcinoma polmonare 1992-93, tassi specifici (fonte: ASL 6, 1998). Anno 1992 1993 Piombino 45-64 anni 56,20 65,60 >65 anni 262,70 226,80 Somma dei Comuni 45-64 anni >65 anni 59,50 122,10 29,70 223,80 Tab. 15. Numero di decessi per carcinoma polmonare 1992-93, tassi standardizzati (fonte: ASL 6, 1998). Anno 1992 1993 Piombino 45-64 anni 14,05 16,40 >65 anni 28,90 24,94 Somma dei Comuni 45-64 anni >65 anni 14,87 13,43 7,42 24,61 Il lavoro a firma del Dott. Barbieri nelle conclusioni afferma che confrontando i dati delle tabelle 14 e 15 si denota una maggiore attesa di mortalità per gli abitanti di Piombino rispetto al totale degli abitanti degli altri comuni considerati. Tuttavia, seppure il metodo utilizzato di confronto non è totalmente corretto, rimane aperto il problema che questi dati, anche se non esatti, possono essere indicativi di una differenza nella mortalità per tumore polmonare a Piombino rispetto ai comuni limitrofi, differenza che richiederebbe uno studio ad hoc. Il secondo studio rappresenta una analisi epidemiologica sui tumori polmonari relativamente alla città di Piombino commissionato dalla Provincia di Livorno e condotto in collaborazione dall’azienda U.S.L. n° 6 di Livorno e dal Centro per lo Studio e la Prevenzione Oncologica (CSPO). Lo studio è stato condotto considerando i decessi per carcinoma polmonare nel periodo 1986-2000 in soggetti di sesso maschile residenti a Piombino e per ognuno di essi è stata ricostruita la storia residenziale presso l’Ufficio Anagrafe del Comune, cercando di stabilire un Tab. 16. Popolazione di 15 anni e oltre per condizione, tassi di attività, occupazione e disoccupazione (2000). Territorio Val di Cornia Toscana Forze lavoro occupati persone in cerca totale di occupazione 22.000 2.000 24.000 Non forze di lavoro Tasso di attività Tasso di occupazione Tasso di disoccupazione 28.000 46,6 46,9 49,0 43,4 44,3 46,0 6,7* 5,5** 6,1** (*) stime Istat con correzioni effettuate da Irpet; (**) dati ricavati da “Toscana in cifre 2002”. Per quanto riguarda l’occupazione, sono aumentati i legami occupazionali con le aree esterne. Le assunzioni di personale esterno alla Val di Cornia sono passate dal 13,3% del 1977 al 18,1% del 2000. Di contro sono calate progressivamente le assunzioni di personale che si trova all’interno del SEL: sono passate dal 72,2% del 1997 al 67,3% del 2000. Risultano variabili le assunzioni verso l’esterno anche se la media si mantiene stabile. Ci sono bassi tassi di occupazione sia maschile che femminile rispetto alla Toscana in generale. Il tasso femminile del 2000 era il 42,7%, contro il 48,5% della Toscana ed il 44,2% della Provincia di Livorno, e passerà al 46,4% nel 2011, ma sarà ancora più basso rispetto alla Toscana (50,1%) e alla Provincia di Livorno (47,2%). Nel 2000 il tasso di occupazione maschile era il 64,5% (contro il 67,2% della Provincia e ben il 71,1% della Toscana) e nel 2011 arriverà soltanto al 65%, con un aumento minimo. Si può dire però che le donne sono in ripresa sul fronte dell’occupazione, almeno secondo le previsioni. Per quanto riguarda la tipologia del lavoro c’è stata una vera e propria esplosione del lavoro a tempo determinato. Ecco i dati: i lavoratori a tempo determinato nel 1994 erano il 48% e nel 2000 sono saliti al 69,5%; i contratti part-time erano nel 1994 14,3% e sono saliti, nel corso del 2000, al 15,4%. Gli assunti a tempo indeterminato erano nel 1994 il 21,3% e nel 2000 invece sono scesi al 20%. I punti di forza del mercato del lavoro sono l’esperienza professionale ed il sistema scolastico e formativo. I suoi punti di debolezza sono la scarsa intraprendenza ed il poco soddisfacente incontro tra domanda ed offerta di lavoro. Una curiosità: la popolazione con istruzione superiore e universitaria è in aumento. Nel 2001 era pari al 27,6%, nel 2011 salirà invece, secondo l’IRPET, al 33,5%. Ci sarà insomma una presenza significativa di risorse umane qualificate. 25 Rapporto sullo stato dell’ambiente 3.1.2 La forza lavoro Di seguito ( Tab. 17) viene rappresentata una tavola relativa alle stime Istat della forza lavoro riferite agli ultimi dati disponibili dell’anno 2000, con correzioni necessarie per i SEL di minore dimensione demografica, effettuate dall’Irpet. Si riportano inoltre i dati ricavati da “Toscana in cifre 2002” edito dalla Regione dove si riportano gli stessi indicatori per il SEL Val di Cornia e della media Toscana. Inquadramento socio-economico del territorio criterio “geografico” dei decessi. Contestualmente è stata effettuata anche un’analisi delle abitudini e dell’attività lavorativa dei deceduti (in particolare è stata verificata la loro attività lavorativa e la loro condizione di “fumatori”). I risultati di tale studio sono stati resi noti nel novembre 2004 e concludono che, nell’analisi dei fattori che entrano in gioco nel determinare il tumore polmonare, non possa essere stabilito con certezza un reale effetto svolto dall’inquinamento ambientale prodotto dall’area industriale. Da un punto di vista prettamente “geografico” si evidenzia infatti una eccedenza di mortalità statisticamente significativa per i residenti in una circonferenza di raggio di 700 metri avente come centro l’impianto di cokeria, con una significatività statistica che decresce sensibilmente per i residenti in un raggio di 1400 metri, mentre non si può parlare di eccedenze oltre tale distanza. Tuttavia, i casi considerati nelle zone più significative , risultavano essere per il 97% fumatori e il 70% aveva svolto attività lavorative a rischio. In ogni caso è quanto meno auspicabile che nel breve periodo vengano realizzati ulteriori studi, ancor più dettagliati e approfonditi in modo tale da dare una risposta esauriente che possa fugare ogni dubbio sulla eventuale esistenza di un grave problema di sanità pubblica. Tab. 17. Popolazione iscritta al Centro per l’impiego del Circondario della Val di Cornia. Inquadramento socio-economico del territorio Iscritti al Centro per l’impiego della Val di Cornia al 31.12.2003 Donne Uomini Totale Iscritti al Centro per l’impiego della Val di Cornia al 30.06.2004 Donne Uomini Totale Avviamenti 2003 Avviamenti primo semestre 2004 1.546 624 2.170 1.970 872 2.842 10.235 5.904 3.2 Le attività produttive Le attività economiche della Val di Cornia risultano abbastanza sviluppate, soprattutto nei Comuni di Campiglia e Piombino, dove sono presenti il maggior numero di industrie. Esistono zone in cui si ha una particolare concentrazione di industrie e piccole e medie imprese, quali il polo siderurgico a Piombino che dalla città raggiunge la centrale Enel di Torre del Sale, la località di Campo alla Croce a Venturina, la quale è ancora in fase di ampliamento, la località La Monaca a Venturina, e tutta la zona artigianale di Montegemoli nel Comune di Piombino. San Vincenzo, invece, essendo principalmente una località turistica, basa le sue attività economiche sul commercio. Tab. 18. Imprese, istituzioni, unità locali e addetti in Val di Cornia (fonte: Istat - 8° Censimento Industria e Servizi, 2001). Comuni Imprese totale Campiglia M.ma Piombino San Vincenzo Sassetta Suvereto Val di Cornia 830 2.058 567 33 197 3.685 di cui artigiane 260 499 162 7 66 994 Istituzioni 58 163 40 4 26 291 Unità Locali delle imprese totale di cui artigiane delle istituzioni n. addetti n. addetti n. addetti 925 3.064 269 775 88 462 2.297 11.905 529 1.287 233 2.192 621 1.579 173 427 51 217 35 82 7 13 8 65 223 506 69 165 34 60 4.101 17.136 1.047 2.667 414 2.996 addetti totale ogni 100 n. addetti abitanti 1.013 3.526 28,1 2.530 14.097 41,6 672 1.796 27,5 43 147 26,8 257 566 19,5 4.515 20.132 35,7 ⌧ Fig. 3. Numero unità locali e addetti, 2001 (fonte: Istat - 8° Censimento Generale dell’Industria e dei Servizi). Rapporto sullo stato dell’ambiente 26 Piombino e Campiglia M.ma, oltre ad avere il maggior numero di imprese, hanno anche il rapporto addetti/imprese più alto, cioè hanno industrie più grandi. Tab. 19. Rapporto addetti/numero U.L., 2001 (fonte: Elaborazione dati Istat - 8° Censimento Generale dell’Industria e dei Servizi). Comuni Campiglia M.ma Piombino San Vincenzo Sassetta Suvereto industria addetti/n. 5,30 12,31 3,14 4,25 3,15 UNITÀ LOCALI delle imprese commercio addetti/n. 2,49 3,16 2,26 1,22 1,89 delle istituzioni altri servizi addetti/n. 2,75 3,56 2,44 1,43 1,79 addetti/n. 5,25 9,41 4,25 8,13 1,76 Più del 70% degli addetti, lavora nel solo Comune di Piombino. Questo dato spiega il motivo per cui il 60,34% del reddito complessivo disponibile nel 2000 in tutta la Val di Cornia sia concentrato nel Comune di Piombino. Nella Tab. 22 si riportano i redditi disponibili per ogni comune della Val di Cornia ed il valore di reddito disponibile per abitante. Quest’ultimo dato, riferito all’anno 2000, evidenzia un valore procapite inferiore alla media regionale e nazionale. Tab. 20. Reddito disponibile e Pil della Val di Cornia (fonte: Regione Toscana e Irpet). Territorio Val di Cornia Toscana Italia Reddito disponibile al 2000 (€) 14.153,00 15.724,00 16.001,16 Territorio Val di Cornia Pil al 2002 (milioni di €) 1590,20 Le tipologie di attività che vengono svolte nella Val di Cornia si differenziano a seconda della zona. L’attività industriale di maggior rilievo a Piombino è la siderurgia grazie alla presenza di tre grandi industrie (La Magona d’Italia, Dalmine e Lucchini) e tutta una serie di imprese ad esse collegate, con cui vanno a costituire un importante polo siderurgico. Collegato all’attività di tali industrie è il porto, che comunque in futuro dovrebbe superare la funzione di servizio all’industria siderurgica per assumere una sua valenza economica, produrre servizi ed occupazione. Inoltre, sempre nel Comune di Piombino lungo la costa che giunge a Follonica è presente una grossa centrale termoelettrica dell’ENEL in località Torre del Sale. Si ha pertanto che più del 50% dei lavoratori di Piombino è occupata nelle attività sopraelencate. Altra grossa industria presente nella zona limitrofa alle industrie siderurgiche è la SOL, in cui viene prodotto ossigeno liquido e altri gas tecnici. A Piombino è presente, inoltre, l’unico ospedale della Val di Cornia e nella zona periferica presso la località di Riotorto è collocato il centro di smistamento della Coop per Toscana e Umbria. Le piccole imprese di carattere sostanzialmente artigianale sono concentrate nella zona di Montegemoli. Oltre a queste attività industriali Piombino ha una discreta occupazione anche nel campo del turismo. A Campiglia Marittima le attività più importanti sono quelle legate alle attività estrattive (in particolare calcare), che presentano un considerevole valore economico ed occupazionale (SALES Sas, Cave di Campiglia SpA, Calce Dolomia SpA., Maffei SpA). A Venturina hanno assunto un certo rilievo l’industria alimentare (PAV), nonché la produzione di materiali da costruzione e la lavorazione di materie plastiche (B-Pack.Due, Venplast). Sempre a Venturina è presente Cigri (oggi ASA SpA), la società che gestisce la distribuzione dell’acqua in tutta la Val di Cornia. Importante ambito dell’economia di questo comune deriva dal comparto agricolo, che risulta molto sviluppato. San Vincenzo è un centro principalmente turistico, pertanto le attività sono di tipo commerciale oppure riguardano ristoranti ed alberghi. In questo Comune, infatti, più del 50% degli addetti svolgono un’attività legata al turismo. Altra attività è quella di estrazione di calcare legata all’industria di Rosignano Solvay. Esiste, inoltre, a San Vincenzo una zona industriale dove sono presenti però piccole imprese a carattere artigianale. Suvereto ha attività legate alla produzione agricola di qualità (vino ed olio) ed al campo alimentare. Sono presenti anche attività di cava inerenti l’estrazione di pietre ornamentali, diverse rispetto a quelle citate in precedenza presenti a Campiglia Marittima e San Vincenzo. Sempre più importante assume per Suvereto l’agriturismo ed il turismo legato alla gastronomia. Inquadramento socio-economico del territorio Reddito disponibile al 2000 (milioni di €) 183,78 510,96 102,80 7,40 41,79 846,73 27 Rapporto sullo stato dell’ambiente Comune Campiglia M.ma Piombino San Vincenzo Sassetta Suvereto Val di Cornia 3.3 Il turismo Inquadramento socio-economico del territorio Nelle zone della Val di Cornia, ed in generale della Provincia di Livorno, in cui la grande industria ha lasciato liberi tratti di costa, si è sviluppato un turismo estivo molto intenso, che si è trasformato in una vera e propria attività produttiva di notevole importanza. Si tratta di un fenomeno che ha contribuito a determinare forti modifiche alla morfologia della costa, generando un carico umano molto alto e contribuendo ad esasperare alcune problematiche e pressioni ambientali. Lo sviluppo del mercato turistico ha modificato i rapporti territoriali, le componenti del mercato balneare sulla costa e rurale nell’entroterra, incidendo nel consumo delle risorse locali e creando competizione con i residenti. Per il territorio della Val di Cornia, il periodo estivo comporta un aumento considerevole della popolazione presente, con 200.000 arrivi l’anno per oltre un milione di presenze; un elemento questo che comporta un aumento esponenziale della pressione ambientale, in termini di produzione di rifiuti, di consumo di risorse idriche, di consumi energetici, di consumo di suolo e con carichi sulla ridotta fascia costiera assai elevati (in particolare nella zona di Sterpaia e del Golfo di Baratti). In Provincia di Livorno si rileva il rapporto tra presenze turistiche e superficie più elevato della Toscana, a causa delle presenze delle località balneari costiere e dell’arcipelago Toscano. I Comuni di Piombino e San Vincenzo, che dispongono di abbondanti zone costiere, sono quelli in cui l’attività turistica è maggiore (vedi Tab. 23). I Comuni di Campiglia Marittima, Sassetta e Suvereto hanno invece un’attività turistica legata ad altre tipologie di strutture ricettive quali gli agriturismi. Tab. 21. Movimenti turistici nei Comuni della Val di Cornia (fonte: Regione Toscana). al 31/12/1999 Comuni arrivi presenze Campiglia M.ma 9.150 67.728 Piombino 84.418 504.327 San Vincenzo 85.923 552.612 Sassetta 2.162 9.566 Suvereto 1.208 8.486 Val di Cornia 182.879 1.142.719 Movimento turistico al 31/12/2000 al 31/12/2001 al 31/12/2002 arrivi presenze arrivi presenze arrivi presenze 9.159 68.238 11.442 88.553 11.780 89.843 88.147 476.358 86.487 531.984 89.845 520.035 88.118 585.185 58.664 561.251 67.838 530.555 2.435 12.399 3.162 14.384 3.610 13.171 2.094 13.733 2.711 20.266 2.331 15.658 186.951 1.135.345 162.466 1.238.400 175.404 1.169.662 ⌧ Fig. 4. Flussi turistici nella Val di Cornia. Rapporto sullo stato dell’ambiente 28 ⌧ Fig. 5. Andamento della distribuzione degli arrivi nei Comuni della Val di Cornia. al 31/12/2003 arrivi presenze 12.809 81.903 98.000 558.838 79.241 537.900 2.438 12.761 2.749 16.245 195.237 1.207.647 Tab. 22. Presenze turistiche nei Comuni della Val di Cornia (fonte: “Speciale Piombino Oggi”, supplemento marzo 2004). 1999 67.728 504.327 552.512 9.666 8.486 1.142.719 2003 81.903 558.838 537.900 12.761 16.245 1.207.647 Diff. assoluta e perc. tra il 1999 e il 2003 variaz. variaz. % +14.175 +17,30 +54.511 +9,77 -14.612 -2,71 +3.115 +24,37 +7.759 +47,76 +64.928 +5,54 Presenza media 1999 7,4 8,0 8,4 4,4 7,0 — 2003 6,5 5,8 6,6 5,2 6,6 — 3.4 L’attività agricola e zootecnica Un’ampia porzione del territorio della Val di Cornia si caratterizza per un esteso paesaggio agricolo di pianura alluvionale bonificata, ove i seminativi semplici irrigui rappresentano l’elemento dominante. Nei Comuni di collina, come ad esempio Campiglia M.ma e Suvereto, l’agricoltura si basa sulle colture tradizionali (olivi e viti), dalle quali si ottiene un prodotto che negli ultimi anni ha raggiunto dei livelli di notevole pregio e bontà. I “Vini della Val di Cornia” hanno acquisito, infatti, la certificazione D.O.C. Nella zootecnica l’allevamento dei suini e degli equini è il più diffuso. Campiglia M.ma è il Comune con il maggiore numero di allevamenti equini a livello provinciale. Elaborazioni di dettaglio relative all’ambito agricolo sono riportate nei capitoli tematici con particolare riferimento al “suolo e sottosuolo”. Tab. 23. Superficie agricola e aziende agricole (fonte: 5° Censimento generale dell’Agricoltura, 2000). Comuni Campiglia M.ma Piombino San Vincenzo Sassetta Suvereto Val di Cornia Provincia Livorno Aziende 744 946 153 81 540 2.464 6.052 SAT (ha) 5.997,61 8.002,29 1.683,81 2.064,80 5.341,85 23.090,36 66.225,54 SAU (ha) 4.953,57 5.552,48 1.205,40 753,62 3.519,85 15.984,92 37.350,91 Incidenza SAU/Sup. comunale 59,4 42,7 36,1 28,8 38,2 43,8 — Inquadramento socio-economico del territorio Campiglia M.ma Piombino San Vincenzo Sassetta Suvereto Val di Cornia Movimento turistico 29 Rapporto sullo stato dell’ambiente Comuni Rapporto sullo stato dell’ambiente 30 PARTE II DESCRIZIONE DELLE TEMATICHE AMBIENTALI 4 Aspetto Produzione di energia convenzionale e da fonti rinnovabili Qualità dell’aria D/P Disp. Val. S/R Dati Stock S +++ Val. trend Obiettivo Favorire la produzione di energia da fonti rinnovabili rispetto ai combustibili fossili Mantenere o portare le concentrazioni degli inquinanti sotto i valori limite imposti dalla normativa vigente. Migliorare la qualità dell’aria riducendo le concentrazioni medie degli inquinanti Eliminare il verificarsi di superamenti dei limiti d’attenzione e d’allarme di tutti i principali inquinanti Ridurre i consumi di energia elettrica e di combustibili fossili e/o disaccoppiarli alla crescita economica Ridurre le emissioni, in particolare laddove risultino particolarmente concentrate nello spazio; Contribuire al rispetto del protocollo di Kyoto Aumentare l’efficienza energetica dell’attività industriale e ridurne le emissioni, in particolare delle sostanze pericolose Ridurre il livello di rischio associato alle industrie ed informare efficacemente la popolazione in merito Stabilizzare il carico antropico e ridurre i consumi energetici pro capite Controllare e minimizzare le emissioni di polveri legate alla lavorazione e al trasporto dei materiali di cava Ridurre il consumo energetico da traffico urbano e migliorare le performance ambientali dei mezzi di trasporto utilizzati anche favorendo l’impiego di combustibili più puliti. Ridurre il trasporto privato a favore di quello pubblico. Favorire il trasporto su rotaia Adottare specifici programmi e piani di risanamento per migliorare la qualità dell’aria Monitorare la qualità dell’aria sul territorio, tramite centraline fisse e mobili e controllare le emissioni puntuali per garantire il rispetto dei limiti imposti dalla normativa e dalle prescrizioni Attuare campagne di informazione e sensibilizzazione della popolazione sul risparmio energetico Favorire l’adozione di sistemi di gestione ambientale Contributi pubblici per incentivare l’autoproduzione di energia Imporre il rispetto dei limiti delle emissioni inquinanti S +++ Emergenze da inquinamento atmosferico S +++ Consumi energetici P +++ Emissioni P +++ Industria e servizi D +++ Rischio industriale D ++ ?? Popolazione D ++ Attività estrattive D ++ Traffico urbano e trasporto stradale extraurbano D ++ Classificazione del territorio R regionale Monitoraggio della qualità R dell’aria e controllo delle emissioni ++ ?? ++ Informazione e sensibilizzazione della popolazione R ++ ?? Adozione di sistemi di gestione ambientale Incentivi ambientali R +++ ☺ R +++ Emissioni di ordinanze R + ?? 31 Rapporto sullo stato dell’ambiente 4.1 Introduzione al tema Consumi energetici e inquinamento atmosferico 4 Consumi energetici e Inquinamento atmosferico Consumi energetici e inquinamento atmosferico Rapporto sullo stato dell’ambiente 32 4.2 Descrizione del tema L’atmosfera è generalmente considerata come un sistema statico di composizione definita in cui si immettono tutte le sostanze provenienti da fenomeni naturali e dalle attività umane. In verità tutte le sostanze, sia di origine naturale che antropica, immesse nell’atmosfera, si trasformano, partecipando a reazioni chimiche e fotochimiche, dando luogo ad una serie di altre sostanze. La qualità dell’atmosfera è valutata in funzione di alcuni indici principali. A livello del suolo la qualità dell’aria dipende, oltre che dalla quantità e tipologia delle emissioni inquinanti, anche dalla situazione meteorologica. Le condizioni climatiche svolgono un ruolo fondamentale nelle manifestazioni degli effetti dell’inquinamento, i quali sono infatti strettamente legati al moto dell’aria e ai fenomeni di dispersione, di diffusione, di trasporto e di abbattimento degli inquinanti atmosferici. La normativa nazionale in tema di inquinamento atmosferico nasce con la legge 13 luglio 1966, n. 615 “Provvedimenti contro l’inquinamento atmosferico”. In particolare, le sue disposizioni sono atte a regolamentare le possibili fonti in atmosfera di inquinanti. Tale provvedimento, attualmente, regola soltanto le emissioni degli impianti termici, in quanto esso è stato in gran parte superato dal Decreto del Presidente della Repubblica n. 203/88. Con esso viene attribuita alla Pubblica Amministrazione la competenza ad individuare limiti massimi di accettabilità delle concentrazioni inquinanti delle emissioni provenienti da impianti industriali. I limiti di qualità dell’aria vengono fissati dal DPCM 28 marzo 1983 “Limiti massimi di accettabilità delle concentrazioni e di esposizione relativi ad otto inquinanti (biossido di zolfo, biossido di azoto, ozono, monossido di carbonio, piombo, fluoro e particelle sospese)”. Il DM 16 maggio 1996 stabilisce i requisiti tecnici di omologazione e di installazione e le procedure di controllo dei sistemi di recupero dei vapori di benzina prodotti durante le operazioni di rifornimento degli autoveicoli presso gli impianti di distribuzione carburante. Il D. Lgs. 4 Agosto 1999 n. 351 “Attuazione della direttiva 96/62/CE in materia di valutazione e di gestione della qualità dell’aria ambiente” mette in atto la nuova strategia di controllo della qualità dell’aria prevista dalla direttiva 96/62/CE. Il DM 2 aprile 2002 n. 60 ha recepito le direttive 99/30/CE e 00/69/CE riguardanti i valori limite di qualità dell’aria relativi a biossido di zolfo, ossidi di azoto, PM10, piombo, benzene e monossido di carbonio. Tale decreto stabilisce una sinergia tra l’attività del sindaco e quella regionale, sulla base dei piani e programmi che le Regioni devono predisporre (ai sensi) al decreto legislativo 4/8/1999 n. 351. In particolare il sindaco adotta le misure di limitazione della circolazione negli agglomerati o zone nelle quali sussiste il superamento o il rischio di superamento dei valori limite o delle soglie di allarme. In tale quadro viene abrogato l’obbligo di invio del rapporto annuale sulla qualità dell’aria da parte dei Comuni individuati dal DM 21/4/1999 n. 163 anche se, fino all’attuazione delle disposizioni indicate dal decreto legislativo n. 351 da parte delle Regioni, continuano ad applicarsi le misure precedentemente adottate dai sindaci, le quali possono essere rimodulate sulla base delle condizioni di qualità dell’aria. Stato Il territorio della Val di Cornia è caratterizzato da un’area a forte sviluppo industriale e dal polo energetico regionale più significativo concentrati entrambi nel Comune di Piombino. Quattro sono gli impianti per la produzione di energia, i quali, utilizzando fonti convenzionali, realizzano una produzione di energia pari ad oltre il 50% del totale provinciale. La produzione di energia da fonti rinnovabili risulta ancora poco sviluppata: negli ultimi anni infatti sono stati istallati diversi impianti fotovoltaici e solari termici mentre non si è ancora ricorso alla realizzazione di alcun impianto eolico e di biomasse. La qualità dell’aria è mantenuta sotto controllo attraverso due stazioni fisse di monitoraggio e dai dati registrati nel triennio 2001-2004 emerge un quadro della situazione poco rassicurante. Per quanto attiene i parametri NO2 e CO le concentrazioni medie sono sempre inferiori ai valori limite ad eccezione di alcuni rari eventi di superamento. La SO2 monitorata dai primi anni ’80 presenta un radicale miglioramento su tutte le stazioni di monitoraggio, anche se negli ultimi anni, in due stazioni di Piombino città, si rileva un piccolo trend di aumento. Le concentrazioni medie di PTS e PM10 sono di poco al di sotto dei valori di attenzione e talvolta si registrano delle percentuali di superamento dei limiti non trascurabili. Particolarmente critica la situazione relativa al benzo-a-pirene la cui concentrazione media supera abbondantemente il valore obiettivo imposto dalla normativa vigente ed inoltre il suo trend è in aumento. Pressioni A fronte di un’elevata produzione, per la Val di Cornia il consumo pro-capite di energia è tre volte superiore alla media regionale e due volte a quella provinciale. Il trend dei consumi misurati negli ultimi anni è in costante aumento. Ciò è conseguenza dell’alto livello di industrializzazione dell’area: infatti, più dell’85% del consumo di energia elettrica in Val di Cornia è as- Risposte Sulla base dei dati di qualità dell’aria registrati, la Regione Toscana ha effettuato la classificazione del proprio territorio regionale. Da tale iniziativa è conseguito che il Comune di Piombino sia stato classificato come “zona di risanamento comunale” in quanto presenta superamenti di almeno un valore limite per una sostanza inquinante: dovrà perciò essere oggetto di specifici piani o programmi di risanamento. Gli altri 4 Comuni invece presentano una migliore qualità dell’aria per cui saranno oggetto solo di un piano di mantenimento regionale. Per tenere sotto controllo la qualità dell’aria si effettua un monitoraggio continuo, sebbene ciò avvenga solo con due stazioni fisse: la raccolta e il trattamento dei dati sono affidati all’Arpat. Per dare impulso alla realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili la Provincia di Livorno ha erogato dei fondi in accordo con la Regione Toscana: con questo finanziamento in Val di Cornia sono stati realizzati sette impianti solari termici e 3 fotovoltaici. In tal contesto, oltre a queste iniziative promosse dal settore pubblico, bisogna segnalare una sempre crescente attenzione anche del privato, in particolar modo delle aziende: in Val di Cornia sono ben 6 infatti le aziende certificate per l’ambiente. 4.3 Stato Per avere un quadro completo della situazione in Val di Cornia relativamente all’ambito dell’energia e dell’inquinamento atmosferico, sono stati scelti i seguenti aspetti: * Produzione di energia convenzionale e da fonti rinnovabili * Qualità dell’aria * Emergenze da inquinamento 4.3.1 Produzione di energia convenzionale e da fonti rinnovabili L’area industriale di Piombino è una realtà in cui si produce una notevole quantità di energia elettrica, tanto da essere il maggior produttore a livello regionale. Attualmente gli impianti industriali adibiti a questa specifica produzione sono tre, mentre uno è in fase di avvio: * Centrale termoelettrica di Torre del Sale ENEL; * CET 2 ISE Srl Gruppo Edison; * CET 3 ISE Srl Gruppo Edison; * CET Pio ELETTRA GLL (in fase di avvio). I combustibili usati per la produzione di energia elettrica dagli impianti sono descritti nella tabella sottostante. Mancano i dati relativi alla centrale CET Pio ELETTRA GLL in quanto questi fanno riferimento al 2001, quando la centrale non era ancora attiva. 33 Rapporto sullo stato dell’ambiente Determinanti La Val di Cornia è un’area a forte sviluppo industriale. In particolare il Comune di Piombino costituisce il polo energetico regionale più rilevante, un polo siderurgico di rilevanza nazionale a cui si aggiunge anche un’importante struttura portuale, caratterizzata da un intenso flusso turistico e di merci. Nello stesso Comune si contano 4 aziende a rischio industriale e per questo soggette a legislazione speciale. Un’attività caratteristica della Val di Cornia è quella estrattiva: le sette realtà produttive attive sono presenti nei Comuni di San Vincenzo, Campiglia M.ma e Suvereto. La popolazione, presente con una densità di 154 abitanti per Km2, contribuisce ai consumi di energia attraverso molteplici attività, quali ad esempio l’utilizzo di autoveicoli, degli impianti di riscaldamento, di servizi, etc. Consumi energetici e inquinamento atmosferico sociato al settore industriale. I consumi più elevati si registrano nel Comune di Piombino, in cui è presente un grande polo siderurgico. Negli altri Comuni la percentuale dei consumi legata all’industria diminuisce e aumenta quella associata ai settori terziario e domestico. Questa caratteristica è evidente soprattutto nel Comune di san Vincenzo in cui l’attività predominante è quella turistica. Le principali fonti di energia sono quelle tradizionali (combustibili fossili), tuttavia si sta osservando una graduale diminuzione dell’utilizzo dei prodotti petroliferi in conseguenza di un aumento dello sfruttamento del gas naturale e dei gas residui dei processi di trasformazione energetica. Per quanto riguarda le emissioni, in Val di Cornia la criticità è rappresentata dai valori elevati registrati per la CO2, 16 volte superiori alla media regionale. Tab. 1. Combustibili usati per la produzione di energia elettrica, anno 2001 (fonte: Rapporto sullo Stato dell’Ambiente della Provincia di Livorno, 2003). ENEL Torre del Sale ISE srl Olio combustibile 1.024.202 Tep - Metano 187.000 Tep Gas AFO 150.500 Tep Gas cokeria 22.500 Tep Consumi energetici e inquinamento atmosferico Produzione di energia convenzionale Rapporto sullo stato dell’ambiente 34 Centrale Termoelettrica ENEL Produzione - Torre del Sale (Piombino) La centrale termoelettrica di torre del sale è composta da 4 gruppi di turbina a vapore da 320 MW cadauno, per un totale di 1280 MW. La potenza media effettivamente prodotta non raggiunge mai i massimi livelli, ma si attesta mediamente intorno ai 600 MW media annua. L’energia elettrica prodotta è da considerarsi “convenzionale”, ossia prodotta da fonti non rinnovabili quali olio combustibile, metano o carbone ecc. Nel caso specifico di Torre del Sale il combustibile utilizzato è olio combustibile a basso, medio ed alto tenore di zolfo. La centrale viene attualmente utilizzata come centrale di riserva, in quanto dei 4 gruppi di cui è composta sono in piena produzione, per molti mesi dell’anno, soltanto due. Infatti, il numero totale di ore di funzionamento della centrale nel 2002 è stato pari a 19.801 ore complessivamente per i 4 gruppi. La produzione di energia non è costante durante l’anno, generalmente si nota un picco tra gennaio e febbraio, seguito da una forte diminuzione che causa un minimo nel periodo aprile e maggio. Con l’estate si assiste ad un forte aumento della produzione e di energia elettrica, soprattutto nel mese di luglio, quando si assiste ad una richiesta per il condizionamento di aria. Ad agosto si ha una riduzione di produzione per la chiusura di molte aziende. Durante il corso dell’anno, i vari gruppi in alternanza programmata sono spenti. Tab. 2. Dati sulla produzione di energia della centrale termoelettrica ENEL Produzione e sui consumi di combustibile (fonte: Analisi energetica relativa al circondario della Val di Cornia, Università di Firenze, anno 2004). Anno 2000 2001 2002 2003 (*) Prod. netta annua (GWh) Potenza media annua (MW) 5.460,18 4.474,34 3.953,38 2.884,09 623 510 451 440 Potenza prodotta/ potenza installata 48,7 39,9 35,3 34,4 Consumo di combustibile (Ton) OCD** Gasolio 1.263.904 2.679 1.045.105 2.470 933.926 2.485 667.791 1.414 Rendimento 0,378 0,374 0,370 0,378 (*) i dati del 2003 si fermano a settembre; (**) Olio Combustibile denso. Centrale Turbogas ISE Srl - Gruppo EDISON All’interno del polo siderurgico sono presenti due centrali termoelettriche di proprietà ISE Srl, facenti parte del Gruppo EDISON e denominate CET 2 e CET 3. Le CET 2 e 3 sono state realizzate con il contributo pubblico CIP 6/92. La centrale CET 2 da 60 MW è interamente dedicata allo stabilimento siderurgico Lucchini SpA e l’energia prodotta è scaricata direttamente all’interno della rete di distribuzione dello stabilimento. È in funzione dal 1978 e costituita da due unità che producono energia elettrica e vapore, utilizzando come combustibili gas AFO e COKE prodotti dai processi dello stabilimento Lucchini SpA, in particolare dall’altoforno e dalla cokeria e se necessario può utilizzare olio combustibile e gas metano. La CET 3 la cui potenza è pari a circa 140 MW è una centrale turbogas a ciclo combinato. L’intera produzione della centrale è dedicata al GRTN (impianto CIP/6) ossia la rete elettrica nazionale. Questa centrale è in funzione dal gennaio 2001, produce energia elettrica e vapore mediante l’utilizzo di combustibili come gas AFO e gas coke, miscelati con gas naturale. La CET 3 avendo un impianto a ciclo combinato possiede un rendimento maggiore della CET 2. L’energia prodotta dall’Azienda ISE Srl deriva dalla combustione di gas provenienti dall’altoforno e dall’impianto di cokeria, con aggiunta di gas metano. Tali combustibili ricadono in una classificazione detta di autoproduzione energetica, in quanto riutilizzano in gran parte gas incombusti relativi alla produzione di acciaio del ciclo integrale dell’impianto siderurgico. Nella Tab. 3 si nota che dal 1999 al 2002 la percentuale di gas metano usato rispetto ai gas di AFO e di Cokeria è passata dallo 0,2 al 53,5, e ciò è dovuto al fatto che l’anno 2000 è stato l’anno di attivazione dell’impianto che ha lavorato pochi mesi e non a regime, e ciò si nota anche con lo scarso consumo di Gas AFO. Di seguito sono riportare le schede relative alle Centrali di produzione di energia elettrica nel Comune di Piombino. Tab. 3. Dati relativi alla produzione di energia e al consumo di combustibile delle CET 2 e 3 (fonte: Analisi energetica relativa al circondario della Val di Cornia, Università di Firenze, anno 2004 integrata con dati Ufficio Ambiente Circondario Val di Cornia). Centrale Anno CET 2 2000 2001 2002 2003* 2000§ 2001 2002 2003* CET 3 Ore di funzionamento 8.784 8.367 8.395 6.244 1.261 7.686 8.400 5.716 Produzione Potenza Consumo di annua nettamedia annua combustibile (Ton) (MWh) (MW) Gas coke Gas AFO OCD 405.837 46,20 1.864 1.456.007 34.260 332.484 39,74 3.611 711.815 34.691 329.734 39,28 3.235 731.096 52.568 — 5,12 26.041 730.152 29.417 118.653 94,09 0 24.013 0 1.329.562 172,98 49.108 954.385 0 1.430.193 170,26 47.788 924.257 0 960.191 167,98 27.753 715.226 0 Rendimento Metano 217 36.225 20.916 6.431 29.734 193.847 220.879 142.109 0,34 0,28 0,27 0,30 0,38 0,49 0,48 0,49 Anno Tipologia impianto: Turbogas a ciclo combinato cogenerativo Potenza (MW) Produzione (GWh) Gas di AFO Combustibile Gas di Cokeria usato (TEP*) Metano Totale 1999 CET_1 + CET_2 108 495,60 158.850 20.740 406 180.000 2000 CET_1 + CET_2 108 589,81 159.700 15.500 24.690 199.900 2001 CET_2 + CET_3 274 1.668,27 150.500 22.500 187.000 360.000 2002 CET_2 + CET_3 274 1.759,94 148.900 21.700 196.400 367.000 *1 TEP (tonnellata equivalente di petrolio) = 10 milioni di Kilocalorie = 107 = 42GJ Centrale Turbogas ELETTRA GLL (Gruppo Lucchini) - Piombino La centrale turbogas Elettra GLL, denominata CET PIO, è stata realizzata con il contributo pubblico CIP 6/92 ed è in funzione dal 2003 (fonte: ELETTRA GGL da RSA Prov. di Livorno, 2003). La centrale, da 58 MW, è costituita da 2 linee di produzione con: - 1 turbogeneratore a gas metano da 10 MW ed 1 caldaia a recupero (alimentata a gas siderurgico e con supporto di gas metano); - 1 unico turbogeneratore a vapore a condensazione da 40 MW. Al momento per questa centrale turbogas non sono disponibili dati storici. E’ possibile far riferimento ai dati previsionali per l’anno 2003 riportati nella Tab. 5. Tab. 5. Dati previsionali per l’anno 2003 per la CET PIO (fonte: ELETTRA GLL da RSA Prov. di Livorno, 2003). Potenza installata Energia producibile Combustibile utilizzabile Tempo di funzionamento 58 MW 314 GWh/anno Gas Naturale PCI = 8.690 Kcal/Nm3 Qnom = 6.500 Nm3/h Gas Siderurgico PCI = 2.100 Kcal/Nm3 Qnom = 30.000 Nm3/h 8.000 ore/anno Produzione energia elettrica da fonti non rinnovabili per SEL Dalla Tab. 6 si può osservare come a livello provinciale la produzione di energia elettrica risulti essere concentrata per oltre il 50% in Val di Cornia, mentre tra Area Livornese e Bassa Val di Cecina vi è una sostanziale divisione in parti uguali della produzione che si assesta intorno al 22-24 % del totale provinciale. In tutti i SEL, esclusa l’Isola d’Elba, la produzione elettrica è nettamente superiore, da 2 a 7 volte, rispetto ai fabbisogni locali. 35 Rapporto sullo stato dell’ambiente Tab. 4. Altri dati sulle CET; in particolare viene evidenziato il tipo di combustibile usato (fonte: Rapporto sullo stato dell’ambiente della Provincia di Livorno). Consumi energetici e inquinamento atmosferico (§) Anno di avvio dell’impianto, il quale ha lavorato non a regime per poche decine di giorni; (*) I dati del 2003 si fermano a settembre. Tab. 6. Produzione di energia elettrica da fonti non rinnovabili per SEL (fonte: Elaborazione dati EALP). Anno 2001 Area livornese Bassa Val di Cecina Val di Cornia Isola d’Elba Totale Provincia Regione Toscana Produzione energia elettrica (GWh) 2.746,4 2.574,4 6.141,3 0,4 11.462,5 14.335,3 % 23,9 22,5 53,6 0 100 Consumi energia elettrica (GWh) 836,3 1.078,2 892,9 191,1 2.998,5 Rapporto produzione/consumo 3,3 2,4 6,9 3,8 Per la Val di Cornia la produzione di energia elettrica rimane sempre rilevante (42,8 %) anche a livello regionale. Consumi energetici e inquinamento atmosferico ⌧ Fig. 1. Confronto tra le produzioni di energia elettrica da fonti non rinnovabili Regione Toscana-Provincia di LivornoVal di Cornia. Rapporto sullo stato dell’ambiente 36 Produzione energia elettrica da fonti rinnovabili in Val di Cornia Praticamente nulla o quasi risulta la produzione di energia elettrica da fonti alternative, eolico, solare termico, fotovoltaico e biomasse. Relativamente alla produzione di energia elettrica da impianti fotovoltaici, secondo i dati forniti dall’EALP, tra il 2001 e il 2004 sono stati installati in Val di Cornia 6 pannelli solari, per un totale di 12,17 kW installati. Mentre, per quanto riguarda gli impianti solare-termici, tra il 2001 e il 2003 sono stati installati 18 impianti, per un totale di 147,5 m2. I dati di cui sopra si riferiscono ad impianti che hanno usufruito delle sovvenzioni regionali, logicamente gli impianti realmente esistenti sono ben superiori, ma al momento manca un censimento ufficiale. Fino a tutto l’anno 2003, gli impianti eolici e di biomasse, non sono presenti in Val di Cornia. Tab. 7. Solare Fotovoltaico installato nel periodo 2001-2004, con contributo (fonte: Elaborazione dati EALP). Comune Campiglia M.ma Piombino San Vincenzo TOTALE n° installazioni 3 2 1 6 kW installati 6,39 2,78 3 12,17 kWh risparmiati 8.200 3.600 3.900 15.700 Tab. 8. Solare Termico installato nel periodo 2001- 2003, con contributo regionale (fonte: Elaborazione dati EALP). Comune San Vincenzo Suvereto Sassetta Campiglia M.ma Piombino Totale n° installazioni 4 2 1 6 5 18 m2 installati 27 31 5 55,5 29 147,5 kWh risparmiati 16.677 23.500 3.755 39.654 24.365 107.951 La rete pubblica di monitoraggio della qualità dell’aria, di proprietà della Provincia di Livorno, interessa soltanto il Comune di Piombino. Le uniche due stazioni fisse di rilevamento degli inquinanti atmosferici sono posizionate in Viale Unità d’Italia e Cotone. Esistono poi anche altre reti di monitoraggio degli inquinanti atmosferici, le reti private A.R.Q.A. ed Enel. Maggiori dettagli sull’ubicazione e sulla tipologia degli inquinanti monitorati delle singole stazioni sono riportate nelle tabelle seguenti. Tab. 9. Piombino, rete pubblica di monitoraggio della qualità dell’aria della provincia di Livorno. Stazione Ubicazione stazione di misura Cotone situata nelle vicinanze del centro urbano di Piombino, a circa 200 metri dalla strada di accesso a Piombino e 150 metri dal limite dello stabilimento siderurgico Lucchini situata all’ingresso del centro urbano di Piombino e posizionata su la strada di accesso alla città, strada caratterizzata da medio-alto traffico veicolare e nelle adiacenze degli insediamenti industriali Viale Unità d’Italia Inquinanti monitorati PM10, CO, NO2,NO, NOx Tipo Attivazione I 2000 PTS ,CO, NO2,NO, NOx I 2000 Tab. 10. Piombino, reti private A.R.Q.A ed Enel di monitoraggio della qualità dell’aria. N° 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 Ubicazione stazione di misura Tolla Alta - Piombino Piazza Bovio - Piombino Cotone - Piombino Bocca di Cornia - Piombino Guinzane - Piombino Paduletto - Piombino Follonica (*) Via Torino - Piombino Via Modigliani - Piombino Riotorto - Piombino Venturina - Campiglia M.ma Scarlino Scalo - Scarlino (*) Loc. Il Fontino - Scarlino (*) Inquinanti monitorati SO2 SO2 PTS , SO2 SO2 SO2 SO2 SO2 2 PTS , SO , NO2, NO, NOx SO2 SO2 SO2 2 PTS , SO , NO2,NO, NOx SO2 Tipo I I I I I I I I I I I I I Attivazione 1976 1976 1976 1976 1976 1976 1976 1982 1982 1982 1982 1982 1982 (*) postazioni ubicate nel territorio della Provincia di Grosseto. 37 Rapporto sullo stato dell’ambiente 4.3.2 Qualità dell’aria Tipologia di Inquinanti atmosferici Gli Inquinanti primari sono quelli che vengono immessi nell’ambiente direttamente da una sorgente. Tra gli inquinanti primari si trovano il biossido di zolfo (SO2), gli ossidi di azoto (NOx), il monossido di carbonio (CO), il benzene (C6H6) e parte del articolato sottile. Per inquinanti secondari si intendono invece quelle sostanze che si formano nell’atmosfera attraverso reazioni che coinvolgono gli inquinanti primari e precursori emessi dalle diverse fonti emissive. Alla categoria degli inquinanti secondari appartengono l’ozono (O3) e parte del articolato sottile. Consumi energetici e inquinamento atmosferico Nel maggio 2004 è stato inaugurato presso il Campeggio Orizzonte nel Comune di Piombino un importante impianto fotovoltaico e uno solare termico. Si tratta dell’istallazione di 268 impianti monoblocco a circolazione naturale, per la produzione di acqua calda sanitaria in ogni singola struttura ricettiva del Villaggio ed inoltre un impianto fotovoltaico da 34,2 kWh per la produzione di energia elettrica in parallelo alla rete ENEL. L’intero progetto è stato finanziato dalla regione Toscana, con i fondi europei della carbontax. L’impianto fotovoltaico permette una produzione di energia elettrica pari a 41.000 kWh/anno con un risparmio di CO2 immessa in atmosfera pari a 30 t/anno. L’impianto di solare termico produce una energia termica pari a 550.000 kWh/anno, con una riduzione di 400 t/anno di CO2 in atmosfera. Di seguito sono descritti i risultati del monitoraggio per ciascun tipo di inquinante in entrambe le stazioni. Concentrazioni di NO2 Ossidi di azoto NO2 Sorgenti: traffico urbano, impianti termici e centrali termoelettriche. Nelle città il contributo degli impianti termici è di entità minore rispetto a quello del traffico. I motori diesel, rispetto a quelli a benzina, emettono maggiori quantità di ossidi di azoto. Concentrazioni più elevate in fase di accelerazione e durante le normali condizioni di marcia. Effetti sull’ambiente: danni alla vegetazione, con diminuzione della produttività negli alberi da frutto. Contribuisce alla formazione dello smog fotochimico, delle piogge acide ed alla diminuzione dello strato d’ozono. Effetti sull’uomo: concentrazioni di 13 ppm (parti per milione) provocano irritazione delle mucose degli occhi e delle vie respiratorie. La Tab. 11 indica i limiti previsti per le concentrazioni di NO2 e NOx dal D.M. 60/2002. Consumi energetici e inquinamento atmosferico Tab. 11. Prescrizioni di legge per gli ossidi di azoto (D.M. 60/02). Rapporto sullo stato dell’ambiente 38 NO2 - NOx Protezione della salute umana Valore di attenzione Valore limite orario NO2 Protezione della salute umana Valore di allarme Valore limite su tre ore consecutive 400 µg/m3 N° superamenti ammessi Scadenza temporale 200 µg/m3 18 01-01-2010 Le concentrazioni di NO2 registrate nelle postazioni di Cotone e Viale Unità d’Italia non superano mai il limite di allarme. Tab. 12. Concentrazione media giornaliera di NO2 (fonte: ARPAT, 2004). Postazione Cotone Viale Unità d’Italia 2001 56,01 µg/m3 82,83 µg/m3 2002 21 µg/m3 44 µg/m3 2003 49,11 µg/m3 87,04 µg/m3 2004 (*) 45,22 µg/m3 100,25 µg/m3 (*) dati riferiti al periodo compreso tra l’1 gennaio e il 31 luglio. ⌧ Fig. 2. Diagrammi che descrivono l’evoluzione della concentrazione di NOx nei punti di monitoraggio. Concentrazioni di CO Monossido di carbonio CO Sorgenti: Il principale contributo è dovuto ai trasporti, soprattutto agli autoveicoli alimentati a benzina. La concentrazione di CO nei gas di scarico è connessa al funzionamento del motore: maggiore con motore al minimo ed in decelerazione. Quantità percentualmente inferiori sono emesse dalle centrali termoelettriche, di qualunque impianto di combustione compresi quelli per il riscaldamento domestico e dagli inceneritori di rifiuti, in cui la combustione procede in condizioni migliori. Effetti sull’ambiente: diminuzione (per inibizione dei cicli enzimatici) della capacità dei batteri a fornire azoto alle piante in forma assimilabile (la cosiddetta “fissazione dell’azoto”). Effetti sull’uomo: formazione di carbossiemoglobina, con una ridotta capacità del sangue nel trasporto dell’ossigeno, che porta all’inibizione dell’ossigenazione delle cellule del corpo. Tab. 13. Prescrizioni di legge per il monossido di carbonio (D.M. 60/02). Riferimento Media giornaliera Valore di Attenzione 10 mg/m3 Valore di Allarme 30 mg/m3 Scadenza temporale 01-01-2005 Le concentrazioni medie di CO si sono mantenute nel periodo 2002-2003 significativamente al di sotto del valore limite di legge in entrambe le stazioni di monitoraggio, con due episodi di superamento del valore della soglia di attenzione nel 2002 per la postazione Cotone. Tab. 14. Concentrazione media giornaliera di CO nei due punti di monitoraggio (fonte: ARPAT, 2004). Postazione Cotone Viale Unità d’Italia 2001 0,32 mg/m3 2,76 mg/m3 2002 0,5 mg/m3 0,8 mg/m3 2003 1,51 mg/m3 1,78 mg/m3 2004 (*) 1,25 mg/m3 1,45 mg/m3 (*) dati riferiti al periodo compreso tra l’1gennaio e il 31 luglio. ⌧ Fig. 3. Diagrammi che descrivono l’evoluzione della concentrazione di CO nei punti di monitoraggio. Consumi energetici e inquinamento atmosferico CO Protezione della salute umana Concentrazioni di PTS Per la città di Piombino le particelle sospese (comunemente denominate polveri) rivestono una notevolissima importanza data la vicinanze degli impianti dello stabilimento siderurgico al centro abitato. Il fenomeno che dagli abitanti della città viene definito come “spolverino” é dovuto alla presenza di notevoli quantità di polveri in vaste aree della zona residenziale. Trattandosi però di particelle ad elevata granulometria, esse non vengono rilevate dagli analizzatori per le polveri sospese installati nella rete di monitoraggio e per questa ragione la città di Piombino viene ad essere interessata da un vistoso fenomeno di “sporcamento” da polveri non evidenziato abbastanza dai dati forniti dagli analizzatori automatici. Tale fenomeno è dovuto al fatto che il ciclo siderurgico prevede l’utilizzo di notevoli quantitativi Rapporto sullo stato dell’ambiente 39 di materiale pulverulento che si trova all’interno dello stabilimento come materia prima, come sottoprodotto e come rifiuto proveniente dal ciclo di lavorazione. La produzione, lo stoccaggio ed il trasporto di questi materiali contribuiscono sia alla formazione del fenomeno delle polveri sedimentabili, sia a determinare la presenza di polveri totali sospese che, nel caso di condizioni meteorologiche sfavorevoli, si possono riversare nell’ambiente esterno. Per la definizione di PTS e relative caratteristiche si rimanda al paragrafo successivo. Di seguito, in tabella, vengono riportati i riferimenti normativi relativamente alle concentrazioni di PTS. Tab. 15. Riferimenti legislativi per la qualità dell’aria: limiti massimi di accettabilità, valori guida, livelli di allarme e di attenzione. Consumi energetici e inquinamento atmosferico DPCM 28 marzo 1983 - Limiti massimi di accettabilità (standard di qualità) Inquinanti Media aritmetica delle concentrazioni medie di 24 ore Polveri sospese rilevate nell’arco di 1 anno (1 aprile - 31 marzo) totali (PTS) 95° percentile delle concentrazioni medie di 24 ore rilevate nell’arco di 1 anno (1 aprile - 31 marzo) Rapporto sullo stato dell’ambiente 40 Standard 150 µg/m3 300 µg/m3 DPR 24 maggio 1988, n. 203 - Valori guida di qualità dell’aria Inquinanti Valore guida Media aritmetica delle concentrazioni medie di 24 ore PTS nell’arco di 1 anno (1 aprile - 31 marzo) Concentrazione media giornaliera 100-150 µg /m3 (fumo nero) DM Ambiente 15 aprile 1994 - Livelli di allarme e di attenzione Inquinanti PTS Media giornaliera, µg/m3 Liv. attenzione 150 µg/m3 40-60 µg /m3 (fumo nero) Liv. allarme 300 µg/m3 Le concentrazioni delle Polveri Totali Sospese per gli anni 2002-2003, rilevate nella stazione di Viale Unità d’Italia, si mantengono sostanzialmente entro i valori guida di qualità dell’aria, anche se si è registrato un leggero aumento, che però andrebbe valutato su un arco di tempo di almeno tre anni di osservazioni. Tab. 16. Concentrazione media giornaliera di PTS nell’unico punto di monitoraggio (fonte: ARPAT, 2004). Postazione Viale Unità d’Italia 2001 106,26 µg/m3 2002 102 µg/m3 2003 110,35 µg/m3 2004 (*) 77,69 µg/m3 (*) dati riferiti al periodo compreso tra l’1 gennaio e il 31 luglio. ⌧ Fig. 4. Diagrammi che descrivono l’evoluzione della concentrazione di PTS nel punto di monitoraggio. ⌧ Fig. 5. Media aritmetica delle concentrazioni di PTS dal 1982 - 2003, postazione di Via Torino. Consumi energetici e inquinamento atmosferico La rete di monitoraggio privata posta in Via Torino, mostra un quadro completo di misurazioni dal 1982 al 1993 dove si evidenziano andamenti molto variabili nel tempo. Si nota come i valori nell’ambito urbano si attestino mediamente per i primi 10 anni intorno ai 60-70 g/m 3 per poi scendere a valori intorno ai 20 µg/m3 dal 1994 al 1998, per poi risalire repentinamente a valori intorno a 100 g/m3. 41 Rapporto sullo stato dell’ambiente Le polveri provenienti da sorgenti non convogliate nell’area industriale rappresentano una fonte di squilibrio ambientale difficile da determinare in termini di punti di sorgente, nonché di valutazione delle deposizioni a terra e dei loro quantitativi. A tal fine un lavoro significativo è stato svolto dall’ARPAT nel dicembre 1998 dal titolo “Studio previsionale della ricaduta al suolo di polveri provenienti dalla cokeria e dai carbonili presenti all’interno dello stabilimento siderurgico di Piombino” nel quale, per la prima volta, sono state quantificate le emissioni di polveri dovute a questi impianti. Sulla base dei dati emersi dalla studio, ed in base all’assetto impiantistico esistente all’epoca delle indagini, le emissioni di polveri prodotte dagli impianti siderurgici di Piombino venivano stimate in 687 Kg/giorno per i carbonili e 3000 Kg/giorno per la cokeria. In particolare, per quanto riguarda i carbonili, si tratta di consistenti stoccaggi di fossile approvvigionato via mare, necessario alla produzione di coke. Il materiale viene movimentato a mezzo di nastri trasportatori nella zona di messa a parco ubicata nell’area portuale dove viene stoccato per mezzo di macchine caricatrici. Tale materiale viene utilizzato tal quale in cokeria, ed in parte, previo trattamento di frantumazione, vagliatura, essiccamento ed inertizzazione, viene utilizzato direttamente in altoforno. Un’altra importante sorgente di emissioni di polveri è rappresentata dallo stoccaggio di sottoprodotti e di rifiuti industriali e dalle lavorazioni sussidiarie al ciclo siderurgico della Siderco. La società Siderco opera nell’ambito dello stabilimento della Società Lucchini e svolge lavorazioni sussidiare al ciclo integrato siderurgico che consistono essenzialmente nel rovesciamento della scoria contenuta nelle siviere provenienti dall’acciaieria e nel successivo tentativo di recupero della parte ferrosa per il riutilizzo in altoforno. Data la natura delle operazioni svolte e la particolare ubicazione del cantiere, posto a ridosso di Viale Unità d’Italia, la Siderco contribuisce in maniera significativa alla presenza di polveri in alcune zone della città; le indagini svolte dall’ARPAT nel corso di questi ultimi due anni, hanno contribuito a individuare tali lavorazioni quali causa dei fenomeni di sedimentazione di polveri nelle zone abitate circostanti, nonché dei superamenti dei livelli di attenzione per le polveri totali sospese registrati in diverse occasioni dalla centralina posta in viale Unità d’Italia. Consumi energetici e inquinamento atmosferico Concentrazioni di PM10 Rapporto sullo stato dell’ambiente 42 Polveri e PM10 Le polveri totali sospese (PTS) o materiale particolato (PM) sono i termini generici che si applicano ad un’ampia classe di sostanze diverse dal punto di vista chimico-fisico, che esistono in forma di particelle, liquide o solide, con diverse dimensioni. Le Sorgenti di natura antropica sono generalmente prodotte dalla combustione e dai processi industriali. Quelle prodotte dalla combustione (qualsiasi tipo di combustione: i motori delle auto, le sigarette, le candele, il riscaldamento, i caminetti, ecc.) sono prevalentemente al di sotto del micrometro e quindi sono le più pericolose. In generale le polveri grossolane (PM10 e PM7) sono spesso il risultato di polveri fini che si sono agglomerate, sono aumentate di peso e dimensioni e si sono depositate sulle superfici, per poi venire risollevate dalle turbolenze, e quelle fini (PM2.5) sono quasi sempre prodotte dalla combustione. Le principali sorgenti di particolato negli ambienti confinati sono tutti gli apparati di combustione e il fumo di tabacco. Altre sorgenti secondarie sono: gli spray, i fumi degli alimenti cucinati, batteri e spore, pollini, secrezioni essiccate di animali domestici (saliva, feci, urina). Particelle più grossolane provengono essenzialmente dall’esterno (polveri, frammenti biologici, muffe) attraverso il trasporto umano, la deposizione e il successivo risollevamento. Effetti sull’ambiente: i danni sui materiali in genere sono legati alla composizione chimica e allo stato fisico degli altri inquinanti che vi sono associati. L’effetto forse più critico è legato all’enorme superficie di contatto delle polveri sulla quale avvengono numerose reazioni con gli altri inquinanti adsorbiti. Questo provoca un elevato degrado del materiale su cui si posano le polveri. Per quanto attiene gli effetti sull’uomo, i maggiori danni sono a carico dell’apparato respiratorio sia sotto forma di infiammazioni che di tumori. Le dimensioni delle particelle hanno una grossa importanza perché influenzano la capacità di penetrazione nelle vie respiratorie. Le particelle più fini sono più facilmente inalabili e quindi più pericolose. Per questo motivo recentemente sono stati introdotti strumenti di misura della frazione del particolato con diametro inferiore a 10 µm, il cosiddetto PM10. La Tab. 17 riassume le prescrizioni di legge per il materiale PM10. Tab. 17. Prescrizioni di legge per il materiale particolato PM10 (D.M. 60/02). PM10 Protezione della salute umana Riferimento Concentrazione oraria Soglia di attenzione 50 µg/m3 Soglia di allarme 75 µg/m3 I valori medi giornalieri del materiale particolato PM10 per il periodo 2002-2003 sono leggermente inferiori alla soglia di attenzione. In particolare il dato relativo al 2003 la media annua può considerarsi corrispondente al valore della soglia di attenzione pari a 50 µg/m3. Tab. 18. Concentrazione media giornaliera di PM10 (fonte: ARPAT, 2004). Postazione Cotone 2001 38,29 µg/m3 2002 38 µg/m3 2003 49,9 µg/m3 2004 (*) 39,82 µg/m3 (*) dati riferiti al periodo compreso tra l’1 gennaio e il 31 luglio. La ⌧ Fig. 6 presenta l’elaborazione grafica dei dati raccolti nella Tab. 5. ⌧ Fig. 6. Andamento della concentrazione media giornaliera di PM10. Per la zona di Piombino, i valori registrati nella postazione di Cotone, mostrano una situazione di inquinamento di media entità da polveri PM10, anche se tale inquinamento, data la tipologia di insediamenti produttivi presenti nella zona in esame, può assumere un rilevante aspetto igienico-sanitario, dato che le polveri PM10 possono anche essere veicolo degli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA), composti ad elevata tossicità. In particolare, nel corso dei mesi di aprile e maggio 2003 ed in coincidenza di particolari condizioni meteorologiche, i valori misurati nella postazione del Cotone hanno fatto registrare con frequenza il superamento delle soglie di attenzione e di allarme fissate dalla Regione Toscana. Sulla scorta di quanto sopra, l’Amministrazione comunale, di concerto con la Provincia di Livorno, l’ARPAT e l’A.S.L., ha deciso di effettuare una campagna di monitoraggio in ambito urbano allo scopo di valutare la rappresentatività delle concentrazioni misurate in località Cotone (ed in prossimità dell’impianto di cokeria) in un contesto più ampio di qualità dell’aria relativamente a tale inquinante. Benzo (a) pirene (BaP) e altri Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) Le principali sorgenti sono individuabili nelle emissioni da motori diesel, da motori a benzina, da centrali termiche alimentate con combustibili solidi e liquidi pesanti e in alcune attività industriali (cokerie, produzione e lavorazione grafite, trattamento del carbon fossile). Lo IARC (International Agency for Research on Cancer) ha inserito il BaP e altri IPA con 4-6 anelli condensati nelle classi 2A o 2B (possibili o probabili cancerogeni per l’uomo) per gli effetti dimostrati “in vitro”. Il contatto diretto e prolungato con gli alveoli facilita l’azione cancerogena, eventualmente potenziata dalla presenza di piombo che abbatte le difese organiche. Nel territorio comunale di Piombino l’inquinamento atmosferico da idrocarburi policiclici aromatici (IPA) rappresenta la maggiore criticità per la presenza nell’ambito del ciclo integrato dello stabilimento siderurgico Lucchini dell’impianto di cokeria. Tale impianto serve al ciclo integrale per la produzione di coke destinato all’altoforno e viene prodotto attraverso un processo di distillazione di fossile all’interno di forni costituenti essi stessi l’apparato impiantistico della cokeria. Questo processo di lavorazione risulta di particolare impatto ambientale in quanto il processo di distillazione a secco, che deve avvenire in forni in assenza di aria e per questo in leggera sovra pressione, crea le condizioni per possibili emissioni diffuse non coinvolgiate nelle fasi di caricamento del fossile, di distillazione e nelle procedure conclusive di sfornamento. La Tab. 19 indica gli obiettivi di qualità per il benzene e gli IPA secondo quanto prescritto dal D.M. del 25711/1994. Tab. 19. Obiettivi di qualità per il benzene e gli IPA secondo il D.M. del 25/11/1994. Inquinanti dal 1/1/96 dal 1/1/99 Benzene Media annuale, ng/m3 15 10 IPA (idrocarburi policiclici aromatici) Media annuale, ng/m3 (rif. al Benzo (a) pirene) 2.5 1 La concentrazione media giornaliera di Benzo-a-pirene supera significativamente i limiti imposti dalla normativa. 43 Rapporto sullo stato dell’ambiente Concentrazioni di Benzo a-pirene Consumi energetici e inquinamento atmosferico ⌧ Fig. 7. Andamento della concentrazione media giornaliera di PM10 in 4 postazioni urbane (primo semestre 2004). Tab. 20. Concentrazione media giornaliera di benzo-a-pirene (fonte: ARPAT 2004). Postazione Cotone Valore Min Valore Max 2001 4,5 ng/m3 0,1 ng/m3 80 ng/m3 2002 2,8 ng/m3 0,1 ng/m3 23,9 ng/m3 2003 4,4 ng/m3 0,06 ng/m3 54,82 ng/m3 2004 (*) 9,69 ng/m3 0,05 ng/m3 185,35 ng/m3 (*) dati riferiti al periodo compreso tra l’1 gennaio e il 30 giugno. Consumi energetici e inquinamento atmosferico ⌧ Fig. 8. Andamento della concentrazione media annua di benzo-a-pirene. Nel grafico sottostante si ha una visione più dettagliata dell’andamento della concentrazione di benzo-a-pirene, tuttavia, dall’analisi dei tabulati di misura, si rileva che nel I° trimestre 2004, la concentrazione media ha raggiunto il valore di 16,17 ng/m3. L’incremento sostanziale raggiunto nei primi tre mesi del 2004 è dovuto ad un guasto nell’impianto che aspira le polveri provocate dallo scaricamento del coke all’interno delle acciaierie Lucchini SpA. Il guasto è avvenuto nei primi giorni del 2004 e da quella data molti gas dell’impianto di cokeria non possono essere opportunamente aspirati. ⌧ Fig. 9. Concentrazioni minime, massime e medie di benzo-a-pirene (fonte: elaborazione Ufficio Ambiente Circondario Val di Cornia, 2004). Rapporto sullo stato dell’ambiente 44 Nel corso del 1994 furono effettuate le prime valutazioni sulle concentrazioni al suolo di idrocarburi policiclici aromatici riscontrate in località Cotone e Montegemoli. Allora i valori medi delle concentrazioni di benzo(a)pirene risultarono nella zona abitata adiacente la cokeria pari a 27 ng/m3 e di 0,53 ng/m3 nella zona di Montegemoli. La medesima campagna di monitoraggio è stata ripetuta nel corso del 1998 confermando valori piuttosto elevati in località Cotone. Successivamente nel periodo ottobre 1998 - novembre 1999 è stata effettuata una campagna di monitoraggio tesa a verificare la concentrazione di benzo(a)pirene calcolata in base alla media mobile annuale che fece registrare una concentrazione pari a 17,1 ng/m3; un valore nettamente superiore al valore obbiettivo di qualità stabilito dal decreto legislativo 4 agosto 1999 n. 351 in 1 ng/m3. La causa di queste concentrazioni venne individuata proprio nelle emissioni prodotte dall’impianto di cokeria, impianto in cui il carbon fossile è distillato, in assenza di aria, ad una temperatura di circa 900 °C per un tempo di circa 21 ore e le principali sostanze che caratterizzano le emissioni sono polveri e idrocarburi policiclici aromatici. Verso la fine degli anni ‘90, l’assenza di alcuni accorgimenti necessari a limitare le emissioni in atmosfera (con particolare riferimento a quelle di tipo diffuso), la difficoltà di mantenere inal- Il Biossido di Zolfo Il biossido di zolfo è un inquinante primario emesso generalmente dai processi di combustione a causa dello zolfo contenuto negli stessi combustibili, ed è sicuramente l’inquinante più conosciuto e maggiormente monitorato nel corso degli anni. La Rete di Monitoraggio di Piombino è stata progettata e realizzata per misurare le concentrazioni al suolo di tale inquinante ed in tutte le 13 postazioni di monitoraggio presenti oggi nel comprensorio di Piombino-Follonica-Scarlino si trovano analizzatori in continuo di biossido di zolfo. Attualmente gli interventi legislativi che hanno progressivamente ridotto la quantità ammissibile dello zolfo nei combustibili e l’estendersi della metanizzazione hanno ridimensionato l’impatto di questo inquinante sull’ambiente, specialmente nel settore dell’industria. A tal fine si ricordano anche i recenti interventi attuati da parte dell’Enel presso la centrale termoelettrica di Torre del Sale, la quale si è dovuta adeguare ai nuovi standard di qualità relativamente alle concentrazioni di inquinanti emessi in atmosfera. Il biossido di zolfo viene misurato in tutte le dieci stazioni della rete di monitoraggio della zona di Piombino. L’elaborazione dei dati secondo criteri statistici, mediana annua e 98° percentile delle concentrazioni medie giornaliere, permette il confronto dei risultati ottenuti con i limiti prescritti dalla legislazione vigente. L’esame degli andamenti a partire dal 1982 dei valori della mediana e del 98° percentile delle medie su 24 ore misurate nell’arco dell’anno “ecologico” (dal 1 aprile al 31 marzo dell’anno successivo), consente di evidenziare i seguenti aspetti: ● Il biossido di zolfo è monitorato in tutte le postazioni della rete con elevate percentuali di funzionamento strumentale (numero di dati validi). In particolare, per l’anno ecologico 19992000, si ritrova una percentuale di funzionamento totale (annuale) della strumentazione per il rilevamento del parametro biossido di zolfo superiore al 90% (esclusa la postazione di Piazza 45 Rapporto sullo stato dell’ambiente ⌧ Fig. 10. Andamento della concentrazione media di Benzo-a-pirene (ng/m3) in località Cotone (periodo ottobre 1999 - settembre 2004). Consumi energetici e inquinamento atmosferico terata nel tempo l’efficienza dei sistemi di abbattimento e di contenimento presenti, le particolari sollecitazioni di queste tipologie di impianti, l’obsolescenza tecnologica e l’elevato stato di degrado traduceva il tutto in una situazione impiantistica di rilevante impatto ambientale. Consistenti interventi hanno portato l’attuale assetto impiantistico che consta di una sola batteria da 45 forni e la ristrutturazione dell’esistente batteria da 27 forni. La nuova batteria 45 forni è dotata di transfert car o cappa di aspirazione alle operazioni di sfornamento nonché di un sistema automatico di pulizia porte che utilizza acqua ad alta pressione e di una macchina caricatrice con un dispositivo automatico di pulizia dei coperchi e di un dispositivo ulteriore per la loro sigillatura. La ricostruzione è stata accompagnata da un calo significativo delle concentrazioni di IPA (come si nota nel grafico) durante il quale (aprile 2003) sono stati raggiunti valori prossimi all’obbiettivo di qualità. Successivamente la situazione è andata progressivamente peggiorando con una tendenza al rialzo dei valori la cui causa è da attribuirsi ad un peggioramento della situazione impiantistica dovuta ad una carenza di interventi di manutenzione in coincidenza con la grave situazione congiunturale che ha interessato il Gruppo Lucchini verso la fine dello scorso anno e che si è conclusa con la ristrutturazione aziendale ed il cambio societario. Consumi energetici e inquinamento atmosferico Bovio a Piombino), con un minimo pari al 81% nella postazione di Scarlino Scalo (Grosseto) ed un massimo pari al 97% nelle postazioni di Bocca di Cornia, Tolla Alta e Riotorto. ● per tutto il periodo sono stati ampiamente rispettati i valori limite di qualità dell’aria previsti dal D.P.R. 203/88, ed partire dall’anno 1985 i valori si sono mantenuti per tutte le postazioni al disotto di 40 µg/m3, indicato dal D.P.R. 203/88 come il valore minimo, per la media aritmetica delle concentrazioni medie su 24 ore rilevate nell’arco di un anno, da adottarsi come valore guida di qualità dell’aria. Dal 1986 tutte le postazioni hanno fatto registrare mediane annue inferiori a 20 µg/m3, per poi raggiungere negli ultimi anni valori intorno al limite di rivelabilità strumentale (1 µg/m3), per cui é evidente una progressiva riduzione nel tempo dei valori sia della mediana che del 98° percentile; ● I livelli di inquinamento da biossido di zolfo sono estremamente contenuti nel territorio sottoposto a monitoraggio, sia come inquinamento diffuso e persistente durante tutto l’arco dell’anno (associabile al parametro statistico della mediana dei dati raccolti) che come episodi acuti di inquinamento legati a particolari condizioni meteoclimatiche (associabile al parametro statistico del 98° percentile dei dati raccolti). Infatti, nel periodo 1.04.1999 - 31.03.2000 la mediana annua più elevata risultano quelle delle postazioni di Scarlino Scalo e Venturina con 5 µg/m3, valore che tuttavia rappresenta solo il 6,2 % del limite di legge (80 µg/m3), mentre il 98° percentile annuo più elevato risulta quello della postazione di Venturina con 38 µg/m3, valore che tuttavia rappresenta il 15,2% del limite di legge (250 µg/m3), tuttavia per tutte le altre postazioni di monitoraggio si riscontrano mediane tutte inferiori al 5% del limite di legge, mentre i valori dei 98° percentili sono tutti inferiori al 15% del limite di legge. I livelli di biossido di zolfo hanno mostrato quindi negli anni una progressiva diminuzione, tanto che nell’anno 2002 non si sono avuti superamenti del valore limite giornaliero di 125 µg/m3 e tutte le medie annuali sono inferiori al valore limite di 20 µg/m3. La situazione rilevata dalle postazioni ubicate nel comprensorio di Piombino, dove i dati rilevati hanno sempre mostrato valori estremamente contenuti di biossido di zolfo, confermano che la componente di inquinamento industriale per il biossido di zolfo ha una influenza marginale sulla qualità dell’aria in tale zona. ⌧ Fig. 11. Mediana delle concentrazioni di SO2 anni 1982-2003, postazione di Via Modiglioni. Rapporto sullo stato dell’ambiente 46 ⌧ Fig. 12. Mediana delle concentrazioni di SO2 anni 1982-2003, postazione “Le Guinzane”. ⌧ Fig. 13. Mediana delle concentrazioni di SO2 anni 1982-2003, postazione “Tolle Alta”. ⌧ Fig. 15. Mediana delle concentrazioni di SO2 anni 1982-2003, postazione “Paduletto”. Consumi energetici e inquinamento atmosferico ⌧ Fig. 14. Mediana delle concentrazioni di SO2 anni 1982-2003, postazione Piazza G. Bovio. ⌧ Fig. 16. Mediana delle concentrazioni di SO2 anni 1982-2003, postazione “Riotorto”. Rapporto sullo stato dell’ambiente 47 ⌧ Fig. 17. Mediana delle concentrazioni di SO2 anni 1982-2003, postazione “Bocca di Cornia”. Consumi energetici e inquinamento atmosferico ⌧ Fig. 18. Mediana delle concentrazioni di SO2 anni 1982-2003, postazione “Cotone”. Rapporto sullo stato dell’ambiente 48 ⌧ Fig. 19. Mediana delle concentrazioni di SO2 anni 1982-2003, postazione Via Torino. 4.3.3 Emergenze da inquinamento Per emergenze da inquinamento atmosferico si intendono i superamenti dei livelli di attenzione e di allarme delle sostanze inquinanti nell’aria. I limiti di riferimento, per i diversi inquinanti, sono stabiliti dalla recente normativa europea e sono stati recepiti con il DM n° 60/02; per le Polveri Totali Sospese il riferimento legislativo è il D.M. 15/04/1994, mentre per il Benzo-a-pirene è il D.M. 25/11/1994. Nella Tab. 21 sono riportati tutti i superamenti dei valori imposti dalla normativa, registrati negli anni 2001-2004 nelle due stazioni del Comune di Piombino. Tab. 21. Numero dei superamenti annuali dei livelli di attenzione (fonte: elaborazione Ufficio Ambiente Circondario Val di Cornia, 2004). 2001 2002 2003 2004 (*) Viale Unità d’Italia 2001 2002 2003 2004 (*) NO2 max media oraria >200 µg/m3 0 0 0 0 CO media 8 ore >10 mg/m3 0 2 0 0 PM10 media giornaliera ≥ 50 µg/m3 66 (18% sul totale delle misure) 54 (15,2% sul totale delle misure) 121 (38,17% sul totale delle misure) 21 (22,1% sul totale delle misure) NO2 max media oraria >200 µg/m3 0 0 1 0 CO Media 8 ore >10 mg/m3 0 0 0 0 PTS Media giornaliera > 150 µg/m3 23 (17,55% sul totale delle misure) 36 (12,8% sul totale delle misure) 61 (17,5% sul totale delle misure) 7 (3,6% sul totale delle misure) Benzo-a-pirene** media annuale > 1 ng/m3 87 (65,9% sul totale delle misure) 64 (54,7% sul totale delle misure) 49 (43% sul totale delle misure) 28(50% sul totale delle misure) (*)dati riferiti al periodo compreso tra il 1 gennaio ed il 31 luglio per NO2, CO, PM10 e dal 1 gennaio e 30 giugno per il Benzo a pirene. (**) la normativa non parla di livelli di attenzione ma solo di obiettivi di qualità. 49 Tab. 22. Numero dei superamenti annuali dei livelli di allarme. Cotone NO2 CO max media su 3 ore consecutivemedia 8 ore >400 µg/m3 >30 mg/m3 2001 0 0 2002 0 0 2003 0 0 2004 (*) 0 0 Viale Unità d’Italia NO2 CO max media su 3 ore consecutivemedia 8 ore >400 µg/m3 >30 mg/m3 2001 0 0 2002 0 0 2003 1 0 2004 (*) 0 0 PM10 media giornaliera ≥ 75 µg/m3 9 (2,4 % sul totale misure) 10 (2,87 % sul totale misure) 24 (7,57% sul totale misure) 2 (2,1 % sul totale misure) PM10 media giornaliera ≥ 75 µg/m3 0 1 (0,35 % sul totale misure) 2 (0,57 % sul totale misure) 0 (*) dati riferiti al periodo compreso tra l’1 gennaio e il 31 luglio. Rapporto sullo stato dell’ambiente Cotone Consumi energetici e inquinamento atmosferico Il Decreto del Ministro dell’Ambiente 15 aprile 1994 “Norme tecniche in materia di livelli e di stati di attenzione e di allarme per gli inquinanti atmosferici nelle aree urbane, ai sensi degli articoli 3 e 4 del decreto del Presidente della Repubblica 24 maggio 1988, n. 203, e dell’articolo 9 del decreto del Ministro dell’ambiente 20 maggio 1991” definisce: Stato di attenzione: una situazione di inquinamento atmosferico che, se persistente, determina il rischio che si raggiunga lo stato di allarme. Stato di allarme: una situazione di inquinamento atmosferico suscettibile di determinare una condizione di rischio ambientale e sanitario. Livelli di attenzione e di allarme: le concentrazioni di inquinanti atmosferici che determinano lo stato di attenzione e lo stato di allarme. Il Decreto Legislativo 4 agosto 1999, n. 351 “Attuazione della direttiva 96/62/CE in materia di valutazione e di gestione della qualità dell’aria ambiente” definisce: Soglia di allarme: livello oltre il quale vi è un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata e raggiunto il quale si deve immediatamente intervenire a norma del presente decreto. 4.4 Pressioni Il paragrafo che segue illustra le principali pressioni sui temi del consumo di energia e l’inquinamento atmosferico. Tali pressioni hanno impatto sulla qualità dello stato comportando un deterioramento dello stesso. In tale ambito gli aspetti individuati sono i seguenti: * Consumi energetici * Emissioni Consumi energetici e inquinamento atmosferico 4.4.1 Consumi energetici Per quanto riguarda l’uso dei combustibili fossili la tendenza non è positiva, in quanto quasi il 100% dei consumi è assicurato dalle fonti tradizionali, per contro le fonti rinnovabili hanno un peso assolutamente trascurabile. All’interno dei combustibili fossili tende a ridursi l’incidenza del carbone e, in modo più marcato, quella dei prodotti petroliferi, sostituiti dal gas naturale e dai gas residui dei processi industriali. La Val di Cornia è complessivamente caratterizzata da un elevato consumo di energia elettrica, dovuto soprattutto dalla presenza della grande polo industriale. Si riporta di seguito il consumo di energia elettrica nei 5 Comuni suddiviso per settore. I dati si riferiscono all’energia venduta da Enel e non considera le autoproduzioni. Tab. 23. Consumo di energia elettrica nei Comuni della Val di Cornia per Settore riferito all’anno 2002. (fonte: Analisi energetica relativa al circondario della Val di Cornia, Università di Firenze, 2004). Campiglia M.ma En. Attiva kWh % Piombino En. Attiva kWh % San Vincenzo En. Attiva kWh % Sassetta En. Attiva kWh % Suvereto En. Attiva kWh % Val di Cornia En. Attiva kWh % domestico 14009318 20,6 36444845 4,6 9996816 36,5 653335 48,9 3890423 37,3 64994737 6,8 siderurgia 851225 1,3 482632646 61,5 0 0 0 0 0 0 483483871 57,5 industria 40217818 59,1 219685035 28 4461783 16,3 122245 9,2 3970485 38,1 268457366 27,9 terziario 11531080 16,9 44759728 5,7 12710833 46,5 383248 28,7 2059870 19,8 71444759 7,4 Totale 68088087 100 785168764 100 27353282 100 1335088 100 10427284 100 892372505 100 La Tab. 23 mette in evidenza l’importanza che riveste la grande industria nel consumo di energia elettrica nel Comune di Piombino. Significativo risulta anche il consumo a Campiglia e Suvereto. San Vincenzo e Sassetta, hanno invece maggiori consumi in percentuale nel settore domestico e terziario. Tab. 24. Variazione dei consumi di energia elettrica per l’intera Val di Cornia (valori arrotondati). Anno 50 Rapporto sullo stato dell’ambiente agricoltura 1478646 2,2 1646510 0,2 183850 0,7 176260 13,2 506506 4,9 3991772 0,4 2001 (*) 2002 (§) Consumi elettrici totali Consumi pro-capite Consumi domestici Consumi domestici pro-capite Consumi elettrici non domestici kWh 892.900.000 892.300.000 kWh/ab 15.606 15.596 kWh 62.300.000 65.000.000 kWh/ab 1.087 1.136 kWh 830.600.000 827.300.000 Consumi elettrici non domestici pro-capite kWh/ab 14.519 14.461 (*) Fonte EALP 2001 sa Rapporto sullo Stato dell’Ambiente della Provincia di Livorno; (§) Fonte Analisi energetica relativa al circondario della Val di Cornia, Università di Firenze, 2004. ⌧ Fig. 21. Percentuale aumento dei consumi di energia elettrica in 3 Comuni della Val di Cornia (fonte: Analisi energetica relativa al circondario della Val di Cornia, Università di Firenze, 2004). 51 Rapporto sullo stato dell’ambiente Per San Vincenzo, infatti, come più volte ripetuto, l’attività predominante è quella turistica; Sassetta invece non ha attività particolarmente importanti né nel campo dell’industria né in altri settori, pertanto i consumi risultano determinati dalle attività domestiche. È interessante anche studiare l’evoluzione delle richieste elettriche negli ultimi sette anni, che riportiamo nelle tabelle sottostanti. È evidente che nel 2002 tutti i consumi sono cresciuti rispetto a quelli del 1995. Un particolare aumento si riscontra nell’agricoltura nei Comuni di Piombino e Suvereto. Praticamente costanti restano in consumi domestici, mentre quelli industriali crescono soprattutto a Suvereto seguito da Campiglia Marittima e Piombino. Andamenti particolari di tutte le tipologie di consumi sono tra gli anni 1997 e 1999 dove si notano diverse inversioni di tendenza. Consumi energetici e inquinamento atmosferico ⌧ Fig. 20. Elaborazione grafica dei dati presentati dalla Tab. 23. Nel Comune di Campiglia M.ma i maggiori consumi sono dovuti all’uso domestico e sono pari a circa 13,5 GWh, ciononostante rappresentano il 20% dei consumi totali, mentre il restante è dovuto al sistema produttivo locale, in particolare dalla soc.B-PACK DUE SpA, industria di materie plastiche, così come la Vanplast che produce tubi con consumi di circa 2,7 GWh. Anche gli impianti relativi alle attività estrattive presenti in questo Comune determinano consumi consistenti pari a quasi 6 GWh. Campiglia è il secondo Comune della Val di Cornia per consumi di energia elettrica soprattutto per la presenza dell’area artigianale di Venturina. Il polo siderurgico di Piombino determina un grande consumo di energia elettrica dalla rete nazionale e quindi da Enel per circa 482 GWh, alla quale va aggiunta tutta l’energia autoprodotta all’interno del complesso industriale. Tab. 23. Consumi totali nel Comune di Piombino nel 2002 (fonte: Analisi energetica relativa al circondario della Val di Cornia, Università di Firenze, 2004). Consumi energetici e inquinamento atmosferico Tipologia di consumo Energia prelevata dalla rete (GRTN) dall’industria siderurgica Energia elettrica consumata a Piombino (escluso Polo siderurgico) Energia prelevata da rete (GRTN) aPiombino Energia elettrica autoprodotta dall’industria siderurgica Totale energia elettrica consumata dall’industria Totale energia elettrica consumata a Piombino Consumo di energia Composizione elettrica percentuali 482.608.257 kWh A 302.560.507 kWh B 785.168.764 kWh A+B 329.739.156 kWh C 812.347.413 kWh A+C 1.114.907.920 kWh A+B+C Notevoli consumi di energia derivano dalla produzione di gas tecnici pari a 205 GWh, riconducibili alla SOL SpA che produce prevalentemente ossigeno liquido. Il consumo domestico a Piombino raggiunge i 34 GWh. Altre attività economiche, industriali e commerciali sono presenti a Piombino, come per esempio la Coop Toscana Lazio con il centro di smistamento di Riotorto consuma circa 6,6 GWh o l’impianto di trattamento degli RSU di ASIU SpA che consuma circa 3,5 GWh annui. Per i Comuni di San Vincenzo, Suvereto e Sassetta i consumi sono soprattutto domestici rispettivamente 9,5, 3,8 e 0,6 GWh. Per San Vincenzo prevale un 17% relativo agli alberghi (4,6 GWh) e l’impianto della cava Solvay (1,6 GWh), mentre a Suvereto si pone in evidenza un consumo energetico di 1,6 GWh per l’emungimento di acqua che si attesta al 16% del totale. Tab. 24. Consumi energetici pro-capite, anno 2001 (fonte: Elaborazioni dati EALP). Area livornese Bassa Val di Cecina Val di Cornia Isola d'Elba Provincia Livorno Regione Toscana Consumi energetici (ktep) 1.222 897 2.163 64 4.345 11.462 Abitanti 177.313 68.621 57.213 30.382 333.529 3.498.000 Consumi energetici pro-capite (tep) 6,9 13,1 37,8 2,1 13,0 3,3 (*) Per la Regione Toscana il dato è riferito al 1999. 52 Rapporto sullo stato dell’ambiente Percentuale sul consumo totale 43,3 27,1 70,4 29,6 72,9 100 Nel 1996 il consumo energetico pro-capite per la provincia di Livorno era di 11,3 tep. Nel 1999 era salito a 12,1 tep, circa 4 volte il valore medio regionale pari a 3,3 tep. Si evidenzia pertanto la costante crescita dei consumi energetici lordi che possono essere riferiti mediamente ad ogni abitante del territorio provinciale. La Val di Cornia ha valori addirittura tre volte superiori alla media regionale e due volte a quella provinciale. Tab. 25. Consumi elettrici pro- capite, anno 2001 (fonte: Elaborazioni dati EALP su dati GRTN e Enel Distribuzione). Area Area livornese Bassa Val di Cecina Val di Cornia Isola d'Elba Provincia Livorno Regione Toscana Consumi elettrici (GWh) 836,3 1.078,2 892,9 191,1 2.999 18.987 Abitanti 177.313 68.621 57.213 30.382 333.529 3.498.000 Consumi elettrici Pro-capite (kWh) 4.717 15.712 15.606 6.291 8.990 5.428 Tab. 26. Consumi complessivi di energia (tep) - settore residenziale - anno 2001 (fonte: Elaborazioni Ealp su dati Enel Distribuzione, Snam Rete Gas, ASA, Italgas, Ministero Attività Produttive). Comb. Solidi Comb. Liquidi Gas Elettricità Totale Area Livornese 951 42.832 15.182 58.965 Bassa V. Cecina 8.563 12.214 7.169 27.946 Val di Cornia 3.235 11.299 5.612 20.145 Isola d'Elba 6.279 4.477 10.756 Totale provincia 19.028 66.345 32.440 117.813 Consumi energetici finali del settore terziario Anche per il settore terziario l’area Livornese è quella che rappresenta da sola una parte significativa dei consumi totali dell’intera provincia (42%). Tab. 27. Consumi complessivi di energia (tep) - settore terziario - anno 2001 (fonte: Elaborazioni Ealp su dati Enel Distribuzione, Snam Rete Gas, ASA, Italgas, Ministero Attività Produttive). Comb. Solidi Comb. Liquidi Gas Elettricità Totale Area Livornese 7.922 8.424 13.545 29.890 Bassa V. Cecina 5.149 5.475 8.804 19.428 Val di Cornia 3.109 3.306 5.316 11.732 Isola d'Elba 3.624 6.197 9.821 Totale provincia 19.804 17.205 33.862 70.871 Consumi energetici finali del settore industriale Per il settore industriale la Val di Cornia incide per più della metà dei consumi complessivi di energia a livello provinciale. Tab. 28. Consumi complessivi di energia (tep) - settore industriale - anno 2001 (fonte: Elaborazioni Ealp su dati Enel Distribuzione, Snam Rete Gas, ASA, Italgas, Ministero Attività Produttive). Comb. Solidi Comb. Liquidi Gas Elettricità Totale Area Livornese 94.242 62.330 43.238 199.810 Bassa V. Cecina 166.800 32.006 76.528 275.333 Val di Cornia 363.270 143.448 171.065 65.814 743.596 Isola d'Elba 12.510 5.740 18.250 Totale provincia 363.270 417.000 265.400 191.319 1.236.989 53 Rapporto sullo stato dell’ambiente Consumi energetici finali del settore residenziale Per il settore residenziale la fonte di energia più utilizzata risulta essere il gas, sia a livello provinciale (56,3%) che delle altre aree territoriali, ad eccezione dell’Isola d’Elba il cui utilizzo è nullo. Per quanto riguarda i consumi totali di questo settore il 50% derivano dall’area Livornese, mentre la Val di Cornia rappresenta circa il 17%. Consumi energetici e inquinamento atmosferico Sull’alto valore della provincia di Livorno, ed in particolare su quello relativo sia alla Bassa Val di Cecina che alla Val di Cornia, incide la presenza di industrie di grandi dimensioni ad alta intensità energetica, quali la siderurgica a Piombino e la chimica Solvay a Rosignano. Nei seguenti paragrafi sono riportati i consumi finali di energia all’anno 2001 per settore di utilizzo, per fonte energetica utilizzata e per SEL. Tali consumi comprendono l’energia impiegata negli usi finali: combustibili solidi, liquidi, gassosi e l’energia elettrica. Tali fonti energetiche sono considerate al netto dell’energia primaria utilizzata per produrre energia elettrica. Per consumi energetici finali si intende la somma delle fonti energetiche primarie e fonti secondarie assorbite da tutti i settori di consumo finale: agricoltura, industria (es: estrattiva, manifatturiera, delle costruzioni ecc..), usi civili e trasporti. Gli usi finali dell’energia rappresentano gli impieghi ai quali è destinata l’energia consegnata agli utilizzatori (utenze) dopo le trasformazioni operate dal settore energetico. La domanda di energia può essere distinta in relazione agli usi finali (calore, illuminazione, movimento meccanico, elettrochimica ecc.) o per forma energetica (meccanica, elettrica, termica). Consumi energetici finali del settore agricolo Per il settore agricolo la fonte di energia più utilizzata risultano essere i combustibili liquidi, sia a livello provinciale (97,4%) che delle altre aree territoriali. Tab. 29. Consumi complessivi di energia (tep) - settore agricolo - anno 2001 (fonte: Elaborazioni Ealp su dati Enel Distribuzione e Ministero Attività Produttive). Comb. Solidi Comb. Liquidi Gas Elettricità Totale Area Livornese 4.885 131 5.016 Bassa V. Cecina 12.064 444 12.508 Val di Cornia 12.949 231 13.180 Isola d'Elba 2.885 65 2.950 Totale provincia 32.783 871 33.654 Consumi energetici e inquinamento atmosferico Consumi energetici finali del settore trasporti Per il settore trasporti è interessante notare come in Val di Cornia si sia registrato un consumo nullo di metano. Rapporto sullo stato dell’ambiente 54 Tab. 30. Consumi complessivi di energia (tep) - settore trasporti - anno 2001 (fonte: Elaborazioni Ealp su dati ACI e Ministero Attività Produttive). Benzina Gasolio Metano GPL Totale Area Livornese 69.229 117.380 705 10.080 197.394 Bassa V. Cecina 24.699 61.050 360 4.435 90.544 Val di Cornia 21.923 41.926 2.848 66.697 Isola d'Elba 11.930 23.866 1.685 37.481 Totale provincia 127.781 244.222 1.065 19.048 392.116 Tab. 31. Classificazione dei mezzi di trasporto della Val di Cornia in base al tipo di combustibile utilizzato (fonte: elaborazioni Ealp su dati ACI). Combustibile Benzina Gasolio GPL Metano Totale Autovetture 29.000 3.700 900 200 33.800 Autocarri 300 2.400 12 4 2.716 Autobus 82 82 Motocicli 5.799 5.799 Altri 2.083 2.083 Nei grafici seguenti sono riportati i consumi di combustibile liquido, gas ed energia elettrica per settore di attività. Il settore industriale risulta quello che incide in maniera preponderante sul consumo delle suddette fonti energetiche, in particolare nella misura di circa l’88% per il combustibile liquido, di circa il 92% per il gas e di circa il 85% per l’energia elettrica. ⌧ Fig. 22. Consumi complessivi di combustibile liquido per settore di attività, 2001. ⌧ Fig. 23. Consumi complessivi di gas per settore di attività, 2001. Combustibile Campiglia M.ma Piombino San Vincenzo Gas naturale (n. m3) 5.814.554 8.244.444 2.818.320 Gas naturale ind. sider. (n. m3) — 157.534.022 — Totale (n. m3) 5.814.554 165.778.466 2.818.320 Sassetta — — — Suvereto Totale 488.305 17.365.623 — 157.534.022 488.305 174.899.645 4.4.2 Emissioni L’analisi delle emissioni dei principali inquinanti nella Val di Corni ha consentito di ricavare due serie di indicatori di pressione che provvedono a fornire una rappresentazione sintetica sia del carico inquinante presente nel territorio (distribuzione spaziale delle emissioni) in un determinato periodo temporale (generalmente un anno), che la quota di carico inquinante per persona, sempre riferita ad un dato territorio e periodo temporale. Il primo indicatore si esprime in tonnellate di sostanza inquinante emessa su 1 Km2 di superficie. Si ricava dividendo la massa inquinante in emissione riferita all’ambito territoriale di riferimento (in questo caso il territorio comunale) per la relativa estensione territoriale: si esprime, pertanto, in t/Km2. Il secondo indicatore è definito in Kg di sostanza inquinante emessa attribuibili ad un abitante di un determinato territorio e si ricava dividendo la massa inquinante in emissione riferita all’ambito territoriale in esame (in questo caso il territorio comunale) per il numero di abitanti presenti su quel territorio: si esprime quindi in Kg/ab. Secondo la classificazione indicata dall’IRSE, le sorgenti di inquinamento si suddividono in tre distinte tipologie: * sorgenti puntuali, si intendono quelle sorgenti di emissione che è possibile localizzare direttamente, tramite coordinate geografiche sul territorio (per esempio, gli impianti industriali); * sorgenti lineari, si intendono le principali arterie di comunicazione (stradali, ferroviarie, marine, fluviali...) dove il traffico dei mezzi di locomozione genera emissioni in atmosfera di sostanze inquinanti; 55 Rapporto sullo stato dell’ambiente Tab. 32. Consumi di gas naturale in Val di Cornia per industria e per altri scopi (fonte: Analisi energetica relativa al circondario della Val di Cornia, Università di Firenze, 2004). Consumi energetici e inquinamento atmosferico ⌧ Fig. 24. Consumi complessivi di elettricità per settore di attività, 2001. * le sorgenti diffuse, sono tutte quelle non classificabili né come sorgenti puntuali né come sorgenti lineari e che necessitano, per la stima delle emissioni, di una metodologia statistica; l’inquinamento da sorgenti diffuse è, per esempio, quello generato dal traffico veicolare, dall’uso di caldaie (nel settore industriale, terziario e agricolo), da attività manifatturiera di diversa natura, da attività di smaltimento dei rifiuti, dall’agricoltura e dall’allevamento. Consumi energetici e inquinamento atmosferico Tab. 33. Principali Sorgenti puntuali in Val di Cornia (fonte: Rapporto sullo stato dell’ambiente della Provincia di Livorno, dicembre 2003). Rapporto sullo stato dell’ambiente 56 Azienda Sider Calce Enel SpA* La Magona d'Italia SpA Comune Campiglia M.ma Piombino Piombino Lucchini SpA Piombino Attività Produzione di calce forno rotante CTE pubbliche - Caldaie ≥ 300 MWth Zincatura laminati in acciaio Industria - Caldaie < 50 MWth Altra verniciatura industriale Industria - Caldaie tra 50-300 MWth Industria - Caldaie < 50 MWth Impianti di sinterizzazione Produzione di acciaio (forno basico ad ossigeno) Forni siderurgici per il riscaldamento successivo Forni da coke (perdite dalle porte e spegnimento) Operazioni di carico degli altoforni Foroi da coke Cowpers di altoforni Spillatura della ghisa di prima fusione *Centrale termoelettrica Torre del sale Tab. 34 Emissioni dalle centrali CET 2 e 3, Enel Produzione e Elettra GLL. Anno 1999 2000 2001 2002 2003 SO2 1235 1033 1088 1780 Emissioni (t/anno) CET/2 e CET/3 NOX Polveri 527 131 692 119 927 96 752 123 CO2 1766525 2086954 2125466 SO2 30.489 35.904 25.633 16.544 ⌧ Fig. 25. Elaborazione grafica dei dati sulle emissioni delle centrali CET 2 e 3. Emissioni (t/anno) ENEL Produzione NOX Polveri CO2 5.120 554 7.123 712 3.977.528 5.001 524 3.289.808 4.512 393 2,940.756 2.101.546 Emissioni di CO2 In questo paragrafo viene presentato un quadro della situazione delle emissioni di gas serra attribuibili al settore energia, confrontando i valore della Val di Cornia con gli altri SEL della provincia e con la Regione Toscana. Di seguito sono considerate solo le emissioni climalteranti. Tab. 35 Emissioni di CO2 complessive e per abitante a livello di SEL (anno 2001) (fonte: Elaborazione dati Ealp). Territorio Area Livornese Bassa Val di Cecina Val di Cornia Isola d'Elba Provincia Livorno Regione Toscana Emissioni CO2 (tonn.) 4.028.242 1.305.406 8.915.642 190.436 14.439.726 33.975.827 CO2/abitante (tonn.) 22,7 19,0 155,8 6,3 43,3 9,7 Anche i suddetti indicatori evidenziano la criticità della provincia di Livorno in termini di emissioni di CO2 ed in particolare della Val di Cornia che presenta un valore procapite 16 volte superiore alla media regionale. 57 Rapporto sullo stato dell’ambiente Sulle emissioni regionali, la CO2 prodotta in provincia di Livorno, incide per il 43%. Sono in particolare il settore della produzione di energia elettrica, con un’incidenza dell’83% sul valore regionale, e dell’industria, incidenza del 52%, a pesare maggiormente in rapporto alle emissioni regionali. L’incremento delle emissioni di CO2 tra il 1999 ed il 2001 è dovuto principalmente alla produzione di energia elettrica: l’entrata in funzione di nuove centrali di produzione ha fatto crescere le emissioni climalteranti di 1 milione di tonnellate. Come per gli indicatori energetici, anche per quelli relativi alle emissioni di CO2 si hanno a livello provinciale valori nettamente superiori rispetto alla media regionale. Consumi energetici e inquinamento atmosferico ⌧ Fig. 26. Emissioni di CO2 (in tonnellate) nella provincia di Livorno derivanti dal consumo e dalla produzione di energia (stima in base ai consumi energetici ed al mix di combustibili utilizzati) (fonte: elaborazione dati Ealp, 2001). Consumi energetici e inquinamento atmosferico ⌧ Fig. 27. Emissioni di CO2 pro-capite (in tonnellate di CO2/abitante). Rapporto sullo stato dell’ambiente 58 Vista l’enorme criticità ambientale che rappresenta la quantità di CO2 emessa in atmosfera dalla Val di Cornia, per opportuni confronti con altre realtà della Provincia e della Regione, si riportano alcuni dati elaborati dal Piano di Azione Ambientale (P.R.A.A.) della Regione Toscana (anno 2004-2006). Tab. 36 Emissioni di CO2 registrate a livello regionale (fonte: PRAA). Regione Toscana Emissioni CO2 eq. Procapite (tCO2 eq./ab) Emissioni CO2 eq. Per addetto (tCO2 eq./add.) Valore 174,8 430,1 Media regionale 12,3 29,1 Le emissioni degli altri principali inquinanti, limitatamente ai Comuni di Piombino, San Vincenzo e Campiglia M.ma, sono sintetizzate nella Tab. 37, suddivise per Comune. Dalla tabella si evince che gli inquinanti più diffusi in questi tre Comuni sono gli SOx (49,3%) e il CO (31,3%), seguono gli NOx (14, 4%), i COV (4,1 %) e il PM10 (0,9%). In particolare nel Comune di Piombino l’inquinante più diffuso sono gli SOx (51,2%), mentre negli altri due Comuni prevale il CO (53,3% S. Vincenzo e 53,9 Campiglia M.ma). Tab. 37 Tipologia e stima delle emissioni nella Val di Cornia, anno 2001 (fonte: Regione Toscana). Emissioni NOx PM10 SOx CO COV Totale Piombino 12.037 582 43.405 25.726 2.951 84.701 San Vincenzo 141 148 18 585 205 1.097 Campiglia M.ma 516 101 35 1.251 417 2.320 Totali (t/anno) 12.694 831 43.458 27.562 3.573 88.118 % sul totale 14,4 0,9 49,3 31,3 4,1 100,0 Tab. 38 Emissioni di CO, COV, PM10, NOx, NH3, SOx (tonnellate/anno), anno 2000 (fonte: Regione Toscana). Val di Cornia TOSCANA CO 26.046 348.753 COV 3.728 149.696 PM10 1.411 14.966 NOx 13.705 95.182 NH3 235 11.551 SOx 39.149 77.853 Tab. 39. Emissioni di gas serra per componente e totali (t/anno di CH4, N2O, CO2 e CO2 equivalente; emissioni di gas serra per superficie e procapite CO2 eq/Km2 e CO2 eq/ab), anno 2000 (fonte: “Segnali ambientali in Toscana”, Regione Toscana). Val di Cornia TOSCANA Emissioni CH4 5.966 22.673 Emissioni CO2 8.135.797 32.488.524 Emissioni N2O 2.583 8.371 Emissioni CO2 equivalente 9.061.705 39.843.514 Emissioni CO2 eq/Km2 24.743 1.733 Emissioni CO2 eq/ab 158 11 4.5 Determinanti Di seguito si presentano i principali determinanti antropici, che causano le pressioni sopra citate. In particolare, gli aspetti descritti sono: ● Industria e servizi ● Rischio industriale ● Popolazione ● Attività estrattive ● Traffico urbano e trasporto stradale extraurbano Tab. 40 Censimento anni 1991 e 2001 (fonte: dato Istat – 8° Censimento Industria e Servizi 2001). Settore Industria Commercio Servizi Istituzioni Unità produttive 1991 802 1483 1302 403 Unità produttive 2001 924 1.390 1.787 414 Addetti 1991 9621 4211 4529 2891 Addetti 2001 7.665 3.892 5.579 2.996 59 Rapporto sullo stato dell’ambiente Le Aziende principali presenti sul territorio piombinese sono di seguito elencate: ● LUCCHINI SpA : Azienda siderurgica a ciclo integrale, principale polo italiano per la produzione di laminati lunghi; ● LAMAGONA D’ITALIA SpA (Gruppo Arcelor): Azienda metalmeccanica , tra i principali produttori italiani di lamiere zincate e/o verniciate destinate alla produzione di elettrodomestici, industria automobilistica, contenitori per alimenti ecc; ● SOL SpA: Industria perla produzione di gas tecnici e gas medicali (ossigeno, azoto, argon); ● CENTRALE TERMOELTRRICA ENEL Torre del Sale: 4 gruppi dal 320 MW cadauno alimentata ad olio combustibile; ● DALMINE SpA: Industria per la produzione di tubazioni saldate per condotte di gas e acqua; ● PORTO DI PIOMBINO: presenza di traffico industriale di materie prime e prodotti finiti e con traffico turistico commerciale per l’arcipelago toscano e Sardegna. Per quanto attiene la situazione dell'inquinamento atmosferico risulta che, per i principali inquinanti si rilevano valori medi annui inferiori ai Valori di Attenzione (eccetto che per PM10 nell’anno 2003) imposti dalla normativa vigente, tuttavia si osservano trend in leggero peggioramento per NOx, CO, PTS e PM10. Per SO2 invece si rileva un sostanziale miglioramento generale su tuttoilterritorio della Val di Cornia con piccoli aumenti negli ultimi anni in alcune zone urbane di Piombino (Via Modiglioni e Via Torino). Particolarmente negativi risultano i dati sugli IPA (idrocarburi policiclici aromatici) associati alle emissioni di particolato atmosferico, che provengono dagli impianti di distillazione del coke dello stabilimento Lucchini. L’area industriale e portuale di Piombino, a causa dei gravi fenomeni di inquinamento e di degrado ambientale, dei rischi di incidenti rilevanti connessi agli insediamenti industriali ed al trasporto di sostanze pericolose, è stata dichiarata, con Decreto Legge del 7 gennaio 1995 n. 2, “Area critica ad elevata concentrazione di attività industriali”. Dai risultati dello studio dei rischi industriali emerge che il maggior contributo al rischio locale deriva dal trasporto stradale di sostanze pericolose, oltre che dall'imbarco di sostanze pericolose su traghetto in corrispondenza del porto. Consumi energetici e inquinamento atmosferico 4.5.1 Industria e servizi L’incidenza del settore industriale, a livello provinciale, si attesta intorno al 12%: la Provincia di Livorno si colloca quindi al terzo posto nella regione Toscana, dopo Lucca e Prato (dal Rapporto sullo Stato dell’Ambiente della Provincia di Livorno, 2003). In particolare, per quanto riguarda il Comune di Piombino, il territorio è caratterizzato da un’area a forte sviluppo industriale e dal polo energetico regionale più significativo. Importante è anche la struttura portuale, con flussi turistici e di merci secondi solo a Livorno. Consumi energetici e inquinamento atmosferico ⌧ Fig. 28. Elaborazione grafica dei dati sopra riportati. Rapporto sullo stato dell’ambiente 60 Nella Tab. 41 è riportato il numero di aziende, divise per Comune d’appartenenza, dotate dell’autorizzazione all’emissione definitive, ai sensi del DPR 203/88 e quelle dotate di autorizzazione provvisoria, alcune delle quali possono aver ricevuto autorizzazione definitiva ex art. 12 DPR 203/88 negli anni 2002, 2003, 2004. Fino al 2001 sono state autorizzate alle emissioni un totale di 13 aziende, concentrate principalmente nel Comune di Piombino (9), mentre sono in attesa di autorizzazione definitiva, almeno dai dati pervenuti fino ad oggi, altre 39 aziende, concentrate nei Comuni di Piombino (21) e Campiglia M.ma (13). Tab. 41 Aziende con autorizzazione alle emissioni (ex DPR 203/88). Comune Piombino Campiglia M.ma Suvereto San Vincenzo Autorizzazioni definitive (Anno 2001 e precedenti) Azienda Lucchini siderurgica TAP Srl Vertek SpA Sider Piombino Srl La Magona d’Italia SpA Dalmine Tubi Industriali Srl Carrozzeria Mirage Sas ICA Srl Mineraria Toscana Maffei Srl Lucchini SpA – Loc. Monterombolo Impianti meccanici Affini Srl CO.ME.OS Sdf Tab. 42 Numero di aziende con autorizzazione alle emissioni (ex DPR 203/88). Comune Piombino Campiglia M.ma Suvereto San Vincenzo Autorizzazioni provvisoria in attesa della definitiva (Anno 2001 e precedenti) N. Aziende 21 13 2 3 4.5.2 Rischio industriale Le aziende a rischio di incidente rilevante sono quelle in cui può verificarsi un evento quale un'emissione, un incendio o un'esplosione di grande entità, dovuto a sviluppi incontrollati che si verificano durante l'attività di uno stabilimento e che dia luogo ad un pericolo grave, immediato o differito, per la salute umana o per l'ambiente, all'interno o all'esterno dello stabilimento, e in cui intervengano una o più sostanze pericolose, e sono soggette a legislazione speciale (D. Lgs. 334/99). Le aziende soggette al suddetto riferimento legislativo, presenti in Val di Cornia, sono tutte concentrate nell’area industriale di Piombino e aggiornate al 15/06/2003 (dato Regione Toscana). Tali aziende sono soggette a particolari obblighi imposti dalla normativa in funzione alle particolari tipologie di impianti e/o lavorazioni ed ai rischi connessi. Tab. 43 Aziende soggette al riferimento legislativo D.Lgs. 334/99. Ai sensi dell’art. 8 D.Lgs 334/99 Rapporto di sicurezza Ai sensi dell’art. 8 D.Lgs 334/99 Ai sensi dell’art. 6 D.Lgs 334/99 notifica Ai sensi dell’art. 6 D.Lgs 334/99 LUCCHINI SpA SOL SpA La MAGONA d’ITALIA SpA PIOX srl Tab. 44. Superficie, popolazione, densità e incremento demografico dei Comuni della Val di Cornia. Comune Piombino Campiglia M.ma San Vincenzo Sassetta Suvereto Totale Superficie Km2 130,0 83,4 33,4 26,2 92,0 365,0 Popolazione 1991 37.033 12.522 7.216 550 3.062 60.383 Popolazione 2001 33.925 12.540 6.540 548 2.897 56.450 Tasso d’incremento 2001/1991 -8,4 0,1 -9,4 -0,4 -5,4 -6,5 Densità demografica (2001) Ab/Km2 261 150 196 21 31 154 4.5.4 Attività estrattive In tre Comuni della Val di Cornia viene praticata una imponente attività estrattiva; in particolare a Campiglia M.ma e San Vincenzo sono presenti cave di calcare, con un’estrazione di materiale pari a più di 2.000.000 tonnellate nel 2001 e nel 2003 ed oltre 2.200.000 tonnellate nel 2002. Tab. 45 Cave e miniere del Comune di Campiglia M.ma, San Vincenzo e Suvereto. Comune Campiglia M.ma Campiglia M.ma Campiglia M.ma Campiglia M.ma San Vincenzo Suvereto Suvereto Sito Monte Calvi Monte Valerio Botro ai marmi Montorsi San Carlo Monte Peloso Monte Peloso Tipologia Cava Cava Miniera Miniera Cava Cava Cava Esercente Cave di Campiglia SpA SALES SpA Maffei SpA SALES SpA SOLVAY SpA (Edilbeton Srl) (Saccardi Marmi) Materiale Calcare Calcare Feldspato Feldspato Calcare Pietra ornamentale Pietra ornamentale I quantitativi sopra riportati sono da intendersi complessivi, derivanti cioè dalla sommatoria tra materiale commerciabile vero e proprio e scopertura, ossia roccia sterile che è necessario coltivare per raggiungere morfologicamente il materiale oggetto della coltivazione. Come osservabile è stato fornito solamente un dato complessivo dell’intera produzione del cal- 61 Rapporto sullo stato dell’ambiente 4.5.3 Popolazione La popolazione costituisce una delle principali cause di consumi di energia di un territorio. I cinque Comuni della Val di Cornia hanno una popolazione residente pari a circa 56.450 abitanti, per una densità di circa 154 ab/Km2 (anno 2001). I Comuni più abitati risultano essere Piombino, in cui si concentrano le principali attività industriali e Campiglia Marittima. Piombino è anche uno dei Comuni più popolati della provincia di Livorno. La popolazione determina consumi energetici attraverso la quasi totalità delle attività svolte, ad esempio l’utilizzo di automezzi, l’attivazione di riscaldamento domestico, la creazione di attività di servizi ecc. Sempre di più, modelli e stili di vita sono indirizzati verso maggiori consumi di energia. A questo proposito si ricorda che nell’estate 2003, per la prima volta in Italia il picco dei consumi energetici è stato raggiunto nel periodo estivo per l’eccessivo uso di condizionatori d’aria. In questo trend si allinea la Val di Cornia dove negli ultimi anni al diminuire della popolazione si registrano aumenti dei consumi energetici. Consumi energetici e inquinamento atmosferico La Magona d’Italia SpA, già da alcuni anni, ha realizzato un impianto per la produzione di idrogeno in sostituzione dello stoccaggio di ammoniaca presso lo stabilimento, eliminando in tal modo i rischi di incidente industriale ai sensi del D.Lgs 334/99, sia per quanto concerne il trasporto di tale sostanza attraverso le zone residenziali della città di Piombino sia di rilascio accidentale all’interno dello stabilimento. care in Val di Cornia proveniente da tre siti estrattivi, in quanto, la Legge n°1162 del 9 Luglio 1926 all’art. 11 vincola al più rigoroso segreto d’ufficio le notizie attinenti alle produzione delle singole attività. In adiacenza alle attività estrattive principali sorgono gli impianti per la frantumazione del materiale estratto che risultano essere delle importanti sorgenti di inquinamento atmosferico dovuto prevalentemente alle polveri prodotte. 4.5.5 Traffico urbano e trasporto stradale extraurbano Secondo le elaborazioni IRPET, su banca dati ACI aggiornata al 31/12/2000, la Val di Cornia presenta un Tasso di motorizzazione pari a 58,1 veicoli/abitanti, contro un dato provinciale e regionale pari, rispettivamente, a 57,7 e 60,4. Invece, in rapporto all’estensione del territorio, i veicoli circolanti ogni Km2 sono 118,4 mentre le autovetture 91. Per quanto riguarda i flussi in entrata e in uscita dalla Val di Cornia, si ha che nel 2000 (Stima IRPET) ci sono stati 8.591 ingressi e 1.505 uscite, con un saldo di 7.086. Consumi energetici e inquinamento atmosferico Tab. 46 Parco veicoli, tasso di motorizzazione e veicoli circolanti per Km2, anno 2000 (fonte elaborazione IRPET su banca dati ACI). Rapporto sullo stato dell’ambiente 62 Sel 14 Area Livornese Sel 15.1 Val di Cecina Sel 16 Val di Cornia Sel 17 Arcipelago Provincia di Livorno TOSCANA Totale veicoli circolanti 133.940 51.416 43.412 23.454 252.222 2.744.991 di cui Autovetture 97.776 39.858 33.517 17.163 188.314 2.133.687 Tasso di motorizzazione 55,0 58,4 58,1 56,3 57,7 60,4 Autovetture/Km2 460 106 91 66 207 93 4.6 Risposte Per contrastare il fenomeno dell’inquinamento atmosferico e promuovere la politica del risparmio energetico la comunità della Val di Cornia ha adottato i seguenti strumenti: ● Classificazione del territorio regionale ● Monitoraggio della qualità dell’aria e controllo delle emissioni ● Informazione e sensibilizzazione della popolazione ● Adozione di sistemi di gestione ambientale ● Incentivi ambientali ● Emissioni di ordinanze 4.6.1 Classificazione del territorio regionale La Regione Toscana, ai sensi degli articoli 6, 7, 8 e 9 del Decreto legislativo n. 351/99, ha effettuato nel 2003 la seconda “classificazione” del territorio regionale, basata sui dati di qualità dell'aria rilevati fino all'anno 2002. La classificazione di Comuni, relativa a ciascuna sostanza inquinante con valori limite determinati, ha portato la loro ripartizione nelle quattro tipologie di zona indicate con le lettere A, B, C e D. Tab. 47. Classificazione dei Comuni, relativa a ciascuna sostanza inquinante con valori limite determinati. Tipo di zona A B C D Criterio di classificazione Livelli inferiori ai valori limite: assenza rischio di superamento Livelli prossimi ai valori limite: rischio di superamento Livelli superiori ai valori limite ma inferiori ai margini temporanei di superamento/tolleranza Livelli superiori ai margini di superamento/tolleranza temporanei I risultati della classificazione del territorio regionale hanno permesso di individuare 32 Comuni che presentano, per almeno una sostanza inquinante, superamenti dei pertinenti valori limite di qualità dell’aria da rispettare nel 2005 e nel 2010 e che pertanto sono stati classificati rispettivamente con le lettere C o D. I restanti Comuni della Regione, in numero di 255, sono stati classificati con le lettere B ed A che esprimono un buono stato di qualità dell’aria ambiente (lettera A) ovvero un rischio, seppur remoto, di raggiungimento dei valori limite (lettera B). Classific. Comuni Numero Comuni Superficie Km2 % prov.le Popolazione resid 2001 % prov.le A B A B C B C D B D A A B C B C N 17 3 16 2 2 17 2 1 17 3 20 16 3 1 1 1 18 872,61 344,93 751,80 230,43 235,31 861,42 251,16 104,96 861,42 356,12 1217,54 818,84 293,74 104,96 120,81 104,96 991,77 72 28 61,7 18,9 19,3 71 21 9 71 29 100 67 24 9 10 9 81 120.375 206.064 89.788 46.469 190.182 105670 64461 156308 105670 220769 326.439 79.159 90.972 156.308 30.587 156.308 139.544 35,69 63 27,5 14,2 58,3 32 20 48 32 68 100 24 28 48 9 48 43 SO2 NO2 PM10 Fase 1 PM10 Fase 2 CO C6H6 O3 Territorio urbanizzato 1991 (Km2) 37 40,64 25,04 14,68 36,60 29,08 18,09 29,16 29,08 47,25 76,33 24,55 22,61 29,16 10,65 29,16 36,52 % prov.le 47 53 33 19 48 38 24 38 38 62 100 32 30 38 14 38 48 Popolazione % 2001 in prov.le area urbana 100421 34 191424 66 73.131 25 40.799 14 177.915 61 86640 30 58976 20 146228 50 86640 30 205205 70 291.845 100 62.416 21 83.200 29 146.228 50 27.290 9 146.228 50 118.327 41 A seguito della attuale classificazione dei Comuni toscani e delle disposizioni del D.lgs n. 351/99 sulla gestione della qualità dell’aria ambiente, il territorio regionale è stato suddiviso in 5 zone: ● Zona di mantenimento A-B; ● Zona di risanamento comunale; ● Zona di risanamento livornese, pisana e del cuoio; ● Zona di risanamento della Piana lucchese; ● Zona di risanamento dell’area metropolitana di Firenze–Prato–Pistoia e del Comprensorio empolese. I 5 Comuni della Val di Cornia ricadono nelle seguenti due zone: ● Zona di mantenimento A-B, comprendente i 255 Comuni, che presentano una buona qualità dell’aria, classificati con le lettere A e B per tutte le sostanze inquinanti, comprendente la maggior parte del territorio regionale, che dovrà essere oggetto di un piano di mantenimento regionale; ● Zona di risanamento comunale, costituita dal territorio di 8 Comuni non finitimi (Siena, Poggibonsi, Grosseto, Piombino, Arezzo, Montecatini Terme, Viareggio, Pomarance) che presentano superamenti di almeno un valore limite per una sostanza inquinante e pertanto sono stati classificati C e/o D, che dovranno essere oggetto di specifici piani o programmi di risanamento. Tab. 49. Classificazione del territorio della Val di Cornia ai fini della protezione della salute umana. Comuni Campiglia M.ma Piombino San Vincenzo Sassetta Suvereto SO2 A B A A A NO2 A C A A A PM10 fase 1 B C B B B PM10 fase 2 B D B B B CO A A A A A C6H6 A B A A A O3 NC NC NC NC NC 63 Rapporto sullo stato dell’ambiente Inquinante Consumi energetici e inquinamento atmosferico Tab. 48. Classificazione dei Comuni della regione Toscana (fonte: “Valutazione della qualità dell’aria ambiente nel periodo 2000-2002 e classificazione del territorio regionale ai sensi degli articoli 6,7, 8 e 9 del Decreto Legislativo n. 351/99”, Regione Toscana). Tab. 50. Classificazione del territorio regionale ai fini della protezione degli ecosistemi, della vegetazione e della prevenzione del degrado dei materiali (fonte: “Valutazione della qualità dell’aria ambiente nel periodo 2000-2002 e classificazione del territorio regionale ai sensi degli articoli 6,7, 8 e 9 del Decreto Legislativo n. 351/99”, Regione Toscana). Eco SO2 A B A A A Consumi energetici e inquinamento atmosferico Comuni Campiglia M.ma Piombino San Vincenzo Sassetta Suvereto Rapporto sullo stato dell’ambiente 64 Veg NOx A C A A A Veg O3 NC NC NC NC NC Mat O3 NC NC NC NC NC 4.6.2 Monitoraggio della qualità dell’aria e controllo delle emissioni La rete pubblica di monitoraggio della qualità dell’aria nel Comune di Piombino, di proprietà della Provincia di Livorno, ha due stazioni fisse di rilevamento degli inquinanti atmosferici. Le due stazioni e gli inquinanti rilevati nel corso degli anni 2002-2003 sono indicate di seguito: ● Cotone, quartiere periferico delimitato dall’area industriale e dalla strada di accesso a Piombino. Dista circa un chilometro dal nucleo urbano della Città. Utilizzata per il monitoraggio di NO2, CO, PM10 e Benzo-a-pirene; ● Viale Unità d’Italia, situata all'ingresso del centro urbano di Piombino e posizionata sulla strada di accesso alla città, strada caratterizzata da un traffico veicolare medio-alto. Si trova ubicata nelle adiacenze degli insediamenti industriali ed è adibita al monitoraggio di NO2, CO e PTS. La tabella sottostante riporta la classificazione delle due stazioni di monitoraggio (in base alla Decisione 2001/752/CE). Tab. 51. Stazioni di monitoraggio del Comune di Piombino (fonte: Regione Toscana). Ubicazione Cotone Viale Unità d’Italia Tipologia zona Urbana Periferica Tipologia stazione Industriale Traffico/Industriale Tab. 52. Inquinanti monitorati dalle stazioni di monitoraggio presenti nel Comune di Piombino (fonte: ARPAT). Ubicazione Tipo Proprietà Cotone I Pubblica Viale Unità d'Italia I Pubblica PTS NO SI PM10 SI NO SO2 NO NO H2S NO NO CO SI SI NOX SI SI O3 NO NO HC NO NO Benz. NO NO B(a)P SI NO Sia la gestione delle postazioni, che la raccolta, la validazione, l’elaborazione e la trasmissione dei dati è affidata all’ARPAT – Dipartimento di Livorno. I risultati relativi al monitoraggio sono riportati nel paragrafo relativo alla qualità dell’aria. Tab. 53. Reti private di monitoraggio della qualità dell’aria (fonte: 2° Rapporto sullo stato dell’ambiente della Provincia di Livorno, dicembre 2003). Comune Piombino Piombino Piombino Piombino Piombino Piombino Piombino Piombino Piombino Campiglia M. Ubicazione Tolla Alta Piazza Bovio Cotone Bocca di Cornia Guinzane Paduletto Via Torino Via Modigliani Riotorto Venturina Tipo I I I I I I I I I I Inquinanti SO2 SO2 PTS, SO2 SO2 SO2 SO2 PTS, SO2, NOX SO2 SO2 SO2 4.6.3 Informazione e sensibilizzazione della popolazione Una sola campagna di informazione e sensibilizzazione sul risparmio energetico e/o sulle fonti rinnovabili è stata realizzata nel 2001 da parte dell’EALP per promuovere l’installazione di pannelli solari. 4.6.4 Adozione di sistemi di gestione ambientale Sul territorio della Val di Cornia alla data del 31/05/2004, 6 sono le aziende in possesso della certificazione ISO 14001, una è registrata EMAS ed un’altra in fase di avvio. Tab. 54. Aziende certificate per l’ambiente in Val di Cornia (fonte: Sincert, 31/5/2004). Scopo certificazione Tipo certificazione e data rilascio ISE srl Piombino Produzione di energia elettrica. ISO 14001 Produzione di vapore e acqua calda 20/12/2002 La Magona d’Italia SpA Piombino Deccappaggio e rilaminazione a freddo di coils ISO 14001 Divisione Magona a caldo e loro rivestimento mediante zincatura 05/03/2001 e verniciatura coil coating; taglio e profilatura di laminati piani in acciaio rivestiti e non rivestiti (zincati e preverniciati) Lazzi Vi.Tur. SpA San Vincenzo Gestione di complesso turistico residenziale, ISO 14001 all'interno di un parco di 320.000 mq, con formule hotel, 29/04/2004 villette, residence, ristorante, bar, sale congressi, spiaggia privata, piscine. Sider Piombino srl Piombino Progettazione e fabbricazione di recipienti ISO 14001 in pressione, carpenteria, gru e accessori di 24/10/2001 sollevamento, lavorazioni meccaniche, manutenzione e revisione di macchine. Solvay Chimica Italia SpA San Vincenzo Cava di calcare, per le fasi specifiche di ISO 14001 estrazione e frantumazione. 30/01/2002 ASIU SpA Piombino Raccolta e Trattamento RSU ISO 14001 2002 ISE srl Piombino Produzione di energia elettrica. EMAS CE 761/2001 Produzione di vapore e acqua calda 4/03/2004 La Magona d’Italia SpA Piombino Deccappaggio e rilaminazione a freddo di coils In fase di registrazione Divisione Magona a caldo e loro rivestimento mediante zincatura EMAS e verniciatura coil coating; taglio e profilatura CE 761/2001 di laminati piani in acciaio rivestiti e non rivestiti (zincati e preverniciati) 4.6.5 Incentivi ambientali Nel 2001 l’Agenzia Energetica della Provincia di Livorno, tramite accordo volontario settoriale attivato dalla Regione Toscana, ha amministrato l’erogazione di fondi regionali, che hanno permesso la realizzazione di 11 impianti fotovoltaici e 50 impianti solari termici su tutto il territorio provinciale. Tale accordo, per quanto riguarda gli impianti fotovoltaici, ha previsto la concessione a fondo perduto di contributi pari al 75% della spesa sostenuta (fondi attivati nell’ambito del programma “10.000 tetti fotovoltaici”), mentre per quanto riguarda gli impianti solari termici, ha previsto la concessione a fondo perduto di contributi pari al 25% della spesa sostenuta. Degli 11 interventi effettuati per l’installazione di impianti fotovoltaici, 3 ricadono nel territorio della Val di Cornia, per un totale di 6,36 kW installati ed un risparmio energetico di 8.200 kWh/annui; mentre dei 50 interventi effettuati per l’installazione di impianti solari termici, 11 ricadono nel territorio della Val di Cornia, per un totale di 112,5 m2 installati ed un risparmio energetico di 81.000 kWh/annui. Per l’anno 2003 è rimasto attivo l’accordo volontario regionale che ha permesso, in provincia di Livorno, la realizzazione di ulteriori 21 impianti solari termici e l’avvio delle pratiche per l’installazione di altri 20 impianti. Di questi 41 impianti 7 sono stati installati nel territorio della Val di Cornia, per un totale di 35 m2 installati ed un risparmio energetico di 26.951 kWh. Tramite il finanziamento pubblico previsto dal provvedimento CIP 6/92, sono stati realizzati il gruppo CET_PIO e i gruppi CET 2 e CET 3. Il provvedimento CIP n. 6 DEL 1992 Questo provvedimento premia il kWh prodotto da terzi e ceduto alla rete elettrica nazionale che sia ottenuto da fonti rinnovabili, da rifiuti o da impianti ad alta efficienza (in cogenerazione): Consumi energetici e inquinamento atmosferico Comune 65 Rapporto sullo stato dell’ambiente Ragione sociale 4.6.6 Emissioni di ordinanze L’unico dato disponibile relativamente alle ordinanze emesse dalla Amministrazioni comunali della Val di Cornia per problemi inerenti l’inquinamento acustico è riferibile al solo Comune di Piombino il quale nell’arco di 5 anni dal 2000-2004 ha emesso 18 ordinanze nei confronti delle varie aziende industriali di cui 13 per problemi attinenti l’inquinamento atmosferico. Non è dato conoscere quante di queste siano state ottemperate. FOTO GIUSEPPE TRINCHINI Consumi energetici e inquinamento atmosferico Rapporto sullo stato dell’ambiente 66 ● il premio è sul kWh prodotto, pertanto non c’è alcuna anticipazione di fondi pubblici ma solo la garanzia di un buon risultato economico purchè il proponente ottenga un buon risultato tecnico; ● produttore dell’impianto, finanziatore, operatore dello stesso impianto sono interessati alla qualità delle prestazioni e a limitare i costi; ● l’incentivo viene pagato direttamente dagli utilizzatori della elettricità attraverso la bolletta. In questo modo le casse dello Stato non sono coinvolte per la raccolta, la gestione, l’assegnazione. In due anni di attuazione il Provvedimento CIP 6/92 ha portato ad autorizzare la costruzione di circa 5000 MWe di impianti. La cogenerazione è assimilata alle fonti rinnovabili d’energia dall’art. 1 della legge 10/91. Il Provvedimento CIP 6/92 ha posto la condizione per l’ammissibilità, nel valore dell’indice energetico dell’impianto IEN. Graduatoria di priorità prevista dal Provvedimento CIP 6/92: ● impianti che utilizzano fonti rinnovabili propriamente dette; ● impianti alimentati da fonti assimilate con potenza elettrica fino a 10.000 kW; ● impianti atti ad utilizzare carbone o gas prodotto dalla gassificazione di qualunque combustibile o residuo; ● impianti destinati esclusivamente a funzionamenti in emergenza; ● impianti maggiori di 10.000 kW, che utilizzano combustibili di processo o residui non altrimenti utilizzabili, sia per ragioni tecniche che economiche. In tali impianti l’impiego di combustibili fossili deve essere strettamente indispensabile all’utilizzo degli stessi combustibili di processo o residui; ● altri impianti, maggiori di 10.000 kW, ordinati in funzione dell’indice energetico, di cui al Provvedimento CIP n.6 del 1992. L’energia elettrica autoprodotta in eccesso può essere ceduta all’ENEL, con i prezzi e le condizioni stabilite da: ● artt. 20 e 22 legge 9/1991; ● Provvedimento CIP n. 6/92; ● D. M.I.C.A. del 25/9/92; ● D. M.I.C.A. del 4/8/94. Tali normative stabiliscono la convenzione tipo, i prezzi e le condizioni per la cessione, e la compatibilità con il parco di generazione, la rete nazionale, i e programmi di sviluppo. Ora l’Italia sta scegliendo di basare una parte rilevante della sua generazione di elettricità sull’uso del gas naturale. Si potrebbe giungere a produrre in cogenerazione anche il 30-40% del consumo di elettricità italiano come indicato nello studio ENEA-Amici della Terra. Questa potenzialità deve confrontarsi con l’accettazione del mercato, mercato della domanda e mercato dell’offerta. Attualmente il CIP 6 è stato sostituito dal sistema dei certificati verdi (simile ma con meno caratteristiche di certezza) amministrato dal GRTN. Aspetto Inquinamento acustico urbano D/P Disp. Val. S/R Dati Stock S +++ Val. trend Inquinamento acustico delle infrastrutture stradali S ++ ?? Inquinamento acustico delle infrastrutture ferroviarie S ++ ☺ Esposizione ai campi elettromagnetici S ++ ☺ ☺ Densità degli impianti di radiotelecomunicazione P ++ ☺ ?? Traffico veicolare D ++ ☺ ?? Trasporto stradale extraurbano D ++ ?? Trasporto ferroviario D ++ ?? +++ ☺ +++ Stazioni per D radiotelecomunicazioni Monitoraggio della qualità acustica R Emissioni di ordinanze R + ?? Zonizzazione e risanamento acustico Monitoraggio dei campi magnetici R +++ R +++ Obiettivo 5 Ridurre l’inquinamento acustico in ambito urbano e l’esposizione della popolazione Ridurre l’inquinamento acustico delle infrastrutture stradali e l’esposizione della popolazione Ridurre l’inquinamento acustico delle infrastrutture ferroviarie e l’esposizione della popolazione Quantificare le situazioni di non conformità ai limiti fissati dalla normativa, relativamente ai campi elettromagnetici Quantificare il numero delle fonti di inquinamento elettromagnetico rispetto alla superficie del territorio e al numero di abitanti Migliorare le performance ambientali dei mezzi di trasporto utilizzati e verificarne nel tempo il rispetto dei limiti di emissione sonora Migliorare la manutenzione del fondo stradale e limitare l’esposizione della popolazione alle relative emissioni sonore Diminuire l’impatto acustico delle linee ferroviarie che attraversano aree urbanizzate Quantificare le stazioni radiobase e radiotelevisive presenti sul territorio. Monitorare la qualità acustica sul territorio e l’esposizione della popolazione alle diverse sorgenti di rumori Imporre il rispetto dei limiti di emissione sonora da parte degli impianti Attuare interventi finalizzati al risanamento acustico Valutare l’adeguatezza delle attività di controllo relativamente alle situazioni di non conformità per sorgenti a bassa frequenza 5.2 Descrizione del tema I principali riferimenti legislativi in materia di inquinamento acustico ed elettromagnetico sono i seguenti: ● Legge nazionale 447/95 "Legge quadro sull'inquinamento acustico" che definisce i valori di riferimento, fissa le competenze delle Amministrazioni e degli Enti gestori o proprietari delle infrastrutture di trasporto e disciplina il complesso degli strumenti operativi; ● Legge Regionale 89/98 "Norme in materia di inquinamento acustico" con cui la Regione Toscana ha dato applicazione ai disposti delle Legge Quadro n. 447/95; ● Legge Quadro n. 36 del 22 febbraio 2001 sulla protezione dalle esposizioni dei campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici in un campo di frequenze da 0 a 300 GHz, che rimanda ai decreti attuativi per la fissazione di limiti, valori ed obiettivi; ● DPCM 08/07/03 “Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualita' per la protezione della popolazione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici generati a frequenze comprese tra 100 kHz e 300 GHz”. ● DPCM 08/07/03 “Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici alla frequenza di rete (50 Hz) generati dagli elettrodotti”. Inquinamento acustico ed elettromagnetico 5.1 Introduzione al tema 67 Rapporto sullo stato dell’ambiente 5 Inquinamento acustico ed elettromagnetico Stato In tema di inquinamento acustico, tutti i Comuni della Val di Cornia hanno un piano zonizzazione acustica del proprio territorio in aree a differente destinazione ed attualmente sono in fase di adozione le nuove zonizzazioni acustiche ai sensi delle nuove normative in materia. Dall’attività di monitoraggio emerge che per il Comune di Piombino i limiti di rumorosità vengono superati per il 67% dei rilevamenti nel periodo diurno e con una percentuale ancora maggiore nel periodo notturno. La situazione è ancora più grave nei Comuni di San Vincenzo e Campiglia M.ma: in quest’ultimo addirittura i limiti non vengono rispettati in nessun caso. Le indagini effettuate in prossimità delle infrastrutture stradali confermano la tendenza al superamento dei limiti consentiti, soprattutto nel periodo notturno. In questo caso tuttavia bisogna puntualizzare che comunque la popolazione esposta a tale inquinamento risulta essere piuttosto esigua. Sullo stesso trend si allineano i dati che si riferiscono alle infrastrutture ferroviarie: il monitoraggio della rete tirrenica nei pressi di San Vincenzo evidenzia il rispetto dei limiti nel periodo diurno, ma non nel periodo notturno. Per quanto riguarda l’inquinamento elettromagnetico, per la Val di Cornia si è appurato un completo rispetto dei limiti vigenti per le stazioni radio base e per gli impianti radio TV. Per gli elettrodotti i controlli in passato facevano riferimento a dei limiti di qualità molto stringenti che attualmente non hanno più valore in quanto sono entrate in gioco nuove normative in merito. Inquinamento acustico ed elettromagnetico Pressioni Per quantificare la pressione esercitata dagli impianti di teleradiocomunicazione si è fatto riferimento alla densità in rapporto alla superficie del territorio e al numero di abitanti. Da tale analisi è emerso che per la Val di Cornia tali densità sono inferiori alle medie calcolate su scala regionale, riferite sia alla sola Toscana che alle altre Regioni italiane. Rapporto sullo stato dell’ambiente 68 Determinanti I principali determinanti possono ricondursi prevalentemente al traffico automobilistico sia nelle strade urbane che nelle strade extraurbane ed in maniera omogenea su tutto il territorio della Val di Cornia. Il traffico automobilistico assume particolare rilevanza nel periodo estivo in particolare nel Comune d Piombino dove si concentrano i flussi turistici diretti all’Isola d’Elba e secondariamente nel Comune di San Vincenzo per il consistente carico turistico. L’unica infrastruttura ferroviaria degna d’interesse in Val di Cornia è la linea tirrenica Pisa-Roma che determina il maggior impatto acustico nel tratto urbano di San Vincenzo. Nel Comune di Piombino, l’area industriale, è da considerarsi una fonte di inquinamento acustico costante, sia in ambito diurno che notturno. Risposte In risposta alle problematiche connesse all’inquinamento acustico, i Comuni della Val di Cornia si stanno impegnando per dotarsi di un piano di zonizzazione acustica che sia conforme alle più recenti norme di riferimento. Inoltre, vi è l’attività di monitoraggio per il controllo dell’inquinamento acustico ed elettromagnetico, realizzata da ARPAT, che, tuttavia, risulta poco sviluppata: le misure effettuate non sono sufficientemente numerose per avere un quadro completo della situazione. 5.3 Stato Di seguito si presenta lo stato dei temi inquinamento acustico ed elettromagnetico, con informazioni relative ai livelli sia delle emissioni sonore, che dei campi elettromagnetici. Gli aspetti descritti sono: ● Inquinamento acustico urbano ● Inquinamento acustico delle infrastrutture stradali ● Inquinamento acustico delle infrastrutture ferroviarie ● Esposizione ai campi elettromagnetici 5.3.1 Inquinamento acustico urbano La normativa vigente in materia di inquinamento acustico (L.447/95 “Legge quadro sull’inquinamento acustico”) impone ai Comuni di effettuare una classificazione acustica del proprio territorio. La legge nazionale 447/95 "Legge quadro sull'inquinamento acustico" La L. 447/95 definisce in modo articolato l’inquinamento acustico ed i valori di riferimento. Questi ultimi sono presentati non come limiti a valori di accettabilità ma differenziati in valori di qualità, valori di immissione, valori di attenzione e valori di emissione. Fissa le competenze del- La Regione Toscana ha dato applicazione sul proprio territorio ai disposti delle Legge Quadro n. 447/95 con la Legge Regionale 89/98 "Norme in materia di inquinamento acustico", che detta le norme finalizzate alla tutela dell'ambiente e della salute pubblica dall'inquinamento acustico. Essa assume, inoltre, la tutela ambientale ai fini acustici quale obiettivo operativo della programmazione territoriale. In quest’ambito, ai fini dell'elaborazione dei piani comunali di classificazione acustica del territorio, individua nelle indagini per il monitoraggio dell'inquinamento acustico uno degli elementi che concorrono alla formazione del necessario quadro conoscitivo. In funzione delle classi di destinazioni d’uso, il DPCM 14/11/1997 fissa dei limiti massimi di livello sonoro equivalente (Leq in dB(A)) per il periodo notturno e quello diurno, riportati nella Tab. 1. Tab. 1.Limiti massimi di livello sonoro equivalente immesso per classi di destinazione d’uso (DPCM 14.11.97). Caratteristiche della classe I - aree particolarmente protette Rientrano in questa classe le aree nelle quali la quiete rappresenta un elemento di base per la loro utilizzazione: aree ospedaliere, scolastiche; aree destinate al riposo ed allo svago, aree residenziali rurali, aree di particolare interesse urbanistico, parchi pubblici, ecc. Rientrano in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale, con bassa densità di popolazione, con limitata presenza di attività commerciali ed assenza di attività industriali ed artigianali. Rientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento, con media densità di popolazione, con presenza di attività commerciali, uffici, con limitata presenza di attività artigianali e con assenza di attività industriali; aree rurali interessate da attività che impiegano macchine operatrici. Rientrano in questa classe le aree urbane interessate da intenso traffico veicolare, con alta densità di popolazione, con elevata presenza di attività commerciali e uffici, con presenza di attività artigianali; le aree in prossimità di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie; le aree portuali; le aree con limitata presenza di piccole industrie. Rientrano in questa classe le aree interessate da insediamenti industriali e con scarsità di abitazioni. II - aree prevalentemente residenziali III – aree di tipo misto IV - aree d’intensa attività umana V - aree prevalentemente industriali VI - aree esclusivamente industriali Tempi di riferimento Diurno Notturno 6-22 22-6 50 40 55 45 60 50 69 65 55 70 60 Rientrano in questa classe le aree esclusivamente interessate 70 da attività industriali e prive di insediamenti abitativi. 70 Il Comune con la più alta popolazione è quello di Piombino che costituisce oltre il 60% dell’intera popolazione della Val di Cornia. Rapporto sullo stato dell’ambiente Classi di destinazione d’uso del territorio Inquinamento acustico ed elettromagnetico lo Stato, delle Regioni, delle Province, dei Comuni e degli Enti gestori o proprietari delle infrastrutture di trasporto e disciplina il complesso degli strumenti operativi (quali valutazione di impatto acustico e di clima acustico, piani di risanamento, controlli, sanzioni, regolamenti di esecuzione). La legge quadro costituisce, inoltre, il fondamento giuridico per l'emanazione di successivi regolamenti governativi e decreti ministeriali (già in parte emanati) che fissano, tra l'altro: ● i limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti, abitativi ed esterni; ● le tecniche di rilevamento e di misura del rumore; ● i requisiti acustici delle sorgenti sonore e i requisiti acustici passivi degli edifici e dei loro componenti; ● la disciplina dell'inquinamento acustico determinato da sorgenti mobili connesse con attività, opere e servizi pubblici essenziali; ● i criteri di progettazione, di esecuzione e di ristrutturazione; ● i requisiti acustici dei segnali di allarme; ● i requisiti acustici delle emissioni sonore nei luoghi di intrattenimento e nei pubblici esercizi. Il Comune di Piombino dapprima ha effettuato una zonizzazione del territorio in aree a differente destinazione, secondo quanto prescritto a suo tempo da DPCM 1/03/91. (Delib. comunale n° 239 del 18/11/94). La tabella seguente fornisce l’indicazione dei limiti di accettabilità per le sorgenti sonore prescritti da tale decreto. Tab. 2. Limiti di accettabilità per le sorgenti sonore secondo il DPCM 01/03/1991. Zonizzazione Tutto il territorio nazionale Zona A (*) Zona B (*) Zona esclusivamente industriale Limite diurno Leq (A) 70 65 60 70 Limite notturno Leq (A) 60 55 50 70 (*) Zone di cui all'art. 2 del decreto ministeriale 2 aprile 1968: - Zone A le parti del territorio interessate da agglomerati urbani che rivestano carattere storico, artistico e di particolare pregio ambientale o da porzioni di essi, comprese le aree circostanti, che possono considerarsi parte integrante, per tali caratteristiche, degli agglomerati stessi; - Zone B le parti del territorio totalmente o parzialmente edificate, diverse dalle zone A. Inquinamento acustico ed elettromagnetico Al momento la nuova classificazione acustica risulta adeguata al DPCM del 1991 che prevede la suddivisione del territorio comunale in 6 diverse aree. La figura sottostante rappresenta il territorio del Comune di Piombino diviso nelle 6 diverse aree secondo quanto previsto dal DPCM 1/03/91. È in fase di adozione una nuova classificazione acustica ai sensi del DPCM 14/11/97 in accordo alla Legge Regionale 89/98. ⌧ Fig. 1. Attuale zonizzazione del territorio comunale di Piombino (fonte:ARPAT). Rapporto sullo stato dell’ambiente 70 La Tab. 3 riporta i valori rilevati, la attuale classe di appartenenza della zona monitorata ed i rispettivi limiti assoluti di immissione di cui alla Tabella C del DPCM del 14 novembre 1997 “Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore”. Le campagne di monitoraggio sono state eseguite da ARPAT, prevalentemente per il Comune di Piombino, sia in quanto area urbana più grande sia per la presenza del grande polo industriale confinante con la città. Denominazione Via Petrarca Salivoli Giardini Via della Pace Ospedale Villa Marina Piazza Dante - Via Torino Salivoli Centro comm. Via Nenni 7 Via Regina Margherita 8 Comparto 57 9 Perticale 10 Via Medaglie d’oro 11 Via della Repubblica 12 Via G.Bruno 13 Via Pisacane 14 Via della Resistenza 15 Poggetto – giardini 15A Poggetto – Strada IV 15B Poggetto - Via Monteremo 16 Diaccioni 17 Sol 18 S.S 398 19 Strada Base Geodetica loc. Colmata 20 Baratti 21 Riotorto 22 Via del Popolo 23 Gagno 24 Fiorentina 25 Via Porto Vecchio Classificazione strada/località Strada urbana Strada sub-urbana a grande traffico Strada a grande scorrimento Strada sub-urbana Strada urbana Strada sub-urbana LAeq,TL diurno 69.5 70.0 67.5 58.5 63.0 61.0 LAeq,TL notturno 63.0 63.0 60.5 49.0 55.0 51.0 Classe attuale 4 4 3 2 4 3 Limite diurno 65 65 60 55 65 60 Limite notturno 55 55 50 45 55 50 Strada urbana Strada sub-urbana Strada urbana Strada urbana a grande traffico Strada urbana a grande traffico Strada urbana Strada urbana a grande scorrimento Strada urbana a grande scorrimento Strada sub-urbana Strada sub-urbana Strada sub-urbana Strada sub-urbana Strada extraurbana Strada extraurbana Strada extraurbana 64.0 58.5 67.0 68.0 70.0 66.5 69.0 71.0 60.0 57.0 59.5 62.5 67.5 70.5 72.5 54.5 49.5 58.0 62.5 64.5 56.0 64.0 66.0 59.0 54.0 56.0 53.5 67.5 65.5 68.0 4 3 3 4 4 4 4 4 4 4 4 2 6 4 4 65 60 60 65 65 65 65 65 65 65 65 55 70 65 65 55 50 50 55 55 55 55 55 55 55 55 45 70 55 55 Strada sub-urbana Strada sub-urbana Strada urbana Strada sub-urbana Strada extraurbana Strada adiacente all’area industriale 58.0 58.0 59.5 70.0 69.5 71.0 53.5 53.0 56.5 66.5 64.5 67.5 2 3 3 4 4 4 55 60 60 65 65 65 45 50 50 55 55 55 L’analisi dei dati della precedente tabella permette di fare le seguenti considerazioni: - la tendenza predominante è quella del superamento dei limiti con una percentuale che aumenta nel periodo notturno (⌧ Fig. 2); - nell’unico sito in classe 6 i livelli sonori rientrano nei limiti consentiti; - i siti inseriti nella classe 2 registrano dei livelli sonori troppo elevati. ⌧ Fig. 2. Grafici ricavati dai dati della precedente tabella; la torta a sinistra si riferisce ai rilevamenti diurni e la torta a destra a quelli notturni. 71 Rapporto sullo stato dell’ambiente N. sito 1 2 3 4 5 6 Inquinamento acustico ed elettromagnetico Tab. 3. Confronto con la zonizzazione attuale. Rilevazioni livello sonoro, anno 2001, con indicazione della relativa classe di appartenenza; in grassetto i valori superiori al limite di attenzione (fonte: ARPAT). Per un riassunto sintetico sono state elaborate mappe in cui sono riportate le posizioni dei siti di monitoraggio ed i risultati delle rispettive misure, in colore diverso secondo la seguente scala: ● Valore di LAeq,TR compreso tra 45 e 50 dB(A) color CELESTE; ● Valore di LAeq,TR compreso tra 50 e 55 dB(A) color VERDE; ● Valore di LAeq,TR compreso tra 55 e 60 dB(A) color GIALLO; ● Valore di LAeq,TR compreso tra 60 e 65 dB(A) color FUCSIA; ● Valore di LAeq,TR compreso tra 65 e 70 dB(A) color ROSSO; ● Valore di LAeq,TR compreso tra 70 e 75 dB(A) color NERO. La ⌧ Fig. 6 riporta la sintesi dei valori rilevati durante il periodo diurno mentre la ⌧ Fig. 9 riporta la sintesi dei valori rilevati durante il periodo notturno, in riferimento ai rilievi fonometrici riassunti nella Tab. 4. Nella maggior parte delle zone, sia urbane che periferiche, i superamenti del livello dell’inquinamento acustico si rilevano indistintamente, sia nel periodo notturno che diurno. Si nota come i valori più alti siano stati misurati nelle postazioni ubicate nelle strade a maggior scorrimento sia urbane che extraurbane. Particolare evidenza dimostrano i siti inseriti nella zonizzazione di classe 2 (aree residenziali) dove si hanno superamenti dei livelli sonori come ad esempio in loc. Baratti, i Diaccioni e presso l’Ospedale civile di Villamarina. Dai dati del monitoraggio risulta che nei siti più prossimi al perimetro industriale risulta minore la differenza tra i valori diurni e notturni. Inquinamento acustico ed elettromagnetico ⌧ Fig. 3. Sintesi dei valori rilevati durante il periodo diurno, particolare (fonte: ARPAT, 2001). Rapporto sullo stato dell’ambiente 72 Per quanto riguarda le industrie presenti a Piombino, i valori indicati nella Tab. 4, coincidono con quelli della Classe V - aree prevalentemente industriali, classe che meglio si adatta alle aree confinanti con l’area industriale vera e propria. I risultati riportati fanno riferimento alle indagini di controllo svolte da ARPAT, in relazione al rumore prodotto dalla Lucchini SpA (una postazione fa riferimento alla SOL). Si tratta di due postazioni storiche appositamente scelte per tenere sotto controllo le variazioni dell’impianto acustico sulla base di uno studio allargato a più postazioni effettuato negli anni 1994 - 1995. Tab. 4. Controlli svolti da ARPAT nel 2002, in relazione al rumore prodotto dalla Lucchini SpA. siti indagati Laeq,TL diurno >70 Laeq,TL notturno >60 Industria 3 1 2 Inquinamento acustico ed elettromagnetico ⌧ Fig. 4. Sintesi dei valori rilevati durante il periodo notturno, particolare (fonte: ARPAT, 2001). Rapporto sullo stato dell’ambiente FOTO GIUSEPPE TRINCHINI 73 Inquinamento acustico ed elettromagnetico ⌧ Fig. 5. Postazioni di misura per il rumore di origine industriale sul territorio di Piombino; i punti in giallo indicano le postazioni di controllo rispettivamente per l’area “acciaieria” e per l’area “altoforno” e corrispondono a 2 delle postazioni citate nella tabella 4 (fonte: ARPAT, 2003). In ⌧ Fig. 6 si riportano i risultati delle indagini eseguite presso la postazione “Poggetto” nel periodo 1999-2002 ed in ⌧ Fig. 7 quelli relativi alla postazione “via Portovecchio” nel periodo19982001. In generale il rumore prodotto dall’industria è aumentato in seguito al rifacimento degli impianti principali acciaieria e altoforno avvenuta nel 1994, inoltre periodicamente si è assistito ad incrementi episodici notevoli dovuti ad assestamenti del regime produttivo in relazione agli impianti collaterali (es.: produzione di rumore anomalo per emissione in candela di quantitativi superiori di gas dovuti all’aumento di produzione dell’altoforno). ⌧ Fig. 6. Livelli equivalenti notturni misurati in loc. Poggetto negli anni 1999-2002. Rapporto sullo stato dell’ambiente 74 ⌧ Fig. 7. Livello equivalente medio di lungo periodo (LAeq,TL) notturno misurato in via Portovecchio negli anni 1998-2001. Nel 1994 sono stati effettuati alcuni rilievi fonometrici nel Comune di Campiglia M.ma, in seguito ad una zonizzazione del territorio comunale secondo le disposizioni del DPCM 1/03/91. Tab. 5. Rilievo dei livelli sonori nel Comune di Campiglia M.ma (fonte: Amministrazione Comunale, 1994). Leq notturno 66,5 61,5 63,5 61,5 60,5 55,0 53,0 50,0 Si può notare che in nessun caso i limiti vengono rispettati. I livelli sonori maggiori si registrano nella postazione sita in Via Indipendenza. La tabella, seppure riferita al 1994, mette in evidenza come anche nei centri urbani più piccoli e non industriali della Val di Cornia si abbiano superamenti costanti dei livelli di rumorosità sia diurna che notturna. Alcune modifiche sostanziali nel piano del traffico dovute alla nuova articolazione infrastrutturale adiacente all’abitato di Venturina possono aver modificato radicalmente i dati di cui sopra. Purtroppo dal 1994 non sono state più svolte campagne di misura nel territorio comunale. Nel Comune di Suvereto ( Tab. 6) una campagna di misura relativa ai livelli di rumorosità condotta nel 1995 ha appurato che in ben 5 dei 12 siti monitorati il livello sonoro rispetta i limiti consentiti sia durante il giorno che durante la notte. Dei restanti 7, in due il limite viene superato solo di notte. È interessante notare che in tutti siti appartenenti alla classe 4 si registrano livelli sonori oltre le soglie limite confermando anche in questo caso che l’impatto acustico non risparmia neppure le piccole aree urbane. Tab. 6. Confronto con la zonizzazione attuale. Rilevazioni livello sonoro con indicazione della relativa classe di appartenenza; in grassetto i valori superiori al limite di attenzione (fonte: Amministrazione Comunale, 1995). N. sito 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 Denominazione Classificazione strada/località P.za V.Veneto Notri Belvedere Montioni Centrale elett. ENEL Campo sportivo Bulichella Via Di Vittorio Via della bella ragazza Via Don Minzoni S. Lorenzo S. Lorenzo (Palazzotto) Area sub.urbana Frazione isolata Frazione isolata Viabilità extra-urbana Frazione isolata Frazione isolata LAeq,TL diurno 66.5 52.0 54,0 51,5 58.5 52.0 66.0 66.5 61.5 55.5 60.5 59,5 LAeq,TL notturno 59.0 46.0 49,5 44,5 50,5 44.0 65.5 61.5 53,5 48.0 59,0 56.5 Classe attuale 4 3 2 3 5 3 4 4 3 3 3 3 Limite diurno 65 60 55 60 70 60 65 65 60 60 60 60 Limite notturno 55 50 45 50 60 50 55 55 50 50 50 50 L’Amministrazione Comunale di San Vincenzo con la Delibera n° 23 del 19 aprile 2004 ha adottato il Piano della zonizzazione acustica del proprio territorio ai sensi della L. 447/95 e della L.R. 89/98. La nuova zonizzazione si è basata su di una campagna di misure dirette di seguito riportata. Inquinamento acustico ed elettromagnetico Leq diurno 71,5 70,5 69,5 69,0 67,0 65,0 62,0 60,0 75 Rapporto sullo stato dell’ambiente Postazione Venturina, Via Indipendenza Venturina, Via Cerrini Venturina, Via Dante Cafaggio Lumiere Limiti di legge (zona A) Campiglia M.ma , P.za Vittoria Limiti di legge (zona B) Inquinamento acustico ed elettromagnetico Tab. 7. Confronto con la zonizzazione attuale. Rilevazioni livello sonoro con indicazione della relativa classe di appartenenza; in grassetto i valori superiori al limite di attenzione (fonte: Amministrazione Comunale di San Vincenzo, 2004). Rapporto sullo stato dell’ambiente 76 N. sito 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 Denominazione Corso Italia (1) Corso Italia (2) Via ex-Aurelia (1) Via ex-Aurelia (2) Via ex-Aurelia (3) Via ex-Aurelia (4) Via ex-Aurelia (5) Corso Matteotti (1) Corso Matteotti (2) Corso Matteotti (3) Corso Matteotti (4) Corso Matteotti (5) Via della Principessa (1) Via della Principessa (2) Via del Castelluccio (1) Via del Castelluccio (2) Classificazione strada/località Urbana Urbana Extraurbana secondaria Extraurbana secondaria Extraurbana secondaria Extraurbana secondaria Extraurbana secondaria Urbana di scorrimento Urbana di scorrimento Urbana di scorrimento Urbana di scorrimento Urbana di scorrimento Extraurbana secondaria Extraurbana secondaria Urbana Urbana LAeq,TL diurno 66.0 67,5 64,0 66,5 67,5 66,5 66.5 63,5 69 67,5 67 64,5 69,5 68 62,5 62,5 LAeq,TL notturno 67.0 61.0 74,5 63,5 57,5 58 63 Classe attuale 3 3 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 3 3 Limite diurno 60 60 65 65 65 65 65 65 65 65 65 65 65 65 60 60 Limite notturno 50 50 55 55 55 55 55 55 55 55 55 55 55 55 50 50 5.3.2 Inquinamento acustico delle infrastrutture stradali A partire dal 1998, in seguito alla stipulazione di protocolli d’intesa tra i gestori delle principali infrastrutture di trasporto regionale (ANAS, SALT, Regione, FS), la Regione e l’ARPAT, sono stati effettuati alcuni monitoraggi sullo stato dell’inquinamento acustico causato dalle infrastrutture di trasporto pubblico. Nella Tab. 12 sono riassunti i risultati delle indagini effettuate sul territorio della Val di Cornia nel triennio1999-2002 sulle infrastrutture stradali. In accordo con le indicazioni della Comunità Europea sono evidenziati il numero di siti in cui si superano i 65 dB(A) di giorno e i 55 dB(A) di notte, non essendo ancora stato il decreto previsto dalla L. 447/95 e quindi i relativi limiti di riferimento. Tale dato fornisce una prima indicazione della popolazione esposta, in quanto, in generale, non è stato fatto alcun tipo di elaborazione che metta in relazione il risultato della postazione di misura con cartografie tematiche dalle quali sia possibile valutare la densità della popolazione residente. Tab. 8. Resoconto delle indagini effettuate da ARPAT nel triennio 1999-2002 in prossimità di infrastrutture stradali. siti indagati Laeq,TL diurno >65 Laeq,TL notturno >55 strade cittadine 21 11 13 Infrastrutture stradali strade provinciali 7 5 7 Totali strade statali e autostrade 5 2 4 33 18 24 L’impatto più gravoso è sicuramente quello delle strade provinciali: tutte le 7 strade monitorate superano i livelli consentiti di notte mentre di giorno solo 2 restano al di sotto della soglia minima. Per le strade cittadine la situazione è migliore: delle 21 strade monitorate 10 rispettano i limiti durante il giorno e 8 durante la notte. Solo 2 delle 5 stazioni di misura su strade statali e strade di grande percorrenza (Variante Aurelia) superano la soglia minima consentita di giorno mentre di notte il numero raddoppia. Tab. 9. Rumore stradale: popolazione residente esposta a livelli elevati di rumore stradale (con riferimento a strade regionali). Valori assoluti e percentuale regionale. (fonte: “Segnali ambientali in Toscana 2003”, ARPAT, stime anno 2002 ). Val di Cornia Toscana Popolazione esposta a livelli sonori > di 65 dBA (periodo diurno) 55 dBA (periodo notturno) Pop. esposta % pop. SEL Pop. esposta % pop. SEL 360 0,60% 1.209 2,10% 46.803 1,30% 71.830 2,00% Note: Nel calcolo della popolazione sono stati esclusi i centri abitati con più di 10.000 abitanti. Tab. 10. Popolazione residente esposta divisa per fascia di pertinenza ferroviaria (zone A e B del DPR n 459/98) (fonte: “Segnali ambientali”, ARPAT, stime anno 2002). Val di Cornia Toscana Fascia A Fascia B 3.404 190.154 4.072 360.484 % popolaz. Val di Cornia Fascia A 5,93% - % popolaz. Val di Cornia Fascia B 7,09% - % popolaz. Regionale Fascia A 0,10% 5,36% % popolaz. Regionale Fascia B 0,11% 10,16% Tab. 11. Popolazione residente esposta a livelli di rumore superiori ai limiti di legge, divisa per fascia di pertinenza ferroviaria (zone A e B del DPR n 459/98) (fonte: “Segnali ambientali”, ARPAT, stime anno 2002). Val di Cornia Val di Cornia Val di Cornia Toscana Val di Cornia Toscana Fascia A B A+B A+B % Popolazione della Val di Cornia % popolazione Val di Cornia residente nelle fasce A+B soggetta ai superamenti di rumore % Regionale % della Toscana residente nelle fasce A+B soggetta ai superamenti di rumore diurno 49 0 49 4.208 0,08 % 0,7% notturno 1.718 1.987 3.705 110.351 5,7% 49,6% 0,1% 0,8% 3,2% 20% 5.3.4 Esposizione ai campi elettromagnetici Il ricorso sempre crescente alle nuove tecnologie ha portato negli ultimi decenni ad un aumento sul territorio nazionale della presenza di sorgenti di campi elettrici, campi magnetici e campi elettromagnetici, rendendo sempre di maggiore attualità la problematica dell’esposizione alle radiazioni non ionizzanti. Il problema del possibile effetto dei campi elettromagnetici sulla salute umana ha assunto ne- 77 Rapporto sullo stato dell’ambiente 5.3.3 Inquinamento acustico delle infrastrutture ferroviarie Nel triennio 1999-2002 ARPAT ha effettuato delle indagine sulla linea ferroviaria Tirrenica Pisa-Roma all’altezza di San Vincenzo; i risultati sono stati confrontati con i valori di 70 dB(A) per il periodo diurno e 60 dB(A) per quello notturno, che corrispondono ai limiti fissati dal DPR 18/11/1998 n. 459 “Regolamento recante norme di esecuzione dell’art. 11 della L. 447/95 in materia di inquinamento acustico derivante da traffico ferroviario” per la fascia di 100 metri dal centro binario esterno (zona in cui sono state effettuate tutte le misure considerate). Dall’indagine è risultato che l’unica infrastruttura analizzata è in regola per quanto riguarda le emissioni sonore diurne ma non per quelle notturne. Le tabelle successive prendono in considerazione la popolazione residente in Val di Cornia che risulta esposta all’impatto acustico dell’infrastruttura ferroviaria. È da evidenziare che di notte il numero dei residenti esposti aumenta considerevolmente. Inquinamento acustico ed elettromagnetico La Tab. 9 permette di valutare la reale entità dell’inquinamento acustico dovuto al traffico stradale sulla popolazione residente. Infatti se dai dati della Tab. 8 emergeva un quadro della situazione piuttosto preoccupante (su 33 strade monitorate 18 non rispettano i limiti consentiti di giorno e 24 di notte), l’esiguità della popolazione esposta a livelli sonori al di sopra della norma (tra 0,6 e il 2,1% dei residenti) ridimensiona il problema. gli ultimi anni una rilevanza sempre maggiore, anche in considerazione del fatto che l’esposizione a campi elettromagnetici ad alta frequenza è in aumento in conseguenza agli sviluppi nel settore delle telecomunicazioni e soprattutto della telefonia cellulare. Inquinamento acustico ed elettromagnetico Radiazioni non ionizzanti e campi elettromagnetici Le onde elettromagnetiche sono il fenomeno fisico attraverso il quale l’energia elettromagnetica può trasferirsi da luogo a luogo per propagazione. La caratteristica fondamentale che distingue i vari campi elettromagnetici e ne determina le proprietà è la frequenza, che rappresenta il numero di oscillazioni effettuate dall’onda in un secondo (unità di tempo). Questa grandezza è connessa con l’energia trasportata dall’onda: l’energia associata alla radiazione elettromagnetica è infatti direttamente proporzionale alla frequenza dell’onda stessa. La classificazione delle onde elettromagnetiche fatta in base alla frequenza viene indicata col nome di “spettro elettromagnetico”. Quando un’onda elettromagnetica incontra un ostacolo penetra nella materia e deposita la propria energia producendo una serie di effetti diversi, a seconda della sua frequenza. Lo spettro elettromagnetico viene suddiviso in due regioni: radiazioni ionizzanti, aventi frequenza molto alta e dotate di energia sufficiente per ionizzare direttamente atomi e molecole, e radiazioni non ionizzanti (NIR). Rapporto sullo stato dell’ambiente 78 Le radiazioni non ionizzanti sono comprese tra le frequenza 0-300 GHz e sono, generalmente, emesse da impianti per le radio-telecomunicazioni e dal sistema di produzione e utilizzo finale dell’energia elettrica (linee elettriche, cabine di trasformazione, elettrodomestici, …). In base alle frequenze, le radiazioni non ionizzanti vengono suddivise in bassa frequenza o ELF (0100 kHz) e radio frequenza RF (100 kHz – 300 GHz). La distinzione deriva dal diverso comportamento che i due tipi di radiazioni hanno in rapporto agli effetti sull’uomo. Bassa frequenza (0 - 100 kHz) L’inquinamento elettrico e magnetico associato alle basse frequenze si riconduce, essenzialmente, a quello derivante dal sistema di produzione, trasporto e utilizzo finale dell’energia elettrica che avviene alla frequenza di 50 Hz. Gli elettrodotti rappresentano la principale fonte di campi elettromagnetici a bassa frequenza e svolgono la funzione di trasportare e distribuire l’energia elettrica; sono classificati in funzione della tensione, il cui aumento determina l’incremento del campo elettrico. Radio frequenza (100 kHz – 300 GHz) Le sorgenti a radiofrequenza rilevanti per l’ambiente comprendono tutti i sistemi di radiotelecomunicazione che utilizzano frequenze diverse in funzione della tecnologia usata e comprendono Radio, TV, Radar, stazioni radio base per la telefonia cellulare e impianti microcellulari. La legislazione nazionale vigente in materia fissa dei limiti massimi di esposizione ai campi elettromagnetici a 50 Hz negli ambienti abitativi e nell’ambiente esterno e stabilisce i limiti di distanza tra elettrodotti ed edifici, riportati nella tabella sottostante. Tab. 12. Distanze minime da fabbricati adibiti ad abitazioni o altre attività che comportino tempi di permanenza prolungati (DPCM 23 aprile 1992). Tensione nominale 132 kV 220 kV 380 kV Distanza minima dai conduttori 10 m 18 m 28 m Le campagne di misurazione dei valori del campo elettromagnetico sono state condotte sino ad oggi da ARPAT che ha adottato come valore di riferimento per le misure l'obiettivo di qualità per l’esposizione a tempi prolungati (maggiore di quattro ore al giorno), fissato dalla legge regionale in 0,2 microtesla come citato nella delibera applicativa delle legge regionale 51/99. Tab. 13. Controlli su elettrodotti effettuati da ARPAT nel triennio 2000-2002. Anno 2000 2001 2002 Val di Cornia Siti controllati Siti con valori superiori a 0,2 micro tesla Siti controllati Siti con valori superiori a 0,2 micro tesla Siti controllati Siti con valori superiori a 0,2 micro tesla numero 3 0 5 3 0 0 La tabella precedente fa riferimento al triennio 2000-2002. Nel 2001 la situazione era peggiorata notevolmente rispetto all’anno prima in quanto ben 3 dei 5 siti controllati non rispettava il limite di 0,2 micro tesla. Purtroppo non è possibile verificare l’evoluzione della situazione in quanto nel 2002 non sono stati effettuati controlli e non si hanno dati a disposizione. Attualmente il limite di 0,2 micro tesla previsti dalla legge regionale non ha più valore, essendo sopraggiunto DPCM 8 luglio 2003 attuativo della Legge 36/01. Limiti di esposizione 0,1<f ≤ 3 MHz 3<f ≤ 3000MHz 3<f ≤ 300 GHz Valori di attenzione 0,1 MHz<f ≤ 300 GHz Obiettivi di qualità 0,1 MHz<f ≤ 300 GHz Intensità di campo elettrico E (V/m) Intensità di campo Magnetico H (A/m) Densità di potenza D (W/m2) 60 20 40 0,200 0,050 0,010 1 4 6 0,016 0,10 (3 MHz-300 GHz) 6 0,016 0,10 (3 MHz-300GHz) Per quanto riguarda i campi RF l’ARPAT ha effettuato una serie di controlli su tutto il territorio provinciale negli anni 2000-2002. In particolare per la Val di Cornia, si è evidenziato un totale rispetto dei limiti vigenti per le SRB (n. 4 siti esaminati nel 2000 e su n. 7 siti nel 2001), mentre per gli impianti Radio-TV (n. 2 siti esaminati nel 2000 e su n. 3 siti nel 2001) in un solo sito nel 2001 (Llocalità. Acquedotto) è stato rilevato il superamento del limite di esposizione di 20V/m. In seguito al controllo è stata effettuata una modifica sull'altezza del traliccio che ha riportato la situazione ampiamente entro i limiti di legge. 5.4 Pressioni Come fattore di pressione per l’inquinamento magnetico si è considerato un solo aspetto: ● Densità degli impianti di teleradiotelecomunicazione 5.4.1 Densità degli impianti di teleradiotelecomunicazione L’impatto della pressione esercitata dagli impianti di teleradiocomunicazione viene valutato misurandone la densità in rapporto alla superficie del territorio e al numero di abitanti. Dai dati della Tab. 15 emerge un quadro positivo per il territorio della Val di Cornia: la densità degli impianti per unità di superficie e per popolazione è ben al di sotto delle medie misurate a livello regionale. Tra i 5 Comuni, Campiglia M.ma registra valori più alti di quelli misurati su scala regionale; in ogni caso sono inferiori alle punte massime registrate nelle altre Regioni italiane. 79 Rapporto sullo stato dell’ambiente Tabella Inquinamento acustico ed elettromagnetico Tab. 14. Limiti previsti dal DPCM 08/07/2003. Tab. 15. Numero delle stazioni per telefonia mobile e per radiocomunicazione e delle stazioni radio base in valore assoluto e per unità di superficie e per popolazione (fonte: Ufficio di Urbanistica Comprensoriale c/o Circondario Val di Cornia, 2004). Comune Numero di stazioni Inquinamento acustico ed elettromagnetico Piombino Campiglia M.ma Suvereto San Vincenzo Val di Cornia Regione Toscana Altre Regioni italiane Rapporto sullo stato dell’ambiente 80 13 10 2 2 27 — — Impianti per abitante (per 10.000) 3,83 7,97 6,90 3,07 4,78 5,10 tra 0,9 e 19,4 Impianti per unità di superficie (n° impianti/km2) 0,10 0,20 0,02 0,06 0,07 0,08 tra 0,02 e 0,24 5.5 Determinanti Di seguito si illustrano le principali determinanti dell’inquinamento acustico ed elettromagnetico. Tali determinanti, di origine antropica e cause delle pressioni riportate nel paragrafo precedente, sono i seguenti: ● Traffico veicolare ● Trasporto stradale extraurbano ● Trasporto ferroviario ● Stazioni per radiotelecomunicazioni ● Elettrodotti 5.5.1 Traffico veicolare In ambiente urbano ed extraurbano il flusso veicolare è la principale causa degli elevati livelli di rumorosità. Il livello di rumore dipende, oltre all’intensità del flusso veicolare, da ulteriori parametri quali la tipologia dei veicoli, il tipo di fondo stradale, la presenza e la dimensione degli edifici lungo la strada, le condizioni climatiche. Tra gli indicatori per valutare l’impatto acustico del traffico urbano sono stati selezionati il numero di autovetture circolanti per abitante, tasso di motorizzazione e il numero di autovetture in rapporto all’estensione territoriale. Tab. 16. Traffico veicolare:parco veicoli,tasso di motorizzazione e veicoli circolanti per Km2 (fonte: elaborazione IRPET su Banca dati ACI aggiornata al 31/12/2000). Sel 14 Area Livornese Sel 15.1 Val di Cecina Sel 16 Val di Cornia Sel 17 Arcipelago Provincia di Livorno Toscana Totale veicoli circolanti 133.940 51.416 43.412 23.454 252.222 2.744.991 di cui Autovetture 97.776 39.858 33.517 17.163 188.314 2.133.687 Tasso di motorizzazione* 55,0 58,4 58,1 56,3 57,7 60,4 Autovetture/ Km2 460 106 91 66 207 93 (*) tasso di motorizzazione = numero di autovetture*100/numero abitanti. 5.5.2 Trasporto stradale extraurbano Il trasporto stradale extraurbano può determinare un inquinamento acustico generalmente più limitato in termini di soggetti esposti e, tuttavia, più rilevante in termini di intensità. Tab. 17. Flusso veicolare in entrata e in uscita dalla Val di Cornia (stima IRPET per i dati al 2000). Ingressi in Val di Cornia Uscite in Val di Cornia Saldo in Val di Cornia 8.591 1.505 7.086 La Val di Cornia esercita una buona capacità di attrazione rispetto ai sistemi economici locali vicini. È infatti possibile notare come il 18% circa degli ingressi nei 5 Comuni provenga dall’esterno, principalmente dalle Colline metallifere e dal quadrante costiero della Val di Cecina. Di minore entità il contributo dell’area livornese e di quella grossetana. Per ciò che concerne le uscite dalla Val di Cornia presenta un livello notevole di autocontenimento dei flussi pendolari. Meno del 5% dei lavoratori esce dal sistema locale per motivi di lavoro; anche in questo caso le Colline metallifere e la parte costiera della Val di Cecina sono le aree con le quali esistono rapporti maggiori. Il saldo totale rilevato a livello di sistema è ovviamente positivo (+2.950 individui). Internamente la Val di Cornia è strutturato in maniera chiaramente monocentrica: Piombino è l’unico centro capace di far registrare un saldo positivo (oltretutto estremamente rilevante) ed esso rappresenta – in virtù del suo ruolo di polo industriale – il vero e proprio magnete dell’intero Circondario. 5.5.4 Stazioni per radiotelecomunicazioni Le sorgenti radio frequenza aventi impatto sull’ambiente comprendono tutti i sistemi di radiotelecomunicazione, quali radio, TV, radar, stazioni radio base per la telefonia cellulare e impianti microcellulari. Tab. 18. Installazione di nuove SRB nel triennio 2000-2002 rilevate da richieste di parere ARPAT (fonte: ARPAT). Anno 2000 2001 2002 N° nuove stazioni 10 6 5 La Tab. 18 riporta i dati disponibili relativi al numero di siti di stazioni radio base e televisive presenti nelle aree abitate nei Comuni di Piombino, Campiglia M.ma e San Vincenzo. La stazione è stata considerata “in area abitata” in presenza di edifici nel raggio di 100 m dalla stessa. 81 Rapporto sullo stato dell’ambiente 5.5.3 Trasporto ferroviario Il trasporto ferroviario contribuisce all’inquinamento acustico con rumori che sono meno costanti nel tempo rispetto a quelli stradali, ma che possono raggiungere intensità significative, sulle quali influiscono fortemente le caratteristiche delle vetture nonché lo stato di manutenzione. Se l’intero percorso della linea Pisa-Roma che attraversa la Val di Cornia interessa aree prevalentemente agricole, particolari impatti determina durante il tragitto all’interno dell’area urbanizzata di San Vincenzo. Il rumore derivante dal traffico ferroviario, seppure rilevabile per brevi intervalli di tempo, assume una certa rilevanza nelle adiacenze alla linea ferroviaria, in quanto in questo particolare tratto i convogli ferroviari raggiungono velocità sostenute. Anche nelle adiacenze della Stazione ferroviaria di Campiglia Marittima, che risulta ubicata nella zona a ovest dell’abitato di Venturina, si rileva un certo impatto acustico dovuto a questa specifica infrastruttura. Una linea ferroviaria di secondo ordine è quella che collega Campiglia M.ma e Piombino la quale è utilizzata anche per il trasporto delle merci a servizio dell’area industriale. Inquinamento acustico ed elettromagnetico ⌧ Fig. 8. Flussi degli spostamenti all’interno della Val di Cornia (fonte: “Il mosaico territoriale dello sviluppo socio-economico della Toscana: schede statistiche dei SEL della Toscana”, 2001). Tab. 19. Numero delle stazioni per telefonia mobile e per radiocomunicazione e delle stazioni radio base in aree abitate e non (fonte: Ufficio di Urbanistica Comprensoriale c/o Circondario Val di Cornia, 2004). Comune Piombino Campiglia M.ma Suvereto San Vincenzo Numero di stazioni 13 10 2 2 In area abitata 1 4 0 2 In area non abitata 12 6 2 0 La ⌧ Fig. 9 indica l’ubicazione delle stazioni per telefonia mobile; nella Tab. 20 vengono riassunte le caratteristiche di tali stazioni. Inquinamento acustico ed elettromagnetico ⌧ Fig. 9. Ubicazione delle stazioni per telefonia mobile: in rosso per TIM, verde per VODAFONE, arancione per WIND e celeste per H3G. Tab. 20. Numero di stazioni per telefonia mobile in ciascun Comune, potenza complessiva e rapporto tra potenza e numero di stazioni. Comune Suvereto Piombino Campiglia M.ma Rapporto sullo stato dell’ambiente 82 San Vincenzo TIM 1 stazioni 50,4 W 50,4 W/stazione 4 stazioni 589,6 W 147,4 W/stazione 2 stazioni 269,9 W 135 W/stazione 2 stazioni 423,2 W 211,6 W/stazione Vodafone 0 stazioni 0W 0 W/stazione 5 stazioni 546 W 109,2 W/stazione 3 stazioni 294,9 W 98 W/stazione 2 stazioni 252 W 126 W/stazione Wind 6 stazioni 425,4 W 70,9 W/stazione 0 stazioni 0W 0 W/stazione 3 stazioni 203,8 W 67,9 W/stazione 3 stazioni 180,7 W 60,2 W/stazione H3G 3 stazioni 210 W 70 W/stazione 0 stazioni 0W 0 W/stazione 0 stazioni 0W 0 W/stazione 0 stazioni 0W 0 W/stazione Totale 18 stazioni 1.771 W 98,4 W/stazione 1 stazioni 50,4 W 50,4 W/stazione 8 stazioni 767,8 W 96 W/stazione 7 stazioni 855,9 W 122,3 W/stazione Di seguito si riportano i monitoraggi avvenuti nel Comune di Piombino nel 2000, al fine di affrontare in maniera preventiva le problematiche ambientali relative all’inquinamento elettromagnetico. Il monitoraggio è stato condotto da ARPAT ha coinvolto anche l’Azienda Sanitaria ed i gestori della telefonia mobile ed è finalizzato alla conoscenza delle caratteristiche tecniche degli impianti presenti sul territorio e del campo elettromagnetico emesso dagli impianti stessi attraverso verifiche strumentali nelle immediate vicinanze delle sorgenti di emissioni. Il progetto venne articolato su tre livelli: ● conoscenza del livello dei campi elettromagnetici delle stazioni radio base istallate attraverso modelli revisionali e verifiche strumentali; ● conoscenza dei livelli di fondo elettromagnetico presso i siti destinati a nuove istallazioni di stazioni radio base; ● verifica dei livelli di campo elettromagnetico prodotti dalle stazioni radio base future sulla base dei piani di sviluppo delle società di gestione; I valori di seguito riportati rappresentano le misurazioni effettuate dall’ARPAT in prossimità dei ricettori maggiormente sensibili: Tab. 21. Misure effettuate nell’ambito dell’accordo per la telefonia cellulare con il Comune di Piombino. Valore max di campo elettrico misurato con il sensore a banda larga (V/m) Loc. Falcone Loc. Falcone Loc. Falcone Loc. Pozzetti Loc. Pozzetti Colle Montegemoli Loc. Baratti Loc. Vignale Stazione Loc. Vignale Stazione Via San Francesco Via San Francesco Loc. Monte Presepio Loc. Monte Presepio Tolla alta -Tolla bassa 30.11.99 17.04.00 03.10.01 03.10.00 05.02.01 18.05.01 05.02.01 17.04.99 05.02.01 17.04.00 02.11.00 03.10.01 23.11.01 04.11.99 4,5 in prossimità delle antenne 4,8 in prossimità delle antenne 3 in prossimità dell’antenna < 0,3 0,7 1,0 < 0,3 < 0,3 1.1 0.6 0.6 30 16 in prossimità delle antenne 10.8 sotto le antenne Valore max di campo elettrico misurato con il sensore a banda larga presso i ricettori più esposti (V/m) 0,7 0,7 0,7 < 0,3 < 0,3 < 0,3 < 0,3 < 0.3 0.6 0.6 < 0.3 < 0.3 3.5 Di seguito si riportano risultanze complete delle misurazioni effettuate da ARPAT per alcune località. Tab. 22. Risultati delle misurazioni effettuate in Via San Francesco (Valore limite 6 V/mM). 17.4.2000 misure di fondo Punto di Descrizione Campo elettrico Campo elettrico misura medio (V/m) massimo (V/m) 1 Balcone abitazione del 0,3±0,1 0,3±0,1 Sig. Checchi (V. Pascoli 18) 2 All’esterno della finestra assente assente dell’abitazione del Sig. Renzetti (V. S. Francesco 54) 3 Terrazza dell’abitazione 0,4±0,1 0,6±0,2 del Sig. Magno (V. S. Francesco 77) punto più esposto alla SRB Omnitel 4 Terrazza dell’abitazione 0,4±0,1 0,6±0,2 del Sig. Magno (V. S. Francesco 77) punto più esposto alle antenne di Loc. Tolla Alta distanti circa 1.000 m 5 Ingresso asilo <0,3 <0,3 5 Ingresso chiesa <0,3 <0,3 2.11.2000 nuova SRB attiva Campo elettrico Campo elettrico medio (V/m) massimo (V/m) 0,4±0,1 0,5±0,2 <0,3 <0,3 0,4±0,1 0,6±0,2 0,4±0,1 0,5±0,2 83 <0,3 <0,3 <0,3 <0,3 Tab. 23. Risultati delle misurazioni effettuate a Populonia Stazione (Valore limite 6 V/mM). Punto di misura 1 2 3 4 5 6 Descrizione 50 m dal traliccio tra due celle Base antenna Base antenna Base antenna 10 m dal traliccio 10 m dal traliccio in direzione di propagazione di una cella Inquinamento acustico ed elettromagnetico Data delle misure Misure del 18.05.01 SRB in esercizio Campo elettrico medio (V/m) Campo elettrico massimo (V/m) <0,3 0,3 0,34±0,07 0,5±0,1 0,35±0,07 0,6±0,1 0,5±0,1 0,6±0,1 0,7±0,1 0,9±0,2 0,8±0,2 1,0±0,2 Rapporto sullo stato dell’ambiente Denominazione sito Tab. 24. Risultati delle misurazioni effettuate in Via Don Minzoni (Valore limite 6 V/mM). Punto di misura 1-0 1-1 12 12 12 14 89 11 Descrizione Terrazzo lungo la parete Terrazza all’ultimo piano Interno appartamento 1 Interno appartamento 2 Sporgendosi dalla finestra Terrazzo a parete Scuola giardino Sporgendosi dalla finestra Campo elettrico valore massimo (V/m) 0,6±0,2 1,2±0,4 0,3±0,1 0,3±0,1 1,1±0,3 0,3±0,1 0,7±0,2 0,5±0,2 Inquinamento acustico ed elettromagnetico Tab. 25. Risultati delle misurazioni effettuate a Tolle Alta e Tolla Bassa (Valore limite 6 V/Mm). Rapporto sullo stato dell’ambiente 84 Punto di misura 1 2 3 4 5 5 6 6 7 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 17 Piano Terra Terra Terra Terra Primo Primo Primo Primo Primo Primo Terra Interno/esterno Campo elettrico valore massimo (V/m) Esterno 3,4±1 Esterno 1,1±0,3 Esterno 0,9±0,3 Esterno 1,5±0,4 Esterno 4,7±1,4 Interno 1,2±0,4 Esterno 2,2±0,6 Interno 0,8±0,2 Esterno scala 1,5±0,4 Esterno finestra 1,3±0,4 Sul ciglio della zona dove sono 3,0±0,9 previste nuove costruzioni Sotto le antenne in corrispondenza del punto Esterno 10,8±3,2 in cui si registra il valore massimo di campo (traliccio Telegest) Primo Terrazza 2,8±0,8 Terra Esterno 0,3±0,1 Primo esternoEsterno 0,3±0,1 Terra Esterno 0,3±0,1 Terra Esterno 0,6±0,2 Terra Esterno 0,3±0,1 Terra Esterno 0,3±0,1 Terzo Esterno terrazzo 1,1±0,3 Terzo Interno terrazzo 0,9±0,3 5.5.5 Elettrodotti Tutti i conduttori di alimentazione elettrica, dagli elettrodotti ad alta tensione fino ai cavi degli elettrodomestici, producono campi elettrici e magnetici dello stesso tipo. La loro frequenza è sempre 50 Hz: a questa frequenza il campo elettrico (Volt per metro o V/m) e quello magnetico (microTesla o mT) sono indipendenti; è così possibile trovare molto alto il campo elettrico e assente quello magnetico o viceversa. Il campo elettrico di queste sorgenti è facilmente schermato dalla maggior parte degli oggetti. Costituiscono uno schermo valido non solo tutti i conduttori (metalli), ma anche la vegetazione e le strutture murarie. Inoltre si ottiene una riduzione del campo anche quando lo schermo non è continuo, e addirittura “all’ombra” di oggetti conduttori come alberi, recinzioni, siepi, pali metallici, etc.; per questo motivo non si è mai ritenuto che il campo elettrico generato da queste sorgenti possa produrre un'esposizione intensa e prolungata della popolazione. Esposizioni significative a questo campo elettrico si possono avere solo per alcuni tipi di attività professionali. Il campo magnetico prodotto dagli impianti elettrici, invece, è poco attenuato da quasi tutti gli ostacoli normalmente presenti, per cui la sua intensità si riduce soltanto, in maniera solitamente abbastanza prevedibile, al crescere della distanza dalla sorgente. Per questo motivo gli elettrodotti possono essere causa di un'esposizione intensa e prolungata di coloro che abitano in edifici vicini alla linea elettrica. L'intensità del campo magnetico è direttamente proporzionale alla quantità di corrente che attraversa i conduttori che lo generano pertanto non è costante ma varia di momento in momento al variare della potenza assorbita. Di seguito si riportano le risultanze di monitoraggi in varie località del Comune di Piombino effettuate in diversi periodi da ARPAT in adiacenza ad elettrodotti. Perimetro cabina lato campanile Perimetro cabina lato opposto al precedente Perimetro cabina lato linea elettrica Perimetro cabina lato opposto al precedente In corrispondenza del punto di massimo a circa 0,7 m In corrispondenza del punto di massimo a circa 3 m Giardino sotto la linea elettrica Giardino scivolo Scuola aula terrazza verso l’esterno Scuola aula terrazza centro stanza Scuola aula attigua verso l’esterno Scuola aula attigua centro stanza Campo magnetico valore massimo mT Medio 0,40±0,01 Massimo 0,50±0,02 Medio 2,8±0,1 Massimo 5,0±0,1 Medio 12,0±0,4 Massimo 24,0±0,7 Medio 5,7±0,2 Massimo 11,0±0,3 1,00±0,03 0,20±0,01 0,08±0,02 0,03±0,01 0,07±0,01 0,04±0,01 0,06±0,01 0,06±0,01 Tab. 27. Risultati delle misurazioni effettuate in Via Maestri del lavoro (Valore di attenzione 10 mT). Punto di misura Via Montecristo 8 II piano fam. Cavezzi Via Montecristo 8 II piano fam. Orlandini Via Montecristo 8 IV piano fam. Drago Via Montecristo 36 villetta a due piani fam. Pedroni Via Montecristo 7 V piano fam. Allori Sotto la linea elettrica 22/06 ore 13:00 Sotto la linea elettrica 23/06 ore 13:00 Campo magnetico valore massimo mT 0,04±0,01 0,04±0,01 0,04±0,01 cameretta 0,05±0,01 camera 0,10±0,03 balcone 0,09±0,03 0,18±0,06 0,07±0,02 0,08±0,02 Tab. 28. Risultati delle misurazioni effettuate in Via Portovecchio (Valore di attenzione 10 mT). Punto di misura Campo magnetico valore massimo mT (2/12/99) Soggiorno - stanza più vicina alla linea nella configurazione attuale 0,07±0,01 (2/12/99) Camera da letto – stanza più vicina alla linea nella configurazione precedente 0,07±0,01 (08/03/199) Finestra 0,43±0,04 Valore massimo registrato con le misure in continuo 1,7 Valore medio registrato con le misure in continuo 0,6 Tab. 29. Risultati delle misurazioni effettuate in località la Striscia (Valore di attenzione 10 mT). Parametro Minimo Massimo Media Mediana Deviazione standard Su tutti i dati 0,15 0,42 0,28 0,28 0,09 dalle 14 del 6/03 alle 14 del 7/03 0,15 0,39 0,29 0,36 0,09 dalle 13 del 7/03 alle 13 del 8/03 0,15 0,42 0,28 0,28 0,09 85 Rapporto sullo stato dell’ambiente Punto di misura Inquinamento acustico ed elettromagnetico Tab. 26. Risultati delle misurazioni effettuate in località Riotorto (Valore di attenzione 10 mT). Tab. 30. Risultati delle misurazioni effettuate in località Montemazzano (Valore di attenzione 10 mT). Edificio Abitazione Via dei Lavoratori 47 Via Giotto 14 Via Giotto 14 Via Giotto 14 Via Giotto 14 Via Giotto 13 Via Giotto 13 Via Giotto 13 Via Giotto 13 Loc. Montemazzano 77/1 Loc. Montemazzano 77/1 Loc. Montemazzano 77/1 Loc. Montemazzano 75 Punto di misura Fam. Pachi Singola abitazione Singola abitazione Singola abitazione Singola abitazione Singola abitazione Singola abitazione Singola abitazione Singola abitazione Fam. Campani Fam. Campani Fam. Fregosi Campo magnetico valore massimo mT Soggiorno in corrispondenza della linea elettrica 0,15±0,02 Ingresso 0,14±0,01 Giardino 0,14±0,01 Terrazzo ristorante 0,10±0,01 Cucina 0,12±0,01 Ingresso 0,08±0,01 Giardino 0,22±0,02 Soggiorno 0,18±0,02 Terrazzo retrostante 0,13±0,01 Strada, in corrispondenza della linea 0,03±0,01 Bagno, stanza più vicina alla linea 0,03±0,01 Cameretta 0,02±0,01 Cameretta, stanza più vicina alla linea 0,08± 0,01 Inquinamento acustico ed elettromagnetico 5.6 Risposte Rapporto sullo stato dell’ambiente 86 Di seguito si riportano le principali iniziative intraprese prevalentemente dall’Amministrazione Comunale di Piombino per mitigare o gestire tale aspetto ed i relativi risultati emersi. In particolare si considera: ● Monitoraggio della qualità dell’aria ● Emissioni di ordinanze ● Zonizzazione e risanamento acustico ● Monitoraggio dei campi magnetici 5.6.1 Monitoraggio della qualità acustica Il monitoraggio della qualità acustica costituisce un’attività importante poiché risultano ancora scarse le conoscenze relative all’effettivo impatto dell’esposizione della popolazione a questa tipologia di inquinamento. Il monitoraggio con stazioni fisse è svolto da ARPAT nelle adiacenze dell’area industriale di Piombino come evidenziato in ⌧ Fig. 5. Tab. 31. Indagini fonometriche su sorgenti puntuali (attività produttive, commercio e servizi, anni 2000-2001) (fonte: ARPAT). Tot. Accertamenti Tot. superamenti I sem 2 2 2000 II sem. 6 5 2001 I sem. 2 1 2002 I sem. 1 1 II sem 7 5 Tab. 32. Numero di monitoraggi stradali effettuati. Anni 1997-2002* (fonte: “Segnali ambientali in Toscana 2003”,; ARPAT). 1997 Val di Cornia 1 1998 5 2000 I sem 8 2001 II sem 0 2002 I sem 0 3 5.6.2 Emissioni di ordinanze L’unico dato disponibile relativamente alle ordinanze emesse dall’Amministrazionei comunale deli Comune di Piombino nell’arco di 5 anni, dal 2000 al 2004, ha emesso 18 ordinanze nei confronti delle varie aziende industriali di cui 5 per problemi attinenti l’inquinamento acustico. della Val di Cornia per problemi inerenti l’inquinamento acustico è riferibile al solo Comune di Piombino il quale nell’arco di 5 anni dal 1998-2002 ha emesso 12 ordinanze. Non è dato conoscere quante di queste sono state ottemperate. Relativamente alle ordinanze emesse per problemi inerenti l’inquinamento acustico per gli altri Comuni della Val di Cornia non si hanno dati a disposizione. 5.6.3 Zonizzazione e risanamento acustico I cinque Comuni della Val di Cornia hanno ad oggi un Piano di zonizzazione acustica dei propri territori ufficialmente approvato ai sensi del DPCM del 1991. I Comuni di San Vincenzo e di Sassetta hanno adottato una nuova zonizzazione acustica ai sensi della nuova normativa (L. 447/95; L.R. 89/98), mentre i comuni di Piombino, Campiglia M.ma e Suvereto hanno elaborato la nuova zonizzazione che risulta in fase di adozione. Tab. 32. Stato di realizzazione di una zonizzazione acustica in ciascun Comune della Val di Cornia. Norma DPCM 01/03/1991 Piombino SI DPCM 01/03/1991 San Vincenzo Sassetta Suvereto SI SI SI L. 447/95; L.R. 89/98 L. 447/95; L.R. 89/98 DPCM 01/03/1991 Note È in corso l’aggiornamento per rendere la zonizzazione conforme alla L. 447/95 e alla normativa regionale È in corso l’aggiornamento per rendere la zonizzazione conforme alla L. 447/95 e alla normativa regionale È stata adottata con Delibera n°23 del 9 aprile 2004 È stata adottata È in corso l’aggiornamento per rendere la zonizzazione conforme alla L. 447/95 e alla normativa regionale È in corso la realizzazione di un progetto RFI SpA SpA lungo il tratto ferroviario Pisa-Roma che prevede l’abbattimento del rumore mediante la realizzazione di barriere assorbenti per una lunghezza di 1.833 metri per una superficie complessiva di 7.906 metri quadrati ed un investimento complessivo di 2.768.000 €. I Comuni interessati del progetto sono Campiglia M.ma e San Vincenzo. 5.6.4 Monitoraggio dei campi magnetici Il Comune di Piombino, al fine di affrontare in maniera preventiva le problematiche ambientali relative all’inquinamento elettromagnetico, nel 1999 ha elaborato un progetto di concerto con ARPAT finalizzato alla conoscenza delle caratteristiche tecniche degli impianti presenti sul territorio e del campo elettromagnetico emesso dagli impianti stessi attraverso verifiche strumentali nelle immediate vicinanze delle sorgenti di emissioni. Il progetto ha coinvolto anche l’Azienda Sanitaria ed i gestori della telefonia mobile e venne articolato su tre livelli: ● conoscenza del livello dei campi elettromagnetici delle stazioni radio base istallate attraverso modelli revisionali e verifiche strumentali; ● conoscenza dei livelli di fondo elettromagnetico presso i siti destinati a nuove istallazioni di stazioni radio base; ● verifica dei livelli di campo elettromagnetico prodotti dalle stazioni radio base future sulla base dei piani di sviluppo delle società di gestione; Il progetto, il cui costo complessivo è stato di circa 35.000,00 Euro venne recepito in un protocollo approvato con deliberazione di Giunta comunale del 26 novembre 1999 e si è svolto nel corso di questi anni consentendo di acquisire il quadro conoscitivo dei livelli di inquinamento elettromagnetico nelle zone più vicine agli impianti di trasmissione; Per quanto attiene il controllo per la telefonia cellulare è stato stipulato un accordo tra Comune di Piombino ed ARPAT per effettuate opportune misure nelle adiacenze di stazioni di emissioni del campo magnetico. I dati a nostra disposizione sull’attività di monitoraggio si riferiscono al numero di stazioni radio base (SRB), impianti radiotelevisivi ed elettrodotti controllati nel triennio 2001- 2002. Nel 2002 l’attività di monitoraggio non è stata condotta. Tab. 33. Controlli su SRB effettuati da ARPAT nel triennio 2000-2002 in Val di Cornia. Anno 2000 2001 2002 N° siti controllati 4 7 0 N° punti di misura 32 41 0 Per ciò che riguarda le SRB, dal 2000 al 2001 il numero di siti controllati è aumentato passando da 4 a 7, così come il numero dei punti di misura che da 32 è arrivato a 41. Inquinamento acustico ed elettromagnetico Presenza SI 87 Rapporto sullo stato dell’ambiente Comune Campiglia M.ma Tab. 35. Controlli su RTV effettuati da ARPAT nel triennio 2000-2002 in Val di Cornia. Anno 2000 2001 2002 N° siti controllati 2 3 0 N° punti di misura 20 18 0 Il numero degli impianti radiotelevisivi controllati da ARPAT nel 2002 è aumentato di un’unità, sebbene il numero dei punti di misura sia sensibilmente diminuito. Tab. 36. Controlli su elettrodotti effettuati da ARPAT nel triennio 2000-2002 in Val di Cornia. Inquinamento acustico ed elettromagnetico Anno 2000 2001 2002 Rapporto sullo stato dell’ambiente 88 N° siti controllati 3 5 0 Anche relativamente agli elettrodotti il numero dei controlli è aumentato nel 2001 passando da 3 a 5. Per quanto attiene il controllo per la telefonia cellulare è stato stipulato un accordo tra Comune di Piombino ed ARPAT per effettuate opportune misure nelle adiacenze di stazioni di emissioni del campo magnetico. Nella tabella di seguito si riportano le varie misure e la data di riferimento e dalla quale si evince che i vari recettori più esposti non hanno subito superamenti anomali o fuori norma. Tab. 37. Misure effettuate nell’ambito dell’accordo per la telefonia cellulare con il Comune di Piombino. Denominazione sito Data misure Loc. Falcone 30.11.99 Loc. Falcone 17.04.00 Loc. Falcone 03.10.01 Loc. Pozzetti Loc. Pozzetti Colle Montegemoli Loc. Baratti Loc. Vignale Stazione Loc. Vignale Stazione Via San Francesco Via San Francesco Loc. Monte Presepio Loc. Monte Presepio 03.10.00 05.02.01 18.05.01 05.02.01 17.04.99 05.02.01 17.04.00 02.11.00 03.10.01 23.11.01 Tolla alta Tolla bassa 04.11.99 Valore max di campo elettrico misurato con il sensore a banda larga (V/m) 4.5 in prossimità delle antenne 4.8 in prossimità delle antenne 3 in prossimità dell’antenna < 0.3 0.7 1.0 < 0.3 < 0.3 1.1 0.6 0.6 30 16 in prossimità delle antenne 10.8 sotto le antenne Valore max di campo elettrico misurato con il sensore a banda larga presso i ricettori più esposti (V/m) 0.7 0.7 0.7 < 0.3 < 0.3 < 0.3 < 0.3 < 0.3 0.6 0.6 < 0.3 < 0.3 3.5 Aspetto D/P Disp. Val. S/R Dati Stock Disponibilità e qualità delle acque S +++ superficiali interne Val. trend Disponibilità delle acque sotterranee Qualità e Inquinamento delle acque sotterranee S +++ S +++ Qualità delle acque costiere Fenomeni di subsidenza indotta S S +++ +++ Consumi idrici P +++ Prelievi dalle acque superficiali P ++ ☺ ☺ Scarichi e immissioni inquinanti in mare e in acque superficiali Carico trofico P +++ ☺ ☺ P ++ ?? Agricoltura D ++ Industria e Terziario D +++ Insediamenti civili e Turismo D +++ Determinanti consumi idrici D ++ ?? Depurazione delle acque e controlli sugli scarichi R +++ ☺ ☺ Monitoraggio della qualità e quantità delle acque R ++ ☺ ?? Monitoraggio del fenomeno di subsidenza Diffusione di pratiche sostenibili R +++ ☺ ☺ R +++ ☺ ☺ Obiettivo 6 Verificare la disponibilità di risorsa idrica per esigenze ambientali ed umane (civili ed industriali). Migliorare la qualità delle acque superficiali, sia in termini chimici, biologici e microbiologici, accrescendo la qualità complessiva degli ecosistemi acquatici Verifica la disponibilità di risorsa idrica sotterranea per esigenze umane (civili, agricoli ed industriali) Ridurre i fenomeni di inquinamento della falda, specie nelle situazioni di maggiore vulnerabilità, e preservare e migliorare la qualità delle acque sotterranee Rendere le acque costiere completamente balneabil Monitorare il fenomeno della subsidenza per contenere la sua espansione nella piana e per ridurre lo sfruttamento eccessivo della falda idrica sotterranea. Conoscere e minimizzare i consumi idrici per i diversi usi Pianificare e autorizzare la gran parte dei prelievi idrici Ridurre gli apporti di inquinanti ai corpi idrici, sia puntuali che diffusi Ridurre l’apporto di quantitativi di azoto e fosforo nelle acque sotterranee e superficiali Ottimizzare l’irrigazione e le pratiche agricole in generale, per ridurre i consumi idrici e le contaminazioni del suolo Ridurre i consumi idrici, favorendo il riutilizzo delle acque all’interno delle aziende. Ridurre la pericolosità degli scarichi e migliorare la depurazione Ridurre i consumi idrici pro-capite e complessivi, soprattutto grazie all’utilizzo e alla promozione di tecnologie per il risparmio idrico nelle strutture turistiche Quantificare il prelevamento di acqua di falda dai pozzi presenti sul territorio Garantire un’adeguata depurazione della gran parte degli scarichi, più o meno spinta in funzione del pregio e della vulnerabilità del corpo idrico recettore e attuare interventi per il riutilizzo delle acque depurate, specie per gli usi meno nobili. Garantire una frequenza adeguata dei controlli sugli scarichi, per assicurare il rispetto della normativa Monitorare efficacemente lo stato qualitativo e quantitativo delle acque, con un dettaglio sufficiente a comprendere le cause e l’evoluzione del degrado Controllare gli emungimenti in modo tale da evitare ulteriori abbassamenti della piezometria Diffondere pratiche sostenibili di uso del suolo, in particolare quello agricolo, limitando l’utilizzo di sostanze inquinanti e la possibilità di una loro contaminazione delle acque superficiali e sotterranee Consumi e inquinamento idrico 6.1 Introduzione al tema 89 Rapporto sullo stato dell’ambiente 6 Consumi e Inquinamento idrico Consumi e inquinamento idrico Risparmio, recupero e riciclaggio delle acque di falda Informazione e sensibilizzazione della popolazione Rapporto sullo stato dell’ambiente 90 R +++ ☺ Aumentare la disponibilità della risorsa idrica R + ?? Attuare campagne di informazione e sensibilizzazione della popolazione sul risparmio idrico 6.2 Descrizione del tema Il patrimonio idrico sul pianeta Terra ammonta a circa 1.390 milioni di miliardi di metri cubi di acqua: il 97,1 % è acqua salata degli oceani, dei mari, dei laghi salati e di alcune falde profonde e solo il restante 2,9 % è rappresentato da acqua dolce. La distribuzione dell’acqua dolce sul pianeta è la seguente: ● calotte polari, ghiacciai e nevi eterne: 1,72% del totale, per un volume di circa ventiquattro milioni di miliardi di metri cubi di acqua. Questa quota non è ovviamente utilizzabile; ● sottosuolo: 1,18% del totale; ● acqua dolce superficiale: 0,01% del totale. Quest’ultima quota, estremamente esigua rispetto al totale delle acque presenti sulla terra, è quella da cui principalmente attinge l'uomo per le sue attività. La quota di acqua dolce disponibile non è distribuita in modo omogeneo sulla Terra: ci sono aree geografiche in cui c’è una buona disponibilità di acqua ed altre nelle quali scarseggia o è addirittura assente. L'acqua della terra si trasforma continuamente da uno stato fisico ad un altro, secondo un ciclo che si chiama ciclo dell'acqua o ciclo idrologico. Per effetto del calore prodotto dall'irraggiamento solare si ha l’evaporazione di parte dell'acqua superficiale che, per la spinta delle correnti d’aria, si immette nell’atmosfera sotto forma di vapor acqueo. Quest’acqua, entrando in contatto con strati d'aria più fredda, si condensa formando le nuvole. Con le precipitazioni atmosferiche cade nuovamente sulla terra. L'acqua che scorre sul terreno viene chiamata di dilavamento: in parte evapora, in parte viene assorbita dalle piante, in parte penetra nel terreno in profondità alimentando le falde acquifere e in parte, attraverso corsi d'acqua sotterranei, alimenta i fiumi e ritorna al mare. L’acqua interviene, inoltre, nei cicli vitali; pertanto, rappresenta un elemento fondamentale per qualsiasi essere vivente animale e vegetale nonché per l’uomo. I principali riferimenti legislativi che disciplinano, a livello nazionale, questa tematica sono i seguenti: ● il D.Lgs. n. 152 del 11 maggio 1999 ed il D.Lgs 258 del 18 Maggio 2000, contenente disposizioni sulla tutela delle acque dall’inquinamento e recepimento della direttiva 91/271/CEE, concernente il trattamento delle acque reflue urbane, e della direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole; ● la Legge n. 36 del 5 gennaio 1994, contenente disposizioni in materia di risorse idriche. Stato In Val di Cornia la risorsa idrica rappresenta un fattore di elevata criticità. L’approvvigionamento d’acqua avviene quasi esclusivamente dalle falde sotterranee confinate. Negli anni tale risorsa è stata sfruttata oltre modo, provocando un costante abbassamento del livello piezometrico, causa principale del fenomeno di subsidenza che interessa l’aera della pianura. Ad aggravare la situazione contribuisce anche la diminuzione degli apporti meteorici che non permettono di pareggiare il deficit tra prelievo e ricarica. La disponibilità idrica in Val di Cornia si sta dunque riducendo di anno in anno e il dato maggiormente preoccupante è la totale assenza di dati che testimonino un’inversione di tendenza. La qualità delle acque superficiali viene tenuta sotto controllo attraverso l’attività di monitoraggio che assegna delle classi di qualità in base ai diversi indici presi in considerazione. Ne viene fuori un quadro della situazione nel complesso positivo: non si segnalano corpi idrici fortemente inquinati. E’ comunque da sottolineare che negli ultimi anni si ha avuto un leggero, ma costante peggioramento a cui bisognerà far fronte. Meno soddisfacente è lo stato delle acque sotterranee. Infatti, il giudizio dei due principali sistemi idrogeologici della Val di Cornia si attesta tra lo “scadente” e il “sufficiente” in base alle classi di qualità definite in funzione delle concentrazioni delle diverse sostanze considerate. Dalle misure effettuate nei vari siti, in particolare risultano fuori limite massimo le concentrazioni di Boro, soprattutto nei campi pozzo ubicati nelle zone pianeggianti. Per quanto riguarda le acque costiere i controlli nei punti di balneazione della Val di Cornia hanno rivelato uno stato accettabile, con una bassa percentuale di campionamenti fuori norma rispetto al numero totale delle misure effettuate. Pressioni In Val di Cornia risultano elevati i prelievi dalla falda confinata, ben superiori alla normale ricarica naturale degli acquiferi. Tale deficit idrico, stimato in circa 3,5 milioni di m3 all’anno, perdura oramai da oltre un decennio determinando grandi coni di depressione piezometrica laddove sono presenti i maggiori punti di prelievo della risorsa idrica sotterranea. Tutte le acque di scarico dei nuclei urbani (o frazioni) della Val di Cornia, risultano condottate in idonei impianti di depurazione determinando una buona qualità dei fiumi e delle acque di balneazione lungo le coste. Gli scarichi industriali avvengono quasi esclusivamente in mare, ma sono tutti autorizzati e monitorati costantemente. 6.3 Stato Per descrivere lo stato attuale delle risorse idriche del territorio della Val di Cornia, in termini di qualità ambientale e di aspetti quali-quantitativi, sono stati individuati i seguenti aspetti: ● Disponibilità e qualità delle acque superficiali ● Disponibilità delle acque sotterranee ● Qualità ed inquinamento delle acque sotterranee ● Qualità delle acque costiere ● Fenomeni di subsidenza indotta 6.3.1 Disponibilità e qualità delle acque superficiali interne La risorsa idrica rappresenta un comparto ambientale di importanza fondamentale per la tutela della salute pubblica e dell’ambiente, ma si candida anche a divenire il principale fattore limitante per lo sviluppo economico. Le attività di controllo del ciclo dell’acqua sono rivolte ai seguenti principali obiettivi: q prevenire, ridurre l’inquinamento e risanare i corpi idrici; q conseguire il miglioramento dello stato delle acque ed adeguate protezioni di quelle destinate a particolari usi; q perseguire usi sostenibili e durevoli delle risorse idriche, con priorità per quelle potabili; q mantenere la capacità naturale di autodepurazione dei corpi idrici nonché la capacità di sostenere comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate. I controlli relativi alla qualità delle acque superficiali sono stati eseguiti da ARPAT, secondo quanto stabilito nelle Delibere della Giunta regionale Toscana n. 858/01, n. 219/02 e 225/03, in adempimento alle competenze attribuite alle Regioni dal D.Lgs 152/99, dal D.Lgs. 258/00 e 91 Rapporto sullo stato dell’ambiente Risposte In Val di Cornia sono presenti 12 impianti di depurazione pubblici. Inoltre vengono effettuati dei controlli sulle acque reflue urbane depurate per verificare il reale funzionamento di tali impianti. Questi controlli considerano anche le acque reflue industriali, in particolare gli scarichi a mare delle grandi industrie di Piombino. Viene poi effettuato il monitoraggio delle acque superficiali e in maniera più consistente anche quello delle acque sotterranee. Al fine di rispondere al problema del deficit idrico, sono state avviate diverse iniziative volte al risparmio e al riuso della risorsa idrica. Grazie all’attuazione di questi progetti Piombino diventerà la prima città che non produce reflui liquidi, ossia la prima città marittima del mediterraneo che non inquina il mare. Consumi e inquinamento idrico Determinanti In Val di Cornia si registrano consumi idrici elevati, determinati dai comparti industriale, idropotabile ed agricolo. La spiccata vocazione industriale dell’area necessita di grandi quantitativi d’acqua (circa 10 milioni di m3) all’interno dei propri cicli produttivi ed è prelevata quasi esclusivamente da falda. Il settore metallurgico, con il polo di Piombino, incide in maniera rilevante sui consumi e sugli scarichi idrici. L’uso idropotabile risulta sostenuto in particolar modo nel periodo estivo per l’elevato carico turistico, con un numero di presenze complessive che è in aumento negli ultimi anni, ma anche per la costante fornitura di risorsa all’Isola d’Elba (circa 3 milioni di m3 all’anno). Anche i consumi del comparto irriguo e domestico risultano sostenuti, tuttavia non possono essere quantificati con precisione e ci si può basare solo su stime approssimate. La sempre minor disponibilità di risorse idriche, determina nel comparto agricolo una mutazione nella tipologia di colture che, negli ultimi anni si stanno indirizzando verso produzioni che necessitano di minor quantitativi d’acqua. successive modifiche. In vista del conseguimento dell’obiettivo di migliorare o mantenere il livello di qualità della risorsa come prescrivono le normative in materia, la qualità delle acque superficiali è descritta da indicatori di stato, che indicano lo stato ecologico e lo stato chimico del corpo idrico. Per quanto concerne lo stato ecologico è utilizzato l’indice LIM (Livello di Inquinamento da Macrodescrittori) che rappresenta la sintesi della qualità chimica e batteriologica del corso d’acqua; l’Indice IBE (Indice Biotico Esteso) basato sullo studio delle comunità di macroinvertebrati che vivono stabilmente nei corsi d’acqua, rappresenta la qualità biologica e pertanto indica il danno biologico apportato alle turbative ambientali. L’indice SECA (Stato Ecologico Ambientale) costituisce lo stato ecologico, definito dal risultato peggiore tra LIM e IBE. Consumi e inquinamento idrico Indice Biotico Esteso (IBE) Si basa sull'analisi della struttura della comunità di macroinvertebrati che colonizzano le differenti tipologie fluviali. La presenza o assenza di determinati taxa (unità di classificazione delle specie viventi) permettono di qualificare il corso d'acqua. Lo scopo dell'indice è quello di formulare diagnosi di qualità di ambienti di acque correnti, sulla base delle modificazioni nella composizione della comunità di macroinvertebrati, indotte da fattori di inquinamento delle acque e dei sedimenti o da significative alterazioni fisico-morfologiche dell'alveo bagnato. In presenza, infatti, di fattori di disturbo scompaiono le specie o le intere famiglie di macroinvertebrati più sensibili, mentre si ritrovano più frequentemente quelle più resistenti. Rispetto agli indicatori di tipo chimico l’IBE ha il vantaggio di non dare una misura puntuale, riferita solo a quel preciso momento, del livello d’inquinamento, ma piuttosto una misura mediata nel tempo, che tiene conto anche di fattori di disturbo ormai passati. LIM (Livello d’Inquinamento da Macrodescrittori) L’indice, introdotto dal D.Lgs. 152/1999, si basa su 6 parametri chimici (Ossigeno Disciolto (%), BOD5 (mg/L), COD (mg/L), Azoto ammoniacale (mg/L) e nitrico (mg/L), Fosforo totale (mg/L)) ed uno microbiologico (Escherichia coli (UFC/100ml)). Seguendo il procedimento descritto nel decreto, si ottiene un punteggio per ciascuno dei parametri precedenti, dalla cui somma si ricava un punteggio complessivo, che permette di individuare il livello di appartenenza (da 1=ottimo a 5=pessimo). Lo scopo dell’indicatore è quello di fornire una stima del grado di inquinamento dei corsi d’acqua, dovuto a fattori chimici e microbiologici; inoltre, serve ad ottenere l'Indice SECA, assieme al valore dell'IBE, per valutare e classificare la qualità dei corsi d'acqua. SECA (Stato Ecologico dei Corsi d’Acqua) L'indice SECA (Stato Ecologico dei Corsi d'Acqua) è una classificazione dei corsi d'acqua effettuata incrociando i dati risultanti dai macrodescrittori del DLgs 152/99 ossia, LIM, con quelli dell'IBE. Si tratta di un indice sintetico per descrivere lo stato dei corsi d'acqua considerando sia fattori chimici che biologici; serve come base per l'elaborazione dell'indice SACA (Stato Ambientale dei Corsi d’Acqua). FOTO GIUSEPPE TRINCHINI Rapporto sullo stato dell’ambiente 92 Tab. 1.Descrizione degli indici di qualità delle acque superficiali. Valore 560-480 475-240 235-120 115-60 0-60 Valore IBE> 10 - LIM:560-480 IBE: 8-9 - LIM:475-240 IBE: 6-7 - LIM: 235-120 IBE: 4-5 - LIM:115-60 IBE: 1-3 - LIM:<60 Al momento attuale, tuttavia, detti criteri, che si basano sul confronto fra lo stato ecologico ambientale (Indice SECA) e la concentrazione degli inquinanti elencati nella Tabella 1 dell’Allegato 1 del D.Lgs 152/99, non possono trovare completa applicazione, non essendo stati ad oggi definiti i valori soglia di tali concentrazioni. Pertanto, indipendentemente dal superamento dei valori soglia delle concentrazioni delle sostanze di Tabella 1- All.1 del D.Lgs 152/99, alle stazioni di monitoraggio con classe SECA pari a 2, sarà attribuito uno stato ambientale “buono” oppure “scadente”, a seconda dell’ottemperanza o meno a detti valori soglia e in modo analogo, alle stazioni di monitoraggio con classe SECA pari a 3 (tutti i restanti casi di Tabella 1) verrebbe attribuito uno stato ambientale “sufficiente” oppure “scadente”. La qualità dei corsi d’acqua della Provincia di Livorno, ricadenti in Val di Cornia ed inseriti nell’elenco dei corpi idrici significativi della regione Toscana, è riportata nella Tab. 2, che riassume i risultati degli ultimi 5 anni di controlli. Tab. 2. Classificazione di ciascun tratto dei corpi idrici mediante indici LIM, IBE, SECA, con i dati delle campagne di monitoraggio del quinquennio 1998-2000 (fonte: ARPAT Dip. Sub-Provinciale di Piombino, 2003). Comune Suvereto Punto di controllo Indice Loc. Vivalda LIM IBE SECA LIM IBE SECA LIM IBE SECA Campiglia M.ma Rampa Merciai Piombino Zona di foce Fiume Cornia Classe attribuita in base al D.Lvo 152/99 (Tab.8 - All.1) e s.m. 1998 1999 2000 2001 2002 2 2 2 2 2 2 3 3 2 3 3 3 2 2 2 2 2 3 * 3 3 * 2 ** 2 * le condizioni di secca non hanno consentito la determinazione dell'indice IBE e dell'indice SECA; ** l'ambiente salmastro non consente l'utilizzo dell'indice IBE. I tre punti di controllo si riferiscono al tratto del Fiume Cornia compreso tra il suo sbocco nella pianura e la foce in località Torre del Sale. A partire dalla postazione più a monte si trova quella posizionata in località Vivalda ubicata a pochi Km a sud dall’abitato di Suvereto proprio nel tratto in cui il fiume lascia l’impluvio calibrato tra i rilievi morfologici al contorno e inizia il percorso in pianura iniziando a scorrere con andamento meandriforme. La località Rampa Merciai si trova a sud della linea ferroviaria e della Variante Aurelia in prossimità di Venturina, mentre la terza postazione è ubicata nella zona di foce in località Torre del Sale. 93 Rapporto sullo stato dell’ambiente Valore 10-12 8-9 6-7 4-5 0-3 Consumi e inquinamento idrico INDICI DI QUALITA’ DELLE ACQUE SUPERFICIALI IBE Indice Biotico Esteso Classe di qualità Livello Giudizio I Non inquinato II Leggermente inquinato III Inquinato IV Nettamente inquinato V Fortemente inquinato LIM Indice di Inquinamento dai macrodescrittori Classe di qualità Livello Giudizio I II III IV V SECA Stato Ecologico dei corsi d’acqua Classe di qualità Livello Giudizio I Elevato II Buono III Sufficiente IV Scadente V Pessimo Tab. 3. Stima degli indici SECA (Stato Ecologico dei Corsi d'Acqua) e SACA (Stato Ambientale dei Corsi d’Acqua) nei 3 punti di controllo (fonte: ARPAT Dip. Sub-Provinciale di Piombino, 2003). Punto di controllo Loc. Vivalda Rampa Merciai Foce Cornia 2000 SECA SACA SECA SACA SECA SACA 2001 2 buono 3 sufficiente 2 buono SECA SACA SECA SACA 3 sufficiente 3 sufficiente 2002 SECA SACA 3 sufficiente La schematizzazione dei dati forniti da ARPAT evidenzia che l’indice IBE in località Vivalda e Rampa Merciai, le uniche due stazioni complete di dati tali da fornire un quadro evolutivo, indicano che, a partire dal 2001, si è avuto un peggioramento passando da un livello di leggermente inquinato a quello di inquinato, seppure il LIM sia rimasto pressoché costante. Quanto rilevato determina per le due stazioni di controllo un peggioramento dello Stato ambientale del Fiume Cornia passando da buono a sufficiente. Il Fiume Cornia, nel tratto di scorrimento nel territorio comunale di Suvereto possiede una classificazione per l’utilizzo potabile pari ad A3. La classificazione si basa sulle caratteristiche chimiche e batteriologiche, si articola in 3 livelli (A1, A2, A3), e consente di stabilire il trattamento necessario per l’utilizzo dell’acqua ai fini potabili. Consumi e inquinamento idrico Art. 7, comma 2, D.Lgs 11 maggio 1999, N. 152: A seconda della categoria di appartenenza, le acque dolci superficiali di cui al comma 1 sono sottoposte ai seguenti trattamenti: Categoria A1: trattamento fisico semplice e disinfezione; Categoria A2: trattamento fisico e chimico normale e disinfezione; Categoria A3: trattamento fisico e chimico spinto, affinazione e disinfezione. La valutazione della conformità dei tratti dei corsi d’acqua, individuati nelle Delibere della Giunta regionale Toscana n.858/01, n. 219/02 e 225/03, rispetto agli standard di qualità di natura chimica, previsti dal D.Lgs. 152/99 e successive modifiche (Tabella 1/B - Sezione B - All.2), è riportata nella Tab. 4; per questa tipologia di acque a specifica destinazione sono state definite due classi di qualità, che ne individuano l’idoneità alla vita di specie ittiche riferite alle rispettive famiglie dei salmonidi e dei ciprinidi. Nel caso della Val di Cornia, tutti i tratti sono stati attribuiti alla classe di qualità idonea alla vita dei ciprinidi, alla quale sono risultati conformi. Tab. 4. Elenco delle acque idonee alla vita dei pesci salmonicoli e ciprinicoli: risultati della valutazione di conformità (fonte: ARPAT Dip.Sub-Provinciale di Piombino, 2003). Comune Suvereto Piombino Corpo idrico Cornia Cornia Punto di controllo loc. Vivalda zona di foce Criterio assegnato Acque a ciprinidi Acque a ciprinidi Valutazione conforme agli standard di qualità conforme agli standard di qualità Rapporto sullo stato dell’ambiente 94 6.3.2 Disponibilità delle acque sotterranee La quasi totalità della risorsa idrica emunta in Val di Cornia proviene da acque sotterranee prelevate mediante l’ausilio di opere di captazione che sfruttano i vari orizzonti ghiaiosi posti a diverse profondità nel deposito alluvionale della pianura. Il depauperamento del sistema idrogeologico sotterraneo, ha avuto inizio negli anni ’20, con un forte incremento negli anni ’50‘60 periodo in cui il boom economico ha indotto ad aumentare il consumo di acqua per usi industriali e, di pari passo, i consumi idropotabili. In questo periodo sono stati realizzati i primi campi pozzi sia comunali che industriali per il prelievo di acque sotterranea e in poco tempo hanno indotto il delinearsi dei primi coni di depressione piezometrica. Nella ⌧ Fig. 1 è riprodotta la variazione della piezometrica dal 1914 al 1999. Si osserva come nella zona centrale della pianura, gli abbassamenti sono stati di ben oltre 26 metri. La ricostruzione della situazione idropiezometrica relativa al 1914 è stata riprodotta dal modello matematico opportunamente testato nel sistema idrogeologico della Val di Cornia e gestito da ASA SpA. ⌧ Fig. 2. Variazione delle piezometrica in Val di Cornia dal 1991 al 2001 (fonte: ASA SpA, 2004). Consumi e inquinamento idrico ⌧ Fig. 1. Abbassamento piezometrico nella pianura del fiume Cornia dal 1914 al 1999 (fonte: ASA SpA, 2004). Il forte sviluppo socio-economico della Val di Cornia negli ultimi 50 anni non è stato accompagnato da una seppur minima analisi delle risorse disponibili, in particolare di quelle idriche. La disponibilità di acqua in Val di Cornia si sta riducendo di anno in anno e non sembra, sino ad oggi vi siano segnali per una inversione di tendenza. Nella ⌧ Fig. 2 si osserva come l’abbassamento piezometrico misurato nell’arco di tempo di 10 anni, dal 1991 al 2001, specie nella zona nordorientale della pianura sia di oltre 10 metri. Rapporto sullo stato dell’ambiente 95 Consumi e inquinamento idrico ⌧ Fig. 3. Isopiezometriche di morbida nella pianura del Fiume Cornia nell’Anno 2001 (fonte: ASA SpA, 2004). Le tendenze evolutive riferite alla ricarica del sistema idrogeologico legate quindi alla piovosità, dimostrano in modo inequivocabile che la disponibilità di risorse idriche in Val di Cornia tendono a diminuire. A questo proposito si osservi la ⌧ Fig. 4 dalla quale si evince come la media delle piovosità indichi una riduzione degli apporti meteorici. ⌧ Fig. 4. Variazione della piovosità annua in Val di Cornia dal 1921 al 2001 (stazione di Suvereto) (fonte: ASA SpA, 2004). Rapporto sullo stato dell’ambiente 96 6.3.3 Qualità ed inquinamento delle acque sotterranee La valutazione dello stato ambientale dei corpi idrici sotterranei si basa su misure di tipo qualitativo (stato chimico) e di tipo quantitativo. In attesa che vengano indicati i criteri per la valutazione dello stato quantitativo la classificazione degli acquiferi in base allo stato chimico (indicatore di stato) che considera ben 7 parametri di base (Conducibilità elettrica, cloruri, Manganese, Ferro, Nitrati, Solfati e Ione ammonio). In base alle concentrazioni delle diverse sostanze sono definite 5 classi di qualità (classe 1: impatto antropico nullo; classe 2: impatto ridotto; classe 3: impatto significativo; classe 4: impatto rilevante; classe 0: impatto nullo con particolari facies idrochimiche naturali). La classificazione riportata nella Tab. 5 è provvisoria e basata solo sui parametri di base, senza i dati sugli inquinanti organici e inorganici. Tab. 5. Stato ambientale dei corpi idrici: classe di qualità, giudizio e caratteristiche. Classe di qualità Classe 1 Classe 2 Classe 3 Classe 4 Classe 0 Giudizio elevata buona sufficiente scadente Caratteristiche Impatto antropico nullo o trascurabile e con pregiata qualità idrochimica Impatto antropico ridotto e e buona qualità Impattoantropico significativo e con qualità buona ma con segni di compromissione Impatto antropico rilevante e con caratteristiche idrochimiche scadenti Basso impatto antropico e caratteristiche idrochimiche naturali al di sopra dei valori di classe 3 Tab. 6. Classificazione chimica provvisoria delle acque sotterranee in base all’allegato 1, D.Lgs. 152/99 e succ. mod. (fonte: ARPAT Dip. Sub-Provinciale di Piombino, 2003). Acquifero 2002 della pianura del Cornia periodo di magra periodo di morbida di San Vincenzo periodo di magra periodo di morbida classificazione dello stato chimico classe 4 classe 4 classe 3 classe 3 parametri critici cloruri, conducibilità, boro cloruri, boro nitrati nitrati Tab. 7. Classificazione chimica in base ai parametri principali (D.Lgs 152/99). Unità di misura MS/cm (20° C) Mg/l Mg/l Mg/l Mg/l di NO3 Mg/l di SO4 Mg/l di NH4 Classe 1 ≤ 400 ≤ 25 ≤ 20 <50 ≤5 ≤ 25 ≤ 0,05 Classe 2 ≤ 2.500 ≤ 250 ≤ 50 <200 ≤ 25 ≤ 250 ≤ 0,5 Classe 3 ≤ 2500 ≤ 250 ≤ 50 ≤ 200 ≤ 50 ≤ 250 ≤ 0,5 Classe 4 >2.500 >250 >50 >200 >50 >250 >0,5 Classe 0(*) >2.500 >250 >50 >200 >250 >0,5 (*) se la presenza di tali sostanza è di origine naturale verrà automaticamente attribuita la classe 0. Nella Tab. 8 vengono indicati i valori soglia riferiti alla conducibilità e alle concentrazioni dei nitrati, del boro, dei cloruri e dei solfati per le acque ad uso umano. Tab. 8. Confronto tra valori limite per i parametri di composizione in acque ad uso umano. Parametri Nitrati Boro Cloruri*** Conducibilità Solfati Unità di misura mg/l NO3 mg/l mg/L µS/cm a 20 °C mg/l Acque potabili (DPR 236/88) Acque di sorgente (D.lgs. 339/99) 50 1** 200 250 Acque potabili (D. lgs. 31/01) 50 1 250 2500 250 97 Acque minerali (D.lgs. 542/92) 45 - 10(*) 5 - * valore relativo ad acque da usare per l'infanzia; * valore guida: il DPR 236/88 non presenta una concentrazione massima ammissibile per il boro; *** per il parametro cloruri il DPR 236/88 non presenta una concentrazione massima ammissibile ma una "concentrazione che è opportuno non superare", pari appunto a 200 mg/l. I campi pozzi dai quali si emunge acqua ad uso potabile sono costantemente controllati dalla ASL 6 competente per il territorio. La Val di Cornia è stata suddivisa per zone di approvvigionamento e ad intervalli temporali regolari vengono effettuati campionamenti di acqua da sottoporre ad analisi chimico-fisiche. Le tabelle sotto riportate indicano alcuni parametri chimici relativi a diverse zone di approvvigionamento idrico ad uso potabile della Val di Cornia nel quadriennio 2000-2003. In grassetto Rapporto sullo stato dell’ambiente Parametro Conducibilità elettrica Cloruri Manganese Ferro Nitrati Solfati Ione ammonio Consumi e inquinamento idrico Dalla Tab. 6 è osservabile che i sistemi idrogeologici principali della Val di Cornia sono sostanzialmente due. Uno è l’acquifero della pianura del Cornia, il più importante costituito da un sistema di alternanze di orizzonti ghiaiosi ed argillosi che formano un acquifero multistrato che si sviluppa per l’intera pianura, l’altro è formato dalle calcareniti presenti ad est di S. Vincenzo. I due sistemi idrogeologici si presentano con caratteristiche e problematiche completamente diverse. L’acquifero di San Vincenzo risulta essere classificato in terza classe e pertanto possiede caratteristiche migliori di quello in classe 4 dell’acquifero della pianura del Cornia. Nella Tab. 7 si riportano i parametri principali utilizzati per la classificazione chimica delle acque sotterranee, definiti dal D.Lgs. 152/99. sono riportati i parametri che superano i limiti guida della normativa vigente. L’unico parametro che risulta fuori norma è la concentrazione del Boro che in varie zone supera il valore limite di 1 mg/l. Alcune zone di approvvigionamento come per es. Sassetta o località Prata nel Comune di Suvereto o persino San Vincenzo (eccetto l’anno 2003) non presentano anomalie di concentrazioni di Boro. Questi campi pozzo sono ubicati in zone prettamente collinari. Tab. 9. Medie dei parametri principali prelevati nella zona di approvvigionamento CA1 del Comune di Campiglia M.ma. Comune: Campiglia M.ma Parametri Nitrati Boro Cloruri Cond. El. Solfati Zona di approvvigionamento: CA1 U.d.M. mg/l NO3 mg/l B mg/l Cl µS/cm mg/l SO4 Periodo 2000 22,2 1,3 76,5 1019 230 2001 23,2 1,3 78,8 1015 212 2002 20,8 1,3 78 1012 227 2003 23 1,5 81 1054 201 Campiglia capoluogo, Venturina, loc. Affitti, Caldanelle, Palmentello In questa zona di approvvigionamento le concentrazioni dei Nitrati, Cloruri e Solfati sono praticamente costanti nell’arco dei 4 anni. Per quanto concerne i Solfati le concentrazioni sono, in alcuni casi, prossime alla soglia dei 250 mg/l che è il limite massimo imposto dalla normativa vigente. Diversamente dai parametri precedenti, la concentrazione del Boro supera nei 4 anni il limite di 1 mg/l imposto dalla normativa, con un peggioramento evidente nel 2003. Nello stesso anno si osserva un incremento della Conducibilità pur rimanendo sotto i valori limite della norma. Consumi e inquinamento idrico Tab. 10. Medie dei parametri principali prelevati nella zona di approvvigionamento CA2 del Comune di Campiglia M.ma. Rapporto sullo stato dell’ambiente 98 Comune: Campiglia M.ma Parametri Nitrati Boro Cloruri Cond. El. Solfati Zona di approvvigionamento: CA2 U.d.M. mg/l NO3 mg/l B mg/l Cl µS/cm mg/l SO4 Periodo 2000 18,4 1,5 79,7 849 2001 18,3 1,5 75,8 817 91 2002 18 1,4 75,5 839 101 2003 17,6 2 74 823 98 Loc. Cafaggio In località Cafaggio si osserva una concentrazione di Nitrati e Cloruri pressoché costante, seppur con un leggero miglioramento di questi ultimi. Un lieve peggioramento si rileva per i Solfati. Per quanto attiene le concentrazioni di Boro si rileva che per tutto il periodo monitorato la concentrazione risulta superiore ai valori massimi consentiti per legge con un trend in evidente peggioramento. Per la conducibilità si osserva una leggera diminuzione delle concentrazioni. Tab. 11. Medie dei parametri principali prelevati nella zona di approvvigionamento PB1 del Comune di Piombino. Comune: Piombino Parametri Nitrati Boro Cloruri Cond. El. Solfati Zona di approvvigionamento: PB2 U.d.M. mg/l NO3 mg/l B mg/l Cl µS/cm mg/l SO4 Periodo 2000 15,4 2,9 75,8 788 109 2001 16,2 2,7 69,6 781 122 2002 16,1 2,5 79 802 125 2003 15,8 3,1 95 846 125 Piombino capoluogo Fiorentina, Baratti Per questa zona di approvvigionamento si osserva un peggioramento sostanziale della qualità della risorsa idrica prelevata. Infatti la concentrazione dei Cloruri risulta in costante aumento così come per i Solfati. Di particolare evidenza risulta la concentrazione del Boro che nell’arco dei quattro anni si attesta a valori di 2,5 e 3 volte superiore ai valori massimi imposti dalla normativa vigente con un trend in peggioramento. Anche la Conducibilità, seppur sotto i livelli massimi consentiti, possiede un andamento con una forte tendenza all’aumento. Tab. 12. Medie dei parametri principali prelevati nella zona di approvvigionamento PB2 del Comune di Piombino. Comune: Piombino Parametri Nitrati Boro Cloruri Cond. El. Solfati Zona di approvvigionamento: PB2 U.d.M. Mg/l NO3 mg/l B mg/l Cl µS/cm Mg/l SO4 Periodo 2000 20,4 3,4 79 880 138 2001 22 3,4 91,5 918 160 2002 22,5 3,3 194 1180 170 2003 22 4,1 222 1256 170 Riotorto e campagne circostanti, costa est In questa zona di approvvigionamento si osserva un sostanziale peggioramento di tutti i parametri chimico-fisici monitorati. Di particolare evidenza è il forte incremento dei Cloruri che nell’arco di 4 anni vedono aumentare la concentrazione del 280%. Grave risulta la concentrazione del Boro, che risulta sempre superiore di ben oltre tre volte il valore massimo consentito per legge, raggiungendo nel 2003 il valore di ben 4 volte il limite di legge. Tab. 13. Medie dei parametri principali prelevati nella zona di approvvigionamento SS1 del Comune di Sassetta. mg/l NO3 mg/l B mg/l Cl µS/cm mg/l SO4 Periodo 2000 3,5 <0,05 33 479 34 2001 <1 <0,05 33,8 452 2002 <1 <0,05 36 473 2003 1 <0,05 36 464 37 Sassetta capoluogo In questa zona di approvvigionamento le concentrazioni di Nitrati e Boro sono ridotte. I Cloruri e la Conducibilità elettrica rimangono pressoché costanti nell’arco di tempo considerato. Tab. 14. Medie dei parametri principali prelevati nella zona di approvvigionamento SS2 del Comune di Sassetta. Comune: Sassetta Parametri Nitrati Boro Cloruri Cond. El. Solfati Zona di approvvigionamento: SS2 U.d.M. Mg/l NO3 mg/l b mg/l Cl µS/cm Mg/l SO4 Periodo 2000 3,9 <0,05 29,5 379 15 2001 1,7 <0,05 30,7 373 2002 1,9 <0,05 31 398 2003 1,8 <0,05 32 381 19 Loc. Fornaci Per questa zona di approvvigionamento valgono le stesse considerazioni fatte per il caso precedente. Tab. 15. Medie dei parametri principali prelevati nella zona di approvvigionamento SU1 del Comune di Suvereto. Comune: Suvereto Parametri Nitrati Boro Cloruri Cond. El. Solfati Zona di approvvigionamento: SU1 U.d.M. mg/l NO3 mg/l B mg/l Cl µS/cm mg/l SO4 Periodo 2000 12,6 1,4 49,8 679 63 2001 14 1,7 55,7 722 2002 14,8 1,5 63 758 88 2003 12,2 2,1 57 730 92 Suvereto capoluogo In questa zona di approvvigionamento la tendenza è quella di un peggioramento della qualità chimico-fisica della risorsa. Si osserva, infatti, un leggero incremento delle concentrazioni di Cloruri e soprattutto dei Solfati. Anche qui, le concentrazioni di Boro risultano superiori alla normativa vigente ed il trend è in netto peggioramento. In aumento anche la Conducibilità. Consumi e inquinamento idrico Nitrati Boro Cloruri Cond. El. Solfati Zona di approvvigionamento: SS1 U.d.M. 99 Rapporto sullo stato dell’ambiente Comune: Sassetta Parametri Tab. 16. Medie dei parametri principali prelevati nella zona di approvvigionamento SU2 del Comune di Suvereto. Comune: Suvereto Parametri Nitrati Boro Cloruri Cond. El. Solfati Zona di approvvigionamento: SU2 U.d.M. mg/l NO3 mg/l B mg/l Cl µS/cm mg/l SO4 Periodo 2000 9,5 1,2 38,5 616 83 2001 6,7 1,2 41 613 2002 3,9 1,2 45 638 2003 6,1 1,8 41 678 103 Loc. San Lorenzo In questa località si rilevano andamenti diversificati per i vari parametri chimici. Infatti rispetto al rispetto al resto della Val di Cornia la concentrazione dei Nitrati è in diminuzione ed i Cloruri sono stabili con tendenza alla diminuzione. Per i Solfati pur con la lacuna del 2001 e 2002 la tendenza è quella dell’aumento. Come per i Solfati, anche per la Conducibilità, la tendenza è quella dell’aumento. Anche qui, il Boro risulta sopra il limite di legge con tendenza all’aumento dopo 3 anni di stabilità. Tab. 17. Medie dei parametri principali prelevati nella zona di approvvigionamento SU3 del Comune di Suvereto. Comune: Suvereto Parametri Consumi e inquinamento idrico Nitrati Boro Cloruri Cond. El. Solfati Rapporto sullo stato dell’ambiente 100 Zona di approvvigionamento: SU3 U.d.M. mg/l NO3 mg/l B mg/l Cl µS/cm mg/l SO4 Periodo 2000 <1 2001 2,4 35,7 487 33 486 2002 2,4 <0,05 34 491 2003 2,4 <0,05 33,5 489 27 Loc. Prata Per questa zona di approvvigionamento si registrano concentrazioni minime di Nitrati e Boro. Per i Solfati il dato si riferisce solo al 2003 e evidenzia una bassa concentrazione. I Cloruri e la Conducibilità elettrica rimangono costanti. Tab. 18. Medie dei parametri principali prelevati nella zona di approvvigionamento SV1 del Comune di San Vincenzo. Comune: San Vincenzo Parametri Nitrati Boro Cloruri Cond. El. Solfati Zona di approvvigionamento: SV1 U.d.M. mg/l NO3 Mg/l B mg/l Cl µS/cm mg/l SO4 Periodo 2000 36,7 0,75 333 1690 137 2001 37 0,65 172 1228 173 2002 31,6 0,9 116 1065 162 2003 30,1 1,6 138 1099 161 San Vincenzo capoluogo, San Carlo In questa zona di approvvigionamento si notano andamenti in sostanziale controtendenza rispetto al resto della Val di Cornia. Netto miglioramento nel tempo della concentrazione dei Nitrati e soprattutto del Cloruri che in 4 anni riducono di oltre il 60% la loro concentrazione rientrando in valori a norma di legge. Un peggioramento mantenuto costante nel tempo si rileva per i Solfati. Sulla scia dei Cloruri, segue il trend anche la Conducibilità. In netta crescita risulta anche il Boro che addirittura nel 2003 supera il valore massimo consentito dalla normativa vigente. Caratteristiche e criticità principali del sistema idrogeologico della pianura del Cornia Boro Il DPR 236/88 fissa un valore guida per il boro nell'acqua potabile pari a 1 mg/l. Nella normativa internazionale il boro è considerato un parametro indesiderabile, ma non esiste una valutazione uniforme sui limiti da imporre, né sull'eventuale tossicità e sugli effetti a danno della salute. Sono in corso in proposito studi finanziati dalla Commissione Europea. La distribuzione del boro nelle acque sotterranee delle falde alluvionali della Val di Cornia è sta- ta studiata mediante ripetute indagini del CNR-IIRG, del CNR-IGG e analisi di acque di pozzo eseguite dall'USL 25 e ARPAT - Piombino ed è tuttora oggetto di monitoraggio approfondito e di studi specifici (BOREMED). A questi dati si aggiungono altri valori noti in letteratura (sorgenti di Campiglia). I risultati delle analisi hanno permesso di osservare quanto segue: ●l'acqua del Cornia nella zona di Forni presenta tenori relativi bassi e pressoché costanti (1.2 mg/l) ● l'acqua delle sorgenti di Campiglia e dei pozzi della fascia interessata dalla ricarica delle acque termominerali presenta tenori relativi bassi, variabili fra 0.1 e 0.5 mg/l ● le acque dell' acquifero freatico della zona di S. Vincenzo hanno tenori bassi: 0.1 - 0.5 mg/l ● le acque delle sorgenti termali di Suvereto (Bagnarello e Case Metocca) hanno tenori più elevati, variabili fra 1.2 e 3.3 mg/l. Questi valori derivano da rilevazioni eseguite fra il 1984 ed il 1991 ed i relativi campionamenti erano stati eseguiti in periodi di fluenza delle scaturigini. Invece, rilievi del 1997 eseguiti in corrispondenza dei pozzi non fluenti del Monte Peloso hanno indicato valori molto bassi, da 0.05 a 0.3 mg/l. L’anomalia non è spiegabile con i dati disponibili ● le ghiaie alluvionali dell’acquifero freatico dell’alto Cornia presentano tenori bassi variabili fra 0.3 e 1.2 mg/l, crescenti da monte verso valle ● i pozzi in acquifero freatico della Vivalda, a valle di Forni, manifestano la chiara influenza della ricarica diretta dal Cornia, con un tenore di 1.5 mg/l ● le acque dell'acquifero confinato della pianura hanno tenori elevati che sembrano aumentare verso valle da 3 mg/l fino ad un massimo di 8 mg/l. Le aree di massimo relativo occupano il centro della pianura, ai lati dell'asse di massimo ispessimento dell'acquifero confinato Consumi e inquinamento idrico ⌧ Fig. 5. Mappa della concentrazione del Boro (campionamento 2001 CNR IGG - CIGRI Muti Pennisi) nella pianura di Piombino (ASA SpA). In base a questa distribuzione possono essere avanzate le seguenti ipotesi sull'origine del boro nelle acque della falda confinata: a. leaching delle ghiaie acquifere della falda confinata, sulla cui matrice argillosa sarebbe fissato l'elemento. L'acqua superficiale del Cornia, che alimenta l'acquifero a valle di Forni, presenta attualmente bassi tenori in boro, così come l'acquifero freatico della Vivalda, direttamente ricaricato dal fiume. Quando la falda passa in condizioni di confinamento, diminuisce la velocità del deflusso sotterraneo ed aumentano i tempi di residenza nel sottosuolo consentendo la lisciviazione della matrice argillosa delle ghiaie arricchita in boro. Questo processo prevede l'aumento dei tenori verso valle, ed in effetti i dati a disposizione sembrerebbero confermarlo b. trasporto in falda da acque del F. Cornia, che in un recente passato sarebbero state arricchite in boro. Questa fenomenologia, giustificata dal fatto che il bacino del fiume insiste in gran parte sull'area geotermica boracifera di Larderello, è già stata osservata per il bacino del fiume Cecina. Essa prevede che le concentrazioni di boro in falda dovrebbero diminuire nel tempo grazie al dilavamento attualmente esercitato dall'acqua del Cornia, i cui tenori sono già scesi nell'ordine di 1 mg/l. Rapporto sullo stato dell’ambiente 101 Consumi e inquinamento idrico Nitrati L’ARPAT di Piombino ha eseguito campionamenti di dettaglio per la definizione della distribuzione dei nitrati negli acquiferi della pianura del Cornia. Sono stati verificati tenori di NO3 generalmente bassi (< 25 mg/l) in tutta la pianura a sud del meridiano di Venturina. Particolarmente bassi sono i tenori relativi ai nuovi pozzi dei 4 campi di Casalpiano. Qui l'acquifero confinato evidenzia valori variabili fra 9 e 23 mg/l. Vengono però messe in evidenza alcune zone a rischio, dove alcuni pozzi superficiali ma anche alcuni pozzi profondi circa 50 m presentano tenori fino a 50 mg/l. Si tratta di località che risentono dell'impatto negativo di attività antropiche di tipo zootecnico o agricolo. Per i pozzi profondi si tratta di osservazioni isolate che probabilmente rispecchiano un fenomeno di inquinamento del pozzo stesso, piuttosto che una condizione, anche locale, della falda. Si tratta comunque di situazioni pericolose, in quanto il pozzo rappresenta il principale veicolo di inquinamento di falde confinate, altrimenti poco vulnerabili poiché protette da strati argillosi da quanto avviene in superficie. Nitrati elevati sono stati segnalati localmente ed in modo puntiforme a nord del campo di Coltie in falde superficiali. Sono riconducibili a fenomeni di inquinamento locale da acque superficiali luride. Sono presenti tenori localmente anche molto elevati nell'acquifero freatico pleistocenico della fascia costiera occidentale. L'area interessata, da S. Vincenzo si estende a sud verso Poggio all'Agnello e Piombino, e a SE verso Venturina al piede delle colline. Si passa da valori minimi di 30 mg/l a punte superiori a 200 mg/l. I dati indicano un inquinamento generalizzato da sorgenti diffuse, legate all'urbanizzazione e alle attività agricole. Le zone più colpite supportano colture intensive, mais, attività di orticoltura attuata mediante rotazioni, con numerose prese d'acqua e diffuso spandimento di liquami animali. Nella zona di San Vincenzo sono state osservate punte di inquinamento locale in corrispondenza di aree che ospitano i depuratori degli scarichi civili. Non si esclude inoltre che vi siano perdite della rete fognaria e dalle vasche di raccolta dei reflui. Rapporto sullo stato dell’ambiente 102 Solfati Il tenore medio "normale" dei solfati nelle acque della pianura oscilla fra 80 e 160 mg/l: il Cornia manifesta variazioni compresi fra 70 e 120 mg/l; pozzi con acque bicarbonato-calciche in facies idrochimica "normale" presentano fluttuazioni fra 40 e 150 mg/l. Concentrazioni superiori a 180 - 200 mg/l sono quindi "anomale" e legate a processi di arricchimento. Il rapporto solfati/cloruri nell'acqua di mare è dell'ordine di 1:9; nelle zone più soggette a richiamo di acqua salata, dove i cloruri variano fra 5 e 10 g/l, ci si aspettano di conseguenza arricchimenti in solfati fino a 700 - 800 mg/l. Concentrazioni superiori o in aree non interessate dall’intrusione marina evidenziano apporti di origine diversa dal mare. Le fasce di arricchimento in solfati evidenziate sulla carta: ● a sud della zona della Vignarca. I tenori sono compatibili con l'apporto dell'acqua di mare. L’area presenta valori > 500 mg/l. Le concentrazioni di punta arrivano ad oltre 800 mg/l di solfati a fronte di circa 5 g/l di Cl-. ● nella zona circostante le sorgenti del sistema di Campiglia, con tenori localmente molto elevati (>500 mg/l), in conseguenza del mescolamento delle acque di falda con i fluidi termali, ricchi in solfati, del serbatoio carbonatico-evaporitico mesozoico. L'area si estende verso nord-nord ovest (verso Lumiere), lungo la fascia pedecollinare situata in fregio agli affioramenti dei carbonati mesozoici della dorsale M.te Valerio - M.te Spinosa - M.te Rombolo. Gli stessi torrenti che scendono da questa dorsale possono dare un contributo di acque relativamente ricche in solfati, tramite l'infiltrazione nell'acquifero freatico pleistocenico al piede delle colline. L'area si estende anche verso sud, seguendo l'andamento piezometrico e determinando anomalie termiche. ● la zona costiera occidentale che si sviluppa fra la Fossa Calda a nord e il Podere Poggio all'Agnello a sud. La zona presenta caratteristiche particolari in quanto nell' insieme è un'area interessata da richiamo di acqua marina, ma il cuneo salino può giustificare arricchimenti fino a 500 mg/l di solfati, mentre si registrano punte superiori a 1 g/l. Inoltre, si è osservato che l'arricchimento in solfati interessa anche pozzi con cloruri bassi o di poco superiori a 200 mg/l. In mancanza di studi di dettaglio (fra l'altro nella zona specifica non è nota la distribuzione della temperatura dell'acqua di falda) i meccanismi di arricchimento locale in solfati sono incerti. Possono essere legati alla presenza della Fossa Calda, che porta verso mare le acque solfatiche del surplus sorgivo campigliese, o alla presenza, nel substrato delle alluvioni, di evaporiti mioceniche. Non si può peraltro escludere la risalita di fluidi profondi lungo linee sepolte di discontinuità tettonica. ● la zona di Case Metocca - Forni - S. Lorenzo - Casalappi. Già evidenziata in precedenza per le numerose testimonianze a favore di una risalita di fluidi termali, localmente arricchiti anche in cloruri, presenta tenori in solfati accertati fino a 1847 mg/l. Consumi e inquinamento idrico ⌧ Fig. 6. Concentrazioni dei cloruri misurati in alcuni pozzi a Salcio e Campo all’Olmo (ASA SpA). 103 Rapporto sullo stato dell’ambiente Cloruri di origine “non marina” Come già anticipato nell’esame delle carte dei cloruri, alcune zone di arricchimento relativo del parametro (tenori superiori a 100 mg/l) non sono legate all'apporto marino, e suggeriscono la presenza di cause geologiche, quali apporti idrici legati ad assi tettonici del substrato o a circolazione in contatto con rocce evaporitiche. Un allineamento di acque clorurate dalle zone di pianura ad ovest di Case Metocca si estende a sud, verso Casalappi. Case Metocca è l'unica manifestazione termale del reservoir carbonatico che, in zona, presenta cloruri relativamente più elevati (da 152 a 166 mg/l). A poca distanza, in pianura, si trovano acque con cloruri fino a 600-800 mg/l. E' probabile quindi l'esistenza di una ristretta fascia, corrispondente ad una discontinuità tettonica diretta circa N - S, che permette la risalita di fluidi di circolazione profonda, a contatto con il basamento quarzoso/filladico paleozoico. L'asse della risalita risulta spostato di circa 1 Km ad ovest rispetto alla sorgente di Case Metocca. In zona, le informazioni stratigrafiche sono scarse. Si sa che alcuni dei pozzi con acque clorurate raggiungono i calcari a poca profondità, altri captano solo le falde confinate alluvionali. Lungo lo stesso allineamento, ma a sud del fiume Cornia, si riconosce un'altra situazione con caratteristiche simili. Ad est dell'affioramento di Casalappi alcuni pozzi poco profondi in depositi quaternari manifestano tenori di cloruri fino a 600 mg/l. Anche in questo caso è molto probabile la presenza di una risalita locale di acque del substrato. Una situazione anomala si riscontra nel settore Podere Santa Giulia - Panconcello. Qui il pozzo 450 – Pianaccioli in cui dal 1992 al 1996 era collocato il nucleo dell’arricchimento con valori dell’ordine di 1.1 g/l, dal 1997 al 2002 ha evidenziato una trend di diminuzione fino al più recente valore di 136 mg/l (2002). Sulla carta si nota che le isolinee definiscono un asse che dalla zona Fossaccia-Alturetta, interessata da cloruri di apporto marino, si estende verso NNE fino all'altezza dell'anomalia di Casalappi, dove i cloruri sono di origine geologica. Nel settore in esame, ubicato a metà strada fra i due, è incerta sia l'origine dell'arricchimento sia la causa della diminuzione. Un altro settore in cui l'arricchimento è di origine incerta è ubicato fra Poggio all'Agnello e Podere La Rinsacca. Un valore di cloruri di oltre 3 g/l determinato nel 1990 nel pozzo 326 faceva pensare all'apporto marino, ma la geometria dell'area di arricchimento non era chiara: essa poteva infatti ricollegarsi ad est con Campo all'Olmo o con la zona di massimo relativo posta a nord. La zona risultava piuttosto isolata e circoscritta e non era chiaro come fossero possibili tenori di cloruri anche più spinti di quelli misurati in campi pozzi produttivi. Tuttavia il pozzo in questione non è mai stato ricontrollato e l’anomalia non è stata confermata da determinazioni successive o limitrofe. Consumi e inquinamento idrico ⌧ Fig. 7. Mappa della concentrazione dei Cloruri (campionamento CNR IGG-CIGRI 2001 Muti, Pennini) nella Pianura di Piombino (ASA SpA). Rapporto sullo stato dell’ambiente 104 Nell'area di San Vincenzo i cloruri di apporto marino sono limitati al campo pozzi di Santa Costanza e ad una piccola area nell' intorno di un pozzo di Guardamare, ovvero alle zone che presentano ormai permanentemente il livello freatico sotto il l.m. Tuttavia si riscontrano tenori anomali di cloruri in zone dove la freatimetria si trova a 5-10 m s.l.m. Le anomalie sono disposte lungo allineamenti, diretti da E-O a NO-SE, che suggeriscono la presenza di apporti del substrato dagli affioramenti o lungo linee tettoniche. In effetti, alcuni pozzi dell'area nord-occidentale (San Vincenzo - Lumiere) captano falde prequaternarie con acque fredde ma ricche in cloruri, da 200 a oltre 2000 mg/l. Apporti cospicui in tal senso sembrano provenire da acque di circolazione superficiale entrate in contatto con le lenti di evaporiti del Miocene superiore. Anche se modesto, il contributo di queste acque determina locali arricchimenti in cloruri nella falda freatica della pianura costiera. E' inoltre evidente che i contributi laterali dalle colline sono più ricchi in cloruri rispetto alle acque del Cornia della media pianura, come testimoniato dalla fascia pedemontana in cui il tenore è sempre al di sopra di 100 mg/l. 6.3.4 Qualità delle acque costiere Il recepimento della direttiva (CEE) n. 76/160 con il D.P.R. n. 470/82 colma una lacuna legislativa in materia igienico - sanitaria delle acque di balneazione interne e marine. La suddetta normativa considera prevalentemente l’aspetto sanitario della questione; conseguentemente, gli 11 parametri da ricercare nelle acque sottoposte ad analisi sono così suddivisi: ● 4 parametri di natura microbiologica (coliformi totali, coliformi fecali, streptococchi fecali, salmonella); ● 7 parametri di natura chimica-fisica (pH, ossigeno disciolto, colorazione, trasparenza, oli minerali, tensioattivi, fenoli). I controlli, effettuati a cura dei Dipartimenti ARPAT competenti per territorio, sono bimensili nel periodo 1 Aprile-30 Settembre e devono essere eseguiti a 30 cm sotto il pelo libero dell’acqua, ad una distanza dalla battigia tale che il fondale abbia una profondità compresa tra 80 e 120 cm e nell’orario 9:00-15:00. Durante la stagione balneare 2002, in Toscana su 633 Km di costa sono stati controllati 365 punti di balneazione. Nella Provincia di Livorno sono presenti 150 Km di costa sulla terraferma e 250 Km di costa sulle isole, con un totale di 195 punti di controllo. Nella Val di Cornia, durante la stagione balneare 2003, sono stati controllati 43 punti di balneazione delle acque costiere, 26 ricadenti nel Comune di Piombino, 17 nel Comune di San Vincenzo e 1 punto di balneazione delle acque interne sul Laghetto Calidario nel Comune di Campiglia Marittima. Di questi punti solo uno (Piombino) non è risultato idoneo a causa dell’inquinamento batteriologico. Il punto di campionamento vietato potrà essere riaperto alla balneazione dopo due campionamenti favorevoli per tutti i parametri durante il mese successivo. I campionamenti iniziano ad aprile di ogni anno. Lungo le coste toscane i parametri che determinano la qualità delle acque per la balneazione sono prevalentemente quelli batteriologici. Tali parametri non hanno una vera rilevanza di ti- po sanitario, ma consentono tuttavia di valutare la potenziale pericolosità delle acque per la salute pubblica, in quanto sono associati alla presenza di contaminazione civile e fecale delle acque. In sintesi, questi batteri vengono monitorati perché forniscono informazioni sulla possibile presenza di altri organismi, impossibili da rilevare o da identificare in un monitoraggio di routine, per l’estrema variabilità temporale e spaziale della loro composizione. Il livello di idoneità alla balneazione esprime, in termini percentuali, il numero dei campionamenti con esiti positivi sul totale dei campionamenti osservati nella stagione balneare (aprile-settembre). L’osservazione dei dati di una stagione balneare determina l’idoneità alla balneazione all’inizio della stagione successiva. A livello provinciale, le percentuali dei punti non idonei alla balneazione sono riportati nella Tab. 19; la diminuzione costante negli ultimi tre anni è evidente, con un significativo miglioramento rispetto al 1998 e al 1999. Tab. 19. Percentuale di punti non idonei nella Provincia di Livorno (fonte: Rapporto sullo Stato dell’Ambiente della Provincia di Livorno, 2003). Anno percentuale 1998 4.0 1999 4.5 2000 2.5 2001 2.0 2002 2.0 Le tabelle di seguito riportate sono state fornite da ARPAT – Area Mare nel 2004. Si tratta dei risultati dei controlli lungo le coste dei Comuni di Piombino e San Vincenzo, in diversi punti di prelievo dal 1990 al 2003. _91 11 11 11 11 6 6 6 11 11 6 6 6 0 0 0 0 6 6 114 _92 12 12 12 12 6 6 6 12 12 6 6 6 0 12 0 0 6 6 132 _93 12 12 12 12 12 6 6 12 12 6 6 6 0 12 0 12 6 6 150 _94 12 12 12 12 12 6 6 6 6 6 6 6 0 12 0 12 6 6 138 _95 6 6 12 12 6 7 6 6 6 9 6 6 12 0 12 6 6 6 130 _96 _97 6 6 6 8 11 12 12 12 6 6 12 12 6 6 6 6 6 7 12 12 12 12 6 6 12 12 0 0 12 12 6 6 6 6 6 6 143 147 _98 6 12 12 12 6 12 6 6 12 12 12 6 12 0 12 6 6 6 156 _99 6 12 12 12 6 12 6 6 12 12 6 12 12 0 12 8 6 6 158 _00 11 12 12 7 6 12 6 11 12 12 6 12 12 0 12 12 6 6 167 _01 12 12 12 12 6 6 6 13 12 12 6 6 12 0 12 12 6 6 163 _02 _03 12 12 12 0 12 12 12 12 6 6 6 6 6 6 12 6 12 6 12 12 6 6 6 6 12 12 0 0 12 14 6 6 6 6 6 6 156 134 105 Rapporto sullo stato dell’ambiente FOTO GIUSEPPE TRINCHINI _90 Fosso delle Rozze 12 La Perla 12 Punta Sud 11 Il Bucaniere 11 Bagno Nettuno 6 Bagno Delfino 6 Bagno Florida 6 Le Prigioni 12 La Lanterna 12 Bagno Venere 12 Euroturist 6 Riva Degli Etruschi 12 Botro dei Marmi Nord 0 Botro dei Marmi 0 Botro dei Marmi Sud 0 Renaione Sud 0 Parco di Rimigliano 6 La Torraccia 12 TOTALE Misure 136 Consumi e inquinamento idrico Tab. 20. Totale campionamenti di acque di balneazione 90-03 in varie località del Comune di San Vincenzo (fonte: ARPAT, 2004). Tab. 21. Totale campionamenti Fuori Norma delle acque di balneazione 90-03 in varie località del Comune di San Vincenzo (fonte: ARPAT, 2004). Fosso delle Rozze La Perla Punta Sud Il Bucaniere Bagno Nettuno Bagno delfino Bagno Florida Le Prigioni La Lanterna Bagno Venere Euroturist Riva Degli Etruschi Botro dei Marmi Nord Botro dei Marmi Botro dei Marmi Sud Renaione Sud Parco di Rimigliano La Torraccia TOTALE Fuori Norma _90 2 1 2 1 0 0 0 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 8 _91 0 2 3 2 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 7 _92 1 1 2 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 6 _93 0 0 2 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 5 0 0 0 0 8 _94 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 3 0 0 0 0 3 _95 0 0 0 1 0 1 0 0 0 1 1 0 5 0 0 0 0 0 9 _96 0 0 4 1 0 0 0 0 0 1 0 0 1 0 2 0 0 0 9 _97 0 1 1 0 0 0 0 0 1 1 0 0 2 0 3 0 0 0 9 _98 0 4 4 3 0 2 0 0 1 2 0 1 2 0 2 0 0 0 21 _99 0 4 4 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 1 0 0 11 _00 1 3 9 0 0 0 0 1 1 1 0 0 2 0 4 0 0 0 22 _01 0 1 8 1 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 11 _02 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 1 0 0 0 4 _03 1 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 3 _02 2,6 _03 2,2 Tab. 22. Percentuale dei campionamenti fuori norma rispetto al numero totale delle misure effettuate. Consumi e inquinamento idrico _90 % Fuori Norma/Tot. misure 5,9 Rapporto sullo stato dell’ambiente 106 _91 6,1 _92 4,5 _93 5,3 _94 2,2 _95 6,9 _96 6,3 _97 6,1 _98 13 _99 7 _00 13 _01 6,7 Lungo la costa del Comune di San Vincenzo il numero maggiore dei campionamenti fuori norma si è registrato nel 1998 e nel 2000. A partire dal 2000, comunque, la situazione sta migliorando costantemente: nel 2003 infatti solo 3 dei 134 campionamenti effettuati sono fuori norma. ⌧ Fig. 8. Elaborazione grafica dei dati contenuti nella precedente tabella. _90 _91 Torre Nuova Est 0 0 Torre Nuova 0 0 Torre Nuova Ovest 0 0 Perla del Golfo 6 6 S. Cerbone 6 6 Punta Saltacavallo 0 0 San Quirico 0 0 Fosso delle Canne 0 0 Cala Moresca 12 12 Salivoli Romano 12 12 Fosso Salivoli 0 0 Salivoli 0 0 Salivoli Scoglierina 0 0 Villa Bona 0 0 Canaletto 0 0 Esperia 12 11 Viale Amendola 12 6 Piazza Bovio Lato Ovest 0 0 Piazza Bovio 12 12 Impianti Sportivi Comunali12 12 Semaforo 0 0 Ingresso Chiusa Sud 0 0 Centro Chiusa 0 0 Ingresso Chiusa Nord 0 0 Pennello Dalmine Ovest 0 0 Pennello Dalmine Est 0 0 Retone Ovest 12 6 Torre del Sale 12 6 Perelli 12 12 Perelli 0 0 Carlappiano 6 6 Sterpaia 0 0 Mortelliccio 12 6 Carbonifera 0 0 Torre Mozza 12 6 Landini 11 12 TOTALE Misure 161 131 _92 0 12 0 6 6 0 0 0 12 12 12 0 0 0 12 12 6 0 12 12 0 0 0 0 0 0 12 6 6 12 6 0 6 12 6 12 192 _93 0 12 0 6 6 12 0 0 6 12 12 0 0 0 12 12 6 0 6 12 0 12 0 12 11 11 12 6 0 12 12 12 12 12 12 12 262 _94 0 12 0 6 6 10 0 0 6 12 12 0 0 0 12 12 6 0 6 11 0 12 0 12 13 13 6 6 0 12 6 12 12 12 12 12 251 _95 12 0 12 12 12 12 0 0 6 6 12 0 0 0 12 6 6 0 6 6 12 0 12 0 12 12 12 12 0 12 12 12 6 12 6 6 258 _96 _97 12 12 0 0 12 12 12 6 12 6 11 12 11 12 11 12 6 6 0 0 12 12 0 0 12 12 0 0 6 7 6 6 6 6 0 0 6 6 11 12 11 12 0 0 11 12 0 0 11 12 11 12 6 6 6 6 0 0 12 12 6 6 6 6 6 6 12 6 6 6 6 6 256 247 _98 6 0 6 6 6 12 12 12 6 0 12 0 12 0 6 6 6 0 6 12 12 0 12 0 12 12 6 6 0 12 6 6 6 8 6 6 236 _99 6 0 6 6 6 6 6 6 6 0 0 12 0 0 6 8 6 0 6 6 12 0 12 0 12 12 6 6 0 12 6 6 6 12 6 6 206 _00 6 0 6 6 6 6 6 6 6 0 0 12 0 0 11 12 6 12 6 7 12 0 6 0 12 12 6 11 0 6 6 6 6 12 6 6 221 _01 6 0 6 6 6 7 7 7 6 0 0 11 0 0 12 12 6 12 6 7 12 0 7 0 12 12 6 12 0 6 6 6 6 6 6 6 220 _02 _03 7 14 0 0 6 12 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 0 0 0 0 13 12 0 0 12 12 12 13 12 12 6 6 6 12 6 12 12 14 0 0 0 0 6 6 0 0 12 12 12 12 6 6 12 12 0 0 6 11 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 0 0 212 244 Consumi e inquinamento idrico Tab. 23. Totale campionamenti di acque di balneazione 90-03 in varie località del Comune di Piombino (fonte: ARPAT, 2004). Rapporto sullo stato dell’ambiente FOTO GIUSEPPE TRINCHINI 107 Consumi e inquinamento idrico Tab. 24. Totale campionamenti Fuori Norma delle acque di balneazione 90-03 in varie località del Comune di Piombino. Rapporto sullo stato dell’ambiente 108 _90 Torre Nuova Est 0 Torre Nuova 0 Torre Nuova Ovest 0 Perla del Golfo 0 S. Cerbone 0 Punta Saltacavallo 0 San Quirico 0 Fosso delle Canne 0 Cala Moresca 1 Salivoli Romano 0 Fosso Salivoli 0 Salivoli 0 Salivoli Scoglierina 0 Villa Bona 0 Canaletto 0 Esperia 0 Viale Amendola 0 Piazza Bovio Lato Ovest 0 Piazza Bovio 1 Impianti Sportivi Comunali1 Semaforo 0 Ingresso Chiusa Sud 0 Centro Chiusa 0 Ingresso Chiusa Nord 0 Pennello Dalmine Ovest 0 Pennello Dalmine Est 0 Retone Ovest 0 Torre del Sale 0 Perelli 0 Perelli 0 Carlappiano 0 Sterpaia 0 Mortelliccio 0 Carbonifera 0 Torre Mozza 0 Landini 0 TOTALE fuori norma 3 _91 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2 _92 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 3 1 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 1 1 1 11 _93 0 3 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 3 3 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 11 _94 0 3 0 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 6 11 0 0 0 1 0 0 0 1 0 0 24 _95 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 3 6 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 13 _96 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 1 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2 0 0 0 0 0 0 5 _97 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 4 0 0 0 0 0 0 0 1 0 1 0 1 2 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 11 _98 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2 0 3 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 4 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 11 _99 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 3 _00 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 1 0 0 0 0 1 0 0 0 2 3 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 9 _01 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 3 _02 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 3 0 0 0 1 0 0 0 1 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 7 _03 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 2 0 1 4 1 0 2 2 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2 0 0 0 0 0 0 15 _02 3,3 _03 6,1 Tab. 25. Percentuale dei campionamenti fuori norma rispetto al numero totale delle misure effettuate. _90 % Fuori Norma/Tot. misure 1,9 _91 1,5 _92 5,7 _93 4,2 _94 9,6 _95 5 _96 2 _97 4,5 _98 4,7 _99 1,5 _00 4,1 _01 1,4 Come evidenziato dal grafico successivo, l’anno più critico è stato senz’altro il 1994 con ben 24 campionamenti fuori norma sui 251 effettuati. Negli ultimi 3 anni si assiste ad un crescente peggioramento della qualità delle acque di balneazione. Tab. 26. Classificazione dell’Indice di Qualità Batteriologica IBQ. IQB Giudizio 0-20% Pessimo 20-40% Scadente 40-60% Mediocre 60-80% Buono 80-100% Elevato Tab. 27. Valore dell’ICQ nelle acque della Val di Cornia. Piombino San Vincenzo Prov. Livorno Tot. Costa Toscana 1990 76% 44% 74% 56% 1991 78% 75% 84% 61% 1992 61% 61% 82% 62% 1993 82% 73% 84% 65% 1994 69% 76% 78% 61% 1995 73% 71% 83% 66% 1996 1997 1998 1999 2000 77% 70% 74% 59% 51% 71% 77% 69% 48% 47% 73% 83% 79% 68% 71% 59% 69% 64% 59% 57% 2001 69% 59% 66% 56% La Tab. 27 mette in evidenza che la qualità delle acque in Val di Cornia è buona attestandosi ad un valore percentuale medio intorno a 70. Si nota come il valore dell’indice IQC sia migliore a Piombino rispetto a San Vincenzo, ma entrambe le località sono ben superiori alla media della costa Toscana che si attesta a valori nel complesso mediocri. Da notare come la Provincia di Livorno assuma valori di IQB molto elevati in quanto sono comprese le zone di campionamento dell’arcipelago Toscano. Tuttavia, complessivamente a partire dal 1999 si nota un peggioramento dell’indice di qualità batteriologica nella costa della Val di Cornia. 6.3.5 Fenomeni di subsidenza indotta La subsidenza Per subsidenza si intende ogni movimento di abbassamento verticale della superficie terrestre, indipendentemente dalla causa che lo ha prodotto, dallo sviluppo areale e dall'evoluzione temporale del fenomeno, dalla velocità di spostamento del terreno e dalle alterazioni ambientali che ne conseguono. L'abbassamento del suolo può essere legato a cause naturali, quali i processi tettonici, i movimenti isostatici e le trasformazioni chimico-fisiche (diagenesi) dei sedimenti per effetto del 109 Rapporto sullo stato dell’ambiente Per quello che concerne la valutazione dello stato della risorsa marina costiera è utilizzato un indice di tipo indiretto, il quale non misura direttamente il livello qualitativo della risorsa, ma ne fornisce indirettamente un secondo grado di lettura, mirato alla individuazione degli effettivi livelli stress a cui questa è sottoposta. I batteri presi in esame per determinare la qualità delle acque forniscono indicazioni anche sulla presenza di altri organismi, impossibili da rilevare o identificare, e per tale motivo si utilizzano i dati microbiologici per elaborare un indice che sia in grado di fornire il grado di alterazione delle acque di balneazione e quindi delle acque costiere causata da immissioni di acque contaminate da scarichi civili. È stato quindi definito l’Indice di Qualità Batteriologica IQB quale rapporto percentuale tra numero di campionamenti con assenza di Californi fecali o di Streptococchi fecali ed il numero totale di campioni prelevati. Pertanto tanto più alto è l’indice IQB e tanto migliore è la qualità dell’acqua. Consumi e inquinamento idrico ⌧ Fig. 9. Elaborazione grafica dei dati contenuti nella precedente tabella. carico litostatico o dell'oscillazione del livello di falda. Altresì, alcuni aspetti dell'attività antropica possono influenzare in modo considerevole il fenomeno o addirittura determinarne l'innesco. La subsidenza indotta dall'uomo si esplica generalmente in tempi relativamente brevi (al massimo alcune decine di anni), con effetti che possono compromettere fortemente opere ed attività umane nel caso in cui non si intervenga preventivamente con azioni di controllo e gestione. Le cause più diffuse sono essenzialmente lo sfruttamento eccessivo delle falde acquifere, l'estrazione di idrocarburi, le bonifiche idrauliche. Il grado di urbanizzazione e industrializzazione di un’area "sensibile" alla subsidenza può quindi sia influenzare tale fenomeno, sia esserne condizionato. Consumi e inquinamento idrico ⌧ Fig. 10. Isolinee di subsidenza in Val di Cornia dal 1951 al 1987 da modello (Sbrilli,1992). Rapporto sullo stato dell’ambiente 110 In Val di Cornia il fenomeno della subsidenza è stato misurato a partire dalla fine degli anni ’60, e solo nel 1992 è stato dimostrato scientificamente il rapporto tra abbassamento del suolo ed emungimenti di acque sotterranee mediante modelli matematici. Da circa un ventennio oramai si assiste ad un sovrasfruttamento della falda, con gli emungimenti che risultano sempre superiori a quella che è la ricarica naturale del bacino idrogeologico locale, determinando un abbassamento diffuso del livello piezometrico in tutta la pianura. Tale abbassamento è dovuto alla coalescenza di ampi coni di depressione formatisi laddove sono ubicati i maggiori campi di emungimento della risorsa. ⌧ Fig. 11. Tassi di abbassamento del suolo da modello dal 1991 al 2001 (fonte: ASA SpA, 2004). Il deficit idrico, insistendo all’interno di un sistema idrogeologico costituito da alternanze di orizzonti ghiaiosi ed argillosi di notevole spessore, ha determinato un fenomeno di subsidenza molto pronunciata, che sta provocando notevoli dissesti sulle abitazioni sparse per l’intera pianura. Il fenomeno dapprima concentrato nella parte costiera della pianura evolveva con tassi di abbassamento del suolo pari a circa 1 cm/anno. Dopo l’attivazione del nuovo campo pozzi denominato “Anello” ubicato nel Comune di Campiglia M.ma in località Casalpiano-Bandita, il fenomeno si è spostato verso nord-est, con abbassamenti massimi, simulati da modello pari a 4 cm/anno. L’ex-CIGRI SpA (oggi ASA SpA) gestore della risorsa idrica in Val di Cornia ha predisposto sin dal 1995 un modello idrogeologico ed uno di subsidenza che permettono la costante simulazione dell’andamento sia della falda che dell’abbassamento del suolo. Il fenomeno della subsidenza si sta sempre più aggravando e soprattutto si sta ampliando, interessando porzioni di territorio sempre più vaste provocando persino gravi lesioni su molti manufatti presenti nella pianura. A questo proposito nel 2001 si è costituito un Comitato locale di cittadini che hanno subito dissesti evidenti sui propri immobili. Ad oggi il numero delle case che presentano lesioni opportunamente denunciate dal soggetto gestore della risorsa idrica (ASA SpA) e direttamente dal Comitato mediante schede e fotografie sono 47. Il Tasso di subsidenza massimo simulato del modello è di 4 cm/anno. Un ulteriore fenomeno di dissesto idrogeologico causato dal forte depauperamento delle falde sotterranee più superficiali, è dato dalla formazione sul terreno di veri e propri sinkholes ossia piccole voragini di forma sub-circolare con diametro e profondità variabili ma riconducibili mediamente a qualche metro e che si formano nell’arco temporale di alcune ore. Consumi e inquinamento idrico ⌧ Fig. 12. Ubicazione dei manufatti lesionati, dei pozzi ad uso idropotabile e dei sinkholes (fonte: Convegno: Stato dell’arte sullo studio dei fenomeni di sinkholes e ruolo delle Amministrazione statali e locali nel governo del territori. Roma, 20-21 maggio 2004). Rapporto sullo stato dell’ambiente 111 6.4 Pressioni Le pressioni esercitate sulle risorse idriche e associate alle attività umane vengono descritte attraverso i seguenti aspetti: ● Consumi idrici ● Prelievi dalle acque superficiali ● Scarichi e immissioni inquinanti in mare e in acque superficiali ● Carico trofico 6.4.1 Consumi idrici Il sistema idrogeologico della Val di Cornia è soggetto ad elevate pressioni antropiche. Elevati sono i consumi idrici ad uso potabile e ciò è dovuto soprattutto dalla presenza turistica estiva e dall’invio di risorsa idrica all’Isola d’Elba mediante la condotta sottomarina. Solo il comparto potabile permette di ricavare i reali consumi, in quanto dotato di misuratori di portata. Consumi e inquinamento idrico ⌧ Fig. 13. Consumi idrici ad uso potabile nella Val di Cornia (fonte: Regione Toscana, 2003). Rapporto sullo stato dell’ambiente 112 Tab. 28. Consumi di acqua ad uso potabile (fonte: Analisi energetica relativa al Circondario della Val di Cornia, 2004, Università di Firenze). Comune Campiglia M.ma Piombino San Vincenzo Sassetta Suvereto Isola d’Elba TOTALE Consumi 2001 1.657.000 3.975.000 1.911.000 91.000 358.000 3.665.000 11.657.000 Consumi 2002 1.800.000 4.515.000 1.835.000 78.000 405.000 3.694.000 12.327.964 ⌧ Fig. 14. Elaborazione grafica dei dati riassunti nella tabella precedente. Diff. % 2001-2002 8,6 13,6 -4,0 -14,3 13,1 0,8 5,8 ⌧ Fig. 15. Valori percentuali dei consumi idrici ad uso potabile dei Comuni della Val di Cornia e Isola d’Elba. L’area industriale piombinese necessita di notevoli quantitativi di risorsa idrica prelevati prevalentemente da falda. I valori di consumo sono valutati mediante stime ed autocertificazioni delle aziende. È da sottolineare che negli ultimi anni si è registrato una lieve, ma costante diminuzione dei consumi idrici ad uso industriale, come evidenziato dal grafico sottostante. Tab. 29. Consumi idrici ad uso potabile, industriale e irriguo/domestico. Consumi Potabili Industriali Altri (domestico, irriguo ecc.) 1997 1998 1999 2000 2001 2002 11,6 11,9 11,5 12,1 11,6 12,4 12,4 12,4 12,1 11,6 10,5 9,9 Campo di variazione in base a diverse stime che si riportano in seguito: • solo irriguo: 19,6 M/m3 Lotti, 1988; 10,1 M/m3 Megale, 2002; • irriguo + domestico + altri: 12,5 - 18 M/m3 da Getas-Petrogeo 2003. Media 11,85 11,48 Sempre dal lavoro commissionato alla società Getas Petrogeo srl da parte della Regione Toscana, si ricava un deficit medio annuo tra risorsa in entrata nel sistema idrogeologico ed emungimento pari a circa 3,5 milioni di m3/anno. 113 Rapporto sullo stato dell’ambiente Di difficile misurazione è il comparto irriguo e domestico, dove solo stime approssimate possono fornire un ordine di grandezza dei consumi. Alcuni Autori hanno stimato i consumi del comparto agricolo di 19,6 M/m3 come Lotti (1988) o di 10,1 M/m3 come Megale (2002), altri hanno fornito un dato complessivo, che nella voce “altri” computa tutti i consumi che non rientrano nell’uso potabile e industriale come per es. Getas Petrogeo srl (2003), che fornisce un dato variabile tra 12,5 e 18 milioni di m3. Consumi e inquinamento idrico ⌧ Fig. 16. Consumi idrici ad uso industriale nella Val di Cornia (fonte: Regione Toscana, 2003). 6.4.2 Prelievi delle acque superficiali Non è dato conoscere il volume annuo delle acque superficiali derivate, in quanto i prelievi superficiali sono pressoché inesistenti. 6.4.3 Scarichi e immissioni inquinanti in mare e in acque superficiali La gran parte degli scarichi della Val di Cornia è sottoposta a trattamento depurativo. La Tab. 30 riporta l’elenco dei depuratori presenti sul territorio della Val di Cornia diviso per Comuni e le relative capacità potenziali di trattamento. Consumi e inquinamento idrico Tab. 30. Elenco dei depuratori presenti sul territorio della Val di Cornia diviso per Comuni con l’indicazione della capacità depurativa effettiva degli impianti e popolazione equivalente. Rapporto sullo stato dell’ambiente 114 Località Comune Campiglia Venturina Cafaggio Lumiere Bandinelle Faro del Castelluccio Piombino Ferriere Montegemoli Populonia Riotorto Sassetta Le Fornaci Suvereto Prata Montoni San Lorenzo Forni Guardamare La valle San Carlo S. Vincenzo zona ind.* Campiglia M.ma Campiglia M.ma Campiglia M.ma Campiglia M.ma Campiglia M.ma Campiglia M.ma Piombino Piombino Piombino Piombino Sassetta Sassetta Suvereto Suvereto Suvereto Suvereto Suvereto S. Vincenzo S. Vincenzo S. Vincenzo S. Vincenzo Abitanti Equivalenti 4.000 54.000 250 250 250 700 50.000 2.000 3.000 6.000 2.000 250 2.000 180 80 300 80 20.000 18.000 1.000 400 Capacità Organica di progetto (A.E) 4.000 54.000 250 250 250 700 50.000 2.000 3.000 6.000 2.000 250 2.000 180 80 300 80 20.000 18.000 1.000 400 Capacità idraulica (m3/anno) 250.000 1.000.000 10.000 10.000 10.000 5.000 2.000.000 100.000 20.000 400.000 145.000 7.000 150.000 10.000 7.000 10.000 7.000 750.000 650.000 20.000 15.000 (*) Allacciato in fognatura. Secondo i dati forniti da ARPAT, sono attivi in Val di Cornia 10 scarichi industriali in mare ed uno in acque superficiali che risultano opportunamente autorizzati. Nel corso dell’anno 2003 sono stati effettuati 17 controlli e tutti sono risultati a norma. Tra gli indicatori più significativi per valutare i livelli di inquinamento relativi a questo aspetto è il carico organico potenziale. Tale indicatore fornisce la stima, espressa in abitanti equivalenti, delle sostanze organiche (biodegradabili) totali presenti nell’ambiente idrico e derivanti da attività di origine civile, zootecnica o industriale. Il calcolo si effettua attraverso appositi coefficienti di conversione. Il carico organico potenziale della Val di Cornia dovuto a popolazione e turismo (1998) è pari a 57.668 AbEq, quello dovuto all’industria (1996) 46.287,80 AbEq e quello dovuto al settore zootecnico (2000) 29.725,50 AbEq. 6.4.4 Carico trofico Il carico trofico misura la presenza, nell’ambiente acquatico dei quantitativi di azoto (N) e fosforo (P) prodotti dai settori civile, industriale, agricolo e zootecnico e immessi nei corpi idrici. Un carico trofico elevato determina “eutrofizzazione”, fenomeno che provoca cambiamenti tipici quali l’incremento della produzione di alghe e di piante acquatiche, l’impoverimento di risorse ittiche, la generale degradazione della qualità dell’acqua ed altri effetti che ne riducono o precludono l’uso. Relativamente alle acque superficiali dei Comuni della Val di Cornia, i valori potenziali totali di azoto e fosforo provenienti dai diversi settori sono riportati nelle tabelle seguenti. Tab. 32. Carico trofico teorico di azoto derivato da popolazione e turismo (1998); industria (1996); incolto, SAU e zootecnia (2000) (Fonte: elaborazione Regione Toscana su dati ARPAT). Val di Cornia Toscana civili 1998 272 16.249 Carico trofico teorico azoto industria 1996 incolto 2000 23 47 3.662 2.886 SAU 2000 791 42.104 Zootecnia 2000 160 11.422 Tab. 33. Carico trofico teorico di fosforo derivato da popolazione e turismo (1998); industria (1996); incolto, SAU e zootecnia (2000) (fonte: elaborazione Regione Toscana su dati ARPAT). Val di Cornia Toscana civili 1998 40 2.419 Carico trofico teorico azoto industria 1996 incolto 2000 3 2 236 144 SAU 2000 512 27.266 Zootecnia 2000 26 2.001 6.5 Determinanti L’impatto delle pressioni esercitate delle principali attività antropiche viene valutato mediante i seguenti aspetti: ● Agricoltura ● Industria e terziario ● Insediamenti civili e turismo ● Determinanti consumi idrici Tab. 34. SAT e SAU in Val di Cornia e Provincia (fonte: Istat - 5° Censimento Generale dell’Agricoltura, 2000). 1990 Val di Cornia Provincia SAT (ha) 22.968,80 66.977,07 2000 SAU (ha) 16.083,16 38.817,06 SAT (ha) 23.090,36 66.225,54 SAU (ha) 15.984,92 37.350,91 Il comparto agricolo, è forse quello che maggiormente risente di un peggioramento delle condizioni quali-quantitative della risorsa idrica. Proprio per tale motivo, in tutta la Val di Cornia si assiste ad un radicale cambiamento delle colture agricole che sempre più sono indirizzate verso produzioni che necessitano di minor quantitativi di acqua. Grazie anche alla forte pressione delle associazioni di categoria, sempre più aziende agricole adottano sistemi di impianti “a goccia” che razionalizzano il consumo idrico. Purtroppo, la mancanza di contatori delle utenze agricole, non permette di conoscere precisamente il quantitativo annuo che necessitano tali attività produttive. 6.5.2 Industria e terziario I maggiori centri industriali della provincia, sono, oltre a Livorno, Piombino, Rosignano, Cecina, Campiglia Marittima e Portoferraio. I settori di maggiore rilievo economico dell'area sono quello metallurgico (Piombino), meccanico (Livorno) e chimico (Rosignano Marittimo). Nella Val di Cornia una produzione di rilevo è costituita dall'estrazione dei minerali non metalliferi. Sebbene il comparto incida solo per lo 0,8% del valore aggiunto della SEL, esso registra un in- 115 Rapporto sullo stato dell’ambiente L’agricoltura rappresenta una delle attività aventi maggiore impatto sulle risorse idriche. Gli impatti sono determinati, in particolare, dall’utilizzo di fitofarmaci usati per difendere le colture da parassiti (soprattutto insetti ed acari) e patogeni (batteri, virus e funghi) e per controllare lo sviluppo di piante infestanti e garantire l’ottenimento di elevati standard di qualità dei prodotti agricoli. Uno degli indicatori più significativi per valutare la pressione esercitata dal settore agricolo sull’ambiente è il numero di aziende agricole presenti sul territorio in esame. In Val di Cornia sono presenti alla data 2003, ben 2.464 aziende agricole. La Superficie Agricola Totale (SAT) conta circa 23.090 ettari, mentre la Superficie Agricola Utilizzata (SAU) consta di 15.984 ettari (dato ricavato dal Rapporto sullo stato dell’ambiente Regione Toscana 2003). Nella Tab. 34 sono indicate le SAU relative alla Val di Cornia e alla Provincia di Livorno per gli anni 1990 e 2000. Consumi e inquinamento idrico 6.5.1 Agricoltura dice di specializzazione produttiva tre volte maggiore di quello regionale. Infatti, nel sistema locale sono censiti 2 siti minerari e 5 attività estrattive. Il settore trainante della Val di Cornia rimane comunque la -siderurgia, che rappresenta il 28,7% del valore aggiunto presentando l'indice di specializzazione produttiva più elevato della regione (14,9). La Val di Cornia oltre a registrare i più alti consumi energetici industriali, rispetto agli altri SEL della Provincia di Livorno, si posiziona al secondo posto per quanto riguarda la stima del fabbisogno idrico (2° Rapporto sullo stato dell’ambiente della Provincia di Livorno). Tab. 35. Censimento anni 1991 e 2001 (fonte: dato Istat - 8° Censimento Industria e Servizi 2001). Consumi e inquinamento idrico Industria Commercio Servizi Istituzioni Rapporto sullo stato dell’ambiente 116 Unità produttive 1991 Prov. Val di Livorno Cornia 4.179 802 8.962 1.483 8.799 1.302 1.705 403 Unità produttive 2001 Prov. Val di Livorno Cornia 4.531 946 8.643 1.390 9.650 1.787 1.397 414 Addetti 1991 Prov. Livorno 32.234 22.383 32.848 20.014 Val di Cornia 9.621 4.211 4.529 2.891 Addetti 2001 Prov. Val di Livorno Cornia 24.565 7.665 21.429 3.892 49.603 5.579 17.342 2.996 6.5.3 Insediamenti civili e Turismo In Val di Cornia sono presenti 137 strutture ricettive per complessivi 12.265 posti letto. Il movimento turistico è fortemente cresciuto negli ultimi anni. Si assiste ad un forte aumento delle presenze turistiche nei Comuni interni (Suvereto e Campiglia M.ma) ma anche del Comune di Piombino. La Val di Cornia sta assumendo sempre più una valenza turistica d’area. Le presenze turistiche nel 2001 sono state complessivamente 1.236.400 unità. Tali flussi determinano notevoli impatti sulla gestione delle risorse idriche, in particolare in termini di consumi e di scarichi, nonché sui rifiuti e sul consumo di territorio. Di seguito sono riportati i flussi dei movimenti turistici in Val di Cornia dal 1999 al 2003. Tab. 36. Movimenti turistici nei Comuni della Val di Cornia tra il 1999 e il 2003 (fonte: Regione Toscana, 2004). al 31/12/1999 Arrivi Presenze* Campiglia M.ma 9.150 67.728 Piombino 84.418 504.327 San Vincenzo 85.923 552.612 Sassetta 2.162 9.566 Suvereto 1.208 8.486 Val di Cornia 182.861 1.142.719 al 31/12/2000 Arrivi Presenze 9.159 68.238 88.147 476.358 88.118 585.185 2.435 12.399 2.094 13.733 189.953 1.155.913 Movimento turistico al 31/12/2001 al 31/12/2002 Arrivi Presenze Arrivi Presenze 11.442 88.553 11.780 89.843 86.487 531.984 89.845 520.035 58.664 561.251 67.838 530.555 3.162 14.384 3.610 13.171 2.711 20.266 2.331 15.658 162.466 1.216.438 175.404 1.169.262 al 31/12/2003 Arrivi Presenze 12.809 81.903 98.000 558.838 79.241 537.900 2.438 12.761 2.749 16.245 195.237 1.207.647 (*) si intende il prodotto degli arrivi per i relativi giorni di permanenza. Tab. 37. Strutture ricettive in Val di Cornia (fonte: Istat, 2001). Comune Totale Esercizi P. letto Campiglia M.ma 24 733 Piombino 36 5.904 San Vincenzo 44 5.486 Sassetta 6 138 Suvereto 15 252 TOTALI 125 12.513 N° 3 13 20 1 0 37 Alberghi P. letto camere 84 43 637 280 2.595 1.070 45 20 0 0 3.361 1.412 Campeggi e Villaggi N° P. letto 1 288 5 4.752 1 2.000 0 0 0 0 7 7.040 Alloggi privati Altri eserc. ricettivi N° P. letto N° P. letto 14 264 6 97 10 373 8 142 18 819 5 72 2 16 3 77 5 70 10 182 49 1.542 32 570 6.5.4 Determinanti consumi idrici Si tratta di primi elementi conoscitivi derivanti dall’elaborazione alfa-numerica e geografica dei dati elaborati a seguito di una prima informatizzazione dei dati derivanti dagli archivi della Regione Toscana e gestiti dal programma Visark, oltre che da una specifica informatizzazione dei dati cartacei (autodenunce di cui al D. Lgs. 275/93 e successive modificazioni ed integrazioni) operati dalla Provincia di Livorno con il supporto informatico dell’Agenzia Energetica della Provincia di Livorno. Sul territorio della Val di Cornia sono presenti circa 3.800 pozzi, quasi il 24% di quelli presenti nell’intera Provincia, con una media di circa 10 pozzi per Km2, che risulta comunque inferiore a quella provinciale. Il Comune di Campiglia M.ma ha però una densità di pozzi maggiore della media provinciale e insieme al Comune di Piombino rappresenta il 75% del totale dei pozzi della Val di Cornia. Tab. 38. Superficie, numero di pozzi e quantità di pozzi per superficie, divisi per Comune (fonte: Rapporto sulla qualità dei dati di provenienza visark - Studio Provincia di Livorno settore Difesa del Suolo, 2003). Comune Campiglia M.ma Piombino San Vincenzo Sassetta Suvereto Val di Cornia Provincia Superficie Km2 83,33 130,36 33,24 26,48 92,73 366,14 1.213,49 Pozzi/Km2 16,97 11,20 10,89 0,64 6,14 10,44 13,29 Numero di pozzi 1.414 1.460 362 17 569 3.822 16.125 Le azioni intraprese in risposta alle problematiche ambientali presenti nel territorio in esame, sono sintetizzate mediante i seguenti aspetti: ● Depurazione delle acque e controlli sugli scarichi ● Monitoraggio della qualità e quantità delle acque ● Monitoraggio del fenomeno di subsidenza ● Diffusione di pratiche sostenibili ● Risparmio, recupero e riciclaggio delle acque di falda ● Informazione e sensibilizzazione della popolazione 6.6.1 Depurazione delle acque e controlli sugli scarichi Sul territorio dei cinque Comuni della Val di Cornia sono presenti 21 impianti di depurazione pubblici (vedi Tab. 30). Il controllo delle acque reflue urbane depurate si basa sul rispetto di valori limite di parametri tabellari. In particolare è utilizzata la Tabella 1 del D. Lgs. 152/99 e succ. mod. che comprende 3 parametri caratteristici (COD, BOD5 e solidi sospesi), per valutare il buon funzionamento degli impianti di depurazione. Consumi e inquinamento idrico 6.6 Risposte Potenzialità impianto 2.000 – 10.0 00 in Abitanti Equivalenti Parametri (media giornaliera) Concentrazione % di riduzione BOD5 (senza nitrificazione) mg/l < 25 70-90 COD mg/l < 125 75 Solidi Sospesi mg/l < 35 90 >10.000 Concentrazione < 25 < 125 < 35 % di riduzione 80 75 90 Il controllo basato sui parametri della Tab. 39 può essere esercitato anche in collaborazione con il gestore. La Tabella 3 - All.5 del D.Lgs. 152/99 e successive modifiche comprende numerosi parametri che consentono di esercitare un controllo analitico più esteso; il rispetto della Tabella 3 è sottoposto al controllo della sola Autorità amministrativa tramite l’ARPAT. Il quadro di sintesi dei controlli è riportato nella Tab. 40. Rapporto sullo stato dell’ambiente 117 Tab. 39. Limiti di emissione per gli impianti di acque reflue urbane secondo la Tabella 1 del D. Lgs. 152/99. Tab. 40. Controlli scarichi acque reflue urbane depurate (fonte: Rapporto sullo stato dell’ambiente della Provincia di Livorno, dicembre 2003). Comune Campiglia M.ma Piombino Piombino San Vincenzo San Vincenzo Depuratore Venturina Ferriera Montegemoli La Valle Guardamare A.E. 53.000 50.000 2.000 18.000 20.000 Controlli Tab. 1 26* 23* 1 15* 15* controlli Tab. 3 3 4 1 3 3 non conformità 0 0 0 0 0 Corpo ricettore Fiume Cornia Mare Mare Torrente Mare (*) Controlli eseguiti dal gestore. Il controllo delle acque reflue industriali è riportato nella Tab. 41. A tal fine è utilizzata la Tabella 3 – All.5 del D.lgs. 152/99 e succ. mod.; il rispetto tabellare è sottoposto al controllo della sola Autorità amministrativa tramite l’ARPAT. Tab. 41. Controlli scarichi acque reflue industriali (fonte ARPAT 2003: Rapporto sullo stato dell’ambiente della Provincia di Livorno, dicembre 2003). Consumi e inquinamento idrico Comune Piombino Piombino Piombino Piombino Piombino Piombino Rapporto sullo stato dell’ambiente 118 Ditta Lucchini F. 1 Lucchini F. 2/3 Lucchini F. 5 Lucchini F. 6 Dalmine Magona controlli Tab. 3 3 3 3 3 3 3 non conformità 0 0 0 0 0 0 Corpo ricettore Mare Mare Mare Mare Mare Mare 6.6.2 Monitoraggio della qualità e quantità delle acque Il numero delle stazioni di campionamento delle acque superficiali, risultano essere solamente quelle relative alla L. 152/99 inerente la qualità delle acque. In Val di Cornia sono presenti 2 stazioni per il controllo delle acque superficiali e 12 stazioni per il controllo delle acque profonde. Per le acque superficiali i siti di controllo sono ubicati lungo il percorso del Fiume Cornia, in località Vivalda e località Rampa Merciai. Per le acque sotterranee i punti di controllo per il monitoraggio sono quelli elencati nella Tab. 42. Tab. 42. Elenco dei punti di prelievo per monitoraggio qualitativo delle acque sotterranee (fonte: ARPAT, Dip.Sub-Provinciale di Piombino, 2003). Codice Pnuovo P329 P330 P138 P097 Pnuovo P124 P335 P126 P140 P333 P134 N° Getas 570 381 380 376 153 150 155 327 578 371 591 898 Comune Campiglia M.ma Campiglia M.ma Campiglia M.ma Campiglia M.ma Piombino Piombino Piombino Piombino Piombino Suvereto Suvereto San Vincenzo Denominazione Pozzo Coltie 4 Amatello 1 Macchialta 4 Roviccione Pozzo 4 Franciana-pozzo 1 Franciana-pozzo 4 Il Salcio C Fiorentina Campo all'Olmo pozzo 8 Casetta di Cornia- pozzo 1 Vivalda-pozzo 3 Pozzo Casacce 2 Il monitoraggio quantitativo della falda sotterranea viene eseguito su 20 punti specifici (pozzi e piezometri) elencati in Tab. 43. Tab. 43. Elenco dei punti di prelievo per monitoraggio quantitativo delle acque sotterranee (fonte: ARPAT, Dip.Sub-Provinciale di Piombino, 2003). Comune Campiglia M.ma Campiglia M.ma Campiglia M.ma Campiglia M.ma Campiglia M.ma Campiglia M.ma Campiglia M.ma Campiglia M.ma Piombino Piombino Piombino Piombino Suvereto Suvereto Suvereto Suvereto Suvereto Suvereto Suvereto San Vincenzo Denominazione Banditelle-piez.49 S.Camilla Trafossi Corsi Federigo Lecceto Caldanelle (uff. idrografico) Amatello-piez.47 Macchialta piez.46 Campo all'Olmo piez.14 Franciana-piez.50 Cantoniera Fiorentina San Lorenzo-piez.10 Genio Civile- Casetta di Cornia Calzalunga-piez.9 Cordelle-piez.4 San Lorenzo (Forni)-piez.34 Casetta-piez.42 Vivalda-piez.37 La caduta 6.6.3 Monitoraggio del fenomeno di subsidenza Il fenomeno della subsidenza, come descritto nella sezione stato, si sta sempre più aggravando e ampliando. La Regione Toscana nel 2003, su progetto del Circondario della Val di Cornia ha finanziato un sistema di Monitoraggio a terra su capisaldi per l’intera pianura del Cornia, per uno sviluppo lineare pari ad oltre 60 Km. Nell’aprile del 2003 sono stati individuati i capisaldi e misurata la loro quota altimetrica rispetto al livello mare. Nel Aprile 2005 è prevista la seconda lettura mediante la quale sarà possibile avere il tasso di abbassamento del suolo “reale” e non simulato da modello. Tuttavia da una prima analisi condotta su due capisaldi ubicati lungo la S.S. n°1 Aurelia, e dei quali era conosciuto l’andamento temporale negli anni passati è possibile valutare un incremento dell’abbassamento del suolo come riportato in ⌧ Fig. 17. Si osserva come per entrambi i capisaldi, il Tasso di abbassamento del suolo nell’intervallo di tempo 1987-2003 per la zona di Bandinelle è circa 4 volte superiore a quello del periodo 1051-1987; lo stesso dicasi per il caposaldo della zona il Pescinone con un aumento pari a 5,5 volte per gli stessi periodi considerati. L’azione del Circondario della Val di Cornia per contrastare questo fenomeno ha indotto la Regione Toscana ad applicare un sistema di controllo degli emungimenti che evitasse ulteriori abbassamenti della piezometrica. Per tale motivo, la Regione Toscana, ottemperando ad un articolo della Legge 152/99, ha predisposto delle norme di salvaguardia che valgono esclusivamente in Val di Cornia e che impongono agli organi di controllo di monitorare la falda fino ad un valore stabilito. Superato tale valore scattano le misure di salvaguardia che obbiligano la chiusura temporanea di tutti i pozzi ad uso domestico, irriguo ed industriale per un convenuto intorno. Queste norme di salvaguardia sono stabilite dalla Delibera di Giunta Regionale n° 526 del 27 maggio 2002. Consumi e inquinamento idrico N° Getas 814 223 170 212 630 94 812 811 818 816 160 327 420 108 529 520 670 807 679 15 119 Rapporto sullo stato dell’ambiente Codice P096 P332 P331 P336 Pnuovo P100 P095 P098 Pnuovo P125 P334 P335 Pnuovo P099 P141 P136 P139 P135 P137 P337 Consumi e inquinamento idrico ⌧ Fig. 17. Fenomeno di subsidenza monitorato nei due capisaldi ubicati lungo la S.S. n° 1 Aurelia. Rapporto sullo stato dell’ambiente 120 6.6.4 Diffusione di pratiche sostenibili L’elevato deficit idrico medio annuo ha imposto l’avvio di politiche volte al risparmio ed al riuso della risorsa idrica. Il più significativo è senz’altro il cosiddetto Progetto Fenice. Si tratta del riutilizzo di acque dolci provenienti dal depuratore della Ferriera, che serve l’intera città di Piombino. Le acque depurate anziché essere gettate a mare sono recuperate e inviate all’utilizzo da parte della grande industria. Le potenzialità dell’impianto è di circa 4.000.000 m3 di acque depurate ogni anno. Nel 2002 sono state riconvertite all’uso industriale 1.570.329 m3 di acqua proveniente dal depuratore. I progetti "Tirreno" e "Fenice" sono due progetti ideati e realizzati da CIGRI SpA (oggi ASA SpA), con il contributo determinante della Lucchini Siderurgica SpA. Si avvalgono di finanziamenti della U.E. RESIDER II e FERS 2081 in aree a declino industriale Obbiettivo 2 e si realizzano nella città di Piombino. Il primo progetto (Tirreno) ha avuto come obiettivo quello di migliorare tutta la depurazione della città, ma soprattutto di fare convergere in un unico depuratore tutti gli scarichi urbani della città. Il depuratore esistente (denominato La Ferriera) e stato raddoppiato e migliorato per consentire una depurazione ottimale delle acque e quindi per dare in uscita acque che rispettano la normativa vigente. Contestualmente è stata smantellata la condotta sottomarina dei liquami presente nel quartiere di Salivoli. Il secondo progetto (Fenice) utilizza tutte le acque in uscita dal depuratore di Ferriere che dopo un ulteriore trattamento e sterilizzazione convoglia verso le acciaierie di Piombino dove vengono utilizzate per l’abbattimento fumi e spegnimento coke. Il volume di acqua complessivamente trattato è di 4 Mm3/anno che, in fase di regime, sarà totalmente assorbito dal processo industriale. L’acqua depurata si trasformerà quindi totalmente in vapore e questo uso fa di Piombino la prima città che non produce reflui liquidi e quindi la prima città marittima del mediterraneo che non inquina il mare. La Lucchini Siderurgica in fase di regime ridurrà di pari volume l’emungimento dai pozzi profondi; in questo modo le falde idriche profonde inizieranno un processo di risanamento e sarà consentito un miglioramento qualitativo anche delle acque emunte per scopi potabili. I progetti hanno ricevuto il Premio Enea 2000 per l'Ambiente, per la categoria Nuove Tecnologie, nella sezione Pubbliche Amministrazioni. Il Premio ENEA "Sviluppo Sostenibile" è stato istituito dall'ENEA, Ente per le Nuove Tecnologie, l'Energia e l'Ambiente, con lo scopo di promuovere le realizzazioni, le opere, le ricerche, i progetti e le esperienze che consentano di coniugare indici positivi di crescita del Paese con il rispetto delle risorse energetiche ed ambientali, con i principi di equità e di qualità globale della vita. Di particolare nota quale esempio pratico di risparmio idrico è il progetto di animazione rurale, Azione 3.1 del Piano Provinciale di Sviluppo Agricolo della provincia di Livorno, sul “Miglioramento dell’efficienza irrigua e tutela della risorsa idrica” presentato e aggiudicato alla CIA Servizi Livorno. Il progetto è stato attuato nel corso del 2004 in collaborazione con Impresa Verde Livorno srl ed E. R. A. T. A. . Il supporto scientifico del progetto è stato fornito da vari Dipartimenti dell’Università di Pisa. L’azione è il proseguimento e l’ampliamento di un progetto attuato l’anno precedente sugli stessi temi. Nei due anni di attuazione si sono portati a termine un’indagine sugli impianti d’irrigazione a goccia in 74 aziende orticole, la redazione di tre opuscoli divulgativi, la messa a punto di un database per la raccolta dei dati sugli impianti irrigui. Si sono tenuti inoltre incontri tecnici con gli agricoltori sul tema dell’efficienza irrigua e una visita ad un campo dimostrativo di materiale per l’irrigazione. L’indagine è stata attuata mediante interviste effettuate nelle aziende agricole durante le quali, con l’ausilio di un software specifico, è stato possibile valutare l’efficienza di distribuzione dell’acqua irrigua. Il software ha permesso inoltre di fornire alle aziende dei suggerimenti specifici per il miglioramento della distribuzione dell’acqua ottenendo sia un risparmio idrico che energetico. Sebbene la situazione riscontrata sull’uniformità di distribuzione dell’acqua possa essere considerata accettabile i suggerimenti forniti hanno consentito di risparmiare complessivamente un volume idrico di 31600 metri cubi per ogni stagione irrigua, questa quantità di acqua è pari al consumo idrico annuo per uso domestico di 450 persone. Utilizzo Acciaierie Lucchini Magona d’Italia SOL Totale industria Agricoltura Agricoltura Totale agricoltura Totale Impianto Fenice Fossa Calda Campo all’Olmo Fossa Calda Biserno Volumi d’acqua 1.224.330 m3 305.490 m3 535.000 m3 2.064.820 m3 100.000 m3 48.500 m3 148.500 m3 2.213.320 m3 6.6.6 Informazione e sensibilizzazione della popolazione Da alcuni anni oramai il Circondario impone ai singoli Comuni di emettere Ordinanze volte al risparmio idrico. A partire dai mesi di aprile/maggio di ogni anno sono attive ordinanze che vietano l’innaffiamento dei giardini, il lavaggio delle auto, e tutti quegli utilizzi che non rientrano nella classificazione di igiene pubblica. 121 Rapporto sullo stato dell’ambiente Tab. 44. Risparmio di acqua di falda, 2002 (fonte: Analisi energetica relativa al Circondario della Val di Cornia, Università di Firenze, 2004). Consumi e inquinamento idrico 6.6.5 Risparmio, Recupero e Riciclaggio delle acque di falda La scarsità della risorsa idrica in Val di Cornia perdura oramai da oltre un decennio. Per tale motivo, sono molte gli interventi specie nel comparto industriale ed agricolo volti a riciclare le acque dolci, o ad utilizzare le acque superficiali. La Tab. 45 mostra i vari interventi ed i volumi d’acqua risparmiata, cioè non prelevata dal sottosuolo. Da rilevare che le potenzialità del progetto Fenice permettono di fornire circa 4 milioni di m3 d’acqua riciclata ogni anno mentre l’utilizzo reale da parte dell’industria si aggira intorno ad poco più di un quarto delle potenzialità reali. La Tab. 45 mette bene in risalto le modalità di risparmio che determinano il riuso di oltre 2 milioni di m3 ogni anno. Per la Val di Cornia è possibile asserire che gran parte dei sistemi virtuosi sono stati messi in atto e che è opportuno iniziare a ridurre i consumi in ognuno dei tre principali comparti, industriale agricolo e potabile. Rapporto sullo stato dell’ambiente 122 Aspetto Biodiversità D/P Disp. Val. S/R Dati Stock S +++ Val. trend ☺ Paesaggio S +++ ☺ ☺ Paesaggio urbano S + ?? ?? Patrimonio boschivo S + ☺ ?? Uso del suolo P + ?? ?? Superficie agricola totale SAT P ++ ☺ ?? Aree edificate P ++ Infrastrutture P ++ ☺ ?? Incendi boschivi Pressione venatoria P P ++ ++ ?? ☺ Agricoltura D ++ ?? Attività agro-forestale Attività infrastrutturali Protezione della natura D D R ++ ++ +++ ☺ ☺ ?? ☺ Attività di pianificazione e vincoli R +++ ☺ Prevenzione/presidio R +++ Risanamento R +++ ☺ ☺ Sensibilizzazione ed educazione ambientale R ++ ☺ ?? Obiettivo 7 Fornire il quadro dello “stato di salute” delle specie animali e vegetali per evidenziare quelle potenzialmente inseribili nelle liste di attenzione Evidenziare la caratterizzazione paesistica del territorio con particolare riferimento ai paesaggi rurali e naturali. Valutare la dotazione di aree verdi e di patrimonio architettonico-culturale dei centri urbani. Valutare l’estensione della componente boscata del territorio e le variazioni areali nonché lo stato di salute dei boschi presenti Identificare le categorie di uso del suolo maggiormente impattanti in termini di perdita di biodiversità e di degrado del paesaggio. Diminuire lo sfruttamento della risorsa. Incentivare le coltivazioni di alto valore naturale. Stimare l’impatto delle diverse tipologie di aree artificiali. Valutare l’entità dello sviluppo della rete principale di comunicazione presente all’interno delle aree protette o in prossimità di aree di valore paesaggistico. Prevenire e mitigare il rischio di incendi boschivi. Valutare il livello di pressione indotto dall’attività venatoria. Identificare le attività agricole a maggior impatto sull’ambiente. Valutare la consistenza e tipologia di attività forestali. Stimare l’impatto dell’attività urbanizzativa Promuovere l’identificazione di specie animali e vegetali protette, nonché l’estensione di aree protette e la conservazione degli habitat naturali. Valutare la consistenza del territorio soggetto a tutela. Promuovere pratiche sostenibili di gestione del territorio e incrementare eventi di promozione della cultura locale. Favorire lo sviluppo economico delle aree protette e l’attivazione di pratiche sostenibili (ad esempio, riforestazioni, conversione biologica dell’agricoltura). Incrementare gli interventi per la conservazione e la valorizzazione delle aree e dei beni di valore ambientale e paesaggistico. Diffondere la conoscenza del patrimonio naturalistico e paesaggistico del territorio. 7.2 Descrizione del tema Per quanto riguarda il contesto normativo inerente a questo tema, si sottolinea che a livello nazionale la principale norma di riferimento è il D.P.R. n°357/1997, modificato con D.P.R. n°120/2003 di recepimento della Direttiva 92/43/CEE (Habitat) ed assegnazione alle Regioni dell’obbligo di adottare adeguate misure di conservazione e tutela degli habitat naturali e degli habitat di specie presenti nei siti proposti dalla direttiva stessa come siti di importanza comunitaria e delle zone di protezione speciale (ZPS) ai sensi della Direttiva 79/409/CEE. Natura e paesaggio 7.1 Introduzione al tema 123 Rapporto sullo stato dell’ambiente 7 Natura e paesaggio La Deliberazione del Consiglio Regionale del 21 gennaio 2004 definisce gli aspetti relativi alla perimetrazione dei siti di importanza regionale e designazione di zone di protezione speciale in attuazione delle Direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE. In Toscana si hanno 156 SIR per una superficie totale all’interno della Regione di 312.241 ettari, in relazione alle quali la Val di Cornia è interessata con 3 SIR per un totale di 1816,6 ettari. Stato All’interno del territorio della Val di Cornia sono presenti due aree protette provinciali, tra cui la riserva naturale Orti-Bottagone. Quest’ultima rappresenta l’ultima traccia di un ambiente caratterizzato da palude salmastra a salicornia e canneto d’acqua dolce, tipico della zona agli inizi del secolo scorso. Inoltre vi sono 4 ANPIL, 5 aree naturali tutelate a livello locale di varia tipologia (naturalistici, archeologici e minerari) La varietà degli ambienti favorisce la presenza di molteplici specie vegetali e animali, in particolar modo di uccelli. Dall’analisi sullo stato di salute della flora e della fauna è emerso che vi sono 17 specie in pericolo, 3 delle quali in maniera più grave. Pressioni Come misura dell’impatto di attività antropiche sul paesaggio si considera la ripartizione della Superficie Agricola Totale. L’analisi evidenzia che i boschi e le aree a pascolo naturale, considerati paesaggi di alto valore naturale, costituiscono circa il 27% della SAT. Per quanto riguarda la superficie complessiva artificializzata nel decennio che va dal 1991 al 2001 si è assistito ad un incremento minimo, collegato allo sviluppo degli insediamenti turistico-ricettivi. Il paesaggio risulta in alcuni casi “violentato” dall’elevarsi di grandi tralicci, dovuti alla presenza di centrali per la produzione di energia, che creano un importante impatto visuale, soprattutto nel Comune di Piombino. Un problema grave della zona sono gli incendi boschivi: la percentuale di superficie percorsa da incendi è 43 volte quella relativa al dato regionale. Natura e paesaggio Determinanti Per la Val di Cornia, le attività antropiche fonti di pressione sull’ambiente si riassumono nell’agricoltura e nelle attività agro-forestali. Per l’agricoltura è interessante evidenziare che circa ili 70% della superficie disponibile viene realmente utilizzata per questa attività. Nell’ambito delle attività agro-forestali in particolare si è voluta stimare l’incidenza delle coltivazioni legnose. Dalle analisi si è potuto valutare che più della metà della superficie agricola complessiva, sfruttata dalle aziende agro-forestali, viene utilizzata per la coltivazione dell’olivo. Risposte Nel complesso le azioni avviate per la tutela della natura e della biodiversità appaiono soddisfacenti. Le aree protette coprono percentuali consistenti del territorio della Val di Cornia. L’istituzione dell’organo di gestione delle aree protette è abbastanza recente ed è da considerarsi in fase di evoluzione: l’intento è quello di creare una gestione coordinata del sistema dei parchi della Val di Cornia. Per quanto riguarda la tutela e la valorizzazione delle risorse naturali si ha che più del 20% del territorio della Val di Corna è soggetto a vincolo paesaggistico, provvedimento questo che rappresenta un efficace baluardo anche contro gli abusi edilizi. Sul fronte dell’agricoltura si rileva uno sviluppo ancora troppo limitato nell’adozione di tecniche di produzione a basso impatto ambientale e/o biologiche. Rapporto sullo stato dell’ambiente 124 7.3 Stato Lo stato della natura nel territorio della Val di Cornia viene presentato mediante i seguenti aspetti: ● Biodiversità ● Paesaggio ● Paesaggio urbano 7.3.1 Biodiversità Per descrivere lo stato e le tendenze evolutive della biodiversità sul territorio della Val di Cornia è stato individuato un set minimo d’indicatori: ● specie animali minacciate/estinte; ● specie ornitiche sensibili; ● specie vegetali minacciate. 125 Rapporto sullo stato dell’ambiente L’analisi delle specie animali e vegetali minacciate è stata effettuata consultando la banca dati Re.Na.To. (Repertorio Naturalistico Toscano) da cui è possibile rilevare l’elenco delle specie animali e vegetali che sono state giudicate rilevanti (ad esempio, rare, di interesse biogeografico, ecc.), e quindi inserite in “liste di attenzione”. Al 2000 le specie inserite nelle liste di attenzione risultano 94, suddivise nel modo seguente (Status in Toscana): 3 specie in pericolo critico (di cui 1 estinta): ● 1 specie di rettile, la tartaruga comune; ● 1 specie di uccelli (estinta) ● 1 specie di flora. 14 specie in pericolo: ● 1 specie di mammifero ● 1 specie di rettile, la tartaruga liuto; ● 11 specie di uccelli, tra cui il falco di palude, l’albanella minore e il gabbiano corso; ● 1 specie di flora. 36 specie vulnerabili: ● 6 specie di insetti; ● 3 specie di mammiferi; ● 2 specie di molluschi; ● 1 specie di pesce; ● 3 specie di rettili, tra cui la testuggine d’acqua e la testuggine di Hermann; ● 13 specie di uccelli, tra cui l’airone rosso, la quaglia ed il passero solitario; ● 8 specie di flora, tra cui la lenticchia selvatica. 8 specie prossime alla minaccia: ● 8 specie di uccelli. 33 specie comprese tra a più basso rischio, minima preoccupazione, non valutato/valutabile, carenze di informazioni: ● 2 anfibi, il rospo smeraldino e il tritone crestato italiano; ● 4 specie di insetti; ● 2 specie di mammiferi, due pipistrelli; ● 7 specie di molluschi; ● 1 specie di pesce, la rovella; ● 2 specie di rettili, la testuggine d’acqua e la testuggine di Hermann; ● 7 specie di uccelli, tra cui l’airone rosso, la quaglia ed il passero solitario; ● 1 specie di flora, la lenticchia selvatica. Natura e paesaggio La biodiversità Per biodiversità si intende l'insieme dei geni, delle popolazioni, delle specie, delle comunità e degli ecosistemi. La biodiversità rappresenta una misura della varietà di specie animali e vegetali presenti nella biosfera, ed è il risultato di lunghi processi evolutivi. La biodiversità si può considerare almeno su tre livelli diversi: ● a livello di geni in una specie (o popolazione), ad esempio, il colore degli occhi e dei capelli dell'uomo, il colore del pelo dei gatti; o a livello di specie, ad esempio, la varietà di specie di farfalle o il numero di fiori diversi che possono essere trovati in un campo; o a livello di ecosistemi, ad esempio,la varietà di ambienti in una determinata area naturale. In particolare, l’ecosistema è costituito dall’insieme di tutti gli esseri viventi di un determinato ambiente fisico e delle relazioni che intercorrono sia tra loro che tra loro e l’ambiente fisico. Ciò vuol dire che un ecosistema comprende una parte inanimata detta “biotopo” in cui vive e con cui interagisce un complesso di organismi detto “biocenosi”. La biodiversità assicura la vita del nostro pianeta. La sua conservazione deve essere perseguita senza limiti e trasmessa alle generazioni future. Tab. 1. Specie minacciate presenti nella Val di Cornia (fonte: elaborazione su base banca dati Re.Na.To.). Comune Campiglia M.ma Piombino San Vincenzo Sassetta Suvereto Totale “Liste di Attenzione” Anfibi Crostacei 0 0 2 0 0 0 0 0 0 0 2 0 Insetti Mammiferi Molluschi 5 3 8 5 2 2 4 1 7 1 1 5 3 1 8 10 6 9 Pesci 1 1 1 2 Rettili 4 5 4 2 4 7 Uccelli 29 45 19 14 18 47 Vegetali 3 7 4 0 4 11 Tot 52 69 39 24 39 N.B. Il totale delle liste di attenzione è minore della somma delle specie presenti nei singoli Comuni , in quanto una stessa specie può essere presente in più Comuni e pertanto non deve essere contata più volte (Es.: il gruppo dei Pesci è composto da un totale di 2 specie, distribuite però su 3 Comuni, in quanto 1 è presente sia a Sassetta che a Suvereto e 1 è presente solo a Piombino). La Val di Cornia comprende una moltitudine di ambienti che favoriscono la presenza di un notevole numero di specie di uccelli. Si passa dai vasti arenili alle fasce retrodunali, ai boschi di macchia mediterranea e anche alle zone umide. Proprio in queste ultime si possono contare per ovvi motivi il maggior numero di specie di uccelli, in ogni periodo dell’anno. Situata proprio al centro della Val di Cornia l’Oasi WWF Orti-Bottagone garantisce la tutela di quello che cento anni fa era l’ambiente dominante di questa zona, ovvero, palude salmastra a salicornia e canneto d’acqua dolce. Oggi dei due ambienti rimangono complessivamente circa cento ettari o poco più. Ebbene soltanto in questa esigua porzione di territorio sono state contate negli anni 207 specie di uccelli, più di un terzo delle specie presenti nell’intero Paleartico occidentale. Nel box di approfondimento 1 a fine capitolo, si riporta la Check-list degli uccelli della Riserva Naturale Oasi WWF Palude Orti-Bottagone a cura di Paolo Maria Politi con la collaborazione di Stefano Benucci aggiornamento al 3.11.2004. Invece, nel box di approfondimento 2 vengono fornite delle informazioni naturalistiche sempre relative alla Palude ed al Parco Interprovinciale di Montioni. Natura e paesaggio 7.3.2 Paesaggio Rapporto sullo stato dell’ambiente 126 Un’importante dimensione dell’ambiente da considerare nell’analisi di un territorio è il paesaggio. Esso corrisponde alla parte visibile di un determinato ambiente ed è costituito dalle caratteristiche fisiche, biologiche ed antropiche che coesistono in una porzione di territorio. La conservazione del paesaggio aiuta a proteggere le specie ed il loro ambiente, contribuendo alla salvaguardia della ricchezza e diversità del paesaggio stesso. Il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42), definisce all’art. 136 il concetto normativo di Paesaggio, come segue: a) le cose immobili che hanno cospicui caratteri di bellezza naturale o di singolarità geologica; b) le ville, i giardini e i parchi […]che si distinguono per la loro non comune bellezza, c) i complessi di cose immobili che compongono un caratteristico aspetto avente valore estetico e tradizionale; d) le bellezze panoramiche considerate come quadri e così pure quei punti di vista o di belvedere, accessibili al pubblico, dai quali si goda lo spettacolo di quelle bellezze. Situata nella Toscana centro occidentale, la Val di Cornia, in provincia di Livorno, è un territorio che si sviluppa dalle propaggini delle Colline Metallifere alla pianura costiera. Questa terra, in larga parte sottratta agli stagni ed alle paludi che caratterizzavano i suoi litorali fino al secolo scorso, rappresenta oggi uno straordinario patrimonio di testimonianze ambientali e culturali. Il polo industriale di Piombino pur determinando una vasta alterazione del paesaggio naturale è stato per oltre un secolo l’unico luogo in cui si sono effettuate trasformazioni antropiche di una certo rilievo. Ciò ha permesso di mantenere il resto del territorio quasi ovunque intatto, lasciando pressoché inalterati i caratteri salienti del paesaggio della maremma toscana. Negli ultimi 20 anni però, lo sviluppo di aree artigianali diffuse e sparse a raggiera intorno ai nuclei urbani principali (Piombino e Venturina in particolare) ed il proliferare di strutture turistico-ricettive sia sulla costa che nelle campagne, hanno di fatto mutato irreversibilmente il paesaggio. La sua superficie complessiva è di 366 Km2, all’interno dei quali sono state individuate le aree di 5 parchi naturalistici ed archeologici che ricadono all’interno di ANPIL o aree tutelate a livello comunale. Questi parchi, di seguito elencati, sono a diretta gestione della Parchi Val di Cornia SpA, Società mista a prevalente capitale pubblico: ● Parco archeologico di Baratti-Populonia (Piombino); ● Parco costiero della Sterpaia (Piombino); ● Parco archeominerario di San Silvestro (Campiglia Marittima); ● Parco costiero di Rimigliano (San Vincenzo); ● Parco forestale di Poggio Neri (Sassetta). Oltre a questi 5 parchi sono presenti in Val di Cornia due aree protette provinciali definite ai sensi della LR 49/95: ● Parco naturalistico Interprovinciale di Montioni (Suvereto, Piombino, Campiglia Marittima, Follonica e Massa M.ma – Province di Livorno e Grosseto); ● Riserva Naturale Orti-Bottagone. Di queste due ultime aree protette, la Provincia di Livorno nell’aprile 2004 ha adottato i relativi Piani di Gestione e Regolamento. La Riserva Naturale Orti-Bottagone è l'ultima testimonianza del comprensorio palustre della Val di Cornia che sino al 1832 si estendeva per circa 1.500 ettari. Presenta una palude salmastra a Salicornieto (Orti) ed una palude d'acqua dolce a Canneto (Bottagone). La Regione Toscana, su proposta della Provincia di Livorno, mediante Delib. di Giunta n° 231 del 15 Marzo 2004 ha approvato, la richiesta di riconoscimento della Riserva Naturale Orti-Bottagone, insieme ad altri 6 siti regionali, quale zona umida d’importanza Internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar per una superficie pari a 151 ha. Ospita numerosissime specie di uccelli tra i quali il Falco di palude, il Cavaliere d'Italia, l’Airone rosso, tutti nidificanti oltre al Fenicottero rosa, l'Airone bianco maggiore, la Garzetta, l’Airone cenerino, l'Avocetta e il Falco pescatore presenti nel corso dell'anno. L’oasi è strutturata con sentiero natura e due osservatori naturalistici. Campiglia Marittima Il territorio comunale si articola nella Valle del Cornia tra collina e pianura, affacciandosi sulla fascia costiera che va dal Golfo di Follonica al litorale di San Vincenzo. Dalle colline campigliesi, inserite nel percorso della Strada del Vino Costa degli Etruschi, si gode di un suggestivo panorama sull’ Arcipelago Toscano e sul nord della Corsica. Sono presenti suggestive testimonianze della civiltà etrusca, di quella romana e medievale, come i Forni fusori di Val Fucinaia, che risalgono al VII-VIII secolo a.C., ed il Parco Archeo-Minerario di San Silvestro, splendido museo a cielo aperto. Venturina dista 5 Km dal capoluogo, al quale è collegata dalla strada provinciale costeggiata da colline terrazzate con coltivazioni di olivi secolari. Le due realtà sono già inserite in un progetto di Parco termale che, insieme con la valorizzazione del centro cittadino e con una fitta presenza di aree verdi (Parco Urbano e Lago del Molino) definirà presto l’identità di Venturina quale centro perfettamente integrato nel quadro del futuro sviluppo della vallata. Piombino Piombino, situata sull'etremità meridionale dell'omonimo promontorio, è una città di mare dalle antichissime origini classiche e medievali, ereditate da Populonia, patria etrusca della metallurgia, e dalla repubblica marinara di Pisa. La parte più antica della Città di Piombino, una volta capitale del Principato, conserva numerose testimonianze artistiche del suo passato. I monumenti più significativi: il Torrione, il Rivellino, il Castello, le Chiese della Misericordia e di Sant'Antimo, la Chiesina di Cittadella, la Casa delle Bifore, le Fonti di Marina, sono databili tra il 1200 e il 1500 Qui è presente anche un’importante zona umida, riserva naturale provinciale, che si estende per circa 109 ettari. L'oasi è l'ultima testimonianza del comprensorio palustre della Val di Cornia che sino al 1832 127 Rapporto sullo stato dell’ambiente I Comuni della Val di Cornia Natura e paesaggio La Convenzione di Ramsar sulle zone umide La Convenzione di Ramsar, riconoscendo l’importanza delle zone umide, soprattutto come habitat degli uccelli acquatici e delle specie migratrici non menzionate nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE, detta i principi per la designazione delle zone idonee ad essere inserite nell’elenco delle zone umide di importanza internazionale. Ciascuno Stato che recepisce la convenzione (parte contraente) deve, al momento della firma, designare almeno una zona umida da inserire nell’Elenco. Ciascuna parte contraente per favorire la tutela delle zone umide e degli uccelli acquatici crea delle riserve naturali nelle zone umide, tenta di aumentare il numero degli uccelli acquatici e incoraggia la ricerca, gli scambi di dati e le pubblicazioni. si estendeva per circa 1.500 ettari. Presenta una palude salmastra a Salicornieto (Orti) ed una palude d'acqua dolce a Canneto (Bottagone). Ospita numerosissime specie di uccelli tra i Quali il Falco di palude, il Cavaliere d'Italia, l'Airone rosso, tutti nidificanti oltre al Fenicottero rosa, l'Airone bianco maggiore, la Garzetta, l'Airone cenerino, l'Avocetta e il Falco pescatore presenti nel corso dell'anno. Piombino ha un’estensione di coste balneari di 31,5 Km, di cui 22 Km sabbiose e 9,5 rocciose. San Vincenzo Il litorale di San Vincenzo è caratterizzato da spiagge profonde di sabbia chiara e finissima. La pineta, protesa fino al mare, è folta ed ombrosa. Abitata in epoca antichissima, poi insediamento etrusco e romano conserva numerose presenze archeologiche, come testimonia il Parco Archeologico di Baratti e Populonia. Una natura intatta e protetta caratterizza il Parco Naturale di Rimigliano, oasi floro-faunistica situata direttamente sul mare. Sull'arenile, tra San Vincenzo ed il Golfo di Baratti, fiorisce il giglio di mare e le dune sabbiose sono ricoperte dai ginepri, dal mirto e dal lentisco; boschi di lecci e sugheri e la folta pineta lambiscono la spiaggia di sabbia finissima. Sassetta Antico borgo medioevale costruito sulla roccia e sviluppato intorno al castello e alla chiesa di Sant'Andrea, è circondata da boschi di castagni e lecci. Antico castello medievale, conserva testimonianze del suo passato, tra le quali, una fonte battesimale romanica, una Madonna su tavola risalente al 1400, un crocifisso reliquario in cristallo di rocca (XV-XVI sec.) ed altre pitture che si trovano nell’antica chiesa di Sant’Andrea Apostolo. Boschi di castagni e di macchia mediterranea, ricchi di fauna, ricoprono un paesaggio collinare, dal quale traspaiono calcari di colore rosso. Nel Museo del bosco, suggestivo percorso tematico, viene rappresentata la vita quotidiana e mestieri come quello dei raccoglitori di castagne e quello, un tempo tipico, dei carbonai. Il Parco forestale di Poggio Neri, di struggente bellezza, è un'oasi naturale incontaminata. Nella campagna circostante sorgono strutture ricettive, agriturismi, poderi ed aziende agricole. Natura e paesaggio Suvereto È un suggestivo borgo medievale con antiche strutture architettoniche, incastonato sulle pendici delle colline che dominano il mare e la Costa degli Etruschi, nella verde vallata attraversata dal Cornia. Folti boschi di sugheri, castagni, querce e la macchia mediterranea scendono fino al mare. La campagna caratterizzata da importanti tradizioni agricole, ricca di viti e di olivi secolari, è attraversata dalla Strada del Vino. Al centro di una vasta area ricoperta dalla macchia mediterranea e dalle foreste di lecci e cerri, il Parco Naturale di Montioni appare come un'isola di verdi colline che si estende per oltre 5.000 ettari di superficie, dove sono presenti anche importanti reperti archeologici e storici. Il Parco, che fa parte del noto sistema dei Parchi della Val di Cornia, racchiude un affascinante patrimonio naturalistico, popolato da numerose specie di uccelli e da una ricca fauna costituita da cinghiali, caprioli, daini e istrici. Rapporto sullo stato dell’ambiente 128 7.3.3 Paesaggio urbano Per la descrizione del paesaggio urbano della Val di Cornia è stato individuato un set minimo d’indicatori, in grado di descrivere la qualità ambientale dei centri abitati: quantità di aree verdi attrezzate per cittadino, ed i m2 di aree verde per abitante. Tali indicatori sono stati ricavati solo per i Comuni di Piombino e Campiglia M.ma. Tab. 2. Stima degli indicatori per la descrizione del paesaggio. Comune Campiglia M.ma Piombino Superf. Aree verdi 68.211 m2 403.250 m2 m2/ab di aree verdi 5,40 m2/ab 11,68 m2/ab Fonte “Il Comune”, Anno XXIV n° 207 Nov-Dic. 2003 “Piombino Oggi” 1995-2004 7.3.4 Patrimonio boschivo In Val di Cornia la superficie boscata segue grossolanamente l’andamento morfologico del territorio. I boschi infatti sono localizzati, con sistema di continuità, nella cornice collinare della Val di Cornia che di fatto delimita la pianura alluvionale e che corrisponde al confine nord- ovest, est e sud-est. A partire dai boschi di macchia mediterranea posti ad est di San Vincenzo si raggiungono i boschi di castagni caratteristici della zona di Sassetta sino a raggiungere il vasto e variegato bosco di Montioni. Di particolare importanza naturalistica rivestono poi il bosco di macchia mediterranea che caratterizza l’intero promontorio di Piombino, la vasta pineta di Rimigliano ed il bosco planiziale della Sterpaia. Nella Tab. 4 si riportano le superfici boscate per ogni comune della Val di Cornia ed il valore percentuale sul totale di superficie comunale. Tab. 3. Superfici boscate (fonte: Uff. urbanistica comprensoriale del Circondario Val di Cornia). Comune Campiglia M.ma Piombino San Vincenzo Sassetta Suvereto VAL DI CORNIA Superficie boscata Km2 14,5 33,8 10,7 21,5 46,6 127,1 Sup.Boscata/ Sup.Comune % 17,3 26,0 32,0 82,0 50,6 34,8 Un’ulteriore informazione riguardo alle foreste presenti nella Val di Cornia può essere data dalla superficie forestale nelle aziende agricole (dati rilevati dal V Censimento generale dell’Agricoltura). Nella Val di Cornia le aree boscate comprese in queste aziende ammontano a 5.029 ettari, valore corrispondente al 21,8% della superficie aziendale totale, contro un valore provinciale di 34,1%. La parte più consistente della superficie boscata presente nelle aziende è coperta da foreste cedue, sia semplici che composte (17,2%) e in misura minore da vegetazione di macchia mediterranea; valori sostanzialmente simili a quelli provinciali. Del tutto trascurabile è la quota di bosco destinata all'arboricoltura. Ettari Prov. Livorno 15,5 67,3 82,9 930,3 87,0 1.531,3 9.373,2 5.098,7 5.560,3 22.580,8 % sup. aziendale tot. Val di Cornia 0,0 0,1 0,1 0,7 0,3 0,4 8,5 8,7 3,2 21,8 % sup. aziendale tot. Provincia Livorno 0,0 0,1 0,1 1,4 0,1 2,3 14,2 7,7 8,4 34,1 Le funzioni svolte dai boschi I boschi costituiscono una risorsa naturale di fondamentale importanza per il territorio e per l’uomo che lo abita e che, con le sue attività, ne determina la trasformazione. I boschi sono chiamati a svolgere funzioni tradizionalmente consolidate (produzione di legname e protezione idrogeologica) e altre la cui importanza è andata aumentando, o è apparsa particolarmente evidente, negli ultimi decenni: fruizione turistico-ricreativa, ruolo igienico sanitario, paesaggio, conservazione della biodiversità, ecc. La capacità degli ecosistemi forestali di sostenere tali funzioni, e contemporaneamente di auto-mantenersi, è vincolata alle caratteristiche degli stessi. Appare dunque evidente come tali funzioni possano essere svolte al meglio solo da popolamenti in condizioni ottimali, caratterizzati, cioè, da un determinato stato quali-quantitativo duraturo nel tempo. La stabilità ecologica dei popolamenti è garantita nella misura in cui su questi agiscono fattori perturbanti con intensità ritenuta compatibile oppure, in caso contrario, l’uomo è in grado di intervenire per fronteggiare situazioni capaci di comprometterne la funzionalità. 7.4 Pressioni La descrizione delle pressioni esercitate sull’ambiente, in particolare sulla natura, e associate alle attività umane è stata realizzata mediante l’utilizzo dei seguenti aspetti: ● Uso del suolo 129 Rapporto sullo stato dell’ambiente Ettari Val di Cornia Pioppeti 2,6 Altra arboricoltura 16,5 TOTALE ARBORICOLTURA 19,1 Conifere 167,5 Latifoglie 58,5 Miste 91,9 Cedui semplici 1.955,8 Cedui composti 2.008,6 Macchia mediterranea 746,7 TOTALE BOSCHI 5.029,0 Natura e paesaggio Tab. 4. Superficie boscata nelle aziende agricole del Circondario della Val di Cornia e della Provincia di Livorno (fonte: Elaborazioni su dati V Censimento generale agricoltura 2000). ● Superficie agricola totale SAT ● Aree edificate ● Infrastrutture ● Incendi boschivi ● Pressione venatoria 7.4.1 Uso del suolo In generale il territorio della Val di Cornia presenta un elevato grado di antropizzazione, ove ai valori massimi riscontrabili nelle aree urbanizzate e/o industriali situate sulla costa, si associano medi o elevati valori di antropizzazione legati alle trasformazioni agricole intensive dell’entroterra. Il consumo di territorio e le trasformazioni nell’uso del suolo sono risultate particolarmente intense dal dopoguerra ad oggi e particolarmente concentrate sulla costa di Piombino, ove allo sviluppo delle aree industriali si sono affiancate le storiche attività di bonifica. In tale contesto il dato più recente è quello dell’uso del suolo agli anni 1993/95, da cui risulta che su 111.986 ettari costituenti la superficie provinciale (con esclusione dell’Isola di Capraia) 10.947,67 ettari c.a. (elab. ufficio P.T.C.) sono costituiti da insediamenti e da aree produttive, con una percentuale di circa il 10% e un consumo pro-capite di mq 326 per abitante. Non è stato possibile descrivere in modo ottimale l’uso del suolo nella Val di Cornia, in quanto non si dispone di una caratterizzazione paesistica basata sulle categorie CORINE Land Cover1 a scala comunale. Gli aspetti di seguito riportati ed i relativi indicatori potranno comunque fornire un quadro abbastanza esauriente dell’uso del suolo in Val di Cornia. 7.4.2 Superficie agricola totale SAT Sulla base dell’analisi della ripartizione della SAT è possibile stimare i sistemi agrari con maggiore o minore grado di artificialità, dove s’intendono per sistemi ad elevata artificialità i seminativi, le risaie, i vigneti, i frutteti ed i frutteti minori, cioè quelle colture che richiedono un input di prodotti chimici in misura sostenuta per ristabilire la fertilità del suolo, combattere le infestanti e proteggere le coltivazioni dagli agenti patogeni. Al contrario, i boschi (di latifoglie, di conifere, misti) e le aree a pascolo naturale possono essere considerati sistemi ad elevata naturalità. Nel caso delle attività agricole è opportuno distinguere quelle convenzionali da quelle biologiche. Natura e paesaggio ⌧ Fig. 1. Ripartizione della SAT nei Comuni della Val di Cornia (fonte: elaborazioni su dati ISTAT 2000). Rapporto sullo stato dell’ambiente 130 Dal grafico emerge che più della metà della SAT è utilizzata a seminativi (il 51%). I boschi e le aree a pascolo costituiscono solo il 27% della superficie agricola totale. 7.4.3 Aree edificate La superficie complessiva artificializzata (edilizia sia urbana che industriale e rete viaria) della Val di Cornia è pari al 6,93 % della superficie complessiva della Val di Cornia (per l’anno 2001). Nella tabella seguente si riportano i dati relativi alla superficie artificiale della Val di Cornia negli anni 1991 e 2001. 1 La fonte dati secondo le categorie CORINE Land Cover è stata utilizzata dall’ANPA per definire l’uso del suolo a scala nazionale. Tab. 5. Superficie artificiale assoluta e percentuale sul totale della superficie della Val di Cornia, anni 1991-2001; superficie artificiale pro-capite, anno 2001 (fonte:“Segnali ambientali in Toscana 2003” - elaborazione LaMMA- Regione Toscana su dati CORINE land cover; elaborazione Regione Toscana su dati ISTAT e IRPET). Sup. artificiale 1991 (ha) 2.366,58 % sup. artificiale 1991 6,46 Sup. artificiale 2001(ha) 2.536 % sup. artificiale 2001 6,93 Sup. artificiale pro-capite 2001(m2) 449,8 Il tipo di insediamenti che caratterizzano le aree artificiali sono essenzialmente di due tipi: quella prettamente urbana, perlopiù concentrata nei centri di Piombino, Venturina San Vincenzo e l’area industriale di Piombino. Da alcuni anni, si assiste ad un maggiore sviluppo degli insediamenti turistico-ricettivi ed agricoli, favoriscono il proliferare di una edilizia sparsa nel territorio. Alcuni dati storici permettono di avere un quadro evolutivo interessante come riportato di seguito. Tab. 6. Consumo del suolo area Val di Cornia (fonte: dati PTC Provincia di Livorno 1993-95). 13.010 9.295 8.313 3.313 2.659 Popolaz. residente 1996 35.368 2.957 12.618 7.035 644 aree urbane e produttive ha 1.775,46 149,49 460,63 354,43 20,19 % aree urbane e produttive ha 13,65 1,61 5,52 10,60 0,77 m2 di area urb./abit.te 502 506 365 504 313 Nel 1881 la superficie urbanizzata presente in Val di Cornia raggiungeva lo 0,68% dell’intera superficie provinciale; al 1985 l’urbanizzato ha raggiunto una superficie di 9532,71 ha (la somma è comprensiva del dato complessivo ottenuto anche con l’aggiunta dell’edificato "non databile" ma comunque presente sul territorio) pari al 7,86%. Analizzando i dati per comparti risulta evidente il notevole sviluppo delle aree urbanizzate in Val di Cornia nel periodo 1940-1985, pur presentando una superficie di urbanizzato per abitante inferiore ad altre aree della Provincia di Livorno. Un dato, quello della Val di Cornia comunque superiore al dato medio provinciale. Tab. 7. Variazione urbanizzato, per comparti, dal 1881 al 1985. Comparto Area Livornese Arcipelago Val di Cecina Costiera Val di Cornia TOTALE PROVINCIA Urbaniz. presente 1881 (ha) 561,32 121,42 91,68 57,67 832,09 m2 di area urb./abit. 1881 53,60 50,14 43,44 42,52 50,81 Urbaniz. presente 1940 (ha) 1310,47 479,75 376,38 242,76 1929,60 m2 di area urb./abit. 1940 100,53 160,27 97,56 57,85 80,12 Urbaniz. presente 1985 (ha) 3233,99 1739,84 2729,66 1829,22 9532,71 m2 di area urb./abit. 1985 170,54 590,94 417,23 296,46 275,36 Nei 60 anni che intercorrono tra i primi due anni campione, l’incremento è dello 0,90% rispetto alla superficie provinciale, mentre nei quarantacinque successivi, dal 1940 al 1985, l’incremento risulta del 6,26%. L’urbanizzato della Val di Cornia risulta percentualmente più contenuto rispetto agli altri SEL, mentre elevato risulta il dato insulare. In base alla “naturalità” del paesaggio, considerandola come l’inverso del grado di artificializzazione di esso (Malcevschi 1987, Arrigoni e Foggi 1988, Petroli et al. 1988), considerando la percentuale di superfici artificiali sul totale della provincia, vediamo come questa assuma un valore elevato rispetto alle altre province della regione. In particolare sono presente 8,1% di superfici artificiali sul totale della provincia, valore alto considerando il massimo espresso dalla Provincia di Prato (11,7%). Inoltre il territorio provinciale ha espresso una variazione del 6,6% di superfici artificiali tra il 1991 ed il 2001, contro un dato del -0,8% di variazione della popolazione nello stesso periodo (da “Segnali Ambientali” Regione Toscana, 2003). Natura e paesaggio Piombino Suvereto Campiglia M.ma San Vincenzo Sassetta Superficie ha 131 Rapporto sullo stato dell’ambiente Comune 7.4.4 Infrastrutture La Val di Cornia è attraversata da un’unica superstrada a 2 corsie per senso di marcia denominata “Variante Aurelia”; essa percorre in stretta adiacenza la vecchia S.S. 1 “Aurelia” ed il tracciato tirrenico della linea ferroviaria Pisa-Roma. Tutte e tre le infrastrutture di cui sopra si sviluppano in direzione nord-sud. Il PTC della Provincia di Livorno indica la necessità che la Variante Aurelia mantenga l’attuale modello di esercizio a libero transito. Nel contempo il PTC qualifica la vecchia Aurelia e la S.P. denominata “La Principessa” che collega Piombino a San Vincenzo come “ Strade Parco” da cui escludere il traffico pesante. Altro importante asse viario è la S.S. n°398 che taglia la Val di Cornia in direzione nord-est/ Sud-ovest ed interessa l’intera Valle del Fiume Cornia fino alla località Colmata. Questa strada già oggi nel tratto tra Venturina e Colmata è costituita da due corsie per senso di marcia. In previsione la S.S. 398 raggiungerà le banchine dell’area portuale di Piombino. In relazione all’aspetto delle infrastrutture presenti sul territorio della Val di Cornia si è voluto valutare sia l’impatto sulle aree protette, sia l’impatto visivo sul paesaggio. In tal senso, l’indicatore “densità di infrastrutture di trasporto in aree protette” permette di avere informazioni indirette sui livelli di naturalità delle aree protette ed evidenziare le situazioni di potenziale conflitto tra conservazione ed esigenze di collegamento infrastrutturale; l’indicatore “sviluppo di infrastrutture rapportato a medie provinciali/regionali” consente di stimare l’impatto delle infrastrutture sul paesaggio. Tra tutte le aree protette della Val di Cornia la Riserva Naturale di orti – Bottagone risulta attraversata da una viabilità extraurbana con notevole carico di traffico. Tale viabilità, di competenza della provincia di Livorno è denominata strada della “base geodetica” e, nel tratto di attraversamento della Riserva è stata completamente ricostruita nel 2003 mediante la realizzazione di un viadotto che, agli effetti pratici non costituisce più un limite fisico interno all’Oasi. Anche il Parco Interprovinciale di Montoni è attraversato in direzione est-ovest da una strada extraurbana provinciale a bassa intensità di traffico. Natura e paesaggio Solo nel Comune di Piombino si rilevano: 8 Km di Strade Statali; 15 Km Strade Provinciali; 113 Km Strade Comunali; 91 Km Strade vicinali La situazione del trasporto dell’energia elettrica in Val di Cornia, ed in particolare attorno alla zona industriale di Piombino, presenta caratteristiche di alta densità dei tralicci e delle linee, sia per la presenza delle centrali per la produzione di energia sia per l’alto numero di attività produttive e di altre grandi utenze. Gli alti tralicci, che arrivano a raggiungere anche i 60 metri nel caso delle linee ad alta tensione, creano un importante impatto visuale, specie per chi raggiunge Piombino da Nord, disturbando notevolmente la vista da e verso il mare. In ⌧ Fig. 2 riportiamo una fotografia delle maggiori linee per il trasporto dell’energia in Val di Cornia. FOTO NEMO Rapporto sullo stato dell’ambiente 132 7.4.5 Incendi boschivi Per rappresentare il complesso fenomeno degli incendi boschivi sono stati evidenziati entità ed andamento nel tempo nella Val di Cornia; in tal modo è possibile valutare l’efficacia delle scelte operate in materia di prevenzione e repressione del fenomeno degli incendi boschivi. 133 Rapporto sullo stato dell’ambiente Dalla dorsale a 380 kV (“0” in ⌧ Fig. 2) in località Forni a Suvereto (A) esiste una stazione di trasformazione a 130 kV dalla quale si diramano tre linee (1-2-3) a 130 kV: ● la n° 1 va in Loc. Cotone (B) dove una sottostazione dove la tensione passa a 15 kV; ● la n° 2 va in Loc. Cafaggio (C) dove una sottostazione la trasforma in 15 kV; ● la n° 3 va in Loc. Colmata (D) sulla base geodetica dove una sottostazione le permette di entrare all’interno delle acciaierie di Piombino rimanendo a 130 kV (probabilmente una parte viene trasformata in 15 kV). Alla stazione Forni di Suvereto (A) arrivano anche due linee (4-5) da 380 kV, che portano corrente dalla centrale di Torre del Sale, ed una linea 6 da 130 kV che serve per far ripartire la centrale stessa in caso di blocco. Esiste un’altra linea (7) sempre di proprietà Enel a 130 kV che collega la sottostazione di colmata (D) base geodetica alla linea 6 che serve alla nuova centrale elettrica di Lucchini (E) per immettere energia in rete e venderla all’Enel. Oltre alle sopra menzionate linee, esistono molte altre diramazioni, per le quali non ci è stato possibile ottenere ad ora una mappa dettagliata, che si addensano in particolare nella zona industriale di Piombino dove si osserva il forte impatto visivo cui si accennava all’inizio del paragrafo. Sempre in tema di infrastrutture, è opportuno evidenziare che nel Comune di Piombino è presente un porto commerciale ed industriale di importanza regionale secondo solo a Livorno, e che risulta essere il più importante per i collegamenti con l’Isola d’Elba. Natura e paesaggio ⌧ Fig. 2. Situazione delle maggiori linee elettriche in Val di Cornia. Nella Tab. 8 è riportata la superficie percorsa da incendi e la sua incidenza rispetto alla superficie boscata. Tale superficie, sia per la Val di Cornia (8,7%) che per l’Arcipelago (17,6%), costituisce una quota elevata se rapportata ai corrispondenti dati provinciale (3,8%) e regionale (0,2%). Tab. 8. Superficie boscata totale e percorsa da incendi (fonte: elaborazioni IRPET su dati P.O. Organizzazione Regionale Incendi Boschivi, anno 2001). Territorio Sel 14 Area Livornese Sel 15.1 Val di Cecina Sel 16 Val di Cornia Sel 17 Arcipelago PROVINCIA DI LIVORNO TOSCANA Boscata 33 6 435 371 846 1.051 Superficie percorsa da incendi (ha) Non boscata 0 4 19 1 24 888 Totale 33 10 454 372 870 1.938 % sup.boscata percorsa incendi/sup.boscata totale* 0,7 0,1 8,7 17,6 3,8 0,2 (*) censimento agricoltura 2000 7.4.6 Pressione venatoria L’attività venatoria rappresenta un fattore di pressione molto rilevante sulle risorse naturalistiche di un territorio. In Tab. 9 si riporta il numero dei cacciatori abilitati nei 5 comuni della Val di Cornia negli ultimi 7 anni. Si nota, anche mediante l’ausilio del grafico di ⌧ Fig. 3, come il numero dei praticanti la caccia stia sensibilmente diminuendo. Tab. 9. Numero di cacciatori in Val di Cornia dal 1998 al 2004 suddivisi per Comune (fonte: ATC 9 Livorno, 2004). Natura e paesaggio Comune Campiglia M.ma Piombino San Vincenzo Sassetta Suvereto TOTALE 1998-99 720 1.318 311 46 227 2.622 1999-00 703 1.289 305 48 225 2.570 2000-01 706 1.257 287 49 214 2.513 2001-02 690 1.226 243 51 210 2.420 2002-03 688 1.210 294 53 207 2.452 2003-04 665 1.178 283 50 201 2.377 2004-05 640 1.139 275 52 201 2.307 ⌧ Fig. 3. Andamento dei cacciatori in Val di Cornia dal 1998 al 2004. Rapporto sullo stato dell’ambiente 134 Per completezza, nella Tab. 11 sono riportate le zone di divieto di caccia (ettari), suddivisi per Comune. In totale nella Val di Cornia si hanno 7.915 ettari di territorio soggetto a divieto di caccia, 22% di quello provinciale, in cui si hanno n. 3 Zone di Ripopolamento e Cattura per un totale di 2.221 ettari. Sono inoltre presenti due aziende Faunistio-Venatorie, una nel Comune di Sassetta di 480 ettari e l’altra nel Comune di San Vincenzo di 570 ettari. Tab. 11. Zone in divieto di Caccia (fonte: calendario venatorio Provincia di Livorno 2003/2004). Comune Piombino San Vincenzo Campiglia M.ma Piombino Piombino Piombino Suvereto Piombino Piombino Suvereto Suvereto San Vincenzo Sassetta Piombino TOTALE VAL DI CORNIA TOTALE PROVINCIA Località Populonia San Silvetro San Silvestro Baratti Sterpaia-Perelli Bronzivalle_1 Montoni Montoni Orti Bottegone Montepitti Monte Peloso Val di Gori Pian delle Vigne Fiorentina Tipo CENTRO PROD. SELV. A.N.P.I.L. A.N.P.I.L. A.N.P.I.L. A.N.P.I.L. PARCO PROV.LE PARCO PROV.LE PARCO PROV.LE RIS. NAT. PROV. ZRC ZRC ZRC ZRV ZRV Ettari 90 136 270 89 180 551 2.893 936 91 1.010 798 413 400 58 7.915 36.211 7.5 Determinanti In questa sezione vengono descritte le principali attività antropiche che producono pressioni sull’ambiente e che si riassumono negli aspetti: ● Agricoltura ● Attività agro-forestale ● Attività infrastrutturali 7.5.1 Agricoltura Territorio SAU aziende Val di Cornia 2.464 Provincia di Livorno 6.052 SAT superficie 15.984,92 37.350,91 aziende 2.464 6.052 SAU/SAT superficie 23.090,36 66.225,54 0,69 0,56 ha di SAU/ azienda 6,49 6,17 Della Tab. 12 è interessante analizzare il dato relativo al rapporto Superficie Agricola Totale/Superficie Agricola (SAU/SAT) che permette di fornire un’indicazione della quota di territorio effettivamente destinata ad attività agricole produttive rispetto alla superficie totale territoriale. Ne emerge che in Val di Cornia poco meno del 70% della superficie disponibile viene sfruttata per l’agricoltura. 7.5.2 Attività agro-forestale Nella ⌧ Fig. 5 è indicata la percentuale delle aziende agricole della Val di Cornia in dell’utilizzazione dei terreni a legnose agrarie. Come indicato, nell’ambito delle coltivazioni legnose, risulta che circa il 53,1% delle aziende della Val di Cornia è destinata alla coltivazione dell’olivo; seguono quelle coltivate a vite (26,8%) e a fruttifero (19,6%). 135 Rapporto sullo stato dell’ambiente Tab. 12. Aziende agricole e superfici (ha) nella Val di Cornia e nella Provincia di Livorno (fonte: elaborazioni su dati ISTAT, V Censimento Generale dell’Agricoltura, 2000). Natura e paesaggio La progressiva modificazione dell’uso del suolo derivante da nuovi modelli colturali, soprattutto nelle aree pianeggianti e collinari, influisce in modo diretto sulla conservazione di parte della biodiversità e sul funzionamento degli ecosistemi. ⌧ Fig. 5. SAU della Val di Cornia secondo l’utilizzazione dei terreni a legnose agrarie (fonte: 5° Censimento Generale dell’Agricoltura, 2000). Tab. 13. Superficie, in base alle diverse coltivazioni legnose, delle aziende agro-forestali (ha) nella Val di Cornia (fonte: elaborazione su dati V Censimento Generale Agricoltura, 2000). Comuni Campiglia M.ma Piombino San Vincenzo Sassetta Suvereto TOTALE CIRCONDARIO Coltivazioni legnose agrarie (ha) 714,75 667,40 303,61 68,86 1.068,55 2823,17 Boschi (ha) 444,49 1.920,96 270,09 1.231,35 1.162,08 5.028,97 Natura e paesaggio ⌧ Fig. 6. Elaborazione grafica dei dati della Tab. 13. Rapporto sullo stato dell’ambiente 136 ⌧ Fig. 7. Elaborazione su dati V Censimento Generale Agricoltura, 2000. Arboricoltura da legno (ha) 0,90 2,63 1,00 0,00 14,60 19,13 7.5.3 Attività infrastrutturale Come è stato descritto in maniera più dettagliata nel capitolo “Suolo e sottosuolo”, in Val di Cornia si sta assistendo ad un costante aumento dei lotti edificati, a seguito di un’attività urbanizzativa piuttosto sviluppata. Nel quinquennio 1995-1999 sono infatti stati realizzati nuovi lotti per quasi 1.600.000 m2. 7.6 Risposte Vengono di seguito presentate tutte le attività intraprese in risposta alle problematiche ambientali presenti nel territorio in esame. Tali attività sono descritte mediante i seguenti aspetti: ● Protezione della natura ● Attività di pianificazione e vincoli ● Prevenzione/presidio ● Risanamento ● Sensibilizzazione ed educazione ambientale Tab. 14. Indicazione delle aree protette enti gestori, Comuni di pertinenza e superficie occupata (fonte: Rapporto sullo stato dell’ambiente della Provincia di Livorno, dicembre 2003). Tipologia Nome Area Protetta Parco Montioni interprovinciale ANPIL ANPIL Montioni San Silvestro ANPIL Baratti Populonia Sterpaia ANPIL Riserva Naturale Palude di provinciale Orti Bottegone ANP di competenza Provinciale Ente Gestore Comuni Autorità del Parco (in fase di costituz.): Prov. Livorno: Piombino, Prov. di Livorno, Circ. Val di Cornia. Suvereto, Campiglia M.ma Prov. Grosseto, Comuni interessati Prov. Grosseto, Follonica, Massa M.ma Comune di Suvereto Parchi VaI di Cornia SpA Comune di Campiglia M.ma Parchi Val di Cornia SpA, Comune di Piombino. Parchi Val di Cornia SpA, Comune di Piombino. WWF Superficie Suvereto Campiglia M.ma 4.351 ha in prov. di Livorno; 2.048 ha in prov. di Grosseto. 151 ha 699 ha Piombino 1.265 ha Piombino 248 ha Piombino 92 ha 137 Rapporto sullo stato dell’ambiente Le ANPIL La LR 49/1995, in attuazione della legge quadro n. 394 sulle aree protette, prevede la istituzione di parchi regionali e provinciali, di riserve naturali e di aree naturali protette di interesse locale, come parte integrante della LR 5/1995 sulla pianificazione del territorio.Le aree naturali protette di interesse locale sono ambiti territoriali che “necessitano di azioni di conservazione, restauro o ricostituzione delle originarie caratteristiche ambientali e che possono essere oggetto di progetti di sviluppo ecocompatibile” (LR 49/95, art.2, comma 4). Le proposte, una volta approvate dalla Giunta Regionale e inserite nel Piano triennale delle aree protette, sono trasferite alla competenza dei Comuni, singoli od associati, o delle Comunità Montane che provvedono a istituire l’area protetta determinandone i confini e stabilendo le modalità di gestione e di finanziamento (art.19). Ne consegue la necessità di un piano che assicuri adeguata tutela all’area interessata e che risulti in sintonia con le norme generali di tutela delle aree protette e con quelle del PTCP che riguardano il territorio aperto in generale. Natura e paesaggio 7.6.1 Protezione della natura In riferimento alla protezione della natura nella Val di Cornia, le specie che rappresentano elementi di attenzione per il Repertorio Naturalistico Toscano sono 94, di cui 83 animali e 11 vegetali. Per quanto riguarda la presenza nella Val di Cornia di aree con particolari valori paesistici, naturalistici e panoramici, e/o con situazioni demografiche e storiche favorevoli, si segnalano: ● una riserva naturale Provinciale; ● un parco interprovinciale; ● 4 aree naturali protette d’interesse locale, ANPIL e due in fase di istituzione. Non sono presenti, invece, parchi ai sensi della L. 394/91. Natura e paesaggio ⌧ Fig. 8. Mappa delle aree protette della Val di Cornia. Rapporto sullo stato dell’ambiente 138 Di seguito si riportano le schede illustrative delle aree naturali protette indicate nelle tavole precedenti. Il Parco Interprovinciale Montioni è il parco più esteso del Sistema dei Parchi della Val di Cornia. Comprende il sistema collinare che dal Comune di Piombino si spinge verso l'interno. Dalla dismissione delle pratiche forestali e agricole è derivata un'evoluzione della vegetazione, con progressiva diffusione di prati annui e garighe. Anche queste zone sono di particolare interesse naturalistico. Il Parco è caratterizzato da un ambiente prevalentemente boscato, costituito da una ricca vegetazione autoctona: associazioni di caducifoglie con prevalenza del Cerro, miste a specie sclerofille sempreverdi con prevalenza del Leccio. La copertura foresta le è costituita anche da rimboschimenti di conifere. La fauna è rappresentata da varie specie selvatiche tipiche della Maremma, quali, tra gli ungulati, il capriolo e il cinghiale. La presenza di specie rare di uccelli è legata ai limitatissimi ambienti aperti. Il parco è attualmente gestito dalle Province di Livorno e Grosseto e dal Circondario Val di Cornia e rappresenta il primo caso toscano di gestione interprovinciale di un’area protetta a livello regionale. È in corso di perfezionamento il processo di formazione dell’Ente Parco. Alcuni dei servizi offerti, quali ad esempio la ricettività, oppure il servizio di visite guidate, sono affidati alla Parchi Val di Cornia SpA. L'ANPIL San Silvestro costituisce il nucleo storico più importante del distretto minerario di Campiglia Marittima. Nata per tutelare e valorizzare il versante sud occidentale del Monte Calvi, l'area protetta presenta una grande varietà di specie floristiche e faunistiche, conseguente anche all'abbandono degli usi minerari e forestali da parte dell'uomo. Il Parco tutela le testimonianze materiali dell'attività estrattiva dei minerali di piombo, rame e argento, iniziata già dal VII sec a.C. e protrattasi fino ai nostri giorni. L'ANPIL Baratti Populonia comprende la parte settentrionale del promontorio di Piombino, rilievo litoraneo su rocce di arenaria, che si presenta sul mare con alte falesie a strapiombo di interesse paesistico e scientifico, e la fascia costiera del golfo di Baratti, comprendente l'antica città etrusca di Populonia. Nell'Area protetta le ricchezze archeologiche si fondono con le grandi valenze ambientali e paesaggistiche. La porzione di promontorio di Piombino compresa nell'ANPIL è caratterizzata da ambienti .rupicoli costieri, aree a macchia mediterranea con la presenza significativa della profumata dafne (Daphne Sericea) - e formazioni forestali a castagno, carpino nero e olmo. L'area è di grande importanza per la presenza di specie ornitiche migratorie (tra le più interessanti. il Falco pellegrino e il Gabbiano Corso, il Rondone pallido, il Calandro, la Monachella) e per numerose emergenze naturalistiche. La Palma nana sulle rocce del promontorio rappresenta la stazione relitta peninsulare più settentrionale. L'ANPIL di Sterpaia si sviluppa sul golfo di Follonica, sul litorale orientale di Piombino. Insieme con le palude di Orti Bottagone essa definisce un sistema di aree palustri che rappresenta una sequenza di ambienti ormai quasi del tutto scomparsa e composta da dune, paludi retrodunali e bosco mesoigrofilo. La fascia dunale di questo tratto di costa ospita numerose specie erbacee interessanti, tra le quali il giglio di mare (Pancaratium maritimum), l'Ammophila arenaria, l'Anthemis maritima, l'Euphorbia paralias. Alle sue spalle, il bosco, di elevata maturità, rappresenta un lembo relitto della foresta umida maremmana, dove si trovano una settantina di esemplari arborei ultracentenari (Frassini, Cerri e ibridi tra Farnie e Roverelle). Le aree palustri salmastre ospitano specie di pesci proprie delle acque dolci e specie prettamente marine. L'area inoltre è un sito di svernamento di sosta e di nidificazione per numerose specie di uccelli. Sono gestiti direttamente dai Comuni i Parchi di Poggio Neri e il Parco di Rimigliano. Entrambi hanno conservato lo status originario di parchi comunali e non fanno pertanto parte del sistema delle aree naturali protette della Provincia di Livorno. Nella Tab. 15 si riportano i finanziamenti regionali relativi a progetti specifici inerenti la valorizzazione delle aree protette presentati dal Circondario della Val di Cornia per gli anni 2002 e 2003. Tab. 15. Finanziamento regionali per la valorizzazione delle aree protette. Ente Parco di Montioni2 R.N. Orti bottagone3 ANPIL Sterpaia ANPIL Baratti ANPIL San Silvestro ANPIL Montioni 2 3 2002 2003 101.000 € 15.000 € 103.290 € — — 200.352 € — — — — — — Con la Legge regionale 56/2000 "Norme per la conservazione e la tutela degli habitat naturali e seminaturali della flora e della fauna selvatiche", la Regione riconosce e tutela le biodiversità, in applicazione del DPR 357/97, e dalle Direttive 92/43 CEE e 79/409 CEE, rispettivamente per la conservazione degli habitat naturali e seminaturali e per la conservazione degli uccelli selvatici. Il Parco Interprovinciale di Montioni è in attesa di approvazione del Piano e del Regolamento. La Riserva naturale Protetta Orti-Bottagone è in attesa di approvazione del Piano e del Regolamento. 139 Rapporto sullo stato dell’ambiente Riserva Naturale Provinciale Palude Orti Bottagone La Riserva naturale è in gestione diretta del WWF, in virtù di accordi di natura privatistica stipulati tra i comproprietari dell'area (WWF, ENEL, Lucchini). Gli obiettivi prioritari sono la conservazione di specie animali e vegetali e la tutela di habitat di interesse comunitario, oltre che il miglioramento del livello della gestione dei biotopi presenti. Natura e paesaggio La gestione del sistema delle ANPIL della Val di Cornia è da considerarsi in fase di evoluzione, anche se vede la presenza forte della Parchi Val di Cornia S.p.a., società a prevalente capitale pubblico, fondata nel 1993 dai cinque Comuni del Circondario della Val di Cornia per l'attuazione e la gestione del sistema dei Parchi; gestisce attualmente, sulla base di specifiche convenzioni, l’ANPIL della Sterpaia in Comune di Piombino, parte dell’ANPIL Baratti-Populonia, parte del ANPIL S.Silvestro. Con la creazione della Parchi della Val di Cornia SpA si sono poste le condizioni per una gestione coordinata. L’obiettivo della gestione è perseguito attraverso un insieme di investimenti mirati a rendere visitabili i siti di interesse archeologico, storico e naturalistico delle ANPIL di San Silvestro e Baratti Populonia e a valorizzare la fascia costiera e l’area boscata di Sterpaia, nell'ottica di un modello di sviluppo sostenibile del turismo balneare. Natura e paesaggio Vengono classificati gli ambienti da tutelare in SIC, ZPS, SIN e SIR, molti dei quali sono compresi nei perimetri delle Aree Naturali Protette provinciali. Con questa legge si definiscono gli ambienti da conservare e la rete ecologica europea Natura 2000 attraverso: ● la definizione di un elenco di specie e di habitat d'interesse regionale, più ampio di quello d'interesse comunitario (costituito da SIC e ZPS), per i quali è possibile individuare Siti di Importanza Regionale; ● l'applicazione immediata in tutti i SIR di quanto richiesto della direttiva CEE e del DPR. per i siti della rete Natura 2000: salvaguardie, valutazione d'incidenza, misure di conservazione, monitoraggio; ● l'ampliamento ai Geotopi di Importanza Regionale dell'insieme di aree e beni naturali destinati alla conservazione in situ; ● il completamento degli interventi di conservazione con l'individuazione dei Centri per la conservazione e la riproduzione ex situ delle specie faunistiche e floristiche d'interesse conservazionistico; ● l'affidamento alle province delle competenze per l'attuazione della legge, oltre che agli enti gestori di aree protette. Rapporto sullo stato dell’ambiente 140 Nel territorio della Val di Cornia sono stati individuati i seguenti Siti d’Importanza Regionale: SIR 54 - Monte Calvi di Campiglia, ● Estensione: 953,1 ha ● Il Sito è in parte compreso nell'ANPIL "San Silvestro". ● Tipologia ambientale e emergenze naturalistiche: • macchia bassa e alta, boschi di sclerofille e latifoglie, garighe, affioramenti rocciosi. Prati secondari, aree estrattive e miniere; • emergenze naturalistiche costituite dalle praterie dei pascoli abbandonati e dai consorzi a Jonopsidium savianum del Morite Calvi di Campiglia Marittima, nonché dalla presenza della Bivonea di Savi (Jonopsidium savianum), rara specie presente in Toscana in alcune stazioni delle colline subcostiere livornesi e in una stazione alle pendici del M. Amiata. SIR 55 - Promontorio di Piombino e Massoncello ● Estensione: 756,6 ha ● Il SIR è classificato anche SIC ed in parte è compreso nell'ANPIL "Baratti-Populonia" ● Tipologia ambientale e emergenze naturalistiche: • versanti costieri con macchia alta e bassa, boschi di sclerofille. Coste rocciose; boschi di latifoglie, garighe, aree agricole. Area di grande importanza per uccelli migratori; • le principali emergenze sono la. stazione relitta peninsulare più settentrionale di Chamaerops humilis, le specie ornitiche nidificanti e svernanti legate alle coste rocciose, la boscaglia costiera di. ginepri .e gli stagni temporanei mediterranei con pratelli anfibi a dominanza di piccoli giunchi e micropteridofite (Isoeto-Nanojuncetea). SIR 56 - Palude Orti - Bottagone, Prov. LI, Comune Piombino ● Estensione: 106,9 ha. ● Sito in gran parte compreso nella Riserva Provinciale "Palude Orti Bottagone" e nell'oasi WWF delle Palude Orti Bottagone; è classificato anche come SIC all'interno della rete natura 2000. ● Tipologia ambientale e emergenze naturalistiche: • specchi d'acqua costieri, area umida salmastra con salicornieto, area umida dulcacquicola con canneto. Aree agricole e incolti; • le principali emergenze sono rappresentate dagli ambienti delle lagune, dalle formazioni di suffrutici succulenti alofili mediterranei e da uno dei canneti retrodunali più estesi della costa toscana. Elevato valore naturalistico complessivo dell'area umida, per la presenza di specie rare o di interesse fitogeografico, e per l'estrema rarità di tali habitat. • SIC: Sito di Importanza Comunitaria – Direttiva 92/43 CEE • SIN: Sito di Importanza Nazionale • ZPS: Zona Protezione Uccelli – Direttiva 79/409 CEE • SIR: I Siti di Importanza Regionale sono definiti dalla LR 56/2000 come “aree geograficamente definite contribuisce in modo significativo a mantenere o ripristinare un tipo di habitat naturale o di una specie di interesse regionale”. È considerato SIR ogni sito che nell’attuazione della Direttiva 43/92 CEE viene classificato come SIC o come ZSC (Zona Speciale di Conservazione) 141 Rapporto sullo stato dell’ambiente 7.6.2 Attività di pianificazione e vincoli Nel 1995 la Regione Toscana si è dotata di una legge (L.R. n.5) avente, tra i principali obiettivi, quello di gestire in modo efficace i gravi problemi ambientali delle realtà urbane e rurali, e quello di governare il territorio in un’ottica di sostenibilità di lungo periodo. La legge 5/95 prevede, dunque, che ciascun livello istituzionale operante sul territorio regionale (Regione, Province, Comuni) si doti di strumenti di pianificazione in grado di perseguire uno sviluppo sostenibile del territorio. In particolare, i Comuni sono chiamati a giocare un ruolo molto importante nella gestione delle aree e dei beni di rilevanza ambientale. In tal senso, la legge 5/95 prevede che i Comuni redigano il Piano regolatore generale secondo un approccio molto attento, da un lato, alle linee strategiche previste a livello regionale e provinciale, dall’altro, alla conoscenza preventiva ed approfondita dei sistemi e subsistemi ambientali locali, all’individuazione delle invarianti strutturali del territorio. Uno strumento innovativo previsto nell’ambito del Prg è il Piano Strutturale, che è, allo stesso tempo, un documento d’indirizzo, raccordo, vincolo e conoscenza, avente per obiettivo un governo di lungo periodo del territorio. La Tab. 16 mostra la situazione dei Comuni della Val di Cornia nella predisposizione di un proprio Piano Strutturale ai sensi della L.R. 5/95. Sebbene i Comuni di Sassetta e San Vincenzo abbiano già ottemperato alla Legge Regionale, è opportuno evidenziare che tutti e 5 i Comuni della Val di Cornia, riuniti nel Circondario, hanno dato avvio ad un Piano Strutturale unico, come base del Piano Regolatore Generale della Val di Cornia, con l’obiettivo centrale del benessere sociale, ambientale ed economico, adottando il metodo della governance cooperativa. La nuova programmazione urbanistica della Val di Cornia dovrà essere orientata verso la promozione dello sviluppo locale sostenibile, per sua natura composito, secondo le linee strategiche del programma di governo della Val di Cornia, del Piano Locale di Sviluppo e dell’Agenda 21 locale, in armonia con la programmazione provinciale e regionale e con le linee fondamentali dei programmi europei di sviluppo, fondato sulla centralità delle risorse territoriali. Tra le risorse essenziali del territorio rientrano le città e i sistemi degli insediamenti, il paesaggio, i documenti materiali della cultura e i sistemi infrastrutturali. Ai fini della uniformità complessiva della pianificazione territoriale i due comuni che hanno anticipato la redazione del PS si impegnano a promuovere un confronto complessivo con gli altri comuni con particolare riferimento al regime di tutela delle risorse ambientale e naturalistiche. Natura e paesaggio ⌧ Fig. 9. Carta dei SIR della Val di Cornia. Tab. 15. Comuni della Val di Cornia dotati di Piano Strutturale (fonte: dati comunali). Comune Piombino Campiglia M.ma San Vincenzo Suvereto Sassetta Piano Strutturale adottato in fase di avvio del procedimento X X approvato X X X Per quanto riguarda la tutela del paesaggio, il vincolo paesaggistico è lo strumento, sovraordinato al Prg. La Tab. 18 mostra quanta parte del territorio della Val di Cornia è soggetto a vincolo paesaggistico. Tab. 18. Territorio soggetto a vincolo paesaggistico ai sensi del D. lgs. 490/99 (fonte: dati comunali, 2002). Territorio soggetto a vincolo paesaggistico (Km2) Comuni Piombino Campiglia M.ma San Vincenzo Val di Cornia % territorio vincolato/ territorio comunale 39,1 % 25,1 % 20,0 % 21,0 % 50,9 20,9 6,6 78,4 Tab. 19. Territori soggetti a vincoli paesaggistici ai sensi del ex-1497/39 e ex-431/85 (fonte: dati comunali, 2002). Natura e paesaggio Comuni Rapporto sullo stato dell’ambiente 142 Piombino Campiglia M.ma San Vincenzo Suvereto Sassetta Val di Cornia Vinc. Paes. ex-1497/39 % (Km2) 20,9 16,0 5,3 16,0 26,2 7,1 Vinc. Paes. ex-431/85 boschi (Km2) 32,5 19,4 9,0 50,2 23,2 134,3 % 25,0 23,3 27,2 54,5 87,5 36,6 Vinc. Paes. ex-431/85 acqua (Km2) 11,2 % 8,6 Vinc. Paes. ex-431/85 costa (Km2) 20,9 % Vinc. Paes. % ex-431/85 archeologico (Km2) 16,0 5,8 4,4 5,3 16,0 2,2 6,6 16,5 4,5 23,1 6,2 5,8 1,5 7.6.3 Prevenzione/presidio L’attività agricola recita un ruolo essenziale per la gestione di gran parte del territorio aperto con la peculiarità che tra processi produttivi primari e assetto territoriale si hanno relazioni molto più intense di qualunque altra attività economica. Le attività del settore primario sono indispensabili per la gestione del territorio e, con il turismo, rappresentano le attività economiche fondamentali per uno sviluppo sostenibile dello spazio rurale del territorio aperto. Lo sviluppo di tali attività deve avvenire in equilibrio tra una sostenibilità di tipo economico, secondo le regole di mercato, ed una di tipo ambientale. L’agricoltura è sempre più orientata ad un ruolo polifunzionale, affiancando alle tradizionali funzioni produttive quelle di prestazione di servizi paesaggistici, di difesa idrogeologica, nell’ottica del principio di prevenzione. In tal senso, l’agricoltura biologica può rappresentare un modello di sviluppo rurale sostenibile e, pertanto, costituisce uno strumento privilegiato per attuare le politiche di sviluppo rurale implementate dall’Unione Europea. In tal senso, conoscere l’incidenza dell’agricoltura biologica sulla superficie agricola utilizzata, può dare un’utile indicazione del livello di presidio messo in atto per il perseguimento di uno sviluppo rurale sostenibile. Tab. 20. Estensione dell’agricoltura biologica, ettari (fonte: elaborazioni su dati Censimento generale agricoltura, anno 2000). Comuni Campiglia M.ma Piombino San Vincenzo Sassetta Suvereto VAL DI CORNIA SAU Bio 16,84 23,18 19,12 40,29 50,11 149,54 SAU totale 4.953,57 5.552,48 1.205,40 753,62 3.519,85 15.984,92 % SAU Bio/SAU 0,3 0,4 1,6 5,3 1,4 0,9 Dalla lettura dei dati nell’ultima colonna della precedente tabella emerge che l’agricoltura biologica è un’attività poco sviluppata che nel complesso interessa meno del 1% dell’intera superficie agricola utilizzabile. ● Iniziativa “Il meglio podere” Per promuovere la difesa del suolo e il bel paesaggio il Comune di Suvereto ha lanciato un premio destinato agli agricoltori che tengono bene la campagna, adottando pratiche tradizionali o compatibili con l’ambiente. Il concorso, realizzato ogni anno, si chiama "Il meglio podere" ed il suo scopo è quello di valorizzare ed incoraggiare il lavoro di chi mantiene curato il territorio, tutelando il paesaggio rurale e il patrimonio ambientale, contribuendo alla difesa del suolo e all’obiettivo generale dello sviluppo sostenibile. 7.6.4 Risanamento Per quanto riguarda le attività di risanamento nella Val di Cornia è stata valutata la consistenza di progetti di risanamento paesistico e di restauro di beni architettonici. Dal 1995 al 2003 sono stati erogati per Comune i finanziamenti elencati nella Tab. 21. Tab. 21. Finanziamenti erogati tra il 1995 e il 2003. Importo 3.356.969 € 3.873.426 € 1.704.307 € 1.446.079 € 772.619 € Co-finanziatori Regione, Stato, Ue Regione, Stato, Ue Patto Territoriale Patto Territoriale Patto Territoriale 7.6.5 Sensibilizzazione ed educazione ambientale Suvereto, insieme ad altri 17 Comuni toscani, ha ottenuto un importante riconoscimento: il conferimento della Bandiera Arancione da parte del Touring Club Italiano, un marchio di qualità turistico-ambientale destinato alle località dell'entroterra, promosso dal TCI insieme alle Regioni, simile a quello delle Bandiere Blu per le località costiere. In Val di Cornia sono presenti due strutture adibite a centri di educazione ambientale. Il Centro di biologia marina con sede a Piombino e il Centro di didattica ambientale presso il parco Interprovinciale di Montioni. Il progetto Bandiere Arancioni, coordinato dal Centro Studi del Touring Club Italiano, è stato avviato nel 1999 con l'applicazione del modello di analisi territoriale dell'entroterra del Tci al territorio ligure insieme alla Regione Liguria. Da un lato questo progetto rientra in quelle strategie di sviluppo turistico, che si basano sulla qualità del prodotto, delle imprese e del territorio attraverso le azioni coordinate dall'amministrazione locale. Dall'altro lato si inserisce nel quadro di una politica di sviluppo sostenibile per la comunità e per l'ambiente ospitante, che abbia come premessa e come esito atteso la difesa e la valorizzazione delle risorse esistenti, siano esse paesaggistiche, culturali o legate a tradizioni e costumi locali. Gli obiettivi Il marchio consente alle località minori di proporre un'offerta aggiuntiva a quella dei sistemi turistici più sviluppati, contribuendo alla creazione di un prodotto integrato, alla differenziazione nel mercato e alla ridistribuzione dei flussi turistici Il progetto intende stimolare una crescita sociale ed economica attraverso lo sviluppo del turismo. In particolare, gli obiettivi sono: ● valorizzazione delle risorse locali ● sviluppo della cultura dell'accoglienza ● stimolo dell'artigianato e delle produzioni tipiche ● impulso all'imprenditorialità locale ● rafforzamento dell'identità locale l destinatario finale del marchio è il turista. La “Bandiere Arancioni” contribuisce ad indirizzare le scelte dei viaggiatori e garantisce la qualità dell'esperienza di visita. “Bandiere Arancioni” è stato l'unico progetto italiano inserito dall'Organizzazione Mondiale del Turismo (World Tourism Organization) fra i 50 programmi realizzati con successo in tutto il mondo per uno sviluppo sostenibile del turismo. Natura e paesaggio Comune Piombino Piombino Piombino Campiglia M.ma Campiglia M.ma 143 Rapporto sullo stato dell’ambiente Oggetto di risanamento Parco archeologico di Baratti Castello Palazzo di Cittadella Palazzo Gowett Villa Lanzi Natura e paesaggio BOX APPROFONDIMENTO 1 Uccelli della Riserva Naturale WWF Palude Orti-Bottagone Fenologia: S: Sedentaria, B: Nidificante, W: Svernante; Migr: Migratrice; Reg: Regolare; Irr.: Irregolare; Acc. Accidentale Est: Estivante Rapporto sullo stato dell’ambiente 144 1 Tuffetto B. Reg., W.Reg., Migr.Reg 2 Svasso collorosso W. Irr. 3 Svasso maggiore W. Irr. 4 Svasso cornuto W. Irr. 5 Svasso piccolo W. Reg. 6 Pellicano W. Irr., Acc. 7 Cormorano W. Reg. 8 Airone cenerino W. Reg., Migr. Reg., Est. 9 Airone rosso B. Reg., Migr. Reg. 10 Airone bianco maggiore W. Reg., Migr. Reg., Est. 11 Garzetta W. Reg., Migr. Reg., Est. 12 Sgarza ciuffetto B. Irr., Mig. Reg. 13 Airone guardabuoi W. Reg., Migr. Reg., Est. 14 Nitticora Migr. Reg. 15 Tarabusino B. Reg., Migr. Reg 16 Tarabuso B. Reg., W. Reg., Migr.Reg 17 Cicogna nera Migr. Reg. 18 Cicogna bianca Migr. Reg. 19 Spatola W. Irr. Migr. Reg. 20 Mignattaio W. Irr.,Migr. Reg. 21 Spatola W. Irr. Migr. Reg. 22 Fenicottero W. Reg., Migr. Reg., Est. 23 Fenicottero minore W. Acc 24 Cigno reale Migr.irr. 25 Oca granaiola W. Irr 26 Oca lombardella W. Irr. 27 Oca selvatica W Reg., Mig.Reg. 28 Volpoca W. Reg., Migr.Reg. 29 Fischione W. Reg., Migr.Reg. 30 Canapiglia W. Reg., Migr.Reg. 31 Alzavola W. Reg., B irr., Migr.Reg. 32 Germano reale W. Reg., B reg., Migr 33 Codone W. Reg., Migr.Reg. 34 Marzaiola Migr.Reg. 35 Mestolone W. Reg., B Irr., Migr. Reg. 36 Fistione turco W. Irr., Migr.Irr. 37 Moriglione W. Reg., Migr. Reg. 38 Moretta tabaccata Migr. Reg 39 Moretta W. Reg., Migr. Reg., Est :Irr.. 40 Smergo minore W. Irr. 41 Falco pescatore Migr. Reg. 42 Falco pecchiaiolo Migr. Reg. 43 Nibbio reale Migr. Reg. 44 Nibbio bruno Migr. Reg. 45 Biancone Migr. Reg., Est 46 Falco di palude W. Reg., B Reg., Migr.Reg. Est. 47 Albanella reale W. Reg., Migr. Reg. 48 Albanella minore Migr. Reg. 49 Albanella pallida Migr. Irr. 50 Poiana W. Reg., Mig. Reg. 51 Aquila minore Migr. Irr. 52 Grillaio Migr. Reg. 53 Gheppio W. Reg., B Reg., Migr.Reg. 54 Falco cuculo Migr. Reg. 55 Smeriglio W. Reg., Migr. Reg. 56 Lodolaio Migr. Reg. 57 Lanario Migr. Irr. 58 Falco pellegrino W. Reg., Migr. Reg. 59 Quaglia Migr. Reg. 60 Fagiano S 61 Gru W. Reg., Migr. Reg. 62 Porciglione W. Reg., B. Reg. Migr. Reg. 63 Re di quaglie W. Irr., Migr. Irr. 64 Schiribilla Migr. Reg. 65 Voltolino Migr. Reg. 66 Gallinella d'acqua W. Reg., B. Reg. Migr. Reg. 67 Folaga W. Reg., B. Reg. Migr. Reg. 68 Beccaccia di mare Migr. Reg., W. Irr. 69 Cavaliere d'Italia B Reg., Migr. Reg. 70 Avocetta B Irr., W Irr. Migr. Reg. 71 Occhione Migr. Irr. 72 Pernice di mare Migr. Reg. 73 Pavoncella W. Reg., Migr. Reg. 74 Piviere dorato W. Reg., Migr. Reg. 75 Pivieressa Migr. Reg., W Irr. 76 Corriere grosso Migr. Reg. 77 Corriere piccolo Migr. Reg. B irr. 78 Fratino Migr. Reg. 79 Corriere di Leschenault/Corriere Mong. Migr. Irr. (Omol. Cat. COI 1B) Migr. Acc. 80 Beccaccia W. Irr. 81 Frullino W. Reg., Migr. Irr. 82 Croccolone Migr. Irr. 83 Beccaccino W Reg., Migr. Reg. 144 Rondine rossiccia Migr. Reg. 145 Balestruccio B. Irr.,Migr. Reg. 146 Ballerina bianca B. Irr., W., Migr. Reg. 147 Cutrettola B. Reg., Migr. Reg. 148 Ballerina gialla W. Irr., Migr. Reg. 149 Calandro B Irr., Migr. Reg. 150 Prispolone Migr. Reg. 151 Pispola W. Reg., Migr. Reg. 152 Pispola golarossa Migr. Reg. 153 Spioncello W. Reg., Migr. Reg. 154 Regolo W. Irr. 155 Fiorrancino W. Irr. 156 Scricciolo W. Reg., Migr. Reg. 157 Passera scopaiola W. Reg., Migr. Reg. 158 Merlo dal collare Migr. Irr. 159 Merlo W. Reg., Migr. Reg. 160 Cesena Migr. Irr. 162 Tordela Migr. Irr. 163 Beccamoschino B. Reg., S 164 Usignolo di fiume B. Reg., S 165 Forapaglie macchiettato Migr. Irr. 166 Salciaola Migr. Irr. 167 Forapaglie castagnolo B. Reg., Migr. Reg. W. Reg. 168 Forapaglie Migr. Reg. 169 Cannaiola B. Reg., Migr. Reg. 170 Cannareccione B. Reg., Migr. Reg. 171 Canapino B. Irr., Migr. Reg. 172 Canapino maggiore Migr. Reg. 173 Luì grosso Migr. Reg. 174 Luì piccolo W. Reg., Migr. Reg. Natura e paesaggio 114 Sterna comune Migr. Irr. 115 Fraticello Migr. Reg. 116 Mignattino piombato Migr. Reg. 117 Mignattino alibianche Migr. Reg. 118 Mignattino Migr. Reg. 119 Colombaccio W Irr, Migr. Irr. 120 Tortora Migr. Reg. 121 Tortora dal collare B Reg., S 122 Cuculo dal ciuffo B Irr.,Migr. Reg. 123 Cuculo B Irr.,Migr. Reg. 124 Barbagianni B Reg., Migr. Irr., S 125 Assiolo Migr. Irr. 126 Civetta B Reg. S 127 Gufo comune W. Irr. Migr. Reg. 128 Gufo di palude Migr. Reg. 129 Succiacapre Migr. Reg. 130 Rondone maggiore Migr. Reg. 131 Rondone Migr. Reg. 132 Rondone pallido Migr. Reg. 133 Martin pescatore B Irr., Est. Migr. Reg. 134 Gruccione Migr. Reg. 135 Ghaindaia marina Migr. Reg. 136 Upupa B Irr., Migr. Reg. 137 Torcicollo W. Irr., Migr. Reg. 138 Picchio verde S. Irr. 139 Calandrella B Irr., Migr. Reg. 140 Cappellaccia B. Reg., S. Migr. Reg. 141 Allodola B. Reg.,W. Reg. Migr. Reg. 142 Topino Migr. Reg. 143 Rondine B Irr., Migr. Reg. 145 Rapporto sullo stato dell’ambiente 84 Piro-piro pettorossicio Migr. Acc. 85 Pittima reale Migr. Reg., Est. Irr. 86 Pittima minore Migr. Reg. 87 Chiurlo piccolo W. Irr., Migr. Reg. 88 Chiurlo maggiore W Reg., Migr. Reg. 89 Totano moro W. Reg., Migr. Reg. 90 Pettegola B Irr., W. Reg., Migr. Reg. 91 Albastrello Migr. Reg. 92 Pantana W. Reg., Migr. Reg. 93 Piro-piro culbianco Migr. Reg. 94 Piro-piro boschereccio Migr. Reg. 95 Piro-piro piccolo Migr. Reg. 96 Voltapietre W. Irr., Migr. Reg. 97 Piovanello maggiore Migr. Irr. 98 Piovanello tridattilo Migr. Irr. 99 Gambecchio W. Irr. Migr. Regl, Est. Irr 100 Gambecchio nano Migr. Reg. 101 Piro piro pettorale Migr. Acc. 102 Piovanello Migr. Reg. 103 Piovanello pancianera W. Irr., Migr. Reg., Est. Irr. 104 Combattente Migr. Reg. 105 Gavina W. Irr 106 Zafferano W. Irr. 107 Gabbiao reale B Reg., W Reg., 108 Gabbiano comune W. Reg., Migr. Reg. 109 Gabbiano roseo Migr. Irr. 110 Gabbiano corallino W. Irr. 111 Gabbianello Migr.Reg., Est Irr. 112 Sterna zampenere Migr. Reg. 113 Sterna maggiore Migr. Reg. Natura e paesaggio Rapporto sullo stato dell’ambiente 146 175 Luì verde Migr. Reg. 176 Capinera B. Reg., W. Reg., Migr. Reg. 177 Beccafico Migr. Reg. 178 Sterpazzola Migr. Reg. 179 Bigiarella Migr. Irr. 180 Sterpazzolina Migr. Reg. 181 Occhiocotto B. Reg., W. Reg., Migr. Reg. 182 Sterpazzola di Sardegna Migr. Irr. 183 Magnanina Migr. Irr. 184 Pigliamosche B. Irr., Migr. Reg. 185 Balia nera Migr. Reg. 186 Balia dal collare Migr. Reg. 187 Pettirosso W. Reg. Migr. Reg. 188 Usignolo B. Reg., Migr. Reg. 189 Pettazzurro Migr. Reg. 190 Codirosso spazzacamino W. Reg. Migr. Reg. 191 Codirosso Migr. Reg. 192 Stiaccino Migr. Reg. 193 Saltimpalo B. Reg., Migr. Reg., S 194 Culbianco Migr. Reg. 195 Basettino B. Irr., Migr Irr. 196 Codibugnolo W. Reg., Migr. Reg. 197 Cinciallegra W. Irr., Migr. Irr 198 Cinciarella W. Irr., Migr. Irr. 199 Pendolino B. Reg., W, Migr. Reg. 200 Rigogolo Migr. Reg. 201 Averla piccola B. Irr., Migr. Reg. 202 Averla cenerina B. Irr., Migr. Irr. 203 Averla capirossa Migr. Reg. 204 Gazza B. Reg., S.. 205 Taccola W.Reg., S 206 Cornacchia grigia B. Reg. S 207 Corvo imperiale W. Reg. 208 Storno roseo W.Irr. 209 Storno B. Irr., W. Reg., Migr. Reg. 210 Zigolo nero W. Irr., Migr. Irr. 211 Migliarino di palude W. Reg. Migr. Reg. 212 Strillozzo B. Reg. S 213 Fringuello W. Reg. Migr. Reg. 214 Peppola W. Irr., Migr. Irr. 215 Verdone W. Reg. Migr. Reg. 216 Lucarino W.Irr. 217 Cardellino B. Reg. W: Reg. Migr. Reg. 218 Fanello W. Reg. Migr. Reg. 219 Verzellino B. Reg. Migr. Reg. 220 Passera oltremontana B.Reg. S 221 Passera mattugia B. Reg. W. Reg., Migr. Reg. Specie “escaped” o esotiche segnalate: 1 Pellicano rossiccio 2 Tantalo indiano 3 Ibis sacro 4 Parroccheto ondulato 5 Lavoratore a becco rosso Natura e paesaggio 147 Rapporto sullo stato dell’ambiente BOX APPROFONDIMENTO 2 Risorse vegetazionali, floristiche e faunistiche in Val di Cornia Lo stato delle conoscenze vegetazionali e floristiche per il territorio della Val di Cornia risultava, fino a qualche anno fa, assai scarso. Recentemente alla istituzione di un sistema di aree protette di diversa tipologia si è affiancata la realizzazione di studi naturalistici quale componente conoscitiva della fase di redazione degli strumenti di pianificazione delle aree protette. Attualmente, nell’ambito della Val di Cornia, tra le aree maggiormente studiate, dal punto di vista floristico e vegetazionale, risulta la Riserva Naturale Provinciale di Orti Bottagone, a gestione WWF Italia. Per tale area protetta sono infatti disponibili le informazioni naturalistiche interne al piano di gestione (NEMO e DREAM, 1999) ed una successiva pubblicazione dei dati vegetazionali e flortistici (Viciani e Lombardi, 2001). L’area umida denominata “Padule Orti-Bottagone” rappresenta una relitta palude, in parte salmastra ed in parte dulcacquicola, quale testimonianza di un caratteristico paesaggio della costa orientale di Piombino oggi in gran parte scomparso in seguito agli interventi di bonifica (Pellegrini, 1984). Vaste aree paludose salmastre o d’acqua dolce erano ancora presenti alla metà del 1800 come dimostrano gli elaborati cartografici del Catasto Leopoldino (Comune di Piombino, 1994). Tali aree umide palustri salmastre rappresentano non solo un importante e sempre più raro esempio di formazioni vegetali alofile, ma costituiscono anche un importante habitat per la fauna, rappresentando il sito di sosta e svernamento per numerose specie di uccelli. Oltre all’area interna alla Riserva Naturale Provinciale “Palude Orti-Bottagone” la zona costiera tra Piombino e Follonica presenta ancora oggi altre aree umide relittuali, perlopiù salmastre, quali l’area di Perelli (prossima alla Riserva) e le zone palustri retrodunali situate lungo la costa tra la foce del Fiume Cornia e la Loc. Torre Mozza (in particolare tra La Scogliera ed il Campeggio Pappasole, tra La Carbonifera e la foce del Fosso Corniaccia, tra Riva Verde e il secondo ponte dei Perelli). Nel 1940, nonostante la notevole riduzione delle aree umide, ai confini orientali di Sterpaia, presso il Fosso Corniaccia, era ancora presente una vasta palude, in parte delimitata da un bosco planiziario. Relativamente alla fascia costiera tra Piombino e Follonica, ed in particolare relativamente all’ANPIL Sterpaia, sono disponibili le informazioni vegetazionali (Lombardi, 1998) interne al Piano particolareggiato della Costa orientale del Comune di Piombino. Lo stato delle conoscenze faunistiche relative al territorio in oggetto risulta assai eterogeneo a seconda delle zone geografiche e delle tipologie di habitat. Risulta comunque un medio basso livello di conoscenza faunistiche complessive, concentrato in particolare su alcuni gruppi (ad esempio gli uccelli) ed in alcune aree geografiche (ad esempio nel contesto delle aree protette, con particolare riferimento a Orti Bottagone, Baratti-Populonia e Sterpaia). Una preziosa ed ampia fonte di dati è disponibile nella banca dati del progetto RENATO “Repertorio Naturalistico Toscano”, realizzato dall’ARSIA - Regione Toscana, che prende in esame 423 specie di fauna di valore naturalistico, dagli invertebrati (Molluschi, Crostacei, Insetti) ai vertebrati (Ciclostomi e Pesci ossei, Anfibi, Rettili, Uccelli, Mammiferi). Tra le specie di maggiore interesse sono da segnalare alcuni rari coleotteri, quali ad esempio Lathrobium lotti e Lucanus tetraodon sul promontorio di Piombino, alcuni lepidotteri, quali Euchloe bellezina, segnalata per la prima volta in Toscana sul Monte Calvi di Campiglia (Sforzi e Bartolozzi, 2001) e Coenonympha elbana, specie endemica del litorale e delle coste toscane. Nell’ambito delle indagini naturalistiche interne al pre-piano del Parco di Montioni (Pizziolo et al., 1999), le uniche due specie di invertebrati di interesse conservazionistico accertate nel comprensorio in oggetto furono il lepidottero Coenonympha elbana Staudinger, 1901, appartenente alla famiglia Satyridae e il lucanide Lucanus cervus (Linnaeus, 1758). La prima è una farfalla endemica della Toscana, limitata all'Elba, al Giglio a Giannutri e a poche stazioni del livornese e del grossetano (Casini, 1993; Terzani, 1995). Attualmente è scomparsa o è in diminuzione in tutto il suo areale per la perdita di habitat conseguente agli incendi, all'intenso pascolo del bestiame domestico e selvatico, alla messa a coltura degli incolti e alla urbanizzazione. Per queste ragioni è stata inserita nella Lista Rossa delle farfalle italiane come specie in pericolo di estinzione (Prola & Prola, 1990). L. cervus è una specie ritenuta minacciata a livello continentale, in ragione del processo di rarefazione a cui sono andate incontro in questo secolo le popolazioni dell'Europa centrale; per tale motivo la specie è inclusa nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE. Per il gruppo dei Crostacei non sono disponibili informazioni per l’area della Val di Cornia, sia per motivi ecologici che per la scarsità di studi. Anche relativamente al gruppo dei Pesci le informazioni sul territorio della Val di Cornia sono assai scarse. Le uniche informazioni sono quelle interne al piano di gestione della Riserva Orti Bottagone (Nemo e DREAM Italia, 1999) o derivanti dalle analisi naturalistiche (NEMO, 1998) interne al Piano particolareggiato della costa orientale (Comune di Piombino, 1998). Relativamente alla Riserva di Orti Bottagone le indagini naturalistiche interne alla proposta di piano di gestione (Nemo e DREAM Italia, 1999) hanno portato alla individuazione di 13 specie di pe- Natura e paesaggio Rapporto sullo stato dell’ambiente 148 sci, quasi tutte entità comuni e, talora, abbondanti in Europa e/o in Italia. Analizzando nel suo complesso la fauna ittica della Riserva Naturale, si evidenziano due distinti gruppi di specie: un primo gruppo, insediato nel Bottagone, costituito da entità tipichedi acque dolci, capaci di tollerare acque inquinate, calde e scarsamente ossigenate; un secondo gruppo, insediato nella zona dell’Orti, costituito da entità eurialine, che formano popolazioni stabili in acque salmastre, o che vi compiono l’accrescimento, o che vi si spingono in cerca di cibo a marea montante. Al primo gruppo appartengono la Carpa e la Tinca, al secondo l’Anguilla, il Nono, la Gambusia, il Latterino, la Spigola, l’Orata, lo Sparaglione, il Cefalo, le due specie di muggini e il Ghiozzo nero. La sola entità di un certo rilievo faunistico presente è il Nono. Il Latterino, infatti, seppure compreso nella Red List UICN, è assai diffuso in Italia lungo le coste e nelle lagune dove è oggetto di un’intensa attività di pesca per scopi commerciali. Il Nono è una specie di interesse comunitario, inclusa nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE e nella Lista Rossa UICN come specie non sufficientemente conosciuta. Le aree umide dell’ANPIL Sterpaia comprendono la foce del Fiume Cornia e i canali di bonifica dell'ex area umida del Padule di Piombino. I pesci annoverano accanto ad entità francamente acquidulcicole come il Cavedano (Leuciscus cephalus) e la Scardola (Scardinius erhytrophtalmus), altre eurialine quali i muggini, i cefali (Mugil sp., Chelon sp. e Liza sp.) e la Spigola (Dicentrarcus labrax). Comuni sono l'Anguilla (Anguilla anguilla) e la Gambusia (Gambusia holbrooki), quest'ultima una specie di origine nord-americana, introdotta agli inizi del 1900 per combattere la malaria. Informazioni a piccola scala sono relativi alle indagini interne al piano di gestione della Riserva di Orti Bottagone, al pre piano del Parco di Montioni (Pizziolo et al., 1999) o derivanti dalle analisi naturalistiche interne al Piano particolareggiato della costa orientale di Piombino. Relativamente ai Rettili le aree con un maggiore numero di segnalazione risultano la costa orientale di Piombino, il Monte Calvi e l’area di Montioni. Secondo quanto evidenziato nelle analisi naturalistiche interne al pre-piano del Parco di Montioni (Pizziolo et al., 1999) allo stato attuale delle conoscenze la fauna erpetologica del Parco di Montioni include 22 specie, 8 Anfibi e 14 Rettili. Esse rappresentano circa 2/3 di quelle presenti in Toscana (Corti et al., 1991; Societas Herpetologica Italica, 1997). Esaminando nel complesso il popolamento erpetologico dell’area, si evidenzia una buona biodiversità faunistica, conseguente a una discreta eterogeneità ambientale e a un sufficiente stato di conservazione degli ecosistemi. Questo fatto spiega la sussistenza sia di elementi mesofili, propri di aree boschive più fresche (p. es. l’Orbettino), sia di elementi tipici di ambienti antropici o che, comunque, hanno tratto enorme vantaggio dalla presenza dell’uomo (p. es. il Geco comune e il Geco verrucoso), sia, infine, di elementi termofili, che prediligono ambienti aridi e soleggiati (p. es. il Rospo smeraldino, la Testuggine terrestre e il Cervone), con la netta prevalenza di questi ultimi sugli altri due. Delle 22 specie ad oggi presenti, 8 (Tritone punteggiato, Rospo comune, Geco comune, Geco verrucoso, Orbettino, Luscengola, Biscia dal collare, Vipera) non risultano a rischio mentre 14 (Tritone crestato meridionale, Rospo smeraldino, Raganella italica, Rana dalmatina, Rana italica, Rana di Lessona, Testuggine d’acqua, Testuggine terrestre, Ramarro, Lucertola muraiola, Lucertola campestre, Biacco, Saettone, Cervone) sono incluse in Liste Rosse e in normative di tutela nazionali ed internazionali. Tra quest’ultime, le quattro specie di maggior interesse conservazionistico sono un anfibio, la Rana italica, e tre rettili, la Testuggine d’acqua, la Testuggine terrestre e il Cervone. La Rana italica è una specie endemica italiana e, quindi, ad areale ristretto la quale, pur essendo uniformemente distribuita negli ambienti adatti e pur non risultando in immediato pericolo, è assai specializzata nella scelta dell’habitat e particolarmente sensibile alla perdita di qualità delle acque. La Testuggine d'acqua è ovunque in diminuzione per l'alterazione e la scomparsa delle zone umide, per l'inquinamento dei corpi idrici causato, soprattutto, dai pesticidi usati in agricoltura ai quali risulta molto sensibile, per il prelievo a scopo di commercio e per le persecuzioni dirette, in quanto considerata "nociva" dai pescatori, per l’abitudine di nutrirsi (seppure non esclusivamente) di pesci. La Testuggine terrestre e il Cervone risultano in marcata diminuzione in tutto il loro areale di distribuzione in seguito all'alterazione dell'habitat dovuta alle attività umane (taglio dei boschi e della macchia, incendi, messa a coltura degli incolti e delle aree marginali ai boschi ecc.) e per l'eccessivo prelievo di esemplari per fini di terraristica. Per quanto riguarda la Testuggine terrestre, fino ai primi decenni di questo secolo un fattore limitante era costituito dalla cattura per fini alimentari. Attualmente forse il più serio pericolo per la specie è rappresentato da possibili fenomeni di ibridazione e di competizione con la congenerica Testuggine greca (Testudo graeca), anch’essa allevata come animale da compagnia, e dal rilascio in natura di esemplari di Testuggine terrestre di ignota provenienza (spesso anche extraitaliana), con il rischio, tutt’altro che remoto, del verificarsi di fenomeni di inquinamento genetico. Da segnalare la presenza di altre specie di interesse, per l’area della Val di Cornia, come il tarantolino, Phyllodactylus europaeus Gené, 1839, segnalato in letteratura per i vicini Monte Calvi, Monte Massoncello Natura e paesaggio 149 Rapporto sullo stato dell’ambiente e Punta Ala (Vanni e Lanza, 1978; Bruno, 1981; 1986), il Colubro liscio, Coronella austriaca Laurenti, 1768 e il Colubro di Riccioli, Coronella girondica (Daudin, 1803), anche esse note per il Monte Massoncello e per alcune località della costiera livornese (Vanni, 1980). La fauna erpetologica della Riserva Palude Orti-Bottagone (Nemo e Dream Italia, 1999), annovera al momento 13 specie, 6 di Anfibi e 7 di Rettili. Non è da escludere, tuttavia, che nuove indagini permettano di accertare la presenza di ulteriori specie come la Rana agile, ad esempio, specie ubiquista segnalata per comprensori limitrofi alla Riserva Naturale. La maggior parte delle 13 specie presenti sono entità ampiamente diffuse negli ambienti costieri e subcostieri della nostra penisola e della Toscana, le cui popolazioni non risultano minacciate, anche se otto di esse (nell’ordine il Tritone crestato meridionale, il Rospo smeraldino, la Raganella italica, la Rana verde di Lessona, il Ramarro, la Lucertola muraiola, la Lucertola campestre e il Biacco), sono comprese in normative di tutela nazionali e/o internazionali. Particolare interesse riveste, invece, la presenza della Testuggine d’acqua, vivente nell’area con una popolazione discretamente numerosa. Si tratta di una specie ad alto rischio di estinzione, ovunque in diminuzione per l'alterazione e la scomparsa delle zone umide, per l'inquinamento dei corpi idrici causato, soprattutto, dai pesticidi usati in agricoltura ai quali risulta molto sensibile, per il prelievo a scopo di commercio e per le persecuzioni dirette, in quanto considerata "nociva" dai pescatori. Per queste ragioni è stata inserita nella Lista Rossa dell’UICN, negli Allegati II e IV della Dir. 92/43/CEE e nella Lista Rossa dei Vertebrati italiani come specie a basso rischio. In Toscana la Testuggine d’acqua si trova nelle residue zone umide dell'area costiera, mentre manca o è rara altrove (Corti et al., 1991). Un certo rilievo, inoltre, assume la presenza di una popolazione numerosa di Raganella italica, entità endemica italiana la quale, seppure attualmente non a rischio, localmente è scomparsa da numerosi dei biotopi occupati fino ad anni recenti. Al momento uno dei maggiori fattori di rischio per la fauna ad Anfibi e Rettili è rappresentato dalla strada che congiunge Piombino a Riotorto nella quale, durante la stagione riproduttiva, rimangono vittima numerosi esemplari di Rospo comune (soprattutto), di Rospo smeraldino e di Rana verde di Lessona. Gli anfibi presenti nell’ANPIL Sterpaia includono, tra gli altri, il Tritone crestato (Triturus carnifex), il Tritone punteggiato (T. vulgaris), il Rospo smeraldino (Bufo viridis) e la Raganella (Hyla variegata). I rettili sono presenti con la comune Biscia dal collare (Natrix natrix) e la Testuggine d'acqua (Emys orbicularis) e, forse, con la Biscia tassellata (N. tassellata). La Biscia tessellata è poco comune in Toscana ed è minacciata dall'inquinamento dei corpi idrici. É inclusa nell'Allegato IV della Direttiva 92/43/CEE e nell'Appendice III della Convenzione di Berna. La Testuggine d'acqua è stata inserita nell'Allegato II della Dir. 92/43/CEE ed è stata inclusa nell'Appendice II della Convenzione di Berna Nell’ambito degli ambienti di macchia di Sterpaia risulta presente la rara testuggine terrestre (Testudo hermanni), una specie inclusa nell'Allegato II della Direttiva 92/43/CEE. Possibile è la presenza di due rettili di interesse comunitario, il Tarantolino (Phyllodactylus europeus) ed il Cervone (Elaphe quatuorlineata), conosciuti per il vicino promontorio di Piombino (Vanni, 1981; Corti et al., 1991). Il Tarantolino riveste un grande valore biogeografico, essendo una specie paleotirrenica, che ha fatto, cioè, parte di una fauna prequaternaria che occupava quasi tutte le regioni costiere del Mediterraneo occidentale. Per quanto riguarda gli Uccelli le segnalazioni relative a questa classe sono sicuramente le più numerose ed esaustive per un inquadramento a livello provinciale e a livello di circondario, pur mancando comunque informazioni per diversi settori. Tra le aree di maggiore interesse avifaunistico della Val di Cornia risulta la Riserva Naturale “Padule Orti-Bottagone”. Si tratta di un’area caratterizzata dalla presenza di numerose specie nidificanti di interesse conservazionistico. Molte di queste specie hanno una distribuzione discontinua o localizzata, almeno a livello regionale, per la scarsità di aree a canneto risparmiate dalle bonifiche. Un posto di rilievo fra queste è occupato dal Falco di palude e dal Forapaglie castagnolo. Il primo, infatti, presente in Toscana in una decina di siti, dopo aver ricolonizzato Bottegone alla fine degli anni ’80 (Liberatori et al. 1991), ha qui una delle maggiori densità, riproducendosi con 3-5 coppie; queste peraltro rappresentano una frazione consistente della popolazione nazionale, che probabilmente non è di molto superiore alle 100 coppie. Il Forapaglie castagnolo ha la maggior popolazione nazionale in Toscana (Meschini e Frugis 1993), una parte della quale nidifica con continuità in questo sito. Nel corso degli anni ’90 alle precedenti si sono aggiunte Tarabuso ed Airone rosso. La popolazione della prima specie costituisce attualmente la maggiore emergenza dell’area, perché è uno degli uccelli nidificanti più rari d’Italia ed è in declino in tutta l’Europa occidentale. Nel canneto di Bottagone a partire dal 1995 sono stati rilevati 1-3 maschi in canto – che costituiscono l’unità di censimento di questa specie a causa delle abitudini elusive di questo airone poliginico – su una popolazione italiana inferiore agli 80 (Puglisi e Perfetti, ined.). Sette specie risultano nidificare non con continuità nell’area: Alzavola, Cavaliere d’Italia, Avocetta, Pettegola, Gabbiano reale mediterraneo, Sterpazzola di Sardegna e Basettino. In generale, bisogna Natura e paesaggio Rapporto sullo stato dell’ambiente 150 sottolineare come Orti-Bottagone, nonostante occupi una superficie non estesa, ospiti un numero rilevante di specie nidificanti, soprattutto se confrontato con quello di altre zone umide. Questo è certamente dovuto alla notevole diversificazione ambientale occasionata dalla presenza di un'area salmastra e di una dulcicola in strettissima vicinanza. Fra queste due parti, il maggior numero di specie nidificanti lo si rinviene a Bottagone, in virtù della più complessa struttura ambientale. Attualmente risulta in corso un progetto di monitoraggio ornitico del Bosco di Sterpaia, realizzato dal WWF Italia su incarico della Parchi Val di Cornia SpA. Assai scarse infine le informazioni relative ai Mammiferi. Una zona di potenziale interesse per questo gruppo è sicuramente il Parco di Montioni. Purtroppo le conoscenze bibliografiche della zona in oggetto sono quasi nulle eccezion fatta per la pubblicazione di carattere generale “Il Parco di Montioni. Un’opportunità economica ed ambientale” (AA.VV., 1996). In questo lavoro sono segnalati i Chirotteri (ma non sono indicate quali siano le specie presenti nel Parco); il riccio (Erinaceus europaeus) e l’istrice (Hystrix cristata); la faina (Martes foina), la donnola (Mustela nivalis) e il tasso (Meles meles) tra i mustelidi; la volpe (Vulpes vulpes); infine tra gli Ungulati il cinghiale (Sus scrofa) e il capriolo (Capreolus capreolus). È anche segnalata come probabile la presenza del gatto selvatico (Felis silvestris). Le ricerche condotte sul campo nell’ambito del pre-piano del parco (Pizziolo et al., 1999) hanno permesso di rilevare la presenza, oltre che della donnola e della volpe, anche del daino (Dama dama). L’esistenza di numerose ex cave di allume, che presentano cavità e gallerie di varie profondità, permette di ipotizzare un loro utilizzo come rifugi da parte di diverse specie di pipistrelli, ma i sopralluoghi effettuati non hanno dato esiti positivi; non sono stati trovati né esemplari né tracce della loro presenza (presenza di feci sul terreno). Ciò non significa che questi siti non siano effettivamente frequentati da Chirotteri; è stato comunque notato un notevole disturbo antropico dovuto alla loro vicinanza alla strada principale e all’abitato di Montioni. Da colloqui effettuati con dipendenti della Comunità Montana è stato possibile confermare la presenza dei Mammiferi già segnalati nella pubblicazione sul Parco. E’ stata data per certa anche la segnalazione del gatto selvatico, cui è stato aggiunto un altro mustelide, la martora (Martes martes). Entrambe queste specie sono rare ed estremamente sensibili alla presenza dell’uomo, tanto che i loro areali sono sempre più ristretti data la forte antropizzazione del territorio, sia a scala regionale che nazionale. Risultano assai poco conosciute per la loro elusività e la generale difficoltà di rilevamento. Ad oggi non esiste nessun reperto sicuro della loro presenza nella zona di Montioni (come ad esempio crani o esemplari naturalizzati); le caratteristiche ambientali del Parco e in particolare lo scarso disturbo avvalorano comunque tali segnalazioni. Un altro gruppo di Mammiferi quasi totalmente sconosciuto sono i micromammiferi (Insettivori e Roditori). E’ ipotizzabile la presenza di numerose specie oltre all’unica sinora segnalata (riccio). La loro esistenza però non è facile da individuare date le loro piccole dimensioni. Solo con adeguate tecniche è possibile rilevarne la presenza e individuare quante e quali specie sono presenti all’interno del Parco. I Mammiferi della Riserva Orti-Bottagone (Nemo e Dream Italia, 1999) comprendono ad oggi 14 specie, di cui 3 di Insettivori, 2 di Chirotteri, 5 di Roditori, 2 di Carnivori e 1 di Artiodattili. La relativa omogeneità ambientale unita alla scarsa copertura arborea, determinano la povertà e il ridotto interesse faunistico di quest’area per quanto riguarda la fauna a mammiferi. Va, ad ogni modo, rilevato che sono pressoché assenti dati faunistici riguardanti i micromammiferi, in particolare gli insettivori, sebbene due specie di questo gruppo figurino nell’elenco sopra riportato. Al di là delle indubbie carenze conoscitive, resta il fatto che nella presente Riserva Naturale sono state segnalate due entità di interesse conservazionistico, entrambi chirotteri, il Pipistrello nano e la Nottola. Il pipistrello nano è una specie compresa nell'Allegato IV della Direttiva 92/43/CEE che nel corso degli ultimi anni si è estinto in varie località europee ed è diminuito in gran parte dell'areale italiano e toscano, sebbene risulti ancora uno dei chirotteri più frequenti. Anche la Nottola è inclusa nell'Allegato IV della Direttiva 92/43/CEE come specie di interesse comunitario. Attualmente le sue popolazioni risultano in continua rarefazione. Le più gravi minacce per la sua sopravvivenza sono costituite dalla scomparsa dell’habitat (boschi ricchi di cavità naturali utilizzate come riparo e per la riproduzione). Infine alcune considerazioni a parte merita la Nutria. Si tratta di un chiaro esempio di inquinamento faunistico il quale, oltretutto, in assenza di predatori che ne limitino la diffusione, rappresenta un pericolo per l’integrità della vegetazione ripariale e degli argini, dal momento che si nutre di un’ampia gamma di sostanze vegetali e scava gallerie lungo le rive. Per questi motivi è assolutamente necessario tenere sotto controllo e, se necessario, limitare la popolazione di questo roditore la quale, peraltro, come ricordato in precedenza, è di recentissimo insediamento nell’Orti-Bottagone. Fonte: PPSES delle aree protette del Circondario della Val di Cornia, anno 2003 Aspetto D/P S/R Disp. Val. Dati Stock Val. trend Contaminazione del suolo e sottosuolo S +++ ☺ Fenomeno erosivo S +++ Dissesti idrogeologici e rischi naturali S +++ Occupazione suolo S +++ Uso del suolo P ++ ☺ ?? Utilizzo di fertilizzanti e fitofarmaci P ++ ☺ ?? Agricoltura D +++ ☺ Attività urbanizzativa D +++ ☺ Industria D +++ Bonifiche di siti dismessi R +++ Diffusione di pratiche sostenibili di uso del suolo R +++ ☺ Obiettivo 8 Identificare e catalogare i siti potenzialmente contaminati anche nelle aree di sviluppo industriale in attività. Identificare le aree soggette ad erosione allo scopo di ottimizzare le politiche di prevenzione. Identificare le aree a rischio idrogeologico e naturale, allo scopo di ottimizzare le politiche di prevenzione Limitare le dispersioni degli insediamenti urbani sul territorio anche attraverso la riutilizzazione degli spazi già urbanizzati e ridurre l’impermeabilizzazione dei suoli. Acquisire un quadro conoscitivo che consenta di valutare l’uso del suolo nell’ottica della sostenibilità, e ridurre il prelievo di risorse naturali non rinnovabili. Limitare l’uso di fitofarmaci e fitosanitari incentivando metodologie agricole poco impattanti Fornire un’indicazione della quota di territorio effettivamente destinata ad attività agricole produttive rispetto alla superficie totale territoriale. Stimare l’impatto dell’attività urbanizzativa in termini di cementificazione e “sigillatura” dei suoli. Identificare le attività industriali maggiormente impattanti su suolo e sottosuolo. Riqualificare le aree dismesse ai fini produttivi, sociali o di servizio. Promuovere l’adozione di sistemi di gestione ambientale delle imprese, e la diffusione di tecniche di coltivazione a basso impatto ambientale. 8.2 Descrizione del tema Il suolo, secondo la definizione proposta dalla Soil Conservation Society of America (1986), è un corpo naturale costituito da particelle minerali ed organiche che si forma dall’alterazione fisica e chimico-fisica della roccia e dalla trasformazione biologica e biochimica dei residui organici. Il suolo è una componente essenziale per il mantenimento dell'equilibrio globale della biosfera, dei principali ecosistemi e per la produzione di biomassa. Esso costituisce il "substrato" per la maggior parte dei processi e delle attività biologiche, comprese quelle umane, e condiziona direttamente o indirettamente tutte le forme di vita terrestre. Rappresenta il mezzo d’interazione dinamica tra atmosfera, litosfera, idrosfera e biosfera. Si suddivide in orizzonti aventi caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche proprie. L’aspetto della superficie terrestre è il risultato dell’azione modellatrice di una serie combinata di fenomeni, che possono manifestarsi con forti intensità in tempi brevi (es. terremoti, attività vulcanica, frane, estese inondazioni) oppure sviluppare la loro azione con costanza per lunghi periodi; in tal caso il suolo è la risultante di processi di alterazione chimica, fisica e biologica con i quali le rocce lentamente si disgregano e si trasformano in un corpo naturale in grado di sostenere la vita vegetale. Il suolo ha pertanto caratteristiche simili agli strati geologici sottostanti ma nello stesso tempo ben diverse, proprio a causa della lunga ed intensa influenza del mondo biologico ed atmosferico cui è stato sottoposto, ed è sottoposto tuttora. Il suolo non è quindi un insieme di oggetti statici, ma un sistema complesso in continuo divenire che comprende una matrice di costituenti organici e minerali con circolazione di aria ed acqua nei pori; l’arrangiamento strutturale di questi componenti determina una grande variabilità Suolo e sottosuolo 8.1 Introduzione al tema 151 Rapporto sullo stato dell’ambiente 8 Suolo e sottosuolo Suolo e sottosuolo di suoli. La componente organica è composta da miliardi di microrganismi animali e vegetali, che hanno concorso alla pedogenesi e concorrono a regolare la fertilità; essi riciclano la sostanza organica e concorrono alla formazione dell’humus essenziale per la vita dei microrganismi stessi e delle piante, formando ed assicurando al terreno il supporto nutritivo idoneo alla vegetazione. Il suolo appare quindi come un complesso laboratorio biologico nel quale si succedono generazioni di microrganismi le cui attività regolano il suo sviluppo e la sua evoluzione. Il suolo quindi non può essere considerato un mezzo inerte, un mero supporto alle attività umane, bensì deve essere percepito come una risorsa territoriale da conservare con la massima cura, uno dei beni più preziosi dell’umanità, dal quale dipende la vita dei vegetali, degli animali e dell’uomo, come enunciato nella "Carta europea del suolo" (Consiglio d'Europa, 1973). In Italia manca a tutt’oggi un quadro normativo che consideri il suolo come una risorsa difficilmente rinnovabile e dunque da tutelare attraverso prescrizioni sulle attività che possono portare a squilibri pesanti. In alcuni casi esistono indicazioni sulla necessità di considerare la componente ambientale suolo anche per il suo valore di risorsa non rinnovabile e, soprattutto, con particolare riguardo alla capacità d'uso (ad esempio nel DPCM 27.12.88 “Norme tecniche per la redazione degli studi di impatto ambientale e la formulazione del giudizio di compatibilità ambientale”). Il problema sul quale sembra puntare l’attenzione la produzione normativa a livello comunitario è sicuramente quello della tutela del suolo da potenziali inquinamenti derivanti da una serie di scelte che lo vedono come destinazione ultima di scarti e rifiuti. Il Decreto Legge 27.01.92 n° 99 (attuativo della direttiva 86/278/UE), per esempio, subordina il rilascio delle autorizzazioni per l'impiego dei fanghi in agricoltura alla verifica di alcune caratteristiche dei suoli interessati e riconosce alle Regioni le competenze nello stabilire ulteriori limiti e condizioni all'utilizzazione dei fanghi in agricoltura. Il settore della difesa del suolo trova nella Legge 183/89 (integrata dalla legge 180/98) la normativa di riferimento, la quale affida a specifici organismi la pianificazione del bacino. Rapporto sullo stato dell’ambiente 152 Stato In Val di Cornia, nel Comune di Piombino, è localizzato uno dei 15 siti che per estensione, natura e pericolosità degli inquinanti presenti, sono ritenuti di interesse nazionale secondo la Legge n° 246 del 1998 e dunque necessitano di bonifica. Tale sito comprende soprattutto l’area industriale relativa al polo siderurgico: ad oggi è stata completata la bonifica di appena l’1% dell’intera area soggetta a bonifica. La Provincia ha censito altri siti minori, 11 in totale, per i quali in parte è già stato avviato, o addirittura concluso, l’iter procedurale per lo studio di caratterizzazione e la progettazione di eventuali interventi di bonifica. La percentuale della superficie urbanizzata è inferiore alle media provinciale e a quella regionale, sebbene nei Comuni di Piombino e San Vincenzo si raggiungano dei valori abbastanza elevati. Il territorio della Val di Cornia è stato classificato come soggetto ad un elevato rischio d’allagamento ed esondazione, in particolare i Comuni attraversati dal Fiume Cornia. La costa, come tutto il litorale della Provincia livornese, è interessata dal fenomeno erosivo, sebbene l’intensità di questo processo sia diminuita sensibilmente rispetto al passato. Pressioni Tra le attività antropiche maggiormente gravose in termini di impatto sul suolo e sul sottosuolo sono state individuate l’attività estrattiva e quella agricola, altroché quella prettamente industriale. In Val di Cornia sono presenti in totale 7 tra cave e miniere autorizzate. Di queste una sola si trova nel Comune di San Vincenzo, ed è sfruttata per estrarre calcare utilizzato dallo stabilimento della Solvay, situato nel vicino Comune di Rosignano M.mo. L’impatto dell’attività agricola è stato quantificato attraverso la misura della superficie agricola utilizzata in modo intensivo, poiché ad essa si associa il rischio più elevato di inquinamento. Per la Val di Cornia si ha che più del 60% della SAT è sfruttata in maniera intensiva. La Val di Cornia, relativamente al rapporto tra superficie concimata e SAU, presenta un valore più alto sia della media provinciale che, in maniera molto più marcata, della media regionale. Determinanti In Val di Cornia è presente il 40% di tutte le aziende agricole della Provincia livornese; in prevalenza si tratta di piccole e medie aziende. La SAU, che rappresenta quasi la metà della SAU provinciale, tra il 1990 e il 2000 è diminuita sensibilmente e risulta sfruttata principalmente per seminativi e, in misura minore, per coltivazioni legnose e pascoli. Per quanto riguarda l’attività urbanizzativa, nel quinquennio 1994-1999 si è assistito ad un sostanziale aumento dei lotti edificati, con il conseguente incremento della superficie impermeabilizzata. Oltre alle attività estrattive, anche il settore industriale determina un forte impatto sul suolo. Nel solo Comune di Piombino vi sono 4 aziende a rischio di incidente rilevante. Risposte Per affrontare e ridurre il problema dell’inquinamento del suolo e del sottosuolo l’iniziativa primaria in cui sono coinvolte le amministrazioni locali consiste nella bonifica dei siti dismessi secondo le indicazioni fornite dal Piano Provinciale delle Bonifiche. Nell’ambito del processo di diffusione di pratiche sostenibili di uso del suolo si inserisce il tema relativo alla certificazione ISO 14001 e/o EMAS di cui si sono dotate volontariamente 6 aziende. 8.3 Stato Classificazione, secondo quattro ordini di priorità relativamente ai tempi di intervento, dei siti costituenti l’Anagrafe regionale del Piano: Siti a breve termine: siti in cui è presente una fonte accertata di inquinamento con conseguente danno ambientale in atto. Per tale categoria l'obbligo di presentazione del progetto di bonifica e/o messa in sicurezza viene stabilito in 60 giorni dalla data di approvazione del Piano regionale (qualora il soggetto obbligato non provveda il Comune, previa verifica da parte di ARPAT della permanenza di uno stato di contaminazione, provvede d'ufficio con addebito delle relative spese all'inadempiente e con l'applicazione di quanto disposto dall'articolo 17, commi 10 e 11 del D.Lgs. 22/97; 153 Rapporto sullo stato dell’ambiente 8.3.1 Contaminazione del suolo e sottosuolo Il Ministero dell’Ambiente, con l’emanazione della Legge n. 426 del 09/12/98, ha individuato un primo elenco di 15 siti, che per estensione, natura o pericolosità degli inquinati, sono stati ritenuti di interesse nazionale, in cui è presente anche l’area di Piombino. Successivamente, la suddetta area è stata perimetrata con D.M. 10/01/2000 e comprende: ● il polo industriale di notevole dimensioni (circa 236 ettari), che si estende verso il centro abitato e sul quale sono state effettuate attività siderurgiche a ciclo integrale, produzione di laminati zincati e/o verniciati, centrali termoelettriche, etc; ● area marina antistante; ● aree di riempimento e colmata con materiali di riporto e discariche di rifiuti prevalentemente industriali (complessivi: circa 567 ha + 48 ha). Nell’area sono compresi anche siti inseriti nel piano regionale delle bonifiche (vedi Tab. 1): ● vecchia Discarica Poggio ai Venti ● Dalmine ● Discariche interne ● Discarica Ex Ilva ● Nuovo sito Asiu I siti censiti nella Provincia di Livorno dal piano regionale, approvato con D.G.R.T. n. 384 del 21 dicembre 1999, sono stati suddivisi in: – n. 10 siti classificati come area di bonifica a breve termine in area industriale, di cui 7 ricadenti nel territorio della Val di Cornia: in particolare 3 ricadono nel sito di interesse nazionale di Piombino; – n. 7 siti classificati come area di bonifica a medio termine e tutti costituiti da discariche; nessun sito presente in Val di Cornia; – n. 3 siti classificati come area di bonifica con necessità di approfondimento, di cui 2 ricadenti nel territorio della Val di Cornia; – n. 2 siti classificati come area di bonifica con necessità di ripristino ambientale, entrambi rientranti nel territorio della Val di Cornia. Suolo e sottosuolo Per descrivere lo stato del suolo e del sottosuolo relativo al territorio della Val di Cornia sono stati individuati i seguenti aspetti: ● Contaminazione suolo e sottosuolo ● Fenomeno erosivo ● Dissesti idrogeologici e rischi naturali ● Occupazione del suolo Siti a medio termine: siti in cui è presente un potenziale rischio di inquinamento ma in cui non è stato riscontrato un danno ambientale in atto. La priorità di intervento e l’indicazione dei termini di presentazione dei progetti deve essere definita dalla Provincia competente per territorio nell’ambito del Piano provinciale; Siti oggetto di approfondimento: siti per i quali la Provincia, nell’ambito di realizzazione del Piano provinciale, dovrà valutare i risultati delle ulteriori indagini svolte dall’ARPAT su specifico incarico della Regione Toscana (D.G.R.T. n. 786 del 13/07/1999) per l’effettiva classificazione della priorità di intervento nonché dei termini di presentazione dei progetti; Siti con necessità di ripristino ambientale: siti generalmente in condizioni di degrado dove sussista la necessità di un intervento mirato a riportare il sito in sicurezza da un punto di vista di rischio di inquinamento, a condizioni compatibili con l'ambiente circostante. I tempi di realizzazione dei progetti di ripristino dovranno essere indicati nel programma di priorità approvato dalla Provincia competente per territorio. Le priorità ed i tempi di attivazione dovranno essere definiti in base ad una serie di parametri tra cui gli obiettivi e le azioni del P.T.C., gli effetti territoriali, ambientali e sociali prodotti dall'intervento, lo stato di definizione, progettazione e finanziamento dell'intervento. Per l'approvazione dei progetti di ripristino saranno predisposte procedure semplificate da parte della Giunta Regionale ai sensi dell’art. 5 della L.R. 25/98. Si riporta di seguito la tabella in cui viene indicato lo stato di avanzamento degli iter procedurali così come riportato nel Piano Provinciale delle Bonifiche relativamente ai Comuni della Val di Cornia. Tab. 1. Siti con necessità di bonifica o di messa in sicurezza definitiva in Val di Cornia (fonte: Piano Provinciale delle Bonifiche dei siti inquinati Provincia di Livorno 2003, situazione aggiornata a giugno 2003). Codice regionale LI010 Comune San Vincenzo Piano di caratterizzazione approvato Piombino Piano di caratterizzazione in elaborazione Piombino Piano di caratterizzazione in elaborazione LI053 Ex discarica Ginepraie discarica interna I Dalmine discarica interna II Dalmine Ex discarica Ilva Piombino Bonifica conclusa LI053bis Nuovo sito ASIU Piombino LI s.c.1 LI n.s. 2 Poggio ai Venti S.A.E. srl LI n.s. 3 LI n.s. 4 Cimimontubi Cantiere ENEL LI013 LI009 Termin Rosso Le Vignole LI015i Suolo e sottosuolo LI015f Rapporto sullo stato dell’ambiente 154 Breve termine Livello di attivazione Denominazione Progetto definitivo di bonifica approvato e bonifica in corso Piombino Piano di caratterizzazione approvato Piombino Piano di caratterizzazione in elaborazione Necessità di approfondimento Piombino Piano di caratterizzazione approvato Piombino Piano di caratterizzazione non approvato Necessità di ripristino ambientale Campiglia M.ma Non attivato Sassetta Non attivato Data ultimo iter approvato 27/03/2003 In attesa di certificazione 01/03/2003 16/07/2002 18/10/2002 Successivamente all’approvazione del Piano Regionale, sono stati attivati iter procedurali a seguito dell’entrata in vigore del D.M. 471/99 “Regolamento recante criteri, procedure e modalità per la messa in sicurezza, la bonifica e il ripristino ambientale dei siti inquinati” (ai sensi dell'articolo 17 del D. Lgs. n. 22 del 1997 e s.m.i.), secondo lo schema seguente: D.M. 471/99 – art. 7 e 8: Iter attivati successivamente all’approvazione del Piano Regionale Attivazione ex articolo 7 Rientrano in tale categoria tutte quelle aree per le quali, da parte del soggetto responsabile, sia stata notificata al Comune, alla Provincia ed alla Regione una situazione di contaminazione (da intendersi come superamento dei valori di concentrazione limite accettabili stabiliti dalla normativa vigente) o di un pericolo concreto di contaminazione e per le quali siano state attuate misure di messa in sicurezza di emergenza. Attivazione ex articolo 8, D.M. 471/99 Rientrano in tale categoria tutte quelle aree per le quali i soggetti e gli organi pubblici, nel- l’esercizio delle proprie funzioni, accertino una situazione di pericolo di contaminazione o di effettivo superamento dei valori di concentrazione limite accettabili stabiliti dalla normativa vigente. In questi casi il Comune ha il compito di intervenire mediante un’ordinanza con la quale diffida il responsabile dell’inquinamento ad adottare i necessari interventi di messa in sicurezza di emergenza, di bonifica e ripristino ambientale secondo quanto previsto dal D.M. 471/99. Nella Tab. 2 si riportano gli iter procedurali attivati ai sensi dell’articolo 7 e 8 del DM 471/99 nella Val di Cornia. Tab. 2. Iter procedurali attivati ai sensi dell’articolo 7 e 8 del DM 471/99 nella Val di Cornia (fonte: Piano Provinciale delle Bonifiche dei siti inquinati Provincia di Livorno, 2003). Codice regionale LI107 LI115 LI117 LI123 Denominazione Comune Livello di attivazione ACI Venturina Mare Verde Tirrenia Carni Ex discarica S. Bartolo comunale Campiglia M.ma Piombino San Vincenzo San Vincenzo Piano di caratterizzazione non approvato Certificato 1° lotto Messa in sicurezza conclusa Piano di caratterizzazione approvato Data ultimo iter approvato 13/01/2003 A seguito della perimetrazione del sito di interesse nazionale di Piombino, avvenuta con D.M.10/01/00, sono stati attivati ulteriori iter tecnico - amministrativi relativi ai seguenti siti: LI103 LI104 LI100 LI105 Denominazione Comune Livello di attivazione Area ISE Area interna La Magona Area Portuale Città Futura Ex Irfird Area pubblica "demanio" Piombino Piombino Piano di caratterizzazione approvato Piano di caratterizzazione approvato Data ultimo iter approvato 17/06/2002 26/07/2002 Piombino Piombino Piombino Piombino Piano di caratterizzazione eseguito Piano di caratterizzazione eseguito Piano di caratterizzazione approvato Piano di caratterizzazione approvato 16/07/2002 16/07/2002 18/10/2002 16/07/2002 Le aree di bonifica più critiche sono ubicate all’interno dell’area industriale di Piombino. Tra queste, alcune sono già avviate nel processo dell’iter tecnico-burocratico presso il Ministero dell’Ambiente, mentre altre devono ancora iniziare le prime procedure previste. Un solo sito dell’area industriale risulta completamente bonificato, si tratta del sito LI53Bis adiacente all’impianto TAP srl dove è prevista la realizzazione della Piattaforma per il riciclaggio delle scorie e loppe di acciaieria della Lucchini SpA. Pertanto la percentuale delle aree bonificate risulta pari a 8 ettari/ 850 ettari ossia circa all’1%. 8.3.2 Fenomeno erosivo Circa metà delle spiagge della regione Toscana è colpita da un processo erosivo che determina la perdita di un patrimonio ambientale ed economico di grande pregio. La costa della Provincia di Livorno è divisa in settori secondo quanto è rappresentato nella ⌧ Fig. 1. 155 Rapporto sullo stato dell’ambiente Codice regionale LI101 LI102 Suolo e sottosuolo Tab. 3. (Fonte: Piano Provinciale delle Bonifiche dei siti inquinati Provincia di Livorno 2003). Suolo e sottosuolo ⌧ Fig. 1. Settori nei quali è stata suddivisa la costa della Toscana continentale. È stato evidenziato il territorio relativo alla Val di Cornia. Rapporto sullo stato dell’ambiente 156 I Comuni della Val di Cornia che si affacciano sul mare sono solo due, San Vincenzo e Piombino, le cui coste sono comprese nei settori 21-24. Relativamente a questi settori si riportano i risultati del Rapporto sullo stato dell’ambiente della Provincia di Livorno del 1999, in cui sono sintetizzati le ultime informazioni disponibili. Dal Forte di Bibbona a Torre Nuova (Settori 20-22) In questo tratto di litorale il contributo dell’alimentazione del fiume Cecina si fa gradualmente meno rilevante andando verso sud, dove assumo un ruolo progressivamente più importante i piccoli corsi d’acqua che scendono dalle colline metallifere. I dati rilevati nel 1994 (settore 20) e nel 1995 (settori 21 e 22) consentono di avere un quadro sufficientemente aggiornato di quanto accaduto dopo il 1981, quanto quasi tutto il litorale risultava in erosione. Complessivamente queste spiagge possono essere considerate in equilibro ed anche gli effetti della costruzione del porto di S. Vincenzo, che causò una significativa erosione del litorale posto a sud, si sono ormai attenuati. Oggi risulta in leggera erosione solo il tratto che va da Suvericcio a San Vincenzo (–2,9 m; –0,20 m/anno), mentre quello settentrionale fino al Forte di Bibbona e quello meridionale, fino a Torre Nuova, sono in leggera espansione (+4,9 e +1,8 m; +0,38 e –0,13 m/anno rispettivamente). Tab. 4. Variazione areale, variazione lineare media e tasso di variazione annuale della linea di riva per i settori della costa toscana relativi alla Provincia di Livorno. N. settore settore Lungh. settore (m) Periodo Anni Variaz. a reale (mq) 13 Tirrenia - Scolmatore F. Arno 14 P.ta del Lillatro - Pietrabianca 15 Piatrabianca - P.le di Bonaposta 16 P.le di Bonaposta - F.so Mozzo 17 F.so mozzo - F. Cecina 18 F. Cecina -F.so Cecinella 19 F.so Cecinella- F.te di Bibbona 20 F.te di Bibbona - Suvericcio 21 Suvericcio - San Vincenzo 22 San Vincenzo - Torre Nova 23 Golfo di Baratti 24** Piombino - Prato Ranieri Totale Regionale Avanz. tot. reg. 56% Erosione tot. reg. 44% 5.133 2.203 2.808 2.809 2.184 1.433 6.465 12.603 2.653 9.695 2.025 15.278 191.311 107.283 84.028 85/97 76/81 81/88 81/93 81/92 81/90 81/94 81/94 81/95 81/95 81/96 81/96 11.7 5 7 12 11 9 13 13 14 14 15 15 462 -9.906 -18.300 -5.000 12.200 6.200 -83.200 62.200 -7.600 17.600 -11.867 -19.943 -187.374 Variaz. Tasso di lineare variaz. (m/a) media (m) 0,1 0,01 -4,5 -0,90 -6,5 -0,93 -1,8 -0,15 5,6 0,51 4,3 0,48 -12,9 -0,99 4,9 0,38 -2,9 -0,20 1,8 0,13 -5,9 -0,39 -1,6 -0,11 **I dati si riferiscono solo al tratto compreso fra Ponte Oro e la foce del Canale Allacciante Cervia (12264 m). 157 Rapporto sullo stato dell’ambiente Da Piombino a Prato Ranieri (Settore 24) Questo settore del Golfo di Follonica, per il tratto compreso tra il Ponte d’Oro e la foce del Canale Allacciante Cervia, si avvale di un rilievo eseguito nel 1996 e che consente di ridimensionare la gravità del fenomeno erosivo che lo aveva caratterizzato dagli anni ’50. fra il 1981 ed il 1996 si registra un arretramento medio di soli 1,6 m (-0,11 m/anno), contro un tasso di -0,96 m/anno del periodo 1976-1981 relativo a tutto il settore. È probabile che gli interventi che avevano innescato il processo erosivo: bonifiche, costruzioni di moli guardiani degli sbocchi a mare dei canali e opere di difesa all’esterno del settore, abbiano gradualmente smorzato il loro effetto ed oggi si stia procedendo verso una dinamica meno accentuata dei processi costieri. Nel 2000 la Regione Toscana ha finanziato un incarico all’Università di Firenze Dipartimento di Scienze della Terra di aggiornare la linea di riva nel Golfo di Baratti e nel Golfo di Follonica. I dati confermano il trend già osservato negli ultimi anni. In base a quanto sopra possiamo considerare in fase erosione i seguenti tratti costieri: Golfo di Baratti pari a 3.520 metri e il Golfo di Follonica pari a 16.400 metri, che dalla località la Chiusa raggiungono il limite comunale con Follonica in località Prato Ranieri. Un ulteriore tratto soggetto a costante erosione è quello della spiaggia di Salivoli nel Comune di Piombino dove a seguito della realizzazione del Porto turistico la residuale spiaggia è costantemente soggetta ad erosione e pertanto la società che gestisce il Porto è obbligata ad effettuare ogni anno, prima della stagione estiva, un intervento di ripascimento artificiale per un tratto di circa 400 metri. Da ricordare anche che i tratti di costa adiacenti al Porto Turistico di San Vincenzo soggetti ad erosione negli anni passati, hanno raggiunto ad oggi un nuovo equilibrio idrodinamico. Nella Tab. 4 si riportano i dati sulle tendenze evolutive della costa, per quanto riguarda il tratto della Provincia di Livorno, considerando il fatto che i dati numerici riportati si riferiscono a settori omogenei dal punto di vista evolutivo (avanzamento o arretramento), all’interno dei quali possono però esservi piccoli tratti in cui, nel periodo di tempo considerato, si sono avute variazioni opposte a quelle dell’intero settore. Anche in questo caso per la Val di Cornia bisogna far riferimento solo ai settori 21-24. Suolo e sottosuolo Il Golfo di Baratti (Settore 23) Gli ultimi rilievi del Golfo di Baratti sono stati effettuati nel 1996 e ciò ci consente di avere un quadro di quanto avvenuto negli ultimi 15 anni, che non contrasta con il trend di lungo periodo che caratterizza questa spiaggia. Mediamente la linea di riva è arretrata di 5,9 m (-0,39 m/anno), con un tasso non molto diverso da quello che ha caratterizzato il litorale nel periodo precedente (-0,32 m/anno fra il 1976 e il 1981). Sono valori di arretramento assai modesti, che però risultano assai preoccupanti in una spiaggia estremamente stretta e con valori ambientali ed archeologici di grande rilevanza nell’immediato retroterra. 8.3.3 Dissesti idrogeologici e rischi naturali Nel territorio della Val di Cornia le aree soggette ad un elevato rischio d’allagamento ed esondazioni hanno un’estensione complessiva di 108,48 Km2 ( Tab. 5). E che interessano complessivamente i Comuni di Campiglia M.ma, Suvereto e Piombino, i Comuni cioè interessati dal percorso del fiume Cornia. Tab. 5. Aree soggette ad allagamento ed esondazioni per classi in relazione ai tempi di ritorno (D.G.R. 1212/99). Classe 1 35,4 Km2 Classe 1 59,8 Km2 Classe 1 63,9 Km2 Superfici di pericolosità idraulica del Comune di Campiglia M.ma Classe 2 Classe 3 6,3 Km2 3,0 Km2 Superfici di pericolosità idraulica del Comune di Piombino Classe 2 Classe 3 9,6 Km2 8,4 Km2 Superfici di pericolosità idraulica del Comune di Suvereto Classe 2 Classe 3 6,1 Km2 11,5 Km2 Classe 4 39,1 Km2 Classe 4 58,1 Km2 Classe 4 11,28 Km2 Tab. 6. Definizione delle classi di pericolosità idraulica. Classe Pericolosità I Moderato II Medio III Suolo e sottosuolo IV Rapporto sullo stato dell’ambiente 158 Descrizione Danni sociali, economici e al patrimonio ambientale marginali. Sono possibili danni minori agli edifici, alle infrastrutture e al patrimonio ambientale che non pregiudicano l’incolumità del personale, l’agibilità degli edifici e la funzionalità delle attività economiche. Elevato Sono possibili problemi per l’incolumità delle persone, danni funzionali agli edifici e alle infrastrutture con conseguente inagibilità degli stessi, l’interruzione di funzionalità delle attività socio-economiche e danni rilevanti al patrimonio ambientale. Molto elevato Sono possibili la perdita di vite umane e lesioni gravi alle persone, danni gravi agli edifici, alle infrastrutture e al patrimonio ambientale, la distruzione delle attività socio-economiche. 8.3.4 Occupazione suolo L’estensione del territorio urbanizzato e di quello occupato da infrastrutture rappresentano le principali forme di perdita irreversibile di suolo. È quindi necessario conoscere quanta risorsa “suolo” è già stata utilizzata in Val di Cornia e monitorarne l’evoluzione nel tempo, cercando di ridurre il più possibile il suo consumo, attivando tutti quei processi volti a riutilizzare aree e porzioni di territorio già utilizzati in passato ed oggi dimessi. Si ricorda inoltre come l’occupazione di suolo implica molto spesso l’impermeabilizzazione del territorio che a sua volta determina minor capacità di infiltrazione del terreno; tutto ciò comporta un minor tempo di corrivazione delle acque meteoriche durante gli eventi piovosi aumentando così il rischio di allagamenti ed esondazioni di fiumi e torrenti. La superficie artificiale (edilizia sia urbana che industriale e rete viaria) della Val di Cornia è pari al 6,93% della superficie complessiva della Val di Cornia (per l’anno 2001). Nella tabella seguente si riportano i dati relativi alla superficie artificiale della Val di Cornia negli anni 1991 e 2001. Tab. 7. Superficie artificiale assoluta e percentuale sul totale della superficie della Val di Cornia, anni 1991-2001; superficie artificiale pro-capite, anno 2001 (fonte:“Segnali ambientali in Toscana 2003” - elaborazione LaMMA- Regione Toscana su dati CORINE land cover; elaborazione Regione Toscana su dati ISTAT e IRPET). Val di Cornia Sup. artificiale 1991 (ha) 2.366,58 % sup. artificiale 1991 6,46 % Sup. artificiale 2001 (ha) 2.536 % sup. artificiale Sup. artificiale 2001 pro-capite 2001 (m2)) 6,93 % 449,8 Per quanto concerne l’area industriale di Piombino si rileva che su un totale di 768 ettari, solo il 45% è effettivamente utilizzato da strutture industriali vere e proprie o ambiti di servizio (discariche, aree stoccaggio materiali ecc.). Per quanto attiene la densità della rete viaria della Val di Cornia, questa risulta inferiore alla media regionale come si evince dalla tabella seguente: Tab. 8. Densità rete viaria in Val di Cornia e in Toscana. Densità della rete stradale (Km/Km2) Val di Cornia 0,8 Regione Toscana 1,2 Le principali modalità di occupazione del territorio nei Comuni della Val di Cornia e, più in generale, nella Provincia di Livorno e nella Regione sono riportate nella Tab. 9. Tab. 9. Occupazione del territorio per tipologia di destinazione (fonte: Rapporto sullo Stato dell’Ambiente della Provincia di Livorno, 2003). Comuni della Val di Cornia Campiglia M.ma Piombino San Vincenzo Sassetta Suvereto SEL VAL DI CORNIA PROVINCIA DI LIVORNO REGIONE TOSCANA Superficie (Km2) 83,2 130,4 33,1 26,6 93,0 366,1 1.217,5 22.997,2 Sup. urbanizzata (%) 3,4 6,1 10,0 0,4 0,8 4,1 7,2 5,0 La Tab. 10 riporta il numero di concessioni edilizie residenziali e non, in Val di Cornia ed altri SEL adiacenti nel periodo 1991-99. Si rileva che in Val di Cornia, a fronte di una riduzione della popolazione ed una diminuzione degli addetti nelle varie attività produttive, si siano realizzati quasi 3 milioni di m3 di volumi, con una variazione del 17%, più del doppio della Val di Cecina e dell’Area livornese. Concessioni edilizie non residenziali [m3] 1.231.890 1.055.422 2.019.415 376.128 Concessioni edilizie totali [m3] 2.327.420 2.444.895 2.910.065 794.392 Variaz. % popolazione Variaz. % Variaz. % addetti industria, unità locali servizi e commercio -5,70 4,08 -6,12 4,31 12,5 17 -4,3 62,7 7,1 8,2 17,3 27,0 Nel Comune di Piombino è presente un porto commerciale ed industriale di importanza regionale secondo solo a Livorno e risulta essere il più importante per i collegamenti con l’Isola d’Elba. Da alcuni anni sta aumentando sempre di più la richiesta di posti barca per la nautica da diporto e sino ad oggi i porti turistici, approdi e punti ormeggio in Val di Cornia sono di seguito elencati. Tab. 11. Posti barca negli approdi, porti turistici e punti di ormeggio della Val di Cornia. Località Salivoli Baratti Porto commerciale Terre Rosse Marina Ponte d’Oro San Vincenzo Totale Posti barca 400 600 150 570 100 653 253 2.726 159 Rapporto sullo stato dell’ambiente Area livornese Val di Cecina Val di Cornia Arcipelago Concessioni edilizie residenziali [m3] 827.064 1.187.208 439.251 384.321 Suolo e sottosuolo Tab. 10. Numero delle concessioni edilizie rilasciate e variazione della popolazione, delle unità locali e degli addetti nell’industria, nei servizi e nel commercio (dati riferiti al periodo 1991-1999). A quanto sopra si deve aggiungere i punti ormeggio di Carbonifera e Fosso Acquaviva nel Comune di Piombino di cui non si conosce il numero preciso di posti barca disponibili, anche se entrambi sono predisposti per natanti di piccole dimensioni. In Val di Cornia le miniere e le attività estrattive attive, sono 7. La superficie complessiva di tali attività è pari a 405 ha e la superficie recuperata da un punto di vista ambientale come da progetto autorizzato è pari a circa 14 ha, pari al 3,4% del totale. Le superfici comunali occupate da cave e miniere sono indicate nella Tab. 12. Come si evince, le cave non sono presenti né a Piombino né a Sassetta; solo in quest’ultimo Comune si rilevano alcune piccole cave abbandonate. Per quanto riguarda le cave di pietra ornamentale, queste, per produzioni e superfici occupate risultano poco significative rispetto alle altre cave e miniere presenti nel resto del territorio. Tab. 12. Aree destinate ad attività estrattive nella Val di Cornia (fonte: Comuni di Campiglia M.ma, San Vincenzo e Suvereto). cave e miniere del Comune di Campiglia M.ma Materiale Superficie Cava Monte Calvi Calcare 37,5 ettari 16 ettari* Cava Monte Valerio Calcare 80 ettari** Miniera Maffei Botro ai Marmi Feldspato 27 ettari*** Miniera Sales Montorsi Feldspato 8 ettari cave del Comune di San Vincenzo Cava Solvay Calcare 102 ettari*** cave del Comune di Suvereto Cava Monte Peloso (Edilbeton srl) Pietra ornamentale 5,5 ettari Cava Monte Peloso (Saccardi Marmi) Pietra ornamentale 8 ettari Sup.recuperata 0,5 ettari 0 13,6 ettari 0,05 ettari 60 ettari - * area impianti separata dalla cava; ** comprende l’area impianti ed una area di cava completamente recuperata. *** comprende area impianti Le superfici della Tab. 12 corrispondono alla superficie di destinazione classificate come attività estrattiva dello strumento urbanistico vigente. L’area estrattiva vera e propria risulta talvolta più ridotta. Suolo e sottosuolo 8.4 Pressioni Rapporto sullo stato dell’ambiente 160 In tema di inquinamento del suolo e del sottosuolo le maggiori pressioni esercitate sull’ambiente vendono descritte attraverso i seguenti aspetti: ● Uso del suolo ● Utilizzo di fertilizzanti e fitofarmaci 8.4.1 Uso del suolo Questo aspetto considera l’entità e l’estensione delle principali attività antropiche presenti sul territorio, allo scopo di rilevare i cambiamenti nell’uso del suolo. In riferimento all’attività agricola, è stata quantificata la superficie di aree agricole (SAU) utilizzata in modo intensivo nella Val di Cornia, in quanto ad essa sono riconducibili, in genere, maggiori rischi di inquinamento, degradazione del suolo e perdita di biodiversità. Il calcolo della SAU utilizzata in modo intensivo è stato fatto mediante il metodo proposto dall’ANPA, nell’Annuario 2001, così come illustrato di seguito. Calcolo delle colture intensive L’indicatore “aree usate per agricoltura intensiva” definisce l’intensità dello sfruttamento cui è sottoposto il suolo agrario, individuando e quantificando l’estensione di forme di agricoltura intensiva sul territorio. In genere tali superfici sono soggette a tecniche di lavorazione e coltivazione che massimizzano la stabilità produttiva del suolo mediante lavorazioni profonde e distribuzione dei fertilizzanti con inevitabili conseguenze sulle proprietà chimiche, fisiche e biologiche del suolo. La definizione di colture intensive tratta dall'Annuario ANPA 2001 è la seguente: (superfici a seminativo + superfici legnose agrarie) - superfici ad agricoltura biologica. Per superfici a seminativo si intendono: colture di piante erbacee, soggette all'avvicendamento colturale con durata delle coltivazioni (quali grano, mais, riso, piselli, patate, barbabietola, colza, foraggio, girasole, soia, ortaggi) non superiore a 5 anni. Per superfici legnose agrarie si intendono: colture praticate sulle superfici fuori avvicendamento, investite a coltivazioni di piante legnose agrarie (quali melo, pero, uva da tavola e da vino) che occupano il terreno per un lungo periodo. ⌧ Fig. 2. Ripartizione della superficie agricola totale (fonte: elaborazioni su dati ISTAT 2000). Tab. 13. Superficie agricola utilizzata in modo intensivo (ettari) (fonte: elaborazioni su dati del 5° Censimento generale dell’Agricoltura, ISTAT 2000). Comuni Campiglia M.ma Piombino San Vincenzo Sassetta Suvereto VAL DI CORNIA SAU Intensiva 4.805,77 5.243,97 1.165,78 151,03 3.155,66 14.522,21 SAU intensiva /Sup.agric. Tot. (%) 80,13 65,53 69,23 7,31 59,07 62,89 Suolo e sottosuolo ⌧ Fig. 3. Confronto tra SAU intensiva e SAT per ciascun Comune della Val di Cornia (elaborazione dati tabella precedente). In Val di Cornia l’attività estrattiva esercita una forte pressione in termini di estensione delle superfici autorizzate e di volumi estratti all’anno. 8.4.2 Utilizzo di fertilizzanti e fitofarmaci Il degrado del suolo e sottosuolo è associato, per buona parte, all’intensità d’uso sulle aree agricole dei fertilizzanti chimici (azoto N, fosforo P e potassio K), compresi quelli di natura organica (letame, liquame e purino), e dei fitofarmaci. Effetti di fertilizzanti e fitofarmaci sulla degradazione dei suoli Uso di fertilizzanti L’uso eccessivo e inappropriato di fertilizzanti di produzione industriale ha portato all’accumulo di nutrienti nei suoli, alterandone le proprietà fisiche e chimiche. Inoltre, essi possono contaminare le acque superficiali e profonde, soprattutto da nitrati e fosfori, e, successivamente, stimolare lo sviluppo delle alghe (eutrofizzazione). Rapporto sullo stato dell’ambiente 161 Uso di fitofarmaci L’impiego di fitofarmaci ha un impatto ormai largamente provato sulle proprietà fisiche e chimiche dei suoli e sulla micro, meso e macro-fauna. Alcuni residui, inoltre, possono contaminare le acque superficiali e sotterranee, con effetti pericolosi sulla salute umana e sull’ambiente, anche se presenti in piccolissime quantità. Per la Val di Cornia non è stato possibile reperire dati che permettano di esprimere un giudizio oggettivo su tale aspetto. Per descrivere la pressione ambientale esercitata dall’attività agricola si utilizzano gli indicatori aggregati per SEL relativi alla Provincia di Livorno. A tale proposito si riportano nella Tab. 14 le incidenze delle superfici trattate con concimi chimici di sintesi e con erbicidi e antiparassitari. La Provincia di Livorno presenta valori elevati e superiori alla media regionale, sia per quanto riguarda la superficie concimata che quella trattata con erbicidi e antiparassitari. Questo dato si spiega con l’elevata pratica dell’agricoltura intensiva nella Provincia di Livorno, che richiede elevati apporti dall’esterno. La Val di Cornia, in particolare, presenta valori superiori ai corrispondenti provinciali e regionali, relativamente alla superficie concimata, mentre presenta valori sensibilmente inferiori per quanto riguarda l’uso di erbicidi e antiparassitari. Tab. 14. Indicatori di pressione ambientale agricoltura (fonte: elaborazione IRPET su dati censimento agricoltura 2000). Suolo e sottosuolo Area Sel 14 Area Livornese Sel 15.I Val di Cecina Sel 16 Val di Cornia Sel 17 Arcipelago Provincia di Livorno Toscana Sup. uso erbic+antiparas./SAU 82,2 40,1 19,8 12,6 50,0 33,0 8.5 Determinanti Gli impatti sull’ambiente determinati dalle attività antropiche sono stati riassunti mediante i seguenti aspetti: ● Agricoltura ● Attività urbanizzativa ● Industria 8.5.1 Agricoltura L’agricoltura costituisce una delle principali attività aventi impatto sul suolo e sul sottosuolo. Uno degli indicatori più significativi per valutare la pressione esercitata dal settore agricolo sull’ambiente è il numero di aziende agricole presenti sul territorio in esame. Nella Val di Cornia ci sono 2.464 aziende agricole per una superficie totale di circa 23.000 ha (2000); queste rappresentano circa il 40% di tutte le aziende agricole presenti nella provincia (circa 6.052). Nella Tab. 15 è indicata la distribuzione, per superficie occupata, delle aziende agricole per la Val di Cornia e la Provincia di Livorno. 162 Rapporto sullo stato dell’ambiente Sup. concimi chimici/SAU 144,2 130,0 143,0 29,2 135,0 89,8 Tab. 15. Distribuzione aziende agricole a livello comunale e provinciale (fonte: ISTAT - 5° Censimento Generale dell’Agricoltura, 2001). Classe Meno di 1 ettaro 1–5 5 – 10 10 – 50 50 – 100 Oltre 100 Senza SAU n° aziende 1990 526 730 367 373 28 17 12 Val di Cornia n° aziende 2000 869 858 342 332 27 17 19 Provincia di Livorno n° aziende 1990 n° aziende 2000 2.592 2.326 2.248 2.226 763 686 710 623 71 71 46 48 52 72 ⌧ Fig. 4. Distribuzione aziende agricole per estensione (fonte: ISTAT - 5° Censimento Generale dell’Agricoltura, 2001). Dalla ⌧ Fig. 4 si può notare che il numero delle aziende agricole presenti sul territorio diminuisce man mano che aumenta l’estensione della superficie occupata; ne deriva una maggiore diffusione di piccole e medie aziende. Nel grafico seguente è indicato il numero delle aziende agricole della Val di Cornia in funzione della tipologia di coltura. Il 44,6% delle aziende agricole è destinata alle coltivazioni legnose, il 31,6% ai seminativi, il 18,7% agli orti familiari ed il restante 5,2% ai prati permanenti e pascoli. Tab. 16. Superficie totale* e SAU comunali e provinciale (fonte: ISTAT - 5° Censimento Generale dell’Agricoltura, 2000). Comuni Campiglia M.ma Piombino San Vincenzo Sassetta Suvereto VAL DI CORNIA PROVINCIA 1990 Sup. totale (ha) 6.027,27 8.676,52 1.812,44 2.109,79 4.342,78 22.968,80 66.977,07 2000 SAU (ha) 4.809,69 6.013,79 1.395,65 511,45 3.352,58 16.083,16 38.817,06 Sup. totale (ha) 5.997,61 8.002,29 1.683,81 2.064,80 5.341,85 23.090,36 66.225,54 SAU (ha) 4.953,57 5.552,48 1.205,40 753,62 3.519,85 15.984,92 37.350,91 (*) area complessiva dei terreni dell'azienda formata dalla superficie agricola utilizzata, da quella coperta da arboricoltura da legno, da boschi, dalla superficie agraria non utilizzata, nonché dall'area occupata da parchi e giardini ornamentali, fabbricati, stagni, canali, cortili situati entro il perimetro dei terreni che costituiscono l'azienda. La ripartizione delle SAU, a livello di SEL e provinciale per destinazione nell’anno 2000, è illustrata nel grafico seguente, dal quale si evince che in Val di Cornia la superficie agricola viene utilizzata principalmente per seminativi e in misura minore per coltivazioni legnose e pascoli. 163 Rapporto sullo stato dell’ambiente Nella Tab. 16 sono indicati i valori delle SAU (Superficie Agricola Utilizzata) sia a livello comunale, sia a livello di SEL che a livello provinciale per gli anni 1990 e 2000. Come si evince dalla lettura della tabella, a livello di SEL la SAU è diminuita di poco meno di 100 ha. Più in dettaglio, la SAU è diminuita in tutti i Comuni eccezion fatta per quello di Suvereto. Nel 2000 la SAU del SEL ha rappresentato quasi il 43% della SAU provinciale e circa il 2% di quella regionale. Suolo e sottosuolo ⌧ Fig. 5. Aziende agricole della Val di Cornia suddivise per destinazione (fonte: 5° Censimento Generale dell’Agricoltura, 2000). ⌧ Fig. 6. Ripartizione SAU per destinazione (fonte: 5° Censimento Generale dell’Agricoltura, 2000). 8.5.2 Attività urbanizzativa La realizzazione di nuove infrastrutture e di nuovi lotti edificati (ad esempio, per residenziale, terziario, industriale) determina una pressione sul suolo in termini di incremento di superficie urbanizzata. Gli impatti sul suolo conseguenti all’incremento di superficie urbanizzata, oltre ad essere direttamente collegati alla perdita della risorsa, si riassumono in una perdita di valore qualitativo delle aree naturali, in una frammentazione delle unità colturali ed in un inquinamento da fonti diffuse diverse da quelle agricole nonché un’alterazione del paesaggio naturale. L’attività urbanizzativa assume nello specifico il significato di cementificazione e “sigillatura” dei suoli ad opera dell’edificazione del territorio; ciò deriva dal fatto che qualunque intervento edificatorio, così come qualsiasi intervento infrastrutturale, comporta il decorticamento e l’impermeabilizzazione della sede in cui si interviene. In riferimento alla realizzazione di nuovi lotti edificati, nella Val di Cornia si sta assistendo ad un progressivo aumento dei lotti edificati sebbene tra il 1998 ed 1999 si sia registrata una flessione. Nel complesso nel quinquennio 1995-1999 sono stati realizzati nuovi lotti per oltre 1.592.000 m2. Suolo e sottosuolo Tab. 17. Realizzazioni di nuovi di fabbricati residenziali e non residenziali (compresi gli ampliamenti), abitazioni residenziali e non residenziali (compresi vani e accessori), per Comune (Volume in m2 vuoto per pieno) (fonte: Compendio statistico della Provincia di Livorno, 2001). Rapporto sullo stato dell’ambiente 164 Comuni Campiglia M.ma Piombino San Vincenzo Sassetta Suvereto Val di Cornia Provincia Livorno 1995 45.493 120.265 2.763 8.884 8.185 185.590 707.274 1996 31.429 219.503 4.984 440 2.487 258.843 899.605 1997 51.255 303.994 19.169 0 14.415 388.833 649.318 1998 81.931 330.793 1.710 0 7.719 422.153 807.177 1999 155.257 153.957 23.569 426 4.251 337.460 918.021 8.5.3 Industria Le attività industriali più rilevanti in termini di impatti sul suolo e sottosuolo per la Val di Cornia, dall’indagine condotta, risultano essere: ● l’attività estrattiva, in quanto comporta depauperamento irreversibile di stock di materie prime e minerali oltre ad un evidente consumo di territorio; ● le aziende industriali, in quanto a loro sono associati potenziali rischi in termini di contaminazione del suolo (ad esempio, sversamenti accidentali, presenza di attività produttive impattanti, discariche, stoccaggi temporanei ecc.) e consumo di suolo specie per l’area industriale di Piombino gran parte della quale è stata realizzata mediante il ritombamento di aree palustri con scorie e loppe di acciaieria. Le aziende a rischio di incidente rilevante soggette agli obblighi previsti del D.Lgs 334/99 (normativa “Seveso”) presenti in Val di Cornia, sono tutte concentrate nell’area industriale di Piombino. Tab. 18. Aziende a rischio d’incidente rilevante presenti in Val di Cornia (fonte: Regione Toscana, dati aggiornati a giugno 2003). Aziende a rischio d’incidente rilevante Lucchini SpA SOL SpA La Magonad’Italia SpA PIOX srl Obblighi di legge Ai sensi dell’art. 8 Ai sensi dell’art. 8 Ai sensi dell’art. 6 Ai sensi dell’art. 6 D.Lgs 334/99 Rapporto di sicurezza D.Lgs 334/99 D.Lgs 334/99 notifica D.Lgs 334/99 La Magona d’Italia SpA ha realizzato un impianto per la produzione di idrogeno in sostituzione dello stoccaggio di ammoniaca presso lo stabilimento eliminando i rischi di incidente industriale ai sensi del D.Lgs 334/99. 8.6 Risposte 8.6.2 Diffusione di pratiche sostenibili di uso del suolo La diffusione di pratiche sostenibili può essere valutata attraverso l’indicatore numero di aziende certificate secondo la norma internazionale ISO 14001. La norma ISO 14001 è lo standard internazionale indicante i requisiti di un sistema di gestione ambientale. Un’azienda che decide (volontariamente) di certificarsi conformemente a tale norma si sottopone ad una visita ispettiva da parte di un Ente terzo accreditato che verifica la conformità del sistema di gestione in atto ai requisiti della norma di riferimento. Il Regolamento 761/2001/CE (EMAS) è la norma comunitaria di riferimento in materia di eco-gestione e audit. Essa intende favorire la razionalizzazione e la crescita delle capacità gestionali in campo ambientale, superando il mero rispetto degli obblighi di legge per promuovere, su base volontaria, il miglioramento continuo delle prestazioni ambientali, l’attiva partecipazione dei dipendenti e la creazione di un nuovo rapporto di fiducia con le istituzioni e con il pubblico. Nel territorio della Val di Cornia sono presenti 6 aziende che possiedono la certificazione ambientale ed una con avvenuta Registrazione EMAS, mentre un’altra è in fase di registrazione. L’elenco delle aziende certificate e registrate è riportato in Tab. 19. 165 Rapporto sullo stato dell’ambiente 8.6.1 Bonifiche di siti dismessi L’attività di bonifica di siti dismessi ha un’importanza evidente sia dal punto di vista ambientale che da quello della sicurezza e dell’impatto sulla salute. Oggetto della bonifica è il risanamento dei comparti ambientali (suolo, sottosuolo ed acque superficiali e profonde) compromessi talora in modo irreversibile, da attività pregresse gestite con scarsa attenzione alla protezione dell’ambiente. Nello stesso ambito si collocano il recupero e la conversione di siti industriali dismessi. In adempimento a quanto riportato nella L.R. n.25/98 la Provincia di Livorno ha elaborato un Piano Provinciale delle Bonifiche con l’indicazione dei seguenti aspetti: ● perimetrazione degli ambiti di bonifica, ● stima degli oneri finanziari per gli interventi di messa in sicurezza e/o di bonifica, ● quantità e qualità dei materiali da rimuovere e smaltire e modalità di smaltimento, ● elenco delle aree già messe in sicurezza e/o bonificate con i rispettivi vincoli di destinazione d’uso, ● definizione delle priorità di intervento di bonifica e/o messa in sicurezza delle aree inquinate con l’indicazione dei termini entro i quali devono essere presentati i progetti. Il Piano per l’intera provincia di Livorno interessa principalmente aree industriali attive e dismesse (circa 47%), a cui fanno seguito discariche (circa il 25%), aree commerciali (punti vendita carburanti) con circa il 15% ed aree residenziali oggetto di eventi di contaminazione accidentale (circa il 13%). In Val di Cornia vi è un solo sito che ha terminato l’iter della caratterizzazione e della bonifica appartenenti ad aree industriali dimesse. Si tratta del sito LI53bis adiacente all’attuale discarica per RSU comprensoriale di Ischia di Crociano, dove dovrà sorgere la Piattaforma TAP Srl, la cui superficie si aggira intorno agli 8 ettari. Nel paragrafo “Contaminazione del suolo e del sottosuolo” sono indicati i siti presenti sul territorio che necessitano di bonifica o di messa in sicurezza definitiva e lo stato di avanzamento delle attività di bonifica. Suolo e sottosuolo Al fine di mitigare l’inquinamento del suolo e del sottosuolo e diminuire l’impatto delle future attività antropiche sull’ambiente, in Val di Cornia sono state intraprese diverse iniziative, descritte attraverso i seguenti aspetti: ● Bonifiche di siti dismessi ● Diffusione di pratiche sostenibili di uso del suolo Tab. 19. Aziende certificate per l’ambiente in Val di Cornia (fonti: SINCERT e Ministero dell’Ambiente, dati aggiornati a maggio 2004). Ragione sociale ambientale e data rilascio ISE srl Comune Scopo certificazione Certificazione Piombino Prod di energia elettrica. Prod. di vapore e acqua calda ISO 14001 20/12/2002 ISO 14001 05/03/2001 La Magona d’Italia SpA Piombino Divisione Magona Deccappaggio e rilaminazione a freddo di coils a caldo e loro rivestimento mediante zincatura e verniciatura coil coating; taglio e profilatura di laminati piani in acciaio rivestiti e non rivestiti (zincati e preverniciati) Lazzi Vi.Tur. SpA San Vincenzo Gestione di complesso turistico residenziale, all'interno di un parco di 320.000 mq, con formule hotel, villette, residence, ristorante, bar, sale congressi, spiaggia privata, piscine. Sider Piombino srl Piombino Progettazione e fabbricazione di recipienti in pressione, carpenteria, gru e accessori di sollevamento, lavorazioni meccaniche, manutenzione e revisione di macchine. Solvay Chilica Italia SpA San Vincenzo Cava di calcare, per le fasi specifiche di estrazione e frantumazione. ASIU SpA Piombino Raccolta e Trattamento RSU ISE srl Piombino Suolo e sottosuolo La Magona d’Italia SpA Piombino Divisione Magona Decappaggio e rilaminazione a freddo di coils a caldo e loro rivestimento mediante zincatura e verniciatura coil coating; taglio e profilatura di laminati piani in acciaio rivestiti e non rivestiti (zincati e preverniciati) ISO 14001 24/10/2001 ISO 14001 30/01/2002 ISO 14001 2002 EMAS CE 761/2001 4/03/2004 In fase di registrazione EMAS CE 761/2001 Per quanto riguarda, invece, la diffusione di pratiche agricole biologiche, risulta che in Val di Cornia sono presenti 14 aziende che praticano l’agricoltura biologica. A livello provinciale, nel 2002 la superficie agricola coltivata secondo metodo biologici era di 2.482 ettari, corrispondenti al 3% della superficie biologica regionale ed al 6,6% della SAU provinciale. Il numero totale di aziende biologiche, pari a 133 nell’intera provincia, corrisponde al 5% regionale. Confrontando i dati al 2002 con quelli riportati nel Rapporto sullo Stato dell’Ambiente della Provincia di Livorno del 1999, si nota che la variazione delle aziende biologiche livornesi è stata inferiore a quella regionale e, precisamente, pari all’111% per la provincia contro il 201% per la Toscana. Tab. 20. Distribuzione delle aziende in conversione e delle aziende biologiche (fonte: Elenco operatori biologici A.R.S.I.A. tratto da “L’agricoltura biologica, con particolare riferimento agli aspetti normativi, di mercato ed alle sue manifestazioni in Val di Cornia” - Valeria Romani, Tesi di laurea, 2003). 166 Rapporto sullo stato dell’ambiente Prod. di energia elettrica. Produzione di vapore e acqua calda ISO 14001 29/04/2004 Comune Suvereto Piombino San Vincenzo Campiglia M.ma Sassetta Totale Operatori Distribuzione delle aziende in conversione in Val di Cornia al 31/12/02 Numero Operatori % degli Operatori 6 33,34 5 27,78 5 27,78 1 5,55 1 5, 55 18 100,00 Comune Suvereto Piombino San Vincenzo Campiglia M.ma Sassetta Totale Operatori Distribuzione delle aziende biologiche in Val di Cornia al 31/12/02 N. Operatori % degli Operatori 6 42,86 3 21,43 3 21,43 1 7,14 1 7,14 14 100,00 9 Rifiuti 9.1 Introduzione al tema Val. trend Presenza di siti da bonificare e di rifiuti abbandonati Produzione di rifiuti urbani Produzione di rifiuti speciali S ++ ☺ P P +++ +++ Popolazione D ++ ☺ Turismo D +++ Attività produttive D +++ ☺ Dotazione impiantistica per il trattamento dei rifiuti Attività di pianificazione R +++ ☺ ☺ R +++ ☺ ☺ Attività di recupero e riciclaggio R +++ ☺ Gestione rifiuti speciali R ++ ☺ Attività di sensibilizzazione, educazione e formazione R +++ ☺ ☺ Obiettivo 9 Disincentivare l’apertura e/o l’ampliamento di discariche e diminuire lo smaltimento del rifiuto tal quale in discarica Censire e recuperare le discariche non controllate Diminuire la produzione di rifiuti pro-capite Monitorare la tendenza in atto nella produzione di rifiuti speciali, pericolosi e non Diminuire la quantità di rifiuti prodotti ed aumentare la raccolta differenziata Diminuire l’incidenza del turismo su quantità e tipologia di rifiuti prodotti Diminuire l’incidenza delle attività industriali nella produzione di rifiuti, con particolare riferimento ai rifiuti speciali Potenziare il numero e la capacità di trattamento degli impianti di trattamento dei rifiuti Razionalizzare lo smaltimento dei rifiuti, diminuendo la dipendenza dalle discariche e massimizzando raccolta differenziata e chiusura dei cicli Aumentare e diversificare le attività di recupero e riciclaggio Aumentare la possibilità di riutilizzo dei rifiuti industriali Diversificare gli eventi di coinvolgimento della popolazione sul corretto smaltimento dei rifiuti 9.2 Descrizione del tema La produzione dei rifiuti è progressivamente aumentata negli ultimi decenni quale sintomo del progresso economico e dell’aumento dei consumi. La diversificazione dei processi produttivi ha, inoltre, generato la moltiplicazione della tipologia dei rifiuti con effetti sempre più nocivi per l’ambiente. La quantità totale dei rifiuti rappresenta, indubbiamente, una misura dell’impoverimento delle risorse, sebbene l’impatto generato sull’ambiente non dipenda solo dalla quantità, ma anche e soprattutto dalla qualità dei rifiuti. Le sostanze pericolose in essi contenute, anche in piccole quantità, possono generare, infatti, notevoli impatti sull’ambiente (suolo, sottosuolo, ciclo delle acque, atmosfera e catena alimentare). La problematica rappresentata dall’aumento delle quantità di rifiuti non può essere arginata solamente tramite una gestione più efficiente ed un maggiore tasso di riciclo; emerge chiaramente l’esigenza di analizzare e gestire il problema rifiuti come una componente dei flussi totali di materia che attraversa la società, inserendo la gestione dei rifiuti all’interno di una strategia integrata di sviluppo sostenibile, che abbia, tra le priorità, la riduzione dell’utilizzo delle risorse, il minore consumo di energia e la minimizzazione delle emissioni alla fonte. In Italia, il principale riferimento normativo in materia di rifiuti è il Decreto Legislativo 5 febbraio 1997 n. 22 “Attuazione delle direttive 91/156/CEE sui rifiuti, 91/689/CEE sui rifiuti pericolosi e 94/62/CE sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio”, noto come “Decreto Ronchi”. Il decreto ridisegna il quadro normativo nazionale in materia di gestione dei rifiuti ed introduce specifiche disposizioni che modificano l’intero settore. Stato A Piombino, in località Ischia di Crociano, vengono raccolti tutti i rifiuti solidi urbani prodotti nei Comuni della Val di Cornia. La discarica è costituita da 5 lotti: attualmente 3 sono già stati coltivati mentre il quarto è in fase di coltivazione. Rifiuti Presenza di discariche attive D/P Disp. Val. S/R Dati Stock S +++ ☺ 167 Rapporto sullo stato dell’ambiente Aspetto Sempre a Piombino, all’interno dell’area industriale, è presente una seconda discarica di 2a categoria, gestita dalla Lucchini SpA, in cui vengono conferiti rifiuti speciali di origine industriale. Grazie all’impegno delle amministrazioni comunali concretizzatosi con la creazione di centri di raccolta, isole e piattaforme ecologiche in Val di Cornia si è registrata la quasi totale scomparsa del fenomeno dell’abbandono dei rifiuti. Pressione La produzione totale dei rifiuti solidi urbani è in continua crescita in tutta la Val di Cornia, così come emerge dall’analisi dei dati annuali. Eccezion fatta per Piombino, anche la produzione pro-capite annua segue lo stesso trend: questa tendenza è marcata per il Comune di San Vincenzo, per il quale, come giustificazione, bisogna tener presente una maggior afflusso turistico rispetto agli altri Comuni della Val di Cornia. Per quanto riguarda la produzione di rifiuti speciali, solo una piccola percentuale, pari a meno del 3%, è classificata come pericolosa. Come è prevedibile il contributo maggiore nella produzione di rifiuti speciali è dato dal Comune di Piombino, in cui sono presenti le realtà industriali più importanti della zona. Determinanti La popolazione residente in Val di Cornia ha registrato un decremento pari al 6% nella decade che va dal 1991 al 2001. La densità degli abitanti sul territorio in esame è molto più bassa del corrispondente dato provinciale. La Val di Cornia negli ultimi anni sta acquisendo una sempre crescente vocazione turistica: oltre a San Vincenzo, tradizionalmente meta di turismo, anche gli altri Comuni, in particolar modo Piombino e Suvereto, hanno visto crescere sensibilmente le presenze turistiche nel proprio territorio. Un altro aspetto che impatta in maniera significativa sulla produzione di rifiuti sono le attività produttive. Per quanto riguarda il numero di unità produttive, il settore più sviluppato è quello dei servizi. A livello di numero di addetti, invece, è l’industria che presenta il dato più alto. Rifiuti Risposte Il tema della gestione dei rifiuti è stato affrontato da parte delle autorità competenti attraverso la pianificazione e messa in atto di una serie di risposte, ossia misure specifiche per i singoli Comuni volte alla prevenzione della produzione di rifiuti e, soprattutto, al recupero e riciclaggio dei rifiuti raccolti. Nel complesso in Val di Cornia è in aumento la percentuale di rifiuti riciclati; da questo punto di vista, però, solo il Comune di Piombino è riuscito a rispettare i traguardi imposti dalla normativa di riferimento (Decreto Ronchi). Non è stato ancora risolto il problema dei rifiuti speciali, pericolosi e non, per i quali è previsto solo lo smaltimento in discarica, in mancanza di termodistruttori all’interno della ATO 4. Per quanto concerne alcuni specifici flussi di rifiuti speciali di origine industriale è in fase di realizzazione la piattaforma TAP per il loro trattamento e successiva inertizzazione seguita da reimmissione sul mercato locale. L’attività di sensibilizzazione, educazione e formazione viene promossa dagli enti locali con diverse iniziative finalizzate prevalentemente a raggiungere un sempre più elevato livello di partecipazione da parte della popolazione. Rapporto sullo stato dell’ambiente 168 9.3 Stato In riferimento al territorio della Val di Cornia la situazione del tema ambientale relativo ai rifiuti è stato descritto attraverso i seguenti aspetti: ● Presenza di discariche attive ● Presenza di siti da bonificare e di rifiuti abbandonati 9.3.1 Presenza di discariche attive Tutti i 5 Comuni della Val di Cornia conferiscono in un unico impianto di trattamento dei Rifiuti Solidi Urbani ubicato nel Comune di Piombino in Località Ischia di Crociano dove è presente anche l’unica discarica comprensoriale. Nella discarica sono state smaltite 135.052 t di rifiuti nel 2003. La discarica di servizio di Ischia di Crociano è costituita complessivamente da 5 lotti di cui 3 già coltivati. Attualmente è in fase di coltivazione il IV Lotto e ha una potenzialità ricettiva di circa 500.000 m3 di rifiuti. I moduli sono coltivati in rilevato e pertanto prima della loro attivazione necessitano della realizzazione di un rilevato in terra lungo il perimetro del lotto quale limite fisico di confinamento dei rifiuti. Ogni modulo è dotato di pozzo di raccolta liquami poz- zo ispezione attivo per verificare eventuali rotture del primo telo. La raccolta dei liquami viene convogliata in una vasca di accumulo dalla quale sono emunti i liquami per essere convogliati all’impianto di trattamento reflui che provvede alla loro depurazione e la fornitura di un acqua industriale per i servizi interni. Nella Tab. 1 si riporta sommariamente l’articolazione dell’impianto di trattamento di Ischia di Crociano. Tab. 1. Assetto impiantistico Ischia di Crociano. Impianto Selezionatore Produzione CDR Stabilizzazione frazione organica Impianto produzione compost verde Impianto granulazione inerti Discarica Proprietà Gestore attuale T.A.P. T.A.P. T.A.P. T.A.P. T.A.P. T.A.P. A.S.I.U. A.S.I.U. A.S.I.U. A.S.I.U. A.S.I.U. A.S.I.U. Potenzialità minima richiesta t/g 96 50 31 5.000 T/anno 15.000 T/anno 21* Stato di fatto In esercizio In fase di avvio In esercizio In esercizio In esercizio In esercizio *esclusi flussi di FOS eventualmente smaltiti in discarica All’interno del perimetro industriale è presente anche una discarica di 2° categoria tipo B, per rifiuti speciali di origine industriale gestita direttamente dalla Lucchini SpA nella quale possono essere smaltiti, mediante stoccaggio definitivo, diverse tipologie di rifiuti speciali non pericolosi provenienti dai diversi cicli produttivi. Nel 2003 sono stati smaltiti 128.802 t di rifiuti. Il progetto approvato prevedeva la realizzazione della discarica in tre lotti, da predisporre in fasi successive, delle seguenti volumetrie: – Lotto 1: 159.000 m3; – Lotto 2: 194.000 m3; – Lotto 3: 177.000 m3. L’esercizio del primo lotto è stato autorizzato con atto n. 19/7N del 16/05/2001 e la gestione si è conclusa nell’agosto 2003. Attualmente risulta in esercizio il secondo lotto: la capacità complessiva autorizzata del lotto è di 194.000 m3 pari a 349.000 tonnellate. Le tipologie di RSU non pericolosi autorizzate allo smaltimento nella discarica aziendale, come riportate dall’atto autorizzatorio sono definite specificamente come di seguito riportato. 9.3.2 Presenza di siti da bonificare e di rifiuti abbandonati Per quanto riguarda i siti da bonificare - intesi come discariche dismesse o aree industriali le cui lavorazioni hanno prodotto la necessità di bonifica - di seguito si riportano i dati forniti dal Piano Provinciale di gestione delle bonifiche dei siti inquinati (Legge Regionale n. 25/98, adottato dal Consiglio Provinciale con delibera n. 247 del 18/12/2003). 169 Rapporto sullo stato dell’ambiente Tipologia di rifiuto Codice CER Polveri e residui affini diversi da quelli di cui alla voce 030107 010308 Rifiuti dal trattamento delle scorie 100201 Scorie non trattate 100202 Rifiuti prodotti dal trattamento fumi diversi da quelli di cui alla voce 100207 100208 Fanghi e residui di filtrazione prodotti dal trattamento dei fumi 100214 Altri fanghi e residui di filtrazione 100215 Altri rifiuti non specificati altrimenti 100299 Rivestimenti e materiali refrattari a base di carbone provenienti dalle lavorazioni metallurgiche, 161102 diversi da quelli di cui alla voce 161101 Fanghi prodotti da altri trattamenti delle acque reflue industriali, diversi da quelli di cui alla voce 190813 190814 Rifiuti Tab. 3. Tipologia RSU non pericolosi autorizzati allo smaltimento nella discarica aziendale. Tab. 4. Siti inseriti nel piano bonifiche (fonte: Piano Bonifiche, 2003- Regione Toscana). Comuni Campiglia M.ma Piombino San Vincenzo Sassetta Suvereto VAL DI CORNIA Siti inseriti nel Piano Bonifiche 1 16 3 2 1 23 Da alcuni anni non si registra più la presenza diffusa di accumuli non controllati di rifiuti, in particolare ingombranti e scarti edili. La realizzazione di centri di raccolta, isole e piattaforme ecologiche sparse su tutto il territorio della Val di Cornia, unitariamente ad una gestione integrata della raccolta dei rifiuti da parte di ASIU SpA, nonché una legislazione sempre più rigida hanno avuto come risultato la quasi definitiva scomparsa del fenomeno dell’abbandono dei rifiuti nelle campagne, lungo i corsi d’acqua, paludi e lungo le strade . 9.4 Pressioni Rifiuti Di seguito si riportano i fattori di pressione sul tema rifiuti, che si riferiscono principalmente alla produzione di rifiuti. Gli aspetti utilizzati sono i seguenti e ciascuno è descritto attraverso uno o più indicatori: ● Produzione di rifiuti urbani ● Produzione di rifiuti speciali Rapporto sullo stato dell’ambiente 170 9.4.1 Produzione di rifiuti urbani La produzione totale dei rifiuti è uno degli indicatori fondamentali per monitorare e verificare il tema ambientale dei rifiuti. Il valore di questo indicatore è stato anche utilizzato come dato-obiettivo nel V Programma europeo di Azione Ambientale (conclusosi nel dicembre 2000) che ha fissato il traguardo a 300 Kg/procapite per anno. Nella Tab. 5 seguente si riportano le produzioni totali di Rifiuti solidi urbani per 4 Comuni della Val di Cornia nell’arco temporale dal 1999 al 2003 (escluso il Comune di Sassetta per il quale mancano dati certi anche se una stima induce ad una produzione che si attesta in circa 230 t/anno). Nella discarica comprensoriale di Ischia di Crociano confluiscono anche i rifiuti di due Comuni esterni alla Val di Cornia ed in regime di convenzione da circa 10 anni; si tratta del Comune di Castagneto Carducci con una produzione annua pari a 9.338,33 t di RSU e di 3.272.840 Kg di Raccolta differenziata per l’anno 2003 ed il Comune di Monteverdi M.mo (Prov. Pisa) con una produzione di RSU pari a 220 t/anno medie annue. I dati evidenziati dalla Tab. 5 e dalla ⌧ Fig. 1 mettono in risalto un trend di crescita della produzione dei rifiuti solidi urbani in tutta la Val di Cornia, anche se è opportuno sottolineare che l’aumento verificatosi nel 2000 di circa 3.000 t (soprattutto nei Comuni di Piombino e Campiglia M.ma) non si è mantenuto negli anni successivi. Tab. 5. Totale tonnellate rifiuti prodotti (RSU- RSNP-RD) (fonte: ASIU SpA). Comuni Piombino Campiglia M.ma San Vincenzo Suvereto TOTALE 1999 21.110,760 5.698,680 6.985,040 1.189,240 34.983,720 2000 22.681,219 6.719,940 7.089,070 1.340,290 37.830,519 2001 22.424,749 7.447,620 7.423,230 1.441,440 38.737,039 2002 22.518,910 7.455,156 7.721,320 1.495,980 39.191,366 2003 22.165,215 7.589,520 7.971,670 1.804,070 39.530,475 ⌧ Fig. 1. Variazione delle produzioni di RSU in Val di Cornia. Altro importante parametro da tenere in considerazione per una completa analisi sulla gestione dei rifiuti è certamente la produzione pro-capite annua per ogni singolo Comune. I dati riferiti ai 4 Comuni sono di seguito riportati in Tab. 6; nella ⌧ Fig. 2 si pone subito in evidenza come il Comune di San Vincenzo abbia una produzione pro-capite superiore a 1.000 Kg/ab/anno ben maggiore rispetto agli altri Comuni della Val di Cornia che si attestano ben sotto i 700 Kg/ab/anno. Tale disparità è dovuta all’economia legata al turismo di massa che contraddistingue San Vincenzo rispetto agli altri Comuni. Nell’arco di tempo dei 4 anni presi in esame si nota un evidente e costante aumento della produzione di RSU pro-capite per i tutti i Comuni, eccezion fatta per Piombino, che nel 2001 e nel 2003 ha registrato delle diminuzioni. Tab. 6.Produzione RSU pro-capite in Val di Cornia (Kg/ab/anno). 2000 668,57 535,88 1.083,96 462,65 676,73 2001 661,01 593,91 1.135,05 497,56 692,95 2002 663,79 594,51 1.180,63 516,39 701,07 ⌧ Fig. 2. Raffronto nella produzione di RSU pro-capite negli ultimi anni (fonte: ASIU SpA). 2003 653,36 605,22 1.218,91 622,74 707,14 Rifiuti 1999 622,28 454,44 1.068,05 410,51 625,80 171 Rapporto sullo stato dell’ambiente Comuni Piombino Campiglia M.ma San Vincenzo Suvereto TOTALE Nell’ambito dell’ATO 4 di appartenenza, l’area di raccolta della Val di Cornia produce un quantitativo di rifiuti urbani pari a 29.600,66 t/anno (dato al 2002), pari a quasi il 16% della produzione dell’ATO 4; quest’ultima, attualmente, è uguale a 197.610 t di RU tal quale e 28.478 t da RD provenienti dalle diverse aree di raccolta. Tab. 8. Produzione di rifiuti solidi urbani (tonnellate/anno), 2002 (fonte: Elaborazione Regione Toscana su dati ARRR – Agenzia Regionale Recupero Risorse, modificato). SEL Area Livornese Val di Cecina - Q. Costiero Val di Cecina - Q. interno Val di Cornia Arcipelago RSU (t) 75.792,72 44.605,72 14.230,86 29.600,66 27.716,27 ⌧ Fig. 3. Produzione RSU per SEL, 2002 (fonte: Segnali ambientali in Toscana 2003). Nel 2002 il tasso di produzione annuo pro-capite di RSU della Regione Toscana è stato di 663 Kg; nello stesso anno, il dato provinciale è stato pari a 711 Kg e cioè uno dei valori più alti di tutta la Regione. Il dato relativo alla Val di Cornia è superiore a quello regionale, ma si attesta al di sotto di quello provinciale. Rifiuti Tab. 9. Produzione pro-capite di RSU e RD (fonte: Segnali ambientali in Toscana 2003 (modificato). Rapporto sullo stato dell’ambiente 172 Anno 2002 Val di Cornia Regione Toscana Produzione RU pro-capite Kg/ab/anno 698 663 Raccolta diffe. pro-capite Kg/ab/anno 170 172 ⌧ Fig. 4. Elaborazione grafica dei dati presentati dalla tabella precedente. Nelle ⌧ Fig. 6 e ⌧ Fig. 7 è riportato rispettivamente il trend, dal 1999 al 2002, della produzione annua e di quella pro-capite di rifiuti urbani, relative all’ATO 4 e alla Regione Toscana. Nel periodo considerato, nella produzione totale è stato registrato un incremento di 4,5% per l’ATO 4, mentre di 8,7% per la Regione Toscana. Lo stesso andamento lo ha presentato anche la produzione pro-capite (4,8% per l’ATO 4 e 8,4% per la Regione Toscana). ⌧ Fig. 5. Produzione annua di RSU totali (t/anno) per ATO 4 e Regione Toscana. Tab. 10. Produzione rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi in Val di Cornia. Rifiuti Speciali RSNP totali (t/a) RSP totali (t/a) RS totali (t/a) 1999* 86.940 7.773 94.713 2000** 113.029 6.052 119.081 2001*** 201.726 5.869 207.595 Provincia 2001 888.700 93.621 982.321 *Fonte: 2° Rapporto sullo stato dell’ambiente della Provincia di Livorno, dicembre 2003; **Fonte: ARRR (Agenzia Regionale Recupero Risorse) 2000; ***Fonte: ARPAT (Segnali ambientali in Toscana 2003). 173 Rapporto sullo stato dell’ambiente 9.4.2 Produzione di rifiuti speciali Nei Comuni della Val di Cornia la produzione complessiva di rifiuti speciali risulta nel 2001 pari a 207.595 t (si veda Tab. 10 e ⌧ Fig. 9), di cui 201.726 t costituite da rifiuti speciali non pericolosi (97,17% del totale) e 5.869 t da rifiuti speciali pericolosi (2,83% del totale). Complessivamente la produzione di rifiuti speciali nella Val di Cornia è pari al 21,13% di quella a livello di ATO 4. In questa produzione non si tiene conto del flusso dei rifiuti speciali di provenienza industriale relativo alle scorie e loppe di acciaieria (vedi box). A livello di singoli Comuni, la produzione pro-capite massima di rifiuti speciali si registra nel Comune di Piombino (dato del 2000), cui segue Campiglia M.ma. Rifiuti ⌧ Fig. 6. Produzione pro-capite di RSU totali (Kg/ab*anno) per ATO 4 e Regione Toscana. (fonte: Regione Toscana). ⌧ Fig. 7. Andamento della produzione di rifiuti speciali pericolosi e non nella Val di Cornia. Tab. 12. Produzione rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi Val di Cornia, 2000 (fonte ARRR). Comuni Campiglia M.ma Piombino San Vincenzo Sassetta Suvereto VAL DI CORNIA PROVINCIA TOSCANA Rifiuti speciali P (t/anno) 73 5.923 39 0 17 6.052 21.096 205.927 Rifiuti speciali NP (t/anno) 27.338 82.370 1.616 211 1.494 113.029 567.770 6.241.265 Rifiuti speciali totali (t/anno) 27.411 88.292 1.655 211 1.511 119.080 588.866 6.447.192 Rifiuti speciali su superficie (t/Km2) 329 677 50 8 16 245 325 257 Rifiuti ⌧ Fig. 8. Quantità di rifiuti speciali prodotti per Comune e totale Val di Cornia, 2000 (fonte: ARRR). Rapporto sullo stato dell’ambiente 174 ⌧ Fig. 9. Produzione pro-capite di rifiuti speciali (pericolosi e non) in Kg/ab/anno (2000). I flussi di rifiuti industriali La produzione dei rifiuti industriali nel 1997 è stato pari a 1.147.174 tonnellate, esclusivamente provenienti dal Comune di Piombino, articolati come indicato nella tabella seguente. Su una produzione regionale di rifiuti speciali pari a 6,5 milioni di t/anno (dato del l’anno 2001), circa 1 milione provengono dallo stabilimento siderurgico Lucchini spa. Trattasi prevalentemente di scorie e loppe di acciaieria che fino ad oggi sono stati utilizzati quale materiale di riempimento dell’area palustre presente all’interno del perimetro industriale per uno spessore medio di circa 3-4 metri. Un tale quantitativo di materiale in assenza di adeguati stoccaggio, trattamento e recupero costituisce oltre che una sorgente di emissioni di polveri, una vera e propria emergenza ambientale. Rispetto ai dati di produzione del 1999 e 2000 di fonte MUD, nel 2001 si assiste ad un netto rialzo della produzione dichiarata di rifiuti speciali che si assesta su quantitativi pari a circa 140.000 tonnellate, tuttavia i valori non sono esaustivi dei sottoprodotti derivanti dal ciclo integrale dell’acciaio e delle giacenze. Infatti, i dati aziendali (1997) evidenziano 44 tipologie di rifiuti generali con una produzione di 1.136.471 t/anno di sottoprodotti. I dati ricavati dalle dichiarazioni MUD, nel caso specifico possono essere solo indice di un inizio di gestione del problema rifiuti nel polo siderurgico. Continuano a non essere dichiarati i flussi più significativi dei sottoprodotti (loppe e scorie d’acciaieria di circa 850.000 t/anno). Le scorie continuano ad accumularsi a piè di produzione con i relativi problemi ambientali, aggravati, se non adeguatamente stoccati dai flussi di polverino d’altoforno (P.A.F.), scorie secondarie d’acciaieria, fanghi e polveri derivanti dagli abbattimenti delle emissioni in atmosfera che rappresentano categorie di sottoprodotti/rifiuti potenzialmente riutilizzati direttamente dall’azienda nel proprio ciclo di lavorazione o oggetto di smaltimento nella discarica aziendale. 9.5 Determinanti L’impatto delle attività antropiche in tema di rifiuti sono state evidenziate attraverso l’utilizzo dei seguenti aspetti: ● Popolazione ● Turismo ● Attività produttive 9.5.1 Popolazione La popolazione complessiva della Val di Cornia al 2001 è di 56.450 abitanti, pari al 17,3% della popolazione della Provincia Livorno (si veda Tab. 13). Inoltre la densità abitativa media nei Comuni della Val di Cornia è di 154 ab/Km2, contro i 270 della Provincia. Nel complesso si nota una diminuzione della popolazione della Val di Cornia tra il 1991 e il 2001 di circa 3600 unità pari al 6% del totale. Popolazione residente censita al 21/10/2001 al 20/10/1991 Campiglia M.ma Piombino San Vincenzo Sassetta Suvereto VAL DI CORNIA PROVINCIA DI LIVORNO 12.540 33.925 6.540 548 2.897 56.450 326.444 12.513 36.774 7.175 553 3.053 60.068 336.626 Variaz. di popolazione tra il 1991 ed il 2001 valori assoluti percentuali 27 0 -2.849 -8 -635 -9 -5 -1 -156 -5 -3.618 -6 -10.182 -3 Densità per Km2 al 2001 150 261 196 21 31 154 270 9.5.2 Turismo La Val di Cornia da alcuni anni sta sempre più assumendo una dimensione di centro turistico estivo secondo solo all’Isola d’Elba nel panorama provinciale. Oramai possiamo annoverare come centri turistici non solo il Comune di San Vincenzo, ma anche Piombino per quanto concerne il turismo balneare e Campiglia M.ma, Suvereto e Sassetta per un turismo di qualità legato alla eno-gastronomia e alle strutture agrituristiche. Logicamente la presenza dei flussi turistici, concentrati perlopiù nei mesi estivi determinano particolari problemi nella gestione dei flussi dei rifiuti. Abbiamo già evidenziato nei prece- 175 Rapporto sullo stato dell’ambiente Comuni Rifiuti Tab. 13. Popolazione residente e densità abitativa, ab/Km2 (fonte: ISTAT). denti paragrafi come la produzione media annua pro-capite (depurata dalla RD) a San Vincenzo raggiunge valori intorno alle 900 Kg/ab/anno, paragonabili ad altri centri turistici rilevanti della toscana (per esempio, Viareggio con 923 Kg/ab/anno). Tab. 14. Presenze turistiche in Val di Cornia, 1999-2003 (fonte: Speciale “Piombino Oggi”, supplemento marzo 2004). Comuni Campiglia M.ma Piombino San Vincenzo Sassetta Suvereto Presenza media 1999 67.728 504.327 552.512 9.666 8.486 2003 81.903 558.935 537.900 12.781 18.245 Diff. assoluta e percentuale tra il 1999 e il 2003 variazione variazione % + 14.175 +17,30 +54.608 +9,77 -14.612 -2,71 +3.115 +24,37 +9.759 +53,48 Il grafico sotto riportato evidenzia i picchi delle produzioni di RSU specie per i Comuni Piombino e San Vincenzo ed in misura minore per Campiglia M.ma e Suvereto. Da notare come nel periodo estivo le produzioni di San Vincenzo siano circa la metà di quelle di Piombino, mentre nel periodo invernale sono circa un quarto. Rifiuti ⌧ Fig. 10. RSU prodotti nei Comuni della Val di Cornia nei diversi mesi dell’anno 2002 (fonte: Analisi energetica relativa al Circondario della Val di Cornia. Università di Firenze, 2004). Rapporto sullo stato dell’ambiente 176 9.5.3 Attività produttive Le attività produttive, in genere, svolgono un ruolo molto importante nell’ambito della produzione di rifiuti, con particolare riferimento ai rifiuti speciali. Nel caso specifico della Val di Cornia, l’attività prevalente riguarda i servizi, seguita dal commercio e dall’industria. Le unità locali produttive presenti nel 2001 erano 4.515; 1.787 di queste afferiscono al settore dei servizi, 1.390 a quello del commercio, 924 all’industria, e 414 a quello delle Istituzioni. ( Tab. 15). Nello stesso anno, il totale degli addetti è stato di 20.132, dei quali 5.579 impiegati nel settore dei servizi, 3.892 nel commercio, 7.665 in quello dell’industria e 2.996 nelle Istituzioni (⌧ Fig. 14). Tab. 15. Censimento anni 1991 e 2001 (fonte: dato ISTAT – 8° Censimento Industria e Servizi 2001). Unità produttive Industria Commercio Servizi Istituzioni TOTALE 1991 802 1.483 1.302 403 3.990 Addetti 2001 924 1.390 1.787 414 4515 1991 9.621 4.211 4.529 2.891 21.252 2001 7.665 3.892 5.579 2.996 20.132 ⌧ Fig. 11. Elaborazione grafica dei dati sopra riportati. 9.6 Risposte L’impiantistica per i rifiuti urbani a Ischia di Crociano L’impiantistica per i trattamento dei rifiuti urbani prevede varie lavorazioni e l’ottenimento di vari prodotti; tra questi i compost ed il combustibile. A seguire le varie impiantistiche ed i prodotti ottenuti dalle attività di riciclo dei rifiuti. Impianto per la produzione di compost verde Compost verde di qualità che si ottiene con scarti di frutta, verdura e fiori provenienti da raccolta differenziata specifica, miscelati con scarti di potature anch’essi selezionati alla fonte. L’impianto nel quale viene realizzato il compost verde è definito del tipo “a trincea dinamica”. Il ciclo di produzione prevede: ● una tritatura del materiale in ingresso; ● una trasformazione in trincea dinamica mediante insufflaggio di aria e rivoltamento; ● una fase di maturazione necessaria al processo di umificazione, con disposizione del materiale in cumuli statici; ● una fase di vagliatura e raffinazione; ● insacchettamento per la commercializzazione. 177 Rapporto sullo stato dell’ambiente 9.6.1 Dotazione impiantistica per il trattamento dei rifiuti Prima di procedere all’illustrazione degli aspetti connessi alle principali caratteristiche della gestione dei rifiuti nella Val di Cornia, e più in generale nell’ATO 4, si riporta di seguito una breve descrizione dello stato dell’arte della dotazione impiantistica nel territorio in esame. La dotazione impiantistica dei Comuni della Val di Cornia è costituita dagli impianti di Ischia di Crociano (Comune di Piombino), per il trattamento recupero e riciclaggio dei rifiuti urbani ed assimilati e dei rifiuti industriali. A Ischia di Crociano sono presenti i seguenti impianti: ● un impianto di selezione dei rifiuti urbani; ● un impianto per la produzione di compost verde da raccolta differenziata; ● un impianto per la granulazione dei materiali provenienti dalle civili demolizioni; ● la discarica di servizio per ospitare i gli scarti delle lavorazioni dell’impianto stesso e tutte le tipologie dei rifiuti speciali ed assimilati; ● un impianto per il lavaggio ed il trattamento dell’aria all’interno dei capannoni dove si svolgono le varie lavorazioni dei rifiuti; ● un impianto per la depurazione ed il trattamento delle acque reflue prodotte nell’impianto e dalla discarica. Gli impianti di Ischia di Crociano sono di proprietà dalla società TAP srl, Tecnologie Ambientali Pulite. Si tratta di una società a responsabilità limitata nata nel 1995, frutto di un accordo tra Comune di Piombino e Lucchini siderurgica. Oggi TAP srl è composta da Comune di Piombino (70%), Lucchini Siderurgica (24,9%) e ASIU SpA (5,1%). Rifiuti Le iniziative intraprese in Val di Cornia per rispondere all’esigenza di ridurre l’impatto ambientale esercitato dalla produzione dei rifiuti e dalla loro conseguente gestione, sono state riassunte descrivendo i seguenti aspetti: ● Dotazione impiantistica per il trattamento dei rifiuti ● Attività di pianificazione ● Attività di recupero e riciclaggio ● Gestione rifiuti speciali ● Attività di sensibilizzazione, educazione e formazione Impianto per la pressatura e selezione dei RSU L’impianto è deputato alla pressatura della frazione secca proveniente dalla selezione di rifiuti urbani non trattata dall'impianto CDR e dei materiali provenienti dalla raccolta differenziata della plastica e delle carta. Con lo scarico dei rifiuti presso l’impianto inizia il ciclo di lavorazione di RSU che consentirà di separare la frazione secca inorganica (carta, plastica, cartone. legno, stracci ecc.) dalla frazione umida (resti alimentari). L’impianto è capace di trattare circa 30 tonnellate all’ora di Rifiuti solidi urbani non differenziati. I materiali raccolti dai cassonetti vengono scaricati e quindi, attraverso un nastro trasportatore, immessi in un trituratore. Dopo questa fase il rifiuto viene vagliato mediante due vagli cilindrici orizzontali e si ottiene la separazione delle due frazioni. La componente "secca" viene avviata all'impianto di produzione del CDR (in fase di realizzazione) previo passaggio da un nastro deferrizzatore che provvede a intercettare e recuperare i metalli presenti. La frazione umida prosegue il suo percorso, subisce una ulteriore vagliatura che permette di separare tutto il materiale fine (sottovaglio prettamente materiale inorganico) che, convogliato in appositi cassoni, viene inviato in discarica e che rappresenta lo scarto della selezione dei rifiuti non recuperabile. La componente organica in pezzatura da 10-80 millimetri viene convogliata nei bioreattori per la stabilizzazione aerobica. Rifiuti I bioreattori Sono due grossi cilindri in acciaio (diametro 3,5 mt, lunghezza 35 mt) chiusi alle due estremità, posti sotto aspirazione e provvisti di un sistema di insufflaggio d'aria. La frazione organica vi viene immessa attraverso un sistema di nastri trasportatori e tramogge. Qui stazionerà mediamente per 48 ore. Durante questo periodo la rotazione costante dei bioreattori e l'aria insufflata si occupano della stabilizzazione della sostanza organica immessa. Dopo questa fase, sempre attraverso tramogge e nastri trasportatori, il materiale organico trattato viene inviata nell'aia di maturazione. Il materiale in uscita dai bioreattori subisce un processo di deferrizzazione mediante passaggio sotto apposito nastro. Quindi viene convogliato ad un nastro partitore che provvede a formare i cumuli nell'aia di maturazione. In questo locale la frazione staziona per un mese e viene rivoltata giornalmente mediante apposita macchina voltacumuli che ha il compito di evitare l'impaccamento e spostare il materiale giorno dopo giorno alla postazione in uscita. Il materiale che esce dall'aia di maturazione nella quale ha soggiornato un mese viene messo a parco per altri due mesi prima di poter essere utilizzato. Nella fase di messa a parco viene periodicamente rivoltato mediante l'utilizzo di pale meccaniche gommate. Rapporto sullo stato dell’ambiente 178 Impianto per la produzione di CDR Il CDR ovvero combustibile derivato dai rifiuti è un prodotto che si realizza con la frazione secca presente nei rifiuti. L’impianto in fase di costruzione ed in esercizio entro il 2005 permetterà di recuperare la parte organica per la produzione di compost e la parte inorganica presente nei rifiuti urbani (attualmente pressata ed inviata in discarica) traendone da questa un combustibile con un potere calorifico di circa 5.000-5.500 Kcal/Kg da utilizzare nei termovalorizzatori per la produzione di energia elettrica. Il rifiuto in ingresso sarà prima privato delle componenti metalliche eventualmente presenti, quindi subirà un processo di triturazione minuta, per poi passare nuovamente da nastri deferrizzatori e quindi essere avviato a presse addensatici che lo trasformeranno in barre per aumentarne il peso specifico e facilitarne il trasporto agli impianti utilizzatori. Ad oggi l’impianto per la produzione di CDR (che assicurerà una produzione di 18 t/ora) non è attivo, ma è di prossima apertura. Il riciclo è pari al 70% del rifiuto in ingresso, cosicché lo scarto da inviare a discarica risulta pari al 30%. In Val di Cornia è in fase di realizzazione una piattaforma polifunzionale. L’idea di realizzare la piattaforma polifunzionale nasce dalla enorme quantità di rifiuti prodotti dall’attività siderurgica, che proprio per questo non può essere smaltito in discarica. Quindi dalla presa d’atto di un problema che da sempre ha fortemente caratterizzato il territorio, nasce l’esigenza di una risposta concreta alla gestione dei rifiuti speciali. La piattaforma polifunzionale Ogni anno il complesso delle attività industriali dell’area di Piombino produce oltre 1.000.000 tonnellate di rifiuti speciali e pericolosi: circa un quinto dei rifiuti prodotti dalle attività industriali della Toscana (più di 6 milioni di tonnellate). Dati significativi si ritrovano nel Piano regionale dei rifiuti speciali e pericolosi, il cui contenuto, per quanto riguarda Piombino, è sta- 179 Rapporto sullo stato dell’ambiente 9.6.2 Attività di pianificazione La Provincia di Livorno, così come definito nell’art. 24 della L.R. 25/98, configura un Ambito Territoriale Ottimale (ATO 4), in cui ricade anche la Val di Cornia. L’aggregazione territoriale per l’organizzazione del sistema integrato di gestione dei rifiuti urbani è articolata nelle quattro aree di raccolta seguenti: – Livorno (Area Livornese); – Piombino (Val di Cornia + Castagneto C.cci); – Rosignano M.mo (Val di cecina); – Isola d’Elba. Tali aree di raccolta servono porzioni di territorio comprendenti più Comuni in cui un unico gestore predispone e realizza soluzioni comuni e unitarie dei conferimenti separati, delle raccolte differenziate, della raccolta dei flussi residui indifferenziati, realizza e gestisce le attrezzature di supporto alla RD (stazioni ecologiche per il conferimento, piattaforme per il trattamento e lo stoccaggio dei materiali recuperabili, impianti di selezione delle frazioni recuperabili, impianti di compostaggio della frazione verde). I Comuni della Val di Cornia stanno attuando il Piano di Gestione dei rifiuti urbani della Provincia di Livorno/ATO 4, redatto secondo i principi e le finalità del D. Lgs. del 5 febbraio 1997 e della L.R. 25/98 “Norme per la gestione dei rifiuti e delle bonifiche dei siti inquinati”, nonché in conformità alle disposizioni della deliberazione Consiglio Regionale Toscana 7 aprile 1988 n. 88 “Piano Regionale di gestione dei rifiuti-approvazione primo stralcio relativo ai rifiuti urbani ed assimilabili”. Con deliberazione n. 101 del 29/05/2003 il Consiglio Provinciale di Livorno ha adottato il documento di aggiornamento del Piano Provinciale di Gestione dei rifiuti solidi urbani e assimilati/ATO 4. Con il suddetto documento si è inteso procedere non solo alla revisione dei dati di produzione dei rifiuti urbani e di raccolta differenziata delle quattro aree in cui il territorio provinciale risulta attualmente suddiviso per la gestione dei rifiuti, ma si è anche inteso fissare obbiettivi di RD più ambiziosi che prevedono il raggiungimento dell’obbiettivo del 55% al 2007. Al fine del raggiungimento di tale obbiettivo, rimangono validi gli indirizzi di prevenzione e riduzione della produzione dei rifiuti urbani contenuti nel piano provinciale già approvato. Infine, per garantire la corretta gestione dei maggiori flussi raccolti in modo differenziato (in particolare dell’organico) ed il perseguimento degli obbiettivi previsti sempre dal decreto 22/97 (assicurare la gestione dei RSU secondo criteri di efficienza, efficacia e di economicità, e l’autosufficienza all’interno del territorio provinciale, corrispondente all’ATO 4, è stata compiuta la razionalizzazione dei flussi e degli impianti di gestione dei medesimi, tenendo conto della situazione impiantistica esistente. Gli adeguamenti del sistema impiantistico, sebbene limitati, si sono resi necessari anche a seguito dell’emanazione della Direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche, recepita nell’ordinamento nazionale con D.Lgs. del 13/01/2003 n. 36, ai sensi della quale i rifiuti possono essere collocati in discarica solo dopo trattamento, inteso a tal fine ogni processo fisico, termico, chimico o biologico, incluse le operazioni di cernita, che modifichi le caratteristiche dei rifiuti allo scopo di ridurne il volume o la natura pericolosa, di facilitarne il trasporto, di agevolare il recupero o di favorirne lo smaltimento in condizioni di sicurezza. In pratica il sistema di gestione dei rifiuti urbani dell’ATO 4 è stato rivisto per conseguire le seguenti finalità: 1. potenziare la RD al fine di ottenere importanti flussi di rifiuti da avviare direttamente al recupero senza necessità di ulteriori trattamenti al fine di evitare gli impatti sull’ambiente dovuti Rifiuti to recepito dall’accordo siglato nel 1999 fra Regione Toscana e Presidenza del Consiglio dei Ministri che sanciva l’impegno di tutte le parti interessate alla realizzazione di questo impianto La piattaforma polifunzionale è una struttura in grado di trattare i rifiuti speciali prodotti dalle industrie piombinesi, per trasformarli in un materiale litoide con il quale si ottengono granulati di varia pezzatura da utilizzare in opere di ingegneria civile. Potrà essere difatti essere riutilizzato per riempimenti, sottofondi e nella realizzazione di opere pubbliche e di infrastrutture varie, al posto di materiale pregiato che dovrebbe essere altrimenti prelevato in natura. La piattaforma sarà realizzata su di un terreno adiacente all’attuale discarica comprensoriale di Ischia di Crociano, attualmente oggetto di un intervento di bonifica ambientale, Schematicamente l’impianto prevede lavorazioni a freddo costituite principalmente da uno stoccaggio in vari silos dei rifiuti da trattate che verranno miscelati nelle opportune dosi in omogeneizzatore con aggiunta di materiali leganti. Il prodotto ottenuto dalla miscelazione di omogeneizzazione sarà granulato successivamente in varie pezzature e quindi messo a parco in attesa dell’utilizzo. Rifiuti alla realizzazione di nuovi impianti; 2. ottenere flussi significativi di frazione organica da avviare alla valorizzazione presso gli impianti di compostaggio di qualità; 3. garantire la massima efficienza degli impianti di selezione e trattamento della frazione indifferenziata residuale da RD, ai fini di massimizzare la produzione della frazione secca per la produzione di Combustibile da Rifiuto (CDR) da avviare a recupero energetico e della frazione organica da avviare a stabilizzazione (FOS) per il successivo avvio agli usi consentiti dalla normativa vigente (copertura di discariche, ripristini ambientali ecc.); 4. ridurre la quantità e la pericolosità dei rifiuti da avviare allo stoccaggio definitivo presso discariche controllate, che dovranno essere costituiti esclusivamente dalle frazioni residuali dalle operazioni di trattamento. Inoltre la gestione è stata riorganizzata in maniera tale che, sempre nel rispetto delle configurazione impiantistica esistente e dove possibile, è stata attuata una “specializzazione” per le diverse matrici ottenute dai rifiuti. In dettaglio, nella fase a regime il polo dell’area di Piombino, sito in Località Ischia di Crociano, è stato confermato come idoneo sia per il trattamento della frazione secca di tutta la zona sud del territorio provinciale che per la valorizzazione della frazione organica. Il polo di Piombino è stato inoltre individuato come punto di conferimento della frazione secca selezionata proveniente dall’Isola d’Elba, al fine della produzione di CDR. Si è inoltre introdotto il concetto di “Giacimento del CDR”, costituito da un contenitore virtuale nel quale confluiranno tutti i flussi di CDR prodotti dagli impianti del territorio provinciale che dovranno essere gestiti dalla Comunità di Ambito attraverso il proprio piano industriale, indirizzandoli prioritariamente al termovalorizzatore di Livorno, oppure in caso di indisponibilità parziale o totale in caso di fermate, ad impianti di recupero esterni al territorio dell’ATO 4. Nella fase a regime, in tale giacimento potranno confluire anche flussi di CDR prodotti nella provincia di Lucca, nel caso venga verificata una potenzialità residua di trattamento, in modo da garantire il massimo utilizzo dell’impianto di termovalorizzazione di ambito e di conseguenza la massima efficienza di gestione da attuare con il succitato piano industriale. Nel periodo transitorio (2003-2006) e cioè sino alla già prevista realizzazione della terza linea del termovalorizzatore di Livorno, il piano industriale dovrà valutare quali siano i flussi di CDR più idonei da avviare all’impianto di Livorno, in relazione alle caratteristiche di funzionamento, e quali invece siano più convenientemente collocabili (in relazione alle qualità specifiche ed ai costi) presso impianti esterni all’ATO 4. Rapporto sullo stato dell’ambiente 180 9.6.3 Attività di recupero e riciclaggio La raccolta differenziata dei rifiuti rappresenta il primo passo verso l’attuazione di attività di recupero e riciclaggio. Nella Tab. 16 seguente si riporta l’andamento della raccolta differenziata di RU nei Comuni della Val di Cornia. Dal 1999 al 2003 a fronte di un aumento della produzione di RSU, la percentuale della RD dei rifiuti urbani è notevolmente aumentata passando dal 10% del 1999 al 24,4% del 2002. Complessivamente i Comuni della Val di Cornia non hanno colto l’obiettivo previsto dalla normativa (D. Lgs. n. 22 del 1997 “Decreto Ronchi”) di conferire entro il 2001 almeno il 25% degli RSU. Come meglio specificato in seguito solo il Comune di Piombino ha raggiunto questo specifico traguardo normativo. Tab. 16. Raccolta differenziata (Kg) nei Comuni della Val di Cornia realizzata tra il 1999 e il 2003. Comuni Piombino Campiglia M.ma San Vincenzo Suvereto TOTALE 1999 3.069.680 107.100 285.000 43.650 3.505.430 2000 5.228.979 641.880 842.720 63.550 6.777.129 Raccolta differenziata 2001 2002 6.200.269 6.771.600 986.550 1.215.556 1.251.710 1.550.200 90.500 53.350 8.529.029 9.590.600 2003 7.528.000 1.814.000 1.524.000 208.000 11.074.000 ⌧ Fig. 12. Elaborazione grafica dei dati presentati dalla tabella precedente. ⌧ Fig. 13. Produzione di RSU e RD nel Comune di Piombino. Rifiuti ⌧ Fig. 14. Produzione di RSU e RD nel Comune di San Vincenzo. ⌧ Fig. 15. Produzione di RSU e RD nel Comune di Campiglia M.ma. Rapporto sullo stato dell’ambiente 181 ⌧ Fig. 16. Produzione di RSU e RD nel Comune di Suvereto. ⌧ Fig. 17. Produzione di RSU e RD nella Val di Cornia. Tab. 17. Raccolta differenziata pro-capite nei Comuni della Val di Cornia. Comuni Rifiuti Piombino Campiglia M.ma San Vincenzo Suvereto TOTALE Rapporto sullo stato dell’ambiente 182 1999 88,42 8,54 41,77 14,78 61,45 Raccolta differenziata per abitante (Kg/abitante) 2000 2001 2002 151,47 180,47 198,12 51,15 78,70 97,53 123,26 183,72 227,54 21,80 36,58 18,42 119,26 150,68 170,19 ⌧ Fig. 18. Elaborazione grafica dei dati presentati nella seguente tabella. 2003 220,25 145,55 223,69 71,82 196,52 Tab. 18. Percentuali di Raccolta differenziata. Comuni Piombino San Vincenzo Campiglia M.ma Suvereto VAL DI CORNIA 1999 14,54% 4,08% 1,88% 3,67% 10,00% 2000 23,05% 11,89% 9,55% 4,74% 17,90% 2001 27,65% 16,86% 13,25% 6,28% 22,00% 2002 30,07% 20,08% 16,30% 3,57% 24,40% 2003 34.0 % 19,1 % 23,9 % 11,53 % 28,0 % ⌧ Fig. 19. Elaborazione grafica dei dati presentati nella seguente tabella. 183 Rapporto sullo stato dell’ambiente Il decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22 “Attuazione delle direttive 91/156/CEE sui rifiuti, 91/689/CEE sui rifiuti pericolosi e 94/62/CE sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio” ridisegna il quadro normativo in materia di gestione dei rifiuti ed introduce specifiche disposizioni che modificano l’intero settore. Tale decreto non individua obiettivi in termini di prevenzione ma dà disposizioni finalizzate a: ● garantire un approccio sistematico al problema rifiuti connesso con il suo ciclo di vita; ● indirizzare il sistema di gestione verso la prevenzione; ● individuare strumenti per la riduzione della quantità, volume e pericolosità dei rifiuti; ● prendere in considerazione il ciclo di vita dei prodotti. Tale decreto fissa obiettivi per la raccolta differenziata da raggiungere nell’arco di sei anni: 15% entro marzo 1999, 25% entro marzo 2001, 35% entro marzo 2003. Il sistema integrato di gestione dei rifiuti punta ad una separazione dei materiali alla fonte, per avviarli al recupero e alla valorizzazione con la minor percentuale di impurezze aumentando la cosiddetta trattabilità e la possibilità di collocarli sul mercato del riciclo. Il sistema di gestione integrata deve provvedere a minimizzare il ricorso alla discarica ed allo smaltimento di rifiuto indifferenziato ed a gestire, comunque, queste operazioni in sicurezza, limitando il rischio ambientale. Nel decreto legislativo 22/97 lo smaltimento assume, pertanto, un ruolo residuale; significative sono al riguardo le seguenti disposizioni: “Ai fini di una corretta gestione dei rifiuti le autorità competenti favoriscono la riduzione dello smaltimento finale dei rifiuti attraverso: a) il reimpiego ed il riciclaggio; b) le altre forme di recupero per ottenere materia prima dai rifiuti; c) l’adozione di misure economiche e la determinazione di condizioni di appalto che prevedano l’impiego dei materiali recuperati dai rifiuti al fine di favorire il mercato dei materiali medesimi; d) l’utilizzazione principale dei rifiuti come combustibile o come altro mezzo per produrre energia. Rifiuti Tenendo conto degli obiettivi fissati dal D.Lgs. n° 22/97, si evidenzia che il Comune di Piombino ha raggiunto: – l’obiettivo del 15% entro il 1999; – l’obiettivo del 25% entro il 2001; – l’obiettivo del 35% a partire dal 2003, considerando i flussi relativi agli scarti edili pari a 15.000 t /anno circa nel 2003. E soprattutto “il riutilizzo, il riciclaggio e il recupero di materia prima debbono essere considerati preferibili rispetto alle altre forme di recupero.” Sempre secondo il decreto Ronchi, sono definiti rifiuti urbani: ● i rifiuti domestici, anche ingombranti, provenienti da locali e luoghi adibiti ad uso di civile abitazione; ● i rifiuti non pericolosi provenienti da locali e luoghi adibiti ad usi diversi da quelli di cui alla lettera a), assimilati ai rifiuti urbani per qualità e quantità; ● i rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade; ● i rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti sulle strade ed aree pubbliche o sulle strade ed aree private comunque soggette ad uso pubblico o sulle spiagge marittime e lacuali e sulle rive dei corsi d'acqua; ● i rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, quali giardini, parchi e aree cimiteriali; ● i rifiuti provenienti da esumazioni ed estumulazioni, nonché gli altri rifiuti provenienti da attività cimiteriale diversi da quelli di cui alle lettere b), c) ed e). Rifiuti Relativamente ai traguardi raggiunti nella raccolta differenziata, è importante ricordare l’iniziativa di Legambiente, che annualmente stila una classifica dei Comuni più virtuosi nel riciclaggio dei rifiuti. Negli anni 2001-2002-2003 Piombino è stato riconosciuto come “Comune riciclone”. Per la raccolta differenziata Piombino risulta essere infatti fra i primi 10 Comuni del Centro Italia, con una percentuale che supera il 35% ed una crescita progressiva negli ultimi anni (nel 2000 la percentuale di recupero era inferiore al 25%). Oltre alla quota di riciclaggio, la classifica dei Comuni è stata disposta anche attraverso un indice che considera 15 parametri diversi, tra cui la presenza di discariche sul territorio in grado di convertire e rivendere la raccolta differenziata. Questo è certamente un altro elemento di qualità che ha favorito Piombino rispetto ad altri Comuni. Dall’impianto di selezione e trattamento nell’anno 2003 sono stati prodotti 13.841 tonnellate di Compost grigio, mentre non è stato prodotto alcun quantitativo di CDR poiché l’impianto è in fase di avvio. Tale impianto avrà una produzione media di circa 18 t/ora di CDR. Nell’ambito del riciclaggio, un importante contributo è dato dalla presenza sul territorio di 4 isole ecologiche di ASIU SpA, situate a: ● Piombino - Località San Rocco, Località Fiorentina, Riotorto, Ischia di Crociano; ● Campiglia M.ma - Località Pieve, zona depuratore e Via Sardegna Venturina; ● Castagneto - Via del Fosso; ● Suvereto - Località Acquari. Rapporto sullo stato dell’ambiente 184 L'isola ecologica è una struttura presidiata al servizio dei cittadini (prevista nel Piano Provinciale ATO/4 e Legge Regionale) nella quale possono essere conferiti gratuitamente varie tipologie di rifiuti provenienti dalle civili abitazioni. All'interno di queste aree attrezzate possono essere depositati i seguenti materiali: Legno, sfalci di potature, calcinacci, elettrodomestici, materiali ferrosi, pile, farmaci, batterie da autrazione, olii minerali e vegetali, esausti, vecchi mobili ecc. Per ogni tipo di rifiuto sono disponibili altrettanti contenitori che vengono svuotati giornalmente. I materiali raccolti sono trasportati all'impianto di trattamento di Ischia di Crociano, in attesa di essere avviati ai centri di recupero. Queste aree hanno l’intento di aumentare la quantità di materiale riciclabile raccolto con la tradizionale raccolta dei rifiuti solidi urbani e nel contempo sono un’occasione di informazione e di sensibilizzazione, nonché di educazione ambientale nei confronti di scuole, gruppi, singoli individui. Con l’isola ecologica di Via Sardegna a Venturina, attivata con l'inizio del 2002, sono state intercettate, recuperate ed avviate a riciclo, in un anno, oltre 800 tonnellate di rifiuti. Un risultato sicuramente importante che ha permesso di incrementare sensibilmente la percentuale di raccolta differenziata del Comune di Campiglia M.ma. 9.6.4 Gestione rifiuti speciali Per i rifiuti speciali, pericolosi e non, è previsto unicamente lo smaltimento in discarica. Infatti, come si vede nella Tab. 19, non si fa ricorso ai termodistruttori in quanto non previsti dall’ATO 4 in Val di Cornia. Tab. 19. Gestione dei rifiuti speciali, pericolosi e non (fonte: ARPAT, Segnali ambientali in Toscana 2003). 2000 Termodistrutti (R1, D10, D11) t/anno (escluso 200301) In discarica (D1, D2, D5, D12) t/anno (escluso 200301) Recuperati (da R2 a R11) t/anno (escluso 200301) Altre modalità di smaltimento/trattamento (D3, D4, D6, D7, D8, D9) t/anno (escluso 200301) Stoccati o in giacenza o scambiati (D13, D14, D15, R12, R13) t/anno (escluso 200301) Termodistrutti senza Recupero Energetico (D10, D11) dichiarati da MUD t/anno (escluso 200301) Discarica+Termodistruzione senza Recupero Energetico (D10, D11, D1, D5, D12) dichiarati da MUD t/anno (escluso 200301) RSNP RSP RSNP+RSP 0 0 0 95.790,18 0 95.790 25.715,18 3,85 25.719 0 0 0 6.997,12 5,63 7.003 0 0 0 95.790,18 0 95.790 In Val di Cornia vi sono poi delle ditte che sono autorizzate a trattare direttamente i rifiuti speciali in casi specifici, così come è elencato in Tab. 20. Per la precisione si tratta di 6 ditte situate a Piombino ed una a Suvereto. Tab. 20. Elenco delle ditte autorizzate alla gestione di RS in Val di Cornia. Gestione Ecorottami Enel Fiaschi Maurizio La Magona Lucchini Ecoltecnica Sistemi Società Toscana Recuperi Operazione autorizzata Rottamazione e stoccaggio di veicoli Messa in riserva di RSP Rottamazione e stoccaggio di veicoli Deposito preliminare di RSU Discarica conto proprio Recupero di componenti di frigoriferi Messa in riserva di RSNP Comune Suvereto Piombino Piombino Piombino Piombino Piombino Piombino 185 Rapporto sullo stato dell’ambiente Gestione dei rifiuti speciali della Lucchini In base ai Protocolli d’intesa siglati, le problematiche della gestione dei rifiuti speciali della Lucchini si inseriscono in quelle della programmazione regionale e provinciale. Gli accordi di cui sopra anno individuato in TAP srl (70% Comune di Piombino, 24,9% Lucchini SpA, 5,1% ASIU SpA) il soggetto che dovrà gestire il recupero e trattamento di tali flussi di rifiuti speciali mediante un impianto industriale (piattaforma) ubicata all’interno dell’area industriale in una zona denominata LI53Bis della superficie di 7 ettari soggetta a bonifica ai sensi del 471/99. In località Ischia di Crociano, in adiacenza all’attuale impianto di trattamento RSU e discarica comprensoriale, dopo avvenuta bonifica, è in fase di realizzazione l’impianto di recupero dei rifiuti originati dal ciclo siderurgico della Lucchini SpA e si inserisce nelle strategie del governo dei rifiuti industriali della Regione toscana. Il progetto prevede, alla luce di studi di fattibilità elaborati dalla Agenzia Regionale Recupero risorse (ARRR SpA) e Lucchini SpA, un impianto di riciclaggio di sei specifiche tipologie di rifiuti generati dalla produzione dell’acciaio, al fine di riciclare scorie e loppe d’acciaieria (CER 100202), fanghi d’acciaierie e d’altoforno (CER 100214), e polverino d’altoforno PAF (CER 100208) e scarti edili e di demolizioni (CER 100203). Il ciclo di stabilizzazione e contestuale recupero dei rifiuti speciali di origine industriale prevede il confezionamento di conglomerato idraulico catalizzato denominato C.I.C. mediante la miscelazione di aggregati a matrice calcarea nonché scarti edili e macerie edilizie. Il prodotto che ne deriva a seguito del trattamento potrà trovare utilizzo nella realizzazione di sottofondi stradali, drenaggi, riempimenti ect determinando di fatto un ulteriore effetti di riduzione dell’impatto ambientale dettato dal minor uso della risorsa estratta dalle cave di Campiglia M.ma. Rifiuti Al fine di risolvere il problema della massiccia produzione di rifiuti industriali derivante prevalentemente dal polo siderurgico, le Istituzioni locali (Comune di Piombino e Provincia di Livorno), Regione Toscana e società Lucchini SpA, hanno avviato da tempo un percorso comune di obiettivi di risanamento dell’area industriale di Piombino attraverso Protocolli d’intesa a partire dal 1998, fino al protocollo d’intesa del 26.04.99 presso la presidenza del Consiglio dei Ministri dove si specifica il percorso per la gestione e riutilizzo dei rifiuti industriali. Rifiuti 9.6.5 Attività di sensibilizzazione, educazione e formazione Molte sono le attività di sensibilizzare della popolazione sulle politiche di gestione dei rifiuti, promosse da diversi soggetti. Purtroppo non esiste un coordinamento delle iniziative pertanto di seguito saranno elencate le principali, condotte prevalentemente da ASIU SpA. Sin dall’istituzione dell’iniziativa, anche nel maggio 2004, Asiu SpA è stata una delle 150 aziende nazionali che hanno aderito alla Giornata dei servizi pubblici locali. Si tratta di un’iniziativa dei gestori di servizi pubblici dedicata alle famiglie, scuole ed operatori economici con l’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica sul ruolo delle aziende che offrono servizi importanti nel nostro paese. Per l’occasione ASIU SpA ha reso visitabili al grande pubblico i propri impianti di Ischia di Crociano, ai quali normalmente possono accedere solo le aziende ed il personale autorizzato. Durante la visita è possibile conoscere nel dettaglio il funzionamento dell'impianto di selezione dei rifiuti urbani che permette la produzione di compost e del compost verde, gli impianti di pressatura della plastica, quelli per la granulazione dei materiali provenienti dalle demolizioni, le aree di stoccaggio dei materiali da avviare a recupero, la discarica di servizio e gli impianti di depurazione dei reflui interni. ASIU SpA inoltre invia a tutti i cittadini della Val di Cornia un periodico trimestrale “ASIU informa” sui temi della raccolta differenziata e delle iniziative sulle scuole e della gestione razionale dei rifiuti. La tiratura è di 25.000 copie. Da oltre 10 anni ASIU SpA effettua attività di sensibilizzazione nelle scuole coordinandosi con i distretti scolatici presenti sul territorio. Tra le iniziative di maggior successo si ricordano l’attività con i bidoni composter nei giardini scolastici e la colorazione delle campane del vetro e plastica utilizzate giornalmente da ASIU SpA nel territorio della Val di Cornia. Nel periodo 2003-2004 ASIU SpA ed i distretti scolastici della Val di Cornia hanno predisposto un giornale di divulgazione denominato “note per l’ambiente”. Con cadenza annuale, ASIU SpA effettua un sondaggio inerente la qualità percepita del proprio servizio da parte dei cittadini, imprese e attività del terziario. Rapporto sullo stato dell’ambiente 186 APPENDICE LA PERCEZIONE DELLA REALTÀ AMBIENTALE E SOCIO-ECONOMICA DA PARTE DELLA POPOLAZIONE DELLA VAL DI CORNIA Premessa A conclusione del lavoro relativo alla redazione del 1° Rapporto sullo Stato dell’Ambiente della Val di Cornia, è stato ritenuto opportuno valutare la reale ”percezione” che il singolo cittadino rilevava per alcuni aspetti specifici presi in considerazione. Non potendo utilizzare ogni singolo indicatore in quanto troppo specifico, è stato predisposto un congruo numero di aspetti tematici (7 ambientali e 11 socio-economici) per i quali è stata verificata “la sensibilità” da parte della popolazione residente, mediante la divulgazione di un questionario tra i cittadini del territorio del Circondario. Il questionario è stato inviato per posta elettronica attraverso varie banche dati, è stato pubblicato sui siti ufficiali del Circondario e dei singoli comuni ed è stato inserito nei notiziari dei comuni oltrechè diffuso in alcune iniziative pubbliche. Il lavoro effettuato non pretende di essere uno studio statistico rigoroso ma semplicemente una indicazione, un contributo per capire meglio le esigenze della comunità locale su alcuni aspetti specifici ritenuti necessari alla costruzione dello sviluppo sostenibile. Le 11 domande del questionario sono state discusse ed approvate dai gruppi di lavoro del Forum Agenda 21 Locale della Val di Cornia. Universo 33925 12540 6540 2897 548 56450 campione 91 29 8 7 0 135 percentuale 0,26% 0,23% 0,12% 0,24% 0,00% 0,24% Età media 41 38 42 47 41 Maschi 43 13 4 3 62 femmine 48 17 4 4 73 1. Il questionario Il questionario prevedeva 7 aspetti di carattere ambientale ed 11 di carattere socio-economico, ai quali il cittadino poteva rispondere con 5 livelli di gradimento corrispondenti a : 1 = Totalmente insoddisfatto; 2 = Piuttosto insoddisfatto; 3 = Soddisfatto; 4 = Piuttosto soddisfatto; 5 = Totalmente soddisfatto Gli aspetti ambientali sono di seguito elencati: 1. Qualità dell’ambiente naturale (p.es.: paesaggio, aree verdi, fiumi, costa, ect.). 2. Quantità e accessibilità di aree verdi e risorse ambientali (parchi, aree protette ect.). 3. Qualità del servizio e gestione dei rifiuti. 4. Qualità del servizio e gestione della risorsa idrica 5. Qualità dell’aria. 6. Qualità dell’ambiente edificato (p.es.: strade, spazi pubblici, aspetto e pulizia degli edifici) della comunità locale. 7. Attività di tutela ambientale (p.es. politiche volte alla protezione dell’ambiente, alla minimizzazione dell’uso delle risorse idriche, energetiche e del suolo, della produzione dei rifiuti, dell’immissione di sostanze inquinanti, della protezione ed accrescimento della flora e fauna locale). 187 Rapporto sullo stato dell’ambiente Piombino Campiglia M.ma San Vincenzo Suvereto Sassetta VAL DI CORNIA Appendice 1. Analisi del campione Del totale delle schede pervenute, solo 135 sono state ritenute idonee in quanto opportunamente compilate in ogni sua parte. Nel complesso, il campione generale per l’intera Val di Cornia si attesta allo 0,24% dell’intera popolazione. Gli aspetti socio-economici sono di seguito elencati: 8. Attività sociale e sanitaria e livello di accessibilità dei servizi. 9. Servizi di trasporto pubblico offerti. 10. Sistema viario. 11. Attività culturali, ricreative e per il tempo libero. 12. Qualità delle scuole presenti. 13. Opportunità di lavoro offerto 14. Qualità del lavoro offerto e offerta di formazione professionale. 15. Iniziative di promozione dell’occupazione e dell’impresa. 16. Le opportunità di partecipazione alla pianificazione locale ed ai processi decisionali. 17. Livello di sicurezza personale vissuto all’interno della comunità locale. 18. Livello di soddisfacimento della propria qualità della vita (ambito socio-economico). 1. I risultati Appendice Il voti “medi” espressi sulle singole questioni sottoposte all’attenzione degli intervistati si attestano sempre al di sotto del punteggio 3.13 con la quasi totalità delle valutazioni comprese nel range 2-3. Il giudizio migliore fa riferimento alla percezione di “sicurezza”; quelli peggiori riguardano da un lato alcuni aspetti della tematica ambientale (il problema della tutela-conservazione dell’ambiente e soprattutto quello della qualità dell’aria riferito alla situazione locale nel Comune di Piombino), dall’altro, le diverse problematiche che gravitano intorno al mondo del lavoro, sintetizzate in termini di opportunità lavorative, qualità del lavoro offerto e iniziative di promozione e di sviluppo. Rapporto sullo stato dell’ambiente 188 voto ambiente naturale aree verdi* qualità servizio RSU qualità servizio acqua qualità qualità tutela attività Servizi aria ambiente ambientale Sociale trasporto edificato 1 2 3 4 5 media 7 33 59 28 8 2,98 5 36 53 33 9 3,04 12 31 51 35 5 2,93 19 66 17 35 14 4 51 29 64 58 39 35 45 20 28 31 61 69 19 14 19 8 21 24 2 6 3 0 1 3 2,51 2,00 2,44 2,09 2,68 2,90 sistema attività qualità opportunità qualità viario attività scuole lavoro lavoro offerto iniziative partecipaz. sicurezza qualità promoz. pianificaz. della lavoro vita 22 17 10 51 46 42 57 46 54 6 24 25 0 0 2 2,35 2,58 2,75 24 65 37 6 1 2,21 42 64 23 4 0 1,92 27 73 25 5 0 2,06 25 59 38 7 1 2,23 7 8 22 30 63 58 29 36 12 0 3,13 2,92 Le votazioni medie sopra riportate riferite al Circondario sono notevolmente minori di quelle per i singoli comuni di Suvereto, Campiglia M.ma e San Vincenzo. La presenza di grandi industrie nel Comune di Piombino è ovviamente la causa di voti bassi, tra l’1 e il 2, per quanto riguarda la qualità dell’aria e la tutela ambientale e l’ambiente naturale, domande che hanno ricevuto voti tra il 3 e il 4 nei comuni di Suvereto, Campiglia M.ma e San Vincenzo e ciò sottolinea il problema ambientale come quello meno tollerato dal cittadino.. La sicurezza ha ricevuto voti medio-alti anche nel Comune di Piombino anche se non come negli altri comuni e questo va a favore della qualità della vita in tutto il Circondario. Di seguito si riportano i grafici per ogni singolo comune dove si evidenziano gli aspetti presi in considerazione ed i relativi voti conferiti. Rapporto sullo stato dell’ambiente 189 Appendice L’ambiente L’ambiente naturale Le opinioni degli intervistati sulle condizioni dell’ambiente naturale nel territorio della Val di Cornia risultano, nel complesso, alquanto discordanti; anche se la maggior parte di essi (oltre il 40%) attribuisce a questo aspetto un giudizio intermedio (il punteggio 3 - soddisfatto), una quota pari al 30% si esprime in termini negativi (somma dei punteggi 1 e 2) seguita da un ulteriore 26% che manifesta, invece, marcati livelli di soddisfazione sull’argomento (somma dei punteggi 4 e 5). Tale aspetto trova valori medi più bassi tra i cittadini di Piombino rispetto al resto dei comuni della Val di Cornia. Le aree verdi urbane ed extraurbane I giudizi sull’adeguatezza delle aree verdi inteso come quantità ed accessibilità delle aree verdi e delle risorse ambientali quali i parchi ed aree protette appaiono ancor più contrastanti pur confermando la prevalenza (40%) delle valutazioni centrali. In questo caso, infatti, i giudizi di segno negativo (30%, somma dei punteggi 1 e 2) e quelli di segno positivo (30%, somma dei punteggi 4 e 5) si equivalgono perfettamente. Appendice La qualità dell’aria Decisamente peggiore risulta, invece, la percezione della qualità dell’aria nel territorio considerato: coloro che manifestano giudizi negativi in proposito rappresentano, infatti, il 70% del campione (somma dei punteggi 1 e 2). Su questo aspetto specifico prevale la percezione dei cittadini di Piombino, ma analizzando nel dettaglio si nota che anche tra gli abitanti del Comune di Campiglia M.ma si rileva che oltre il 30% del campione da un giudizio negativo sulla qualità dell’aria, in particolare gli abitanti di Venturina. Rapporto sullo stato dell’ambiente 190 Attività di tutela ambientale La percezione della tutela dell’ambiente intesa come politiche volte alla protezione, alla razionalizzazione delle risorse naturali ed energetiche ed in generale alla sostenibilità evidenzia che coloro che manifestano giudizi negativi si attestano sul 68% del campione (somma dei punteggi 1 e 2). Solo un cittadino su tre si ritiene soddisfatto delle politiche di tutela ambientale. Particolarmente insoddisfatti risultano i cittadini di Piombino con una media ampiamente al di sotto del valore 2 (piuttosto insoddisfatto), mentre si attestano sul punteggio di 3 (soddisfatto) i cittadini di Suvereto. In sintesi, i pareri emersi su alcuni aspetti della complessa questione ambientale (stato di conservazione dell’ambiente naturale e delle sue risorse, adeguatezza delle aree verdi urbane ed extra-urbane), uniti alle valutazioni prevalentemente negative sul tema specifico della qualità dell’aria, sembrerebbero indicare fra gli intervistati pronunciati segnali di preoccupazione (e insoddisfazione) sull’argomento. L’ampia quota di coloro (68%) che ritengono inadeguate le attuali politiche di “tutela ambientale” rappresenta una conferma a quest’ultima considerazione. L’ambiente edificato A fronte di valutazioni piuttosto contrastanti circa la qualità dell’ambiente naturale in Val di Cornia, la maggioranza dei soggetti intervistati si esprime in termini prettamente “sfavorevoli” sulla qualità dell’ambiente edificato: il giudizio negativo sugli elementi architettonici locali accomuna, infatti, il 60% campione. Particolarmente “soddisfatti” i cittadini di Suvereto, ma anche di Campiglia M.ma consapevoli di vivere in borghi medievali mantenuti inalterati sino ai nostri giorni ed opportunamente valorizzati negli ultimi anni. I servizi, le infrastrutture I trasporti La voce “trasporti” ottiene una maggioranza di valutazioni intermedie (si esprime in questo senso il 50% intervistati) con una media di voto pari a 2,9, quindi esprimendo una parere nel complesso di soddisfacimento. Prevalgono comunque le opinioni di segno negativo pari al 28% rispetto a quelle del 20% di giudizi favorevoli. Il sistema viario Alquanto problematiche appaiono le condizioni della struttura viaria sul territorio della Val di Cornia per il quale il campione addebita un valore medio di 2,35. Infatti, il 55% dei cittadini intervistati manifesta pareri negativi in proposito (somma dei punteggi 1 e 2); un ulteriore 42% si attesta su posizioni intermedie di giudizio; la quota di coloro che esprimono opinioni apertamente favorevoli sugli aspetti logistici ed infrastrutturali legati al sistema della viabilità risulta pressoché insignificante. 191 Rapporto sullo stato dell’ambiente Il servizio acqua Livelli molto più elevati di insoddisfazione emergono, invece, in relazione al servizio acqua con un valore medio di 2,5 per l’intero campione. Oltre il 70% degli intervistati si esprime sfavorevolmente a riguardo, mentre solo un terzo del campione gli attribuisce il voto centrale (3); la quota dei soddisfatti risulta in assoluto la più ridotta (15%). Abbastanza omogeneo risulta il dato per i 4 Comuni. Appendice Il servizio di raccolta rifiuti solidi urbani (RSU) Anche l’argomento “raccolta rifiuti solidi urbani” suscita opinioni divergenti,anche se la valutazione dell’adeguatezza-efficienza del servizio segmenta notevolmente il campione attestandosi su una prevalenza di giudizi medio alti (Soddisfatto - piuttosto soddisfatto lo considera oltre il 66% circa degli intervistati); le quote di coloro che esprimono pareri espressamente negativi risultano pari al 9% del campione che si contrappongono al 4% totalmente soddisfatto. Il valore medio omogeneo su tutti e 4 i comuni che si attesta intorno al valore 3, con una leggera differenza per San Vincenzo, evidenzia una percezione soddisfacente da parte dei cittadini della Val di Cornia su questo servizio. I servizi sociali Con questa aspetto s’intendono le attività sociali e sanitarie presenti sul territorio ed il livello di accessibilità ai servizi. Il valore medio del campione per l’intera Val di Cornia si attesta ad un 2,68, anche se una quota rilevate del campione (45%) attribuisce un punteggio intermedio a questa voce(3 – soddisfatto); la tendenza tuttavia sembra essere all’insegna di un certo malcontento di fondo; quasi il 40% dei cittadini manifesta segnali di insoddisfazione a riguardo; solo il 16% del campione reputa del tutto adeguato il sistema di attività sociali presenti sul territorio. Dalle percezioni della maggior parte degli intervistati pare emergere, dunque, l’esigenza di un ripensamento-potenziamento dell’intero asse delle politiche improntate a obiettivi di solidarietà sociale. Le attività culturali e la qualità delle scuole I giudizi sulla qualità-quantità dei momenti culturali esperibili a livello locale risultano in prevalenza negativi con un valore medio espresso dal campione pari al 2,58. Si esprime negativamente il 47% degli intervistati, mentre risulta soddisfatto il 35% del campione e piuttosto soddisfatto il18%. Pur con una certa omogeneità del campione, San Vicenzo risulta avere un valore più alto. Un po’ meno accentuato risulta il livello di insoddisfazione per la qualità delle strutture scolastiche presenti sul territorio con un valore medio pari a 2,75. Il 38% del campione da un giudizio complessivamente negativo mentre, solo il 20% circa del campione considera perfettamente adeguati i centri di formazione locali. Il 40% esprime valutazioni intermedie sull’argomento dichiarandosi soddisfatto. Appendice Il lavoro Rapporto sullo stato dell’ambiente 192 Le problematiche relative al mondo del lavoro sembrano assumere, nella percezione della stragrande maggioranza degli soggetti intervistati, un autentico carattere di priorità: il 78% di essi valuta, infatti, del tutto inadeguate le opportunità di lavoro presenti in loco ed esprime un voto medio pari a 1,92. Il dato espresso è abbastanza omogeneo tra i 4 comuni con valori minimi per Piombino. Ovviamente al problema della “quantità” delle occasioni lavorative offerte si sovrappone un problema di “qualità” sia del lavoro offerto che dei percorsi professionali che possono effettivamente essere intrapresi sul territorio (il 73% degli intervistati manifesta una disapprovazione e un malcontento notevoli a riguardo) con un valore medio di 2,06. Anche in questo caso pur su un dato omogeneo, Piombino e San Vincenzo evidenziamo un maggiore grado di inadeguatezza sia della qualità del lavoro che della offerta di formazione professionale adeguata. Ampi margini di critica emergono, infine, in relazione alle politiche di promozione del lavoro attivate sul territorio; la capacità percepita della classe politica locale di convogliare attività e capitali e, più in genera- le, di sostenere prospettive realistiche di sviluppo economico del territorio riceve giudizi prevalentemente sfavorevoli con un valore medio del campione di 2,21. Su questo specifico aspetto il 67% degli intervistati, infatti, a un’opinione di negativa, con particolare evidenza tra i cittadini di Piombino. La sicurezza personale Anche in tema di sicurezza, le percezioni degli intervistati si confermano discordanti pur lasciando comunque trasparire un atteggiamento di ottimismo. Infatti, nonostante una quota di cittadini (21%) manifesti segni di disagio e scetticismo, il valore medio del campione si attesta intorno al 3,13 che risulta essere il valore medio più alto di ogni altro aspetto preso in considerazione nel sondaggio. A tale proposito si rileva come il 79% del campione si senta soddisfatto. Totalmente soddisfatto è il 9% del campione. La sensazione di sicurezza personale è avvertita in tutta la Val di Cornia con valori leggermente inferiori a Piombino che rimangono tuttavia sempre sopra al valore medio di 3. La partecipazione dei cittadini ai processi decisionali Un aspetto interessante è quello di valutare quanto i cittadini si sentano coinvolti negli atti di pianificazione locale e nei processi decisionali in genere da parte degli Enti locali. Il valore medio espresso dal campione per l’intera Val di Cornia è pari a 2,23, con il 63% di insoddisfatti. Solo Suvereto, si avvicina ad un valore medio di 3 che denota una capacità dell’Ente locale a rendere più partecipe alla vita pubblica la propria comunità. La qualità della vita 193 Rapporto sullo stato dell’ambiente Come ultimo aspetto del sondaggio è stato richiesto al campione di esprimersi sul livello di soddisfacimento della propria qualità di vita da un punto di vista socioeconomico. Il valore medio espresso della Val di Cornia è stato del 2,92, davvero prossimo al valore 3 che indica un giudizio positivo. Solo il 28% esprime un giudizio negativo, mentre il 43% si definisce soddisfatto ed il 27% piuttosto soddisfatto. Il valore si differenzia tra i 4 comuni, con Suvereto e Campiglia M.ma con valori medi ben oltre il 3,20, e Piombino e San Vincenzo con valori intorno a 2,80. Rapporto sullo stato dell’ambiente 194 note Rapporto sullo stato dell’ambiente 195 note 1° Rapporto sullo stato dell’ambiente della Val di Cornia 2004 Progetto grafico & impaginazione Studiografico M di Marco Formaioni Piombino (LI) Stampa & confezione Grafiche Effesei Grosseto Finito di stampare nel mese di febbraio 2005 sullo stato dell’ambiente 2004 CIRCONDARIO DELLA VAL DI CORNIA Il percorso di Agenda 21 Locale avviato in Val di Cornia da alcuni anni si presenta come una interessante esperienza di democrazia partecipativa sui temi relativi al contesto sociale, economico ed ambientale e quindi dello sviluppo sostenibile di questo territorio. Il buon livello delle discussioni all’interno dei gruppi di lavoro, ci ha condotto a tentare di realizzare un progetto ambizioso: quello ciò di redigere il 1° Rapporto sullo Stato dell’Ambiente della Val di Cornia cercando il più possibile di attenerci allo spirito di Agenda 21, come approvata alla Conferenza di Rio de Janeiro. Per tale motivo è stata scartata l’idea di utilizzare gli indicatori di sostenibilità “standard”, sia perché non sia addicevano alla complessa realtà della Val di Cornia ma soprattutto perché si riteneva irrinunciabile la ricerca, l’elaborazione e l’accettazione condivisa degli indicatori da parte di tutti gli attori locali, in un processo ampiamente democratico. In tutta questa attività di elaborazione ed analisi, la Giunta e gli uffici del Circondario, hanno operato solo ed esclusivamente come supporto organizzativo senza mai prevaricare o condizionare le scelte, cercando tuttavia di mantenere un ruolo di moderatore dell’intero processo. Il lavoro che abbiamo portato a conclusione pertanto si differenzia nella sostanza da altri Rapporti sullo Stato dell’Ambiente realizzati dagli uffici di enti locali (Province, Comuni) o da Società specializzate, i quali pur encomiabili sul piano tecnico, mancano della interazione attiva degli attori locali, venendo meno i presupposti di una vera A21L. FOTO GIUSEPPE TRINCHINI (5) Suvereto Sassetta San Vincenzo Piombino Una tale impostazione particolarmente rigorosa ha condotto giocoforza ad una dilatazione dei tempi, ma crediamo possa aver gettato solide basi per poter continuare nel percorso impegnativo di Agenda 21 Locale che ci vedrà ancora tutti coinvolti per la stesura del Piano d’Azione Locale. Campiglia Marittima Rapporto 2004 Il momento più impegnativo è stato certamente la redazione del 1° Rapporto sullo Stato dell’Ambiente che ha visto il prodigarsi di molti attori locali coinvolti completamente nella stesura di questo quadro diagnostico. Per la prima volta in Val di Cornia soggetti diversi, rappresentanti un quadro eterogeneo della nostra comunità, aderendo volontariamente al FORUM A21L, hanno costituito tre gruppi di lavoro tematici (città, acqua e paesaggio) e per lungo tempo, autogestendo le loro attività, hanno discusso di temi relativi alla sostenibilità, individuando le varie criticità presenti nel cittàacquapaesaggio nostro territorio. 1° Rapporto sullo stato dell’ambiente della Val di Cornia ° 1 Rapporto sullo stato dell’ambiente ° 1 2004 Progetto co-finanziato dalla cittàacquapaesaggio A cura del FORUM Agenda 21 Locale Val di Cornia