Circondario Val di Cornia - Città Metropolitana di Firenze

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Circondario Val di Cornia - Città Metropolitana di Firenze
sullo stato
dell’ambiente
2004
CIRCONDARIO DELLA VAL DI CORNIA
Il percorso di Agenda 21 Locale avviato in Val di Cornia da alcuni anni si presenta come
una interessante esperienza di democrazia partecipativa sui temi relativi al contesto sociale, economico ed ambientale e quindi dello sviluppo sostenibile di questo territorio.
Il buon livello delle discussioni all’interno dei gruppi di lavoro, ci ha
condotto a tentare di realizzare un progetto ambizioso: quello ciò di
redigere il 1° Rapporto sullo Stato dell’Ambiente della Val di Cornia cercando il più possibile di attenerci allo spirito di Agenda 21, come approvata alla Conferenza di Rio de Janeiro.
Per tale motivo è stata scartata l’idea di utilizzare gli indicatori di sostenibilità “standard”, sia perché non sia addicevano alla complessa realtà della Val di Cornia ma soprattutto perché si riteneva irrinunciabile la ricerca, l’elaborazione e l’accettazione condivisa degli
indicatori da parte di tutti gli attori locali, in un processo ampiamente democratico. In tutta
questa attività di elaborazione ed analisi, la Giunta e gli uffici del Circondario, hanno operato solo ed esclusivamente come supporto organizzativo senza mai prevaricare o condizionare le scelte, cercando tuttavia di mantenere un ruolo di moderatore dell’intero processo.
Il lavoro che abbiamo portato a conclusione pertanto si differenzia nella sostanza da altri
Rapporti sullo Stato dell’Ambiente realizzati dagli uffici di enti locali (Province, Comuni) o
da Società specializzate, i quali pur encomiabili sul piano tecnico, mancano della interazione attiva degli attori locali, venendo meno i presupposti di una vera A21L.
FOTO GIUSEPPE TRINCHINI (5)
Suvereto
Sassetta
San Vincenzo
Piombino
Una tale impostazione particolarmente rigorosa ha condotto giocoforza ad una dilatazione dei tempi, ma crediamo possa aver gettato solide basi per poter continuare nel
percorso impegnativo di Agenda 21 Locale che ci vedrà ancora tutti coinvolti per la stesura del Piano d’Azione Locale.
Campiglia Marittima
Rapporto
2004
Il momento più impegnativo è stato certamente la redazione del 1° Rapporto sullo
Stato dell’Ambiente che ha visto il prodigarsi di molti attori locali coinvolti completamente nella stesura di questo quadro diagnostico. Per la prima volta in
Val di Cornia soggetti diversi, rappresentanti un quadro eterogeneo della
nostra comunità, aderendo volontariamente al FORUM A21L, hanno
costituito tre gruppi di lavoro tematici (città, acqua e paesaggio) e per
lungo tempo, autogestendo le loro attività, hanno discusso di temi
relativi alla sostenibilità, individuando le varie criticità presenti nel
cittàacquapaesaggio nostro territorio.
1° Rapporto sullo stato dell’ambiente della Val di Cornia
°
1
Rapporto
sullo stato
dell’ambiente
°
1 2004
Progetto
co-finanziato
dalla
cittàacquapaesaggio
A cura del FORUM Agenda 21 Locale Val di Cornia
CIRCONDARIO DELLA VAL DI CORNIA
Rapporto
sullo stato
dell’ambiente
°
1 2004
Progetto
co-finanziato
dalla
cittàacquapaesaggio
A cura del FORUM Agenda 21 Locale Val di Cornia
Rapporto sullo stato dell’ambiente
2 1° Rapporto sullo stato dell’ambiente della Val di Cornia
Responsabile progetto
Dott. Luca Sbrilli
Implementazione modello DPSR
CQS srl Scandicci (FI)- Ernst & Young Business Advisory Service Roma
Progetto grafico e impaginazione
Studiografico M Piombino (LI)
Stampa
Grafiche Effesei Grosseto
Si ringrazia per le foto Giuseppe Trinchini del sito
www.bazaretrusco.it Piombino (LI)
© Circondario Val di Cornia, 2005
Presentazione
La Redazione del 1° Rapporto sullo Stato dell’Ambiente della Val di Cornia da parte del
FORUM di Agenda 21 Locale, è il primo atto concreto di un percorso avviato da alcuni anni
e fortemente sostenuto dal Circondario che ha avuto il merito di intuire l’importanza della
partecipazione nei progressi di sviluppo sostenibile. La mole di informazioni, di dati e diagrammi, organizzati in “indicatori di sostenibilità”, sintetizzati per la prima volta in un unico
elaborato, rappresenta una importante “fotografia” del quadro ambientale, sociale ed economico, del nostro territorio. Un lavoro di questo tipo risulta necessario non solo per
conoscere la realtà locale, ma soprattutto per poter indirizzare le scelte politiche verso
uno sviluppo sostenibile calibrato per questo specifico e complesso territorio.
Il concetto di sostenibilità, basato su di un processo democratico e partecipativo, ci ha
indotti a ritenere ineluttabile che fosse il FORUM di A21L, quale espressione di tutte le
rappresentanze dei portatori di interesse locale, a ricercare e suggerire, gli “indicatori di
sostenibilità” più consoni per il Rapporto sullo Stato dell’Ambiente.
Il lavoro che veniamo a presentare è quindi il punto di partenza, una sorta di “anno zero”
con il quale il Circondario della Val di Cornia, attraverso il percorso di Agenda 21 Locale,
monitorerà nei prossimi anni le tendenze evolutive del proprio sviluppo in un’ottica di
massima trasparenza condivisa tra vari attori locali e contestualmente getterà concretamente le basi per attivare uno strumento di innovazione nel modo di programmare, governare e gestire il territorio.
Lo scopo del percorso di Agenda 21 Locale infatti è in estrema sintesi quello di individuare
obiettivi comuni, tra istituzioni e attori locali coinvolti su base volontaristica, al fine tradurli
in una strategia integrata ed in azioni concrete finalizzate allo sviluppo sostenibile.
Un ringraziamento è rivolto a tutti coloro che, in rappresentanza di Enti, Aziende,
Associazioni e singoli cittadini hanno contribuito al percorso di Agenda 21 Locale e si
sono prodigati nella elaborazione di questo primo importante traguardo, con l’invito di
continuare insieme questo cammino che ci vedrà impegnati per la stesura del Piano
d’Azione Locale.
Silvia Velo
Presidente del Circondario della Val di Cornia
3
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Gli elementi di criticità che emergono da questo Rapporto, dovranno pertanto essere
oggetto di una seria ed approfondita analisi, una occasione di riflessione sia da parte degli
Amministratori locali ma anche dei vari attori locali, sull’uso delle risorse disponibili e sulla
definizione delle nuove priorità, in maniera tale che l’intera nostra comunità riesca ad attivare processi virtuosi capaci di creare nuovi paradigmi che superino l’attuale insostenibile
modello economico.
Presentazione
Il 1° Rapporto sullo Stato dell’Ambiente, ricade in un momento particolare per la Val di
Cornia che ha avviato la nuova pianificazione territoriale tramite il Piano Strutturale d’Area
che caratterizzerà il nostro territorio per il prossimo decennio ed oltre. Per tale motivo,
questo elaborato, con tutte le informazioni che contiene, risulta un elemento diagnostico
di primaria importanza, che sarà base propedeutica sia per la fase di pianificazione territoriale che per la valutazione degli effetti ambientali della stessa.
Introduzione
Il percorso di Agenda 21 Locale avviato in Val di Cornia da alcuni anni si presenta come
una interessante esperienza di democrazia partecipativa sui temi relativi al contesto sociale, economico ed ambientale e quindi dello sviluppo sostenibile di questo territorio.
Il momento più impegnativo è stato certamente la redazione del 1° Rapporto sullo Stato
dell’Ambiente che ha visto il prodigarsi di molti attori locali coinvolti completamente nella
stesura di questo quadro diagnostico. Per la prima volta in Val di Cornia soggetti diversi,
rappresentanti un quadro eterogeneo della nostra comunità, aderendo volontariamente al
FORUM A21L, hanno costituito tre gruppi di lavoro tematici (città, acqua e paesaggio) e
per lungo tempo, autogestendo le loro attività, hanno discusso di temi relativi alla sostenibilità, individuando le varie criticità presenti nel nostro territorio.
Il buon livello delle discussioni all’interno dei gruppi di lavoro, ci ha condotto a tentare di
realizzare un progetto ambizioso: quello cioè di redigere il 1° Rapporto sullo Stato
dell’Ambiente della Val di Cornia cercando il più possibile di attenerci allo spirito di Agenda
21, come approvata alla Conferenza di Rio de Janeiro.
Per tale motivo è stata scartata l’idea di utilizzare gli indicatori di sostenibilità “standard”,
sia perché non sia addicevano alla complessa realtà della Val di Cornia ma soprattutto perché si riteneva irrinunciabile la ricerca, l’elaborazione e l’accettazione condivisa degli indicatori da parte di tutti gli attori locali, in un processo ampiamente democratico. In tutta questa attività di elaborazione ed analisi, la Giunta e gli uffici del Circondario, hanno operato
solo ed esclusivamente come supporto organizzativo senza mai prevaricare o condizionare
le scelte, cercando tuttavia di mantenere un ruolo di moderatore dell’intero processo.
Il lavoro che abbiamo portato a conclusione pertanto si differenzia nella sostanza da altri
Rapporti sullo Stato dell’Ambiente realizzati dagli uffici di enti locali (Province, Comuni) o
da Società specializzate, i quali pur encomiabili sul piano tecnico, mancano della interazione attiva degli attori locali, venendo meno i presupposti di una vera A21L.
Introduzione
Una tale impostazione particolarmente rigorosa ha condotto giocoforza ad una dilatazione dei tempi, ma crediamo possa aver gettato solide basi per poter continuare nel percorso impegnativo di Agenda 21 Locale che ci vedrà ancora tutti coinvolti per la stesura del
Piano d’Azione Locale.
Rapporto sullo stato dell’ambiente
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Dott. Luca Sbrilli
Coordinatore A21L Val di Cornia e Responsabile del Progetto
Introduzione
Subito dopo l’avvio dei lavori del Forum di Agenda 21 Val di Cornia, si sono costituiti tre
gruppi di lavoro – Città, Paesaggio e Acqua – al fine di stendere le basi del Rapporto
dello Stato dell’Ambiente.
Essi hanno lavorato in modo autonomo per quasi un anno, alla fine del quale sono stati
resi noti gli indicatori utilizzati ed i risultati delle ricerche.
La stesura del Rapporto sullo stato dell’ambiente è diventato così un documento assolutamente
nuovo nel panorama degli elaborati di altre Agende 21 locali, frutto di numerosissimi
incontri, di discussioni anche aspre tra i partecipanti e di confronti fecondi.
Il vantaggio dello strumento di A21L sta proprio nella consapevolezza di partecipare alla
risoluzione dei problemi e alle scelte future del proprio territorio in modo sistemico e interdisciplinare, mettendo insieme problemi sociali, economici e ambientali, attraverso il confronto, anche conflittuale, tra portatori di interessi diversi.
Il 1° Rapporto dello stato dell’ambiente del FORUM A21L è quindi un punto di partenza, ovvero
l’avvio di un percorso “consapevole” di miglioramento continuo della qualità della vita e
del territorio in cui viviamo, dove ad azioni promosse e direttamente attivate dall’Ente
locale, si affiancano azioni e programmi avviati su base volontaria secondo principi di
sostenibilità da tutti gli attori locali.
È ora il momento di affrontare i problemi ambientali, sociali ed economici da un punto di
vista interdisciplinare ed in un’ottica di medio e lungo periodo, procedendo alla elaborazione del primo Piano di Azione Locale, tramite la partecipazione e la condivisione dei problemi della comunità locale.
Introduzione
Per i gruppi di lavoro Città. Acqua e Paesaggio del FORUM A21L
Anna Maria Marrocco, Luciano Francardi, Adriano Bruschi
Rapporto sullo stato dell’ambiente
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Introduzione
Partecipanti ai Gruppi di Lavoro (Città, Acqua e Paesaggio)
Rapporto sullo stato dell’ambiente
6
Bartalesi Vito, Consigliere comunale Comune di Campiglia M.ma
Battaglini Marco, ASL 6
Bedini Roberto, Istituto di Biologia ed Ecologia Marina
Bello Jonathan, ASA SpA
Borsini Andrea, Assessore all’Ambiente Comune di Suvereto
Bottausci Giovanni, WWF e Social forum
Brizzi Massimo, Legambiente
Bruschi Adriano, Legambiente
Edo Caldelli, Confesercenti
Cantiere della democrazia
Casini Lorella, Comitato case lesionate
Ceccarelli Carlo, Ass. industriali
Cicalese Massimiliano, ISE srl
Coldiretti Livorno
Colletti Alessandro, Confesercenti
Colombi Roberta, 2° Circolo didattico Piombino
Cristiani Livio, Confesercenti
D’Avino Dario, Libero professionista
Delli Paoli Pasquale, CIPAAT
Francardi Luciano, ATM SpA
Geri Marino, CIA Livorno
Guglielmini Andrea, Ass. industriali
La comba, ASA SpA
Lessi Veronica, Unione Provinciale Agricoltori
Lunari Gilberto, Ass. industriali
Maresca Claudio, ATO 5
Marrocco Anna, Libero professionista
Martelloni Pierluigi, ASIU SpA
Masini Andrea, Coldiretti Livorno
Menchi Lucia, ASA SpA
Muti Antonio, ASA SpA
Nicoletti Marcella, Parchi Val di Cornia SpA
Nieri Cecilia, Sintesis srl
Pavoletti Marco, Aurelia edilizia srl
Petri Leonardo, Parchi Val di Cornia SpA
Pierulivo Monica, Comune di Piombino
Pipeschi Paolo, Ass. industriali
Repeti Francesca, WWF e Social forum
Salvatori Fabrizio, Confesercenti
Sanna Gianluca, CNA
Sbrilli Giancarlo, ARPAT
Scappini Francesco, CISL
Serini Valentino, ASL 6
Ticciati Giampiero, Imprenditore
Tabani Giuseppe, ASIU SpA
Trinchini Giuseppe, Bazaretrusco.it
Vallesi Giancarlo, Consigliere comunale Comune di Campiglia M.ma
Ringraziamenti
Poli Maurizio, Comune di Piombino
Melley Antonio, Spagli Luca, Bracci Barbara, Ivano Gartner, ARPAT
Ufficio Urbanistica Comprensoriale, Circondario della Val di Cornia
Katia Grilli, Francesca Carli, Circondario della Val di Cornia
Indice
Parte I - Descrizione del progetto e inquadramento del territorio
1
Introduzione
1.1
Il Progetto Agenda 21 Locale
1.1.1 Il percorso di A21L Val di Cornia
1.2
Obiettivi del documento
1.3
La metodologia adottata per la Relazione dello Stato dell’Ambiente
11
11
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13
14
2
Inquadramento territoriale
17
3
Inquadramento socio-economico del territorio
3.1
Il contesto sociale
3.1.1 Lo stato di salute
3.1.2 La forza lavoro
3.2
Le attività produttive
3.3
Il turismo
3.4
L’attività agricola e zootecnica
19
19
21
25
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28
29
5
Consumi energetici e Inquinamento atmosferico
4.1
Introduzione al tema
4.2
Descrizione del tema
4.3
Stato
4.3.1 Produzione di energia convenzionale e da fonti rinnovabili
4.3.2 Qualità dell’aria
4.3.3 Emergenze da inquinamento
4.4
Pressioni
4.4.1 Consumi energetici
4.4.2 Emissioni
4.5
Determinanti
4.5.1 Industria e servizi
4.5.2 Rischio industriale
4.5.3 Popolazione
4.5.4 Attività estrattive
4.5.5 Traffico urbano e trasporto stradale extraurbano
4.6
Risposte
4.6.1 Classificazione del territorio regionale
4.6.2 Monitoraggio della qualità dell’aria e controllo delle emissioni
4.6.3 Informazione e sensibilizzazione della popolazione
4.6.4 Adozione di sistemi di gestione ambientale
4.6.5 Incentivi ambientali
4.6.6 Emissioni di ordinanze
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64
64
65
65
66
Inquinamento acustico ed elettromagnetico
5.1
Introduzione al tema
5.2
Descrizione del tema
5.3
Stato
5.3.1 Inquinamento acustico urbano
5.3.2 Inquinamento acustico delle infrastrutture stradali
5.3.3 Inquinamento acustico delle infrastrutture ferroviarie
5.3.4 Esposizione ai campi elettromagnetici
5.4
Pressioni
5.4.1 Densità degli impianti di teleradiotelecomunicazione
5.5
Determinanti
5.5.1 Traffico veicolare
5.5.2 Trasporto stradale extraurbano
67
67
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79
80
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80
7
Rapporto sullo stato dell’ambiente
4
Indice
Parte II - Il quadro diagnostico con modello DPSR
Indice
5.6
Rapporto sullo stato dell’ambiente
8
5.5.3 Trasporto ferroviario
5.5.4 Stazioni per radiotelecomunicazioni
5.5.5 Elettrodotti
Risposte
5.6.1 Monitoraggio della qualità acustica
5.6.2 Emissioni di ordinanze
5.6.3 Zonizzazione e risanamento acustico
5.6.4 Monitoraggio dei campi magnetici
81
81
84
86
86
86
87
87
6
Consumi e Inquinamento idrico
6.1
Introduzione al tema
6.2
Descrizione del tema
6.3
Stato
6.3.1 Disponibilità e qualità delle acque superficiali interne
6.3.2 Disponibilità delle acque sotterranee
6.3.3 Qualità ed inquinamento delle acque sotterranee
6.3.4 Qualità delle acque costiere
6.3.5 Fenomeni di subsidenza indotta
6.4
Pressioni
6.4.1 Consumi idrici
6.4.2 Prelievi delle acque superficiali
6.4.3 Scarichi e immissioni inquinanti in mare e in acque superficiali
6.4.4 Carico trofico
6.5
Determinanti
6.5.1 Agricoltura
6.5.2 Industria e terziario
6.5.3 Insediamenti civili e Turismo
6.5.4 Determinanti consumi idrici
6.6
Risposte
6.6.1 Depurazione delle acque e controlli sugli scarichi
6.6.2 Monitoraggio della qualità e quantità delle acque
6.6.3 Monitoraggio del fenomeno di subsidenza
6.6.4 Diffusione di pratiche sostenibili
6.6.5 Risparmio, Recupero e Riciclaggio delle acque di falda
6.6.6 Informazione e sensibilizzazione della popolazione
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120
121
121
7
Natura e paesaggio
7.1
Introduzione al tema
7.2
Descrizione del tema
7.3
Stato
7.3.1 Biodiversità
7.3.2 Paesaggio
7.3.3 Paesaggio urbano
7.3.4 Patrimonio boschivo
7.4
Pressioni
7.4.1 Uso del suolo
7.4.2 Superficie agricola totale SAT
7.4.3 Aree edificate
7.4.4 Infrastrutture
7.4.5 Incendi boschivi
7.4.6 Pressione venatoria
7.5
Determinanti
7.5.1 Agricoltura
7.5.2 Attività agro-forestale
7.5.3 Attività infrastrutturale
7.6
Risposte
7.6.1 Protezione della natura
7.6.2 Attività di pianificazione e vincoli
7.6.3 Prevenzione/presidio
7.6.4 Risanamento
7.6.5 Sensibilizzazione ed educazione ambientale
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165
9
Rifiuti
9.1
Introduzione al tema
9.2
Descrizione del tema
9.3
Stato
9.3.1 Presenza di discariche attive
9.3.2 Presenza di siti da bonificare e di rifiuti abbandonati
9.4
Pressioni
9.4.1 Produzione di rifiuti urbani
9.4.2 Produzione di rifiuti speciali
9.5
Determinanti
9.5.1 Popolazione
9.5.2 Turismo
9.5.3 Attività produttive
9.6
Risposte
9.6.1 Dotazione impiantistica per il trattamento dei rifiuti
9.6.2 Attività di pianificazione
9.6.3 Attività di recupero e riciclaggio
9.6.4 Gestione rifiuti speciali
9.6.5 Attività di sensibilizzazione, educazione e formazione
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184
186
Appendice
La percezione della realtà ambientale e socio-economica
da parte della popolazione della Val di Cornia
187
Indice
Suolo e sottosuolo
8.1
Introduzione al tema
8.2
Descrizione del tema
8.3
Stato
8.3.1 Contaminazione del suolo e sottosuolo
8.3.2 Fenomeno erosivo
8.3.3 Dissesti idrogeologici e rischi naturali
8.3.4 Occupazione suolo
8.4
Pressioni
8.4.1 Uso del suolo
8.4.2 Utilizzo di fertilizzanti e fitofarmaci
8.5
Determinanti
8.5.1 Agricoltura
8.5.2 Attività urbanizzativa
8.5.3 Industria
8.6
Risposte
8.6.1 Bonifiche di siti dismessi
8.6.2 Diffusione di pratiche sostenibili di uso del suolo
9
Rapporto sullo stato dell’ambiente
8
Rapporto sullo stato dell’ambiente
10
PARTE I
DESCRIZIONE DEL PROGETTO
ED INQUADRAMENTO DEL TERRITORIO
L’Agenda 21 Locale evidenzia che lo sviluppo sostenibile si realizzerà solo attraverso una programmazione mirata e prescrive che per affrontare ogni questione importante sia adottato un
processo attento e rigoroso che esamini i diversi aspetti del problema, che prenda decisioni
chiare sulle priorità, sui compromessi e sui sacrifici eventualmente necessari, che definisca il
sistema dei controlli e degli incentivi, le finalità a lungo termine, i traguardi quantitativi e le scadenze per realizzare quanto è stato fissato. In sintesi A21 impegna i soggetti sottoscrittori a
promuovere un piano di azione a lungo termine per il miglioramento della qualità della vita e
per lo sviluppo sociale ed economico di ogni località in armonia con l’ambiente e le risorse in
vista del 21° secolo.
Agenda 21 Locale quindi è un percorso che nasce da una scelta volontaria e condivisa tra più
attori locali, attraverso il quale esplicitare e condividere obiettivi di sostenibilità locale, verificare la validità di tali obiettivi e quindi tradurli in una strategia integrata, a sua volta articolata in linee d’azione concrete, che consenta di conseguire gli obiettivi assunti con il coinvolgimento attivo di tutti i soggetti interessati. Tutto si concretizza non solo con la presentazione
di rapporti, documenti ecc., ma soprattutto con l’accresciuta consapevolezza da parte degli amministratori pubblici e delle aziende e dei singoli cittadini.
Agenda 21 Locale è soprattutto un percorso di lavoro che si articola operativamente in sequenze cicliche,dove ad ogni iterazione si redige un documento che contiene gli impegni (in
campo ambientale, economico, sociale) che una comunità locale assume per il 21° secolo. Il suo
successo e anche la sua continuità dipendono dal fatto che i cittadini possono partecipare in modo diretto, attraverso incontri pubblici, alla definizione del percorso da compiere per migliorare
la qualità della vita, lo sviluppo economico e l’ambiente della Val di Cornia.
Introduzione
1
1.1 Il Progetto Agenda 21 Locale
Il concetto di sviluppo sostenibile quale modello di sviluppo compatibile con le esigenze di tutela dell’ambiente e di salvaguardia delle risorse è stato indicato per la prima volta nel Rapporto della World Commission on Environment and Development conosciuto meglio come Rapporto Brundtland nel 1987. Secondo tale rapporto lo sviluppo sostenibile è quel modello di sviluppo che risponde alle necessità del presente, senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le proprie.
Nel corso della Conferenza ONU su “Ambiente e Sviluppo” svoltasi a Rio de Janeiro nel 1992
è stata approvata l’Agenda 21, il documento programmatico che sintetizza le azioni che i paesi firmatari si impegnano ad attuare per lo sviluppo sostenibile.
All’art. 28 dell’Agenda 21 è previsto che anche a livello locale si debba dare vita ad un nuovo
modo di governare il territorio in modo da pianificare i programmi di sviluppo in termini di sostenibilità.
Agenda 21 Locale è quindi un processo di miglioramento economico-sociale-ambientale volontario, promosso a livello locale e che coinvolge tutti i cittadini, associazioni, Istituzioni, Enti, Aziende ecc., riunite in un FORUM. L’Agenda 21 Locale dopo un articolato percorso si sintetizza con un documento che contiene gli impegni in ambito ambientale, ma anche economico e sociale che un’intera comunità locale si autoimpone. Non esiste un modello standard
di Agenda 21 Locale da seguire e non si deve raggiungere alcun parametro ambientale prestabilito.
Ogni Agenda 21 Locale è qualcosa di unico perché unici sono i contesti ambientali, economici
e sociali delle varie porzioni di territorio del globo terrestre, ed altrettanto sono uniche le
strategie per raggiungere lo sviluppo sostenibile in quella data porzione di territorio.
Il processo di Agenda 21Locale prevede delle tappe comuni da percorre:
1. l’attivazione di un FORUM
2. la consultazione permanente tra gli attori
3. il quadro diagnostico ambientale
4. il piano d’azione ambientale
5. l’audit ed il reporting
11
Rapporto sullo stato dell’ambiente
1 Introduzione
Introduzione
Rapporto sullo stato dell’ambiente
12
1.1.1 Il percorso di A21L Val di Cornia
L’ambito territoriale della Val di Cornia è stato oggetto di ricerca da parte dell’Unione Europea
mediante il progetto IN.SU.RE.D all’interno del programma Ambiente e Clima. Di 5 aree campione europee il progetto ha analizzato la Val di Cornia per il nostro Paese, poiché in tale area
della Toscana sono state riscontrate buone pratiche per il miglioramento e la creazione di
strumenti per lo sviluppo sostenibile a livello locale e quindi è risultata un interessante caso
studio locale.
Tale ricerca ha dato un interessante impulso alle Istituzioni locali per proseguire il percorso verso la creazione di uno strumento capace di suggerire politiche locali verso la realizzazione di
uno sviluppo sostenibile.
Il Circondario della Val di Cornia, istituito nel 1998, avendo tra le varie competenze anche quelle relative all’ambiente ed essendo impegnato nella redazione di un Programma Locale di Sviluppo Sostenibile dell’area
(SEL 16-Val di Cornia), ha ritenuto opportuno continuare nel percorso di cui sopra e per questo ha gestito e
stimolato l’istituzione di un proprio FORUM Agenda 21 Locale, avvenuta nel corso del 2000.
Avvio percorso: 3 gennaio 2000: nell’ambito della preparazione della Conferenza Provinciale sull’Ambiente, lettera al Presidente della Provincia sulla opportunità di avviare una Agenda
21 del Circondario.
7 febbraio 2000: riunione per avviare il percorso dell’elaborazione dell’Agenda 21 della Val di
Cornia, convocata dal Circondario, hanno partecipato i Sindaci della Val di Cornia, l’Assessore provinciale all’ambiente Della Pina, il dott. Giancarlo Sbrilli dell’Arpat, il dott. Mario Donato Circondario, e il dott. Maurizio Poli del Comune di Piombino, nella quale è stata definita la
seguente strategia:
– costituzione di un nucleo promotore di agenda 21
– ricognizione delle esperienze delle attività acquisite o in corso sulle tematiche ambientali e
della sostenibilità in Val di Cornia
– organizzazione di una conferenza per l’Agenda 21 nella quale avviare il confronto sui contenuti e raccogliere in via preliminare le adesioni per la costituzione del forum di Agenda 21.
Costituzione nucleo promotore, formato da: sindaci di Campiglia M., Piombino, San Vincenzo,
Sassetta e Suvereto, dott. G. Sbrilli (Arpat), dott. M. Poli (Comune di Pombino), il direttore del
Circondario (dott. M. Donato).
Il nucleo promotore ha lavorato per alcuni mesi predisponendo un lavoro di base molto importante
mediante interviste a soggetti locali al fine di valutare se nel territorio vi fossero le condizioni per attivare un Forum.
Prima della costituzione del Forum si sono svolte diverse riunioni preparatorie, sedi di confronto dei diversi attori locali dove ognuno di essi esprimeva il proprio concetto di A21L e che
cosa si aspettava da essa.
Nell’ultima riunione del Maggio 2000 è stata avviata la raccolta delle adesioni al costituendo Forum di Agenda 21 Locale.
L’esito incoraggiante di questi primi incontri ha determinato l’avvio del FORUM; dall’analisi
dei verbali di questi incontri preliminari è scaturito un importante spaccato delle diverse concezioni di A21L. Il FORUM è costituito oltre che dai rappresentanti delle Istituzioni locali e delle Associazioni di Categoria ed ambientaliste, anche dalle Aziende Pubbliche (CIGRI SpA, ASIU
SpA, ATM SpA) e soprattutto da alcune delle principali industrie locali. Hanno inoltre aderito
associazioni culturali, forze politiche, distretti scolastici e singoli cittadini.
5 febbraio 2001: prima riunione del Forum a Piombino. Insediamento Forum, discussione sulle procedure e sugli obiettivi di fondo, consegna della bozza di REGOLAMENTO DEL FORUM.
12 aprile 2001: riunione del Forum a Venturina. Approvazione del regolamento del Forum
e individuazione di 3 gruppi di lavoro sui seguenti temi: acqua, paesaggio e città.
26 giugno 2001: riunione del Forum a San Vincenzo presentazione della pubblicazione ARPAT
sullo sviluppo sostenibile a cura del dott. Scapigliati.
10 Settembre 2001 Deliberazione da parte della Giunta del Circondario della Val di Cornia per attivare un corso di formazione al fine di creare tra gli attori locali una comune cultura di Agenda 21.
Successivamente, in data 8 Ottobre 2001 è stato stipulato un Protocollo d’intesa tra il Circondario
della Val di Cornia e il Direttore Generale dell’ARPAT per la collaborazione nella progettazione
e nella realizzazione di progetti congiunti di educazione e formazione volti alla tutela della salute e dell’ambiente, rivolti alla comunità intesa come scuola, enti, istituzioni, associazioni.
Nel mese di Dicembre 2001, la Giunta e l’Assemblea del Circondario hanno aderito unanimemente alla Carta di Aalborg.
In data 18 Aprile 2002 il Forum A21L della Val di Cornia è entrato a fare parte del coordinamento A21L della regione Toscana.
Il 21 maggio 2002 a Venturina è stato convocata una nuova riunione plenaria del Forum. In que-
1.2 Obiettivi del documento
Il Rapporto sullo Stato dell’Ambiente della Val di Cornia ha avuto lo scopo di realizzare un’analisi strutturata e sistematica del territorio: nel Rapporto sono riportate le informazioni raccolte e commentate, le condizioni attuali e valutate le tendenze in corso; vengono inoltre
messe a fuoco le interrelazioni tra i vari aspetti ambientali individuati nel modello DPSR (di seguito illustrato) ed identificate le problematiche di sostenibilità emergenti.
Il Rapporto mira a fornire un primo quadro conoscitivo delle tematiche ambientali ed a met-
Introduzione
13
Rapporto sullo stato dell’ambiente
sta assemblea è stato rendicontato l’intero percorso di A21L e da tale analisi sono emerse notevoli difficoltà dettate soprattutto dalla mancanza di obiettivi certi e definiti del percorso, mentre altre difficoltà scaturivano da una scarsa preparazione culturale dei vari portatori di interesse locale relativamente a questo nuovo modo confrontarsi e di discutere all’interno del FORUM. Risultava quindi necessario realizzare un salto di qualità tra gli aderenti al FORUM e per
tale motivo è stato deciso di prendere come riferimento del percorso intrapreso, le linee guida per le agende 21 locali predisposte da ANPA e contestualmente nel mese di giugno 2002 è
stato avviato il corso di formazione per Agenda 21 in collaborazione con Arpat. Tale corso, di
44 ore, è stato rivolto ad Amministratori locali, dipendenti comunali, quadri di aziende e associazioni ambientaliste ed ha reso un nuovo impulso all’intero processo di A21L.
Nel mese di Ottobre 2002 il Circondario della Val di Cornia, tramite il proprio Ufficio Ambiente, ha predisposto un progetto finalizzato a concorrere a due bandi per A21L, uno della Regione
Toscana ed uno del Ministero dell’Ambiente. Il progetto prevede la redazione di un Rapporto
sullo Stato dell’Ambiente del FORUM A21L della Val di Cornia.
Il progetto è stato ritenuto idoneo e successivamente finanziato dalla Regione Toscana ed ha
preso avvio nel Marzo 2003 con scadenza prevista per il Maggio 2004.
La predisposizione del quadro diagnostico ambientale della Val di Cornia redatto non dagli uffici del Circondario e dei singoli Comuni ma dai gruppi di lavoro del FORUM risulta un
lavoro molto ambizioso, in quanto lungo e complesso in cui è previsto il Circondario della
Val di Cornia, mediante il proprio Ufficio Ambiente, quale soggetto coordinatore dei lavori.
Diversamente dalla gran parte delle A21L che sono solite utilizzare indicatori di sostenibilità “standard”, il FORUM A21L della Val di Cornia ha deciso che l’analisi complessiva delle
criticità del territorio ma soprattutto la ricerca e la valutazione degli indicatori di sostenibilità dovevano essere interamente demandati ai gruppi di lavoro del FORUM e da questi scelti, discussi e approvati in maniera democratica e soprattutto partecipata e condivisa. Ogni
indicatore di sostenibilità ossia indicatore ambientale, sociale od economico, è quindi frutto di un confronto serrato tra tutti i portatori di interesse locale, sia appartenente ad un Ente locale, Azienda privata Associazione ambientalista o comitato locale per una particolare emergenza ambientale o sociale. Una tale operazione di elevato progresso democratico,
ha di fatto dilatato ampiamente i tempi per la scelta degli indicatori stessi. La differenza dei
Rapporti sullo Stato dell’Ambiente “istituzionali” e il RSA del FORUM A21L è quindi sostanziale. Il primo ha logicamente un taglio prettamente ambientale e formulato solo ed esclusivamente dalle attività degli uffici, il secondo invece prevede come soggetti attivi i
gruppi di lavoro del FORUM, che per A21L della Val di Cornia erano già costituiti e denominati Città, Acqua e Paesaggio ai quali è stato demandato il compito di predisporre l’analisi
delle criticità non sono solo limitate a quelle ambientali, ma anche quelle sociali ed economiche. Lo sviluppo sostenibile, infatti, passa attraverso il bilanciamento di questi 3 ambiti
fondamentali.
La redazione del RSA del FORUM consiste dunque nella raccolta, nell’organizzazione ed interpretazione
di dati in gran parte già esistenti e rilevati dai vari enti (ARPAT, Provincia di Livorno, ASL, ASA
SpA, ASIU SpA, Uffici Comunali, Regione Toscana, IRPET) per poi formulare ed evidenziare le
criticità del territorio. Il RSA potrà anche avere la funzione di evidenziare le carenze o le incompletezze
su monitoraggi o rilevamenti di dati al fine di suggerire nuove campagne di misura. Nell’ambito della predisposizione del rapporto sullo stato dell’ambiente il FORUM è il soggetto che stimola i gruppo di lavoro mediante il suggerimento e la discussione dei vari indicatori ambientali da prendere in considerazione. Il rapporto sullo stato dell’ambiente potrà essere un importante
strumento non solo per il Forum ma anche per le amministrazioni locali e dei singoli cittadini
al fine di valutare concretamente le reali condizioni ambientali e di sfruttamento delle risorse
nel territorio.
Gli indicatori ambientali, diversi per ogni A21L, sono un supporto a processi decisionali e
quindi costruiti sul consenso e la condivisione della responsabilità dei vari soggetti aderenti al
Forum. In sostanza gli indicatori ambientali sono importanti non solo come dato a se stante,
ma per l’elaborazione e le correlazioni che possono scaturire da una loro analisi comparata.
tere in luce eventuali criticità, permettendo di definire un quadro preliminare su cui articolare la discussione con i Portatori d’Interesse prevista dal processo di Agenda 21.
Il lavoro ha avuto anche lo scopo di evidenziare la necessità di colmare eventuali lacune, disomogeneità o dispersione delle informazioni necessarie per fornire un quadro organico del contesto in esame, indispensabile per il processo decisionale.
Introduzione
1.3 La metodologia adottata per la Relazione dello Stato dell’Ambiente
Il modello adottato per la redazione della Relazione dello Stato dell’Ambiente è il DPSR. Per ciascuna delle Aree Tematiche viene fornita una breve descrizione basata sugli elementi salienti
del modello DPSR. In generale, vengono evidenziate le cause antropiche primarie (Determinanti)
che danno luogo ai fattori di Pressione responsabili di una determinata condizione ambientale
(Stato) con conseguenti effetti sull’uomo e gli ecosistemi. Sono poi richiamate le principali iniziative, istituzionali e non, per far fronte alle situazioni di degrado e più in generale per salvaguardare l’ambiente (Risposte). Tali elementi in termini aggregati (famiglie di fattori) sono utilizzati per disegnare lo schema DPSR per ciascuna delle tematiche individuate.
La struttura del Modello DPSR di Contabilità Ambientale fa riferimento allo schema DPSIR
frutto di una revisione effettuata in ambito comunitario dall’Eurostat e dalla European Environment Agency elaborato dello schema dell’OCSE di Pressione-Stato-Risposta (PSR). Il modello DPSR si basa sulla seguente serie di relazioni causali:
● le attività antropiche (Driving Forces o Determinanti) operano una pressione ambientale, tale pressione interessa lo stato dell’ambiente, modificandone la qualità e la disponibilità (quantità) delle risorse naturali;
● queste alterazioni dello stato dell’ambiente hanno impatti ambientali negativi sulla salute
umana, gli ecosistemi e le funzioni ambientali;
● in risposta a ciò, la società (imprese, Pubblica Amministrazione e cittadini) interviene per mitigare gli impatti attraverso le risposte (politiche ambientali); in tal senso è opportuno evidenziare
che ci si concentra sulle risposte del settore pubblico, essenzialmente in termini di spesa ambientale.
Questa struttura del modello di base è stata scelta per due motivi:
● separa i momenti della catena causale che porta dalle attività antropiche alle politiche ambientali permettendo sia di valutare le risposte ambientali (puntuali o sistematiche) in relazione
agli impatti dell’economia ed alle loro ripercussioni sullo stato dell’ambiente che di stimare o
misurare la pressione antropica separatamente per ciascun settore economico ed analizzare
il contributo delle diverse componenti dell’economia al degrado ambientale fornendo preziose
indicazioni per le politiche ambientali preventive;
● è coerente con i modelli elaborati dall’OCSE e dalle istituzioni comunitarie che sono ormai
internazionalmente adottati come modelli di riferimento.
Rapporto sullo stato dell’ambiente
14
Determinanti
prevenzione
Pressioni
abbattimento
mitigazione
Stato
ripristino
Risposte
Modello
DPSR
All’inizio di ogni capitolo tematico viene riportato un prospetto schematico ed una valutazione sintetica del tema ambientale preso in considerazione. Il prospetto riporta gli aspetti ambientali esaminati nel testo insieme ad una loro valutazione in termini di disponibilità informativa,
livello di qualità attuale (stock) e tendenza in atto. Le valutazioni sono state effettuate utilizzando i criteri riportati nella Tab. 1. Viene fornita una sintetica valutazione dell’andamento
del fenomeno e del raggiungimento degli obiettivi fissati dalla normativa desumibile dai valori dell’indicatore. Per rappresentare tale valutazione viene utilizzata l’icona di Chernoff.
Dato l’ampio spettro di aspetti da valutare non è stato possibile sviluppare criteri omogenei
di tipo quantitativo, di conseguenza tale scelta ha introdotto un forte elemento di soggettività
nell’ambito delle valutazioni effettuate. Tale soggettività deve essere verificata mediante una
lettura attenta delle evidenze analizzate nel testo.
Tab. 1. Criteri di valutazione dei prospetti schematici.
• Disponibilità dati:
+ Scarsa disponibilità di dati
++ Disponibilità di dati sufficiente per una valutazione poco approfondita
+++ Adeguata disponibilità di dati
Introduzione
• Valutazione dell’indicatore:
☺
condizioni negative (mancato rispetto dei limiti di legge, trend in peggioramento)
condizioni incerte (si è vicini ai valori soglia indicati dalla legge, il trend è variabile)
condizioni positive (rispetto dei limiti di legge, trend in miglioramento)
??
non è possibile dare una valutazione dell’indicatore, non si hanno dati riferiti
ad un adeguato orizzonte temporale per cui non si può stimare il trend
Rapporto sullo stato dell’ambiente
15
Rapporto sullo stato dell’ambiente
16
La Val di Cornia comprende i Comuni di Piombino, Campiglia M.ma, San Vincenzo, Suvereto e
Sassetta. Insieme i 5 Comuni costituiscono l’unità territoriale denominata SEL 16: questa,
per sua definizione, raccoglie Comuni tra loro interdipendenti per relazioni socio-economiche
e funzionali.
La Val di Cornia si estende su una superficie totale di 366 Km2, di cui il 63% circa di area collinare (maggiore di 50 m s.l.m) e il 37% circa di area di pianura, con 65,03 Km di costa.
Il territorio, che si trova all’interno della Maremma Pisana, prende il nome dal Fiume Cornia che
nasce dal monte Aia dei Diavoli (altitudine mt. 875 - Colline Metallifere), scorre per 48 Km nella valle omonima (Provincia di Pisa, Grosseto e Livorno), per sfociare nel Mar Tirreno ad Est del
promontorio di Piombino.
L’ambiente geografico è costituito da una catena di colline talvolta impervie e selvagge, circondata
da boschi, campi coltivati e pascoli, che si raccorda con il mare attraverso un’ampia pianura
alluvionale. Le coste, prevalentemente basse, sono caratterizzate laddove non urbanizzate, da
spiagge sabbiose, aree sub-palustri e pinete.
Da un punto di vista amministrativo, nel 1998, i 5 Comuni hanno dato vita al Circondario della
Val di Cornia. I Circondari sono circoscrizioni amministrative già previste dalla Costituzione
della Repubblica Italiana (art. 129), successivamente disciplinati dalla legge 142/90 e poi dal D.
L.vo 267/2000 (Testo Unico Enti Locali).
Ai sensi della L.R. 77/95, il Circondario è un organismo rappresentativo di secondo grado, nominato dal Consiglio Provinciale, a cui è delegato l’esercizio di funzioni amministrative regionali della Provincia e funzioni associate dei singoli comuni.
Il Circondario della Val di Cornia è stato istituito dal Consiglio Provinciale di Livorno (Delib. n.
846 del 9.10.98), di concerto con Regione Toscana e Comuni interessati.
Nell’ambito del sistema delle autonomie, il Circondario della Val di Cornia si pone come articolazione istituzionale subprovinciale e sovracomunale con le finalità di:
a) favorire e governare il processo di sviluppo locale, ponendo l’area della Val di Cornia in un
più stretto rapporto con il contesto regionale;
b) avvicinare al territorio funzioni di governo finora esercitate a livello provinciale;
c) accrescere ed istituzionalizzare la capacità di coordinamento delle politiche comunali.
Il Circondario è retto da un proprio regolamento ed è dotato di autonomia amministrativa, tecnica e contabile, nonché di poteri organizzativi e regolamentari.
⌧ Fig. 1. Mappe del territorio della Val di Cornia.
Livorno
Sassetta
San Vincenzo
SEL 16 - VAL DI CORNIA
Capraia
17
Suvereto
Campiglia M.ma
Isola d’Elba
Piombino
Pianosa
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Gorgona
Inquadramento territoriale
2
2 Inquadramento territoriale
La popolazione della Val di Cornia è principalmente contenuta nei Comuni di Piombino e Campiglia Marittima, in cui si concentrano le principali attività industriali, e che insieme comprendono
l’82% della popolazione totale. Come densità demografica Piombino risulta essere in linea con
la media provinciale (269 ab/Km2), mentre gli altri Comuni sono sensibilmente al di sotto.
Tab. 2. Distribuzione popolazione residente e densità demografica (fonte: Istat - Censimento della popolazione 2001).
Comuni
Campiglia M.ma
Piombino
San Vincenzo
Sassetta
Suvereto
Val di Cornia
Popolazione 2001
12.540
33.925
6.540
548
2.897
56.450
% rispetto al totale
22,2
60,1
11,6
1,0
5,1
100
Superficie Km2
83,13
130,1
33,13
26,59
92,95
365,90
Densità demografica(2001) Ab/Km2
150,7
261,7
197,8
20,6
31,2
154,6
Inquadramento territoriale
⌧ Fig. 2. Caratteristiche morfologiche della Val di Cornia (da TAV. SA1 Piano strutturale della Val di Cornia-Avvio del procedimento a cura dell’Uff. Urbanistica Circondario, Aprile 2004).
Rapporto sullo stato dell’ambiente
18
3
3 Inquadramento socio-economico del territorio
Tab. 3. Variazione popolazione residente (fonte: Istat - Censimento della popolazione 2001).
Comuni
Campiglia M.ma
Piombino
San Vincenzo
Sassetta
Suvereto
Val di Cornia
1951
1961
1971
1981
1991
2001
8.783
32.482
5.089
1.233
4.086
51.673
9,266
36.102
5.673
873
3.246
55.160
11.350
39.654
7.182
682
3.025
61.893
12.463
39.401
7.558
585
3.173
63.180
12.513
36.774
7.175
553
3.053
60.068
12.540
33.925
6.540
548
2.897
56.450
variaz.
1991-2001
27
-2.849
-635
-5
-156
-3.618
variaz. %
1991-2001
0,2
-7,7
-8,9
-0,9
-5,1
-6,0
La Val di Cornia si caratterizza per una struttura demografica vecchia che ha raggiunto il punto di massimo squilibrio. Nel 2001 ha registrato un indice di vecchiaia pari a 244,95% e secondo
le previsioni dell’Irpet nel prossimo decennio le leve giovanili si dimezzeranno. La fascia intermedia,
dai 35 ai 59 anni, sarà, in assoluto, nel 2011, quella più alta. Caleranno bruscamente i giovani di età compresa fra i 20 ed i 34 anni.
In particolare si può notare nella Tab. 4, come l’indice di vecchiaia dei Comuni di Piombino,
San Vincenzo e Suvereto siano sensibilmente superiori al valore provinciale.
Tab. 4. Indice di vecchiaia (fonte: dati Istat - 14° censimento Generale della Popolazione e delle Abitazioni 2001).
Comuni
Campiglia M.ma
Piombino
San Vincenzo
Sassetta
Suvereto
Val di Cornia
Provincia di Livorno
Indice di vecchiaia*
200,22
258,95
268,53
215,87
253,05
244,95
206,35
Numero anziani per bambino
4,97
6,31
6,86
6,48
6,03
—5,25
* Indice di vecchiaia: rapporto percentuale avente a numeratore la popolazione di 65 anni e più e a denominatore quella di 0-14 anni.
19
Rapporto sullo stato dell’ambiente
3.1 Il contesto sociale
La popolazione della Val di Cornia ha registrato un costante incremento dal 1951 al 1981, per
poi subire un calo, registrato anche nell’ultimo censimento del 2001.
Complessivamente, in base ai censimenti, l’aumento verificatosi nell’arco dei quaranta anni è
stato del 16,2%, superiore alla media regionale, ma inferiore a quella provinciale del +19,3%.
La crescita demografica si registra in particolare Campiglia Marittima (+42,5%) e San Vincenzo (+41,0%), mentre a Piombino è più contenuta (+13,2%) e con una diminuzione che interessa gli ultimi due decenni. I Comuni dell’interno hanno subito una forte perdita di residenti, specie Sassetta che dal 1951 al 2001 ha visto più che dimezzata la propria popolazione.
Nell’ultimo decennio di rilevamento Istat, dal 1991 al 2001, la Val di Cornia ha visto ridursi il numero degli abitanti di circa il 6%, prevalentemente nei Comuni di Piombino e San Vincenzo, come evidenziato nella Tab. 3.
Inquadramento socio-economico del territorio
La Val di Cornia rappresenta una realtà in cui lo sviluppo economico, trainato dalle industrie
pesanti, ha avuto un processo differente rispetto al resto della Toscana.
Due fattori identificano principalmente la struttura industriale della Val di Cornia, e più in generale quella della Provincia di Livorno: la produzione di beni intermedi e la grande dimensione delle aziende; questi elementi hanno differenziato l’economia dell’area dal modello produttivo
di economia diffusa affermatosi nella parte centrale della Toscana durante gli anni ‘70, basato sull’industria leggera (settore tessile, abbigliamento, cuoio, legno e mobile) e su imprese di
piccole dimensioni, creando dei veri e propri “distretti produttivi”.
Le piccole e medie imprese, quando presenti, sono strettamente legate alla grande industria,
di cui costituiscono l’indotto. A partire dagli anni ottanta l’economia della grande industria ha
subito una fase di drastica e profonda deindustrializzazione, che ha generato ripercussioni fortemente negative anche in termini occupazionali ed ha connotato il territorio, in generale di
tutta la Provincia, anche a livello di politiche comunitarie in base alle quali la Provincia di Livorno è interamente inclusa nelle “aree a declino industriale”.
L’industria siderurgica continua a detenere un peso non indifferente in seno al quadro economico
locale.
Inquadramento socio-economico del territorio
L’invecchiamento progressivo della popolazione, il mancato ricambio tra la fascia di età che cessa di essere in condizione attiva e quella che sta per entrarvi sono senz’altro fenomeni che influenzano il sistema economico di un territorio.
Il SEL della Val di Cornia rientra nei cosiddetti “SEL anziani” della Regione Toscana, ed in particolare in quel gruppo costituito dalle aree di Livorno, Pisa e Grosseto, caratterizzate dalla minore dipendenza demografica relativa, grazie alla minore incidenza sia della popolazione giovane che di quella anziana.
Si tratta di sistemi che, attratta la popolazione nel periodo di espansione della grande impresa sulla costa toscana (anni 30 e 40), hanno vissuto poi nella fase di deindustrializzazione (anni 70 e anni 80) una minore emigrazione grazie allo sviluppo di attività terziarie. Si tratta quindi di quelle aree che, pur all’interno della difficile situazione occupazionale della costa, presentano
almeno da punto di vista demografico, le maggiori risorse lavorative.
Il periodo 1951-1991 è stato anche il periodo di grandi trasformazioni nelle strutture familiari. La dimensione delle famiglie passa da una media di 4 componenti ad una di 2,8 componenti
nel 1991, per scendere ulteriormente a 2,36 nell’ultimo censimento del 2001.
Dai dati dell’ultimo censimento Istat del 2001, il numero complessivo di famiglie della Val di Cornia è pari a 23.818, che rappresentano il 17,8 % del totale della Provincia di Livorno; il peso maggiore è dato dal Comune di Piombino (61,3%), mentre Sassetta rappresenta solo l’1,1%. Il numero medio di componenti per famiglia (2,36) è leggermente inferiore alla media provinciale (2,42),
con un minino rappresentato da Sassetta (2,16) e un massimo da Campiglia Marittima (2,51).
Tab. 5. Numero famiglie, numero medio componenti per famiglia e percentuale di coppie con figli
(fonte: dati Istat - 14° censimento Generale della Popolazione e delle Abitazioni 2001).
Comune
n° famiglie
Campiglia M.ma
Piombino
San Vincenzo
Sassetta
Suvereto
Val di Cornia
Provincia di Livorno
4.971
14.611
2.761
253
1.222
23.818
133.730
% coppie con figli
50,43
47,82
47,7
49,33
49,15
—50,92
La percentuale di coppie con figli (48,89%) è lievemente inferiore alla media provinciale (50,92%);
solo nel Comune di Campiglia si registra un’incidenza percentuale di coppie superiore al 50%.
La popolazione straniera residente in Val di Cornia risulta essere di 813 unità e rappresenta l’1,44%
dell’intera popolazione, valore leggermente inferiore a quello provinciale. In Val di Cornia la comunità più numerosa è quella proveniente dal Marocco, seguita dall’Albania, dalla Svizzera, dalla Germania, dalla Macedonia e dal Senegal.
Solo il Comune di Sassetta registra una presenza sensibile di stranieri, che raggiungono il
16,24% del totale della popolazione residente. L’elevato valore della percentuale si deve al basso numero di abitanti del Comune di Sassetta (548 nel 2001): infatti, in termini assoluti, è il Comune della Val di Cornia in cui è minore il numero della popolazione straniera residente.
20
Rapporto sullo stato dell’ambiente
n° medio componenti
per famiglia
2,51
2,32
2,37
2,16
2,36
2,37
2,42
Tab. 6. Popolazione straniera residente e numero di stranieri per 100 residenti
(fonte: dati Istat - 14° Censimento Generale della Popolazione e delle Abitazioni 2001).
Comuni
Campiglia M.ma
Piombino
San Vincenzo
Sassetta
Suvereto
Val di Cornia
Provincia di Livorno
Popolazione straniera residente
208
324
101
89
91
813
5.945
Stranieri per 100 residenti
1,66
0,96
1,54
16,24
3,14
1,44
1,82
La presenza sul territorio di un cospicuo numero di strutture ed associazioni culturali dà un’indicazione della “vivacità culturale” della Val di Cornia. Si evidenzia in particolare una forte
tendenza all’associazionismo ed al volontariato che denota un’importante predisposizione alla socializzazione da parte dell’intera comunità.
Tab. 7. Presenza di strutture culturali in Val di Cornia (fonte: dati comunali).
Tipologia struttura
Musei
Biblioteche
Teatri
Associazioni culturali locali
numero
9
5
2
294
Tab. 8. Servizi effettuati negli ultimi 5 anni dalla San Vincenzo de Paoli (fonte: Piombino Oggi n°1/2004).
Attività
Pasti distribuiti
Pacchi viveri consegnati
Pacchi viveri a detenuti
Indumenti distribuiti
Indumenti distribuiti a detenuti
Pernottamenti
Servizio doccia
Visite a detenuti
Colloqui con detenuti
Gestione automezzi (Km all’anno)
2003
24.045
3.460
251
18.695
1.378
6.154
6.807
226
962
30.253
2002
29.200
3.400
47
18.140
1.178
3.096
4.779
233
688
n.r.
2001
24.845
2.045
n.r.
13.855
n.r.
2.741
500
186
515
n.r.
2000
19.950
1.140
n.r.
6.380
n.r.
2.143
1.585
108
173
n.r.
1999
21.119
1.025
n.r.
5.069
n.r.
1.504
n.r.
n.r.
n.r.
n.r.
3.1.1 Lo stato di salute
La salute umana è uno stato di benessere fisico, psichico e sociale risultante da una molteplicità
di fattori tra i quali si possono annoverare la predisposizione genetica, lo stile di vita, lo stato economico e sociale, la possibilità di accesso ai servizi sanitari ed infine l’ambiente di vita e di lavoro.
Sebbene la predisposizione genetica sia un importante fattore di rischio per molte malattie non
va trascurata la valutazione del contributo dei fattori ambientali e comportamentali. Infatti, per
poter mantenere un accettabile livello di salute è necessario disporre in modo continuativo di
buone risorse ambientali come la qualità dell’aria, dell’acqua, del cibo e delle abitazioni.
Le informazioni su questo argomento ad oggi disponibili per il territorio della Val di Cornia so-
21
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Attività della Società di San Vincenzo De Paoli
Dal consuntivo della propria attività si profilano interessanti informazioni sui cambiamenti e
i problemi della società locale. Nel 2003 si è assistito ad un’inversione di tendenza, che ha fatto registrare un’apprezzabile riduzione di presenze. Il fenomeno è messo in relazione al calo
degli stranieri nel nostro comprensorio (soprattutto dall’Est) e al fatto che molti hanno trovato
un’occupazione. Ma novità ci sono anche nella provenienza degli ospiti: le presenze italiane
hanno decisamente superato quelle straniere (13.871 contro 10.174). Come si legge nella relazione allegata al bilancio 2003, sono in aumento le richieste di aiuto da parte di giovani
donne e madri, sia italiane che straniere, sfrattati ed extracomunitari in cerca di primo alloggio, persone sole, malate o con disagi psichici allontanate dalle famiglie, ex carcerati, disoccupati. Alcuni cercano aiuto per pagarsi il ritorno in patria, altri pur avendo lavoro non ce la fanno comunque ad acquistare medicinali, pagare bollette e affitti. Tante le richieste di pacchi viveri e indumenti da parte di famiglie monoreddito, operai, anziani, cassintegrati. Numerose sono le persone che, avendo contratto debiti, non riescono più a restituire i prestiti alle banche
e sono costrette a chiedere aiuti per la spesa o per i bambini che devono andare a scuola. C’è
anche chi, avendo dovuto cessare la propria attività e trovandosi pieno di debiti, senza lavoro, spesso cade in uno stato di profonda depressione. Nel corso del 2003, il Centro ha accolto 1.400 utenti (630 uomini e 770 donne), di età compresa tra zero e ottantacinque anni. Il problema maggiore è quello del pernottamento, non solo per il fatto di essere il più richiesto, ma
soprattutto perché il più difficile per poter rispondere a tutte le richieste, ma comunque un passo avanti verso l’abolizione dei pernottamenti per strada, almeno per il periodo invernale.
Inquadramento socio-economico del territorio
In Val di Cornia è attiva un’importante organizzazione cattolica internazionale di laici, la Società
di San Vincenzo De Paoli, che svolge un’intensa attività a sostegno di chiunque abbia bisogno di
aiuto. L’organizzazione, che collabora con le istituzioni, gli enti e molte altre associazioni, riesce ad offrire importanti servizi nell’ambito sociale. L’attività di questa associazione è un interessante
indicatore sull’evoluzione del contesto sociale del territorio.
no assai limitate e conferiscono solo una caratterizzazione dello stato di salute in termini di mortalità generale e per causa senza alcuna correlazione con l’attuale o pregresso stato di qualità
delle risorse ambientali diffuse nel territorio.
Nell’impossibilità di descrivere le correlazioni tra qualità ambientale e salute della popolazione si è ritenuto importante inserire nel presente lavoro alcuni dati relativi allo stato di salute
seppure non correlabili tra loro in quanto i parametri utilizzati sono diversi così come gli intervalli
di tempo considerati. Eventuali correlazioni potranno essere fatte per lo stesso parametro con
altre località della Provincia o della Regione.
Nella Tab. 9 sono elencate le principali cause di morte per i residenti in Val di Cornia, confrontati con quelli regionali. La mortalità è dovuta principalmente a malattie dell’apparato circolatorio, sia per i maschi che per le femmine.
Tab. 9. Mortalità per grandi cause in Val di Cornia (fonte: ASL 6, anno 2001).
Inquadramento socio-economico del territorio
Causa di morte
Rapporto sullo stato dell’ambiente
22
Cause accidentali
Condizioni morbose perinatali
Disturbi psichici
Malattie apparato circolatorio
Malattie apparato digerente
Malattie app. genito-urinario
Malattie apparato respiratorio
Malattie Endocrine, metaboliche, immunitarie
Malattie infettive
Malattie osteomuscolari e connettivo
Malattie pelle e sottocutaneo
Malattie sangue e organi emopoietici
Malattie sistema nervoso
Malformazioni congenite
Stati morbosi mal definiti
Tumori
Tumori trachea, bronchi, polmoni
Tutte le cause
Tasso Val di Cornia
femmine
maschi
17,59
56,22
8,68
8,08
4,82
6,72
179,94
245,3
26,26
32,72
8,91
6,62
13,40
45,72
10,18
23,15
10,13
4,70
5,80
3,08
0,96
0
1,86
1,83
16,99
23,57
3,25
0
4,23
1,87
115,68
231,66
6,92
49,28
428,68
691,26
Tasso regionale
femmine
maschi
16,9
46,2
3,0
2,3
8,7
10,0
164,7
255,3
16,1
28,1
5,0
7,9
17,6
48,5
15,4
20,8
1,9
3,1
3,6
2,3
0,3
0,2
1,6
2,6
13,9
16,3
2,4
3,2
4,2
5,0
128,7
247,3
12,0
65,2
405,4
701,7
È noto che le malattie presentano una distribuzione spaziale che si presume in relazione a quella dei loro fattori di rischio, che non sono distribuiti uniformemente sul territorio. Oltre a veri
e propri fattori ambientali, anche fattori sociali, fattori genetici e fattori legati alla disponibilità dei servizi sanitari e al loro accesso hanno una distribuzione spaziale tale da influenzare l’intensità con cui in una popolazione una malattia si manifesta e conduce a morte. Le variazioni geografiche del rischio possono essere descritte attraverso mappe geografiche ottenute a
partire da indicatori di morbosità e mortalità, quali ad esempio tassi e rapporti standardizzati. Si possono così formulare o rafforzare nuove ipotesi etiologiche su base geografica, che comunque necessitano sempre di essere verificate con studi più approfonditi di tipo analitico.
Recentemente si sono sviluppate tecniche di analisi dati molto sofisticate che consentono di
analizzare la mortalità e morbosità per piccole aree, quali ad esempio quelle comunali, consentendo di smorzare gli effetti dovuti alla variabilità delle dimensioni del fenomeno e delle popolazioni esaminate. Una di queste tecniche di analisi è qui di seguito utilizzata: si tratta del
calcolo degli stimatori Bayesiani empirici (EBMR) che consente di correggere gli SMR (Rapporti
Standardizzati di Mortalità) verso la media totale. La correzione che apportano gli EBMR è piccola per quelle aree dove la numerosità della casistica e della popolazione è grande, mentre
la correzione verso la media complessiva è grande per quelle aree che presentano poca popolazione,
e dove quindi i valori estremi potrebbero essere basati solo su piccoli numeri.
Le aree considerate sono definite in base a criteri di tipo amministrativo, e sono rappresentate
dalle aree relative ai 287 Comuni toscani. Sono stati utilizzati i dati di mortalità del RMR per gli
anni 1987-99, disaggregati per comune, sesso, e, per alcune cause, anche per periodo.
Il lavoro che di seguito presentiamo è stato ricavato del sito web ufficiale della Regione Toscana
ed il software utilizzato è basato sulla metodica di Clayton e Kaldor (1987) ed è stato fornito
dal Prof. Biggeri del Dipartimento di Statistica dell’Università di Firenze.
Le mappe sono state costruite riportando i valori di EBMR suddivisi in sei intervalli fissi per tutte
le cause di morte analizzate: ≤ 79; 80-89; 90-99; 100-109; 110-119; ≥ 120. Per alcune cause, nu-
mericamente rilevanti per effettuare l’analisi, è stato scelto di mostrare mappe per sesso relative
a due periodi (1987-92 e 1993-99), ma solo nel caso in cui la distribuzione spaziale degli EBMR fosse risultata diversa nei due periodi considerati. Nella lettura delle mappe è da tenere presente che
fattori legati al sistema di rilevazione delle cause di morte potrebbero confondere la variazione geografica osservata. Tra questi fattori vi è ad esempio l’eventuale diversa qualità nella certificazione
di morte nelle varie aree. Altri fattori, quali una diversa codifica e registrazione delle cause di morte, si reputa non abbiano alcuna influenza essendo il sistema toscano centralizzato.
Nelle Tab. 10 e Tab. 12 si riportano i risultati dello studio condotto per quanto attiene i cinque comuni della Val di Cornia. Per semplicità nelle tabelle si riportano solo i valori superiori
alla media regionale (uguale a 100) e, si è dato il valore (1) per valori di EBMR >119, (2) per valori di EBMR tra 119 e 110 e (3) per valori tra 109 e 100.
Tab. 10. Mortalità per grandi cause in Val di Cornia 1987-99; mappe EBMR disaggregate per comune
(fonte: Regione Toscana, 2003).
Femmine
P (1), CM, SV, SU, SA (3)
P, CM (3)
P (1), SA (2), CM (3)
P (3)
SU (1), CM (2)
SU (1), CM, SV, SA (2),
CM, SU (3)
SU (3)
CM (1), SV (2), P (3)
P, CM, SV (1)
P, CM (2), SA (3)
CM (2), P (3)
Tab. 11. Mortalità per grandi cause in Val di Cornia 1987-92 e 1993-1999; mappe EBMR disaggregate per comune
(fonte: Regione Toscana, 2003).
Cause di morte
1987-1992
Maschi
CM (2), P, SV,
SU, SA (3)
SU, SA (2)
P (2), CM, SV (3)
Tutte le cause
Tumori allo stomaco
Tumore dell’intestino
Tumore al polmone
Tumore alla mammella
Diabete
Disturbi psichici
Cardiopatia ischemica
P (1), SV (3)
Infarto miocardio acuto
SV, SU, (3)
Cause violente
CM, SV (2), SA (3)
1993-1999
Femmine
CM, SU (1), SA (2),
P, SV (3)
P, CM (3)
SV (2), P,
SU, SA (3)
CM (3)
P (2)
CM, SU (2)
Maschi
CM, P, SV,
SU, SA (3)
Femmine
CM (2), SV,
SU, SA (3)
P, SV (3)
P (3)
P (2)
CM (3)
SV, SU (3)
CM, SA (2),
SU, CM,
P (3)
SV (1), P (3)
CM (1), P (2),
SU (3), SV (2)
SU, SA, SV (3)
CM (1), SA (2), SU (3)
SU (3)
Legenda: CM = Campiglia M.ma; P = Piombino; SV = San Vincenzo; SA = Sassetta; SU = Suvereto
I dati ricavati dalla Tab. 12 hanno acceso la discussione tra gli stakeholders all’interno del forum A21L, evidenziando la necessità di approfondire se vi sia una oggettiva correlazione tra l’alta mortalità per tumore polmonare e la rilevante presenza industriale nel Comune di Piombino.
A tal proposito si riportano di seguito due studi condotti dalla ASL 6 in tempi diversi.
Il primo, del 30 Novembre 1998 e denominato “Analisi Epidemiologica sulla mortalità per Carcinoma
Polmonare: confronto tra la popolazione piombinese e quella dei paesi limitrofi” a firma del Dott. Alessandro Barbieri della ASL 6 Zona Val di Cornia mette in evidenza i dati di mortalità per carcinoma
polmonare disaggregati per comune dal 1988 al 1993.
Inquadramento socio-economico del territorio
Maschi
CM, P (3)
SV (2), CM, P (3)
P, SV (3)
P, CM, SV (3)
SV (1), CM, SU (3)
SU (2), CM, P (3)
CM, SU, SA (3)
SU (1), CM (2)
CM (1), P (2), SU, SA (3)
CM (1), SA (2), SU (3)
CM, SU (1), P (2), SV (3)
CM, SV (1), P (2), SU, SA (3)
P, SA (3)
CM, SV, SU (1), SA (2)
SV (1), P, CM, SA (3)
23
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Cause di morte
Malattie infettive
Tutti i tumori
Tumore alla pleura
Tumore alla vescica
AIDS
Malattie del sistema nervoso
Malattie del sistema circolatorio
Malattie cerebrovascolari
Malattia dell’apparato respiratorio
Bronchiti, enfisema, asma
Malattie dell’apparato digerente
Cirrosi epatica
Malattie dell’apparato gentrourinario
Incidenti stradali
Suicidi
Tab. 12. Numero di decessi per carcinoma polmonare 1988-93 (fonte: ASL 6, 1998).
Anno
1988
1989
1990
1991
1992
1993
Piombino
29
31
30
41
28
26
San Vincenzo
5
10
4
0
3
4
Campiglia M.ma
8
9
10
2
5
7
Suvereto
1
2
2
0
1
2
Sassetta
0
0
1
0
1
0
Considerando la popolazione dei comuni di Campiglia M., San Vincenzo, Suvereto e Sassetta come facenti parti di un medesimo campione quale somma della numerosità dei residenti
lo stesso studio riporta i tassi grezzi, ossia il rapporto tra il numero totale dei deceduti per la
causa considerata e la numerosità della popolazione residente nell’area in esame nel periodo
di studio. Da tale confronto si evidenziano tassi di mortalità più alti tra gli abitanti di Piombino rispetto alla somma degli altri 4 Comuni della Val di Cornia.
Inquadramento socio-economico del territorio
Tab. 13. Numero di decessi per carcinoma polmonare 1988-93, tassi grezzi (fonte: ASL 6, 1998).
Rapporto sullo stato dell’ambiente
24
Anno
1998
1989
1990
1992
1993
Piombino
76,4
82,2
80,1
75,8
72,8
Somma dei Comuni
55,88
93,3
67,6
38,52
59,67
Il parametro del Tasso grezzo è però influenzato dalla disomogeneità dei gruppi di popolazione considerata (età, attività lavorativa ecc.) quindi non è molto idoneo per paragoni con altre
località. Pertanto il lavoro sopraccitato ha elaborato i dati mediante la ricerca dei Tassi Specifici di mortalità ed i Tassi Standardizzati. I primi rappresentano il rapporto tra il numero dei
deceduti per una determinata causa in ciascuna classe d’età e la numerosità della popolazione nella stessa classe di età, i secondi invece rappresentano il calcolo del numero dei casi che
si verificherebbero in una popolazione ideale (quella standard) se i tassi fossero quelli delle popolazioni in studio.
Tab. 14. Numero di decessi per carcinoma polmonare 1992-93, tassi specifici (fonte: ASL 6, 1998).
Anno
1992
1993
Piombino
45-64 anni
56,20
65,60
>65 anni
262,70
226,80
Somma dei Comuni
45-64 anni
>65 anni
59,50
122,10
29,70
223,80
Tab. 15. Numero di decessi per carcinoma polmonare 1992-93, tassi standardizzati (fonte: ASL 6, 1998).
Anno
1992
1993
Piombino
45-64 anni
14,05
16,40
>65 anni
28,90
24,94
Somma dei Comuni
45-64 anni
>65 anni
14,87
13,43
7,42
24,61
Il lavoro a firma del Dott. Barbieri nelle conclusioni afferma che confrontando i dati delle tabelle 14 e 15 si denota una maggiore attesa di mortalità per gli abitanti di Piombino rispetto
al totale degli abitanti degli altri comuni considerati. Tuttavia, seppure il metodo utilizzato di
confronto non è totalmente corretto, rimane aperto il problema che questi dati, anche se
non esatti, possono essere indicativi di una differenza nella mortalità per tumore polmonare
a Piombino rispetto ai comuni limitrofi, differenza che richiederebbe uno studio ad hoc.
Il secondo studio rappresenta una analisi epidemiologica sui tumori polmonari relativamente alla città di Piombino commissionato dalla Provincia di Livorno e condotto in collaborazione
dall’azienda U.S.L. n° 6 di Livorno e dal Centro per lo Studio e la Prevenzione Oncologica (CSPO).
Lo studio è stato condotto considerando i decessi per carcinoma polmonare nel periodo
1986-2000 in soggetti di sesso maschile residenti a Piombino e per ognuno di essi è stata ricostruita la storia residenziale presso l’Ufficio Anagrafe del Comune, cercando di stabilire un
Tab. 16. Popolazione di 15 anni e oltre per condizione, tassi di attività, occupazione e disoccupazione (2000).
Territorio
Val di Cornia
Toscana
Forze lavoro
occupati persone in cerca totale
di occupazione
22.000
2.000
24.000
Non forze
di lavoro
Tasso
di attività
Tasso
di occupazione
Tasso
di disoccupazione
28.000
46,6
46,9
49,0
43,4
44,3
46,0
6,7*
5,5**
6,1**
(*) stime Istat con correzioni effettuate da Irpet; (**) dati ricavati da “Toscana in cifre 2002”.
Per quanto riguarda l’occupazione, sono aumentati i legami occupazionali con le aree esterne. Le assunzioni di personale esterno alla Val di Cornia sono passate dal 13,3% del 1977 al 18,1%
del 2000. Di contro sono calate progressivamente le assunzioni di personale che si trova all’interno
del SEL: sono passate dal 72,2% del 1997 al 67,3% del 2000.
Risultano variabili le assunzioni verso l’esterno anche se la media si mantiene stabile. Ci sono bassi tassi di occupazione sia maschile che femminile rispetto alla Toscana in generale. Il
tasso femminile del 2000 era il 42,7%, contro il 48,5% della Toscana ed il 44,2% della Provincia di Livorno, e passerà al 46,4% nel 2011, ma sarà ancora più basso rispetto alla Toscana (50,1%)
e alla Provincia di Livorno (47,2%). Nel 2000 il tasso di occupazione maschile era il 64,5%
(contro il 67,2% della Provincia e ben il 71,1% della Toscana) e nel 2011 arriverà soltanto al 65%,
con un aumento minimo. Si può dire però che le donne sono in ripresa sul fronte dell’occupazione, almeno secondo le previsioni. Per quanto riguarda la tipologia del lavoro c’è stata una vera e propria esplosione del lavoro a tempo determinato.
Ecco i dati: i lavoratori a tempo determinato nel 1994 erano il 48% e nel 2000 sono saliti al 69,5%;
i contratti part-time erano nel 1994 14,3% e sono saliti, nel corso del 2000, al 15,4%. Gli assunti a tempo indeterminato erano nel 1994 il 21,3% e nel 2000 invece sono scesi al 20%. I punti di forza del mercato del lavoro sono l’esperienza professionale ed il sistema scolastico e formativo. I suoi punti di debolezza sono la scarsa intraprendenza ed il poco soddisfacente incontro
tra domanda ed offerta di lavoro. Una curiosità: la popolazione con istruzione superiore e universitaria è in aumento. Nel 2001 era pari al 27,6%, nel 2011 salirà invece, secondo l’IRPET,
al 33,5%. Ci sarà insomma una presenza significativa di risorse umane qualificate.
25
Rapporto sullo stato dell’ambiente
3.1.2 La forza lavoro
Di seguito ( Tab. 17) viene rappresentata una tavola relativa alle stime Istat della forza lavoro riferite agli ultimi dati disponibili dell’anno 2000, con correzioni necessarie per i SEL di minore dimensione demografica, effettuate dall’Irpet. Si riportano inoltre i dati ricavati da “Toscana in cifre 2002” edito dalla Regione dove si riportano gli stessi indicatori per il SEL Val di
Cornia e della media Toscana.
Inquadramento socio-economico del territorio
criterio “geografico” dei decessi. Contestualmente è stata effettuata anche un’analisi delle abitudini e dell’attività lavorativa dei deceduti (in particolare è stata verificata la loro attività lavorativa e la loro condizione di “fumatori”).
I risultati di tale studio sono stati resi noti nel novembre 2004 e concludono che, nell’analisi
dei fattori che entrano in gioco nel determinare il tumore polmonare, non possa essere stabilito
con certezza un reale effetto svolto dall’inquinamento ambientale prodotto dall’area industriale.
Da un punto di vista prettamente “geografico” si evidenzia infatti una eccedenza di mortalità
statisticamente significativa per i residenti in una circonferenza di raggio di 700 metri avente
come centro l’impianto di cokeria, con una significatività statistica che decresce sensibilmente per i residenti in un raggio di 1400 metri, mentre non si può parlare di eccedenze oltre
tale distanza. Tuttavia, i casi considerati nelle zone più significative , risultavano essere per il
97% fumatori e il 70% aveva svolto attività lavorative a rischio.
In ogni caso è quanto meno auspicabile che nel breve periodo vengano realizzati ulteriori studi, ancor più dettagliati e approfonditi in modo tale da dare una risposta esauriente che possa fugare ogni dubbio sulla eventuale esistenza di un grave problema di sanità pubblica.
Tab. 17. Popolazione iscritta al Centro per l’impiego del Circondario della Val di Cornia.
Inquadramento socio-economico del territorio
Iscritti al Centro per l’impiego della Val di Cornia al 31.12.2003
Donne
Uomini
Totale
Iscritti al Centro per l’impiego della Val di Cornia al 30.06.2004
Donne
Uomini
Totale
Avviamenti 2003
Avviamenti primo semestre 2004
1.546
624
2.170
1.970
872
2.842
10.235
5.904
3.2 Le attività produttive
Le attività economiche della Val di Cornia risultano abbastanza sviluppate, soprattutto nei
Comuni di Campiglia e Piombino, dove sono presenti il maggior numero di industrie.
Esistono zone in cui si ha una particolare concentrazione di industrie e piccole e medie imprese,
quali il polo siderurgico a Piombino che dalla città raggiunge la centrale Enel di Torre del Sale, la
località di Campo alla Croce a Venturina, la quale è ancora in fase di ampliamento, la località La Monaca a Venturina, e tutta la zona artigianale di Montegemoli nel Comune di Piombino. San Vincenzo,
invece, essendo principalmente una località turistica, basa le sue attività economiche sul commercio.
Tab. 18. Imprese, istituzioni, unità locali e addetti in Val di Cornia (fonte: Istat - 8° Censimento Industria e Servizi, 2001).
Comuni
Imprese
totale
Campiglia M.ma
Piombino
San Vincenzo
Sassetta
Suvereto
Val di Cornia
830
2.058
567
33
197
3.685
di cui
artigiane
260
499
162
7
66
994
Istituzioni
58
163
40
4
26
291
Unità Locali
delle imprese
totale
di cui artigiane
delle istituzioni
n.
addetti
n.
addetti
n.
addetti
925
3.064
269
775
88
462
2.297 11.905
529
1.287
233
2.192
621
1.579
173
427
51
217
35
82
7
13
8
65
223
506
69
165
34
60
4.101 17.136 1.047 2.667
414
2.996
addetti
totale
ogni 100
n.
addetti abitanti
1.013 3.526 28,1
2.530 14.097 41,6
672
1.796 27,5
43
147
26,8
257
566
19,5
4.515 20.132 35,7
⌧ Fig. 3. Numero unità locali e addetti, 2001 (fonte: Istat - 8° Censimento Generale dell’Industria e dei Servizi).
Rapporto sullo stato dell’ambiente
26
Piombino e Campiglia M.ma, oltre ad avere il maggior numero di imprese, hanno anche il rapporto addetti/imprese più alto, cioè hanno industrie più grandi.
Tab. 19. Rapporto addetti/numero U.L., 2001
(fonte: Elaborazione dati Istat - 8° Censimento Generale dell’Industria e dei Servizi).
Comuni
Campiglia M.ma
Piombino
San Vincenzo
Sassetta
Suvereto
industria
addetti/n.
5,30
12,31
3,14
4,25
3,15
UNITÀ LOCALI
delle imprese
commercio
addetti/n.
2,49
3,16
2,26
1,22
1,89
delle istituzioni
altri servizi
addetti/n.
2,75
3,56
2,44
1,43
1,79
addetti/n.
5,25
9,41
4,25
8,13
1,76
Più del 70% degli addetti, lavora nel solo Comune di Piombino. Questo dato spiega il motivo
per cui il 60,34% del reddito complessivo disponibile nel 2000 in tutta la Val di Cornia sia concentrato nel Comune di Piombino.
Nella Tab. 22 si riportano i redditi disponibili per ogni comune della Val di Cornia ed il valore di reddito disponibile per abitante. Quest’ultimo dato, riferito all’anno 2000, evidenzia un
valore procapite inferiore alla media regionale e nazionale.
Tab. 20. Reddito disponibile e Pil della Val di Cornia (fonte: Regione Toscana e Irpet).
Territorio
Val di Cornia
Toscana
Italia
Reddito disponibile al 2000 (€)
14.153,00
15.724,00
16.001,16
Territorio
Val di Cornia
Pil al 2002 (milioni di €)
1590,20
Le tipologie di attività che vengono svolte nella Val di Cornia si differenziano a seconda della
zona.
L’attività industriale di maggior rilievo a Piombino è la siderurgia grazie alla presenza di tre grandi industrie (La Magona d’Italia, Dalmine e Lucchini) e tutta una serie di imprese ad esse collegate, con cui vanno a costituire un importante polo siderurgico. Collegato all’attività di tali
industrie è il porto, che comunque in futuro dovrebbe superare la funzione di servizio all’industria
siderurgica per assumere una sua valenza economica, produrre servizi ed occupazione. Inoltre, sempre nel Comune di Piombino lungo la costa che giunge a Follonica è presente una grossa centrale termoelettrica dell’ENEL in località Torre del Sale. Si ha pertanto che più del 50%
dei lavoratori di Piombino è occupata nelle attività sopraelencate. Altra grossa industria presente nella zona limitrofa alle industrie siderurgiche è la SOL, in cui viene prodotto ossigeno
liquido e altri gas tecnici. A Piombino è presente, inoltre, l’unico ospedale della Val di Cornia
e nella zona periferica presso la località di Riotorto è collocato il centro di smistamento della
Coop per Toscana e Umbria. Le piccole imprese di carattere sostanzialmente artigianale sono
concentrate nella zona di Montegemoli. Oltre a queste attività industriali Piombino ha una discreta occupazione anche nel campo del turismo.
A Campiglia Marittima le attività più importanti sono quelle legate alle attività estrattive (in
particolare calcare), che presentano un considerevole valore economico ed occupazionale
(SALES Sas, Cave di Campiglia SpA, Calce Dolomia SpA., Maffei SpA). A Venturina hanno assunto un certo rilievo l’industria alimentare (PAV), nonché la produzione di materiali da costruzione
e la lavorazione di materie plastiche (B-Pack.Due, Venplast). Sempre a Venturina è presente Cigri (oggi ASA SpA), la società che gestisce la distribuzione dell’acqua in tutta la Val di Cornia.
Importante ambito dell’economia di questo comune deriva dal comparto agricolo, che risulta molto sviluppato.
San Vincenzo è un centro principalmente turistico, pertanto le attività sono di tipo commerciale
oppure riguardano ristoranti ed alberghi. In questo Comune, infatti, più del 50% degli addetti
svolgono un’attività legata al turismo. Altra attività è quella di estrazione di calcare legata all’industria di Rosignano Solvay. Esiste, inoltre, a San Vincenzo una zona industriale dove sono presenti però piccole imprese a carattere artigianale.
Suvereto ha attività legate alla produzione agricola di qualità (vino ed olio) ed al campo alimentare. Sono presenti anche attività di cava inerenti l’estrazione di pietre ornamentali, diverse
rispetto a quelle citate in precedenza presenti a Campiglia Marittima e San Vincenzo. Sempre
più importante assume per Suvereto l’agriturismo ed il turismo legato alla gastronomia.
Inquadramento socio-economico del territorio
Reddito disponibile al 2000 (milioni di €)
183,78
510,96
102,80
7,40
41,79
846,73
27
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Comune
Campiglia M.ma
Piombino
San Vincenzo
Sassetta
Suvereto
Val di Cornia
3.3 Il turismo
Inquadramento socio-economico del territorio
Nelle zone della Val di Cornia, ed in generale della Provincia di Livorno, in cui la grande industria
ha lasciato liberi tratti di costa, si è sviluppato un turismo estivo molto intenso, che si è trasformato in una vera e propria attività produttiva di notevole importanza. Si tratta di un fenomeno che
ha contribuito a determinare forti modifiche alla morfologia della costa, generando un carico umano molto alto e contribuendo ad esasperare alcune problematiche e pressioni ambientali.
Lo sviluppo del mercato turistico ha modificato i rapporti territoriali, le componenti del mercato balneare sulla costa e rurale nell’entroterra, incidendo nel consumo delle risorse locali e
creando competizione con i residenti.
Per il territorio della Val di Cornia, il periodo estivo comporta un aumento considerevole della popolazione presente, con 200.000 arrivi l’anno per oltre un milione di presenze; un elemento questo che comporta un aumento esponenziale della pressione ambientale, in termini di produzione
di rifiuti, di consumo di risorse idriche, di consumi energetici, di consumo di suolo e con carichi sulla ridotta fascia costiera assai elevati (in particolare nella zona di Sterpaia e del Golfo di Baratti).
In Provincia di Livorno si rileva il rapporto tra presenze turistiche e superficie più elevato della Toscana, a causa delle presenze delle località balneari costiere e dell’arcipelago Toscano.
I Comuni di Piombino e San Vincenzo, che dispongono di abbondanti zone costiere, sono quelli in cui l’attività turistica è maggiore (vedi Tab. 23). I Comuni di Campiglia Marittima, Sassetta
e Suvereto hanno invece un’attività turistica legata ad altre tipologie di strutture ricettive quali gli agriturismi.
Tab. 21. Movimenti turistici nei Comuni della Val di Cornia (fonte: Regione Toscana).
al 31/12/1999
Comuni
arrivi presenze
Campiglia M.ma
9.150
67.728
Piombino
84.418 504.327
San Vincenzo
85.923 552.612
Sassetta
2.162
9.566
Suvereto
1.208
8.486
Val di Cornia
182.879 1.142.719
Movimento turistico
al 31/12/2000
al 31/12/2001
al 31/12/2002
arrivi presenze
arrivi presenze
arrivi presenze
9.159
68.238
11.442
88.553
11.780 89.843
88.147 476.358
86.487 531.984
89.845 520.035
88.118 585.185
58.664 561.251
67.838 530.555
2.435
12.399
3.162
14.384
3.610 13.171
2.094
13.733
2.711
20.266
2.331 15.658
186.951 1.135.345 162.466 1.238.400 175.404 1.169.662
⌧ Fig. 4. Flussi turistici nella Val di Cornia.
Rapporto sullo stato dell’ambiente
28
⌧ Fig. 5. Andamento della distribuzione degli arrivi nei Comuni della Val di Cornia.
al 31/12/2003
arrivi
presenze
12.809
81.903
98.000
558.838
79.241
537.900
2.438
12.761
2.749
16.245
195.237 1.207.647
Tab. 22. Presenze turistiche nei Comuni della Val di Cornia (fonte: “Speciale Piombino Oggi”, supplemento marzo 2004).
1999
67.728
504.327
552.512
9.666
8.486
1.142.719
2003
81.903
558.838
537.900
12.761
16.245
1.207.647
Diff. assoluta e perc.
tra il 1999 e il 2003
variaz.
variaz. %
+14.175
+17,30
+54.511
+9,77
-14.612
-2,71
+3.115
+24,37
+7.759
+47,76
+64.928
+5,54
Presenza media
1999
7,4
8,0
8,4
4,4
7,0
—
2003
6,5
5,8
6,6
5,2
6,6
—
3.4 L’attività agricola e zootecnica
Un’ampia porzione del territorio della Val di Cornia si caratterizza per un esteso paesaggio agricolo di pianura alluvionale bonificata, ove i seminativi semplici irrigui rappresentano l’elemento dominante.
Nei Comuni di collina, come ad esempio Campiglia M.ma e Suvereto, l’agricoltura si basa sulle colture tradizionali (olivi e viti), dalle quali si ottiene un prodotto che negli ultimi anni ha raggiunto dei livelli di notevole pregio e bontà. I “Vini della Val di Cornia” hanno acquisito, infatti, la certificazione D.O.C. Nella zootecnica l’allevamento dei suini e degli equini è il più diffuso. Campiglia M.ma è il Comune con il maggiore numero di allevamenti equini a livello provinciale.
Elaborazioni di dettaglio relative all’ambito agricolo sono riportate nei capitoli tematici con particolare riferimento al “suolo e sottosuolo”.
Tab. 23. Superficie agricola e aziende agricole (fonte: 5° Censimento generale dell’Agricoltura, 2000).
Comuni
Campiglia M.ma
Piombino
San Vincenzo
Sassetta
Suvereto
Val di Cornia
Provincia Livorno
Aziende
744
946
153
81
540
2.464
6.052
SAT (ha)
5.997,61
8.002,29
1.683,81
2.064,80
5.341,85
23.090,36
66.225,54
SAU (ha)
4.953,57
5.552,48
1.205,40
753,62
3.519,85
15.984,92
37.350,91
Incidenza SAU/Sup. comunale
59,4
42,7
36,1
28,8
38,2
43,8
—
Inquadramento socio-economico del territorio
Campiglia M.ma
Piombino
San Vincenzo
Sassetta
Suvereto
Val di Cornia
Movimento turistico
29
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Comuni
Rapporto sullo stato dell’ambiente
30
PARTE II
DESCRIZIONE DELLE
TEMATICHE AMBIENTALI
4
Aspetto
Produzione di energia
convenzionale e da
fonti rinnovabili
Qualità dell’aria
D/P Disp. Val.
S/R Dati Stock
S +++ Val.
trend
Obiettivo
Favorire la produzione di energia da fonti
rinnovabili rispetto ai combustibili fossili
Mantenere o portare le concentrazioni degli
inquinanti sotto i valori limite imposti dalla
normativa vigente. Migliorare la qualità dell’aria
riducendo le concentrazioni medie degli inquinanti
Eliminare il verificarsi di superamenti dei limiti
d’attenzione e d’allarme di tutti i principali
inquinanti
Ridurre i consumi di energia elettrica e di
combustibili fossili e/o disaccoppiarli alla
crescita economica
Ridurre le emissioni, in particolare laddove risultino particolarmente concentrate nello spazio;
Contribuire al rispetto del protocollo di Kyoto
Aumentare l’efficienza energetica dell’attività
industriale e ridurne le emissioni, in particolare
delle sostanze pericolose
Ridurre il livello di rischio associato alle
industrie ed informare efficacemente la
popolazione in merito
Stabilizzare il carico antropico e ridurre i
consumi energetici pro capite
Controllare e minimizzare le emissioni di
polveri legate alla lavorazione e al trasporto
dei materiali di cava
Ridurre il consumo energetico da traffico
urbano e migliorare le performance ambientali
dei mezzi di trasporto utilizzati anche favorendo
l’impiego di combustibili più puliti. Ridurre il
trasporto privato a favore di quello pubblico.
Favorire il trasporto su rotaia
Adottare specifici programmi e piani di
risanamento per migliorare la qualità dell’aria
Monitorare la qualità dell’aria sul territorio,
tramite centraline fisse e mobili e controllare le
emissioni puntuali per garantire il rispetto dei
limiti imposti dalla normativa e dalle prescrizioni
Attuare campagne di informazione e
sensibilizzazione della popolazione sul
risparmio energetico
Favorire l’adozione di sistemi di gestione
ambientale
Contributi pubblici per incentivare
l’autoproduzione di energia
Imporre il rispetto dei limiti delle emissioni
inquinanti
S
+++
Emergenze da inquinamento
atmosferico
S
+++
Consumi energetici
P
+++
Emissioni
P
+++
Industria e servizi
D
+++
Rischio industriale
D
++
??
Popolazione
D
++
Attività estrattive
D
++
Traffico urbano e trasporto
stradale extraurbano
D
++
Classificazione del territorio
R
regionale
Monitoraggio della qualità
R
dell’aria e controllo delle emissioni
++
??
++
Informazione e sensibilizzazione
della popolazione
R
++
??
Adozione di sistemi di
gestione ambientale
Incentivi ambientali
R
+++
☺
R
+++
Emissioni di ordinanze
R
+
??
31
Rapporto sullo stato dell’ambiente
4.1 Introduzione al tema
Consumi energetici e inquinamento atmosferico
4 Consumi energetici e Inquinamento atmosferico
Consumi energetici e inquinamento atmosferico
Rapporto sullo stato dell’ambiente
32
4.2 Descrizione del tema
L’atmosfera è generalmente considerata come un sistema statico di composizione definita in cui
si immettono tutte le sostanze provenienti da fenomeni naturali e dalle attività umane. In verità
tutte le sostanze, sia di origine naturale che antropica, immesse nell’atmosfera, si trasformano,
partecipando a reazioni chimiche e fotochimiche, dando luogo ad una serie di altre sostanze.
La qualità dell’atmosfera è valutata in funzione di alcuni indici principali. A livello del suolo la qualità dell’aria dipende, oltre che dalla quantità e tipologia delle emissioni inquinanti, anche dalla
situazione meteorologica. Le condizioni climatiche svolgono un ruolo fondamentale nelle manifestazioni
degli effetti dell’inquinamento, i quali sono infatti strettamente legati al moto dell’aria e ai fenomeni
di dispersione, di diffusione, di trasporto e di abbattimento degli inquinanti atmosferici.
La normativa nazionale in tema di inquinamento atmosferico nasce con la legge 13 luglio 1966,
n. 615 “Provvedimenti contro l’inquinamento atmosferico”. In particolare, le sue disposizioni sono atte a regolamentare le possibili fonti in atmosfera di inquinanti. Tale provvedimento, attualmente, regola soltanto le emissioni degli impianti termici, in quanto esso è stato in gran parte superato dal Decreto del Presidente della Repubblica n. 203/88. Con esso viene attribuita alla Pubblica Amministrazione la competenza ad individuare limiti massimi di accettabilità delle concentrazioni inquinanti
delle emissioni provenienti da impianti industriali. I limiti di qualità dell’aria vengono fissati dal
DPCM 28 marzo 1983 “Limiti massimi di accettabilità delle concentrazioni e di esposizione relativi ad otto inquinanti (biossido di zolfo, biossido di azoto, ozono, monossido di carbonio, piombo, fluoro e particelle sospese)”.
Il DM 16 maggio 1996 stabilisce i requisiti tecnici di omologazione e di installazione e le procedure di controllo dei sistemi di recupero dei vapori di benzina prodotti durante le operazioni
di rifornimento degli autoveicoli presso gli impianti di distribuzione carburante.
Il D. Lgs. 4 Agosto 1999 n. 351 “Attuazione della direttiva 96/62/CE in materia di valutazione e di
gestione della qualità dell’aria ambiente” mette in atto la nuova strategia di controllo della qualità
dell’aria prevista dalla direttiva 96/62/CE.
Il DM 2 aprile 2002 n. 60 ha recepito le direttive 99/30/CE e 00/69/CE riguardanti i valori limite di qualità dell’aria relativi a biossido di zolfo, ossidi di azoto, PM10, piombo, benzene e
monossido di carbonio. Tale decreto stabilisce una sinergia tra l’attività del sindaco e quella
regionale, sulla base dei piani e programmi che le Regioni devono predisporre (ai sensi) al decreto legislativo 4/8/1999 n. 351. In particolare il sindaco adotta le misure di limitazione della
circolazione negli agglomerati o zone nelle quali sussiste il superamento o il rischio di superamento dei valori limite o delle soglie di allarme. In tale quadro viene abrogato l’obbligo di invio del rapporto annuale sulla qualità dell’aria da parte dei Comuni individuati dal DM 21/4/1999
n. 163 anche se, fino all’attuazione delle disposizioni indicate dal decreto legislativo n. 351 da
parte delle Regioni, continuano ad applicarsi le misure precedentemente adottate dai sindaci, le quali possono essere rimodulate sulla base delle condizioni di qualità dell’aria.
Stato
Il territorio della Val di Cornia è caratterizzato da un’area a forte sviluppo industriale e dal polo energetico regionale più significativo concentrati entrambi nel Comune di Piombino. Quattro sono gli impianti per la produzione di energia, i quali, utilizzando fonti convenzionali, realizzano una produzione di energia pari ad oltre il 50% del totale provinciale. La produzione di
energia da fonti rinnovabili risulta ancora poco sviluppata: negli ultimi anni infatti sono stati
istallati diversi impianti fotovoltaici e solari termici mentre non si è ancora ricorso alla realizzazione di alcun impianto eolico e di biomasse.
La qualità dell’aria è mantenuta sotto controllo attraverso due stazioni fisse di monitoraggio e dai
dati registrati nel triennio 2001-2004 emerge un quadro della situazione poco rassicurante. Per quanto attiene i parametri NO2 e CO le concentrazioni medie sono sempre inferiori ai valori limite ad
eccezione di alcuni rari eventi di superamento. La SO2 monitorata dai primi anni ’80 presenta un
radicale miglioramento su tutte le stazioni di monitoraggio, anche se negli ultimi anni, in due stazioni di Piombino città, si rileva un piccolo trend di aumento. Le concentrazioni medie di PTS e
PM10 sono di poco al di sotto dei valori di attenzione e talvolta si registrano delle percentuali di
superamento dei limiti non trascurabili. Particolarmente critica la situazione relativa al benzo-a-pirene la cui concentrazione media supera abbondantemente il valore obiettivo imposto dalla normativa vigente ed inoltre il suo trend è in aumento.
Pressioni
A fronte di un’elevata produzione, per la Val di Cornia il consumo pro-capite di energia è tre
volte superiore alla media regionale e due volte a quella provinciale. Il trend dei consumi misurati negli ultimi anni è in costante aumento. Ciò è conseguenza dell’alto livello di industrializzazione dell’area: infatti, più dell’85% del consumo di energia elettrica in Val di Cornia è as-
Risposte
Sulla base dei dati di qualità dell’aria registrati, la Regione Toscana ha effettuato la classificazione del proprio territorio regionale. Da tale iniziativa è conseguito che il Comune di Piombino sia stato classificato come “zona di risanamento comunale” in quanto presenta superamenti
di almeno un valore limite per una sostanza inquinante: dovrà perciò essere oggetto di specifici piani o programmi di risanamento.
Gli altri 4 Comuni invece presentano una migliore qualità dell’aria per cui saranno oggetto solo di un piano di mantenimento regionale.
Per tenere sotto controllo la qualità dell’aria si effettua un monitoraggio continuo, sebbene ciò
avvenga solo con due stazioni fisse: la raccolta e il trattamento dei dati sono affidati all’Arpat.
Per dare impulso alla realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili
la Provincia di Livorno ha erogato dei fondi in accordo con la Regione Toscana: con questo finanziamento in Val di Cornia sono stati realizzati sette impianti solari termici e 3 fotovoltaici.
In tal contesto, oltre a queste iniziative promosse dal settore pubblico, bisogna segnalare una sempre crescente attenzione anche del privato, in particolar modo delle aziende: in Val di
Cornia sono ben 6 infatti le aziende certificate per l’ambiente.
4.3 Stato
Per avere un quadro completo della situazione in Val di Cornia relativamente all’ambito dell’energia
e dell’inquinamento atmosferico, sono stati scelti i seguenti aspetti:
* Produzione di energia convenzionale e da fonti rinnovabili
* Qualità dell’aria
* Emergenze da inquinamento
4.3.1 Produzione di energia convenzionale e da fonti rinnovabili
L’area industriale di Piombino è una realtà in cui si produce una notevole quantità di energia
elettrica, tanto da essere il maggior produttore a livello regionale. Attualmente gli impianti industriali adibiti a questa specifica produzione sono tre, mentre uno è in fase di avvio:
* Centrale termoelettrica di Torre del Sale ENEL;
* CET 2 ISE Srl Gruppo Edison;
* CET 3 ISE Srl Gruppo Edison;
* CET Pio ELETTRA GLL (in fase di avvio).
I combustibili usati per la produzione di energia elettrica dagli impianti sono descritti nella tabella sottostante. Mancano i dati relativi alla centrale CET Pio ELETTRA GLL in quanto questi
fanno riferimento al 2001, quando la centrale non era ancora attiva.
33
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Determinanti
La Val di Cornia è un’area a forte sviluppo industriale. In particolare il Comune di Piombino costituisce il polo energetico regionale più rilevante, un polo siderurgico di rilevanza nazionale
a cui si aggiunge anche un’importante struttura portuale, caratterizzata da un intenso flusso
turistico e di merci. Nello stesso Comune si contano 4 aziende a rischio industriale e per questo soggette a legislazione speciale.
Un’attività caratteristica della Val di Cornia è quella estrattiva: le sette realtà produttive attive
sono presenti nei Comuni di San Vincenzo, Campiglia M.ma e Suvereto.
La popolazione, presente con una densità di 154 abitanti per Km2, contribuisce ai consumi di
energia attraverso molteplici attività, quali ad esempio l’utilizzo di autoveicoli, degli impianti
di riscaldamento, di servizi, etc.
Consumi energetici e inquinamento atmosferico
sociato al settore industriale.
I consumi più elevati si registrano nel Comune di Piombino, in cui è presente un grande polo
siderurgico. Negli altri Comuni la percentuale dei consumi legata all’industria diminuisce e
aumenta quella associata ai settori terziario e domestico. Questa caratteristica è evidente soprattutto nel Comune di san Vincenzo in cui l’attività predominante è quella turistica.
Le principali fonti di energia sono quelle tradizionali (combustibili fossili), tuttavia si sta osservando una graduale diminuzione dell’utilizzo dei prodotti petroliferi in conseguenza di un aumento dello sfruttamento del gas naturale e dei gas residui dei processi di trasformazione energetica.
Per quanto riguarda le emissioni, in Val di Cornia la criticità è rappresentata dai valori elevati
registrati per la CO2, 16 volte superiori alla media regionale.
Tab. 1. Combustibili usati per la produzione di energia elettrica, anno 2001
(fonte: Rapporto sullo Stato dell’Ambiente della Provincia di Livorno, 2003).
ENEL Torre del Sale
ISE srl
Olio combustibile
1.024.202 Tep
-
Metano
187.000 Tep
Gas AFO
150.500 Tep
Gas cokeria
22.500 Tep
Consumi energetici e inquinamento atmosferico
Produzione di energia convenzionale
Rapporto sullo stato dell’ambiente
34
Centrale Termoelettrica ENEL Produzione - Torre del Sale (Piombino)
La centrale termoelettrica di torre del sale è composta da 4 gruppi di turbina a vapore da 320
MW cadauno, per un totale di 1280 MW. La potenza media effettivamente prodotta non raggiunge mai i massimi livelli, ma si attesta mediamente intorno ai 600 MW media annua.
L’energia elettrica prodotta è da considerarsi “convenzionale”, ossia prodotta da fonti non rinnovabili quali olio combustibile, metano o carbone ecc.
Nel caso specifico di Torre del Sale il combustibile utilizzato è olio combustibile a basso, medio ed alto tenore di zolfo. La centrale viene attualmente utilizzata come centrale di riserva, in
quanto dei 4 gruppi di cui è composta sono in piena produzione, per molti mesi dell’anno, soltanto due. Infatti, il numero totale di ore di funzionamento della centrale nel 2002 è stato pari a 19.801 ore complessivamente per i 4 gruppi.
La produzione di energia non è costante durante l’anno, generalmente si nota un picco tra gennaio e febbraio, seguito da una forte diminuzione che causa un minimo nel periodo aprile e maggio. Con l’estate si assiste ad un forte aumento della produzione e di energia elettrica, soprattutto
nel mese di luglio, quando si assiste ad una richiesta per il condizionamento di aria. Ad agosto si ha una riduzione di produzione per la chiusura di molte aziende. Durante il corso dell’anno,
i vari gruppi in alternanza programmata sono spenti.
Tab. 2. Dati sulla produzione di energia della centrale termoelettrica ENEL Produzione e sui consumi di combustibile
(fonte: Analisi energetica relativa al circondario della Val di Cornia, Università di Firenze, anno 2004).
Anno
2000
2001
2002
2003 (*)
Prod. netta
annua (GWh)
Potenza media
annua (MW)
5.460,18
4.474,34
3.953,38
2.884,09
623
510
451
440
Potenza prodotta/
potenza installata
48,7
39,9
35,3
34,4
Consumo di
combustibile (Ton)
OCD**
Gasolio
1.263.904
2.679
1.045.105
2.470
933.926
2.485
667.791
1.414
Rendimento
0,378
0,374
0,370
0,378
(*) i dati del 2003 si fermano a settembre; (**) Olio Combustibile denso.
Centrale Turbogas ISE Srl - Gruppo EDISON
All’interno del polo siderurgico sono presenti due centrali termoelettriche di proprietà ISE
Srl, facenti parte del Gruppo EDISON e denominate CET 2 e CET 3. Le CET 2 e 3 sono state realizzate con il contributo pubblico CIP 6/92.
La centrale CET 2 da 60 MW è interamente dedicata allo stabilimento siderurgico Lucchini SpA e l’energia prodotta è scaricata direttamente all’interno della rete di distribuzione dello stabilimento. È
in funzione dal 1978 e costituita da due unità che producono energia elettrica e vapore, utilizzando come combustibili gas AFO e COKE prodotti dai processi dello stabilimento Lucchini SpA, in particolare dall’altoforno e dalla cokeria e se necessario può utilizzare olio combustibile e gas metano.
La CET 3 la cui potenza è pari a circa 140 MW è una centrale turbogas a ciclo combinato. L’intera produzione della centrale è dedicata al GRTN (impianto CIP/6) ossia la rete elettrica nazionale. Questa centrale è in funzione dal gennaio 2001, produce energia elettrica e vapore mediante l’utilizzo di combustibili come gas AFO e gas coke, miscelati con gas naturale. La CET
3 avendo un impianto a ciclo combinato possiede un rendimento maggiore della CET 2.
L’energia prodotta dall’Azienda ISE Srl deriva dalla combustione di gas provenienti dall’altoforno e dall’impianto di cokeria, con aggiunta di gas metano. Tali combustibili ricadono in una classificazione detta di autoproduzione energetica, in quanto riutilizzano in gran parte gas incombusti relativi alla produzione di acciaio del ciclo integrale dell’impianto siderurgico. Nella Tab. 3 si nota che dal 1999 al
2002 la percentuale di gas metano usato rispetto ai gas di AFO e di Cokeria è passata dallo 0,2 al 53,5,
e ciò è dovuto al fatto che l’anno 2000 è stato l’anno di attivazione dell’impianto che ha lavorato pochi mesi e non a regime, e ciò si nota anche con lo scarso consumo di Gas AFO. Di seguito sono riportare le schede relative alle Centrali di produzione di energia elettrica nel Comune di Piombino.
Tab. 3. Dati relativi alla produzione di energia e al consumo di combustibile delle CET 2 e 3
(fonte: Analisi energetica relativa al circondario della Val di Cornia, Università di Firenze, anno 2004 integrata con dati
Ufficio Ambiente Circondario Val di Cornia).
Centrale
Anno
CET 2
2000
2001
2002
2003*
2000§
2001
2002
2003*
CET 3
Ore di
funzionamento
8.784
8.367
8.395
6.244
1.261
7.686
8.400
5.716
Produzione Potenza
Consumo di
annua nettamedia annua
combustibile (Ton)
(MWh)
(MW)
Gas coke Gas AFO
OCD
405.837
46,20
1.864 1.456.007
34.260
332.484
39,74
3.611
711.815
34.691
329.734
39,28
3.235
731.096
52.568
—
5,12
26.041
730.152
29.417
118.653
94,09
0
24.013
0
1.329.562
172,98
49.108
954.385
0
1.430.193
170,26
47.788
924.257
0
960.191
167,98
27.753
715.226
0
Rendimento
Metano
217
36.225
20.916
6.431
29.734
193.847
220.879
142.109
0,34
0,28
0,27
0,30
0,38
0,49
0,48
0,49
Anno
Tipologia impianto:
Turbogas a ciclo combinato cogenerativo
Potenza (MW)
Produzione (GWh)
Gas di AFO
Combustibile
Gas di Cokeria
usato (TEP*)
Metano
Totale
1999
CET_1 +
CET_2
108
495,60
158.850
20.740
406
180.000
2000
CET_1 +
CET_2
108
589,81
159.700
15.500
24.690
199.900
2001
CET_2 +
CET_3
274
1.668,27
150.500
22.500
187.000
360.000
2002
CET_2 +
CET_3
274
1.759,94
148.900
21.700
196.400
367.000
*1 TEP (tonnellata equivalente di petrolio) = 10 milioni di Kilocalorie = 107 = 42GJ
Centrale Turbogas ELETTRA GLL (Gruppo Lucchini) - Piombino
La centrale turbogas Elettra GLL, denominata CET PIO, è stata realizzata con il contributo
pubblico CIP 6/92 ed è in funzione dal 2003 (fonte: ELETTRA GGL da RSA Prov. di Livorno, 2003).
La centrale, da 58 MW, è costituita da 2 linee di produzione con:
- 1 turbogeneratore a gas metano da 10 MW ed 1 caldaia a recupero (alimentata a gas siderurgico
e con supporto di gas metano);
- 1 unico turbogeneratore a vapore a condensazione da 40 MW.
Al momento per questa centrale turbogas non sono disponibili dati storici. E’ possibile far riferimento ai dati previsionali per l’anno 2003 riportati nella Tab. 5.
Tab. 5. Dati previsionali per l’anno 2003 per la CET PIO (fonte: ELETTRA GLL da RSA Prov. di Livorno, 2003).
Potenza installata
Energia producibile
Combustibile
utilizzabile
Tempo di funzionamento
58 MW
314 GWh/anno
Gas Naturale
PCI = 8.690 Kcal/Nm3
Qnom = 6.500 Nm3/h
Gas Siderurgico
PCI = 2.100 Kcal/Nm3
Qnom = 30.000 Nm3/h
8.000 ore/anno
Produzione energia elettrica da fonti non rinnovabili per SEL
Dalla Tab. 6 si può osservare come a livello provinciale la produzione di energia elettrica risulti essere concentrata per oltre il 50% in Val di Cornia, mentre tra Area Livornese e Bassa Val
di Cecina vi è una sostanziale divisione in parti uguali della produzione che si assesta intorno
al 22-24 % del totale provinciale. In tutti i SEL, esclusa l’Isola d’Elba, la produzione elettrica è
nettamente superiore, da 2 a 7 volte, rispetto ai fabbisogni locali.
35
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Tab. 4. Altri dati sulle CET; in particolare viene evidenziato il tipo di combustibile usato
(fonte: Rapporto sullo stato dell’ambiente della Provincia di Livorno).
Consumi energetici e inquinamento atmosferico
(§) Anno di avvio dell’impianto, il quale ha lavorato non a regime per poche decine di giorni; (*) I dati del 2003 si fermano a settembre.
Tab. 6. Produzione di energia elettrica da fonti non rinnovabili per SEL (fonte: Elaborazione dati EALP).
Anno 2001
Area livornese
Bassa Val di Cecina
Val di Cornia
Isola d’Elba
Totale Provincia
Regione Toscana
Produzione energia
elettrica (GWh)
2.746,4
2.574,4
6.141,3
0,4
11.462,5
14.335,3
%
23,9
22,5
53,6
0
100
Consumi energia
elettrica (GWh)
836,3
1.078,2
892,9
191,1
2.998,5
Rapporto
produzione/consumo
3,3
2,4
6,9
3,8
Per la Val di Cornia la produzione di energia elettrica rimane sempre rilevante (42,8 %) anche
a livello regionale.
Consumi energetici e inquinamento atmosferico
⌧ Fig. 1. Confronto tra le produzioni di energia elettrica da fonti non rinnovabili Regione Toscana-Provincia di LivornoVal di Cornia.
Rapporto sullo stato dell’ambiente
36
Produzione energia elettrica da fonti rinnovabili in Val di Cornia
Praticamente nulla o quasi risulta la produzione di energia elettrica da fonti alternative, eolico, solare termico, fotovoltaico e biomasse.
Relativamente alla produzione di energia elettrica da impianti fotovoltaici, secondo i dati forniti dall’EALP, tra il 2001 e il 2004 sono stati installati in Val di Cornia 6 pannelli solari, per un
totale di 12,17 kW installati. Mentre, per quanto riguarda gli impianti solare-termici, tra il 2001
e il 2003 sono stati installati 18 impianti, per un totale di 147,5 m2.
I dati di cui sopra si riferiscono ad impianti che hanno usufruito delle sovvenzioni regionali, logicamente gli impianti realmente esistenti sono ben superiori, ma al momento manca un censimento ufficiale.
Fino a tutto l’anno 2003, gli impianti eolici e di biomasse, non sono presenti in Val di Cornia.
Tab. 7. Solare Fotovoltaico installato nel periodo 2001-2004, con contributo (fonte: Elaborazione dati EALP).
Comune
Campiglia M.ma
Piombino
San Vincenzo
TOTALE
n° installazioni
3
2
1
6
kW installati
6,39
2,78
3
12,17
kWh risparmiati
8.200
3.600
3.900
15.700
Tab. 8. Solare Termico installato nel periodo 2001- 2003, con contributo regionale (fonte: Elaborazione dati EALP).
Comune
San Vincenzo
Suvereto
Sassetta
Campiglia M.ma
Piombino
Totale
n° installazioni
4
2
1
6
5
18
m2 installati
27
31
5
55,5
29
147,5
kWh risparmiati
16.677
23.500
3.755
39.654
24.365
107.951
La rete pubblica di monitoraggio della qualità dell’aria, di proprietà della Provincia di Livorno,
interessa soltanto il Comune di Piombino. Le uniche due stazioni fisse di rilevamento degli inquinanti atmosferici sono posizionate in Viale Unità d’Italia e Cotone.
Esistono poi anche altre reti di monitoraggio degli inquinanti atmosferici, le reti private A.R.Q.A.
ed Enel.
Maggiori dettagli sull’ubicazione e sulla tipologia degli inquinanti monitorati delle singole stazioni sono riportate nelle tabelle seguenti.
Tab. 9. Piombino, rete pubblica di monitoraggio della qualità dell’aria della provincia di Livorno.
Stazione
Ubicazione stazione di misura
Cotone
situata nelle vicinanze del centro urbano di Piombino,
a circa 200 metri dalla strada di accesso a Piombino e
150 metri dal limite dello stabilimento siderurgico Lucchini
situata all’ingresso del centro urbano di Piombino e
posizionata su la strada di accesso alla città, strada
caratterizzata da medio-alto traffico veicolare e nelle
adiacenze degli insediamenti industriali
Viale Unità d’Italia
Inquinanti
monitorati
PM10, CO,
NO2,NO, NOx
Tipo
Attivazione
I
2000
PTS ,CO,
NO2,NO, NOx
I
2000
Tab. 10. Piombino, reti private A.R.Q.A ed Enel di monitoraggio della qualità dell’aria.
N°
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
Ubicazione stazione di misura
Tolla Alta - Piombino
Piazza Bovio - Piombino
Cotone - Piombino
Bocca di Cornia - Piombino
Guinzane - Piombino
Paduletto - Piombino
Follonica (*)
Via Torino - Piombino
Via Modigliani - Piombino
Riotorto - Piombino
Venturina - Campiglia M.ma
Scarlino Scalo - Scarlino (*)
Loc. Il Fontino - Scarlino (*)
Inquinanti monitorati
SO2
SO2
PTS , SO2
SO2
SO2
SO2
SO2
2
PTS , SO , NO2, NO, NOx
SO2
SO2
SO2
2
PTS , SO , NO2,NO, NOx
SO2
Tipo
I
I
I
I
I
I
I
I
I
I
I
I
I
Attivazione
1976
1976
1976
1976
1976
1976
1976
1982
1982
1982
1982
1982
1982
(*) postazioni ubicate nel territorio della Provincia di Grosseto.
37
Rapporto sullo stato dell’ambiente
4.3.2 Qualità dell’aria
Tipologia di Inquinanti atmosferici
Gli Inquinanti primari sono quelli che vengono immessi nell’ambiente direttamente da una sorgente. Tra gli inquinanti primari si trovano il biossido di zolfo (SO2), gli ossidi di azoto (NOx), il
monossido di carbonio (CO), il benzene (C6H6) e parte del articolato sottile.
Per inquinanti secondari si intendono invece quelle sostanze che si formano nell’atmosfera attraverso reazioni che coinvolgono gli inquinanti primari e precursori emessi dalle diverse fonti emissive. Alla categoria degli inquinanti secondari appartengono l’ozono (O3) e parte del articolato sottile.
Consumi energetici e inquinamento atmosferico
Nel maggio 2004 è stato inaugurato presso il Campeggio Orizzonte nel Comune di Piombino
un importante impianto fotovoltaico e uno solare termico. Si tratta dell’istallazione di 268 impianti monoblocco a circolazione naturale, per la produzione di acqua calda sanitaria in ogni
singola struttura ricettiva del Villaggio ed inoltre un impianto fotovoltaico da 34,2 kWh per la
produzione di energia elettrica in parallelo alla rete ENEL. L’intero progetto è stato finanziato
dalla regione Toscana, con i fondi europei della carbontax.
L’impianto fotovoltaico permette una produzione di energia elettrica pari a 41.000 kWh/anno
con un risparmio di CO2 immessa in atmosfera pari a 30 t/anno.
L’impianto di solare termico produce una energia termica pari a 550.000 kWh/anno, con una
riduzione di 400 t/anno di CO2 in atmosfera.
Di seguito sono descritti i risultati del monitoraggio per ciascun tipo di inquinante in entrambe le stazioni.
Concentrazioni di NO2
Ossidi di azoto NO2
Sorgenti: traffico urbano, impianti termici e centrali termoelettriche. Nelle città il contributo
degli impianti termici è di entità minore rispetto a quello del traffico. I motori diesel, rispetto
a quelli a benzina, emettono maggiori quantità di ossidi di azoto. Concentrazioni più elevate
in fase di accelerazione e durante le normali condizioni di marcia.
Effetti sull’ambiente: danni alla vegetazione, con diminuzione della produttività negli alberi da
frutto. Contribuisce alla formazione dello smog fotochimico, delle piogge acide ed alla diminuzione dello strato d’ozono.
Effetti sull’uomo: concentrazioni di 13 ppm (parti per milione) provocano irritazione delle mucose degli occhi e delle vie respiratorie.
La Tab. 11 indica i limiti previsti per le concentrazioni di NO2 e NOx dal D.M. 60/2002.
Consumi energetici e inquinamento atmosferico
Tab. 11. Prescrizioni di legge per gli ossidi di azoto (D.M. 60/02).
Rapporto sullo stato dell’ambiente
38
NO2 - NOx
Protezione della
salute umana
Valore di attenzione
Valore limite orario
NO2
Protezione della
salute umana
Valore di allarme
Valore limite su tre ore consecutive 400 µg/m3
N° superamenti ammessi Scadenza temporale
200 µg/m3 18
01-01-2010
Le concentrazioni di NO2 registrate nelle postazioni di Cotone e Viale Unità d’Italia non superano mai il limite di allarme.
Tab. 12. Concentrazione media giornaliera di NO2 (fonte: ARPAT, 2004).
Postazione
Cotone
Viale Unità d’Italia
2001
56,01 µg/m3
82,83 µg/m3
2002
21 µg/m3
44 µg/m3
2003
49,11 µg/m3
87,04 µg/m3
2004 (*)
45,22 µg/m3
100,25 µg/m3
(*) dati riferiti al periodo compreso tra l’1 gennaio e il 31 luglio.
⌧ Fig. 2. Diagrammi che descrivono l’evoluzione della concentrazione di NOx nei punti di monitoraggio.
Concentrazioni di CO
Monossido di carbonio CO
Sorgenti: Il principale contributo è dovuto ai trasporti, soprattutto agli autoveicoli alimentati
a benzina. La concentrazione di CO nei gas di scarico è connessa al funzionamento del motore: maggiore con motore al minimo ed in decelerazione. Quantità percentualmente inferiori sono emesse dalle centrali termoelettriche, di qualunque impianto di combustione compresi
quelli per il riscaldamento domestico e dagli inceneritori di rifiuti, in cui la combustione procede in condizioni migliori.
Effetti sull’ambiente: diminuzione (per inibizione dei cicli enzimatici) della capacità dei batteri a fornire azoto alle piante in forma assimilabile (la cosiddetta “fissazione dell’azoto”).
Effetti sull’uomo: formazione di carbossiemoglobina, con una ridotta capacità del sangue nel
trasporto dell’ossigeno, che porta all’inibizione dell’ossigenazione delle cellule del corpo.
Tab. 13. Prescrizioni di legge per il monossido di carbonio (D.M. 60/02).
Riferimento
Media giornaliera
Valore di Attenzione
10 mg/m3
Valore di Allarme
30 mg/m3
Scadenza temporale
01-01-2005
Le concentrazioni medie di CO si sono mantenute nel periodo 2002-2003 significativamente
al di sotto del valore limite di legge in entrambe le stazioni di monitoraggio, con due episodi
di superamento del valore della soglia di attenzione nel 2002 per la postazione Cotone.
Tab. 14. Concentrazione media giornaliera di CO nei due punti di monitoraggio (fonte: ARPAT, 2004).
Postazione
Cotone
Viale Unità d’Italia
2001
0,32 mg/m3
2,76 mg/m3
2002
0,5 mg/m3
0,8 mg/m3
2003
1,51 mg/m3
1,78 mg/m3
2004 (*)
1,25 mg/m3
1,45 mg/m3
(*) dati riferiti al periodo compreso tra l’1gennaio e il 31 luglio.
⌧ Fig. 3. Diagrammi che descrivono l’evoluzione della concentrazione di CO nei punti di monitoraggio.
Consumi energetici e inquinamento atmosferico
CO
Protezione della salute umana
Concentrazioni di PTS
Per la città di Piombino le particelle sospese (comunemente denominate polveri) rivestono una notevolissima importanza data la vicinanze degli impianti dello stabilimento siderurgico al
centro abitato.
Il fenomeno che dagli abitanti della città viene definito come “spolverino” é dovuto alla presenza di notevoli quantità di polveri in vaste aree della zona residenziale. Trattandosi però di
particelle ad elevata granulometria, esse non vengono rilevate dagli analizzatori per le polveri sospese installati nella rete di monitoraggio e per questa ragione la città di Piombino viene
ad essere interessata da un vistoso fenomeno di “sporcamento” da polveri non evidenziato abbastanza dai dati forniti dagli analizzatori automatici.
Tale fenomeno è dovuto al fatto che il ciclo siderurgico prevede l’utilizzo di notevoli quantitativi
Rapporto sullo stato dell’ambiente
39
di materiale pulverulento che si trova all’interno dello stabilimento come materia prima, come
sottoprodotto e come rifiuto proveniente dal ciclo di lavorazione. La produzione, lo stoccaggio ed il trasporto di questi materiali contribuiscono sia alla formazione del fenomeno delle polveri sedimentabili, sia a determinare la presenza di polveri totali sospese che, nel caso di condizioni meteorologiche sfavorevoli, si possono riversare nell’ambiente esterno.
Per la definizione di PTS e relative caratteristiche si rimanda al paragrafo successivo.
Di seguito, in tabella, vengono riportati i riferimenti normativi relativamente alle concentrazioni
di PTS.
Tab. 15. Riferimenti legislativi per la qualità dell’aria: limiti massimi di accettabilità, valori guida, livelli di
allarme e di attenzione.
Consumi energetici e inquinamento atmosferico
DPCM 28 marzo 1983 - Limiti massimi di accettabilità (standard di qualità)
Inquinanti
Media aritmetica delle concentrazioni medie di 24 ore
Polveri sospese
rilevate nell’arco di 1 anno (1 aprile - 31 marzo)
totali (PTS)
95° percentile delle concentrazioni medie di 24 ore
rilevate nell’arco di 1 anno (1 aprile - 31 marzo)
Rapporto sullo stato dell’ambiente
40
Standard
150 µg/m3
300 µg/m3
DPR 24 maggio 1988, n. 203 - Valori guida di qualità dell’aria
Inquinanti
Valore guida
Media aritmetica delle concentrazioni medie di 24 ore
PTS
nell’arco di 1 anno (1 aprile - 31 marzo)
Concentrazione media giornaliera
100-150 µg /m3 (fumo nero)
DM Ambiente 15 aprile 1994 - Livelli di allarme e di attenzione
Inquinanti
PTS
Media giornaliera, µg/m3
Liv. attenzione
150 µg/m3
40-60 µg /m3 (fumo nero)
Liv. allarme
300 µg/m3
Le concentrazioni delle Polveri Totali Sospese per gli anni 2002-2003, rilevate nella stazione di
Viale Unità d’Italia, si mantengono sostanzialmente entro i valori guida di qualità dell’aria, anche se si è registrato un leggero aumento, che però andrebbe valutato su un arco di tempo di
almeno tre anni di osservazioni.
Tab. 16. Concentrazione media giornaliera di PTS nell’unico punto di monitoraggio (fonte: ARPAT, 2004).
Postazione
Viale Unità d’Italia
2001
106,26 µg/m3
2002
102 µg/m3
2003
110,35 µg/m3
2004 (*)
77,69 µg/m3
(*) dati riferiti al periodo compreso tra l’1 gennaio e il 31 luglio.
⌧ Fig. 4. Diagrammi che descrivono l’evoluzione della concentrazione di PTS nel punto di monitoraggio.
⌧ Fig. 5. Media aritmetica delle concentrazioni di PTS dal 1982 - 2003, postazione di Via Torino.
Consumi energetici e inquinamento atmosferico
La rete di monitoraggio privata posta in Via Torino, mostra un quadro completo di misurazioni dal 1982 al 1993 dove si evidenziano andamenti molto variabili nel tempo. Si nota come i
valori nell’ambito urbano si attestino mediamente per i primi 10 anni intorno ai 60-70 g/m 3 per
poi scendere a valori intorno ai 20 µg/m3 dal 1994 al 1998, per poi risalire repentinamente a valori intorno a 100 g/m3.
41
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Le polveri provenienti da sorgenti non convogliate nell’area industriale rappresentano una
fonte di squilibrio ambientale difficile da determinare in termini di punti di sorgente, nonché
di valutazione delle deposizioni a terra e dei loro quantitativi.
A tal fine un lavoro significativo è stato svolto dall’ARPAT nel dicembre 1998 dal titolo “Studio
previsionale della ricaduta al suolo di polveri provenienti dalla cokeria e dai carbonili presenti all’interno dello stabilimento siderurgico di Piombino” nel quale, per la prima volta, sono state quantificate le emissioni di polveri dovute a questi impianti.
Sulla base dei dati emersi dalla studio, ed in base all’assetto impiantistico esistente all’epoca
delle indagini, le emissioni di polveri prodotte dagli impianti siderurgici di Piombino venivano
stimate in 687 Kg/giorno per i carbonili e 3000 Kg/giorno per la cokeria.
In particolare, per quanto riguarda i carbonili, si tratta di consistenti stoccaggi di fossile approvvigionato
via mare, necessario alla produzione di coke. Il materiale viene movimentato a mezzo di nastri
trasportatori nella zona di messa a parco ubicata nell’area portuale dove viene stoccato per
mezzo di macchine caricatrici.
Tale materiale viene utilizzato tal quale in cokeria, ed in parte, previo trattamento di frantumazione,
vagliatura, essiccamento ed inertizzazione, viene utilizzato direttamente in altoforno.
Un’altra importante sorgente di emissioni di polveri è rappresentata dallo stoccaggio di sottoprodotti e di rifiuti industriali e dalle lavorazioni sussidiarie al ciclo siderurgico della Siderco. La società Siderco opera nell’ambito dello stabilimento della Società Lucchini e svolge lavorazioni sussidiare al ciclo integrato siderurgico che consistono essenzialmente nel rovesciamento della scoria contenuta nelle siviere provenienti dall’acciaieria e nel successivo tentativo di recupero della parte ferrosa per il riutilizzo in altoforno.
Data la natura delle operazioni svolte e la particolare ubicazione del cantiere, posto a ridosso
di Viale Unità d’Italia, la Siderco contribuisce in maniera significativa alla presenza di polveri in
alcune zone della città; le indagini svolte dall’ARPAT nel corso di questi ultimi due anni, hanno
contribuito a individuare tali lavorazioni quali causa dei fenomeni di sedimentazione di polveri nelle zone abitate circostanti, nonché dei superamenti dei livelli di attenzione per le polveri
totali sospese registrati in diverse occasioni dalla centralina posta in viale Unità d’Italia.
Consumi energetici e inquinamento atmosferico
Concentrazioni di PM10
Rapporto sullo stato dell’ambiente
42
Polveri e PM10
Le polveri totali sospese (PTS) o materiale particolato (PM) sono i termini generici che si applicano ad un’ampia classe di sostanze diverse dal punto di vista chimico-fisico, che esistono
in forma di particelle, liquide o solide, con diverse dimensioni.
Le Sorgenti di natura antropica sono generalmente prodotte dalla combustione e dai processi industriali. Quelle prodotte dalla combustione (qualsiasi tipo di combustione: i motori delle auto, le sigarette, le candele, il riscaldamento, i caminetti, ecc.) sono prevalentemente al di
sotto del micrometro e quindi sono le più pericolose.
In generale le polveri grossolane (PM10 e PM7) sono spesso il risultato di polveri fini che si sono
agglomerate, sono aumentate di peso e dimensioni e si sono depositate sulle superfici, per poi venire risollevate dalle turbolenze, e quelle fini (PM2.5) sono quasi sempre prodotte dalla combustione.
Le principali sorgenti di particolato negli ambienti confinati sono tutti gli apparati di combustione e il fumo di tabacco. Altre sorgenti secondarie sono: gli spray, i fumi degli alimenti cucinati, batteri e spore, pollini, secrezioni essiccate di animali domestici (saliva, feci, urina). Particelle più
grossolane provengono essenzialmente dall’esterno (polveri, frammenti biologici, muffe) attraverso
il trasporto umano, la deposizione e il successivo risollevamento.
Effetti sull’ambiente: i danni sui materiali in genere sono legati alla composizione chimica e allo
stato fisico degli altri inquinanti che vi sono associati. L’effetto forse più critico è legato all’enorme superficie di contatto delle polveri sulla quale avvengono numerose reazioni con gli altri inquinanti
adsorbiti. Questo provoca un elevato degrado del materiale su cui si posano le polveri.
Per quanto attiene gli effetti sull’uomo, i maggiori danni sono a carico dell’apparato respiratorio
sia sotto forma di infiammazioni che di tumori. Le dimensioni delle particelle hanno una grossa importanza perché influenzano la capacità di penetrazione nelle vie respiratorie. Le particelle più fini sono più facilmente inalabili e quindi più pericolose. Per questo motivo recentemente sono stati introdotti strumenti di misura della frazione del particolato con diametro inferiore a 10 µm, il cosiddetto PM10.
La Tab. 17 riassume le prescrizioni di legge per il materiale PM10.
Tab. 17. Prescrizioni di legge per il materiale particolato PM10 (D.M. 60/02).
PM10
Protezione della salute umana
Riferimento
Concentrazione oraria
Soglia di attenzione
50 µg/m3
Soglia di allarme
75 µg/m3
I valori medi giornalieri del materiale particolato PM10 per il periodo 2002-2003 sono leggermente inferiori alla soglia di attenzione. In particolare il dato relativo al 2003 la media annua
può considerarsi corrispondente al valore della soglia di attenzione pari a 50 µg/m3.
Tab. 18. Concentrazione media giornaliera di PM10 (fonte: ARPAT, 2004).
Postazione
Cotone
2001
38,29 µg/m3
2002
38 µg/m3
2003
49,9 µg/m3
2004 (*)
39,82 µg/m3
(*) dati riferiti al periodo compreso tra l’1 gennaio e il 31 luglio.
La ⌧ Fig. 6 presenta l’elaborazione grafica dei dati raccolti nella Tab. 5.
⌧ Fig. 6. Andamento della concentrazione media giornaliera di PM10.
Per la zona di Piombino, i valori registrati nella postazione di Cotone, mostrano una situazione di inquinamento di media entità da polveri PM10, anche se tale inquinamento, data la tipologia di insediamenti produttivi presenti nella zona in esame, può assumere un rilevante aspetto igienico-sanitario, dato che le polveri PM10 possono anche essere veicolo degli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA), composti ad elevata tossicità. In particolare, nel corso dei mesi di aprile e maggio 2003 ed in coincidenza di particolari condizioni meteorologiche, i valori
misurati nella postazione del Cotone hanno fatto registrare con frequenza il superamento
delle soglie di attenzione e di allarme fissate dalla Regione Toscana. Sulla scorta di quanto sopra, l’Amministrazione comunale, di concerto con la Provincia di Livorno, l’ARPAT e l’A.S.L., ha
deciso di effettuare una campagna di monitoraggio in ambito urbano allo scopo di valutare la
rappresentatività delle concentrazioni misurate in località Cotone (ed in prossimità dell’impianto
di cokeria) in un contesto più ampio di qualità dell’aria relativamente a tale inquinante.
Benzo (a) pirene (BaP) e altri Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA)
Le principali sorgenti sono individuabili nelle emissioni da motori diesel, da motori a benzina,
da centrali termiche alimentate con combustibili solidi e liquidi pesanti e in alcune attività industriali (cokerie, produzione e lavorazione grafite, trattamento del carbon fossile).
Lo IARC (International Agency for Research on Cancer) ha inserito il BaP e altri IPA con 4-6 anelli
condensati nelle classi 2A o 2B (possibili o probabili cancerogeni per l’uomo) per gli effetti dimostrati “in vitro”. Il contatto diretto e prolungato con gli alveoli facilita l’azione cancerogena, eventualmente potenziata dalla presenza di piombo che abbatte le difese organiche.
Nel territorio comunale di Piombino l’inquinamento atmosferico da idrocarburi policiclici aromatici
(IPA) rappresenta la maggiore criticità per la presenza nell’ambito del ciclo integrato dello stabilimento siderurgico Lucchini dell’impianto di cokeria.
Tale impianto serve al ciclo integrale per la produzione di coke destinato all’altoforno e viene
prodotto attraverso un processo di distillazione di fossile all’interno di forni costituenti essi stessi l’apparato impiantistico della cokeria. Questo processo di lavorazione risulta di particolare
impatto ambientale in quanto il processo di distillazione a secco, che deve avvenire in forni in
assenza di aria e per questo in leggera sovra pressione, crea le condizioni per possibili emissioni diffuse non coinvolgiate nelle fasi di caricamento del fossile, di distillazione e nelle procedure conclusive di sfornamento.
La Tab. 19 indica gli obiettivi di qualità per il benzene e gli IPA secondo quanto prescritto dal
D.M. del 25711/1994.
Tab. 19. Obiettivi di qualità per il benzene e gli IPA secondo il D.M. del 25/11/1994.
Inquinanti
dal 1/1/96
dal 1/1/99
Benzene
Media annuale, ng/m3
15
10
IPA (idrocarburi policiclici aromatici) Media annuale, ng/m3 (rif. al Benzo (a) pirene) 2.5
1
La concentrazione media giornaliera di Benzo-a-pirene supera significativamente i limiti imposti
dalla normativa.
43
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Concentrazioni di Benzo a-pirene
Consumi energetici e inquinamento atmosferico
⌧ Fig. 7. Andamento della concentrazione media giornaliera di PM10 in 4 postazioni urbane (primo semestre 2004).
Tab. 20. Concentrazione media giornaliera di benzo-a-pirene (fonte: ARPAT 2004).
Postazione Cotone
Valore Min
Valore Max
2001
4,5 ng/m3
0,1 ng/m3
80 ng/m3
2002
2,8 ng/m3
0,1 ng/m3
23,9 ng/m3
2003
4,4 ng/m3
0,06 ng/m3
54,82 ng/m3
2004 (*)
9,69 ng/m3
0,05 ng/m3
185,35 ng/m3
(*) dati riferiti al periodo compreso tra l’1 gennaio e il 30 giugno.
Consumi energetici e inquinamento atmosferico
⌧ Fig. 8. Andamento della concentrazione media annua di benzo-a-pirene.
Nel grafico sottostante si ha una visione più dettagliata dell’andamento della concentrazione
di benzo-a-pirene, tuttavia, dall’analisi dei tabulati di misura, si rileva che nel I° trimestre 2004,
la concentrazione media ha raggiunto il valore di 16,17 ng/m3.
L’incremento sostanziale raggiunto nei primi tre mesi del 2004 è dovuto ad un guasto nell’impianto che aspira le polveri provocate dallo scaricamento del coke all’interno delle acciaierie
Lucchini SpA. Il guasto è avvenuto nei primi giorni del 2004 e da quella data molti gas dell’impianto
di cokeria non possono essere opportunamente aspirati.
⌧ Fig. 9. Concentrazioni minime, massime e medie di benzo-a-pirene
(fonte: elaborazione Ufficio Ambiente Circondario Val di Cornia, 2004).
Rapporto sullo stato dell’ambiente
44
Nel corso del 1994 furono effettuate le prime valutazioni sulle concentrazioni al suolo di idrocarburi
policiclici aromatici riscontrate in località Cotone e Montegemoli.
Allora i valori medi delle concentrazioni di benzo(a)pirene risultarono nella zona abitata adiacente la cokeria pari a 27 ng/m3 e di 0,53 ng/m3 nella zona di Montegemoli.
La medesima campagna di monitoraggio è stata ripetuta nel corso del 1998 confermando valori piuttosto elevati in località Cotone.
Successivamente nel periodo ottobre 1998 - novembre 1999 è stata effettuata una campagna di
monitoraggio tesa a verificare la concentrazione di benzo(a)pirene calcolata in base alla media mobile annuale che fece registrare una concentrazione pari a 17,1 ng/m3; un valore nettamente superiore al valore obbiettivo di qualità stabilito dal decreto legislativo 4 agosto 1999 n. 351 in 1 ng/m3.
La causa di queste concentrazioni venne individuata proprio nelle emissioni prodotte dall’impianto di cokeria, impianto in cui il carbon fossile è distillato, in assenza di aria, ad una temperatura di circa 900 °C per un tempo di circa 21 ore e le principali sostanze che caratterizzano le emissioni sono polveri e idrocarburi policiclici aromatici.
Verso la fine degli anni ‘90, l’assenza di alcuni accorgimenti necessari a limitare le emissioni in
atmosfera (con particolare riferimento a quelle di tipo diffuso), la difficoltà di mantenere inal-
Il Biossido di Zolfo
Il biossido di zolfo è un inquinante primario emesso generalmente dai processi di combustione a causa dello zolfo contenuto negli stessi combustibili, ed è sicuramente l’inquinante
più conosciuto e maggiormente monitorato nel corso degli anni.
La Rete di Monitoraggio di Piombino è stata progettata e realizzata per misurare le concentrazioni al suolo di tale inquinante ed in tutte le 13 postazioni di monitoraggio presenti oggi nel comprensorio di Piombino-Follonica-Scarlino si trovano analizzatori in continuo di biossido di zolfo.
Attualmente gli interventi legislativi che hanno progressivamente ridotto la quantità ammissibile dello zolfo nei combustibili e l’estendersi della metanizzazione hanno ridimensionato
l’impatto di questo inquinante sull’ambiente, specialmente nel settore dell’industria. A tal fine si ricordano anche i recenti interventi attuati da parte dell’Enel presso la centrale termoelettrica di Torre del Sale, la quale si è dovuta adeguare ai nuovi standard di qualità relativamente
alle concentrazioni di inquinanti emessi in atmosfera.
Il biossido di zolfo viene misurato in tutte le dieci stazioni della rete di monitoraggio della zona di Piombino.
L’elaborazione dei dati secondo criteri statistici, mediana annua e 98° percentile delle concentrazioni
medie giornaliere, permette il confronto dei risultati ottenuti con i limiti prescritti dalla legislazione
vigente.
L’esame degli andamenti a partire dal 1982 dei valori della mediana e del 98° percentile delle
medie su 24 ore misurate nell’arco dell’anno “ecologico” (dal 1 aprile al 31 marzo dell’anno successivo), consente di evidenziare i seguenti aspetti:
● Il biossido di zolfo è monitorato in tutte le postazioni della rete con elevate percentuali di
funzionamento strumentale (numero di dati validi). In particolare, per l’anno ecologico 19992000, si ritrova una percentuale di funzionamento totale (annuale) della strumentazione per il
rilevamento del parametro biossido di zolfo superiore al 90% (esclusa la postazione di Piazza
45
Rapporto sullo stato dell’ambiente
⌧ Fig. 10. Andamento della concentrazione media di Benzo-a-pirene (ng/m3) in località Cotone
(periodo ottobre 1999 - settembre 2004).
Consumi energetici e inquinamento atmosferico
terata nel tempo l’efficienza dei sistemi di abbattimento e di contenimento presenti, le particolari sollecitazioni di queste tipologie di impianti, l’obsolescenza tecnologica e l’elevato stato di degrado traduceva il tutto in una situazione impiantistica di rilevante impatto ambientale.
Consistenti interventi hanno portato l’attuale assetto impiantistico che consta di una sola batteria da 45 forni e la ristrutturazione dell’esistente batteria da 27 forni.
La nuova batteria 45 forni è dotata di transfert car o cappa di aspirazione alle operazioni di sfornamento nonché di un sistema automatico di pulizia porte che utilizza acqua ad alta pressione e di una macchina caricatrice con un dispositivo automatico di pulizia dei coperchi e di un
dispositivo ulteriore per la loro sigillatura.
La ricostruzione è stata accompagnata da un calo significativo delle concentrazioni di IPA
(come si nota nel grafico) durante il quale (aprile 2003) sono stati raggiunti valori prossimi all’obbiettivo di qualità.
Successivamente la situazione è andata progressivamente peggiorando con una tendenza al
rialzo dei valori la cui causa è da attribuirsi ad un peggioramento della situazione impiantistica dovuta ad una carenza di interventi di manutenzione in coincidenza con la grave situazione congiunturale che ha interessato il Gruppo Lucchini verso la fine dello scorso anno e che
si è conclusa con la ristrutturazione aziendale ed il cambio societario.
Consumi energetici e inquinamento atmosferico
Bovio a Piombino), con un minimo pari al 81% nella postazione di Scarlino Scalo (Grosseto) ed
un massimo pari al 97% nelle postazioni di Bocca di Cornia, Tolla Alta e Riotorto.
● per tutto il periodo sono stati ampiamente rispettati i valori limite di qualità dell’aria previsti dal D.P.R. 203/88, ed partire dall’anno 1985 i valori si sono mantenuti per tutte le postazioni
al disotto di 40 µg/m3, indicato dal D.P.R. 203/88 come il valore minimo, per la media aritmetica delle concentrazioni medie su 24 ore rilevate nell’arco di un anno, da adottarsi come valore guida di qualità dell’aria. Dal 1986 tutte le postazioni hanno fatto registrare mediane annue inferiori a 20 µg/m3, per poi raggiungere negli ultimi anni valori intorno al limite di rivelabilità strumentale (1 µg/m3), per cui é evidente una progressiva riduzione nel tempo dei valori
sia della mediana che del 98° percentile;
● I livelli di inquinamento da biossido di zolfo sono estremamente contenuti nel territorio sottoposto a monitoraggio, sia come inquinamento diffuso e persistente durante tutto l’arco
dell’anno (associabile al parametro statistico della mediana dei dati raccolti) che come episodi
acuti di inquinamento legati a particolari condizioni meteoclimatiche (associabile al parametro statistico del 98° percentile dei dati raccolti).
Infatti, nel periodo 1.04.1999 - 31.03.2000 la mediana annua più elevata risultano quelle delle postazioni di Scarlino Scalo e Venturina con 5 µg/m3, valore che tuttavia rappresenta solo il 6,2 % del
limite di legge (80 µg/m3), mentre il 98° percentile annuo più elevato risulta quello della postazione di Venturina con 38 µg/m3, valore che tuttavia rappresenta il 15,2% del limite di legge (250 µg/m3),
tuttavia per tutte le altre postazioni di monitoraggio si riscontrano mediane tutte inferiori al 5% del
limite di legge, mentre i valori dei 98° percentili sono tutti inferiori al 15% del limite di legge.
I livelli di biossido di zolfo hanno mostrato quindi negli anni una progressiva diminuzione,
tanto che nell’anno 2002 non si sono avuti superamenti del valore limite giornaliero di 125 µg/m3
e tutte le medie annuali sono inferiori al valore limite di 20 µg/m3.
La situazione rilevata dalle postazioni ubicate nel comprensorio di Piombino, dove i dati rilevati hanno sempre mostrato valori estremamente contenuti di biossido di zolfo, confermano
che la componente di inquinamento industriale per il biossido di zolfo ha una influenza marginale sulla qualità dell’aria in tale zona.
⌧ Fig. 11. Mediana delle concentrazioni di SO2 anni 1982-2003, postazione di Via Modiglioni.
Rapporto sullo stato dell’ambiente
46
⌧ Fig. 12. Mediana delle concentrazioni di SO2 anni 1982-2003, postazione “Le Guinzane”.
⌧ Fig. 13. Mediana delle concentrazioni di SO2 anni 1982-2003, postazione “Tolle Alta”.
⌧ Fig. 15. Mediana delle concentrazioni di SO2 anni 1982-2003, postazione “Paduletto”.
Consumi energetici e inquinamento atmosferico
⌧ Fig. 14. Mediana delle concentrazioni di SO2 anni 1982-2003, postazione Piazza G. Bovio.
⌧ Fig. 16. Mediana delle concentrazioni di SO2 anni 1982-2003, postazione “Riotorto”.
Rapporto sullo stato dell’ambiente
47
⌧ Fig. 17. Mediana delle concentrazioni di SO2 anni 1982-2003, postazione “Bocca di Cornia”.
Consumi energetici e inquinamento atmosferico
⌧ Fig. 18. Mediana delle concentrazioni di SO2 anni 1982-2003, postazione “Cotone”.
Rapporto sullo stato dell’ambiente
48
⌧ Fig. 19. Mediana delle concentrazioni di SO2 anni 1982-2003, postazione Via Torino.
4.3.3 Emergenze da inquinamento
Per emergenze da inquinamento atmosferico si intendono i superamenti dei livelli di attenzione
e di allarme delle sostanze inquinanti nell’aria.
I limiti di riferimento, per i diversi inquinanti, sono stabiliti dalla recente normativa europea e
sono stati recepiti con il DM n° 60/02; per le Polveri Totali Sospese il riferimento legislativo è
il D.M. 15/04/1994, mentre per il Benzo-a-pirene è il D.M. 25/11/1994.
Nella Tab. 21 sono riportati tutti i superamenti dei valori imposti dalla normativa, registrati
negli anni 2001-2004 nelle due stazioni del Comune di Piombino.
Tab. 21. Numero dei superamenti annuali dei livelli di attenzione
(fonte: elaborazione Ufficio Ambiente Circondario Val di Cornia, 2004).
2001
2002
2003
2004 (*)
Viale Unità d’Italia
2001
2002
2003
2004 (*)
NO2
max media oraria
>200 µg/m3
0
0
0
0
CO
media 8 ore
>10 mg/m3
0
2
0
0
PM10
media giornaliera
≥ 50 µg/m3
66 (18% sul totale delle misure)
54 (15,2% sul totale delle misure)
121 (38,17% sul totale delle misure)
21 (22,1% sul totale delle misure)
NO2
max media oraria
>200 µg/m3
0
0
1
0
CO
Media 8 ore
>10 mg/m3
0
0
0
0
PTS
Media giornaliera
> 150 µg/m3
23 (17,55% sul totale delle misure)
36 (12,8% sul totale delle misure)
61 (17,5% sul totale delle misure)
7 (3,6% sul totale delle misure)
Benzo-a-pirene**
media annuale
> 1 ng/m3
87 (65,9% sul totale delle misure)
64 (54,7% sul totale delle misure)
49 (43% sul totale delle misure)
28(50% sul totale delle misure)
(*)dati riferiti al periodo compreso tra il 1 gennaio ed il 31 luglio per NO2, CO, PM10 e dal 1 gennaio e 30 giugno per il Benzo a pirene.
(**) la normativa non parla di livelli di attenzione ma solo di obiettivi di qualità.
49
Tab. 22. Numero dei superamenti annuali dei livelli di allarme.
Cotone
NO2
CO
max media su 3 ore consecutivemedia 8 ore
>400 µg/m3
>30 mg/m3
2001
0
0
2002
0
0
2003
0
0
2004 (*)
0
0
Viale Unità d’Italia
NO2
CO
max media su 3 ore consecutivemedia 8 ore
>400 µg/m3
>30 mg/m3
2001
0
0
2002
0
0
2003
1
0
2004 (*)
0
0
PM10
media giornaliera
≥ 75 µg/m3
9 (2,4 % sul totale misure)
10 (2,87 % sul totale misure)
24 (7,57% sul totale misure)
2 (2,1 % sul totale misure)
PM10
media giornaliera
≥ 75 µg/m3
0
1 (0,35 % sul totale misure)
2 (0,57 % sul totale misure)
0
(*) dati riferiti al periodo compreso tra l’1 gennaio e il 31 luglio.
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Cotone
Consumi energetici e inquinamento atmosferico
Il Decreto del Ministro dell’Ambiente 15 aprile 1994 “Norme tecniche in materia di livelli
e di stati di attenzione e di allarme per gli inquinanti atmosferici nelle aree urbane, ai sensi degli articoli 3 e 4 del decreto del Presidente della Repubblica 24 maggio 1988, n. 203, e dell’articolo 9 del decreto del Ministro dell’ambiente 20 maggio 1991” definisce:
Stato di attenzione: una situazione di inquinamento atmosferico che, se persistente, determina il rischio che si raggiunga lo stato di allarme.
Stato di allarme: una situazione di inquinamento atmosferico suscettibile di determinare una condizione di rischio ambientale e sanitario.
Livelli di attenzione e di allarme: le concentrazioni di inquinanti atmosferici che determinano lo stato di attenzione e lo stato di allarme.
Il Decreto Legislativo 4 agosto 1999, n. 351 “Attuazione della direttiva 96/62/CE in materia di valutazione e di gestione della qualità dell’aria ambiente” definisce:
Soglia di allarme: livello oltre il quale vi è un rischio per la salute umana in caso di esposizione di
breve durata e raggiunto il quale si deve immediatamente intervenire a norma del presente decreto.
4.4 Pressioni
Il paragrafo che segue illustra le principali pressioni sui temi del consumo di energia e l’inquinamento atmosferico. Tali pressioni hanno impatto sulla qualità dello stato comportando un
deterioramento dello stesso. In tale ambito gli aspetti individuati sono i seguenti:
* Consumi energetici
* Emissioni
Consumi energetici e inquinamento atmosferico
4.4.1 Consumi energetici
Per quanto riguarda l’uso dei combustibili fossili la tendenza non è positiva, in quanto quasi
il 100% dei consumi è assicurato dalle fonti tradizionali, per contro le fonti rinnovabili hanno
un peso assolutamente trascurabile.
All’interno dei combustibili fossili tende a ridursi l’incidenza del carbone e, in modo più marcato, quella dei prodotti petroliferi, sostituiti dal gas naturale e dai gas residui dei processi industriali. La Val di Cornia è complessivamente caratterizzata da un elevato consumo di energia elettrica, dovuto soprattutto dalla presenza della grande polo industriale. Si riporta di seguito il consumo di energia elettrica nei 5 Comuni suddiviso per settore. I dati si riferiscono all’energia venduta da Enel e non considera le autoproduzioni.
Tab. 23. Consumo di energia elettrica nei Comuni della Val di Cornia per Settore riferito all’anno 2002.
(fonte: Analisi energetica relativa al circondario della Val di Cornia, Università di Firenze, 2004).
Campiglia M.ma En. Attiva kWh
%
Piombino
En. Attiva kWh
%
San Vincenzo En. Attiva kWh
%
Sassetta
En. Attiva kWh
%
Suvereto
En. Attiva kWh
%
Val di Cornia
En. Attiva kWh
%
domestico
14009318
20,6
36444845
4,6
9996816
36,5
653335
48,9
3890423
37,3
64994737
6,8
siderurgia
851225
1,3
482632646
61,5
0
0
0
0
0
0
483483871
57,5
industria
40217818
59,1
219685035
28
4461783
16,3
122245
9,2
3970485
38,1
268457366
27,9
terziario
11531080
16,9
44759728
5,7
12710833
46,5
383248
28,7
2059870
19,8
71444759
7,4
Totale
68088087
100
785168764
100
27353282
100
1335088
100
10427284
100
892372505
100
La Tab. 23 mette in evidenza l’importanza che riveste la grande industria nel consumo di energia elettrica nel Comune di Piombino. Significativo risulta anche il consumo a Campiglia e
Suvereto. San Vincenzo e Sassetta, hanno invece maggiori consumi in percentuale nel settore domestico e terziario.
Tab. 24. Variazione dei consumi di energia elettrica per l’intera Val di Cornia (valori arrotondati).
Anno
50
Rapporto sullo stato dell’ambiente
agricoltura
1478646
2,2
1646510
0,2
183850
0,7
176260
13,2
506506
4,9
3991772
0,4
2001 (*)
2002 (§)
Consumi
elettrici totali
Consumi
pro-capite
Consumi
domestici
Consumi
domestici
pro-capite
Consumi
elettrici
non domestici
kWh
892.900.000
892.300.000
kWh/ab
15.606
15.596
kWh
62.300.000
65.000.000
kWh/ab
1.087
1.136
kWh
830.600.000
827.300.000
Consumi
elettrici
non domestici
pro-capite
kWh/ab
14.519
14.461
(*) Fonte EALP 2001 sa Rapporto sullo Stato dell’Ambiente della Provincia di Livorno;
(§) Fonte Analisi energetica relativa al circondario della Val di Cornia, Università di Firenze, 2004.
⌧ Fig. 21. Percentuale aumento dei consumi di energia elettrica in 3 Comuni della Val di Cornia
(fonte: Analisi energetica relativa al circondario della Val di Cornia, Università di Firenze, 2004).
51
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Per San Vincenzo, infatti, come più volte ripetuto, l’attività predominante è quella turistica; Sassetta invece non ha attività particolarmente importanti né nel campo dell’industria né in altri
settori, pertanto i consumi risultano determinati dalle attività domestiche.
È interessante anche studiare l’evoluzione delle richieste elettriche negli ultimi sette anni, che
riportiamo nelle tabelle sottostanti.
È evidente che nel 2002 tutti i consumi sono cresciuti rispetto a quelli del 1995. Un particolare aumento si riscontra nell’agricoltura nei Comuni di Piombino e Suvereto. Praticamente costanti restano in consumi domestici, mentre quelli industriali crescono soprattutto a Suvereto seguito da Campiglia Marittima e Piombino. Andamenti particolari di tutte le tipologie di consumi sono tra gli anni 1997 e 1999 dove si notano diverse inversioni di tendenza.
Consumi energetici e inquinamento atmosferico
⌧ Fig. 20. Elaborazione grafica dei dati presentati dalla Tab. 23.
Nel Comune di Campiglia M.ma i maggiori consumi sono dovuti all’uso domestico e sono pari a circa 13,5 GWh, ciononostante rappresentano il 20% dei consumi totali, mentre il restante è dovuto al sistema produttivo locale, in particolare dalla soc.B-PACK DUE SpA, industria di
materie plastiche, così come la Vanplast che produce tubi con consumi di circa 2,7 GWh. Anche gli impianti relativi alle attività estrattive presenti in questo Comune determinano consumi consistenti pari a quasi 6 GWh. Campiglia è il secondo Comune della Val di Cornia per consumi di energia elettrica soprattutto per la presenza dell’area artigianale di Venturina.
Il polo siderurgico di Piombino determina un grande consumo di energia elettrica dalla rete nazionale e quindi da Enel per circa 482 GWh, alla quale va aggiunta tutta l’energia autoprodotta all’interno del complesso industriale.
Tab. 23. Consumi totali nel Comune di Piombino nel 2002
(fonte: Analisi energetica relativa al circondario della Val di Cornia, Università di Firenze, 2004).
Consumi energetici e inquinamento atmosferico
Tipologia di consumo
Energia prelevata dalla rete (GRTN) dall’industria siderurgica
Energia elettrica consumata a Piombino (escluso Polo siderurgico)
Energia prelevata da rete (GRTN) aPiombino
Energia elettrica autoprodotta dall’industria siderurgica
Totale energia elettrica consumata dall’industria
Totale energia elettrica consumata a Piombino
Consumo di energia Composizione
elettrica
percentuali
482.608.257 kWh
A
302.560.507 kWh
B
785.168.764 kWh
A+B
329.739.156 kWh
C
812.347.413 kWh
A+C
1.114.907.920 kWh
A+B+C
Notevoli consumi di energia derivano dalla produzione di gas tecnici pari a 205 GWh, riconducibili
alla SOL SpA che produce prevalentemente ossigeno liquido. Il consumo domestico a Piombino raggiunge i 34 GWh. Altre attività economiche, industriali e commerciali sono presenti a
Piombino, come per esempio la Coop Toscana Lazio con il centro di smistamento di Riotorto
consuma circa 6,6 GWh o l’impianto di trattamento degli RSU di ASIU SpA che consuma circa
3,5 GWh annui.
Per i Comuni di San Vincenzo, Suvereto e Sassetta i consumi sono soprattutto domestici rispettivamente 9,5, 3,8 e 0,6 GWh. Per San Vincenzo prevale un 17% relativo agli alberghi (4,6
GWh) e l’impianto della cava Solvay (1,6 GWh), mentre a Suvereto si pone in evidenza un consumo energetico di 1,6 GWh per l’emungimento di acqua che si attesta al 16% del totale.
Tab. 24. Consumi energetici pro-capite, anno 2001 (fonte: Elaborazioni dati EALP).
Area livornese
Bassa Val di Cecina
Val di Cornia
Isola d'Elba
Provincia Livorno
Regione Toscana
Consumi energetici (ktep)
1.222
897
2.163
64
4.345
11.462
Abitanti
177.313
68.621
57.213
30.382
333.529
3.498.000
Consumi energetici pro-capite (tep)
6,9
13,1
37,8
2,1
13,0
3,3
(*) Per la Regione Toscana il dato è riferito al 1999.
52
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Percentuale sul
consumo totale
43,3
27,1
70,4
29,6
72,9
100
Nel 1996 il consumo energetico pro-capite per la provincia di Livorno era di 11,3 tep. Nel
1999 era salito a 12,1 tep, circa 4 volte il valore medio regionale pari a 3,3 tep. Si evidenzia pertanto la costante crescita dei consumi energetici lordi che possono essere riferiti mediamente ad ogni abitante del territorio provinciale.
La Val di Cornia ha valori addirittura tre volte superiori alla media regionale e due volte a quella provinciale.
Tab. 25. Consumi elettrici pro- capite, anno 2001 (fonte: Elaborazioni dati EALP su dati GRTN e Enel Distribuzione).
Area
Area livornese
Bassa Val di Cecina
Val di Cornia
Isola d'Elba
Provincia Livorno
Regione Toscana
Consumi elettrici (GWh)
836,3
1.078,2
892,9
191,1
2.999
18.987
Abitanti
177.313
68.621
57.213
30.382
333.529
3.498.000
Consumi elettrici Pro-capite (kWh)
4.717
15.712
15.606
6.291
8.990
5.428
Tab. 26. Consumi complessivi di energia (tep) - settore residenziale - anno 2001
(fonte: Elaborazioni Ealp su dati Enel Distribuzione, Snam Rete Gas, ASA, Italgas, Ministero Attività Produttive).
Comb. Solidi
Comb. Liquidi
Gas
Elettricità
Totale
Area Livornese
951
42.832
15.182
58.965
Bassa V. Cecina
8.563
12.214
7.169
27.946
Val di Cornia
3.235
11.299
5.612
20.145
Isola d'Elba
6.279
4.477
10.756
Totale provincia
19.028
66.345
32.440
117.813
Consumi energetici finali del settore terziario
Anche per il settore terziario l’area Livornese è quella che rappresenta da sola una parte significativa
dei consumi totali dell’intera provincia (42%).
Tab. 27. Consumi complessivi di energia (tep) - settore terziario - anno 2001
(fonte: Elaborazioni Ealp su dati Enel Distribuzione, Snam Rete Gas, ASA, Italgas, Ministero Attività Produttive).
Comb. Solidi
Comb. Liquidi
Gas
Elettricità
Totale
Area Livornese
7.922
8.424
13.545
29.890
Bassa V. Cecina
5.149
5.475
8.804
19.428
Val di Cornia
3.109
3.306
5.316
11.732
Isola d'Elba
3.624
6.197
9.821
Totale provincia
19.804
17.205
33.862
70.871
Consumi energetici finali del settore industriale
Per il settore industriale la Val di Cornia incide per più della metà dei consumi complessivi di
energia a livello provinciale.
Tab. 28. Consumi complessivi di energia (tep) - settore industriale - anno 2001
(fonte: Elaborazioni Ealp su dati Enel Distribuzione, Snam Rete Gas, ASA, Italgas, Ministero Attività Produttive).
Comb. Solidi
Comb. Liquidi
Gas
Elettricità
Totale
Area Livornese
94.242
62.330
43.238
199.810
Bassa V. Cecina
166.800
32.006
76.528
275.333
Val di Cornia
363.270
143.448
171.065
65.814
743.596
Isola d'Elba
12.510
5.740
18.250
Totale provincia
363.270
417.000
265.400
191.319
1.236.989
53
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Consumi energetici finali del settore residenziale
Per il settore residenziale la fonte di energia più utilizzata risulta essere il gas, sia a livello provinciale (56,3%) che delle altre aree territoriali, ad eccezione dell’Isola d’Elba il cui utilizzo è nullo. Per quanto riguarda i consumi totali di questo settore il 50% derivano dall’area Livornese,
mentre la Val di Cornia rappresenta circa il 17%.
Consumi energetici e inquinamento atmosferico
Sull’alto valore della provincia di Livorno, ed in particolare su quello relativo sia alla Bassa Val
di Cecina che alla Val di Cornia, incide la presenza di industrie di grandi dimensioni ad alta intensità energetica, quali la siderurgica a Piombino e la chimica Solvay a Rosignano.
Nei seguenti paragrafi sono riportati i consumi finali di energia all’anno 2001 per settore di utilizzo, per fonte energetica utilizzata e per SEL.
Tali consumi comprendono l’energia impiegata negli usi finali: combustibili solidi, liquidi, gassosi e l’energia elettrica. Tali fonti energetiche sono considerate al netto dell’energia primaria
utilizzata per produrre energia elettrica.
Per consumi energetici finali si intende la somma delle fonti energetiche primarie e fonti secondarie
assorbite da tutti i settori di consumo finale: agricoltura, industria (es: estrattiva, manifatturiera,
delle costruzioni ecc..), usi civili e trasporti. Gli usi finali dell’energia rappresentano gli impieghi ai quali è destinata l’energia consegnata agli utilizzatori (utenze) dopo le trasformazioni operate dal settore energetico. La domanda di energia può essere distinta in relazione agli usi
finali (calore, illuminazione, movimento meccanico, elettrochimica ecc.) o per forma energetica (meccanica, elettrica, termica).
Consumi energetici finali del settore agricolo
Per il settore agricolo la fonte di energia più utilizzata risultano essere i combustibili liquidi, sia
a livello provinciale (97,4%) che delle altre aree territoriali.
Tab. 29. Consumi complessivi di energia (tep) - settore agricolo - anno 2001
(fonte: Elaborazioni Ealp su dati Enel Distribuzione e Ministero Attività Produttive).
Comb. Solidi
Comb. Liquidi
Gas
Elettricità
Totale
Area Livornese
4.885
131
5.016
Bassa V. Cecina
12.064
444
12.508
Val di Cornia
12.949
231
13.180
Isola d'Elba
2.885
65
2.950
Totale provincia
32.783
871
33.654
Consumi energetici e inquinamento atmosferico
Consumi energetici finali del settore trasporti
Per il settore trasporti è interessante notare come in Val di Cornia si sia registrato un consumo nullo di metano.
Rapporto sullo stato dell’ambiente
54
Tab. 30. Consumi complessivi di energia (tep) - settore trasporti - anno 2001
(fonte: Elaborazioni Ealp su dati ACI e Ministero Attività Produttive).
Benzina
Gasolio
Metano
GPL
Totale
Area Livornese
69.229
117.380
705
10.080
197.394
Bassa V. Cecina
24.699
61.050
360
4.435
90.544
Val di Cornia
21.923
41.926
2.848
66.697
Isola d'Elba
11.930
23.866
1.685
37.481
Totale provincia
127.781
244.222
1.065
19.048
392.116
Tab. 31. Classificazione dei mezzi di trasporto della Val di Cornia in base al tipo di combustibile utilizzato
(fonte: elaborazioni Ealp su dati ACI).
Combustibile
Benzina
Gasolio
GPL
Metano
Totale
Autovetture
29.000
3.700
900
200
33.800
Autocarri
300
2.400
12
4
2.716
Autobus
82
82
Motocicli
5.799
5.799
Altri
2.083
2.083
Nei grafici seguenti sono riportati i consumi di combustibile liquido, gas ed energia elettrica per
settore di attività.
Il settore industriale risulta quello che incide in maniera preponderante sul consumo delle
suddette fonti energetiche, in particolare nella misura di circa l’88% per il combustibile liquido, di circa il 92% per il gas e di circa il 85% per l’energia elettrica.
⌧ Fig. 22. Consumi complessivi di combustibile liquido per settore di attività, 2001.
⌧ Fig. 23. Consumi complessivi di gas per settore di attività, 2001.
Combustibile
Campiglia M.ma
Piombino San Vincenzo
Gas naturale (n. m3)
5.814.554
8.244.444
2.818.320
Gas naturale ind. sider. (n. m3)
— 157.534.022
—
Totale (n. m3)
5.814.554 165.778.466
2.818.320
Sassetta
—
—
—
Suvereto
Totale
488.305 17.365.623
— 157.534.022
488.305 174.899.645
4.4.2 Emissioni
L’analisi delle emissioni dei principali inquinanti nella Val di Corni ha consentito di ricavare due
serie di indicatori di pressione che provvedono a fornire una rappresentazione sintetica sia del
carico inquinante presente nel territorio (distribuzione spaziale delle emissioni) in un determinato
periodo temporale (generalmente un anno), che la quota di carico inquinante per persona, sempre riferita ad un dato territorio e periodo temporale.
Il primo indicatore si esprime in tonnellate di sostanza inquinante emessa su 1 Km2 di superficie. Si ricava dividendo la massa inquinante in emissione riferita all’ambito territoriale di riferimento (in questo caso il territorio comunale) per la relativa estensione territoriale: si esprime,
pertanto, in t/Km2.
Il secondo indicatore è definito in Kg di sostanza inquinante emessa attribuibili ad un abitante di un determinato territorio e si ricava dividendo la massa inquinante in emissione riferita
all’ambito territoriale in esame (in questo caso il territorio comunale) per il numero di abitanti presenti su quel territorio: si esprime quindi in Kg/ab.
Secondo la classificazione indicata dall’IRSE, le sorgenti di inquinamento si suddividono in tre
distinte tipologie:
* sorgenti puntuali, si intendono quelle sorgenti di emissione che è possibile localizzare direttamente,
tramite coordinate geografiche sul territorio (per esempio, gli impianti industriali);
* sorgenti lineari, si intendono le principali arterie di comunicazione (stradali, ferroviarie, marine, fluviali...) dove il traffico dei mezzi di locomozione genera emissioni in atmosfera di sostanze inquinanti;
55
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Tab. 32. Consumi di gas naturale in Val di Cornia per industria e per altri scopi
(fonte: Analisi energetica relativa al circondario della Val di Cornia, Università di Firenze, 2004).
Consumi energetici e inquinamento atmosferico
⌧ Fig. 24. Consumi complessivi di elettricità per settore di attività, 2001.
* le sorgenti diffuse, sono tutte quelle non classificabili né come sorgenti puntuali né come sorgenti lineari e che necessitano, per la stima delle emissioni, di una metodologia statistica;
l’inquinamento da sorgenti diffuse è, per esempio, quello generato dal traffico veicolare, dall’uso di caldaie (nel settore industriale, terziario e agricolo), da attività manifatturiera di diversa natura, da attività di smaltimento dei rifiuti, dall’agricoltura e dall’allevamento.
Consumi energetici e inquinamento atmosferico
Tab. 33. Principali Sorgenti puntuali in Val di Cornia
(fonte: Rapporto sullo stato dell’ambiente della Provincia di Livorno, dicembre 2003).
Rapporto sullo stato dell’ambiente
56
Azienda
Sider Calce
Enel SpA*
La Magona d'Italia SpA
Comune
Campiglia M.ma
Piombino
Piombino
Lucchini SpA
Piombino
Attività
Produzione di calce forno rotante
CTE pubbliche - Caldaie ≥ 300 MWth
Zincatura laminati in acciaio
Industria - Caldaie < 50 MWth
Altra verniciatura industriale
Industria - Caldaie tra 50-300 MWth
Industria - Caldaie < 50 MWth
Impianti di sinterizzazione
Produzione di acciaio (forno basico ad ossigeno)
Forni siderurgici per il riscaldamento successivo
Forni da coke (perdite dalle porte e spegnimento)
Operazioni di carico degli altoforni
Foroi da coke
Cowpers di altoforni
Spillatura della ghisa di prima fusione
*Centrale termoelettrica Torre del sale
Tab. 34 Emissioni dalle centrali CET 2 e 3, Enel Produzione e Elettra GLL.
Anno
1999
2000
2001
2002
2003
SO2
1235
1033
1088
1780
Emissioni (t/anno)
CET/2 e CET/3
NOX
Polveri
527
131
692
119
927
96
752
123
CO2
1766525
2086954
2125466
SO2
30.489
35.904
25.633
16.544
⌧ Fig. 25. Elaborazione grafica dei dati sulle emissioni delle centrali CET 2 e 3.
Emissioni (t/anno)
ENEL Produzione
NOX
Polveri
CO2
5.120
554
7.123
712
3.977.528
5.001
524
3.289.808
4.512
393
2,940.756
2.101.546
Emissioni di CO2
In questo paragrafo viene presentato un quadro della situazione delle emissioni di gas serra attribuibili al settore energia, confrontando i valore della Val di Cornia con gli altri SEL della
provincia e con la Regione Toscana.
Di seguito sono considerate solo le emissioni climalteranti.
Tab. 35 Emissioni di CO2 complessive e per abitante a livello di SEL (anno 2001)
(fonte: Elaborazione dati Ealp).
Territorio
Area Livornese
Bassa Val di Cecina
Val di Cornia
Isola d'Elba
Provincia Livorno
Regione Toscana
Emissioni CO2 (tonn.)
4.028.242
1.305.406
8.915.642
190.436
14.439.726
33.975.827
CO2/abitante (tonn.)
22,7
19,0
155,8
6,3
43,3
9,7
Anche i suddetti indicatori evidenziano la criticità della provincia di Livorno in termini di emissioni di CO2 ed in particolare della Val di Cornia che presenta un valore procapite 16 volte superiore alla media regionale.
57
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Sulle emissioni regionali, la CO2 prodotta in provincia di Livorno, incide per il 43%. Sono in particolare il settore della produzione di energia elettrica, con un’incidenza dell’83% sul valore regionale, e dell’industria, incidenza del 52%, a pesare maggiormente in rapporto alle emissioni regionali.
L’incremento delle emissioni di CO2 tra il 1999 ed il 2001 è dovuto principalmente alla produzione di energia elettrica: l’entrata in funzione di nuove centrali di produzione ha fatto crescere
le emissioni climalteranti di 1 milione di tonnellate.
Come per gli indicatori energetici, anche per quelli relativi alle emissioni di CO2 si hanno a livello provinciale valori nettamente superiori rispetto alla media regionale.
Consumi energetici e inquinamento atmosferico
⌧ Fig. 26. Emissioni di CO2 (in tonnellate) nella provincia di Livorno derivanti dal consumo e dalla produzione di
energia (stima in base ai consumi energetici ed al mix di combustibili utilizzati)
(fonte: elaborazione dati Ealp, 2001).
Consumi energetici e inquinamento atmosferico
⌧ Fig. 27. Emissioni di CO2 pro-capite (in tonnellate di CO2/abitante).
Rapporto sullo stato dell’ambiente
58
Vista l’enorme criticità ambientale che rappresenta la quantità di CO2 emessa in atmosfera dalla Val di Cornia, per opportuni confronti con altre realtà della Provincia e della Regione, si riportano alcuni dati elaborati dal Piano di Azione Ambientale (P.R.A.A.) della Regione Toscana
(anno 2004-2006).
Tab. 36 Emissioni di CO2 registrate a livello regionale (fonte: PRAA).
Regione Toscana
Emissioni CO2 eq. Procapite (tCO2 eq./ab)
Emissioni CO2 eq. Per addetto (tCO2 eq./add.)
Valore
174,8
430,1
Media regionale
12,3
29,1
Le emissioni degli altri principali inquinanti, limitatamente ai Comuni di Piombino, San Vincenzo
e Campiglia M.ma, sono sintetizzate nella Tab. 37, suddivise per Comune. Dalla tabella si evince che gli inquinanti più diffusi in questi tre Comuni sono gli SOx (49,3%) e il CO (31,3%), seguono gli NOx (14, 4%), i COV (4,1 %) e il PM10 (0,9%). In particolare nel Comune di Piombino
l’inquinante più diffuso sono gli SOx (51,2%), mentre negli altri due Comuni prevale il CO
(53,3% S. Vincenzo e 53,9 Campiglia M.ma).
Tab. 37 Tipologia e stima delle emissioni nella Val di Cornia, anno 2001 (fonte: Regione Toscana).
Emissioni
NOx
PM10
SOx
CO
COV
Totale
Piombino
12.037
582
43.405
25.726
2.951
84.701
San Vincenzo
141
148
18
585
205
1.097
Campiglia M.ma
516
101
35
1.251
417
2.320
Totali
(t/anno)
12.694
831
43.458
27.562
3.573
88.118
% sul totale
14,4
0,9
49,3
31,3
4,1
100,0
Tab. 38 Emissioni di CO, COV, PM10, NOx, NH3, SOx (tonnellate/anno), anno 2000 (fonte: Regione Toscana).
Val di Cornia
TOSCANA
CO
26.046
348.753
COV
3.728
149.696
PM10
1.411
14.966
NOx
13.705
95.182
NH3
235
11.551
SOx
39.149
77.853
Tab. 39. Emissioni di gas serra per componente e totali (t/anno di CH4, N2O, CO2 e CO2 equivalente;
emissioni di gas serra per superficie e procapite CO2 eq/Km2 e CO2 eq/ab), anno 2000
(fonte: “Segnali ambientali in Toscana”, Regione Toscana).
Val di Cornia
TOSCANA
Emissioni
CH4
5.966
22.673
Emissioni
CO2
8.135.797
32.488.524
Emissioni
N2O
2.583
8.371
Emissioni
CO2 equivalente
9.061.705
39.843.514
Emissioni
CO2 eq/Km2
24.743
1.733
Emissioni
CO2 eq/ab
158
11
4.5 Determinanti
Di seguito si presentano i principali determinanti antropici, che causano le pressioni sopra citate. In particolare, gli aspetti descritti sono:
● Industria e servizi
● Rischio industriale
● Popolazione
● Attività estrattive
● Traffico urbano e trasporto stradale extraurbano
Tab. 40 Censimento anni 1991 e 2001 (fonte: dato Istat – 8° Censimento Industria e Servizi 2001).
Settore
Industria
Commercio
Servizi
Istituzioni
Unità produttive
1991
802
1483
1302
403
Unità produttive
2001
924
1.390
1.787
414
Addetti
1991
9621
4211
4529
2891
Addetti
2001
7.665
3.892
5.579
2.996
59
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Le Aziende principali presenti sul territorio piombinese sono di seguito elencate:
● LUCCHINI SpA : Azienda siderurgica a ciclo integrale, principale polo italiano per la produzione di laminati lunghi;
● LAMAGONA D’ITALIA SpA (Gruppo Arcelor): Azienda metalmeccanica , tra i principali produttori italiani di lamiere zincate e/o verniciate destinate alla produzione di elettrodomestici,
industria automobilistica, contenitori per alimenti ecc;
● SOL SpA: Industria perla produzione di gas tecnici e gas medicali (ossigeno, azoto, argon);
● CENTRALE TERMOELTRRICA ENEL Torre del Sale: 4 gruppi dal 320 MW cadauno alimentata ad olio combustibile;
● DALMINE SpA: Industria per la produzione di tubazioni saldate per condotte di gas e acqua;
● PORTO DI PIOMBINO: presenza di traffico industriale di materie prime e prodotti finiti e con
traffico turistico commerciale per l’arcipelago toscano e Sardegna.
Per quanto attiene la situazione dell'inquinamento atmosferico risulta che, per i principali inquinanti si rilevano valori medi annui inferiori ai Valori di Attenzione (eccetto che per PM10 nell’anno 2003) imposti dalla normativa vigente, tuttavia si osservano trend in leggero peggioramento per NOx, CO, PTS e PM10. Per SO2 invece si rileva un sostanziale miglioramento generale su tuttoilterritorio della Val di Cornia con piccoli aumenti negli ultimi anni in alcune zone
urbane di Piombino (Via Modiglioni e Via Torino).
Particolarmente negativi risultano i dati sugli IPA (idrocarburi policiclici aromatici) associati alle emissioni di particolato atmosferico, che provengono dagli impianti di distillazione del coke
dello stabilimento Lucchini. L’area industriale e portuale di Piombino, a causa dei gravi fenomeni di inquinamento e di degrado ambientale, dei rischi di incidenti rilevanti connessi agli insediamenti industriali ed al trasporto di sostanze pericolose, è stata dichiarata, con Decreto
Legge del 7 gennaio 1995 n. 2, “Area critica ad elevata concentrazione di attività industriali”.
Dai risultati dello studio dei rischi industriali emerge che il maggior contributo al rischio locale deriva dal trasporto stradale di sostanze pericolose, oltre che dall'imbarco di sostanze pericolose su traghetto in corrispondenza del porto.
Consumi energetici e inquinamento atmosferico
4.5.1 Industria e servizi
L’incidenza del settore industriale, a livello provinciale, si attesta intorno al 12%: la Provincia
di Livorno si colloca quindi al terzo posto nella regione Toscana, dopo Lucca e Prato (dal Rapporto sullo Stato dell’Ambiente della Provincia di Livorno, 2003).
In particolare, per quanto riguarda il Comune di Piombino, il territorio è caratterizzato da
un’area a forte sviluppo industriale e dal polo energetico regionale più significativo. Importante
è anche la struttura portuale, con flussi turistici e di merci secondi solo a Livorno.
Consumi energetici e inquinamento atmosferico
⌧ Fig. 28. Elaborazione grafica dei dati sopra riportati.
Rapporto sullo stato dell’ambiente
60
Nella Tab. 41 è riportato il numero di aziende, divise per Comune d’appartenenza, dotate dell’autorizzazione all’emissione definitive, ai sensi del DPR 203/88 e quelle dotate di autorizzazione provvisoria, alcune delle quali possono aver ricevuto autorizzazione definitiva ex art. 12
DPR 203/88 negli anni 2002, 2003, 2004. Fino al 2001 sono state autorizzate alle emissioni un
totale di 13 aziende, concentrate principalmente nel Comune di Piombino (9), mentre sono in
attesa di autorizzazione definitiva, almeno dai dati pervenuti fino ad oggi, altre 39 aziende, concentrate nei Comuni di Piombino (21) e Campiglia M.ma (13).
Tab. 41 Aziende con autorizzazione alle emissioni (ex DPR 203/88).
Comune
Piombino
Campiglia M.ma
Suvereto
San Vincenzo
Autorizzazioni definitive (Anno 2001 e precedenti)
Azienda
Lucchini siderurgica
TAP Srl
Vertek SpA
Sider Piombino Srl
La Magona d’Italia SpA
Dalmine Tubi Industriali Srl
Carrozzeria Mirage Sas
ICA Srl
Mineraria Toscana Maffei Srl
Lucchini SpA – Loc. Monterombolo
Impianti meccanici Affini Srl
CO.ME.OS Sdf
Tab. 42 Numero di aziende con autorizzazione alle emissioni (ex DPR 203/88).
Comune
Piombino
Campiglia M.ma
Suvereto
San Vincenzo
Autorizzazioni provvisoria in attesa della definitiva (Anno 2001 e precedenti)
N. Aziende
21
13
2
3
4.5.2 Rischio industriale
Le aziende a rischio di incidente rilevante sono quelle in cui può verificarsi un evento quale un'emissione, un incendio o un'esplosione di grande entità, dovuto a sviluppi incontrollati che si verificano durante l'attività di uno stabilimento e che dia luogo ad un pericolo grave, immediato o differito, per la salute umana o per l'ambiente, all'interno o all'esterno dello stabilimento, e in cui intervengano una o più sostanze pericolose, e sono soggette a legislazione speciale (D. Lgs. 334/99).
Le aziende soggette al suddetto riferimento legislativo, presenti in Val di Cornia, sono tutte concentrate nell’area industriale di Piombino e aggiornate al 15/06/2003 (dato Regione Toscana).
Tali aziende sono soggette a particolari obblighi imposti dalla normativa in funzione alle particolari tipologie di impianti e/o lavorazioni ed ai rischi connessi.
Tab. 43 Aziende soggette al riferimento legislativo D.Lgs. 334/99.
Ai sensi dell’art. 8 D.Lgs 334/99 Rapporto di sicurezza
Ai sensi dell’art. 8 D.Lgs 334/99
Ai sensi dell’art. 6 D.Lgs 334/99 notifica
Ai sensi dell’art. 6 D.Lgs 334/99
LUCCHINI SpA
SOL SpA
La MAGONA d’ITALIA SpA
PIOX srl
Tab. 44. Superficie, popolazione, densità e incremento demografico dei Comuni della Val di Cornia.
Comune
Piombino
Campiglia M.ma
San Vincenzo
Sassetta
Suvereto
Totale
Superficie
Km2
130,0
83,4
33,4
26,2
92,0
365,0
Popolazione
1991
37.033
12.522
7.216
550
3.062
60.383
Popolazione
2001
33.925
12.540
6.540
548
2.897
56.450
Tasso d’incremento
2001/1991
-8,4
0,1
-9,4
-0,4
-5,4
-6,5
Densità demografica
(2001) Ab/Km2
261
150
196
21
31
154
4.5.4 Attività estrattive
In tre Comuni della Val di Cornia viene praticata una imponente attività estrattiva; in particolare a Campiglia M.ma e San Vincenzo sono presenti cave di calcare, con un’estrazione di materiale pari a più di 2.000.000 tonnellate nel 2001 e nel 2003 ed oltre 2.200.000 tonnellate nel
2002.
Tab. 45 Cave e miniere del Comune di Campiglia M.ma, San Vincenzo e Suvereto.
Comune
Campiglia M.ma
Campiglia M.ma
Campiglia M.ma
Campiglia M.ma
San Vincenzo
Suvereto
Suvereto
Sito
Monte Calvi
Monte Valerio
Botro ai marmi
Montorsi
San Carlo
Monte Peloso
Monte Peloso
Tipologia
Cava
Cava
Miniera
Miniera
Cava
Cava
Cava
Esercente
Cave di Campiglia SpA
SALES SpA
Maffei SpA
SALES SpA
SOLVAY SpA
(Edilbeton Srl)
(Saccardi Marmi)
Materiale
Calcare
Calcare
Feldspato
Feldspato
Calcare
Pietra ornamentale
Pietra ornamentale
I quantitativi sopra riportati sono da intendersi complessivi, derivanti cioè dalla sommatoria
tra materiale commerciabile vero e proprio e scopertura, ossia roccia sterile che è necessario
coltivare per raggiungere morfologicamente il materiale oggetto della coltivazione.
Come osservabile è stato fornito solamente un dato complessivo dell’intera produzione del cal-
61
Rapporto sullo stato dell’ambiente
4.5.3 Popolazione
La popolazione costituisce una delle principali cause di consumi di energia di un territorio.
I cinque Comuni della Val di Cornia hanno una popolazione residente pari a circa 56.450 abitanti, per una densità di circa 154 ab/Km2 (anno 2001). I Comuni più abitati risultano essere Piombino, in cui si concentrano le principali attività industriali e Campiglia Marittima. Piombino è
anche uno dei Comuni più popolati della provincia di Livorno.
La popolazione determina consumi energetici attraverso la quasi totalità delle attività svolte,
ad esempio l’utilizzo di automezzi, l’attivazione di riscaldamento domestico, la creazione di attività di servizi ecc.
Sempre di più, modelli e stili di vita sono indirizzati verso maggiori consumi di energia. A questo proposito si ricorda che nell’estate 2003, per la prima volta in Italia il picco dei consumi energetici è stato raggiunto nel periodo estivo per l’eccessivo uso di condizionatori d’aria. In questo trend si allinea la Val di Cornia dove negli ultimi anni al diminuire della popolazione si registrano aumenti dei consumi energetici.
Consumi energetici e inquinamento atmosferico
La Magona d’Italia SpA, già da alcuni anni, ha realizzato un impianto per la produzione di idrogeno
in sostituzione dello stoccaggio di ammoniaca presso lo stabilimento, eliminando in tal modo i rischi di incidente industriale ai sensi del D.Lgs 334/99, sia per quanto concerne il trasporto
di tale sostanza attraverso le zone residenziali della città di Piombino sia di rilascio accidentale all’interno dello stabilimento.
care in Val di Cornia proveniente da tre siti estrattivi, in quanto, la Legge n°1162 del 9 Luglio
1926 all’art. 11 vincola al più rigoroso segreto d’ufficio le notizie attinenti alle produzione delle singole attività.
In adiacenza alle attività estrattive principali sorgono gli impianti per la frantumazione del
materiale estratto che risultano essere delle importanti sorgenti di inquinamento atmosferico
dovuto prevalentemente alle polveri prodotte.
4.5.5 Traffico urbano e trasporto stradale extraurbano
Secondo le elaborazioni IRPET, su banca dati ACI aggiornata al 31/12/2000, la Val di Cornia presenta un Tasso di motorizzazione pari a 58,1 veicoli/abitanti, contro un dato provinciale e regionale pari, rispettivamente, a 57,7 e 60,4. Invece, in rapporto all’estensione del territorio, i
veicoli circolanti ogni Km2 sono 118,4 mentre le autovetture 91.
Per quanto riguarda i flussi in entrata e in uscita dalla Val di Cornia, si ha che nel 2000 (Stima
IRPET) ci sono stati 8.591 ingressi e 1.505 uscite, con un saldo di 7.086.
Consumi energetici e inquinamento atmosferico
Tab. 46 Parco veicoli, tasso di motorizzazione e veicoli circolanti per Km2, anno 2000
(fonte elaborazione IRPET su banca dati ACI).
Rapporto sullo stato dell’ambiente
62
Sel 14 Area Livornese
Sel 15.1 Val di Cecina
Sel 16 Val di Cornia
Sel 17 Arcipelago
Provincia di Livorno
TOSCANA
Totale veicoli
circolanti
133.940
51.416
43.412
23.454
252.222
2.744.991
di cui
Autovetture
97.776
39.858
33.517
17.163
188.314
2.133.687
Tasso di
motorizzazione
55,0
58,4
58,1
56,3
57,7
60,4
Autovetture/Km2
460
106
91
66
207
93
4.6 Risposte
Per contrastare il fenomeno dell’inquinamento atmosferico e promuovere la politica del risparmio
energetico la comunità della Val di Cornia ha adottato i seguenti strumenti:
● Classificazione del territorio regionale
● Monitoraggio della qualità dell’aria e controllo delle emissioni
● Informazione e sensibilizzazione della popolazione
● Adozione di sistemi di gestione ambientale
● Incentivi ambientali
● Emissioni di ordinanze
4.6.1 Classificazione del territorio regionale
La Regione Toscana, ai sensi degli articoli 6, 7, 8 e 9 del Decreto legislativo n. 351/99, ha effettuato nel 2003 la seconda “classificazione” del territorio regionale, basata sui dati di qualità dell'aria rilevati fino all'anno 2002.
La classificazione di Comuni, relativa a ciascuna sostanza inquinante con valori limite determinati, ha portato la loro ripartizione nelle quattro tipologie di zona indicate con le lettere A,
B, C e D.
Tab. 47. Classificazione dei Comuni, relativa a ciascuna sostanza inquinante con valori limite determinati.
Tipo di zona
A
B
C
D
Criterio di classificazione
Livelli inferiori ai valori limite: assenza rischio di superamento
Livelli prossimi ai valori limite: rischio di superamento
Livelli superiori ai valori limite ma inferiori ai margini temporanei di superamento/tolleranza
Livelli superiori ai margini di superamento/tolleranza temporanei
I risultati della classificazione del territorio regionale hanno permesso di individuare 32 Comuni
che presentano, per almeno una sostanza inquinante, superamenti dei pertinenti valori limite di qualità dell’aria da rispettare nel 2005 e nel 2010 e che pertanto sono stati classificati rispettivamente con le lettere C o D. I restanti Comuni della Regione, in numero di 255, sono
stati classificati con le lettere B ed A che esprimono un buono stato di qualità dell’aria ambiente
(lettera A) ovvero un rischio, seppur remoto, di raggiungimento dei valori limite (lettera B).
Classific.
Comuni
Numero
Comuni
Superficie
Km2
%
prov.le
Popolazione
resid 2001
%
prov.le
A
B
A
B
C
B
C
D
B
D
A
A
B
C
B
C
N
17
3
16
2
2
17
2
1
17
3
20
16
3
1
1
1
18
872,61
344,93
751,80
230,43
235,31
861,42
251,16
104,96
861,42
356,12
1217,54
818,84
293,74
104,96
120,81
104,96
991,77
72
28
61,7
18,9
19,3
71
21
9
71
29
100
67
24
9
10
9
81
120.375
206.064
89.788
46.469
190.182
105670
64461
156308
105670
220769
326.439
79.159
90.972
156.308
30.587
156.308
139.544
35,69
63
27,5
14,2
58,3
32
20
48
32
68
100
24
28
48
9
48
43
SO2
NO2
PM10 Fase 1
PM10 Fase 2
CO
C6H6
O3
Territorio
urbanizzato
1991 (Km2)
37
40,64
25,04
14,68
36,60
29,08
18,09
29,16
29,08
47,25
76,33
24,55
22,61
29,16
10,65
29,16
36,52
%
prov.le
47
53
33
19
48
38
24
38
38
62
100
32
30
38
14
38
48
Popolazione
%
2001 in prov.le
area urbana
100421
34
191424
66
73.131
25
40.799
14
177.915
61
86640
30
58976
20
146228
50
86640
30
205205
70
291.845
100
62.416
21
83.200
29
146.228
50
27.290
9
146.228
50
118.327
41
A seguito della attuale classificazione dei Comuni toscani e delle disposizioni del D.lgs n.
351/99 sulla gestione della qualità dell’aria ambiente, il territorio regionale è stato suddiviso
in 5 zone:
● Zona di mantenimento A-B;
● Zona di risanamento comunale;
● Zona di risanamento livornese, pisana e del cuoio;
● Zona di risanamento della Piana lucchese;
● Zona di risanamento dell’area metropolitana di Firenze–Prato–Pistoia e del Comprensorio
empolese.
I 5 Comuni della Val di Cornia ricadono nelle seguenti due zone:
● Zona di mantenimento A-B, comprendente i 255 Comuni, che presentano una buona qualità dell’aria, classificati con le lettere A e B per tutte le sostanze inquinanti, comprendente la
maggior parte del territorio regionale, che dovrà essere oggetto di un piano di mantenimento
regionale;
● Zona di risanamento comunale, costituita dal territorio di 8 Comuni non finitimi (Siena, Poggibonsi, Grosseto, Piombino, Arezzo, Montecatini Terme, Viareggio, Pomarance) che presentano superamenti di almeno un valore limite per una sostanza inquinante e pertanto sono stati classificati C e/o D, che dovranno essere oggetto di specifici piani o programmi di risanamento.
Tab. 49. Classificazione del territorio della Val di Cornia ai fini della protezione della salute umana.
Comuni
Campiglia M.ma
Piombino
San Vincenzo
Sassetta
Suvereto
SO2
A
B
A
A
A
NO2
A
C
A
A
A
PM10 fase 1
B
C
B
B
B
PM10 fase 2
B
D
B
B
B
CO
A
A
A
A
A
C6H6
A
B
A
A
A
O3
NC
NC
NC
NC
NC
63
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Inquinante
Consumi energetici e inquinamento atmosferico
Tab. 48. Classificazione dei Comuni della regione Toscana
(fonte: “Valutazione della qualità dell’aria ambiente nel periodo 2000-2002 e classificazione del territorio regionale
ai sensi degli articoli 6,7, 8 e 9 del Decreto Legislativo n. 351/99”, Regione Toscana).
Tab. 50. Classificazione del territorio regionale ai fini della protezione degli ecosistemi, della vegetazione
e della prevenzione del degrado dei materiali
(fonte: “Valutazione della qualità dell’aria ambiente nel periodo 2000-2002 e classificazione del territorio regionale
ai sensi degli articoli 6,7, 8 e 9 del Decreto Legislativo n. 351/99”, Regione Toscana).
Eco SO2
A
B
A
A
A
Consumi energetici e inquinamento atmosferico
Comuni
Campiglia M.ma
Piombino
San Vincenzo
Sassetta
Suvereto
Rapporto sullo stato dell’ambiente
64
Veg NOx
A
C
A
A
A
Veg O3
NC
NC
NC
NC
NC
Mat O3
NC
NC
NC
NC
NC
4.6.2 Monitoraggio della qualità dell’aria e controllo delle emissioni
La rete pubblica di monitoraggio della qualità dell’aria nel Comune di Piombino, di proprietà
della Provincia di Livorno, ha due stazioni fisse di rilevamento degli inquinanti atmosferici. Le
due stazioni e gli inquinanti rilevati nel corso degli anni 2002-2003 sono indicate di seguito:
● Cotone, quartiere periferico delimitato dall’area industriale e dalla strada di accesso a Piombino. Dista circa un chilometro dal nucleo urbano della Città. Utilizzata per il monitoraggio di
NO2, CO, PM10 e Benzo-a-pirene;
● Viale Unità d’Italia, situata all'ingresso del centro urbano di Piombino e posizionata sulla strada di accesso
alla città, strada caratterizzata da un traffico veicolare medio-alto. Si trova ubicata nelle adiacenze degli insediamenti industriali ed è adibita al monitoraggio di NO2, CO e PTS.
La tabella sottostante riporta la classificazione delle due stazioni di monitoraggio (in base alla Decisione 2001/752/CE).
Tab. 51. Stazioni di monitoraggio del Comune di Piombino (fonte: Regione Toscana).
Ubicazione
Cotone
Viale Unità d’Italia
Tipologia zona
Urbana
Periferica
Tipologia stazione
Industriale
Traffico/Industriale
Tab. 52. Inquinanti monitorati dalle stazioni di monitoraggio presenti nel Comune di Piombino (fonte: ARPAT).
Ubicazione
Tipo Proprietà
Cotone
I
Pubblica
Viale Unità d'Italia I
Pubblica
PTS
NO
SI
PM10
SI
NO
SO2
NO
NO
H2S
NO
NO
CO
SI
SI
NOX
SI
SI
O3
NO
NO
HC
NO
NO
Benz.
NO
NO
B(a)P
SI
NO
Sia la gestione delle postazioni, che la raccolta, la validazione, l’elaborazione e la trasmissione dei dati è affidata all’ARPAT – Dipartimento di Livorno. I risultati relativi al monitoraggio sono riportati nel paragrafo relativo alla qualità dell’aria.
Tab. 53. Reti private di monitoraggio della qualità dell’aria
(fonte: 2° Rapporto sullo stato dell’ambiente della Provincia di Livorno, dicembre 2003).
Comune
Piombino
Piombino
Piombino
Piombino
Piombino
Piombino
Piombino
Piombino
Piombino
Campiglia M.
Ubicazione
Tolla Alta
Piazza Bovio
Cotone
Bocca di Cornia
Guinzane
Paduletto
Via Torino
Via Modigliani
Riotorto
Venturina
Tipo
I
I
I
I
I
I
I
I
I
I
Inquinanti
SO2
SO2
PTS, SO2
SO2
SO2
SO2
PTS, SO2, NOX
SO2
SO2
SO2
4.6.3 Informazione e sensibilizzazione della popolazione
Una sola campagna di informazione e sensibilizzazione sul risparmio energetico e/o sulle fonti rinnovabili è stata realizzata nel 2001 da parte dell’EALP per promuovere l’installazione di pannelli solari.
4.6.4 Adozione di sistemi di gestione ambientale
Sul territorio della Val di Cornia alla data del 31/05/2004, 6 sono le aziende in possesso della
certificazione ISO 14001, una è registrata EMAS ed un’altra in fase di avvio.
Tab. 54. Aziende certificate per l’ambiente in Val di Cornia (fonte: Sincert, 31/5/2004).
Scopo certificazione
Tipo certificazione
e data rilascio
ISE srl
Piombino
Produzione di energia elettrica.
ISO 14001
Produzione di vapore e acqua calda
20/12/2002
La Magona d’Italia SpA
Piombino
Deccappaggio e rilaminazione a freddo di coils ISO 14001
Divisione Magona
a caldo e loro rivestimento mediante zincatura 05/03/2001
e verniciatura coil coating; taglio e profilatura
di laminati piani in acciaio rivestiti e non rivestiti
(zincati e preverniciati)
Lazzi Vi.Tur. SpA
San Vincenzo Gestione di complesso turistico residenziale,
ISO 14001
all'interno di un parco di 320.000 mq, con formule hotel,
29/04/2004
villette, residence, ristorante, bar, sale congressi,
spiaggia privata, piscine.
Sider Piombino srl
Piombino
Progettazione e fabbricazione di recipienti
ISO 14001
in pressione, carpenteria, gru e accessori di
24/10/2001
sollevamento, lavorazioni meccaniche,
manutenzione e revisione di macchine.
Solvay Chimica Italia SpA San Vincenzo Cava di calcare, per le fasi specifiche di
ISO 14001
estrazione e frantumazione.
30/01/2002
ASIU SpA
Piombino
Raccolta e Trattamento RSU
ISO 14001
2002
ISE srl
Piombino
Produzione di energia elettrica.
EMAS CE 761/2001
Produzione di vapore e acqua calda
4/03/2004
La Magona d’Italia SpA
Piombino
Deccappaggio e rilaminazione a freddo di coils In fase di registrazione
Divisione Magona
a caldo e loro rivestimento mediante zincatura EMAS
e verniciatura coil coating; taglio e profilatura CE 761/2001
di laminati piani in acciaio rivestiti e non rivestiti
(zincati e preverniciati)
4.6.5 Incentivi ambientali
Nel 2001 l’Agenzia Energetica della Provincia di Livorno, tramite accordo volontario settoriale attivato dalla Regione Toscana, ha amministrato l’erogazione di fondi regionali, che hanno
permesso la realizzazione di 11 impianti fotovoltaici e 50 impianti solari termici su tutto il territorio provinciale.
Tale accordo, per quanto riguarda gli impianti fotovoltaici, ha previsto la concessione a fondo perduto di contributi pari al 75% della spesa sostenuta (fondi attivati nell’ambito del programma “10.000 tetti fotovoltaici”), mentre per quanto riguarda gli impianti solari termici, ha
previsto la concessione a fondo perduto di contributi pari al 25% della spesa sostenuta.
Degli 11 interventi effettuati per l’installazione di impianti fotovoltaici, 3 ricadono nel territorio della Val di Cornia, per un totale di 6,36 kW installati ed un risparmio energetico di 8.200 kWh/annui; mentre dei 50 interventi effettuati per l’installazione di impianti solari termici, 11 ricadono nel territorio della Val di Cornia, per un totale di 112,5 m2 installati ed un risparmio energetico
di 81.000 kWh/annui.
Per l’anno 2003 è rimasto attivo l’accordo volontario regionale che ha permesso, in provincia
di Livorno, la realizzazione di ulteriori 21 impianti solari termici e l’avvio delle pratiche per l’installazione di altri 20 impianti.
Di questi 41 impianti 7 sono stati installati nel territorio della Val di Cornia, per un totale di 35
m2 installati ed un risparmio energetico di 26.951 kWh.
Tramite il finanziamento pubblico previsto dal provvedimento CIP 6/92, sono stati realizzati il
gruppo CET_PIO e i gruppi CET 2 e CET 3.
Il provvedimento CIP n. 6 DEL 1992
Questo provvedimento premia il kWh prodotto da terzi e ceduto alla rete elettrica nazionale che
sia ottenuto da fonti rinnovabili, da rifiuti o da impianti ad alta efficienza (in cogenerazione):
Consumi energetici e inquinamento atmosferico
Comune
65
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Ragione sociale
4.6.6 Emissioni di ordinanze
L’unico dato disponibile relativamente alle ordinanze emesse dalla Amministrazioni comunali della Val di Cornia per problemi inerenti l’inquinamento acustico è riferibile al solo Comune
di Piombino il quale nell’arco di 5 anni dal 2000-2004 ha emesso 18 ordinanze nei confronti
delle varie aziende industriali di cui 13 per problemi attinenti l’inquinamento atmosferico.
Non è dato conoscere quante di queste siano state ottemperate.
FOTO GIUSEPPE TRINCHINI
Consumi energetici e inquinamento atmosferico
Rapporto sullo stato dell’ambiente
66
● il premio è sul kWh prodotto, pertanto non c’è alcuna anticipazione di fondi pubblici ma solo la garanzia di un buon risultato economico purchè il proponente ottenga un buon risultato tecnico;
● produttore dell’impianto, finanziatore, operatore dello stesso impianto sono interessati alla qualità delle prestazioni e a limitare i costi;
● l’incentivo viene pagato direttamente dagli utilizzatori della elettricità attraverso la bolletta. In questo modo le casse dello Stato non sono coinvolte per la raccolta, la gestione, l’assegnazione.
In due anni di attuazione il Provvedimento CIP 6/92 ha portato ad autorizzare la costruzione
di circa 5000 MWe di impianti.
La cogenerazione è assimilata alle fonti rinnovabili d’energia dall’art. 1 della legge 10/91.
Il Provvedimento CIP 6/92 ha posto la condizione per l’ammissibilità, nel valore dell’indice energetico dell’impianto IEN.
Graduatoria di priorità prevista dal Provvedimento CIP 6/92:
● impianti che utilizzano fonti rinnovabili propriamente dette;
● impianti alimentati da fonti assimilate con potenza elettrica fino a 10.000 kW;
● impianti atti ad utilizzare carbone o gas prodotto dalla gassificazione di qualunque combustibile
o residuo;
● impianti destinati esclusivamente a funzionamenti in emergenza;
● impianti maggiori di 10.000 kW, che utilizzano combustibili di processo o residui non altrimenti utilizzabili, sia per ragioni tecniche che economiche. In tali impianti l’impiego di combustibili
fossili deve essere strettamente indispensabile all’utilizzo degli stessi combustibili di processo o residui;
● altri impianti, maggiori di 10.000 kW, ordinati in funzione dell’indice energetico, di cui al Provvedimento CIP n.6 del 1992.
L’energia elettrica autoprodotta in eccesso può essere ceduta all’ENEL, con i prezzi e le condizioni stabilite da:
● artt. 20 e 22 legge 9/1991;
● Provvedimento CIP n. 6/92;
● D. M.I.C.A. del 25/9/92;
● D. M.I.C.A. del 4/8/94.
Tali normative stabiliscono la convenzione tipo, i prezzi e le condizioni per la cessione, e la compatibilità con il parco di generazione, la rete nazionale, i e programmi di sviluppo.
Ora l’Italia sta scegliendo di basare una parte rilevante della sua generazione di elettricità sull’uso del gas naturale. Si potrebbe giungere a produrre in cogenerazione anche il 30-40% del
consumo di elettricità italiano come indicato nello studio ENEA-Amici della Terra.
Questa potenzialità deve confrontarsi con l’accettazione del mercato, mercato della domanda e mercato dell’offerta.
Attualmente il CIP 6 è stato sostituito dal sistema dei certificati verdi (simile ma con meno caratteristiche di certezza) amministrato dal GRTN.
Aspetto
Inquinamento acustico urbano
D/P Disp. Val.
S/R Dati Stock
S +++ Val.
trend
Inquinamento acustico
delle infrastrutture stradali
S
++
??
Inquinamento acustico
delle infrastrutture ferroviarie
S
++
☺
Esposizione ai campi
elettromagnetici
S
++
☺
☺
Densità degli impianti
di radiotelecomunicazione
P
++
☺
??
Traffico veicolare
D
++
☺
??
Trasporto stradale extraurbano
D
++
??
Trasporto ferroviario
D
++
??
+++
☺
+++
Stazioni per
D
radiotelecomunicazioni
Monitoraggio della qualità acustica R
Emissioni di ordinanze
R
+
??
Zonizzazione e risanamento
acustico
Monitoraggio dei campi magnetici
R
+++
R
+++
Obiettivo
5
Ridurre l’inquinamento acustico in ambito
urbano e l’esposizione della popolazione
Ridurre l’inquinamento acustico delle
infrastrutture stradali e l’esposizione
della popolazione
Ridurre l’inquinamento acustico delle
infrastrutture ferroviarie e l’esposizione
della popolazione
Quantificare le situazioni di non conformità
ai limiti fissati dalla normativa, relativamente ai
campi elettromagnetici
Quantificare il numero delle fonti di inquinamento
elettromagnetico rispetto alla superficie
del territorio e al numero di abitanti
Migliorare le performance ambientali dei mezzi
di trasporto utilizzati e verificarne nel tempo
il rispetto dei limiti di emissione sonora
Migliorare la manutenzione del fondo stradale e
limitare l’esposizione della popolazione alle
relative emissioni sonore
Diminuire l’impatto acustico delle linee
ferroviarie che attraversano aree urbanizzate
Quantificare le stazioni radiobase e radiotelevisive
presenti sul territorio.
Monitorare la qualità acustica sul territorio
e l’esposizione della popolazione alle diverse
sorgenti di rumori
Imporre il rispetto dei limiti di emissione sonora
da parte degli impianti
Attuare interventi finalizzati al risanamento acustico
Valutare l’adeguatezza delle attività di controllo
relativamente alle situazioni di non conformità
per sorgenti a bassa frequenza
5.2 Descrizione del tema
I principali riferimenti legislativi in materia di inquinamento acustico ed elettromagnetico sono i seguenti:
● Legge nazionale 447/95 "Legge quadro sull'inquinamento acustico" che definisce i valori di riferimento, fissa le competenze delle Amministrazioni e degli Enti gestori o proprietari delle infrastrutture di trasporto e disciplina il complesso degli strumenti operativi;
● Legge Regionale 89/98 "Norme in materia di inquinamento acustico" con cui la Regione Toscana
ha dato applicazione ai disposti delle Legge Quadro n. 447/95;
● Legge Quadro n. 36 del 22 febbraio 2001 sulla protezione dalle esposizioni dei campi
elettrici, magnetici ed elettromagnetici in un campo di frequenze da 0 a 300 GHz, che rimanda ai decreti attuativi per la fissazione di limiti, valori ed obiettivi;
● DPCM 08/07/03 “Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualita' per la protezione della popolazione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici generati a frequenze comprese tra 100 kHz e 300 GHz”.
● DPCM 08/07/03 “Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità
per la protezione della popolazione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici alla frequenza di rete (50 Hz) generati dagli elettrodotti”.
Inquinamento acustico ed elettromagnetico
5.1 Introduzione al tema
67
Rapporto sullo stato dell’ambiente
5 Inquinamento acustico ed elettromagnetico
Stato
In tema di inquinamento acustico, tutti i Comuni della Val di Cornia hanno un piano zonizzazione acustica del proprio territorio in aree a differente destinazione ed attualmente sono in
fase di adozione le nuove zonizzazioni acustiche ai sensi delle nuove normative in materia.
Dall’attività di monitoraggio emerge che per il Comune di Piombino i limiti di rumorosità vengono superati per il 67% dei rilevamenti nel periodo diurno e con una percentuale ancora
maggiore nel periodo notturno. La situazione è ancora più grave nei Comuni di San Vincenzo
e Campiglia M.ma: in quest’ultimo addirittura i limiti non vengono rispettati in nessun caso.
Le indagini effettuate in prossimità delle infrastrutture stradali confermano la tendenza al superamento dei limiti consentiti, soprattutto nel periodo notturno. In questo caso tuttavia bisogna puntualizzare che comunque la popolazione esposta a tale inquinamento risulta essere piuttosto esigua. Sullo stesso trend si allineano i dati che si riferiscono alle infrastrutture ferroviarie: il monitoraggio della rete tirrenica nei pressi di San Vincenzo evidenzia il rispetto dei
limiti nel periodo diurno, ma non nel periodo notturno.
Per quanto riguarda l’inquinamento elettromagnetico, per la Val di Cornia si è appurato un completo rispetto dei limiti vigenti per le stazioni radio base e per gli impianti radio TV. Per gli elettrodotti
i controlli in passato facevano riferimento a dei limiti di qualità molto stringenti che attualmente
non hanno più valore in quanto sono entrate in gioco nuove normative in merito.
Inquinamento acustico ed elettromagnetico
Pressioni
Per quantificare la pressione esercitata dagli impianti di teleradiocomunicazione si è fatto riferimento alla densità in rapporto alla superficie del territorio e al numero di abitanti. Da tale
analisi è emerso che per la Val di Cornia tali densità sono inferiori alle medie calcolate su scala regionale, riferite sia alla sola Toscana che alle altre Regioni italiane.
Rapporto sullo stato dell’ambiente
68
Determinanti
I principali determinanti possono ricondursi prevalentemente al traffico automobilistico sia nelle strade urbane che nelle strade extraurbane ed in maniera omogenea su tutto il territorio della Val di Cornia. Il traffico automobilistico assume particolare rilevanza nel periodo estivo in particolare nel Comune d Piombino dove si concentrano i flussi turistici diretti all’Isola d’Elba e
secondariamente nel Comune di San Vincenzo per il consistente carico turistico.
L’unica infrastruttura ferroviaria degna d’interesse in Val di Cornia è la linea tirrenica Pisa-Roma che determina il maggior impatto acustico nel tratto urbano di San Vincenzo. Nel Comune di Piombino, l’area industriale, è da considerarsi una fonte di inquinamento acustico costante,
sia in ambito diurno che notturno.
Risposte
In risposta alle problematiche connesse all’inquinamento acustico, i Comuni della Val di Cornia si stanno impegnando per dotarsi di un piano di zonizzazione acustica che sia conforme
alle più recenti norme di riferimento.
Inoltre, vi è l’attività di monitoraggio per il controllo dell’inquinamento acustico ed elettromagnetico,
realizzata da ARPAT, che, tuttavia, risulta poco sviluppata: le misure effettuate non sono sufficientemente numerose per avere un quadro completo della situazione.
5.3 Stato
Di seguito si presenta lo stato dei temi inquinamento acustico ed elettromagnetico, con informazioni relative ai livelli sia delle emissioni sonore, che dei campi elettromagnetici. Gli aspetti descritti sono:
● Inquinamento acustico urbano
● Inquinamento acustico delle infrastrutture stradali
● Inquinamento acustico delle infrastrutture ferroviarie
● Esposizione ai campi elettromagnetici
5.3.1 Inquinamento acustico urbano
La normativa vigente in materia di inquinamento acustico (L.447/95 “Legge quadro sull’inquinamento
acustico”) impone ai Comuni di effettuare una classificazione acustica del proprio territorio.
La legge nazionale 447/95 "Legge quadro sull'inquinamento acustico"
La L. 447/95 definisce in modo articolato l’inquinamento acustico ed i valori di riferimento. Questi ultimi sono presentati non come limiti a valori di accettabilità ma differenziati in valori di
qualità, valori di immissione, valori di attenzione e valori di emissione. Fissa le competenze del-
La Regione Toscana ha dato applicazione sul proprio territorio ai disposti delle Legge Quadro n.
447/95 con la Legge Regionale 89/98 "Norme in materia di inquinamento acustico", che detta le norme finalizzate alla tutela dell'ambiente e della salute pubblica dall'inquinamento acustico. Essa
assume, inoltre, la tutela ambientale ai fini acustici quale obiettivo operativo della programmazione territoriale. In quest’ambito, ai fini dell'elaborazione dei piani comunali di classificazione acustica del territorio, individua nelle indagini per il monitoraggio dell'inquinamento acustico uno degli elementi che concorrono alla formazione del necessario quadro conoscitivo.
In funzione delle classi di destinazioni d’uso, il DPCM 14/11/1997 fissa dei limiti massimi di livello
sonoro equivalente (Leq in dB(A)) per il periodo notturno e quello diurno, riportati nella Tab. 1.
Tab. 1.Limiti massimi di livello sonoro equivalente immesso per classi di destinazione d’uso (DPCM 14.11.97).
Caratteristiche della classe
I - aree
particolarmente
protette
Rientrano in questa classe le aree nelle quali la quiete
rappresenta un elemento di base per la loro utilizzazione:
aree ospedaliere, scolastiche; aree destinate al riposo
ed allo svago, aree residenziali rurali, aree di particolare
interesse urbanistico, parchi pubblici, ecc.
Rientrano in questa classe le aree urbane interessate
prevalentemente da traffico veicolare locale, con bassa
densità di popolazione, con limitata presenza di attività
commerciali ed assenza di attività industriali ed artigianali.
Rientrano in questa classe le aree urbane interessate
da traffico veicolare locale o di attraversamento, con media
densità di popolazione, con presenza di attività commerciali,
uffici, con limitata presenza di attività artigianali e con
assenza di attività industriali; aree rurali interessate da
attività che impiegano macchine operatrici.
Rientrano in questa classe le aree urbane interessate da
intenso traffico veicolare, con alta densità di popolazione,
con elevata presenza di attività commerciali e uffici, con
presenza di attività artigianali; le aree in prossimità di strade
di grande comunicazione e di linee ferroviarie; le aree portuali;
le aree con limitata presenza di piccole industrie.
Rientrano in questa classe le aree interessate da
insediamenti industriali e con scarsità di abitazioni.
II - aree
prevalentemente
residenziali
III – aree di tipo misto
IV - aree d’intensa
attività umana
V - aree
prevalentemente
industriali
VI - aree
esclusivamente
industriali
Tempi di riferimento
Diurno
Notturno
6-22
22-6
50
40
55
45
60
50
69
65
55
70
60
Rientrano in questa classe le aree esclusivamente interessate 70
da attività industriali e prive di insediamenti abitativi.
70
Il Comune con la più alta popolazione è quello di Piombino che costituisce oltre il 60% dell’intera
popolazione della Val di Cornia.
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Classi di destinazione
d’uso del territorio
Inquinamento acustico ed elettromagnetico
lo Stato, delle Regioni, delle Province, dei Comuni e degli Enti gestori o proprietari delle infrastrutture
di trasporto e disciplina il complesso degli strumenti operativi (quali valutazione di impatto acustico
e di clima acustico, piani di risanamento, controlli, sanzioni, regolamenti di esecuzione).
La legge quadro costituisce, inoltre, il fondamento giuridico per l'emanazione di successivi regolamenti governativi e decreti ministeriali (già in parte emanati) che fissano, tra l'altro:
● i limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti, abitativi ed esterni;
● le tecniche di rilevamento e di misura del rumore;
● i requisiti acustici delle sorgenti sonore e i requisiti acustici passivi degli edifici e dei loro componenti;
● la disciplina dell'inquinamento acustico determinato da sorgenti mobili connesse con attività, opere e servizi pubblici essenziali;
● i criteri di progettazione, di esecuzione e di ristrutturazione;
● i requisiti acustici dei segnali di allarme;
● i requisiti acustici delle emissioni sonore nei luoghi di intrattenimento e nei pubblici esercizi.
Il Comune di Piombino dapprima ha effettuato una zonizzazione del territorio in aree a differente destinazione, secondo quanto prescritto a suo tempo da DPCM 1/03/91. (Delib. comunale n° 239 del 18/11/94). La tabella seguente fornisce l’indicazione dei limiti di accettabilità
per le sorgenti sonore prescritti da tale decreto.
Tab. 2. Limiti di accettabilità per le sorgenti sonore secondo il DPCM 01/03/1991.
Zonizzazione
Tutto il territorio nazionale
Zona A (*)
Zona B (*)
Zona esclusivamente industriale
Limite diurno Leq (A)
70
65
60
70
Limite notturno Leq (A)
60
55
50
70
(*) Zone di cui all'art. 2 del decreto ministeriale 2 aprile 1968: - Zone A le parti del territorio interessate da agglomerati urbani che rivestano carattere storico,
artistico e di particolare pregio ambientale o da porzioni di essi, comprese le aree circostanti, che possono considerarsi parte integrante, per tali caratteristiche,
degli agglomerati stessi; - Zone B le parti del territorio totalmente o parzialmente edificate, diverse dalle zone A.
Inquinamento acustico ed elettromagnetico
Al momento la nuova classificazione acustica risulta adeguata al DPCM del 1991 che prevede
la suddivisione del territorio comunale in 6 diverse aree.
La figura sottostante rappresenta il territorio del Comune di Piombino diviso nelle 6 diverse aree secondo quanto previsto dal DPCM 1/03/91. È in fase di adozione una nuova classificazione
acustica ai sensi del DPCM 14/11/97 in accordo alla Legge Regionale 89/98.
⌧ Fig. 1. Attuale zonizzazione del territorio comunale di Piombino (fonte:ARPAT).
Rapporto sullo stato dell’ambiente
70
La Tab. 3 riporta i valori rilevati, la attuale classe di appartenenza della zona monitorata ed
i rispettivi limiti assoluti di immissione di cui alla Tabella C del DPCM del 14 novembre 1997 “Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore”. Le campagne di monitoraggio sono state eseguite da ARPAT, prevalentemente per il Comune di Piombino, sia in quanto area urbana
più grande sia per la presenza del grande polo industriale confinante con la città.
Denominazione
Via Petrarca
Salivoli Giardini
Via della Pace
Ospedale Villa Marina
Piazza Dante - Via Torino
Salivoli Centro comm.
Via Nenni
7
Via Regina Margherita
8
Comparto 57
9
Perticale
10 Via Medaglie d’oro
11 Via della Repubblica
12 Via G.Bruno
13 Via Pisacane
14 Via della Resistenza
15 Poggetto – giardini
15A Poggetto – Strada IV
15B Poggetto - Via Monteremo
16 Diaccioni
17 Sol
18 S.S 398
19 Strada Base Geodetica
loc. Colmata
20 Baratti
21 Riotorto
22 Via del Popolo
23 Gagno
24 Fiorentina
25 Via Porto Vecchio
Classificazione
strada/località
Strada urbana
Strada sub-urbana a grande traffico
Strada a grande scorrimento
Strada sub-urbana
Strada urbana
Strada sub-urbana
LAeq,TL
diurno
69.5
70.0
67.5
58.5
63.0
61.0
LAeq,TL
notturno
63.0
63.0
60.5
49.0
55.0
51.0
Classe
attuale
4
4
3
2
4
3
Limite
diurno
65
65
60
55
65
60
Limite
notturno
55
55
50
45
55
50
Strada urbana
Strada sub-urbana
Strada urbana
Strada urbana a grande traffico
Strada urbana a grande traffico
Strada urbana
Strada urbana a grande scorrimento
Strada urbana a grande scorrimento
Strada sub-urbana
Strada sub-urbana
Strada sub-urbana
Strada sub-urbana
Strada extraurbana
Strada extraurbana
Strada extraurbana
64.0
58.5
67.0
68.0
70.0
66.5
69.0
71.0
60.0
57.0
59.5
62.5
67.5
70.5
72.5
54.5
49.5
58.0
62.5
64.5
56.0
64.0
66.0
59.0
54.0
56.0
53.5
67.5
65.5
68.0
4
3
3
4
4
4
4
4
4
4
4
2
6
4
4
65
60
60
65
65
65
65
65
65
65
65
55
70
65
65
55
50
50
55
55
55
55
55
55
55
55
45
70
55
55
Strada sub-urbana
Strada sub-urbana
Strada urbana
Strada sub-urbana
Strada extraurbana
Strada adiacente all’area industriale
58.0
58.0
59.5
70.0
69.5
71.0
53.5
53.0
56.5
66.5
64.5
67.5
2
3
3
4
4
4
55
60
60
65
65
65
45
50
50
55
55
55
L’analisi dei dati della precedente tabella permette di fare le seguenti considerazioni:
- la tendenza predominante è quella del superamento dei limiti con una percentuale che aumenta nel periodo notturno (⌧ Fig. 2);
- nell’unico sito in classe 6 i livelli sonori rientrano nei limiti consentiti;
- i siti inseriti nella classe 2 registrano dei livelli sonori troppo elevati.
⌧ Fig. 2. Grafici ricavati dai dati della precedente tabella; la torta a sinistra si riferisce ai rilevamenti diurni e la
torta a destra a quelli notturni.
71
Rapporto sullo stato dell’ambiente
N.
sito
1
2
3
4
5
6
Inquinamento acustico ed elettromagnetico
Tab. 3. Confronto con la zonizzazione attuale. Rilevazioni livello sonoro, anno 2001, con indicazione della relativa
classe di appartenenza; in grassetto i valori superiori al limite di attenzione (fonte: ARPAT).
Per un riassunto sintetico sono state elaborate mappe in cui sono riportate le posizioni dei siti di
monitoraggio ed i risultati delle rispettive misure, in colore diverso secondo la seguente scala:
● Valore di LAeq,TR compreso tra 45 e 50 dB(A) color CELESTE;
● Valore di LAeq,TR compreso tra 50 e 55 dB(A) color VERDE;
● Valore di LAeq,TR compreso tra 55 e 60 dB(A) color GIALLO;
● Valore di LAeq,TR compreso tra 60 e 65 dB(A) color FUCSIA;
● Valore di LAeq,TR compreso tra 65 e 70 dB(A) color ROSSO;
● Valore di LAeq,TR compreso tra 70 e 75 dB(A) color NERO.
La ⌧ Fig. 6 riporta la sintesi dei valori rilevati durante il periodo diurno mentre la ⌧ Fig. 9 riporta la sintesi dei valori rilevati durante il periodo notturno, in riferimento ai rilievi fonometrici riassunti nella Tab. 4.
Nella maggior parte delle zone, sia urbane che periferiche, i superamenti del livello dell’inquinamento acustico si rilevano indistintamente, sia nel periodo notturno che diurno. Si nota come i
valori più alti siano stati misurati nelle postazioni ubicate nelle strade a maggior scorrimento sia
urbane che extraurbane. Particolare evidenza dimostrano i siti inseriti nella zonizzazione di classe 2 (aree residenziali) dove si hanno superamenti dei livelli sonori come ad esempio in loc. Baratti, i Diaccioni e presso l’Ospedale civile di Villamarina. Dai dati del monitoraggio risulta che nei
siti più prossimi al perimetro industriale risulta minore la differenza tra i valori diurni e notturni.
Inquinamento acustico ed elettromagnetico
⌧ Fig. 3. Sintesi dei valori rilevati durante il periodo diurno, particolare (fonte: ARPAT, 2001).
Rapporto sullo stato dell’ambiente
72
Per quanto riguarda le industrie presenti a Piombino, i valori indicati nella Tab. 4, coincidono con quelli della Classe V - aree prevalentemente industriali, classe che meglio si adatta alle aree confinanti con l’area industriale vera e propria.
I risultati riportati fanno riferimento alle indagini di controllo svolte da ARPAT, in relazione al
rumore prodotto dalla Lucchini SpA (una postazione fa riferimento alla SOL). Si tratta di due
postazioni storiche appositamente scelte per tenere sotto controllo le variazioni dell’impianto acustico sulla base di uno studio allargato a più postazioni effettuato negli anni 1994 - 1995.
Tab. 4. Controlli svolti da ARPAT nel 2002, in relazione al rumore prodotto dalla Lucchini SpA.
siti indagati
Laeq,TL diurno >70
Laeq,TL notturno >60
Industria
3
1
2
Inquinamento acustico ed elettromagnetico
⌧ Fig. 4. Sintesi dei valori rilevati durante il periodo notturno, particolare (fonte: ARPAT, 2001).
Rapporto sullo stato dell’ambiente
FOTO GIUSEPPE TRINCHINI
73
Inquinamento acustico ed elettromagnetico
⌧ Fig. 5. Postazioni di misura per il rumore di origine industriale sul territorio di Piombino; i punti in giallo
indicano le postazioni di controllo rispettivamente per l’area “acciaieria” e per l’area “altoforno” e
corrispondono a 2 delle postazioni citate nella tabella 4 (fonte: ARPAT, 2003).
In ⌧ Fig. 6 si riportano i risultati delle indagini eseguite presso la postazione “Poggetto” nel periodo 1999-2002 ed in ⌧ Fig. 7 quelli relativi alla postazione “via Portovecchio” nel periodo19982001. In generale il rumore prodotto dall’industria è aumentato in seguito al rifacimento degli impianti principali acciaieria e altoforno avvenuta nel 1994, inoltre periodicamente si è assistito ad incrementi episodici notevoli dovuti ad assestamenti del regime produttivo in relazione agli impianti collaterali (es.: produzione di rumore anomalo per emissione in candela di
quantitativi superiori di gas dovuti all’aumento di produzione dell’altoforno).
⌧ Fig. 6. Livelli equivalenti notturni misurati in loc. Poggetto negli anni 1999-2002.
Rapporto sullo stato dell’ambiente
74
⌧ Fig. 7. Livello equivalente medio di lungo periodo (LAeq,TL) notturno misurato in via Portovecchio negli anni 1998-2001.
Nel 1994 sono stati effettuati alcuni rilievi fonometrici nel Comune di Campiglia M.ma, in seguito ad una zonizzazione del territorio comunale secondo le disposizioni del DPCM 1/03/91.
Tab. 5. Rilievo dei livelli sonori nel Comune di Campiglia M.ma (fonte: Amministrazione Comunale, 1994).
Leq notturno
66,5
61,5
63,5
61,5
60,5
55,0
53,0
50,0
Si può notare che in nessun caso i limiti vengono rispettati. I livelli sonori maggiori si registrano
nella postazione sita in Via Indipendenza. La tabella, seppure riferita al 1994, mette in evidenza
come anche nei centri urbani più piccoli e non industriali della Val di Cornia si abbiano superamenti costanti dei livelli di rumorosità sia diurna che notturna. Alcune modifiche sostanziali nel piano del traffico dovute alla nuova articolazione infrastrutturale adiacente all’abitato di
Venturina possono aver modificato radicalmente i dati di cui sopra. Purtroppo dal 1994 non sono state più svolte campagne di misura nel territorio comunale.
Nel Comune di Suvereto ( Tab. 6) una campagna di misura relativa ai livelli di rumorosità
condotta nel 1995 ha appurato che in ben 5 dei 12 siti monitorati il livello sonoro rispetta i limiti consentiti sia durante il giorno che durante la notte. Dei restanti 7, in due il limite viene
superato solo di notte. È interessante notare che in tutti siti appartenenti alla classe 4 si registrano livelli sonori oltre le soglie limite confermando anche in questo caso che l’impatto acustico non risparmia neppure le piccole aree urbane.
Tab. 6. Confronto con la zonizzazione attuale. Rilevazioni livello sonoro con indicazione della relativa classe di
appartenenza; in grassetto i valori superiori al limite di attenzione (fonte: Amministrazione Comunale, 1995).
N.
sito
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
Denominazione
Classificazione
strada/località
P.za V.Veneto
Notri
Belvedere
Montioni
Centrale elett. ENEL
Campo sportivo
Bulichella
Via Di Vittorio
Via della bella ragazza
Via Don Minzoni
S. Lorenzo
S. Lorenzo (Palazzotto)
Area sub.urbana
Frazione isolata
Frazione isolata
Viabilità extra-urbana
Frazione isolata
Frazione isolata
LAeq,TL
diurno
66.5
52.0
54,0
51,5
58.5
52.0
66.0
66.5
61.5
55.5
60.5
59,5
LAeq,TL
notturno
59.0
46.0
49,5
44,5
50,5
44.0
65.5
61.5
53,5
48.0
59,0
56.5
Classe
attuale
4
3
2
3
5
3
4
4
3
3
3
3
Limite
diurno
65
60
55
60
70
60
65
65
60
60
60
60
Limite
notturno
55
50
45
50
60
50
55
55
50
50
50
50
L’Amministrazione Comunale di San Vincenzo con la Delibera n° 23 del 19 aprile 2004 ha adottato
il Piano della zonizzazione acustica del proprio territorio ai sensi della L. 447/95 e della L.R. 89/98.
La nuova zonizzazione si è basata su di una campagna di misure dirette di seguito riportata.
Inquinamento acustico ed elettromagnetico
Leq diurno
71,5
70,5
69,5
69,0
67,0
65,0
62,0
60,0
75
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Postazione
Venturina, Via Indipendenza
Venturina, Via Cerrini
Venturina, Via Dante
Cafaggio
Lumiere
Limiti di legge (zona A)
Campiglia M.ma , P.za Vittoria
Limiti di legge (zona B)
Inquinamento acustico ed elettromagnetico
Tab. 7. Confronto con la zonizzazione attuale. Rilevazioni livello sonoro con indicazione della relativa classe di
appartenenza; in grassetto i valori superiori al limite di attenzione
(fonte: Amministrazione Comunale di San Vincenzo, 2004).
Rapporto sullo stato dell’ambiente
76
N.
sito
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
Denominazione
Corso Italia (1)
Corso Italia (2)
Via ex-Aurelia (1)
Via ex-Aurelia (2)
Via ex-Aurelia (3)
Via ex-Aurelia (4)
Via ex-Aurelia (5)
Corso Matteotti (1)
Corso Matteotti (2)
Corso Matteotti (3)
Corso Matteotti (4)
Corso Matteotti (5)
Via della Principessa (1)
Via della Principessa (2)
Via del Castelluccio (1)
Via del Castelluccio (2)
Classificazione
strada/località
Urbana
Urbana
Extraurbana secondaria
Extraurbana secondaria
Extraurbana secondaria
Extraurbana secondaria
Extraurbana secondaria
Urbana di scorrimento
Urbana di scorrimento
Urbana di scorrimento
Urbana di scorrimento
Urbana di scorrimento
Extraurbana secondaria
Extraurbana secondaria
Urbana
Urbana
LAeq,TL
diurno
66.0
67,5
64,0
66,5
67,5
66,5
66.5
63,5
69
67,5
67
64,5
69,5
68
62,5
62,5
LAeq,TL
notturno
67.0
61.0
74,5
63,5
57,5
58
63
Classe
attuale
3
3
4
4
4
4
4
4
4
4
4
4
4
4
3
3
Limite
diurno
60
60
65
65
65
65
65
65
65
65
65
65
65
65
60
60
Limite
notturno
50
50
55
55
55
55
55
55
55
55
55
55
55
55
50
50
5.3.2 Inquinamento acustico delle infrastrutture stradali
A partire dal 1998, in seguito alla stipulazione di protocolli d’intesa tra i gestori delle principali
infrastrutture di trasporto regionale (ANAS, SALT, Regione, FS), la Regione e l’ARPAT, sono
stati effettuati alcuni monitoraggi sullo stato dell’inquinamento acustico causato dalle infrastrutture di trasporto pubblico.
Nella Tab. 12 sono riassunti i risultati delle indagini effettuate sul territorio della Val di Cornia nel triennio1999-2002 sulle infrastrutture stradali.
In accordo con le indicazioni della Comunità Europea sono evidenziati il numero di siti in cui
si superano i 65 dB(A) di giorno e i 55 dB(A) di notte, non essendo ancora stato il decreto previsto dalla L. 447/95 e quindi i relativi limiti di riferimento.
Tale dato fornisce una prima indicazione della popolazione esposta, in quanto, in generale, non
è stato fatto alcun tipo di elaborazione che metta in relazione il risultato della postazione di
misura con cartografie tematiche dalle quali sia possibile valutare la densità della popolazione residente.
Tab. 8. Resoconto delle indagini effettuate da ARPAT nel triennio 1999-2002 in prossimità di infrastrutture stradali.
siti indagati
Laeq,TL diurno >65
Laeq,TL notturno >55
strade cittadine
21
11
13
Infrastrutture stradali
strade provinciali
7
5
7
Totali
strade statali e autostrade
5
2
4
33
18
24
L’impatto più gravoso è sicuramente quello delle strade provinciali: tutte le 7 strade monitorate superano i livelli consentiti di notte mentre di giorno solo 2 restano al di sotto della soglia minima.
Per le strade cittadine la situazione è migliore: delle 21 strade monitorate 10 rispettano i limiti durante il giorno e 8 durante la notte.
Solo 2 delle 5 stazioni di misura su strade statali e strade di grande percorrenza (Variante Aurelia)
superano la soglia minima consentita di giorno mentre di notte il numero raddoppia.
Tab. 9. Rumore stradale: popolazione residente esposta a livelli elevati di rumore stradale
(con riferimento a strade regionali). Valori assoluti e percentuale regionale.
(fonte: “Segnali ambientali in Toscana 2003”, ARPAT, stime anno 2002 ).
Val di Cornia
Toscana
Popolazione esposta a livelli sonori > di
65 dBA (periodo diurno)
55 dBA (periodo notturno)
Pop. esposta
% pop. SEL
Pop. esposta
% pop. SEL
360
0,60%
1.209
2,10%
46.803
1,30%
71.830
2,00%
Note: Nel calcolo della popolazione sono stati esclusi i centri abitati con più di 10.000 abitanti.
Tab. 10. Popolazione residente esposta divisa per fascia di pertinenza ferroviaria (zone A e B del DPR n 459/98)
(fonte: “Segnali ambientali”, ARPAT, stime anno 2002).
Val di Cornia
Toscana
Fascia A
Fascia B
3.404
190.154
4.072
360.484
% popolaz.
Val di Cornia
Fascia A
5,93%
-
% popolaz.
Val di Cornia
Fascia B
7,09%
-
% popolaz.
Regionale
Fascia A
0,10%
5,36%
% popolaz.
Regionale
Fascia B
0,11%
10,16%
Tab. 11. Popolazione residente esposta a livelli di rumore superiori ai limiti di legge, divisa per fascia di pertinenza
ferroviaria (zone A e B del DPR n 459/98) (fonte: “Segnali ambientali”, ARPAT, stime anno 2002).
Val di Cornia
Val di Cornia
Val di Cornia
Toscana
Val di Cornia
Toscana
Fascia
A
B
A+B
A+B
% Popolazione della Val di Cornia
% popolazione Val di Cornia residente nelle fasce A+B
soggetta ai superamenti di rumore
% Regionale
% della Toscana residente nelle fasce A+B
soggetta ai superamenti di rumore
diurno
49
0
49
4.208
0,08 %
0,7%
notturno
1.718
1.987
3.705
110.351
5,7%
49,6%
0,1%
0,8%
3,2%
20%
5.3.4 Esposizione ai campi elettromagnetici
Il ricorso sempre crescente alle nuove tecnologie ha portato negli ultimi decenni ad un aumento
sul territorio nazionale della presenza di sorgenti di campi elettrici, campi magnetici e campi
elettromagnetici, rendendo sempre di maggiore attualità la problematica dell’esposizione alle radiazioni non ionizzanti.
Il problema del possibile effetto dei campi elettromagnetici sulla salute umana ha assunto ne-
77
Rapporto sullo stato dell’ambiente
5.3.3 Inquinamento acustico delle infrastrutture ferroviarie
Nel triennio 1999-2002 ARPAT ha effettuato delle indagine sulla linea ferroviaria Tirrenica Pisa-Roma all’altezza di San Vincenzo; i risultati sono stati confrontati con i valori di 70 dB(A) per
il periodo diurno e 60 dB(A) per quello notturno, che corrispondono ai limiti fissati dal DPR 18/11/1998
n. 459 “Regolamento recante norme di esecuzione dell’art. 11 della L. 447/95 in materia di inquinamento acustico derivante da traffico ferroviario” per la fascia di 100 metri dal centro binario esterno (zona in cui sono state effettuate tutte le misure considerate). Dall’indagine è risultato che l’unica infrastruttura analizzata è in regola per quanto riguarda le emissioni sonore diurne ma non per quelle notturne.
Le tabelle successive prendono in considerazione la popolazione residente in Val di Cornia che
risulta esposta all’impatto acustico dell’infrastruttura ferroviaria. È da evidenziare che di notte il numero dei residenti esposti aumenta considerevolmente.
Inquinamento acustico ed elettromagnetico
La Tab. 9 permette di valutare la reale entità dell’inquinamento acustico dovuto al traffico stradale sulla popolazione residente. Infatti se dai dati della Tab. 8 emergeva un quadro della situazione piuttosto preoccupante (su 33 strade monitorate 18 non rispettano i limiti consentiti di giorno e 24 di notte), l’esiguità della popolazione esposta a livelli sonori al di sopra della norma (tra 0,6 e il 2,1% dei residenti) ridimensiona il problema.
gli ultimi anni una rilevanza sempre maggiore, anche in considerazione del fatto che l’esposizione a campi elettromagnetici ad alta frequenza è in aumento in conseguenza agli sviluppi nel
settore delle telecomunicazioni e soprattutto della telefonia cellulare.
Inquinamento acustico ed elettromagnetico
Radiazioni non ionizzanti e campi elettromagnetici
Le onde elettromagnetiche sono il fenomeno fisico attraverso il quale l’energia elettromagnetica può trasferirsi da luogo a luogo per propagazione. La caratteristica fondamentale che
distingue i vari campi elettromagnetici e ne determina le proprietà è la frequenza, che rappresenta
il numero di oscillazioni effettuate dall’onda in un secondo (unità di tempo). Questa grandezza è connessa con l’energia trasportata dall’onda: l’energia associata alla radiazione elettromagnetica è infatti direttamente proporzionale alla frequenza dell’onda stessa. La classificazione delle onde elettromagnetiche fatta in base alla frequenza viene indicata col nome di “spettro elettromagnetico”.
Quando un’onda elettromagnetica incontra un ostacolo penetra nella materia e deposita la propria energia producendo una serie di effetti diversi, a seconda della sua frequenza.
Lo spettro elettromagnetico viene suddiviso in due regioni: radiazioni ionizzanti, aventi frequenza molto alta e dotate di energia sufficiente per ionizzare direttamente atomi e molecole, e radiazioni non ionizzanti (NIR).
Rapporto sullo stato dell’ambiente
78
Le radiazioni non ionizzanti sono comprese tra le frequenza 0-300 GHz e sono, generalmente, emesse da impianti per le radio-telecomunicazioni e dal sistema di produzione e utilizzo finale dell’energia elettrica (linee elettriche, cabine di trasformazione, elettrodomestici, …).
In base alle frequenze, le radiazioni non ionizzanti vengono suddivise in bassa frequenza o ELF (0100 kHz) e radio frequenza RF (100 kHz – 300 GHz). La distinzione deriva dal diverso comportamento che i due tipi di radiazioni hanno in rapporto agli effetti sull’uomo.
Bassa frequenza (0 - 100 kHz)
L’inquinamento elettrico e magnetico associato alle basse frequenze si riconduce, essenzialmente, a quello derivante dal sistema di produzione, trasporto e utilizzo finale dell’energia elettrica che avviene alla frequenza di 50 Hz.
Gli elettrodotti rappresentano la principale fonte di campi elettromagnetici a bassa frequenza e svolgono la funzione di trasportare e distribuire l’energia elettrica; sono classificati in
funzione della tensione, il cui aumento determina l’incremento del campo elettrico.
Radio frequenza (100 kHz – 300 GHz)
Le sorgenti a radiofrequenza rilevanti per l’ambiente comprendono tutti i sistemi di radiotelecomunicazione che utilizzano frequenze diverse in funzione della tecnologia usata e comprendono
Radio, TV, Radar, stazioni radio base per la telefonia cellulare e impianti microcellulari.
La legislazione nazionale vigente in materia fissa dei limiti massimi di esposizione ai campi elettromagnetici a 50 Hz negli ambienti abitativi e nell’ambiente esterno e stabilisce i limiti di
distanza tra elettrodotti ed edifici, riportati nella tabella sottostante.
Tab. 12. Distanze minime da fabbricati adibiti ad abitazioni o altre attività che comportino tempi di permanenza
prolungati (DPCM 23 aprile 1992).
Tensione nominale
132 kV
220 kV
380 kV
Distanza minima dai conduttori
10 m
18 m
28 m
Le campagne di misurazione dei valori del campo elettromagnetico sono state condotte sino
ad oggi da ARPAT che ha adottato come valore di riferimento per le misure l'obiettivo di qualità
per l’esposizione a tempi prolungati (maggiore di quattro ore al giorno), fissato dalla legge regionale in 0,2 microtesla come citato nella delibera applicativa delle legge regionale 51/99.
Tab. 13. Controlli su elettrodotti effettuati da ARPAT nel triennio 2000-2002.
Anno
2000
2001
2002
Val di Cornia
Siti controllati
Siti con valori superiori a 0,2 micro tesla
Siti controllati
Siti con valori superiori a 0,2 micro tesla
Siti controllati
Siti con valori superiori a 0,2 micro tesla
numero
3
0
5
3
0
0
La tabella precedente fa riferimento al triennio 2000-2002. Nel 2001 la situazione era peggiorata notevolmente rispetto all’anno prima in quanto ben 3 dei 5 siti controllati non rispettava il limite di 0,2 micro tesla. Purtroppo non è possibile verificare l’evoluzione della situazione in quanto nel 2002 non sono stati effettuati controlli e non si hanno dati a disposizione.
Attualmente il limite di 0,2 micro tesla previsti dalla legge regionale non ha più valore, essendo sopraggiunto DPCM 8 luglio 2003 attuativo della Legge 36/01.
Limiti di esposizione
0,1<f ≤ 3 MHz
3<f ≤ 3000MHz
3<f ≤ 300 GHz
Valori di attenzione
0,1 MHz<f ≤ 300 GHz
Obiettivi di qualità
0,1 MHz<f ≤ 300 GHz
Intensità di
campo elettrico E
(V/m)
Intensità di campo
Magnetico H
(A/m)
Densità di potenza
D (W/m2)
60
20
40
0,200
0,050
0,010
1
4
6
0,016
0,10 (3 MHz-300 GHz)
6
0,016
0,10 (3 MHz-300GHz)
Per quanto riguarda i campi RF l’ARPAT ha effettuato una serie di controlli su tutto il territorio
provinciale negli anni 2000-2002. In particolare per la Val di Cornia, si è evidenziato un totale
rispetto dei limiti vigenti per le SRB (n. 4 siti esaminati nel 2000 e su n. 7 siti nel 2001), mentre per gli impianti Radio-TV (n. 2 siti esaminati nel 2000 e su n. 3 siti nel 2001) in un solo sito
nel 2001 (Llocalità. Acquedotto) è stato rilevato il superamento del limite di esposizione di 20V/m.
In seguito al controllo è stata effettuata una modifica sull'altezza del traliccio che ha riportato la situazione ampiamente entro i limiti di legge.
5.4 Pressioni
Come fattore di pressione per l’inquinamento magnetico si è considerato un solo aspetto:
● Densità degli impianti di teleradiotelecomunicazione
5.4.1 Densità degli impianti di teleradiotelecomunicazione
L’impatto della pressione esercitata dagli impianti di teleradiocomunicazione viene valutato misurandone la densità in rapporto alla superficie del territorio e al numero di abitanti.
Dai dati della Tab. 15 emerge un quadro positivo per il territorio della Val di Cornia: la densità degli impianti per unità di superficie e per popolazione è ben al di sotto delle medie misurate a livello regionale.
Tra i 5 Comuni, Campiglia M.ma registra valori più alti di quelli misurati su scala regionale; in
ogni caso sono inferiori alle punte massime registrate nelle altre Regioni italiane.
79
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Tabella
Inquinamento acustico ed elettromagnetico
Tab. 14. Limiti previsti dal DPCM 08/07/2003.
Tab. 15. Numero delle stazioni per telefonia mobile e per radiocomunicazione e delle stazioni radio base in valore
assoluto e per unità di superficie e per popolazione
(fonte: Ufficio di Urbanistica Comprensoriale c/o Circondario Val di Cornia, 2004).
Comune
Numero di stazioni
Inquinamento acustico ed elettromagnetico
Piombino
Campiglia M.ma
Suvereto
San Vincenzo
Val di Cornia
Regione Toscana
Altre Regioni italiane
Rapporto sullo stato dell’ambiente
80
13
10
2
2
27
—
—
Impianti per abitante
(per 10.000)
3,83
7,97
6,90
3,07
4,78
5,10
tra 0,9 e 19,4
Impianti per unità di superficie
(n° impianti/km2)
0,10
0,20
0,02
0,06
0,07
0,08
tra 0,02 e 0,24
5.5 Determinanti
Di seguito si illustrano le principali determinanti dell’inquinamento acustico ed elettromagnetico. Tali determinanti, di origine antropica e cause delle pressioni riportate nel paragrafo
precedente, sono i seguenti:
● Traffico veicolare
● Trasporto stradale extraurbano
● Trasporto ferroviario
● Stazioni per radiotelecomunicazioni
● Elettrodotti
5.5.1 Traffico veicolare
In ambiente urbano ed extraurbano il flusso veicolare è la principale causa degli elevati livelli
di rumorosità. Il livello di rumore dipende, oltre all’intensità del flusso veicolare, da ulteriori parametri quali la tipologia dei veicoli, il tipo di fondo stradale, la presenza e la dimensione degli edifici lungo la strada, le condizioni climatiche.
Tra gli indicatori per valutare l’impatto acustico del traffico urbano sono stati selezionati il numero di autovetture circolanti per abitante, tasso di motorizzazione e il numero di autovetture in rapporto all’estensione territoriale.
Tab. 16. Traffico veicolare:parco veicoli,tasso di motorizzazione e veicoli circolanti per Km2
(fonte: elaborazione IRPET su Banca dati ACI aggiornata al 31/12/2000).
Sel 14 Area Livornese
Sel 15.1 Val di Cecina
Sel 16 Val di Cornia
Sel 17 Arcipelago
Provincia di Livorno
Toscana
Totale veicoli circolanti
133.940
51.416
43.412
23.454
252.222
2.744.991
di cui Autovetture
97.776
39.858
33.517
17.163
188.314
2.133.687
Tasso di motorizzazione*
55,0
58,4
58,1
56,3
57,7
60,4
Autovetture/ Km2
460
106
91
66
207
93
(*) tasso di motorizzazione = numero di autovetture*100/numero abitanti.
5.5.2 Trasporto stradale extraurbano
Il trasporto stradale extraurbano può determinare un inquinamento acustico generalmente più
limitato in termini di soggetti esposti e, tuttavia, più rilevante in termini di intensità.
Tab. 17. Flusso veicolare in entrata e in uscita dalla Val di Cornia (stima IRPET per i dati al 2000).
Ingressi in Val di Cornia
Uscite in Val di Cornia
Saldo in Val di Cornia
8.591
1.505
7.086
La Val di Cornia esercita una buona capacità di attrazione rispetto ai sistemi economici locali vicini. È infatti possibile notare come il 18% circa degli ingressi nei 5 Comuni provenga dall’esterno, principalmente dalle Colline metallifere e dal quadrante costiero della Val di Cecina.
Di minore entità il contributo dell’area livornese e di quella grossetana. Per ciò che concerne
le uscite dalla Val di Cornia presenta un livello notevole di autocontenimento dei flussi pendolari.
Meno del 5% dei lavoratori esce dal sistema locale per motivi di lavoro; anche in questo caso
le Colline metallifere e la parte costiera della Val di Cecina sono le aree con le quali esistono
rapporti maggiori. Il saldo totale rilevato a livello di sistema è ovviamente positivo (+2.950 individui). Internamente la Val di Cornia è strutturato in maniera chiaramente monocentrica:
Piombino è l’unico centro capace di far registrare un saldo positivo (oltretutto estremamente
rilevante) ed esso rappresenta – in virtù del suo ruolo di polo industriale – il vero e proprio magnete dell’intero Circondario.
5.5.4 Stazioni per radiotelecomunicazioni
Le sorgenti radio frequenza aventi impatto sull’ambiente comprendono tutti i sistemi di radiotelecomunicazione, quali radio, TV, radar, stazioni radio base per la telefonia cellulare e
impianti microcellulari.
Tab. 18. Installazione di nuove SRB nel triennio 2000-2002 rilevate da richieste di parere ARPAT (fonte: ARPAT).
Anno
2000
2001
2002
N° nuove stazioni
10
6
5
La Tab. 18 riporta i dati disponibili relativi al numero di siti di stazioni radio base e televisive
presenti nelle aree abitate nei Comuni di Piombino, Campiglia M.ma e San Vincenzo. La stazione
è stata considerata “in area abitata” in presenza di edifici nel raggio di 100 m dalla stessa.
81
Rapporto sullo stato dell’ambiente
5.5.3 Trasporto ferroviario
Il trasporto ferroviario contribuisce all’inquinamento acustico con rumori che sono meno costanti
nel tempo rispetto a quelli stradali, ma che possono raggiungere intensità significative, sulle
quali influiscono fortemente le caratteristiche delle vetture nonché lo stato di manutenzione.
Se l’intero percorso della linea Pisa-Roma che attraversa la Val di Cornia interessa aree prevalentemente
agricole, particolari impatti determina durante il tragitto all’interno dell’area urbanizzata di San
Vincenzo. Il rumore derivante dal traffico ferroviario, seppure rilevabile per brevi intervalli di tempo, assume una certa rilevanza nelle adiacenze alla linea ferroviaria, in quanto in questo particolare
tratto i convogli ferroviari raggiungono velocità sostenute. Anche nelle adiacenze della Stazione
ferroviaria di Campiglia Marittima, che risulta ubicata nella zona a ovest dell’abitato di Venturina, si rileva un certo impatto acustico dovuto a questa specifica infrastruttura.
Una linea ferroviaria di secondo ordine è quella che collega Campiglia M.ma e Piombino la quale è utilizzata anche per il trasporto delle merci a servizio dell’area industriale.
Inquinamento acustico ed elettromagnetico
⌧ Fig. 8. Flussi degli spostamenti all’interno della Val di Cornia
(fonte: “Il mosaico territoriale dello sviluppo socio-economico della Toscana: schede statistiche dei SEL della Toscana”, 2001).
Tab. 19. Numero delle stazioni per telefonia mobile e per radiocomunicazione e delle stazioni radio base in aree
abitate e non (fonte: Ufficio di Urbanistica Comprensoriale c/o Circondario Val di Cornia, 2004).
Comune
Piombino
Campiglia M.ma
Suvereto
San Vincenzo
Numero di stazioni
13
10
2
2
In area abitata
1
4
0
2
In area non abitata
12
6
2
0
La ⌧ Fig. 9 indica l’ubicazione delle stazioni per telefonia mobile; nella Tab. 20 vengono riassunte le caratteristiche di tali stazioni.
Inquinamento acustico ed elettromagnetico
⌧ Fig. 9. Ubicazione delle stazioni per telefonia mobile: in rosso per TIM, verde per VODAFONE, arancione per WIND
e celeste per H3G.
Tab. 20. Numero di stazioni per telefonia mobile in ciascun Comune, potenza complessiva e rapporto tra potenza
e numero di stazioni.
Comune
Suvereto
Piombino
Campiglia M.ma
Rapporto sullo stato dell’ambiente
82
San Vincenzo
TIM
1 stazioni
50,4 W
50,4 W/stazione
4 stazioni
589,6 W
147,4 W/stazione
2 stazioni
269,9 W
135 W/stazione
2 stazioni
423,2 W
211,6 W/stazione
Vodafone
0 stazioni
0W
0 W/stazione
5 stazioni
546 W
109,2 W/stazione
3 stazioni
294,9 W
98 W/stazione
2 stazioni
252 W
126 W/stazione
Wind
6 stazioni
425,4 W
70,9 W/stazione
0 stazioni
0W
0 W/stazione
3 stazioni
203,8 W
67,9 W/stazione
3 stazioni
180,7 W
60,2 W/stazione
H3G
3 stazioni
210 W
70 W/stazione
0 stazioni
0W
0 W/stazione
0 stazioni
0W
0 W/stazione
0 stazioni
0W
0 W/stazione
Totale
18 stazioni
1.771 W
98,4 W/stazione
1 stazioni
50,4 W
50,4 W/stazione
8 stazioni
767,8 W
96 W/stazione
7 stazioni
855,9 W
122,3 W/stazione
Di seguito si riportano i monitoraggi avvenuti nel Comune di Piombino nel 2000, al fine di affrontare in maniera preventiva le problematiche ambientali relative all’inquinamento elettromagnetico. Il monitoraggio è stato condotto da ARPAT ha coinvolto anche l’Azienda Sanitaria ed i gestori della telefonia mobile ed è finalizzato alla conoscenza delle caratteristiche tecniche degli impianti presenti sul territorio e del campo elettromagnetico emesso dagli impianti stessi attraverso verifiche strumentali nelle immediate vicinanze delle sorgenti di emissioni. Il progetto venne articolato su tre livelli:
● conoscenza del livello dei campi elettromagnetici delle stazioni radio base istallate attraverso
modelli revisionali e verifiche strumentali;
● conoscenza dei livelli di fondo elettromagnetico presso i siti destinati a nuove istallazioni
di stazioni radio base;
● verifica dei livelli di campo elettromagnetico prodotti dalle stazioni radio base future sulla
base dei piani di sviluppo delle società di gestione;
I valori di seguito riportati rappresentano le misurazioni effettuate dall’ARPAT in prossimità dei
ricettori maggiormente sensibili:
Tab. 21. Misure effettuate nell’ambito dell’accordo per la telefonia cellulare con il Comune di Piombino.
Valore max di campo elettrico misurato
con il sensore a banda larga (V/m)
Loc. Falcone
Loc. Falcone
Loc. Falcone
Loc. Pozzetti
Loc. Pozzetti
Colle Montegemoli
Loc. Baratti
Loc. Vignale Stazione
Loc. Vignale Stazione
Via San Francesco
Via San Francesco
Loc. Monte Presepio
Loc. Monte Presepio
Tolla alta -Tolla bassa
30.11.99
17.04.00
03.10.01
03.10.00
05.02.01
18.05.01
05.02.01
17.04.99
05.02.01
17.04.00
02.11.00
03.10.01
23.11.01
04.11.99
4,5 in prossimità delle antenne
4,8 in prossimità delle antenne
3 in prossimità dell’antenna
< 0,3
0,7
1,0
< 0,3
< 0,3
1.1
0.6
0.6
30
16 in prossimità delle antenne
10.8 sotto le antenne
Valore max di campo elettrico
misurato con il sensore a banda
larga presso i ricettori più esposti (V/m)
0,7
0,7
0,7
< 0,3
< 0,3
< 0,3
< 0,3
< 0.3
0.6
0.6
< 0.3
< 0.3
3.5
Di seguito si riportano risultanze complete delle misurazioni effettuate da ARPAT per alcune località.
Tab. 22. Risultati delle misurazioni effettuate in Via San Francesco (Valore limite 6 V/mM).
17.4.2000 misure di fondo
Punto di Descrizione
Campo elettrico
Campo elettrico
misura
medio (V/m)
massimo (V/m)
1
Balcone abitazione del
0,3±0,1
0,3±0,1
Sig. Checchi (V. Pascoli 18)
2
All’esterno della finestra
assente
assente
dell’abitazione del
Sig. Renzetti (V. S. Francesco 54)
3
Terrazza dell’abitazione
0,4±0,1
0,6±0,2
del Sig. Magno
(V. S. Francesco 77)
punto più esposto
alla SRB Omnitel
4
Terrazza dell’abitazione
0,4±0,1
0,6±0,2
del Sig. Magno
(V. S. Francesco 77)
punto più esposto alle antenne
di Loc. Tolla Alta
distanti circa 1.000 m
5
Ingresso asilo
<0,3
<0,3
5
Ingresso chiesa
<0,3
<0,3
2.11.2000 nuova SRB attiva
Campo elettrico
Campo elettrico
medio (V/m)
massimo (V/m)
0,4±0,1
0,5±0,2
<0,3
<0,3
0,4±0,1
0,6±0,2
0,4±0,1
0,5±0,2
83
<0,3
<0,3
<0,3
<0,3
Tab. 23. Risultati delle misurazioni effettuate a Populonia Stazione (Valore limite 6 V/mM).
Punto di misura
1
2
3
4
5
6
Descrizione
50 m dal traliccio tra due celle
Base antenna
Base antenna
Base antenna
10 m dal traliccio
10 m dal traliccio in direzione
di propagazione di una cella
Inquinamento acustico ed elettromagnetico
Data
delle misure
Misure del 18.05.01 SRB in esercizio
Campo elettrico medio (V/m)
Campo elettrico massimo (V/m)
<0,3
0,3
0,34±0,07
0,5±0,1
0,35±0,07
0,6±0,1
0,5±0,1
0,6±0,1
0,7±0,1
0,9±0,2
0,8±0,2
1,0±0,2
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Denominazione sito
Tab. 24. Risultati delle misurazioni effettuate in Via Don Minzoni (Valore limite 6 V/mM).
Punto di misura
1-0
1-1
12
12
12
14
89
11
Descrizione
Terrazzo lungo la parete
Terrazza all’ultimo piano
Interno appartamento 1
Interno appartamento 2
Sporgendosi dalla finestra
Terrazzo a parete
Scuola giardino
Sporgendosi dalla finestra
Campo elettrico valore massimo (V/m)
0,6±0,2
1,2±0,4
0,3±0,1
0,3±0,1
1,1±0,3
0,3±0,1
0,7±0,2
0,5±0,2
Inquinamento acustico ed elettromagnetico
Tab. 25. Risultati delle misurazioni effettuate a Tolle Alta e Tolla Bassa (Valore limite 6 V/Mm).
Rapporto sullo stato dell’ambiente
84
Punto di misura
1
2
3
4
5
5
6
6
7
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
17
Piano
Terra
Terra
Terra
Terra
Primo
Primo
Primo
Primo
Primo
Primo
Terra
Interno/esterno
Campo elettrico valore massimo (V/m)
Esterno
3,4±1
Esterno
1,1±0,3
Esterno
0,9±0,3
Esterno
1,5±0,4
Esterno
4,7±1,4
Interno
1,2±0,4
Esterno
2,2±0,6
Interno
0,8±0,2
Esterno scala
1,5±0,4
Esterno finestra
1,3±0,4
Sul ciglio della zona dove sono
3,0±0,9
previste nuove costruzioni
Sotto le antenne in corrispondenza del punto Esterno
10,8±3,2
in cui si registra il valore massimo di campo
(traliccio Telegest)
Primo
Terrazza
2,8±0,8
Terra
Esterno
0,3±0,1
Primo
esternoEsterno
0,3±0,1
Terra
Esterno
0,3±0,1
Terra
Esterno
0,6±0,2
Terra
Esterno
0,3±0,1
Terra
Esterno
0,3±0,1
Terzo
Esterno terrazzo
1,1±0,3
Terzo
Interno terrazzo
0,9±0,3
5.5.5 Elettrodotti
Tutti i conduttori di alimentazione elettrica, dagli elettrodotti ad alta tensione fino ai cavi degli elettrodomestici, producono campi elettrici e magnetici dello stesso tipo. La loro frequenza è sempre 50 Hz: a questa frequenza il campo elettrico (Volt per metro o V/m) e quello magnetico (microTesla o mT) sono indipendenti; è così possibile trovare molto alto il campo elettrico e assente quello magnetico o viceversa.
Il campo elettrico di queste sorgenti è facilmente schermato dalla maggior parte degli oggetti. Costituiscono uno schermo valido non solo tutti i conduttori (metalli), ma anche la vegetazione
e le strutture murarie. Inoltre si ottiene una riduzione del campo anche quando lo schermo non
è continuo, e addirittura “all’ombra” di oggetti conduttori come alberi, recinzioni, siepi, pali metallici, etc.; per questo motivo non si è mai ritenuto che il campo elettrico generato da queste
sorgenti possa produrre un'esposizione intensa e prolungata della popolazione. Esposizioni significative a questo campo elettrico si possono avere solo per alcuni tipi di attività professionali. Il campo magnetico prodotto dagli impianti elettrici, invece, è poco attenuato da quasi
tutti gli ostacoli normalmente presenti, per cui la sua intensità si riduce soltanto, in maniera
solitamente abbastanza prevedibile, al crescere della distanza dalla sorgente.
Per questo motivo gli elettrodotti possono essere causa di un'esposizione intensa e prolungata di coloro che abitano in edifici vicini alla linea elettrica. L'intensità del campo magnetico è direttamente proporzionale alla quantità di corrente che attraversa i conduttori che lo generano
pertanto non è costante ma varia di momento in momento al variare della potenza assorbita.
Di seguito si riportano le risultanze di monitoraggi in varie località del Comune di Piombino effettuate in diversi periodi da ARPAT in adiacenza ad elettrodotti.
Perimetro cabina lato campanile
Perimetro cabina lato opposto al precedente
Perimetro cabina lato linea elettrica
Perimetro cabina lato opposto al precedente
In corrispondenza del punto di massimo a circa 0,7 m
In corrispondenza del punto di massimo a circa 3 m
Giardino sotto la linea elettrica
Giardino scivolo
Scuola aula terrazza verso l’esterno
Scuola aula terrazza centro stanza
Scuola aula attigua verso l’esterno
Scuola aula attigua centro stanza
Campo magnetico valore massimo
mT
Medio 0,40±0,01
Massimo 0,50±0,02
Medio 2,8±0,1
Massimo 5,0±0,1
Medio 12,0±0,4
Massimo 24,0±0,7
Medio 5,7±0,2
Massimo 11,0±0,3
1,00±0,03
0,20±0,01
0,08±0,02
0,03±0,01
0,07±0,01
0,04±0,01
0,06±0,01
0,06±0,01
Tab. 27. Risultati delle misurazioni effettuate in Via Maestri del lavoro (Valore di attenzione 10 mT).
Punto di misura
Via Montecristo 8 II piano fam. Cavezzi
Via Montecristo 8 II piano fam. Orlandini
Via Montecristo 8 IV piano fam. Drago
Via Montecristo 36 villetta a due piani fam. Pedroni
Via Montecristo 7 V piano fam. Allori
Sotto la linea elettrica 22/06 ore 13:00
Sotto la linea elettrica 23/06 ore 13:00
Campo magnetico valore massimo
mT
0,04±0,01
0,04±0,01
0,04±0,01
cameretta 0,05±0,01
camera 0,10±0,03
balcone 0,09±0,03
0,18±0,06
0,07±0,02
0,08±0,02
Tab. 28. Risultati delle misurazioni effettuate in Via Portovecchio (Valore di attenzione 10 mT).
Punto di misura
Campo magnetico valore massimo
mT
(2/12/99) Soggiorno - stanza più vicina alla linea nella configurazione attuale
0,07±0,01
(2/12/99) Camera da letto – stanza più vicina alla linea nella configurazione precedente
0,07±0,01
(08/03/199) Finestra
0,43±0,04
Valore massimo registrato con le misure in continuo
1,7
Valore medio registrato con le misure in continuo
0,6
Tab. 29. Risultati delle misurazioni effettuate in località la Striscia (Valore di attenzione 10 mT).
Parametro
Minimo
Massimo
Media
Mediana
Deviazione standard
Su tutti i dati
0,15
0,42
0,28
0,28
0,09
dalle 14 del 6/03
alle 14 del 7/03
0,15
0,39
0,29
0,36
0,09
dalle 13 del 7/03
alle 13 del 8/03
0,15
0,42
0,28
0,28
0,09
85
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Punto di misura
Inquinamento acustico ed elettromagnetico
Tab. 26. Risultati delle misurazioni effettuate in località Riotorto (Valore di attenzione 10 mT).
Tab. 30. Risultati delle misurazioni effettuate in località Montemazzano (Valore di attenzione 10 mT).
Edificio
Abitazione
Via dei Lavoratori 47
Via Giotto 14
Via Giotto 14
Via Giotto 14
Via Giotto 14
Via Giotto 13
Via Giotto 13
Via Giotto 13
Via Giotto 13
Loc. Montemazzano 77/1
Loc. Montemazzano 77/1
Loc. Montemazzano 77/1
Loc. Montemazzano 75
Punto di misura
Fam. Pachi
Singola abitazione
Singola abitazione
Singola abitazione
Singola abitazione
Singola abitazione
Singola abitazione
Singola abitazione
Singola abitazione
Fam. Campani
Fam. Campani
Fam. Fregosi
Campo magnetico
valore massimo
mT
Soggiorno in corrispondenza della linea elettrica 0,15±0,02
Ingresso
0,14±0,01
Giardino
0,14±0,01
Terrazzo ristorante
0,10±0,01
Cucina
0,12±0,01
Ingresso
0,08±0,01
Giardino
0,22±0,02
Soggiorno
0,18±0,02
Terrazzo retrostante
0,13±0,01
Strada, in corrispondenza della linea
0,03±0,01
Bagno, stanza più vicina alla linea
0,03±0,01
Cameretta
0,02±0,01
Cameretta, stanza più vicina alla linea
0,08± 0,01
Inquinamento acustico ed elettromagnetico
5.6 Risposte
Rapporto sullo stato dell’ambiente
86
Di seguito si riportano le principali iniziative intraprese prevalentemente dall’Amministrazione Comunale di Piombino per mitigare o gestire tale aspetto ed i relativi risultati emersi. In particolare si considera:
● Monitoraggio della qualità dell’aria
● Emissioni di ordinanze
● Zonizzazione e risanamento acustico
● Monitoraggio dei campi magnetici
5.6.1 Monitoraggio della qualità acustica
Il monitoraggio della qualità acustica costituisce un’attività importante poiché risultano ancora
scarse le conoscenze relative all’effettivo impatto dell’esposizione della popolazione a questa
tipologia di inquinamento.
Il monitoraggio con stazioni fisse è svolto da ARPAT nelle adiacenze dell’area industriale di Piombino come evidenziato in ⌧ Fig. 5.
Tab. 31. Indagini fonometriche su sorgenti puntuali (attività produttive, commercio e servizi, anni 2000-2001)
(fonte: ARPAT).
Tot. Accertamenti
Tot. superamenti
I sem
2
2
2000
II sem.
6
5
2001
I sem.
2
1
2002
I sem.
1
1
II sem
7
5
Tab. 32. Numero di monitoraggi stradali effettuati. Anni 1997-2002*
(fonte: “Segnali ambientali in Toscana 2003”,; ARPAT).
1997
Val di Cornia
1
1998
5
2000
I sem
8
2001
II sem
0
2002
I sem
0
3
5.6.2 Emissioni di ordinanze
L’unico dato disponibile relativamente alle ordinanze emesse dall’Amministrazionei comunale deli Comune di Piombino nell’arco di 5 anni, dal 2000 al 2004, ha emesso 18 ordinanze nei
confronti delle varie aziende industriali di cui 5 per problemi attinenti l’inquinamento acustico. della Val di Cornia per problemi inerenti l’inquinamento acustico è riferibile al solo Comune di Piombino il quale nell’arco di 5 anni dal 1998-2002 ha emesso 12 ordinanze. Non è dato conoscere quante di queste sono state ottemperate.
Relativamente alle ordinanze emesse per problemi inerenti l’inquinamento acustico per gli
altri Comuni della Val di Cornia non si hanno dati a disposizione.
5.6.3 Zonizzazione e risanamento acustico
I cinque Comuni della Val di Cornia hanno ad oggi un Piano di zonizzazione acustica dei propri territori ufficialmente approvato ai sensi del DPCM del 1991. I Comuni di San Vincenzo e di
Sassetta hanno adottato una nuova zonizzazione acustica ai sensi della nuova normativa (L.
447/95; L.R. 89/98), mentre i comuni di Piombino, Campiglia M.ma e Suvereto hanno elaborato
la nuova zonizzazione che risulta in fase di adozione.
Tab. 32. Stato di realizzazione di una zonizzazione acustica in ciascun Comune della Val di Cornia.
Norma
DPCM 01/03/1991
Piombino
SI
DPCM 01/03/1991
San Vincenzo
Sassetta
Suvereto
SI
SI
SI
L. 447/95; L.R. 89/98
L. 447/95; L.R. 89/98
DPCM 01/03/1991
Note
È in corso l’aggiornamento per rendere la zonizzazione
conforme alla L. 447/95 e alla normativa regionale
È in corso l’aggiornamento per rendere la zonizzazione
conforme alla L. 447/95 e alla normativa regionale
È stata adottata con Delibera n°23 del 9 aprile 2004
È stata adottata
È in corso l’aggiornamento per rendere la zonizzazione
conforme alla L. 447/95 e alla normativa regionale
È in corso la realizzazione di un progetto RFI SpA SpA lungo il tratto ferroviario Pisa-Roma che prevede l’abbattimento del rumore mediante la realizzazione di barriere assorbenti per una lunghezza di 1.833 metri per una superficie complessiva di 7.906 metri quadrati ed un investimento complessivo di 2.768.000 €. I Comuni interessati del progetto sono Campiglia M.ma e San Vincenzo.
5.6.4 Monitoraggio dei campi magnetici
Il Comune di Piombino, al fine di affrontare in maniera preventiva le problematiche ambientali
relative all’inquinamento elettromagnetico, nel 1999 ha elaborato un progetto di concerto con ARPAT finalizzato alla conoscenza delle caratteristiche tecniche degli impianti presenti sul territorio e del campo elettromagnetico emesso dagli impianti stessi attraverso verifiche strumentali nelle immediate vicinanze delle sorgenti di emissioni. Il progetto ha
coinvolto anche l’Azienda Sanitaria ed i gestori della telefonia mobile e venne articolato su
tre livelli:
● conoscenza del livello dei campi elettromagnetici delle stazioni radio base istallate attraverso
modelli revisionali e verifiche strumentali;
● conoscenza dei livelli di fondo elettromagnetico presso i siti destinati a nuove istallazioni
di stazioni radio base;
● verifica dei livelli di campo elettromagnetico prodotti dalle stazioni radio base future sulla
base dei piani di sviluppo delle società di gestione;
Il progetto, il cui costo complessivo è stato di circa 35.000,00 Euro venne recepito in un protocollo approvato con deliberazione di Giunta comunale del 26 novembre 1999 e si è svolto
nel corso di questi anni consentendo di acquisire il quadro conoscitivo dei livelli di inquinamento elettromagnetico nelle zone più vicine agli impianti di trasmissione;
Per quanto attiene il controllo per la telefonia cellulare è stato stipulato un accordo tra Comune
di Piombino ed ARPAT per effettuate opportune misure nelle adiacenze di stazioni di emissioni del campo magnetico.
I dati a nostra disposizione sull’attività di monitoraggio si riferiscono al numero di stazioni radio base (SRB), impianti radiotelevisivi ed elettrodotti controllati nel triennio 2001- 2002. Nel
2002 l’attività di monitoraggio non è stata condotta.
Tab. 33. Controlli su SRB effettuati da ARPAT nel triennio 2000-2002 in Val di Cornia.
Anno
2000
2001
2002
N° siti controllati
4
7
0
N° punti di misura
32
41
0
Per ciò che riguarda le SRB, dal 2000 al 2001 il numero di siti controllati è aumentato passando da 4 a 7, così come il numero dei punti di misura che da 32 è arrivato a 41.
Inquinamento acustico ed elettromagnetico
Presenza
SI
87
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Comune
Campiglia M.ma
Tab. 35. Controlli su RTV effettuati da ARPAT nel triennio 2000-2002 in Val di Cornia.
Anno
2000
2001
2002
N° siti controllati
2
3
0
N° punti di misura
20
18
0
Il numero degli impianti radiotelevisivi controllati da ARPAT nel 2002 è aumentato di un’unità,
sebbene il numero dei punti di misura sia sensibilmente diminuito.
Tab. 36. Controlli su elettrodotti effettuati da ARPAT nel triennio 2000-2002 in Val di Cornia.
Inquinamento acustico ed elettromagnetico
Anno
2000
2001
2002
Rapporto sullo stato dell’ambiente
88
N° siti controllati
3
5
0
Anche relativamente agli elettrodotti il numero dei controlli è aumentato nel 2001 passando
da 3 a 5.
Per quanto attiene il controllo per la telefonia cellulare è stato stipulato un accordo tra Comune
di Piombino ed ARPAT per effettuate opportune misure nelle adiacenze di stazioni di emissioni del campo magnetico. Nella tabella di seguito si riportano le varie misure e la data di riferimento e dalla quale si evince che i vari recettori più esposti non hanno subito superamenti anomali o fuori norma.
Tab. 37. Misure effettuate nell’ambito dell’accordo per la telefonia cellulare con il Comune di Piombino.
Denominazione sito
Data misure
Loc. Falcone
30.11.99
Loc. Falcone
17.04.00
Loc. Falcone
03.10.01
Loc. Pozzetti
Loc. Pozzetti
Colle Montegemoli
Loc. Baratti
Loc. Vignale Stazione
Loc. Vignale Stazione
Via San Francesco
Via San Francesco
Loc. Monte Presepio
Loc. Monte Presepio
03.10.00
05.02.01
18.05.01
05.02.01
17.04.99
05.02.01
17.04.00
02.11.00
03.10.01
23.11.01
Tolla alta
Tolla bassa
04.11.99
Valore max di campo elettrico
misurato con il sensore
a banda larga (V/m)
4.5
in prossimità delle antenne
4.8
in prossimità delle antenne
3
in prossimità dell’antenna
< 0.3
0.7
1.0
< 0.3
< 0.3
1.1
0.6
0.6
30
16
in prossimità delle antenne
10.8
sotto le antenne
Valore max di campo elettrico
misurato con il sensore a banda larga
presso i ricettori più esposti (V/m)
0.7
0.7
0.7
< 0.3
< 0.3
< 0.3
< 0.3
< 0.3
0.6
0.6
< 0.3
< 0.3
3.5
Aspetto
D/P Disp. Val.
S/R Dati Stock
Disponibilità e qualità delle acque S +++ superficiali interne
Val.
trend
Disponibilità delle acque
sotterranee
Qualità e Inquinamento delle
acque sotterranee
S
+++
S
+++
Qualità delle acque costiere
Fenomeni di subsidenza indotta
S
S
+++
+++
Consumi idrici
P
+++
Prelievi dalle acque superficiali
P
++
☺
☺
Scarichi e immissioni inquinanti
in mare e in acque superficiali
Carico trofico
P
+++
☺
☺
P
++
??
Agricoltura
D
++
Industria e Terziario
D
+++
Insediamenti civili e Turismo
D
+++
Determinanti consumi idrici
D
++
??
Depurazione delle acque
e controlli sugli scarichi
R
+++
☺
☺
Monitoraggio della qualità
e quantità delle acque
R
++
☺
??
Monitoraggio del fenomeno
di subsidenza
Diffusione di pratiche sostenibili
R
+++
☺
☺
R
+++
☺
☺
Obiettivo
6
Verificare la disponibilità di risorsa idrica per
esigenze ambientali ed umane (civili ed industriali).
Migliorare la qualità delle acque superficiali, sia in
termini chimici, biologici e microbiologici,
accrescendo la qualità complessiva degli
ecosistemi acquatici
Verifica la disponibilità di risorsa idrica sotterranea
per esigenze umane (civili, agricoli ed industriali)
Ridurre i fenomeni di inquinamento della falda,
specie nelle situazioni di maggiore vulnerabilità,
e preservare e migliorare la qualità delle
acque sotterranee
Rendere le acque costiere completamente balneabil
Monitorare il fenomeno della subsidenza per
contenere la sua espansione nella piana e per
ridurre lo sfruttamento eccessivo della falda
idrica sotterranea.
Conoscere e minimizzare i consumi idrici
per i diversi usi
Pianificare e autorizzare la gran parte dei
prelievi idrici
Ridurre gli apporti di inquinanti ai corpi idrici,
sia puntuali che diffusi
Ridurre l’apporto di quantitativi di azoto e
fosforo nelle acque sotterranee e superficiali
Ottimizzare l’irrigazione e le pratiche agricole in
generale, per ridurre i consumi idrici e le
contaminazioni del suolo
Ridurre i consumi idrici, favorendo il riutilizzo
delle acque all’interno delle aziende. Ridurre la
pericolosità degli scarichi e migliorare
la depurazione
Ridurre i consumi idrici pro-capite e complessivi,
soprattutto grazie all’utilizzo e alla promozione
di tecnologie per il risparmio idrico nelle
strutture turistiche
Quantificare il prelevamento di acqua di falda dai
pozzi presenti sul territorio
Garantire un’adeguata depurazione della gran
parte degli scarichi, più o meno spinta in
funzione del pregio e della vulnerabilità del
corpo idrico recettore e attuare interventi per il
riutilizzo delle acque depurate, specie per
gli usi meno nobili. Garantire una frequenza
adeguata dei controlli sugli scarichi, per assicurare
il rispetto della normativa
Monitorare efficacemente lo stato qualitativo e
quantitativo delle acque, con un dettaglio sufficiente
a comprendere le cause e l’evoluzione del degrado
Controllare gli emungimenti in modo tale da
evitare ulteriori abbassamenti della piezometria
Diffondere pratiche sostenibili di uso del suolo,
in particolare quello agricolo, limitando l’utilizzo
di sostanze inquinanti e la possibilità di una loro
contaminazione delle acque superficiali e sotterranee
Consumi e inquinamento idrico
6.1 Introduzione al tema
89
Rapporto sullo stato dell’ambiente
6 Consumi e Inquinamento idrico
Consumi e inquinamento idrico
Risparmio, recupero e riciclaggio
delle acque di falda
Informazione e sensibilizzazione
della popolazione
Rapporto sullo stato dell’ambiente
90
R
+++
☺
Aumentare la disponibilità della risorsa idrica
R
+
??
Attuare campagne di informazione e sensibilizzazione
della popolazione sul risparmio idrico
6.2 Descrizione del tema
Il patrimonio idrico sul pianeta Terra ammonta a circa 1.390 milioni di miliardi di metri cubi di
acqua: il 97,1 % è acqua salata degli oceani, dei mari, dei laghi salati e di alcune falde profonde e solo il restante 2,9 % è rappresentato da acqua dolce. La distribuzione dell’acqua dolce
sul pianeta è la seguente:
● calotte polari, ghiacciai e nevi eterne: 1,72% del totale, per un volume di circa ventiquattro
milioni di miliardi di metri cubi di acqua. Questa quota non è ovviamente utilizzabile;
● sottosuolo: 1,18% del totale;
● acqua dolce superficiale: 0,01% del totale. Quest’ultima quota, estremamente esigua rispetto
al totale delle acque presenti sulla terra, è quella da cui principalmente attinge l'uomo per le
sue attività.
La quota di acqua dolce disponibile non è distribuita in modo omogeneo sulla Terra: ci sono
aree geografiche in cui c’è una buona disponibilità di acqua ed altre nelle quali scarseggia o è
addirittura assente.
L'acqua della terra si trasforma continuamente da uno stato fisico ad un altro, secondo un ciclo che si chiama ciclo dell'acqua o ciclo idrologico.
Per effetto del calore prodotto dall'irraggiamento solare si ha l’evaporazione di parte dell'acqua superficiale che, per la spinta delle correnti d’aria, si immette nell’atmosfera sotto forma
di vapor acqueo. Quest’acqua, entrando in contatto con strati d'aria più fredda, si condensa
formando le nuvole. Con le precipitazioni atmosferiche cade nuovamente sulla terra. L'acqua
che scorre sul terreno viene chiamata di dilavamento: in parte evapora, in parte viene assorbita dalle piante, in parte penetra nel terreno in profondità alimentando le falde acquifere e in
parte, attraverso corsi d'acqua sotterranei, alimenta i fiumi e ritorna al mare.
L’acqua interviene, inoltre, nei cicli vitali; pertanto, rappresenta un elemento fondamentale per
qualsiasi essere vivente animale e vegetale nonché per l’uomo.
I principali riferimenti legislativi che disciplinano, a livello nazionale, questa tematica sono i seguenti:
● il D.Lgs. n. 152 del 11 maggio 1999 ed il D.Lgs 258 del 18 Maggio 2000, contenente disposizioni sulla tutela delle acque dall’inquinamento e recepimento della direttiva
91/271/CEE, concernente il trattamento delle acque reflue urbane, e della direttiva 91/676/CEE
relativa alla protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da
fonti agricole;
● la Legge n. 36 del 5 gennaio 1994, contenente disposizioni in materia di risorse idriche.
Stato
In Val di Cornia la risorsa idrica rappresenta un fattore di elevata criticità. L’approvvigionamento
d’acqua avviene quasi esclusivamente dalle falde sotterranee confinate. Negli anni tale risorsa è stata sfruttata oltre modo, provocando un costante abbassamento del livello piezometrico,
causa principale del fenomeno di subsidenza che interessa l’aera della pianura. Ad aggravare
la situazione contribuisce anche la diminuzione degli apporti meteorici che non permettono
di pareggiare il deficit tra prelievo e ricarica. La disponibilità idrica in Val di Cornia si sta dunque riducendo di anno in anno e il dato maggiormente preoccupante è la totale assenza di dati che testimonino un’inversione di tendenza.
La qualità delle acque superficiali viene tenuta sotto controllo attraverso l’attività di monitoraggio che assegna delle classi di qualità in base ai diversi indici presi in considerazione. Ne viene fuori un quadro della situazione nel complesso positivo: non si segnalano corpi idrici fortemente inquinati. E’ comunque da sottolineare che negli ultimi anni si ha avuto un leggero,
ma costante peggioramento a cui bisognerà far fronte.
Meno soddisfacente è lo stato delle acque sotterranee. Infatti, il giudizio dei due principali sistemi idrogeologici della Val di Cornia si attesta tra lo “scadente” e il “sufficiente” in base alle
classi di qualità definite in funzione delle concentrazioni delle diverse sostanze considerate.
Dalle misure effettuate nei vari siti, in particolare risultano fuori limite massimo le concentrazioni di Boro, soprattutto nei campi pozzo ubicati nelle zone pianeggianti.
Per quanto riguarda le acque costiere i controlli nei punti di balneazione della Val di Cornia hanno rivelato uno stato accettabile, con una bassa percentuale di campionamenti fuori norma rispetto al numero totale delle misure effettuate.
Pressioni
In Val di Cornia risultano elevati i prelievi dalla falda confinata, ben superiori alla normale ricarica
naturale degli acquiferi. Tale deficit idrico, stimato in circa 3,5 milioni di m3 all’anno, perdura
oramai da oltre un decennio determinando grandi coni di depressione piezometrica laddove
sono presenti i maggiori punti di prelievo della risorsa idrica sotterranea.
Tutte le acque di scarico dei nuclei urbani (o frazioni) della Val di Cornia, risultano condottate
in idonei impianti di depurazione determinando una buona qualità dei fiumi e delle acque di
balneazione lungo le coste.
Gli scarichi industriali avvengono quasi esclusivamente in mare, ma sono tutti autorizzati e monitorati costantemente.
6.3 Stato
Per descrivere lo stato attuale delle risorse idriche del territorio della Val di Cornia, in termini
di qualità ambientale e di aspetti quali-quantitativi, sono stati individuati i seguenti aspetti:
● Disponibilità e qualità delle acque superficiali
● Disponibilità delle acque sotterranee
● Qualità ed inquinamento delle acque sotterranee
● Qualità delle acque costiere
● Fenomeni di subsidenza indotta
6.3.1 Disponibilità e qualità delle acque superficiali interne
La risorsa idrica rappresenta un comparto ambientale di importanza fondamentale per la tutela della salute pubblica e dell’ambiente, ma si candida anche a divenire il principale fattore
limitante per lo sviluppo economico.
Le attività di controllo del ciclo dell’acqua sono rivolte ai seguenti principali obiettivi:
q prevenire, ridurre l’inquinamento e risanare i corpi idrici;
q conseguire il miglioramento dello stato delle acque ed adeguate protezioni di quelle destinate a particolari usi;
q perseguire usi sostenibili e durevoli delle risorse idriche, con priorità per quelle potabili;
q mantenere la capacità naturale di autodepurazione dei corpi idrici nonché la capacità di sostenere comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate.
I controlli relativi alla qualità delle acque superficiali sono stati eseguiti da ARPAT, secondo quanto stabilito nelle Delibere della Giunta regionale Toscana n. 858/01, n. 219/02 e 225/03, in adempimento alle competenze attribuite alle Regioni dal D.Lgs 152/99, dal D.Lgs. 258/00 e
91
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Risposte
In Val di Cornia sono presenti 12 impianti di depurazione pubblici. Inoltre vengono effettuati
dei controlli sulle acque reflue urbane depurate per verificare il reale funzionamento di tali impianti. Questi controlli considerano anche le acque reflue industriali, in particolare gli scarichi
a mare delle grandi industrie di Piombino.
Viene poi effettuato il monitoraggio delle acque superficiali e in maniera più consistente anche quello delle acque sotterranee.
Al fine di rispondere al problema del deficit idrico, sono state avviate diverse iniziative volte al
risparmio e al riuso della risorsa idrica. Grazie all’attuazione di questi progetti Piombino diventerà
la prima città che non produce reflui liquidi, ossia la prima città marittima del mediterraneo che
non inquina il mare.
Consumi e inquinamento idrico
Determinanti
In Val di Cornia si registrano consumi idrici elevati, determinati dai comparti industriale, idropotabile ed agricolo. La spiccata vocazione industriale dell’area necessita di grandi quantitativi d’acqua (circa 10 milioni di m3) all’interno dei propri cicli produttivi ed è prelevata quasi esclusivamente da falda. Il settore metallurgico, con il polo di Piombino, incide in maniera rilevante sui consumi e sugli scarichi idrici.
L’uso idropotabile risulta sostenuto in particolar modo nel periodo estivo per l’elevato carico
turistico, con un numero di presenze complessive che è in aumento negli ultimi anni, ma anche per la costante fornitura di risorsa all’Isola d’Elba (circa 3 milioni di m3 all’anno). Anche i
consumi del comparto irriguo e domestico risultano sostenuti, tuttavia non possono essere quantificati con precisione e ci si può basare solo su stime approssimate.
La sempre minor disponibilità di risorse idriche, determina nel comparto agricolo una mutazione nella tipologia di colture che, negli ultimi anni si stanno indirizzando verso produzioni che
necessitano di minor quantitativi d’acqua.
successive modifiche.
In vista del conseguimento dell’obiettivo di migliorare o mantenere il livello di qualità della risorsa come prescrivono le normative in materia, la qualità delle acque superficiali è descritta
da indicatori di stato, che indicano lo stato ecologico e lo stato chimico del corpo idrico. Per
quanto concerne lo stato ecologico è utilizzato l’indice LIM (Livello di Inquinamento da Macrodescrittori) che rappresenta la sintesi della qualità chimica e batteriologica del corso d’acqua; l’Indice IBE (Indice Biotico Esteso) basato sullo studio delle comunità di macroinvertebrati
che vivono stabilmente nei corsi d’acqua, rappresenta la qualità biologica e pertanto indica il
danno biologico apportato alle turbative ambientali. L’indice SECA (Stato Ecologico Ambientale) costituisce lo stato ecologico, definito dal risultato peggiore tra LIM e IBE.
Consumi e inquinamento idrico
Indice Biotico Esteso (IBE)
Si basa sull'analisi della struttura della comunità di macroinvertebrati che colonizzano le differenti tipologie fluviali. La presenza o assenza di determinati taxa (unità di classificazione
delle specie viventi) permettono di qualificare il corso d'acqua.
Lo scopo dell'indice è quello di formulare diagnosi di qualità di ambienti di acque correnti, sulla base delle modificazioni nella composizione della comunità di macroinvertebrati, indotte da
fattori di inquinamento delle acque e dei sedimenti o da significative alterazioni fisico-morfologiche dell'alveo bagnato. In presenza, infatti, di fattori di disturbo scompaiono le specie o le
intere famiglie di macroinvertebrati più sensibili, mentre si ritrovano più frequentemente quelle più resistenti. Rispetto agli indicatori di tipo chimico l’IBE ha il vantaggio di non dare una misura puntuale, riferita solo a quel preciso momento, del livello d’inquinamento, ma piuttosto
una misura mediata nel tempo, che tiene conto anche di fattori di disturbo ormai passati.
LIM (Livello d’Inquinamento da Macrodescrittori)
L’indice, introdotto dal D.Lgs. 152/1999, si basa su 6 parametri chimici (Ossigeno Disciolto (%),
BOD5 (mg/L), COD (mg/L), Azoto ammoniacale (mg/L) e nitrico (mg/L), Fosforo totale (mg/L))
ed uno microbiologico (Escherichia coli (UFC/100ml)). Seguendo il procedimento descritto
nel decreto, si ottiene un punteggio per ciascuno dei parametri precedenti, dalla cui somma
si ricava un punteggio complessivo, che permette di individuare il livello di appartenenza (da
1=ottimo a 5=pessimo).
Lo scopo dell’indicatore è quello di fornire una stima del grado di inquinamento dei corsi
d’acqua, dovuto a fattori chimici e microbiologici; inoltre, serve ad ottenere l'Indice SECA, assieme al valore dell'IBE, per valutare e classificare la qualità dei corsi d'acqua.
SECA (Stato Ecologico dei Corsi d’Acqua)
L'indice SECA (Stato Ecologico dei Corsi d'Acqua) è una classificazione dei corsi d'acqua effettuata incrociando i dati risultanti dai macrodescrittori del DLgs 152/99 ossia, LIM, con quelli
dell'IBE.
Si tratta di un indice sintetico per descrivere lo stato dei corsi d'acqua considerando sia fattori chimici che biologici; serve come base per l'elaborazione dell'indice SACA (Stato Ambientale dei Corsi d’Acqua).
FOTO GIUSEPPE TRINCHINI
Rapporto sullo stato dell’ambiente
92
Tab. 1.Descrizione degli indici di qualità delle acque superficiali.
Valore
560-480
475-240
235-120
115-60
0-60
Valore
IBE> 10 - LIM:560-480
IBE: 8-9 - LIM:475-240
IBE: 6-7 - LIM: 235-120
IBE: 4-5 - LIM:115-60
IBE: 1-3 - LIM:<60
Al momento attuale, tuttavia, detti criteri, che si basano sul confronto fra lo stato ecologico
ambientale (Indice SECA) e la concentrazione degli inquinanti elencati nella Tabella 1 dell’Allegato 1 del D.Lgs 152/99, non possono trovare completa applicazione, non essendo stati ad
oggi definiti i valori soglia di tali concentrazioni. Pertanto, indipendentemente dal superamento dei valori soglia delle concentrazioni delle sostanze di Tabella 1- All.1 del D.Lgs 152/99,
alle stazioni di monitoraggio con classe SECA pari a 2, sarà attribuito uno stato ambientale “buono” oppure “scadente”, a seconda dell’ottemperanza o meno a detti valori soglia e in modo
analogo, alle stazioni di monitoraggio con classe SECA pari a 3 (tutti i restanti casi di Tabella
1) verrebbe attribuito uno stato ambientale “sufficiente” oppure “scadente”.
La qualità dei corsi d’acqua della Provincia di Livorno, ricadenti in Val di Cornia ed inseriti
nell’elenco dei corpi idrici significativi della regione Toscana, è riportata nella Tab. 2, che riassume i risultati degli ultimi 5 anni di controlli.
Tab. 2. Classificazione di ciascun tratto dei corpi idrici mediante indici LIM, IBE, SECA, con i dati delle
campagne di monitoraggio del quinquennio 1998-2000 (fonte: ARPAT Dip. Sub-Provinciale di Piombino, 2003).
Comune
Suvereto
Punto di controllo
Indice
Loc. Vivalda
LIM
IBE
SECA
LIM
IBE
SECA
LIM
IBE
SECA
Campiglia M.ma Rampa Merciai
Piombino
Zona di foce
Fiume Cornia
Classe attribuita in base al D.Lvo 152/99 (Tab.8 - All.1) e s.m.
1998
1999
2000
2001
2002
2
2
2
2
2
2
3
3
2
3
3
3
2
2
2
2
2
3
*
3
3
*
2
**
2
* le condizioni di secca non hanno consentito la determinazione dell'indice IBE e dell'indice SECA; ** l'ambiente salmastro non consente l'utilizzo dell'indice IBE.
I tre punti di controllo si riferiscono al tratto del Fiume Cornia compreso tra il suo sbocco nella pianura e la foce in località Torre del Sale. A partire dalla postazione più a monte si trova quella posizionata in località Vivalda ubicata a pochi Km a sud dall’abitato di Suvereto proprio nel
tratto in cui il fiume lascia l’impluvio calibrato tra i rilievi morfologici al contorno e inizia il percorso in pianura iniziando a scorrere con andamento meandriforme. La località Rampa Merciai si trova a sud della linea ferroviaria e della Variante Aurelia in prossimità di Venturina,
mentre la terza postazione è ubicata nella zona di foce in località Torre del Sale.
93
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Valore
10-12
8-9
6-7
4-5
0-3
Consumi e inquinamento idrico
INDICI DI QUALITA’ DELLE ACQUE SUPERFICIALI
IBE Indice Biotico Esteso
Classe di qualità Livello
Giudizio
I
Non inquinato
II
Leggermente inquinato
III
Inquinato
IV
Nettamente inquinato
V
Fortemente inquinato
LIM Indice di Inquinamento dai macrodescrittori
Classe di qualità Livello
Giudizio
I
II
III
IV
V
SECA Stato Ecologico dei corsi d’acqua
Classe di qualità Livello
Giudizio
I
Elevato
II
Buono
III
Sufficiente
IV
Scadente
V
Pessimo
Tab. 3. Stima degli indici SECA (Stato Ecologico dei Corsi d'Acqua) e SACA (Stato Ambientale dei Corsi d’Acqua)
nei 3 punti di controllo (fonte: ARPAT Dip. Sub-Provinciale di Piombino, 2003).
Punto di controllo
Loc. Vivalda
Rampa Merciai
Foce Cornia
2000
SECA
SACA
SECA
SACA
SECA
SACA
2001
2
buono
3
sufficiente
2
buono
SECA
SACA
SECA
SACA
3
sufficiente
3
sufficiente
2002
SECA
SACA
3
sufficiente
La schematizzazione dei dati forniti da ARPAT evidenzia che l’indice IBE in località Vivalda e Rampa Merciai, le uniche due stazioni complete di dati tali da fornire un quadro evolutivo, indicano che, a partire dal 2001, si è avuto un peggioramento passando da un livello di leggermente inquinato a quello di inquinato, seppure il LIM sia rimasto pressoché costante. Quanto rilevato determina per le due stazioni di controllo un peggioramento dello Stato ambientale del
Fiume Cornia passando da buono a sufficiente.
Il Fiume Cornia, nel tratto di scorrimento nel territorio comunale di Suvereto possiede una classificazione per l’utilizzo potabile pari ad A3. La classificazione si basa sulle caratteristiche chimiche e batteriologiche, si articola in 3 livelli (A1, A2, A3), e consente di stabilire il trattamento necessario per l’utilizzo dell’acqua ai fini potabili.
Consumi e inquinamento idrico
Art. 7, comma 2, D.Lgs 11 maggio 1999, N. 152:
A seconda della categoria di appartenenza, le acque dolci superficiali di cui al comma 1 sono
sottoposte ai seguenti trattamenti:
Categoria A1: trattamento fisico semplice e disinfezione;
Categoria A2: trattamento fisico e chimico normale e disinfezione;
Categoria A3: trattamento fisico e chimico spinto, affinazione e disinfezione.
La valutazione della conformità dei tratti dei corsi d’acqua, individuati nelle Delibere della Giunta regionale Toscana n.858/01, n. 219/02 e 225/03, rispetto agli standard di qualità di natura chimica, previsti dal D.Lgs. 152/99 e successive modifiche (Tabella 1/B - Sezione B - All.2), è riportata nella Tab. 4; per questa tipologia di acque a specifica destinazione sono state definite due classi di qualità, che ne individuano l’idoneità alla vita di specie ittiche riferite alle rispettive famiglie
dei salmonidi e dei ciprinidi. Nel caso della Val di Cornia, tutti i tratti sono stati attribuiti alla classe di qualità idonea alla vita dei ciprinidi, alla quale sono risultati conformi.
Tab. 4. Elenco delle acque idonee alla vita dei pesci salmonicoli e ciprinicoli: risultati della valutazione di conformità
(fonte: ARPAT Dip.Sub-Provinciale di Piombino, 2003).
Comune
Suvereto
Piombino
Corpo idrico
Cornia
Cornia
Punto di controllo
loc. Vivalda
zona di foce
Criterio assegnato
Acque a ciprinidi
Acque a ciprinidi
Valutazione
conforme agli standard di qualità
conforme agli standard di qualità
Rapporto sullo stato dell’ambiente
94
6.3.2 Disponibilità delle acque sotterranee
La quasi totalità della risorsa idrica emunta in Val di Cornia proviene da acque sotterranee prelevate mediante l’ausilio di opere di captazione che sfruttano i vari orizzonti ghiaiosi posti a diverse profondità nel deposito alluvionale della pianura. Il depauperamento del sistema idrogeologico sotterraneo, ha avuto inizio negli anni ’20, con un forte incremento negli anni ’50‘60 periodo in cui il boom economico ha indotto ad aumentare il consumo di acqua per usi industriali e, di pari passo, i consumi idropotabili.
In questo periodo sono stati realizzati i primi campi pozzi sia comunali che industriali per il prelievo di acque sotterranea e in poco tempo hanno indotto il delinearsi dei primi coni di depressione
piezometrica.
Nella ⌧ Fig. 1 è riprodotta la variazione della piezometrica dal 1914 al 1999. Si osserva come
nella zona centrale della pianura, gli abbassamenti sono stati di ben oltre 26 metri.
La ricostruzione della situazione idropiezometrica relativa al 1914 è stata riprodotta dal modello matematico opportunamente testato nel sistema idrogeologico della Val di Cornia e gestito da ASA SpA.
⌧ Fig. 2. Variazione delle piezometrica in Val di Cornia dal 1991 al 2001 (fonte: ASA SpA, 2004).
Consumi e inquinamento idrico
⌧ Fig. 1. Abbassamento piezometrico nella pianura del fiume Cornia dal 1914 al 1999 (fonte: ASA SpA, 2004).
Il forte sviluppo socio-economico della Val di Cornia negli ultimi 50 anni non è stato accompagnato da una seppur minima analisi delle risorse disponibili, in particolare di quelle idriche.
La disponibilità di acqua in Val di Cornia si sta riducendo di anno in anno e non sembra, sino
ad oggi vi siano segnali per una inversione di tendenza. Nella ⌧ Fig. 2 si osserva come l’abbassamento
piezometrico misurato nell’arco di tempo di 10 anni, dal 1991 al 2001, specie nella zona nordorientale della pianura sia di oltre 10 metri.
Rapporto sullo stato dell’ambiente
95
Consumi e inquinamento idrico
⌧ Fig. 3. Isopiezometriche di morbida nella pianura del Fiume Cornia nell’Anno 2001 (fonte: ASA SpA, 2004).
Le tendenze evolutive riferite alla ricarica del sistema idrogeologico legate quindi alla piovosità, dimostrano in modo inequivocabile che la disponibilità di risorse idriche in Val di Cornia
tendono a diminuire. A questo proposito si osservi la ⌧ Fig. 4 dalla quale si evince come la media delle piovosità indichi una riduzione degli apporti meteorici.
⌧ Fig. 4. Variazione della piovosità annua in Val di Cornia dal 1921 al 2001 (stazione di Suvereto) (fonte: ASA SpA, 2004).
Rapporto sullo stato dell’ambiente
96
6.3.3 Qualità ed inquinamento delle acque sotterranee
La valutazione dello stato ambientale dei corpi idrici sotterranei si basa su misure di tipo qualitativo (stato chimico) e di tipo quantitativo. In attesa che vengano indicati i criteri per la valutazione dello stato quantitativo la classificazione degli acquiferi in base allo stato chimico (indicatore di stato) che considera ben 7 parametri di base (Conducibilità elettrica, cloruri, Manganese, Ferro, Nitrati, Solfati e Ione ammonio). In base alle concentrazioni delle diverse sostanze
sono definite 5 classi di qualità (classe 1: impatto antropico nullo; classe 2: impatto ridotto;
classe 3: impatto significativo; classe 4: impatto rilevante; classe 0: impatto nullo con particolari
facies idrochimiche naturali). La classificazione riportata nella Tab. 5 è provvisoria e basata
solo sui parametri di base, senza i dati sugli inquinanti organici e inorganici.
Tab. 5. Stato ambientale dei corpi idrici: classe di qualità, giudizio e caratteristiche.
Classe di qualità
Classe 1
Classe 2
Classe 3
Classe 4
Classe 0
Giudizio
elevata
buona
sufficiente
scadente
Caratteristiche
Impatto antropico nullo o trascurabile e con pregiata qualità idrochimica
Impatto antropico ridotto e e buona qualità
Impattoantropico significativo e con qualità buona ma con segni di compromissione
Impatto antropico rilevante e con caratteristiche idrochimiche scadenti
Basso impatto antropico e caratteristiche idrochimiche naturali al di sopra dei valori di classe 3
Tab. 6. Classificazione chimica provvisoria delle acque sotterranee in base all’allegato 1, D.Lgs. 152/99 e succ. mod.
(fonte: ARPAT Dip. Sub-Provinciale di Piombino, 2003).
Acquifero
2002
della pianura del Cornia periodo di magra
periodo di morbida
di San Vincenzo
periodo di magra
periodo di morbida
classificazione dello stato chimico
classe 4
classe 4
classe 3
classe 3
parametri critici
cloruri, conducibilità, boro
cloruri, boro
nitrati
nitrati
Tab. 7. Classificazione chimica in base ai parametri principali (D.Lgs 152/99).
Unità di misura
MS/cm (20° C)
Mg/l
Mg/l
Mg/l
Mg/l di NO3
Mg/l di SO4
Mg/l di NH4
Classe 1
≤ 400
≤ 25
≤ 20
<50
≤5
≤ 25
≤ 0,05
Classe 2
≤ 2.500
≤ 250
≤ 50
<200
≤ 25
≤ 250
≤ 0,5
Classe 3
≤ 2500
≤ 250
≤ 50
≤ 200
≤ 50
≤ 250
≤ 0,5
Classe 4
>2.500
>250
>50
>200
>50
>250
>0,5
Classe 0(*)
>2.500
>250
>50
>200
>250
>0,5
(*) se la presenza di tali sostanza è di origine naturale verrà automaticamente attribuita la classe 0.
Nella Tab. 8 vengono indicati i valori soglia riferiti alla conducibilità e alle concentrazioni dei
nitrati, del boro, dei cloruri e dei solfati per le acque ad uso umano.
Tab. 8. Confronto tra valori limite per i parametri di composizione in acque ad uso umano.
Parametri
Nitrati
Boro
Cloruri***
Conducibilità
Solfati
Unità di
misura
mg/l NO3
mg/l
mg/L
µS/cm a 20 °C
mg/l
Acque potabili (DPR 236/88)
Acque di sorgente (D.lgs. 339/99)
50
1**
200
250
Acque potabili
(D. lgs. 31/01)
50
1
250
2500
250
97
Acque minerali
(D.lgs. 542/92)
45 - 10(*)
5
-
* valore relativo ad acque da usare per l'infanzia; * valore guida: il DPR 236/88 non presenta una concentrazione massima ammissibile per il boro; *** per il parametro
cloruri il DPR 236/88 non presenta una concentrazione massima ammissibile ma una "concentrazione che è opportuno non superare", pari appunto a 200 mg/l.
I campi pozzi dai quali si emunge acqua ad uso potabile sono costantemente controllati dalla ASL 6 competente per il territorio. La Val di Cornia è stata suddivisa per zone di approvvigionamento e ad intervalli temporali regolari vengono effettuati campionamenti di acqua da
sottoporre ad analisi chimico-fisiche.
Le tabelle sotto riportate indicano alcuni parametri chimici relativi a diverse zone di approvvigionamento idrico ad uso potabile della Val di Cornia nel quadriennio 2000-2003. In grassetto
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Parametro
Conducibilità elettrica
Cloruri
Manganese
Ferro
Nitrati
Solfati
Ione ammonio
Consumi e inquinamento idrico
Dalla Tab. 6 è osservabile che i sistemi idrogeologici principali della Val di Cornia sono sostanzialmente
due. Uno è l’acquifero della pianura del Cornia, il più importante costituito da un sistema di alternanze di orizzonti ghiaiosi ed argillosi che formano un acquifero multistrato che si sviluppa per l’intera pianura, l’altro è formato dalle calcareniti presenti ad est di S. Vincenzo.
I due sistemi idrogeologici si presentano con caratteristiche e problematiche completamente
diverse. L’acquifero di San Vincenzo risulta essere classificato in terza classe e pertanto possiede caratteristiche migliori di quello in classe 4 dell’acquifero della pianura del Cornia.
Nella Tab. 7 si riportano i parametri principali utilizzati per la classificazione chimica delle acque sotterranee, definiti dal D.Lgs. 152/99.
sono riportati i parametri che superano i limiti guida della normativa vigente. L’unico parametro che risulta fuori norma è la concentrazione del Boro che in varie zone supera il valore limite
di 1 mg/l. Alcune zone di approvvigionamento come per es. Sassetta o località Prata nel Comune di Suvereto o persino San Vincenzo (eccetto l’anno 2003) non presentano anomalie di
concentrazioni di Boro. Questi campi pozzo sono ubicati in zone prettamente collinari.
Tab. 9. Medie dei parametri principali prelevati nella zona di approvvigionamento CA1 del Comune di Campiglia M.ma.
Comune: Campiglia M.ma
Parametri
Nitrati
Boro
Cloruri
Cond. El.
Solfati
Zona di approvvigionamento: CA1
U.d.M.
mg/l NO3
mg/l B
mg/l Cl
µS/cm
mg/l SO4
Periodo
2000
22,2
1,3
76,5
1019
230
2001
23,2
1,3
78,8
1015
212
2002
20,8
1,3
78
1012
227
2003
23
1,5
81
1054
201
Campiglia capoluogo,
Venturina, loc. Affitti,
Caldanelle, Palmentello
In questa zona di approvvigionamento le concentrazioni dei Nitrati, Cloruri e Solfati sono praticamente costanti nell’arco dei 4 anni. Per quanto concerne i Solfati le concentrazioni sono,
in alcuni casi, prossime alla soglia dei 250 mg/l che è il limite massimo imposto dalla normativa vigente.
Diversamente dai parametri precedenti, la concentrazione del Boro supera nei 4 anni il limite di
1 mg/l imposto dalla normativa, con un peggioramento evidente nel 2003. Nello stesso anno si
osserva un incremento della Conducibilità pur rimanendo sotto i valori limite della norma.
Consumi e inquinamento idrico
Tab. 10. Medie dei parametri principali prelevati nella zona di approvvigionamento CA2 del Comune di Campiglia M.ma.
Rapporto sullo stato dell’ambiente
98
Comune: Campiglia M.ma
Parametri
Nitrati
Boro
Cloruri
Cond. El.
Solfati
Zona di approvvigionamento: CA2
U.d.M.
mg/l NO3
mg/l B
mg/l Cl
µS/cm
mg/l SO4
Periodo
2000
18,4
1,5
79,7
849
2001
18,3
1,5
75,8
817
91
2002
18
1,4
75,5
839
101
2003
17,6
2
74
823
98
Loc. Cafaggio
In località Cafaggio si osserva una concentrazione di Nitrati e Cloruri pressoché costante,
seppur con un leggero miglioramento di questi ultimi. Un lieve peggioramento si rileva per i Solfati.
Per quanto attiene le concentrazioni di Boro si rileva che per tutto il periodo monitorato la concentrazione risulta superiore ai valori massimi consentiti per legge con un trend in evidente peggioramento. Per la conducibilità si osserva una leggera diminuzione delle concentrazioni.
Tab. 11. Medie dei parametri principali prelevati nella zona di approvvigionamento PB1 del Comune di Piombino.
Comune: Piombino
Parametri
Nitrati
Boro
Cloruri
Cond. El.
Solfati
Zona di approvvigionamento: PB2
U.d.M.
mg/l NO3
mg/l B
mg/l Cl
µS/cm
mg/l SO4
Periodo
2000
15,4
2,9
75,8
788
109
2001
16,2
2,7
69,6
781
122
2002
16,1
2,5
79
802
125
2003
15,8
3,1
95
846
125
Piombino capoluogo
Fiorentina,
Baratti
Per questa zona di approvvigionamento si osserva un peggioramento sostanziale della qualità
della risorsa idrica prelevata. Infatti la concentrazione dei Cloruri risulta in costante aumento
così come per i Solfati. Di particolare evidenza risulta la concentrazione del Boro che nell’arco dei quattro anni si attesta a valori di 2,5 e 3 volte superiore ai valori massimi imposti dalla
normativa vigente con un trend in peggioramento. Anche la Conducibilità, seppur sotto i livelli
massimi consentiti, possiede un andamento con una forte tendenza all’aumento.
Tab. 12. Medie dei parametri principali prelevati nella zona di approvvigionamento PB2 del Comune di Piombino.
Comune: Piombino
Parametri
Nitrati
Boro
Cloruri
Cond. El.
Solfati
Zona di approvvigionamento: PB2
U.d.M.
Mg/l NO3
mg/l B
mg/l Cl
µS/cm
Mg/l SO4
Periodo
2000
20,4
3,4
79
880
138
2001
22
3,4
91,5
918
160
2002
22,5
3,3
194
1180
170
2003
22
4,1
222
1256
170
Riotorto e
campagne circostanti,
costa est
In questa zona di approvvigionamento si osserva un sostanziale peggioramento di tutti i parametri chimico-fisici monitorati. Di particolare evidenza è il forte incremento dei Cloruri che
nell’arco di 4 anni vedono aumentare la concentrazione del 280%.
Grave risulta la concentrazione del Boro, che risulta sempre superiore di ben oltre tre volte il valore massimo consentito per legge, raggiungendo nel 2003 il valore di ben 4 volte il limite di legge.
Tab. 13. Medie dei parametri principali prelevati nella zona di approvvigionamento SS1 del Comune di Sassetta.
mg/l NO3
mg/l B
mg/l Cl
µS/cm
mg/l SO4
Periodo
2000
3,5
<0,05
33
479
34
2001
<1
<0,05
33,8
452
2002
<1
<0,05
36
473
2003
1
<0,05
36
464
37
Sassetta capoluogo
In questa zona di approvvigionamento le concentrazioni di Nitrati e Boro sono ridotte. I Cloruri e la Conducibilità elettrica rimangono pressoché costanti nell’arco di tempo considerato.
Tab. 14. Medie dei parametri principali prelevati nella zona di approvvigionamento SS2 del Comune di Sassetta.
Comune: Sassetta
Parametri
Nitrati
Boro
Cloruri
Cond. El.
Solfati
Zona di approvvigionamento: SS2
U.d.M.
Mg/l NO3
mg/l b
mg/l Cl
µS/cm
Mg/l SO4
Periodo
2000
3,9
<0,05
29,5
379
15
2001
1,7
<0,05
30,7
373
2002
1,9
<0,05
31
398
2003
1,8
<0,05
32
381
19
Loc. Fornaci
Per questa zona di approvvigionamento valgono le stesse considerazioni fatte per il caso precedente.
Tab. 15. Medie dei parametri principali prelevati nella zona di approvvigionamento SU1 del Comune di Suvereto.
Comune: Suvereto
Parametri
Nitrati
Boro
Cloruri
Cond. El.
Solfati
Zona di approvvigionamento: SU1
U.d.M.
mg/l NO3
mg/l B
mg/l Cl
µS/cm
mg/l SO4
Periodo
2000
12,6
1,4
49,8
679
63
2001
14
1,7
55,7
722
2002
14,8
1,5
63
758
88
2003
12,2
2,1
57
730
92
Suvereto
capoluogo
In questa zona di approvvigionamento la tendenza è quella di un peggioramento della qualità
chimico-fisica della risorsa. Si osserva, infatti, un leggero incremento delle concentrazioni di
Cloruri e soprattutto dei Solfati.
Anche qui, le concentrazioni di Boro risultano superiori alla normativa vigente ed il trend è in
netto peggioramento. In aumento anche la Conducibilità.
Consumi e inquinamento idrico
Nitrati
Boro
Cloruri
Cond. El.
Solfati
Zona di approvvigionamento: SS1
U.d.M.
99
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Comune: Sassetta
Parametri
Tab. 16. Medie dei parametri principali prelevati nella zona di approvvigionamento SU2 del Comune di Suvereto.
Comune: Suvereto
Parametri
Nitrati
Boro
Cloruri
Cond. El.
Solfati
Zona di approvvigionamento: SU2
U.d.M.
mg/l NO3
mg/l B
mg/l Cl
µS/cm
mg/l SO4
Periodo
2000
9,5
1,2
38,5
616
83
2001
6,7
1,2
41
613
2002
3,9
1,2
45
638
2003
6,1
1,8
41
678
103
Loc. San Lorenzo
In questa località si rilevano andamenti diversificati per i vari parametri chimici. Infatti rispetto al rispetto al resto della Val di Cornia la concentrazione dei Nitrati è in diminuzione ed i Cloruri sono stabili con tendenza alla diminuzione. Per i Solfati pur con la lacuna del 2001 e 2002
la tendenza è quella dell’aumento.
Come per i Solfati, anche per la Conducibilità, la tendenza è quella dell’aumento. Anche qui,
il Boro risulta sopra il limite di legge con tendenza all’aumento dopo 3 anni di stabilità.
Tab. 17. Medie dei parametri principali prelevati nella zona di approvvigionamento SU3 del Comune di Suvereto.
Comune: Suvereto
Parametri
Consumi e inquinamento idrico
Nitrati
Boro
Cloruri
Cond. El.
Solfati
Rapporto sullo stato dell’ambiente
100
Zona di approvvigionamento: SU3
U.d.M.
mg/l NO3
mg/l B
mg/l Cl
µS/cm
mg/l SO4
Periodo
2000
<1
2001
2,4
35,7
487
33
486
2002
2,4
<0,05
34
491
2003
2,4
<0,05
33,5
489
27
Loc. Prata
Per questa zona di approvvigionamento si registrano concentrazioni minime di Nitrati e Boro.
Per i Solfati il dato si riferisce solo al 2003 e evidenzia una bassa concentrazione. I Cloruri e la
Conducibilità elettrica rimangono costanti.
Tab. 18. Medie dei parametri principali prelevati nella zona di approvvigionamento SV1 del Comune di San Vincenzo.
Comune: San Vincenzo
Parametri
Nitrati
Boro
Cloruri
Cond. El.
Solfati
Zona di approvvigionamento: SV1
U.d.M.
mg/l NO3
Mg/l B
mg/l Cl
µS/cm
mg/l SO4
Periodo
2000
36,7
0,75
333
1690
137
2001
37
0,65
172
1228
173
2002
31,6
0,9
116
1065
162
2003
30,1
1,6
138
1099
161
San Vincenzo
capoluogo,
San Carlo
In questa zona di approvvigionamento si notano andamenti in sostanziale controtendenza rispetto al resto della Val di Cornia. Netto miglioramento nel tempo della concentrazione dei Nitrati e soprattutto del Cloruri che in 4 anni riducono di oltre il 60% la loro concentrazione rientrando in valori a norma di legge. Un peggioramento mantenuto costante nel tempo si rileva
per i Solfati.
Sulla scia dei Cloruri, segue il trend anche la Conducibilità. In netta crescita risulta anche il Boro che addirittura nel 2003 supera il valore massimo consentito dalla normativa vigente.
Caratteristiche e criticità principali del sistema idrogeologico della pianura del Cornia
Boro
Il DPR 236/88 fissa un valore guida per il boro nell'acqua potabile pari a 1 mg/l. Nella normativa internazionale il boro è considerato un parametro indesiderabile, ma non esiste una valutazione uniforme sui limiti da imporre, né sull'eventuale tossicità e sugli effetti a danno della salute. Sono in corso in proposito studi finanziati dalla Commissione Europea.
La distribuzione del boro nelle acque sotterranee delle falde alluvionali della Val di Cornia è sta-
ta studiata mediante ripetute indagini del CNR-IIRG, del CNR-IGG e analisi di acque di pozzo
eseguite dall'USL 25 e ARPAT - Piombino ed è tuttora oggetto di monitoraggio approfondito e
di studi specifici (BOREMED). A questi dati si aggiungono altri valori noti in letteratura (sorgenti
di Campiglia). I risultati delle analisi hanno permesso di osservare quanto segue:
●l'acqua del Cornia nella zona di Forni presenta tenori relativi bassi e pressoché costanti (1.2
mg/l)
● l'acqua delle sorgenti di Campiglia e dei pozzi della fascia interessata dalla ricarica delle acque termominerali presenta tenori relativi bassi, variabili fra 0.1 e 0.5 mg/l
● le acque dell' acquifero freatico della zona di S. Vincenzo hanno tenori bassi: 0.1 - 0.5 mg/l
● le acque delle sorgenti termali di Suvereto (Bagnarello e Case Metocca) hanno tenori più elevati, variabili fra 1.2 e 3.3 mg/l. Questi valori derivano da rilevazioni eseguite fra il 1984 ed il
1991 ed i relativi campionamenti erano stati eseguiti in periodi di fluenza delle scaturigini. Invece, rilievi del 1997 eseguiti in corrispondenza dei pozzi non fluenti del Monte Peloso hanno indicato valori molto bassi, da 0.05 a 0.3 mg/l. L’anomalia non è spiegabile con i dati disponibili
● le ghiaie alluvionali dell’acquifero freatico dell’alto Cornia presentano tenori bassi variabili
fra 0.3 e 1.2 mg/l, crescenti da monte verso valle
● i pozzi in acquifero freatico della Vivalda, a valle di Forni, manifestano la chiara influenza della ricarica diretta dal Cornia, con un tenore di 1.5 mg/l
● le acque dell'acquifero confinato della pianura hanno tenori elevati che sembrano aumentare verso valle da 3 mg/l fino ad un massimo di 8 mg/l. Le aree di massimo relativo occupano il centro della pianura, ai lati dell'asse di massimo ispessimento dell'acquifero confinato
Consumi e inquinamento idrico
⌧ Fig. 5. Mappa della concentrazione del Boro (campionamento 2001 CNR IGG - CIGRI Muti Pennisi) nella pianura
di Piombino (ASA SpA).
In base a questa distribuzione possono essere avanzate le seguenti ipotesi sull'origine del
boro nelle acque della falda confinata:
a. leaching delle ghiaie acquifere della falda confinata, sulla cui matrice argillosa sarebbe fissato l'elemento. L'acqua superficiale del Cornia, che alimenta l'acquifero a valle di Forni, presenta attualmente bassi tenori in boro, così come l'acquifero freatico della Vivalda, direttamente
ricaricato dal fiume. Quando la falda passa in condizioni di confinamento, diminuisce la velocità del deflusso sotterraneo ed aumentano i tempi di residenza nel sottosuolo consentendo
la lisciviazione della matrice argillosa delle ghiaie arricchita in boro. Questo processo prevede l'aumento dei tenori verso valle, ed in effetti i dati a disposizione sembrerebbero confermarlo
b. trasporto in falda da acque del F. Cornia, che in un recente passato sarebbero state arricchite in boro. Questa fenomenologia, giustificata dal fatto che il bacino del fiume insiste in gran
parte sull'area geotermica boracifera di Larderello, è già stata osservata per il bacino del fiume Cecina. Essa prevede che le concentrazioni di boro in falda dovrebbero diminuire nel tempo grazie al dilavamento attualmente esercitato dall'acqua del Cornia, i cui tenori sono già scesi nell'ordine di 1 mg/l.
Rapporto sullo stato dell’ambiente
101
Consumi e inquinamento idrico
Nitrati
L’ARPAT di Piombino ha eseguito campionamenti di dettaglio per la definizione della distribuzione dei nitrati negli acquiferi della pianura del Cornia.
Sono stati verificati tenori di NO3 generalmente bassi (< 25 mg/l) in tutta la pianura a sud del
meridiano di Venturina. Particolarmente bassi sono i tenori relativi ai nuovi pozzi dei 4 campi
di Casalpiano. Qui l'acquifero confinato evidenzia valori variabili fra 9 e 23 mg/l. Vengono però
messe in evidenza alcune zone a rischio, dove alcuni pozzi superficiali ma anche alcuni pozzi
profondi circa 50 m presentano tenori fino a 50 mg/l. Si tratta di località che risentono dell'impatto
negativo di attività antropiche di tipo zootecnico o agricolo. Per i pozzi profondi si tratta di osservazioni isolate che probabilmente rispecchiano un fenomeno di inquinamento del pozzo stesso, piuttosto che una condizione, anche locale, della falda. Si tratta comunque di situazioni pericolose, in quanto il pozzo rappresenta il principale veicolo di inquinamento di falde confinate,
altrimenti poco vulnerabili poiché protette da strati argillosi da quanto avviene in superficie.
Nitrati elevati sono stati segnalati localmente ed in modo puntiforme a nord del campo di Coltie in
falde superficiali. Sono riconducibili a fenomeni di inquinamento locale da acque superficiali luride.
Sono presenti tenori localmente anche molto elevati nell'acquifero freatico pleistocenico della
fascia costiera occidentale. L'area interessata, da S. Vincenzo si estende a sud verso Poggio all'Agnello e Piombino, e a SE verso Venturina al piede delle colline. Si passa da valori minimi di 30
mg/l a punte superiori a 200 mg/l. I dati indicano un inquinamento generalizzato da sorgenti diffuse, legate all'urbanizzazione e alle attività agricole. Le zone più colpite supportano colture intensive, mais, attività di orticoltura attuata mediante rotazioni, con numerose prese d'acqua e diffuso spandimento di liquami animali. Nella zona di San Vincenzo sono state osservate punte di
inquinamento locale in corrispondenza di aree che ospitano i depuratori degli scarichi civili.
Non si esclude inoltre che vi siano perdite della rete fognaria e dalle vasche di raccolta dei reflui.
Rapporto sullo stato dell’ambiente
102
Solfati
Il tenore medio "normale" dei solfati nelle acque della pianura oscilla fra 80 e 160 mg/l: il Cornia manifesta variazioni compresi fra 70 e 120 mg/l; pozzi con acque bicarbonato-calciche in
facies idrochimica "normale" presentano fluttuazioni fra 40 e 150 mg/l.
Concentrazioni superiori a 180 - 200 mg/l sono quindi "anomale" e legate a processi di arricchimento. Il rapporto solfati/cloruri nell'acqua di mare è dell'ordine di 1:9; nelle zone più soggette a richiamo di acqua salata, dove i cloruri variano fra 5 e 10 g/l, ci si aspettano di conseguenza arricchimenti in solfati fino a 700 - 800 mg/l. Concentrazioni superiori o in aree non interessate dall’intrusione marina evidenziano apporti di origine diversa dal mare. Le fasce di arricchimento in solfati evidenziate sulla carta:
● a sud della zona della Vignarca. I tenori sono compatibili con l'apporto dell'acqua di mare.
L’area presenta valori > 500 mg/l. Le concentrazioni di punta arrivano ad oltre 800 mg/l di solfati a fronte di circa 5 g/l di Cl-.
● nella zona circostante le sorgenti del sistema di Campiglia, con tenori localmente molto elevati (>500 mg/l), in conseguenza del mescolamento delle acque di falda con i fluidi termali,
ricchi in solfati, del serbatoio carbonatico-evaporitico mesozoico. L'area si estende verso
nord-nord ovest (verso Lumiere), lungo la fascia pedecollinare situata in fregio agli affioramenti
dei carbonati mesozoici della dorsale M.te Valerio - M.te Spinosa - M.te Rombolo. Gli stessi torrenti che scendono da questa dorsale possono dare un contributo di acque relativamente ricche in solfati, tramite l'infiltrazione nell'acquifero freatico pleistocenico al piede delle colline.
L'area si estende anche verso sud, seguendo l'andamento piezometrico e determinando anomalie termiche.
● la zona costiera occidentale che si sviluppa fra la Fossa Calda a nord e il Podere Poggio
all'Agnello a sud. La zona presenta caratteristiche particolari in quanto nell' insieme è un'area interessata da richiamo di acqua marina, ma il cuneo salino può giustificare arricchimenti
fino a 500 mg/l di solfati, mentre si registrano punte superiori a 1 g/l. Inoltre, si è osservato che l'arricchimento in solfati interessa anche pozzi con cloruri bassi o di poco superiori a 200 mg/l. In mancanza di studi di dettaglio (fra l'altro nella zona specifica non è nota la
distribuzione della temperatura dell'acqua di falda) i meccanismi di arricchimento locale in
solfati sono incerti. Possono essere legati alla presenza della Fossa Calda, che porta verso mare le acque solfatiche del surplus sorgivo campigliese, o alla presenza, nel substrato
delle alluvioni, di evaporiti mioceniche. Non si può peraltro escludere la risalita di fluidi profondi lungo linee sepolte di discontinuità tettonica.
● la zona di Case Metocca - Forni - S. Lorenzo - Casalappi. Già evidenziata in precedenza per
le numerose testimonianze a favore di una risalita di fluidi termali, localmente arricchiti anche
in cloruri, presenta tenori in solfati accertati fino a 1847 mg/l.
Consumi e inquinamento idrico
⌧ Fig. 6. Concentrazioni dei cloruri misurati in alcuni pozzi a Salcio e Campo all’Olmo (ASA SpA).
103
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Cloruri di origine “non marina”
Come già anticipato nell’esame delle carte dei cloruri, alcune zone di arricchimento relativo del
parametro (tenori superiori a 100 mg/l) non sono legate all'apporto marino, e suggeriscono la
presenza di cause geologiche, quali apporti idrici legati ad assi tettonici del substrato o a circolazione in contatto con rocce evaporitiche.
Un allineamento di acque clorurate dalle zone di pianura ad ovest di Case Metocca si estende a sud, verso Casalappi. Case Metocca è l'unica manifestazione termale del reservoir carbonatico
che, in zona, presenta cloruri relativamente più elevati (da 152 a 166 mg/l). A poca distanza,
in pianura, si trovano acque con cloruri fino a 600-800 mg/l. E' probabile quindi l'esistenza di
una ristretta fascia, corrispondente ad una discontinuità tettonica diretta circa N - S, che permette la risalita di fluidi di circolazione profonda, a contatto con il basamento quarzoso/filladico paleozoico. L'asse della risalita risulta spostato di circa 1 Km ad ovest rispetto alla sorgente di Case Metocca. In zona, le informazioni stratigrafiche sono scarse. Si sa che alcuni dei
pozzi con acque clorurate raggiungono i calcari a poca profondità, altri captano solo le falde
confinate alluvionali.
Lungo lo stesso allineamento, ma a sud del fiume Cornia, si riconosce un'altra situazione con
caratteristiche simili. Ad est dell'affioramento di Casalappi alcuni pozzi poco profondi in depositi quaternari manifestano tenori di cloruri fino a 600 mg/l. Anche in questo caso è molto
probabile la presenza di una risalita locale di acque del substrato.
Una situazione anomala si riscontra nel settore Podere Santa Giulia - Panconcello. Qui il pozzo 450 – Pianaccioli in cui dal 1992 al 1996 era collocato il nucleo dell’arricchimento con valori dell’ordine di 1.1 g/l, dal 1997 al 2002 ha evidenziato una trend di diminuzione fino al più
recente valore di 136 mg/l (2002). Sulla carta si nota che le isolinee definiscono un asse che
dalla zona Fossaccia-Alturetta, interessata da cloruri di apporto marino, si estende verso NNE
fino all'altezza dell'anomalia di Casalappi, dove i cloruri sono di origine geologica. Nel settore
in esame, ubicato a metà strada fra i due, è incerta sia l'origine dell'arricchimento sia la causa
della diminuzione.
Un altro settore in cui l'arricchimento è di origine incerta è ubicato fra Poggio all'Agnello e Podere La Rinsacca. Un valore di cloruri di oltre 3 g/l determinato nel 1990 nel pozzo 326 faceva pensare all'apporto marino, ma la geometria dell'area di arricchimento non era chiara: essa poteva infatti ricollegarsi ad est con Campo all'Olmo o con la zona di massimo relativo posta a nord. La zona risultava piuttosto isolata e circoscritta e non era chiaro come fossero possibili tenori di cloruri anche più spinti di quelli misurati in campi pozzi produttivi. Tuttavia il pozzo in questione non è mai stato ricontrollato e l’anomalia non è stata confermata da determinazioni
successive o limitrofe.
Consumi e inquinamento idrico
⌧ Fig. 7. Mappa della concentrazione dei Cloruri (campionamento CNR IGG-CIGRI 2001 Muti, Pennini) nella
Pianura di Piombino (ASA SpA).
Rapporto sullo stato dell’ambiente
104
Nell'area di San Vincenzo i cloruri di apporto marino sono limitati al campo pozzi di Santa Costanza e ad una piccola area nell' intorno di un pozzo di Guardamare, ovvero alle zone che presentano ormai permanentemente il livello freatico sotto il l.m. Tuttavia si riscontrano tenori anomali di cloruri in zone dove la freatimetria si trova a 5-10 m s.l.m. Le anomalie sono disposte lungo allineamenti, diretti da E-O a NO-SE, che suggeriscono la presenza di apporti del substrato dagli affioramenti o lungo linee tettoniche.
In effetti, alcuni pozzi dell'area nord-occidentale (San Vincenzo - Lumiere) captano falde prequaternarie con acque fredde ma ricche in cloruri, da 200 a oltre 2000 mg/l. Apporti cospicui
in tal senso sembrano provenire da acque di circolazione superficiale entrate in contatto con
le lenti di evaporiti del Miocene superiore. Anche se modesto, il contributo di queste acque
determina locali arricchimenti in cloruri nella falda freatica della pianura costiera. E' inoltre evidente che i contributi laterali dalle colline sono più ricchi in cloruri rispetto alle acque del Cornia della media pianura, come testimoniato dalla fascia pedemontana in cui il tenore è sempre al di sopra di 100 mg/l.
6.3.4 Qualità delle acque costiere
Il recepimento della direttiva (CEE) n. 76/160 con il D.P.R. n. 470/82 colma una lacuna legislativa in materia igienico - sanitaria delle acque di balneazione interne e marine.
La suddetta normativa considera prevalentemente l’aspetto sanitario della questione; conseguentemente,
gli 11 parametri da ricercare nelle acque sottoposte ad analisi sono così suddivisi:
● 4 parametri di natura microbiologica (coliformi totali, coliformi fecali, streptococchi fecali,
salmonella);
● 7 parametri di natura chimica-fisica (pH, ossigeno disciolto, colorazione, trasparenza, oli minerali, tensioattivi, fenoli).
I controlli, effettuati a cura dei Dipartimenti ARPAT competenti per territorio, sono bimensili nel
periodo 1 Aprile-30 Settembre e devono essere eseguiti a 30 cm sotto il pelo libero dell’acqua,
ad una distanza dalla battigia tale che il fondale abbia una profondità compresa tra 80 e 120
cm e nell’orario 9:00-15:00.
Durante la stagione balneare 2002, in Toscana su 633 Km di costa sono stati controllati 365
punti di balneazione. Nella Provincia di Livorno sono presenti 150 Km di costa sulla terraferma e 250 Km di costa sulle isole, con un totale di 195 punti di controllo.
Nella Val di Cornia, durante la stagione balneare 2003, sono stati controllati 43 punti di balneazione
delle acque costiere, 26 ricadenti nel Comune di Piombino, 17 nel Comune di San Vincenzo e
1 punto di balneazione delle acque interne sul Laghetto Calidario nel Comune di Campiglia Marittima.
Di questi punti solo uno (Piombino) non è risultato idoneo a causa dell’inquinamento batteriologico. Il punto di campionamento vietato potrà essere riaperto alla balneazione dopo due
campionamenti favorevoli per tutti i parametri durante il mese successivo. I campionamenti iniziano ad aprile di ogni anno.
Lungo le coste toscane i parametri che determinano la qualità delle acque per la balneazione
sono prevalentemente quelli batteriologici. Tali parametri non hanno una vera rilevanza di ti-
po sanitario, ma consentono tuttavia di valutare la potenziale pericolosità delle acque per la
salute pubblica, in quanto sono associati alla presenza di contaminazione civile e fecale delle acque. In sintesi, questi batteri vengono monitorati perché forniscono informazioni sulla possibile presenza di altri organismi, impossibili da rilevare o da identificare in un monitoraggio di
routine, per l’estrema variabilità temporale e spaziale della loro composizione.
Il livello di idoneità alla balneazione esprime, in termini percentuali, il numero dei campionamenti con esiti positivi sul totale dei campionamenti osservati nella stagione balneare (aprile-settembre). L’osservazione dei dati di una stagione balneare determina l’idoneità alla balneazione
all’inizio della stagione successiva.
A livello provinciale, le percentuali dei punti non idonei alla balneazione sono riportati nella
Tab. 19; la diminuzione costante negli ultimi tre anni è evidente, con un significativo miglioramento
rispetto al 1998 e al 1999.
Tab. 19. Percentuale di punti non idonei nella Provincia di Livorno
(fonte: Rapporto sullo Stato dell’Ambiente della Provincia di Livorno, 2003).
Anno
percentuale
1998
4.0
1999
4.5
2000
2.5
2001
2.0
2002
2.0
Le tabelle di seguito riportate sono state fornite da ARPAT – Area Mare nel 2004. Si tratta dei
risultati dei controlli lungo le coste dei Comuni di Piombino e San Vincenzo, in diversi punti di
prelievo dal 1990 al 2003.
_91
11
11
11
11
6
6
6
11
11
6
6
6
0
0
0
0
6
6
114
_92
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12
12
6
6
6
12
12
6
6
6
0
12
0
0
6
6
132
_93
12
12
12
12
12
6
6
12
12
6
6
6
0
12
0
12
6
6
150
_94
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12
12
12
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6
6
6
6
6
6
6
0
12
0
12
6
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138
_95
6
6
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12
6
7
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6
6
9
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6
12
0
12
6
6
6
130
_96 _97
6
6
6
8
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12
12
12
6
6
12
12
6
6
6
6
6
7
12
12
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6
6
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0
0
12
12
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6
6
6
6
6
143 147
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12
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12
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0
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156
_99
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12
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6
12
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0
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8
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12
0
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12
6
6
167
_01
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12
12
12
6
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6
13
12
12
6
6
12
0
12
12
6
6
163
_02 _03
12
12
12
0
12
12
12
12
6
6
6
6
6
6
12
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6
12
12
6
6
6
6
12
12
0
0
12
14
6
6
6
6
6
6
156 134
105
Rapporto sullo stato dell’ambiente
FOTO GIUSEPPE TRINCHINI
_90
Fosso delle Rozze
12
La Perla
12
Punta Sud
11
Il Bucaniere
11
Bagno Nettuno
6
Bagno Delfino
6
Bagno Florida
6
Le Prigioni
12
La Lanterna
12
Bagno Venere
12
Euroturist
6
Riva Degli Etruschi
12
Botro dei Marmi Nord
0
Botro dei Marmi
0
Botro dei Marmi Sud
0
Renaione Sud
0
Parco di Rimigliano
6
La Torraccia
12
TOTALE Misure
136
Consumi e inquinamento idrico
Tab. 20. Totale campionamenti di acque di balneazione 90-03 in varie località del Comune di San Vincenzo
(fonte: ARPAT, 2004).
Tab. 21. Totale campionamenti Fuori Norma delle acque di balneazione 90-03 in varie località del Comune di San Vincenzo
(fonte: ARPAT, 2004).
Fosso delle Rozze
La Perla
Punta Sud
Il Bucaniere
Bagno Nettuno
Bagno delfino
Bagno Florida
Le Prigioni
La Lanterna
Bagno Venere
Euroturist
Riva Degli Etruschi
Botro dei Marmi Nord
Botro dei Marmi
Botro dei Marmi Sud
Renaione Sud
Parco di Rimigliano
La Torraccia
TOTALE Fuori Norma
_90
2
1
2
1
0
0
0
1
1
0
0
0
0
0
0
0
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0
8
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0
2
3
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0
0
0
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0
0
0
0
0
0
0
7
_92
1
1
2
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1
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0
0
0
0
0
0
0
1
0
0
0
0
6
_93
0
0
2
1
0
0
0
0
0
0
0
0
0
5
0
0
0
0
8
_94
0
0
0
0
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0
0
0
0
0
0
0
3
0
0
0
0
3
_95
0
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0
1
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1
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0
0
1
1
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5
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0
0
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0
9
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4
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0
0
1
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0
1
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2
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0
0
9
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0
1
1
0
0
2
0
3
0
0
0
9
_98
0
4
4
3
0
2
0
0
1
2
0
1
2
0
2
0
0
0
21
_99
0
4
4
1
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
1
1
0
0
11
_00
1
3
9
0
0
0
0
1
1
1
0
0
2
0
4
0
0
0
22
_01
0
1
8
1
0
0
0
0
0
1
0
0
0
0
0
0
0
0
11
_02
1
1
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
1
0
1
0
0
0
4
_03
1
0
1
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
1
0
0
0
3
_02
2,6
_03
2,2
Tab. 22. Percentuale dei campionamenti fuori norma rispetto al numero totale delle misure effettuate.
Consumi e inquinamento idrico
_90
% Fuori Norma/Tot. misure 5,9
Rapporto sullo stato dell’ambiente
106
_91
6,1
_92
4,5
_93
5,3
_94
2,2
_95
6,9
_96
6,3
_97
6,1
_98
13
_99
7
_00
13
_01
6,7
Lungo la costa del Comune di San Vincenzo il numero maggiore dei campionamenti fuori norma si è registrato nel 1998 e nel 2000. A partire dal 2000, comunque, la situazione sta migliorando costantemente: nel 2003 infatti solo 3 dei 134 campionamenti effettuati sono fuori
norma.
⌧ Fig. 8. Elaborazione grafica dei dati contenuti nella precedente tabella.
_90 _91
Torre Nuova Est
0
0
Torre Nuova
0
0
Torre Nuova Ovest
0
0
Perla del Golfo
6
6
S. Cerbone
6
6
Punta Saltacavallo
0
0
San Quirico
0
0
Fosso delle Canne
0
0
Cala Moresca
12
12
Salivoli Romano
12
12
Fosso Salivoli
0
0
Salivoli
0
0
Salivoli Scoglierina
0
0
Villa Bona
0
0
Canaletto
0
0
Esperia
12
11
Viale Amendola
12
6
Piazza Bovio Lato Ovest 0
0
Piazza Bovio
12
12
Impianti Sportivi Comunali12 12
Semaforo
0
0
Ingresso Chiusa Sud
0
0
Centro Chiusa
0
0
Ingresso Chiusa Nord
0
0
Pennello Dalmine Ovest 0
0
Pennello Dalmine Est
0
0
Retone Ovest
12
6
Torre del Sale
12
6
Perelli
12
12
Perelli
0
0
Carlappiano
6
6
Sterpaia
0
0
Mortelliccio
12
6
Carbonifera
0
0
Torre Mozza
12
6
Landini
11
12
TOTALE Misure
161 131
_92
0
12
0
6
6
0
0
0
12
12
12
0
0
0
12
12
6
0
12
12
0
0
0
0
0
0
12
6
6
12
6
0
6
12
6
12
192
_93
0
12
0
6
6
12
0
0
6
12
12
0
0
0
12
12
6
0
6
12
0
12
0
12
11
11
12
6
0
12
12
12
12
12
12
12
262
_94
0
12
0
6
6
10
0
0
6
12
12
0
0
0
12
12
6
0
6
11
0
12
0
12
13
13
6
6
0
12
6
12
12
12
12
12
251
_95
12
0
12
12
12
12
0
0
6
6
12
0
0
0
12
6
6
0
6
6
12
0
12
0
12
12
12
12
0
12
12
12
6
12
6
6
258
_96 _97
12
12
0
0
12
12
12
6
12
6
11
12
11
12
11
12
6
6
0
0
12
12
0
0
12
12
0
0
6
7
6
6
6
6
0
0
6
6
11
12
11
12
0
0
11
12
0
0
11
12
11
12
6
6
6
6
0
0
12
12
6
6
6
6
6
6
12
6
6
6
6
6
256 247
_98
6
0
6
6
6
12
12
12
6
0
12
0
12
0
6
6
6
0
6
12
12
0
12
0
12
12
6
6
0
12
6
6
6
8
6
6
236
_99
6
0
6
6
6
6
6
6
6
0
0
12
0
0
6
8
6
0
6
6
12
0
12
0
12
12
6
6
0
12
6
6
6
12
6
6
206
_00
6
0
6
6
6
6
6
6
6
0
0
12
0
0
11
12
6
12
6
7
12
0
6
0
12
12
6
11
0
6
6
6
6
12
6
6
221
_01
6
0
6
6
6
7
7
7
6
0
0
11
0
0
12
12
6
12
6
7
12
0
7
0
12
12
6
12
0
6
6
6
6
6
6
6
220
_02 _03
7
14
0
0
6
12
6
6
6
6
6
6
6
6
6
6
6
6
0
0
0
0
13
12
0
0
12
12
12
13
12
12
6
6
6
12
6
12
12
14
0
0
0
0
6
6
0
0
12
12
12
12
6
6
12
12
0
0
6
11
6
6
6
6
6
6
6
6
6
6
0
0
212 244
Consumi e inquinamento idrico
Tab. 23. Totale campionamenti di acque di balneazione 90-03 in varie località del Comune di Piombino
(fonte: ARPAT, 2004).
Rapporto sullo stato dell’ambiente
FOTO GIUSEPPE TRINCHINI
107
Consumi e inquinamento idrico
Tab. 24. Totale campionamenti Fuori Norma delle acque di balneazione 90-03 in varie località del Comune di Piombino.
Rapporto sullo stato dell’ambiente
108
_90
Torre Nuova Est
0
Torre Nuova
0
Torre Nuova Ovest
0
Perla del Golfo
0
S. Cerbone
0
Punta Saltacavallo
0
San Quirico
0
Fosso delle Canne
0
Cala Moresca
1
Salivoli Romano
0
Fosso Salivoli
0
Salivoli
0
Salivoli Scoglierina
0
Villa Bona
0
Canaletto
0
Esperia
0
Viale Amendola
0
Piazza Bovio Lato Ovest 0
Piazza Bovio
1
Impianti Sportivi Comunali1
Semaforo
0
Ingresso Chiusa Sud
0
Centro Chiusa
0
Ingresso Chiusa Nord
0
Pennello Dalmine Ovest 0
Pennello Dalmine Est
0
Retone Ovest
0
Torre del Sale
0
Perelli
0
Perelli
0
Carlappiano
0
Sterpaia
0
Mortelliccio
0
Carbonifera
0
Torre Mozza
0
Landini
0
TOTALE fuori norma 3
_91
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
1
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
1
0
0
0
0
0
0
0
0
0
2
_92
0
1
0
0
0
0
0
0
0
0
1
0
0
0
3
1
0
0
0
1
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
1
1
1
1
11
_93
0
3
0
0
0
0
0
0
0
0
1
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
3
3
0
0
0
1
0
0
0
0
0
0
11
_94
0
3
0
1
1
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
6
11
0
0
0
1
0
0
0
1
0
0
24
_95
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
2
0
0
0
0
0
0
0
0
0
1
0
0
0
3
6
0
0
0
1
0
0
0
0
0
0
13
_96
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
1
0
1
0
0
0
0
0
0
1
0
0
0
0
0
0
0
0
0
2
0
0
0
0
0
0
5
_97
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
1
0
4
0
0
0
0
0
0
0
1
0
1
0
1
2
0
0
0
1
0
0
0
0
0
0
11
_98
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
2
0
3
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
1
4
0
0
0
0
0
0
0
1
0
0
11
_99
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
2
0
0
0
0
1
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
3
_00
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
1
1
0
0
0
0
1
0
0
0
2
3
0
1
0
0
0
0
0
0
0
0
9
_01
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
1
1
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
1
0
0
0
0
0
0
0
0
3
_02
1
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
3
0
0
0
1
0
0
0
1
0
0
0
0
0
1
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
7
_03
0
0
1
0
0
0
0
0
0
0
0
2
0
1
4
1
0
2
2
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
2
0
0
0
0
0
0
15
_02
3,3
_03
6,1
Tab. 25. Percentuale dei campionamenti fuori norma rispetto al numero totale delle misure effettuate.
_90
% Fuori Norma/Tot. misure 1,9
_91
1,5
_92
5,7
_93
4,2
_94
9,6
_95
5
_96
2
_97
4,5
_98
4,7
_99
1,5
_00
4,1
_01
1,4
Come evidenziato dal grafico successivo, l’anno più critico è stato senz’altro il 1994 con ben
24 campionamenti fuori norma sui 251 effettuati. Negli ultimi 3 anni si assiste ad un crescente peggioramento della qualità delle acque di balneazione.
Tab. 26. Classificazione dell’Indice di Qualità Batteriologica IBQ.
IQB
Giudizio
0-20%
Pessimo
20-40%
Scadente
40-60%
Mediocre
60-80%
Buono
80-100%
Elevato
Tab. 27. Valore dell’ICQ nelle acque della Val di Cornia.
Piombino
San Vincenzo
Prov. Livorno
Tot. Costa Toscana
1990
76%
44%
74%
56%
1991
78%
75%
84%
61%
1992
61%
61%
82%
62%
1993
82%
73%
84%
65%
1994
69%
76%
78%
61%
1995
73%
71%
83%
66%
1996 1997 1998 1999 2000
77% 70% 74% 59% 51%
71% 77% 69% 48% 47%
73% 83% 79% 68% 71%
59% 69% 64% 59% 57%
2001
69%
59%
66%
56%
La Tab. 27 mette in evidenza che la qualità delle acque in Val di Cornia è buona attestandosi ad un valore percentuale medio intorno a 70. Si nota come il valore dell’indice IQC sia migliore a Piombino rispetto a San Vincenzo, ma entrambe le località sono ben superiori alla media della costa Toscana che si attesta a valori nel complesso mediocri. Da notare come la
Provincia di Livorno assuma valori di IQB molto elevati in quanto sono comprese le zone di campionamento dell’arcipelago Toscano.
Tuttavia, complessivamente a partire dal 1999 si nota un peggioramento dell’indice di qualità
batteriologica nella costa della Val di Cornia.
6.3.5 Fenomeni di subsidenza indotta
La subsidenza
Per subsidenza si intende ogni movimento di abbassamento verticale della superficie terrestre, indipendentemente dalla causa che lo ha prodotto, dallo sviluppo areale e dall'evoluzione temporale del fenomeno, dalla velocità di spostamento del terreno e dalle alterazioni ambientali che ne
conseguono. L'abbassamento del suolo può essere legato a cause naturali, quali i processi tettonici,
i movimenti isostatici e le trasformazioni chimico-fisiche (diagenesi) dei sedimenti per effetto del
109
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Per quello che concerne la valutazione dello stato della risorsa marina costiera è utilizzato un
indice di tipo indiretto, il quale non misura direttamente il livello qualitativo della risorsa, ma
ne fornisce indirettamente un secondo grado di lettura, mirato alla individuazione degli effettivi livelli stress a cui questa è sottoposta.
I batteri presi in esame per determinare la qualità delle acque forniscono indicazioni anche sulla presenza di altri organismi, impossibili da rilevare o identificare, e per tale motivo si utilizzano i dati microbiologici per elaborare un indice che sia in grado di fornire il grado di alterazione delle acque di balneazione e quindi delle acque costiere causata da immissioni di acque
contaminate da scarichi civili.
È stato quindi definito l’Indice di Qualità Batteriologica IQB quale rapporto percentuale tra numero
di campionamenti con assenza di Californi fecali o di Streptococchi fecali ed il numero totale di campioni prelevati. Pertanto tanto più alto è l’indice IQB e tanto migliore è la qualità dell’acqua.
Consumi e inquinamento idrico
⌧ Fig. 9. Elaborazione grafica dei dati contenuti nella precedente tabella.
carico litostatico o dell'oscillazione del livello di falda. Altresì, alcuni aspetti dell'attività antropica
possono influenzare in modo considerevole il fenomeno o addirittura determinarne l'innesco. La
subsidenza indotta dall'uomo si esplica generalmente in tempi relativamente brevi (al massimo alcune decine di anni), con effetti che possono compromettere fortemente opere ed attività umane nel caso in cui non si intervenga preventivamente con azioni di controllo e gestione. Le cause
più diffuse sono essenzialmente lo sfruttamento eccessivo delle falde acquifere, l'estrazione di idrocarburi, le bonifiche idrauliche. Il grado di urbanizzazione e industrializzazione di un’area "sensibile" alla subsidenza può quindi sia influenzare tale fenomeno, sia esserne condizionato.
Consumi e inquinamento idrico
⌧ Fig. 10. Isolinee di subsidenza in Val di Cornia dal 1951 al 1987 da modello (Sbrilli,1992).
Rapporto sullo stato dell’ambiente
110
In Val di Cornia il fenomeno della subsidenza è stato misurato a partire dalla fine degli anni ’60,
e solo nel 1992 è stato dimostrato scientificamente il rapporto tra abbassamento del suolo ed
emungimenti di acque sotterranee mediante modelli matematici. Da circa un ventennio oramai si assiste ad un sovrasfruttamento della falda, con gli emungimenti che risultano sempre
superiori a quella che è la ricarica naturale del bacino idrogeologico locale, determinando un
abbassamento diffuso del livello piezometrico in tutta la pianura. Tale abbassamento è dovuto alla coalescenza di ampi coni di depressione formatisi laddove sono ubicati i maggiori campi di emungimento della risorsa.
⌧ Fig. 11. Tassi di abbassamento del suolo da modello dal 1991 al 2001 (fonte: ASA SpA, 2004).
Il deficit idrico, insistendo all’interno di un sistema idrogeologico costituito da alternanze di orizzonti ghiaiosi ed argillosi di notevole spessore, ha determinato un fenomeno di subsidenza molto pronunciata, che sta provocando notevoli dissesti sulle abitazioni sparse per l’intera pianura. Il
fenomeno dapprima concentrato nella parte costiera della pianura evolveva con tassi di abbassamento
del suolo pari a circa 1 cm/anno. Dopo l’attivazione del nuovo campo pozzi denominato “Anello”
ubicato nel Comune di Campiglia M.ma in località Casalpiano-Bandita, il fenomeno si è spostato
verso nord-est, con abbassamenti massimi, simulati da modello pari a 4 cm/anno. L’ex-CIGRI SpA
(oggi ASA SpA) gestore della risorsa idrica in Val di Cornia ha predisposto sin dal 1995 un modello idrogeologico ed uno di subsidenza che permettono la costante simulazione dell’andamento sia
della falda che dell’abbassamento del suolo. Il fenomeno della subsidenza si sta sempre più aggravando
e soprattutto si sta ampliando, interessando porzioni di territorio sempre più vaste provocando persino gravi lesioni su molti manufatti presenti nella pianura. A questo proposito nel 2001 si è costituito
un Comitato locale di cittadini che hanno subito dissesti evidenti sui propri immobili.
Ad oggi il numero delle case che presentano lesioni opportunamente denunciate dal soggetto
gestore della risorsa idrica (ASA SpA) e direttamente dal Comitato mediante schede e fotografie sono 47.
Il Tasso di subsidenza massimo simulato del modello è di 4 cm/anno.
Un ulteriore fenomeno di dissesto idrogeologico causato dal forte depauperamento delle falde sotterranee più superficiali, è dato dalla formazione sul terreno di veri e propri sinkholes ossia piccole voragini di forma sub-circolare con diametro e profondità variabili ma riconducibili
mediamente a qualche metro e che si formano nell’arco temporale di alcune ore.
Consumi e inquinamento idrico
⌧ Fig. 12. Ubicazione dei manufatti lesionati, dei pozzi ad uso idropotabile e dei sinkholes
(fonte: Convegno: Stato dell’arte sullo studio dei fenomeni di sinkholes e ruolo delle Amministrazione
statali e locali nel governo del territori. Roma, 20-21 maggio 2004).
Rapporto sullo stato dell’ambiente
111
6.4 Pressioni
Le pressioni esercitate sulle risorse idriche e associate alle attività umane vengono descritte
attraverso i seguenti aspetti:
● Consumi idrici
● Prelievi dalle acque superficiali
● Scarichi e immissioni inquinanti in mare e in acque superficiali
● Carico trofico
6.4.1 Consumi idrici
Il sistema idrogeologico della Val di Cornia è soggetto ad elevate pressioni antropiche. Elevati
sono i consumi idrici ad uso potabile e ciò è dovuto soprattutto dalla presenza turistica estiva
e dall’invio di risorsa idrica all’Isola d’Elba mediante la condotta sottomarina. Solo il comparto potabile permette di ricavare i reali consumi, in quanto dotato di misuratori di portata.
Consumi e inquinamento idrico
⌧ Fig. 13. Consumi idrici ad uso potabile nella Val di Cornia (fonte: Regione Toscana, 2003).
Rapporto sullo stato dell’ambiente
112
Tab. 28. Consumi di acqua ad uso potabile
(fonte: Analisi energetica relativa al Circondario della Val di Cornia, 2004, Università di Firenze).
Comune
Campiglia M.ma
Piombino
San Vincenzo
Sassetta
Suvereto
Isola d’Elba
TOTALE
Consumi 2001
1.657.000
3.975.000
1.911.000
91.000
358.000
3.665.000
11.657.000
Consumi 2002
1.800.000
4.515.000
1.835.000
78.000
405.000
3.694.000
12.327.964
⌧ Fig. 14. Elaborazione grafica dei dati riassunti nella tabella precedente.
Diff. % 2001-2002
8,6
13,6
-4,0
-14,3
13,1
0,8
5,8
⌧ Fig. 15. Valori percentuali dei consumi idrici ad uso potabile dei Comuni della Val di Cornia e Isola d’Elba.
L’area industriale piombinese necessita di notevoli quantitativi di risorsa idrica prelevati prevalentemente da falda. I valori di consumo sono valutati mediante stime ed autocertificazioni delle aziende. È da sottolineare che negli ultimi anni si è registrato una lieve, ma costante
diminuzione dei consumi idrici ad uso industriale, come evidenziato dal grafico sottostante.
Tab. 29. Consumi idrici ad uso potabile, industriale e irriguo/domestico.
Consumi
Potabili
Industriali
Altri
(domestico,
irriguo ecc.)
1997
1998
1999
2000
2001
2002
11,6
11,9
11,5
12,1
11,6
12,4
12,4
12,4
12,1
11,6
10,5
9,9
Campo di variazione in base a diverse stime che si riportano in seguito:
• solo irriguo: 19,6 M/m3 Lotti, 1988; 10,1 M/m3 Megale, 2002;
• irriguo + domestico + altri: 12,5 - 18 M/m3 da Getas-Petrogeo 2003.
Media
11,85
11,48
Sempre dal lavoro commissionato alla società Getas Petrogeo srl da parte della Regione Toscana, si ricava un deficit medio annuo tra risorsa in entrata nel sistema idrogeologico ed emungimento pari a circa 3,5 milioni di m3/anno.
113
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Di difficile misurazione è il comparto irriguo e domestico, dove solo stime approssimate possono fornire un ordine di grandezza dei consumi. Alcuni Autori hanno stimato i consumi del
comparto agricolo di 19,6 M/m3 come Lotti (1988) o di 10,1 M/m3 come Megale (2002), altri hanno fornito un dato complessivo, che nella voce “altri” computa tutti i consumi che non rientrano nell’uso potabile e industriale come per es. Getas Petrogeo srl (2003), che fornisce un dato variabile tra 12,5 e 18 milioni di m3.
Consumi e inquinamento idrico
⌧ Fig. 16. Consumi idrici ad uso industriale nella Val di Cornia (fonte: Regione Toscana, 2003).
6.4.2 Prelievi delle acque superficiali
Non è dato conoscere il volume annuo delle acque superficiali derivate, in quanto i prelievi superficiali sono pressoché inesistenti.
6.4.3 Scarichi e immissioni inquinanti in mare e in acque superficiali
La gran parte degli scarichi della Val di Cornia è sottoposta a trattamento depurativo. La
Tab. 30 riporta l’elenco dei depuratori presenti sul territorio della Val di Cornia diviso per
Comuni e le relative capacità potenziali di trattamento.
Consumi e inquinamento idrico
Tab. 30. Elenco dei depuratori presenti sul territorio della Val di Cornia diviso per Comuni con l’indicazione
della capacità depurativa effettiva degli impianti e popolazione equivalente.
Rapporto sullo stato dell’ambiente
114
Località
Comune
Campiglia
Venturina
Cafaggio
Lumiere
Bandinelle
Faro del Castelluccio
Piombino Ferriere
Montegemoli
Populonia
Riotorto
Sassetta
Le Fornaci
Suvereto
Prata
Montoni
San Lorenzo
Forni
Guardamare
La valle
San Carlo
S. Vincenzo zona ind.*
Campiglia M.ma
Campiglia M.ma
Campiglia M.ma
Campiglia M.ma
Campiglia M.ma
Campiglia M.ma
Piombino
Piombino
Piombino
Piombino
Sassetta
Sassetta
Suvereto
Suvereto
Suvereto
Suvereto
Suvereto
S. Vincenzo
S. Vincenzo
S. Vincenzo
S. Vincenzo
Abitanti
Equivalenti
4.000
54.000
250
250
250
700
50.000
2.000
3.000
6.000
2.000
250
2.000
180
80
300
80
20.000
18.000
1.000
400
Capacità Organica
di progetto (A.E)
4.000
54.000
250
250
250
700
50.000
2.000
3.000
6.000
2.000
250
2.000
180
80
300
80
20.000
18.000
1.000
400
Capacità idraulica
(m3/anno)
250.000
1.000.000
10.000
10.000
10.000
5.000
2.000.000
100.000
20.000
400.000
145.000
7.000
150.000
10.000
7.000
10.000
7.000
750.000
650.000
20.000
15.000
(*) Allacciato in fognatura.
Secondo i dati forniti da ARPAT, sono attivi in Val di Cornia 10 scarichi industriali in mare ed uno in acque superficiali che risultano opportunamente autorizzati. Nel corso dell’anno 2003 sono stati effettuati 17 controlli e tutti sono risultati a norma.
Tra gli indicatori più significativi per valutare i livelli di inquinamento relativi a questo aspetto
è il carico organico potenziale. Tale indicatore fornisce la stima, espressa in abitanti equivalenti,
delle sostanze organiche (biodegradabili) totali presenti nell’ambiente idrico e derivanti da
attività di origine civile, zootecnica o industriale. Il calcolo si effettua attraverso appositi coefficienti di conversione.
Il carico organico potenziale della Val di Cornia dovuto a popolazione e turismo (1998) è pari
a 57.668 AbEq, quello dovuto all’industria (1996) 46.287,80 AbEq e quello dovuto al settore
zootecnico (2000) 29.725,50 AbEq.
6.4.4 Carico trofico
Il carico trofico misura la presenza, nell’ambiente acquatico dei quantitativi di azoto (N) e fosforo
(P) prodotti dai settori civile, industriale, agricolo e zootecnico e immessi nei corpi idrici.
Un carico trofico elevato determina “eutrofizzazione”, fenomeno che provoca cambiamenti tipici quali l’incremento della produzione di alghe e di piante acquatiche, l’impoverimento di risorse ittiche, la generale degradazione della qualità dell’acqua ed altri effetti che ne riducono
o precludono l’uso.
Relativamente alle acque superficiali dei Comuni della Val di Cornia, i valori potenziali totali di
azoto e fosforo provenienti dai diversi settori sono riportati nelle tabelle seguenti.
Tab. 32. Carico trofico teorico di azoto derivato da popolazione e turismo (1998); industria (1996); incolto, SAU
e zootecnia (2000) (Fonte: elaborazione Regione Toscana su dati ARPAT).
Val di Cornia
Toscana
civili 1998
272
16.249
Carico trofico teorico azoto
industria 1996
incolto 2000
23
47
3.662
2.886
SAU 2000
791
42.104
Zootecnia 2000
160
11.422
Tab. 33. Carico trofico teorico di fosforo derivato da popolazione e turismo (1998); industria (1996); incolto, SAU
e zootecnia (2000) (fonte: elaborazione Regione Toscana su dati ARPAT).
Val di Cornia
Toscana
civili 1998
40
2.419
Carico trofico teorico azoto
industria 1996
incolto 2000
3
2
236
144
SAU 2000
512
27.266
Zootecnia 2000
26
2.001
6.5 Determinanti
L’impatto delle pressioni esercitate delle principali attività antropiche viene valutato mediante i seguenti aspetti:
● Agricoltura
● Industria e terziario
● Insediamenti civili e turismo
● Determinanti consumi idrici
Tab. 34. SAT e SAU in Val di Cornia e Provincia (fonte: Istat - 5° Censimento Generale dell’Agricoltura, 2000).
1990
Val di Cornia
Provincia
SAT (ha)
22.968,80
66.977,07
2000
SAU (ha)
16.083,16
38.817,06
SAT (ha)
23.090,36
66.225,54
SAU (ha)
15.984,92
37.350,91
Il comparto agricolo, è forse quello che maggiormente risente di un peggioramento delle condizioni quali-quantitative della risorsa idrica. Proprio per tale motivo, in tutta la Val di Cornia
si assiste ad un radicale cambiamento delle colture agricole che sempre più sono indirizzate
verso produzioni che necessitano di minor quantitativi di acqua. Grazie anche alla forte pressione delle associazioni di categoria, sempre più aziende agricole adottano sistemi di impianti
“a goccia” che razionalizzano il consumo idrico.
Purtroppo, la mancanza di contatori delle utenze agricole, non permette di conoscere precisamente il quantitativo annuo che necessitano tali attività produttive.
6.5.2 Industria e terziario
I maggiori centri industriali della provincia, sono, oltre a Livorno, Piombino, Rosignano, Cecina, Campiglia Marittima e Portoferraio. I settori di maggiore rilievo economico dell'area sono
quello metallurgico (Piombino), meccanico (Livorno) e chimico (Rosignano Marittimo).
Nella Val di Cornia una produzione di rilevo è costituita dall'estrazione dei minerali non metalliferi.
Sebbene il comparto incida solo per lo 0,8% del valore aggiunto della SEL, esso registra un in-
115
Rapporto sullo stato dell’ambiente
L’agricoltura rappresenta una delle attività aventi maggiore impatto sulle risorse idriche. Gli impatti sono determinati, in particolare, dall’utilizzo di fitofarmaci usati per difendere le colture
da parassiti (soprattutto insetti ed acari) e patogeni (batteri, virus e funghi) e per controllare
lo sviluppo di piante infestanti e garantire l’ottenimento di elevati standard di qualità dei prodotti agricoli.
Uno degli indicatori più significativi per valutare la pressione esercitata dal settore agricolo sull’ambiente è il numero di aziende agricole presenti sul territorio in esame.
In Val di Cornia sono presenti alla data 2003, ben 2.464 aziende agricole. La Superficie Agricola
Totale (SAT) conta circa 23.090 ettari, mentre la Superficie Agricola Utilizzata (SAU) consta di
15.984 ettari (dato ricavato dal Rapporto sullo stato dell’ambiente Regione Toscana 2003).
Nella Tab. 34 sono indicate le SAU relative alla Val di Cornia e alla Provincia di Livorno per gli
anni 1990 e 2000.
Consumi e inquinamento idrico
6.5.1 Agricoltura
dice di specializzazione produttiva tre volte maggiore di quello regionale. Infatti, nel sistema
locale sono censiti 2 siti minerari e 5 attività estrattive.
Il settore trainante della Val di Cornia rimane comunque la -siderurgia, che rappresenta il
28,7% del valore aggiunto presentando l'indice di specializzazione produttiva più elevato della regione (14,9).
La Val di Cornia oltre a registrare i più alti consumi energetici industriali, rispetto agli altri SEL
della Provincia di Livorno, si posiziona al secondo posto per quanto riguarda la stima del fabbisogno idrico (2° Rapporto sullo stato dell’ambiente della Provincia di Livorno).
Tab. 35. Censimento anni 1991 e 2001 (fonte: dato Istat - 8° Censimento Industria e Servizi 2001).
Consumi e inquinamento idrico
Industria
Commercio
Servizi
Istituzioni
Rapporto sullo stato dell’ambiente
116
Unità produttive
1991
Prov.
Val di
Livorno
Cornia
4.179
802
8.962
1.483
8.799
1.302
1.705
403
Unità produttive
2001
Prov.
Val di
Livorno
Cornia
4.531
946
8.643
1.390
9.650
1.787
1.397
414
Addetti
1991
Prov.
Livorno
32.234
22.383
32.848
20.014
Val di
Cornia
9.621
4.211
4.529
2.891
Addetti
2001
Prov.
Val di
Livorno
Cornia
24.565
7.665
21.429
3.892
49.603
5.579
17.342
2.996
6.5.3 Insediamenti civili e Turismo
In Val di Cornia sono presenti 137 strutture ricettive per complessivi 12.265 posti letto. Il movimento turistico è fortemente cresciuto negli ultimi anni. Si assiste ad un forte aumento delle presenze turistiche nei Comuni interni (Suvereto e Campiglia M.ma) ma anche del Comune
di Piombino. La Val di Cornia sta assumendo sempre più una valenza turistica d’area. Le presenze turistiche nel 2001 sono state complessivamente 1.236.400 unità.
Tali flussi determinano notevoli impatti sulla gestione delle risorse idriche, in particolare in termini di consumi e di scarichi, nonché sui rifiuti e sul consumo di territorio. Di seguito sono riportati i flussi dei movimenti turistici in Val di Cornia dal 1999 al 2003.
Tab. 36. Movimenti turistici nei Comuni della Val di Cornia tra il 1999 e il 2003 (fonte: Regione Toscana, 2004).
al 31/12/1999
Arrivi Presenze*
Campiglia M.ma 9.150 67.728
Piombino
84.418 504.327
San Vincenzo
85.923 552.612
Sassetta
2.162
9.566
Suvereto
1.208
8.486
Val di Cornia
182.861 1.142.719
al 31/12/2000
Arrivi Presenze
9.159 68.238
88.147 476.358
88.118 585.185
2.435 12.399
2.094 13.733
189.953 1.155.913
Movimento turistico
al 31/12/2001
al 31/12/2002
Arrivi Presenze
Arrivi
Presenze
11.442 88.553
11.780 89.843
86.487 531.984 89.845 520.035
58.664 561.251 67.838 530.555
3.162 14.384
3.610
13.171
2.711 20.266
2.331
15.658
162.466 1.216.438 175.404 1.169.262
al 31/12/2003
Arrivi Presenze
12.809 81.903
98.000 558.838
79.241 537.900
2.438 12.761
2.749 16.245
195.237 1.207.647
(*) si intende il prodotto degli arrivi per i relativi giorni di permanenza.
Tab. 37. Strutture ricettive in Val di Cornia (fonte: Istat, 2001).
Comune
Totale
Esercizi
P. letto
Campiglia M.ma 24
733
Piombino
36
5.904
San Vincenzo
44
5.486
Sassetta
6
138
Suvereto
15
252
TOTALI
125 12.513
N°
3
13
20
1
0
37
Alberghi
P. letto
camere
84
43
637
280
2.595
1.070
45
20
0
0
3.361 1.412
Campeggi e Villaggi
N°
P. letto
1
288
5
4.752
1
2.000
0
0
0
0
7 7.040
Alloggi privati Altri eserc. ricettivi
N°
P. letto
N° P. letto
14
264
6
97
10
373
8
142
18
819
5
72
2
16
3
77
5
70
10
182
49
1.542
32
570
6.5.4 Determinanti consumi idrici
Si tratta di primi elementi conoscitivi derivanti dall’elaborazione alfa-numerica e geografica dei
dati elaborati a seguito di una prima informatizzazione dei dati derivanti dagli archivi della Regione Toscana e gestiti dal programma Visark, oltre che da una specifica informatizzazione dei
dati cartacei (autodenunce di cui al D. Lgs. 275/93 e successive modificazioni ed integrazioni)
operati dalla Provincia di Livorno con il supporto informatico dell’Agenzia Energetica della Provincia di Livorno.
Sul territorio della Val di Cornia sono presenti circa 3.800 pozzi, quasi il 24% di quelli presenti nell’intera Provincia, con una media di circa 10 pozzi per Km2, che risulta comunque inferiore
a quella provinciale.
Il Comune di Campiglia M.ma ha però una densità di pozzi maggiore della media provinciale
e insieme al Comune di Piombino rappresenta il 75% del totale dei pozzi della Val di Cornia.
Tab. 38. Superficie, numero di pozzi e quantità di pozzi per superficie, divisi per Comune
(fonte: Rapporto sulla qualità dei dati di provenienza visark - Studio Provincia di Livorno settore Difesa del Suolo, 2003).
Comune
Campiglia M.ma
Piombino
San Vincenzo
Sassetta
Suvereto
Val di Cornia
Provincia
Superficie Km2
83,33
130,36
33,24
26,48
92,73
366,14
1.213,49
Pozzi/Km2
16,97
11,20
10,89
0,64
6,14
10,44
13,29
Numero di pozzi
1.414
1.460
362
17
569
3.822
16.125
Le azioni intraprese in risposta alle problematiche ambientali presenti nel territorio in esame,
sono sintetizzate mediante i seguenti aspetti:
● Depurazione delle acque e controlli sugli scarichi
● Monitoraggio della qualità e quantità delle acque
● Monitoraggio del fenomeno di subsidenza
● Diffusione di pratiche sostenibili
● Risparmio, recupero e riciclaggio delle acque di falda
● Informazione e sensibilizzazione della popolazione
6.6.1 Depurazione delle acque e controlli sugli scarichi
Sul territorio dei cinque Comuni della Val di Cornia sono presenti 21 impianti di depurazione
pubblici (vedi Tab. 30).
Il controllo delle acque reflue urbane depurate si basa sul rispetto di valori limite di parametri tabellari. In particolare è utilizzata la Tabella 1 del D. Lgs. 152/99 e succ. mod. che comprende
3 parametri caratteristici (COD, BOD5 e solidi sospesi), per valutare il buon funzionamento degli impianti di depurazione.
Consumi e inquinamento idrico
6.6 Risposte
Potenzialità impianto
2.000 – 10.0 00
in Abitanti Equivalenti
Parametri (media giornaliera)
Concentrazione
% di riduzione
BOD5 (senza nitrificazione) mg/l
< 25
70-90
COD mg/l
< 125
75
Solidi Sospesi mg/l
< 35
90
>10.000
Concentrazione
< 25
< 125
< 35
% di riduzione
80
75
90
Il controllo basato sui parametri della Tab. 39 può essere esercitato anche in collaborazione con il gestore.
La Tabella 3 - All.5 del D.Lgs. 152/99 e successive modifiche comprende numerosi parametri
che consentono di esercitare un controllo analitico più esteso; il rispetto della Tabella 3 è sottoposto al controllo della sola Autorità amministrativa tramite l’ARPAT. Il quadro di sintesi dei
controlli è riportato nella Tab. 40.
Rapporto sullo stato dell’ambiente
117
Tab. 39. Limiti di emissione per gli impianti di acque reflue urbane secondo la Tabella 1 del D. Lgs. 152/99.
Tab. 40. Controlli scarichi acque reflue urbane depurate
(fonte: Rapporto sullo stato dell’ambiente della Provincia di Livorno, dicembre 2003).
Comune
Campiglia M.ma
Piombino
Piombino
San Vincenzo
San Vincenzo
Depuratore
Venturina
Ferriera
Montegemoli
La Valle
Guardamare
A.E.
53.000
50.000
2.000
18.000
20.000
Controlli Tab. 1
26*
23*
1
15*
15*
controlli Tab. 3
3
4
1
3
3
non conformità
0
0
0
0
0
Corpo ricettore
Fiume Cornia
Mare
Mare
Torrente
Mare
(*) Controlli eseguiti dal gestore.
Il controllo delle acque reflue industriali è riportato nella Tab. 41. A tal fine è utilizzata la Tabella 3 – All.5 del D.lgs. 152/99 e succ. mod.; il rispetto tabellare è sottoposto al controllo della sola Autorità amministrativa tramite l’ARPAT.
Tab. 41. Controlli scarichi acque reflue industriali
(fonte ARPAT 2003: Rapporto sullo stato dell’ambiente della Provincia di Livorno, dicembre 2003).
Consumi e inquinamento idrico
Comune
Piombino
Piombino
Piombino
Piombino
Piombino
Piombino
Rapporto sullo stato dell’ambiente
118
Ditta
Lucchini F. 1
Lucchini F. 2/3
Lucchini F. 5
Lucchini F. 6
Dalmine
Magona
controlli Tab. 3
3
3
3
3
3
3
non conformità
0
0
0
0
0
0
Corpo ricettore
Mare
Mare
Mare
Mare
Mare
Mare
6.6.2 Monitoraggio della qualità e quantità delle acque
Il numero delle stazioni di campionamento delle acque superficiali, risultano essere solamente quelle relative alla L. 152/99 inerente la qualità delle acque. In Val di Cornia sono presenti
2 stazioni per il controllo delle acque superficiali e 12 stazioni per il controllo delle acque
profonde.
Per le acque superficiali i siti di controllo sono ubicati lungo il percorso del Fiume Cornia, in località Vivalda e località Rampa Merciai. Per le acque sotterranee i punti di controllo per il monitoraggio sono quelli elencati nella Tab. 42.
Tab. 42. Elenco dei punti di prelievo per monitoraggio qualitativo delle acque sotterranee
(fonte: ARPAT, Dip.Sub-Provinciale di Piombino, 2003).
Codice
Pnuovo
P329
P330
P138
P097
Pnuovo
P124
P335
P126
P140
P333
P134
N° Getas
570
381
380
376
153
150
155
327
578
371
591
898
Comune
Campiglia M.ma
Campiglia M.ma
Campiglia M.ma
Campiglia M.ma
Piombino
Piombino
Piombino
Piombino
Piombino
Suvereto
Suvereto
San Vincenzo
Denominazione
Pozzo Coltie 4
Amatello 1
Macchialta 4
Roviccione Pozzo 4
Franciana-pozzo 1
Franciana-pozzo 4
Il Salcio C
Fiorentina
Campo all'Olmo pozzo 8
Casetta di Cornia- pozzo 1
Vivalda-pozzo 3
Pozzo Casacce 2
Il monitoraggio quantitativo della falda sotterranea viene eseguito su 20 punti specifici (pozzi e piezometri) elencati in Tab. 43.
Tab. 43. Elenco dei punti di prelievo per monitoraggio quantitativo delle acque sotterranee
(fonte: ARPAT, Dip.Sub-Provinciale di Piombino, 2003).
Comune
Campiglia M.ma
Campiglia M.ma
Campiglia M.ma
Campiglia M.ma
Campiglia M.ma
Campiglia M.ma
Campiglia M.ma
Campiglia M.ma
Piombino
Piombino
Piombino
Piombino
Suvereto
Suvereto
Suvereto
Suvereto
Suvereto
Suvereto
Suvereto
San Vincenzo
Denominazione
Banditelle-piez.49
S.Camilla
Trafossi
Corsi Federigo
Lecceto
Caldanelle (uff. idrografico)
Amatello-piez.47
Macchialta piez.46
Campo all'Olmo piez.14
Franciana-piez.50
Cantoniera
Fiorentina
San Lorenzo-piez.10
Genio Civile- Casetta di Cornia
Calzalunga-piez.9
Cordelle-piez.4
San Lorenzo (Forni)-piez.34
Casetta-piez.42
Vivalda-piez.37
La caduta
6.6.3 Monitoraggio del fenomeno di subsidenza
Il fenomeno della subsidenza, come descritto nella sezione stato, si sta sempre più aggravando
e ampliando. La Regione Toscana nel 2003, su progetto del Circondario della Val di Cornia ha
finanziato un sistema di Monitoraggio a terra su capisaldi per l’intera pianura del Cornia, per
uno sviluppo lineare pari ad oltre 60 Km. Nell’aprile del 2003 sono stati individuati i capisaldi
e misurata la loro quota altimetrica rispetto al livello mare. Nel Aprile 2005 è prevista la seconda
lettura mediante la quale sarà possibile avere il tasso di abbassamento del suolo “reale” e non
simulato da modello.
Tuttavia da una prima analisi condotta su due capisaldi ubicati lungo la S.S. n°1 Aurelia, e dei quali era conosciuto l’andamento temporale negli anni passati è possibile valutare un incremento dell’abbassamento del suolo come riportato in ⌧ Fig. 17. Si osserva come per entrambi i capisaldi, il Tasso di abbassamento del suolo nell’intervallo di tempo 1987-2003 per la zona di Bandinelle è circa 4 volte superiore a quello del periodo 1051-1987; lo stesso dicasi per il caposaldo
della zona il Pescinone con un aumento pari a 5,5 volte per gli stessi periodi considerati.
L’azione del Circondario della Val di Cornia per contrastare questo fenomeno ha indotto la Regione Toscana ad applicare un sistema di controllo degli emungimenti che evitasse ulteriori abbassamenti della piezometrica. Per tale motivo, la Regione Toscana, ottemperando ad un articolo della Legge 152/99, ha predisposto delle norme di salvaguardia che valgono esclusivamente in Val di Cornia e che impongono agli organi di controllo di monitorare la falda fino ad
un valore stabilito. Superato tale valore scattano le misure di salvaguardia che obbiligano la chiusura temporanea di tutti i pozzi ad uso domestico, irriguo ed industriale per un convenuto intorno. Queste norme di salvaguardia sono stabilite dalla Delibera di Giunta Regionale n° 526
del 27 maggio 2002.
Consumi e inquinamento idrico
N° Getas
814
223
170
212
630
94
812
811
818
816
160
327
420
108
529
520
670
807
679
15
119
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Codice
P096
P332
P331
P336
Pnuovo
P100
P095
P098
Pnuovo
P125
P334
P335
Pnuovo
P099
P141
P136
P139
P135
P137
P337
Consumi e inquinamento idrico
⌧ Fig. 17. Fenomeno di subsidenza monitorato nei due capisaldi ubicati lungo la S.S. n° 1 Aurelia.
Rapporto sullo stato dell’ambiente
120
6.6.4 Diffusione di pratiche sostenibili
L’elevato deficit idrico medio annuo ha imposto l’avvio di politiche volte al risparmio ed al riuso della risorsa idrica. Il più significativo è senz’altro il cosiddetto Progetto Fenice. Si tratta del riutilizzo
di acque dolci provenienti dal depuratore della Ferriera, che serve l’intera città di Piombino. Le acque depurate anziché essere gettate a mare sono recuperate e inviate all’utilizzo da parte della grande industria. Le potenzialità dell’impianto è di circa 4.000.000 m3 di acque depurate ogni anno.
Nel 2002 sono state riconvertite all’uso industriale 1.570.329 m3 di acqua proveniente dal depuratore.
I progetti "Tirreno" e "Fenice" sono due progetti ideati e realizzati da CIGRI SpA (oggi ASA
SpA), con il contributo determinante della Lucchini Siderurgica SpA.
Si avvalgono di finanziamenti della U.E. RESIDER II e FERS 2081 in aree a declino industriale
Obbiettivo 2 e si realizzano nella città di Piombino.
Il primo progetto (Tirreno) ha avuto come obiettivo quello di migliorare tutta la depurazione della città, ma soprattutto di fare convergere in un unico depuratore tutti gli scarichi urbani della città. Il depuratore esistente (denominato La Ferriera) e stato raddoppiato e migliorato per
consentire una depurazione ottimale delle acque e quindi per dare in uscita acque che rispettano la normativa vigente. Contestualmente è stata smantellata la condotta sottomarina
dei liquami presente nel quartiere di Salivoli.
Il secondo progetto (Fenice) utilizza tutte le acque in uscita dal depuratore di Ferriere che dopo un ulteriore trattamento e sterilizzazione convoglia verso le acciaierie di Piombino dove vengono utilizzate per l’abbattimento fumi e spegnimento coke.
Il volume di acqua complessivamente trattato è di 4 Mm3/anno che, in fase di regime, sarà totalmente assorbito dal processo industriale.
L’acqua depurata si trasformerà quindi totalmente in vapore e questo uso fa di Piombino la prima città che non produce reflui liquidi e quindi la prima città marittima del mediterraneo che
non inquina il mare.
La Lucchini Siderurgica in fase di regime ridurrà di pari volume l’emungimento dai pozzi profondi; in questo modo le falde idriche profonde inizieranno un processo di risanamento e sarà consentito un miglioramento qualitativo anche delle acque emunte per scopi potabili.
I progetti hanno ricevuto il Premio Enea 2000 per l'Ambiente, per la categoria Nuove Tecnologie, nella sezione Pubbliche Amministrazioni.
Il Premio ENEA "Sviluppo Sostenibile" è stato istituito dall'ENEA, Ente per le Nuove Tecnologie, l'Energia e l'Ambiente, con lo scopo di promuovere le realizzazioni, le opere, le ricerche, i progetti e le esperienze che consentano di coniugare indici positivi di crescita del
Paese con il rispetto delle risorse energetiche ed ambientali, con i principi di equità e di qualità globale della vita.
Di particolare nota quale esempio pratico di risparmio idrico è il progetto di animazione rurale, Azione 3.1 del Piano Provinciale di Sviluppo Agricolo della provincia di Livorno, sul
“Miglioramento dell’efficienza irrigua e tutela della risorsa idrica” presentato e aggiudicato
alla CIA Servizi Livorno. Il progetto è stato attuato nel corso del 2004 in collaborazione con
Impresa Verde Livorno srl ed E. R. A. T. A. . Il supporto scientifico del progetto è stato fornito da vari Dipartimenti dell’Università di Pisa.
L’azione è il proseguimento e l’ampliamento di un progetto attuato l’anno precedente sugli
stessi temi. Nei due anni di attuazione si sono portati a termine un’indagine sugli impianti
d’irrigazione a goccia in 74 aziende orticole, la redazione di tre opuscoli divulgativi, la messa a punto di un database per la raccolta dei dati sugli impianti irrigui. Si sono tenuti inoltre incontri tecnici con gli agricoltori sul tema dell’efficienza irrigua e una visita ad un campo dimostrativo di materiale per l’irrigazione. L’indagine è stata attuata mediante interviste
effettuate nelle aziende agricole durante le quali, con l’ausilio di un software specifico, è stato possibile valutare l’efficienza di distribuzione dell’acqua irrigua. Il software ha permesso
inoltre di fornire alle aziende dei suggerimenti specifici per il miglioramento della distribuzione dell’acqua ottenendo sia un risparmio idrico che energetico. Sebbene la situazione riscontrata sull’uniformità di distribuzione dell’acqua possa essere considerata accettabile i
suggerimenti forniti hanno consentito di risparmiare complessivamente un volume idrico di
31600 metri cubi per ogni stagione irrigua, questa quantità di acqua è pari al consumo idrico annuo per uso domestico di 450 persone.
Utilizzo
Acciaierie Lucchini
Magona d’Italia
SOL
Totale industria
Agricoltura
Agricoltura
Totale agricoltura
Totale
Impianto
Fenice
Fossa Calda
Campo all’Olmo
Fossa Calda
Biserno
Volumi d’acqua
1.224.330 m3
305.490 m3
535.000 m3
2.064.820 m3
100.000 m3
48.500 m3
148.500 m3
2.213.320 m3
6.6.6 Informazione e sensibilizzazione della popolazione
Da alcuni anni oramai il Circondario impone ai singoli Comuni di emettere Ordinanze volte al
risparmio idrico. A partire dai mesi di aprile/maggio di ogni anno sono attive ordinanze che vietano l’innaffiamento dei giardini, il lavaggio delle auto, e tutti quegli utilizzi che non rientrano
nella classificazione di igiene pubblica.
121
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Tab. 44. Risparmio di acqua di falda, 2002
(fonte: Analisi energetica relativa al Circondario della Val di Cornia, Università di Firenze, 2004).
Consumi e inquinamento idrico
6.6.5 Risparmio, Recupero e Riciclaggio delle acque di falda
La scarsità della risorsa idrica in Val di Cornia perdura oramai da oltre un decennio. Per tale motivo, sono molte gli interventi specie nel comparto industriale ed agricolo volti a riciclare le acque dolci, o ad utilizzare le acque superficiali. La Tab. 45 mostra i vari interventi ed i volumi
d’acqua risparmiata, cioè non prelevata dal sottosuolo. Da rilevare che le potenzialità del
progetto Fenice permettono di fornire circa 4 milioni di m3 d’acqua riciclata ogni anno mentre
l’utilizzo reale da parte dell’industria si aggira intorno ad poco più di un quarto delle potenzialità
reali. La Tab. 45 mette bene in risalto le modalità di risparmio che determinano il riuso di oltre 2 milioni di m3 ogni anno. Per la Val di Cornia è possibile asserire che gran parte dei sistemi virtuosi sono stati messi in atto e che è opportuno iniziare a ridurre i consumi in ognuno dei
tre principali comparti, industriale agricolo e potabile.
Rapporto sullo stato dell’ambiente
122
Aspetto
Biodiversità
D/P Disp. Val.
S/R Dati Stock
S +++ Val.
trend
☺
Paesaggio
S
+++
☺
☺
Paesaggio urbano
S
+
??
??
Patrimonio boschivo
S
+
☺
??
Uso del suolo
P
+
??
??
Superficie agricola totale SAT
P
++
☺
??
Aree edificate
P
++
Infrastrutture
P
++
☺
??
Incendi boschivi
Pressione venatoria
P
P
++
++
??
☺
Agricoltura
D
++
??
Attività agro-forestale
Attività infrastrutturali
Protezione della natura
D
D
R
++
++
+++
☺
☺
??
☺
Attività di pianificazione e vincoli
R
+++
☺
Prevenzione/presidio
R
+++
Risanamento
R
+++
☺
☺
Sensibilizzazione ed
educazione ambientale
R
++
☺
??
Obiettivo
7
Fornire il quadro dello “stato di salute” delle
specie animali e vegetali per evidenziare quelle
potenzialmente inseribili nelle liste di attenzione
Evidenziare la caratterizzazione paesistica del
territorio con particolare riferimento ai paesaggi
rurali e naturali.
Valutare la dotazione di aree verdi e di patrimonio
architettonico-culturale dei centri urbani.
Valutare l’estensione della componente boscata
del territorio e le variazioni areali nonché lo
stato di salute dei boschi presenti
Identificare le categorie di uso del suolo
maggiormente impattanti in termini di perdita
di biodiversità e di degrado del paesaggio.
Diminuire lo sfruttamento della risorsa. Incentivare
le coltivazioni di alto valore naturale.
Stimare l’impatto delle diverse tipologie di aree
artificiali.
Valutare l’entità dello sviluppo della rete principale
di comunicazione presente all’interno delle aree
protette o in prossimità di aree di valore
paesaggistico.
Prevenire e mitigare il rischio di incendi boschivi.
Valutare il livello di pressione indotto dall’attività
venatoria.
Identificare le attività agricole a maggior impatto
sull’ambiente.
Valutare la consistenza e tipologia di attività forestali.
Stimare l’impatto dell’attività urbanizzativa
Promuovere l’identificazione di specie animali e
vegetali protette, nonché l’estensione di aree
protette e la conservazione degli habitat naturali.
Valutare la consistenza del territorio soggetto a
tutela.
Promuovere pratiche sostenibili di gestione del
territorio e incrementare eventi di promozione
della cultura locale.
Favorire lo sviluppo economico delle aree
protette e l’attivazione di pratiche sostenibili
(ad esempio, riforestazioni, conversione
biologica dell’agricoltura).
Incrementare gli interventi per la conservazione
e la valorizzazione delle aree e dei beni di valore
ambientale e paesaggistico.
Diffondere la conoscenza del patrimonio
naturalistico e paesaggistico del territorio.
7.2 Descrizione del tema
Per quanto riguarda il contesto normativo inerente a questo tema, si sottolinea che a livello nazionale la principale norma di riferimento è il D.P.R. n°357/1997, modificato con D.P.R. n°120/2003
di recepimento della Direttiva 92/43/CEE (Habitat) ed assegnazione alle Regioni dell’obbligo di
adottare adeguate misure di conservazione e tutela degli habitat naturali e degli habitat di specie presenti nei siti proposti dalla direttiva stessa come siti di importanza comunitaria e delle
zone di protezione speciale (ZPS) ai sensi della Direttiva 79/409/CEE.
Natura e paesaggio
7.1 Introduzione al tema
123
Rapporto sullo stato dell’ambiente
7 Natura e paesaggio
La Deliberazione del Consiglio Regionale del 21 gennaio 2004 definisce gli aspetti relativi alla
perimetrazione dei siti di importanza regionale e designazione di zone di protezione speciale
in attuazione delle Direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE.
In Toscana si hanno 156 SIR per una superficie totale all’interno della Regione di 312.241 ettari,
in relazione alle quali la Val di Cornia è interessata con 3 SIR per un totale di 1816,6 ettari.
Stato
All’interno del territorio della Val di Cornia sono presenti due aree protette provinciali, tra cui
la riserva naturale Orti-Bottagone. Quest’ultima rappresenta l’ultima traccia di un ambiente caratterizzato da palude salmastra a salicornia e canneto d’acqua dolce, tipico della zona agli inizi del secolo scorso. Inoltre vi sono 4 ANPIL, 5 aree naturali tutelate a livello locale di varia
tipologia (naturalistici, archeologici e minerari)
La varietà degli ambienti favorisce la presenza di molteplici specie vegetali e animali, in particolar modo di uccelli. Dall’analisi sullo stato di salute della flora e della fauna è emerso che vi
sono 17 specie in pericolo, 3 delle quali in maniera più grave.
Pressioni
Come misura dell’impatto di attività antropiche sul paesaggio si considera la ripartizione della Superficie Agricola Totale. L’analisi evidenzia che i boschi e le aree a pascolo naturale, considerati paesaggi di alto valore naturale, costituiscono circa il 27% della SAT.
Per quanto riguarda la superficie complessiva artificializzata nel decennio che va dal 1991 al 2001 si
è assistito ad un incremento minimo, collegato allo sviluppo degli insediamenti turistico-ricettivi.
Il paesaggio risulta in alcuni casi “violentato” dall’elevarsi di grandi tralicci, dovuti alla presenza
di centrali per la produzione di energia, che creano un importante impatto visuale, soprattutto nel Comune di Piombino.
Un problema grave della zona sono gli incendi boschivi: la percentuale di superficie percorsa
da incendi è 43 volte quella relativa al dato regionale.
Natura e paesaggio
Determinanti
Per la Val di Cornia, le attività antropiche fonti di pressione sull’ambiente si riassumono nell’agricoltura
e nelle attività agro-forestali.
Per l’agricoltura è interessante evidenziare che circa ili 70% della superficie disponibile viene
realmente utilizzata per questa attività.
Nell’ambito delle attività agro-forestali in particolare si è voluta stimare l’incidenza delle coltivazioni legnose. Dalle analisi si è potuto valutare che più della metà della superficie agricola complessiva, sfruttata dalle aziende agro-forestali, viene utilizzata per la coltivazione dell’olivo.
Risposte
Nel complesso le azioni avviate per la tutela della natura e della biodiversità appaiono soddisfacenti.
Le aree protette coprono percentuali consistenti del territorio della Val di Cornia. L’istituzione dell’organo di gestione delle aree protette è abbastanza recente ed è da considerarsi in fase di evoluzione: l’intento è quello di creare una gestione coordinata del sistema dei parchi della Val di Cornia.
Per quanto riguarda la tutela e la valorizzazione delle risorse naturali si ha che più del 20% del
territorio della Val di Corna è soggetto a vincolo paesaggistico, provvedimento questo che rappresenta un efficace baluardo anche contro gli abusi edilizi.
Sul fronte dell’agricoltura si rileva uno sviluppo ancora troppo limitato nell’adozione di tecniche di produzione a basso impatto ambientale e/o biologiche.
Rapporto sullo stato dell’ambiente
124
7.3 Stato
Lo stato della natura nel territorio della Val di Cornia viene presentato mediante i seguenti aspetti:
● Biodiversità
● Paesaggio
● Paesaggio urbano
7.3.1 Biodiversità
Per descrivere lo stato e le tendenze evolutive della biodiversità sul territorio della Val di Cornia è stato individuato un set minimo d’indicatori:
● specie animali minacciate/estinte;
● specie ornitiche sensibili;
● specie vegetali minacciate.
125
Rapporto sullo stato dell’ambiente
L’analisi delle specie animali e vegetali minacciate è stata effettuata consultando la banca dati Re.Na.To. (Repertorio Naturalistico Toscano) da cui è possibile rilevare l’elenco delle specie
animali e vegetali che sono state giudicate rilevanti (ad esempio, rare, di interesse biogeografico, ecc.), e quindi inserite in “liste di attenzione”.
Al 2000 le specie inserite nelle liste di attenzione risultano 94, suddivise nel modo seguente (Status in Toscana):
3 specie in pericolo critico (di cui 1 estinta):
● 1 specie di rettile, la tartaruga comune;
● 1 specie di uccelli (estinta)
● 1 specie di flora.
14 specie in pericolo:
● 1 specie di mammifero
● 1 specie di rettile, la tartaruga liuto;
● 11 specie di uccelli, tra cui il falco di palude, l’albanella minore e il gabbiano corso;
● 1 specie di flora.
36 specie vulnerabili:
● 6 specie di insetti;
● 3 specie di mammiferi;
● 2 specie di molluschi;
● 1 specie di pesce;
● 3 specie di rettili, tra cui la testuggine d’acqua e la testuggine di Hermann;
● 13 specie di uccelli, tra cui l’airone rosso, la quaglia ed il passero solitario;
● 8 specie di flora, tra cui la lenticchia selvatica.
8 specie prossime alla minaccia:
● 8 specie di uccelli.
33 specie comprese tra a più basso rischio, minima preoccupazione, non valutato/valutabile,
carenze di informazioni:
● 2 anfibi, il rospo smeraldino e il tritone crestato italiano;
● 4 specie di insetti;
● 2 specie di mammiferi, due pipistrelli;
● 7 specie di molluschi;
● 1 specie di pesce, la rovella;
● 2 specie di rettili, la testuggine d’acqua e la testuggine di Hermann;
● 7 specie di uccelli, tra cui l’airone rosso, la quaglia ed il passero solitario;
● 1 specie di flora, la lenticchia selvatica.
Natura e paesaggio
La biodiversità
Per biodiversità si intende l'insieme dei geni, delle popolazioni, delle specie, delle comunità e
degli ecosistemi. La biodiversità rappresenta una misura della varietà di specie animali e vegetali presenti nella biosfera, ed è il risultato di lunghi processi evolutivi.
La biodiversità si può considerare almeno su tre livelli diversi:
● a livello di geni in una specie (o popolazione), ad esempio, il colore degli occhi e dei capelli dell'uomo, il colore del pelo dei gatti;
o a livello di specie, ad esempio, la varietà di specie di farfalle o il numero di fiori diversi che
possono essere trovati in un campo;
o a livello di ecosistemi, ad esempio,la varietà di ambienti in una determinata area naturale.
In particolare, l’ecosistema è costituito dall’insieme di tutti gli esseri viventi di un determinato ambiente fisico e delle relazioni che intercorrono sia tra loro che tra loro e l’ambiente fisico. Ciò vuol dire che un ecosistema comprende una parte inanimata detta “biotopo” in cui vive e con cui interagisce un complesso di organismi detto “biocenosi”.
La biodiversità assicura la vita del nostro pianeta. La sua conservazione deve essere perseguita
senza limiti e trasmessa alle generazioni future.
Tab. 1. Specie minacciate presenti nella Val di Cornia (fonte: elaborazione su base banca dati Re.Na.To.).
Comune
Campiglia M.ma
Piombino
San Vincenzo
Sassetta
Suvereto
Totale “Liste
di Attenzione”
Anfibi Crostacei
0
0
2
0
0
0
0
0
0
0
2
0
Insetti Mammiferi Molluschi
5
3
8
5
2
2
4
1
7
1
1
5
3
1
8
10
6
9
Pesci
1
1
1
2
Rettili
4
5
4
2
4
7
Uccelli
29
45
19
14
18
47
Vegetali
3
7
4
0
4
11
Tot
52
69
39
24
39
N.B. Il totale delle liste di attenzione è minore della somma delle specie presenti nei singoli Comuni , in
quanto una stessa specie può essere presente in più Comuni e pertanto non deve essere contata più volte (Es.:
il gruppo dei Pesci è composto da un totale di 2 specie, distribuite però su 3 Comuni, in quanto 1 è presente
sia a Sassetta che a Suvereto e 1 è presente solo a Piombino).
La Val di Cornia comprende una moltitudine di ambienti che favoriscono la presenza di un notevole numero di specie di uccelli. Si passa dai vasti arenili alle fasce retrodunali, ai boschi di macchia mediterranea e anche alle zone umide. Proprio in queste ultime si possono contare per ovvi motivi il maggior numero di specie di uccelli, in ogni periodo dell’anno. Situata proprio al centro della Val di Cornia l’Oasi WWF Orti-Bottagone garantisce la tutela di quello che cento anni fa
era l’ambiente dominante di questa zona, ovvero, palude salmastra a salicornia e canneto d’acqua dolce. Oggi dei due ambienti rimangono complessivamente circa cento ettari o poco più. Ebbene soltanto in questa esigua porzione di territorio sono state contate negli anni 207 specie di
uccelli, più di un terzo delle specie presenti nell’intero Paleartico occidentale.
Nel box di approfondimento 1 a fine capitolo, si riporta la Check-list degli uccelli della Riserva Naturale Oasi WWF Palude Orti-Bottagone a cura di Paolo Maria Politi con la collaborazione di Stefano Benucci aggiornamento al 3.11.2004. Invece, nel box di approfondimento 2
vengono fornite delle informazioni naturalistiche sempre relative alla Palude ed al Parco Interprovinciale
di Montioni.
Natura e paesaggio
7.3.2 Paesaggio
Rapporto sullo stato dell’ambiente
126
Un’importante dimensione dell’ambiente da considerare nell’analisi di un territorio è il paesaggio.
Esso corrisponde alla parte visibile di un determinato ambiente ed è costituito dalle caratteristiche fisiche, biologiche ed antropiche che coesistono in una porzione di territorio. La conservazione del paesaggio aiuta a proteggere le specie ed il loro ambiente, contribuendo alla salvaguardia della ricchezza e diversità del paesaggio stesso.
Il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42), definisce all’art. 136
il concetto normativo di Paesaggio, come segue: a) le cose immobili che hanno cospicui caratteri
di bellezza naturale o di singolarità geologica; b) le ville, i giardini e i parchi […]che si distinguono per la loro non comune bellezza, c) i complessi di cose immobili che compongono un
caratteristico aspetto avente valore estetico e tradizionale; d) le bellezze panoramiche considerate come quadri e così pure quei punti di vista o di belvedere, accessibili al pubblico, dai
quali si goda lo spettacolo di quelle bellezze.
Situata nella Toscana centro occidentale, la Val di Cornia, in provincia di Livorno, è un territorio che
si sviluppa dalle propaggini delle Colline Metallifere alla pianura costiera. Questa terra, in larga parte sottratta agli stagni ed alle paludi che caratterizzavano i suoi litorali fino al secolo scorso, rappresenta oggi uno straordinario patrimonio di testimonianze ambientali e culturali.
Il polo industriale di Piombino pur determinando una vasta alterazione del paesaggio naturale è
stato per oltre un secolo l’unico luogo in cui si sono effettuate trasformazioni antropiche di una
certo rilievo. Ciò ha permesso di mantenere il resto del territorio quasi ovunque intatto, lasciando pressoché inalterati i caratteri salienti del paesaggio della maremma toscana. Negli ultimi 20
anni però, lo sviluppo di aree artigianali diffuse e sparse a raggiera intorno ai nuclei urbani principali (Piombino e Venturina in particolare) ed il proliferare di strutture turistico-ricettive sia sulla costa che nelle campagne, hanno di fatto mutato irreversibilmente il paesaggio.
La sua superficie complessiva è di 366 Km2, all’interno dei quali sono state individuate le aree
di 5 parchi naturalistici ed archeologici che ricadono all’interno di ANPIL o aree tutelate a livello comunale. Questi parchi, di seguito elencati, sono a diretta gestione della Parchi Val di Cornia SpA, Società mista a prevalente capitale pubblico:
● Parco archeologico di Baratti-Populonia (Piombino);
● Parco costiero della Sterpaia (Piombino);
● Parco archeominerario di San Silvestro (Campiglia Marittima);
● Parco costiero di Rimigliano (San Vincenzo);
● Parco forestale di Poggio Neri (Sassetta).
Oltre a questi 5 parchi sono presenti in Val di Cornia due aree protette provinciali definite ai
sensi della LR 49/95:
● Parco naturalistico Interprovinciale di Montioni (Suvereto, Piombino, Campiglia Marittima,
Follonica e Massa M.ma – Province di Livorno e Grosseto);
● Riserva Naturale Orti-Bottagone.
Di queste due ultime aree protette, la Provincia di Livorno nell’aprile 2004 ha adottato i relativi Piani di Gestione e Regolamento.
La Riserva Naturale Orti-Bottagone è l'ultima testimonianza del comprensorio palustre della Val
di Cornia che sino al 1832 si estendeva per circa 1.500 ettari. Presenta una palude salmastra
a Salicornieto (Orti) ed una palude d'acqua dolce a Canneto (Bottagone).
La Regione Toscana, su proposta della Provincia di Livorno, mediante Delib. di Giunta n° 231
del 15 Marzo 2004 ha approvato, la richiesta di riconoscimento della Riserva Naturale Orti-Bottagone, insieme ad altri 6 siti regionali, quale zona umida d’importanza Internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar per una superficie pari a 151 ha.
Ospita numerosissime specie di uccelli tra i quali il Falco di palude, il Cavaliere d'Italia, l’Airone rosso, tutti nidificanti oltre al Fenicottero rosa, l'Airone bianco maggiore, la Garzetta, l’Airone cenerino, l'Avocetta e il Falco pescatore presenti nel corso dell'anno.
L’oasi è strutturata con sentiero natura e due osservatori naturalistici.
Campiglia Marittima
Il territorio comunale si articola nella Valle del Cornia tra collina e pianura, affacciandosi sulla
fascia costiera che va dal Golfo di Follonica al litorale di San Vincenzo. Dalle colline campigliesi,
inserite nel percorso della Strada del Vino Costa degli Etruschi, si gode di un suggestivo panorama
sull’ Arcipelago Toscano e sul nord della Corsica.
Sono presenti suggestive testimonianze della civiltà etrusca, di quella romana e medievale, come i Forni fusori di Val Fucinaia, che risalgono al VII-VIII secolo a.C., ed il Parco Archeo-Minerario di San Silvestro, splendido museo a cielo aperto.
Venturina dista 5 Km dal capoluogo, al quale è collegata dalla strada provinciale costeggiata
da colline terrazzate con coltivazioni di olivi secolari. Le due realtà sono già inserite in un
progetto di Parco termale che, insieme con la valorizzazione del centro cittadino e con una fitta presenza di aree verdi (Parco Urbano e Lago del Molino) definirà presto l’identità di Venturina quale centro perfettamente integrato nel quadro del futuro sviluppo della vallata.
Piombino
Piombino, situata sull'etremità meridionale dell'omonimo promontorio, è una città di mare dalle antichissime origini classiche e medievali, ereditate da Populonia, patria etrusca della metallurgia, e dalla repubblica marinara di Pisa.
La parte più antica della Città di Piombino, una volta capitale del Principato, conserva numerose testimonianze artistiche del suo passato. I monumenti più significativi: il Torrione, il Rivellino, il Castello, le Chiese della Misericordia e di Sant'Antimo, la Chiesina di Cittadella, la Casa delle Bifore, le Fonti di Marina, sono databili tra il 1200 e il 1500
Qui è presente anche un’importante zona umida, riserva naturale provinciale, che si estende
per circa 109 ettari.
L'oasi è l'ultima testimonianza del comprensorio palustre della Val di Cornia che sino al 1832
127
Rapporto sullo stato dell’ambiente
I Comuni della Val di Cornia
Natura e paesaggio
La Convenzione di Ramsar sulle zone umide
La Convenzione di Ramsar, riconoscendo l’importanza delle zone umide, soprattutto come habitat degli uccelli acquatici e delle specie migratrici non menzionate nell’Allegato I della Direttiva
79/409/CEE, detta i principi per la designazione delle zone idonee ad essere inserite nell’elenco
delle zone umide di importanza internazionale.
Ciascuno Stato che recepisce la convenzione (parte contraente) deve, al momento della firma,
designare almeno una zona umida da inserire nell’Elenco. Ciascuna parte contraente per favorire la tutela delle zone umide e degli uccelli acquatici crea delle riserve naturali nelle zone
umide, tenta di aumentare il numero degli uccelli acquatici e incoraggia la ricerca, gli scambi
di dati e le pubblicazioni.
si estendeva per circa 1.500 ettari.
Presenta una palude salmastra a Salicornieto (Orti) ed una palude d'acqua dolce a Canneto (Bottagone).
Ospita numerosissime specie di uccelli tra i Quali il Falco di palude, il Cavaliere d'Italia, l'Airone rosso, tutti nidificanti oltre al Fenicottero rosa, l'Airone bianco maggiore, la Garzetta, l'Airone cenerino, l'Avocetta e il Falco pescatore presenti nel corso dell'anno.
Piombino ha un’estensione di coste balneari di 31,5 Km, di cui 22 Km sabbiose e 9,5 rocciose.
San Vincenzo
Il litorale di San Vincenzo è caratterizzato da spiagge profonde di sabbia chiara e finissima. La
pineta, protesa fino al mare, è folta ed ombrosa.
Abitata in epoca antichissima, poi insediamento etrusco e romano conserva numerose presenze
archeologiche, come testimonia il Parco Archeologico di Baratti e Populonia.
Una natura intatta e protetta caratterizza il Parco Naturale di Rimigliano, oasi floro-faunistica
situata direttamente sul mare. Sull'arenile, tra San Vincenzo ed il Golfo di Baratti, fiorisce il giglio di mare e le dune sabbiose sono ricoperte dai ginepri, dal mirto e dal lentisco; boschi di
lecci e sugheri e la folta pineta lambiscono la spiaggia di sabbia finissima.
Sassetta
Antico borgo medioevale costruito sulla roccia e sviluppato intorno al castello e alla chiesa di
Sant'Andrea, è circondata da boschi di castagni e lecci.
Antico castello medievale, conserva testimonianze del suo passato, tra le quali, una fonte battesimale romanica, una Madonna su tavola risalente al 1400, un crocifisso reliquario in cristallo di rocca (XV-XVI sec.) ed altre pitture che si trovano nell’antica chiesa di Sant’Andrea Apostolo.
Boschi di castagni e di macchia mediterranea, ricchi di fauna, ricoprono un paesaggio collinare,
dal quale traspaiono calcari di colore rosso.
Nel Museo del bosco, suggestivo percorso tematico, viene rappresentata la vita quotidiana e
mestieri come quello dei raccoglitori di castagne e quello, un tempo tipico, dei carbonai.
Il Parco forestale di Poggio Neri, di struggente bellezza, è un'oasi naturale incontaminata.
Nella campagna circostante sorgono strutture ricettive, agriturismi, poderi ed aziende agricole.
Natura e paesaggio
Suvereto
È un suggestivo borgo medievale con antiche strutture architettoniche, incastonato sulle pendici delle colline che dominano il mare e la Costa degli Etruschi, nella verde vallata attraversata dal Cornia. Folti boschi di sugheri, castagni, querce e la macchia mediterranea scendono
fino al mare. La campagna caratterizzata da importanti tradizioni agricole, ricca di viti e di olivi secolari, è attraversata dalla Strada del Vino.
Al centro di una vasta area ricoperta dalla macchia mediterranea e dalle foreste di lecci e cerri, il Parco Naturale di Montioni appare come un'isola di verdi colline che si estende per oltre
5.000 ettari di superficie, dove sono presenti anche importanti reperti archeologici e storici. Il
Parco, che fa parte del noto sistema dei Parchi della Val di Cornia, racchiude un affascinante
patrimonio naturalistico, popolato da numerose specie di uccelli e da una ricca fauna costituita
da cinghiali, caprioli, daini e istrici.
Rapporto sullo stato dell’ambiente
128
7.3.3 Paesaggio urbano
Per la descrizione del paesaggio urbano della Val di Cornia è stato individuato un set minimo
d’indicatori, in grado di descrivere la qualità ambientale dei centri abitati: quantità di aree
verdi attrezzate per cittadino, ed i m2 di aree verde per abitante. Tali indicatori sono stati ricavati
solo per i Comuni di Piombino e Campiglia M.ma.
Tab. 2. Stima degli indicatori per la descrizione del paesaggio.
Comune
Campiglia M.ma
Piombino
Superf. Aree verdi
68.211 m2
403.250 m2
m2/ab di aree verdi
5,40 m2/ab
11,68 m2/ab
Fonte
“Il Comune”, Anno XXIV n° 207 Nov-Dic. 2003
“Piombino Oggi” 1995-2004
7.3.4 Patrimonio boschivo
In Val di Cornia la superficie boscata segue grossolanamente l’andamento morfologico del
territorio. I boschi infatti sono localizzati, con sistema di continuità, nella cornice collinare della Val di Cornia che di fatto delimita la pianura alluvionale e che corrisponde al confine nord-
ovest, est e sud-est. A partire dai boschi di macchia mediterranea posti ad est di San Vincenzo
si raggiungono i boschi di castagni caratteristici della zona di Sassetta sino a raggiungere il vasto e variegato bosco di Montioni. Di particolare importanza naturalistica rivestono poi il bosco di macchia mediterranea che caratterizza l’intero promontorio di Piombino, la vasta pineta
di Rimigliano ed il bosco planiziale della Sterpaia.
Nella Tab. 4 si riportano le superfici boscate per ogni comune della Val di Cornia ed il valore percentuale sul totale di superficie comunale.
Tab. 3. Superfici boscate (fonte: Uff. urbanistica comprensoriale del Circondario Val di Cornia).
Comune
Campiglia M.ma
Piombino
San Vincenzo
Sassetta
Suvereto
VAL DI CORNIA
Superficie boscata Km2
14,5
33,8
10,7
21,5
46,6
127,1
Sup.Boscata/ Sup.Comune %
17,3
26,0
32,0
82,0
50,6
34,8
Un’ulteriore informazione riguardo alle foreste presenti nella Val di Cornia può essere data dalla superficie forestale nelle aziende agricole (dati rilevati dal V Censimento generale dell’Agricoltura).
Nella Val di Cornia le aree boscate comprese in queste aziende ammontano a 5.029 ettari, valore corrispondente al 21,8% della superficie aziendale totale, contro un valore provinciale di 34,1%.
La parte più consistente della superficie boscata presente nelle aziende è coperta da foreste
cedue, sia semplici che composte (17,2%) e in misura minore da vegetazione di macchia mediterranea; valori sostanzialmente simili a quelli provinciali. Del tutto trascurabile è la quota di
bosco destinata all'arboricoltura.
Ettari
Prov. Livorno
15,5
67,3
82,9
930,3
87,0
1.531,3
9.373,2
5.098,7
5.560,3
22.580,8
% sup. aziendale tot.
Val di Cornia
0,0
0,1
0,1
0,7
0,3
0,4
8,5
8,7
3,2
21,8
% sup. aziendale tot.
Provincia Livorno
0,0
0,1
0,1
1,4
0,1
2,3
14,2
7,7
8,4
34,1
Le funzioni svolte dai boschi
I boschi costituiscono una risorsa naturale di fondamentale importanza per il territorio e per
l’uomo che lo abita e che, con le sue attività, ne determina la trasformazione.
I boschi sono chiamati a svolgere funzioni tradizionalmente consolidate (produzione di legname
e protezione idrogeologica) e altre la cui importanza è andata aumentando, o è apparsa particolarmente evidente, negli ultimi decenni: fruizione turistico-ricreativa, ruolo igienico sanitario, paesaggio, conservazione della biodiversità, ecc. La capacità degli ecosistemi forestali di sostenere tali funzioni, e contemporaneamente di auto-mantenersi, è vincolata alle caratteristiche degli stessi. Appare dunque evidente come tali funzioni possano essere svolte al meglio solo da popolamenti
in condizioni ottimali, caratterizzati, cioè, da un determinato stato quali-quantitativo duraturo nel
tempo. La stabilità ecologica dei popolamenti è garantita nella misura in cui su questi agiscono fattori perturbanti con intensità ritenuta compatibile oppure, in caso contrario, l’uomo è in grado di
intervenire per fronteggiare situazioni capaci di comprometterne la funzionalità.
7.4 Pressioni
La descrizione delle pressioni esercitate sull’ambiente, in particolare sulla natura, e associate alle attività umane è stata realizzata mediante l’utilizzo dei seguenti aspetti:
● Uso del suolo
129
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Ettari
Val di Cornia
Pioppeti
2,6
Altra arboricoltura
16,5
TOTALE ARBORICOLTURA 19,1
Conifere
167,5
Latifoglie
58,5
Miste
91,9
Cedui semplici
1.955,8
Cedui composti
2.008,6
Macchia mediterranea
746,7
TOTALE BOSCHI
5.029,0
Natura e paesaggio
Tab. 4. Superficie boscata nelle aziende agricole del Circondario della Val di Cornia e della Provincia di Livorno
(fonte: Elaborazioni su dati V Censimento generale agricoltura 2000).
● Superficie agricola totale SAT
● Aree edificate
● Infrastrutture
● Incendi boschivi
● Pressione venatoria
7.4.1 Uso del suolo
In generale il territorio della Val di Cornia presenta un elevato grado di antropizzazione, ove ai valori massimi riscontrabili nelle aree urbanizzate e/o industriali situate sulla costa, si associano
medi o elevati valori di antropizzazione legati alle trasformazioni agricole intensive dell’entroterra. Il consumo di territorio e le trasformazioni nell’uso del suolo sono risultate particolarmente intense dal dopoguerra ad oggi e particolarmente concentrate sulla costa di Piombino, ove allo sviluppo delle aree industriali si sono affiancate le storiche attività di bonifica. In tale contesto il dato più recente è quello dell’uso del suolo agli anni 1993/95, da cui risulta che su 111.986 ettari costituenti la superficie provinciale (con esclusione dell’Isola di Capraia) 10.947,67 ettari c.a. (elab.
ufficio P.T.C.) sono costituiti da insediamenti e da aree produttive, con una percentuale di circa il
10% e un consumo pro-capite di mq 326 per abitante.
Non è stato possibile descrivere in modo ottimale l’uso del suolo nella Val di Cornia, in quanto non si dispone di una caratterizzazione paesistica basata sulle categorie CORINE Land Cover1 a scala comunale. Gli aspetti di seguito riportati ed i relativi indicatori potranno comunque fornire un quadro abbastanza esauriente dell’uso del suolo in Val di Cornia.
7.4.2 Superficie agricola totale SAT
Sulla base dell’analisi della ripartizione della SAT è possibile stimare i sistemi agrari con maggiore
o minore grado di artificialità, dove s’intendono per sistemi ad elevata artificialità i seminativi, le
risaie, i vigneti, i frutteti ed i frutteti minori, cioè quelle colture che richiedono un input di prodotti
chimici in misura sostenuta per ristabilire la fertilità del suolo, combattere le infestanti e proteggere
le coltivazioni dagli agenti patogeni. Al contrario, i boschi (di latifoglie, di conifere, misti) e le aree a pascolo naturale possono essere considerati sistemi ad elevata naturalità. Nel caso delle
attività agricole è opportuno distinguere quelle convenzionali da quelle biologiche.
Natura e paesaggio
⌧ Fig. 1. Ripartizione della SAT nei Comuni della Val di Cornia (fonte: elaborazioni su dati ISTAT 2000).
Rapporto sullo stato dell’ambiente
130
Dal grafico emerge che più della metà della SAT è utilizzata a seminativi (il 51%). I boschi e le
aree a pascolo costituiscono solo il 27% della superficie agricola totale.
7.4.3 Aree edificate
La superficie complessiva artificializzata (edilizia sia urbana che industriale e rete viaria) della
Val di Cornia è pari al 6,93 % della superficie complessiva della Val di Cornia (per l’anno 2001).
Nella tabella seguente si riportano i dati relativi alla superficie artificiale della Val di Cornia negli anni 1991 e 2001.
1
La fonte dati secondo le categorie CORINE Land Cover è stata utilizzata dall’ANPA per definire l’uso del suolo a scala nazionale.
Tab. 5. Superficie artificiale assoluta e percentuale sul totale della superficie della Val di Cornia, anni 1991-2001;
superficie artificiale pro-capite, anno 2001
(fonte:“Segnali ambientali in Toscana 2003” - elaborazione LaMMA- Regione Toscana su dati CORINE land cover;
elaborazione Regione Toscana su dati ISTAT e IRPET).
Sup. artificiale
1991 (ha)
2.366,58
% sup. artificiale
1991
6,46
Sup. artificiale
2001(ha)
2.536
% sup. artificiale
2001
6,93
Sup. artificiale pro-capite
2001(m2)
449,8
Il tipo di insediamenti che caratterizzano le aree artificiali sono essenzialmente di due tipi: quella prettamente urbana, perlopiù concentrata nei centri di Piombino, Venturina San Vincenzo e
l’area industriale di Piombino. Da alcuni anni, si assiste ad un maggiore sviluppo degli insediamenti
turistico-ricettivi ed agricoli, favoriscono il proliferare di una edilizia sparsa nel territorio.
Alcuni dati storici permettono di avere un quadro evolutivo interessante come riportato di
seguito.
Tab. 6. Consumo del suolo area Val di Cornia (fonte: dati PTC Provincia di Livorno 1993-95).
13.010
9.295
8.313
3.313
2.659
Popolaz.
residente 1996
35.368
2.957
12.618
7.035
644
aree urbane e
produttive ha
1.775,46
149,49
460,63
354,43
20,19
% aree urbane e
produttive ha
13,65
1,61
5,52
10,60
0,77
m2 di area
urb./abit.te
502
506
365
504
313
Nel 1881 la superficie urbanizzata presente in Val di Cornia raggiungeva lo 0,68% dell’intera superficie provinciale; al 1985 l’urbanizzato ha raggiunto una superficie di 9532,71 ha (la somma
è comprensiva del dato complessivo ottenuto anche con l’aggiunta dell’edificato "non databile" ma comunque presente sul territorio) pari al 7,86%.
Analizzando i dati per comparti risulta evidente il notevole sviluppo delle aree urbanizzate in
Val di Cornia nel periodo 1940-1985, pur presentando una superficie di urbanizzato per abitante
inferiore ad altre aree della Provincia di Livorno. Un dato, quello della Val di Cornia comunque
superiore al dato medio provinciale.
Tab. 7. Variazione urbanizzato, per comparti, dal 1881 al 1985.
Comparto
Area Livornese
Arcipelago
Val di Cecina Costiera
Val di Cornia
TOTALE PROVINCIA
Urbaniz.
presente
1881 (ha)
561,32
121,42
91,68
57,67
832,09
m2 di area
urb./abit.
1881
53,60
50,14
43,44
42,52
50,81
Urbaniz.
presente
1940 (ha)
1310,47
479,75
376,38
242,76
1929,60
m2 di area
urb./abit.
1940
100,53
160,27
97,56
57,85
80,12
Urbaniz.
presente
1985 (ha)
3233,99
1739,84
2729,66
1829,22
9532,71
m2 di area
urb./abit.
1985
170,54
590,94
417,23
296,46
275,36
Nei 60 anni che intercorrono tra i primi due anni campione, l’incremento è dello 0,90% rispetto
alla superficie provinciale, mentre nei quarantacinque successivi, dal 1940 al 1985, l’incremento
risulta del 6,26%.
L’urbanizzato della Val di Cornia risulta percentualmente più contenuto rispetto agli altri SEL,
mentre elevato risulta il dato insulare.
In base alla “naturalità” del paesaggio, considerandola come l’inverso del grado di artificializzazione di esso (Malcevschi 1987, Arrigoni e Foggi 1988, Petroli et al. 1988), considerando la percentuale di superfici artificiali sul totale della provincia, vediamo come
questa assuma un valore elevato rispetto alle altre province della regione. In particolare
sono presente 8,1% di superfici artificiali sul totale della provincia, valore alto considerando
il massimo espresso dalla Provincia di Prato (11,7%). Inoltre il territorio provinciale ha espresso una variazione del 6,6% di superfici artificiali tra il 1991 ed il 2001, contro un dato del -0,8% di variazione della popolazione nello stesso periodo (da “Segnali Ambientali” Regione Toscana, 2003).
Natura e paesaggio
Piombino
Suvereto
Campiglia M.ma
San Vincenzo
Sassetta
Superficie ha
131
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Comune
7.4.4 Infrastrutture
La Val di Cornia è attraversata da un’unica superstrada a 2 corsie per senso di marcia denominata “Variante Aurelia”; essa percorre in stretta adiacenza la vecchia S.S. 1 “Aurelia” ed il tracciato tirrenico della linea ferroviaria Pisa-Roma. Tutte e tre le infrastrutture di cui sopra si sviluppano in direzione nord-sud.
Il PTC della Provincia di Livorno indica la necessità che la Variante Aurelia mantenga l’attuale modello di esercizio a libero transito. Nel contempo il PTC qualifica la vecchia Aurelia e la S.P. denominata “La Principessa” che collega Piombino a San Vincenzo come “ Strade Parco” da cui escludere il traffico pesante. Altro importante asse viario è la S.S. n°398 che taglia la Val di Cornia in direzione nord-est/ Sud-ovest ed interessa l’intera Valle del Fiume Cornia fino alla località Colmata.
Questa strada già oggi nel tratto tra Venturina e Colmata è costituita da due corsie per senso di marcia. In previsione la S.S. 398 raggiungerà le banchine dell’area portuale di Piombino.
In relazione all’aspetto delle infrastrutture presenti sul territorio della Val di Cornia si è voluto
valutare sia l’impatto sulle aree protette, sia l’impatto visivo sul paesaggio. In tal senso, l’indicatore “densità di infrastrutture di trasporto in aree protette” permette di avere informazioni indirette sui livelli di naturalità delle aree protette ed evidenziare le situazioni di potenziale
conflitto tra conservazione ed esigenze di collegamento infrastrutturale; l’indicatore “sviluppo di infrastrutture rapportato a medie provinciali/regionali” consente di stimare l’impatto
delle infrastrutture sul paesaggio.
Tra tutte le aree protette della Val di Cornia la Riserva Naturale di orti – Bottagone risulta attraversata da una viabilità extraurbana con notevole carico di traffico. Tale viabilità, di competenza
della provincia di Livorno è denominata strada della “base geodetica” e, nel tratto di attraversamento
della Riserva è stata completamente ricostruita nel 2003 mediante la realizzazione di un viadotto che, agli effetti pratici non costituisce più un limite fisico interno all’Oasi. Anche il Parco Interprovinciale di Montoni è attraversato in direzione est-ovest da una strada extraurbana provinciale a bassa intensità di traffico.
Natura e paesaggio
Solo nel Comune di Piombino si rilevano: 8 Km di Strade Statali; 15 Km Strade Provinciali; 113
Km Strade Comunali; 91 Km Strade vicinali
La situazione del trasporto dell’energia elettrica in Val di Cornia, ed in particolare attorno alla
zona industriale di Piombino, presenta caratteristiche di alta densità dei tralicci e delle linee,
sia per la presenza delle centrali per la produzione di energia sia per l’alto numero di attività
produttive e di altre grandi utenze. Gli alti tralicci, che arrivano a raggiungere anche i 60 metri
nel caso delle linee ad alta tensione, creano un importante impatto visuale, specie per chi raggiunge Piombino da Nord, disturbando notevolmente la vista da e verso il mare.
In ⌧ Fig. 2 riportiamo una fotografia delle maggiori linee per il trasporto dell’energia in Val di
Cornia.
FOTO NEMO
Rapporto sullo stato dell’ambiente
132
7.4.5 Incendi boschivi
Per rappresentare il complesso fenomeno degli incendi boschivi sono stati evidenziati entità
ed andamento nel tempo nella Val di Cornia; in tal modo è possibile valutare l’efficacia delle
scelte operate in materia di prevenzione e repressione del fenomeno degli incendi boschivi.
133
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Dalla dorsale a 380 kV (“0” in ⌧ Fig. 2) in località Forni a Suvereto (A) esiste una stazione di trasformazione a 130 kV dalla quale si diramano tre linee (1-2-3) a 130 kV:
● la n° 1 va in Loc. Cotone (B) dove una sottostazione dove la tensione passa a 15 kV;
● la n° 2 va in Loc. Cafaggio (C) dove una sottostazione la trasforma in 15 kV;
● la n° 3 va in Loc. Colmata (D) sulla base geodetica dove una sottostazione le permette di entrare all’interno delle acciaierie di Piombino rimanendo a 130 kV (probabilmente una parte viene trasformata in 15 kV).
Alla stazione Forni di Suvereto (A) arrivano anche due linee (4-5) da 380 kV, che portano corrente dalla centrale di Torre del Sale, ed una linea 6 da 130 kV che serve per far ripartire la centrale stessa in caso di blocco.
Esiste un’altra linea (7) sempre di proprietà Enel a 130 kV che collega la sottostazione di colmata (D) base geodetica alla linea 6 che serve alla nuova centrale elettrica di Lucchini (E) per
immettere energia in rete e venderla all’Enel.
Oltre alle sopra menzionate linee, esistono molte altre diramazioni, per le quali non ci è stato possibile ottenere ad ora una mappa dettagliata, che si addensano in particolare nella zona industriale
di Piombino dove si osserva il forte impatto visivo cui si accennava all’inizio del paragrafo.
Sempre in tema di infrastrutture, è opportuno evidenziare che nel Comune di Piombino è presente un porto commerciale ed industriale di importanza regionale secondo solo a Livorno, e
che risulta essere il più importante per i collegamenti con l’Isola d’Elba.
Natura e paesaggio
⌧ Fig. 2. Situazione delle maggiori linee elettriche in Val di Cornia.
Nella Tab. 8 è riportata la superficie percorsa da incendi e la sua incidenza rispetto alla
superficie boscata. Tale superficie, sia per la Val di Cornia (8,7%) che per l’Arcipelago
(17,6%), costituisce una quota elevata se rapportata ai corrispondenti dati provinciale
(3,8%) e regionale (0,2%).
Tab. 8. Superficie boscata totale e percorsa da incendi
(fonte: elaborazioni IRPET su dati P.O. Organizzazione Regionale Incendi Boschivi, anno 2001).
Territorio
Sel 14 Area Livornese
Sel 15.1 Val di Cecina
Sel 16 Val di Cornia
Sel 17 Arcipelago
PROVINCIA DI LIVORNO
TOSCANA
Boscata
33
6
435
371
846
1.051
Superficie percorsa da incendi (ha)
Non boscata
0
4
19
1
24
888
Totale
33
10
454
372
870
1.938
% sup.boscata percorsa
incendi/sup.boscata totale*
0,7
0,1
8,7
17,6
3,8
0,2
(*) censimento agricoltura 2000
7.4.6 Pressione venatoria
L’attività venatoria rappresenta un fattore di pressione molto rilevante sulle risorse naturalistiche
di un territorio. In Tab. 9 si riporta il numero dei cacciatori abilitati nei 5 comuni della Val di
Cornia negli ultimi 7 anni. Si nota, anche mediante l’ausilio del grafico di ⌧ Fig. 3, come il numero dei praticanti la caccia stia sensibilmente diminuendo.
Tab. 9. Numero di cacciatori in Val di Cornia dal 1998 al 2004 suddivisi per Comune (fonte: ATC 9 Livorno, 2004).
Natura e paesaggio
Comune
Campiglia M.ma
Piombino
San Vincenzo
Sassetta
Suvereto
TOTALE
1998-99
720
1.318
311
46
227
2.622
1999-00
703
1.289
305
48
225
2.570
2000-01
706
1.257
287
49
214
2.513
2001-02
690
1.226
243
51
210
2.420
2002-03
688
1.210
294
53
207
2.452
2003-04
665
1.178
283
50
201
2.377
2004-05
640
1.139
275
52
201
2.307
⌧ Fig. 3. Andamento dei cacciatori in Val di Cornia dal 1998 al 2004.
Rapporto sullo stato dell’ambiente
134
Per completezza, nella Tab. 11 sono riportate le zone di divieto di caccia (ettari), suddivisi per Comune. In totale nella Val di Cornia si hanno 7.915 ettari di territorio soggetto a divieto di caccia, 22% di quello provinciale, in cui si hanno n. 3 Zone di Ripopolamento e
Cattura per un totale di 2.221 ettari.
Sono inoltre presenti due aziende Faunistio-Venatorie, una nel Comune di Sassetta di 480 ettari e l’altra nel Comune di San Vincenzo di 570 ettari.
Tab. 11. Zone in divieto di Caccia (fonte: calendario venatorio Provincia di Livorno 2003/2004).
Comune
Piombino
San Vincenzo
Campiglia M.ma
Piombino
Piombino
Piombino
Suvereto
Piombino
Piombino
Suvereto
Suvereto
San Vincenzo
Sassetta
Piombino
TOTALE VAL DI CORNIA
TOTALE PROVINCIA
Località
Populonia
San Silvetro
San Silvestro
Baratti
Sterpaia-Perelli
Bronzivalle_1
Montoni
Montoni
Orti Bottegone
Montepitti
Monte Peloso
Val di Gori
Pian delle Vigne
Fiorentina
Tipo
CENTRO PROD. SELV.
A.N.P.I.L.
A.N.P.I.L.
A.N.P.I.L.
A.N.P.I.L.
PARCO PROV.LE
PARCO PROV.LE
PARCO PROV.LE
RIS. NAT. PROV.
ZRC
ZRC
ZRC
ZRV
ZRV
Ettari
90
136
270
89
180
551
2.893
936
91
1.010
798
413
400
58
7.915
36.211
7.5 Determinanti
In questa sezione vengono descritte le principali attività antropiche che producono pressioni sull’ambiente e che si riassumono negli aspetti:
● Agricoltura
● Attività agro-forestale
● Attività infrastrutturali
7.5.1 Agricoltura
Territorio
SAU
aziende
Val di Cornia
2.464
Provincia di Livorno 6.052
SAT
superficie
15.984,92
37.350,91
aziende
2.464
6.052
SAU/SAT
superficie
23.090,36
66.225,54
0,69
0,56
ha di
SAU/ azienda
6,49
6,17
Della Tab. 12 è interessante analizzare il dato relativo al rapporto Superficie Agricola Totale/Superficie Agricola (SAU/SAT) che permette di fornire un’indicazione della quota di territorio effettivamente destinata ad attività agricole produttive rispetto alla superficie totale territoriale. Ne emerge che in Val di Cornia poco meno del 70% della superficie disponibile viene sfruttata per l’agricoltura.
7.5.2 Attività agro-forestale
Nella ⌧ Fig. 5 è indicata la percentuale delle aziende agricole della Val di Cornia in dell’utilizzazione dei terreni a legnose agrarie. Come indicato, nell’ambito delle coltivazioni legnose, risulta che circa il 53,1% delle aziende della Val di Cornia è destinata alla coltivazione dell’olivo;
seguono quelle coltivate a vite (26,8%) e a fruttifero (19,6%).
135
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Tab. 12. Aziende agricole e superfici (ha) nella Val di Cornia e nella Provincia di Livorno
(fonte: elaborazioni su dati ISTAT, V Censimento Generale dell’Agricoltura, 2000).
Natura e paesaggio
La progressiva modificazione dell’uso del suolo derivante da nuovi modelli colturali, soprattutto
nelle aree pianeggianti e collinari, influisce in modo diretto sulla conservazione di parte della
biodiversità e sul funzionamento degli ecosistemi.
⌧ Fig. 5. SAU della Val di Cornia secondo l’utilizzazione dei terreni a legnose agrarie
(fonte: 5° Censimento Generale dell’Agricoltura, 2000).
Tab. 13. Superficie, in base alle diverse coltivazioni legnose, delle aziende agro-forestali (ha) nella Val di Cornia
(fonte: elaborazione su dati V Censimento Generale Agricoltura, 2000).
Comuni
Campiglia M.ma
Piombino
San Vincenzo
Sassetta
Suvereto
TOTALE CIRCONDARIO
Coltivazioni legnose
agrarie (ha)
714,75
667,40
303,61
68,86
1.068,55
2823,17
Boschi
(ha)
444,49
1.920,96
270,09
1.231,35
1.162,08
5.028,97
Natura e paesaggio
⌧ Fig. 6. Elaborazione grafica dei dati della Tab. 13.
Rapporto sullo stato dell’ambiente
136
⌧ Fig. 7. Elaborazione su dati V Censimento Generale Agricoltura, 2000.
Arboricoltura da legno
(ha)
0,90
2,63
1,00
0,00
14,60
19,13
7.5.3 Attività infrastrutturale
Come è stato descritto in maniera più dettagliata nel capitolo “Suolo e sottosuolo”, in Val di
Cornia si sta assistendo ad un costante aumento dei lotti edificati, a seguito di un’attività urbanizzativa piuttosto sviluppata.
Nel quinquennio 1995-1999 sono infatti stati realizzati nuovi lotti per quasi 1.600.000 m2.
7.6 Risposte
Vengono di seguito presentate tutte le attività intraprese in risposta alle problematiche ambientali
presenti nel territorio in esame. Tali attività sono descritte mediante i seguenti aspetti:
● Protezione della natura
● Attività di pianificazione e vincoli
● Prevenzione/presidio
● Risanamento
● Sensibilizzazione ed educazione ambientale
Tab. 14. Indicazione delle aree protette enti gestori, Comuni di pertinenza e superficie occupata
(fonte: Rapporto sullo stato dell’ambiente della Provincia di Livorno, dicembre 2003).
Tipologia
Nome
Area Protetta
Parco
Montioni
interprovinciale
ANPIL
ANPIL
Montioni
San Silvestro
ANPIL
Baratti
Populonia
Sterpaia
ANPIL
Riserva Naturale Palude di
provinciale
Orti Bottegone
ANP di competenza Provinciale
Ente Gestore
Comuni
Autorità del Parco (in fase di costituz.): Prov. Livorno: Piombino,
Prov. di Livorno, Circ. Val di Cornia.
Suvereto, Campiglia M.ma
Prov. Grosseto, Comuni interessati
Prov. Grosseto, Follonica,
Massa M.ma
Comune di Suvereto
Parchi VaI di Cornia SpA
Comune di Campiglia M.ma
Parchi Val di Cornia SpA,
Comune di Piombino.
Parchi Val di Cornia SpA,
Comune di Piombino.
WWF
Superficie
Suvereto
Campiglia M.ma
4.351 ha
in prov. di
Livorno;
2.048 ha
in prov. di
Grosseto.
151 ha
699 ha
Piombino
1.265 ha
Piombino
248 ha
Piombino
92 ha
137
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Le ANPIL
La LR 49/1995, in attuazione della legge quadro n. 394 sulle aree protette, prevede la istituzione
di parchi regionali e provinciali, di riserve naturali e di aree naturali protette di interesse locale, come parte integrante della LR 5/1995 sulla pianificazione del territorio.Le aree naturali protette di interesse locale sono ambiti territoriali che “necessitano di azioni di conservazione, restauro o ricostituzione delle originarie caratteristiche ambientali e che possono essere oggetto
di progetti di sviluppo ecocompatibile” (LR 49/95, art.2, comma 4). Le proposte, una volta approvate dalla Giunta Regionale e inserite nel Piano triennale delle aree protette, sono trasferite alla competenza dei Comuni, singoli od associati, o delle Comunità Montane che provvedono a istituire l’area protetta determinandone i confini e stabilendo le modalità di gestione
e di finanziamento (art.19). Ne consegue la necessità di un piano che assicuri adeguata tutela all’area interessata e che risulti in sintonia con le norme generali di tutela delle aree protette
e con quelle del PTCP che riguardano il territorio aperto in generale.
Natura e paesaggio
7.6.1 Protezione della natura
In riferimento alla protezione della natura nella Val di Cornia, le specie che rappresentano elementi
di attenzione per il Repertorio Naturalistico Toscano sono 94, di cui 83 animali e 11 vegetali.
Per quanto riguarda la presenza nella Val di Cornia di aree con particolari valori paesistici, naturalistici e panoramici, e/o con situazioni demografiche e storiche favorevoli, si segnalano:
● una riserva naturale Provinciale;
● un parco interprovinciale;
● 4 aree naturali protette d’interesse locale, ANPIL e due in fase di istituzione.
Non sono presenti, invece, parchi ai sensi della L. 394/91.
Natura e paesaggio
⌧ Fig. 8. Mappa delle aree protette della Val di Cornia.
Rapporto sullo stato dell’ambiente
138
Di seguito si riportano le schede illustrative delle aree naturali protette indicate nelle tavole precedenti.
Il Parco Interprovinciale Montioni è il parco più esteso del Sistema dei Parchi della Val di Cornia.
Comprende il sistema collinare che dal Comune di Piombino si spinge verso l'interno. Dalla dismissione
delle pratiche forestali e agricole è derivata un'evoluzione della vegetazione, con progressiva diffusione di prati annui e garighe. Anche queste zone sono di particolare interesse naturalistico.
Il Parco è caratterizzato da un ambiente prevalentemente boscato, costituito da una ricca vegetazione autoctona: associazioni di caducifoglie con prevalenza del Cerro, miste a specie sclerofille sempreverdi con prevalenza del Leccio. La copertura foresta le è costituita anche da rimboschimenti di conifere.
La fauna è rappresentata da varie specie selvatiche tipiche della Maremma, quali, tra gli ungulati,
il capriolo e il cinghiale. La presenza di specie rare di uccelli è legata ai limitatissimi ambienti aperti.
Il parco è attualmente gestito dalle Province di Livorno e Grosseto e dal Circondario Val di Cornia e rappresenta il primo caso toscano di gestione interprovinciale di un’area protetta a livello
regionale. È in corso di perfezionamento il processo di formazione dell’Ente Parco. Alcuni dei
servizi offerti, quali ad esempio la ricettività, oppure il servizio di visite guidate, sono affidati
alla Parchi Val di Cornia SpA.
L'ANPIL San Silvestro costituisce il nucleo storico più importante del distretto minerario di
Campiglia Marittima. Nata per tutelare e valorizzare il versante sud occidentale del Monte
Calvi, l'area protetta presenta una grande varietà di specie floristiche e faunistiche, conseguente
anche all'abbandono degli usi minerari e forestali da parte dell'uomo. Il Parco tutela le testimonianze
materiali dell'attività estrattiva dei minerali di piombo, rame e argento, iniziata già dal VII sec
a.C. e protrattasi fino ai nostri giorni.
L'ANPIL Baratti Populonia comprende la parte settentrionale del promontorio di Piombino,
rilievo litoraneo su rocce di arenaria, che si presenta sul mare con alte falesie a strapiombo di
interesse paesistico e scientifico, e la fascia costiera del golfo di Baratti, comprendente l'antica città etrusca di Populonia. Nell'Area protetta le ricchezze archeologiche si fondono con le
grandi valenze ambientali e paesaggistiche. La porzione di promontorio di Piombino compresa nell'ANPIL è caratterizzata da ambienti .rupicoli costieri, aree a macchia mediterranea con la presenza significativa della profumata dafne (Daphne Sericea) - e formazioni forestali a
castagno, carpino nero e olmo.
L'area è di grande importanza per la presenza di specie ornitiche migratorie (tra le più interessanti.
il Falco pellegrino e il Gabbiano Corso, il Rondone pallido, il Calandro, la Monachella) e per numerose emergenze naturalistiche. La Palma nana sulle rocce del promontorio rappresenta la
stazione relitta peninsulare più settentrionale.
L'ANPIL di Sterpaia si sviluppa sul golfo di Follonica, sul litorale orientale di Piombino. Insieme
con le palude di Orti Bottagone essa definisce un sistema di aree palustri che rappresenta una sequenza di ambienti ormai quasi del tutto scomparsa e composta da dune, paludi retrodunali e bosco mesoigrofilo.
La fascia dunale di questo tratto di costa ospita numerose specie erbacee interessanti, tra le
quali il giglio di mare (Pancaratium maritimum), l'Ammophila arenaria, l'Anthemis maritima, l'Euphorbia paralias. Alle sue spalle, il bosco, di elevata maturità, rappresenta un lembo relitto della foresta umida maremmana, dove si trovano una settantina di esemplari arborei ultracentenari (Frassini, Cerri e ibridi tra Farnie e Roverelle). Le aree palustri salmastre ospitano specie di pesci proprie delle acque dolci e specie prettamente marine. L'area inoltre è un sito di svernamento di
sosta e di nidificazione per numerose specie di uccelli.
Sono gestiti direttamente dai Comuni i Parchi di Poggio Neri e il Parco di Rimigliano. Entrambi hanno conservato lo status originario di parchi comunali e non fanno pertanto parte del sistema delle aree naturali protette della Provincia di Livorno.
Nella Tab. 15 si riportano i finanziamenti regionali relativi a progetti specifici inerenti la valorizzazione
delle aree protette presentati dal Circondario della Val di Cornia per gli anni 2002 e 2003.
Tab. 15. Finanziamento regionali per la valorizzazione delle aree protette.
Ente
Parco di Montioni2
R.N. Orti bottagone3
ANPIL Sterpaia
ANPIL Baratti
ANPIL San Silvestro
ANPIL Montioni
2
3
2002
2003
101.000 €
15.000 €
103.290 €
—
—
200.352 €
—
—
—
—
—
—
Con la Legge regionale 56/2000 "Norme per la conservazione e la tutela degli habitat naturali e seminaturali della flora e della fauna selvatiche", la Regione riconosce e tutela le biodiversità, in applicazione del DPR 357/97, e dalle Direttive 92/43 CEE e 79/409 CEE, rispettivamente per la conservazione degli habitat naturali e seminaturali e per la conservazione degli uccelli selvatici.
Il Parco Interprovinciale di Montioni è in attesa di approvazione del Piano e del Regolamento.
La Riserva naturale Protetta Orti-Bottagone è in attesa di approvazione del Piano e del Regolamento.
139
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Riserva Naturale Provinciale Palude Orti Bottagone
La Riserva naturale è in gestione diretta del WWF, in virtù di accordi di natura privatistica stipulati tra i comproprietari dell'area (WWF, ENEL, Lucchini). Gli obiettivi prioritari sono la conservazione di specie animali e vegetali e la tutela di habitat di interesse comunitario, oltre
che il miglioramento del livello della gestione dei biotopi presenti.
Natura e paesaggio
La gestione del sistema delle ANPIL della Val di Cornia è da considerarsi in fase di evoluzione,
anche se vede la presenza forte della Parchi Val di Cornia S.p.a., società a prevalente capitale
pubblico, fondata nel 1993 dai cinque Comuni del Circondario della Val di Cornia per l'attuazione e la gestione del sistema dei Parchi; gestisce attualmente, sulla base di specifiche convenzioni, l’ANPIL della Sterpaia in Comune di Piombino, parte dell’ANPIL Baratti-Populonia, parte del ANPIL S.Silvestro. Con la creazione della Parchi della Val di Cornia SpA si sono poste le
condizioni per una gestione coordinata.
L’obiettivo della gestione è perseguito attraverso un insieme di investimenti mirati a rendere
visitabili i siti di interesse archeologico, storico e naturalistico delle ANPIL di San Silvestro e Baratti Populonia e a valorizzare la fascia costiera e l’area boscata di Sterpaia, nell'ottica di un modello di sviluppo sostenibile del turismo balneare.
Natura e paesaggio
Vengono classificati gli ambienti da tutelare in SIC, ZPS, SIN e SIR, molti dei quali sono compresi nei perimetri delle Aree Naturali Protette provinciali. Con questa legge si definiscono gli
ambienti da conservare e la rete ecologica europea Natura 2000 attraverso:
● la definizione di un elenco di specie e di habitat d'interesse regionale, più ampio di quello
d'interesse comunitario (costituito da SIC e ZPS), per i quali è possibile individuare Siti di Importanza Regionale;
● l'applicazione immediata in tutti i SIR di quanto richiesto della direttiva CEE e del DPR. per
i siti della rete Natura 2000: salvaguardie, valutazione d'incidenza, misure di conservazione, monitoraggio;
● l'ampliamento ai Geotopi di Importanza Regionale dell'insieme di aree e beni naturali destinati
alla conservazione in situ;
● il completamento degli interventi di conservazione con l'individuazione dei Centri per la conservazione e la riproduzione ex situ delle specie faunistiche e floristiche d'interesse conservazionistico;
● l'affidamento alle province delle competenze per l'attuazione della legge, oltre che agli enti gestori di aree protette.
Rapporto sullo stato dell’ambiente
140
Nel territorio della Val di Cornia sono stati individuati i seguenti Siti d’Importanza Regionale:
SIR 54 - Monte Calvi di Campiglia,
● Estensione: 953,1 ha
● Il Sito è in parte compreso nell'ANPIL "San Silvestro".
● Tipologia ambientale e emergenze naturalistiche:
• macchia bassa e alta, boschi di sclerofille e latifoglie, garighe, affioramenti rocciosi. Prati secondari, aree estrattive e miniere;
• emergenze naturalistiche costituite dalle praterie dei pascoli abbandonati e dai consorzi a
Jonopsidium savianum del Morite Calvi di Campiglia Marittima, nonché dalla presenza della Bivonea di Savi (Jonopsidium savianum), rara specie presente in Toscana in alcune stazioni delle colline subcostiere livornesi e in una stazione alle pendici del M. Amiata.
SIR 55 - Promontorio di Piombino e Massoncello
● Estensione: 756,6 ha
● Il SIR è classificato anche SIC ed in parte è compreso nell'ANPIL "Baratti-Populonia"
● Tipologia ambientale e emergenze naturalistiche:
• versanti costieri con macchia alta e bassa, boschi di sclerofille. Coste rocciose; boschi di latifoglie, garighe, aree agricole. Area di grande importanza per uccelli migratori;
• le principali emergenze sono la. stazione relitta peninsulare più settentrionale di Chamaerops humilis, le specie ornitiche nidificanti e svernanti legate alle coste rocciose, la boscaglia
costiera di. ginepri .e gli stagni temporanei mediterranei con pratelli anfibi a dominanza di piccoli giunchi e micropteridofite (Isoeto-Nanojuncetea).
SIR 56 - Palude Orti - Bottagone, Prov. LI, Comune Piombino
● Estensione: 106,9 ha.
● Sito in gran parte compreso nella Riserva Provinciale "Palude Orti Bottagone" e nell'oasi WWF
delle Palude Orti Bottagone; è classificato anche come SIC all'interno della rete natura 2000.
● Tipologia ambientale e emergenze naturalistiche:
• specchi d'acqua costieri, area umida salmastra con salicornieto, area umida dulcacquicola
con canneto. Aree agricole e incolti;
• le principali emergenze sono rappresentate dagli ambienti delle lagune, dalle formazioni di
suffrutici succulenti alofili mediterranei e da uno dei canneti retrodunali più estesi della costa
toscana. Elevato valore naturalistico complessivo dell'area umida, per la presenza di specie rare o di interesse fitogeografico, e per l'estrema rarità di tali habitat.
• SIC: Sito di Importanza Comunitaria – Direttiva 92/43 CEE
• SIN: Sito di Importanza Nazionale
• ZPS: Zona Protezione Uccelli – Direttiva 79/409 CEE
• SIR: I Siti di Importanza Regionale sono definiti dalla LR 56/2000 come “aree geograficamente
definite contribuisce in modo significativo a mantenere o ripristinare un tipo di habitat
naturale o di una specie di interesse regionale”. È considerato SIR ogni sito che nell’attuazione
della Direttiva 43/92 CEE viene classificato come SIC o come ZSC (Zona Speciale di Conservazione)
141
Rapporto sullo stato dell’ambiente
7.6.2 Attività di pianificazione e vincoli
Nel 1995 la Regione Toscana si è dotata di una legge (L.R. n.5) avente, tra i principali obiettivi, quello di gestire in modo efficace i gravi problemi ambientali delle realtà urbane e rurali, e
quello di governare il territorio in un’ottica di sostenibilità di lungo periodo.
La legge 5/95 prevede, dunque, che ciascun livello istituzionale operante sul territorio regionale (Regione, Province, Comuni) si doti di strumenti di pianificazione in grado di perseguire uno sviluppo sostenibile del territorio.
In particolare, i Comuni sono chiamati a giocare un ruolo molto importante nella gestione delle aree e dei beni di rilevanza ambientale. In tal senso, la legge 5/95 prevede che i Comuni redigano il Piano regolatore generale secondo un approccio molto attento, da un lato, alle linee
strategiche previste a livello regionale e provinciale, dall’altro, alla conoscenza preventiva ed
approfondita dei sistemi e subsistemi ambientali locali, all’individuazione delle invarianti strutturali del territorio. Uno strumento innovativo previsto nell’ambito del Prg è il Piano Strutturale, che è, allo stesso tempo, un documento d’indirizzo, raccordo, vincolo e conoscenza, avente per obiettivo un governo di lungo periodo del territorio.
La Tab. 16 mostra la situazione dei Comuni della Val di Cornia nella predisposizione di un proprio
Piano Strutturale ai sensi della L.R. 5/95. Sebbene i Comuni di Sassetta e San Vincenzo abbiano già
ottemperato alla Legge Regionale, è opportuno evidenziare che tutti e 5 i Comuni della Val di Cornia, riuniti nel Circondario, hanno dato avvio ad un Piano Strutturale unico, come base del Piano
Regolatore Generale della Val di Cornia, con l’obiettivo centrale del benessere sociale, ambientale
ed economico, adottando il metodo della governance cooperativa. La nuova programmazione urbanistica della Val di Cornia dovrà essere orientata verso la promozione dello sviluppo locale sostenibile,
per sua natura composito, secondo le linee strategiche del programma di governo della Val di Cornia, del Piano Locale di Sviluppo e dell’Agenda 21 locale, in armonia con la programmazione provinciale e regionale e con le linee fondamentali dei programmi europei di sviluppo, fondato sulla centralità delle risorse territoriali. Tra le risorse essenziali del territorio rientrano le città e i sistemi degli insediamenti, il paesaggio, i documenti materiali della cultura e i sistemi infrastrutturali. Ai fini della uniformità complessiva della pianificazione territoriale i due comuni che hanno anticipato la redazione del PS si impegnano a promuovere un confronto complessivo con gli altri comuni con particolare riferimento al regime di tutela delle risorse ambientale e naturalistiche.
Natura e paesaggio
⌧ Fig. 9. Carta dei SIR della Val di Cornia.
Tab. 15. Comuni della Val di Cornia dotati di Piano Strutturale (fonte: dati comunali).
Comune
Piombino
Campiglia M.ma
San Vincenzo
Suvereto
Sassetta
Piano Strutturale
adottato
in fase di avvio del procedimento
X
X
approvato
X
X
X
Per quanto riguarda la tutela del paesaggio, il vincolo paesaggistico è lo strumento, sovraordinato al Prg. La Tab. 18 mostra quanta parte del territorio della Val di Cornia è soggetto a vincolo paesaggistico.
Tab. 18. Territorio soggetto a vincolo paesaggistico ai sensi del D. lgs. 490/99 (fonte: dati comunali, 2002).
Territorio soggetto a vincolo paesaggistico (Km2)
Comuni
Piombino
Campiglia M.ma
San Vincenzo
Val di Cornia
% territorio vincolato/
territorio comunale
39,1 %
25,1 %
20,0 %
21,0 %
50,9
20,9
6,6
78,4
Tab. 19. Territori soggetti a vincoli paesaggistici ai sensi del ex-1497/39 e ex-431/85 (fonte: dati comunali, 2002).
Natura e paesaggio
Comuni
Rapporto sullo stato dell’ambiente
142
Piombino
Campiglia M.ma
San Vincenzo
Suvereto
Sassetta
Val di Cornia
Vinc. Paes.
ex-1497/39
%
(Km2)
20,9
16,0
5,3
16,0
26,2
7,1
Vinc. Paes.
ex-431/85
boschi
(Km2)
32,5
19,4
9,0
50,2
23,2
134,3
%
25,0
23,3
27,2
54,5
87,5
36,6
Vinc. Paes.
ex-431/85
acqua
(Km2)
11,2
%
8,6
Vinc. Paes.
ex-431/85
costa
(Km2)
20,9
%
Vinc. Paes. %
ex-431/85
archeologico
(Km2)
16,0
5,8
4,4
5,3
16,0
2,2
6,6
16,5
4,5
23,1
6,2
5,8
1,5
7.6.3 Prevenzione/presidio
L’attività agricola recita un ruolo essenziale per la gestione di gran parte del territorio aperto
con la peculiarità che tra processi produttivi primari e assetto territoriale si hanno relazioni molto più intense di qualunque altra attività economica. Le attività del settore primario sono indispensabili per la gestione del territorio e, con il turismo, rappresentano le attività economiche fondamentali per uno sviluppo sostenibile dello spazio rurale del territorio aperto. Lo sviluppo di tali attività deve avvenire in equilibrio tra una sostenibilità di tipo economico, secondo
le regole di mercato, ed una di tipo ambientale. L’agricoltura è sempre più orientata ad un ruolo polifunzionale, affiancando alle tradizionali funzioni produttive quelle di prestazione di servizi paesaggistici, di difesa idrogeologica, nell’ottica del principio di prevenzione.
In tal senso, l’agricoltura biologica può rappresentare un modello di sviluppo rurale sostenibile e, pertanto, costituisce uno strumento privilegiato per attuare le politiche di sviluppo rurale implementate dall’Unione Europea. In tal senso, conoscere l’incidenza dell’agricoltura
biologica sulla superficie agricola utilizzata, può dare un’utile indicazione del livello di presidio messo in atto per il perseguimento di uno sviluppo rurale sostenibile.
Tab. 20. Estensione dell’agricoltura biologica, ettari (fonte: elaborazioni su dati Censimento generale agricoltura, anno 2000).
Comuni
Campiglia M.ma
Piombino
San Vincenzo
Sassetta
Suvereto
VAL DI CORNIA
SAU Bio
16,84
23,18
19,12
40,29
50,11
149,54
SAU totale
4.953,57
5.552,48
1.205,40
753,62
3.519,85
15.984,92
% SAU Bio/SAU
0,3
0,4
1,6
5,3
1,4
0,9
Dalla lettura dei dati nell’ultima colonna della precedente tabella emerge che l’agricoltura
biologica è un’attività poco sviluppata che nel complesso interessa meno del 1% dell’intera superficie agricola utilizzabile.
● Iniziativa “Il meglio podere”
Per promuovere la difesa del suolo e il bel paesaggio il Comune di Suvereto ha lanciato un premio destinato agli agricoltori che tengono bene la campagna, adottando pratiche tradizionali o compatibili con l’ambiente. Il concorso, realizzato ogni anno, si chiama "Il meglio podere"
ed il suo scopo è quello di valorizzare ed incoraggiare il lavoro di chi mantiene curato il territorio, tutelando il paesaggio rurale e il patrimonio ambientale, contribuendo alla difesa del suolo e all’obiettivo generale dello sviluppo sostenibile.
7.6.4 Risanamento
Per quanto riguarda le attività di risanamento nella Val di Cornia è stata valutata la consistenza di progetti di risanamento paesistico e di restauro di beni architettonici.
Dal 1995 al 2003 sono stati erogati per Comune i finanziamenti elencati nella Tab. 21.
Tab. 21. Finanziamenti erogati tra il 1995 e il 2003.
Importo
3.356.969 €
3.873.426 €
1.704.307 €
1.446.079 €
772.619 €
Co-finanziatori
Regione, Stato, Ue
Regione, Stato, Ue
Patto Territoriale
Patto Territoriale
Patto Territoriale
7.6.5 Sensibilizzazione ed educazione ambientale
Suvereto, insieme ad altri 17 Comuni toscani, ha ottenuto un importante riconoscimento: il conferimento della Bandiera Arancione da parte del Touring Club Italiano, un marchio di qualità turistico-ambientale destinato alle località dell'entroterra, promosso dal TCI insieme alle Regioni, simile a quello delle Bandiere Blu per le località costiere.
In Val di Cornia sono presenti due strutture adibite a centri di educazione ambientale. Il Centro di biologia marina con sede a Piombino e il Centro di didattica ambientale presso il parco
Interprovinciale di Montioni.
Il progetto Bandiere Arancioni, coordinato dal Centro Studi del Touring Club Italiano, è stato
avviato nel 1999 con l'applicazione del modello di analisi territoriale dell'entroterra del Tci al
territorio ligure insieme alla Regione Liguria.
Da un lato questo progetto rientra in quelle strategie di sviluppo turistico, che si basano sulla qualità
del prodotto, delle imprese e del territorio attraverso le azioni coordinate dall'amministrazione locale.
Dall'altro lato si inserisce nel quadro di una politica di sviluppo sostenibile per la comunità e per
l'ambiente ospitante, che abbia come premessa e come esito atteso la difesa e la valorizzazione
delle risorse esistenti, siano esse paesaggistiche, culturali o legate a tradizioni e costumi locali.
Gli obiettivi
Il marchio consente alle località minori di proporre un'offerta aggiuntiva a quella dei sistemi turistici più sviluppati, contribuendo alla creazione di un prodotto integrato, alla differenziazione nel mercato e alla ridistribuzione dei flussi turistici
Il progetto intende stimolare una crescita sociale ed economica attraverso lo sviluppo del turismo. In particolare, gli obiettivi sono:
● valorizzazione delle risorse locali
● sviluppo della cultura dell'accoglienza
● stimolo dell'artigianato e delle produzioni tipiche
● impulso all'imprenditorialità locale
● rafforzamento dell'identità locale
l destinatario finale del marchio è il turista. La “Bandiere Arancioni” contribuisce ad indirizzare le scelte dei viaggiatori e garantisce la qualità dell'esperienza di visita.
“Bandiere Arancioni” è stato l'unico progetto italiano inserito dall'Organizzazione Mondiale del
Turismo (World Tourism Organization) fra i 50 programmi realizzati con successo in tutto il mondo per uno sviluppo sostenibile del turismo.
Natura e paesaggio
Comune
Piombino
Piombino
Piombino
Campiglia M.ma
Campiglia M.ma
143
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Oggetto di risanamento
Parco archeologico di Baratti
Castello
Palazzo di Cittadella
Palazzo Gowett
Villa Lanzi
Natura e paesaggio
BOX APPROFONDIMENTO 1
Uccelli della Riserva Naturale WWF Palude Orti-Bottagone
Fenologia: S: Sedentaria, B: Nidificante, W: Svernante; Migr: Migratrice; Reg: Regolare; Irr.:
Irregolare; Acc. Accidentale Est: Estivante
Rapporto sullo stato dell’ambiente
144
1 Tuffetto
B. Reg., W.Reg., Migr.Reg
2 Svasso collorosso
W. Irr.
3 Svasso maggiore
W. Irr.
4 Svasso cornuto
W. Irr.
5 Svasso piccolo
W. Reg.
6 Pellicano
W. Irr., Acc.
7 Cormorano
W. Reg.
8 Airone cenerino
W. Reg., Migr. Reg., Est.
9 Airone rosso
B. Reg., Migr. Reg.
10 Airone bianco maggiore
W. Reg., Migr. Reg., Est.
11 Garzetta
W. Reg., Migr. Reg., Est.
12 Sgarza ciuffetto
B. Irr., Mig. Reg.
13 Airone guardabuoi
W. Reg., Migr. Reg., Est.
14 Nitticora
Migr. Reg.
15 Tarabusino
B. Reg., Migr. Reg
16 Tarabuso
B. Reg., W. Reg., Migr.Reg
17 Cicogna nera
Migr. Reg.
18 Cicogna bianca
Migr. Reg.
19 Spatola
W. Irr. Migr. Reg.
20 Mignattaio
W. Irr.,Migr. Reg.
21 Spatola
W. Irr. Migr. Reg.
22 Fenicottero
W. Reg., Migr. Reg., Est.
23 Fenicottero minore
W. Acc
24 Cigno reale
Migr.irr.
25 Oca granaiola
W. Irr
26 Oca lombardella
W. Irr.
27 Oca selvatica
W Reg., Mig.Reg.
28 Volpoca
W. Reg., Migr.Reg.
29 Fischione
W. Reg., Migr.Reg.
30 Canapiglia
W. Reg., Migr.Reg.
31 Alzavola
W. Reg., B irr., Migr.Reg.
32 Germano reale
W. Reg., B reg., Migr
33 Codone
W. Reg., Migr.Reg.
34 Marzaiola
Migr.Reg.
35 Mestolone
W. Reg., B Irr., Migr. Reg.
36 Fistione turco
W. Irr., Migr.Irr.
37 Moriglione
W. Reg., Migr. Reg.
38 Moretta tabaccata
Migr. Reg
39 Moretta
W. Reg., Migr. Reg., Est :Irr..
40 Smergo minore
W. Irr.
41 Falco pescatore
Migr. Reg.
42 Falco pecchiaiolo
Migr. Reg.
43 Nibbio reale
Migr. Reg.
44 Nibbio bruno
Migr. Reg.
45 Biancone
Migr. Reg., Est
46 Falco di palude
W. Reg., B Reg., Migr.Reg. Est.
47 Albanella reale
W. Reg., Migr. Reg.
48 Albanella minore
Migr. Reg.
49 Albanella pallida
Migr. Irr.
50 Poiana
W. Reg., Mig. Reg.
51 Aquila minore
Migr. Irr.
52 Grillaio
Migr. Reg.
53 Gheppio
W. Reg., B Reg., Migr.Reg.
54 Falco cuculo
Migr. Reg.
55 Smeriglio
W. Reg., Migr. Reg.
56 Lodolaio
Migr. Reg.
57 Lanario
Migr. Irr.
58 Falco pellegrino
W. Reg., Migr. Reg.
59 Quaglia
Migr. Reg.
60 Fagiano
S
61 Gru
W. Reg., Migr. Reg.
62 Porciglione
W. Reg., B. Reg. Migr. Reg.
63 Re di quaglie
W. Irr., Migr. Irr.
64 Schiribilla
Migr. Reg.
65 Voltolino
Migr. Reg.
66 Gallinella d'acqua
W. Reg., B. Reg. Migr. Reg.
67 Folaga
W. Reg., B. Reg. Migr. Reg.
68 Beccaccia di mare
Migr. Reg., W. Irr.
69 Cavaliere d'Italia
B Reg., Migr. Reg.
70 Avocetta
B Irr., W Irr. Migr. Reg.
71 Occhione
Migr. Irr.
72 Pernice di mare
Migr. Reg.
73 Pavoncella
W. Reg., Migr. Reg.
74 Piviere dorato
W. Reg., Migr. Reg.
75 Pivieressa
Migr. Reg., W Irr.
76 Corriere grosso
Migr. Reg.
77 Corriere piccolo
Migr. Reg. B irr.
78 Fratino
Migr. Reg.
79 Corriere di Leschenault/Corriere
Mong. Migr. Irr. (Omol. Cat. COI 1B)
Migr. Acc.
80 Beccaccia
W. Irr.
81 Frullino
W. Reg., Migr. Irr.
82 Croccolone
Migr. Irr.
83 Beccaccino
W Reg., Migr. Reg.
144 Rondine rossiccia
Migr. Reg.
145 Balestruccio
B. Irr.,Migr. Reg.
146 Ballerina bianca
B. Irr., W., Migr. Reg.
147 Cutrettola
B. Reg., Migr. Reg.
148 Ballerina gialla
W. Irr., Migr. Reg.
149 Calandro
B Irr., Migr. Reg.
150 Prispolone
Migr. Reg.
151 Pispola
W. Reg., Migr. Reg.
152 Pispola golarossa
Migr. Reg.
153 Spioncello
W. Reg., Migr. Reg.
154 Regolo
W. Irr.
155 Fiorrancino
W. Irr.
156 Scricciolo
W. Reg., Migr. Reg.
157 Passera scopaiola
W. Reg., Migr. Reg.
158 Merlo dal collare
Migr. Irr.
159 Merlo
W. Reg., Migr. Reg.
160 Cesena
Migr. Irr.
162 Tordela
Migr. Irr.
163 Beccamoschino
B. Reg., S
164 Usignolo di fiume
B. Reg., S
165 Forapaglie macchiettato
Migr. Irr.
166 Salciaola
Migr. Irr.
167 Forapaglie castagnolo
B. Reg., Migr. Reg. W. Reg.
168 Forapaglie
Migr. Reg.
169 Cannaiola
B. Reg., Migr. Reg.
170 Cannareccione
B. Reg., Migr. Reg.
171 Canapino
B. Irr., Migr. Reg.
172 Canapino maggiore
Migr. Reg.
173 Luì grosso
Migr. Reg.
174 Luì piccolo
W. Reg., Migr. Reg.
Natura e paesaggio
114 Sterna comune
Migr. Irr.
115 Fraticello
Migr. Reg.
116 Mignattino piombato
Migr. Reg.
117 Mignattino alibianche
Migr. Reg.
118 Mignattino
Migr. Reg.
119 Colombaccio
W Irr, Migr. Irr.
120 Tortora
Migr. Reg.
121 Tortora dal collare
B Reg., S
122 Cuculo dal ciuffo
B Irr.,Migr. Reg.
123 Cuculo
B Irr.,Migr. Reg.
124 Barbagianni
B Reg., Migr. Irr., S
125 Assiolo
Migr. Irr.
126 Civetta
B Reg. S
127 Gufo comune
W. Irr. Migr. Reg.
128 Gufo di palude
Migr. Reg.
129 Succiacapre
Migr. Reg.
130 Rondone maggiore
Migr. Reg.
131 Rondone
Migr. Reg.
132 Rondone pallido
Migr. Reg.
133 Martin pescatore
B Irr., Est. Migr. Reg.
134 Gruccione
Migr. Reg.
135 Ghaindaia marina
Migr. Reg.
136 Upupa
B Irr., Migr. Reg.
137 Torcicollo
W. Irr., Migr. Reg.
138 Picchio verde
S. Irr.
139 Calandrella
B Irr., Migr. Reg.
140 Cappellaccia
B. Reg., S. Migr. Reg.
141 Allodola
B. Reg.,W. Reg. Migr. Reg.
142 Topino
Migr. Reg.
143 Rondine
B Irr., Migr. Reg.
145
Rapporto sullo stato dell’ambiente
84 Piro-piro pettorossicio
Migr. Acc.
85 Pittima reale
Migr. Reg., Est. Irr.
86 Pittima minore
Migr. Reg.
87 Chiurlo piccolo
W. Irr., Migr. Reg.
88 Chiurlo maggiore
W Reg., Migr. Reg.
89 Totano moro
W. Reg., Migr. Reg.
90 Pettegola
B Irr., W. Reg., Migr. Reg.
91 Albastrello
Migr. Reg.
92 Pantana
W. Reg., Migr. Reg.
93 Piro-piro culbianco
Migr. Reg.
94 Piro-piro boschereccio
Migr. Reg.
95 Piro-piro piccolo
Migr. Reg.
96 Voltapietre
W. Irr., Migr. Reg.
97 Piovanello maggiore
Migr. Irr.
98 Piovanello tridattilo
Migr. Irr.
99 Gambecchio
W. Irr. Migr. Regl, Est. Irr
100 Gambecchio nano
Migr. Reg.
101 Piro piro pettorale
Migr. Acc.
102 Piovanello
Migr. Reg.
103 Piovanello pancianera
W. Irr., Migr. Reg., Est. Irr.
104 Combattente
Migr. Reg.
105 Gavina
W. Irr
106 Zafferano
W. Irr.
107 Gabbiao reale
B Reg., W Reg.,
108 Gabbiano comune
W. Reg., Migr. Reg.
109 Gabbiano roseo
Migr. Irr.
110 Gabbiano corallino
W. Irr.
111 Gabbianello
Migr.Reg., Est Irr.
112 Sterna zampenere
Migr. Reg.
113 Sterna maggiore
Migr. Reg.
Natura e paesaggio
Rapporto sullo stato dell’ambiente
146
175 Luì verde
Migr. Reg.
176 Capinera
B. Reg., W. Reg., Migr. Reg.
177 Beccafico
Migr. Reg.
178 Sterpazzola
Migr. Reg.
179 Bigiarella
Migr. Irr.
180 Sterpazzolina
Migr. Reg.
181 Occhiocotto
B. Reg., W. Reg., Migr. Reg.
182 Sterpazzola di Sardegna
Migr. Irr.
183 Magnanina
Migr. Irr.
184 Pigliamosche
B. Irr., Migr. Reg.
185 Balia nera
Migr. Reg.
186 Balia dal collare
Migr. Reg.
187 Pettirosso
W. Reg. Migr. Reg.
188 Usignolo
B. Reg., Migr. Reg.
189 Pettazzurro
Migr. Reg.
190 Codirosso spazzacamino
W. Reg. Migr. Reg.
191 Codirosso
Migr. Reg.
192 Stiaccino
Migr. Reg.
193 Saltimpalo
B. Reg., Migr. Reg., S
194 Culbianco
Migr. Reg.
195 Basettino
B. Irr., Migr Irr.
196 Codibugnolo
W. Reg., Migr. Reg.
197 Cinciallegra
W. Irr., Migr. Irr
198 Cinciarella
W. Irr., Migr. Irr.
199 Pendolino
B. Reg., W, Migr. Reg.
200 Rigogolo
Migr. Reg.
201 Averla piccola
B. Irr., Migr. Reg.
202 Averla cenerina
B. Irr., Migr. Irr.
203 Averla capirossa
Migr. Reg.
204 Gazza
B. Reg., S..
205 Taccola
W.Reg., S
206 Cornacchia grigia
B. Reg. S
207 Corvo imperiale
W. Reg.
208 Storno roseo
W.Irr.
209 Storno
B. Irr., W. Reg., Migr. Reg.
210 Zigolo nero
W. Irr., Migr. Irr.
211 Migliarino di palude
W. Reg. Migr. Reg.
212 Strillozzo
B. Reg. S
213 Fringuello
W. Reg. Migr. Reg.
214 Peppola
W. Irr., Migr. Irr.
215 Verdone
W. Reg. Migr. Reg.
216 Lucarino
W.Irr.
217 Cardellino
B. Reg. W: Reg. Migr. Reg.
218 Fanello
W. Reg. Migr. Reg.
219 Verzellino
B. Reg. Migr. Reg.
220 Passera oltremontana
B.Reg. S
221 Passera mattugia
B. Reg. W. Reg., Migr. Reg.
Specie “escaped”
o esotiche segnalate:
1 Pellicano rossiccio
2 Tantalo indiano
3 Ibis sacro
4 Parroccheto ondulato
5 Lavoratore a becco rosso
Natura e paesaggio
147
Rapporto sullo stato dell’ambiente
BOX APPROFONDIMENTO 2
Risorse vegetazionali, floristiche e faunistiche in Val di Cornia
Lo stato delle conoscenze vegetazionali e floristiche per il territorio della Val di Cornia risultava, fino a qualche anno fa, assai scarso. Recentemente alla istituzione di un sistema di aree protette di diversa tipologia si è affiancata la realizzazione di studi naturalistici quale componente conoscitiva della fase di redazione degli strumenti di pianificazione delle aree protette.
Attualmente, nell’ambito della Val di Cornia, tra le aree maggiormente studiate, dal punto di vista
floristico e vegetazionale, risulta la Riserva Naturale Provinciale di Orti Bottagone, a gestione WWF
Italia. Per tale area protetta sono infatti disponibili le informazioni naturalistiche interne al piano
di gestione (NEMO e DREAM, 1999) ed una successiva pubblicazione dei dati vegetazionali e flortistici (Viciani e Lombardi, 2001). L’area umida denominata “Padule Orti-Bottagone” rappresenta una relitta palude, in parte salmastra ed in parte dulcacquicola, quale testimonianza di un caratteristico paesaggio della costa orientale di Piombino oggi in gran parte scomparso in seguito agli interventi di bonifica (Pellegrini, 1984). Vaste aree paludose salmastre o d’acqua dolce erano ancora presenti alla metà del 1800 come dimostrano gli elaborati cartografici del Catasto Leopoldino
(Comune di Piombino, 1994). Tali aree umide palustri salmastre rappresentano non solo un importante
e sempre più raro esempio di formazioni vegetali alofile, ma costituiscono anche un importante habitat per la fauna, rappresentando il sito di sosta e svernamento per numerose specie di uccelli.
Oltre all’area interna alla Riserva Naturale Provinciale “Palude Orti-Bottagone” la zona costiera tra
Piombino e Follonica presenta ancora oggi altre aree umide relittuali, perlopiù salmastre, quali l’area di Perelli (prossima alla Riserva) e le zone palustri retrodunali situate lungo la costa tra la foce
del Fiume Cornia e la Loc. Torre Mozza (in particolare tra La Scogliera ed il Campeggio Pappasole,
tra La Carbonifera e la foce del Fosso Corniaccia, tra Riva Verde e il secondo ponte dei Perelli). Nel
1940, nonostante la notevole riduzione delle aree umide, ai confini orientali di Sterpaia, presso il
Fosso Corniaccia, era ancora presente una vasta palude, in parte delimitata da un bosco planiziario.
Relativamente alla fascia costiera tra Piombino e Follonica, ed in particolare relativamente all’ANPIL Sterpaia, sono disponibili le informazioni vegetazionali (Lombardi, 1998) interne al
Piano particolareggiato della Costa orientale del Comune di Piombino.
Lo stato delle conoscenze faunistiche relative al territorio in oggetto risulta assai eterogeneo
a seconda delle zone geografiche e delle tipologie di habitat. Risulta comunque un medio
basso livello di conoscenza faunistiche complessive, concentrato in particolare su alcuni gruppi (ad esempio gli uccelli) ed in alcune aree geografiche (ad esempio nel contesto delle aree protette, con particolare riferimento a Orti Bottagone, Baratti-Populonia e Sterpaia).
Una preziosa ed ampia fonte di dati è disponibile nella banca dati del progetto RENATO “Repertorio Naturalistico Toscano”, realizzato dall’ARSIA - Regione Toscana, che prende in esame 423 specie di fauna di valore naturalistico, dagli invertebrati (Molluschi, Crostacei, Insetti) ai vertebrati (Ciclostomi e Pesci ossei, Anfibi, Rettili, Uccelli, Mammiferi). Tra le specie di maggiore interesse sono da segnalare alcuni rari coleotteri, quali ad esempio Lathrobium lotti e Lucanus tetraodon sul promontorio di Piombino, alcuni lepidotteri, quali Euchloe bellezina, segnalata per la prima volta in Toscana sul Monte Calvi di Campiglia (Sforzi e Bartolozzi, 2001)
e Coenonympha elbana, specie endemica del litorale e delle coste toscane.
Nell’ambito delle indagini naturalistiche interne al pre-piano del Parco di Montioni (Pizziolo et al.,
1999), le uniche due specie di invertebrati di interesse conservazionistico accertate nel comprensorio in oggetto furono il lepidottero Coenonympha elbana Staudinger, 1901, appartenente
alla famiglia Satyridae e il lucanide Lucanus cervus (Linnaeus, 1758). La prima è una farfalla endemica
della Toscana, limitata all'Elba, al Giglio a Giannutri e a poche stazioni del livornese e del grossetano (Casini, 1993; Terzani, 1995). Attualmente è scomparsa o è in diminuzione in tutto il suo areale per la perdita di habitat conseguente agli incendi, all'intenso pascolo del bestiame domestico
e selvatico, alla messa a coltura degli incolti e alla urbanizzazione. Per queste ragioni è stata inserita
nella Lista Rossa delle farfalle italiane come specie in pericolo di estinzione (Prola & Prola, 1990).
L. cervus è una specie ritenuta minacciata a livello continentale, in ragione del processo di rarefazione a cui sono andate incontro in questo secolo le popolazioni dell'Europa centrale; per tale
motivo la specie è inclusa nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE.
Per il gruppo dei Crostacei non sono disponibili informazioni per l’area della Val di Cornia, sia per
motivi ecologici che per la scarsità di studi. Anche relativamente al gruppo dei Pesci le informazioni sul territorio della Val di Cornia sono assai scarse. Le uniche informazioni sono quelle interne al piano di gestione della Riserva Orti Bottagone (Nemo e DREAM Italia, 1999) o derivanti dalle analisi naturalistiche (NEMO, 1998) interne al Piano particolareggiato della costa orientale (Comune di Piombino, 1998).
Relativamente alla Riserva di Orti Bottagone le indagini naturalistiche interne alla proposta di piano di gestione (Nemo e DREAM Italia, 1999) hanno portato alla individuazione di 13 specie di pe-
Natura e paesaggio
Rapporto sullo stato dell’ambiente
148
sci, quasi tutte entità comuni e, talora, abbondanti in Europa e/o in Italia. Analizzando nel suo complesso la fauna ittica della Riserva Naturale, si evidenziano due distinti gruppi di specie: un primo
gruppo, insediato nel Bottagone, costituito da entità tipichedi acque dolci, capaci di tollerare acque inquinate, calde e scarsamente ossigenate; un secondo gruppo, insediato nella zona dell’Orti,
costituito da entità eurialine, che formano popolazioni stabili in acque salmastre, o che vi compiono l’accrescimento, o che vi si spingono in cerca di cibo a marea montante. Al primo gruppo
appartengono la Carpa e la Tinca, al secondo l’Anguilla, il Nono, la Gambusia, il Latterino, la Spigola, l’Orata, lo Sparaglione, il Cefalo, le due specie di muggini e il Ghiozzo nero. La sola entità di
un certo rilievo faunistico presente è il Nono. Il Latterino, infatti, seppure compreso nella Red List UICN, è assai diffuso in Italia lungo le coste e nelle lagune dove è oggetto di un’intensa attività
di pesca per scopi commerciali. Il Nono è una specie di interesse comunitario, inclusa nell’Allegato
II della Direttiva 92/43/CEE e nella Lista Rossa UICN come specie non sufficientemente conosciuta.
Le aree umide dell’ANPIL Sterpaia comprendono la foce del Fiume Cornia e i canali di bonifica dell'ex area umida del Padule di Piombino. I pesci annoverano accanto ad entità francamente acquidulcicole
come il Cavedano (Leuciscus cephalus) e la Scardola (Scardinius erhytrophtalmus), altre eurialine
quali i muggini, i cefali (Mugil sp., Chelon sp. e Liza sp.) e la Spigola (Dicentrarcus labrax). Comuni sono l'Anguilla (Anguilla anguilla) e la Gambusia (Gambusia holbrooki), quest'ultima una specie
di origine nord-americana, introdotta agli inizi del 1900 per combattere la malaria.
Informazioni a piccola scala sono relativi alle indagini interne al piano di gestione della Riserva di Orti Bottagone, al pre piano del Parco di Montioni (Pizziolo et al., 1999) o derivanti dalle analisi naturalistiche interne al Piano particolareggiato della costa orientale di Piombino. Relativamente ai Rettili le aree con un maggiore numero di segnalazione risultano la costa orientale
di Piombino, il Monte Calvi e l’area di Montioni.
Secondo quanto evidenziato nelle analisi naturalistiche interne al pre-piano del Parco di Montioni (Pizziolo et al., 1999) allo stato attuale delle conoscenze la fauna erpetologica del Parco
di Montioni include 22 specie, 8 Anfibi e 14 Rettili. Esse rappresentano circa 2/3 di quelle
presenti in Toscana (Corti et al., 1991; Societas Herpetologica Italica, 1997).
Esaminando nel complesso il popolamento erpetologico dell’area, si evidenzia una buona
biodiversità faunistica, conseguente a una discreta eterogeneità ambientale e a un sufficiente stato di conservazione degli ecosistemi. Questo fatto spiega la sussistenza sia di elementi
mesofili, propri di aree boschive più fresche (p. es. l’Orbettino), sia di elementi tipici di ambienti
antropici o che, comunque, hanno tratto enorme vantaggio dalla presenza dell’uomo (p. es.
il Geco comune e il Geco verrucoso), sia, infine, di elementi termofili, che prediligono ambienti
aridi e soleggiati (p. es. il Rospo smeraldino, la Testuggine terrestre e il Cervone), con la netta
prevalenza di questi ultimi sugli altri due. Delle 22 specie ad oggi presenti, 8 (Tritone punteggiato, Rospo comune, Geco comune, Geco verrucoso, Orbettino, Luscengola, Biscia dal collare, Vipera) non risultano a rischio mentre 14 (Tritone crestato meridionale, Rospo smeraldino, Raganella italica, Rana dalmatina, Rana italica, Rana di Lessona, Testuggine d’acqua, Testuggine terrestre, Ramarro, Lucertola muraiola, Lucertola campestre, Biacco, Saettone, Cervone) sono incluse in Liste Rosse e in normative di tutela nazionali ed internazionali. Tra quest’ultime, le quattro specie di maggior interesse conservazionistico sono un anfibio, la Rana italica, e tre rettili, la Testuggine d’acqua, la Testuggine terrestre e il Cervone.
La Rana italica è una specie endemica italiana e, quindi, ad areale ristretto la quale, pur essendo uniformemente distribuita negli ambienti adatti e pur non risultando in immediato pericolo, è assai
specializzata nella scelta dell’habitat e particolarmente sensibile alla perdita di qualità delle acque.
La Testuggine d'acqua è ovunque in diminuzione per l'alterazione e la scomparsa delle zone umide,
per l'inquinamento dei corpi idrici causato, soprattutto, dai pesticidi usati in agricoltura ai quali risulta molto sensibile, per il prelievo a scopo di commercio e per le persecuzioni dirette, in quanto
considerata "nociva" dai pescatori, per l’abitudine di nutrirsi (seppure non esclusivamente) di pesci.
La Testuggine terrestre e il Cervone risultano in marcata diminuzione in tutto il loro areale di
distribuzione in seguito all'alterazione dell'habitat dovuta alle attività umane (taglio dei boschi
e della macchia, incendi, messa a coltura degli incolti e delle aree marginali ai boschi ecc.) e
per l'eccessivo prelievo di esemplari per fini di terraristica. Per quanto riguarda la Testuggine
terrestre, fino ai primi decenni di questo secolo un fattore limitante era costituito dalla cattura per fini alimentari. Attualmente forse il più serio pericolo per la specie è rappresentato da
possibili fenomeni di ibridazione e di competizione con la congenerica Testuggine greca (Testudo graeca), anch’essa allevata come animale da compagnia, e dal rilascio in natura di esemplari
di Testuggine terrestre di ignota provenienza (spesso anche extraitaliana), con il rischio, tutt’altro che remoto, del verificarsi di fenomeni di inquinamento genetico. Da segnalare la presenza di altre specie di interesse, per l’area della Val di Cornia, come il tarantolino, Phyllodactylus europaeus Gené, 1839, segnalato in letteratura per i vicini Monte Calvi, Monte Massoncello
Natura e paesaggio
149
Rapporto sullo stato dell’ambiente
e Punta Ala (Vanni e Lanza, 1978; Bruno, 1981; 1986), il Colubro liscio, Coronella austriaca Laurenti, 1768 e il Colubro di Riccioli, Coronella girondica (Daudin, 1803), anche esse note per il
Monte Massoncello e per alcune località della costiera livornese (Vanni, 1980).
La fauna erpetologica della Riserva Palude Orti-Bottagone (Nemo e Dream Italia, 1999), annovera al momento 13 specie, 6 di Anfibi e 7 di Rettili. Non è da escludere, tuttavia, che nuove indagini permettano di accertare la presenza di ulteriori specie come la Rana agile, ad esempio,
specie ubiquista segnalata per comprensori limitrofi alla Riserva Naturale. La maggior parte
delle 13 specie presenti sono entità ampiamente diffuse negli ambienti costieri e subcostieri della nostra penisola e della Toscana, le cui popolazioni non risultano minacciate, anche se otto
di esse (nell’ordine il Tritone crestato meridionale, il Rospo smeraldino, la Raganella italica, la
Rana verde di Lessona, il Ramarro, la Lucertola muraiola, la Lucertola campestre e il Biacco), sono comprese in normative di tutela nazionali e/o internazionali. Particolare interesse riveste, invece, la presenza della Testuggine d’acqua, vivente nell’area con una popolazione discretamente numerosa. Si tratta di una specie ad alto rischio di estinzione, ovunque in diminuzione
per l'alterazione e la scomparsa delle zone umide, per l'inquinamento dei corpi idrici causato,
soprattutto, dai pesticidi usati in agricoltura ai quali risulta molto sensibile, per il prelievo a scopo di commercio e per le persecuzioni dirette, in quanto considerata "nociva" dai pescatori. Per
queste ragioni è stata inserita nella Lista Rossa dell’UICN, negli Allegati II e IV della Dir. 92/43/CEE
e nella Lista Rossa dei Vertebrati italiani come specie a basso rischio. In Toscana la Testuggine
d’acqua si trova nelle residue zone umide dell'area costiera, mentre manca o è rara altrove
(Corti et al., 1991). Un certo rilievo, inoltre, assume la presenza di una popolazione numerosa
di Raganella italica, entità endemica italiana la quale, seppure attualmente non a rischio, localmente
è scomparsa da numerosi dei biotopi occupati fino ad anni recenti.
Al momento uno dei maggiori fattori di rischio per la fauna ad Anfibi e Rettili è rappresentato
dalla strada che congiunge Piombino a Riotorto nella quale, durante la stagione riproduttiva, rimangono vittima numerosi esemplari di Rospo comune (soprattutto), di Rospo smeraldino e di
Rana verde di Lessona. Gli anfibi presenti nell’ANPIL Sterpaia includono, tra gli altri, il Tritone
crestato (Triturus carnifex), il Tritone punteggiato (T. vulgaris), il Rospo smeraldino (Bufo viridis)
e la Raganella (Hyla variegata). I rettili sono presenti con la comune Biscia dal collare (Natrix natrix) e la Testuggine d'acqua (Emys orbicularis) e, forse, con la Biscia tassellata (N. tassellata). La
Biscia tessellata è poco comune in Toscana ed è minacciata dall'inquinamento dei corpi idrici.
É inclusa nell'Allegato IV della Direttiva 92/43/CEE e nell'Appendice III della Convenzione di
Berna. La Testuggine d'acqua è stata inserita nell'Allegato II della Dir. 92/43/CEE ed è stata inclusa nell'Appendice II della Convenzione di Berna Nell’ambito degli ambienti di macchia di Sterpaia risulta presente la rara testuggine terrestre (Testudo hermanni), una specie inclusa nell'Allegato II della Direttiva 92/43/CEE. Possibile è la presenza di due rettili di interesse comunitario, il Tarantolino (Phyllodactylus europeus) ed il Cervone (Elaphe quatuorlineata), conosciuti per
il vicino promontorio di Piombino (Vanni, 1981; Corti et al., 1991). Il Tarantolino riveste un grande valore biogeografico, essendo una specie paleotirrenica, che ha fatto, cioè, parte di una fauna prequaternaria che occupava quasi tutte le regioni costiere del Mediterraneo occidentale. Per
quanto riguarda gli Uccelli le segnalazioni relative a questa classe sono sicuramente le più numerose ed esaustive per un inquadramento a livello provinciale e a livello di circondario, pur mancando comunque informazioni per diversi settori. Tra le aree di maggiore interesse avifaunistico della Val di Cornia risulta la Riserva Naturale “Padule Orti-Bottagone”.
Si tratta di un’area caratterizzata dalla presenza di numerose specie nidificanti di interesse conservazionistico. Molte di queste specie hanno una distribuzione discontinua o localizzata, almeno
a livello regionale, per la scarsità di aree a canneto risparmiate dalle bonifiche. Un posto di rilievo fra queste è occupato dal Falco di palude e dal Forapaglie castagnolo. Il primo, infatti, presente
in Toscana in una decina di siti, dopo aver ricolonizzato Bottegone alla fine degli anni ’80 (Liberatori et al. 1991), ha qui una delle maggiori densità, riproducendosi con 3-5 coppie; queste peraltro rappresentano una frazione consistente della popolazione nazionale, che probabilmente
non è di molto superiore alle 100 coppie. Il Forapaglie castagnolo ha la maggior popolazione nazionale in Toscana (Meschini e Frugis 1993), una parte della quale nidifica con continuità in questo sito. Nel corso degli anni ’90 alle precedenti si sono aggiunte Tarabuso ed Airone rosso. La
popolazione della prima specie costituisce attualmente la maggiore emergenza dell’area, perché
è uno degli uccelli nidificanti più rari d’Italia ed è in declino in tutta l’Europa occidentale. Nel canneto di Bottagone a partire dal 1995 sono stati rilevati 1-3 maschi in canto – che costituiscono
l’unità di censimento di questa specie a causa delle abitudini elusive di questo airone poliginico
– su una popolazione italiana inferiore agli 80 (Puglisi e Perfetti, ined.).
Sette specie risultano nidificare non con continuità nell’area: Alzavola, Cavaliere d’Italia, Avocetta,
Pettegola, Gabbiano reale mediterraneo, Sterpazzola di Sardegna e Basettino. In generale, bisogna
Natura e paesaggio
Rapporto sullo stato dell’ambiente
150
sottolineare come Orti-Bottagone, nonostante occupi una superficie non estesa, ospiti un numero rilevante di specie nidificanti, soprattutto se confrontato con quello di altre zone umide. Questo è certamente dovuto alla notevole diversificazione ambientale occasionata dalla presenza di un'area salmastra e di una dulcicola in strettissima vicinanza. Fra queste due parti, il maggior numero
di specie nidificanti lo si rinviene a Bottagone, in virtù della più complessa struttura ambientale.
Attualmente risulta in corso un progetto di monitoraggio ornitico del Bosco di Sterpaia, realizzato dal WWF Italia su incarico della Parchi Val di Cornia SpA. Assai scarse infine le informazioni relative ai Mammiferi. Una zona di potenziale interesse per questo gruppo è sicuramente il Parco di
Montioni. Purtroppo le conoscenze bibliografiche della zona in oggetto sono quasi nulle eccezion
fatta per la pubblicazione di carattere generale “Il Parco di Montioni. Un’opportunità economica
ed ambientale” (AA.VV., 1996). In questo lavoro sono segnalati i Chirotteri (ma non sono indicate
quali siano le specie presenti nel Parco); il riccio (Erinaceus europaeus) e l’istrice (Hystrix cristata);
la faina (Martes foina), la donnola (Mustela nivalis) e il tasso (Meles meles) tra i mustelidi; la volpe (Vulpes vulpes); infine tra gli Ungulati il cinghiale (Sus scrofa) e il capriolo (Capreolus capreolus).
È anche segnalata come probabile la presenza del gatto selvatico (Felis silvestris).
Le ricerche condotte sul campo nell’ambito del pre-piano del parco (Pizziolo et al., 1999) hanno permesso di rilevare la presenza, oltre che della donnola e della volpe, anche del daino (Dama dama). L’esistenza di numerose ex cave di allume, che presentano cavità e gallerie di varie
profondità, permette di ipotizzare un loro utilizzo come rifugi da parte di diverse specie di pipistrelli, ma i sopralluoghi effettuati non hanno dato esiti positivi; non sono stati trovati né esemplari né tracce della loro presenza (presenza di feci sul terreno). Ciò non significa che questi siti non siano effettivamente frequentati da Chirotteri; è stato comunque notato un notevole
disturbo antropico dovuto alla loro vicinanza alla strada principale e all’abitato di Montioni. Da
colloqui effettuati con dipendenti della Comunità Montana è stato possibile confermare la presenza dei Mammiferi già segnalati nella pubblicazione sul Parco. E’ stata data per certa anche
la segnalazione del gatto selvatico, cui è stato aggiunto un altro mustelide, la martora (Martes
martes). Entrambe queste specie sono rare ed estremamente sensibili alla presenza dell’uomo,
tanto che i loro areali sono sempre più ristretti data la forte antropizzazione del territorio, sia
a scala regionale che nazionale. Risultano assai poco conosciute per la loro elusività e la generale
difficoltà di rilevamento. Ad oggi non esiste nessun reperto sicuro della loro presenza nella zona di Montioni (come ad esempio crani o esemplari naturalizzati); le caratteristiche ambientali del Parco e in particolare lo scarso disturbo avvalorano comunque tali segnalazioni.
Un altro gruppo di Mammiferi quasi totalmente sconosciuto sono i micromammiferi (Insettivori e
Roditori). E’ ipotizzabile la presenza di numerose specie oltre all’unica sinora segnalata (riccio). La
loro esistenza però non è facile da individuare date le loro piccole dimensioni. Solo con adeguate tecniche è possibile rilevarne la presenza e individuare quante e quali specie sono presenti all’interno del Parco. I Mammiferi della Riserva Orti-Bottagone (Nemo e Dream Italia, 1999) comprendono
ad oggi 14 specie, di cui 3 di Insettivori, 2 di Chirotteri, 5 di Roditori, 2 di Carnivori e 1 di Artiodattili.
La relativa omogeneità ambientale unita alla scarsa copertura arborea, determinano la povertà e il
ridotto interesse faunistico di quest’area per quanto riguarda la fauna a mammiferi. Va, ad ogni modo, rilevato che sono pressoché assenti dati faunistici riguardanti i micromammiferi, in particolare
gli insettivori, sebbene due specie di questo gruppo figurino nell’elenco sopra riportato. Al di là delle indubbie carenze conoscitive, resta il fatto che nella presente Riserva Naturale sono state segnalate
due entità di interesse conservazionistico, entrambi chirotteri, il Pipistrello nano e la Nottola.
Il pipistrello nano è una specie compresa nell'Allegato IV della Direttiva 92/43/CEE che nel corso degli ultimi anni si è estinto in varie località europee ed è diminuito in gran parte dell'areale italiano e toscano, sebbene risulti ancora uno dei chirotteri più frequenti. Anche la Nottola è inclusa nell'Allegato IV della Direttiva 92/43/CEE come specie di interesse comunitario. Attualmente le sue popolazioni risultano in continua rarefazione. Le più gravi minacce per la sua
sopravvivenza sono costituite dalla scomparsa dell’habitat (boschi ricchi di cavità naturali utilizzate come riparo e per la riproduzione). Infine alcune considerazioni a parte merita la Nutria. Si tratta di un chiaro esempio di inquinamento faunistico il quale, oltretutto, in assenza
di predatori che ne limitino la diffusione, rappresenta un pericolo per l’integrità della vegetazione ripariale e degli argini, dal momento che si nutre di un’ampia gamma di sostanze vegetali e scava gallerie lungo le rive. Per questi motivi è assolutamente necessario tenere sotto controllo e, se necessario, limitare la popolazione di questo roditore la quale, peraltro, come ricordato in precedenza, è di recentissimo insediamento nell’Orti-Bottagone.
Fonte: PPSES delle aree protette del Circondario della Val di Cornia, anno 2003
Aspetto
D/P
S/R
Disp. Val.
Dati Stock
Val.
trend
Contaminazione del suolo
e sottosuolo
S
+++
☺
Fenomeno erosivo
S
+++
Dissesti idrogeologici
e rischi naturali
S
+++
Occupazione suolo
S
+++
Uso del suolo
P
++
☺
??
Utilizzo di fertilizzanti e fitofarmaci P
++
☺
??
Agricoltura
D
+++
☺
Attività urbanizzativa
D
+++
☺
Industria
D
+++
Bonifiche di siti dismessi
R
+++
Diffusione di pratiche sostenibili
di uso del suolo
R
+++
☺
Obiettivo
8
Identificare e catalogare i siti potenzialmente
contaminati anche nelle aree di sviluppo
industriale in attività.
Identificare le aree soggette ad erosione allo
scopo di ottimizzare le politiche di prevenzione.
Identificare le aree a rischio idrogeologico e
naturale, allo scopo di ottimizzare le politiche
di prevenzione
Limitare le dispersioni degli insediamenti urbani
sul territorio anche attraverso la riutilizzazione
degli spazi già urbanizzati e ridurre
l’impermeabilizzazione dei suoli.
Acquisire un quadro conoscitivo che consenta
di valutare l’uso del suolo nell’ottica della
sostenibilità, e ridurre il prelievo di risorse
naturali non rinnovabili.
Limitare l’uso di fitofarmaci e fitosanitari incentivando
metodologie agricole poco impattanti
Fornire un’indicazione della quota di territorio
effettivamente destinata ad attività agricole
produttive rispetto alla superficie totale territoriale.
Stimare l’impatto dell’attività urbanizzativa in
termini di cementificazione e “sigillatura”
dei suoli.
Identificare le attività industriali maggiormente
impattanti su suolo e sottosuolo.
Riqualificare le aree dismesse ai fini produttivi,
sociali o di servizio.
Promuovere l’adozione di sistemi di gestione
ambientale delle imprese, e la diffusione di tecniche
di coltivazione a basso impatto ambientale.
8.2 Descrizione del tema
Il suolo, secondo la definizione proposta dalla Soil Conservation Society of America (1986), è
un corpo naturale costituito da particelle minerali ed organiche che si forma dall’alterazione
fisica e chimico-fisica della roccia e dalla trasformazione biologica e biochimica dei residui organici. Il suolo è una componente essenziale per il mantenimento dell'equilibrio globale della biosfera, dei principali ecosistemi e per la produzione di biomassa. Esso costituisce il "substrato" per la maggior parte dei processi e delle attività biologiche, comprese quelle umane, e
condiziona direttamente o indirettamente tutte le forme di vita terrestre. Rappresenta il mezzo d’interazione dinamica tra atmosfera, litosfera, idrosfera e biosfera. Si suddivide in orizzonti
aventi caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche proprie.
L’aspetto della superficie terrestre è il risultato dell’azione modellatrice di una serie combinata di fenomeni, che possono manifestarsi con forti intensità in tempi brevi (es. terremoti, attività vulcanica, frane, estese inondazioni) oppure sviluppare la loro azione con costanza per
lunghi periodi; in tal caso il suolo è la risultante di processi di alterazione chimica, fisica e biologica con i quali le rocce lentamente si disgregano e si trasformano in un corpo naturale in grado di sostenere la vita vegetale. Il suolo ha pertanto caratteristiche simili agli strati geologici
sottostanti ma nello stesso tempo ben diverse, proprio a causa della lunga ed intensa influenza del mondo biologico ed atmosferico cui è stato sottoposto, ed è sottoposto tuttora.
Il suolo non è quindi un insieme di oggetti statici, ma un sistema complesso in continuo divenire che comprende una matrice di costituenti organici e minerali con circolazione di aria ed acqua nei pori; l’arrangiamento strutturale di questi componenti determina una grande variabilità
Suolo e sottosuolo
8.1 Introduzione al tema
151
Rapporto sullo stato dell’ambiente
8 Suolo e sottosuolo
Suolo e sottosuolo
di suoli. La componente organica è composta da miliardi di microrganismi animali e vegetali, che
hanno concorso alla pedogenesi e concorrono a regolare la fertilità; essi riciclano la sostanza
organica e concorrono alla formazione dell’humus essenziale per la vita dei microrganismi stessi e delle piante, formando ed assicurando al terreno il supporto nutritivo idoneo alla vegetazione. Il suolo appare quindi come un complesso laboratorio biologico nel quale si succedono
generazioni di microrganismi le cui attività regolano il suo sviluppo e la sua evoluzione.
Il suolo quindi non può essere considerato un mezzo inerte, un mero supporto alle attività umane, bensì deve essere percepito come una risorsa territoriale da conservare con la massima cura, uno dei beni più preziosi dell’umanità, dal quale dipende la vita dei vegetali, degli animali e dell’uomo, come enunciato nella "Carta europea del suolo" (Consiglio d'Europa, 1973).
In Italia manca a tutt’oggi un quadro normativo che consideri il suolo come una risorsa difficilmente rinnovabile e dunque da tutelare attraverso prescrizioni sulle attività che possono portare a squilibri pesanti. In alcuni casi esistono indicazioni sulla necessità di considerare la
componente ambientale suolo anche per il suo valore di risorsa non rinnovabile e, soprattutto, con particolare riguardo alla capacità d'uso (ad esempio nel DPCM 27.12.88 “Norme tecniche per la redazione degli studi di impatto ambientale e la formulazione del giudizio di compatibilità ambientale”).
Il problema sul quale sembra puntare l’attenzione la produzione normativa a livello comunitario è sicuramente quello della tutela del suolo da potenziali inquinamenti derivanti da una
serie di scelte che lo vedono come destinazione ultima di scarti e rifiuti. Il Decreto Legge
27.01.92 n° 99 (attuativo della direttiva 86/278/UE), per esempio, subordina il rilascio delle autorizzazioni per l'impiego dei fanghi in agricoltura alla verifica di alcune caratteristiche dei
suoli interessati e riconosce alle Regioni le competenze nello stabilire ulteriori limiti e condizioni all'utilizzazione dei fanghi in agricoltura.
Il settore della difesa del suolo trova nella Legge 183/89 (integrata dalla legge 180/98) la normativa di riferimento, la quale affida a specifici organismi la pianificazione del bacino.
Rapporto sullo stato dell’ambiente
152
Stato
In Val di Cornia, nel Comune di Piombino, è localizzato uno dei 15 siti che per estensione, natura e pericolosità degli inquinanti presenti, sono ritenuti di interesse nazionale secondo la Legge n° 246 del 1998 e dunque necessitano di bonifica. Tale sito comprende soprattutto l’area
industriale relativa al polo siderurgico: ad oggi è stata completata la bonifica di appena l’1%
dell’intera area soggetta a bonifica.
La Provincia ha censito altri siti minori, 11 in totale, per i quali in parte è già stato avviato, o
addirittura concluso, l’iter procedurale per lo studio di caratterizzazione e la progettazione di
eventuali interventi di bonifica.
La percentuale della superficie urbanizzata è inferiore alle media provinciale e a quella regionale, sebbene nei Comuni di Piombino e San Vincenzo si raggiungano dei valori abbastanza elevati.
Il territorio della Val di Cornia è stato classificato come soggetto ad un elevato rischio d’allagamento ed esondazione, in particolare i Comuni attraversati dal Fiume Cornia. La costa, come tutto il litorale della Provincia livornese, è interessata dal fenomeno erosivo, sebbene l’intensità di questo processo sia diminuita sensibilmente rispetto al passato.
Pressioni
Tra le attività antropiche maggiormente gravose in termini di impatto sul suolo e sul sottosuolo
sono state individuate l’attività estrattiva e quella agricola, altroché quella prettamente industriale.
In Val di Cornia sono presenti in totale 7 tra cave e miniere autorizzate. Di queste una sola si
trova nel Comune di San Vincenzo, ed è sfruttata per estrarre calcare utilizzato dallo stabilimento
della Solvay, situato nel vicino Comune di Rosignano M.mo.
L’impatto dell’attività agricola è stato quantificato attraverso la misura della superficie agricola
utilizzata in modo intensivo, poiché ad essa si associa il rischio più elevato di inquinamento.
Per la Val di Cornia si ha che più del 60% della SAT è sfruttata in maniera intensiva.
La Val di Cornia, relativamente al rapporto tra superficie concimata e SAU, presenta un valore più alto sia della media provinciale che, in maniera molto più marcata, della media regionale.
Determinanti
In Val di Cornia è presente il 40% di tutte le aziende agricole della Provincia livornese; in prevalenza si tratta di piccole e medie aziende.
La SAU, che rappresenta quasi la metà della SAU provinciale, tra il 1990 e il 2000 è diminuita
sensibilmente e risulta sfruttata principalmente per seminativi e, in misura minore, per coltivazioni legnose e pascoli.
Per quanto riguarda l’attività urbanizzativa, nel quinquennio 1994-1999 si è assistito ad un sostanziale aumento dei lotti edificati, con il conseguente incremento della superficie impermeabilizzata.
Oltre alle attività estrattive, anche il settore industriale determina un forte impatto sul suolo.
Nel solo Comune di Piombino vi sono 4 aziende a rischio di incidente rilevante.
Risposte
Per affrontare e ridurre il problema dell’inquinamento del suolo e del sottosuolo l’iniziativa primaria in cui sono coinvolte le amministrazioni locali consiste nella bonifica dei siti dismessi secondo le indicazioni fornite dal Piano Provinciale delle Bonifiche.
Nell’ambito del processo di diffusione di pratiche sostenibili di uso del suolo si inserisce il tema relativo alla certificazione ISO 14001 e/o EMAS di cui si sono dotate volontariamente 6 aziende.
8.3 Stato
Classificazione, secondo quattro ordini di priorità relativamente ai tempi di intervento,
dei siti costituenti l’Anagrafe regionale del Piano:
Siti a breve termine: siti in cui è presente una fonte accertata di inquinamento con conseguente
danno ambientale in atto. Per tale categoria l'obbligo di presentazione del progetto di bonifica e/o messa in sicurezza viene stabilito in 60 giorni dalla data di approvazione del Piano regionale (qualora il soggetto obbligato non provveda il Comune, previa verifica da parte di ARPAT della permanenza di uno stato di contaminazione, provvede d'ufficio con addebito delle
relative spese all'inadempiente e con l'applicazione di quanto disposto dall'articolo 17, commi 10 e 11 del D.Lgs. 22/97;
153
Rapporto sullo stato dell’ambiente
8.3.1 Contaminazione del suolo e sottosuolo
Il Ministero dell’Ambiente, con l’emanazione della Legge n. 426 del 09/12/98, ha individuato
un primo elenco di 15 siti, che per estensione, natura o pericolosità degli inquinati, sono stati ritenuti di interesse nazionale, in cui è presente anche l’area di Piombino.
Successivamente, la suddetta area è stata perimetrata con D.M. 10/01/2000 e comprende:
● il polo industriale di notevole dimensioni (circa 236 ettari), che si estende verso il centro abitato e sul quale sono state effettuate attività siderurgiche a ciclo integrale, produzione di laminati zincati e/o verniciati, centrali termoelettriche, etc;
● area marina antistante;
● aree di riempimento e colmata con materiali di riporto e discariche di rifiuti prevalentemente
industriali (complessivi: circa 567 ha + 48 ha).
Nell’area sono compresi anche siti inseriti nel piano regionale delle bonifiche (vedi Tab. 1):
● vecchia Discarica Poggio ai Venti
● Dalmine
● Discariche interne
● Discarica Ex Ilva
● Nuovo sito Asiu
I siti censiti nella Provincia di Livorno dal piano regionale, approvato con D.G.R.T. n. 384 del
21 dicembre 1999, sono stati suddivisi in:
– n. 10 siti classificati come area di bonifica a breve termine in area industriale, di cui 7 ricadenti nel territorio della Val di Cornia: in particolare 3 ricadono nel sito di interesse nazionale
di Piombino;
– n. 7 siti classificati come area di bonifica a medio termine e tutti costituiti da discariche; nessun sito presente in Val di Cornia;
– n. 3 siti classificati come area di bonifica con necessità di approfondimento, di cui 2 ricadenti
nel territorio della Val di Cornia;
– n. 2 siti classificati come area di bonifica con necessità di ripristino ambientale, entrambi rientranti nel territorio della Val di Cornia.
Suolo e sottosuolo
Per descrivere lo stato del suolo e del sottosuolo relativo al territorio della Val di Cornia sono
stati individuati i seguenti aspetti:
● Contaminazione suolo e sottosuolo
● Fenomeno erosivo
● Dissesti idrogeologici e rischi naturali
● Occupazione del suolo
Siti a medio termine: siti in cui è presente un potenziale rischio di inquinamento ma in cui non
è stato riscontrato un danno ambientale in atto. La priorità di intervento e l’indicazione dei termini di presentazione dei progetti deve essere definita dalla Provincia competente per territorio
nell’ambito del Piano provinciale;
Siti oggetto di approfondimento: siti per i quali la Provincia, nell’ambito di realizzazione del
Piano provinciale, dovrà valutare i risultati delle ulteriori indagini svolte dall’ARPAT su specifico incarico della Regione Toscana (D.G.R.T. n. 786 del 13/07/1999) per l’effettiva classificazione della priorità di intervento nonché dei termini di presentazione dei progetti;
Siti con necessità di ripristino ambientale: siti generalmente in condizioni di degrado dove
sussista la necessità di un intervento mirato a riportare il sito in sicurezza da un punto di vista di
rischio di inquinamento, a condizioni compatibili con l'ambiente circostante. I tempi di realizzazione
dei progetti di ripristino dovranno essere indicati nel programma di priorità approvato dalla Provincia competente per territorio. Le priorità ed i tempi di attivazione dovranno essere definiti in
base ad una serie di parametri tra cui gli obiettivi e le azioni del P.T.C., gli effetti territoriali, ambientali e sociali prodotti dall'intervento, lo stato di definizione, progettazione e finanziamento
dell'intervento. Per l'approvazione dei progetti di ripristino saranno predisposte procedure semplificate da parte della Giunta Regionale ai sensi dell’art. 5 della L.R. 25/98.
Si riporta di seguito la tabella in cui viene indicato lo stato di avanzamento degli iter procedurali così come riportato nel Piano Provinciale delle Bonifiche relativamente ai Comuni della Val di Cornia.
Tab. 1. Siti con necessità di bonifica o di messa in sicurezza definitiva in Val di Cornia
(fonte: Piano Provinciale delle Bonifiche dei siti inquinati Provincia di Livorno 2003, situazione aggiornata a giugno 2003).
Codice
regionale
LI010
Comune
San Vincenzo
Piano di caratterizzazione approvato
Piombino
Piano di caratterizzazione in elaborazione
Piombino
Piano di caratterizzazione in elaborazione
LI053
Ex discarica
Ginepraie
discarica interna
I Dalmine
discarica interna
II Dalmine
Ex discarica Ilva
Piombino
Bonifica conclusa
LI053bis
Nuovo sito ASIU
Piombino
LI s.c.1
LI n.s. 2
Poggio ai Venti
S.A.E. srl
LI n.s. 3
LI n.s. 4
Cimimontubi
Cantiere ENEL
LI013
LI009
Termin Rosso
Le Vignole
LI015i
Suolo e sottosuolo
LI015f
Rapporto sullo stato dell’ambiente
154
Breve termine
Livello di attivazione
Denominazione
Progetto definitivo di bonifica approvato
e bonifica in corso
Piombino
Piano di caratterizzazione approvato
Piombino
Piano di caratterizzazione in elaborazione
Necessità di approfondimento
Piombino
Piano di caratterizzazione approvato
Piombino
Piano di caratterizzazione non approvato
Necessità di ripristino ambientale
Campiglia M.ma
Non attivato
Sassetta
Non attivato
Data ultimo iter
approvato
27/03/2003
In attesa di
certificazione
01/03/2003
16/07/2002
18/10/2002
Successivamente all’approvazione del Piano Regionale, sono stati attivati iter procedurali a seguito dell’entrata in vigore del D.M. 471/99 “Regolamento recante criteri, procedure e modalità per la messa in sicurezza, la bonifica e il ripristino ambientale dei siti inquinati” (ai sensi dell'articolo 17 del D. Lgs. n. 22 del 1997 e s.m.i.), secondo lo schema seguente:
D.M. 471/99 – art. 7 e 8: Iter attivati successivamente all’approvazione del Piano Regionale
Attivazione ex articolo 7
Rientrano in tale categoria tutte quelle aree per le quali, da parte del soggetto responsabile,
sia stata notificata al Comune, alla Provincia ed alla Regione una situazione di contaminazione (da intendersi come superamento dei valori di concentrazione limite accettabili stabiliti dalla normativa vigente) o di un pericolo concreto di contaminazione e per le quali siano state attuate misure di messa in sicurezza di emergenza.
Attivazione ex articolo 8, D.M. 471/99
Rientrano in tale categoria tutte quelle aree per le quali i soggetti e gli organi pubblici, nel-
l’esercizio delle proprie funzioni, accertino una situazione di pericolo di contaminazione o
di effettivo superamento dei valori di concentrazione limite accettabili stabiliti dalla normativa
vigente. In questi casi il Comune ha il compito di intervenire mediante un’ordinanza con la
quale diffida il responsabile dell’inquinamento ad adottare i necessari interventi di messa
in sicurezza di emergenza, di bonifica e ripristino ambientale secondo quanto previsto dal
D.M. 471/99.
Nella Tab. 2 si riportano gli iter procedurali attivati ai sensi dell’articolo 7 e 8 del DM 471/99
nella Val di Cornia.
Tab. 2. Iter procedurali attivati ai sensi dell’articolo 7 e 8 del DM 471/99 nella Val di Cornia
(fonte: Piano Provinciale delle Bonifiche dei siti inquinati Provincia di Livorno, 2003).
Codice
regionale
LI107
LI115
LI117
LI123
Denominazione
Comune
Livello di attivazione
ACI Venturina
Mare Verde
Tirrenia Carni
Ex discarica
S. Bartolo comunale
Campiglia M.ma
Piombino
San Vincenzo
San Vincenzo
Piano di caratterizzazione non approvato
Certificato 1° lotto
Messa in sicurezza conclusa
Piano di caratterizzazione approvato
Data ultimo iter
approvato
13/01/2003
A seguito della perimetrazione del sito di interesse nazionale di Piombino, avvenuta con
D.M.10/01/00, sono stati attivati ulteriori iter tecnico - amministrativi relativi ai seguenti siti:
LI103
LI104
LI100
LI105
Denominazione
Comune
Livello di attivazione
Area ISE
Area interna
La Magona
Area Portuale
Città Futura
Ex Irfird
Area pubblica
"demanio"
Piombino
Piombino
Piano di caratterizzazione approvato
Piano di caratterizzazione approvato
Data ultimo iter
approvato
17/06/2002
26/07/2002
Piombino
Piombino
Piombino
Piombino
Piano di caratterizzazione eseguito
Piano di caratterizzazione eseguito
Piano di caratterizzazione approvato
Piano di caratterizzazione approvato
16/07/2002
16/07/2002
18/10/2002
16/07/2002
Le aree di bonifica più critiche sono ubicate all’interno dell’area industriale di Piombino. Tra
queste, alcune sono già avviate nel processo dell’iter tecnico-burocratico presso il Ministero
dell’Ambiente, mentre altre devono ancora iniziare le prime procedure previste. Un solo sito
dell’area industriale risulta completamente bonificato, si tratta del sito LI53Bis adiacente all’impianto TAP srl dove è prevista la realizzazione della Piattaforma per il riciclaggio delle scorie e loppe di acciaieria della Lucchini SpA.
Pertanto la percentuale delle aree bonificate risulta pari a 8 ettari/ 850 ettari ossia circa all’1%.
8.3.2 Fenomeno erosivo
Circa metà delle spiagge della regione Toscana è colpita da un processo erosivo che determina la perdita di un patrimonio ambientale ed economico di grande pregio.
La costa della Provincia di Livorno è divisa in settori secondo quanto è rappresentato nella ⌧ Fig. 1.
155
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Codice
regionale
LI101
LI102
Suolo e sottosuolo
Tab. 3. (Fonte: Piano Provinciale delle Bonifiche dei siti inquinati Provincia di Livorno 2003).
Suolo e sottosuolo
⌧ Fig. 1. Settori nei quali è stata suddivisa la costa della Toscana continentale. È stato evidenziato il territorio
relativo alla Val di Cornia.
Rapporto sullo stato dell’ambiente
156
I Comuni della Val di Cornia che si affacciano sul mare sono solo due, San Vincenzo e Piombino, le cui coste sono comprese nei settori 21-24. Relativamente a questi settori si riportano i risultati del Rapporto sullo stato dell’ambiente della Provincia di Livorno del 1999, in cui
sono sintetizzati le ultime informazioni disponibili.
Dal Forte di Bibbona a Torre Nuova (Settori 20-22)
In questo tratto di litorale il contributo dell’alimentazione del fiume Cecina si fa gradualmente meno rilevante andando verso sud, dove assumo un ruolo progressivamente più importante
i piccoli corsi d’acqua che scendono dalle colline metallifere.
I dati rilevati nel 1994 (settore 20) e nel 1995 (settori 21 e 22) consentono di avere un quadro
sufficientemente aggiornato di quanto accaduto dopo il 1981, quanto quasi tutto il litorale risultava in erosione. Complessivamente queste spiagge possono essere considerate in equilibro ed anche gli effetti della costruzione del porto di S. Vincenzo, che causò una significativa
erosione del litorale posto a sud, si sono ormai attenuati. Oggi risulta in leggera erosione solo il tratto che va da Suvericcio a San Vincenzo (–2,9 m; –0,20 m/anno), mentre quello settentrionale
fino al Forte di Bibbona e quello meridionale, fino a Torre Nuova, sono in leggera espansione
(+4,9 e +1,8 m; +0,38 e –0,13 m/anno rispettivamente).
Tab. 4. Variazione areale, variazione lineare media e tasso di variazione annuale della linea di riva per i settori
della costa toscana relativi alla Provincia di Livorno.
N. settore settore
Lungh.
settore (m)
Periodo
Anni
Variaz.
a reale (mq)
13
Tirrenia - Scolmatore F. Arno
14
P.ta del Lillatro - Pietrabianca
15
Piatrabianca - P.le di Bonaposta
16
P.le di Bonaposta - F.so Mozzo
17
F.so mozzo - F. Cecina
18
F. Cecina -F.so Cecinella
19
F.so Cecinella- F.te di Bibbona
20
F.te di Bibbona - Suvericcio
21
Suvericcio - San Vincenzo
22
San Vincenzo - Torre Nova
23
Golfo di Baratti
24**
Piombino - Prato Ranieri
Totale Regionale
Avanz. tot. reg.
56%
Erosione tot. reg. 44%
5.133
2.203
2.808
2.809
2.184
1.433
6.465
12.603
2.653
9.695
2.025
15.278
191.311
107.283
84.028
85/97
76/81
81/88
81/93
81/92
81/90
81/94
81/94
81/95
81/95
81/96
81/96
11.7
5
7
12
11
9
13
13
14
14
15
15
462
-9.906
-18.300
-5.000
12.200
6.200
-83.200
62.200
-7.600
17.600
-11.867
-19.943
-187.374
Variaz.
Tasso di
lineare variaz. (m/a)
media (m)
0,1
0,01
-4,5
-0,90
-6,5
-0,93
-1,8
-0,15
5,6
0,51
4,3
0,48
-12,9
-0,99
4,9
0,38
-2,9
-0,20
1,8
0,13
-5,9
-0,39
-1,6
-0,11
**I dati si riferiscono solo al tratto compreso fra Ponte Oro e la foce del Canale Allacciante Cervia (12264 m).
157
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Da Piombino a Prato Ranieri (Settore 24)
Questo settore del Golfo di Follonica, per il tratto compreso tra il Ponte d’Oro e la foce del Canale Allacciante Cervia, si avvale di un rilievo eseguito nel 1996 e che consente di ridimensionare la gravità del fenomeno erosivo che lo aveva caratterizzato dagli anni ’50. fra il 1981 ed
il 1996 si registra un arretramento medio di soli 1,6 m (-0,11 m/anno), contro un tasso di -0,96
m/anno del periodo 1976-1981 relativo a tutto il settore. È probabile che gli interventi che avevano innescato il processo erosivo: bonifiche, costruzioni di moli guardiani degli sbocchi a
mare dei canali e opere di difesa all’esterno del settore, abbiano gradualmente smorzato il loro effetto ed oggi si stia procedendo verso una dinamica meno accentuata dei processi costieri.
Nel 2000 la Regione Toscana ha finanziato un incarico all’Università di Firenze Dipartimento di
Scienze della Terra di aggiornare la linea di riva nel Golfo di Baratti e nel Golfo di Follonica. I
dati confermano il trend già osservato negli ultimi anni.
In base a quanto sopra possiamo considerare in fase erosione i seguenti tratti costieri:
Golfo di Baratti pari a 3.520 metri e il Golfo di Follonica pari a 16.400 metri, che dalla località
la Chiusa raggiungono il limite comunale con Follonica in località Prato Ranieri.
Un ulteriore tratto soggetto a costante erosione è quello della spiaggia di Salivoli nel Comune di
Piombino dove a seguito della realizzazione del Porto turistico la residuale spiaggia è costantemente
soggetta ad erosione e pertanto la società che gestisce il Porto è obbligata ad effettuare ogni anno, prima della stagione estiva, un intervento di ripascimento artificiale per un tratto di circa 400
metri. Da ricordare anche che i tratti di costa adiacenti al Porto Turistico di San Vincenzo soggetti ad erosione negli anni passati, hanno raggiunto ad oggi un nuovo equilibrio idrodinamico.
Nella Tab. 4 si riportano i dati sulle tendenze evolutive della costa, per quanto riguarda il tratto della Provincia di Livorno, considerando il fatto che i dati numerici riportati si riferiscono a
settori omogenei dal punto di vista evolutivo (avanzamento o arretramento), all’interno dei quali possono però esservi piccoli tratti in cui, nel periodo di tempo considerato, si sono avute variazioni opposte a quelle dell’intero settore. Anche in questo caso per la Val di Cornia bisogna
far riferimento solo ai settori 21-24.
Suolo e sottosuolo
Il Golfo di Baratti (Settore 23)
Gli ultimi rilievi del Golfo di Baratti sono stati effettuati nel 1996 e ciò ci consente di avere un
quadro di quanto avvenuto negli ultimi 15 anni, che non contrasta con il trend di lungo periodo
che caratterizza questa spiaggia.
Mediamente la linea di riva è arretrata di 5,9 m (-0,39 m/anno), con un tasso non molto diverso da quello che ha caratterizzato il litorale nel periodo precedente (-0,32 m/anno fra il 1976
e il 1981). Sono valori di arretramento assai modesti, che però risultano assai preoccupanti in
una spiaggia estremamente stretta e con valori ambientali ed archeologici di grande rilevanza nell’immediato retroterra.
8.3.3 Dissesti idrogeologici e rischi naturali
Nel territorio della Val di Cornia le aree soggette ad un elevato rischio d’allagamento ed esondazioni
hanno un’estensione complessiva di 108,48 Km2 ( Tab. 5). E che interessano complessivamente
i Comuni di Campiglia M.ma, Suvereto e Piombino, i Comuni cioè interessati dal percorso del
fiume Cornia.
Tab. 5. Aree soggette ad allagamento ed esondazioni per classi in relazione ai tempi di ritorno (D.G.R. 1212/99).
Classe 1
35,4 Km2
Classe 1
59,8 Km2
Classe 1
63,9 Km2
Superfici di pericolosità idraulica del Comune di Campiglia M.ma
Classe 2
Classe 3
6,3 Km2
3,0 Km2
Superfici di pericolosità idraulica del Comune di Piombino
Classe 2
Classe 3
9,6 Km2
8,4 Km2
Superfici di pericolosità idraulica del Comune di Suvereto
Classe 2
Classe 3
6,1 Km2
11,5 Km2
Classe 4
39,1 Km2
Classe 4
58,1 Km2
Classe 4
11,28 Km2
Tab. 6. Definizione delle classi di pericolosità idraulica.
Classe Pericolosità
I
Moderato
II
Medio
III
Suolo e sottosuolo
IV
Rapporto sullo stato dell’ambiente
158
Descrizione
Danni sociali, economici e al patrimonio ambientale marginali.
Sono possibili danni minori agli edifici, alle infrastrutture e al patrimonio ambientale che non
pregiudicano l’incolumità del personale, l’agibilità degli edifici e la funzionalità delle attività economiche.
Elevato
Sono possibili problemi per l’incolumità delle persone, danni funzionali agli edifici e alle infrastrutture
con conseguente inagibilità degli stessi, l’interruzione di funzionalità delle attività
socio-economiche e danni rilevanti al patrimonio ambientale.
Molto elevato Sono possibili la perdita di vite umane e lesioni gravi alle persone, danni gravi agli edifici,
alle infrastrutture e al patrimonio ambientale, la distruzione delle attività socio-economiche.
8.3.4 Occupazione suolo
L’estensione del territorio urbanizzato e di quello occupato da infrastrutture rappresentano le
principali forme di perdita irreversibile di suolo. È quindi necessario conoscere quanta risorsa “suolo” è già stata utilizzata in Val di Cornia e monitorarne l’evoluzione nel tempo, cercando di ridurre il più possibile il suo consumo, attivando tutti quei processi volti a riutilizzare aree e porzioni di territorio già utilizzati in passato ed oggi dimessi.
Si ricorda inoltre come l’occupazione di suolo implica molto spesso l’impermeabilizzazione del
territorio che a sua volta determina minor capacità di infiltrazione del terreno; tutto ciò comporta un minor tempo di corrivazione delle acque meteoriche durante gli eventi piovosi aumentando
così il rischio di allagamenti ed esondazioni di fiumi e torrenti.
La superficie artificiale (edilizia sia urbana che industriale e rete viaria) della Val di Cornia è pari al 6,93% della superficie complessiva della Val di Cornia (per l’anno 2001). Nella tabella seguente
si riportano i dati relativi alla superficie artificiale della Val di Cornia negli anni 1991 e 2001.
Tab. 7. Superficie artificiale assoluta e percentuale sul totale della superficie della Val di Cornia,
anni 1991-2001; superficie artificiale pro-capite, anno 2001
(fonte:“Segnali ambientali in Toscana 2003” - elaborazione LaMMA- Regione Toscana su dati CORINE land cover;
elaborazione Regione Toscana su dati ISTAT e IRPET).
Val di Cornia
Sup. artificiale
1991 (ha)
2.366,58
% sup. artificiale
1991
6,46 %
Sup. artificiale
2001 (ha)
2.536
% sup. artificiale
Sup. artificiale
2001
pro-capite 2001 (m2))
6,93 %
449,8
Per quanto concerne l’area industriale di Piombino si rileva che su un totale di 768 ettari, solo il 45% è effettivamente utilizzato da strutture industriali vere e proprie o ambiti di servizio
(discariche, aree stoccaggio materiali ecc.).
Per quanto attiene la densità della rete viaria della Val di Cornia, questa risulta inferiore alla media regionale come si evince dalla tabella seguente:
Tab. 8. Densità rete viaria in Val di Cornia e in Toscana.
Densità della rete stradale
(Km/Km2)
Val di Cornia
0,8
Regione Toscana
1,2
Le principali modalità di occupazione del territorio nei Comuni della Val di Cornia e, più in generale, nella Provincia di Livorno e nella Regione sono riportate nella Tab. 9.
Tab. 9. Occupazione del territorio per tipologia di destinazione
(fonte: Rapporto sullo Stato dell’Ambiente della Provincia di Livorno, 2003).
Comuni della Val di Cornia
Campiglia M.ma
Piombino
San Vincenzo
Sassetta
Suvereto
SEL VAL DI CORNIA
PROVINCIA DI LIVORNO
REGIONE TOSCANA
Superficie (Km2)
83,2
130,4
33,1
26,6
93,0
366,1
1.217,5
22.997,2
Sup. urbanizzata (%)
3,4
6,1
10,0
0,4
0,8
4,1
7,2
5,0
La Tab. 10 riporta il numero di concessioni edilizie residenziali e non, in Val di Cornia ed altri SEL adiacenti nel periodo 1991-99. Si rileva che in Val di Cornia, a fronte di una riduzione
della popolazione ed una diminuzione degli addetti nelle varie attività produttive, si siano
realizzati quasi 3 milioni di m3 di volumi, con una variazione del 17%, più del doppio della Val
di Cecina e dell’Area livornese.
Concessioni
edilizie
non residenziali
[m3]
1.231.890
1.055.422
2.019.415
376.128
Concessioni
edilizie
totali
[m3]
2.327.420
2.444.895
2.910.065
794.392
Variaz. %
popolazione
Variaz. %
Variaz. %
addetti industria, unità locali
servizi e commercio
-5,70
4,08
-6,12
4,31
12,5
17
-4,3
62,7
7,1
8,2
17,3
27,0
Nel Comune di Piombino è presente un porto commerciale ed industriale di importanza regionale
secondo solo a Livorno e risulta essere il più importante per i collegamenti con l’Isola d’Elba.
Da alcuni anni sta aumentando sempre di più la richiesta di posti barca per la nautica da diporto e sino ad oggi i porti turistici, approdi e punti ormeggio in Val di Cornia sono di seguito
elencati.
Tab. 11. Posti barca negli approdi, porti turistici e punti di ormeggio della Val di Cornia.
Località
Salivoli
Baratti
Porto commerciale
Terre Rosse
Marina
Ponte d’Oro
San Vincenzo
Totale
Posti barca
400
600
150
570
100
653
253
2.726
159
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Area livornese
Val di Cecina
Val di Cornia
Arcipelago
Concessioni
edilizie
residenziali
[m3]
827.064
1.187.208
439.251
384.321
Suolo e sottosuolo
Tab. 10. Numero delle concessioni edilizie rilasciate e variazione della popolazione, delle unità locali e degli
addetti nell’industria, nei servizi e nel commercio (dati riferiti al periodo 1991-1999).
A quanto sopra si deve aggiungere i punti ormeggio di Carbonifera e Fosso Acquaviva nel Comune di Piombino di cui non si conosce il numero preciso di posti barca disponibili, anche se
entrambi sono predisposti per natanti di piccole dimensioni.
In Val di Cornia le miniere e le attività estrattive attive, sono 7. La superficie complessiva di tali attività è pari a 405 ha e la superficie recuperata da un punto di vista ambientale come da progetto autorizzato è pari a circa 14 ha, pari al 3,4% del totale. Le superfici comunali occupate
da cave e miniere sono indicate nella Tab. 12. Come si evince, le cave non sono presenti né
a Piombino né a Sassetta; solo in quest’ultimo Comune si rilevano alcune piccole cave abbandonate.
Per quanto riguarda le cave di pietra ornamentale, queste, per produzioni e superfici occupate risultano poco significative rispetto alle altre cave e miniere presenti nel resto del territorio.
Tab. 12. Aree destinate ad attività estrattive nella Val di Cornia
(fonte: Comuni di Campiglia M.ma, San Vincenzo e Suvereto).
cave e miniere del Comune di Campiglia M.ma
Materiale
Superficie
Cava Monte Calvi
Calcare
37,5 ettari
16 ettari*
Cava Monte Valerio
Calcare
80 ettari**
Miniera Maffei Botro ai Marmi
Feldspato
27 ettari***
Miniera Sales Montorsi
Feldspato
8 ettari
cave del Comune di San Vincenzo
Cava Solvay
Calcare
102 ettari***
cave del Comune di Suvereto
Cava Monte Peloso (Edilbeton srl)
Pietra ornamentale
5,5 ettari
Cava Monte Peloso (Saccardi Marmi)
Pietra ornamentale
8 ettari
Sup.recuperata
0,5 ettari
0
13,6 ettari
0,05 ettari
60 ettari
-
* area impianti separata dalla cava; ** comprende l’area impianti ed una area di cava completamente recuperata. *** comprende area impianti
Le superfici della Tab. 12 corrispondono alla superficie di destinazione classificate come attività estrattiva dello strumento urbanistico vigente. L’area estrattiva vera e propria risulta talvolta più ridotta.
Suolo e sottosuolo
8.4 Pressioni
Rapporto sullo stato dell’ambiente
160
In tema di inquinamento del suolo e del sottosuolo le maggiori pressioni esercitate sull’ambiente
vendono descritte attraverso i seguenti aspetti:
● Uso del suolo
● Utilizzo di fertilizzanti e fitofarmaci
8.4.1 Uso del suolo
Questo aspetto considera l’entità e l’estensione delle principali attività antropiche presenti sul
territorio, allo scopo di rilevare i cambiamenti nell’uso del suolo.
In riferimento all’attività agricola, è stata quantificata la superficie di aree agricole (SAU) utilizzata
in modo intensivo nella Val di Cornia, in quanto ad essa sono riconducibili, in genere, maggiori
rischi di inquinamento, degradazione del suolo e perdita di biodiversità. Il calcolo della SAU utilizzata in modo intensivo è stato fatto mediante il metodo proposto dall’ANPA, nell’Annuario 2001, così come illustrato di seguito.
Calcolo delle colture intensive
L’indicatore “aree usate per agricoltura intensiva” definisce l’intensità dello sfruttamento cui è sottoposto il suolo agrario, individuando e quantificando l’estensione di forme di agricoltura intensiva sul territorio. In genere tali superfici sono soggette a tecniche di lavorazione e coltivazione che
massimizzano la stabilità produttiva del suolo mediante lavorazioni profonde e distribuzione dei
fertilizzanti con inevitabili conseguenze sulle proprietà chimiche, fisiche e biologiche del suolo.
La definizione di colture intensive tratta dall'Annuario ANPA 2001 è la seguente: (superfici a seminativo + superfici legnose agrarie) - superfici ad agricoltura biologica.
Per superfici a seminativo si intendono: colture di piante erbacee, soggette all'avvicendamento colturale con durata delle coltivazioni (quali grano, mais, riso, piselli, patate, barbabietola,
colza, foraggio, girasole, soia, ortaggi) non superiore a 5 anni.
Per superfici legnose agrarie si intendono: colture praticate sulle superfici fuori avvicendamento, investite a coltivazioni di piante legnose agrarie (quali melo, pero, uva da tavola e da
vino) che occupano il terreno per un lungo periodo.
⌧ Fig. 2. Ripartizione della superficie agricola totale (fonte: elaborazioni su dati ISTAT 2000).
Tab. 13. Superficie agricola utilizzata in modo intensivo (ettari)
(fonte: elaborazioni su dati del 5° Censimento generale dell’Agricoltura, ISTAT 2000).
Comuni
Campiglia M.ma
Piombino
San Vincenzo
Sassetta
Suvereto
VAL DI CORNIA
SAU Intensiva
4.805,77
5.243,97
1.165,78
151,03
3.155,66
14.522,21
SAU intensiva /Sup.agric. Tot. (%)
80,13
65,53
69,23
7,31
59,07
62,89
Suolo e sottosuolo
⌧ Fig. 3. Confronto tra SAU intensiva e SAT per ciascun Comune della Val di Cornia
(elaborazione dati tabella precedente).
In Val di Cornia l’attività estrattiva esercita una forte pressione in termini di estensione delle superfici autorizzate e di volumi estratti all’anno.
8.4.2 Utilizzo di fertilizzanti e fitofarmaci
Il degrado del suolo e sottosuolo è associato, per buona parte, all’intensità d’uso sulle aree agricole dei fertilizzanti chimici (azoto N, fosforo P e potassio K), compresi quelli di natura organica (letame, liquame e purino), e dei fitofarmaci.
Effetti di fertilizzanti e fitofarmaci sulla degradazione dei suoli
Uso di fertilizzanti
L’uso eccessivo e inappropriato di fertilizzanti di produzione industriale ha portato all’accumulo
di nutrienti nei suoli, alterandone le proprietà fisiche e chimiche. Inoltre, essi possono contaminare le acque superficiali e profonde, soprattutto da nitrati e fosfori, e, successivamente, stimolare lo sviluppo delle alghe (eutrofizzazione).
Rapporto sullo stato dell’ambiente
161
Uso di fitofarmaci
L’impiego di fitofarmaci ha un impatto ormai largamente provato sulle proprietà fisiche e chimiche dei suoli e sulla micro, meso e macro-fauna. Alcuni residui, inoltre, possono contaminare le acque superficiali e sotterranee, con effetti pericolosi sulla salute umana e sull’ambiente,
anche se presenti in piccolissime quantità.
Per la Val di Cornia non è stato possibile reperire dati che permettano di esprimere un giudizio oggettivo su tale aspetto.
Per descrivere la pressione ambientale esercitata dall’attività agricola si utilizzano gli indicatori
aggregati per SEL relativi alla Provincia di Livorno. A tale proposito si riportano nella Tab. 14
le incidenze delle superfici trattate con concimi chimici di sintesi e con erbicidi e antiparassitari. La Provincia di Livorno presenta valori elevati e superiori alla media regionale, sia per quanto riguarda la superficie concimata che quella trattata con erbicidi e antiparassitari. Questo dato si spiega con l’elevata pratica dell’agricoltura intensiva nella Provincia di Livorno, che richiede
elevati apporti dall’esterno.
La Val di Cornia, in particolare, presenta valori superiori ai corrispondenti provinciali e regionali, relativamente alla superficie concimata, mentre presenta valori sensibilmente inferiori per
quanto riguarda l’uso di erbicidi e antiparassitari.
Tab. 14. Indicatori di pressione ambientale agricoltura (fonte: elaborazione IRPET su dati censimento agricoltura 2000).
Suolo e sottosuolo
Area
Sel 14 Area Livornese
Sel 15.I Val di Cecina
Sel 16 Val di Cornia
Sel 17 Arcipelago
Provincia di Livorno
Toscana
Sup. uso erbic+antiparas./SAU
82,2
40,1
19,8
12,6
50,0
33,0
8.5 Determinanti
Gli impatti sull’ambiente determinati dalle attività antropiche sono stati riassunti mediante i
seguenti aspetti:
● Agricoltura
● Attività urbanizzativa
● Industria
8.5.1 Agricoltura
L’agricoltura costituisce una delle principali attività aventi impatto sul suolo e sul sottosuolo.
Uno degli indicatori più significativi per valutare la pressione esercitata dal settore agricolo sull’ambiente è il numero di aziende agricole presenti sul territorio in esame.
Nella Val di Cornia ci sono 2.464 aziende agricole per una superficie totale di circa 23.000 ha
(2000); queste rappresentano circa il 40% di tutte le aziende agricole presenti nella provincia
(circa 6.052). Nella Tab. 15 è indicata la distribuzione, per superficie occupata, delle aziende agricole per la Val di Cornia e la Provincia di Livorno.
162
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Sup. concimi chimici/SAU
144,2
130,0
143,0
29,2
135,0
89,8
Tab. 15. Distribuzione aziende agricole a livello comunale e provinciale
(fonte: ISTAT - 5° Censimento Generale dell’Agricoltura, 2001).
Classe
Meno di 1 ettaro
1–5
5 – 10
10 – 50
50 – 100
Oltre 100
Senza SAU
n° aziende 1990
526
730
367
373
28
17
12
Val di Cornia
n° aziende 2000
869
858
342
332
27
17
19
Provincia di Livorno
n° aziende 1990
n° aziende 2000
2.592
2.326
2.248
2.226
763
686
710
623
71
71
46
48
52
72
⌧ Fig. 4. Distribuzione aziende agricole per estensione (fonte: ISTAT - 5° Censimento Generale dell’Agricoltura, 2001).
Dalla ⌧ Fig. 4 si può notare che il numero delle aziende agricole presenti sul territorio diminuisce man mano che aumenta l’estensione della superficie occupata; ne deriva una maggiore diffusione di piccole e medie aziende.
Nel grafico seguente è indicato il numero delle aziende agricole della Val di Cornia in funzione
della tipologia di coltura. Il 44,6% delle aziende agricole è destinata alle coltivazioni legnose,
il 31,6% ai seminativi, il 18,7% agli orti familiari ed il restante 5,2% ai prati permanenti e pascoli.
Tab. 16. Superficie totale* e SAU comunali e provinciale (fonte: ISTAT - 5° Censimento Generale dell’Agricoltura, 2000).
Comuni
Campiglia M.ma
Piombino
San Vincenzo
Sassetta
Suvereto
VAL DI CORNIA
PROVINCIA
1990
Sup. totale (ha)
6.027,27
8.676,52
1.812,44
2.109,79
4.342,78
22.968,80
66.977,07
2000
SAU (ha)
4.809,69
6.013,79
1.395,65
511,45
3.352,58
16.083,16
38.817,06
Sup. totale (ha)
5.997,61
8.002,29
1.683,81
2.064,80
5.341,85
23.090,36
66.225,54
SAU (ha)
4.953,57
5.552,48
1.205,40
753,62
3.519,85
15.984,92
37.350,91
(*) area complessiva dei terreni dell'azienda formata dalla superficie agricola utilizzata, da quella coperta da arboricoltura da legno, da boschi, dalla superficie agraria non
utilizzata, nonché dall'area occupata da parchi e giardini ornamentali, fabbricati, stagni, canali, cortili situati entro il perimetro dei terreni che costituiscono l'azienda.
La ripartizione delle SAU, a livello di SEL e provinciale per destinazione nell’anno 2000, è
illustrata nel grafico seguente, dal quale si evince che in Val di Cornia la superficie agricola viene utilizzata principalmente per seminativi e in misura minore per coltivazioni legnose e pascoli.
163
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Nella Tab. 16 sono indicati i valori delle SAU (Superficie Agricola Utilizzata) sia a livello comunale, sia a livello di SEL che a livello provinciale per gli anni 1990 e 2000. Come si evince dalla lettura della tabella, a livello di SEL la SAU è diminuita di poco meno di 100 ha. Più in dettaglio, la SAU è diminuita in tutti i Comuni eccezion fatta per quello di Suvereto.
Nel 2000 la SAU del SEL ha rappresentato quasi il 43% della SAU provinciale e circa il 2% di quella regionale.
Suolo e sottosuolo
⌧ Fig. 5. Aziende agricole della Val di Cornia suddivise per destinazione (fonte: 5° Censimento Generale dell’Agricoltura, 2000).
⌧ Fig. 6. Ripartizione SAU per destinazione (fonte: 5° Censimento Generale dell’Agricoltura, 2000).
8.5.2 Attività urbanizzativa
La realizzazione di nuove infrastrutture e di nuovi lotti edificati (ad esempio, per residenziale,
terziario, industriale) determina una pressione sul suolo in termini di incremento di superficie
urbanizzata. Gli impatti sul suolo conseguenti all’incremento di superficie urbanizzata, oltre ad
essere direttamente collegati alla perdita della risorsa, si riassumono in una perdita di valore
qualitativo delle aree naturali, in una frammentazione delle unità colturali ed in un inquinamento
da fonti diffuse diverse da quelle agricole nonché un’alterazione del paesaggio naturale. L’attività urbanizzativa assume nello specifico il significato di cementificazione e “sigillatura” dei
suoli ad opera dell’edificazione del territorio; ciò deriva dal fatto che qualunque intervento edificatorio, così come qualsiasi intervento infrastrutturale, comporta il decorticamento e l’impermeabilizzazione della sede in cui si interviene.
In riferimento alla realizzazione di nuovi lotti edificati, nella Val di Cornia si sta assistendo ad un
progressivo aumento dei lotti edificati sebbene tra il 1998 ed 1999 si sia registrata una flessione.
Nel complesso nel quinquennio 1995-1999 sono stati realizzati nuovi lotti per oltre 1.592.000 m2.
Suolo e sottosuolo
Tab. 17. Realizzazioni di nuovi di fabbricati residenziali e non residenziali (compresi gli ampliamenti), abitazioni
residenziali e non residenziali (compresi vani e accessori), per Comune (Volume in m2 vuoto per pieno)
(fonte: Compendio statistico della Provincia di Livorno, 2001).
Rapporto sullo stato dell’ambiente
164
Comuni
Campiglia M.ma
Piombino
San Vincenzo
Sassetta
Suvereto
Val di Cornia
Provincia Livorno
1995
45.493
120.265
2.763
8.884
8.185
185.590
707.274
1996
31.429
219.503
4.984
440
2.487
258.843
899.605
1997
51.255
303.994
19.169
0
14.415
388.833
649.318
1998
81.931
330.793
1.710
0
7.719
422.153
807.177
1999
155.257
153.957
23.569
426
4.251
337.460
918.021
8.5.3 Industria
Le attività industriali più rilevanti in termini di impatti sul suolo e sottosuolo per la Val di Cornia, dall’indagine condotta, risultano essere:
● l’attività estrattiva, in quanto comporta depauperamento irreversibile di stock di materie prime e minerali oltre ad un evidente consumo di territorio;
● le aziende industriali, in quanto a loro sono associati potenziali rischi in termini di contaminazione
del suolo (ad esempio, sversamenti accidentali, presenza di attività produttive impattanti, discariche, stoccaggi temporanei ecc.) e consumo di suolo specie per l’area industriale di Piombino gran parte della quale è stata realizzata mediante il ritombamento di aree palustri con scorie e loppe di acciaieria.
Le aziende a rischio di incidente rilevante soggette agli obblighi previsti del D.Lgs 334/99 (normativa
“Seveso”) presenti in Val di Cornia, sono tutte concentrate nell’area industriale di Piombino.
Tab. 18. Aziende a rischio d’incidente rilevante presenti in Val di Cornia
(fonte: Regione Toscana, dati aggiornati a giugno 2003).
Aziende a rischio d’incidente rilevante
Lucchini SpA
SOL SpA
La Magonad’Italia SpA
PIOX srl
Obblighi di legge
Ai sensi dell’art. 8
Ai sensi dell’art. 8
Ai sensi dell’art. 6
Ai sensi dell’art. 6
D.Lgs 334/99 Rapporto di sicurezza
D.Lgs 334/99
D.Lgs 334/99 notifica
D.Lgs 334/99
La Magona d’Italia SpA ha realizzato un impianto per la produzione di idrogeno in sostituzione dello stoccaggio di ammoniaca presso lo stabilimento eliminando i rischi di incidente industriale
ai sensi del D.Lgs 334/99.
8.6 Risposte
8.6.2 Diffusione di pratiche sostenibili di uso del suolo
La diffusione di pratiche sostenibili può essere valutata attraverso l’indicatore numero di aziende
certificate secondo la norma internazionale ISO 14001. La norma ISO 14001 è lo standard internazionale indicante i requisiti di un sistema di gestione ambientale. Un’azienda che decide
(volontariamente) di certificarsi conformemente a tale norma si sottopone ad una visita ispettiva da parte di un Ente terzo accreditato che verifica la conformità del sistema di gestione in atto ai requisiti della norma di riferimento. Il Regolamento 761/2001/CE (EMAS) è la norma comunitaria di riferimento in materia di eco-gestione e audit. Essa intende favorire la razionalizzazione e la crescita delle capacità gestionali in campo ambientale, superando il mero rispetto degli obblighi di legge per promuovere, su base volontaria, il miglioramento continuo delle prestazioni ambientali, l’attiva partecipazione dei dipendenti e la creazione di un nuovo rapporto di fiducia con le istituzioni e con il pubblico.
Nel territorio della Val di Cornia sono presenti 6 aziende che possiedono la certificazione ambientale ed una con avvenuta Registrazione EMAS, mentre un’altra è in fase di registrazione.
L’elenco delle aziende certificate e registrate è riportato in Tab. 19.
165
Rapporto sullo stato dell’ambiente
8.6.1 Bonifiche di siti dismessi
L’attività di bonifica di siti dismessi ha un’importanza evidente sia dal punto di vista ambientale che da quello della sicurezza e dell’impatto sulla salute. Oggetto della bonifica è il risanamento
dei comparti ambientali (suolo, sottosuolo ed acque superficiali e profonde) compromessi
talora in modo irreversibile, da attività pregresse gestite con scarsa attenzione alla protezione dell’ambiente. Nello stesso ambito si collocano il recupero e la conversione di siti industriali
dismessi.
In adempimento a quanto riportato nella L.R. n.25/98 la Provincia di Livorno ha elaborato un
Piano Provinciale delle Bonifiche con l’indicazione dei seguenti aspetti:
● perimetrazione degli ambiti di bonifica,
● stima degli oneri finanziari per gli interventi di messa in sicurezza e/o di bonifica,
● quantità e qualità dei materiali da rimuovere e smaltire e modalità di smaltimento,
● elenco delle aree già messe in sicurezza e/o bonificate con i rispettivi vincoli di destinazione d’uso,
● definizione delle priorità di intervento di bonifica e/o messa in sicurezza delle aree inquinate
con l’indicazione dei termini entro i quali devono essere presentati i progetti.
Il Piano per l’intera provincia di Livorno interessa principalmente aree industriali attive e dismesse (circa 47%), a cui fanno seguito discariche (circa il 25%), aree commerciali (punti vendita carburanti)
con circa il 15% ed aree residenziali oggetto di eventi di contaminazione accidentale (circa il 13%).
In Val di Cornia vi è un solo sito che ha terminato l’iter della caratterizzazione e della bonifica
appartenenti ad aree industriali dimesse. Si tratta del sito LI53bis adiacente all’attuale discarica per RSU comprensoriale di Ischia di Crociano, dove dovrà sorgere la Piattaforma TAP Srl,
la cui superficie si aggira intorno agli 8 ettari. Nel paragrafo “Contaminazione del suolo e del
sottosuolo” sono indicati i siti presenti sul territorio che necessitano di bonifica o di messa in
sicurezza definitiva e lo stato di avanzamento delle attività di bonifica.
Suolo e sottosuolo
Al fine di mitigare l’inquinamento del suolo e del sottosuolo e diminuire l’impatto delle future attività antropiche sull’ambiente, in Val di Cornia sono state intraprese diverse iniziative, descritte attraverso i seguenti aspetti:
● Bonifiche di siti dismessi
● Diffusione di pratiche sostenibili di uso del suolo
Tab. 19. Aziende certificate per l’ambiente in Val di Cornia
(fonti: SINCERT e Ministero dell’Ambiente, dati aggiornati a maggio 2004).
Ragione sociale
ambientale e data rilascio
ISE srl
Comune
Scopo certificazione
Certificazione
Piombino
Prod di energia elettrica. Prod. di vapore e acqua calda
ISO 14001
20/12/2002
ISO 14001
05/03/2001
La Magona d’Italia SpA Piombino
Divisione Magona
Deccappaggio e rilaminazione a freddo di coils a caldo e loro
rivestimento mediante zincatura e verniciatura coil coating;
taglio e profilatura di laminati piani in acciaio rivestiti e
non rivestiti (zincati e preverniciati)
Lazzi Vi.Tur. SpA
San Vincenzo Gestione di complesso turistico residenziale, all'interno di un
parco di 320.000 mq, con formule hotel, villette, residence,
ristorante, bar, sale congressi, spiaggia privata, piscine.
Sider Piombino srl
Piombino
Progettazione e fabbricazione di recipienti in pressione,
carpenteria, gru e accessori di sollevamento, lavorazioni
meccaniche, manutenzione e revisione di macchine.
Solvay Chilica Italia SpA San Vincenzo Cava di calcare, per le fasi specifiche di estrazione
e frantumazione.
ASIU SpA
Piombino
Raccolta e Trattamento RSU
ISE srl
Piombino
Suolo e sottosuolo
La Magona d’Italia SpA Piombino
Divisione Magona
Decappaggio e rilaminazione a freddo di coils a caldo e loro
rivestimento mediante zincatura e verniciatura coil coating;
taglio e profilatura di laminati piani in acciaio rivestiti e
non rivestiti (zincati e preverniciati)
ISO 14001
24/10/2001
ISO 14001
30/01/2002
ISO 14001
2002
EMAS CE
761/2001
4/03/2004
In fase di
registrazione
EMAS CE
761/2001
Per quanto riguarda, invece, la diffusione di pratiche agricole biologiche, risulta che in Val di Cornia sono presenti 14 aziende che praticano l’agricoltura biologica. A livello provinciale, nel 2002
la superficie agricola coltivata secondo metodo biologici era di 2.482 ettari, corrispondenti al
3% della superficie biologica regionale ed al 6,6% della SAU provinciale. Il numero totale di aziende biologiche, pari a 133 nell’intera provincia, corrisponde al 5% regionale.
Confrontando i dati al 2002 con quelli riportati nel Rapporto sullo Stato dell’Ambiente della Provincia di Livorno del 1999, si nota che la variazione delle aziende biologiche livornesi è stata
inferiore a quella regionale e, precisamente, pari all’111% per la provincia contro il 201% per
la Toscana.
Tab. 20. Distribuzione delle aziende in conversione e delle aziende biologiche
(fonte: Elenco operatori biologici A.R.S.I.A. tratto da “L’agricoltura biologica, con particolare riferimento agli aspetti
normativi, di mercato ed alle sue manifestazioni in Val di Cornia” - Valeria Romani, Tesi di laurea, 2003).
166
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Prod. di energia elettrica. Produzione di vapore e acqua calda
ISO 14001
29/04/2004
Comune
Suvereto
Piombino
San Vincenzo
Campiglia M.ma
Sassetta
Totale Operatori
Distribuzione delle aziende in conversione in Val di Cornia al 31/12/02
Numero Operatori
% degli Operatori
6
33,34
5
27,78
5
27,78
1
5,55
1
5, 55
18
100,00
Comune
Suvereto
Piombino
San Vincenzo
Campiglia M.ma
Sassetta
Totale Operatori
Distribuzione delle aziende biologiche in Val di Cornia al 31/12/02
N. Operatori
% degli Operatori
6
42,86
3
21,43
3
21,43
1
7,14
1
7,14
14
100,00
9 Rifiuti
9.1 Introduzione al tema
Val.
trend
Presenza di siti da bonificare
e di rifiuti abbandonati
Produzione di rifiuti urbani
Produzione di rifiuti speciali
S
++
☺
P
P
+++
+++
Popolazione
D
++
☺
Turismo
D
+++
Attività produttive
D
+++
☺
Dotazione impiantistica per
il trattamento dei rifiuti
Attività di pianificazione
R
+++
☺
☺
R
+++
☺
☺
Attività di recupero e riciclaggio
R
+++
☺
Gestione rifiuti speciali
R
++
☺
Attività di sensibilizzazione,
educazione e formazione
R
+++
☺
☺
Obiettivo
9
Disincentivare l’apertura e/o l’ampliamento
di discariche e diminuire lo smaltimento del
rifiuto tal quale in discarica
Censire e recuperare le discariche non controllate
Diminuire la produzione di rifiuti pro-capite
Monitorare la tendenza in atto nella produzione
di rifiuti speciali, pericolosi e non
Diminuire la quantità di rifiuti prodotti ed
aumentare la raccolta differenziata
Diminuire l’incidenza del turismo su quantità
e tipologia di rifiuti prodotti
Diminuire l’incidenza delle attività industriali
nella produzione di rifiuti, con particolare riferimento
ai rifiuti speciali
Potenziare il numero e la capacità di trattamento
degli impianti di trattamento dei rifiuti
Razionalizzare lo smaltimento dei rifiuti,
diminuendo la dipendenza dalle discariche
e massimizzando raccolta differenziata
e chiusura dei cicli
Aumentare e diversificare le attività di recupero
e riciclaggio
Aumentare la possibilità di riutilizzo dei rifiuti
industriali
Diversificare gli eventi di coinvolgimento della
popolazione sul corretto smaltimento dei rifiuti
9.2 Descrizione del tema
La produzione dei rifiuti è progressivamente aumentata negli ultimi decenni quale sintomo del
progresso economico e dell’aumento dei consumi. La diversificazione dei processi produttivi
ha, inoltre, generato la moltiplicazione della tipologia dei rifiuti con effetti sempre più nocivi
per l’ambiente. La quantità totale dei rifiuti rappresenta, indubbiamente, una misura dell’impoverimento delle risorse, sebbene l’impatto generato sull’ambiente non dipenda solo dalla
quantità, ma anche e soprattutto dalla qualità dei rifiuti. Le sostanze pericolose in essi contenute, anche in piccole quantità, possono generare, infatti, notevoli impatti sull’ambiente (suolo, sottosuolo, ciclo delle acque, atmosfera e catena alimentare).
La problematica rappresentata dall’aumento delle quantità di rifiuti non può essere arginata
solamente tramite una gestione più efficiente ed un maggiore tasso di riciclo; emerge chiaramente l’esigenza di analizzare e gestire il problema rifiuti come una componente dei
flussi totali di materia che attraversa la società, inserendo la gestione dei rifiuti all’interno
di una strategia integrata di sviluppo sostenibile, che abbia, tra le priorità, la riduzione
dell’utilizzo delle risorse, il minore consumo di energia e la minimizzazione delle emissioni alla fonte.
In Italia, il principale riferimento normativo in materia di rifiuti è il Decreto Legislativo 5
febbraio 1997 n. 22 “Attuazione delle direttive 91/156/CEE sui rifiuti, 91/689/CEE sui rifiuti pericolosi e 94/62/CE sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio”, noto come “Decreto Ronchi”. Il decreto
ridisegna il quadro normativo nazionale in materia di gestione dei rifiuti ed introduce specifiche disposizioni che modificano l’intero settore.
Stato
A Piombino, in località Ischia di Crociano, vengono raccolti tutti i rifiuti solidi urbani prodotti
nei Comuni della Val di Cornia. La discarica è costituita da 5 lotti: attualmente 3 sono già stati coltivati mentre il quarto è in fase di coltivazione.
Rifiuti
Presenza di discariche attive
D/P Disp. Val.
S/R Dati Stock
S +++ ☺
167
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Aspetto
Sempre a Piombino, all’interno dell’area industriale, è presente una seconda discarica di 2a categoria, gestita dalla Lucchini SpA, in cui vengono conferiti rifiuti speciali di origine industriale.
Grazie all’impegno delle amministrazioni comunali concretizzatosi con la creazione di centri
di raccolta, isole e piattaforme ecologiche in Val di Cornia si è registrata la quasi totale scomparsa del fenomeno dell’abbandono dei rifiuti.
Pressione
La produzione totale dei rifiuti solidi urbani è in continua crescita in tutta la Val di Cornia, così come emerge dall’analisi dei dati annuali. Eccezion fatta per Piombino, anche la produzione pro-capite annua segue lo stesso trend: questa tendenza è marcata per il Comune di San
Vincenzo, per il quale, come giustificazione, bisogna tener presente una maggior afflusso turistico rispetto agli altri Comuni della Val di Cornia.
Per quanto riguarda la produzione di rifiuti speciali, solo una piccola percentuale, pari a meno del 3%, è classificata come pericolosa. Come è prevedibile il contributo maggiore nella produzione di rifiuti speciali è dato dal Comune di Piombino, in cui sono presenti le realtà industriali più importanti della zona.
Determinanti
La popolazione residente in Val di Cornia ha registrato un decremento pari al 6% nella decade che va dal 1991 al 2001. La densità degli abitanti sul territorio in esame è molto più bassa
del corrispondente dato provinciale.
La Val di Cornia negli ultimi anni sta acquisendo una sempre crescente vocazione turistica: oltre a San Vincenzo, tradizionalmente meta di turismo, anche gli altri Comuni, in particolar
modo Piombino e Suvereto, hanno visto crescere sensibilmente le presenze turistiche nel
proprio territorio.
Un altro aspetto che impatta in maniera significativa sulla produzione di rifiuti sono le attività
produttive. Per quanto riguarda il numero di unità produttive, il settore più sviluppato è quello dei servizi. A livello di numero di addetti, invece, è l’industria che presenta il dato più alto.
Rifiuti
Risposte
Il tema della gestione dei rifiuti è stato affrontato da parte delle autorità competenti attraverso la pianificazione e messa in atto di una serie di risposte, ossia misure specifiche per i singoli Comuni volte alla prevenzione della produzione di rifiuti e, soprattutto, al recupero e riciclaggio dei rifiuti raccolti. Nel complesso in Val di Cornia è in aumento la percentuale di rifiuti riciclati; da questo punto di vista, però, solo il Comune di Piombino è riuscito a rispettare i
traguardi imposti dalla normativa di riferimento (Decreto Ronchi).
Non è stato ancora risolto il problema dei rifiuti speciali, pericolosi e non, per i quali è previsto solo lo smaltimento in discarica, in mancanza di termodistruttori all’interno della ATO 4.
Per quanto concerne alcuni specifici flussi di rifiuti speciali di origine industriale è in fase di realizzazione la piattaforma TAP per il loro trattamento e successiva inertizzazione seguita da
reimmissione sul mercato locale.
L’attività di sensibilizzazione, educazione e formazione viene promossa dagli enti locali con diverse iniziative finalizzate prevalentemente a raggiungere un sempre più elevato livello di partecipazione da parte della popolazione.
Rapporto sullo stato dell’ambiente
168
9.3 Stato
In riferimento al territorio della Val di Cornia la situazione del tema ambientale relativo ai rifiuti
è stato descritto attraverso i seguenti aspetti:
● Presenza di discariche attive
● Presenza di siti da bonificare e di rifiuti abbandonati
9.3.1 Presenza di discariche attive
Tutti i 5 Comuni della Val di Cornia conferiscono in un unico impianto di trattamento dei Rifiuti
Solidi Urbani ubicato nel Comune di Piombino in Località Ischia di Crociano dove è presente
anche l’unica discarica comprensoriale. Nella discarica sono state smaltite 135.052 t di rifiuti nel 2003.
La discarica di servizio di Ischia di Crociano è costituita complessivamente da 5 lotti di cui 3
già coltivati. Attualmente è in fase di coltivazione il IV Lotto e ha una potenzialità ricettiva di
circa 500.000 m3 di rifiuti. I moduli sono coltivati in rilevato e pertanto prima della loro attivazione necessitano della realizzazione di un rilevato in terra lungo il perimetro del lotto quale
limite fisico di confinamento dei rifiuti. Ogni modulo è dotato di pozzo di raccolta liquami poz-
zo ispezione attivo per verificare eventuali rotture del primo telo. La raccolta dei liquami viene convogliata in una vasca di accumulo dalla quale sono emunti i liquami per essere convogliati all’impianto di trattamento reflui che provvede alla loro depurazione e la fornitura di un
acqua industriale per i servizi interni. Nella
Tab. 1 si riporta sommariamente l’articolazione dell’impianto di trattamento di Ischia di Crociano.
Tab. 1. Assetto impiantistico Ischia di Crociano.
Impianto
Selezionatore
Produzione CDR
Stabilizzazione frazione organica
Impianto produzione compost verde
Impianto granulazione inerti
Discarica
Proprietà
Gestore attuale
T.A.P.
T.A.P.
T.A.P.
T.A.P.
T.A.P.
T.A.P.
A.S.I.U.
A.S.I.U.
A.S.I.U.
A.S.I.U.
A.S.I.U.
A.S.I.U.
Potenzialità minima
richiesta t/g
96
50
31
5.000 T/anno
15.000 T/anno
21*
Stato di fatto
In esercizio
In fase di avvio
In esercizio
In esercizio
In esercizio
In esercizio
*esclusi flussi di FOS eventualmente smaltiti in discarica
All’interno del perimetro industriale è presente anche una discarica di 2° categoria tipo B, per
rifiuti speciali di origine industriale gestita direttamente dalla Lucchini SpA nella quale possono essere smaltiti, mediante stoccaggio definitivo, diverse tipologie di rifiuti speciali non pericolosi provenienti dai diversi cicli produttivi. Nel 2003 sono stati smaltiti 128.802 t di rifiuti.
Il progetto approvato prevedeva la realizzazione della discarica in tre lotti, da predisporre in
fasi successive, delle seguenti volumetrie:
– Lotto 1: 159.000 m3;
– Lotto 2: 194.000 m3;
– Lotto 3: 177.000 m3.
L’esercizio del primo lotto è stato autorizzato con atto n. 19/7N del 16/05/2001 e la gestione
si è conclusa nell’agosto 2003. Attualmente risulta in esercizio il secondo lotto: la capacità complessiva autorizzata del lotto è di 194.000 m3 pari a 349.000 tonnellate.
Le tipologie di RSU non pericolosi autorizzate allo smaltimento nella discarica aziendale, come riportate dall’atto autorizzatorio sono definite specificamente come di seguito riportato.
9.3.2 Presenza di siti da bonificare e di rifiuti abbandonati
Per quanto riguarda i siti da bonificare - intesi come discariche dismesse o aree industriali le
cui lavorazioni hanno prodotto la necessità di bonifica - di seguito si riportano i dati forniti dal
Piano Provinciale di gestione delle bonifiche dei siti inquinati (Legge Regionale n. 25/98, adottato
dal Consiglio Provinciale con delibera n. 247 del 18/12/2003).
169
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Tipologia di rifiuto
Codice CER
Polveri e residui affini diversi da quelli di cui alla voce 030107
010308
Rifiuti dal trattamento delle scorie
100201
Scorie non trattate
100202
Rifiuti prodotti dal trattamento fumi diversi da quelli di cui alla voce 100207
100208
Fanghi e residui di filtrazione prodotti dal trattamento dei fumi
100214
Altri fanghi e residui di filtrazione
100215
Altri rifiuti non specificati altrimenti
100299
Rivestimenti e materiali refrattari a base di carbone provenienti dalle lavorazioni metallurgiche,
161102
diversi da quelli di cui alla voce 161101
Fanghi prodotti da altri trattamenti delle acque reflue industriali, diversi da quelli di cui alla voce 190813 190814
Rifiuti
Tab. 3. Tipologia RSU non pericolosi autorizzati allo smaltimento nella discarica aziendale.
Tab. 4. Siti inseriti nel piano bonifiche (fonte: Piano Bonifiche, 2003- Regione Toscana).
Comuni
Campiglia M.ma
Piombino
San Vincenzo
Sassetta
Suvereto
VAL DI CORNIA
Siti inseriti nel Piano Bonifiche
1
16
3
2
1
23
Da alcuni anni non si registra più la presenza diffusa di accumuli non controllati di rifiuti, in particolare ingombranti e scarti edili. La realizzazione di centri di raccolta, isole e piattaforme ecologiche sparse su tutto il territorio della Val di Cornia, unitariamente ad una gestione integrata della raccolta dei rifiuti da parte di ASIU SpA, nonché una legislazione sempre più rigida
hanno avuto come risultato la quasi definitiva scomparsa del fenomeno dell’abbandono dei
rifiuti nelle campagne, lungo i corsi d’acqua, paludi e lungo le strade .
9.4 Pressioni
Rifiuti
Di seguito si riportano i fattori di pressione sul tema rifiuti, che si riferiscono principalmente
alla produzione di rifiuti. Gli aspetti utilizzati sono i seguenti e ciascuno è descritto attraverso
uno o più indicatori:
● Produzione di rifiuti urbani
● Produzione di rifiuti speciali
Rapporto sullo stato dell’ambiente
170
9.4.1 Produzione di rifiuti urbani
La produzione totale dei rifiuti è uno degli indicatori fondamentali per monitorare e verificare il tema ambientale dei rifiuti. Il valore di questo indicatore è stato anche utilizzato come dato-obiettivo nel V Programma europeo di Azione Ambientale (conclusosi nel dicembre 2000) che ha fissato il traguardo a 300 Kg/procapite per anno. Nella Tab. 5 seguente si riportano le produzioni totali di Rifiuti solidi urbani per 4 Comuni della Val di Cornia nell’arco temporale dal 1999
al 2003 (escluso il Comune di Sassetta per il quale mancano dati certi anche se una stima induce ad una produzione che si attesta in circa 230 t/anno).
Nella discarica comprensoriale di Ischia di Crociano confluiscono anche i rifiuti di due Comuni esterni alla Val di Cornia ed in regime di convenzione da circa 10 anni; si tratta del Comune
di Castagneto Carducci con una produzione annua pari a 9.338,33 t di RSU e di 3.272.840 Kg
di Raccolta differenziata per l’anno 2003 ed il Comune di Monteverdi M.mo (Prov. Pisa) con una produzione di RSU pari a 220 t/anno medie annue.
I dati evidenziati dalla Tab. 5 e dalla ⌧ Fig. 1 mettono in risalto un trend di crescita della produzione dei rifiuti solidi urbani in tutta la Val di Cornia, anche se è opportuno sottolineare che
l’aumento verificatosi nel 2000 di circa 3.000 t (soprattutto nei Comuni di Piombino e Campiglia M.ma) non si è mantenuto negli anni successivi.
Tab. 5. Totale tonnellate rifiuti prodotti (RSU- RSNP-RD) (fonte: ASIU SpA).
Comuni
Piombino
Campiglia M.ma
San Vincenzo
Suvereto
TOTALE
1999
21.110,760
5.698,680
6.985,040
1.189,240
34.983,720
2000
22.681,219
6.719,940
7.089,070
1.340,290
37.830,519
2001
22.424,749
7.447,620
7.423,230
1.441,440
38.737,039
2002
22.518,910
7.455,156
7.721,320
1.495,980
39.191,366
2003
22.165,215
7.589,520
7.971,670
1.804,070
39.530,475
⌧ Fig. 1. Variazione delle produzioni di RSU in Val di Cornia.
Altro importante parametro da tenere in considerazione per una completa analisi sulla gestione
dei rifiuti è certamente la produzione pro-capite annua per ogni singolo Comune. I dati riferiti ai
4 Comuni sono di seguito riportati in Tab. 6; nella ⌧ Fig. 2 si pone subito in evidenza come il
Comune di San Vincenzo abbia una produzione pro-capite superiore a 1.000 Kg/ab/anno ben maggiore rispetto agli altri Comuni della Val di Cornia che si attestano ben sotto i 700 Kg/ab/anno.
Tale disparità è dovuta all’economia legata al turismo di massa che contraddistingue San Vincenzo rispetto agli altri Comuni.
Nell’arco di tempo dei 4 anni presi in esame si nota un evidente e costante aumento della produzione di RSU pro-capite per i tutti i Comuni, eccezion fatta per Piombino, che nel 2001 e nel
2003 ha registrato delle diminuzioni.
Tab. 6.Produzione RSU pro-capite in Val di Cornia (Kg/ab/anno).
2000
668,57
535,88
1.083,96
462,65
676,73
2001
661,01
593,91
1.135,05
497,56
692,95
2002
663,79
594,51
1.180,63
516,39
701,07
⌧ Fig. 2. Raffronto nella produzione di RSU pro-capite negli ultimi anni (fonte: ASIU SpA).
2003
653,36
605,22
1.218,91
622,74
707,14
Rifiuti
1999
622,28
454,44
1.068,05
410,51
625,80
171
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Comuni
Piombino
Campiglia M.ma
San Vincenzo
Suvereto
TOTALE
Nell’ambito dell’ATO 4 di appartenenza, l’area di raccolta della Val di Cornia produce un quantitativo di rifiuti urbani pari a 29.600,66 t/anno (dato al 2002), pari a quasi il 16% della produzione dell’ATO 4; quest’ultima, attualmente, è uguale a 197.610 t di RU tal quale e 28.478 t da
RD provenienti dalle diverse aree di raccolta.
Tab. 8. Produzione di rifiuti solidi urbani (tonnellate/anno), 2002
(fonte: Elaborazione Regione Toscana su dati ARRR – Agenzia Regionale Recupero Risorse, modificato).
SEL
Area Livornese
Val di Cecina - Q. Costiero
Val di Cecina - Q. interno
Val di Cornia
Arcipelago
RSU (t)
75.792,72
44.605,72
14.230,86
29.600,66
27.716,27
⌧ Fig. 3. Produzione RSU per SEL, 2002 (fonte: Segnali ambientali in Toscana 2003).
Nel 2002 il tasso di produzione annuo pro-capite di RSU della Regione Toscana è stato di 663
Kg; nello stesso anno, il dato provinciale è stato pari a 711 Kg e cioè uno dei valori più alti di
tutta la Regione. Il dato relativo alla Val di Cornia è superiore a quello regionale, ma si attesta
al di sotto di quello provinciale.
Rifiuti
Tab. 9. Produzione pro-capite di RSU e RD (fonte: Segnali ambientali in Toscana 2003 (modificato).
Rapporto sullo stato dell’ambiente
172
Anno 2002
Val di Cornia
Regione Toscana
Produzione RU pro-capite Kg/ab/anno
698
663
Raccolta diffe. pro-capite Kg/ab/anno
170
172
⌧ Fig. 4. Elaborazione grafica dei dati presentati dalla tabella precedente.
Nelle ⌧ Fig. 6 e ⌧ Fig. 7 è riportato rispettivamente il trend, dal 1999 al 2002, della produzione
annua e di quella pro-capite di rifiuti urbani, relative all’ATO 4 e alla Regione Toscana. Nel periodo considerato, nella produzione totale è stato registrato un incremento di 4,5% per l’ATO
4, mentre di 8,7% per la Regione Toscana. Lo stesso andamento lo ha presentato anche la produzione pro-capite (4,8% per l’ATO 4 e 8,4% per la Regione Toscana).
⌧ Fig. 5. Produzione annua di RSU totali (t/anno) per ATO 4 e Regione Toscana.
Tab. 10. Produzione rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi in Val di Cornia.
Rifiuti Speciali
RSNP totali (t/a)
RSP totali (t/a)
RS totali (t/a)
1999*
86.940
7.773
94.713
2000**
113.029
6.052
119.081
2001***
201.726
5.869
207.595
Provincia 2001
888.700
93.621
982.321
*Fonte: 2° Rapporto sullo stato dell’ambiente della Provincia di Livorno, dicembre 2003;
**Fonte: ARRR (Agenzia Regionale Recupero Risorse) 2000;
***Fonte: ARPAT (Segnali ambientali in Toscana 2003).
173
Rapporto sullo stato dell’ambiente
9.4.2 Produzione di rifiuti speciali
Nei Comuni della Val di Cornia la produzione complessiva di rifiuti speciali risulta nel 2001 pari a 207.595 t (si veda Tab. 10 e ⌧ Fig. 9), di cui 201.726 t costituite da rifiuti speciali non pericolosi (97,17% del totale) e 5.869 t da rifiuti speciali pericolosi (2,83% del totale). Complessivamente la produzione di rifiuti speciali nella Val di Cornia è pari al 21,13% di quella a livello di ATO 4. In questa produzione non si tiene conto del flusso dei rifiuti speciali di provenienza
industriale relativo alle scorie e loppe di acciaieria (vedi box).
A livello di singoli Comuni, la produzione pro-capite massima di rifiuti speciali si registra nel Comune di Piombino (dato del 2000), cui segue Campiglia M.ma.
Rifiuti
⌧ Fig. 6. Produzione pro-capite di RSU totali (Kg/ab*anno) per ATO 4 e Regione Toscana. (fonte: Regione Toscana).
⌧ Fig. 7. Andamento della produzione di rifiuti speciali pericolosi e non nella Val di Cornia.
Tab. 12. Produzione rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi Val di Cornia, 2000 (fonte ARRR).
Comuni
Campiglia M.ma
Piombino
San Vincenzo
Sassetta
Suvereto
VAL DI CORNIA
PROVINCIA
TOSCANA
Rifiuti speciali P
(t/anno)
73
5.923
39
0
17
6.052
21.096
205.927
Rifiuti speciali NP
(t/anno)
27.338
82.370
1.616
211
1.494
113.029
567.770
6.241.265
Rifiuti speciali totali
(t/anno)
27.411
88.292
1.655
211
1.511
119.080
588.866
6.447.192
Rifiuti speciali su superficie
(t/Km2)
329
677
50
8
16
245
325
257
Rifiuti
⌧ Fig. 8. Quantità di rifiuti speciali prodotti per Comune e totale Val di Cornia, 2000 (fonte: ARRR).
Rapporto sullo stato dell’ambiente
174
⌧ Fig. 9. Produzione pro-capite di rifiuti speciali (pericolosi e non) in Kg/ab/anno (2000).
I flussi di rifiuti industriali
La produzione dei rifiuti industriali nel 1997 è stato pari a 1.147.174 tonnellate, esclusivamente provenienti dal Comune di Piombino, articolati come indicato nella tabella seguente.
Su una produzione regionale di rifiuti speciali pari a 6,5 milioni di t/anno (dato del l’anno
2001), circa 1 milione provengono dallo stabilimento siderurgico Lucchini spa. Trattasi prevalentemente di scorie e loppe di acciaieria che fino ad oggi sono stati utilizzati quale materiale di riempimento dell’area palustre presente all’interno del perimetro industriale per uno
spessore medio di circa 3-4 metri. Un tale quantitativo di materiale in assenza di adeguati stoccaggio, trattamento e recupero costituisce oltre che una sorgente di emissioni di polveri, una
vera e propria emergenza ambientale.
Rispetto ai dati di produzione del 1999 e 2000 di fonte MUD, nel 2001 si assiste ad un netto
rialzo della produzione dichiarata di rifiuti speciali che si assesta su quantitativi pari a circa 140.000
tonnellate, tuttavia i valori non sono esaustivi dei sottoprodotti derivanti dal ciclo integrale dell’acciaio e delle giacenze. Infatti, i dati aziendali (1997) evidenziano 44 tipologie di rifiuti generali
con una produzione di 1.136.471 t/anno di sottoprodotti. I dati ricavati dalle dichiarazioni
MUD, nel caso specifico possono essere solo indice di un inizio di gestione del problema rifiuti nel polo siderurgico. Continuano a non essere dichiarati i flussi più significativi dei sottoprodotti
(loppe e scorie d’acciaieria di circa 850.000 t/anno). Le scorie continuano ad accumularsi a piè
di produzione con i relativi problemi ambientali, aggravati, se non adeguatamente stoccati dai
flussi di polverino d’altoforno (P.A.F.), scorie secondarie d’acciaieria, fanghi e polveri derivanti dagli abbattimenti delle emissioni in atmosfera che rappresentano categorie di sottoprodotti/rifiuti
potenzialmente riutilizzati direttamente dall’azienda nel proprio ciclo di lavorazione o oggetto di smaltimento nella discarica aziendale.
9.5 Determinanti
L’impatto delle attività antropiche in tema di rifiuti sono state evidenziate attraverso l’utilizzo
dei seguenti aspetti:
● Popolazione
● Turismo
● Attività produttive
9.5.1 Popolazione
La popolazione complessiva della Val di Cornia al 2001 è di 56.450 abitanti, pari al 17,3% della popolazione della Provincia Livorno (si veda Tab. 13). Inoltre la densità abitativa media nei
Comuni della Val di Cornia è di 154 ab/Km2, contro i 270 della Provincia. Nel complesso si nota una diminuzione della popolazione della Val di Cornia tra il 1991 e il 2001 di circa 3600 unità pari al 6% del totale.
Popolazione residente censita
al 21/10/2001
al 20/10/1991
Campiglia M.ma
Piombino
San Vincenzo
Sassetta
Suvereto
VAL DI CORNIA
PROVINCIA DI LIVORNO
12.540
33.925
6.540
548
2.897
56.450
326.444
12.513
36.774
7.175
553
3.053
60.068
336.626
Variaz. di popolazione
tra il 1991 ed il 2001
valori assoluti
percentuali
27
0
-2.849
-8
-635
-9
-5
-1
-156
-5
-3.618
-6
-10.182
-3
Densità
per Km2
al 2001
150
261
196
21
31
154
270
9.5.2 Turismo
La Val di Cornia da alcuni anni sta sempre più assumendo una dimensione di centro turistico
estivo secondo solo all’Isola d’Elba nel panorama provinciale. Oramai possiamo annoverare
come centri turistici non solo il Comune di San Vincenzo, ma anche Piombino per quanto
concerne il turismo balneare e Campiglia M.ma, Suvereto e Sassetta per un turismo di qualità
legato alla eno-gastronomia e alle strutture agrituristiche.
Logicamente la presenza dei flussi turistici, concentrati perlopiù nei mesi estivi determinano
particolari problemi nella gestione dei flussi dei rifiuti. Abbiamo già evidenziato nei prece-
175
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Comuni
Rifiuti
Tab. 13. Popolazione residente e densità abitativa, ab/Km2 (fonte: ISTAT).
denti paragrafi come la produzione media annua pro-capite (depurata dalla RD) a San Vincenzo
raggiunge valori intorno alle 900 Kg/ab/anno, paragonabili ad altri centri turistici rilevanti della toscana (per esempio, Viareggio con 923 Kg/ab/anno).
Tab. 14. Presenze turistiche in Val di Cornia, 1999-2003 (fonte: Speciale “Piombino Oggi”, supplemento marzo 2004).
Comuni
Campiglia M.ma
Piombino
San Vincenzo
Sassetta
Suvereto
Presenza media
1999
67.728
504.327
552.512
9.666
8.486
2003
81.903
558.935
537.900
12.781
18.245
Diff. assoluta e percentuale tra il 1999 e il 2003
variazione
variazione %
+ 14.175
+17,30
+54.608
+9,77
-14.612
-2,71
+3.115
+24,37
+9.759
+53,48
Il grafico sotto riportato evidenzia i picchi delle produzioni di RSU specie per i Comuni Piombino e San Vincenzo ed in misura minore per Campiglia M.ma e Suvereto. Da notare come nel
periodo estivo le produzioni di San Vincenzo siano circa la metà di quelle di Piombino, mentre nel periodo invernale sono circa un quarto.
Rifiuti
⌧ Fig. 10. RSU prodotti nei Comuni della Val di Cornia nei diversi mesi dell’anno 2002
(fonte: Analisi energetica relativa al Circondario della Val di Cornia. Università di Firenze, 2004).
Rapporto sullo stato dell’ambiente
176
9.5.3 Attività produttive
Le attività produttive, in genere, svolgono un ruolo molto importante nell’ambito della produzione
di rifiuti, con particolare riferimento ai rifiuti speciali. Nel caso specifico della Val di Cornia, l’attività prevalente riguarda i servizi, seguita dal commercio e dall’industria.
Le unità locali produttive presenti nel 2001 erano 4.515; 1.787 di queste afferiscono al settore dei servizi, 1.390 a quello del commercio, 924 all’industria, e 414 a quello delle Istituzioni.
( Tab. 15). Nello stesso anno, il totale degli addetti è stato di 20.132, dei quali 5.579 impiegati nel settore dei servizi, 3.892 nel commercio, 7.665 in quello dell’industria e 2.996 nelle Istituzioni (⌧ Fig. 14).
Tab. 15. Censimento anni 1991 e 2001 (fonte: dato ISTAT – 8° Censimento Industria e Servizi 2001).
Unità produttive
Industria
Commercio
Servizi
Istituzioni
TOTALE
1991
802
1.483
1.302
403
3.990
Addetti
2001
924
1.390
1.787
414
4515
1991
9.621
4.211
4.529
2.891
21.252
2001
7.665
3.892
5.579
2.996
20.132
⌧ Fig. 11. Elaborazione grafica dei dati sopra riportati.
9.6 Risposte
L’impiantistica per i rifiuti urbani a Ischia di Crociano
L’impiantistica per i trattamento dei rifiuti urbani prevede varie lavorazioni e l’ottenimento di
vari prodotti; tra questi i compost ed il combustibile. A seguire le varie impiantistiche ed i prodotti ottenuti dalle attività di riciclo dei rifiuti.
Impianto per la produzione di compost verde
Compost verde di qualità che si ottiene con scarti di frutta, verdura e fiori provenienti da raccolta differenziata specifica, miscelati con scarti di potature anch’essi selezionati alla fonte. L’impianto nel quale viene realizzato il compost verde è definito del tipo “a trincea dinamica”. Il ciclo di produzione prevede:
● una tritatura del materiale in ingresso;
● una trasformazione in trincea dinamica mediante insufflaggio di aria e rivoltamento;
● una fase di maturazione necessaria al processo di umificazione, con disposizione del materiale in cumuli statici;
● una fase di vagliatura e raffinazione;
● insacchettamento per la commercializzazione.
177
Rapporto sullo stato dell’ambiente
9.6.1 Dotazione impiantistica per il trattamento dei rifiuti
Prima di procedere all’illustrazione degli aspetti connessi alle principali caratteristiche della gestione dei rifiuti nella Val di Cornia, e più in generale nell’ATO 4, si riporta di seguito una breve descrizione dello stato dell’arte della dotazione impiantistica nel territorio in esame.
La dotazione impiantistica dei Comuni della Val di Cornia è costituita dagli impianti di Ischia
di Crociano (Comune di Piombino), per il trattamento recupero e riciclaggio dei rifiuti urbani
ed assimilati e dei rifiuti industriali.
A Ischia di Crociano sono presenti i seguenti impianti:
● un impianto di selezione dei rifiuti urbani;
● un impianto per la produzione di compost verde da raccolta differenziata;
● un impianto per la granulazione dei materiali provenienti dalle civili demolizioni;
● la discarica di servizio per ospitare i gli scarti delle lavorazioni dell’impianto stesso e tutte
le tipologie dei rifiuti speciali ed assimilati;
● un impianto per il lavaggio ed il trattamento dell’aria all’interno dei capannoni dove si svolgono le varie lavorazioni dei rifiuti;
● un impianto per la depurazione ed il trattamento delle acque reflue prodotte nell’impianto
e dalla discarica.
Gli impianti di Ischia di Crociano sono di proprietà dalla società TAP srl, Tecnologie Ambientali Pulite. Si tratta di una società a responsabilità limitata nata nel 1995, frutto di un accordo tra Comune di Piombino e Lucchini siderurgica. Oggi TAP srl è composta da Comune di Piombino (70%), Lucchini Siderurgica (24,9%) e ASIU SpA (5,1%).
Rifiuti
Le iniziative intraprese in Val di Cornia per rispondere all’esigenza di ridurre l’impatto ambientale esercitato dalla produzione dei rifiuti e dalla loro conseguente gestione, sono state riassunte descrivendo i seguenti aspetti:
● Dotazione impiantistica per il trattamento dei rifiuti
● Attività di pianificazione
● Attività di recupero e riciclaggio
● Gestione rifiuti speciali
● Attività di sensibilizzazione, educazione e formazione
Impianto per la pressatura e selezione dei RSU
L’impianto è deputato alla pressatura della frazione secca proveniente dalla selezione di rifiuti urbani non trattata dall'impianto CDR e dei materiali provenienti dalla raccolta differenziata della plastica e delle carta.
Con lo scarico dei rifiuti presso l’impianto inizia il ciclo di lavorazione di RSU che consentirà
di separare la frazione secca inorganica (carta, plastica, cartone. legno, stracci ecc.) dalla frazione umida (resti alimentari). L’impianto è capace di trattare circa 30 tonnellate all’ora di Rifiuti solidi urbani non differenziati. I materiali raccolti dai cassonetti vengono scaricati e quindi, attraverso un nastro trasportatore, immessi in un trituratore. Dopo questa fase il rifiuto viene vagliato mediante due vagli cilindrici orizzontali e si ottiene la separazione delle due frazioni.
La componente "secca" viene avviata all'impianto di produzione del CDR (in fase di realizzazione)
previo passaggio da un nastro deferrizzatore che provvede a intercettare e recuperare i metalli
presenti. La frazione umida prosegue il suo percorso, subisce una ulteriore vagliatura che permette di separare tutto il materiale fine (sottovaglio prettamente materiale inorganico) che, convogliato in appositi cassoni, viene inviato in discarica e che rappresenta lo scarto della selezione dei rifiuti non recuperabile. La componente organica in pezzatura da 10-80 millimetri viene convogliata nei bioreattori per la stabilizzazione aerobica.
Rifiuti
I bioreattori
Sono due grossi cilindri in acciaio (diametro 3,5 mt, lunghezza 35 mt) chiusi alle due estremità,
posti sotto aspirazione e provvisti di un sistema di insufflaggio d'aria. La frazione organica vi
viene immessa attraverso un sistema di nastri trasportatori e tramogge. Qui stazionerà mediamente
per 48 ore. Durante questo periodo la rotazione costante dei bioreattori e l'aria insufflata si occupano della stabilizzazione della sostanza organica immessa. Dopo questa fase, sempre attraverso tramogge e nastri trasportatori, il materiale organico trattato viene inviata nell'aia di
maturazione.
Il materiale in uscita dai bioreattori subisce un processo di deferrizzazione mediante passaggio sotto apposito nastro. Quindi viene convogliato ad un nastro partitore che provvede a formare i cumuli nell'aia di maturazione.
In questo locale la frazione staziona per un mese e viene rivoltata giornalmente mediante apposita macchina voltacumuli che ha il compito di evitare l'impaccamento e spostare il materiale giorno dopo giorno alla postazione in uscita. Il materiale che esce dall'aia di maturazione nella quale ha soggiornato un mese viene messo a parco per altri due mesi prima di poter
essere utilizzato. Nella fase di messa a parco viene periodicamente rivoltato mediante l'utilizzo di pale meccaniche gommate.
Rapporto sullo stato dell’ambiente
178
Impianto per la produzione di CDR
Il CDR ovvero combustibile derivato dai rifiuti è un prodotto che si realizza con la frazione secca presente nei rifiuti. L’impianto in fase di costruzione ed in esercizio entro il 2005 permetterà
di recuperare la parte organica per la produzione di compost e la parte inorganica presente nei
rifiuti urbani (attualmente pressata ed inviata in discarica) traendone da questa un combustibile con un potere calorifico di circa 5.000-5.500 Kcal/Kg da utilizzare nei termovalorizzatori per
la produzione di energia elettrica.
Il rifiuto in ingresso sarà prima privato delle componenti metalliche eventualmente presenti,
quindi subirà un processo di triturazione minuta, per poi passare nuovamente da nastri deferrizzatori
e quindi essere avviato a presse addensatici che lo trasformeranno in barre per aumentarne il
peso specifico e facilitarne il trasporto agli impianti utilizzatori.
Ad oggi l’impianto per la produzione di CDR (che assicurerà una produzione di 18 t/ora) non
è attivo, ma è di prossima apertura. Il riciclo è pari al 70% del rifiuto in ingresso, cosicché lo scarto da inviare a discarica risulta pari al 30%.
In Val di Cornia è in fase di realizzazione una piattaforma polifunzionale. L’idea di realizzare la
piattaforma polifunzionale nasce dalla enorme quantità di rifiuti prodotti dall’attività siderurgica, che proprio per questo non può essere smaltito in discarica. Quindi dalla presa d’atto di
un problema che da sempre ha fortemente caratterizzato il territorio, nasce l’esigenza di una
risposta concreta alla gestione dei rifiuti speciali.
La piattaforma polifunzionale
Ogni anno il complesso delle attività industriali dell’area di Piombino produce oltre 1.000.000
tonnellate di rifiuti speciali e pericolosi: circa un quinto dei rifiuti prodotti dalle attività industriali della Toscana (più di 6 milioni di tonnellate). Dati significativi si ritrovano nel Piano regionale dei rifiuti speciali e pericolosi, il cui contenuto, per quanto riguarda Piombino, è sta-
179
Rapporto sullo stato dell’ambiente
9.6.2 Attività di pianificazione
La Provincia di Livorno, così come definito nell’art. 24 della L.R. 25/98, configura un Ambito Territoriale Ottimale (ATO 4), in cui ricade anche la Val di Cornia.
L’aggregazione territoriale per l’organizzazione del sistema integrato di gestione dei rifiuti urbani è articolata nelle quattro aree di raccolta seguenti:
– Livorno (Area Livornese);
– Piombino (Val di Cornia + Castagneto C.cci);
– Rosignano M.mo (Val di cecina);
– Isola d’Elba.
Tali aree di raccolta servono porzioni di territorio comprendenti più Comuni in cui un unico gestore predispone e realizza soluzioni comuni e unitarie dei conferimenti separati, delle raccolte
differenziate, della raccolta dei flussi residui indifferenziati, realizza e gestisce le attrezzature
di supporto alla RD (stazioni ecologiche per il conferimento, piattaforme per il trattamento e
lo stoccaggio dei materiali recuperabili, impianti di selezione delle frazioni recuperabili, impianti
di compostaggio della frazione verde).
I Comuni della Val di Cornia stanno attuando il Piano di Gestione dei rifiuti urbani della Provincia di Livorno/ATO 4, redatto secondo i principi e le finalità del D. Lgs. del 5 febbraio 1997 e della L.R. 25/98
“Norme per la gestione dei rifiuti e delle bonifiche dei siti inquinati”, nonché in conformità alle disposizioni della deliberazione Consiglio Regionale Toscana 7 aprile 1988 n. 88 “Piano Regionale di
gestione dei rifiuti-approvazione primo stralcio relativo ai rifiuti urbani ed assimilabili”.
Con deliberazione n. 101 del 29/05/2003 il Consiglio Provinciale di Livorno ha adottato il documento di aggiornamento del Piano Provinciale di Gestione dei rifiuti solidi urbani e assimilati/ATO 4.
Con il suddetto documento si è inteso procedere non solo alla revisione dei dati di produzione dei rifiuti urbani e di raccolta differenziata delle quattro aree in cui il territorio provinciale
risulta attualmente suddiviso per la gestione dei rifiuti, ma si è anche inteso fissare obbiettivi
di RD più ambiziosi che prevedono il raggiungimento dell’obbiettivo del 55% al 2007. Al fine
del raggiungimento di tale obbiettivo, rimangono validi gli indirizzi di prevenzione e riduzione
della produzione dei rifiuti urbani contenuti nel piano provinciale già approvato.
Infine, per garantire la corretta gestione dei maggiori flussi raccolti in modo differenziato (in particolare dell’organico) ed il perseguimento degli obbiettivi previsti sempre dal decreto 22/97 (assicurare la gestione dei RSU secondo criteri di efficienza, efficacia e di economicità, e l’autosufficienza all’interno del territorio provinciale, corrispondente all’ATO 4, è stata compiuta la
razionalizzazione dei flussi e degli impianti di gestione dei medesimi, tenendo conto della situazione impiantistica esistente.
Gli adeguamenti del sistema impiantistico, sebbene limitati, si sono resi necessari anche a seguito dell’emanazione della Direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche, recepita nell’ordinamento nazionale con D.Lgs. del 13/01/2003 n. 36, ai sensi della quale i rifiuti possono essere
collocati in discarica solo dopo trattamento, inteso a tal fine ogni processo fisico, termico, chimico o biologico, incluse le operazioni di cernita, che modifichi le caratteristiche dei rifiuti allo scopo di ridurne il volume o la natura pericolosa, di facilitarne il trasporto, di agevolare il recupero o di favorirne lo smaltimento in condizioni di sicurezza.
In pratica il sistema di gestione dei rifiuti urbani dell’ATO 4 è stato rivisto per conseguire le seguenti finalità:
1. potenziare la RD al fine di ottenere importanti flussi di rifiuti da avviare direttamente al recupero senza necessità di ulteriori trattamenti al fine di evitare gli impatti sull’ambiente dovuti
Rifiuti
to recepito dall’accordo siglato nel 1999 fra Regione Toscana e Presidenza del Consiglio dei Ministri che sanciva l’impegno di tutte le parti interessate alla realizzazione di questo impianto
La piattaforma polifunzionale è una struttura in grado di trattare i rifiuti speciali prodotti dalle industrie piombinesi, per trasformarli in un materiale litoide con il quale si ottengono granulati di varia pezzatura da utilizzare in opere di ingegneria civile. Potrà essere difatti essere riutilizzato per riempimenti, sottofondi e nella realizzazione di opere pubbliche e di infrastrutture varie, al posto di materiale pregiato che dovrebbe essere altrimenti prelevato in natura.
La piattaforma sarà realizzata su di un terreno adiacente all’attuale discarica comprensoriale
di Ischia di Crociano, attualmente oggetto di un intervento di bonifica ambientale,
Schematicamente l’impianto prevede lavorazioni a freddo costituite principalmente da uno stoccaggio in vari silos dei rifiuti da trattate che verranno miscelati nelle opportune dosi in omogeneizzatore con aggiunta di materiali leganti. Il prodotto ottenuto dalla miscelazione di omogeneizzazione sarà granulato successivamente in varie pezzature e quindi messo a parco in
attesa dell’utilizzo.
Rifiuti
alla realizzazione di nuovi impianti;
2. ottenere flussi significativi di frazione organica da avviare alla valorizzazione presso gli impianti di compostaggio di qualità;
3. garantire la massima efficienza degli impianti di selezione e trattamento della frazione indifferenziata
residuale da RD, ai fini di massimizzare la produzione della frazione secca per la produzione di
Combustibile da Rifiuto (CDR) da avviare a recupero energetico e della frazione organica da avviare a stabilizzazione (FOS) per il successivo avvio agli usi consentiti dalla normativa vigente
(copertura di discariche, ripristini ambientali ecc.);
4. ridurre la quantità e la pericolosità dei rifiuti da avviare allo stoccaggio definitivo presso discariche controllate, che dovranno essere costituiti esclusivamente dalle frazioni residuali
dalle operazioni di trattamento.
Inoltre la gestione è stata riorganizzata in maniera tale che, sempre nel rispetto delle configurazione
impiantistica esistente e dove possibile, è stata attuata una “specializzazione” per le diverse
matrici ottenute dai rifiuti.
In dettaglio, nella fase a regime il polo dell’area di Piombino, sito in Località Ischia di Crociano, è stato confermato come idoneo sia per il trattamento della frazione secca di tutta la zona sud del territorio provinciale che per la valorizzazione della frazione organica. Il polo di Piombino è stato inoltre individuato come punto di conferimento della frazione secca selezionata
proveniente dall’Isola d’Elba, al fine della produzione di CDR.
Si è inoltre introdotto il concetto di “Giacimento del CDR”, costituito da un contenitore virtuale
nel quale confluiranno tutti i flussi di CDR prodotti dagli impianti del territorio provinciale che
dovranno essere gestiti dalla Comunità di Ambito attraverso il proprio piano industriale, indirizzandoli prioritariamente al termovalorizzatore di Livorno, oppure in caso di indisponibilità
parziale o totale in caso di fermate, ad impianti di recupero esterni al territorio dell’ATO 4.
Nella fase a regime, in tale giacimento potranno confluire anche flussi di CDR prodotti nella provincia di Lucca, nel caso venga verificata una potenzialità residua di trattamento, in modo da
garantire il massimo utilizzo dell’impianto di termovalorizzazione di ambito e di conseguenza
la massima efficienza di gestione da attuare con il succitato piano industriale.
Nel periodo transitorio (2003-2006) e cioè sino alla già prevista realizzazione della terza linea
del termovalorizzatore di Livorno, il piano industriale dovrà valutare quali siano i flussi di CDR
più idonei da avviare all’impianto di Livorno, in relazione alle caratteristiche di funzionamento, e quali invece siano più convenientemente collocabili (in relazione alle qualità specifiche
ed ai costi) presso impianti esterni all’ATO 4.
Rapporto sullo stato dell’ambiente
180
9.6.3 Attività di recupero e riciclaggio
La raccolta differenziata dei rifiuti rappresenta il primo passo verso l’attuazione di attività di
recupero e riciclaggio. Nella Tab. 16 seguente si riporta l’andamento della raccolta differenziata di RU nei Comuni della Val di Cornia.
Dal 1999 al 2003 a fronte di un aumento della produzione di RSU, la percentuale della RD dei
rifiuti urbani è notevolmente aumentata passando dal 10% del 1999 al 24,4% del 2002. Complessivamente i Comuni della Val di Cornia non hanno colto l’obiettivo previsto dalla normativa (D. Lgs. n. 22 del 1997 “Decreto Ronchi”) di conferire entro il 2001 almeno il 25% degli RSU. Come meglio specificato in seguito solo il Comune di Piombino ha raggiunto questo specifico traguardo normativo.
Tab. 16. Raccolta differenziata (Kg) nei Comuni della Val di Cornia realizzata tra il 1999 e il 2003.
Comuni
Piombino
Campiglia M.ma
San Vincenzo
Suvereto
TOTALE
1999
3.069.680
107.100
285.000
43.650
3.505.430
2000
5.228.979
641.880
842.720
63.550
6.777.129
Raccolta differenziata
2001
2002
6.200.269
6.771.600
986.550
1.215.556
1.251.710
1.550.200
90.500
53.350
8.529.029
9.590.600
2003
7.528.000
1.814.000
1.524.000
208.000
11.074.000
⌧ Fig. 12. Elaborazione grafica dei dati presentati dalla tabella precedente.
⌧ Fig. 13. Produzione di RSU e RD nel Comune di Piombino.
Rifiuti
⌧ Fig. 14. Produzione di RSU e RD nel Comune di San Vincenzo.
⌧ Fig. 15. Produzione di RSU e RD nel Comune di Campiglia M.ma.
Rapporto sullo stato dell’ambiente
181
⌧ Fig. 16. Produzione di RSU e RD nel Comune di Suvereto.
⌧ Fig. 17. Produzione di RSU e RD nella Val di Cornia.
Tab. 17. Raccolta differenziata pro-capite nei Comuni della Val di Cornia.
Comuni
Rifiuti
Piombino
Campiglia M.ma
San Vincenzo
Suvereto
TOTALE
Rapporto sullo stato dell’ambiente
182
1999
88,42
8,54
41,77
14,78
61,45
Raccolta differenziata per abitante (Kg/abitante)
2000
2001
2002
151,47
180,47
198,12
51,15
78,70
97,53
123,26
183,72
227,54
21,80
36,58
18,42
119,26
150,68
170,19
⌧ Fig. 18. Elaborazione grafica dei dati presentati nella seguente tabella.
2003
220,25
145,55
223,69
71,82
196,52
Tab. 18. Percentuali di Raccolta differenziata.
Comuni
Piombino
San Vincenzo
Campiglia M.ma
Suvereto
VAL DI CORNIA
1999
14,54%
4,08%
1,88%
3,67%
10,00%
2000
23,05%
11,89%
9,55%
4,74%
17,90%
2001
27,65%
16,86%
13,25%
6,28%
22,00%
2002
30,07%
20,08%
16,30%
3,57%
24,40%
2003
34.0 %
19,1 %
23,9 %
11,53 %
28,0 %
⌧ Fig. 19. Elaborazione grafica dei dati presentati nella seguente tabella.
183
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Il decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22 “Attuazione delle direttive 91/156/CEE sui rifiuti, 91/689/CEE
sui rifiuti pericolosi e 94/62/CE sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio” ridisegna il quadro normativo in materia di gestione dei rifiuti ed introduce specifiche disposizioni che modificano l’intero settore.
Tale decreto non individua obiettivi in termini di prevenzione ma dà disposizioni finalizzate a:
● garantire un approccio sistematico al problema rifiuti connesso con il suo ciclo di vita;
● indirizzare il sistema di gestione verso la prevenzione;
● individuare strumenti per la riduzione della quantità, volume e pericolosità dei rifiuti;
● prendere in considerazione il ciclo di vita dei prodotti.
Tale decreto fissa obiettivi per la raccolta differenziata da raggiungere nell’arco di sei anni: 15%
entro marzo 1999, 25% entro marzo 2001, 35% entro marzo 2003.
Il sistema integrato di gestione dei rifiuti punta ad una separazione dei materiali alla fonte, per
avviarli al recupero e alla valorizzazione con la minor percentuale di impurezze aumentando la
cosiddetta trattabilità e la possibilità di collocarli sul mercato del riciclo.
Il sistema di gestione integrata deve provvedere a minimizzare il ricorso alla discarica ed allo
smaltimento di rifiuto indifferenziato ed a gestire, comunque, queste operazioni in sicurezza,
limitando il rischio ambientale.
Nel decreto legislativo 22/97 lo smaltimento assume, pertanto, un ruolo residuale; significative sono al riguardo le seguenti disposizioni:
“Ai fini di una corretta gestione dei rifiuti le autorità competenti favoriscono la riduzione dello smaltimento finale dei rifiuti attraverso:
a) il reimpiego ed il riciclaggio;
b) le altre forme di recupero per ottenere materia prima dai rifiuti;
c) l’adozione di misure economiche e la determinazione di condizioni di appalto che prevedano
l’impiego dei materiali recuperati dai rifiuti al fine di favorire il mercato dei materiali medesimi;
d) l’utilizzazione principale dei rifiuti come combustibile o come altro mezzo per produrre energia.
Rifiuti
Tenendo conto degli obiettivi fissati dal D.Lgs. n° 22/97, si evidenzia che il Comune di Piombino ha raggiunto:
– l’obiettivo del 15% entro il 1999;
– l’obiettivo del 25% entro il 2001;
– l’obiettivo del 35% a partire dal 2003, considerando i flussi relativi agli scarti edili pari a
15.000 t /anno circa nel 2003.
E soprattutto “il riutilizzo, il riciclaggio e il recupero di materia prima debbono essere considerati
preferibili rispetto alle altre forme di recupero.”
Sempre secondo il decreto Ronchi, sono definiti rifiuti urbani:
● i rifiuti domestici, anche ingombranti, provenienti da locali e luoghi adibiti ad uso di civile
abitazione;
● i rifiuti non pericolosi provenienti da locali e luoghi adibiti ad usi diversi da quelli di cui alla lettera a), assimilati ai rifiuti urbani per qualità e quantità;
● i rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade;
● i rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti sulle strade ed aree pubbliche o sulle strade ed aree private comunque soggette ad uso pubblico o sulle spiagge marittime e lacuali e sulle rive dei corsi d'acqua;
● i rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, quali giardini, parchi e aree cimiteriali;
● i rifiuti provenienti da esumazioni ed estumulazioni, nonché gli altri rifiuti provenienti da attività cimiteriale diversi da quelli di cui alle lettere b), c) ed e).
Rifiuti
Relativamente ai traguardi raggiunti nella raccolta differenziata, è importante ricordare l’iniziativa di Legambiente, che annualmente stila una classifica dei Comuni più virtuosi nel
riciclaggio dei rifiuti. Negli anni 2001-2002-2003 Piombino è stato riconosciuto come
“Comune riciclone”.
Per la raccolta differenziata Piombino risulta essere infatti fra i primi 10 Comuni del Centro Italia, con una percentuale che supera il 35% ed una crescita progressiva negli ultimi anni (nel
2000 la percentuale di recupero era inferiore al 25%).
Oltre alla quota di riciclaggio, la classifica dei Comuni è stata disposta anche attraverso un indice che considera 15 parametri diversi, tra cui la presenza di discariche sul territorio in grado di convertire e rivendere la raccolta differenziata. Questo è certamente un altro elemento
di qualità che ha favorito Piombino rispetto ad altri Comuni.
Dall’impianto di selezione e trattamento nell’anno 2003 sono stati prodotti 13.841 tonnellate di Compost grigio, mentre non è stato prodotto alcun quantitativo di CDR poiché l’impianto è in fase di avvio. Tale impianto avrà una produzione media di circa 18 t/ora di CDR.
Nell’ambito del riciclaggio, un importante contributo è dato dalla presenza sul territorio di 4
isole ecologiche di ASIU SpA, situate a:
● Piombino - Località San Rocco, Località Fiorentina, Riotorto, Ischia di Crociano;
● Campiglia M.ma - Località Pieve, zona depuratore e Via Sardegna Venturina;
● Castagneto - Via del Fosso;
● Suvereto - Località Acquari.
Rapporto sullo stato dell’ambiente
184
L'isola ecologica è una struttura presidiata al servizio dei cittadini (prevista nel Piano Provinciale
ATO/4 e Legge Regionale) nella quale possono essere conferiti gratuitamente varie tipologie di
rifiuti provenienti dalle civili abitazioni.
All'interno di queste aree attrezzate possono essere depositati i seguenti materiali:
Legno, sfalci di potature, calcinacci, elettrodomestici, materiali ferrosi, pile, farmaci, batterie
da autrazione, olii minerali e vegetali, esausti, vecchi mobili ecc.
Per ogni tipo di rifiuto sono disponibili altrettanti contenitori che vengono svuotati giornalmente.
I materiali raccolti sono trasportati all'impianto di trattamento di Ischia di Crociano, in attesa
di essere avviati ai centri di recupero.
Queste aree hanno l’intento di aumentare la quantità di materiale riciclabile raccolto con la tradizionale raccolta dei rifiuti solidi urbani e nel contempo sono un’occasione di informazione
e di sensibilizzazione, nonché di educazione ambientale nei confronti di scuole, gruppi, singoli
individui.
Con l’isola ecologica di Via Sardegna a Venturina, attivata con l'inizio del 2002, sono state intercettate, recuperate ed avviate a riciclo, in un anno, oltre 800 tonnellate di rifiuti. Un risultato sicuramente importante che ha permesso di incrementare sensibilmente la percentuale
di raccolta differenziata del Comune di Campiglia M.ma.
9.6.4 Gestione rifiuti speciali
Per i rifiuti speciali, pericolosi e non, è previsto unicamente lo smaltimento in discarica. Infatti, come si vede nella Tab. 19, non si fa ricorso ai termodistruttori in quanto non previsti dall’ATO 4 in Val di Cornia.
Tab. 19. Gestione dei rifiuti speciali, pericolosi e non (fonte: ARPAT, Segnali ambientali in Toscana 2003).
2000
Termodistrutti
(R1, D10, D11) t/anno (escluso 200301)
In discarica
(D1, D2, D5, D12) t/anno (escluso 200301)
Recuperati
(da R2 a R11) t/anno (escluso 200301)
Altre modalità di smaltimento/trattamento
(D3, D4, D6, D7, D8, D9) t/anno (escluso 200301)
Stoccati o in giacenza o scambiati
(D13, D14, D15, R12, R13) t/anno (escluso 200301)
Termodistrutti senza Recupero Energetico
(D10, D11) dichiarati da MUD t/anno (escluso 200301)
Discarica+Termodistruzione senza Recupero Energetico
(D10, D11, D1, D5, D12) dichiarati da MUD t/anno (escluso 200301)
RSNP
RSP
RSNP+RSP
0
0
0
95.790,18
0
95.790
25.715,18
3,85
25.719
0
0
0
6.997,12
5,63
7.003
0
0
0
95.790,18
0
95.790
In Val di Cornia vi sono poi delle ditte che sono autorizzate a trattare direttamente i rifiuti speciali in casi specifici, così come è elencato in Tab. 20. Per la precisione si tratta di 6 ditte situate a Piombino ed una a Suvereto.
Tab. 20. Elenco delle ditte autorizzate alla gestione di RS in Val di Cornia.
Gestione
Ecorottami
Enel
Fiaschi Maurizio
La Magona
Lucchini
Ecoltecnica Sistemi
Società Toscana Recuperi
Operazione autorizzata
Rottamazione e stoccaggio di veicoli
Messa in riserva di RSP
Rottamazione e stoccaggio di veicoli
Deposito preliminare di RSU
Discarica conto proprio
Recupero di componenti di frigoriferi
Messa in riserva di RSNP
Comune
Suvereto
Piombino
Piombino
Piombino
Piombino
Piombino
Piombino
185
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Gestione dei rifiuti speciali della Lucchini
In base ai Protocolli d’intesa siglati, le problematiche della gestione dei rifiuti speciali della Lucchini si inseriscono in quelle della programmazione regionale e provinciale. Gli accordi di cui
sopra anno individuato in TAP srl (70% Comune di Piombino, 24,9% Lucchini SpA, 5,1% ASIU
SpA) il soggetto che dovrà gestire il recupero e trattamento di tali flussi di rifiuti speciali mediante un impianto industriale (piattaforma) ubicata all’interno dell’area industriale in una zona denominata LI53Bis della superficie di 7 ettari soggetta a bonifica ai sensi del 471/99.
In località Ischia di Crociano, in adiacenza all’attuale impianto di trattamento RSU e discarica
comprensoriale, dopo avvenuta bonifica, è in fase di realizzazione l’impianto di recupero dei
rifiuti originati dal ciclo siderurgico della Lucchini SpA e si inserisce nelle strategie del governo dei rifiuti industriali della Regione toscana. Il progetto prevede, alla luce di studi di fattibilità elaborati dalla Agenzia Regionale Recupero risorse (ARRR SpA) e Lucchini SpA, un impianto di riciclaggio di sei specifiche tipologie di rifiuti generati dalla produzione dell’acciaio,
al fine di riciclare scorie e loppe d’acciaieria (CER 100202), fanghi d’acciaierie e d’altoforno (CER
100214), e polverino d’altoforno PAF (CER 100208) e scarti edili e di demolizioni (CER 100203).
Il ciclo di stabilizzazione e contestuale recupero dei rifiuti speciali di origine industriale prevede
il confezionamento di conglomerato idraulico catalizzato denominato C.I.C. mediante la miscelazione di aggregati a matrice calcarea nonché scarti edili e macerie edilizie. Il prodotto che
ne deriva a seguito del trattamento potrà trovare utilizzo nella realizzazione di sottofondi
stradali, drenaggi, riempimenti ect determinando di fatto un ulteriore effetti di riduzione dell’impatto ambientale dettato dal minor uso della risorsa estratta dalle cave di Campiglia M.ma.
Rifiuti
Al fine di risolvere il problema della massiccia produzione di rifiuti industriali derivante prevalentemente dal polo siderurgico, le Istituzioni locali (Comune di Piombino e Provincia di Livorno),
Regione Toscana e società Lucchini SpA, hanno avviato da tempo un percorso comune di obiettivi di risanamento dell’area industriale di Piombino attraverso Protocolli d’intesa a partire dal 1998, fino al protocollo d’intesa del 26.04.99 presso la presidenza del Consiglio dei Ministri dove si specifica il percorso per la gestione e riutilizzo dei rifiuti industriali.
Rifiuti
9.6.5 Attività di sensibilizzazione, educazione e formazione
Molte sono le attività di sensibilizzare della popolazione sulle politiche di gestione dei rifiuti,
promosse da diversi soggetti. Purtroppo non esiste un coordinamento delle iniziative pertanto di seguito saranno elencate le principali, condotte prevalentemente da ASIU SpA.
Sin dall’istituzione dell’iniziativa, anche nel maggio 2004, Asiu SpA è stata una delle 150 aziende
nazionali che hanno aderito alla Giornata dei servizi pubblici locali. Si tratta di un’iniziativa dei
gestori di servizi pubblici dedicata alle famiglie, scuole ed operatori economici con l’intento di
sensibilizzare l’opinione pubblica sul ruolo delle aziende che offrono servizi importanti nel nostro paese. Per l’occasione ASIU SpA ha reso visitabili al grande pubblico i propri impianti di
Ischia di Crociano, ai quali normalmente possono accedere solo le aziende ed il personale autorizzato.
Durante la visita è possibile conoscere nel dettaglio il funzionamento dell'impianto di selezione
dei rifiuti urbani che permette la produzione di compost e del compost verde, gli impianti di
pressatura della plastica, quelli per la granulazione dei materiali provenienti dalle demolizioni, le aree di stoccaggio dei materiali da avviare a recupero, la discarica di servizio e gli impianti
di depurazione dei reflui interni.
ASIU SpA inoltre invia a tutti i cittadini della Val di Cornia un periodico trimestrale “ASIU informa” sui temi della raccolta differenziata e delle iniziative sulle scuole e della gestione razionale
dei rifiuti. La tiratura è di 25.000 copie.
Da oltre 10 anni ASIU SpA effettua attività di sensibilizzazione nelle scuole coordinandosi
con i distretti scolatici presenti sul territorio. Tra le iniziative di maggior successo si ricordano
l’attività con i bidoni composter nei giardini scolastici e la colorazione delle campane del vetro e plastica utilizzate giornalmente da ASIU SpA nel territorio della Val di Cornia. Nel periodo 2003-2004 ASIU SpA ed i distretti scolastici della Val di Cornia hanno predisposto un giornale di divulgazione denominato “note per l’ambiente”.
Con cadenza annuale, ASIU SpA effettua un sondaggio inerente la qualità percepita del proprio servizio da parte dei cittadini, imprese e attività del terziario.
Rapporto sullo stato dell’ambiente
186
APPENDICE
LA PERCEZIONE DELLA REALTÀ
AMBIENTALE E SOCIO-ECONOMICA
DA PARTE DELLA POPOLAZIONE
DELLA VAL DI CORNIA
Premessa
A conclusione del lavoro relativo alla redazione del 1° Rapporto sullo Stato dell’Ambiente della Val
di Cornia, è stato ritenuto opportuno valutare la reale ”percezione” che il singolo cittadino rilevava per alcuni aspetti specifici presi in considerazione. Non potendo utilizzare ogni singolo indicatore in quanto troppo specifico, è stato predisposto un congruo numero di aspetti tematici (7 ambientali e 11 socio-economici) per i quali è stata verificata “la sensibilità” da parte della popolazione
residente, mediante la divulgazione di un questionario tra i cittadini del territorio del Circondario.
Il questionario è stato inviato per posta elettronica attraverso varie banche dati, è stato pubblicato sui siti ufficiali del Circondario e dei singoli comuni ed è stato inserito nei notiziari dei
comuni oltrechè diffuso in alcune iniziative pubbliche.
Il lavoro effettuato non pretende di essere uno studio statistico rigoroso ma semplicemente
una indicazione, un contributo per capire meglio le esigenze della comunità locale su alcuni aspetti specifici ritenuti necessari alla costruzione dello sviluppo sostenibile.
Le 11 domande del questionario sono state discusse ed approvate dai gruppi di lavoro del Forum Agenda 21 Locale della Val di Cornia.
Universo
33925
12540
6540
2897
548
56450
campione
91
29
8
7
0
135
percentuale
0,26%
0,23%
0,12%
0,24%
0,00%
0,24%
Età media
41
38
42
47
41
Maschi
43
13
4
3
62
femmine
48
17
4
4
73
1. Il questionario
Il questionario prevedeva 7 aspetti di carattere ambientale ed 11 di carattere socio-economico, ai quali il cittadino poteva rispondere con 5 livelli di gradimento corrispondenti a :
1 = Totalmente insoddisfatto;
2 = Piuttosto insoddisfatto;
3 = Soddisfatto;
4 = Piuttosto soddisfatto;
5 = Totalmente soddisfatto
Gli aspetti ambientali sono di seguito elencati:
1. Qualità dell’ambiente naturale (p.es.: paesaggio, aree verdi, fiumi, costa, ect.).
2. Quantità e accessibilità di aree verdi e risorse ambientali (parchi, aree protette ect.).
3. Qualità del servizio e gestione dei rifiuti.
4. Qualità del servizio e gestione della risorsa idrica
5. Qualità dell’aria.
6. Qualità dell’ambiente edificato (p.es.: strade, spazi pubblici, aspetto e pulizia degli edifici)
della comunità locale.
7. Attività di tutela ambientale (p.es. politiche volte alla protezione dell’ambiente, alla minimizzazione
dell’uso delle risorse idriche, energetiche e del suolo, della produzione dei rifiuti, dell’immissione di sostanze inquinanti, della protezione ed accrescimento della flora e fauna locale).
187
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Piombino
Campiglia M.ma
San Vincenzo
Suvereto
Sassetta
VAL DI CORNIA
Appendice
1. Analisi del campione
Del totale delle schede pervenute, solo 135 sono state ritenute idonee in quanto opportunamente compilate in ogni sua parte. Nel complesso, il campione generale per l’intera Val di Cornia si attesta allo 0,24% dell’intera popolazione.
Gli aspetti socio-economici sono di seguito elencati:
8. Attività sociale e sanitaria e livello di accessibilità dei servizi.
9. Servizi di trasporto pubblico offerti.
10. Sistema viario.
11. Attività culturali, ricreative e per il tempo libero.
12. Qualità delle scuole presenti.
13. Opportunità di lavoro offerto
14. Qualità del lavoro offerto e offerta di formazione professionale.
15. Iniziative di promozione dell’occupazione e dell’impresa.
16. Le opportunità di partecipazione alla pianificazione locale ed ai processi decisionali.
17. Livello di sicurezza personale vissuto all’interno della comunità locale.
18. Livello di soddisfacimento della propria qualità della vita (ambito socio-economico).
1. I risultati
Appendice
Il voti “medi” espressi sulle singole questioni sottoposte all’attenzione degli intervistati si attestano sempre al di sotto del punteggio 3.13 con la quasi totalità delle valutazioni comprese nel range 2-3.
Il giudizio migliore fa riferimento alla percezione di “sicurezza”; quelli peggiori riguardano da un
lato alcuni aspetti della tematica ambientale (il problema della tutela-conservazione dell’ambiente e soprattutto quello della qualità dell’aria riferito alla situazione locale nel Comune di
Piombino), dall’altro, le diverse problematiche che gravitano intorno al mondo del lavoro, sintetizzate in termini di opportunità lavorative, qualità del lavoro offerto e iniziative di promozione e di sviluppo.
Rapporto sullo stato dell’ambiente
188
voto
ambiente
naturale
aree
verdi*
qualità
servizio
RSU
qualità
servizio
acqua
qualità qualità tutela attività Servizi
aria ambiente ambientale Sociale trasporto
edificato
1
2
3
4
5
media
7
33
59
28
8
2,98
5
36
53
33
9
3,04
12
31
51
35
5
2,93
19
66 17 35
14
4
51
29 64 58
39 35
45
20 28 31
61 69
19
14 19
8
21 24
2
6
3
0
1
3
2,51 2,00 2,44 2,09 2,68 2,90
sistema attività qualità opportunità qualità
viario attività scuole
lavoro
lavoro
offerto
iniziative partecipaz. sicurezza qualità
promoz. pianificaz.
della
lavoro
vita
22
17
10
51
46
42
57
46
54
6
24
25
0
0
2
2,35 2,58 2,75
24
65
37
6
1
2,21
42
64
23
4
0
1,92
27
73
25
5
0
2,06
25
59
38
7
1
2,23
7
8
22
30
63
58
29
36
12
0
3,13 2,92
Le votazioni medie sopra riportate riferite al Circondario sono notevolmente minori di quelle per
i singoli comuni di Suvereto, Campiglia M.ma e San Vincenzo. La presenza di grandi industrie nel
Comune di Piombino è ovviamente la causa di voti bassi, tra l’1 e il 2, per quanto riguarda la qualità dell’aria e la tutela ambientale e l’ambiente naturale, domande che hanno ricevuto voti tra
il 3 e il 4 nei comuni di Suvereto, Campiglia M.ma e San Vincenzo e ciò sottolinea il problema
ambientale come quello meno tollerato dal cittadino.. La sicurezza ha ricevuto voti medio-alti
anche nel Comune di Piombino anche se non come negli altri comuni e questo va a favore della qualità della vita in tutto il Circondario. Di seguito si riportano i grafici per ogni singolo comune
dove si evidenziano gli aspetti presi in considerazione ed i relativi voti conferiti.
Rapporto sullo stato dell’ambiente
189
Appendice
L’ambiente
L’ambiente naturale
Le opinioni degli intervistati sulle condizioni dell’ambiente naturale nel territorio della Val di Cornia risultano, nel complesso, alquanto discordanti; anche se la
maggior parte di essi (oltre il 40%) attribuisce
a questo aspetto un giudizio intermedio
(il punteggio 3 - soddisfatto), una quota
pari al 30% si esprime in termini negativi
(somma dei punteggi 1 e 2) seguita da un ulteriore 26% che manifesta, invece, marcati livelli di soddisfazione sull’argomento (somma dei punteggi 4 e 5). Tale aspetto trova valori
medi più bassi tra i cittadini di Piombino rispetto al resto dei comuni della Val di Cornia.
Le aree verdi urbane ed extraurbane
I giudizi sull’adeguatezza delle aree verdi
inteso come quantità ed accessibilità delle aree verdi e delle risorse ambientali
quali i parchi ed aree protette appaiono
ancor più contrastanti pur confermando
la prevalenza (40%) delle valutazioni centrali. In questo caso, infatti, i giudizi di
segno negativo (30%, somma dei punteggi 1 e 2) e quelli di segno positivo (30%, somma dei punteggi 4 e 5) si equivalgono perfettamente.
Appendice
La qualità dell’aria
Decisamente peggiore risulta, invece, la
percezione della qualità dell’aria nel territorio considerato: coloro che manifestano
giudizi negativi in proposito rappresentano,
infatti, il 70% del campione (somma dei
punteggi 1 e 2). Su questo aspetto specifico prevale la percezione dei cittadini di
Piombino, ma analizzando nel dettaglio si nota che anche tra gli abitanti del Comune di Campiglia M.ma si rileva che oltre il 30% del campione da un giudizio negativo sulla qualità dell’aria, in particolare gli abitanti di Venturina.
Rapporto sullo stato dell’ambiente
190
Attività di tutela ambientale
La percezione della tutela dell’ambiente
intesa come politiche volte alla protezione,
alla razionalizzazione delle risorse naturali ed energetiche ed in generale alla sostenibilità evidenzia che coloro che manifestano giudizi negativi si attestano sul 68%
del campione (somma dei punteggi 1 e 2).
Solo un cittadino su tre si ritiene soddisfatto delle politiche di tutela ambientale. Particolarmente insoddisfatti risultano i cittadini di Piombino con una media ampiamente al di sotto del valore 2 (piuttosto insoddisfatto), mentre si attestano sul punteggio di 3 (soddisfatto) i cittadini di Suvereto.
In sintesi, i pareri emersi su alcuni aspetti della complessa questione ambientale (stato di
conservazione dell’ambiente naturale e delle sue risorse, adeguatezza delle aree verdi urbane
ed extra-urbane), uniti alle valutazioni prevalentemente negative sul tema specifico della qualità dell’aria, sembrerebbero indicare fra gli intervistati pronunciati segnali di preoccupazione
(e insoddisfazione) sull’argomento. L’ampia quota di coloro (68%) che ritengono inadeguate le
attuali politiche di “tutela ambientale” rappresenta una conferma a quest’ultima considerazione.
L’ambiente edificato
A fronte di valutazioni piuttosto contrastanti
circa la qualità dell’ambiente naturale in Val
di Cornia, la maggioranza dei soggetti intervistati si esprime in termini prettamente “sfavorevoli” sulla qualità dell’ambiente edificato: il giudizio negativo sugli elementi architettonici locali accomuna, infatti, il 60% campione. Particolarmente “soddisfatti” i cittadini di Suvereto, ma anche di Campiglia M.ma consapevoli
di vivere in borghi medievali mantenuti inalterati sino ai nostri giorni ed opportunamente valorizzati negli ultimi anni.
I servizi, le infrastrutture
I trasporti
La voce “trasporti” ottiene una maggioranza di valutazioni intermedie (si esprime
in questo senso il 50% intervistati) con una media di voto pari a 2,9, quindi esprimendo una parere nel complesso di soddisfacimento. Prevalgono comunque le opinioni di segno negativo pari al 28% rispetto a quelle del 20% di giudizi favorevoli.
Il sistema viario
Alquanto problematiche appaiono le condizioni della struttura viaria sul territorio della Val di Cornia per il quale il campione addebita un valore medio di 2,35.
Infatti, il 55% dei cittadini intervistati manifesta pareri negativi in proposito (somma dei punteggi 1 e 2); un ulteriore 42%
si attesta su posizioni intermedie di giudizio; la quota di coloro che esprimono opinioni apertamente favorevoli sugli aspetti logistici ed infrastrutturali legati al sistema della viabilità risulta pressoché insignificante.
191
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Il servizio acqua
Livelli molto più elevati di insoddisfazione
emergono, invece, in relazione al servizio
acqua con un valore medio di 2,5 per l’intero campione. Oltre il 70% degli intervistati
si esprime sfavorevolmente a riguardo,
mentre solo un terzo del campione gli attribuisce il voto centrale (3); la quota dei soddisfatti risulta in assoluto la più ridotta
(15%). Abbastanza omogeneo risulta il dato per i 4 Comuni.
Appendice
Il servizio di raccolta rifiuti solidi urbani
(RSU)
Anche l’argomento “raccolta rifiuti solidi
urbani” suscita opinioni divergenti,anche
se la valutazione dell’adeguatezza-efficienza
del servizio segmenta notevolmente il campione attestandosi su una prevalenza di
giudizi medio alti (Soddisfatto - piuttosto soddisfatto lo considera oltre il 66% circa degli intervistati); le quote di coloro che esprimono pareri espressamente negativi risultano pari al 9% del campione che si contrappongono al 4% totalmente soddisfatto. Il valore medio omogeneo su tutti e 4 i comuni che si attesta intorno al
valore 3, con una leggera differenza per San Vincenzo, evidenzia una percezione soddisfacente da parte dei cittadini della Val di Cornia su questo servizio.
I servizi sociali
Con questa aspetto s’intendono le attività
sociali e sanitarie presenti sul territorio ed
il livello di accessibilità ai servizi. Il valore medio del campione per l’intera Val di Cornia
si attesta ad un 2,68, anche se una quota
rilevate del campione (45%) attribuisce un
punteggio intermedio a questa voce(3 –
soddisfatto); la tendenza tuttavia sembra essere all’insegna di un certo malcontento di fondo; quasi il 40% dei cittadini manifesta segnali di insoddisfazione a riguardo; solo il 16% del campione reputa del tutto adeguato il sistema
di attività sociali presenti sul territorio. Dalle percezioni della maggior parte degli intervistati pare emergere, dunque, l’esigenza di un ripensamento-potenziamento dell’intero asse delle politiche improntate a obiettivi di solidarietà sociale.
Le attività culturali e la qualità delle
scuole
I giudizi sulla qualità-quantità dei momenti culturali esperibili a livello locale risultano in prevalenza negativi con un valore medio espresso dal campione pari al 2,58. Si esprime negativamente il 47% degli intervistati,
mentre risulta soddisfatto il 35% del campione
e piuttosto soddisfatto il18%. Pur con una
certa omogeneità del campione, San Vicenzo risulta avere un valore più alto.
Un po’ meno accentuato risulta il livello di insoddisfazione per la qualità delle strutture scolastiche presenti sul territorio con un valore medio pari a 2,75. Il 38% del campione da un giudizio complessivamente negativo mentre, solo il 20% circa del campione considera perfettamente adeguati i centri di formazione locali. Il 40% esprime valutazioni intermedie sull’argomento
dichiarandosi soddisfatto.
Appendice
Il lavoro
Rapporto sullo stato dell’ambiente
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Le problematiche relative al mondo del lavoro
sembrano assumere, nella percezione della
stragrande maggioranza degli soggetti intervistati, un autentico carattere di priorità: il 78%
di essi valuta, infatti, del tutto inadeguate le
opportunità di lavoro presenti in loco ed esprime un voto medio pari a 1,92. Il dato espresso è abbastanza omogeneo tra i 4 comuni con valori minimi per Piombino.
Ovviamente al problema della “quantità”
delle occasioni lavorative offerte si sovrappone un problema di “qualità” sia del
lavoro offerto che dei percorsi professionali
che possono effettivamente essere intrapresi
sul territorio (il 73% degli intervistati manifesta una disapprovazione e un malcontento notevoli a riguardo) con un valore
medio di 2,06. Anche in questo caso pur su
un dato omogeneo, Piombino e San Vincenzo
evidenziamo un maggiore grado di inadeguatezza sia della qualità del lavoro che
della offerta di formazione professionale
adeguata.
Ampi margini di critica emergono, infine, in
relazione alle politiche di promozione del lavoro attivate sul territorio; la capacità percepita della classe politica locale di convogliare attività e capitali e, più in genera-
le, di sostenere prospettive realistiche di sviluppo economico del territorio riceve giudizi prevalentemente sfavorevoli con un valore medio del campione di 2,21. Su questo specifico aspetto
il 67% degli intervistati, infatti, a un’opinione di negativa, con particolare evidenza tra i cittadini di Piombino.
La sicurezza personale
Anche in tema di sicurezza, le percezioni degli intervistati si confermano discordanti
pur lasciando comunque trasparire un atteggiamento di ottimismo. Infatti, nonostante una quota di cittadini (21%) manifesti
segni di disagio e scetticismo, il valore medio del campione si attesta intorno al 3,13
che risulta essere il valore medio più alto di
ogni altro aspetto preso in considerazione
nel sondaggio. A tale proposito si rileva
come il 79% del campione si senta soddisfatto. Totalmente soddisfatto è il 9% del campione.
La sensazione di sicurezza personale è avvertita in tutta la Val di Cornia con valori leggermente
inferiori a Piombino che rimangono tuttavia sempre sopra al valore medio di 3.
La partecipazione dei cittadini ai processi decisionali
Un aspetto interessante è quello di valutare quanto i cittadini si sentano coinvolti negli atti di pianificazione locale e nei
processi decisionali in genere da parte
degli Enti locali.
Il valore medio espresso dal campione
per l’intera Val di Cornia è pari a 2,23,
con il 63% di insoddisfatti. Solo Suvereto, si avvicina ad un valore medio di 3
che denota una capacità dell’Ente locale a rendere più partecipe alla vita pubblica la propria comunità.
La qualità della vita
193
Rapporto sullo stato dell’ambiente
Come ultimo aspetto del sondaggio è stato richiesto al campione di esprimersi sul
livello di soddisfacimento della propria
qualità di vita da un punto di vista socioeconomico. Il valore medio espresso della Val di Cornia è stato del 2,92, davvero
prossimo al valore 3 che indica un giudizio positivo. Solo il 28% esprime un giudizio negativo, mentre il 43% si definisce
soddisfatto ed il 27% piuttosto soddisfatto. Il valore si differenzia tra i 4 comuni, con Suvereto e Campiglia M.ma con valori
medi ben oltre il 3,20, e Piombino e San Vincenzo con valori intorno a 2,80.
Rapporto sullo stato dell’ambiente
194
note
Rapporto sullo stato dell’ambiente
195
note
1° Rapporto sullo stato dell’ambiente
della Val di Cornia
2004
Progetto grafico & impaginazione
Studiografico M di Marco Formaioni
Piombino (LI)
Stampa & confezione
Grafiche Effesei
Grosseto
Finito di stampare nel mese di febbraio 2005
sullo stato
dell’ambiente
2004
CIRCONDARIO DELLA VAL DI CORNIA
Il percorso di Agenda 21 Locale avviato in Val di Cornia da alcuni anni si presenta come
una interessante esperienza di democrazia partecipativa sui temi relativi al contesto sociale, economico ed ambientale e quindi dello sviluppo sostenibile di questo territorio.
Il buon livello delle discussioni all’interno dei gruppi di lavoro, ci ha
condotto a tentare di realizzare un progetto ambizioso: quello ciò di
redigere il 1° Rapporto sullo Stato dell’Ambiente della Val di Cornia cercando il più possibile di attenerci allo spirito di Agenda 21, come approvata alla Conferenza di Rio de Janeiro.
Per tale motivo è stata scartata l’idea di utilizzare gli indicatori di sostenibilità “standard”, sia perché non sia addicevano alla complessa realtà della Val di Cornia ma soprattutto perché si riteneva irrinunciabile la ricerca, l’elaborazione e l’accettazione condivisa degli
indicatori da parte di tutti gli attori locali, in un processo ampiamente democratico. In tutta
questa attività di elaborazione ed analisi, la Giunta e gli uffici del Circondario, hanno operato solo ed esclusivamente come supporto organizzativo senza mai prevaricare o condizionare le scelte, cercando tuttavia di mantenere un ruolo di moderatore dell’intero processo.
Il lavoro che abbiamo portato a conclusione pertanto si differenzia nella sostanza da altri
Rapporti sullo Stato dell’Ambiente realizzati dagli uffici di enti locali (Province, Comuni) o
da Società specializzate, i quali pur encomiabili sul piano tecnico, mancano della interazione attiva degli attori locali, venendo meno i presupposti di una vera A21L.
FOTO GIUSEPPE TRINCHINI (5)
Suvereto
Sassetta
San Vincenzo
Piombino
Una tale impostazione particolarmente rigorosa ha condotto giocoforza ad una dilatazione dei tempi, ma crediamo possa aver gettato solide basi per poter continuare nel
percorso impegnativo di Agenda 21 Locale che ci vedrà ancora tutti coinvolti per la stesura del Piano d’Azione Locale.
Campiglia Marittima
Rapporto
2004
Il momento più impegnativo è stato certamente la redazione del 1° Rapporto sullo
Stato dell’Ambiente che ha visto il prodigarsi di molti attori locali coinvolti completamente nella stesura di questo quadro diagnostico. Per la prima volta in
Val di Cornia soggetti diversi, rappresentanti un quadro eterogeneo della
nostra comunità, aderendo volontariamente al FORUM A21L, hanno
costituito tre gruppi di lavoro tematici (città, acqua e paesaggio) e per
lungo tempo, autogestendo le loro attività, hanno discusso di temi
relativi alla sostenibilità, individuando le varie criticità presenti nel
cittàacquapaesaggio nostro territorio.
1° Rapporto sullo stato dell’ambiente della Val di Cornia
°
1
Rapporto
sullo stato
dell’ambiente
°
1 2004
Progetto
co-finanziato
dalla
cittàacquapaesaggio
A cura del FORUM Agenda 21 Locale Val di Cornia