Essere "con" - Essere "per"

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Essere "con" - Essere "per"
Essere "con" - Essere "per"
Omelia nella festa degli anniversari di matrimonio e
solennità della SS. Trinità, maggio 2008
Bellissima la coincidenza odierna, qui al Suffragio, che
celebra insieme la festa della SS. Trinità e la festa degli
anniversari di matrimonio.
Felice coincidenza perché è facile trovare scritto in molti
libri di teologia che ogni cristiano è chiamato a diventare
uomo trinitario perché è stato creato a immagine di Dio.
Ma cosa vuol dire uomo trinitario? Ce lo ha insegnato
Gesù: vuol dire un "uomo con" e un "uomo per".
E qual è il luogo / l'esperienza dove più e meglio si
sperimentano queste due preziosissime preposizioni -con e
per - se non nel matrimonio e nella famiglia?
Essere "uomo con": è l'identità di
ogni uomo e di ogni donna
È stato anche l'intuizione di una bambina.
Una catechista doveva spiegare ai bambini i primi capitoli della Bibbia, in cui si parla della creazione dell'essere
umano. Ver farlo chiese loro innanzitutto di disegnare una
figura umana su un foglio di carta. Tutti i bambini ne furono
entusiasti, felici di farle vedere quanto erano bravi nel
disegno.
Una bambina, però, era rimasta immobile a fissare il
foglio. Quando la catechista le domandò perché non stesse
disegnando, scoppiò a piangere e tra i singhiozzi disse:
«Non so se devo disegnare il mio papà o la mia mamma!».
La catechista capì che era stata lei la causa della confusione della bambina e che aveva commesso un grave errore.
Non è l'uomo il prototipo dell'essere umano, né lo è la
donna. Secondo la Bibbia, il prototipo è la coppia.
Secondo la Bibbia il prototipo dell'essere umano è la
coppia perché sta scritto:
Dio creò l'uomo a sua immagine,
a immagine di Dìo lo creò, maschio e femmina li creò.
(Genesi 1, 27)
L'uomo è essere con perché non ha solo relazioni, l'uomo
è relazione. L'uomo nella sua identità è relazione. L'uomo si
realizza quando vive la comunione - amore, amicizia,
solidarietà - quando è capace di creare legami buoni e
duraturi.
Uno è felice quando ama e quando è amato: perché senza
gli altri, senza gli amici si vive molto tristemente, perché la
stoffa dell'uomo è la comunione.
Ognuno di noi è chiamato a essere uomo trinitario, cioè
un uomo aperto a Dio e al prossimo, un "uomo con".
Riferendoci a Cartesio e al suo "cogito ergo sum", potremmo
dire: comunico quindi sono, quindi vivo.
Ma non è facile "essere con"
Il viaggio verso essere "uomo con" e nella vita e anche
nel matrimonio non è facile: ci possono essere esiti positivi e
negativi.
- Adamo quando dopo un sonno-sogno vide Eva disse:
«Questa volta essa è carne della mia carne» (Gen 2,23)
come a dire: Eva è il paradiso per me.
- “L'altro è l'inferno per me" scriveva invece con amarezza Jean Paul Sartre.
E forse anche in qualcuno di noi si trovano più sentimenti
di ostilità che di ospitalità verso il prossimo.
Non è facile "essere con" perché l'amore non rimane mai
quello che è, se non cresce diminuisce. E c'è un segno
evidente che non si ama più: quando i sacrifici cominciano a
costare, quando ci si accorge di farne.
Qualcuno ha scritto:
L'amore è come il pane: bisogna che sia sempre fresco
per essere buono.
L' amore è come la luna: se non cresce, cala.
L' amore è come il fuoco: se non aggiungi legna, muore
Non è facile "essere con" perché anche nella coppia più
unita del mondo, pur essendo bello fondersi, amarsi, essere
una cosa sola, si resta sempre in due e in certi giorni si sente
pesantemente questo rimanere in due.
Ecco la confessione di una brava moglie:
Come cambiano gli uomini! Prima quando mio
marito arrivava a casa mi diceva: «Buongiorno
amore!». Adesso mi dice: «Cosa si mangia oggi?».
Non è facile "essere con" perché la maturazione di un
amore, di una amicizia esige tempi lunghi; ma il dramma è
che oggi si ha sempre e solo fretta.
La maturazione di un amore, di una amicizia assomiglia
alla vicenda di un diamante.
Un diamante grezzo è prezioso, ma per raggiungere la
sua forma ideale deve passare per molti tagli. Le persone
sposate conoscono bene i problemi, le difficoltà che hanno
dovuto affrontare di anno in anno. Difficoltà ambientali,
sociali, economiche, malattie...
Ma se si rimane insieme, se si superano gli ostacoli, il
diamante che è l'amore, di taglio in taglio, arriva alla sua
forma più bella. Se si sa aspettare a lungo, se si resiste, tutto
diventa bellissimo e i "grazie" con gli anni, invece di
diminuire, aumentano e l'altro prende veramente casa dentro
di noi, non solo con noi.
Dall'essere "con" all'essere "per": il
volto pasquale dell'amore cristiano
L'uomo trinitario è l'uomo che vive il suo essere "uomo
con" imitando Gesù che in tutta la sua vita, in particolare
nella sua Pasqua, si è rivelato come "uomo per". Ho trovato
questo contenuto espresso in maniera magistrale in un
dialogo tra mons Tonino Bello e don Vincenzo, un suo prete
amico che lavorava con gli zingari.
Don Tonino aveva letto a questo sacerdote la sua
omelia sulla Trinità.
Quando terminai - scrive - don Vincenzo mi disse che
con tutte quelle parole, la gente forse non avrebbe
capito nulla. Poi aggiunse: «Io ai miei zingari sai
come spiego il mistero di un solo Dio in tre Persone?
Non parlo di uno più uno più uno: perché così fanno
tre. Parlo di uno per uno per uno: e così fa sempre
uno. In Dio, cioè, non c'è una Persona che si
aggiunge all'altra e poi all'altra ancora. In Dio ogni
Persona vive per l'altra. E sai come concludo?
Dicendo che questo è una specie di marchio di
famiglia. Una forma di "carattere ereditario" così
dominante in "casa Trinità" che, anche quando è
sceso sulla terra, il Figlio si è manifestato come
l'uomo per gli altri».
Un "uomo per" è un uomo che si dona come ha fatto
Gesù. In questo mondo nel quale nessuno fa niente gratis, un
"uomo per" è un uomo capace, in famiglia e nella società, di
gesti di gratuità, generosità.
La vita di famiglia perde ogni libertà e bellezza
quando si fonda sul principio del "io ti do, tu mi dai"
(Henrik Ibsen, Casa di bambola 1879)
Ma per arrivare ad essere veramente "uomini per", cioè
capaci di gratuità e generosità in famiglia e nella società,
occorre una forza, una forza dall'alto.
Occorre pregare, pregare molto, occorre cibarsi
dell'Eucarestia.
Pregare è respirare il cielo, celebrare l'Eucarestia è
ricevere il respiro di Dio, l'amore di Dio che è Trinità, è
ricevere lo stesso amore di Gesù.
Torniamo tutti a credere nell'amore, nell'amore di Dio,
nell'amore pasquale di Gesù, coscienti che l'egoismo - cioè
una libertà avara - porta tristezza, malinconia, paura, mentre
l'amore - una libertà donata - regala felicità e speranza.
Perché quando ci si dona e si serve per amore si è felici.