Dichiarazione di voto servizi anziani.

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Dichiarazione di voto servizi anziani.
“LA SINISTRA per un paese migliore”
Gruppo Consiliare del Comune di Brescello
(Partito della Rifondazione Comunista – Gruppo Indipendenti di Brescello)
Consiglio Comunale del 25 ottobre 2007
OGGETTO:
Centro polifunzionale servizi alla persona con Casa Protetta “Ester ed Alcide
Ruffini”. Gestione del servizio assistenza del Centro Diurno, Appartamenti
protetti e Assistenza Domiciliare. Approvazione linee di indirizzo.
DICHIARAZIONE DI VOTO
Iniziamo la nostra dichiarazione richiamando la seguente frase contenuta nel dispositivo della
proposta di deliberazione: “Coniugare l’efficienza tipica del soggetto privato con l’efficacia del gestore
pubblico” frase che, con un eufemismo, definiamo infelice.
Infelice perché ci chiediamo come si possa essere efficaci senza essere efficienti e perché, con questa
frase, si vuol far passare l’idea che, se si vogliono erogare servizi adeguati alle esigenze dei cittadini, il
pubblico e il privato devono essere complementari.
In realtà noi pensiamo che da tanti anni ormai, assistiamo all’incapacità della politica di gestire i
servizi addebitando la responsabilità a chi ci lavora e ai diritti loro riconosciuti, che sarebbero causa
dell’inefficienza dei servizi stessi.
Noi ci rifiutiamo di pensare che tutti i dipendenti pubblici siano inefficienti o fannulloni come
normalmente sono etichettati, mentre pensiamo che l’inefficienza, quando esiste preso atto che in alcuni
casi sicuramente esiste, vada individuata, eliminata e la sua eventuale accettazione addebitata, ancora una
volta, all’inadeguatezza della politica.
Evidentemente noi pensiamo che, al contrario di quanto sta avvenendo, la politica debba essere in
grado di gestire in economia i servizi che eroga in particolare alla popolazione anziana e ci dispiace dover
constatare che, ancora una volta, questa Amministrazione comunale decide di esternalizzare i servizi,
nonostante sia ampiamente dimostrato che i costi saranno superiori alla gestione diretta, l’efficienza dei
servizi sarà al massimo identica ma non superiore e una parte dei lavoratori sarà sottopagata rispetto ai
dipendenti comunali.
Dopo la premessa, procediamo con l’analisi della proposta, sia dell’atto deliberativo sia della
relazione della dipendente che coordina i servizi in oggetto.
Nella proposta di deliberazione si dice che l’Amministrazione comunale intende sostenere e gestire
tutti i servizi rivolti alla popolazione anziana. Appaltare tre servizi su quattro non mi sembra significhi che si
intende gestirli.
Si dice poi, che si intende gestire i servizi in oggetto secondo principi di efficacia ed efficienza
anche attraverso l’attivazione di sinergie tra servizi, finalizzata al mantenimento di un rapporto sostenibile
tra costo e servizi erogati.
Premesso che l’unica differenza dei costi la fa il personale, fino ad ora non ci è forse sempre stato
detto che i due servizi oggetto di appalto (tranne ovviamente gli appartamenti che non esistevano) sono
efficienti?
Costano forse troppo e vogliamo ridurre le spese?
I dipendenti non lavorano?
La sinergia tra i servizi socio-assistenziale è assolutamente indispensabile, ma ci chiediamo: “c’è
sempre stata, così come doveva essere, oppure no e l’attivazione dipende dall’esternalizzazione?
E se la sinergia non c’è stata, la responsabilità va fatta ricadere sulla gestione in economia oppure
sull’efficienza o inefficienza di chi amministra e di chi coordina il servizio?
Fino ad ora ci è stato detto che tutto funziona bene e che il coordinatore del servizio è efficiente,
allora perchè appaltare i servizi?
La proposta di deliberazione parla ancora di:
- “tempestività delle risposte assistenziali”: Perché non le diamo? Con l’appalto le daremo e anche con un
minor costo?
- “continuità assistenziale”: Perché oggi non c’è? Se non c’è significa che il servizio non funziona e la
responsabilità è dei lavoratori del settore o di chi gestisce?
Con questa esternalizzazione, inoltre, si punta tutto sulla flessibilità delle risorse umane, se ne parla
tanto al punto di far pensare che “l’ampia flessibilità”, così viene definita, sia l’unico modo per rispondere
ai diversi bisogni della domanda.
Ma noi vogliamo dei dipendenti preparati, rispettati, responsabili, competenti e ben pagati, oppure
vogliamo delle pedine sottopagate da spostare a nostro piacimento? E su questo punto sarei curioso di
sapere che cosa pensano i sindacati e che cosa intendono fare a tutela dei lavoratori, perché è evidente
che la necessità di tutelarli esiste.
Per quanto riguarda la relazione della coordinatrice dei servizi in oggetto, la consideriamo deludente,
poiché sembra che si stia parlando di un servizio oggi inesistente e/o inefficiente, mentre penso che noi
consiglieri, al fine di poter decidere con coscienza e conoscenza, avremmo avuto bisogno di una relazione
che ci descrivesse la differenza tra il servizio oggi e il servizio domani.
Ci sembra inadeguata la parte della relazione che recita quanto segue: “L’Amministrazione, sentiti i
responsabili della gestione giuridica, economica ed operativa dei Servizi, ritiene che la qualità dei servizi e il
loro espletamento nel rispetto dei principi esposti siano raggiungibili attraverso i seguenti assetti gestionali”
ovvero gestione diretta della Casa Protetta e appalto degli altri tre servizi.
Non sappiamo, infatti, su quali ragionamenti e calcoli i suddetti responsabili abbiano espresso il loro
parere. Dove sono i prospetti di calcolo e le relazioni comparative tra la gestione attuale e quella che si
propone?
Questa è una semplificazione che può andar bene nel testo deliberativo, ma non in una relazione e
può essere interpretata come la conferma che oggi le cose non vanno bene, ma di questo non siamo mai stati
informati.
Tutti sanno che i servizi alla persona, appaltati, al massimo possono raggiungere la qualità di quelli
gestiti in economia, quando la politica sa svolgere il proprio mestiere.
Tutti sanno che la gestione in economia dei servizi alla persona sono più convenienti dal punto vista
economico, salvo, però, malattia o maternità dei lavoratori e delle lavoratrici. Di conseguenza noi pensiamo
che il sunto del ragionamento che porta, in generale, ad esternalizzare i servizi sia il seguente:
“Appaltiamo così non correremo il rischio di dover sostenere le spese per mantenere un dipendente
malato o una dipendente in gravidanza e potremo fare delle previsioni corrette sia in entrata che in
uscita, inoltre non dovremo innervosirci e perdere tempo con dipendenti scorretti o rompicoglioni che
magari si battono affinchè vengano loro riconosciuti dei diritti”.
Ovviamente il tutto si traduce in precarietà per le famiglie di questi dipendenti, perché il dipendente
privato, rispetto al pubblico, è sicuramente meno tutelato, deve essere “ampiamente flessibile” come
pretendete voi, guadagna meno e dovrà sostenere il costo della vita esattamente come gli altri e questi sono i
ragionamenti che distinguono la sinistra dal centro e dalla destra.
Sosteniamo quindi che si traduce in precarietà anche l’esternalizzazione di un servizio e, a questo
proposito, vogliamo concludere non con le parole di Marx ma con quelle del Papa, che il 19 ottobre u.s. ha
detto: «Quando la precarietà del lavoro non permette ai giovani di costruire una loro famiglia, lo sviluppo
autentico e completo della società risulta seriamente compromesso».
Invitiamo pertanto i consiglieri e le consigliere ad esprimere un voto contrario su questo atto e ad
affrontare i problemi dei lavoratori sottopagati che ci vengono anche oggi forniti dalle aziende o cooperative
alle quali ci affidiamo, favorendo in questo modo la precarietà di tante famiglie.
Un appello particolare ad esprimere un voto contrario lo rivolgiamo alle consigliere, affinchè tutelino
i diritti delle lavoratrici in maternità, che sappiamo essere le più penalizzate.
Quando si parla di servizi alla persona non si può pensare alla copertura finanziaria a carico
principalmente dell’utente: si deve invece pensare che la collettività ha il dovere di sostenere questi servizi e
renderli anche economicamente accessibili a tutti, chiedendo di più a chi può dare di più.
Per le suddette motivazione esprimiamo un voto contrario al presente atto.
Il capogruppo
(Paolo Monica)