N° 31 Domenica 7
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N° 31 Domenica 7
A PAG. 5 Catania - anno XXX - n. 31 - 7 settembre 2014 - Euro 0,60 - www.prospettiveonline.it “Poste Italiane s.p.a.” - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/ 2004 no 46) art. 1, c. 1, DCB - Fil. di CT - Taxe perçue - Tassa riscossa - ISSN: 1720-0881 settimanale regionale di attualità UFFICIO PASTORALE della FAMIGLIA “In caso di mancato recapito rinviare al CMP/CPO di Catania, per la restituzione al mittente previo addebito. Il mittente si impegna a pagare la tariffa vigente” Catania: 888° anniversario della traslazione delle reliquie di Sant’Agata Anche nell’estate che ormai volge al tramonto, attraversata da incertezze meteorologiche, migliaia di devoti della martire catanese non hanno perso occasione per far sentire il loro affetto verso una santa con la quale, soprattutto in tempi di profonda crisi morale ed economica, si identificano. Questi festeggiamenti affondano le radici in quei moti di gioia spontanei che si verificarono nella notte del 17 agosto dell’anno 1126 quando le spoglie della santa martire catanese fecero ritorno a Catania da Costantinopoli, grazie alla rocambolesca fuga di due soldati, Gisliberto e Goselmo. Di seguito si riporta il testo integrale dell’omelia dell’Arcivescovo Carissimi fratelli Presbiteri e Diaconi, Fratelli e Sorelle nel Signore, Distinte Autorità, 1. Ogni anno, il 17 agosto, la città di Catania celebra con gioia la festa delle traslazione delle reliquie della Patrona Sant’Agata Vergine e Martire. La data odierna ricorda quanto avvenne il 17 agosto 1126 allorché Gisliberto e Goselino riconsegnarono alla Città, nelle mani del Vescovo Maurizio, il corpo di Sant’Agata che nel 1040 Giorgio di Maniace aveva trasportato a Costantinopoli. La preghiera Colletta ha sottolineato che il ritorno a Catania delle reliquie di Sant’Agata avvenne anzitutto per un singolare dono divino: “O Dio, che hai conservato alla venerazione dei fedeli il corpo di San- La follia della violenza, la sapienza dell’amicizia CARITAS: CONCLUSO IL PROGETTO AMALIPÈ di S:E:R: Mons. Salvatore Gristina a pagina 7 MILO: VIII PREMIO “ANGELO MUSCO” Le foto sono di Orietta Scardino t’Agata Vergine e Martire ...”. Tenendo presente questa bontà del Padre nei nostri riguardi, abbiamo anche chiesto nella stessa preghiera di concedere a noi devoti di Sant’Agata “di crescere come tempio vivo dello Spirito per risorgere con Cristo a vita nuova”, ossia di alimentare la nostra vita quotidiana con i doni dello Spirito per ottenere la vita vera, alla quale tutti siamo chiamati. 2. Quest’anno la festa estiva di Sant’Agata cade di domenica, nel giorno in cui in modo speciale facciamo memoria della risurrezione del Signore. In ogni Celebrazione Eucaristica, subito dopo la consacrazione, il sacerdote dice “Mistero della Fede” e l’assemblea risponde, come avverrà tra (segue a pag. 2) a pagina 11 FESTIVAL INTERNAZIONALE VAL DI NOTO MAGIE BAROCCHE I cristiani perseguitati Verso la pace con il dialogo e la negoziazione “Nulla è perduto con la pace. Tutto può esserlo con la guerra. Ritornino gli uomini a comprendersi”. Quest’accorato appello di Papa Pio XII, nel discorso radiofonico del 24 agosto 1939 ritorna ancora più attuale e pressante oggi, dove in Medio Oriente si assiste ad una rinnovata persecuzione dei cristiani. La preghiera del Papa per “l’amata terra d’Ucraina” al termine dell’Angelus, nel giorno della festa nazionale in ricordo del 24 agosto 1991, quando il Parlamento ucraino pronunciò la dichiarazione d’indipendenza dall’Unione Sovietica, ha acceso ancora una volta i riflettori del mondo sulla situazione di tensione e di conflitto che non accenna a placarsi, generando tanta sofferenza tra la popolazione civile. La recrudescenza della violenza in Iraq ha risvegliato il mondo, facendo quasi presagire una sorta di “terza guerra mondiale”. Papa Francesco con questa espressione ha catturato l’attenzione del mondo, ed è necessario riflettere sui molti conflitti che si stanno verificando in ogni angolo del globo: dalla Repubblica Centrafricana alla Libia e al Congo; dalla Siria all’Iraq settentrionale. Si tratta, come afferma, Mons. Silvano Tomasi, Osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite a Ginevra, ospite del Meeting di Rimini, della globalizzazione di una cultura, in cui prevalgono solo gli interessi personali o nazionali e questo facilita il ricorso alle armi per la soluzione delle differenze. La comunità internazionale è sollecitata a difendere e proteggere i diritti umani fondamentali di tutte le parti e ad abbracciare una diversa cultura della solidarietà e del dialogo, come unica via per costruire un futuro comune di pace e di progresso. L’inviato del Papa cardinale Fernando Filoni, ha recentemente visitato le comunità religiose ed etniche del Nord dell’Iraq e nei campi profughi, testimoniando la situazione disperata dei profughi, vittime del cosiddetto Califfato, i quali sono stati costretti a fuggire con i soli abiti che indossavano. Difendere i diritti umani fondamentali delle persone nel nord dell’Iraq e fornire gli aiuti umanitari di cui hanno bisogno, è un appello alla Comunità inter- Giuseppe Adernò (segue a pagina 2) a pagina 12 2 Prospettive - 7 settembre 2014 sommario al n. 31 (continua da pag. 1) LA FOLLIA... PRIMO PIANO Intervistando Francesco Ferdinando Gravina VII principe di Palagonia_______3 Bernardo Scammacca domenicano morto 20 anni fa il giorno di S. Euplio_______4 Riforma della Pubblica Istruzione: aperti a tutto e a tutti ____________5 INFORMADIOCESI Notizie in breve ___________6 Dalla Cancelleria: Nomine __6 Lettera dell’Arcivescovo ____6 DIOCESI Devozione a Sant’Euplio, compatrono della Città _____7 Processione del Velo di S. Agata e festa della traslazione___________8 Biancavilla Festa della Madonna dell’Elemosina____________9 Giardini-Naxos XII edizione del premio “Rosa Balistreri” _________11 Direzione amministrazione e redazione: via Etnea, 8 95121 Catania Redazione e amministrazione: tel. 095 2500220 fax 095 8992039 www.prospettiveonline.it E-mail: [email protected] [email protected] [email protected] Editrice ARCA s.r.l. via Etnea, 8 95121 Catania Iscritta al Registro degli Operatori di Comunicazione (ROC) n. 7858 Direttore responsabile Giuseppe Longo Grafica e impaginazione: Vera Cannavò Abbonamenti: ordinario Euro 40,00 ridotto (scuole, associazioni, confraternite, etc.) Euro 30,00 versamento su c/c postale n. 12442935 intestato a: ARCA s.r.l. via San Giuseppe al Duomo 2/4 95124 Catania Pubblicità: a mod. (1 colonna x 41mm). Commerciali Euro 27,11 a mod. Redazionali Euro 1,55 a mm Annunci immobiliari e R.P.Q. 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Anche oggi siamo qui proprio per compiere questi due atti importanti: annunziare e proclamare e, quindi, esprimere la verità fondamentale del cristianesimo circa la centralità di Nostro Signore Gesù Cristo nella vita della Chiesa, come pure in quella nostra personale. 3. Cosa significa che Gesù Cristo è al centro della nostra vita? Una breve risposta la possiamo trovare nelle letture bibliche di questa Santa Messa (Is 56, 1.6-7; Rom 11, 13-15.29-32; Mt 15, 21-28). Nel brano di Isaia Dio assicura che presso di Lui non ci sono stranieri. Le persone che il popolo ebraico, per tanti motivi, considerava estranee, non lo sono per il Signore. Egli, infatti, accoglie tutti nella sua casa (“casa di preghiera per tutti i popoli”) e li colma di gioia (“gli stranieri ... li condurrò sul mio monte santo e li colmerò di gioia”). Tutto ciò si realizza tramite Cristo, inviato dal Padre esattamente per darci questa bella notizia: l’amore universale di Dio per tutti gli uomini. Gesù ha dato la sua vita per renderci fratelli e sorelle, figli del Padre nostro che è nei cieli. Ciò significa, anzitutto, trasformare la nostra intolleranza in accoglienza, abbandonare certi diffusi comportamenti razzisti, di superiorità, di sfida, di prepotenza, e sentirci tutti pietre vive della Chiesa. Si tratta di un impegno e di un dono riservato a tutti, come sottolinea Paolo nel brano della Lettera ai Romani che abbiamo ascoltato e che certamente ha bisogno di opportune spiegazioni che adesso, purtroppo, non è possibile fornire. La pagina del Vangelo sembrerebbe, a prima vista, contraddire queste affermazioni. Gesù, infatti, sostenendo di essere stato mandato soltanto alle pecore perdute della casa d’Israele, sembra inizialmente escludere ogni altra persona. Ma non è così. Infatti, la fede grande di quella mamma - una donna cananea - che intercedeva per la guarigione della figlia, rese possibile il miracolo. L’episodio riferito dal Vangelo vuole rendere pure noi persone di grande fede, cioè persone che crediamo veramente nella centralità di Cristo, del Quale abbiamo tanto bisogno e dal Quale perciò non possiamo mai staccarci. Dobbiamo come la donna cananea, di cui ci parla il brano del Vangelo, rivolgerci al Signore con umiltà ed altrettanta insistenza. Sono questi i due caratteri della preghiera di quella mamma verso la quale il Signore riservò accoglienza e non fece mancare il Suo sostegno. Solo Cristo può salvarci. 4. “Annunciamo la tua morte o Signore, proclamiamo la tua risurrezione ... “: con queste espressioni affermiamo la nostra identità cristiana. Sant’Agata annunziò la morte di Gesù e proclamò la sua risurrezione in modo esemplare e con grande coraggio al punto da dare la sua vita per restare fedele a Gesù. Per questo Ella è martire. Il martirio onora chi resta fedele alla propria fede, ma significa anche persecuzione e violenza da parte di altre persone. Onorare una grande martire di ieri, ci deve portare a pensare ai martiri di oggi. Qualche volta pensiamo alle persecuzioni come a situazioni accadute solo nei primi secoli del cristianesimo. Purtroppo non è così: la storia della Chiesa ce lo ricorda. Quanto accade in questi giorni ce lo conferma in modo spaventoso. Non possiamo in questo momento tacere su quello che sta accadendo in questi giorni in Iraq e in altri numerosi Paesi dove i cristiani sono ferocemente e ingiustamente perseguitati. Vogliamo, allora, che la festa in onore di Sant’Agata, martire del III secolo, sia testimonianza di vicinanza e di solidarietà verso le sorelle e i fratelli che oggi subiscono persecuzioni perché cristiani. Le notizie che riceviamo e le immagini che le accompagnano sono di estrema gravità: giustamente si parla di “catastrofe umanitaria”. Genitori con i figli, persone anziane e sofferenti sono obbligati a fuggire a piedi dalle loro case, cacciati dai luoghi dove hanno il sacrosanto diritto di abitare sulla scia dei loro padri. Tutta questa violenza non può trovare alcuna giustificazione e noi dobbiamo affermarlo con chiarezza. È semplicemente assurdo camuffare con presunte motivazioni religiose queste esplosioni di disumana violenza e sopraffazione. Condannando fermamente ogni persecuzione per motivi di fede o di opinioni personali, pensiamo a tutti i perseguitati e non soltanto ai cristiani. La violenza e la persecuzione sono da condannare sempre e in ogni circostanza. Non può esistere motivo di fede che giustifichi sopraffazioni, violenze, battaglie, o addirittura guerre. Chi agisce in questo modo è lontano dal Signore e merita, se non si converte, il castigo divino. Anche in questa Santa Messa preghiamo perché il Signore illumini le menti dei violenti e faccia cadere le armi dalle loro mani. Preghiamo ancora, affinché l’impegno delle Istituzioni mondiali e nazionali riesca ad arginare questo fiume di cieca e tragica violenza. Alla preghiera assoceremo ogni possibile forma di vicinanza anche tramite l’adesione a quelle iniziative che i mezzi di comunicazione promuovono al riguardo. Non mancherà nemmeno il nostro generoso sostegno. È vero: viviamo un serio tempo di crisi. Ogni famiglia, ogni giorno, cerca di “sbarcare il lunario”. Ma non possiamo non pensare a quanti stanno peggio di noi, non possiamo guardare agli altri, vici- ni o lontani, amici o nemici, come a qualcuno che non ci interessa. Per questo motivo la colletta di questa Messa verrà destinata alle sorelle e ai fratelli che subiscono persecuzione e violenze di vario genere. Tutte le altre parrocchie dell’arcidiocesi saranno invitate a partecipare a questa iniziativa di carità che oggi, qui in Cattedrale, noi devoti di Sant’Agata abbiamo la gioia di avviare. Alla concittadina e patrona Sant’Agata chiediamo una speciale intercessione presso il Signore perché tanti cristiani, oggi perseguitati in tante nazioni, non si sentano abbandonati dall’indifferenza e dall’egoismo e affinché dappertutto e sempre la violenza ceda il passo al rispetto fraterno e alla pace. (continua da pag. 1) VERSO LA PACE... Papa Francesco non ha risparmiato alcuno sforzo, in parole e con un sostegno economico, per spiegare che l’unico modo ragionevole per garantirsi un futuro è quello di promuovere il dialogo e la negoziazione, in modo che le persone possano vivere insieme, nel rispetto reciproco, riconoscendo le differenze, ma soprattutto riconoscendo che tutti condividiamo la stessa umanità. La prima risposta alla violenza è quindi di riconoscere la dignità e l’uguaglianza dell’altro, come membri della stessa famiglia umana. Per questo, il Santo Padre ha esortato più volte con urgenza ad elevare preghiere per chiedere a Dio il dono della pace. “Preghiamo per la fine della violenza insensata e per un’alba di pace e riconciliazione tra tutti i membri della famiglia umana” è ancora il messaggio del Santo Padre risuona- nazionale in difesa dei cristiani che hanno gli stessi diritti umani di qualsiasi altro cittadino nel mondo e la loro identità religiosa non dovrebbe essere il motivo che giustifica l’indifferenza nei loro confronti. Durante la sessione speciale del Consiglio dei diritti dell’uomo dell’ONU, convocata per il 1° settembre a Ginevra, il cardinale Filoni ha presentato la dettagliata relazione dei profughi cristiani, molti dei quali uccisi brutalmente. L’appello per ottenere protezione e aiuti umanitari d’emergenza per i cristiani, come pure per gli yazidi, e altri gruppi religiosi, esiliati perché identificati come gruppi religiosi, giunge ai massimi organismi dell’ONU e si auspica che si possa ristabilire la pace e il rispetto dei popoli. A Lei chiediamo, pure, una speciale attenzione per le numerose persone che continuano a giungere nella nostra Isola, dopo aver abbandonato i luoghi di origine colpiti da guerre, carestie e altre pesanti difficoltà. Sant’Agata interceda per noi suoi concittadini e specialmente per i giovani disorientati e privi di lavoro, e per le famiglie che, talvolta, non ce la fanno più a sopravvivere. Per Sua intercessione il Signore conceda a tutti noi una vita serena e libera dalle insidie del male, affinché lavoriamo insieme e con rinnovata fiducia all’instaurazione e al consolidamento della civiltà dell’amore. Così sia per tutti noi ® Avviso ai lettori Archivio Prospettive È possibile consultare l’archivio completo dei numeri precedenti di Prospettive inerenti all’intero anno 2012, 2013 e parte del 2014 direttamente sul sito del settimanale diocesano ww.prospettiveonline.it. Mentre l’acquisto di copie in archivio avviene solo nella sede del periodico. Inoltre l’abbonamento può effettuarsi anche online. Filo diretto con Ecco come mettersi in contatto con noi: • Inviare un’email all’indirizzo [email protected] • Telefonare al numero 095 2500220 o mandare un fax allo 095 8992039 Per il numero che sarà in edicola e in parrocchia il 21 settembre 2014, vi preghiamo di inviare i vostri contributi entro venerdì 12 settembre 2014. Grazie! UFFICIO MARKETING Vicino alle tue esigenze Vincenzo Montensanto 095. 2504311 348 1400832- [email protected] Dal lunedì al venerdì dalle 15:00 alle 18:00 ABBONAMENTI - PUBBLICITÀ COMMERCIALI - SPECIALI PARROCCHIALI to all’interno di una chiesa del New Hampshire, dove si è celebrata una Messa per ricordare James Foley, il giornalista americano brutalmente assassinato in Iraq dai miliziani dello Stato islamico. Solo la preghiera è il contributo che da lontano può diventare segno di presenza e di solidarietà per le popolazioni che soffrono, scrivendo ancora una pagina di storia con persecuzioni e martiri in questo terzo millennio. Il ricordo storico del centenario della guerra del 1915-1918 che ha insanguinato la nostra Italia, come documenta il sacrario di Redipuglia, costituisca un monito anche per le giovani generazioni a costruire la pace, operando segni di bene, di attenzione, di rispetto, restando fedeli ai valori umani e cristiani. ® 3 Prospettive - 7 settembre 2014 Inflazione e consumi in calo: non accadeva dal 1959 Un auspicio: l’uovo di Colombo l tasso d’inflazione ha rallentato in tutte le maggiori economie dell’Ocse a luglio del 2014”, con la sola eccezione della Francia, dove è rimasta stabile allo 0,5%. Lo ha riferito l’organizzazione in una nota. In Italia, l’inflazione è scesa dallo 0,3% di giugno allo 0,1%, e in Germania dall’1% allo 0,8%. Nell’insieme dell’eurozona, “l’inflazione annua è scesa allo 0,4% a luglio 2014, il tasso più basso da ottobre 2009”. Quindi un problema che riguarda tutta l’Europa. Per l’Italia però è un risultato che non accadeva dal 1959. La situazione attuale è ben differente da allora: quando l’economia del Belpaese era in espansione. Oggi, questa deflazione deriva dalla debolezza della domanda di beni e servizi, essenzialmente da un freno non indifferente nella spesa di consumatori e aziende, che, in regime di deflazione, sono incentivati a posporre gli acquisti di beni e servizi non indispensabili, con l’aspettativa di ulteriori cali dei prezzi, con l’effetto di aver innescato una spirale negativa. Le imprese, dunque, non riuscendo a vendere a determinati prezzi parte dei beni e “I servizi, cercano di collocarli a prezzi inferiori. Ne viene fuori un dato negativo avallato anche dall’Istat che ha certificato recentemente la recessione del Pil a -0,2% nel secondo trimestre. Si diceva un dato negativo: le famiglie non riescono più a spendere come dovrebbero, i consumi sono ridotti all’essenziale, con i consumatori che attendono nuovi ed ulteriori ribassi. Ecco perché su queste basi la ripresa economica diventa pura utopia mentre il Paese con un debito pubblico che continua a crescere rimane in un’impasse pericolosa. Per gli analisti questo passaggio era però in qualche modo atteso: “Il dato di agosto dovrebbe rappresentare il punto minimo”, stando alle dichiarazioni di Intesa Sanpaolo prima della pubblicazione dei dati Istat. “A settembre” l’inflazione “è vista nuovamente vicino a zero o in territorio lievemente negativo. Una risalita potrà esserci solo nei mesi autunnali”, ma solo nella seconda metà del 2015 si prospetta poco sopra l’1%. Mentre per l’economista Paolo Mameli, insomma, è più corretto parlare di “deflazione tecnica” e di uno scenario di “bassa inflazione prolungata”. Ma quali sono le cause del ribasso generale dei prezzi? In primis i consumi energetici. Sono diminuiti dell’1,2% rispetto al 2013 (dal +0,4% di luglio), con un calo che ha interessato la benzina, 0,9% e il gasolio in calo del’1,7%. E al netto dei beni energetici, infatti, l’inflazione salirebbe allo 0,4%. Dati confermati anche dalle analisi dell’Eurostat, dove si evidenzia che il comparto “energy” è il peggiore, con un calo del 2%. Si stabilizzano, invece, i prodotti ad alta frequenza di acquisto. Quello che viene definito il cosiddetto “carrello della spesa” formato da alimentari, prodotti per la cura della casa e della persona, vede una flessione tendenziale dello 0,2%, “meno ampia del -0,6% di luglio”. Nelle tabelle Istat si legge che su dodici “divisioni di spesa”, dagli alimentari ai servizi ricreativi, ce ne sono tre in deflazione tra agosto 2014 e 2013: alimentari e bevande, abitazione, e comunicazioni. Secondo l’Istat, però, la stagnazione durerà ancora: “Le previsioni per il terzo trimestre 2014 indicano una sostanziale stagnazione dell’economia”, dice l’Istituto nella nota mensile sulle stime per l’Italia. A riguardo si è espresso il leader di Confindustria, Giorgio Squinzi, che è intervenuto al recente meeting di Comunione e Liberazione a Rimini: “La situazione economica è drammatica. Serve un progetto per questo Paese, una volta per tutte dobbiamo pensare chi vogliamo essere, cosa vogliamo diventare”. E poi ha avvertito: “Dobbiamo far ripartire le imprese perché senza le imprese, non c’è un salto in avanti né in economia né a livello sociale”. Quanto alla dinamica del Pil, per Squinzi “l’Italia da 20 anni vive sopra i propri mezzi e le proprie possibilità, disperdendo ricchezza. Perché così stiamo riducendo il nostro livello di vita. Il Pil continua a scendere, e anche nel 2014 a meno di un miracolo, avremo un altro dato negativo come nel 2012 e 2013, magari meno pesante”. F.C. l’intervista Indietro nel tempo intervistando Francesco Ferdinando Gravina VII principe di Palagonia n tempo le vacanze erano occasione di pienezza, dato che il vuoto, vacuus, animo libero da occupazioni e da studio, sarebbe stato il ricettacolo per nuovi stimoli e nuove attività da intraprendere con la ripresa dell’anno lavorativo! E io, miei cari lettori, avevo solo il desiderio di vivere una favola, dove tra io e natura, tra soggetto e oggetto ci fosse un interscambiabilità, dove l’universo arte e storia potessero anche vivere dentro di me in un sentire tutto interiore che diventa appagamento del sé. E il momento della favola l’ho vissuto a Villa Palagonia, meglio conosciuta come “Villa dei Mostri” nella cittadina di Bagheria. Ad accogliere me e i miei amici Nino Germanà ed Elio Quiligotti, con gentilezza ed affabilità vera, che è una caratteristica tutta siciliana, è uno dei proprietari della dimora storica, Ignazio Pedone che gradualmente ci introduce in quell’edificio che suscitò già nel secolo XVIII la curiosità dei tanti viaggiatori stranieri che si avvicendarono in Sicilia nel Grand Tour dell’isola. Quello che si presenta al mio sguardo è quanto di più stravagante e interessante si possa immaginare: un singolare ingresso dove stanno a mo’ di eterne sentinelle due statue megalitiche di ispirazione egizia, similari a quelle poste ai lati della porta magica di Roma, sede dell’Accademia dei Lincei. Poi un gran cortile a forma ottagonale delimitato da mura ornate da volute e piedistalli sui quali si ergono vasi e delle figure mostruose tagliate in pietra: statue antropomorfe con teste di animali e viceversa corpi di U Non attaccatevi alle cose, tanto tutto passa animali con teste umane, mendicanti, spagnoli, mori, turchi e gobbi, gente deforme, soldati in ambito antico e cavalli con le mani, dragoni e serpenti, una fantasmagoria che sembra partorita da un sogno dove stranezze vestite di surrealismo si mescolano in un’eterna danza della follia. Mentre sono assorta in questa poesia dove reale e fantastico sembrano non i tratti del volto sono nervosi e spigolosi, ma i suoi occhi piccoli e brillanti dallo sguardo profondo e la sua fronte alta mi ispirano fiducia. Chissà perché, ma a un uomo del genere sento di poter raccontare tutta la mia vita, riporre in lui anche i miei pensieri più reconditi. Penso che si tratti di una guida in abito d’epoca con le funzioni di accoglienza dei visitatori, quando costui con un Il principesco ingresso di Villa Palagonia a Bagheria avere confini, mi accorgo che sta dinnanzi a me un uomo vestito alla foggia del secolo XVIII: una camicia serica dotata di vaporosa ruches, una marsina con ricami aurei color amaranto, pantaloni in tinta dello stesso colore legati al ginocchio con dei nastri di raso e delle scarpe in pelle nera dotati di fibbia d’oro e pietre preziose. Il suo aspetto è longilineo, il suo portamento è a dir poco regale, indossa una parrucca incipriata e elegante baciamano mi rivolge queste parole: <<Sei la benvenuta nella mia casa… ti aspettavo da tempo>>. E io attonita: <<mi scusi, non capisco… e allora il signore che ci ha accolto? Ma lei chi è?>> <<Francesco Ferdinando VII principe di Palagonia, in persona… anzi ehm… in spirito per farti da Cicerone tra queste stanze e tra queste figure, padrone di questa dimora dal 1746!>> <<Non posso crederci! Lei è il principe bizzarro che realizzò questa moltitudine di statue stravaganti?>> <<Bizzarro è stato l’appellativo datomi dai viaggiatori stranieri che visitarono questo palazzo, i quali imbibiti di nozioni sulla classicità, provarono meraviglia e stupore o forse un senso di rigetto su tali mostruosità. Pensa, all’epoca si potevano contare circa 200 statue, oggi invece ne sono rimaste solo 62. Ho speso una fortuna, circa 200 mila scudi per far realizzare queste sculture in pietra tufacea, il cui materiale litoide è stato prelevato da una cava nelle vicinanze di Bagheria!>> <<È un qualcosa di insolito visitare una dimora storica e incontrare lo spirito di colui che vi ha abitato! Sarebbe così gentile da accompagnarmi in visita?>> <<È proprio quello che intendo fare, gentile signora Stefania! Legga questo documento!>> Il principe srotola dal taschino della sua marsina un foglio di carta ingiallito dove sta scritto: “In Die vigesimo sexto Martii, millesimo septimo decimo octavo don Nicolò Placido Branciforti proprietario di Bagheria…” <<Con questo si dimostra che l’antico proprietario del terreno era il principe Lanza e Branciforti che vendette il latifondo a mio nonno il quale affidò già tre anni prima, nel 1715, la direzione dei lavori per la costruzione della villa all’architetto domenicano Tommaso Maria Napo- li. Erano quelli anni di fermento politico e civile in Sicilia per il malcontento che generò la dominazione sabauda nell’isola per via dell’eccessivo fiscalismo e dello sfruttamento delle risorse umane e materiali offerte dai siciliani. Mio nonno, fece un suo cursus honorum arrivando alle alta cariche del regno e contemporaneamente a questa ascesa diplomatica non dimenticò le sofferenze della popolazione, sia quella vessata dalla politica piemontese che quella del Val di Noto, messa in ginocchio dal terremoto del 1693. Ecco i donativi e i carichi di frumento che partirono dalla mia famiglia per alleviare le condizioni dei più indigenti. Un tempo si accedeva a questa dimora da un altro ingresso caratterizzato da un arco trionfale, oggi si accede dal lato opposto, perché il primitivo originale è diventato via pubblica. Ah, come cambiano i tempi!!! L’impianto dell’edificio è curvilineo, quasi come se fosse un affettuoso abbraccio rivolto ai visitatori, ma osserva attentamente le finestre e i balconi hanno l’inquadratura a “orecchia”, e il movimento del prospetto tra lesene, colonne e capitelli quasi fosse un palcoscenico con degli effetti sorpresa, una sorta di preludio alle particolarità che si troveranno all’interno! E ancora osserva lo scalone monumentale, guarda come segua l’andamento curvilineo del prospetto e come anticipi con le sue volute l’interno del(segue a pagina 4) 4 Prospettive - 7 settembre 2014 IN PRIMOPIANO Bernardo Scammacca domenicano morto 20 anni fa il giorno di S. Euplio Aiutò perseguitati politici ed ebrei artedì 12 agosto è passato, purtroppo, inosservato il 20° anniversario della morte del sacerdote domenicano di nobile casato catanese, fra’ Bernardo Scammacca, religioso dell’Ordine dei Frati Predicatori fondato da S. Domenico di Guzmàn che, durante la guerra, a Roma e a Bruxelles ebbe un ruolo delicatissimo per conto della Santa Sede. Padre Scammacca, al secolo Giuseppe, era nato a S. Gregorio di Catania il 4 ottobre 1905, 6° di 8 figli. A 14 anni fu mandato dal cardinale Giuseppe Francica Nava in Vaticano per studiare presso il Pontificio Seminario Romano Minore. Due anni dopo, il giovane proseguì gli studi liceali in un collegio monastico e poi a Catania. A 27 anni d’età, guidato dal padre maestro Tommaso Mirone, fu ammesso all’Ordine assumendo il nome del beato Bernardo nel noviziato del convento S. Rocco di Acireale. Il maestro generale padre Martino Gillet lo volle a Roma per completare gli studi all’<Angelicum> e per l’ordinazione sacerdotale. Cappellano militare in Africa, fu assistente spirituale dei ventimila coloni italiani mandati dal duce del fascismo in Libia. Allo scoppio della guerra, fu trasferito in Albania come cappellano dei Cacciatori delle Alpi, poi in Grecia, in Montenegro e in Croazia. Rimpatriato per gravi motivi di salute, fu nominato segretario di p. Gillet e successivamente di altri ben 7 maestri generali. Negli anni 1943-1945, approfittando della sua posizione privilegiata rivestita nella Curia generalizia dell’Ordine Domenicano, aiutò e salvò dalle SS naziste vari ufficiali e diplomatici ed anche diverse famiglie ebree, tanto da mettere a rischio la propria vita se non fosse intervenuto in tempo il venerabile mons. Giovambattista Montini, sostituto della Segreteria di Stato e interprete fedele del servo di Dio Pio XII intrepido “defensor civitatis”, che lo nominò corriere diplomatico facendolo riparare d’urgenza a Berna, in Svizzera, dove si occupò degli internati italiani nei campi di concentramento; per gli studenti in fuga fondò a Friburgo un campo studi. Il domenicano catanese aveva conosciuto Montini, assistente generale della F.U.C.I. e abitante anch’egli sull’Aventino, tramite suo cognato, l’illustre medico chirurgo prof. Edoardo Borra di Alba, amico del beato Piergiorgio Frassati. Successivamente la Santa Sede lo incaricò di collaborare con l’arcivescovo Clemente Micara, che sarebbe diventato cardinale vicario di Roma, nella nunziatura apostolica di Bruxelles che era stata la sede di due diplomatici pontifici nostri conterranei: gli arcivescovi Francica Nava e Sebastiano Nicotra. Dalla capitale belga padre Scammacca ebbe M (continua da pag. 3) NON ATTACCATEVI... Poi il principe mi conduce nelle sue stanze e mi mostra una collezione di vetrini colorati. <<Osserva e dimmi cosa vedi?>>. <<Tante tessere di vetro e ognuna riflette la mia immagine che a sua volte viene centuplicata dagli altri quadratini vitrei>> <<Brava! E adesso alza lo sguardo>> <<Un tetto fatto di specchi tramite i quali la mia immagine viene riflessa mille volte e forse anche deformata!>>. <<Adesso intendi? Mia cara amica, tutto scorre, ogni cosa è votata alla morte e cosa è di più paurosamente fugace se non la bellezza! Così queste immagini riflesse, proprio nel loro punto di fuga ci resti- modo di aiutare suo fratello Michele, barone del Murgo e di Arbiato e caricatore dell’Agnone, quale diplomatico incaricato d’affari in Belgio, Olanda e Lussemburgo, a riaprire l’ambasciata italiana a L’Aja e di raggiungere tante volte Parigi per parlare con il nunzio apostolico mons. Angelo Roncalli, il futuro Papa San Giovanni XXIII. Nel dopoguerra, padre Scammacca operò tanto per la Provincia domenicana di Sicilia: la costruzione del Collegio S. Tommaso d’Aquino di Linguaglossa per l’incremento delle vocazioni. Dal 1949 al 1951 attraversò diverse volte l’Atlantico per raccogliere fondi in America. Nel 1954 si occupò della fondazione del convento di Paternò. Dal 1956 a Roma lavorò senza sosta come rettore della basilica stazionale Santa Sabina all’Aventino, curò come delegato arcivescovile il monastero S. Maria delle Grazie delle monache domenicane di Sorrento. A Catania-Canalicchio realizzò il complesso degli edifici dell’Istituto S. Giuseppe delle suore domenicane missionarie di San Sisto. Alla fine del 1993 rientrò a Catania colpito da un male incurabile. Rese l’anima a Dio il giorno della festa liturgica di sant’Euplio nel convento di S. Domenico fuori le mura, a pochi metri dal luogo dove il martire compatrono subì una dura restrizione carceraria prima di affrontare l’esecuzione della pena capitale. Antonino Blandini Pedara: La casa di Giuseppina Faro sarà ristrutturata Il focolare della santità arrivato il momento tanto atteso. Si avviano a Pedara i lavori di ristrutturazione della casa appartenuta a Giuseppina Faro, la giovane pedarese, morta in odore di santità e di cui è in corso il processo per la sua beatificazione. Grazie al finanziamento di euro 2.054.851 concesso, due anni addietro, dall’assessorato regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, il “caseggiato Faro” è stato acquistato dal Comune di Pedara. Con tale somma l’amministrazione comunale ha indennizzato i proprietari e accantonato la somma necessaria per i lavori di restauro dell’edificio. Ora si è conclusa la procedura per l’aggiudicazione dell’appalto che è risultato assegnato all’impresa Garofalo Claudio di Modica, per l’importo complessivo di € 671.979 (comprensivo degli oneri di sicurezza). Tutto pronto, quindi, per l’inizio dei lavori che dovranno essere ultimati entro il maggio del 2015. A salutare questo felice momento dell’avvio dei lavori si sono dati appuntamento nella “casa Faro” il sindaco Anthony Barbagallo, il par- vide la luce nel 1847. Il progetto dei lavori prevede il restauro e il riuso dell’edificio da destinare a museo e laboratorio della creatività. Il caseggiato consiste roco padre Raffaele Landolfo, i dirigenti comunali che hanno istruito la pratica e numerosi fedeli della “beata Peppina”, che in questa casa in un fabbricato ottocentesco a due elevazioni, in discreto stato di conservazione (abitato sino a un ventennio fa), con una corte interna ed tuiscono la caducità! Ma so che la tua curiosità verte su quei mostri che stanno lì nel cortile e ti chiedi il perché di questo parto della bruttezza!>> Il principe mi conduce all’esterno di quelle fantasmagoriche sale dove ai miei occhi sulle mura della corte si dispiegano in pietra tufacea esseri deformi, scimmie, cavalli con mani dragoni mori e turchi in un teatro dell’orrendo, poi mi sussurra: <<Viviamo in continuazione in un clima di incertezze dove a dominazioni ne seguono altre in un’atmosfera esistenziale di peggioramento dei costumi. I disagi sociali producono malessere e manifestazione ne è prova la povertà. Il mondo dei nobili con il loro codice delle formalità lo sento lontano, quello dei reietti e di coloro che si abbandonano ai vizi lo detesto. Non mi resta altro che l’arma dell’ironia… non affezionarmi ad alcunché, tanto tutto passa!>> A questo punto il principe mi pone un vassoio d’argento contenente delle monete e mi prega: <<Sarebbe così gentile da versare un obolo per la liberazione dei prigionieri dei pirati in Barberia?>> <<Certo>>- e aprendo il portafoglio dono 2 euro, poi con spontaneità chiedo: <<Scusi ma con tutte le ricchezze che ha profuso per la costruzione di questa villa, perché si piega a fare la questua?>> E lui sorridendo: <<Spendiamo un patrimonio per le nostre follie, ma facciamo pagare agli altri le nostre virtù!>> È Stefania Bonifacio il prospetto principale su via Filadelfo Faro. I lavori prevedono l’allestimento al piano superiore del museo con gli oggetti e gli arredi originali, mentre al piano terra spazi di accoglienza e di servizio (bookshop, amministrazione, servizi igienici, ecc.). È prevista, inoltre, la creazione di un centro di animazione e un laboratorio culturale, dove possano svolgersi attività teatrali o di formazione. Molto soddisfatto il sindaco Barbagallo per la felice conclusione dell’iter amministrativo che consentirà di salvaguardare e valorizzare un edificio storico e rappresentativo e che potrà dare ulteriore impulso alle varie iniziative per illustrare la figura della “beata Peppina”, tanto cara ai pedaresi e ai tanti devoti sparsi in varie parti dell’isola e non solo. Felicità e commozione anche da parte del comitato “Pro serva di Dio Giuseppina Faro”, guidato dalla prof.ssa Maria Rapisarda, che tanto sta facendo per promuovere iniziative al fine di divulgare la conoscenza della “vita di santità” di Giuseppina Faro. Alfio Nicolosi Avviso agli Enti Ecclesiastici DICHIARAZIONE IMU 2012 E 2013 Con Decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze del 26 giugno 2014 sono stati approvati il Modello e le Istruzioni per la Dichiarazione IMU e Tasi degli enti non commerciali. La dichiarazione deve essere presentata esclusivamente in via telematica e pertanto si invitano i legali rappresentanti degli enti ecclesiastici a rivolgersi ad un commercialista al fine di ottemperare a tale adempimento. La dichiarazione, diversamente dall’ICI, è richiesta per tutti gli immobili di cui l’ente è proprietario, o titolare di diritti reali, e quindi anche per l’edificio di culto: pertanto tutte le Chiese e le Parrocchie sono soggetti obbligati alla presentazione della Dichiarazione IMU la cui scadenza per gli anni 2012 e 2013 è fissata per il 30 settembre 2014. SI RICORDA CHE IN CASO DI OMESSA PRESENTAZIONE DELLA DICHIARAZIONE SI PUÒ INCORRERE NELLA DIFFICOLTÀ A FAR VALERE IL DIRITTO ALL’ESENZIONE, OLTRE CHE ALLA SANZIONE AMMINISTRATIVA. 5 Prospettive - 7 settembre 2014 IN PRIMOPIANO Ufficio Diocesano per la Pastorale della Famiglia: Capitolo IV dell’Instrumentum Laboris a famiglia costituisce per la società un bene inestimabile, ambiente di crescita, scuola di umanità, amore e speranza, ovvero lo spazio privilegiato in cui Cristo rivela il mistero e la vocazione dell’uomo. Tuttavia, emerge una distanza preoccupante tra la famiglia odierna e l’insegnamento della Chiesa al riguardo. La famiglia di oggi vive un momento molto difficile, per cui uno sguardo compassionevole e comprensivo consentirebbe alla Chiesa di accompagnarla nella sua realtà e annunciarne il Vangelo secondo le sue specifiche necessità. Per secoli la famiglia ha ricoperto un ruolo significativo nella società, costituendone il fondamento, quale luogo naturale per lo sviluppo della persona umana. Nella famiglia, infatti, si trasmettono valori come fratellanza, lealtà, amore per la verità e per il lavoro, rispetto e solidarietà, così come l’arte della comunicazione e la gioia. Contro il tentativo di privatizzazione della famiglia, cellula fondamentale della società, occorre proporre una visione aperta della stessa, sorgente di capitale sociale, ovvero di virtù essenziali per la vita comune. Senza famiglia l’uomo non può uscire dal suo individualismo, poiché solo in essa s’impara la forza dell’amore che sostiene la vita, e «senza un amore affidabile nulla L La famiglia e la vocazione della persona in Cristo potrebbe tenere veramente uniti gli uomini, se non l’utilità, gli interessi o la paura. Occorre, quindi, riflettere sul significato di una pastorale capace di stimolare la partecipazione della famiglia nella società, di recuperare il suo ruolo di soggetto sociale nelle tante sfide che la attendono, nel suo rapporto con il lavoro, l’educazione, la sanità, la continuità fra generazioni e lo sviluppo di un diritto di famiglia che la tuteli nelle sue specifiche relazioni. L’esperienza d’amore reciproco tra gli sposi aiuta a comprendere la vita trinitaria come amore. Come ci ricorda il Santo Padre Francesco, il matrimonio è l’icona dell’amore di Dio per noi, in cui Egli fa dei due sposi una sola esistenza (Udienza generale del 2 aprile 2014). A tal proposito, la famiglia di Nazareth è esempio di relazione e amore, il luogo privilegiato per la rivelazione di Dio all’uomo, in cui avviene l’incon- tro con Cristo. La prima esperienza di amore e di relazione, d’altronde, accade in famiglia: si evince la necessità che ogni bambino viva nel calore e nella cura protettiva dei genitori, in una casa dove abiti la pace. I bambini devono poter percepire che Gesù è con loro e non sono mai soli. La famiglia è così definita “scuola di amore e comunione”, “palestra di relazioni”, in cui si impara a costruire relazioni significative, che aiutino lo sviluppo della persona fino alla capacità del dono di sé. Il ruolo dei genitori, primi educatori nella fede, è essenziale nella testimonianza della loro fedeltà, nella bellezza della loro differenza anche nei ruoli di padre e madre e nella positività della libertà, dell’uguaglianza tra i coniugi e della loro reciprocità. In famiglia si sperimenta anche la ricchezza della differenza intergenerazionale, attraverso cui si vivono eventi decisivi come la nasci- ta e la morte, i successi e i fallimenti, che aiutano i figli a crescere nel rispetto della vita, formando la loro personalità. Pertanto, si evidenzia l’importanza di una fede condivisa e resa esplicita dai genitori, comin- definito “un uomo seduto”. La graduale scomparsa dei custodi delle scuole, alcuni anche collaboratori che beneficiavano di locali di abitazione presso le scuole, ha reso molto più difficile l’apertura prolungata della scuola. Una particolare forma di turnazione tra il personale dovrebbe poter garantire tali servizi aggiuntivi. Alternando servizi operativi e servizi di vigilanza, s’instaura un giusto equilibrio tra i carichi di lavoro per il personale, garantendo l’efficienza dei servizi. Una scuola sempre aperta, dinamica nelle attività e nei progetti, potrebbe benissimo consentire al personale Ata di beneficiare, conti alla mano, di una quattordicesima e quindicesima mensilità. Forse manca e non è ben consolidata fra tutto il Personale, l’idea di scuola-comunità che offre servizi e quindi cresce, si sviluppa, acquisisce credibilità e immagine sociale di positiva qualità ed efficienza. Una scuola aperta e dinamica è riconosciuta come “presenza” viva nel territorio e consolida il consenso e la fiducia dell’utenza. Sentirsi “azionisti” nell’impresa cooperativa della scuola, è un messaggio ed una proposta che appare innovativa perché poco attuata, ma è garanzia di successo e di sviluppo alla scuola, dove ciascuno opera con profitto e produce successi e benefici a vantaggio della comunità scolastica. Tutto ciò non è una novità. Tanti ed in altri contesti l’hanno realizzato perché non farlo anche noi? Tutto si può fare. Basta volerlo! ciando dallo stile di vita della coppia e dalla relazione con i figli, così da fornire, in una società plurale, un orientamento di base per la loro vita, che possa sostenerli anche dopo l’infanzia. Infine, in famiglia, quale Chiesa domestica (cf. LG 11), è importante alimentare una “cultura familiare di preghiera”. L’autentica conoscenza di Gesù Cristo è promossa dalla preghiera personale e familiare, secondo le forme specifiche e le ritualità domestiche, dalla lettura comune della Scrittura e dall’esperienza nella comunità parrocchiale con la partecipazione della famiglia alla vita sacramentale ecc. Insomma, la famiglia risulta fondamentale per la maturazione di quei processi affettivi e cognitivi, decisivi per la strutturazione della persona, che le permettono di accedere ad ulteriori livelli di socializzazione e di scoprire la propria vocazione all’amore. Tuttavia, essere famiglia cristiana non garantisce automaticamente l’immunità da crisi anche profonde, attraverso cui però la famiglia stessa si consolida, fino a riconoscere la propria vocazione originaria nel disegno di Dio, con il sostegno dell’azione pastorale. Nonostante le varie situazioni difficili, infatti, rimane forte tra i giovani il desiderio famiglia, di un legame stabile e duraturo. Pertanto, è necessario che la Chiesa, nell’ottica di una pastorale rinnovata,si prenda cura di famiglie che vivono situazioni di crisi, accompagnandole durante tutto il ciclo della vita, per garantirne la qualità delle relazioni al suo interno, soprattutto nei casi in cui i legami familiari sono minacciati dalla violenza domestica, con interventi di sostegno atti a risanare le ferite subite e sradicare le cause che le hanno determinate. In tal senso, è importante il coinvolgimento attivo delle famiglie nella vita parrocchiale, attraverso interventi di sussidiarietà e solidarietà a favore di altre famiglie. Emerge, dunque, la necessità di una formazione costante e più articolata,di natura biblica, teologica, spirituale ma anche umana ed esistenziale, sul valore del matrimonio come vocazione, sulla riscoperta della genitorialità come dono. Il Condottiero Alessandra e Andrea Cacciato Riforma della Pubblica Istruzione: aperti a tutto e a tutti “Azionisti” nell’impresa cooperativa della scuola atteo Renzi l’ha definita «la madre di tutte le battaglie», per ripetere che la scuola resta una delle priorità dell’azione del suo governo. E dopo gli interventi sull’edilizia scolastica è giunto il momento di parlare anche d’altro e precisamente di: programmi, competenze degli studenti, formazione e merito dei docenti, valutazione, autonomia scolastica. Sono questi i temi che saranno al centro del «pacchetto» di misure di cui, già da alcuni mesi, si stanno occupando due gruppi di lavoro istituiti al ministero dell’Istruzione. L’ultima parola spetterà al presidente del Consiglio prima di tradurre le proposte in provvedimenti legislativi: un decreto legge o e una legge delega. Le diverse proposte circa l’orario di lavoro da 18 a 36 ore e gli orari di apertura delle scuole dalle 7 alle 22 in 11 mesi di attività e poi ancora le proposte sull’abilitazione all’insegnamento conseguita direttamente durante il percorso universitario ed ancora il bonus fiscale per ogni investimento privato nella scuola dando più spazio all’alternanza scuola-lavoro. L’obiettivo del Governo è il «miglioramento del progetto educativo» di cui «i destinatari sono i ragazzi», ha assicurato Reggi confermando l’idea di «portare la consultazione nei territori» aprendo il confronto con gli insegnanti, con il personale Ata, con i dirigenti, con i sindacati e con gli enti locali. L’’idea che le scuole rimangano aperte anche per buona parte del pomeriggio, diventando così luogo di studio (individuale o di gruppo) M per molti allievi e di ricerca per molti docenti, non è in sé certo disprezzabile. Sono già tante le scuole che restano aperte nel pomeriggio per le attività del tempo pieno e prolungato, per le lezioni del corso musicale, per la pratica sportive. Oltretutto, una simile iniziativa contribuirebbe a rinsaldare i legami tra i diversi attori della scuola, le, prive di spazi di mensa, di palestra, di strutture adeguate, la riflessione su una scuola che diventi vera e concreta istituzione al servizio della cittadinanza, non è da disattendere. L’esemplarità di alcune realtà scolastiche dove tutte queste cose si sono fatte e si fanno, conferma che la proposta ministeriale è degna di attenzione e non è da considerarsi “provocatoria”. facendo di questa una vera e propria comunità, aperta e in dialogo con il territorio. Centro di servizi e di promozione culturale e sociale. La disponibilità di ampi locali consente anche di svolgere a scuola incontri culturali, attività teatrali, cineformun per i genitori e la cittadinanza e come già avvenuto in alcuni casi anche riunioni di condominio, incontri di associazioni e gruppi esterni alla scuola. Rispettando le osservazioni di chi prova “imbarazzo”, “fastidio”, “vergogna” dinanzi a queste considerazioni che appaiono provocatorie e demagogiche, considerate le condizioni penose di alcune scuo- Quel che occorre rivedere e pianificare è certamente l’orario di servizio del personale. Negli anni abbiamo assistito a diverse mutazioni organizzative dal bidello con il grembiule nero, custode e garante della sicurezza della scuola, ai diversi profili di collaboratori scolastici con orari rigidi o flessibili, con turnazione e lavoro intensivo. La differenziazione nella categoria tra coloro che fanno le pulizie delle aule e gli istituti che beneficiano del servizio di pulizia esternalizzato, ha creato scompensi nella funzione del collaboratore scolastico che in modo provocatorio è stato 6 Prospettive - 7 settembre 2014 Notizie in breve dall’8 al 14 settembre Ufficio di Cancelleria S.E. Mons. Arcivescovo ha nominato: Dall’Agenda dell’Arcivescovo Lunedì 8 • Lavoro interno per la Visita pastorale. Martedì 9 • Ore 9.00 - In data 11 luglio 2014, il Rev.do P. CARMELO GIUFFRIDA S.J. Direttore Diocesano dell’Apostolato della Preghiera; con i Vicari Foranei. Sabato 13 • Ore 11.30 Catania, Mensa della Caritas (Stazione Centrale): benedice i nuovi locali. • Ore 16.30 Catania, parrocchia S. Maria in Ognina: celebra la S. Messa per la festa patronale. Arcivescovado: udienze. Mercoledì 10 • Lavoro interno per la Visita pastorale. Giovedì 11 • Ore 9.00 Arcivescovado: udienze. • Ore 11.00 Arcivescovado: presiede la riunione della Commissione Ordini e Ministeri. Domenica 14 • Ore 11.00 Sarro, parrocchia S. Vincenzo: celebra la S. Messa e amministra il sacramento della Confermazione. • Ore 18.00 Belpasso, Cappella Padre Pio: celebra la S. Messa. Venerdì 12 • Ore 10.00 Salone della Curia: presiede l’incontro ® - in data 28 luglio 2014, il Rev.do Sac. ANTONINO GALVAGNO Amministratore Parrocchiale della parrocchia S. Antonio di Padova in Gravina di Catania; - in pari data, il Rev.do Sac. CARMELO POLITI Amministratore Parrocchiale della parrocchia Maris Stella in Catania; - in data 1° agosto 2014, il Rev.do P. FRANCESCO LUVARÀ M.C.M. Parroco della parrocchia S. Maria in Ognina in Catania; - in data 29 agosto 2014, il Rev.do Sac. GIUSEPPE SAMMARTINO Amministratore Parrocchiale della parrocchia S. Maria delle Grazie in Nicolosi. ® L’Arcivescovo Ai Presbiteri e ai Diaconi dell’Arcidiocesi Carissimi, Con la presente desidero raggiungervi a conclusione del periodo estivo, durante il quale spero che ciascuno abbia potuto usufruire di qualche giorno di riposo. Ci prepariamo a riprendere le attività anche a livello diocesano con i due appuntamenti che qualificano l’inizio dell’anno pastorale. a) CONVEGNO CATECHISTICO DIOCESANO: 16 - 18 settembre, ore 17,30-19,30, presso il Santuario della Madonna della Sciara a Mompileri. Abbiamo già ricevuto dall’Ufficio competente notizie dettagliate in merito. Da parte mia, raccomando la partecipazione allo specifico incontro con il Relatore, Fra’ Enzo Biemmi, che si svolgerà nella mattinata del 16, alle ore 9,30, presso il Santuario. b) APERTURA ANNO PASTORALE: 1 - 3 ottobre. Avverrà con lo schema adottato anche per gli anni precedenti. 1. Assemblea diocesana (1 ottobre) 2. Incontro nei Vicariati (2 ottobre) 3. Concelebrazione in Cattedrale (3 ottobre) Maggiori dettagli verranno forniti a seguito dell’incontro con i Vicari foranei (12 settembre). c) Durante il mese di ottobre (5 - 19) si svolgerà la III Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo dei Vescovi dedicata a “Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione”. Lo seguiremo con la preghiera e la dovuta attenzione. Come già sapete il Sinodo si concluderà domenica 19 ottobre con la beatificazione di Papa Paolo VI. Tutti abbiamo motivo di esultare per la felice circostanza. Io vivrò l’evento con l’indimenticabile ricordo del 17 maggio 1970 quando ricevetti da Papa Paolo VI l’ordinazione sacerdotale. Avrò la gioia di presenziare alla Beatificazione anche in rap- presentanza della nostra arcidiocesi. d) Giovedì 23 ottobre ricorrerà il 10° anniversario della morte di Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Domenico Picchinenna. Lo ricorderemo in Cattedrale con una commemorazione che precederà la concelebrazione. Speriamo di poter realizzare qualche altra iniziativa che onori la memoria benedetta di un Pastore che, con inconfondibile stile e carità pastorale esemplare, guidò per lunghi anni la nostra Chiesa. e) Sabato 20 settembre aprirò la Visita pastorale nel IX Vicariato. La nostra comune preghiera ottenga alle care comunità parrocchiali che visiterò, di vivere la Visita pastorale come “Dono del Padre per la nostra Chiesa”, come già accaduto in quelle finora visitate. In attesa di incontrarci, i più affettuosi auguri e saluti per ciascuno di voi. (P.S. È in preparazione l’Agenda pastorale diocesana. Ad ogni buon fine, invio gli allegati fogli con le date dei principali eventi diocesani e degli appuntamenti che ci riguardano più direttamente e con preghiera di prenderne nota.) AGENDA PASTORALE Incontro Vicari Foranei, ore 10,00 salone dell’Economato - Venerdì 12 settembre 2014; - Giovedì 16 ottobre 2014; - Venerdì 14 novembre 2014; - Venerdì 12 dicembre 2014; - Venerdì 16 gennaio 2015; - Venerdì 13 febbraio 2015; - Venerdì 13 marzo 2015; - Venerdì 17 aprile 2015; - Venerdì 8 maggio 2015; - Giovedì 11 giugno 2015. Incontro dei sacerdoti nei singoli Vicariati - Martedì 21 ottobre 2014; - Martedì 18 novembre 2014; - Martedì 16 dicembre 2014; - Martedì 20 gennaio 2015; - Martedì 17 febbraio 2015; - Martedì 17 marzo 2015; - Martedì 21 aprile 2015; - Martedì 12 maggio 2015; - Martedì 16 giugno 2015. Incontri Formazione Permanente Clero (in seminario, ore 9,30) - Martedì 25 novembre 2014; - Martedì 13 gennaio 2015; - Martedì 10 marzo 2015. Consiglio Presbiterale (in seminario, ore 9,30) - Martedì 30 settembre 2014; - Martedì 9 dicembre 2014; - Martedì 27 gennaio 2015; - Martedì 24 marzo 2015; - Martedì 5 maggio 2015. Pellegrinaggio Diocesano a Mompileri - Giovedì 28 maggio 2015. Ritiri del Clero - Avvento: martedì 2 dicembre 2014; - Quaresima: martedì 24 febbraio 2015. Giornata di fraternità del Clero - lunedì 16 febbraio 2015 (tutto il giorno). Settimana Estiva del Clero (mare) - dal lunedì 27 luglio al sabato 1 agosto 2015. & Assemblea Pastorale Diocesana - Lunedì 15 giugno 2015 ore 18,00 in seminario; - Martedì 16 giugno 2015: incontri nei singoli Vicariati. Aggiornamento Teologico Pastorale del Clero (in seminario, dalle ore 9,30) - dal martedì 3 novembre al venerdì 6 novembre 2015. Anniversario di Ordinazione Sacerdotale dell’Arcivescovo - venerdì 15 maggio 2015. Anniversario di Ordinazione Episcopale dell’Arcivescovo - venerdì 2 ottobre 2015. Incontri del Giovane Clero - Mercoledì 8 ottobre 2014; - Mercoledì 10 dicembre 2014; - Mercoledì 28 gennaio 2015; - Mercoledì 4 marzo 2015; - Mercoledì 15 aprile 2015; - Mercoledì 13 maggio 2015; - Martedì 7 luglio 2015. Esercizi Spirituali del Clero (corso in diocesi) - dal lunedì 7 settembre al venerdì 11 settembre 2015. Visita Pastorale - sabato 20 settembre 2014: apertura Visita pastorale al IX Vicariato. - venerdì 5 giugno 2015: conclusione Visita pastorale al IX Vicariato. Giovedì 23 ottobre 2014: X anniversario morte Mons. Domenico Picchinenna. ® entralino Curia Arcivescovile di CT 095/31.26.20 095/25.04.306 346/3842521 095/25.04.309 Arcivescovo Segreteria Arcivescovile Segreteria Arcivescovile Vicario Generale 095/25.04.311 095/715.90.62 346/38.42.808 346/38.42.912 346/38.42.545 centralino centralino centralino centralino centralino curia curia curia curia curia 7 Prospettive - 7 settembre 2014 Concluso il progetto ‘Amalipè’, finanziato dai fondi dell’8x1000 della Chiesa Cattolica CARITAS E MIGRANTES al fianco della popolazione rom a tre anni il progetto ‘Amalipè’ (amicizia in lingua rom) promosso da Caritas Catania e Migrantes ha favorito l’inclusione sociale e scolastica della popolazione rom presente nel territorio diocesano. Precisamente residente presso i campi di Zia Lisa (70 famiglie e 180 minori) e San Giuseppe La Rena (28 famiglie e 25 minori) a Catania. Inclusione che ha riguardato anche i settori sanitario, lavorativo, abitativo, con particolare attenzione ai minori, oggetto privilegiato del progetto. Caritas e Migrantes con un programma di intensi interventi in continuazione con gli aiuti svolti negli anni passati e inseriti nel contesto del piano delle operazioni e delle attività poste in essere dal Comune di Catania denominato ‘Presidio Leggero’, hanno continuato ad operare al fianco dei bambini e delle rispettive famiglie. Diverse le macro-aree di intervento, quali, il diritto alla salute, in particolare di donne e bambini, per assicurare l’accesso alle cure mediche ambulatoriali ed ospedaliere; il diritto all’istruzione per prevenire e contrastare i fenomeni di evasione, abbandono e dispersione scolastica; il diritto al lavoro per giovani adolescenti e adulti; il diritto all’abitazione principale formalmente regolarizzata. Su queste basi nell’ultimo triennio si è dato vita ad un progetto articolato, teso a facilitare l’integrazione sociale e quella lavorativa, tendendo al recupero delle nuove generazioni al fine di abbattere e rompere il muro dell’esclusione, dell’emarginazione e contrastando soprattutto la mentalità diffusa del razzismo e della discriminazione. Si è trattato di un percorso strutturale, che D cominciando dai minori ha coinvolto, in primis, come scritto in prece- denza le famiglie. Queste ultime, vivono in condizioni di estrema indigenza per mancanza di lavoro, o perché in assenza di forme stabili di lavoro, con l’assoluta disoccupazione delle donne costrette dalla necessità a fare la questua. Un problema che si riversa, poi, sui minori, la cui scolarizzazione è sempre a rischio di interruzione e di abbandono con frequenza discontinua. Pertanto, grazie al progetto ‘Amalipè’ finanziato dai fondi dell’8x1000 destinati alla Chiesa Cattolica, è stata data la possibilità, durante l’ultimo triennio, a 50 bambini (per annualità) di frequentare regolarmente la scuola, di essere seguiti nel fare i compiti e di prendere parte a varie attività ludicocreative a sostegno dell’alfabetizzazione. Il tutto è stato attuato grazie al servizio di accompagnamento scolastico, al servizio di accompagnamento per attività di doposcuola e al servizio di accompagnamento mensa (due giorni della settimana). Proprio nell’ultimo anno scolastico si sono ottenuti ottimi risultati scolastici: quasi l’80% dei bambini che anno preso parte al progetto hanno superato l’anno scolastico. Per la prima volta in tre anni, durante le diverse riunioni genitori-insegnanti, sono state presenti anche una decina di mamme accompagnate (segue a pagina 8) Devozione a Sant’Euplio, compatrono della Città a giornata particolarmente calda di martedì 12 agosto non ha impedito ai devoti catanesi di rendere omaggio, nel 1710° anniversario del glorioso martirio, al venerato celeste compatrono della città e dell’arcidiocesi, sant’Euplio, soprattutto nei luoghi dove sono custodite le sue memorie cultuali e martiriali: la basilica Cattedrale, la parrocchiale da 50 anni a lui intitolata in piazza Montessori ed affidata alle cure pastorali di mons. Giuseppe Bruno ordinato presbitero proprio nella festa di S. Euplio di 52 anni dall’arcivescovo mons. Guido Luigi Bentivoglio, lo storico cortile San Pantaleo al Foro Romano, la Collegiata, la Badia di Sant’Aga- L ta, la parrocchiale Sant’Agata al Borgo, il santuario Nostra Signora di Ognina, l’ex chiesa confraternale dei Santi Antonio ed Euplio presso i ruderi del baluardo Sant’Euplio di piazza Sant’Antonino in via Abate Francesco Ferrara, il sito della distrutta chiesa superiore costruita sulla cripta “cimiteriale-carceraria” di via Sant’Eupliopiazza della Borsa, dove si sono conclusi con larga affluenza di fedeli i festeggiamenti eupliani di quest’anno. In tale luogo sacro il can. Antonio Gentile, parroco della Sacra Famiglia in Nesima Inferiore e delegato arcivescovile per il diaconato e i ministeri, ha presieduto, nel 25° di ordinazione sacerdotale, la concelebrazione eucaristica alla quale si sono associati il delegato arcivescovile per la Cattedrale mons. Barbaro Scionti, il cerimonie- re arcivescovile sac. Pasquale Munzone, il viceparroco e organista del Duomo can. Giuseppe Maieli, il rettore del santuario Sant’Agata al Carcere sac. Carmelo Asero, i diaconi permanenti e transeunti, i lettori, gli accoliti, gli aspiranti al diaconato e gli alunni della Scuola per i ministeri Sant’Euplio. Hanno prestato servizio d’onore due vigili urbani in alta uniforme che hanno deposto, alla presenza del presidente dei festeggiamenti patronali comm. Luigi Maina, una corona d’alloro davanti alla lapide che ricorda il sacrificio dei protomartiri concittadini, Agata ed Euplio. Il solenne rito serale è stato concluso dal canto dell’inno al santo martire catanese composto dal m° mons. Nunzio Schilirò su testo del cav. Agostino Valenti. Antonino Blandini Pellegrini verso…. Roma dal 27 al 29 settembre 2014 La benedizione della lunga vita Anziani e nonni incontrano Papa Francesco tarda serata e termine dei servizi. Domenica 28 Settembre Papa Francesco convoca tutti i nonni e gli anziani del mondo per vivere con loro un momento speciale. L’Ufficio per la Pastorale della Famiglia in collaborazione con l’Ufficio Pellegrinaggi, accogliendo l’invito del Papa, intende offrire anche agli anziani e ai nonni della nostra Arcidiocesi la possibilità di vivere questo straordinario evento, proponendo il seguente programma: pranzo. Proseguimento per la capitale con sosta a Pompei per la visita del Santuario della Beata Vergine del Rosario e Santa Messa. Ripartenza. Arrivo in hotel in tarda serata. Sistemazione nelle camere riservate. Cena e pernottamento. Domenica 28 Settembre: Roma Prima colazione in hotel. Trasferimento in Piazza S. Pietro. Incontro con Papa Francesco, Santa Messa e Angelus. Pranzo in ristorante. Nel pomeriggio visita guidata della Basilica di Santa Maria Maggione e San Giovanni in Laterano. In serata rientro in hotel. Cena e pernottamento Sabato 27 Settembre: Catania - Roma Raduno a Catania presso piazza Alcalà e partenza alle ore 06.30 per Roma. Lungo il percorso sosta a Paola, con visita del Santuario e La quota comprende: Pullman GT per tutto il tour. Sistemazione in camere doppie con servizi privati. Trattamento di pensione completa dal pranzo del primo giorno al pranzo dell’ultimo giorno. Visita guidata di mezza giornata il secondo giorno. Polizza assicurativa medico no stop e bagaglio. Lunedì 29 settembre: Roma-Cassino-Catania Prima colazione in hotel. Partenza per Cassino. Santa Messa all’Abbazia di Montecassino. Pranzo. Proseguimento per la Sicilia. Arrivo in La quota di partecipazione è di euro 370.00. Supplemento singola euro 35.00 La sistemazione è presso la “Casa per ferie Eden Cusmano”, Roma. La quota non comprende : Bevande ai pasti, mance, facchinaggi, ingressi, extra di carattere personale, tassa di sog- giorno in hotel, audio guide obbligatorie per la visita delle Basiliche, quant’altro non specificatamente menzionato alla voce “la quota comprende”. Per informazioni contattare i coniugi Don Mimmo (329 6545707 / [email protected]) e Anna Carulli (346 2173836). In Curia l’Ufficio per la Pastorale della Famiglia (095 2504375) riceverà le iscrizioni dal 27 Agosto fino al 19 Settembre nei giorni di Lunedì, Mercoledì e Venerdì, dalle ore 10 alle 12, con un primo versamento di euro 150. N.B. Il programma potrebbe subire delle variazioni nell’ordine delle visite. I Direttori 8 Prospettive - 7 settembre 2014 DIOCESI a sera di sabato 16 agosto, il giorno semi-festivo del “ponte di ferragosto” ha favorito una larga partecipazione di fedeli alla processione penitenziale del Velo di S. Agata, nel ricordo del rientro in patria delle reliquie della protomartire concittadina. Il sacro corteo si è L baro Scionti il quale ha portato la venerata reliquia della “grimpa” in segno di ringraziamento al Signore tra due ali di folla attorno alla “cittadella episcopale” con sosta devozionale davanti alla chiesa S. Placido, sede dell’Associazione agatina maschile e femminile della Cattedrale e all’edi- Carmelo Asero, rettore del Santo Carcere, ha rievocato l’evento della traslazione del corpo della Martire riportato secondo la tradizione dalla “lettera del vescovo Maurizio” del 1126 e ha guidato un momento di preghiera. L’assessore avv. Saro D’Agata, a nome del sindaco e accompagnato PROCESSIONE del Velo di S. Agata e festa della traslazione snodato dal Duomo dopo la celebrazione eucaristica vespertina presieduta dal parroco mons. Bar- ell’occasione della 6ª edizione del “Campo Giovani 2014”, progetto promosso e finanziato dal Dipartimento della Gioventù presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, ed in considerazione della presenza degli allievi del 74° corso di formazione per Vigili del Fuoco, è stata molto apprezzata l’organizzazione del 1° torneo di tennistavolo curata dal D.G.S. dott. Antonio Occhipinti e dal direttore del Polo Didattico, dott. Luigi De Luca. La manifestazione sportiva a carattere amatoriale ha coinvolto, in due giornate, 32 allievi Vigili del Fuoco e relativi istruttori e i 18 giovani partecipanti al progetto “Campo Giovani 2014” che, dopo essersi sportivamente sfidati e confrontati, hanno fatto registrare la vittoria dell’allievo Danilo Distefano, il quale ha superato in finale l’istruttore ginnico Nunzio Mineo, per 2 set a 0. Un sincero ringraziamento al prof. Emanuele Blandini, insegnante al Liceo Sportivo “G.B. Vaccarini” di N (continua da pag. 7) CARITAS E MIGRANTES... dagli autisti Caritas (Carmelo Scifo e Luigi Cuscani) direttamente presso i plessi scolastici – Istituti comprensivi ‘Livio Tempesta’, ‘Caronda’, ‘Fontanarossa’ - al fine di colloquiare con gli insegnanti. Un risultato fortemente voluto e realizzatosi grazie all’ottimo e modesto lavoro di mediazione svolto dagli operatori (Sandra Costantino e Davide Felice) che in questi mesi hanno collaborato seguendo un fine unico e inequivocabile: il bene dei numerosi bambini assistiti. In totale sinergia con l’Ufficio Pastorale della Carità, diretto da Don Piero Galvano e l’Ufficio Pastorale delle Migrazioni, diretto dal diacono Giuseppe Cannizzo. Per l’anno scolastico 2013-14 il servizio al fianco dei bambini rom si è svolto a Librino presso la parrocchia ‘Resurrezione del Signore’ grazie alla disponibilità di padre Salvo Cubito e alla collaborazione dei numerosi parrocchiani che hanno speso gratuitamente parte dei lori pomeriggi, due volte a settimane, in compagnia dei numerosi cola votiva della Madonna della Lettera e S. Agata. Un momento suggestivo è stato quando il sac. dal presidente delle celebrazioni patronali Luigi Maina, ha sottolineato il significato civico-identi- tario della memoria del patrocinio. Fuochi artificiali hanno salutato la conclusione del rito. Torneo tennistavolo Polo Didattico Territoriale Vigili del Fuoco CT Catania, che ha magistralmente progettato, supportato e incentivato la manifestazione, offrendo trofei e gadget per tutti i partecipanti e coinvolgendo nell’organizzazione della manifestazione sei giovani aspiranti arbitri federali della F.I.Te.T., che hanno così potuto presenziare al loro primo Torneo di Tennistavolo promozionale. Presente alla manifestazione per il Comitato regionale della F.I.Te.T. bambini. Ne è nato un rapporto umano speciale, caratterizzato dal rispetto reciproco e dalla gratuità del donarsi senza ricevere. Un percorso che operatori e volontari hanno svolto insieme, senza distinzione di ruoli e compiti, nella condivisione dei valori cristiani dell’accoglienza, dell’ospitalità come dimostrato in occasione della recente Festa Multietnica 2014 quando i ragazzi dell’associazione ‘Musica Insieme a Librino’ hanno suonato insieme ai ragazzi rom. Questo uno dei frutti più belli del lavoro svolto durante l’anno a testimonianza di come sia possibile creare una sola famiglia umana al di là dell’appartenenza culturale. A riguardo, Caritas e Migrantes ringraziano i volontari che hanno permesso che il progetto si concludesse nel migliore dei modi, ovvero: Nino Fabiano, Patrizia Ternullo, Cettina Aiello, e Vito Malaponti che gratuitamente per tutto l’anno scolastico hanno coordinato e gestito la mensa per i piccoli, con la direzione del dott. Salvo Pappalardo, operatore Caritas. Ringraziamenti estesi anche a suor Piera, suor Ausilia, dell’Istituto Figlie della Sapienza, della Parrocchia della Resurrezione del Signore. Cosi come a Nella Costa, al prof. Francesco Sapienza e alla moglie Mirella, a Francesca e Alessandra, alla sig.ra Nerina che hanno coadiuvato gli operatori Caritas nel servizio del doposcuola pomeridiano. Nonché al Prof. Salvatore Piscione per la disponibilità dimostrata alle famiglie nell’assistenza sanitaria a altri servizi. Un plauso anche al Dott. Luciano Ardita che ha coordinato i servizi sanitari e di primo soccorso per i piccoli amici. Senza dimenticare il sostegno istituzionale del Viceprefetto Rosaria Giuffrè, responsabile dell’ufficio immigrazione della prefettura di Catania. E a tutti coloro che, pur non espressamente citati, hanno prestato saltuariamente il proprio tempo al servizio della popolazione rom. Da segnalare, infine, come il progetto ‘Amalipè’ si è sviluppato in rete con il progetto sperimentale per l’inclusione e l’integrazione di bambini rom, sinti e camminanti, con le seguenti finalità: favorire processi di inclusione dei bambini e degli adolescenti; promuovere la disseminazione di buone prassi di Sicilia, il referente della Segretaria, Carlo Pandolfini, che ha portato il saluto del Comitato regionale ed ha promosso a nome del presidente regionale alcune iniziative che vedranno coinvolti anche i Vigili del Fuoco della Sicilia, nel prossimo futuro. Come da protocollo d’intesa tra la F.I.Te.T. e il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, questa manifestazione rientra tra gli obiettivi principali in esso contenuti che sono quelli di incentivare e promuovere, attraverso opportune iniziative, la diffusione della pratica del tennistavolo presso le strutture centrali e territoriali del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Antonino Blandini lavoro e di saperi, valorizzando le esperienze locali, coerenti con gli obiettivi del percorso, già attivate sui territori aderenti e le progettualità realizzate nei paesi europei; costruire una rete di collaborazione tra le Città riservatarie che hanno aderito al progetto: Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Reggio Calabria, Torino, Venezia. Con l’imminenza del nuovo anno scolastico, purtroppo, è ancora incerta la prosecuzione del progetto ‘Amalipè’ per la quarta annualità. Di certo, Caritas e Migrantes continueranno il loro impegno silenzioso e misericordioso al fianco della popolazione rom agendo in contrasto ad ogni forma di discriminazione razziale, nel rispetto dei diritti degli ultimi, degli emarginati come il Vangelo insegna ad ogni cristiano di buona volontà. Come si evince da uno degli scopi primari a cui è giunto il progetto: aver sensibilizzato la comunità ecclesiale ai temi dell’accoglienza, della solidarietà, dell’integrazione sociale e morale, della cura dei più indigenti e dei migranti. ® Domenica 17, è stata celebrata la memoria della traslazione delle reliquie nell’888° anniversario del loro ritorno, da Costantinopoli. In Cattedrale, al mattino, il reliquiario a busto di s. Agata è stato esposto alla venerazione dei fedeli assieme ai reliquiari degli arti, che sono stati baciati presso la cappella del Tesoro. Durante la messa presieduta dal parroco, 6 oratori cittadini hanno ricevuto la solidarietà della “Missione S. Agata”: Natività del Signore Cibali, S. Cristoforo, S. Filippo Neri Teatro Greco, Giovanni Paolo II Librino-S.Giorgio, S. Maria de La Salette, Talità Kum Librino. Nel cuore della mattinata il Vicario generale mons. Agatino Caruso ha presieduto la celebrazione eucaristica. Dal pomeriggio a sera davanti alla Collegiata ha sostato l’autoemoteca Adv-Fidas per la donazione di sangue in favore dei talassemici dell’ospedale Garibaldi-centro. Alle celebrazioni sono stati presenti parrocchiani di S. Agata di Villabate, venuti in pellegrinaggio in segno di ringraziamento per la visita del Velo lo scorso 23 maggio, nonché pellegrini da Roma con il loro parroco, il catanese Giuseppe Raciti, e da Marostica accompagnati dal parroco padre Guido Randon. Gli Amici del Rosario hanno guidato la meditazione dei misteri gloriosi. Al vespro l’Arcivescovo Mons. Salvatore Gristina è uscito dall’arcivescovado in corteo liturgico fino alla basilica Cattedrale per la concelebrazione eucaristica da lui presieduta nell’anniversario della Dedicazione della Cattedrale. Ha animato i canti liturgici la Corale parrocchiale diretta dal m° Puccio Sanfilippo. A sera è iniziata la processione delle reliquie della Patrona che si è snodata per piazza Duomo, Porta Uzeda, via Dusmet, via Porticello (in piazza Borsellino fuochi d’artificio a cura dell’Amministrazione comunale), piazza S. Placido con sosta davanti al palco dei diversamente abili, via V. Emanuele. All’interno della basilica il Busto e lo Scrigno sono stati portati a spalla dai responsabili e dai collaboratori; fuori a turno i fedeli in abito devozionale si sono avvicendati per qualche minuto ciascuno nel sostenere Busto e Scrigno. Hanno partecipato al sacro corteo le autorità civili e militari, le Associazioni che zelano il culto di S. Agata. Blanc 9 Prospettive - 7 settembre 2014 DIOCESI Il 27 settembre prossimo sarà beatificato a Madrid Mons. Álvaro del Portillo successore di san Josemaría Escrivá 27 settembre 2014: una data da imprimere nella memoria per le donne e gli uomini che fanno parte della famiglia più grande e santa del mondo, la Chiesa cattolica. Proprio il 27 settembre prossimo, infatti, sarà beatificato a Madrid mons. Álvaro del Portillo, il vescovo che ha continuato l’opera evangelizzatrice di san Josemaría Escrivá in veste di suo successore alla guida dell’Opus Dei. Don Álvaro, come viene chiamato familiarmente, ha dato impulso a numerose iniziative educative e sociali in tutto il mondo, incoraggiando persone comuni a prendersi sulle spalle le necessità delle famiglie e delle società in cui vivevano. Incoraggiando, come il suo predecessore, a cercare la santità nella vita ordinaria, con gesti semplici ma non per questo meno “eroici”. Il riconoscimento della guarigione miracolosa di José Ignacio, il bambino cileno che, a un mese dalla nascita, subì un arresto cardiaco durato più di mezz’ora, ha aperto la strada alla beatificazione di mons. del Portillo, a cui i genitori e i familiari si erano rivolti con fiducia in quei momenti tragici. José Ignacio oggi ha 11 anni, è un bambino allegro, perspicace e perseverante, che ama ballare e giocare a calcio. Una vita per la Chiesa Don Álvaro, una vita intensa di lavoro e impegno: da giovane studiava ingegneria e, a metà degli anni ’30, conobbe il fondatore dell’Opus Dei. Da quel momento visse al fianco di san Josemaría, diventando il suo col- laboratore più stretto. Ricevette l’ordinazione il 25 giugno del 1944, primo sacerdote dell’Opus Dei assieme ad altri due fedeli. Dal 1946 si trasferì a Roma e lì visse fino alla fine dei suoi giorni. Lavorò per l’appro- vazione canonica dell’Opus Dei, collaborò ai lavori del Concilio Vaticano II, non si risparmiò mai al servizio della Chiesa e dei Romani Pontefici. La sua profonda amicizia con san Giovanni Paolo II, in particolare, non mancò di commuovere ed emozionare, specialmente quando il Papa si volle recare a pregare davanti alla sua salma nella sede centrale dell’Opus Dei a Roma, in viale Bruno Buozzi. Era il 23 marzo del 1994, giorno di silenzio e preghiera. Un silenzio rotto solo dal Salve Regina del Pontefice, inno alla Vergine per quell’umile e fedele servitore, amico di Dio e della Chiesa. Chi conobbe don Álvaro, parla sempre di un profondo senso di pace che emanava dalla sua persona e dalla sua voce. Una voce che ha richiamato con forza le famiglie e i laici all’impegno per l’evangelizzazione, vero centro della sua opera pastorale. Decine di migliaia, alla sua morte, le segnalazioni di favori attribuiti all’intercessione di quest’uomo buono e devoto: matrimoni che si sono ricomposti, conversioni di figli, gravidanze difficili risolte, nascite di bambini. È stata questa la grande missione di don Álvaro, e continua anche dopo la morte: promuovere rapporti di famiglia santi e fecondi per rendere santa e feconda la società, perché è anche nel primitivo nucleo domestico che si specchia e trova senso l’umanità. Don Álvaro è sepolto a Roma, nella cripta di Santa Maria della Pace in viale Bruno Buozzi, 75. Nei giorni successivi alla beatificazione, dal 29 settembre al 2 ottobre, il suo corpo verrà traslato nella Basilica di Sant’Eugenio dove si aspettano pellegrini da tutto il mondo che verranno a pregare davanti alle sue spoglie mortali. Ricordando sempre che “dopo la Croce, viene la Resurrezione, la vittoria della potenza e della misericordia di Dio sulle nostre povere miserie” (Lettera pastorale del 1988). Per maggiori informazioni: www.alvarodelportillo.org Fabrizio Margiotta Biancavilla Festa della Madonna dell’Elemosina Biancavilla, sulle pendici dell’Etna l’intera comunità cittadina si è riunita l’ultima domenica di agosto attorno alla Sacra Icona della Madonna dell’Elemosina. Il pontificale, celebrato da S.E. Mons. Giuseppe Sciacca,Vesvovo titolare di Fondi, Segretario Aggiunto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, ha conferito alla festa patronale una particolare solennità, il sindaco delle città, Giuseppe Glorioso, ha presentato a nome della cittadinanza, l’omaggio floreale ed ha recitato la preghiera di affidamento della Città alla Vergine dell’Elemosina. Nell’omelia Mons. Sciacca, facendo riferimento alla storia che ha caratterizzato la presenza della sacra icona nel territorio di Biancavilla, ha ricordato come nel 1482 a seguito della vittoria dei turchi musulmani in terra Greco-Albanese, una colonia di profughi, sbarcò in Sicilia, portando con sé, come un tesoro prezioso, l’icona bizantina della Madre di Dio “Eleùsa” (la misericordiosa), una reliquia del soldato martire d’Arabia, Zenone, e una croce in legno di stile orientale. La destinazione finale del piccolo gruppo di esuli era Palermo, ove contavano di congiungersi agli altri loro conterranei nell’attuale Piana degli Albanesi. Durante il loro viaggio gli esuli sostarono a 30 km circa da Catania, in un campo denominato “Callicari”, proprietà dei Conti Moncada di Adernò. Qui, secondo la tradizione, dopo aver piantato l’accampamento, appesero la sacra Icona ad un albero di fico. Al mattino, al momento di riprendere il viaggio, gli esuli trovarono la loro icona interamente aggrovigliata fra i rami del fico, cresciuti nottetempo, al punto che non fu loro possibile districarla. L’evento prodigioso fu interpretato come la chiara volontà della Madre di Dio, che li aveva guidati nel cammino, di rimanere in quel luogo, ove il piccolo gruppo potesse trovare una nuova A La patria promessa patria. Fu così che il Conte Gian Tommaso Moncada, signore del luogo, colpito dall’accadimento, concesse ospitalità alla colonia grecoalbanese. Il Vescovo celebrante, ha guidato i fedeli alla comprensione del significato specifico del termine “elemosina”, ricco di accezioni, significati, rimandi, ma tutti sostanzialmente riconducibili e sinonimici della Misericordia e della pietas: genuinamente umana e parimenti soprannaturale. La protezione della Vergine, Madre di misericordia e di pietà, di carità e di tenerezza verso la comunità di Biancavilla, manifestatasi negli anni, proteggendo la città dalla peste, dalla siccità, dai terremoti, dalle eruzioni e dai bombardamenti, ha rinsaldato nel popolo una sentita e profonda devozione che coinvolge icona, guidata da preghiere e canti, ha dato testimonianza della fervida devozione popolare, alimentata da una puntuale catechesi da parte del Canonico Prevosto della Basilica Collegiata, don Agrippino Salerno. “La Vergine di Nazareth, attraverso la propria mediazione materna e verginale è il vero e definitivo Santuario, la Tenda Biblica, l’Arca dell’Alleanza, che consacra l’incontro di salvezza tra Dio e gli uomini e la Vergine diventa ponte di grazia che conduce al Signore”. Ripetendo la formula “ad Jesum per Mariam! Mons. Sciacca ha tracciato il percorso nel pellegrinaggio della vita e della storia, perché l’intera comunità possa scoprire il vero senso dell’esistenza che porta a Dio e al suo Cristo, nel segno della misericordia, della carità, dell’amore! anche i giovani e i bambini. La devota processione con la sacra Giad Madonna della Neve sull’Etna uest’anno la tradizionale memoria liturgica della Madonna della Neve è stata celebrata nell’altare dell’edicola votiva, eretta dai giovani di Azione cattolica dell’arcidiocesi in contrada ex Cantoniera- Rifugio Sapienza, unita al ricordo del beato Pier Giorgio Frassati, il giovane universitario torinese ricco di carità cristiana verso i poveri e appassionato alpinista, Q LA VERITÀ vale una vita dal momento che a lui è stato intitolato il sentiero etneo di montagna che raggiunge la Serra del Salifizio (m. 2070) sino alla Croce votiva in cima al monte Zoccolaro (m.1740) sul fianco della Valle del Bove. Mons. Barbaro Scionti, delegato arcivescovile per la cattedrale, all’omelia della s. messa da lui presieduta ha illustrato la straordinaria e poliedrica figura di Frassati, credibile testimone di Cristo tra la gioventù e la società del suo tempo che si può sintetizzare nel pensiero scritto nel 1925 all’amico Bonini: “Vivere senza una fede, senza un patrimonio da difendere, senza sostenere in una lotta continua la Verità, non è vivere, ma vivacchiare”. Nella presentazione dell’incontro l’arch. Salvatore Di Mauro anche a nome degli ex dirigenti diocesani della GIAC presenti, Claudio Brambilla, Salvo Bruno, Saro Di Mauro, Alfredo Petralia- ha ricordato i legami del beato con alcuni studenti universitari catanesi di allora nella facoltà d’ingegneria del Politecnico torinese e, in particolare, la commovente iniziativa di un gruppo di giovani dell’Azione Cattolica dell’Oratorio S. Filippo Neri di via Teatro Greco i quali, dopo la morte del beato, si recarono a Torino per incontrare i genitori di Frassati che donarono agli oratoriani catanesi un grande ritratto di Pier Giorgio, per l’occasione posto sull’altare per la celebrazione eucaristica. Alla celebrazione oltre a tanti fedeli giunti da Catania e dai paesi etnei hanno partecipato il sacerdote salesiano don Felice Bongiorno, il luogotenente per la Sicilia dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme prof. Giovanni Russo, il vicesindaco del Comune di Nicolosi Antonio Borzì, il funzionario dell’ispettorato delle foreste dott. Giuseppe Mazzaglia che ha portato il saluto del direttore dott. Ettore Foti, a conferma del ruolo di salvaguardia degli ambienti naturalistici. A.B. 10 Prospettive - 7 settembre 2014 DIOCESI Riflessioni sul Vangelo I RAPPORTI VERI XXIII DOM T. O. /A - Ez 33,1.7-9; Sal 94/95,1-2.6-9; Rm 13,8-10; Mt 18,15-20 La liturgia ci mette di fronte all’altro con cui noi, o vogliamo o non vogliamo, siamo costretti ad avere dei rapporti. Si dice che l’uomo è profondamente relazionale. Ed è vero perché all’uomo non è dato se non la relazione, positiva o negativa non ha importanza. Consapevole di questo, Ezechiele ascolta la parola di Dio. E Dio gli fa notare che lo ha posto come sentinella. Sentendo egli una parola da Dio deve immediatamente avvertire: “Quando sentirai dalla mia una parola, tu dovrai avvertirli da parte mia”. E Dio fa l’esempio del malvagio. “Se io dico al malvagio: “Malvagio, tu morirai” e tu non parli perché il malvagio desista dalla sua condotta, egli, il malvagio morirà, per la sua iniquità. Ma della sua morte io domanderò conto a te…” Ecco il significato della relazione e il significato del rapporto che noi stabiliamo con gli altri. Siamo responsabili della condotta degli altri. Gesù specifica ancora di più questi rapporti. “Se il tuo fratello commetterà qualche colpa contro di te, vai ed ammoniscilo fra te e lui solo, se non ti ascolterà prendi ancora con te una o due persone perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro dillo alla comunità… se non ascolterà neanche la comunità sia per te come il pagano e il pubblicano…” . Da dove si vede che i rapporti sono fondamentali e sacri. Il coinvolgimento di tutti riguarda il miglioramento della condizione del fratello. La sacralità dei rapporti è dimostrata dal fatto che questi rapporti sono il riflesso dei rapporti con Dio. Infatti Gesù termina col dire che tutto ciò che sarà legato sulla terra o tutto ciò che sarà sciolto sulla terra sarà legato o sciolto in cielo. San Paolo, affrontando lo stesso tema, dice che non dobbiamo essere debitori di nulla a nessuno, se non dell’amore vicendevole, perché chi ama l’altro ha adempiuto la legge. Continua Paolo nella sua lettera che tutti i comandamenti si ricapitolano in questa parola: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. E termina facendo notare che la carità non fa alcun male al prossimo, anzi la pienezza della legge è la carità. Se i rapporti sono i riflessi dell’amore a Dio che tutti dobbiamo avere, è ovvio che questi devono essere veri e non falsi o ipocriti. Il cristiano più di ogni altro è il riflesso della carità di Dio perciò non può non avere rapporti veri con i fratelli. Fino al punto, dice il vangelo, che due o tre sono riuniti nel suo nome lì egli è presente. Leone Calambrogio San Paolo in briciole Felicitazioni Un grazie con l’augurio di pace da parte di Paolo, Timoteo e Silvano “per l’operosità della vostra fede, la fatica della vostra carità e la fermezza della vostra speranza nel Signore nostro Gesù Cristo davanti a Dio e Padre nostro”. Questa certezza scaturisce dalla consapevolezza che i Tessalonicesi, scelti da Dio sono da Lui amati, e dal fatto che il 2 Ts 1,1-5 vangelo non si è diffuso soltanto per mezzo della parola, ma anche con la potenza dello Spirito Santo e con profonda convinzione. I Tessalonicesi, da parte loro, sono consapevoli del comportamento di Paolo in mezzo a loro per il loro bene. L.C. Un ritornello risuona in ogni versetto di questo Vangelo: mai senza l’altro Se il mondo nuovo inizia nelle relazioni Incontro Né isolamento, né questione di numero, tutto inizia dall’incontro, dalla piccola comunità: io-tu, due si amano in Cristo La preghiera contemplativa e silenziosa deve sempre essere connessa con la liturgia e la vita nei suoi ritmi. Di qui l’utilità di sussidi legati ad una comprensione più profonda dei momenti dell’anno liturgico e di sussidi miranti ad una comprensione cristiana dei momenti più significativi della vita (orazioni quotidiane mattino e sera, prima e dopo i pasti, ecc.- e settimanali, in particolare per la famiglia: nascita, infanzia, adolescenza, amore, lavoro, tempo libero, malattia, morte). Gli ambiti entro cui vanno messi in atto questi strumenti riguardano le varie componenti della comunità cristiana e i nuclei fondamentali della società umana. Il presbiterio con il suo vescovo riscopre il posto della preghiera contemplativa entro il quadro della spiritualità sacerdotale Iniziative Si può riflettere su quali iniziative conviene far convergere, in alcuni tempi dell’anno, a motivo di segno e di stimolo, l’attenzione delle comunità e dei gruppi particolari. Va anche presa in considerazione la possibile esperienza di una “scuola di preghiera” da offrire in eventuale relazione con luoghi particolarmente a ciò adatti. Occorre valorizzare i momenti di preghiera silenziosa già presenti nell’azione liturgica; educare i vari gruppi alla preghiera contemplativa con gli strumenti adeguati; proporre tempi comuni di preghiera soprattutto in rapporto con i tempi forti della liturgia annuale, in speciali occasioni di adorazione, quali Quarant’ore ecc.; offrire strumenti per far pregare i parrocchiani con i tempi importanti della vita. La comunità, insieme con la famiglia, è il luogo normale di educazione alla preghiera dei battezzati. Dal modo e dal tono con cui si prega, dal rispetto delle pause e dei momenti di silenzio, dalla solennità, dignità e intelligibilità con cui viene proclamata dai lettori la Parola della Scrittura, dalla cura posta nel canto, dipende in gran parte la intuizione che esiste, al di là della preghiera delle labbra, una preghiera del cuore, e l’invito a prolungarla e a coltivarla esplicitamente. Si può valorizzare anche l’educazione alla preghiera che può essere data, in maniera molto semplice ed efficace, in occasione del sacramento della Riconciliazione secondo il nuovo rituale e nella direzione o guida o “accompagnamento spirituale”. I bambini sono suscettibili di una profonda educazione alla preghiera, che sappia valorizzare anche i gesti e i segni esteriori. Preghiera I santuari e i centri di preghiera contemplativa vanno riscoperti, valorizzati, proposti come meta di pellegrinaggi e incontri. Le comunità religiose operanti nel territorio si prestano generosamente a offrire la loro esperienza, i luoghi, il tempo, le persone per favorire l’educazione alla preghiera. Le famiglie, educatrici prime della preghiera, riscoprono questo loro compito e sono aiutate a diventare vero luogo di preghiera. La famiglia è luogo di interessi affettivi, di rapporti personali profondi: può e deve essere un ambito privilegiato per ricostruire il tessuto abilitante alla preghiera. È importante per esempio che i genitori sappiano educare i figli a rinunciare a elementi di dissipazione (particolarmente a programmi televisivi quanto meno inutili) per riservare spazi di aperta e affettuosa conversazione e di raccoglimento davanti a Dio. Si può fare in modo che i diversi sussidi di stampa cattolica o i ciclostilati che entrano un po’ in tutte le famiglie, anche quelle che non frequentano la chiesa, offrano lungo l’arco di tutto l’anno, sia una catechesi, sia qualche itinerario concreto di preghiera familiare. I gruppi in cui si attua una qualche esperienza di comunità si esaminano attentamente per vedere quale posto danno alla “preghiera silenziosa” . Là dove si recitano lodevolmente insieme Lodi e Vespri, si cura di farlo con la dovuta calma, le pause e i momenti di silenzio che danno il gusto della preghiera profonda. Si possono dare alcuni suggerimenti. Silenzio e adorazione: allarghiamo in noi e negli altri i momenti di pausa contemplativa, di silenzio adorante. Ci sarà chi lo farà aiutandosi con le preghiere di tipo ripetitivo-contemplativo tradizionali, come il Rosario o la Via Crucis, chi userà piuttosto la “preghiera di Gesù” della tradizione orientale o le giaculatorie o altre forme. Tra di esse è certamente da rivalorizzare la preghiera adorante connessa alla Comunione e davanti al Santissimo Sacramento. Si tiene conto di quanto i giovani siano sensibili al richiamo della preghiera silenziosa. Ascolto della Parola e lectio divina: il silenzio prepara il terreno su cui cade il seme della Parola. alla luce dell’insegnamento della Chiesa, e particolarmente del Concilio, leggiamo attentamente, con calma, il brano del lezionario del giorno, chiedendoci: quale “buona notizia” è contenuta qui per la mia vita? Oppure percorriamo attentamente un libro della Scrittura, un Salmo, lasciando che il messaggio penetri in noi. Facciamo delle pause, e sentiamo verso quali forme di preghiera ci muove lo Spirito del Signore che è dentro di noi. La realtà più importante a cui la preghiera ci deve orientare è la carità. Questa è la meta finale a cui siamo chiamati. È necessario insistere sulle radici personali profonde di ogni nostro fare, di ogni nostro servizio alla gente e specialmente ai più poveri. La preghiera, come la carità, è un dono dall’alto. Essa ci mette a servizio di una società più giusta. Ci fa vedere il mondo con gli occhi li Dio. Da un dono come questo possono nascere tante cose. Maria è modello di preghiera silenziosa. Invochiamo da Lei questo dono Padre Angelico Savarino 11 Prospettive - 7 settembre 2014 cultura “Stabilimento Monaco” di Misterbianco confronto appassionato sull’arte a cura di Carmela Zuccarello L’artista è libero da schemi e condizionamenti erata magica alla riscoperta dell’arte, allo Stabilimento Monaco di Misterbianco nell’incontro-dibattito “’Stasera S parliamo d’arte … tante risposte a tanti perché”, realizzata da Carmela Zuccarello direttore artistico, nominata dal Sindaco dott. Nino Di Guardo, insieme all’assessore alla cultura Barbara Bruno, con la presenza di notevoli artisti relatori che hanno sollecitato il pubblico in modo caloroso e pieno di vitalità. Sono intervenuti Giuseppina Radice (Storico dell’arte), Filippo Pappalardo (Collezionista), Elsa Emmy (Artista) ha moderato l’incontro Lella Battiato. La pittrice Zuccarello, per 20 anni si è occupata della galleria civica d’arte “Pippo Giuffrida” portando avanti un programma di eventi artistici, che hanno dato visibilità a Misterbianco; introduce la manifestazione, che ha come obiettivo fare amare a tutti i cittadini l’arte, in modo semplice, e potersi relazionare con gli artisti. L’arte, confronto appassionato con il pubblico, crea aspettative e dibattito nel rapporto tra arte antica, medievale, moderna che comprende romanticismo, realismo, imperialismo, per andare dagli anni ’50 al 2000, con espressionismo, simbolismo, art nouveau, futurismo, cubismo, fluxus, arte concettuale, fauvismo, ritorno all’ordine, metafisica, dadaismo, massimalismo, arte digitale, relazionale, povera, pittura a campi di colore, body art, video art, land art e altre correnti, puntando durante la serata sul nucleo storico della Transavanguardia di cui Enzo Cucchi è uno dei principali esponenti. L’arte è un fatto culturale e lo dimostra Giuseppina Radice, titolare della Cattedra di Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Accademia di Belle Arti di Catania, che tiene “Corsi di alfabetizzazione all’Arte contemporanea” perché convinta che attraverso l’arte si possa insegnare la vita e ha evidenziato “noi viviamo immersi ancora nella cultura classica, con un atteggiamento diffidente per l’artista contemporaneo, ci si confronta con il passato, di più facile lettura; l’arte contemporanea è meno leggibile”. Il moderatore, fa presente che l’uso dell’aggettivo generico “contemporaneo” è dovuto alla mancanza di una scuola artistica dominante, perché vuole includere tutta l’arte creata dalla fine degli anni ’60 del XX secolo. La Radice, affascinando la platea, sottolinea che l’arte non si deve mettere su un piedistallo irraggiungibile, con timore reverenziale “l’arte non è prodotto di un genio ma di un uomo, l’artista trasmette messaggi”. Essere storico, continua, è avere uno sguardo orizzontale, l’arte oggi non è solo la rappresentazione del bello, ma del razionale, è fredda e povera. Per Van Gogh l’arte era esplosione”. Parla della differenza fra l’artista antico come Leonardo “uomo delle arti meccaniche” e Marsilio Ficino artista capace di modificare il creato, lui è creatore. E cavalcando l’onda dell’arte contemporanea artista multimediale individualista e non protagonista, Elsa Emmy che ha tenuto 80 mostre (alcune a Milano, New York, Tokio, Bruxelles). È scenografa-bozzettista e costumista. In modo cult racconta il suo incontro con Milluzzo attraverso la Zuccarello, il pittore l’ha scoperta, è stato il suo maestro insegnandole i trucchi del mestiere, esordisce “siamo artisti o pittori?” ci siamo definiti operatori estetici. Ma chi è l’artista? Per Freud è un bambino che continua a giocare con le proprie feci, cioè i colori”. Appassionando il pubblico colto e preparato “l’artista è un essere libero, e se cede al mercato la sua attività è coartante”. Esplorando il mondo dell’arte e approfondendo la differenza fra storia dell’arte e mercato dell’arte, interviene Filippo Pappalardo Collezionista da 40 anni, figlio d’arte il padre Giuseppe Pappalardo presidente pro-loco Mascalucia organizzava “Incontro con la pittura” che poi fu acquisito privatamente dal B.ne Rapisarda. È cambiata la società dal mecenatismo della famiglia nobiliare dell’Ottocento solo il ricordo. L’arte non è diversa dalla musica, oggi c’è musi- ca rock rap pop ecc. È importante capire la differenza tra il collezionismo di oggi che tende a far prevalere il mercato sull’arte, infatti Guttuso per storia dell’arte vale, per il mercato la quotazione è scesa come Carlo Levi e altri. Ma c’è un mercato vero dell’arte? Il collezionista chiarisce “In Italia c’è crisi dell’arte perché c’è la colonizzazione, il mercato è all’estero, di derivazione anglosassone che comanda. Da noi manca lo storico dell’arte qualificato che possa dare luce alle opere d’arte”. Il collezionista è certamente il componente più simpatico del sistema dell’arte, almeno per galleristi ed artisti perché, firmando un assegno, dà un valore effettivo all’opera. “Collezionare oggi non è solo comprare c’è anche aggregarsi a quel grand tour che è oggi il “sistema dell’arte” contemporanea. I relatori con i pregevoli argomenti trattati, hanno stimolato il pubblico con un lungo dibattito dialogato, pieno di novità e provocazioni Oggi chi è l’artista? Per Emmy “Essere artisti è una malattia, una diversità, dentro di me si può scatenare l’inferno, la bellezza appartiene ai tempi, oggi c’è il brutto”. Ogni oggetto può diventare arte? Che valore hanno ricerche e sperimentazioni con utilizzo di materiali nuovi? Si affronta anche il concetto della negatività dell’arte, degrado culturale, conformismo, assenza di contenuti e poetiche profonde. Gli artisti hanno difficoltà a sostenere con la vendita delle loro opere, hanno bisogno di lavori commissionati con finanziamenti, premi e residenza d’arte. La platea propone di creare il libro degli artisti, che hanno dato vita a movimenti in Italia. Per l’archeologo orientale presente in sala Giovanni Vinciguerra “l’opera deve essere unica per diventare importante”. La cultura è anche entrare in crisi, non stabilire solo chi è bravo … ma alla fine l’arte deve emozionare!!! Artemisia Milo, anfiteatro “Lucio Dalla”,VIII premio “Angelo Musco” Premio speciale alla carriera a Leo Gullotta Più che un premio un festival, questo VIII “Angelo Musco” culminato negli eventi del 2 agosto con la serata di gala nel suggestivo Anfiteatro “Lucio Dalla”, … e di levatura nazionale! Festival perché nel nome del grande attore catanese, dal 24 settembre all’1 agosto la stessa platea ha ospitato 7 compagnie FITA (Federazione italiana teatro amatoriale) che si sono esibite su testi di Cooney e Chapman (Il letto ovale), Martoglio (Annata ricca, massaru cuntentu), Simon (Rumors), Centonze (‘U mortu assicurato), Capodici (La guerra del libero inganno), Clementi (Nemici come prima), Silvestri (Una ricca tarantella). Quest’anno, ben quarantacinque le compagnie selezionate dalla giuria teatrale presieduta da Enzo Zappulla (presidente dell’Istituto Storia Spettacolo Siciliano) e composta da Sarah Zappulla Muscarà, Agostino Zumbo, Turi Giordano e Francesco Sampognaro e oltre ottanta gli scrittori esaminati dalla giuria letteraria presieduta da Mario Tropea, con Gisella Padovani, Sergio Cristaldi, Andrea Manganaro, Giuseppe Amendolia. Direttore artistico, come sempre, Mimì Scalia. Da sinistra Salvo La Rosa, Giuseppe Messina, Sarah Zappulla Muscarà, Leo Gullotta, Mimì Scalia, Santi Consoli, Carmelo Paci. Vincitori: Accademia dei Guitti (Caltanissetta) migliore compagnia, regia David Amalfa, attore protagonista Gianni Sciuto, Maria Pinto attrice protagonista, Michele Privitera attore non protagonista, Alessandra Falci attrice non protagonista; compagnia Le tre Fontane premio gradimento del pubblico, Laura Bri- guglio premio FITA Sicilia. Vincitori della sezione letteraria: Paolo Amato (poesia inedita), Emanuele Zambetta (poesia edita), Ferdinando Mainenti (narrativa inedita) e Licia Aresco Sciuto (narrativa edita). A Leo Gullotta il premio speciale “Angelo Musco” al cui tenace impegno si deve, pur nelle note difficoltà odierne, la crescita dello spessore culturale della manifestazione “Immaginifico operaio di sogni, carismatico alchimista, beffardo clown dalle mille facce, sempre in grado di penetrare nelle pieghe più riposte del personaggio per strapparne l’anima, Leo Gullotta ha raccolto il testimone dei gloriosi attori del teatro siciliano. Di singolare eclettismo, stravagante, mordace, fabulatore e poeta, spaziando dal comico, nell’accezione classica, all’ilare, all’umoristico, al grottesco, al drammatico, al tragico, con slancio generoso regala quelle intense emozioni in cui risiede la magia del teatro” consegna il sindaco Giuseppe Messina; il Presidente nazionale Fita Carmelo Pace e il Presidente regionale Santi Consoli gli hanno consegnato il “Premio Fitalia Cultura e Vita”. Premi dedicati, dallo straordinario attore accolto dal numeroso pubblico che gremiva in ogni ordine di posti il teatro “Lucio Dalla” con una calorosa standing ovation, “ai bambini che non hanno avuto la possibilità di gioire ‘giocando’ al teatro scomparsi nei mari profondi del Mediterraneo”. Ad arricchire la manifestazione, condotta con la consueta professionalità da Salvo La Rosa, le arie celebri cantate dal tenore Carmelo Panebianco (“Nessun dorma” dalla “Turandot” di Puccini, “Cu ti lu dis- si” di Rosa Balestrieri e “Caruso”, omaggio a Lucio Dalla), i balli di bugaloo e salsa portoricana del gruppo “Giuseppe y sus Sin Nombre” dell’Associazione Movimento Latino di Riposto con i maestri Giuseppe Vento e Katia Spina. Fra le autorità presenti il Viceprefetto Annamaria Polimeni, la sovrintendente ai Beni Culturali Fulvia Caffo, il regista Fabio Grossi, il direttore artistico del Teatro Stabile Giuseppe Dipasquale, l’amministratore giudiziario de “Gli ulivi” per i beni confiscati alla mafia, Giuseppe Giuffrida. Va dato merito al Comune di Milo e al sindaco Messina di mantenere il forte impegno culturale, supportato prestigiosamente dalla direzione artistica di Franco Battiato che ha organizzato un fitto programma di eventi, dal 19 luglio al 14 settembre; dei quali solo 6 su 47 a pagamento. Il premio “Angelo Musco”, in collaborazione con la FITA Sicilia, realizza le contaminazioni tra teatro e letteratura, auspicate dalla prof. Zappulla Muscarà, che hanno arricchito continuamente arte e cultura. Carlo Majorana Gravina 12 Prospettive - 7 settembre 2014 RUBRICHE Concerto di apertura del Festival Internazionale del Val di Noto Magie Barocche Un excursus da Bach al catanese Giuseppe Geremia a bellezza barocca della Chiesa di San Giuliano ha accolto il concerto di apertura del Festival Internazionale del Val di Noto Magie Barocche, sotto la direzione artistica del musicologo Antonio Marcellino. Alla presenza di Sua Beatitudine mons. Fouad Twal, patriarca latino di Gerusalemme, di mons. Leone Calambrogio, rettore della chiesa di San Giuliano, del dott. prof. Giovanni Russo e del gr. uff. avv. Giancarlo Scardillo, rispettivamente luogotenente per l’Italia-Sicilia e preside della sezione catanese dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Tra gli ospiti, anche l’on. Anna Finocchiaro. La serata ha L previsto una felice rivisitazione di note pagine del sommo Johann Sebastian Bach, maestro impareggiabile di geometrie barocche, di gran lunga omaggiato anche questa volta, come nelle precedenti edizioni a partire dal 2005.Grazie alla competenza dell’Orchestra da Camera del Festival e del suo accurato direttore Augusto Vismara, le esecuzioni in programma hanno suscitato l’entusiasmo del numeroso pubblico che gremiva la chiesa, prodigo di applausi. Compongono l’organico i violini primi di Vito Imperato, Marcello Spina, Andrea Timpanaro e Gabriele Bosco; i secondi violini di Corrado Genovese, Alessio Nicosia, Dario Militano e Cateri- na Coco; le viole di Gaetano Adorno e Simone Paradiso, i violoncelli di Alessandro Longo e Salvatore Mammoliti, e il contrabbasso di Claudio Nicotra. Nella prima parte ha preso corpo una rilettura per orchestra d’archi, in prima esecuzione assoluta, ad opera di quattordici compositori contemporanei che hanno operato sui Quattordici canoni sulle prime otto note fondamentali dell’aria delle Variazioni Goldberg del maestro di Eisenach: tra effetti avanguardistici di sperimentazione acustica, con sibili metallici e pizzicati aforistici, lungo escursioni di originale incertezza tonale o di tagliente atonalità, l’ensemble si addentrava nei percorsi di Luigi Manfrin, Paul Moravec, Daniel Seel, Marina Leonardi, Andrea Ferrante, Roberto Carnevale, Yoichi Sugiyama, Alessandro Solbiati, Ruggero Laganà e Marco Betta, toccando le rarefazioni di Massimiliano Damerini e Donato Di Pasquale, quanto l’ampia e complessa gradevolezza armonica di Samuel Adler nel canone n. 5, e di Mario Ruffini con Il tredicesimo canone di Bach dal segreto dell’immagine riflessa. La seconda parte della serata ha puntato l’attenzione sui pianisti Roberto Carnevale e Massimiliano Damerini: l’uno attivo musicologo, unico compositore italiano che ha stipulato un con- tratto di esclusiva con la Verlag Neue Musik di Berlino, nonché docente di Storia della musica per didattica all’Istituto Superiore di Studi Musicali “Vincenzo Bellini”; l’altro, pianista e compositore prolifico, insignito dalla critica italiana del Premio Abbiati 1992 e 2006. Entrambi di spiccata disinvoltura tecnica nell’affrontare il Concerto n.1 in do minore per due cembali, archi e continuo, BWV1060 e il Concerto n. 2 in do maggiore per due cembali archi e continuo, BWV1061, a fianco dell’orchestra da camera Magie barocche,che si è destreggiata su nitide linee espressive. E ben coesa, per merito della bacchetta autorevole di Vismara, che ha impresso il giusto peso ai rilievi tematici delle partiture bachiane, traendone l’essenza melodica fra i giochi contrappuntistici. “Ancora Johann Sebastian Bach” è il sentito tributo di Magie Barocche al maestro che dopo quasi tre secoli rimane un modello di sapiente costruzione polifonica, al quale ci si accosta con l’umiltà di trarre dal passato una lezione imperitura. Anna Rita Fontana Alla Fidapa di Giardini-Naxos XII edizione del premio “Rosa Balistreri” insignita l’attrice Guia Jelo Il cuore e la voce della Sicilia Balistreri e Guia Jelo, che con la sua nota di attrice caratterista ricostruisce il suo rapporto con la Balistreri, la vediamo ne “La lupa” e “Nedda” osservando “Rosa era selettiva, amava particolarmente me, come donna, femmina; a cinquant’anni aveva la voce rauca, un tesoro e una realtà nel tempo che la rendeva più fascinosa, con il suo poncho mentre cantava nei locali o recitava parole dei suoi canti, mi ha insegnato la corona”. Il conduttore chiede a Guia cosa significa Rosa per te? “Io dovrei vincere tutto l’anno il premio, lei diceva che ero brava come mezzo soprano, e potevo fare il folk mi ha costruito; folk significa unione osmotica di anima col corpo, popolo povertà … era molto profumata con i suoi caffettani bramava l’amore e come me sfor- Foto Vera Terranova ell’antico e splendido locale Marabù si è conclusa la XII edizione del premio “Rosa Balistreri”, consegnato da Maria Cannizzaro, presidente sez. Fidapa Giardini, all‘attrice Guia Jelo, alla presenza della presidente Distretto Sicilia Nora Caserta, Stefania Luppino, conduttore della serata il Dott. Enzo Stroscio, direttore editoriale di Globus Magazine network. Fra le autorità presenti di Giardini Naxos: Mario Rapisarda – preside emerito dell’istituto comprensivo; Carmen Lo Monaco - presidente Pro Loco; Pancrazia Marcuccio - responsabile UNICEF; Salvatore Bittichesu - presidente Centro Anziani; Mario Amoroso presidente del consiglio comunale che osserva “un onore avere un’attrice così completa, per la sicilianità che ha dentro e trasmette fuori; amo il teatro, non vi era migliore occasione, un premio che ha dato un valore in più alla serata”. La presidente Maria Cannizzaro, dopo aver presentato gli scopi dell’associazione: promuovere cultura, ricorda all’affettuoso e caloroso pubblico la figura di Rosa Balistreri, “patrimonio culturale della nostra terra perché è universalmente considerata la Voce della Sicilia”; “nata da una famiglia molto povera, visse l’infanzia e la giovinezza nella miseria e il degrado sociale e scaricava la sua rabbia e il suo disagio cantando a squarciagola lungo le stradine della Marina a Licata. Dopo la guerra, quindicenne, cominciò ad essere chiamata per cantare in chiesa durante battesimi e matrimoni indossando, a suo detto, per la prima volta le scarpe; iniziò la sua carriera come cantante professionista di matrice sociale e tradizione della canzone popolare siciliana in età matura, facendo conoscere così la sua voce in tutto il mondo. L’Isola cantava in Lei”. Scomparsa da 16 anni, ‘stasera continua a vivere attraverso il premio a Guia Jelo, uno dei nostri splendori ed orgogli siciliani”. Il Dott. Enzo Stroscio ha brillantemente aiutato il pubblico a rispolverare attraverso proiezioni e immagini i momenti di attività teatrale tra Rosa N tunata in amore, e promette il prossimo anno vi verrò a trovare portando il poncho della Balistreri. Continua la proiezione slow reel: la vediamo come migliore attrice candidata a Cannes, e tra le immagini scorre “le cicale mi hanno resa pazza” interpretata dieci anni fa con la regia di Puggelli, “per me era mio padre acquisito una figura carismatica, ho raccontato follie di donne, nel Berretto a sonagli, Bea la pazza io invece interpreto Saracena adolescente con menarca”, e cambiando tono di voce “adoro la sciara, mi sento come la sciara, qualcosa che ho dentro e non mi lascerà mai” e poi continua dalla Plaia all’Etna con La lupa di Giuseppe Andolfo anche lui scomparso, una Lupa “vittima del suo stesso amore”, con una regia a due mani insieme a Turi Giordano. Ricorda serata indimenticabile con Totò, Frassica silenzioso malinconico e Idonea (permaloso), non può mancare Pattavina nello spettacolo “La voglio femmina”, poi Tuccio Musumeci, “La mennulara” allo Stabile “qui si tratta di una donna spietata; sono i personaggi che entrano dentro di me, non io dentro di loro, non riuscivo a fare pensare la mennulara”. Stroscio, chiede la tua fase sportiva, ho scoperto una foto, e Guia risponde “è molto importante la porta” e ricorda il fratello morto nel ’73 che faceva il portiere e da qui parla dei suoi figli nipoti e rivolta al pubblico “l’amore è avere voi che mi state ascoltando”. Lunghi applausi del pubblico per la manifestazione che ha avuto grande successo, l’attrice accompagnata dalla chitarra di Rosario Todaro, premio canzone Siciliana con “I Malavoglia” e cantautore siciliano nonché arrangiatore di Rosa Balistreri afferma “sono orgoglioso di averla conosciuta per me è stata un mito”. Guia canta “’A curuna” “L’amuri ca vaiu” e Rosario “Cu ti lu dissi”. Viene consegnato il premio e Nora Caserta osserva “non poteva esserci scelta migliore se non quello di dare il riconoscimento a Guia Jelo, una scelta legata alla sicilianità, legame tra Guia e Balistreri” e rivolta all’attrice continua “rappresenti in pieno la Sicilia e insieme alla Balistreri personifichi il made in Sicilia; la Sicilia è bella per tutto quello che ha e questo premio raccoglie tutto ciò”. Il maestro Turi Azzolina un grande modellatore plastico che vive disegnando e scolpendo aiutato dalla visione del mare e autore della statua del Teocle al lungomare di Giardini, è l’autore della statuetta consegnata a Guia “la statua donata da me riprodotta in più esemplari rappresenta la Nike, la dea alata della Vittoria modellata da Carmelo Mendola, l’originale Nike di Samotracia si trova al Louvre di Parigi”. L’attrice ricevendo il premio nota “il più bel premio della mia carriera e questi fiori così belli li porterò a mia madre”. Lella Battiato La Comunità paolina di Catania (Via S. Nullo 5/H – tel . 095-350133) invita a celebrare il Centenario di Fondazione della Società San Paolo 1914 – 2014 Domenica 21 settembre 2014 • Ore 11: Concelebrazione Eucaristica in Cattedrale, presieduta dall'Arcivescovo mons. Salvatore Gristina. - Nel pomeriggio, presso le Suore Domenicane di San Sisto, in via Giovanni Battista de la Salle, 7 (il complesso è dotato di ampio parcheggio): • Ore 15: Incontro di riflessione sulla nostra storia e testimonianze di paolini e membri della Famiglia Paolina. • Ore 17: Musical su Maria “Eccomi, sono qui” dei nisseni Michele Albano e Francesco Miceli. “FARE LA CARITÀ DELLA VERITÀ” Beato Giacomo Alberione