N° 31 Domenica 7

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N° 31 Domenica 7
A PAG. 5
Catania - anno XXX - n. 31 - 7 settembre 2014 - Euro 0,60 - www.prospettiveonline.it
“Poste Italiane s.p.a.” - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003
(conv. in L. 27/02/ 2004 no 46) art. 1, c. 1, DCB - Fil. di CT - Taxe perçue - Tassa riscossa - ISSN: 1720-0881
settimanale regionale di attualità
UFFICIO
PASTORALE
della FAMIGLIA
“In caso di mancato recapito rinviare al CMP/CPO di Catania, per la restituzione al mittente previo addebito. Il mittente si impegna a pagare la tariffa vigente”
Catania: 888° anniversario della traslazione delle reliquie di Sant’Agata
Anche nell’estate che ormai volge al
tramonto, attraversata da incertezze
meteorologiche, migliaia di devoti
della martire catanese non hanno
perso occasione per far sentire il loro
affetto verso una santa con la quale,
soprattutto in tempi di profonda crisi
morale ed economica, si identificano.
Questi festeggiamenti affondano le
radici in quei moti di gioia spontanei
che si verificarono nella notte del 17
agosto dell’anno 1126 quando le spoglie della santa martire catanese
fecero ritorno a Catania da Costantinopoli, grazie alla rocambolesca fuga
di due soldati, Gisliberto e Goselmo.
Di seguito si riporta il testo integrale
dell’omelia dell’Arcivescovo
Carissimi fratelli Presbiteri e Diaconi,
Fratelli e Sorelle nel Signore,
Distinte Autorità,
1. Ogni anno, il 17 agosto, la città di
Catania celebra con gioia la festa delle traslazione delle reliquie della
Patrona Sant’Agata Vergine e Martire.
La data odierna ricorda
quanto avvenne il 17
agosto 1126 allorché
Gisliberto e Goselino
riconsegnarono alla
Città, nelle mani del
Vescovo Maurizio, il
corpo di Sant’Agata
che nel 1040 Giorgio di
Maniace aveva trasportato a Costantinopoli.
La preghiera Colletta
ha sottolineato che il
ritorno a Catania delle
reliquie di Sant’Agata
avvenne anzitutto per
un singolare dono divino: “O Dio, che hai conservato alla
venerazione dei fedeli il corpo di San-
La follia della violenza,
la sapienza dell’amicizia
CARITAS:
CONCLUSO
IL PROGETTO
AMALIPÈ
di S:E:R: Mons. Salvatore Gristina
a pagina 7
MILO:
VIII PREMIO
“ANGELO
MUSCO”
Le foto sono di Orietta Scardino
t’Agata Vergine e Martire ...”.
Tenendo presente questa bontà del
Padre nei nostri
riguardi, abbiamo
anche chiesto nella
stessa preghiera di
concedere a noi
devoti di Sant’Agata “di crescere
come tempio vivo
dello Spirito per
risorgere con Cristo
a vita nuova”, ossia di alimentare la
nostra vita quotidiana con i doni dello
Spirito per ottenere la vita vera, alla
quale tutti siamo chiamati.
2. Quest’anno la festa estiva di Sant’Agata cade di domenica, nel giorno
in cui in modo speciale facciamo
memoria della risurrezione del Signore.
In ogni Celebrazione Eucaristica,
subito dopo la consacrazione, il sacerdote dice “Mistero della Fede” e l’assemblea risponde, come avverrà tra
(segue a pag. 2)
a pagina 11
FESTIVAL
INTERNAZIONALE
VAL DI NOTO
MAGIE BAROCCHE
I cristiani perseguitati
Verso la pace con il dialogo e la negoziazione
“Nulla è perduto con la pace. Tutto può esserlo
con la guerra. Ritornino gli uomini a comprendersi”.
Quest’accorato appello di Papa Pio XII, nel discorso radiofonico del 24 agosto 1939 ritorna
ancora più attuale e pressante oggi, dove in Medio
Oriente si assiste ad
una rinnovata persecuzione dei cristiani.
La preghiera del
Papa per “l’amata
terra d’Ucraina” al
termine dell’Angelus, nel giorno della
festa nazionale in
ricordo del 24 agosto
1991, quando il Parlamento ucraino pronunciò la dichiarazione d’indipendenza dall’Unione Sovietica, ha acceso ancora una volta i
riflettori del mondo sulla situazione di tensione e
di conflitto che non accenna a placarsi, generando
tanta sofferenza tra la popolazione civile.
La recrudescenza della violenza in Iraq ha risvegliato il mondo, facendo quasi presagire una sorta di “terza guerra mondiale”. Papa Francesco con
questa espressione ha catturato l’attenzione del
mondo, ed è necessario riflettere sui molti conflitti che si stanno verificando in ogni angolo del globo: dalla Repubblica Centrafricana alla Libia e al
Congo; dalla Siria all’Iraq settentrionale.
Si tratta, come afferma, Mons. Silvano Tomasi,
Osservatore permanente della Santa Sede presso
le Nazioni Unite a Ginevra,
ospite del Meeting di Rimini,
della globalizzazione di una
cultura, in cui prevalgono solo gli interessi personali o nazionali e questo facilita
il ricorso alle armi
per la soluzione delle
differenze. La comunità internazionale è
sollecitata a difendere e proteggere i diritti umani fondamentali di tutte le parti e ad abbracciare una
diversa cultura della solidarietà e del dialogo, come unica via per costruire un
futuro comune di pace e di progresso.
L’inviato del Papa cardinale Fernando
Filoni, ha recentemente visitato le comunità religiose ed etniche del Nord dell’Iraq e nei campi profughi, testimoniando
la situazione disperata dei profughi, vittime del
cosiddetto Califfato, i quali sono stati costretti a
fuggire con i soli abiti che indossavano. Difendere i diritti umani fondamentali delle persone nel
nord dell’Iraq e fornire gli aiuti umanitari di cui
hanno bisogno, è un appello alla Comunità inter-
Giuseppe Adernò
(segue a pagina 2)
a pagina 12
2
Prospettive - 7 settembre 2014
sommario al n. 31
(continua da pag. 1)
LA FOLLIA...
PRIMO PIANO
Intervistando Francesco
Ferdinando Gravina VII
principe di Palagonia_______3
Bernardo Scammacca
domenicano morto 20 anni fa
il giorno di S. Euplio_______4
Riforma della Pubblica
Istruzione: aperti
a tutto e a tutti ____________5
INFORMADIOCESI
Notizie in breve ___________6
Dalla Cancelleria: Nomine __6
Lettera dell’Arcivescovo ____6
DIOCESI
Devozione a Sant’Euplio,
compatrono della Città _____7
Processione del Velo
di S. Agata e festa
della traslazione___________8
Biancavilla Festa
della Madonna
dell’Elemosina____________9
Giardini-Naxos
XII edizione del premio
“Rosa Balistreri” _________11
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Questo numero è stato chiuso
alle ore 13.00 di mercoledì 3 settembre 2014
poco, con le parole che abitualmente
usiamo: “Annunziamo la tua morte
Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell’attesa della tua venuta”.
Anche oggi siamo qui proprio per
compiere questi due atti importanti:
annunziare e proclamare e, quindi,
esprimere la verità fondamentale del
cristianesimo circa la centralità di
Nostro Signore Gesù Cristo nella vita
della Chiesa, come pure in quella
nostra personale.
3. Cosa significa che Gesù Cristo è al
centro della nostra vita? Una breve
risposta la possiamo trovare nelle letture bibliche di questa Santa Messa
(Is 56, 1.6-7; Rom 11, 13-15.29-32;
Mt 15, 21-28).
Nel brano di Isaia Dio assicura che
presso di Lui non ci sono stranieri. Le
persone che il popolo ebraico, per
tanti motivi, considerava estranee,
non lo sono per il Signore. Egli, infatti, accoglie tutti nella sua casa (“casa
di preghiera per tutti i popoli”) e li
colma di gioia (“gli stranieri ... li condurrò sul mio monte santo e li colmerò di gioia”).
Tutto ciò si realizza tramite Cristo,
inviato dal Padre esattamente per darci questa bella notizia: l’amore universale di Dio per tutti gli uomini.
Gesù ha dato la sua vita per renderci
fratelli e sorelle, figli del Padre nostro
che è nei cieli.
Ciò significa, anzitutto, trasformare la
nostra intolleranza in accoglienza,
abbandonare certi diffusi comportamenti razzisti, di superiorità, di sfida,
di prepotenza, e sentirci tutti pietre
vive della Chiesa.
Si tratta di un impegno e di un dono
riservato a tutti, come sottolinea Paolo nel brano della Lettera ai Romani
che abbiamo ascoltato e che certamente ha bisogno di opportune spiegazioni che adesso, purtroppo, non è
possibile fornire.
La pagina del Vangelo sembrerebbe, a
prima vista, contraddire queste affermazioni.
Gesù, infatti, sostenendo di essere stato mandato soltanto alle pecore perdute della casa d’Israele, sembra inizialmente escludere ogni altra persona. Ma non è così. Infatti, la fede
grande di quella mamma - una donna
cananea - che intercedeva per la guarigione della figlia, rese possibile il
miracolo.
L’episodio riferito dal Vangelo vuole
rendere pure noi persone di grande
fede, cioè persone che crediamo veramente nella centralità di Cristo, del
Quale abbiamo tanto bisogno e dal
Quale perciò non possiamo mai staccarci.
Dobbiamo come la donna cananea, di
cui ci parla il brano del Vangelo,
rivolgerci al Signore con umiltà ed
altrettanta insistenza. Sono questi i
due caratteri della preghiera di quella
mamma verso la quale il Signore
riservò accoglienza e non fece mancare il Suo sostegno. Solo Cristo può
salvarci.
4. “Annunciamo la tua morte o Signore, proclamiamo la tua risurrezione ...
“: con queste espressioni affermiamo
la nostra identità cristiana.
Sant’Agata annunziò la morte di
Gesù e proclamò la sua risurrezione
in modo esemplare e con grande
coraggio al punto da dare la sua vita
per restare fedele a Gesù. Per questo
Ella è martire.
Il martirio onora chi resta fedele alla
propria fede, ma significa anche persecuzione e violenza da parte di altre
persone.
Onorare una grande martire di ieri, ci
deve portare a pensare ai martiri di
oggi.
Qualche volta pensiamo alle persecuzioni come a situazioni accadute solo
nei primi secoli del cristianesimo.
Purtroppo non è così: la storia della
Chiesa ce lo ricorda. Quanto accade
in questi giorni ce lo conferma in
modo spaventoso.
Non possiamo in questo momento
tacere su quello che sta accadendo in
questi giorni in Iraq e in altri numerosi Paesi dove i cristiani sono ferocemente e ingiustamente perseguitati.
Vogliamo, allora, che la festa in onore di Sant’Agata, martire del III secolo, sia testimonianza di vicinanza e di
solidarietà verso le sorelle e i fratelli
che oggi subiscono persecuzioni perché cristiani.
Le notizie che riceviamo e le immagini che le accompagnano sono di estrema gravità: giustamente si parla di
“catastrofe umanitaria”. Genitori con
i figli, persone anziane e sofferenti
sono obbligati a fuggire a piedi dalle
loro case, cacciati dai luoghi dove
hanno il sacrosanto diritto di abitare
sulla scia dei loro padri.
Tutta questa violenza non può trovare
alcuna giustificazione e noi dobbiamo
affermarlo con chiarezza. È semplicemente assurdo camuffare con presunte motivazioni religiose queste esplosioni di disumana violenza e sopraffazione.
Condannando fermamente ogni persecuzione per motivi di fede o di opinioni personali, pensiamo a tutti i perseguitati e non soltanto ai cristiani. La
violenza e la persecuzione sono da
condannare sempre e in ogni circostanza. Non può esistere motivo di
fede che giustifichi sopraffazioni, violenze, battaglie, o addirittura guerre.
Chi agisce in questo modo è lontano
dal Signore e merita, se non si converte, il castigo divino.
Anche in questa Santa Messa preghiamo perché il Signore illumini le
menti dei violenti e faccia cadere le
armi dalle loro mani.
Preghiamo ancora, affinché l’impegno delle Istituzioni mondiali e nazionali riesca ad arginare questo fiume di
cieca e tragica violenza.
Alla preghiera assoceremo ogni possibile forma di vicinanza anche tramite l’adesione a quelle iniziative che i
mezzi di comunicazione promuovono
al riguardo.
Non mancherà nemmeno il nostro
generoso sostegno. È vero: viviamo
un serio tempo di crisi. Ogni famiglia,
ogni giorno, cerca di “sbarcare il
lunario”. Ma non possiamo non pensare a quanti stanno peggio di noi,
non possiamo guardare agli altri, vici-
ni o lontani, amici o nemici, come a
qualcuno che non ci interessa.
Per questo motivo la colletta di questa
Messa verrà destinata alle sorelle e ai
fratelli che subiscono persecuzione e
violenze di vario genere. Tutte le altre
parrocchie dell’arcidiocesi saranno
invitate a partecipare a questa iniziativa di carità che oggi, qui in Cattedrale, noi devoti di Sant’Agata abbiamo
la gioia di avviare.
Alla concittadina e patrona Sant’Agata chiediamo una speciale intercessione presso il Signore perché tanti cristiani, oggi perseguitati in tante nazioni, non si sentano abbandonati dall’indifferenza e dall’egoismo e affinché dappertutto e sempre la violenza
ceda il passo al rispetto fraterno e alla
pace.
(continua da pag. 1)
VERSO LA PACE...
Papa Francesco non ha risparmiato
alcuno sforzo, in parole e con un
sostegno economico, per spiegare
che l’unico modo ragionevole per
garantirsi un futuro è quello di promuovere il dialogo e la negoziazione, in modo che le persone possano
vivere insieme, nel rispetto reciproco, riconoscendo le differenze, ma
soprattutto riconoscendo che tutti
condividiamo la stessa umanità.
La prima risposta alla violenza è
quindi di riconoscere la dignità e
l’uguaglianza dell’altro, come membri della stessa famiglia umana. Per
questo, il Santo Padre ha esortato
più volte con urgenza ad elevare
preghiere per chiedere a Dio il dono
della pace.
“Preghiamo per la fine della violenza insensata e per un’alba di pace e
riconciliazione tra tutti i membri
della famiglia umana” è ancora il
messaggio del Santo Padre risuona-
nazionale in difesa dei cristiani che
hanno gli stessi diritti umani di
qualsiasi altro cittadino nel mondo e
la loro identità religiosa non dovrebbe essere il motivo che giustifica
l’indifferenza nei loro confronti.
Durante la sessione speciale del
Consiglio dei diritti dell’uomo dell’ONU, convocata per il 1° settembre a Ginevra, il cardinale Filoni ha
presentato la dettagliata relazione
dei profughi cristiani, molti dei quali uccisi brutalmente.
L’appello per ottenere protezione e
aiuti umanitari d’emergenza per i
cristiani, come pure per gli yazidi, e
altri gruppi religiosi, esiliati perché
identificati come gruppi religiosi,
giunge ai massimi organismi dell’ONU e si auspica che si possa
ristabilire la pace e il rispetto dei
popoli.
A Lei chiediamo, pure, una speciale
attenzione per le numerose persone
che continuano a giungere nella
nostra Isola, dopo aver abbandonato i
luoghi di origine colpiti da guerre,
carestie e altre pesanti difficoltà.
Sant’Agata interceda per noi suoi
concittadini e specialmente per i giovani disorientati e privi di lavoro, e
per le famiglie che, talvolta, non ce la
fanno più a sopravvivere.
Per Sua intercessione il Signore conceda a tutti noi una vita serena e libera dalle insidie del male, affinché
lavoriamo insieme e con rinnovata
fiducia all’instaurazione e al consolidamento della civiltà dell’amore.
Così sia per tutti noi
®
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to all’interno di una chiesa del New
Hampshire, dove si è celebrata una
Messa per ricordare James Foley, il
giornalista americano brutalmente
assassinato in Iraq dai miliziani dello Stato islamico.
Solo la preghiera è il contributo che
da lontano può diventare segno di
presenza e di solidarietà per le popolazioni che soffrono, scrivendo
ancora una pagina di storia con persecuzioni e martiri in questo terzo
millennio.
Il ricordo storico del centenario della guerra del 1915-1918 che ha
insanguinato la nostra Italia, come
documenta il sacrario di Redipuglia,
costituisca un monito anche per le
giovani generazioni a costruire la
pace, operando segni di bene, di
attenzione, di rispetto, restando fedeli ai valori umani e cristiani.
®
3
Prospettive - 7 settembre 2014
Inflazione e consumi in calo: non accadeva dal 1959
Un auspicio: l’uovo di Colombo
l tasso d’inflazione
ha rallentato in tutte
le maggiori economie dell’Ocse a
luglio del 2014”, con la sola eccezione della Francia, dove è rimasta stabile allo 0,5%. Lo ha riferito l’organizzazione in una nota. In Italia, l’inflazione è scesa dallo 0,3% di giugno
allo 0,1%, e in Germania dall’1%
allo 0,8%. Nell’insieme dell’eurozona, “l’inflazione annua è scesa allo
0,4% a luglio 2014, il tasso più basso da ottobre 2009”. Quindi un problema che riguarda tutta l’Europa.
Per l’Italia però è un risultato che
non accadeva dal 1959. La situazione attuale è ben differente da allora:
quando l’economia del Belpaese era
in espansione. Oggi, questa deflazione deriva dalla debolezza della
domanda di beni e servizi, essenzialmente da un freno non indifferente
nella spesa di consumatori e aziende,
che, in regime di deflazione, sono
incentivati a posporre gli acquisti di
beni e servizi non indispensabili, con
l’aspettativa di ulteriori cali dei prezzi, con l’effetto di aver innescato una
spirale negativa. Le imprese, dunque, non riuscendo a vendere a
determinati prezzi parte dei beni e
“I
servizi, cercano di collocarli a prezzi
inferiori. Ne viene fuori un dato
negativo avallato anche dall’Istat che
ha certificato recentemente la recessione del Pil a -0,2% nel secondo trimestre. Si diceva un dato negativo: le
famiglie non riescono più a spendere
come dovrebbero, i consumi sono
ridotti all’essenziale, con i consumatori che attendono nuovi ed ulteriori
ribassi. Ecco perché su queste basi la
ripresa economica diventa pura utopia mentre il Paese con un debito
pubblico che continua a crescere
rimane in un’impasse pericolosa.
Per gli analisti questo passaggio era
però in qualche modo atteso: “Il dato
di agosto dovrebbe rappresentare il
punto minimo”, stando alle dichiarazioni di Intesa Sanpaolo prima della
pubblicazione dei dati Istat. “A settembre” l’inflazione “è vista nuovamente vicino a zero o in territorio
lievemente negativo. Una risalita
potrà esserci solo nei mesi autunnali”, ma solo nella seconda metà del
2015 si prospetta poco sopra l’1%.
Mentre per l’economista Paolo
Mameli, insomma, è più corretto
parlare di “deflazione tecnica” e di
uno scenario di “bassa inflazione
prolungata”. Ma quali sono le cause
del ribasso generale dei prezzi? In
primis i consumi energetici. Sono
diminuiti dell’1,2% rispetto al 2013
(dal +0,4% di luglio), con un calo
che ha interessato la benzina, 0,9% e
il gasolio in calo del’1,7%. E al netto dei beni energetici, infatti, l’inflazione salirebbe allo 0,4%. Dati confermati anche dalle analisi dell’Eurostat, dove si evidenzia che il comparto “energy” è il peggiore, con un
calo del 2%. Si stabilizzano, invece,
i prodotti ad alta frequenza di acquisto. Quello che viene definito il
cosiddetto “carrello della spesa”
formato da alimentari, prodotti per la
cura della casa e della persona, vede
una flessione tendenziale dello
0,2%, “meno ampia del -0,6% di
luglio”. Nelle tabelle Istat si legge
che su dodici “divisioni di spesa”,
dagli alimentari ai servizi ricreativi,
ce ne sono tre in deflazione tra agosto 2014 e 2013: alimentari e bevande, abitazione, e comunicazioni.
Secondo l’Istat, però, la stagnazione
durerà ancora: “Le previsioni per il
terzo trimestre 2014 indicano una
sostanziale stagnazione dell’economia”, dice l’Istituto nella nota mensile sulle stime per l’Italia. A riguardo si è espresso il leader di Confindustria, Giorgio Squinzi, che è intervenuto al recente meeting di Comunione e Liberazione a Rimini: “La
situazione economica è drammatica.
Serve un progetto per questo Paese,
una volta per tutte dobbiamo pensare
chi vogliamo essere, cosa vogliamo
diventare”. E poi ha avvertito: “Dobbiamo far ripartire le imprese perché
senza le imprese, non c’è un salto in
avanti né in economia né a livello
sociale”.
Quanto alla dinamica del Pil, per
Squinzi “l’Italia da 20 anni vive
sopra i propri mezzi e le proprie possibilità, disperdendo ricchezza. Perché così stiamo riducendo il nostro
livello di vita. Il Pil continua a scendere, e anche nel 2014 a meno di un
miracolo, avremo un altro dato negativo come nel 2012 e 2013, magari
meno pesante”.
F.C.
l’intervista
Indietro nel tempo intervistando Francesco Ferdinando Gravina VII principe di Palagonia
n tempo le vacanze
erano occasione di pienezza, dato che il vuoto, vacuus, animo libero da occupazioni e da studio, sarebbe stato il ricettacolo per
nuovi stimoli e nuove attività da
intraprendere con la ripresa dell’anno lavorativo!
E io, miei cari lettori, avevo solo il
desiderio di vivere una favola, dove
tra io e natura, tra soggetto e oggetto
ci fosse un interscambiabilità, dove
l’universo arte e storia potessero
anche vivere dentro di me in un sentire tutto interiore che diventa appagamento del sé. E il momento della
favola l’ho vissuto a Villa Palagonia,
meglio conosciuta come “Villa dei
Mostri” nella cittadina di Bagheria.
Ad accogliere me e i miei amici
Nino Germanà ed Elio Quiligotti,
con gentilezza ed affabilità vera, che
è una caratteristica tutta siciliana, è
uno dei proprietari della dimora storica, Ignazio Pedone che gradualmente ci introduce in quell’edificio
che suscitò già nel secolo XVIII la
curiosità dei tanti viaggiatori stranieri che si avvicendarono in Sicilia nel
Grand Tour dell’isola. Quello che si
presenta al mio sguardo è quanto di
più stravagante e interessante si possa immaginare: un singolare ingresso dove stanno a mo’ di eterne sentinelle due statue megalitiche di ispirazione egizia, similari a quelle poste
ai lati della porta magica di Roma,
sede dell’Accademia dei Lincei.
Poi un gran cortile a forma ottagonale delimitato da mura ornate da volute e piedistalli sui quali si ergono
vasi e delle figure mostruose tagliate
in pietra: statue antropomorfe con
teste di animali e viceversa corpi di
U
Non attaccatevi alle cose, tanto tutto passa
animali con teste umane, mendicanti, spagnoli, mori, turchi e gobbi,
gente deforme, soldati in ambito
antico e cavalli con le mani, dragoni
e serpenti, una fantasmagoria che
sembra partorita da un sogno dove
stranezze vestite di surrealismo si
mescolano in un’eterna danza della
follia.
Mentre sono assorta in questa poesia
dove reale e fantastico sembrano non
i tratti del volto sono nervosi e spigolosi, ma i suoi occhi piccoli e brillanti dallo sguardo profondo e la sua
fronte alta mi ispirano fiducia.
Chissà perché, ma a un uomo del
genere sento di poter raccontare tutta la mia vita, riporre in lui anche i
miei pensieri più reconditi. Penso
che si tratti di una guida in abito d’epoca con le funzioni di accoglienza
dei visitatori, quando costui con un
Il principesco ingresso di Villa Palagonia a Bagheria
avere confini, mi accorgo che sta
dinnanzi a me un uomo vestito alla
foggia del secolo XVIII: una camicia
serica dotata di vaporosa ruches, una
marsina con ricami aurei color amaranto, pantaloni in tinta dello stesso
colore legati al ginocchio con dei
nastri di raso e delle scarpe in pelle
nera dotati di fibbia d’oro e pietre
preziose. Il suo aspetto è longilineo,
il suo portamento è a dir poco regale, indossa una parrucca incipriata e
elegante baciamano mi rivolge queste parole: <<Sei la benvenuta nella
mia casa… ti aspettavo da tempo>>.
E io attonita: <<mi scusi, non capisco… e allora il signore che ci ha
accolto? Ma lei chi è?>>
<<Francesco Ferdinando VII principe di Palagonia, in persona… anzi
ehm… in spirito per farti da Cicerone tra queste stanze e tra queste figure, padrone di questa dimora dal
1746!>>
<<Non posso crederci! Lei è il principe bizzarro che realizzò questa
moltitudine di statue stravaganti?>>
<<Bizzarro è stato l’appellativo
datomi dai viaggiatori stranieri che
visitarono questo palazzo, i quali
imbibiti di nozioni sulla classicità,
provarono meraviglia e stupore o
forse un senso di rigetto su tali
mostruosità. Pensa, all’epoca si
potevano contare circa 200 statue,
oggi invece ne sono rimaste solo 62.
Ho speso una fortuna, circa 200
mila scudi per far realizzare queste
sculture in pietra tufacea, il cui
materiale litoide è stato prelevato da
una cava nelle vicinanze di Bagheria!>>
<<È un qualcosa di insolito visitare
una dimora storica e incontrare lo
spirito di colui che vi ha abitato!
Sarebbe così gentile da accompagnarmi in visita?>>
<<È proprio quello che intendo fare,
gentile signora Stefania! Legga questo documento!>>
Il principe srotola dal taschino della
sua marsina un foglio di carta ingiallito dove sta scritto: “In Die vigesimo sexto Martii, millesimo septimo
decimo octavo don Nicolò Placido
Branciforti proprietario di Bagheria…”
<<Con questo si dimostra che l’antico proprietario del terreno era il
principe Lanza e Branciforti che
vendette il latifondo a mio nonno il
quale affidò già tre anni prima, nel
1715, la direzione dei lavori per la
costruzione della villa all’architetto
domenicano Tommaso Maria Napo-
li. Erano quelli anni di fermento
politico e civile in Sicilia per il malcontento che generò la dominazione
sabauda nell’isola per via dell’eccessivo fiscalismo e dello sfruttamento delle risorse umane e materiali offerte dai siciliani. Mio nonno,
fece un suo cursus honorum arrivando alle alta cariche del regno e contemporaneamente a questa ascesa
diplomatica non dimenticò le sofferenze della popolazione, sia quella
vessata dalla politica piemontese
che quella del Val di Noto, messa in
ginocchio dal terremoto del 1693.
Ecco i donativi e i carichi di frumento che partirono dalla mia famiglia
per alleviare le condizioni dei più
indigenti.
Un tempo si accedeva a questa
dimora da un altro ingresso caratterizzato da un arco trionfale, oggi si
accede dal lato opposto, perché il
primitivo originale è diventato via
pubblica. Ah, come cambiano i tempi!!! L’impianto dell’edificio è curvilineo, quasi come se fosse un affettuoso abbraccio rivolto ai visitatori,
ma osserva attentamente le finestre
e i balconi hanno l’inquadratura a
“orecchia”, e il movimento del prospetto tra lesene, colonne e capitelli
quasi fosse un palcoscenico con
degli effetti sorpresa, una sorta di
preludio alle particolarità che si
troveranno all’interno! E ancora
osserva lo scalone monumentale,
guarda come segua l’andamento
curvilineo del prospetto e come anticipi con le sue volute l’interno del(segue a pagina 4)
4
Prospettive - 7 settembre 2014
IN PRIMOPIANO
Bernardo Scammacca domenicano morto 20 anni fa il giorno di S. Euplio
Aiutò perseguitati politici ed ebrei
artedì 12 agosto è passato, purtroppo, inosservato il 20° anniversario della morte del sacerdote domenicano di nobile casato catanese, fra’ Bernardo
Scammacca, religioso dell’Ordine
dei Frati Predicatori fondato da S.
Domenico di Guzmàn che, durante
la guerra, a Roma e a Bruxelles ebbe
un ruolo delicatissimo per conto della Santa Sede. Padre Scammacca, al
secolo Giuseppe, era nato a S. Gregorio di Catania il 4 ottobre 1905, 6°
di 8 figli. A 14 anni fu mandato dal
cardinale Giuseppe Francica Nava in
Vaticano per studiare presso il Pontificio Seminario Romano Minore.
Due anni dopo, il giovane proseguì
gli studi liceali in un collegio monastico e poi a Catania. A 27 anni d’età, guidato dal padre maestro Tommaso Mirone, fu ammesso all’Ordine assumendo il nome del beato Bernardo nel noviziato del convento S.
Rocco di Acireale. Il maestro generale padre Martino Gillet lo volle a
Roma per completare gli studi
all’<Angelicum> e per l’ordinazione
sacerdotale.
Cappellano militare in Africa, fu
assistente spirituale dei ventimila
coloni italiani mandati dal duce del
fascismo in Libia. Allo scoppio della
guerra, fu trasferito in Albania come
cappellano dei Cacciatori delle Alpi,
poi in Grecia, in Montenegro e in
Croazia.
Rimpatriato per gravi motivi di salute, fu nominato segretario di p. Gillet
e successivamente di altri ben 7 maestri generali. Negli anni 1943-1945,
approfittando della sua posizione
privilegiata rivestita nella Curia
generalizia dell’Ordine Domenicano, aiutò e salvò dalle SS naziste vari
ufficiali e diplomatici ed anche
diverse famiglie ebree, tanto da mettere a rischio la propria vita se non
fosse intervenuto in tempo il venerabile mons. Giovambattista Montini,
sostituto della Segreteria di Stato e
interprete fedele del servo di Dio Pio
XII intrepido “defensor civitatis”,
che lo nominò corriere diplomatico
facendolo riparare d’urgenza a Berna, in Svizzera, dove si occupò degli
internati italiani nei campi di concentramento; per gli studenti in fuga
fondò a Friburgo un campo studi. Il
domenicano catanese aveva conosciuto Montini, assistente generale
della F.U.C.I. e abitante anch’egli
sull’Aventino, tramite
suo cognato, l’illustre
medico chirurgo prof.
Edoardo Borra di Alba,
amico del beato Piergiorgio Frassati.
Successivamente la Santa Sede lo incaricò di
collaborare con l’arcivescovo Clemente Micara,
che sarebbe diventato
cardinale vicario di
Roma, nella nunziatura
apostolica di Bruxelles
che era stata la sede di
due diplomatici pontifici
nostri conterranei: gli
arcivescovi
Francica
Nava e Sebastiano Nicotra. Dalla capitale belga
padre Scammacca ebbe
M
(continua da pag. 3)
NON ATTACCATEVI...
Poi il principe mi conduce nelle sue
stanze e mi mostra una collezione di
vetrini colorati.
<<Osserva e dimmi cosa vedi?>>.
<<Tante tessere di vetro e ognuna
riflette la mia immagine che a sua
volte viene centuplicata dagli altri
quadratini vitrei>>
<<Brava! E adesso alza lo sguardo>>
<<Un tetto fatto di specchi tramite i
quali la mia immagine viene riflessa
mille volte e forse anche deformata!>>.
<<Adesso intendi? Mia cara amica, tutto scorre, ogni cosa è votata
alla morte e cosa è di più paurosamente fugace se non la bellezza!
Così queste immagini riflesse, proprio nel loro punto di fuga ci resti-
modo di aiutare suo fratello Michele,
barone del Murgo e di Arbiato e caricatore dell’Agnone, quale diplomatico incaricato d’affari in Belgio,
Olanda e Lussemburgo, a riaprire
l’ambasciata italiana a L’Aja e di
raggiungere tante volte Parigi per
parlare con il nunzio apostolico
mons. Angelo Roncalli, il futuro
Papa San Giovanni XXIII.
Nel dopoguerra, padre Scammacca
operò tanto per la Provincia domenicana di Sicilia: la costruzione del
Collegio S. Tommaso d’Aquino di
Linguaglossa per l’incremento delle
vocazioni.
Dal 1949 al 1951 attraversò diverse
volte l’Atlantico per raccogliere fondi in America. Nel 1954 si occupò
della fondazione del convento di
Paternò.
Dal 1956 a Roma lavorò senza sosta
come rettore della basilica stazionale
Santa Sabina all’Aventino, curò
come delegato arcivescovile il monastero S. Maria delle Grazie delle
monache domenicane di Sorrento. A
Catania-Canalicchio realizzò il complesso degli edifici dell’Istituto S.
Giuseppe delle suore domenicane
missionarie di San Sisto.
Alla fine del 1993 rientrò a Catania
colpito da un male incurabile. Rese
l’anima a Dio il giorno della festa
liturgica di sant’Euplio nel convento
di S. Domenico fuori le mura, a
pochi metri dal luogo dove il martire
compatrono subì una dura restrizione carceraria prima di affrontare l’esecuzione della pena capitale.
Antonino Blandini
Pedara: La casa di Giuseppina Faro sarà ristrutturata
Il focolare della santità
arrivato il momento
tanto atteso. Si avviano a Pedara i lavori di ristrutturazione della casa appartenuta a Giuseppina Faro, la giovane pedarese,
morta in odore di santità
e di cui è in corso il processo per la sua beatificazione. Grazie al finanziamento
di
euro
2.054.851 concesso, due
anni addietro, dall’assessorato regionale dei Beni
culturali e dell’Identità
siciliana, il “caseggiato
Faro” è stato acquistato
dal Comune di Pedara.
Con tale somma l’amministrazione comunale ha
indennizzato i proprietari
e accantonato la somma
necessaria per i lavori di
restauro dell’edificio.
Ora si è conclusa la procedura per l’aggiudicazione dell’appalto che è
risultato
assegnato
all’impresa
Garofalo
Claudio di Modica, per
l’importo complessivo di
€ 671.979 (comprensivo degli oneri
di sicurezza).
Tutto pronto, quindi, per l’inizio dei
lavori che dovranno essere ultimati
entro il maggio del 2015.
A salutare questo felice momento
dell’avvio dei lavori si sono dati
appuntamento nella “casa Faro” il
sindaco Anthony Barbagallo, il par-
vide la luce nel 1847.
Il progetto dei lavori prevede il
restauro e il riuso dell’edificio da
destinare a museo e laboratorio della creatività. Il caseggiato consiste
roco padre Raffaele Landolfo, i
dirigenti comunali che hanno istruito la pratica e numerosi fedeli della
“beata Peppina”, che in questa casa
in un fabbricato ottocentesco a due
elevazioni, in discreto stato di conservazione (abitato sino a un ventennio fa), con una corte interna ed
tuiscono la caducità! Ma so che la
tua curiosità verte su quei mostri
che stanno lì nel cortile e ti chiedi il
perché di questo parto della bruttezza!>>
Il principe mi conduce all’esterno di
quelle fantasmagoriche sale dove ai
miei occhi sulle mura della corte si
dispiegano in pietra tufacea esseri
deformi, scimmie, cavalli con mani
dragoni mori e turchi in un teatro
dell’orrendo, poi mi sussurra:
<<Viviamo in continuazione in un
clima di incertezze dove a dominazioni ne seguono altre in un’atmosfera esistenziale di peggioramento
dei costumi. I disagi sociali producono malessere e manifestazione ne
è prova la povertà.
Il mondo dei nobili con il loro codice delle formalità lo sento lontano,
quello dei reietti e di coloro che si
abbandonano ai vizi lo detesto. Non
mi resta altro che l’arma dell’ironia… non affezionarmi ad alcunché, tanto tutto passa!>>
A questo punto il principe mi pone
un vassoio d’argento contenente
delle monete e mi prega: <<Sarebbe così gentile da versare un obolo
per la liberazione dei prigionieri
dei pirati in Barberia?>>
<<Certo>>- e aprendo il portafoglio
dono 2 euro, poi con spontaneità
chiedo: <<Scusi ma con tutte le ricchezze che ha profuso per la costruzione di questa villa, perché si piega a fare la questua?>>
E lui sorridendo: <<Spendiamo un
patrimonio per le nostre follie, ma
facciamo pagare agli altri le nostre
virtù!>>
È
Stefania Bonifacio
il prospetto principale su via Filadelfo Faro. I lavori prevedono l’allestimento al piano superiore del
museo con gli oggetti e gli arredi
originali, mentre al piano terra spazi di accoglienza e di servizio
(bookshop, amministrazione,
servizi igienici, ecc.).
È prevista, inoltre, la creazione
di un centro di animazione e un
laboratorio culturale, dove possano svolgersi attività teatrali o
di formazione.
Molto soddisfatto il sindaco
Barbagallo per la felice conclusione dell’iter amministrativo
che consentirà di salvaguardare
e valorizzare un edificio storico
e rappresentativo e che potrà
dare ulteriore impulso alle varie
iniziative per illustrare la figura
della “beata Peppina”, tanto cara
ai pedaresi e ai tanti devoti sparsi in varie parti dell’isola e non
solo. Felicità e commozione
anche da parte del comitato “Pro
serva di Dio Giuseppina Faro”,
guidato dalla prof.ssa Maria
Rapisarda, che tanto sta facendo
per promuovere iniziative al fine
di divulgare la conoscenza della
“vita di santità” di Giuseppina Faro.
Alfio Nicolosi
Avviso agli Enti Ecclesiastici
DICHIARAZIONE IMU 2012 E 2013
Con Decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze del 26 giugno
2014 sono stati approvati il Modello e le Istruzioni per la Dichiarazione
IMU e Tasi degli enti non commerciali.
La dichiarazione deve essere presentata esclusivamente in via telematica e
pertanto si invitano i legali rappresentanti degli enti ecclesiastici a rivolgersi ad un commercialista al fine di ottemperare a tale adempimento.
La dichiarazione, diversamente dall’ICI, è richiesta per tutti gli immobili
di cui l’ente è proprietario, o titolare di diritti reali, e quindi anche per l’edificio di culto: pertanto tutte le Chiese e le Parrocchie sono soggetti
obbligati alla presentazione della Dichiarazione IMU la cui scadenza
per gli anni 2012 e 2013 è fissata per il 30 settembre 2014.
SI RICORDA CHE IN CASO DI OMESSA PRESENTAZIONE DELLA DICHIARAZIONE SI PUÒ INCORRERE NELLA DIFFICOLTÀ A FAR VALERE IL DIRITTO ALL’ESENZIONE, OLTRE CHE
ALLA SANZIONE AMMINISTRATIVA.
5
Prospettive - 7 settembre 2014
IN PRIMOPIANO
Ufficio Diocesano per la Pastorale della Famiglia: Capitolo IV dell’Instrumentum Laboris
a famiglia costituisce
per la società un bene
inestimabile, ambiente di crescita,
scuola di umanità, amore e speranza,
ovvero lo spazio privilegiato in cui
Cristo rivela il mistero e la vocazione dell’uomo. Tuttavia, emerge una
distanza preoccupante tra la famiglia
odierna e l’insegnamento della Chiesa al riguardo. La famiglia di oggi
vive un momento molto difficile, per
cui uno sguardo compassionevole e
comprensivo consentirebbe alla
Chiesa di accompagnarla nella sua
realtà e annunciarne il Vangelo
secondo le sue specifiche necessità.
Per secoli la famiglia ha ricoperto un
ruolo significativo nella società,
costituendone il fondamento, quale
luogo naturale per lo sviluppo della
persona umana. Nella famiglia,
infatti, si trasmettono valori come
fratellanza, lealtà, amore per la verità e per il lavoro, rispetto e solidarietà, così come l’arte della comunicazione e la gioia. Contro il tentativo di
privatizzazione della famiglia, cellula fondamentale della società, occorre proporre una visione aperta della
stessa, sorgente di capitale sociale,
ovvero di virtù essenziali per la vita
comune. Senza famiglia l’uomo non
può uscire dal suo individualismo,
poiché solo in essa s’impara la forza
dell’amore che sostiene la vita, e
«senza un amore affidabile nulla
L
La famiglia e la vocazione
della persona in Cristo
potrebbe tenere veramente uniti gli
uomini, se non l’utilità, gli interessi
o la paura. Occorre, quindi, riflettere
sul significato di una pastorale capace di stimolare la partecipazione della famiglia nella società, di recuperare il suo ruolo di soggetto sociale
nelle tante sfide che la attendono, nel
suo rapporto con il lavoro, l’educazione, la sanità, la continuità fra
generazioni e lo sviluppo di un diritto di famiglia che la tuteli nelle sue
specifiche relazioni.
L’esperienza d’amore reciproco tra
gli sposi aiuta a comprendere la vita
trinitaria come amore. Come ci
ricorda il Santo Padre Francesco, il
matrimonio è l’icona dell’amore di
Dio per noi, in cui Egli fa dei due
sposi una sola esistenza (Udienza
generale del 2 aprile 2014). A tal
proposito, la famiglia di Nazareth è
esempio di relazione e amore, il luogo privilegiato per la rivelazione di
Dio all’uomo, in cui avviene l’incon-
tro con Cristo. La prima esperienza
di amore e di relazione, d’altronde,
accade in famiglia: si evince la
necessità che ogni bambino viva nel
calore e nella cura protettiva dei
genitori, in una casa dove abiti la
pace. I bambini devono poter percepire che Gesù è con loro e non sono
mai soli. La famiglia è così definita
“scuola di amore e comunione”,
“palestra di relazioni”, in cui si
impara a costruire relazioni significative, che aiutino lo sviluppo della
persona fino alla capacità del dono di
sé. Il ruolo dei genitori, primi educatori nella fede, è essenziale nella
testimonianza della loro fedeltà, nella bellezza della loro differenza
anche nei ruoli di padre e madre e
nella positività della libertà, dell’uguaglianza tra i coniugi e della loro
reciprocità. In famiglia si sperimenta
anche la ricchezza della differenza
intergenerazionale, attraverso cui si
vivono eventi decisivi come la nasci-
ta e la morte, i successi e i fallimenti, che aiutano i figli a crescere nel
rispetto della vita, formando la loro
personalità. Pertanto, si evidenzia
l’importanza di una fede condivisa e
resa esplicita dai genitori, comin-
definito “un uomo seduto”.
La graduale scomparsa dei custodi
delle scuole, alcuni anche collaboratori che beneficiavano di locali
di abitazione presso le scuole, ha
reso molto più difficile l’apertura
prolungata della scuola.
Una particolare forma di turnazione tra il personale dovrebbe poter
garantire tali servizi aggiuntivi.
Alternando servizi operativi e servizi di vigilanza, s’instaura un
giusto equilibrio tra i carichi
di lavoro per il personale,
garantendo l’efficienza dei
servizi.
Una scuola sempre aperta,
dinamica nelle attività e nei
progetti, potrebbe benissimo
consentire al personale Ata di
beneficiare, conti alla mano,
di una quattordicesima e quindicesima mensilità.
Forse manca e non è ben consolidata fra tutto il Personale,
l’idea di scuola-comunità che
offre servizi e quindi cresce, si
sviluppa, acquisisce credibilità e immagine sociale di positiva qualità ed efficienza.
Una scuola aperta e dinamica
è riconosciuta come “presenza”
viva nel territorio e consolida il
consenso e la fiducia dell’utenza.
Sentirsi “azionisti” nell’impresa
cooperativa della scuola, è un messaggio ed una proposta che appare
innovativa perché poco attuata, ma
è garanzia di successo e di sviluppo alla scuola, dove ciascuno opera con profitto e produce successi
e benefici a vantaggio della comunità scolastica.
Tutto ciò non è una novità. Tanti
ed in altri contesti l’hanno realizzato perché non farlo anche noi?
Tutto si può fare. Basta volerlo!
ciando dallo stile di vita della coppia
e dalla relazione con i figli, così da
fornire, in una società plurale, un
orientamento di base per la loro vita,
che possa sostenerli anche dopo l’infanzia.
Infine, in famiglia, quale Chiesa
domestica (cf. LG 11), è importante
alimentare una “cultura familiare di
preghiera”. L’autentica conoscenza
di Gesù Cristo è promossa dalla preghiera personale e familiare, secondo le forme specifiche e le ritualità
domestiche, dalla lettura comune
della Scrittura e dall’esperienza nella comunità parrocchiale con la partecipazione della famiglia alla vita
sacramentale ecc. Insomma, la famiglia risulta fondamentale per la
maturazione di quei processi affettivi e cognitivi, decisivi per la strutturazione della persona, che le permettono di accedere ad ulteriori livelli di
socializzazione e di scoprire la propria vocazione all’amore.
Tuttavia, essere famiglia cristiana
non garantisce automaticamente
l’immunità da crisi anche profonde,
attraverso cui però la famiglia stessa
si consolida, fino a riconoscere la
propria vocazione originaria nel
disegno di Dio, con il sostegno dell’azione pastorale.
Nonostante le varie situazioni difficili, infatti, rimane forte tra i giovani il
desiderio famiglia, di un legame stabile e duraturo. Pertanto, è necessario che la Chiesa, nell’ottica di una
pastorale rinnovata,si prenda cura di
famiglie che vivono situazioni di crisi, accompagnandole durante tutto il
ciclo della vita, per garantirne la
qualità delle relazioni al suo interno,
soprattutto nei casi in cui i legami
familiari sono minacciati dalla violenza domestica, con interventi di
sostegno atti a risanare le ferite subite e sradicare le cause che le hanno
determinate. In tal senso, è importante il coinvolgimento attivo delle
famiglie nella vita parrocchiale,
attraverso interventi di sussidiarietà
e solidarietà a favore di altre famiglie. Emerge, dunque, la necessità di
una formazione costante e più articolata,di natura biblica, teologica, spirituale ma anche umana ed esistenziale, sul valore del matrimonio
come vocazione, sulla riscoperta della genitorialità come dono.
Il Condottiero
Alessandra e Andrea Cacciato
Riforma della Pubblica Istruzione: aperti a tutto e a tutti
“Azionisti” nell’impresa cooperativa della scuola
atteo Renzi l’ha
definita «la madre di
tutte le battaglie», per ripetere che
la scuola resta una delle priorità
dell’azione del suo governo. E
dopo gli interventi sull’edilizia
scolastica è giunto il momento di
parlare anche d’altro e precisamente di: programmi, competenze
degli studenti, formazione e merito
dei docenti, valutazione, autonomia scolastica. Sono questi i
temi che saranno al centro del
«pacchetto» di misure di cui,
già da alcuni mesi, si stanno
occupando due gruppi di lavoro istituiti al ministero dell’Istruzione.
L’ultima parola spetterà al
presidente del Consiglio prima di tradurre le proposte in
provvedimenti legislativi: un
decreto legge o e una legge
delega.
Le diverse proposte circa l’orario di lavoro da 18 a 36 ore e
gli orari di apertura delle
scuole dalle 7 alle 22 in 11
mesi di attività e poi ancora le
proposte
sull’abilitazione
all’insegnamento conseguita
direttamente durante il percorso
universitario ed ancora il bonus
fiscale per ogni investimento privato nella scuola dando più spazio
all’alternanza scuola-lavoro.
L’obiettivo del Governo è il
«miglioramento del progetto educativo» di cui «i destinatari sono i
ragazzi», ha assicurato Reggi confermando l’idea di «portare la consultazione nei territori» aprendo il
confronto con gli insegnanti, con il
personale Ata, con i dirigenti, con
i sindacati e con gli enti locali.
L’’idea che le scuole rimangano
aperte anche per buona parte del
pomeriggio, diventando così luogo
di studio (individuale o di gruppo)
M
per molti allievi e di ricerca per
molti docenti, non è in sé certo
disprezzabile. Sono già tante le
scuole che restano aperte nel
pomeriggio per le attività del tempo pieno e prolungato, per le lezioni del corso musicale, per la pratica sportive.
Oltretutto, una simile iniziativa
contribuirebbe a rinsaldare i legami tra i diversi attori della scuola,
le, prive di spazi di mensa, di palestra, di strutture adeguate, la riflessione su una scuola che diventi
vera e concreta istituzione al servizio della cittadinanza, non è da
disattendere. L’esemplarità di
alcune realtà scolastiche dove tutte
queste cose si sono fatte e si fanno,
conferma che la proposta ministeriale è degna di attenzione e non è
da considerarsi “provocatoria”.
facendo di questa una vera e propria comunità, aperta e in dialogo
con il territorio. Centro di servizi e
di promozione culturale e sociale.
La disponibilità di ampi locali
consente anche di svolgere a scuola incontri culturali, attività teatrali, cineformun per i genitori e la
cittadinanza e come già avvenuto
in alcuni casi anche riunioni di
condominio, incontri di associazioni e gruppi esterni alla scuola.
Rispettando le osservazioni di chi
prova “imbarazzo”, “fastidio”,
“vergogna” dinanzi a queste considerazioni che appaiono provocatorie e demagogiche, considerate le
condizioni penose di alcune scuo-
Quel che occorre rivedere e pianificare è certamente l’orario di servizio del personale.
Negli anni abbiamo assistito a
diverse mutazioni organizzative
dal bidello con il grembiule nero,
custode e garante della sicurezza
della scuola, ai diversi profili di
collaboratori scolastici con orari
rigidi o flessibili, con turnazione e
lavoro intensivo.
La differenziazione nella categoria
tra coloro che fanno le pulizie delle aule e gli istituti che beneficiano
del servizio di pulizia esternalizzato, ha creato scompensi nella funzione del collaboratore scolastico
che in modo provocatorio è stato
6
Prospettive - 7 settembre 2014
Notizie in breve dall’8 al 14 settembre
Ufficio di Cancelleria
S.E. Mons. Arcivescovo ha nominato:
Dall’Agenda dell’Arcivescovo
Lunedì 8
• Lavoro interno per la Visita pastorale.
Martedì 9
• Ore 9.00
- In data 11 luglio 2014, il Rev.do P. CARMELO GIUFFRIDA S.J.
Direttore Diocesano dell’Apostolato della Preghiera;
con i Vicari Foranei.
Sabato 13
• Ore 11.30 Catania, Mensa della Caritas (Stazione
Centrale): benedice i nuovi locali.
• Ore 16.30 Catania, parrocchia S. Maria in Ognina:
celebra la S. Messa per la festa patronale.
Arcivescovado: udienze.
Mercoledì 10
• Lavoro interno per la Visita pastorale.
Giovedì 11
• Ore 9.00 Arcivescovado: udienze.
• Ore 11.00 Arcivescovado: presiede la riunione della
Commissione Ordini e Ministeri.
Domenica 14
• Ore 11.00 Sarro, parrocchia S. Vincenzo: celebra la
S. Messa e amministra il sacramento della Confermazione.
• Ore 18.00 Belpasso, Cappella Padre Pio: celebra la
S. Messa.
Venerdì 12
• Ore 10.00 Salone della Curia: presiede l’incontro
®
- in data 28 luglio 2014, il Rev.do Sac. ANTONINO GALVAGNO
Amministratore Parrocchiale della parrocchia S. Antonio di Padova in
Gravina di Catania;
- in pari data, il Rev.do Sac. CARMELO POLITI Amministratore Parrocchiale della parrocchia Maris Stella in Catania;
- in data 1° agosto 2014, il Rev.do P. FRANCESCO LUVARÀ
M.C.M. Parroco della parrocchia S. Maria in Ognina in Catania;
- in data 29 agosto 2014, il Rev.do Sac. GIUSEPPE SAMMARTINO
Amministratore Parrocchiale della parrocchia S. Maria delle Grazie in
Nicolosi.
®
L’Arcivescovo
Ai Presbiteri e ai Diaconi dell’Arcidiocesi
Carissimi,
Con la presente desidero raggiungervi a conclusione del periodo estivo, durante il quale
spero che ciascuno abbia potuto usufruire di
qualche giorno di riposo.
Ci prepariamo a riprendere le attività anche
a livello diocesano con i due appuntamenti
che qualificano l’inizio dell’anno pastorale.
a) CONVEGNO CATECHISTICO DIOCESANO:
16 - 18 settembre, ore 17,30-19,30, presso il
Santuario della Madonna della Sciara a
Mompileri. Abbiamo già ricevuto dall’Ufficio competente notizie dettagliate in merito.
Da parte mia, raccomando la partecipazione
allo specifico incontro con il Relatore, Fra’
Enzo Biemmi, che si svolgerà nella mattinata del 16, alle ore 9,30, presso il Santuario.
b) APERTURA ANNO PASTORALE: 1 - 3 ottobre. Avverrà con lo schema adottato anche
per gli anni precedenti.
1. Assemblea diocesana (1 ottobre)
2. Incontro nei Vicariati (2 ottobre)
3. Concelebrazione in Cattedrale (3 ottobre)
Maggiori dettagli verranno forniti a seguito
dell’incontro con i Vicari foranei (12 settembre).
c) Durante il mese di ottobre (5 - 19) si svolgerà la III Assemblea Generale Straordinaria
del Sinodo dei Vescovi dedicata a “Le sfide
pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione”. Lo seguiremo con la preghiera e la dovuta attenzione.
Come già sapete il Sinodo si concluderà
domenica 19 ottobre con la beatificazione di
Papa Paolo VI. Tutti abbiamo motivo di esultare per la felice circostanza. Io vivrò l’evento con l’indimenticabile ricordo del 17 maggio 1970 quando ricevetti da Papa Paolo VI
l’ordinazione sacerdotale. Avrò la gioia di
presenziare alla Beatificazione anche in rap-
presentanza della nostra arcidiocesi.
d) Giovedì 23 ottobre ricorrerà il 10° anniversario della morte di Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Domenico Picchinenna.
Lo ricorderemo in Cattedrale con una commemorazione che precederà la concelebrazione. Speriamo di poter realizzare qualche
altra iniziativa che onori la memoria benedetta di un Pastore che, con inconfondibile
stile e carità pastorale esemplare, guidò per
lunghi anni la nostra Chiesa.
e) Sabato 20 settembre aprirò la Visita pastorale nel IX Vicariato. La nostra comune preghiera ottenga alle care comunità parrocchiali che visiterò, di vivere la Visita pastorale come “Dono del Padre per la nostra
Chiesa”, come già accaduto in quelle finora
visitate.
In attesa di incontrarci, i più affettuosi auguri e saluti per ciascuno di voi.
(P.S. È in preparazione l’Agenda pastorale
diocesana. Ad ogni buon fine, invio gli allegati fogli con le date dei principali eventi
diocesani e degli appuntamenti che ci riguardano più direttamente e con preghiera di
prenderne nota.)
AGENDA PASTORALE
Incontro Vicari Foranei, ore 10,00 salone
dell’Economato
- Venerdì 12 settembre 2014;
- Giovedì 16 ottobre 2014;
- Venerdì 14 novembre 2014;
- Venerdì 12 dicembre 2014;
- Venerdì 16 gennaio 2015;
- Venerdì 13 febbraio 2015;
- Venerdì 13 marzo 2015;
- Venerdì 17 aprile 2015;
- Venerdì 8 maggio 2015;
- Giovedì 11 giugno 2015.
Incontro dei sacerdoti nei singoli Vicariati
- Martedì 21 ottobre 2014;
- Martedì 18 novembre 2014;
- Martedì 16 dicembre 2014;
- Martedì 20 gennaio 2015;
- Martedì 17 febbraio 2015;
- Martedì 17 marzo 2015;
- Martedì 21 aprile 2015;
- Martedì 12 maggio 2015;
- Martedì 16 giugno 2015.
Incontri Formazione Permanente Clero
(in seminario, ore 9,30)
- Martedì 25 novembre 2014;
- Martedì 13 gennaio 2015;
- Martedì 10 marzo 2015.
Consiglio Presbiterale (in seminario,
ore 9,30)
- Martedì 30 settembre 2014;
- Martedì 9 dicembre 2014;
- Martedì 27 gennaio 2015;
- Martedì 24 marzo 2015;
- Martedì 5 maggio 2015.
Pellegrinaggio Diocesano a Mompileri
- Giovedì 28 maggio 2015.
Ritiri del Clero
- Avvento: martedì 2 dicembre 2014;
- Quaresima: martedì 24 febbraio 2015.
Giornata di fraternità del Clero
- lunedì 16 febbraio 2015 (tutto il giorno).
Settimana Estiva del Clero (mare)
- dal lunedì 27 luglio al sabato 1 agosto
2015.
&
Assemblea Pastorale Diocesana
- Lunedì 15 giugno 2015 ore 18,00 in seminario;
- Martedì 16 giugno 2015: incontri nei singoli Vicariati.
Aggiornamento Teologico Pastorale del
Clero (in seminario, dalle ore 9,30)
- dal martedì 3 novembre al venerdì 6
novembre 2015.
Anniversario di Ordinazione Sacerdotale
dell’Arcivescovo
- venerdì 15 maggio 2015.
Anniversario di Ordinazione Episcopale
dell’Arcivescovo
- venerdì 2 ottobre 2015.
Incontri del Giovane Clero
- Mercoledì 8 ottobre 2014;
- Mercoledì 10 dicembre 2014;
- Mercoledì 28 gennaio 2015;
- Mercoledì 4 marzo 2015;
- Mercoledì 15 aprile 2015;
- Mercoledì 13 maggio 2015;
- Martedì 7 luglio 2015.
Esercizi Spirituali del Clero (corso in
diocesi)
- dal lunedì 7 settembre al venerdì 11 settembre 2015.
Visita Pastorale
- sabato 20 settembre 2014: apertura Visita
pastorale al IX Vicariato.
- venerdì 5 giugno 2015: conclusione Visita
pastorale al IX Vicariato.
Giovedì 23 ottobre 2014: X anniversario
morte Mons. Domenico Picchinenna.
®
entralino Curia Arcivescovile di CT
095/31.26.20
095/25.04.306
346/3842521
095/25.04.309
Arcivescovo
Segreteria Arcivescovile
Segreteria Arcivescovile
Vicario Generale
095/25.04.311
095/715.90.62
346/38.42.808
346/38.42.912
346/38.42.545
centralino
centralino
centralino
centralino
centralino
curia
curia
curia
curia
curia
7
Prospettive - 7 settembre 2014
Concluso il progetto ‘Amalipè’, finanziato dai fondi dell’8x1000 della Chiesa Cattolica
CARITAS E MIGRANTES
al fianco della popolazione rom
a tre anni il progetto
‘Amalipè’ (amicizia
in lingua rom) promosso da Caritas Catania e Migrantes ha favorito l’inclusione sociale e scolastica
della popolazione rom presente nel
territorio diocesano. Precisamente
residente presso i campi di Zia Lisa
(70 famiglie e 180 minori) e San
Giuseppe La Rena (28 famiglie e
25 minori) a Catania. Inclusione
che ha riguardato anche i settori
sanitario, lavorativo, abitativo, con
particolare attenzione ai minori,
oggetto privilegiato del progetto.
Caritas e Migrantes con un programma di intensi interventi in continuazione con gli aiuti svolti negli
anni passati e inseriti nel contesto
del piano delle operazioni e delle
attività poste in essere dal Comune
di Catania denominato ‘Presidio
Leggero’, hanno continuato ad operare al fianco dei bambini e delle
rispettive famiglie. Diverse le
macro-aree di intervento, quali, il
diritto alla salute, in particolare di
donne e bambini, per assicurare
l’accesso alle cure mediche ambulatoriali ed ospedaliere; il diritto
all’istruzione per prevenire e contrastare i fenomeni di evasione,
abbandono e dispersione scolastica;
il diritto al lavoro per giovani adolescenti e adulti; il diritto all’abitazione principale formalmente regolarizzata.
Su queste basi nell’ultimo triennio
si è dato vita ad un progetto articolato, teso a facilitare l’integrazione
sociale e quella lavorativa, tendendo al recupero delle nuove generazioni al fine di abbattere e rompere
il muro dell’esclusione, dell’emarginazione e contrastando soprattutto la mentalità diffusa del razzismo
e della discriminazione. Si è trattato di un percorso strutturale, che
D
cominciando dai minori ha coinvolto, in primis, come scritto in prece-
denza le famiglie. Queste ultime,
vivono in condizioni di estrema
indigenza per mancanza
di lavoro, o perché in
assenza di forme stabili di
lavoro, con l’assoluta disoccupazione delle donne
costrette dalla necessità a
fare la questua. Un problema che si riversa, poi,
sui minori, la cui scolarizzazione è sempre a
rischio di interruzione e
di abbandono con frequenza discontinua. Pertanto, grazie al progetto
‘Amalipè’ finanziato dai
fondi dell’8x1000 destinati alla Chiesa Cattolica,
è stata data la possibilità,
durante l’ultimo triennio, a 50 bambini (per annualità) di frequentare
regolarmente la scuola, di essere
seguiti nel fare i compiti e di prendere parte a varie attività ludicocreative a sostegno dell’alfabetizzazione. Il tutto è stato attuato grazie al servizio di accompagnamento
scolastico, al servizio di accompagnamento per attività di doposcuola
e al servizio di accompagnamento
mensa (due giorni della settimana).
Proprio nell’ultimo anno scolastico
si sono ottenuti ottimi risultati scolastici: quasi l’80% dei bambini che
anno preso parte al progetto hanno
superato l’anno scolastico. Per la
prima volta in tre anni, durante le
diverse riunioni genitori-insegnanti, sono state presenti anche una
decina di mamme accompagnate
(segue a pagina 8)
Devozione a Sant’Euplio, compatrono della Città
a giornata particolarmente calda di martedì
12 agosto non ha impedito ai devoti
catanesi di rendere omaggio, nel
1710° anniversario del glorioso martirio, al venerato celeste compatrono
della città e dell’arcidiocesi,
sant’Euplio, soprattutto nei
luoghi dove sono custodite
le sue memorie cultuali e
martiriali: la basilica Cattedrale, la parrocchiale da 50
anni a lui intitolata in piazza Montessori ed affidata
alle cure pastorali di mons.
Giuseppe Bruno ordinato
presbitero proprio nella
festa di S. Euplio di 52 anni
dall’arcivescovo
mons.
Guido Luigi Bentivoglio, lo
storico cortile San Pantaleo
al Foro Romano, la Collegiata, la Badia di Sant’Aga-
L
ta, la parrocchiale Sant’Agata al Borgo, il santuario Nostra Signora di
Ognina, l’ex chiesa confraternale dei
Santi Antonio ed Euplio presso i ruderi del baluardo Sant’Euplio di piazza
Sant’Antonino in via Abate Francesco
Ferrara, il sito della distrutta chiesa
superiore costruita sulla cripta “cimiteriale-carceraria” di via Sant’Eupliopiazza della Borsa, dove si sono conclusi con larga affluenza di fedeli i
festeggiamenti eupliani di quest’anno.
In tale luogo sacro il
can. Antonio Gentile, parroco della
Sacra Famiglia in
Nesima Inferiore e
delegato arcivescovile per il diaconato e i
ministeri, ha presieduto, nel 25° di ordinazione sacerdotale,
la concelebrazione
eucaristica alla quale
si sono associati il
delegato arcivescovile per la Cattedrale
mons.
Barbaro
Scionti, il cerimonie-
re arcivescovile sac. Pasquale Munzone, il viceparroco e organista del Duomo can. Giuseppe Maieli, il rettore del
santuario Sant’Agata al Carcere sac.
Carmelo Asero, i diaconi permanenti
e transeunti, i lettori, gli accoliti, gli
aspiranti al diaconato e gli alunni della Scuola per i ministeri Sant’Euplio.
Hanno prestato servizio d’onore due
vigili urbani in alta uniforme che hanno deposto, alla presenza del presidente dei festeggiamenti patronali
comm. Luigi Maina, una corona d’alloro davanti alla lapide che ricorda il
sacrificio dei protomartiri concittadini, Agata ed Euplio.
Il solenne rito serale è stato concluso
dal canto dell’inno al santo martire
catanese composto dal m° mons.
Nunzio Schilirò su testo del cav. Agostino Valenti.
Antonino Blandini
Pellegrini verso…. Roma dal 27 al 29 settembre 2014
La benedizione della lunga vita
Anziani e nonni
incontrano Papa Francesco
tarda serata e termine dei servizi.
Domenica 28 Settembre Papa Francesco
convoca tutti i nonni e gli anziani del mondo per vivere con loro un momento speciale.
L’Ufficio per la Pastorale della Famiglia in
collaborazione con l’Ufficio Pellegrinaggi,
accogliendo l’invito del Papa, intende offrire
anche agli anziani e ai nonni della nostra Arcidiocesi la possibilità di vivere questo straordinario evento, proponendo il seguente programma:
pranzo. Proseguimento per la capitale con
sosta a Pompei per la visita del Santuario della Beata Vergine del Rosario e Santa Messa.
Ripartenza. Arrivo in hotel in tarda serata.
Sistemazione nelle camere riservate. Cena e
pernottamento.
Domenica 28 Settembre: Roma
Prima colazione in hotel. Trasferimento in
Piazza S. Pietro. Incontro con Papa Francesco,
Santa Messa e Angelus. Pranzo in ristorante.
Nel pomeriggio visita guidata della Basilica di
Santa Maria Maggione e San Giovanni in
Laterano. In serata rientro in hotel. Cena e
pernottamento
Sabato 27 Settembre: Catania - Roma
Raduno a Catania presso piazza Alcalà e partenza alle ore 06.30 per Roma. Lungo il percorso sosta a Paola, con visita del Santuario e
La quota comprende:
Pullman GT per tutto il tour.
Sistemazione in camere doppie con servizi
privati.
Trattamento di pensione completa dal pranzo
del primo giorno al pranzo dell’ultimo giorno.
Visita guidata di mezza giornata il secondo
giorno.
Polizza assicurativa medico no stop e bagaglio.
Lunedì 29 settembre: Roma-Cassino-Catania
Prima colazione in hotel. Partenza per Cassino. Santa Messa all’Abbazia di Montecassino.
Pranzo. Proseguimento per la Sicilia. Arrivo in
La quota di partecipazione è di euro 370.00.
Supplemento singola euro 35.00
La sistemazione è presso la “Casa per ferie
Eden Cusmano”, Roma.
La quota non comprende :
Bevande ai pasti, mance, facchinaggi, ingressi, extra di carattere personale, tassa di sog-
giorno in hotel, audio guide obbligatorie per la
visita delle Basiliche, quant’altro non specificatamente menzionato alla voce “la quota
comprende”.
Per informazioni contattare i coniugi Don
Mimmo (329 6545707 / [email protected]) e Anna Carulli (346 2173836). In
Curia l’Ufficio per la Pastorale della Famiglia (095 2504375) riceverà le iscrizioni dal
27 Agosto fino al 19 Settembre nei giorni di
Lunedì, Mercoledì e Venerdì, dalle ore 10
alle 12, con un primo versamento di euro
150.
N.B. Il programma potrebbe subire delle
variazioni nell’ordine delle visite.
I Direttori
8
Prospettive - 7 settembre 2014
DIOCESI
a sera di sabato 16
agosto, il giorno
semi-festivo del “ponte di ferragosto” ha favorito una larga partecipazione di fedeli alla processione
penitenziale del Velo di S. Agata,
nel ricordo del rientro in patria
delle reliquie della protomartire
concittadina. Il sacro corteo si è
L
baro Scionti il quale ha portato la
venerata reliquia della “grimpa”
in segno di ringraziamento al
Signore tra due ali di folla attorno
alla “cittadella episcopale” con
sosta devozionale davanti alla
chiesa S. Placido, sede dell’Associazione agatina maschile e femminile della Cattedrale e all’edi-
Carmelo Asero, rettore del Santo
Carcere, ha rievocato l’evento della traslazione del corpo della Martire riportato secondo la tradizione
dalla “lettera del vescovo Maurizio” del 1126 e ha guidato un
momento di preghiera.
L’assessore avv. Saro D’Agata, a
nome del sindaco e accompagnato
PROCESSIONE
del Velo di S. Agata
e festa della traslazione
snodato dal Duomo dopo la celebrazione eucaristica vespertina
presieduta dal parroco mons. Bar-
ell’occasione della 6ª
edizione del “Campo
Giovani 2014”, progetto promosso e
finanziato dal Dipartimento della
Gioventù presso la Presidenza del
Consiglio dei Ministri, ed in considerazione della presenza degli allievi
del 74° corso di formazione per Vigili del Fuoco, è stata molto apprezzata l’organizzazione del 1° torneo di
tennistavolo curata dal D.G.S. dott.
Antonio Occhipinti e dal direttore del
Polo Didattico, dott. Luigi De Luca.
La manifestazione sportiva a carattere amatoriale ha coinvolto, in due
giornate, 32 allievi Vigili del Fuoco e
relativi istruttori e i 18 giovani partecipanti al progetto “Campo Giovani
2014” che, dopo essersi sportivamente sfidati e confrontati, hanno fatto
registrare la vittoria dell’allievo
Danilo Distefano, il quale ha superato in finale l’istruttore ginnico Nunzio Mineo, per 2 set a 0.
Un sincero ringraziamento al prof.
Emanuele Blandini, insegnante al
Liceo Sportivo “G.B. Vaccarini” di
N
(continua da pag. 7)
CARITAS E MIGRANTES...
dagli autisti Caritas (Carmelo Scifo e Luigi Cuscani) direttamente
presso i plessi scolastici – Istituti
comprensivi ‘Livio Tempesta’,
‘Caronda’, ‘Fontanarossa’ - al
fine di colloquiare con gli insegnanti. Un risultato fortemente
voluto e realizzatosi grazie all’ottimo e modesto lavoro di mediazione
svolto dagli operatori (Sandra
Costantino e Davide Felice) che in
questi mesi hanno collaborato
seguendo un fine unico e inequivocabile: il bene dei numerosi bambini assistiti. In totale sinergia con
l’Ufficio Pastorale della Carità,
diretto da Don Piero Galvano e
l’Ufficio Pastorale delle Migrazioni, diretto dal diacono Giuseppe
Cannizzo.
Per l’anno scolastico 2013-14 il
servizio al fianco dei bambini rom
si è svolto a Librino presso la parrocchia ‘Resurrezione del Signore’ grazie alla disponibilità di padre
Salvo Cubito e alla collaborazione
dei numerosi parrocchiani che hanno speso gratuitamente parte dei
lori pomeriggi, due volte a settimane, in compagnia dei numerosi
cola votiva della Madonna della
Lettera e S. Agata. Un momento
suggestivo è stato quando il sac.
dal presidente delle celebrazioni
patronali Luigi Maina, ha sottolineato il significato civico-identi-
tario della memoria del patrocinio. Fuochi artificiali hanno salutato la conclusione del rito.
Torneo tennistavolo Polo Didattico
Territoriale Vigili del Fuoco CT
Catania, che ha magistralmente progettato, supportato e incentivato la
manifestazione, offrendo trofei e
gadget per tutti i partecipanti e coinvolgendo nell’organizzazione della
manifestazione sei giovani aspiranti
arbitri federali della F.I.Te.T., che
hanno così potuto presenziare al loro
primo Torneo di Tennistavolo promozionale.
Presente alla manifestazione per il
Comitato regionale della F.I.Te.T.
bambini. Ne è nato un rapporto
umano speciale, caratterizzato dal
rispetto reciproco e dalla gratuità
del donarsi senza ricevere. Un percorso che operatori e volontari hanno svolto insieme, senza distinzione di ruoli e compiti, nella condivisione dei valori cristiani dell’accoglienza, dell’ospitalità come dimostrato in occasione della recente
Festa Multietnica 2014 quando i
ragazzi dell’associazione ‘Musica
Insieme a Librino’ hanno suonato
insieme ai ragazzi rom. Questo uno
dei frutti più belli del lavoro svolto
durante l’anno a testimonianza di
come sia possibile creare una sola
famiglia umana al di là dell’appartenenza culturale. A riguardo, Caritas e Migrantes ringraziano i volontari che hanno permesso che il progetto si concludesse nel migliore
dei modi, ovvero: Nino Fabiano,
Patrizia Ternullo, Cettina Aiello,
e Vito Malaponti che gratuitamente per tutto l’anno scolastico hanno
coordinato e gestito la mensa per i
piccoli, con la direzione del dott.
Salvo Pappalardo, operatore Caritas. Ringraziamenti estesi anche a
suor Piera, suor Ausilia, dell’Istituto Figlie della Sapienza, della
Parrocchia della Resurrezione del
Signore. Cosi come a Nella Costa,
al prof. Francesco Sapienza e alla
moglie Mirella, a Francesca e
Alessandra, alla sig.ra Nerina che
hanno coadiuvato gli operatori
Caritas nel servizio del doposcuola
pomeridiano. Nonché al Prof. Salvatore Piscione per la disponibilità
dimostrata alle famiglie nell’assistenza sanitaria a altri servizi. Un
plauso anche al Dott. Luciano
Ardita che ha coordinato i servizi
sanitari e di primo soccorso per i
piccoli amici. Senza dimenticare il
sostegno
istituzionale
del
Viceprefetto Rosaria Giuffrè,
responsabile dell’ufficio immigrazione della prefettura di Catania. E
a tutti coloro che, pur non espressamente citati, hanno prestato saltuariamente il proprio tempo al servizio della popolazione rom. Da
segnalare, infine, come il progetto
‘Amalipè’ si è sviluppato in rete
con il progetto sperimentale per
l’inclusione e l’integrazione di
bambini rom, sinti e camminanti,
con le seguenti finalità: favorire
processi di inclusione dei bambini e
degli adolescenti; promuovere la
disseminazione di buone prassi di
Sicilia, il referente della Segretaria,
Carlo Pandolfini, che ha portato il
saluto del Comitato regionale ed ha
promosso a nome del presidente
regionale alcune iniziative che
vedranno coinvolti anche i Vigili del
Fuoco della Sicilia, nel prossimo
futuro.
Come da protocollo d’intesa tra la
F.I.Te.T. e il Corpo Nazionale dei
Vigili del Fuoco, questa manifestazione rientra tra gli obiettivi principali in esso contenuti che sono quelli di incentivare e promuovere, attraverso opportune iniziative, la diffusione della pratica del tennistavolo
presso le strutture centrali e territoriali del Corpo Nazionale dei Vigili
del Fuoco.
Antonino Blandini
lavoro e di saperi, valorizzando le
esperienze locali, coerenti con gli
obiettivi del percorso, già attivate
sui territori aderenti e le progettualità realizzate nei paesi europei;
costruire una rete di collaborazione
tra le Città riservatarie che hanno
aderito al progetto: Bari, Bologna,
Cagliari, Catania, Firenze, Genova,
Milano, Napoli, Palermo, Roma,
Reggio Calabria, Torino, Venezia.
Con l’imminenza del nuovo anno
scolastico, purtroppo, è ancora
incerta la prosecuzione del progetto
‘Amalipè’ per la quarta annualità.
Di certo, Caritas e Migrantes continueranno il loro impegno silenzioso e misericordioso al fianco della
popolazione rom agendo in contrasto ad ogni forma di discriminazione razziale, nel rispetto dei diritti
degli ultimi, degli emarginati come
il Vangelo insegna ad ogni cristiano
di buona volontà. Come si evince
da uno degli scopi primari a cui è
giunto il progetto: aver sensibilizzato la comunità ecclesiale ai temi
dell’accoglienza, della solidarietà,
dell’integrazione sociale e morale,
della cura dei più indigenti e dei
migranti.
®
Domenica 17, è stata celebrata la
memoria della traslazione delle
reliquie nell’888° anniversario del
loro ritorno, da Costantinopoli. In
Cattedrale, al mattino, il reliquiario a busto di s. Agata è stato
esposto alla venerazione dei fedeli assieme ai reliquiari degli arti,
che sono stati baciati presso la
cappella del Tesoro. Durante la
messa presieduta dal parroco, 6
oratori cittadini hanno ricevuto la
solidarietà della “Missione S.
Agata”: Natività del Signore Cibali, S. Cristoforo, S. Filippo Neri
Teatro Greco, Giovanni Paolo II
Librino-S.Giorgio, S. Maria de La
Salette, Talità Kum Librino.
Nel cuore della mattinata il Vicario generale mons. Agatino Caruso
ha presieduto la celebrazione
eucaristica.
Dal pomeriggio a sera davanti alla
Collegiata ha sostato l’autoemoteca Adv-Fidas per la donazione di
sangue in favore dei talassemici
dell’ospedale Garibaldi-centro.
Alle celebrazioni sono stati presenti parrocchiani di S. Agata di
Villabate, venuti in pellegrinaggio
in segno di ringraziamento per la
visita del Velo lo scorso 23 maggio, nonché pellegrini da Roma
con il loro parroco, il catanese
Giuseppe Raciti, e da Marostica
accompagnati dal parroco padre
Guido Randon.
Gli Amici del Rosario hanno guidato la meditazione dei misteri
gloriosi. Al vespro l’Arcivescovo
Mons. Salvatore Gristina è uscito
dall’arcivescovado in corteo liturgico fino alla basilica Cattedrale
per la concelebrazione eucaristica
da lui presieduta nell’anniversario
della Dedicazione della Cattedrale. Ha animato i canti liturgici la
Corale parrocchiale diretta dal m°
Puccio Sanfilippo.
A sera è iniziata la processione
delle reliquie della Patrona che si
è snodata per piazza Duomo, Porta Uzeda, via Dusmet, via Porticello (in piazza Borsellino fuochi
d’artificio a cura dell’Amministrazione comunale), piazza S.
Placido con sosta davanti al palco
dei diversamente abili, via V.
Emanuele. All’interno della basilica il Busto e lo Scrigno sono stati portati a spalla dai responsabili
e dai collaboratori; fuori a turno i
fedeli in abito devozionale si sono
avvicendati per qualche minuto
ciascuno nel sostenere Busto e
Scrigno.
Hanno partecipato al sacro corteo
le autorità civili e militari, le
Associazioni che zelano il culto di
S. Agata.
Blanc
9
Prospettive - 7 settembre 2014
DIOCESI
Il 27 settembre prossimo sarà beatificato a Madrid Mons. Álvaro del Portillo successore di san Josemaría Escrivá
27 settembre 2014: una data da
imprimere nella memoria per le donne e gli uomini che fanno parte della
famiglia più grande e santa del mondo, la Chiesa cattolica. Proprio il 27
settembre prossimo, infatti, sarà beatificato a Madrid mons. Álvaro del
Portillo, il vescovo che ha continuato l’opera evangelizzatrice di san
Josemaría Escrivá in veste di suo
successore alla guida dell’Opus Dei.
Don Álvaro, come viene chiamato
familiarmente, ha dato impulso a
numerose iniziative educative e
sociali in tutto il mondo, incoraggiando persone comuni a prendersi
sulle spalle le necessità delle famiglie e delle società in cui vivevano.
Incoraggiando, come il suo predecessore, a cercare la santità nella vita
ordinaria, con gesti semplici ma non
per questo meno “eroici”.
Il riconoscimento della guarigione
miracolosa di José Ignacio, il bambino cileno che, a un mese dalla nascita, subì un arresto cardiaco durato
più di mezz’ora, ha aperto la strada
alla beatificazione di mons. del Portillo, a cui i genitori e i familiari si
erano rivolti con fiducia in quei
momenti tragici. José Ignacio oggi
ha 11 anni, è un bambino allegro,
perspicace e perseverante, che ama
ballare e giocare a calcio.
Una vita per la Chiesa
Don Álvaro, una vita intensa di lavoro e impegno: da giovane studiava
ingegneria e, a metà degli anni ’30,
conobbe il fondatore dell’Opus Dei.
Da quel momento visse al fianco di
san Josemaría, diventando il suo col-
laboratore più stretto. Ricevette l’ordinazione il 25 giugno del 1944, primo sacerdote dell’Opus Dei assieme
ad altri due fedeli. Dal 1946 si trasferì a Roma e lì visse fino alla fine
dei suoi giorni. Lavorò per l’appro-
vazione canonica dell’Opus Dei, collaborò ai lavori del Concilio Vaticano II, non si risparmiò mai al servizio della Chiesa e dei Romani Pontefici. La sua profonda amicizia con
san Giovanni Paolo II, in particolare,
non mancò di commuovere ed emozionare, specialmente quando il Papa
si volle recare a pregare davanti alla
sua salma nella sede centrale dell’Opus Dei a Roma, in viale Bruno
Buozzi. Era il 23 marzo del 1994,
giorno di silenzio e preghiera. Un
silenzio rotto solo dal Salve Regina
del Pontefice, inno alla Vergine per
quell’umile e fedele servitore, amico
di Dio e della Chiesa.
Chi conobbe don Álvaro, parla sempre di un profondo senso di pace che
emanava dalla sua persona e dalla
sua voce. Una voce che ha richiamato con forza le famiglie e i laici
all’impegno per l’evangelizzazione,
vero centro della sua opera pastorale.
Decine di migliaia, alla sua morte, le
segnalazioni di favori attribuiti
all’intercessione di quest’uomo buono e devoto: matrimoni che si sono
ricomposti, conversioni di figli, gravidanze difficili risolte, nascite di
bambini. È stata questa la grande
missione di don Álvaro, e continua
anche dopo la morte: promuovere
rapporti di famiglia santi e fecondi
per rendere santa e feconda la società, perché è anche nel primitivo
nucleo domestico che si specchia e
trova senso l’umanità.
Don Álvaro è sepolto a Roma, nella
cripta di Santa Maria della Pace in
viale Bruno Buozzi, 75. Nei giorni
successivi alla beatificazione, dal 29
settembre al 2 ottobre, il suo corpo
verrà traslato nella Basilica di Sant’Eugenio dove si aspettano pellegrini da tutto il mondo che verranno a
pregare davanti alle sue spoglie mortali. Ricordando sempre che “dopo la
Croce, viene la Resurrezione, la vittoria della potenza e della misericordia di Dio sulle nostre povere miserie” (Lettera pastorale del 1988).
Per
maggiori
informazioni:
www.alvarodelportillo.org
Fabrizio Margiotta
Biancavilla Festa della Madonna dell’Elemosina
Biancavilla, sulle pendici dell’Etna l’intera
comunità cittadina si è riunita l’ultima domenica di agosto attorno alla
Sacra Icona della Madonna dell’Elemosina.
Il pontificale, celebrato da S.E.
Mons. Giuseppe Sciacca,Vesvovo
titolare di Fondi, Segretario Aggiunto del Supremo Tribunale della
Segnatura Apostolica, ha conferito
alla festa patronale una particolare
solennità, il sindaco delle città, Giuseppe Glorioso, ha presentato a
nome della cittadinanza, l’omaggio
floreale ed ha recitato la preghiera di
affidamento della Città alla Vergine
dell’Elemosina.
Nell’omelia Mons. Sciacca, facendo
riferimento alla storia che ha caratterizzato la presenza della sacra icona
nel territorio di Biancavilla, ha ricordato come nel 1482 a seguito della
vittoria dei turchi musulmani in terra
Greco-Albanese, una colonia di profughi, sbarcò in Sicilia, portando con
sé, come un tesoro prezioso, l’icona
bizantina della Madre di Dio “Eleùsa” (la misericordiosa), una reliquia
del soldato martire d’Arabia, Zenone, e una croce in legno di stile
orientale.
La destinazione finale del piccolo
gruppo di esuli era Palermo, ove
contavano di congiungersi agli altri
loro conterranei nell’attuale Piana
degli Albanesi. Durante il loro viaggio gli esuli sostarono a 30 km circa
da Catania, in un campo denominato
“Callicari”, proprietà dei Conti
Moncada di Adernò.
Qui, secondo la tradizione, dopo
aver piantato l’accampamento, appesero la sacra Icona ad un albero di
fico. Al mattino, al momento di
riprendere il viaggio, gli esuli trovarono la loro icona interamente
aggrovigliata fra i rami del fico, cresciuti nottetempo, al punto che non
fu loro possibile districarla. L’evento
prodigioso fu interpretato come la
chiara volontà della Madre di Dio,
che li aveva guidati nel cammino, di
rimanere in quel luogo, ove il piccolo gruppo potesse trovare una nuova
A
La patria promessa
patria. Fu così che il Conte Gian
Tommaso Moncada, signore del luogo, colpito dall’accadimento, concesse ospitalità alla colonia grecoalbanese.
Il Vescovo celebrante, ha guidato i
fedeli alla comprensione del significato specifico del termine “elemosina”, ricco di accezioni, significati,
rimandi, ma tutti sostanzialmente
riconducibili e sinonimici della
Misericordia e della pietas: genuinamente umana e parimenti soprannaturale. La protezione della Vergine,
Madre di misericordia e di pietà, di
carità e di tenerezza verso la comunità di Biancavilla, manifestatasi
negli anni, proteggendo la città dalla
peste, dalla siccità, dai terremoti,
dalle eruzioni e dai bombardamenti,
ha rinsaldato nel popolo una sentita e
profonda devozione che coinvolge
icona, guidata da preghiere e canti,
ha dato testimonianza della fervida
devozione popolare, alimentata da
una puntuale catechesi da parte del
Canonico Prevosto della Basilica
Collegiata, don Agrippino Salerno.
“La Vergine di Nazareth, attraverso
la propria mediazione materna e
verginale è il vero e definitivo Santuario, la Tenda Biblica, l’Arca dell’Alleanza, che consacra l’incontro
di salvezza tra Dio e gli uomini e la
Vergine diventa ponte di grazia che
conduce al Signore”.
Ripetendo la formula “ad Jesum per
Mariam! Mons. Sciacca ha tracciato
il percorso nel pellegrinaggio della
vita e della storia, perché l’intera
comunità possa scoprire il vero senso dell’esistenza che porta a Dio e al
suo Cristo, nel segno della misericordia, della carità, dell’amore!
anche i giovani e i bambini.
La devota processione con la sacra
Giad
Madonna della Neve sull’Etna
uest’anno la tradizionale memoria liturgica della Madonna della Neve è stata
celebrata nell’altare dell’edicola
votiva, eretta dai giovani di Azione
cattolica dell’arcidiocesi in contrada ex Cantoniera- Rifugio Sapienza,
unita al ricordo del beato Pier Giorgio Frassati, il giovane universitario
torinese ricco di carità cristiana verso i poveri e appassionato alpinista,
Q
LA VERITÀ vale una vita
dal momento che a lui è stato intitolato il sentiero etneo di montagna
che raggiunge la Serra del Salifizio
(m. 2070) sino alla Croce votiva in
cima al monte Zoccolaro (m.1740)
sul fianco della Valle del Bove.
Mons. Barbaro Scionti, delegato
arcivescovile per la cattedrale,
all’omelia della s. messa da lui presieduta ha illustrato la straordinaria
e poliedrica figura di Frassati, credibile testimone di Cristo tra la gioventù e la società del suo tempo che
si può sintetizzare nel pensiero
scritto nel 1925 all’amico Bonini:
“Vivere senza una fede, senza un
patrimonio da difendere, senza
sostenere in una lotta continua la
Verità, non è vivere, ma vivacchiare”. Nella presentazione dell’incontro l’arch. Salvatore Di Mauro anche a nome degli ex dirigenti diocesani della GIAC presenti, Claudio
Brambilla, Salvo Bruno, Saro Di
Mauro, Alfredo Petralia- ha ricordato i legami del beato con alcuni studenti universitari catanesi di allora
nella facoltà d’ingegneria del Politecnico torinese e, in particolare, la
commovente iniziativa di un gruppo
di giovani dell’Azione Cattolica
dell’Oratorio S. Filippo Neri di via
Teatro Greco i quali, dopo la morte
del beato, si recarono a Torino per
incontrare i genitori di Frassati che
donarono agli oratoriani catanesi un
grande ritratto di Pier Giorgio, per
l’occasione posto sull’altare per la
celebrazione eucaristica. Alla celebrazione oltre a tanti fedeli giunti da
Catania e dai paesi etnei hanno partecipato il sacerdote salesiano don
Felice Bongiorno, il luogotenente
per la Sicilia dell’Ordine Equestre
del Santo Sepolcro di Gerusalemme
prof. Giovanni Russo, il vicesindaco del Comune di Nicolosi Antonio
Borzì, il funzionario dell’ispettorato
delle foreste dott. Giuseppe Mazzaglia che ha portato il saluto del
direttore dott. Ettore Foti, a conferma del ruolo di salvaguardia degli
ambienti naturalistici.
A.B.
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Prospettive - 7 settembre 2014
DIOCESI
Riflessioni sul Vangelo
I RAPPORTI VERI
XXIII DOM T. O. /A - Ez 33,1.7-9; Sal 94/95,1-2.6-9; Rm 13,8-10; Mt 18,15-20
La liturgia ci mette di fronte all’altro con
cui noi, o vogliamo o non vogliamo, siamo
costretti ad avere dei rapporti. Si dice che
l’uomo è profondamente relazionale. Ed è
vero perché all’uomo non è dato se non la
relazione, positiva o negativa non ha
importanza.
Consapevole di questo, Ezechiele ascolta
la parola di Dio. E Dio gli fa notare che lo
ha posto come sentinella. Sentendo egli
una parola da Dio deve immediatamente
avvertire: “Quando sentirai dalla mia una
parola, tu dovrai avvertirli da parte mia”.
E Dio fa l’esempio del malvagio. “Se io
dico al malvagio: “Malvagio, tu morirai”
e tu non parli perché il malvagio desista
dalla sua condotta, egli, il malvagio morirà, per la sua iniquità. Ma della sua morte
io domanderò conto a te…”
Ecco il significato della relazione e il significato del rapporto che noi stabiliamo con
gli altri. Siamo responsabili della condotta
degli altri. Gesù specifica ancora di più
questi rapporti. “Se il tuo fratello commetterà qualche colpa contro di te, vai ed
ammoniscilo fra te e lui solo, se non ti
ascolterà prendi ancora con te una o due
persone perché ogni cosa sia risolta sulla
parola di due o tre testimoni. Se poi non
ascolterà costoro dillo alla comunità… se
non ascolterà neanche la comunità sia per
te come il pagano e il pubblicano…” . Da
dove si vede che i rapporti sono fondamentali e sacri.
Il coinvolgimento di tutti riguarda il
miglioramento della condizione del fratello. La sacralità dei rapporti è dimostrata
dal fatto che questi rapporti sono il riflesso dei rapporti con Dio. Infatti Gesù termina col dire che tutto ciò che sarà legato
sulla terra o tutto ciò che sarà sciolto sulla
terra sarà legato o sciolto in cielo. San
Paolo, affrontando lo stesso tema, dice
che non dobbiamo essere debitori di nulla
a nessuno, se non dell’amore vicendevole,
perché chi ama l’altro ha adempiuto la
legge. Continua Paolo nella sua lettera
che tutti i comandamenti si ricapitolano in
questa parola: “Amerai il tuo prossimo
come te stesso”.
E termina facendo notare che la carità
non fa alcun male al prossimo, anzi la pienezza della legge è la carità. Se i rapporti
sono i riflessi dell’amore a Dio che tutti
dobbiamo avere, è ovvio che questi devono
essere veri e non falsi o ipocriti. Il cristiano più di ogni altro è il riflesso della carità di Dio perciò non può non avere rapporti veri con i fratelli. Fino al punto, dice
il vangelo, che due o tre sono riuniti nel
suo nome lì egli è presente.
Leone Calambrogio
San Paolo in briciole
Felicitazioni
Un grazie con l’augurio di pace da parte di Paolo, Timoteo e Silvano “per l’operosità della vostra fede, la fatica della
vostra carità e la fermezza della vostra
speranza nel Signore nostro Gesù Cristo davanti a Dio e Padre nostro”. Questa certezza scaturisce dalla consapevolezza che i Tessalonicesi, scelti da Dio
sono da Lui amati, e dal fatto che il
2 Ts 1,1-5
vangelo non si è diffuso soltanto per
mezzo della parola, ma anche con la
potenza dello Spirito Santo e con profonda convinzione. I Tessalonicesi, da
parte loro, sono consapevoli del comportamento di Paolo in mezzo a loro
per il loro bene.
L.C.
Un ritornello risuona in ogni versetto di questo Vangelo: mai senza l’altro
Se il mondo nuovo inizia nelle relazioni
Incontro
Né isolamento, né questione di
numero, tutto inizia dall’incontro,
dalla piccola comunità: io-tu, due si
amano in Cristo
La preghiera contemplativa e silenziosa deve sempre essere connessa
con la liturgia e la vita nei suoi ritmi.
Di qui l’utilità di sussidi legati ad
una comprensione più profonda dei
momenti dell’anno liturgico e di sussidi miranti ad una comprensione
cristiana dei momenti più significativi della vita (orazioni quotidiane mattino e sera, prima e dopo i pasti,
ecc.- e settimanali, in particolare per
la famiglia: nascita, infanzia, adolescenza, amore, lavoro, tempo libero,
malattia, morte).
Gli ambiti entro cui vanno messi in
atto questi strumenti riguardano le
varie componenti della comunità cristiana e i nuclei fondamentali della
società umana.
Il presbiterio con il suo vescovo
riscopre il posto della preghiera contemplativa entro il quadro della spiritualità sacerdotale
Iniziative
Si può riflettere su quali iniziative
conviene far convergere, in alcuni
tempi dell’anno, a motivo di segno e
di stimolo, l’attenzione delle comunità e dei gruppi particolari. Va
anche presa in considerazione la
possibile esperienza di una “scuola
di preghiera” da offrire in eventuale
relazione con luoghi particolarmente
a ciò adatti.
Occorre valorizzare i momenti di
preghiera silenziosa già presenti nell’azione liturgica; educare i vari
gruppi alla preghiera contemplativa
con gli strumenti adeguati; proporre
tempi comuni di preghiera soprattutto in rapporto con i tempi forti della
liturgia annuale, in speciali occasioni
di adorazione, quali Quarant’ore
ecc.; offrire strumenti per far pregare
i parrocchiani con i tempi importanti
della vita. La comunità, insieme con
la famiglia, è il luogo normale di
educazione alla preghiera dei battezzati. Dal modo e dal tono con cui si
prega, dal rispetto delle pause e dei momenti di silenzio,
dalla solennità, dignità e
intelligibilità con cui viene
proclamata dai lettori la
Parola della Scrittura, dalla
cura posta nel canto, dipende
in gran parte la intuizione
che esiste, al di là della preghiera delle labbra, una preghiera del cuore, e l’invito a
prolungarla e a coltivarla
esplicitamente.
Si può valorizzare anche
l’educazione alla preghiera
che può essere data, in
maniera molto semplice ed
efficace, in occasione del
sacramento della Riconciliazione secondo il nuovo rituale e nella direzione o guida o
“accompagnamento spirituale”. I bambini sono suscettibili di una profonda educazione alla preghiera, che sappia valorizzare anche i gesti
e i segni esteriori.
Preghiera
I santuari e i centri di preghiera contemplativa vanno riscoperti, valorizzati, proposti come meta di pellegrinaggi e incontri. Le comunità religiose operanti nel territorio si prestano generosamente a offrire la loro
esperienza, i luoghi, il tempo, le persone per favorire l’educazione alla
preghiera.
Le famiglie, educatrici prime della
preghiera, riscoprono questo loro
compito e sono aiutate a diventare
vero luogo di preghiera.
La famiglia è luogo di interessi affettivi, di rapporti personali profondi:
può e deve essere un ambito privilegiato per ricostruire il tessuto abilitante alla preghiera. È importante per
esempio che i genitori sappiano educare i figli a rinunciare a elementi di
dissipazione (particolarmente a programmi televisivi quanto meno inutili) per riservare spazi di aperta e
affettuosa conversazione e di raccoglimento davanti a Dio. Si può fare
in modo che i diversi sussidi di stampa cattolica o i ciclostilati che entrano un po’ in tutte le famiglie,
anche quelle che non frequentano la chiesa, offrano lungo
l’arco di tutto l’anno, sia una
catechesi, sia qualche itinerario concreto di preghiera
familiare.
I gruppi in cui si attua una
qualche esperienza di comunità si esaminano attentamente per vedere quale posto
danno alla “preghiera silenziosa” . Là dove si recitano
lodevolmente insieme Lodi e
Vespri, si cura di farlo con la
dovuta calma, le pause e i
momenti di silenzio che danno il gusto della preghiera
profonda.
Si possono dare alcuni suggerimenti. Silenzio e adorazione: allarghiamo in noi e negli
altri i momenti di pausa contemplativa, di silenzio adorante. Ci sarà chi lo farà aiutandosi con le preghiere di
tipo ripetitivo-contemplativo tradizionali, come il Rosario o la Via Crucis, chi userà piuttosto la “preghiera
di Gesù” della tradizione orientale o
le giaculatorie o altre forme. Tra di
esse è certamente da rivalorizzare la
preghiera adorante connessa alla
Comunione e davanti al Santissimo
Sacramento. Si tiene conto di quanto i giovani siano sensibili al richiamo della preghiera silenziosa.
Ascolto della Parola e lectio divina:
il silenzio prepara il terreno su cui
cade il seme della Parola. alla luce
dell’insegnamento della Chiesa, e
particolarmente del Concilio, leggiamo attentamente, con calma, il brano
del lezionario del giorno, chiedendoci: quale “buona notizia” è contenuta
qui per la mia vita? Oppure percorriamo attentamente un libro della
Scrittura, un Salmo, lasciando che il
messaggio penetri in noi. Facciamo
delle pause, e sentiamo verso quali
forme di preghiera ci muove lo Spirito del Signore che è dentro di noi.
La realtà più importante a cui la preghiera ci deve orientare è la carità.
Questa è la meta finale a cui siamo
chiamati. È necessario insistere sulle
radici personali profonde di ogni
nostro fare, di ogni nostro servizio
alla gente e specialmente ai più
poveri. La preghiera, come la carità,
è un dono dall’alto. Essa ci mette a
servizio di una società più giusta. Ci
fa vedere il mondo con gli occhi li
Dio. Da un dono come questo possono nascere tante cose.
Maria è modello di preghiera silenziosa. Invochiamo da Lei questo
dono
Padre Angelico Savarino
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Prospettive - 7 settembre 2014
cultura
“Stabilimento Monaco” di Misterbianco confronto appassionato sull’arte a cura di Carmela Zuccarello
L’artista è libero da schemi
e condizionamenti
erata magica alla riscoperta dell’arte, allo Stabilimento Monaco di Misterbianco
nell’incontro-dibattito “’Stasera
S
parliamo d’arte … tante risposte a
tanti perché”, realizzata da Carmela
Zuccarello direttore artistico, nominata dal Sindaco dott. Nino Di Guardo, insieme all’assessore alla cultura
Barbara Bruno, con la presenza di
notevoli artisti relatori che hanno
sollecitato il pubblico in modo caloroso e pieno di vitalità. Sono intervenuti Giuseppina Radice (Storico
dell’arte), Filippo Pappalardo (Collezionista), Elsa Emmy (Artista) ha
moderato l’incontro Lella Battiato.
La pittrice Zuccarello, per 20 anni si
è occupata della galleria civica d’arte “Pippo Giuffrida” portando avanti un programma di eventi artistici,
che hanno dato visibilità a Misterbianco; introduce la manifestazione,
che ha come obiettivo fare amare a
tutti i cittadini l’arte, in modo semplice, e potersi relazionare con gli
artisti. L’arte, confronto appassionato con il pubblico, crea aspettative e
dibattito nel rapporto tra arte antica,
medievale, moderna che comprende
romanticismo, realismo, imperialismo, per andare dagli anni ’50 al
2000, con espressionismo, simbolismo, art nouveau, futurismo, cubismo, fluxus, arte concettuale, fauvismo, ritorno all’ordine, metafisica,
dadaismo, massimalismo, arte digitale, relazionale, povera, pittura a
campi di colore, body art, video art,
land art e altre correnti, puntando
durante la serata sul nucleo storico
della Transavanguardia di cui Enzo
Cucchi è uno dei principali esponenti. L’arte è un fatto culturale e lo
dimostra Giuseppina Radice, titolare della Cattedra di Storia dell’Arte
Contemporanea presso l’Accademia
di Belle Arti di Catania, che tiene
“Corsi di alfabetizzazione all’Arte
contemporanea” perché convinta
che attraverso l’arte si possa insegnare la vita e ha evidenziato “noi
viviamo immersi ancora nella cultura classica, con un atteggiamento
diffidente per l’artista contemporaneo, ci si confronta con il passato, di
più facile lettura; l’arte contemporanea è meno leggibile”. Il moderatore, fa presente che l’uso dell’aggettivo generico “contemporaneo” è
dovuto alla mancanza di una scuola
artistica dominante, perché vuole
includere tutta l’arte creata dalla
fine degli anni ’60 del XX secolo.
La Radice, affascinando la platea,
sottolinea che l’arte non si deve mettere su un piedistallo irraggiungibile, con timore reverenziale “l’arte
non è prodotto di un genio ma di un
uomo, l’artista trasmette messaggi”.
Essere storico, continua, è avere uno
sguardo orizzontale, l’arte oggi non
è solo la rappresentazione del bello,
ma del razionale, è fredda e povera.
Per Van Gogh l’arte era esplosione”.
Parla della differenza fra l’artista
antico come Leonardo “uomo delle
arti meccaniche” e Marsilio Ficino
artista capace di modificare il creato, lui è creatore. E cavalcando l’onda dell’arte contemporanea artista
multimediale individualista e non
protagonista, Elsa Emmy che ha
tenuto 80 mostre (alcune a Milano,
New York, Tokio, Bruxelles). È scenografa-bozzettista e costumista. In
modo cult racconta il suo incontro
con Milluzzo attraverso la Zuccarello, il pittore l’ha scoperta, è stato il
suo maestro insegnandole i trucchi
del mestiere, esordisce “siamo artisti o pittori?” ci siamo definiti operatori estetici. Ma chi è l’artista? Per
Freud è un bambino che continua a
giocare con le proprie feci, cioè i
colori”. Appassionando il pubblico
colto e preparato “l’artista è un essere libero, e se cede al mercato la sua
attività è coartante”. Esplorando il
mondo dell’arte e approfondendo la
differenza fra storia dell’arte e mercato dell’arte, interviene Filippo
Pappalardo Collezionista da 40
anni, figlio d’arte il padre Giuseppe
Pappalardo presidente pro-loco
Mascalucia organizzava “Incontro
con la pittura” che poi fu acquisito
privatamente dal B.ne Rapisarda. È
cambiata la società dal mecenatismo
della famiglia nobiliare dell’Ottocento solo il ricordo. L’arte non è
diversa dalla musica, oggi c’è musi-
ca rock rap pop ecc. È importante
capire la differenza tra il collezionismo di oggi che tende a far prevalere il mercato sull’arte, infatti Guttuso per storia dell’arte vale, per il
mercato la quotazione è scesa come
Carlo Levi e altri. Ma c’è un mercato vero dell’arte? Il collezionista
chiarisce “In Italia c’è crisi dell’arte
perché c’è la colonizzazione, il mercato è all’estero, di derivazione
anglosassone che comanda. Da noi
manca lo storico dell’arte qualificato che possa dare luce alle opere
d’arte”. Il collezionista è certamente
il componente più simpatico del
sistema dell’arte, almeno per galleristi ed artisti perché, firmando un
assegno, dà un valore effettivo all’opera. “Collezionare oggi non è solo
comprare c’è anche aggregarsi a
quel grand tour che è oggi il “sistema dell’arte” contemporanea. I relatori con i pregevoli argomenti trattati, hanno stimolato il pubblico con
un lungo dibattito dialogato, pieno
di novità e provocazioni Oggi chi è
l’artista? Per Emmy “Essere artisti è
una malattia, una diversità, dentro di
me si può scatenare l’inferno, la bellezza appartiene ai tempi, oggi c’è il
brutto”. Ogni oggetto può diventare
arte? Che valore hanno ricerche e
sperimentazioni con utilizzo di
materiali nuovi? Si affronta anche il
concetto della negatività dell’arte,
degrado culturale, conformismo,
assenza di contenuti e poetiche profonde. Gli artisti hanno difficoltà a
sostenere con la vendita delle loro
opere, hanno bisogno di lavori commissionati con finanziamenti, premi
e residenza d’arte. La platea propone di creare il libro degli artisti, che
hanno dato vita a movimenti in Italia. Per l’archeologo orientale presente in sala Giovanni Vinciguerra
“l’opera deve essere unica per
diventare importante”. La cultura è
anche entrare in crisi, non stabilire
solo chi è bravo … ma alla fine l’arte deve emozionare!!!
Artemisia
Milo, anfiteatro “Lucio Dalla”,VIII premio “Angelo Musco”
Premio speciale alla carriera a Leo Gullotta
Più che un premio un festival, questo
VIII “Angelo Musco” culminato
negli eventi del 2 agosto con la serata di gala nel suggestivo Anfiteatro
“Lucio Dalla”, … e di levatura nazionale! Festival perché nel nome del
grande attore catanese, dal 24 settembre all’1 agosto la stessa platea ha
ospitato 7 compagnie FITA (Federazione italiana teatro amatoriale) che
si sono esibite su testi di Cooney e
Chapman (Il letto ovale), Martoglio
(Annata ricca, massaru cuntentu),
Simon (Rumors), Centonze (‘U mortu assicurato), Capodici (La guerra
del libero inganno), Clementi (Nemici come prima), Silvestri (Una ricca
tarantella).
Quest’anno, ben quarantacinque le
compagnie selezionate dalla giuria
teatrale presieduta da Enzo Zappulla (presidente dell’Istituto Storia
Spettacolo Siciliano) e composta da
Sarah Zappulla Muscarà, Agostino Zumbo, Turi Giordano e Francesco Sampognaro e oltre ottanta gli
scrittori esaminati dalla giuria letteraria presieduta da Mario Tropea, con
Gisella Padovani, Sergio Cristaldi,
Andrea Manganaro, Giuseppe
Amendolia. Direttore artistico, come
sempre, Mimì Scalia.
Da sinistra Salvo La Rosa, Giuseppe
Messina, Sarah Zappulla Muscarà, Leo
Gullotta, Mimì Scalia, Santi Consoli,
Carmelo Paci.
Vincitori: Accademia dei Guitti
(Caltanissetta) migliore compagnia,
regia David Amalfa, attore protagonista Gianni Sciuto, Maria Pinto
attrice protagonista, Michele Privitera attore non protagonista, Alessandra Falci attrice non protagonista;
compagnia Le tre Fontane premio
gradimento del pubblico, Laura Bri-
guglio premio FITA Sicilia. Vincitori
della sezione letteraria: Paolo Amato
(poesia inedita), Emanuele Zambetta (poesia edita), Ferdinando Mainenti (narrativa inedita) e Licia Aresco Sciuto (narrativa edita).
A Leo Gullotta il premio speciale
“Angelo Musco” al cui tenace impegno si deve, pur nelle note difficoltà
odierne, la crescita dello spessore
culturale della manifestazione
“Immaginifico operaio di sogni, carismatico alchimista, beffardo clown
dalle mille facce, sempre in grado di
penetrare nelle pieghe più riposte del
personaggio per strapparne l’anima,
Leo Gullotta ha raccolto il testimone
dei gloriosi attori del teatro siciliano.
Di singolare eclettismo, stravagante,
mordace, fabulatore e poeta, spaziando dal comico, nell’accezione classica, all’ilare, all’umoristico, al grottesco, al drammatico, al tragico, con
slancio generoso regala quelle intense emozioni in cui risiede la magia
del teatro” consegna il sindaco Giuseppe Messina; il Presidente nazionale Fita Carmelo Pace e il Presidente regionale Santi Consoli gli
hanno consegnato il “Premio Fitalia
Cultura e Vita”. Premi dedicati, dallo
straordinario attore accolto dal numeroso pubblico che gremiva in ogni
ordine di posti il teatro “Lucio Dalla”
con una calorosa standing ovation,
“ai bambini che non hanno avuto la
possibilità di gioire ‘giocando’ al teatro scomparsi nei mari profondi del
Mediterraneo”.
Ad arricchire la manifestazione, condotta con la consueta professionalità
da Salvo La Rosa, le arie celebri
cantate dal tenore Carmelo Panebianco (“Nessun dorma” dalla
“Turandot” di Puccini, “Cu ti lu dis-
si” di Rosa Balestrieri e “Caruso”,
omaggio a Lucio Dalla), i balli di
bugaloo e salsa portoricana del gruppo “Giuseppe y sus Sin Nombre” dell’Associazione Movimento Latino di
Riposto con i maestri Giuseppe Vento e Katia Spina.
Fra le autorità presenti il Viceprefetto
Annamaria Polimeni, la sovrintendente ai Beni Culturali Fulvia Caffo,
il regista Fabio Grossi, il direttore
artistico del Teatro Stabile Giuseppe
Dipasquale, l’amministratore giudiziario de “Gli ulivi” per i beni confiscati alla mafia, Giuseppe Giuffrida.
Va dato merito al Comune di Milo e
al sindaco Messina di mantenere il
forte impegno culturale, supportato
prestigiosamente dalla direzione artistica di Franco Battiato che ha organizzato un fitto programma di eventi,
dal 19 luglio al 14 settembre; dei
quali solo 6 su 47 a pagamento. Il
premio “Angelo Musco”, in collaborazione con la FITA Sicilia, realizza
le contaminazioni tra teatro e letteratura, auspicate dalla prof. Zappulla
Muscarà, che hanno arricchito continuamente arte e cultura.
Carlo Majorana Gravina
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Prospettive - 7 settembre 2014
RUBRICHE
Concerto di apertura del Festival Internazionale del Val di Noto Magie Barocche
Un excursus
da Bach al catanese
Giuseppe Geremia
a bellezza barocca della
Chiesa di San Giuliano
ha accolto il concerto di apertura del
Festival Internazionale del Val di
Noto Magie Barocche, sotto la direzione artistica del musicologo Antonio Marcellino. Alla presenza di Sua
Beatitudine mons. Fouad Twal,
patriarca latino di Gerusalemme, di
mons. Leone Calambrogio, rettore
della chiesa di San Giuliano, del dott.
prof. Giovanni Russo e del gr. uff.
avv. Giancarlo Scardillo, rispettivamente luogotenente per l’Italia-Sicilia
e preside della sezione catanese dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro
di Gerusalemme. Tra gli ospiti, anche
l’on. Anna Finocchiaro. La serata ha
L
previsto una felice rivisitazione di
note pagine del sommo Johann Sebastian Bach, maestro impareggiabile di
geometrie barocche, di gran lunga
omaggiato anche questa volta, come
nelle precedenti edizioni a partire dal
2005.Grazie alla competenza dell’Orchestra da Camera del Festival e del
suo accurato direttore Augusto
Vismara, le esecuzioni in programma
hanno suscitato l’entusiasmo del
numeroso pubblico che gremiva la
chiesa, prodigo di applausi. Compongono l’organico i violini primi di Vito
Imperato, Marcello Spina, Andrea
Timpanaro e Gabriele Bosco; i secondi violini di Corrado Genovese, Alessio Nicosia, Dario Militano e Cateri-
na Coco; le viole di
Gaetano Adorno e Simone Paradiso, i
violoncelli di Alessandro Longo e
Salvatore Mammoliti, e il contrabbasso di Claudio Nicotra. Nella prima
parte ha preso corpo una rilettura per
orchestra d’archi, in prima esecuzione assoluta, ad opera di quattordici
compositori contemporanei che hanno operato sui Quattordici canoni
sulle prime otto note fondamentali
dell’aria delle Variazioni Goldberg
del maestro di Eisenach: tra effetti
avanguardistici di sperimentazione
acustica, con sibili metallici e pizzicati aforistici, lungo escursioni di originale incertezza tonale o di tagliente
atonalità, l’ensemble si addentrava
nei percorsi di Luigi Manfrin, Paul
Moravec, Daniel Seel, Marina Leonardi, Andrea Ferrante, Roberto Carnevale, Yoichi Sugiyama, Alessandro
Solbiati, Ruggero Laganà e Marco
Betta, toccando le rarefazioni di Massimiliano Damerini e Donato Di Pasquale, quanto l’ampia e complessa
gradevolezza armonica di Samuel
Adler nel canone n. 5, e di Mario Ruffini con Il tredicesimo canone di Bach
dal segreto dell’immagine riflessa. La
seconda parte della serata ha puntato
l’attenzione sui pianisti Roberto Carnevale e Massimiliano Damerini: l’uno attivo musicologo, unico compositore italiano che ha stipulato un con-
tratto di esclusiva con la Verlag Neue
Musik di Berlino, nonché docente di
Storia della musica per didattica all’Istituto Superiore di Studi Musicali
“Vincenzo Bellini”; l’altro, pianista e
compositore prolifico, insignito dalla
critica italiana del Premio Abbiati
1992 e 2006. Entrambi di spiccata
disinvoltura tecnica nell’affrontare il
Concerto n.1 in do minore per due
cembali, archi e continuo, BWV1060
e il Concerto n. 2 in do maggiore per
due cembali archi e continuo,
BWV1061, a fianco dell’orchestra da
camera Magie barocche,che si è
destreggiata su nitide linee espressive. E ben coesa, per merito della bacchetta autorevole di Vismara, che ha
impresso il giusto peso ai rilievi tematici delle partiture bachiane, traendone l’essenza melodica fra i giochi
contrappuntistici. “Ancora Johann
Sebastian Bach” è il sentito tributo di
Magie Barocche al maestro che dopo
quasi tre secoli rimane un modello di
sapiente costruzione polifonica, al
quale ci si accosta con l’umiltà di trarre dal passato una lezione imperitura.
Anna Rita Fontana
Alla Fidapa di Giardini-Naxos XII edizione del premio “Rosa Balistreri” insignita l’attrice Guia Jelo
Il cuore e la voce della Sicilia
Balistreri e Guia
Jelo, che con la
sua nota di attrice
caratterista ricostruisce il suo rapporto con la Balistreri, la vediamo
ne “La lupa” e
“Nedda” osservando “Rosa era
selettiva, amava
particolarmente
me, come donna, femmina; a cinquant’anni aveva la voce rauca, un tesoro e
una realtà nel tempo che la rendeva
più fascinosa, con il suo poncho mentre cantava nei locali o recitava parole
dei suoi canti, mi ha insegnato la
corona”. Il conduttore chiede a Guia
cosa significa Rosa per te? “Io dovrei
vincere tutto l’anno il premio, lei diceva che ero brava come mezzo soprano, e potevo fare il folk mi ha costruito; folk significa unione osmotica di
anima col corpo, popolo povertà …
era molto profumata con i suoi caffettani bramava l’amore e come me sfor-
Foto Vera Terranova
ell’antico e splendido
locale Marabù si è conclusa la XII edizione del premio
“Rosa Balistreri”, consegnato da
Maria Cannizzaro, presidente sez.
Fidapa Giardini, all‘attrice Guia Jelo,
alla presenza della presidente Distretto Sicilia Nora Caserta, Stefania Luppino, conduttore della serata il Dott.
Enzo Stroscio, direttore editoriale di
Globus Magazine network. Fra le
autorità presenti di Giardini Naxos:
Mario Rapisarda – preside emerito
dell’istituto comprensivo; Carmen Lo
Monaco - presidente Pro Loco; Pancrazia Marcuccio - responsabile UNICEF; Salvatore Bittichesu - presidente Centro Anziani; Mario Amoroso presidente del consiglio comunale che
osserva “un onore avere un’attrice
così completa, per la sicilianità che ha
dentro e trasmette fuori; amo il teatro,
non vi era migliore occasione, un premio che ha dato un valore in più alla
serata”.
La presidente Maria Cannizzaro, dopo
aver presentato gli scopi dell’associazione: promuovere cultura, ricorda
all’affettuoso e caloroso pubblico la
figura di Rosa Balistreri, “patrimonio
culturale della nostra terra perché è
universalmente considerata la Voce
della Sicilia”; “nata da una famiglia
molto povera, visse l’infanzia e la giovinezza nella miseria e il degrado
sociale e scaricava la sua rabbia e il
suo disagio cantando a squarciagola
lungo le stradine della Marina a Licata. Dopo la guerra, quindicenne,
cominciò ad essere chiamata per cantare in chiesa durante battesimi e
matrimoni indossando, a suo detto,
per la prima volta le scarpe; iniziò la
sua carriera come cantante professionista di matrice sociale e tradizione
della canzone popolare siciliana in età
matura, facendo conoscere così la sua
voce in tutto il mondo. L’Isola cantava
in Lei”. Scomparsa da 16 anni, ‘stasera continua a vivere attraverso il premio a Guia Jelo, uno dei nostri splendori ed orgogli siciliani”.
Il Dott. Enzo Stroscio ha brillantemente aiutato il pubblico a rispolverare attraverso proiezioni e immagini i
momenti di attività teatrale tra Rosa
N
tunata in amore, e promette il prossimo anno vi verrò a trovare portando il
poncho della Balistreri. Continua la
proiezione slow reel: la vediamo come
migliore attrice candidata a Cannes, e
tra le immagini scorre “le cicale mi
hanno resa pazza” interpretata dieci
anni fa con la regia di Puggelli, “per
me era mio padre acquisito una figura
carismatica, ho raccontato follie di
donne, nel Berretto a sonagli, Bea la
pazza io invece interpreto Saracena
adolescente con menarca”, e cambiando tono di voce “adoro la sciara, mi
sento come la sciara, qualcosa che ho
dentro e non mi lascerà mai” e poi
continua dalla Plaia all’Etna con La
lupa di Giuseppe Andolfo anche lui
scomparso, una Lupa “vittima del suo
stesso amore”, con una regia a due
mani insieme a Turi Giordano. Ricorda serata indimenticabile con Totò,
Frassica silenzioso malinconico e Idonea (permaloso), non può mancare
Pattavina nello spettacolo “La voglio
femmina”, poi Tuccio Musumeci, “La
mennulara” allo Stabile “qui si tratta
di una donna spietata; sono i personaggi che entrano dentro di me, non io
dentro di loro, non riuscivo a fare pensare la mennulara”. Stroscio, chiede la
tua fase sportiva, ho scoperto una foto,
e Guia risponde “è molto importante
la porta” e ricorda il fratello morto nel
’73 che faceva il portiere e da qui parla dei suoi figli nipoti e rivolta al pubblico “l’amore è avere voi che mi state ascoltando”. Lunghi applausi del
pubblico per la manifestazione che ha
avuto grande successo, l’attrice
accompagnata dalla chitarra di Rosario Todaro, premio canzone Siciliana
con “I Malavoglia” e cantautore siciliano nonché arrangiatore di Rosa
Balistreri afferma “sono orgoglioso di
averla conosciuta per me è stata un
mito”. Guia canta “’A curuna” “L’amuri ca vaiu” e Rosario “Cu ti lu dissi”. Viene consegnato il premio e Nora
Caserta osserva “non poteva esserci
scelta migliore se non quello di dare il
riconoscimento a Guia Jelo, una scelta legata alla sicilianità, legame tra
Guia e Balistreri” e rivolta all’attrice
continua “rappresenti in pieno la Sicilia e insieme alla Balistreri personifichi il made in Sicilia; la Sicilia è bella
per tutto quello che ha e questo premio raccoglie tutto ciò”. Il maestro
Turi Azzolina un grande modellatore
plastico che vive disegnando e scolpendo aiutato dalla visione del mare e
autore della statua del Teocle al lungomare di Giardini, è l’autore della
statuetta consegnata a Guia “la statua
donata da me riprodotta in più esemplari rappresenta la Nike, la dea alata
della Vittoria modellata da Carmelo
Mendola, l’originale Nike di Samotracia si trova al Louvre di Parigi”. L’attrice ricevendo il premio nota “il più
bel premio della mia carriera e questi
fiori così belli li porterò a mia madre”.
Lella Battiato
La Comunità paolina di Catania
(Via S. Nullo 5/H – tel . 095-350133)
invita a celebrare il
Centenario di Fondazione
della Società San Paolo
1914 – 2014
Domenica 21 settembre 2014
• Ore 11: Concelebrazione Eucaristica in Cattedrale, presieduta dall'Arcivescovo
mons. Salvatore Gristina.
- Nel pomeriggio, presso le Suore Domenicane di San Sisto, in via Giovanni
Battista de la Salle, 7 (il complesso è dotato di ampio parcheggio):
• Ore 15: Incontro di riflessione sulla nostra storia e testimonianze di paolini e
membri della Famiglia Paolina.
• Ore 17: Musical su Maria “Eccomi, sono qui” dei nisseni Michele Albano e
Francesco Miceli.
“FARE LA CARITÀ DELLA VERITÀ”
Beato Giacomo Alberione