Prezioso carico di lingotti ` - Università degli Studi di Sassari

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Prezioso carico di lingotti ` - Università degli Studi di Sassari
martedì 19 gennaio 2016 L’UNIONE SARDA
www.unionesarda.it
ultura
Orazio
“
Sfuggo ciò che mi insegue
Ciò che mi sfugge inseguo
pettacoli
”
ARCHEOLOGIA. PRIVO DI RADIOATTIVITÀ, SERVIRÀ A SCHERMARE ESPERIMENTI DI FISICA NUCLEARE
SCRIVENDO RIDO
Prezioso carico di lingotti
Un corso di scrittura
per far emergere
l’anima comica
di ciascuno di noi
Il piombo romano lascia l’Isola per il Gran Sasso
F
isici nucleari e archeologi s’incontrano tra i
reperti delle civiltà del
passato così da trarre strumenti per scrivere il futuro.
Sembra l’estratto di un romanzo fantasy, è invece la
sintesi di quanto accaduto
ieri al Museo archeologico di
Cagliari. Qui si è svolta la cerimonia di consegna all’Istituto nazionale di Fisica nucleare (c’era anche il presidente Fernando Ferroni) di
30 lingotti di piombo, parte
dello straordinario carico
dell’imbarcazione romana
che nel I sec.a.C. affondò vicino all’Isola di Mal di Ventre. Il piombo, che dopo aver
riposato in fondo al mare ha
perso la radioattività, è impiegato per schermare da interferenze esterne l’esperimento “Cuore” che, pensato
per lo studio dei neutrini, si
trova nei laboratori nazionali del Gran Sasso. Il progetto
si avvale della collaborazione delle Università di Milano Bicocca, Sassari e Cagliari.
L’ACCORDO. Rinnovato dal
Soprintendente archeologo
della Sardegna Marco Minoja, risale agli inizi degli anni
Novanta. L’Istituto nazionale di fisica nucleare, col favore del Ministero dei beni culturali, decise di finanziare il
recupero del relitto - individuato da un subacqueo cagliaritano - per le finalità del
progetto ideato dal fisico Ettore Fiorini. L’intervento di
scavo, diretto da Donatella
Salvi, già funzionario della
Soprintendenza, consentì il
recupero di 1003 lingotti di
piombo di 33 chili ciascuno.
La gran parte dei materiali
resta nelle mani degli archeologi. Circa trecento lingotti (ieri la consegna degli
ultimi trenta) sono a disposizione dei fisici. «Continueranno a essere impiegati negli esperimenti per dare risposta al quesito squisita-
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Daniele Contu, autore di testi
divertenti per Lapola, è sicuro
che si può trovare ilarità e ironia
in ogni aspetto della realtà
«L
CERIMONIA
‘
La consegna degli
ultimi blocchi agli
scienziati del progetto Cuore che indagano sui neutrini
mente specialistico – ha detto Ettore Fiorini, padre di
“Cuore” - che fu suggerito da
Ettore Majorana un anno
prima della sua misteriosa
scomparsa (1937): il neutrino è una particella di Dirac
o, appunto, di Majorana?»
IL FUTURO PRESERVA IL PASSATO. Le esigenza della fisica
non hanno nel frattempo
mortificato l’indagine archeologica. I cartigli, ovvero
i marchi di fabbrica di cui
ciascun reperto era dotato,
sono stati restituiti e studiati dagli esperti della scienza
storica. «L’esperienza di cui
noi fisici siamo protagonisti
insieme agli archeologi - ha
sottolineato Ferroni - inse-
gna come mondi separati
possano arricchirsi reciprocamente attraverso la condivisione delle conoscenze».
«Mettendo a disposizione gli
strumenti impiegati nella ricerca - ha aggiunto - si può
anche pensare di stimolare
l’interesse del mondo scientifico internazionale».
LA STORIA. «Dai reperti - ha
detto Minoja aprendo il tavolo d’incontro - sono state
tratte preziose informazioni
riguardo all’attività estrattiva, alle famiglie che gestivano le società di produzione e
ai traffici commerciali che
percorrevano il Mediterraneo».
La nave salpò da Cartagena, città della Spagna specializzata nell’attività estrattiva. Non si sa dove fosse diretta. Portava un carico prezioso: piombo, materiale impiegato per realizzare condutture idriche e per
l’edilizia in genere. «L’affondamento non fu causato da
un evento traumatico - ha ri-
TEMPESTA
cordato Donatella Salvi -,
forse l’imbarcazione fu travolta da una tempesta. Al
momento del ritrovamento
il carico era impilato». I lingotti hanno restituito sette
marchi di fabbrica, il più ricorrente è quello della famiglia dei Pontilieni, italici trasferitisi in Spagna. La datazione si fa risalire tra l’89 e il
50 a.C, anno in cui le miniere di Cartagena furono chiuse. Accanto ai lingotti sono
stati ritrovati pochi altri materiali: anfore, stoviglie, macine e proiettili (ghiande) da
lanciare con la fionda.
Manuela Arca
Furono
le cattive
condizioni
del mare
a far
naufragare
vicino
a Tharros
la nave
coi lingotti
di piombo
(foto in alto).
Ieri la
consegna
dell’ultimo
“carico”,
a sigillo
della
collaborazione
tra fisici
e archeologi:
da sinistra
nella foto
Marco Minoja,
Fernando
Ferroni
ed Ettore
Fiorini
a scrittura comica è alla portata di
tutti»; ne è convinto Daniele Contu,
che da anni sa far ridere tutti con i
Lapola, grazie ai suoi pupazzi e alla sua abilità di ventriloquo. E la risata la insegna anche, ora con un corso di scrittura comica
per la tv o per il teatro: “Scrivendo rido”, il
30 e il 31 gennaio dalle 8 alle 17 presso il teatro don Orione di Selargius. Con un’opportunità eccezionale: scrivere per i comici Ale
e Franz. «L’idea è nata sulla scia del successo di Comic Lab, il laboratorio che ho creato per formare attori comici», racconta entusiasta, «stavolta sarà un vero corso di produzione, e ognuno tornerà a casa con un
pezzo comico da tre minuti».
Il tono è quello di chi è sicuro: «Ognuno di
noi, in modo diverso, ha dentro di sé del potenziale comico», afferma Contu. Il corso sarà una vera full immersion: «Si partirà con
una fase in cui verranno, per così dire, provocate le idee, poi lo sviluppo delle battute,
per passare infine alla scrittura del pezzo.
Studieremo anche tutte le tecniche. Possiamo realizzare monologhi e dialoghi, e non è
necessario avere un proprio personaggio»,
spiega Contu. «La mia passione - dice - è la
stand up comedy americana». Ovvero alzarsi davanti a un pubblico e improvvisare, partendo da un argomento. «Il mio modello è
Gene Perret: il suo metodo insegna a trovare il comico in ogni aspetto della realtà, a
guardare il mondo con occhi nuovi, a svegliare la mente».
La comicità può essere una vera filosofia
di vita. «Il corso si rivolge a chiunque abbia
la passione per quest’arte, ma può diventare anche una professione, visto che c’è sempre richiesta di buoni testi». In questo caso
sono stati contattati Ale e Franz, che valuteranno un dialogo: «Naturalmente per gli
allievi non è obbligatorio scrivere per loro, e
non c’è la garanzia di essere scelti; e sarebbe fantastico formare una vera squadra di
autori sardi, che faccia parlare di sé». Il costo del corso è di 120 euro, e per iscriversi
occorre
mandare
una
mail
a
[email protected] .
Giovanni Lorenzo Porrà
RIPRODUZIONE RISERVATA
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ARCHEOLOGIA. Il monumentale catalogo della mostra segna una pietra miliare negli studi
L’Isola delle torri, affresco corale sulla civiltà nuragica
T
L’archeologo Giovanni Lilliu
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ra i suoi pregi, oltre all’imponente mole di dati, la
nutrita schiera degli autori, il numero delle pagine, che
ne fanno una pietra miliare negli studi sulla civiltà nuragica,
secondo il Soprintendente ad
interim per l’Archeologia della
Sardegna, Marco Minoja, c’è il
fatto che il volume “L’Isola delle torri” è un’opera collettiva, a
cui hanno contribuito tutti
quelli che si sono occupati della storia dei nuraghi sardi. Un
affresco monumentale che restituisce la vivacità e la ricchezza degli studi sulla società nuragica, sia all’interno sia fuori dall’Accademia, e che rappresenta
il miglior viatico di promozione
culturale e turistica dell’Isola.
Dedicato a Giovanni Lilliu,
l’archeologo e Accademico dei stra realizzata trent’anni fa e
Lincei che scoprì il complesso curata proprio da Lilliu, che fenuragico di Barumini e fece co- ce il giro di varie capitali euronoscere il patrimonio culturale pee, da Londra a Parigi. Lo ha
paleosardo in tutto il mondo, ricordato Alberto Moravetti, or“L’Isola delle torri” è il catalogo dinario dell’Università di Sassadell’omonima mostra, inaugu- ri che ha illustrato il catalogo
assieme a Minoja
rata a Cagliari la
e a Giuseppa
scorsa primave- Cinquanta autori,
Tanda, ordinario
ra, portata in seguito a Roma, e migliaia di reperti, dell’Università di
Cagliari. Sono
fino al 14 febbraseicento pagine
intervenuti anio a Milano, al Ciche gli assessori
vico Museo Archeologico. La prossima tappa Enrica Puggioni per il Comune
e Francesco Morandi per la Resarà Zurigo, in Svizzera.
Presentata ieri sera al Museo gione.
Se il catalogo della mostra del
Archeologico di Cagliari, l’opera, curata da Gianfranca Salis e 1985 contava 161 schede e dieLuisanna Usai, pubblicata da ci autori, “L’Isola delle torri”, ha
Carlo Delfino Editore, segna un una cinquantina di autori, seigrande stacco dall’ultima mo- cento pagine, la schedatura di
un migliaio di reperti, di cui oltre la metà inediti, provenienti
da una sessantina di siti archeologici. Una mappatura dettagliata dei materiali nuragici.
Il lavoro, durato un anno, oltre a celebrare Giovanni Lilliu,
che in tutta l’opera rimane punto di riferimento costante, è,
nello stesso tempo, secondo la
professoressa Tanda, «aggiornamento, integrazione e verifica
delle interpretazioni e delle ricostruzioni finora fatte degli
aspetti della civiltà nuragica».
Un’opera interdisciplinare che
racconta il paesaggio, l’economia, i rapporti con i popoli al di
là del mare. Giovedì sarà presentata a Milano.
Franca Rita Porcu
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