Gemonio: organi, organisti, organari
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Gemonio: organi, organisti, organari
1905-2005 I CENTO ANNI DELL’ORGANO “MASCIONI” Sono passati cento anni esatti da quando le prime note del monumentale organo Mascioni sono risuonate nella nostra chiesa parrocchiale. E’ tempo di ricordare e di celebrare. Ma perché celebrare il centenario di un organo? Non è un oggetto qualsiasi? Non celebriamo certo i centenari dei tavoli, delle sedie, dei mobili… Certo, anche l’organo è un oggetto, un manufatto come tutti gli altri; ma, collocato in chiesa, diventa cosa viva. L’organo è stato parte integrante della preghiera che la nostra comunità ha innalzato a Dio per un secolo intero. Ha accompagnato i momenti belli e di festa e anche i momenti brutti e di dolore; con i suoi potenti ripieni ha dato solennità alle celebrazioni, con i registri dolci ha contribuito alla meditazione e al raccoglimento. L’organo è stato strumento di cultura. Ha permesso a un buon gruppo di persone di imparare la musica; ha permesso a tutti di gustarla, prestandosi spesso a concerti anche di ottima levatura, a partire da quello inaugurale tenuto dal Maestro Oreste Ravanello, uno dei più quotati organisti di allora. L’organo ha sostenuto degnamente le varie “cantorie” che si sono succedute nei cento anni della sua vita. In altri termini, ha contribuito a far capire che l’Eucaristia è di tutti e che tutti sono chiamati a parteciparvi attivamente. Ecco perché vogliamo ricordare con solennità questo centenario: con celebrazioni, concerti, proposte culturali e anche con questa pubblicazione, frutto della passione, della competenza e del lavoro paziente di Gianni Pozzi. Celebrare, però, non vuol dire solo guardarsi indietro e contemplare il cammino fatto. Celebrare vuol dire anche guardare avanti, prendere nuovo slancio per poter percorrere un altro pezzo di strada. Cent’anni fa’ i gemoniesi hanno avuto coraggio, hanno accettato di collocare nella nostra chiesa un “prototipo”, cioè qualcosa di assolutamente nuovo. E’ un invito a guardare avanti, accettando le sfide del futuro senza paura; e oggi queste sfide sono veramente tante, anche qui da noi. Cent’anni fa’ i gemoniesi hanno speso molti soldi per comperare questo strumento; e non erano certo anni di abbondanza come i nostri… E’ un invito a guardare più in là dei puri interessi materiali e a investire senza paura in cultura, sicuri che questa nobilita l’uomo e lo innalza a Dio. Cent’anni fa’ i gemoniesi si sono dovuti unire per dotare la nostra chiesa di questo gioiello, sicuri che solo con il contributo di tutti la meta sarebbe stata raggiunta. E’ un invito a ritrovare anche oggi, pur nella dispersione del nostro tempo, mete comuni di alto valore e a contribuire tutti per raggiungerle. 3 L’anno centenario sarà anche l’anno di un nuovo restauro per il nostro organo Mascioni. L’augurio che faccio a tutta la comunità è che questo intervento, ormai necessario, diventi segno di un restauro più generale di cui tutti abbiamo bisogno: quando sentiremo la nuova voce del nostro antico organo, dovremo ricordarci che anche per la nostra comunità è tempo di togliere un po’ di polvere, di cambiare qualche pezzo rotto, di inserire nuovi elementi. Se avremo il coraggio di farlo, anche la nostra voce sarà più brillante e più bella, proprio come quella del “Mascioni” restaurato. don Marco Folladori parroco Gemonio, 25 settembre 2005 ******* *** Quando il nostro parroco, don Marco Folladori, mi ha comunicato l'intenzione di celebrare il centenario dell'organo della nostra chiesa parrocchiale, ho accettato con entusiasmo di partecipare, a nome dell'amministrazione comunale che rappresento, alla realizzazione di questa pubblicazione. Come pubblico amministratore non posso che accogliere favorevolmente ogni iniziativa volta a creare quelle aggregazioni che rafforzano l'identità del nostro paese. E per tutti quei momenti di preparazione ed organizzazione di questo avvenimento, che so essere onerosi in termini di impegno e fatica, deve andare il nostro riconoscente ringraziamento a don Marco ed ai suoi collaboratori. Ma oltre che sindaco, prima di tutto sono un gemoniese. Penso che per tutti coloro che hanno all'incirca la mia età, l'entrare nella parrocchiale ed alzare gli occhi verso il "nostro organo Mascioni" faccia rivivere le emozioni di cari ricordi. Insieme a qualche altro elemento ed a qualche affresco rimane, dopo gli interventi di ammodernamento interno della chiesa che ne hanno mutato un poco l'aspetto, una piccola porzione di passato, ancora visibile, della storia di ognuno di noi. Entrando in chiesa ogni domenica, passando sotto di esso, abbiamo visto passare le stagioni, trascorrere gli anni della nostra giovinezza. Alto e imponente, sopra il portone principale, finalmente restaurato accompagnerà ancora decenni e decenni della vita del nostro paese, raccogliendo sotto di sé le generazioni future dei gemoniesi. Il sindaco Fabio Felli 4 ORGANI Nell'ottocento la Valcuvia e l'alto varesotto sono stati un importante centro di produzione di organi da chiesa. Ne è prova l'attività del lodigiano Gaspare Chiesa che nei primi anni dell'ottocento si trasferisce ad Azzio, ospite nel soppresso convento francescano dei Padri Minori Osservanti e che sarà maestro ai Mascioni, famiglia organara che continua tuttora e con gran successo quest'attività, ed ancora l'attività degli organari gemoniesi Ferdinando Arioli e Giovanni Franzetti, del luinese Francesco Carnisi, del gaviratese - di Groppello - Francesco Ossola; anche a Varese era attiva un'altra ditta organaria che vanta una discreta tradizione , la "Maroni - Biroldi" dalle cui maestranze usciranno poi vari organari che opereranno in tutto il varesotto. L'ORGANO DI GASPARE CHIESA PER LA CHIESA DI S.ROCCO L'esigenza di possedere nella propria chiesa parrocchiale un organo che "condecorasse" le più importanti funzioni religiose si manifesta, per Gemonio solo verso il primo quarto del secolo XIX. Altre chiese della zona - poche in verità - potevano vantare un proprio organo: Cabiaglio fin dal 1701, Cittiglio nei primi anni del 1700, Brenta fin dal 1758, ... e, addirittura al 1664 risale un testamento di un canonico della Collegiata di S.Lorenzo di Canonica, Francesco Botta, che lascia un terreno in testamento, perché alla sua morte si venda e con il ricavato si possa " ...fabricare un organo in detta Chiesa" di S.Lorenzo 1, organo poi effettivamente realizzato – non conosciamo però l’autore - forse solo qualche decennio più avanti perché in un altro documento leggiamo “Nel 1773 essersi riparato l’organo nella chiesa colleggiata e fu accresciuto di molte canne e registri, con tutti quej accessori necessatansi et essere stata la spesa, oltre la ibaria, di l. 550,-“2 La motivazione a posare un organo nella chiesa di S.Rocco di Gemonio è contenuta nel contratto con l'organaro : "...la chiesa di S.Rocco di questa Comune ha bisogno d'essere messa in uno stato più decoroso di quello che attualmente si ritrova, e particolarmente di far erigere un Organo con sua corrispondente Cantoria..." 3 Con contratto, datato 26 marzo 1825, è commissionata all'organaro Gaspare Chiesa, "fabbricatore d'organi, domiciliato in Azzio" ed autorizzato da questo comune con " Patente N. 14 del 15 agosto 1824 ", la costruzione di un organo per la chiesa di S.Rocco di Gemonio. Questo è uno dei suoi primi lavori in zona, anche se probabilmente quest’organaro è dalle nostre parti fin dai primi anni del secolo - ma sappiamo che è stato anche nella non lontana Valsolda 5 e nel Locarnese - ed infatti lo troviamo a Germignaga, nel 1805, dove con altro organaro - tal Vincenzo Pastore, rimasto sconosciuto – rimonta un organo acquistato a Milano e lì trasportato 4. Poi troviamo tracce documentarie della sua attività a Mesenzana nel 1820, poi a Cassano Valcuvia nel 1823 . Il nome del costruttore di quest'organo di Cassano è rimasto sconosciuto fino a che nell'autunno del 2003 proprio chi scrive queste note ha ritrovato in un registro amministrativo della parrocchia di Cassano una nota di pagamento a Gaspare Chiesa che installa qui l'organo nel dicembre 1823. Sarà poi "ingrandito" da Giacomo Mascioni nel 1832 e sistemato o addirittura rifatto nel successivo 1833 dagli organari gemoniesi Arioli e Franzetti 5. Ancora quest’organaro Chiesa lo si ritrova nel 1828 a Castelveccana a posare un organo ora installato dopo varie vicissitudini e trasferimenti a Novate Milanese nel 2001. L'organaro Chiesa - si legge sempre in quel contratto di Gemonio - " ... si obbliga di erigere un Organo tutto di nuovo per la chiesa di St. Rocco, di otto piedi che incomincerà in tuono di Do ed anderà fino al sopra acuta 7 fa, formando tasti N. 50....."; l'organo - prevede il contratto - dovrà essere terminato e consegnato entro la festività di S.Rocco, patrono della chiesa, altrimenti gli sarà applicata " la penale di L. 100 " (che poi sarà oggetto di molte discussioni, come vedremo ), mentre "l'incordatura " sarà affidata al prof. Piero Della Valle organista e maestro di cappella in Basilica di S.Vittore di Varese , che poi sarà incaricato anche del collaudo6. Al pagamento del lavoro si provvede con la raccolta di offerte da parte dei parrocchiani che erano state iniziate con una pubblica dichiarazione di impegno di alcuni benestanti gemoniesi, datata 27 ottobre 1822, con la quale " Considerando che la chiesa di San Rocco di Gemonio ha bisogno d'essere messa in maggior venerazione e decoro, considerando che non ha ne cantoria ne organo, quindi li sottoscritti animati da puro zelo per la suddetta Chiesa si sono determinati di fare ognuno le loro rispettive oblazioni onde far allestire con tutta la sollecitudine possibile una cantoria con suo corrispondente organo, …". A firmare per primo, impegnandosi con " lire seicentotrentuno e mezza al corso milanese" ( una somma ingente se consideriamo che l'organo costerà lire 2.280) è Agostino Todeschini, seguito da Carlo Castelli, e poi da altri; c'è anche chi si offre di fare qualche lavoro gratuitamente, 6 ad esempio" Gio. Batta. Jemoli s'obbliga colla mano d'opera a dipingere la Cantoria e la cassa d'organo ". D'altra parte Giovan Battista Jemoli, oltre che artista ( era pittore ed affrescatore), era anche colui che aveva il compito di controllare quel lavoro e l'ottemperanza del contratto, quale agente comunale e tesoriere. Ed infatti a lui sono inviate le perizie di collaudo. Le redigono il prof. Piero Della Valle (datata Varese 16 settembre 1825) che consiglia modifiche7 e che si conclude con "… ed argentino ed è degno della mia approvazione...", e Giovanni Virginio de'Cartis, organaro di Maccagno attivo soprattutto a Lugano8; le perizie di quest'ultimo sono ben due, datate 4 ottobre e 12 ottobre 1825 e per le quali percepisce Lire 44 di Milano; consiglia anch'egli modifiche per correggere alcuni difetti da lui rilevati. Un'altra perizia, senza data, è redatta dal Maestro Beniamino Gianta. Le perizie sono tutte posteriori alla data della festività di S.Rocco, entro la quale l'organaro Chiesa avrebbe dovuto, per contratto, consegnare l'organo che, secondo le descrizioni era posto dietro l'altar maggiore o a lato dello stesso. La data non rispettata fa scattare la penale e, come gli segnala G.B.Jemoli in una lettera del 2 settembre 1825, " la Chiesa non gli perdonerà le Lire 100 per non aver ella terminato totalmente l'Organo per il giorno di St. Rocco ..." ripetendo anche che "...tali sono i fermi sentimenti dell'uomo d'onore e di chi non da' retta alla voce dei popolani perturbatori." A sua discolpa il Chiesa poteva avere solo un lavoro di aggiunta di tre canne all'organo che era stato deciso il 1 luglio 1825 e che gli era stato pagato lire 250. Dimostra anche la sua buona volontà accettando di effettuare le correzioni all'organo suggerite dal De Cartis ( 29 settembre 1825) poi obbligandosi alla manutenzione ed a nuove correzioni ( 5 novembre 1825) 9 . Ma questo non basta e la polemica che ne nasce, favorita anche dal carattere irrequieto del Chiesa10, gli crea una cattiva fama, tanto che quando è chiamato a Besozzo a posare un nuovo organo nella chiesa prepositurale - siamo nel novembre 1825 - c'è chi, in una lettera di protesta alle autorità ricorda che si tratta di " ...un sedicente fabbricatore d'organi, avventuriero, originario di Lodi, ora stanziato da poco tempo in Azzio Valcuvia presso certi ex-frati Mascioni, per la cui imperizia è sceso in lite con la Fabbriceria di Gemonio, appunto per un organo comprato dal suddetto avventuriero, di cognome Chiesa.". Sono accuse che nascondono una polemica tutta besozzese, intesa a contrastare le decisioni di un fabbriciere da parte di un altro, estromesso dalle decisioni: il nostro organaro Chiesa era un falso obiettivo, però le polemiche ci sono state, e certo avranno pur avuto qualche fondamento 11 . Pochi anni dopo l'installazione, nel novembre del 183012, è necessario ricorrere a lavori di riparazioni che sono affidati ai " soci Giò. Franzetti e Defendente Arioli", cioè i due organari gemoniesi che proprio in quegli anni si stanno affermando nel campo dell'arte organaria. 7 Ancora il lavoro di Giovanni Franzetti, organaro, è necessario nel febbraio 1835 13 e poi nel 1838 allorché in ottobre il parroco annota in un suo registro di "aver fatto aggiustare l'organo che era tutto rovinato che non si poteva suonare, cioè fatto registrare tutti li contrabbassi ed aggiustati ed aggiustato il condotto del vento, i mantici ricambiati, N. 150 canne che erano tutte rovinate, trasportato il tamburo e nettato tutto il somiere dalla polvere..."; lavoro questo che comporta la spesa di L. 120. La ricevuta del pagamento è firmata da " Giovanni Franzetti, fabbricatore"; lo stesso risulta sul registro dei pagamenti anche dal 1838 al 1846 come "organista", si dice infatti nel registro, semplicemente, " all'organista Giovanni Franzetti". Nel 1828 troviamo anche il pagamento a tal Pietro Corda " per onorario a tirare i mantici dell'organo"; questo solo per quest'anno perché probabilmente quel lavoro in seguito sarà eseguito a livello volontario 14 Quest'organo servirà ad accompagnare le messe, almeno quelle solenni fino a che non inizieranno, sul finire del secolo, i lavori di ingrandimento della chiesa. Ancora nel 1892 abbiamo traccia di qualche lavoro di riparazione: "… riparazioni ad un tavolino ed organo …" , lavori che effettua il falegname Jemoli Ferdinando per lire 1,40 . Nel 1898, a lavori iniziati per l'ampliamento della chiesa parrocchiale, durante la visita pastorale del vescovo mons. Valfrè di Bonzo, il parroco alla domanda sulle condizioni dell'organo, risponderà sull'apposito questionario, che esiste ma " ...in mediocre stato. " , mentre sulla cosiddetta brutta copia aveva scritto " ..in cattivo stato"15. ******* *** L'ORGANO MASCIONI Nel 1905, a conclusione dei lavori di ampliamento - mancava però ancora la decorazione che sarà eseguita negli anni venti e trenta da Giovan Battista Jemoli 16- la chiesa è dotata di un nuovo organo. Nel 1903 si erano chiesti preventivi alla ditta varesina Bernasconi17 ed alla ditta Mascioni; questi ultimi presentano due progetti e poi a loro è affidato il lavoro che sarà eseguito nel 1905. Un occhio di riguardo certo da Gemonio l'avranno avuta per i Mascioni18, così vicini a Gemonio con la loro fabbrica , anche se il concorrente Bernasconi poteva forse vantare, allora, maggiori credenziali. Nel frattempo nel 1903 il Santo Padre, papa Pio X, ha emanato delle "Istruzioni sulla musica sacra", proprio nel giorno di Santa Cecilia del 29 novembre 1903 che riguardano anche l'organo e gli altri strumenti musicali. Da quel testo si stralciamo le parti che riguardano l'organo " … 15) Sebbene la musica propria della Chiesa sia la musica puramente vocale, nondimeno è permessa eziandio la musica con accompagnamento d'organo. In qualche caso particolare, nei debiti termini 8 e coi convenienti rIguardi, potranno anche ammettersi altri strumenti, ma oin mai senza licenza speciale dell'Ordinario, giusta la prescrizione del Coerimoniale Episcorum. 16) Siccome il canto deve primeggiare, così l'organo o gli strumenti devono semplicemente sostenerlo e non mai opprimerlo. 17) Non è permesso di premettere al canto lunghi preludii o d'interromperlo con pezzi d'intermezzo. 18) Il suono dell'organo negli accompagnamenti del canto, nei preludii, interludii e simili, non solo deve essere condotto secondo la propria natura di tale strumento, ma deve partecipare di tutte le qualità che ha la vera musica sacra e che si sono precedentemente annoverate… "19 Il contratto è firmato il 13 maggio 190520, a Comacchio nella casa di Vincenzo Mascioni21; prevede un costo di lire 8.300, rateizzato in quattro anni ma con un sostanzioso acconto di lire 4.440 - si finirà di pagare il 29 settembre 1908 - finanziato con offerte dei parrocchiani catalogate in un registro aperto dal " benemerito Priore Sig. Pedotti Francesco, offerta per l'Organo Nuovo di Gemonio" ed poi con un lascito testamentario di tal Luigi Malgarini ( testamento del dicembre 1902) inizialmente destinato al rifacimento della pitturazione della chiesa, poi, con decreto del Re Vittorio Emanule III del 15 gennaio 1905, trasferito a finanziare il nuovo organo22. Si prevede la consegna dell'organo per la " Madonna Addolorata di Settembre" che ora, essendo diventata contitolare della chiesa parrocchiale si festeggia in parrocchia con particolare devozione e sostituisce un poco quella agostana di S.Rocco; ricordiamo che l'organo commissionato a Gaspare Chiesa nel primo quarto dell'ottocento doveva essere pronto proprio per la festa di S.Rocco. Per il vecchio organo del Chiesa si prevede il trasferimento alla chiesa di S.Pietro. Probabile che questo trasloco sia stato effettuato , come previsto del resto nel contratto23 con i Mascioni, perché leggiamo questo pagamento nel giugno 1905, per Lire 152 al capomastro gemoniese Todeschini Matteo, " … per giornate e materiali per riparazioni alla Chiesa di S.Pietro e posa cantoria"24. Circostanza avvalorata anche da un passaggio che si può leggere in un libro descrittivo di quella nostra chiesa dove si ricorda che, ancora nel 1920 " ...poco oltre la metà della chiesa, cessano le navate minori, per far posto, a destra, all'organo che sorge dal piano del pavimento, di maniera che è in immediato contatto, a destra coi fedeli...Non è opera tanto recente, ne armonizzante coll'assieme, fu certamente messo lì come l'unico dove poteva costruirsi." 25. Poi, non si sa che fine abbia fatto! Il nuovo organo, opera della famiglia organara Mascioni è ritenuto un prototipo, quasi un organo "campione" da far vedere e provare ai probabili clienti dei Mascioni con orgoglio e soddisfazione 26 Data la vicinanza di Gemonio a Comacchio di Cuvio dove avevano ed hanno la fabbrica, per i costruttori d'organi Mascioni, era facile ed agevole portare qui i futuri clienti a visionare quell'organo. Anche l'organo della vicina Cittiglio, posato nel 1907 rientra in questa categoria di organi che per altro presentavano innovazioni di carattere tecnico. 9 Gemonio, Chiesa parrocchiale, organo Mascioni - 1905 Questi lavori vedono la fabbrica Mascioni impegnata in lavori altamente impegnativi ed innovativi; del resto infatti proprio in quegli anni ( 1905-1909) Vincenzo Mascioni viene chiamato a rifare gli organi del Duomo di Milano. Si legge in un articolo a firma di tal M. Podesti, " I nuovi organi del duomo di Milano" nella rivista " La lettura" del febbraio 1909: " … Lo stato dei due organi era però tale che l'amministrazione della Fabbrica del Duomo nel 1905 ne deliberava la riforma generale affidandola a Vincenzo Mascioni di Cuvio, il quale la compiva nel 1909. Venne rifatta tutta la parte meccanica e tutta la parte fonica rinnovata ad esclusione delle canne di tre facciate e di alcune dei contrabbassi". La loro fama, quale strumento innovativo, è testimoniata, anni dopo, da Don G. Valassina, sacerdote gemoniese scrittore e poeta, che in un suo libro lo ricorda come: " ...il grande organo Mascioni (allora gloria gemoniese, una novità) ." 27 Si tratta infatti di un organo con somieri a membrana interna. " E', come sempre, il cambiamento nell'adozione di un somiere, un giro di boa radicale. Quest'ultimo tipo di somiere, più volte elaborato, sarà la base della produzione fino agli anni '70" ha sottolineato Gianni Mascioni, uno degli eredi e continuatori della famiglia organaria, nel corso di un intervento nell'ambito di un convegno sull'arte organaria varesina 28 . Concetto ben richiamato anche dal maestro Giuseppe Radole " Vincenzo Mascioni, però non perdeva tempo e stava preparando il passaggio al somiere a membrane interne ( Gemonio 1905, Cittiglio 1907, ecc.) al quale, pur attraverso varie elaborazioni, la sua fabbrica rimarrà fedele sino agli anni Settanta" nella prefazione nel catalogo degli organi costruiti o restaurati dai Mascioni nel corso della loro storia più che ultracentenaria29 . 10 In quell'occasione, ancora Gianni Mascioni, ha anche ricordato un motto, incorniciato in un piccolo quadretto posto da Vincenzo Mascioni, nel laboratorio di Comacchio e che sembra decisamente appropriato per la celebrazione del centenario dell'organo gemoniese; quel motto che riassume la sua filosofia di vita e di lavoro, recita " COSTRUIRE COME SE SI DOVESSE VIVERE CENT'ANNI E VIVERE COME SE SI DOVESSE MORIRE DOMANI". In un articolo del solito giornale locale - "Cronaca Prealpina" del 11 ottobre 1905 - si pubblica la notizia della prossima inaugurazione con concerto e quest'organo è definito come " Mascioni di Cuvio, con assoluto sistema manuale...". Ancora sul solito giornale - leggiamo la lunga e dettagliata cronaca di quella giornata d'inaugurazione dell'organo. Se ne stralciano i passi più significativi. Il giornalista - anonimo descrive, dapprima, l'organo"...La popolazione ed il parroco di Gemonio possono andar superbi di possedere un organo di tanta importanza, degno invero di una città anche fra le più cospicue, un istrumento che è l'ultima espressione di quanto di più perfetto si è prodotto nell'arte organaria in questi ultimi tempi. .................... L'organo di Gemonio consta di circa 20 registri completi divisi fra due manuali ed una pedaliera affatto moderna. Ha due perfetti ripieni e possiede degli strumenti che pel loro timbro appropriato, sono quanto di meglio si può costruire nel genere: fra tanti ci piace far menzione dell'Unda maris, del Flauto, del Salicionale, della Tromba e dei Contrabbassi. Allorché tutto l'organo suona, ha una potenza di farlo ritenere composto di almeno 40 registri; e dal lato meccanico è così perfetto e pronto da permettere l'esecuzione di qualunque difficoltà anche pianistica. Il sistema adottato per questo strumento è il pneumatico tubolare e chi ha assistito al collaudo fattosi domenica, ha potuto convincersi che agilità, trilli, note ribattute ecc. riescono con questo sistema splendidamente.". Si continua poi raccontando del collaudo e del concerto: "Collaudatore il maestro cav. Oreste Ravanello, direttore della Cappella Musicale del Santo a Padova e professore d'organo al liceo Benedetto Marcello di Venezia"30. Anche il giornale comasco "L'ordine" racconta ai suoi lettori quell'inaugurazione descrivendo l'organo e lodando il concerto del maestro Ravanello. Stralciamo alcuni passi: " Una bella festa d'arte fu quella che domenica allietò Gemonio in occasione del collaudo del nuovo organo costruito - a sistema pneumatico tubolare - per quella chiesa parrocchiale, dalla rinomata ditta fratelli Mascioni di Cuvio, che tanto pel lato fonico che pel lato meccanico ha fatto grandi progressi costruendo degli istrumenti da poter competere per bontà e perfezione i più famosi della Francia e della Germania. L'organo di Gemonio consta di circa 20 registri completi divisi fra due manuali ed una pedaliera affatto moderni . . . " 31 Un'autentica autorità quel maestro Oreste Ravanello (Venezia 1871 - Padova 1938), insegnante d'organo al conservatorio "B. Marcello" di Venezia dal 1902, maestro di Cappella al Santo di Padova fin dal 1898. Poi nel 1912 prende la direzione del Liceo Musicale di Padova, 11 subentrando a Cesare Pollini. Apprezzato concertista ed improvvisatore è noto anche per un gran quantità di opere liturgiche (oltre trenta le messe, per tutte le combinazioni vocali e per tutte le esigenze delle diverse comunità parrocchiali)32. Da un'altra cronaca giornalistica sappiamo che, oltre al maestro Ravanello, erano presenti anche i professori Salvatore Gallotti e Luigi Cervi, rispettivamente direttore della Cappella del Duomo di Milano33 e professore del Conservatorio di Milano34; tutti i tre quegli organisti redigono il verbale di collaudo dell'organo - datato 8 ottobre 1905 - dove possiamo leggere frasi entusiastiche: " … i sottoscritti non trovano frasi adeguate per esprimere la loro soddisfazione e meraviglia per la bontà eccezionale del nuovo organo… ritengono superfluo insistere sulle splendide qualità foniche, sulla perfezione della trasmissione tubolare ( che ormai offre le migliori garanzie di solidità, prontezza e praticità), sullo scrupoloso impiego di ottimo materiale, cose tutte abituali alla fabbrica Mascioni, …". Verbale che viene pubblicato anche in altro settimanale, "La vita del popolo", del 28 ottobre 1905. Su questo settimanale comasco viene data anche l'elencazione dei lavori in corso presso la fabbrica Mascioni: "Grande organo a tre manuali per il salone dei concerti nell'esposizione internazionale del 1906", poi due organi per il Duomo di Milano, organo per la parrocchia di Pegli, altri per l'Istituto musicale Gaetano Donizetti di Bergamo, per la basilica di S.Babila di Milano; nel primo semestre del 1906 saranno poi collocati organi Mascioni a Tavernerio nella chiesa parrocchiale, un grande organo corale nel duomo milanese e un organo da studio per " l'illustre maestro cav. Uff. Enrico Bossi, direttore del Liceo Musicale". Già al mattino di quella domenica 8 ottobre, il maestro Ravanello aveva accompagnato la messa ma "...fu al concerto dato alle 15,30 che il concertista d'organo si rivelò in tutta la sua valentia, destando un senso di profonda ammirazione in quanti erano e da Milano e da Varese, dai paesi vicini e lontani intervenuti a questa vera festa artistica. Che dire del programma svolto dal Maestro? Troppo lungo sarebbe enumerare ogni pezzo colle singole sue bellezze e colle sue speciali caratteristiche; ma fra tanti nomi noti in arte, non possiamo esimerci dal ricordare L. Bottazzo colla sua paradisiaca Elevazione, "Saint Saens" colla sua elaboratissima Fantasia e sovratutti Max Reger il più strano e difficile fra gli autori moderni che il Maestro Ravanello volle far conoscere in una delle sue più astruse e complicate composizioni." Il maestro esegue poi una lunga serie di sue composizioni rivelandosi "non solo esecutore straordinario ma compositore geniale, eletto tra i migliori che oggi sappiano veramente scrivere per l'organo". Conclude l'articolista: " A Gemonio l'augurio che possa avere un organista degno dello splendido strumento che possiede." Il programma del concerto di inaugurazione, tenutosi al pomeriggio, eseguito dal maestro Oreste Ravanello - come da breve cronaca della "Cronaca Prealpina" del 8 ottobre 1905 prevede una serie di esecuzione dello stesso maestro Ravanello ( Preludio, Pastorale, Scherzo, Tema e variazioni, Finale) e poi una "Elevazione " di L.Bottazzo, "Fantasia" di Saint Saens, "Toccata e fuga in re minore" di Bach e musiche di Max Reger 35 12 Un'anteprima di concerto i parrocchiani gemoniesi lo avevano avuto già per la festa della Madonna Addolorata di quell'anno 1905, come rileviamo dalla solita cronaca della "Cronaca Prealpina" 36 ed anche del giornale comasco "L'ordine della domenica "37. Archivio Mascioni, manifesti L'organo Mascioni necessita già nel marzo 1910 di riparazioni " per guasti causati dai topi"38; poi nel successivo 1911 è dotato di un motore monofase, che va a sostituire il mantice, ovviamente a funzionamento manuale. Si trova ancora nei documenti che nel 1929 è sottoposto a "spolveratura ed accordatura generale " e, in quell'occasione, è il pittore gemoniese Giuseppe Franzetti che interviene con una mano di "brumino ed olio" alle parti lignee dell'organo. In epoche recenti è stato restaurato nel 1976 dalla stessa famiglia organaria Mascioni, dopo che era rimasto fermo per oltre dodici anni; all'inaugurazione ha tenuto un concerto il maestro Silvio Pietrogiovanna, milanese ma villeggiante a Gemonio 39. Nel 2003 viene inserito, per la prima volta, nel ciclo “Antichi organi – Patrimonio d’Europa ” che la Provincia di Varese organizza da ben 23 anni, grazie alla direzione artistica di Mario Manzin. 13 La sera del 19 settembre è previsto quel concerto con musiche di Bossi, Brahms, Mendelssohn, Langlais e M.Reger40 ad opera dell’organista Ivan Ronda, ma… i numerosi appassionati presenti quella sera non assistono a quel concerto perché, come si spiega, “ le elevate temperature registrate quest’anno hanno provocato serie alterazioni a molti organi. Ne sono rimasti colpiti in modo particolare quelli a trasmissione pneumatica, qual è il <<Vincenzo Mascioni – 1905 >> di Gemonio…”. Un concerto si tiene ugualmente, suonano infatti il duo di organo e tromba “Dino Rizzo - Marco Caminati” utilizzando un piccolo organo positivo “Mascioni”, messo a disposizione dagli stessi Mascioni che hanno tentato fino all’ultimo di far funzionare il loro organo. Quello di Gemonio non è un caso isolato perché il problema si è presentato in altri luoghi tanto che la Soprintendenza ( Commissione per la tutela degli organi storici della Lombardia), al fine di evitare interventi maldestri, è intervenuta con un comunicato, inviato a tutte le parrocchie e fatto conoscere anche a mezzo stampa: “ … In alcuni casi si sono registrati inconvenienti quali scollamento dei mantici, strasuoni rivenienti dai movimenti del legno per il clima particolarmente secco, pesanti scordature nei registri ad ancia. Gli organari sono intervenuti nei casi più gravi ma i risultati sono comunque modesti, per cui, ad evitare violenze sugli strumenti conoscendo le cause della situazione, che non sono strutturali, è consigliabile – salvo casi particolari – evitare interventi non strettamente necessari lasciando che il clima più umido dell’autunno possa in breve concorrere a sanare la situazione”41 . Ed infatti come si scrive sul giornale parrocchiale, nelle case delle famiglie gemoniesi per la festività di Natale 2003 “ … a tre mesi di distanza, grazie all’umidità delle ultime settimane, le condizioni del nostro organo Mascioni sembrano molto migliorate…” tanto che nel marzo 2004 si può tenere un concerto in attesa comunque di un intervento definitivo che possa riportare quello strumento all’antico splendore. ******* *** ORGANISTI Quanto agli organisti non ci sono molte tracce documentarie Da qualche documento sappiamo però che a suonare l'organo erano incaricati e pagati dall'amministrazione comunale i maestri della scuola elementare maschile che era stata istituita a partire dal 1813 grazie al lascito del benefattore Rocco Cellina 42; questo almeno fin verso il 1865 poi sarà la fabbriceria a provvedere a quei pagamenti. A suonare il primo organo, quello installato nel 1825 nella chiesa parrocchiale di S.Rocco ad opera dell'organaro lodigiano Gaspare Chiesa, è probabilmente un tal Contini che nel 1826 dichiara in una sua lettera di " ...essersi a richiesta della Fabbriceria sempre prestato a suonar l'organo gratuitamente per decoro delle sacre funzioni..."; poi nei successivi anni 1827 e 1828 43riceve ancora dei compensi " per essersi prestato a suonar l'organo". 14 Personaggio curioso questo Contini, maestro elementare nativo di Besozzo. La sua storia, che costituisce anche uno spaccato di vita scolastica gemoniese, è contenuto in una serie di lettere, esposti e "querelle" varie che sono provocate dal suo mancato rinnovo all'incarico di maestro per l'anno scolastico 1828/1829 Il presidente della Congregazione di Carità - Giovan Battista Jemoli - per quell'anno indice il concorso di maestro ma iI Contini non è ritenuto idoneo: " ...parlai anche in proposito con sua moglie, col suo suocero, coi suoi cognati, - scrive Jemoli in una lettera dell'ottobre 1828 all'Ispettore Provinciale che aveva chiesto spiegazioni avendo il Contini protestato - perché tutti lo stimolassero studiare per sostenere gli esami men vergognosi di quelli che aveva già fatti, ma il Sig.r Contini guidato dalla prediletta sua testardaggine rifiutò di obbedire agli ordini superiori...". Al concorso successivo si presenta un solo maestro, tal Giuseppe Sanromerio di Monza che, ovviamente, è dichiarato vincitore. Ben presto si accorge che lo stipendio propostogli, lire 600 milanesi " tranne l'organo e la scuola privata", è troppo poco per mantenere la sua famiglia di ben cinque persone. Sanromerio protesta scrivendo al Commissario Distrettuale; indica in lire 800 lo stipendio sufficiente dichiarandosi anche disposto " ...per combinare a suonar qualche altro organo e dico che per riguardo a questo oggetto resteranno contenti...", prova anche a chiedere di insegnare nella scuola di Azzio " ...ora scoperta...", ma poi è costretto a rinunciare. Tra il concorso e le varie questioni si giunge così a novembre 1828. Nell'urgenza di far incominciare la scuola Giovan Battista Jemoli incarica quindi suo figlio Achille " che ha sicuramente miglior cognizioni del Sig.r Contini..." . Incarico limitato però al primo semestre " non avendo egli fatto il corso di metodica non potrebbe essere tollerato oltre tale epoca...", scrive l'Ispettore scolastico distrettuale nell'autorizzazione, ai primi di dicembre. Questo fatto scatena le ire del maestro Contini che protesta per l'ennesima volta presso l'Imperial Regio Ispettorato asserendo che Giovan Battista Jemoli " quale Amministratore, impedì N.di R. : a lui, Giuseppe Contini - di riaprirla a tempo debito senza averlo preventivamente diffidato che dovesse cessare da tale carica, ..." accusandolo anche di aver combinato tutto questo per dar il posto al figlio. Accuse pesanti dalle quali gli accusati si discolpano facilmente … Aggiungo solo che nella cosiddetta patente del Contini 44 si legge che " ...ha dato prova di appena sufficiente capacità - è sottolineato nell'originale - per cui viene colla presente abilitato all'ufficio di pubblico maestro elementare minore nella sola comune di Gemonio, quando non vi abbiano altri concorrenti di lui migliori." Come organista ritroviamo il Contini anche al suo paese natale - Besozzo - allorché nel 1831 cerca, in malomodo, di prendere il posto di organista nella chiesa parrocchiale, incarico svolto fino ad allora dal maestro Giulio Bossi 45 . 15 Il tentativo non gli riesce; che fine abbia poi fatto costui non si sa, i documenti non ci hanno lasciato altre tracce! Ad insegnare alla scuola gemoniese, dopo Achille Jemoli, che si è fatto da parte, troviamo il maestro Giuseppe Tagliabue; sarà pure organista dal 1830 al 1835 e così infatti lo troviamo citato nei registri contabili della fabbriceria. Questi resta fino al 1835, allorché rinuncia all'incarico; così in quell'anno 1835 è un estraneo a suonare l'organo durante la festa di San Rocco. Il suo nome non è scritto, sappiamo solo che faceva parte della banda musicale di Maccagno, intervenuta quel giorno con tanto di organista al seguito46. Troviamo poi il maestro Luigi Clivio di Orino; resterà a Gemonio fino al 1871, quindi per circa trentacinque anni. Aveva chiesto di partecipare al concorso con una lettera, datata da Orino 15 agosto 1835, indirizzata al " Pregiatissimo e Benemerito Amministratore della Scuola di Gemonio, Sig.r Giambattista Jemoli " , unisce la patente di maestro e precisa : " Mi giova ancora di dire a V.S. che per riguardo al disimpegno, se Lei aggrada, dell'organo mi offro gratuitamente, procacciando così un sensibile vantaggio alla chiesa." Tuttavia in quegli anni l'organo sarà suonato anche da altri 47 e soprattutto da quei due soci della fabbrica organaria Franzetti e Arioli; Ferdinando o Defendente Arioli nel 1835, poi Giovanni Franzetti dal 1838 al 1846. Da altro registro ricaviamo un altro nome, quello di " Brusetta Rocco fu Filippo, d'anni 45, falegname ed organista della chiesa parrocchiale"48. Nel 1867 e molto più tardi nel 1886 e per alcune feste del 1889, troviamo anche quel Giacomo Mascioni, della famiglia organaria di Azzio che si andava proprio in quegli anni affermando in quell'arte49 , poi tal Achille Felli ( nel 1889 e 1890)50. A quest'ultimo succede Giuseppe Castelli (1852 -1905) figlio di Carlo51, gemoniese ed anche maestro della scuola; sarà l'organista fino agli anni di fine secolo - ma lo troviamo a suonar l'organo anche nel 1901- che vedono i lavori di ampliamento della chiesa con lo smantellamento dell'organo del Chiesa. Non disdegnava dunque di suonare l'organo nella chiesa della sua parrocchia anche se di idee certo non proprio vicine alla chiesa se dobbiamo ritenere veritiero quanto si legge sul giornale socialista varesino "Il nuovo ideale" che ne segnala la prematura ed improvvisa scomparsa con queste parole : " Spirito adamantino, seppe, nelle sue qualità di socio della Lega, e maestro elementare, cattivarsi l'amicizia dei compagni e di tutti quanti lo conobbero. .. Da 33 anni coi compagni lavorava in questo paese … Ottimo maestro di musica, carica in cui si distinse per naturale inclinazione. Questa tempra gagaliarda di combattente che diede tutto se stesso alla grande causa dell'emancipazione proletaria, ci fu tolta dopo pochi giorni di malattia da un morbo crudele, ma il suo spirito aleggia tra noi…"52 16 Il primo organista che usa il nuovo organo Mascioni, installato appunto nel 1905 oltre ovviamente ai maestri concertisti che sono già stati citati, è tal Adolfo Mangano di Varano ( oggi Varano Borghi); come tale - organista - risulta sul registro dei pagamenti del parroco don Moja negli anni dal 1905 al 190853. Da quell'anno l'organista ufficiale e come tale registrato tra i pagamenti della locale Fabbriceria è Pietro Vedani; andrà avanti per tantissimi anni, praticamente fino alla morte che lo coglie, cinquantottenne nel dicembre 1945 54 Gemonio, anni ’30, il maestro Vedani con la moglie Da una relazione che accompagna il questionario allegato alla visita pastorale, del 1927 - il Vescovo era mons. Adolfo Luigi Pagani - apprendiamo che "Vi è l'Organista Vedani Pietro, tornitore di pesi metallici, buon giovine, colto in musica sacra ...." 55. E qui è doveroso inserire la testimonianza sull'accompagnamento musicale, nella chiesa di S.Rocco, che don Giannino Valassina - sacerdote e scrittore gemoniese - ha avuto modo di ricordare in una sua conferenza tenuta a Gemonio la sera del 10 dicembre 1983. Ha ricordato don Valassina : "Risento, nella chiesa parrocchiale riammodernata ( con tanto gusto e fatica e sudore generoso) il pissipissi delle preghiere della Suor Giuseppina e della signora Elisa Pedotti, le ondate sonore dell'organo possente, pedalato dal maestro Vedani, la sonorità della cantoria delle "festebelle" con il Viturin Corda ruggente le messe biscantate, il Manti, papà di Don Piercarlo che intona e porta avanti da solo le litanie del Sacro Cuore e i Sacro Cuor d'amor ferito, mentre in sordina l'accompagna, curva la testa, sempre vispa argentea,, del Nuzent, illuminato d'immenso e di colori, solari, accalorati come il suo cuore rimasto fanciullo..." 56. Negli anni del secondo dopoguerra ad accompagnare la messa suonando l'organo Mascioni sono Martinoja Giacomo ( meglio noto come Giacomino), Ermeo Vedani, Mosè Visconti, nipote di Innocente Salvini, con qualche breve intermezzo, in anni recenti di Giampiero Brioni ed Isabella Carcione. " Per continuità, il servizio più prolungato ( ventidue anni) è quello di Bruno Rossi, all'organo nella Messa delle dieci , di solito, in tutte le feste e solennità…" così scrive Elisa Franzetti, recentemente, sul giornale parrocchiale ricostruendo il servizio liturgico prestato all'organo della chiesa parrocchiale in un articolo dal titolo di "Organisti di oggi e ( speriamo) di domani "57. 17 ******* *** ORGANARI " ARIOLI & FRANZETTI " PREMIATA DITTA ORGANARA GEMONIESE Come già fatto rilevare, nell'ottocento la Valcuvia e l'alto varesotto, in genere, rientrano nella storia dell'arte organaria quale importante centro di produzione di organi da chiesa. Si citano a questo proposito Gaspare Chiesa, lodigiano, nel primo quarto dell'ottocento ospitato ad Azzio nel soppresso convento francescano dei Padri Minori Osservanti dagli ex frati Mascioni e costruttore del primo organo gemoniese, poi la stessa famiglia organaria Mascioni, il luinese Francesco Carnisi, il gaviratese Francesco Ossola ed ancora gli organari gemoniesi Ferdinando Arioli e Giovanni Franzetti. Su questi due ultimi personaggi, gemoniesi di nascita e che proprio qui nel loro paese natale hanno iniziato la loro attività soffermiamo l'interesse. Numerose le testimonianze sul loro lavoro, dapprima come soci e poi, dopo la divisione della ditta, come attività individuale in molte parti dell'alta Lombardia, in Canton Ticino ed in Francia. Nonostante questa loro riconosciuta importanza, celebrata in varie manifestazioni e citata in varie pubblicazioni, sembra che a Gemonio non abbiano lasciato traccia o memoria; solo labili tracce documentarie ce ne dimostrano l'esistenza 58. Quale sia stato l'inizio, da chi abbiano imparato quest'arte i due gemoniesi non ci è dato sapere; presumibile che anche nel loro caso si debba far riferimento all'organaro lodigiano Gaspare Chiesa, presente ad Azzio negli anni del primo ottocento. Così come il Chiesa è stato maestro ai Mascioni potrebbe esserlo stato a Ferdinando Arioli e Giuseppe Franzetti, che - siamo sempre nel campo delle supposizioni - potrebbero anche averlo aiutato nel realizzare l'organo di Gemonio, installato dal Chiesa nel 1825, quando i due erano poco più che ventenni ma già falegnami-maestri. La ditta organaria è inizialmente composta dai soci Ferdinando Arioli e Giovanni Franzetti. Poi i soci si separano; mentre l'Arioli intraprende un'attività artigianale varia - non esclusa la manutenzione agli organi - il Franzetti, trasferitosi ad Intra, continua a costruire e con notevole successo organi, coadiuvato dai figli Tobia e Giuseppe. 18 Ferdinando Arioli nasce a Gemonio il 6 giugno 1805 da Pasquale ( 1775-1823) e da Giovanna Valmaggia; nasce in quella famiglia che, per distinguerla dai tanti Arioli gemoniesi, è soprannominata "Corà", soprannome tuttora ben presente a Gemonio. In qualche documento figura con il nome di Defendente Arioli, ma, ricerche e verifiche effettuate in vari archivi ci hanno ormai permesso stabilire, con certezza, che si tratta della stessa persona. Si sposa, a Gemonio, il 10 febbraio 1829 con la compaesana Giacomina Ferretti, dopo aver ottenuto la dispensa per la minor età della sposa e per il terzo grado di parentela. Muore il 9 agosto 1867 a Piedimulera (NO) e, secondo quanto annotato sul registro dei morti di quella parrocchia, la morte lo coglie in quella località presso la Cartiera Mazzola; in realtà si tratta di un'importante conceria, attiva fino a qualche anno fa. L'Arioli vi si era recato, forse, per acquistare le pelli necessarie al restauro o alla manutenzione di qualche organo. Dai registri gemoniesi apprendiamo che i coniugi Arioli hanno avuto numerosa prole: Francesco (nato nel 1833) poi falegname, Fedele ( nato nel 1831) poi mugnaio, Antonia ( nata nel 1829) poi sposa al falegname Giovanangelo Corda, Luigia Angela ( nata nel 1835) dopo il matrimonio con Giuseppe Cassana si trasferisce a Cavaria (lì muore nel 1887), Maria Filomena ( nata nel 1838) e Dorotea Virginia (nata nel 1841), poi moglie di Stefano Biganzoli (muore nel 1878) 59. Giovanni Franzetti, anzi - come dai documenti dell'anagrafe parrocchiale - Giovanni Battista Franzetti nasce a Gemonio il 26 dicembre 1802 da Carlo Antonio, contadino ( 1766 - 1816) e da Giuseppa Picconi nativa di Caldana. Si sposa a Gemonio, il 9 gennaio 1827, con la compaesana Maria Zocchi di qualche anno più anziana di lui. Un documento relativo alla visita militare, ci permette di avere anche la sua descrizione fisica, oltre che sapere che il suo soprannome è "Regino", termine trascritto sul documento dopo essere stato italianizzato che si potrebbe interpretare come "giovane resgiou" cioè giovane capofamiglia. Quel soprannome potrebbe derivare dall'aver preso sulle sue spalle la responsabilità della famiglia dopo la prematura morte del padre e della madre60. Le prime tracce documentarie della loro attività, come soci della fabbrica organaria, si trovano a Campagnano, in Val Veddasca dove tra il 1830 ed il 1835 posano un organo di 29 canne; nella cosiddetta "segreta" dell'organo una targhetta recita " I due soci Ferdinando Arioli e Giovanni Franzetti, fabbricatori d'organi d'ogni qualità abitano a Gimonio, Valcuvia". Nel 1830 li troviamo operare anche a Gemonio per lavori di manutenzione all'organo Chiesa che poi, nel 1835 e 1838 sarà oggetto di altri lavori di manutenzione e riordino del solo Giovanni Franzetti, come già fatto rilevare. Nel 1833 avevano provveduto a lavori di restauro dell'organo Chiesa a Cassano Valcuvia61. 19 Altro organo di loro produzione è posato nel 1831 a Bosco Valtravaglia, oggi frazione di Montegrino; nel contratto si prevede che " il trasporto di tutto il materiale dell'organo da Gemonio, dove si fabbricherà, fino a Grantola paese più vicino a Bosco, sarà a carico degli stessi fabbricatori, e da Grantola a Bosco resterà a carico della Fabbriceria che lo farà trasportare dalle donne alla comune gratuitamente " 62 . Segue quello di Cunardo, posato nel 1833 63. Nel 1837, all'incirca, è documentata la loro presenza a Bureglio, frazione del comune di Vignone (NO); posano un organo nella chiesa di S.Michele firmando con i nomi di " Defendente Arioli e Giovanni Franzetti di Gemonio, Valcuvia". Qui, l'Arioli usa il nome ufficiale (Defendente) e non l'altro (Ferdinando) con il quale è conosciuto; probabilmente, dovendo lavorare in uno stato straniero - allora la zona di Verbania e Novara era nello Stato Sardo mentre la Valcuvia era nella Lombardia Austriaca - era opportuno usare il nome ufficiale che, del resto, compariva sui documenti d'identità. E' in questi anni che - 1836 e 1837, all'incirca - la ditta per chissà quali motivi si scioglie. Ed è di questi anni l'organo di Brenta, posato nella chiesa parrocchiale dei Santi Vito e Modesto, realizzato riutilizzando il vecchio organo settecentesco di Giovan Battista Biroldi 64 . Il contratto ( 25 gennaio 1836) è siglato da entrambi ma l'organo è da considerarsi opera del solo Franzetti come giustamente ricorda il solito cartellino che porta anche la data 1841. Nei pagamenti, l'ultimo a saldo nel febbraio 1842, compare ancora l'Arioli che si firma con il nome di Defendente; si tratta probabilmente di una questione contabile della divisione della società, meglio quindi firmare col nome ufficiale! Da qui, a partire da questi anni che coincidono con la posa dell'organo di Brenta, le strade dei due soci si dividono. Ferdinando o Defendente Arioli resta a Gemonio e continua con una modesta attività di manutenzione e forse di restauro d'organi 65 non disdegnando di occuparsi di ebanisteria e di altri lavori artigianali. Dopo il 1837 sarà infatti citato nei registri come "Falegname"; sarà per lui una vita non facile tanto che dovrà spesso ricorrere, sia lui che i figli, agli aiuti della comunità di Gemonio. Ben altra fortuna sembra avere invece Giovanni Franzetti. Si trasferisce con la famiglia ad Intra - probabilmente già nel 1834 - dove ha intravisto maggiori possibilità di lavoro e dove, in breve tempo svolge un'intensa attività, ben presto coadiuvato dai figli Giuseppe e Tobia. Entrambi nati a Gemonio, rispettivamente nel 1828 e nel 1831. Nel 1834 nasce anche una figlia alla quale è imposto il nome di Giuseppa, come la nonna paterna. Tobia morirà a Intra il 20 febbraio 1866, quindi alla giovane età di 34 anni, lasciando la moglie tal Laura Zanoni. Null'altro si sa invece di Giuseppe. Il padre Giovanni, muore invece, sempre ad Intra il 6 marzo 1875; dall'atto di morte dal registro dell'antico comune di Intra ( allora comune autonomo, oggi con altri otto antichi comuni, forma la città di Verbania) sappiamo che, rimasto vedovo di Maria Zocchi , si era risposato con tal Maria Dellari. 20 Nonostante il trasferimento ad Intra mantiene i contatti con il suo paese natale venendo qui, a Gemonio, a suonare l'organo nelle principali festività; attività documentata dal 1838 al 1846 E' datato 1837 l'organo che posa a Santino, in comune di S.Bernardino sopra Intra; la consueta targhetta recita così: "Quest'organo è stato fatto da Giovanni Franzetti, nativo di Gemonio, fabbricato in Intra. Questo è quello di 20 dell'anno 1837. Età anni 35". In poche righe quest'organaro condensa la sua vita, riaffermando anche la sua nascita a Gemonio. Alla sua terra, alla Valcuvia era legato nonostante il trasferimento ad Intra e sarà ben felice quando nel 1849 è chiamato a Caravate a realizzare un nuovo organo per quella chiesa parrocchiale. Il cartellino ne segnala la paternità " Gio. Franzetti e Fig.li Fabbricatori d'organi Intra 1849 "; i figli iniziano a comparire col nome " nella ditta" a partire dal 1844 con la costruzione dell'organo di Bellinzago Novarese. Uno dei figli poi, Giuseppe Antonio, all'epoca ventiduenne, è incaricato da quella comunità caravatese di suonare l'organo in quei primi anni, nonostante la lontananza della sua residenza ; lo troviamo in quella veste fino al 1853, poi sarà sostituito da un Mascioni 66 . Caravate, Chiesa parrocchiale, Organo Franzetti - 1849 Organi Franzetti, in Piemonte, con datazione sicura si trovano a: Peglia, frazione di Crevoladossola (1839), a Bee (1843), a Bellinzago Novarese (1844) che, come già detto è il primo che porta l'indicazione dei figli, a Piedimulera (1848), ad Agrano di Omegna (1850), a Crodo ( 1853), a Mozzio frazione di Smeriglio (1854), a Castagnola (1856), a Zoverallo di Verbania (1857), a Vezzo di Gignese (1857), a Magognino ( 1857), a Viganella (1862), a Trobaso di Verbania (1862), a Traffiume di Cannobio (1865), a Pallanzeno (1866), a Re (1869), ... 21 Altri organi, sempre in Piemonte, di sicura costruzione Franzetti ma senza datazione certa si trovano ad Arizzano, Bannio (nel Santuario), a Campino di Stresa, ad Intra nella Chiesa di S.Giuseppe, a Migiandone di Ornavasso, a Paruzzaro, a Pella 67 . Ancora in Piemonte, a Solcio nella chiesa parrocchiale, viene posato un organo Franzetti presumibilmente nella seconda metà del secolo - poi trasferito nella chiesa parrocchiale di S.Eugenio a Tornavento. Organo restaurato nel 1991 dalla Bottega Dell'Orto e Lanzini di Dormelletto (NO). Nel Canton Ticino troviamo ben due organi a Losone ed un altro a Ronco sopra Ascona, quest'ultimo datato 1855. Ancora è segnalato un lavoro di Franzetti e dei suoi figli in Francia, nella regione della Savoia, a Roche sur Foron; l'organo posato nel 1860, conservato pressoché integro, è stato restaurato qualche anno fa 68. ********************** 22 - ALLEGATO Estratto dalla voce ORGANO dalla NUOVA ENCICLOPEDIA POPOLARE Ovvero DIZIONARIO GENERALE DI SCIENZE, LETTERE, ARTI, STORIA, GEOGRAFIA, ECC. ECC. OPERA COMPILATA SULLE MIGLIORI DI TAL GENERE, INGLESI, TEDESCHE E FRANCESI COLL' ASSISTENZA E COL CONSIGLIO DI SCIENZIATI E LETTERATI ITALIANI Corredata DI MOLTE INCISIONI IN LEGNO INSERITE NEL TESTO E DI TAVOLE IN RAME Edita a TORINO da Giuseppa Pomba e comp., 184869 " ORGANO ( lat. organum) ( mus.). - Questo vocabolo significò originariamente qualunque siasi strumento: a mano a mano venne applicato esclusivamente a tutti gli stromenti musicali ( organa dicuntur omnia istrumentamusicorum, S.August. in psal. 56, n.16). …………………………… . ………………………………………… L'Italia vide nascere il caposcuola dell'arte organica lombarda in Bartolomeo Antegnati, autore degli organi del duomo di Milano, di Como, di Bergamo, di Brescia, di Cremona e di Mantova. Varii fabbricatori si reser famosi in Germania, come: Erardo Smid, Federico Krebs, Nicola Mullner, Rodolfo Agricola ec alcuni altri. L'alemanno Bernardo, organista a Venezia, nel 1470 inventò la pedaliera. Nel secolo XVI la famiglia Antegnati di Brescia divenne sempre più illustre, contando 140 organi da essa costrutti in diverse province. Graziadio Antegnati, figlio di Bartolomeo, fu il più esatto ed il più perfetto in quest'arte; egli ebbe un degno emulo nel suo figlio Costanzo, il quale si distinse altresì nella propria patria come organista, compositore sacro e profano, e come autore dell'opera intitolata : L'arte organica, libro rarissimo stampato a Brescia nel 1608. Il milanese Cristoforo Valvasori acquistò nome anch'egli di eccellente fabbricatore d'organi. Il secolo XVII si rendè particolarmente notabile nell'arte organica per l'invenzione della bilancia pneumatica o prova pneumatica, fatta da Cristiano Forner, organaro a Wettin; per cui si può compartire ad ogni registro la conveniente misura del vento, necessaria per intuonarlo, altrimenti non è sperabile un vero organo perfetto. Finalmente dal secolo XVIII in poi, molti ingegnosi artisti hanno contribuito colle loro invenzioni e miglioramenti a portare questo magnifico e maraviglioso stromento a quel grado di perfezione, al quale trovasi oggidì. In Italia si sono acquistata particolar fama il cavaliere sanese Azzolino della Ciaia; Filippo ed Antonio Tronci da Pistoia, ed i figliuoli del primo, Luigi e Benedetto; Pietro Agati e Giosuè suo figlio, pure Pistoiesi; il lombardo Eugenio Biroldi; Giambattista Ramai da Siena, allievo de' Tronci; i Serassi da Bergamo autori di più 300 organi e di varie ingegnose invenzioni; il Bossi da Bergamo ed i fratelli Lingiardi da Pavia. Il prete Nanchini, dalmatino, ed il suo allievo Callido, veneziano, sono considerati come i capiscuola dell'arte organica veneta. Il solo Callido aveva già nel 1795 fabbricato 318 organi, come rilevasi dal suo catalogo a stampa. Tali organi sono lavorati con molta maestria, tanto ne' somieri ( che sono a tiro), nei mantici e nelle tastiere, quanto nelle canne di stagno o di piombo misto con istagno, le quali sono ben tagliate, saldate, intuonate e condotte con buona accordatura. Varii altri fabbricatori d'organo Torinesi, Parmignani, Modenesi, Bolognesi, Mantovani, e particolarmente Milanesi, seguirono in tutto o in parte la scuola lombarda degli Antegnati e del Valvassori, procurando secondo la loro capacità di perfezionare, con maggiore o minore riuscita, quest'arte, col dare alle canne un'armonia dolce, forte ed agentina. In Germania hanno contribuito al perfezionamento dell'organo: Giovanni Scheibe, Gotofredo Silbemann, Gio. Gioachino agner e suo fratello Gio. Michele, Cristiano Amedeo Schrotker, Ernesto Marx, Gabler di Ravensburg, J.G.Tauscher, l'abate Volger, inventore del sistema di semplificazione, ed altri. In Francia si distinsero le famiglie Thierry e Clicquot, il Dallery, il Micot, il Cocu e i domenicani Isnard e Giuseppe Cavaillè, A' giorni nostri è sommamente ed a ragione celebrato l'autore degli organi di S.Denis e della Maddalena, Aristide Cavaillè. Per ciò che riguarda la struttura di questo strumento noi rimandiamo alle Lettere sugli organi di Giuseppe Serassi." 23 - NOTE 1 Archivio di Stato di Milano ( d'ora in poi ASMi), Cart. 3731, Capitoli - Cuvio, S. Lorenzo - Chiesa Culto e Legati. Il testamento 31 agosto 1664 è rogato da Giovanni Andrea Cattaneo, Notaio in Milano e contiene molti altri legati 2 Archivio Storico della Diocesi di Como ( d'ora in poi ASDCo), Cart. CLXV, Mugiasca. Doveroso segnalare che nei documenti della visita pastorale di mons. Filippo ARCHINTI ( ASDCo, Cart. XX) alla chiesa collegiata di S.Lorenzo di Valcuvia si trova che alla richiesta “ Nota de i Medici, Chirurghi, o Barbieri, Notari, Maestri di scola, & se vi è donna ch’insegna, Librari, Pittori, organisti, Musici, Ostetrici o Comari.” si risponde che ci sono due barbieri, un maestro di scuola e un organista ( tal“Giulio Cesare ab Canonica”); ma che organo suonava? 3 Archivio Storico parrocchia di Gemonio ( d'ora in poi ASPGe), Cart. 11, 4 - 2 - 2, "Costruzione Cantoria e Nuovo Organo, 1822 - 1826"; sono qui contenuti tutti i documenti che sono qui citati. 4 M. Isabella, ORGANI E ORGANARI NELL'ANTICA PIEVE DI VALTRAVAGLIA, in VERBANUS 9, 1988 pag. 170 5 Altri restauri di quest'organo ad opera dei Mascioni nel 1860, poi nel 1929 per intervento di Gandini di Varese e infine in anni recenti ( 1997) ancora per mano dei Mascioni; G.Pozzi, S.Peregalli, V.Arrigoni, CRONOLOGIA, in CASSANO, FERRERA DI VARESE E RANCIO VALCUVIA , 2004. 6 Della Valle ( 1782 - 1858), maestro compositore, contrabbassista, organista e maestro di cappella in S.Vittore a Varese; sarà anche il maestro di musica del giovane Giacomo Mascioni ( 1811-1896), iniziatore della fabbrica organara. Sue notizie ma soprattutto del figlio – don Giuseppe Della Valle ( (1823-1877) – pure organista, noto però più per la sua attività di patriota in P.Macchione, ASTERISCHI SULLA VITA DI DON GIUSEPPE DELLA VALLE, in CALANDARI DO RA FAMIGLIA BOSINA PAR OR 1994, pagg. 54- 76. 7 Consiglia di ripassare la Viola ed accordarla meglio, annota che mancano quattro canne al corno inglese ed invita a "metterle a lingua come tutte le altre ...". 8 In quell'anno 1825 lo troviamo anche a Cabiaglio, lì chiamato forse per consigli circa lavori all'organo che in quella chiesa era stato installato fin dal 1701. 9 M. Manzin, LA TRADIZIONE ORGANARIA NEL TERRITORIO VARESINO, Gavirate 1987, pagg. 88 - 92; sulla base dei documenti gemoniesi l'autore riassume tutta la questione. 10 “Il genio sposato alla sregolatezza” lo definisce M.Manzin in TRADIZIONI MUSICALI ORGANI ED ORGANISTI A BESOZZO DAL XVI AL XIX SEC., Gavirate, 1980, pagg. 34-81 11 M. Manzin, TRADIZIONI MUSICALI ORGANI ED ORGANISTI A BESOZZO DAL XVI AL XIX SEC., Gavirate, 1980, pagg. 34-37. 12 ASPGe, Cart. 15, Registro "Entrata- Uscita e Crediti della Chiesa di Gemonio dal 1829 al 1835"; si trova anche, alla data del 1827, un pagamento "All'organista Bardelli per incordatura e fattura eseguita intorno all'organo ". 13 ASPGe, Registro " Entrata - Uscita e Crediti della Chiesa di Gemonio, 1826 - 1835" 14 ASPGe, Registro " Giornale ed inventario a tutto il 183..." 15 ASDCo, cart. CCXXII, Valfrè. 16 Giovan Battista Jemoli ( 1874 - 1934), Cfr. G.A.P., CHIESA PARROCCHIALE DI GEMONIO DEDICATA A S.ROCCO ED ALLA B.V.ADDOLORATA, Gemonio, 1998 17 Il preventivo Bernasconi, datato 31 ottobre 1903 prevede una spesa di Lire 9.500 per un organo di 1898 canne. 18 Il parroco Don Cesare Moja risulta tra i sottoscrittori per la costruzione dell'organo Mascioni della chiesa parrocchiale di Azzio, nel 1891, con una offerta di Lire 5,00 su un totale di Lire 500 circa; cfr A.S.Parrocchia di Azzio 19 Tratto da VOX CANTORUM, periodico mensile a sostegno della Musica sacra conforme alle disposizioni Pontificie, Bergamo , giugno-luglio 1905; nei paragrafi successivi si prescrive che " E' proibito in chiesa l'uso del pianoforte, come pure quello degli strumenti fragorosi o leggeri, quali sono il tamburo, la grancassa, i piatti, i campanelli e simili. E' rigorosamente proibito alle cosiddette bande musicali di suonare in chiesa, … Nelle processioni fuori di chiesa può essere permessa dall'Ordinario la banda musicale, purchè non si eseguiscano in nessun modo pezzi profani. …" 20 In quell'anno 1905 i Mascioni posano strumenti anche per le chiese parrocchiali di Gera e Tavernerio, entrambe in provincia e diocesi di Como e forniscono un organo ( con sette registri) al maestro Marco Enrico Bossi ( 1861- 1925) nella sua casa di Bologna ( era direttore del liceo musicale di quella città), poi nel 1922/23 forniranno allo stesso maestro un organo da studio per la sua casa di Breccia di Como, dove si era ritirato nel 1913; cfr. MASCIONI 1829-1999, Azzate 1999. Il maestro Bossi aveva collaudato un loro organo posato nell'ottobre 1904 nella chiesa di Cornegliano Ligure (articolo in "Il cittadino" di Genova ) avendo parole di elogio soprattutto per " il registro detto ripieno che non snaturato come purtroppo si deplora negli organi moderni, ma conserva quell'impronta grave mistica costituente la caratteristica fondamentale dell'organo da Chiesa e in particolare dell'organo italiano". 21 In calce al contratto si leggono le firme di: " Sac. Cesar Moja Parroco, Bodini Emilio, Todeschini Antonio, Gasparini Massimo, Vincenzo Mascioni"; il contratto è registrato a Gavirate il 26 maggio 1905. 22 ASPGe, Cart. 11, 4 - 2 - 2. 24 23 Al punto 6° del contratto si può leggere : " Il Sig. Mascioni si obbliga a togliere l'Organo vecchio e cassa e metterlo in opera nella Chiesa di S. Pietro portandolo nel suo stato per il prossimo 29 giugno. Il trasporto sarà a carico della Fabbriceria" . 24 ASPGe, Cart. 14, Tit. V., Registri Conto Consuntivo, 1905. 25 A.D.Bianchi, LA CHIESA DI S.PIETRO A GEMONIO, NOTE STORICHE, Milano-Varese, 1920; ripreso e commentato in G.Pozzi - M.L. Nava, CHIESA DI S. PIETRO IN GEMONIO, DOCUMENTI E SCRITTI DEL SEC. XX, Gemonio, 1994, Pagg. 6-7. 26 "Il campanile di Gemonio", Anno X, Natale 1976. 27 G.Valassina, SUL SAGRATO A PARLARE DI SPERANZA, Olgiate Comasco 1981, pag. 198. 28 Convegno “LA TRADIZIONE ORGANARIA NEL TERRITORIO VARESINO”a Palazzo Verbania, Luino, 11 dicembre 1993; in quell’occasione è stata consegnata una “targa” da parte della Provincia di Varese alla Famiglia V.Mascioni, in riconoscenza della attività nel campo dell’arte organaria dal 1829 ad oggi. 29 cfr. MASCIONI 1829-1999, 170 ANNI DI STORIA ORGANARIA, Azzate 1999. 30 Anche qualche tempo prima, esattamente nel gennaio 1902 il maestro Ravanello aveva collaudato e poi eseguito un concerto su un organo Mascioni, quello di Lenno, nel comasco. 31 "L'ordine", 12.10.1905. 32 G.Gattin, RICORDO DEL MAESTRO ORESTE RAVANELLO, in ATTI E MEMORIE DELL’ACCADEMIAA PATAVINA DI SCIENZE LETTERE ED ARTI, CVII, Padova, Atti 1995, pagg. 129-134. 33 Salvatore Gallotti ( Gallarate 1856 - Milano 1928), diplomatosi nel 1888 a Conservatorio di Milano, poi perfezionatosi a Parigi. Tornto a Milano dapprima presta la sa opera a S.Celso e poi al Duomo. Oltre 400 le opere composte. 34 Luigi Cervi ( Casirate d'Adda-BG- 1869 - Varese 1916). Studia al Conservatorio di Milano, poi è organista a S.Maria presso S.Celso di Milano ed infine alla chiesa di S.Vittore di Varese. Considerato ottimo organista e accompagnatore, oltre che buon compositore. 35 Oltre che musiche del più che celebre Bach, si eseguono composizioni di Luigi Bottazzo ( 1845- 1924) compositore di scuola veneta, organista alla Basilica di S. Antonio a Padova ed autore anche di opere didattiche ( ad esempio "L'armonium" scritto proprio con O. Ravanello). Altri autori il francese Camille Saint-Saens ( 1835 - 1921) ed il tedesco Max Reger ( 1873-1916). 36 "Cronaca Prealpina" ; apprendiamo qui che il parapetto della cantoria - dono della Fam. Sacchi - è opera della ditta Monti di Milano, che il maestro Galli di Milano suona l'organo accompagnato dalla sua "cappella" e che si raccolgono fondi pro-organo con una Pesca di Beneficenza presso la villa dei signori Sacchi-Forzinetti, in Via Rocco Cellina, attuale sede municipale di Gemonio. 37 "L'ordine della domenica", Como, 25.09.1905; vi leggiamo lodi all'organista, prof. Galli "…il quale ha messo in ottimo rilievo le splendide qualità del nuovo istrumento che è bellissimo ornamento dell'artistico tempio" 38 Nel 1910, a Gemonio ritroviamo Vincenzo Mascioni, che insieme al sacerdote Quirico Valli, è incaricato del collaudo del nuovo concerto delle campane posto sul campanile della chiesa parrocchiale. Notizia in "L'ordine della domenica" del 6 giugno 1910; il lavoro fu finanziato con una lotteria con primo premio " due buoi" vinti, per la cronaca, da tal Stefano Centenari di Gavirate. 39 In quegli anni l’attività degli organari Mascioni suscita l’interesse dei registi e documentaristi Ernesto Remigio Bazzano che ne riprendono, nel 1974, l’attività con le loro cineprese nel film “ Storia dell’arte “, insieme ad altre attività artigianali tipiche dell’alta Italia; cfr. M. Tosi, ERNESTO E REMIGIO BAZZANO: L’ARTE DELLA DOCUMENTAZIONE, in TRACCE DI CINEMA, 1895-1995: CENT’ANNI DI CINEMATOGRAFIA A NOVARA, Novara 1994. 40 Curiosamente opere di Max Reger ( 1873-1916) erano state suonate nel concerto di inaugurazione del 1905. 41 Comunicato in “Il settimanale della diocesi di Como”, 15 novembre 2003. 42 G.Pozzi, IMPARARE A LEGGERE, SCRIVERE E FAR DI CONTO A GEMONIO, allegato n. 7 al giornale comunale Vivigemonio n. 22 del natale 1995. 43 ASPGe, in quello stesso anno,1828, Pietro Corda riceve L. 5,9 per tirare i mantici dell’organo. 44 E' datata Como 17 maggio 1827 ed è firmata dall' I. R .Ispettorato Provinciale per le scuole elementari. In accompagnamento c'è una lettera, firmata Cigada, dove si specifica che se vuole ottenere una patente migliore dovrà sostenere altri esami nel prossimo ottobre. Documenti tutti di questa vicenda conservati in ASCGe, Congregazione di Carita', Cart. 3, atti amministrativi, dal 1828 al 1842. 45 M.Manzin, TRADIZIONI MUSICALI ORGANI ED ORGANISTI A BESOZZO DAL XVI AL XIX SEC., Besozzo, 1980, Pagg. 30 - 31. 46 ASPGe, tutti dati in Cart. 15, Tit. XV, 5 -1 -1. Registri vari. E' questo il primo accenno documentario ad una banda intervenuta a Gemonio. La banda di Maccagno Superiore è stata istituita, tra le prime del Lago Maggiore, nel 1824 ; cfr. L.Giampaolo, STORIA BREVE DI MACCAGNO INFERIORE, GIA' FEUDO IMPERIALE, CORTE REGALE DEGLI IMPERATORI, TERRA PER SE' E DI MACCAGNO SUPERIORE, Germignaga 1876, Pag. 184 47 Con l'incarico di suonare l'organo da chiesa ritroviamo comunque il maestro Clivio a Cabiaglio, in quegli stessi anni. 25 48 ASPGe, Registro dei morti. Muore nel 1864, a 45 anni. Da altre note è "organista " senz'altro negli anni dal 1847 al 1856. 49 ASPGe, Cart. 15, Tit. XV, Registri della Chiesa di Gemonio, 1847 - 1889; nel 1867 Giacomo Mascioni effettua anche una riparazione all'organo e riceve un compenso di L. 180 contro un salario, come "organista " di L. 2,70. 50 Archivio storico Comune di Gemonio ( d'ora in poi ASCGe), Cart. 13, Tit. V, Conti consuntivi 1820 - 1901 51 Carlo Castelli ( 1820 - 1912), sacrestano "invadente" della chiesa parrocchiale ed anche "regolatore dell'orologio" e quindi stipendiato dal comune nonostante fosse anche consigliere comunale; ; cfr. Gemonio, ritratto di un paese, cura di G.Pozzi, Nicolini editore, 2004. 52 Il nuovo ideale, 18 giugno 1905. 53 Aveva suonato anche sull'organo del Chiesa, forse solo occasionalmente. 54 Pietro Vedani ( 1887- 1945), artigiano ( produceva pesi per bilance nella sua officina di Via Verdi, posta nel fabbricato demolito negli anni '90, sostituito con il moderno fabbricato ora noto come"Red House"), la passione per la musica è innata in quella famiglia, infatti il figlio Ermeo sostituisce il padre per molti anni nel suonare l'organo gemoniese ed ora, da qualche anno la figlia Elvira accompagna con l'organo il coro parrocchiale, soprattutto nella chiesa di S.Pietro. 55 Aggiunge ancora il parroco che è il redattore della annotazione " ...pochi anni sono vi era anche la scuola di canto, oggi no, per la malattia del Parroco." 56 Conferenza in parte riproposta nel giornale parrocchiale del febbraio 1984. 57 E. Franzetti, ORGANISTI DI OGGI E ( SPERIAMO) DI DOMANI, in Il campanile di Gemonio, S.Pasqua 2005, n. 1. E tra gli Organisti di domani cita Alessandra Agnelli e Ilaria Rossi ( " ventiquattro anni in due") istruite dal parroco don Marco. 58 Una bibliografia della loro attività in: - M.Manzin, LA TRADIZIONE ORGANARIA NEL TERRITORIO VARESINO, Gavirate 1987, pagg. 102- 106, - M.Manzin,TRADIZIONI MUSICALI ORGANI ED ORGANISTI A BESOZZO DAL XVI AL XIX SEC., Gavirate, 1980, pagg. 40 - 41 - M. Isabella, ORGANI E ORGANARI NELL'ANTICA PIEVE DI VALTRAVAGLIA, in VERBANUS 9, 1988, pagg. 179 - 184 - M. Manzin. M.Isabella, IL RESTAURO DELL'ORGANO ARIOLI E FRANZETTI (1833) IN S.ABBONDIO DI CUNARDO, Milano 1987. Inoltre: G.Pozzi - R.Cadario, STORIA DELL'ORGANO DI CARAVATE, Caravate 1988; oltre alla storia dell'organo di Caravate ( posato da Franzetti Giovanni e Figli nel 1849) vi si trova la biografia dei due organari gemoniesi ricostruita attraverso le carte d'archivio di Gemonio, Caravate e Brenta. Dopo questa pubblicazione, chi scrive queste note ha approfondito la ricerca anagrafica dei figli dell'organaro Franzetti, tramite consulto delle carte dell'Archivio di Stato di Verbania, riuscendo però a trovare solo alcune date circa i figli dell'organaro Franzetti. Di queste ulteriori date, non citate nel libro di Caravate, si da qui riscontro. 59 Tutte queste note biografie, sia relative a Fedinando Arioli che a Giovanni Franzetti, sono state ampiamente documentate in: G.Pozzi-R.Cadario, STORIA DELL'ORGANO DI CARAVATE, Caravate 1988, Pagg. 10 - 19 60 I suoi genitori risultano morti, il padre nel 1816 e la madre prima del 1825. E' notorio che in Lombardia il capofamiglia è chiamato con il nome di "Resgiou" oppure "Regio'". 61 ASMi, Cart. CULTO P.M. 750/Cassano; cfr. G.Pozzi, S.Peregalli, V.Arrigoni, CRONOLOGIA, in CASSANO, FERRERA DI VARESE E RANCIO VALCUVIA, 2004 62 Nel 1852, il solo Franzetti, ritorna a metter mano a quell'organo per un riordino ed una pulizia generale; lascia allora un cartellino con la scritta: " Giovanni Franzetti e Figli, fabbricatori d'organi in Intra, 1852". 63 L'attribuzione dell'organo è recente; lo si deve agli studi di M.Manzin, sovrintendente agli organi storici della Lombardia ed a M.Isabella, studioso di organaria che ne hanno poi scritto in un loro libro, IL RESTAURO DELL'ORGANO ARIOLI E FRANZETTI (1833) IN S.ABBONDIO DI CUNARDO, Milano 1987. 64 G.POZZI; L'ANTICA PARROCCHIALE DEI SS. QUIRICO E GIOLITTA IN BRENTA VALCUVIA, Varese 1982 65 Lo troviamo ad esempio a Rogolo in Valtellina, nel 1858, a restaurare insieme al varesino Luigi Mentasti l'organo costruito nel 1629 da Giovanni Rogantino di Morbegno; notizia in D.Sosio, CINQUE SECOLI DI ARTE ORGANARIA IN VALTELLINA E VALCHIAVENNA, Sondrio 1981. 66 G.Pozzi, R.Cadario, STORIA DELL'ORGANO DI CARAVATE, Caravate 1988. 67 Dal censimento del 1973 degli organi della Diocesi di Novara di Don Giuseppe Agazzini, per una tesi per il Pontificio Istituto Ambrosiano di Musica Sacra di Milano. Tesi non pubblicata ma ripresa da M. Manzin, LA TRADIZIONE ORGANARIA NEL TERRITORIO VARESINO, Gavirate 1987, Pagg. 102 - 106. Secondo il concertista Paolo Crivellaro di Arona, incaricato del censimento degli antichi organi piemontesi dalla soprintendenza di Torino, gli organi Franzetti in Piemonte sono oltre un centinaio, molti di più di quelli censiti da Don G.Agazzini;notizia avuta dallo stesso Crivellaro la sera del 1 ottobre 1988, a Caravate, in occasione del concerto polifonico e della presentazione dell'opuscolo di G.Pozzi e R.Cadario sulla storia dell'organo Franzetti di Caravate. 68 M. Manzin, LA TRADIZIONE ORGANARIA NEL TERRITORIO VARESINO, Gavirate 1987, pag. 105 69 Consultabile in Biblioteca comunale di Gemonio, Fondo Augusta Gallieni. 26