OGGETTO: erogazione del contributo

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OGGETTO: erogazione del contributo
OGGETTO: APPROVAZIONE “PIANO COMMERCIALE
SOMMINISTRAZIONE DI ALIMENTI E BEVANDE”.
COMUNALE
DEGLI
ESERCIZI
DI
IL CONSIGLIO COMUNALE
Premesso che le recenti riforme amministrative hanno imposto la rilettura del complesso normativo di
competenza dell’Amministrazione locale anche alla luce dei nuovi principi di liberalizzazione e
semplificazione di derivazione comunitaria;
Considerato in particolare che con l’approvazione del D.L. 4 luglio 2006 n.223 “Disposizioni urgenti
per il rilancio economico e sociale, per il contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica,
nonché interventi in materia di entrate e di contrasto all’evasione fiscale”, e della L. 4 agosto 2006
n.248 “Conversione del D.L. 4 luglio 2006 n. 223 – Disposizioni urgenti per il rilancio economico e
sociale, per il contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica, nonché interventi in materia di
entrate e di contrasto all’evasione fiscale”, vengono introdotte disposizioni e principi di carattere
innovativo fondate sulla liberalizzazione delle attività economiche mediante l’eliminazione di contingenti
numerici, delle distanze ed altri elementi che siano di ostacolo al libero svolgere della concorrenza fra le
imprese;
Rilevato, pertanto, che in ottemperanza a quanto disposto dalla L. 4 agosto 2006 n.248, in materia di
liberalizzazioni delle autorizzazioni per gli esercizi di somministrazioni di alimenti e bevande, non è più
possibile definire limiti quantitativi;
Ritenuto, quindi, che nel rilascio delle autorizzazioni per l’attività di somministrazione al pubblico di
alimenti e bevande occorre superare il vecchio sistema della creazione di barriere di accesso al mercato
per le attività produttive di beni e servizi, in relazione all’improrogabile esigenza di rafforzare la libertà
di scelta del cittadino consumatore e la promozione di assetti di mercato maggiormente concorrenziali,
anche al fine di favorire il rilancio dell’economia e dell’occupazione, per mezzo la liberalizzazione di
attività imprenditoriali e la creazione di nuovi posti di lavoro;
Atteso che l’Amministrazione comunale intende favorire lo sviluppo economico del territorio comunale,
anche tramite l’apertura e la qualificazione degli esercizi della somministrazione di alimenti e bevande,
nonché di consentire l’ingresso di una nuova imprenditorialità che permetta di superare questi tempi di
incertezza;
Considerato che la programmazione regionale ha l’obiettivo di assicurare una pregevole produttività
del sistema e della qualità dei servizi da offrire al consumatore, la libera concorrenza, la compatibilità
con il territorio e l’ambiente dell’insediamento di attività commerciali, con la riqualificazione del tessuto
urbano, la salvaguardia ed il rilancio dei centri storici consentendo quindi di evitare l’allontanamento
delle attività commerciali;
Premesso:
- che con la Deliberazione del Consiglio Comunale n. 33 in data 13.06.2006 era stata approvata la
“Regolamentazione dei criteri per il rilascio di autorizzazioni alla somministrazione di alimenti e
bevande (L. 25 agosto 1991 n. 287) – Disciplina transitoria”, in materia di rilascio delle autorizzazioni
dei pubblici esercizi della somministrazione di alimenti e bevande in attesa dell’entrata in vigore della
regolamentazione regionale;
- che la L.R. 2 gennaio 2007 n.1 – “Testo Unico in materia di commercio”, all’art. 55, comma 2,
prevede che il Comune, entro centottanta giorni dall’emanazione della programmazione commerciale
ed urbanistica di cui all’art.3, adotti un piano (programmazione) contenente i criteri relativi al rilascio
delle nuove autorizzazioni ed ai trasferimenti di sede, e che il termine di scadenza dell’adozione del
Piano è stato ulteriormente spostato con la successiva L.R. n. 42 del 24.11.2008 sino al 25 marzo
2009;
- che la Regione Liguria, con la deliberazione del Consiglio Regionale n. 5 del 27.02.2008 “Indirizzi e
criteri per la somministrazione di alimenti e bevande”, in attuazione della L.R. 2 gennaio 2007 n.1, ha
emanato gli orientamenti ed i criteri programmatori per regolamentare a livello comunale le attività di
somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, adottato attraverso forme di consultazione e di
confronto con le organizzazioni maggiormente rappresentative delle imprese del settore, delle
organizzazioni del consumatore e delle organizzazioni sindacali;
Dato atto che la richiamata delibera del Consiglio Regionale n.5 del 27.02.2008 ha disposto che il
Piano Comunale per le attività di somministrazione al pubblico debba contenere criteri per:
a) il rilascio delle autorizzazioni degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande;
b) il trasferimento di sede;
c) l’individuazione di fasce orarie di apertura nel rispetto al dispositivo dell’art.116 del T.U.C.;
d) disciplina per l’esercizio dell’attività di somministrazione effettuata in forma stagionale;
e) la salvaguardia delle aree di cui all’art. 26, c. 2, lettera c) del T.U.C., con specifico nesso i valori
sull’impatto la presenza di definite attività di somministrazione nonché di divieti, vincoli o regole
per l'insediamento o lo spostamento delle attività in centri di valore storico, artistico ed
ambientale;
f) la crescita dell'attività di somministrazione per favorire il turismo, le produzioni tipiche locali;
Richiamati gli artt. 54 e 55 della citata L.R. 2 gennaio 2007 n.1 che demandano ai Comuni di stabilire
i criteri per il rilascio delle autorizzazioni degli esercizi di somministrazione al pubblico di alimenti e
bevande e di provvedere all'adozione del piano con il quale siano determinati i criteri relativi al rilascio
delle nuove autorizzazioni e di quelli relativi al trasferimento di sede delle attività, nonché i criteri
riguardanti le fasce orarie di apertura obbligatoria;
Visto, altresì, che l’art. 52 della L.R. 2 gennaio 2007 n.1 “Testo unico in materia di commercio”
ridefinisce i pubblici esercizi come esercizi di somministrazione di alimenti e bevande costituiti da
un’unica tipologia così definita: esercizi per la somministrazione di alimenti e bevande comprese quelle
alcoliche di qualsiasi gradazione;
Considerato necessario, quindi, dotarsi di una programmazione in materia per le nuove aperture ed i
trasferimenti dei pubblici esercizi, basata sulla determinazione di soli criteri qualitativi;
Preso atto che dall’accertamento degli effetti sul territorio comunale disposti con la L. R. 2 gennaio
2007 n.1 è emerso di approvare quanto era già disciplinato nella pianificazione commerciale transitoria
in precedenza adottata, ed esplicitamente:
che nell’area commerciale Zona “MARE”, indicata nella perimetrazione, sia inibito l’avviamento di
nuovi pubblici esercizi nonché il trasferimento di attività dall’altra zona commerciale (Zona
“RESTO DEL TERRITORIO”) del Comune, in modo da soddisfare le esigenze in precedenza
definite, in particolare per assicurare un equilibrato sviluppo senza effetti controproducenti alla
rete esistente;
che i trasferimenti all’interno della zona suindicata (Zona “MARE”) e nel resto del territorio (Zona
“RESTO DEL TERRITORIO”) delle attività attualmente autorizzate, siano sempre ammessi: fatto
salvo il rispetto della norma igienico sanitaria e delle norme urbanistiche/edilizie;
che siano fatti salvi i diritti acquisiti degli esercizi che già svolgono attività alla data di
approvazione della regolamentazione predisposta;
Ritenuto, di conseguenza, di proporre la seguente zonizzazione del territorio comunale come risultante
dalla planimetria relativa:
 zona “MARE”
 zona “RESTO DEL TERRITORIO”
allegata al presente atto (Allegato C) di cui forma parte integrante e sostanziale;
Dato atto che è stata favorevolmente effettuata la consultazione prevista dall’art. 55, 2° comma, della
L. R. 2 gennaio 2007 n. 1, con i rappresentanti delle associazioni dei pubblici esercizi maggiormente
rappresentative a livello regionale, delle organizzazioni sindacali dei lavoratori del settore, delle
associazioni dei consumatori e degli utenti e con la Camera di Commercio, Industria, Artigianato ed
Agricoltura;
Ritenuto che, per meglio valutare gli effetti derivanti dall’adozione del presente provvedimento, sia
opportuno differire l’individuazione delle fasce orarie di apertura obbligatoria degli esercizi pubblici della
somministrazione di alimenti e bevande con l'adozione di specifici atti successivi;
Dato atto, inoltre, che dal presente provvedimento non deriva onere finanziario a carico del Bilancio
Comunale;
Vista la L. R. 2 gennaio 2007 n.1 ed in particolare il Capo VI in materia di somministrazione alimenti e
bevande;
Richiamata la deliberazione di Consiglio Regionale n.5 del 27/02/2008 recante indirizzi e criteri per la
somministrazione di alimenti e bevande;
Ritenuto necessario approvare il Piano per la somministrazione di alimenti e bevande per il Comune di
Camogli;
Sentiti gli interventi:
Assessore Agostino Revello: "Come dice il titolo della delibera si tratta di approvare il piano
commerciale degli esercizi di alimenti e bevande principalmente.
Questo piano commerciale ha subito tutta una trafila: prima per la sua attuazione, poi le varie
associazioni hanno potuto consultarlo, ed infine lo hanno consultato le commissioni consiliari. Da parte
di tutti c'è stata l'approvazione del suo contenuto.
Il contenuto sostanzialmente tiene conto non più della parametrazione dei numeri degli esercizi, ma
della qualità, del criterio di qualità degli esercizi.
Seguendo poi la direttiva regionale, che dava l'indicazione in tale senso, a Camogli si è deciso di, si
sarebbe deciso di dividere il territorio in due zone: zona “A” e zona “B”.
La zona “A” sostanzialmente è la zona mare;
la zona “B” è il resto del territorio, sarebbe tutto il resto del territorio.
Questa divisione diciamo riguarda principalmente, come dicevo prima, i criteri di qualità, quindi:
metratura delle superfici delle attività;
poi riguarda diciamo il discorso dell'insonorizzazione dei locali;
delle canne fumarie, (per quanto riguarda le attività di ristorazione obbligatoria, non più solo i vari
filtri che creano problemi sia ai residenti che all'attività circostanti);
poi si è tenuto conto dei criteri di professionalità;
dei prodotti tipici del territorio, cosa che la Regione caldeggiava.
In sostanza quindi si è cercato di fare un lavoro ben fatto sul criterio della qualità. Diciamo che penso
che sia riuscito un buon prodotto, e questo ha seguito un discorso andato avanti anche parecchi mesi
perché abbiamo cercato di tenere conto delle varie esigenze, e soprattutto tener conto dei criteri che
appunto la Regione dava. Soprattutto si voleva favorire lo sviluppo economico del territorio comunale
tramite l'apertura e la qualificazione degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande in modo
totale.
Poi, seguendo le indicazioni della Regione, dobbiamo contenere i criteri per:
-
il rilascio delle autorizzazioni per l'esercizio della somministrazione di alimenti e bevande;
trasferimenti di sede, individuazione di fasce orarie di apertura di rispetto ai dispositivi;
disciplina delle attività di somministrazione effettuate in forma stagionale;
salvaguardia delle aree;
crescita delle attività di somministrazione per favorire il turismo e la produzione tipica locale.
Questo è tutto. Grazie".
A questo punto esce l'Assessore Maggioni Giuseppe:
Presenti n. 14 Consiglieri;
Assenti n. 3 Consiglieri (Maggioni Giuseppe, Fontana Alessia, Bozzo Antonio).
Presidente del Consiglio Vito Gedda: "Ci sono interventi? Prego Consigliere Bozzo Agostino".
Consigliere Agostino Bozzo: "Grazie. L’abbiamo, giustamente come diceva l'Assessore, è stato
seguito in due sedute di Commissione dettagliatamente. Da parte mia, che rappresentavo la Minoranza,
ho fatto qualche piccola eccezione.
Solo due cose:
una non riguarda la distribuzione delle bevande, e lo ripeto in Aula come l'ho ripetuto in Commissione,
così ne prendiamo atto: ci sono tante attività, specialmente nel periodo estivo, che insomma una salamostre mi diventa un negozio, e quindi lascia un po' a desiderare il fatto. Ci vuole un maggior controllo
prima di tutto.
Poi un'altra osservazione che può riguardare sempre la distribuzione e che ne abbiamo preso atto in
questo mese di novembre: c'è una programmazione “selvaggia” delle ferie da parte delle attività
commerciali. Dico: “nel mese si fa poco, chiudiamo tutti”, e questo è un discorso che non va, non può
essere accettato. Le ferie si capisce che non si fanno nel mese di agosto per un'attività commerciale,
ma chiusure così generalizzate di certi quartieri, di certi generi, è un'osservazione che va fatta in un
piano da parte di un'Amministrazione che segue, perché non si può che non c'è una programmazione,
come se fossero “compartimenti stagni” che non si parlano tra di loro. Non possono chiudere tre bar di
fila, o tre panifici, od altri generi, insomma in modo generalizzato senza concordare un pò il periodo
delle ferie tra aperture e chiusure. Quindi da parte dell'Amministrazione ci vuole un maggiore controllo
di queste cose".
Presidente del Consiglio Vito Gedda: "Altri interventi? Prego Consigliere Leali Rizzi".
Consigliere Fortunata Leali Rizzi: "Ho apprezzato il lavoro della Commissione. Ho visto che appunto
hanno lavorato molto per rielaborare questi parametri qualitativi che fino ad oggi tra l'altro sono stati
molto, molto trascurati devo dire nei nostri esercizi, soprattutto quelli che riguardano il rispetto della
qualità della vita come fumi, odori, rumori ecc., requisiti sanitari, gli orari, adesso chiusure dei
ristoranti, dei bar in un lungo percorso e così via.
Ho visto che ci sono anche delle indicazioni riguardo all'inquinamento acustico. Ad esempio si cercherà
– spero - di limitarlo insonorizzando il locale che lavora nelle ore notturne ed è adiacente alle case
private.
Ci sono però alcune osservazioni, che non so se le vorranno recepire, comunque io cercherò di
illustrarle. Intanto le zone, sono previste due zone: una la passeggiata a mare, e l'altra tutto il resto
del mondo, del paese. A me è sembrato una cosa non coerente con le nostre esigenze, perché capite
equiparare un esercizio di via della Repubblica, di Piazza Schiaffino, Piazza del Teatro, di via XX
Settembre, con un locale che sta in via Bana, oppure in via Molfino, via Aurelia ecc., mi è sembrato non
corretto. Insomma i requisiti che deve avere un locale in via della Repubblica, in Piazza del Teatro, in
via XX Settembre, possono essere certamente diversi da quelli che si trovano in zone molto periferiche.
Equiparare tutte queste zone non mi è sembrato giusto, mi sembrava invece più corretto mettere tre
zone: una la passeggiata a mare come zona di eccellenza; un'altra appunto che comprendesse le zone
che ho citato, che sono comunque di pregio, come la nostra via della Repubblica o via XX Settembre; e
poi riunire in un'altra categoria gli altri esercizi al di fuori di queste zone, quindi molto periferici tra
l'altro, che hanno orari un po' meno vincolanti, che spesso chiudono per lunghi periodi (io tre giorni fa
sono stata a Punta Chiappa, ed è tutto chiuso da “Drin”sino alla punta estrema di Punta Chiappa; non
si può prendere neppure un caffè, eppure c'era tantissima gente). E così via, insomma potrei citare
tanti esempi ci sono delle zone veramente dove ci sono difficoltà nella ristorazione e nel settore dei bar.
Quindi secondo me tre zone erano più corrette, sarebbe stato un piano più efficiente diviso in tre zone.
Un'altra cosa: si prevede il controllo dei requisiti ogni quattro anni e magari anche a campione. Ora,
considerato che i nostri esercizi di ristorazione e bar non sono poi numerosissimi, farlo ogni quattro
anni ed a campione mi sembra veramente diluire questi controlli in un tempo smisurato. Forse sarebbe
bene effettuare dei controlli ravvicinati, tanto più che ci sono tante trasgressioni. Voi lo sapete che ci
sono proprio parecchie lamentele tutte le estati ecc. Quindi fare dei controlli però più ravvicinati ed a
tutti gli esercizi possibilmente.
Poi, dunque, riguardo i servizi igienici purtroppo noi di servizi igienici pubblici non ne abbiamo. Ora, per
consentire che tutti i bar, i ristoranti, che non li hanno, i ristoranti penso che li abbiano tutti, ma i bar
che non li hanno, che non li mettono a disposizione del pubblico, a continuare così non mi sembra
corretto. Magari si può dare un tempo perché si adeguino, perché realizzino questo servizio, però lo
devono realizzare secondo me.
Un'altra cosa riguarda il punteggio: al punteggio, secondo me, ci sono delle incongruenze. Ad esempio
si attribuiscono tre punti a chi fa un piccolo corso di perfezionamento, così come a chi conosce una
lingua straniera. Secondo me invece c'è una grossissima differenza, non può essere tre punti per uno
che parla correntemente l'inglese, ed invece tre punti per chi ha fatto un corso di tre giorni - che so io per specializzarsi in qualche cosa. Non c'è equilibrio secondo me su queste attribuzioni.
Poi, per quanto riguarda i disabili: effettivamente a Camogli già è difficilissimo circolare per un disabile.
Vi dico che già qualche volta mi è venuta la tentazione di farmi prestare una carrozzella, partire da
Lazza e provare a fare il giro del paese, forse una volta o l'altra lo farò, sarebbe veramente una cosa
drammatica credo. Che ci siano poi i disservizi, ad esempio gli igienici dei disabili almeno in qualche
esercizio pubblico, visto che non ce ne sono nei nostri servizi igienici, insomma sarebbe opportuno.
Ecco, invece una cosa che mi ha fatto rabbrividire è che si dia un punteggio a chi ha una sala per
disabili, come se i disabili si dovessero tenere in una sala appartata. Questo a me sembra veramente
che si debbano nascondere, che si debbano nascondere i disabili. Perché non possono pranzare insieme
a tutti gli altri? Nelle sale di tutti gli altri? E’ previsto proprio un punteggio per gli esercizi che hanno
una sala specifica. A parte il fatto che noi abbiamo locali talmente piccoli, però è il principio che non mi
sembra corretto ecco, che si debbano mettere da una parte oppure gli si debba dare una sala -poi le
dico semmai anche dove è, in quale pagina è -.
Un'altra cosa che non mi è piaciuta devo dire, che si dà grande importanza al fatto che un locale abbia
dei camerieri in divisa, del personale in divisa. Io ritengo che più della divisa andrebbero curati e
premiati i buoni modi, considerato che a Camogli si dice che siamo “orsi”, che siamo sgarbati, che
trattiamo con sufficienza chi viene come per dire proprio “se tu te ne stessi a casa sarebbe meglio!”,
premiare la divisa mi sembra il premiare una cosa insomma ecco, non so, non è un criterio, ecco
meglio semmai premiare la cortesia, l'accoglienza, la disponibilità, altre cose più che come uno si veste.
Mi pare che vi interessi sapere esattamente dov'è, ecco:
“Accessibilità. Accessibilità ai disabili ad una sala destinata alla somministrazione di alimenti e ad almeno
un servizio igienico”.
Così l'ho capita.
Un'altra cosa, a proposito di capire: io eviterei regolamenti che devono essere interpretati insomma da
un ristoratore che sarà preparato nel suo lavoro, ma certamente non conosce ecco i termini
strettamente giuridici, termini specialistici tipo “statuizione”, ad esempio c'è ad un certo punto
“statuizione”. Ci sono dei sinonimi che sono molto più semplici, perché un barista, non so,dice “cos’è
sta statuizione? vado a prendere il vocabolario”. L'indicazione dovrebbe essere un sinonimo, penso.
Insomma evitare questi termini che possono essere ridondanti, magari piacciono, così sono un po'
strani, sono tipici in questo caso del linguaggio giuridico, di una norma, ecco. Quindi credo che questa
cosa proprio sia riferita a quello che stavo dicendo io, non so, ho interpretato male? Questa frase?.
Ecco, poi la conoscenza delle lingue l'ho detta, mi pare di avere detto quasi tutto.
Poi c'è ad esempio l'articolo che vieta che l'area esterna di un bar o di un ristorante sia al di là della
strada pubblica. Ci sono stati in passato degli scontri che sono rimasti famosi, come quelli dell'Avvocato
De Gregori con un cameriere che trasportava le lasagne: effettivamente attraversare la strada a parte,
per questioni igieniche, ma attraversare con quei piatti la strada pubblica sia in via Garibaldi sia in via
della Repubblica non credo che sia opportuno. Bisognerebbe trovare spazi adiacenti come si dice qua, è
scritto qua! è scritto qua che non si devono usare i locali al di fuori, al di là della strada!”.
Presidente del Consiglio Vito Gedda: "Dobbiamo parlare uno per volta, altrimenti non si capisce. No
Consigliere, non stiamo facendo una conferenza, non va bene, prego”.
Consigliere Fortunata Leali Rizzi: "Ho finito”.
Presidente del Consiglio Vito Gedda: “Interventi? Prego Consigliere Canevello".
Consigliere Aldo Canevello: "Sì, grazie Presidente. L'impressione che ho avuto è stata che questo sia
un piano di cui intanto il Comune aveva bisogno, non c'è dubbio, e che ci si sia stato un lavoro di
confronto con le categorie, e questa sicuramente è una cosa positiva.
C'è voluto un po' di tempo, perché la Legge regionale è del 2007 quindi, insomma, è stato “un parto”
abbastanza lungo, però io spero che sia di utilità per tutti.
Ripiglio due osservazioni che ha fatto il Consigliere Leali, perché secondo me sono giuste. Quella legata
alla competenza linguistica degli operatori, perché il livello di Camogli è “agghiacciante” - non riesco a
trovare altre parole -: c’è un livello di conoscenza delle lingue che è “drammatico”, secondo me, e si
incrocia con le questioni invece che sono legate alla cortesia, perciò un atteggiamento che secondo me
non è molto ospitale, attrattivo, diciamo così. Quindi ora non so come possa essere formalizzata, ma
nella parte in cui si discute di punteggi nelle assegnazioni, credo che queste due componenti
dovrebbero avere più evidenza, perché sono, secondo me, determinanti per fare un buon turismo,
perché quelle di ordine qualitativo di per sé sono le prescrizioni che prevede il piano, quindi ci si
conformerà d'obbligo. Ma la competenza linguistica e la cortesia è già un po' più complessa. Quindi
credo che sarebbe giusto modificare il punteggio in questa direzione.
L'altra invece, questa è una cosa un po' più particolare, cioè nell'articolo 17, quando si parla di
Consumo sul posto”, io penso che sarebbe una cosa buona far sì che chi fa commercio, o comunque chi
somministra in questo caso prodotti alimentari, ci fosse una indicazione di riduzione degli imballi.
L'imballaggio, cioè quando si dà un pezzo di, adesso mi scappa da ridere perché stiamo facendo
l’esempio del pezzo di pizza, e l'Assessore produce anche la pizza, comunque la sostanza è quella,
comunque quando si dà un qualcosa, un camogliese, qualcosa, c'è una quantità di imballo significativa.
Allora penso che sarebbe giusto proprio indicare nel piano che è un livello di attenzione alta, secondo
me, rispetto ad altri tipi di impatti che sono quelli ambientali e sulla gestione dei rifiuti, che ci fosse una
modalità appunto di somministrazione che tendesse alla riduzione degli imballaggi perché è
contraddittorio con quello che invece in qualche modo prevede la norma igienico-sanitaria: in un pezzo
ci deve essere il " coso ", deve essere chiuso, ecc. Insomma, ci sono moltissimi imballi che forse
potrebbero essere evitati. Questo, secondo me, è una cosa che qualificherebbe anche piano: mettere
attenzione non solo sull'aspetto dell'erogazione del prodotto alimentare, ma anche su tutto ciò che ne
consegue. Grazie".
Presidente del Consiglio Vito Gedda: "Altri interventi? Prego Consigliere Camozzi".
Consigliere Giovanni Camozzi: "Io sono mancato 40 anni da Camogli, ho girato tutto il mondo e
stasera mi stupisco di sentire queste cose. Io pensavo che la cortesia, il piacere di servire l'ospite per
gli esercizi pubblici fosse una cosa ormai acquisita, ed invece vedo che c'è stato bisogno di un
regolamento per cercare di migliorare questi servizi. Questo mi lascia perplesso. Io non ho vissuto
solamente in posti dove la cortesia, la gentilezza, il servizio erano all'ordine del giorno. Io ho vissuto
molto spesso in Africa e quindi il servizio, la cortesia no, la cortesia anche in questi popoli c'è
moltissimo, ma il servizio ed il modo di pensare all'igiene è completamente differente dal nostro
sistema. Invece nei paesi nordici insieme all'igiene c'è questa innata cortesia che si trova in modo
inequivocabile, e mi spiace che noi dobbiamo mettere in atto una serie di regolamenti su questi
comportamenti. Io, a questo punto, sentendo queste cose debbo dire che veramente, per essere un
paese che dovrà ospitare sempre più gente, dovrà cercare, ma molto rapidamente, di diventare un
paese veramente accogliente, perché se no perdiamo la nostra ricchezza. La nostra ricchezza è proprio
data da: più gentilezza e più accoglienza c'è, più otterremo una clientela molto più adeguata, e quindi
non solo le persone che vengono col treno a sfruttare la spiaggia a non passare attraverso i ristoranti,
troveremmo anche la clientela che sempre più può essere economicamente valida per il nostro paese.
Grazie".
Presidente del Consiglio Vito Gedda: "Altri interventi? Prego Assessore Revello".
Assessore Agostino Revello: "Forse sul regolamento sono stato troppo sbrigativo quando ne ha
parlato per grandi linee nella presentazione. Dovevo essere più preciso perché forse non si è capito
qualcosa.
Intanto per il discorso delle ferie, a cui faceva riferimento Bozzo, per gli orari chiaramente sul
regolamento non si possono mettere, cioè sarebbe bene non mettere né il discorso ferie né il discorso
orari, perché si possono cambiare poi nell'arco del tempo e quindi bisognerebbe cambiare un
regolamento, invece si fa una ordinanza ed in quella si inserisce questo tipo di discorso. Sono d'accordo
con Bozzo che purtroppo il fenomeno delle ferie “selvagge” o quant'altro è negativo per il paese e per
la categoria commerciale, perché è un danno per tutti: è un danno per il paese ed è un danno per i
commercianti. Quindi bisognerebbe arrivare a programmarle veramente.
Per quanto riguarda poi il discorso delle gallerie, quelle che diventano negozio: già in precedenza in
Commissione avevo detto a Bozzo che saranno oggetto di un prossimo regolamento
proprio
“commerciale”, non questo che più che altro è un regolamento per i pubblici esercizi e dei negozi di
vicinato.
E’ invece importante quanto diceva Canevello relativamente ai negozi di vicinato: è mia intenzione forse in questo momento è un po' fuori luogo -, intraprendere un’attività di riduzione degli imballaggi e
l'introduzione delle borsine di plastica, delle borsine di “Mater B” o di carta, proprio per eliminare lo
spreco di sacchetti che ci sono tuttora in giro, anche perché la gente purtroppo nei negozi il sacchetto
lo chiede sempre, per abitudine, e quindi bisogna eliminarlo perché si crea del danno in giro.
Poi per quanto riguarda il discorso dell'attività di vicinato, è stata introdotta una importante novità,
suggerita questa proprio da un confronto con le categorie. Ci è stato suggerito di prevedere i servizi
igienici anche per le attività di gastronomia o focacceria di nuovo impianto. Questo significa che le
nuove attività che andranno ad impiantarsi, o di focacceria, o di nuova gastronomia, regolarmente
autorizzate con una domanda fatta in Comune, anche a livello di somministrazione, non di
somministrazione di bevande, ma solo di alimenti, con un materiale monouso, ecc. dovranno essere
dotati di servizio igienico anche perché purtroppo lamentele per i servizi igienici ne abbiamo spesso, ed
i bar da soli diciamo che subiscono la concorrenza sleale da parte degli altri. Quindi noi abbiamo
introdotto questa novità.
Per quanto riguarda la divisione in due zone di Camogli, non è una divisione fatta così, “a casaccio”, è
fatta su dati certi nel senso che nella zona a mare ci sono 35 attività, nel resto del territorio ci sono 35
attività attualmente.
Poi, il caso che citava la Dott.ssa Leali, di Punta Chiappa e di San Fruttuoso, sono attività stagionali e
quindi sono ancora un'altra branchia del regolamento.
Poi, per quanto riguarda l'accessibilità ai disabili si riferiva, cioè è solo l’accesso alla sala dove ci sono
tutti, non è che ci sia una sala solo per i disabili, è quello che si intende. Nessuno pensa lontanamente
di creare delle disparità tra disabili ed altri.
Poi non c'è altro, almeno per quanto mi riguarda. Grazie".
Presidente del Consiglio Vito Gedda: "Ci sono interventi? Passiamo alle dichiarazioni di voto. Ci
sono dichiarazioni di voto? Prego Consigliere Leali Rizzi".
Consigliere Fortunata Leali Rizzi: "Io ho letto che 35 sono quelli della zona mare e 35 sono gli altri,
ma negli altri 35 sono inseriti anche quelli di San Fruttuoso, anche quelli stagionali, quelli di Punta
Chiappa, quindi non fanno una categoria a sé: sono inseriti nei 35 del “resto del mondo”. Allora
conveniva fare una divisione un pochino più specifica.
Per quanto riguarda la faccenda dei disabili, c'è scritto qua:
“Accessibilità ai disabili ad una sala destinata alla somministrazione … “.
Sembra che non ci sia l'accessibilità.
Forse voi volete dire: “Accessibilità dei disabili al locale, al locale o alla sala comune?”. Invece qui
sembra che sia in tutto il ristorante una sala solo per loro, o comunque anche per chi ci vuole andare,
però solo una sala attrezzata in modo che siano lì convogliati. È questo, probabilmente è stata
formulata male ....".
A questo punto un Consigliere interviene senza attivare il microfono, pertanto non può essere riportato
l'intervento.
Presidente del Consiglio Vito Gedda: "Scusi Consigliere, facciamo finire poi interviene lei, mi scusi".
Consigliere Fortunata Leali Rizzi: "E poi mi pare va bene per il resto".
Presidente del Consiglio Vito Gedda: "Quindi però non abbiamo capito il suo voto com'è".
Consigliere Fortunata Leali Rizzi: "Sostanzialmente favorevole".
Presidente del Consiglio Vito Gedda: "Va bene, perfetto. Voleva intervenire Consigliere Ferrari?
Prego".
Consigliere Silvio Ferrari: "Dicevo presidente lei giustamente disciplina e quindi ha ragione a
richiamarci a non sovrapporci. Mi sembra che è bene recepire i contributi da qualunque parte
provengano. A me sembra che l'espressione appunto "ad una sala" è proprio quella che genera
equivoco. Basta dire "accessibilità ai disabili alla somministrazione di alimenti e ad almeno un servizio
igienico" è proprio questo che evita l'equivoco, perché se tu ci metti che vanno “ad una sala” questo sì
che genera equivoco. Quindi io penso che la dizione vada proprio cancellata:
"Accessibilità ai disabili alla somministrazione di alimenti"
questo sì che significa quello che si vuole ottenere ed evita l’equivoco.
Quindi io penso che vada raccolta questa cosa, poi non stiamo a formalizzare, vi prego di raccoglierla”.
Presidente del Consiglio Vito Gedda: "Vi prego…".
Consigliere Silvio Ferrari: "Io ho fatto una proposta, se volete la formalizzo. Mi sembrava un modo
per contribuire a non scrivere una cosa che può generare un equivoco. Ci siamo?".
Presidente del Consiglio Vito Gedda: "Allora, io le chiederei gentilmente se la può scrivere, così la
facciamo come emendamento e la mettiamo in votazione".
Consigliere Silvio Ferrari: "Certo che la scrivo, nel senso che propongo la cassazione di quelle tre
parole: "ad una sala". Non so se vi sembra strano quello che dico".
Presidente del Consiglio Vito Gedda: "Se mi scrive due righe".
Consigliere Silvio Ferrari: "Ma sì, lo scrivo, lo scrivo".
Presidente del Consiglio Vito Gedda: "Nel frattempo ci sono altri interventi per dichiarazione di
voto? Prego Consigliere Camozzi".
Consigliere Giovanni Camozzi: "Il mio voto senza dubbio sarà favorevole perché certamente avete
fatto uno sforzo per produrre un documento di cui noi abbiamo bisogno, e certamente spero che possa
migliorare in futuro in modo da consentire ai nostri locali pubblici veramente di trovare gentilezza e
cortesia nel ricevimento degli ospiti".
Presidente del Consiglio Vito Gedda: "Grazie. Altri interventi per dichiarazioni di voto? Allora
aspettiamo un attimo la formalizzazione. Prego Consigliere".
A questo punto il Consigliere Silvio Ferrari legge e deposita agli atti un emendamento al “Piano
commerciale comunale degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande”.
Consigliere Silvio Ferrari: "Allora, io le lascio questo foglio dove c’è scritto:
"Signor Presidente,
propongo a pagina 38 del regolamento di cancellare la dizione:
" ad una sala "
lasciando intatto il resto.
Firma e data, “
(perché mi hanno detto che senza le date i documenti non sono validi)
Ecco, tutto qua".
Presidente del Consiglio Vito Gedda: "Allora, mettiamo in votazione se non ci sono altri interventi
per dichiarazione di voto. Ancora interventi per dichiarazione di voto? Prego Consigliere Canevello,
finiamo così gli interventi per dichiarazioni di voto, poi metteremo in votazione l'emendamento,
dopodiché metteremo in votazione la pratica complessiva".
Consigliere Aldo Canevello: "Grazie. Annuncio il voto favorevole a questo regolamento anche se non
ho avuto rassicurazioni, anzi non ci sono state proposte di modifiche sulla questione di punteggi né
sull'utilizzo, o meglio, sul più attenzione sull’utilizzo degli imballaggi durante la somministrazione.
Comunque il Gruppo “Cittadini per Camogli” voterà a favore del Piano. Grazie".
Presidente del Consiglio Vito Gedda: "Se non ci sono altri interventi mettiamo in votazione
l'emendamento. Prego il Dottor Monzù di leggerlo".
Segretario Comunale Dott. Ettore Monzù: "A pagina 38 del regolamento cancellare la dizione:
" ad una sala destinata "
lasciando intatto il resto".
Presidente del Consiglio Vito Gedda: "Chi è favorevole?... Omissis... ".
Si dà atto che il contenuto completo degli interventi è conservato agli atti del Comune su supporto
informatico.
A questo punto,
IL PRESIDENTE
Consigliere Vito Gedda, pone in votazione l'emendamento al “Piano commerciale comunale degli
esercizi di somministrazione di alimenti e bevande”, presentato dal Consigliere Silvio Ferrari e di
seguito riportato:
" Al Signor Presidente,
propongo a pagina 38 del regolamento di cancellare la dizione
" ad una sala destinata "
lasciando intatto il resto.
Firmato Silvio Ferrari
23 novembre 2009 "
Con voti unanimi legalmente espressi l’emendamento è approvato
Dopo di che
IL CONSIGLIO COMUNALE
Visto il D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267;
Visto lo Statuto Comunale;
Visto il parere favorevole del Responsabile del Servizio, ai sensi dell’art. 49 del D.Lgs. n. 267/2000, in
ordine alla regolarità tecnica;
Con voti unanimi legalmente espressi
DELIBERA
per le motivazioni esposte in premessa e con gli interventi e la votazione all’emendamento presentato
dal Cons. Silvio Ferrari che precedono:
1) di approvare il “Piano Commerciale Comunale degli esercizi di somministrazione di alimenti e
bevande – Normativa e criteri”, così come emendato, ai sensi dell’art. 55, coma 2, della L.R. 2 gennaio
2007 n. 1 “Testo Unico in materia di commercio”, costituito dai sottoindicati documenti facenti parte
integrale e sostanziale della presente deliberazione:
Relazione illustrativa
Normativa di piano
Planimetria di zonizzazione del territorio comunale
2) di provvedere all’assegnazione di eventuali nuove autorizzazioni per l’apertura di esercizi di
somministrazione di alimenti e bevande previa pubblicazione di apposito avviso pubblico, che aprirà i
termini per la presentazione delle relative domande;
3) di dare mandato ai competenti Uffici l’espletamento dei successivi e conseguenti atti amministrativi;
4) di dare atto che il Piano, avente sostanzialmente natura di regolamento, sarà ripubblicato per
ulteriori 15 giorni ai sensi dell’art.76, comma 6, dello Statuto Comunale.
Successivamente
IL CONSIGLIO COMUNALE
Accertata l’urgenza di provvedere in merito;
Con voti unanimi legalmente espressi
DELIBERA
di dichiarare la presente deliberazione immediatamente eseguibile ai sensi dell’articolo 134, comma 4,
del D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267.