TU SEI UN BENE PER ME - Associazione Italiana Centri Culturali
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TU SEI UN BENE PER ME - Associazione Italiana Centri Culturali
DOVE E COME INCONTRARE IL CENTRO CULTURALE IL VILLAGGIO Sede legale: Via Stuparich 7/a Udine tel 0432/530057 Segreteria operativa c/o No Profit Service Viale Venezia 281/a Udine tel/fax 0432/232961, lun 14.30 – 18.00, mar – ven 8.30 – 18.30 Il Villaggio ON-LINE Per tenerti aggiornato sulle nostre attività iscriviti a: [email protected] oppure spedisci una mail di richiesta a: [email protected] http://www.ilvillaggio.org/ COME ASSOCIARSI AL CENTRO CULTURALE IL VILLAGGIO Il Centro Culturale Il Villaggio cresce con il contributo di tutti. Invitiamo chiunque a iscriversi! Accedendo al sito www.ilvillaggio.org è possibile scaricare la scheda di iscrizione e i riferimenti di segreteria e bancari. Il pagamento può essere effettuato: - in contanti agli incontri e presso la segreteria organizzativa negli orari indicati; - a mezzo bonifico bancario utilizzando il seguente IBAN: IT38O0335901600100000011451 Banca Prossima Agenzia Milano intestato a Centro Culturale Il Villaggio – causale “Cognome Nome socio anno ….” TU SEI UN BENE PER ME INCONTRO, ACCOGLIENZA, POSSIBILITA’ DI CAMMINO COMUNE FRA ESPERIENZE DIVERSE ATTRAVERSO TESTIMONIANZE, DIALOGHI, ESPRESSIONE DRAMMATICA E MUSICA NOEL NOUVELET la novella del Natale, avvenimento di unità nella diversità, raccontata attraverso i canti dei popoli di tutta Europa Stiamo vivendo, qui e in tutto l’Occidente, un tempo in cui prevale un clima generale di insicurezza: insicurezza sul lavoro e sulle prospettive economiche, insicurezza sulle strutture fondamentali del nostro vivere sociale, dalla famiglia alla comunità locale, religiosa, politica a cui apparteniamo, insicurezza sulla nostra identità di popoli e sui fondamenti del nostro costruire, lottare, metterci assieme. In questo clima, stanno aumentando rapidamente le persone di altra cultura, lingua, etnia, religione che vivono fra noi: gli immigrati per lavoro, i rifugiati, le badanti… Siamo di fronte ad una sfida, e non è una sfida nuova: pensiamo ai lunghi secoli della fine dell’Impero Romano, in cui i “barbari” sono prima entrati a poco a poco nel mondo “civile” per poi nel tempo scardinarlo e iniziare un cambiamento che, attraverso i secoli, con incontri, costruzioni, distruzioni, esperienze di comunione e di sofferenza, hanno portato alla nostra Europa; pensiamo ai tanti nostri migranti che nell’America del Nord e del Sud o in Australia, attraverso fatiche, rischi, sofferenze, ma anche incontri, esperienze di accoglienza e di comunità solidale, sono diventati costruttori di quei paesi. Per questo ci sembra utile proporre un percorso, che non ha la pretesa di essere conclusivo ma semplice work in progress, che aiuti a mettere a fuoco e giudicare assieme ciò che nei fatti stiamo già vivendo: i problemi che emergono nell’arrivo fra noi di questi “estranei”, ma anche le esperienze di incontro, di integrazione, di scoperta della ricchezza che l’altro può portare con la sua presenza, la sua sensibilità, la sua cultura, il suo lavoro, il suo desiderio di compiere il proprio destino. In questo percorso ci sembra importante porre anche momenti in cui aiutarci a riflettere sui punti che dalla nostra esperienza, arte, cultura e storia sembrano emergere indicando una possibilità di incontro e di convivenza nella verità, nella libertà, nella reciproca “simpatia”. Natale: Gesù che nasce a Betlemme, Dio che si fa carne in uno sperduto paese della Palestina, che viene tra noi a darci quella Misericordia che non meritavamo, è uno di questi avvenimenti fecondi di incontro e di possibile unità. Popoli diversi, che vivono nella stessa piccola Europa, a volte collaborando altre volte combattendosi, di fronte al Natale, all’annuncio che Dio ha misericordia di noi e si fa uno di noi, rivelano di avere lo stesso cuore, le stesse domande profonde, lo stesso stupore per un avvenimento così imprevisto: diversi le lingue, i caratteri, le storie, i percorsi, ma identico il cuore colpito. E’ un’esperienza a cui guardare, mentre ci sembra che la ondata di chi arriva rischi di travolgerci, mentre siamo combattuti fra la pietà per chi è nel bisogno e il timore che l’altro sia un nemico, è un’esperienza in cui la provocazione di queste circostanze diventa domanda: tu sei un bene per me? Nelle canzoni di Natale dei vari popoli dell’Europa si percepisce l’imponenza di esperienza che questo evento ha generato e genera. Mettersi in ascolto di questi canti ci permette di immedesimarci nella ricchezza di toni, sentimenti, espressioni nati dal cuore di gente lontana da noi ma con cui il nostro cuore risuona: stare davanti al fatto del Natale, con tutta l’attesa di felicità e compimento che abita ogni uomo, mostra la strada di una possibile unità. “Nulla è così commovente come il fatto che Dio si sia fatto uomo per accompagnare con discrezione, con tenerezza e potenza il cammino faticoso di ognuno alla ricerca del proprio volto umano” (Luigi Giussani). Questo concerto è una tappa di un percorso più ampio che stiamo facendo per affrontare assieme la domanda “Tu sei un bene per me?”. Abbiamo cominciato ascoltando l’esperienza di missionario di don Claudio Snidero, sacerdote friulano parroco nella periferia di Buenos Aires; abbiamo continuato cercando le tracce di misericordia, di “tu sei un bene per me” che la vita della Chiesa ha lasciato nella periferia orientale di Udine, dal Medio Evo ai giorni nostri; continuiamo ora con questo concerto, in cui desideriamo lasciarci colpire dalla ricchezza e unità di voci diverse mosse dallo stupore per l’inimmaginabile avvenimento di Dio che si fa uomo. Continueremo poi questo cammino di esplorazione. In occasione della giornata del ricordo, ascoltando la “Missa Dalmatica” di von Suppé eseguita dal Coro di Ruda, potremo riguardare assieme l’imperfetta, ma reale esperienza di comunità di popoli nell’impero asburgico, il dramma dei conflitti fra questi popoli, di cui l’esodo dei giuliani è uno dei drammatici eventi, la nuova storia di vita e di convivenza che si è faticosamente aperta per chi ha dolorosamente dovuto lasciare tutto. Vi saranno poi testimonianze di migrazione, di incontro, di integrazione, con momenti di dibattito e lavoro sui problemi dei migranti e dell’integrazione, per arrivare ai punti di riflessione offerti da “La bellezza disarmata” testo di J. Carron che può aiutarci a cogliere i punti da cui ripartire di fronte alle sfide sempre nuove che siamo chiamati ad affrontare. Possa l’avvenimento del Natale del Signore illuminare il nostro cammino e dare forza e letizia ai nostri passi. Giorgio Lorenzon Origines Trio Marco Squicciarini chitarra Valentina Oriani voce Stefano Dall’Ora contrabbasso IL CONCERTO Il Natale e noi, oggi, dentro la sfida che l’altro è per me. Un fatto, un fatto semplicissimo ma ineludibile, e al tempo stesso il più grande paradosso: Dio lascia alle spalle la sua gloria per farsi racchiudere nell’umanità tenera e fragile di un bambino. Tutto inizia come una storia semplice, in un punto preciso dello spazio e del tempo. Eppure in quel punto irrompe una inaudita novità nella vita dell’uomo: un Essere nuovo entra nel mondo. La tenerezza e l’amore di Dio hanno voluto chinarsi sui limiti, sulle debolezze, sui peccati dell’uomo, “impastandosi” con le contraddizioni proprie della condizione umana. «Perché la debolezza divenisse forte la fortezza si è fatta debole» (S. Agostino). Perché è venuto? “Nulla è così commovente come il fatto che Dio si sia fatto uomo per accompagnare con discrezione, con tenerezza e potenza il cammino faticoso di ognuno alla ricerca del proprio volto umano” (Mons. Luigi Giussani). Il miracolo più grande era uno sguardo che rivelava l’uomo all’uomo, uno sguardo da cui non ci si poteva sottrarre. “Tu”: tutta la storia, dopo Gesù di Nazareth, invita a ripartire sempre dalla persona, dal suo cuore, da quell’intreccio di evidenze ed esigenze che muove tutti allo stesso modo. E infatti di fronte al Natale, a questo annuncio inimmaginabile, popoli diversi per lingua, carattere, storia e percorsi, hanno mostrato di avere lo stesso cuore, le stesse domande profonde di felicità e compimento, lo stesso stupore per un avvenimento così imprevisto. Perciò questo avvenimento costituisce un possibile fattore di percorso comune, fecondo di incontro e di amicizia e può essere riscoperto anche oggi come la strada per stare di fronte alla sfida così impellente che è l’incontro con l’altro, sia esso il migrante, sia esso il vicino di scrivania. Così è stato nella storia, così può accadere nuovamente per noi. Che bisogno abbiamo noi oggi del Dio bambino? “Ridicendoci chi siamo, di chi siamo e verso chi andiamo, cioè indicandoci le relazioni buone che ci costituiscono, il mistero del Natale di Cristo Signore ci apre la strada per quelle pratiche virtuose che solo ci permettono di condividere i bisogni, le fatiche e le solitudini degli altri e di collaborare alla costruzione della vita buona” (Card. Scola). La certezza della vita in ciò che ci è accaduto, la tenerezza del sentirsi presi da ciò che è avvenuto. Ecco perché festeggiare, e lo possiamo fare “in musica”, lieti della buona notizia. Tutti questi brani sono come scene ferme nella contemplazione di un fatto che accade e, pertanto, non c’è da aggiungere nulla, solo contemplare la salvezza che viene. Stupiti Lo guardarono Maria e Giuseppe, stupiti Lo contemplarono i pastori. Così gli uomini nella storia, e così noi oggi. Contemplarlo e al tempo stesso cantarlo a tutti: manifestare la gioia, la novità, la luce, il calore che questa Nascita ha portato. In questi canti il Natale è messo a tema e declinato attraverso le diverse modalità espressive dei popoli che li hanno originati, mostrando così la ricchezza e la bellezza del patrimonio nato dalla loro cultura e dalla loro storia. E poi, questo avvenimento è talmente “per tutti” da avere a che fare con tutti gli aspetti della vita. Questa caratteristica emerge continuamente da questi brani, poiché alla contemplazione della Nascita si aggiungono sempre aspetti e risvolti quotidiani, consueti, familiari. La routine quotidiana, pezzetto per pezzetto, viene redenta e tutta l’ampiezza della personalità dell’uomo è riassunta, salvata nell’istante, in questo istante, qualunque cosa faccia. Emanuele Greco e Serena Marchetti I TESTI DEI CANTI I TESTI DEI CANTI INFANT HOLY SANTO INFANTE Infant holy, infant lowly, For His bed a cattle stall. Oxen lowing, little knowing Christ, the babe is Lord of all. Swift are winging, angels singing Noels ringing, tidings bringing: Christ the babe is Lord of all. Santo infante, umile infante, una stalla come giaciglio. Il bue muggisce e non sa che Cristo è il Signore del creato. Volano le rondini, gli angeli cantano portando la buona novella: Cristo infante è Signore di tutto il creato. Flocks were sleeping, shepherds keeping Vigil till the morning new. Saw the glory, heard the story Tidings of a gospel true. Thus rejoicing, free from sorrow Praises voicing greet the morrow: Christ, the babe was born for you, Christ, the babe was born for you. Le greggi dormivano mentre i pastori vegliavano su di loro fino al mattino. Videro la visione gloriosa e ascoltarono la novella annuncio del vero Vangelo. Cosi, pieni di gioia, liberi dal dolore accolsero il mattino cantando lodi: Cristo infante è nato per te. Cristo infante è nato per te. THE ANGEL GABRIEL / BIRJINA GAZTETTO L’ANGELO GABRIELE Birjina gaztetto bat zegoen Kreazale Jaonaren othoitzen, Nuiz et’aingürü bat lehiatü Beitzen zelütik jaitxi Mintzatzera haren. Aingüria sartzen, diolarik: «Agur, graziaz zira betherik, Jaona da zurekin, benedikatü Zira eta haitatü Emazten gañetik». «Etzitela, ez, lotsa, Maria; Jinkoatan bathü’zü grazia: Zük düzü sabelian ernatüren, Eta haor bat sorthüren Jesüs datiana». The angel Gabriel from Heaven came, his wings as drifted snow, his eyes as flame, “All hail”, said he, “thou lowly maiden Mary, most highly favoured lady.” Gloria, Gloria! L’angelo Gabriele venne dal cielo, le ali come neve, gli occhi come fiamme, disse: “Tutti ti diranno beata, umile vergine Maria, prediletta fra tutte le altre.” Gloria! “For know, a blessed mother thou shalt be, all generations laud and honour thee, thy Son shall be Emmanuel, by seers foretold. Most highly favoured lady,” Gloria, Gloria! Then gentle Mary meekly bowed her head; “To me be as it pleaseth God,” she said. “My soul shall laud and magnify God’s holy name.” Most highly favored lady.” Gloria! “Perché tu sarai madre benedetta, tutte le generazioni ti loderanno e ti onoreranno; tuo figlio sarà l’Emmanuele, che i Profeti annunciarono. Prediletta fra tutte le altre.” Gloria! Quindi la gentile Maria annuì mite; disse: “Accada di me ciò che a Dio piace. La mia anima loderà e magnificherà il santo nome di Dio. Prediletta tra tutte le altre.” Gloria! O LITTLE ONE SWEET DOLCE INFANTE, MITE INFANTE O little one sweet, O little one mild, Thy Father’s purpose thou hast fulfilled; Thou cam’st from heav’n to mortal ken, Equal to be with us poor men, O little one sweet, O little one mild. Dolce infante, mite infante, hai compiuto la volontà di Tuo Padre; Sei venuto dal cielo e ti sei rivestito di natura mortale, per farti come uno di noi poveri uomini. O little one sweet, O little one mild, With joy thou hast the whole world filled; Thou camest here from heav’n’s domain, To bring men comfort in their pain, O little one sweet, O little one mild. Dolce infante, mite infante, hai rimpito il mondo di gioia; Sei venuto dal regno dei cieli a portare conforto all’uomo nel dolore, dolce infante, mite infante. O little one sweet, O little one mild, In thee Love’s beauties are all distilled; Then light in us thy love’s bright flame, That we may give thee back the same. O little one sweet, O little one mild. Dolce infante, mite infante, in Te è distillata la bellezza dell’amore di Dio; Allora accendi in noi la fiamma vivida del Tuo amore, così che ti possiamo ricambiare con lo stesso amore. Dolce infante, mite infante. EL DESEMBRE CONGELAT IL GELIDO DICEMBRE El desembre congelat Confús es retira. Abril, de flors coronat, Tot el món admira, Quan en un jardí d’amor Neix una divina flor. Il gelido Dicembre si ritrae confuso e tutto il mondo guarda ammirato il fiore divino, rosa feconda e bellissima, nato in un giardino d’amore. D’una ro, ro, ro D’una sa, sa, sa, D’una ro, D’una sa, D’una rosa bella, Fecunda i poncella. Il primo padre – Adamo – fu causa della notte tenebrosa, che offusca la vista dell’uomo. Ma, una mezzanotte, brillò il sole che non tramonta di una bella aurora che fa innamorare il cielo. El primer pare causà Con gioia e amore La nit tenebrosa Que a tot el món ofuscà La vista penosa; Mes, en una mitja nit, Brilla [Surt] el sol que n’és eixit. celebriamo il giorno della nascita del Salvatore e se non abbiamo altri doni, offriamo il nostro cuore, che è la ricchezza della nostra povertà. D’una be, be, be, D’una lla, lla, lla, D’una be, D’una lla, D’una bella aurora Que el cel enamora. Amb contentament i amor Celebrem el dia En què el diví Senyor Neix amb alegria. Si no tenim més tresor Oferim li nostre cor. Qu’és la gran, gran, gran, Qu’és la fi, fi, fi, Qu’és la gran, Qu’és la fi, Qu’és la gran finesa De nostra pobresa. THE VIRGIN BEARS A KING UNA VERGINE DÀ ALLA LUCE UN RE People of our humble fold, again the story must be told How the angel Gabriel brought good news that changed the world. “Hail Mary, favored one, you’ll beget God’s only Son.” People watch! Angels sing! A Virgin Mother bears a King. Gente della nostra umile chiesa, ancora una volta è necessario narrare la storia di come l’angelo Gabriele portò la buona novella che cambiò il mondo. “Ave Maria, prediletta fra tutte le donne, tu partorirai l’unico Figlio di Dio.” Gente prestate attenzione! Angeli cantate! Una Vergine Madre dà alla luce un Re. When the chose time had come as was foretold, she bore a son. Enwrapped He lay in strips of cloth on scraps of hay inside a trough. Mary watched His every breath, “Helpless Savior of my flesh!” People watch! Angels wait! The Virgin wonders at His fate. Quando si compì il tempo, come era stato predetto, lei partorì un figlio. Fu posto in una mangiatoia sopra un pò di paglia, avvolto in fasce. Maria vegliava su ogni Suo respiro, “Inerme Redentore della mia carne!” Gente prestate attenzione! Angeli attendete! La Vergine è piena di stupore di fronte al Suo destino. A prophesy that is foretold takes time and space to unfold, A sword did pierce His Mother’s breast. Una Profezia ha bisogno di tempo e spazio per realizzarsi. Una spada trapassò il petto di Sua Madre. In strips of cloth He lay to rest. But He Himself removed the shroud and tore in two all fears, and doubt. In fasce fu deposto nel sepolcro. Ma Egli stesso rimosse il sudario, e squarciò ogni paura e ogni dubbio. Good people of our modern day see how history’s made its way, From the stable, crude and bare, to grand cathedrals everywhere. As on this very night we sing our praises to the Infant King, People watch! The time is now! The Virgin bears Immanuel. Buona gente dell’era moderna, guardate come questa storia ci ha raggiunti dalla stalla, nuda e grezza, fino alle grandi cattedrali che sorgono ovunque. Mentre in questa stessa notte cantiamo le lodi del Re Infante, gente fate attenzione! Questa è l’ora! La Vergine dà alla luce l’Emanuele. N’DORMENZETE POPIN ’Ndormenzete popin e fa la nan fa ’n sonetin contenta la tò mama contenta ’l tò papà e mama ancora fa ’n sonetin da brào che l’è ora. L’è ora de polsar e de dormire fa ’n sonetin e no me far pù dire l’è ora de dormire e de polsare fa ’n sonetin e no me far penare. E no me far penare cossì tanto sèra i oceti e non far pù pianto tra urli e zighi e sgninfe mi laòro se te dormi te sei ’l mé tesoro. VENITE O PASTORI Venite o pastori, è nato un Bambino una Vergin lo culla, i cieli l’adoran! Cessarono i cieli la loro armonia cantando Maria la nanna a Gesù, cantando Maria la nanna a Gesù. Venite o pastori, è nato un Bambino una Vergin lo culla, i cieli l’adoran! A voce divina la Vergine bella più vaga che stella, adora Gesù! più vaga che stella, adora Gesù! QUANDO NASCETTE NINNO Quanno nascette Ninno a Bettlemme Era nott’e pareva miezo juorno. Maje le Stelle - lustre e belle Se vedetteno accossí: E a cchiù lucente Jett’a chiammà li Magge all’Uriente. De pressa se scetajeno l’aucielle Cantanno de na forma tutta nova: Pe ‘nsí agrille - co li strille, E zombanno a ccà e a llà. È nato, è nato, Decevano, lo Dio, che nc’à criato. Co tutto ch’era vierno, Ninno bello, Nascetteno a migliara rose e sciure. Pe ‘nsí o ffieno sicco e tuosto Che fuje puosto - sott’a Te, Se ‘nfigliulette, E de frunnelle e sciure se vestette. A meliune l’Angiule calate Co chiste se mettetten’a cantare: Gloria a Dio, pace’n terra, Nu cchiù guerra - è nato già Lo Rre d’amore, Che dà priezza e pace a ogni core. NOEL, NOUVELET LA NOVELLA DI NATALE Noël nouvelet, Noël chantons icy; Dévotes gens, rendons à Dieu mercy; Chantons Noël pour le roy nouvelet. Noël nouvelet, Noël chantons icy! Cantiamo qui la novella del Natale; Gente di buona fede, rendete grazie a Dio; Cantiamo il Natale per il Re bambino. L’ange disait: pasteurs partez d’ici l’âme en repos et le Coeur réjoui En Bethleem trouverez l’agnelet. Noël nouvelet, Noël chantons icy! L’angelo disse: “Andate pastori, con l’anima lieta e il cuore pieno di gioia a Betlemme troverete l’Agnello di Dio.” En Bethléem, Marie et Joseph vy L’asne et le bœuf, l’enfant couché parmy La crèche était au lieu d’un bercelet. Noël nouvelet, Noël chantons icy! A Betlemme videro Maria e Giuseppe, l’asino e il bue, e il bambino che dormiva nella mangiatoia invece che in una culla. Quand Siméon le vit, fit un haut cry Voicy mon Dieu, mon sauveur Jésus-Christ Voicy celui qui joie au peuple met! Quando Simeone vide Gesù, gridò a gran voce: “Sei il mio Dio, il mio Salvatore Gesù Cristo, gioia del popolo.” Noël nouvelet, Noël chantons icy! Quand je le vis, mon cœur fut resjouy Car grande clarté resplendissait de luy Comme le soleil qui luit au matinet. Noël nouvelet, Noël chantons icy! Quando io lo vidi il mio cuore fu pieno di gioia perché da Lui emanava una grande luce come quella del sole al mattino. Voicy mon Dieu, mon Sauveur Jésus-Christ parqui sera le prodige accompli; De nous sauver par son sang vermeillet! Noël nouvelet, Noël chantons icy! Tu sei il mio Dio, il mio Salvatore Gesù Cristo. Per il Tuo vermiglio sangue sarà compiuto il prodigio della salvezza dell’umanità. IN QUESTA NOTTE SPENDIDA In questa notte splendida di luce e di chiaror il nostro cuore trepida: è nato il Salvator! Un bimbo piccolissimo le porte ci aprirà del cielo dell’Altissimo nella Sua Verità. Svegliatevi dal sonno, correte coi pastor: è notte di miracoli di grazia e di stupor! Asciuga le tue lacrime, non piangere perché Gesù nostro carissimo è nato anche per te. In questa notte limpida di gloria e di splendor il nostro cuore trepida: è nato il Salvator! Gesù nostro carissimo le porte ci aprirà, il Figlio dell’Altissimo con noi sempre sarà! CANZONE DI SAN GIUSEPPE Figlio venuto dall’Eterno voglio cantare un canto per Tua madre, per questa donna che volevo mia, per questa donna. Per le sua mani docili al lavoro, per la sua fronte chiara nella sera, per la sua voce che mi fa tremare, per la sua voce. Voglio lodare la mia sposa, Lei fra le genti nei secoli beata per la sua fede grande nel Signore, per la sua fede. Per il suo grido quando Tu sei nato, per le sue labbra bianche di dolore, per il suo sangue sparso sul suo manto, per il suo sangue. Grazie per quello che m’hai tolto, grazie Signore per quello che m’hai dato e per quest’ora e per questa notte e per quest’ora. Per i suoi occhi chiusi nel riposo, per la sua testa sopra la mia spalla per il suo sonno mentre tutto tace, per il suo sonno. Per la sua pace. DORMI JESU DORMI GESÙ Dormi, Jesu! Mater ridet Quae tam dulcem somnum videt, Dormi, Jesu! Blandule! Dormi Jesu! Blandule! Dormi Gesù, tua Madre sorride al vederti dormire così dolcemente. Dormi Gesù, amabilmente. Si non dormis, Mater plorat, Inter fila cantans orat, Blande, veni, somnule. Dormi Jesu! Blandule! Se non dormi Tua madre implora, e cantando prega: vieni dolcemente, o sonno. Dormi Gesù, blandamente. Sleep, sweet babe! My cares beguiling: Mother sits beside thee smiling; Sleep, my darling, tenderly! Dormi Jesu! Blandule! Dormi, dolce infante! Cancella tutte le mie preoccupazioni. Tua madre siede sorridente accanto a Te. Dormi, mio amato, teneramente. TOMORROW SHALL BE MY DANCING DAY DOMANI SARÀ IL GIORNO DELLA MIA DANZA Tomorrow shall be my dancing day; I would my true love did so chance To see the legend of my play, To call my true love to my dance; Domani sarà il giorno della mia danza, quando inviterò il mio vero amore a vedere lo svolgersi della mia storia, così che io possa invitarlo ad unirsi alla danza. Sing, oh! my love, oh! my love, my love, This have I done for my true love. Then was I born of a virgin pure, Of her I took fleshly substance Thus was I knit to man’s nature To call my true love to my dance. Sing... In a manger laid, and wrapped I was So very poor, this was my chance Betwixt an ox and a silly poor ass To call my true love to my dance. Sing... Then afterwards baptized I was; The Holy Ghost on me did glance, My Father’s voice heard from above, To call my true love to my dance. Sing... O amore mio! Questo ho fatto per il mio vero amore. Nacqui da una vergine pura, da lei presi incarnazione così da essere intessuto assieme alla natura umana, così da poter chiamare il mio vero amore alla danza. O amore mio!... Tale era la mia povertà che fui deposto in una mangiatoia tra un bue e un asinello, per poter chiamare il mio vero amore alla danza. O amore mio!... Poi fui battezzato, lo Spirito Santo pose il suo sguardo su di me e si udì dall’alto la voce di mio Padre, per poter chiamare il mio vero amore alla danza. O amore mio!... SILENT NIGHT NOTTE SILENZIOSA Silent Night, Holy Night! All is calm, all is bright Round yon virgin Mother and child, Holy infant so tender and mild. Sleep in heavenly peace, Sleep in heavenly peace. Notte silenziosa, notte santa! tutto è calmo, tutto è luminoso intorno alla Vergine, alla madre e al bambino, bambino santo così tenero e mite. Dormi nella pace divina, dormi nella pace divina. Silent Night, Holy Night! Shepherds pray at the sight! Glory streams from heaven afar Heavenly Host Sing hallelujah. Christ the Savior is born, Christ the Savior is born. Notte silenziosa, notte santa! I pastori tremano alla vista! la gloria scende dal lontano Paradiso gli ospiti del Paradiso cantano alleluia. È nato Cristo il Salvatore, è nato Cristo il Salvatore. ORIGINES TRIO La produzione musicale di ORIGINES TRIO è nata dall’incontro delle diverse esperienze musicali dei tre musicisti che lo compongono: Valentina Oriani, Marco Squicciarini e Stefano Dall’Ora. Dopo un appassionato lavoro, essi hanno scelto di proporre proprie composizioni a fianco di brani di vario genere, provenienti da diversi ambiti etnico-musicali: dai canti delle comunità sefardite agli spiritual, dal folklore ispanico al canto popolare italiano, dalle sonorità irlandesi alla sensibilità sudamericana, cercando sempre di sottolineare l’origine popolare e profondamente umana della musica e del testo, valorizzando con l’arrangiamento e l’armonizzazione il carattere proprio di ogni melodia. Il repertorio del Trio include anche alcuni brani strumentali chitarristici, dal “sapore” popolare. VALENTINA ORIANI, milanese, si è accostata allo studio del canto attraverso la musica jazz. Il suo repertorio spazia dal jazz alla musica antica alla musica popolare, tra cui quella venezuelana di cui ha fama d’interprete d’eccezione. Nel Maggio 1998 ha il privilegio di esibirsi di fronte a Sua Santità Papa Giovanni Paolo II, accompagnata da Marco Squicciarini. Dal Dicembre dello stesso anno si trasferisce a New York dove prosegue la sua attività didattica e concertistica. Dal 2012 è tornata in Italia con il marito Cas e il figlio Liam e da tre anni insegna canto moderno presso l’Accademia Ambrosiana di Milano. Ha all’attivo vari CD registrati sia in Italia (“O Spes Mea Cara” e “Christmas is Coming”) che oltreoceano (“Spirituals and Songs from the Stoop”, “In Transit”, “Noah’s Ark”, “Another Morning”, “Come la Rosa”) e collaborazioni per RAI 1, Canale 5, Radio RAI e Radio Italia. MARCO SQUICCIARINI, diplomatosi presso il Conservatorio “F. dall’Abaco” di Verona e laureatosi in Filosofia all’ Università Cattolica di Milano con una tesi sul musicista venezuelano V. E. Sojo, ha intrapreso un’intensa attività concertistica che lo impegna sia in Italia che all’ estero. Il suo repertorio spazia dalla musica antica per liuto ai grandi capisaldi della letteratura chitarristica fino a compositori a noi contemporanei, con una particolare attenzione rivolta alla musica di origine popolare. Nel dicembre ’99 ha realizzato, con V. Oriani, il commento musicale della trasmissione “Giubileo 2000”, andata in onda su Canale 5. Ha al suo attivo un CD di musiche tradizionali natalizie (“Christmas Is Coming”) e il CD “Music For The Sunrise” in duo col flautista Devis Mariotti. STEFANO DALL’ORA, contrabbassista varesino, vanta un’intensa attività concertistica che divide tra musica classica e jazz. Ha suonato in tutto il mondo in veste di primo contrabbasso con numerose formazioni sinfoniche e cameristiche, accompagnando anche solisti famosi. In ambito jazzistico, oltre a suonare con i grandi jazzmen italiani, ha lavorato con diversi musicisti di fama internazionale. È membro del quartetto d’archi Arkè String Project e docente di contrabbasso presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Como ed il Civico Liceo Musicale di Varese. Ha numerose registrazioni discografiche all’attivo, tra le quali collaborazioni con la cantante Laura Fedele, Eric Marienthal ed Alex Acuña (già Weather Report), Dado Moroni, Michael Rosen. Nel 2005 è stato pubblicato il CD “Acquario”, con gli Arkè String Project, il pianista Stefano Bollani ed il clarinettista Gabriele Mirabassi. TU SEI UN BENE PER ME INCONTRO, ACCOGLIENZA, POSSIBILITA’ DI CAMMINO COMUNE FRA ESPERIENZE DIVERSE ATTRAVERSO TESTIMONIANZE, DIALOGHI, ESPRESSIONE DRAMMATICA E MUSICA Il concerto di stasera “Noel Nouvelet - la novella del Natale, avvenimento di unità nella diversità, raccontata attraverso i canti dei popoli di tutta Europa” è una tappa significativa del percorso previsto nel progetto “Tu sei un bene per me. Incontro, accoglienza, possibilita’ di cammino comune fra esperienze diverse attraverso testimonianze, dialoghi, espressione drammatica e musica”, avviato nel settembre di quest’anno. La ormai quasi quarantennale attività del Centro Culturale ci ha permesso di constatare che nella musica (come visto lo scorso anno nella I^ edizione della Rassegna “Vox Dilecti Mei”) ma anche nelle espressioni drammatiche nelle più varie forme (dalle rappresentazioni teatrali, alle testimonianze, ai dialoghi sui punti più caldi dell’esperienza umana) si esprime nel modo più acuto il cuore della nostra civiltà. Nella musica, ma anche nelle varie forme dell’arte drammatica, fin dalle origini si esprimono le domande, i problemi, le sfide che emergono nella vita dei singoli, delle comunità e dell’intera civiltà che si è sviluppata in Occidente, nell’Est Europa, sulle sponde del Mediterraneo fino al Medio Oriente e, contemporaneamente, emergono anche i motivi di speranza che, nel fascino di una bellezza sperimentata e nella contemplazione di avvenimenti e volti che mostrano una esperienza di pienezza e di liberazione, fondano i motivi di un cammino comune. Questo percorso, nella pazienza e pur in mezzo alle contraddizioni, ha permesso nei secoli passati e può permettere anche oggi di superare le differenze e i conflitti che continuamente affiorano nell’esperienza umana. Per affrontare il complesso problema dell’integrazione dei cittadini stranieri, crediamo che l’attingere al grande patrimonio della musica, sacra e non, del teatro e della letteratura delle grandi civiltà sopra menzionate, all’incontro con esperienze di vita e di incontro, al dialogo sui temi che toccano più acutamente il cuore degli uomini, possa permettere una migliore comprensione reciproca fra persone e gruppi di diversa origine, favorire occasioni di incontro e di integrazione fra la nostra gente e i cittadini stranieri, aiutare a meglio comprendere nella loro complessità e nella loro profondità di esperienza le problematiche che le migrazioni in atto ci stanno ponendo. Intendiamo con questa chiave continuare il percorso iniziato con “Vox Dilecti Mei” attraverso il grande mondo della musica sacra soprattutto europea, dilatandone sia l’orizzonte espressivo (allargandolo dal campo musicale alle espressioni drammatiche nelle loro diverse forme) sia l’orizzonte geografico, per comprendere nell’esplorazione anche le altre sponde del Mediterraneo, che storicamente sono sempre state in intensa relazione con noi e che oggi, con le vicende drammatiche che le attraversano, domandano un approfondimento nella conoscenza, nella reciproca espressività, nella ricerca di incontri e percorsi comuni che facciano scoprire che l’altro è un possibile portatore di bene, di bello, di vero per me. Sulla base di questa premessa intediamo articolare il progetto in tre filoni di attività parallele: 1) “TU SEI UN BENE PER ME”: ciclo di incontri con esperienze di accoglienza, locali e non, testimonianze su esperienze di oggi e del passato; 2) “LA BELLEZZA DISARMATA”: concerti, momenti espressivi e momento di dibattito e confronto con personalità del mondo religioso e laico; 3) “ESPERIENZE DI INCONTRI – INCONTRI DI ESPERIENZE”: uno o più eventi organizzati per favorire il reciproco scambio, la conoscenza nei vari ambiti della espressività Noel nouvelet: una storia che stiamo di nuovo aspettando… “Un punto di svolta decisivo in quella storia più antica si ebbe quando uomini e donne di buona volontà si distolsero dal compito di puntellare l’imperium romano e smisero di identificare la continuazione della civiltà e della comunità morale con la conservazione di tale imperium. Il compito che invece si prefissero (spesso senza rendersi conto pienamente di ciò che stavano facendo) fu la costruzione di nuove forme di comunità entro cui la vita morale potesse essere sostenuta, in modo che sia la civiltà sia la morale avessero la possibilità di sopravvivere all’epoca incipiente di barbarie e di oscurità. Se la mia interpretazione della nostra situazione morale è esatta, dovremmo concludere che da qualche tempo anche noi abbiamo raggiunto questo punto di svolta. Ciò che conta, in questa fase, è la costruzione di forme locali di comunità al cui interno la civiltà e la vita morale e intellettuale possano essere conservate attraverso i nuovi secoli oscuri che già incombono su di noi. E se la tradizione delle virtù è stata in grado di sopravvivere agli orrori dell’ultima età oscura, non siamo del tutto privi di fondamento per la speranza. Questa volta, però, i barbari non aspettano al di là delle frontiere: ci hanno già governato per parecchio tempo. Ed è la nostra inconsapevolezza di questo fatto a costituire parte delle nostre difficoltà. Stiamo aspettando: non Godot, ma un altro san Benedetto, senza dubbio molto diverso”. (Alasdair MacIntyre, Dopo la virtù. Saggio di teoria morale. Armando, Roma 2009, p. 314). Chi è AVSI La Fondazione AVSI è una organizzazione non governativa, ONLUS, nata nel 1972 e impegnata con oltre 100 progetti di cooperazione allo sviluppo in 30 paesi del mondo di Africa, America Latina e Caraibi, Est Europa, Medio Oriente, Asia. AVSI opera nei settori socio-educativo, sviluppo urbano, sanità, lavoro, agricoltura, sicurezza alimentare e acqua, energia e ambiente, emergenza umanitaria e migrazioni, raggiungendo più di 4.000.000 beneficiari diretti. La sua missione è promuovere la dignità della persona attraverso attività di cooperazione allo sviluppo con particolare attenzione all’educazione, nel solco dell’insegnamento della Dottrina Sociale Cattolica. LA CAMPAGNA “TENDE DI NATALE” 2016: “#RIFUGIATIMIGRANTI. AL LAVORO PER CAMBIARE PASSO” Anche quest’anno i migranti, i rifugiati e gli sfollati sono al centro della Campagna Tende di AVSI che, grazie alla rete si sostenitori in Italia e all’estero, promuove eventi di sensibilizzazione e raccolta fondi in collaborazione con “Fondazione Progetto Arca”, “Caritas Ambrosiana” e “Farsi Prossimo”. Il titolo della nuova campagna, #RifugiatiMigranti. Al lavoro per cambiare passo, esprime il filo che tiene insieme 8 progetti diversi che dall’Africa, passando per il Medio Oriente, fino all’Italia, si occupano di rifugiati, migranti e sfollati. Al lavoro per cambiare passo: nel titolo è contenuta una doppia esortazione insieme a un doppio ideale. L’esortazione a “rimboccarsi le maniche” tutti, e a rimettere al centro il tema “lavoro”, uno dei cardini dell’impegno di AVSI nei trenta Paesi dove opera. E l’ideale ultimo è appunto un “cambio di passo”: mettiamoci al lavoro e promuoviamo il lavoro perché chi è costretto a scappare possa un giorno tornare a casa, e perché tutti siamo disponibili a cambiare il modo di pensare questo processo storico così radicale e inedito per le sue dimensioni come quello delle migrazioni forzate. Ulteriori notizie sul sito: www.avsi.org