La Fenice - Educandato Statale “Agli Angeli”
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La Fenice - Educandato Statale “Agli Angeli”
ANNO IV, NUMERI 6/7 – MARZO/APRILE 2016 La Fenice I numeri de La Fenice di marzo e aprile sono stati raccolti in un unico giornale bimestrale. Ci scusiamo per l'attesa e vi auguriamo buona lettura. La redazione ANNO IV, NUMERO 6 – MARZO 2016 La Fenice Giornalino ufficiale dell'Educandato “Agli Angeli” Storie di copertina Cultura, Curiosità & Interessi STARBUCKS APRE I BATTENTI IN ITALIA: PRO E CONTRO? Cronaca & Attualità Marzo dei venti, dice il famoso proverbio. Marzo quest'anno è anche la culla della nostra amata e dolce Pasqua, che nel 2016 porterà agli studenti dell'Educandato Agli Angeli non soltanto uova di cioccolato e colombe, ma anche ben undici giorni di vacanza. Questo mese vogliamo ricordare il grande Umberto Eco, epica figura di riferimento per appassionati di letteratura e non solo, ma anche un certo Einstein e le sue idee sempre azzeccate. Vogliamo anche farci due domande sulla probabile apertura di Starbucks in Italia e perché no, sorridere come sempre grazie alle inimitabili barzellette di Daniele. Ricordate inoltre di regolare gli orologi: il 27 marzo scatterà la cosiddetta ora legale. Studenti, munitevi di dosi industriali di caffeina: verremo privati di ben sessanta minuti di sonno. E siate sereni, amate e perdonate. Non soltanto a Pasqua. Tanti auguri da tutta la redazione. MORTO UMBERTO ECO: CI MANCHERÀ IL SUO SGUARDO SUL MONDO Cronaca & Attualità EINSTEIN: LA VERITÀ CENT'ANNI DOPO La Fenice Cronaca & Attualità ● Umberto Eco..........................................................................2 di Camilla Campedelli ● Onda dopo onda....................................................................3 di Aurora Galbero ● Ricordiamoci tutti..................................................................4 di Lucrezia Gallo ● La libertà di formazione in Italia......................................4 di Valentina Gozzer ● Libia, i superstiti della Bonatti...........................................5 di Serena Ferraro Indice POST-IT Dato il suo grande successo, la mostra d'arte sul post-impressionismo che ha sede al Palazzo della Gran Guardia è stata prorogata fino al 28 marzo 2016. 2016. Affrettatevi! Cultura, Curiosità & Interessi ● Cameriere, un caffè!..............................................................6 di Maria Vittoria Boscari ● Ok per le uova ma...cosa mi metto?.................................7 di Giulia Speri ● Omne vivum ex ovo...............................................................7 di Maddalena Feder & Aurora Galbero ● Si va ai voti!..............................................................................8 di Maddalena Feder ● Un altro successo per la cantante veneta........................8 di Aurora Galbero ● American Hustle....................................................................9 POST-IT Friendly reminder... Domenica 27 marzo alle ore 02:00 ricordatevi di cambiare l'ora dell'orologio! Portatelo avanti di 60 minuti. Ebbene sì, dormiremo di meno... di Sofia Merzari ● Aku no hana.............................................................................9 di Enrico Dal Pozzo Giochi & Barzellette ● L'angolo del sorriso............................................................10 di Daniele Zumerle Ineptia.........................................................................................11 Ineptia.........................................................................................11 di Valentina Gozzer Follow us! Direttore: Enrico Dal Pozzo Vice direttori: Maddalena Feder, Daniele Zumerle Grafica: Aurora Galbero Redazione: Maria Vittoria Boscari, Camilla Campedelli, Enrico Dal Pozzo, Chiara Di Venosa, Maddalena Feder, Serena Ferraro, Aurora Galbero, Lucrezia Gallo, Valentina Gozzer, Sofia Merzari, Valentina Pattarello, Francesco Sivo, Giulia Speri, Daniele Zumerle Cronaca Cronaca&&Attualità Attualità Umberto Eco Ci mancherà il suo sguardo sul mondo Aveva raggiunto ormai 84 anni quando uno dei nostri più importanti uomini di cultura contemporanei si è spento. È stato filosofo, semiologo e grande esperto di comunicazione e media. Non ha mai perso la voglia di osservare la politica. Eco ha scritto numerosi saggi di estetica medievale, linguistica e filosofia, oltre a romanzi di successo. Tra questi il già citato “Il nome della Rosa”, uscito nel 1980 e diventato in brevissimo tempo un bestseller internazionale con 14 milioni di copie vendute, traduzioni in oltre cento lingue, una trasposizione cinematografica che ha vinto 4 David di Donatello nel 1987, e “Il Pendolo di Foucault”, del 1988. Dal 12 novembre 2010 era socio dell'Accademia dei Lincei, per la classe di Scienze Morali, Storiche e Filosofiche. Fra i tanti, anche la cantante Noemi affida le sue sensazioni ai social riguardo alla morte di Umberto scrivendo: “Una parte della nostra cultura e letteratura. Ora tocca a noi. Saremo capaci di raccontarci così bene agli Italiani di domani?”. Ma quello che salta più agli occhi è la quantità di messaggi lasciata da gente qualunque, lettori e studenti formatisi sui suoi libri, che ricordano Eco postando alcune citazioni. La più famosa è quella che forse meglio rappresenta il motivo per cui uno scrittore non certo facile sia oggi ricordato come una rockstar: Perché non iniziare dunque questo mese in onore del suo ricordo leggendo uno dei suoi più grandi libri? Lasciandoci trasportare in paesaggi, epoche e mondi diversi solo grazie alla sua capacità di rendere visibile tutto ciò che non lo è. Abbiamo perso un grande scrittore, è vero, ma è stato detto già troppe volte. Adesso il testimone lo abbiamo in mano noi, saremo in grado di passarlo in tempo alle prossime generazioni? “Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni” ►Camilla Campedelli 2 Cronaca & Attualità Onda dopo onda... A quasi un secolo dalla previsione del genio di Einstein, alcuni scienziati hanno dimostrato che la teoria sulle onde gravitazionali è valida. E potrebbe aiutarci nella vita di tutti i giorni disturbano i fasci laser, provocando un'anomalia che viene registrata e studiata. Ma cos'è un'onda gravitazionale? Innanzitutto, è molto diversa da quella elettromagnetica: si genera dal movimento di corpi celesti ed è in grado di conservare e trasportare inalterata l'informazione che descrive il fenomeno dal quale è stata originata. Con un po' di immaginazione, pensiamo all'universo come ad un tappeto elastico sul quale viene fatta cadere una palla da bowling: sotto il peso di quest'ultima, il tappeto si infossa. Se poi tirassimo una biglia sullo stesso tappeto, questa tenderebbe a scendere nell'infossamento e a girare attorno alla palla da bowling. Questo è il funzionamento delle orbite, che ruotano attorno ad un corpo celeste più massiccio di loro. Il tappeto è stato chiamato da Einstein “Spazio-Tempo”: l'effetto della curvatura sul tappeto è la gravità. Se poi in un qualche angolo remoto dello stesso tappeto qualcosa di particolarmente pesante dovesse caderci su, si formerebbe certamente un'increspatura, una “vibrazione”: questa è un'onda gravitazionale. Dopo questa sensazionale scoperta, molti sono esaltati dall'idea di potersi spingere oltre, e chissà, magari riuscire a captare il primo vagito dell'universo dopo il Big Bang. Certo è che tutto ciò rappresenta un enorme passo avanti, in quanto sarà sempre più possibile approfondire gli studi sullo stato della materia di particolari corpi celesti ma anche imitare i sofisticati metodi degli interferometri per rilevare i micromovimenti del terreno e migliorare le strutture edili. Un percorso iniziato un secolo fa apre le porte al progresso, e ancora una volta dimostra come la fiducia nell'uomo e nelle sue capacità non vada mai sottovalutata. Così come il mistero della natura, dell'universo e di tutti quei fenomeni magnifici ed immensi dei quali talvolta non possiamo nemmeno renderci conto. E, per rimanere nell'ambito della scienza, Stephen Hawking direbbe: “Per quanto difficile possa essere la vita, c'è sempre qualcosa che è possibile fare. Guardate le stelle invece dei vostri piedi” . Ancora una volta, grazie Einstein. Era il 14 marzo 1879. Ad Ulma, una città tedesca di attualmente centoventidue mila abitanti, nacque colui che in poco tempo sarebbe diventato il fisico e filosofo più famoso del mondo: Albert Einstein. A 137 anni dalla sua nascita, un gruppo di studiosi americani ed europei, grazie alle loro preziose antenne, ha potuto registrare echi provenienti dallo spazio più profondo e appurare che il genio della scienza aveva ragione ancora una volta: le onde gravitazionali, da lui previste quando illustrò la sua Teoria della relatività generale (1915), esistono. Per spiegare in maniera semplice in cosa consiste la teoria di Einstein ma soprattutto come è stato possibile prendere atto di questa nuova inconfutabile verità, occorre fare un piccolo passo indietro, o meglio, un piccolo passo di 1,3 miliardi di anni luce. È a questa distanza che due buchi neri si sono scontrati ad una velocità di 150 mila chilometri al secondo per fondersi in un un'unica palla scura pari a 62 volte la massa del Sole. Questo fenomeno ha prodotto nell'universo un'onda, che si è conservata come “ricordo” di questo scontro cosmico. Solo oggi gli scienziati sono riusciti ad “ascoltare” questo grido dallo spazio: un suono di un secondo, un piccolo segnale che è bastato a dar ragione al buon vecchio Albert. Il suono è stato rilevato dagli interferometri, una sorta di microfoni che si estendono per 3 o 4 chilometri, all'interno dei quali si trovano dei tubi percorsi da fasci laser. Questi strumenti complessi e raffinati captano le onde, che al loro passaggio ►Aurora Galbero 3 Cronaca & Attualità Ricordiamoci tutti: 10 febbraio : giornata per il ricordo delle foibe Mi sono stupita quando, parlando con qualcuno, mi La persecuzione prosegue fino alla primavera del 1947, fino a quando, cioè, viene fissato il confine fra l'Italia e la Jugoslavia. Ma il dramma degli istriani e dei dalmati non finisce. Nel febbraio del 1947 l'Italia ratifica il trattato di pace che pone fine alla Seconda guerra mondiale: l'Istria e la Dalmazia vengono cedute alla Jugoslavia. 350.000 persone scappano dal terrore, non hanno nulla, sono bocche da sfamare, si trasformano in esuli. Per quasi cinquant'anni il silenzio della storiografia e della classe politica avvolge la vicenda degli italiani uccisi nelle foibe istriane. Il 10 febbraio del 2005 il Parlamento italiano ha dedicato la giornata del ricordo ai morti nelle foibe. Come la Shoah, questo è un altro esempio di cosa è capace di fare l'uomo. E per fare in modo che non accada ancora dobbiamo ricordare tutti, uno per volta. È come accendere una candelina.. dobbiamo fare in modo che il lume rimanga sempre acceso tramandandolo alle generazioni a venire... Il ricordo deve illuminare quella strada buia che abbiamo davanti, è l'unica salvezza che abbiamo perché in assenza di luce non sappiamo dove andare. sono accorta che nessuno sapeva che cosa fossero le foibe. Nessuno sapeva di questa giornata importante... Nessuno sapeva che cosa c'era di importante da ricordare... Iniziamo dalla storia. Le foibe sono cavità carsiche di origine naturale con un ingresso a strapiombo. È in quelle voragini dell'Istria che fra il 1943 e il 1947 sono stati gettati, vivi e morti, quasi diecimila italiani. La prima ondata di violenza esplode subito dopo la firma dell'armistizio dell'8 settembre 1943: in Istria e in Dalmazia i partigiani slavi si vendicano contro i fascisti e gli italiani non comunisti. Torturano, massacrano, affamano e poi gettano nelle foibe circa un migliaio di persone. Li considerano 'nemici del popolo'. Ma la violenza aumenta nella primavera del 1945, quando la Jugoslavia occupa Trieste, Gorizia e l'Istria. Le truppe del Maresciallo Tito si scatenano contro gli italiani. A cadere dentro le foibe ci sono fascisti, cattolici, liberal-democratici, socialisti, uomini di chiesa, donne, anziani e bambini. Lo racconta Graziano Udovisi, l'unica vittima del terrore titino che riuscì ad uscire da una foiba. È una carneficina che testimonia l'odio politico-ideologico e la pulizia etnica voluta da Tito per eliminare dalla futura Jugoslavia i non comunisti. ►Lucrezia Gallo La libertà di formazione in Italia Italia, 65° su 199 nel mondo, 30° su 42° in Europa (dati del 2015 “2015 World Press Freedom Index”) Il nostro Paese, parte di un istituzione internazionale comodo pubblicare al redattore della rivista o del giornale in questione. La cosa triste è che il nostro paese viene ricordato soprattutto per queste motivazioni, amicizie strette tra redattori e/o giornalisti con “scambi di favori” dati da accordi presi al bar mentre si rideva dell’ultima mazzetta data per mantenere un rigoroso silenzio, in paesi come la Finlandia (che appunto si trova al primo posto) non esistono. Sicuramente la questione ruota attorno alla differenza di mentalità che contraddistingue noi italiani rispetto agli altri stati, ciò non toglie che è una vergogna dopo quasi 300 anni da “Liberté, Égalité, Fraternité” ritrovarci a non avere una libertà di informazione che ci permetta di avere un pensiero individuale basato su fatti oggettivi. come è la grande Europa si trova al 65° posto su una scala mondiale per la libertà di circolazione delle notizie e di informazione dei cittadini. Come può essere che uno stato civilizzato come il nostro si trovi dopo ad altri paesi che al loro interno hanno guerre civili e livelli di istruzione piuttosto bassi? Le risposte possono essere diverse: la mafia capitale, la politica corrotta, giornali d’opinione e fondamentalmente legati a una politica di destra o di sinistra. Fondamentalmente tutte queste motivazioni nell’insieme si racchiudono in una sola: giornalismo oggettivo e coerente non esiste più, ma scrivere è diventato una mercificazione in quanto i fatti vengono riportati a seconda di ciò a cui fa più 4 ►Valentina Gozzer Cronaca & Attualità Libia, i superstiti della Bonatti Lavoratori italiani vittime dei dietro le quinte del teatro libico Otto mesi di attesa, di dubbi, di speranza, di preghiere. Per le famiglie dei tecnici Filippo Calcagno, 65 anni, e Gino Pollicardo, 55, tutto questo finalmente si scioglie in lacrime di gioia; per i cari di Salvatore Cailla, 47 anni, e Fausto Piani, 60, invece, in singhiozzi di rabbia impotente e costernazione. Lo scorso 20 luglio 2015 erano stati vittime di rapimento nei pressi di Mellitah, a circa 60 km da Tripoli, Libia, punto di partenza del gasdotto Greenstream, il più lungo d’Europa - 520 km lungo il Mediterraneo fino a 1200 m di profondità (costo 7 miliardi, metà dei quali messi dall’Eni); il 4 marzo 2015, durante uno scontro presso Sabrata – terreno di controllo dello Stato Islamico – due di loro sono stati liberati, mentre Cailla e Piani sono rimasti uccisi. I quattro tecnici lavoravano infatti per la Bonatti, un'azienda di Parma impiegata nella costruzione di impianti petroliferi per conto di Eni. Ma di che tipo di ente stiamo parlando esattamente? Fondata a Parma nel 1946 dall’ingegner Saul Bonatti, la holding – 600 milioni di fatturato – è oggi controllata dall’azionista manager Paolo Ghirelli, e conta su oltre 6 mila dipendenti in 14 Paesi, dal Messico al Nord Africa, dall’Arabia al Kazakhstan. Il rapporto con la Libia inizia per la Bonatti nel 1979, dopo la firma del primo contratto per conto dell’Agip. In Libia l’azienda si occupa per lo più di assistenza e manutenzione alla stazione di compressione che manda gas in Italia – confermata nel 2014 come principale mercato di riferimento per il Paese nord-africano, sia sul piano delle importazioni che su quello delle esportazioni. I problemi di interscambio sorti negli ultimi anni, come confermato dal Ministero dello Sviluppo Economico, sono dovuti in primo luogo alla forte instabilità politica che contraddistingue oggi la Libia. Il crollo del 2011 è stata una diretta conseguenza dell'insurrezione contro Gheddafi, che ha portato alla spaccatura fra zona Est, controllata per lo più dal governo e dall’esercito della città di Tobruk, e zona Ovest, dove i ribelli di Alba Libica (LibyanDawn), composti da un mix di islamisti e milizie provenienti da Misurata, sono considerati il gruppo più potente, essendo in pieno controllo della città di Misurata e di una parte di Tripoli, capitale della Libia e altro stendardo della scissione. In questo caos, l’azienda aveva già dovuto far evacuare il personale nel 2011, nonostante il riavvio delle attività nel settembre dello stesso anno. I problemi attuali dipendono oltretutto dalla sempre maggiore presenza dell'Isis nel paese. Nel nordest del Paese, in alcune aree della città di Bengasi sono infatti nelle mani di varie milizie, tra cui Ansar al Sharia, vicino ad al-Qaeda e allo Stato islamico - che peraltro vorrebbe instaurare la legge islamica in tutta la Libia. A metà strada fra Bengasi e Tobruk, anche Derna è sotto il controllo di diverse fazioni di jihadisti, alcune delle quali alleate con Daesh. Lo Stato Islamico ha a che fare con i nostri connazionali rapiti? Dopo mesi di lavoro, l’intelligence fatica ancora nell’individuare con certezza l’identità del gruppo dei primi sequestratori, trovandosi ad operare in complesso così caotica in cui è difficile perfino distinguere gruppi criminali, jihadisti e semplici milizie islamiche. Diciamo “primi sequestratori” poiché dall’analisi dei cadaveri il gruppo che nel luglio scorso ha prelevato gli italiani fosse composto da libici, mentre i morti di Sabrata sarebbero tunisini: ciò può indicare un passaggio di mano? Ma fra quali pezzi grossi e a che scopo? I quattro tecnici erano stati per di più divisi a due a due per essere trasportati su convogli diversi. La morte di Cailla e Piano sarebbe avvenuta durante l’attacco del loro convoglio dalle forze di sicurezza libiche, mentre altri testimoni sostengono che siano stati usati come scudi umani dai jihadisti dell'Isis. ►Serena Ferraro 5 Cultura, Curiosità & Interessi Cameriere, un caffè! L'apertura della prima caffetteria italiana della grande multinazionale Starbucks è prevista a Milano nei primi mesi del 2017 Pensate all'“American Coffee” ed immediatamente faranno capolino nella vostra mente le luminose insegne pubblicitarie di Starbucks: una sirena verde su campo bianco vi sorride ammaliatrice dagli iconici contenitori di cartone in vetrina e vi invita ad entrare per rilassarvi un po' mentre vi godete il vostro Frappuccino... Ma se questa non fosse più solo un'immagine tratta dalla realtà americana? Ebbene si, secondo le ultime notizie riportate dai nostri quotidiani nazionali lo scorso 27 febbraio, la nota caffetteria americana fondata nel 1971 a Seattle avrebbe concluso una trattativa con un importante industriale italiano al fine di far finalmente approdare questa realtà da incassi da capogiro anche nel nostro Paese. Ma siamo proprio sicuri di volerlo? Stando a quanto riportato dal sito di Repubblica ad esempio, alla domanda “Come poter paragonare il caffè lungo americano al nostro espresso?” gli stessi newyorkesi interpellati hanno confermato la superiorità della nostra tradizione, definendo il caffè di Starbucks “Solo il contorno. Il Wi-Fi gratuito e la possibilità di passare ore ed ore seduti al tavolo senza essere disturbati rendono i locali perfetti per lavorare al computer o studiare”. Comodo senza dubbio. Ma a questo punto una domanda mi sorge spontanea e -a giudicare dalle non poche controversie che questa decisione ha generato- questa si rivela essere (forse) non solo frutto della mia diffidenza dalle grandi catene alimentari: “Perché mai noi italiani, tra i padri fondatori della cultura del caffè, dovremmo importare un prodotto che sappiamo già essere di scarsa qualità, ma che ugualmente potrebbe rivelarsi fortemente d'ostacolo ai sostenitori del sano «made in Italy»?”. Premetto di non essere contro alcuna influenza dall'estero, anzi; ritengo altresì però che in un mondo come il nostro dove i confini tra gli stati ed i continenti sono (felicemente) ormai solo una pura formalità, di tanto in tanto anteporre la tradizione del proprio paese al “progresso” e tentare di valorizzarne i prodotti caratteristici sia necessario, a patto che questa non sia una scelta obiettivamente politica o infondata. Ebbene, perché dunque non cercare di lasciare al piacere di bere il caffè al bar la sua ritualità, comprensiva del leggere i quotidiani freschi di stampa e discuterne le notizie con l'illustre sconosciuto che ci siede a fianco? Perché non sostenere le nostre aziende produttrici di caffè, correndo eventualmente il rischio di riscoprire i valori di una storia, di una manualità e di una maestria così radicate nel nostro territorio? Pensateci, avete tempo ancora un anno prima di fare la vostra scelta. ►Maria Vittoria Boscari 6 Cultura, Curiosità & Interessi Ok per le uova ma...cosa mi metto? Una volta stabilito il menù e fatta la spesa non resta altro che decidere l'abbigliamento, un'impresa alquanto ardua! Bisogna considerare un mucchio di cose. In primis, sappiamo che la primavera è ormai nell'aria e dunque il nostro look deve esprimere in pieno questa fresca e colorata stagione. Il taglio dell'abito o gonna che sia deve essere leggermente al di sopra del ginocchio o giù di lì, con spalline larghe o fine, e scollo circolare. I motivi floreali sono ben accetti, ma senza mai scordare la semplicità: meglio se si abbinano due o tre colori al massimo, per evitare l'effetto kitsch! Anche fiocchi e fiocchetti riprendono a pieno il tema, magari posti su un vestito un po' vaporoso per cingerne la vita. Un abito ampio appare più adatto ad essere indossato con tacchi dai sette ai dieci centimetri massimo. La raffinatezza e i colori pastello restano all'ordine del giorno. Ed ora perché non affiancarci anche un bell'uovo di cioccolato con incarto coordinato?! ►Giulia Speri Omne vivum ex ovo... Alcune curiosità sulla festività più dolce della cultura cristiana Il titolo dell'articolo precedente cita le uova di Pasqua, noi tutti siamo abituati a vedere tra gli scaffali dei supermercati colombe ricoperte da uno strato di mandorle e zucchero, ogni anno basta aprire l'applicazione di Facebook per trovarsi di fronte agli ennesimi dibattiti sulla necessità di cucinare poveri agnellini... Ma quali sono i veri simboli della Pasqua e i loro significati? Il Cristianesimo invece ricollega il simbolo dell'uovo alla leggenda che vede protagonista Maddalena, la quale tornando al sepolcro vuoto incontrò Pietro, e gli disse “Crederò alle tue parole solo se le uova che porti nel cestino si coloreranno di rosso”; e ciò accadde immediatamente. ● Forse non sapevi che... ● UOVO: era il simbolo della vita che si rinnova e segno di buon auspicio già più di trecento anni fa. Anche i Latini erano devoti in modo particolare all'uso delle uova: il loro detto era “Omne vivum ex ovo”. LA DATA: al principio del Cristianesimo la resurrezione si celebrava ogni domenica. Col consiglio di Nicea del 325 d.C. si decise che la Chiesa d'Alessandria avrebbe stabilito la data anno per anno. Da questo pellegrinaggio nasce la tradizione della “scampagnata”. ● ● ● PASQUETTA: è il lunedì successivo alla Pasqua, quando Gesù apparve per la prima volta a due discepoli che si dirigevano ad Emmaus. 7 IL NOME: in ebraico si dice “Pesah”, significa passaggio e indica la liberazione degli ebrei dalla schiavitù in Egitto. IN SCANDINAVIA è un giorno di folklore in cui ci si impegna a scacciare le streghe... ►Maddalena Feder & Aurora Galbero RICORDIAMOCI CHE... Cultura, Curiosità & Interessi Il 17 aprile 2016 tutti i cittadini italiani maggiorenni saranno chiamati, attraverso un referendum (Il 67° referendum abrogativo della storia repubblicana), a votare a favore o meno dell’abrogazione della norma che concede di protrarre le concessioni per estrarre idrocarburi entro le 12 miglia nautiche dalla costa italiana sino all’esaurimento della vita utile dei rispettivi giacimenti. Si va ai voti! Il suffragio universale in Italia compie i suoi 70 anni Il mese di marzo, ormai giunto al termine, viene spesso associato alla festa delle donne e al fiore protagonista: la mimosa. Tuttavia è bene ricordarci di questo mese anche per un altro aspetto, infatti il 10 marzo 2016 è ricorso un importante anniversario. Esattamente 70 anni fa, nel 1946, l’Italia era da pochi mesi uscita lacerata dalla guerra, ma una nuova speranza si accese all’orizzonte: la possibilità anche per le donne di votare. Fu questo il primo tassello che portò alla formazione dello Stato italiano, quale lo conosciamo noi oggi. Si trattò di una votazione amministrativa, finalizzata alla scelta di organi comunali, a differenza invece della votazione politica che avverrà di lì a poco, il 2 giugno 1946, dove tutti i cittadini furono chiamati a scegliere tra Repubblica e Monarchia. È bene però ricordarci del 10 marzo ’46, perché fu proprio da quel giorno che il voto è stato aperto a tutti, senza distinzione di sesso, di censo o di grado d’istruzione. Anche noi ora, nel momento in cui siamo chiamati a votare, dobbiamo ricordarci sempre di questo lungo e tortuoso percorso tracciato per il raggiungimento del suffragio universale. ►Maddalena Feder la canzone del mese Un altro successo per la cantante veneta Dopo X Factor e Sanremo, un altro successo per Francesca Michielin Cosa rappresenta per voi la data 25 febbraio? A molti probabilmente non dirà niente, alcuni forse penseranno ad una ricorrenza speciale, altri ancora avranno già voltato pagina. Per Francesca Michielin, cantautrice di Bassano del Grappa e vincitrice della quinta edizione di X Factor, è invece estremamente importante: si tratta della sua data di nascita, ed ora è il titolo del suo nuovo singolo. Tratto dall'album di20are, 25 febbraio è un brano che parla di vita e di Francesca. «È un dialogo tra la me stessa di oggi e la bambina che sono stata» rivela la cantante veneta. E se ascoltandola vi perdete tra le dolci note del suo pianoforte e vi lasciate travolgere dalla sua voce oltre che dalle sue parole, significa che anche voi state conversando con il vostro passato. A tratti malinconica, a tratti speranzosa, la canzone e la sua melodia sembrano essere preludio di tristezza e nostalgia: tutt'altro. Cogliete a fondo il testo, fatelo vostro. Ne ricaverete una sensazione positiva. ►Aurora Galbero 8 il film del mese Cultura, Curiosità & Interessi American Hustle – l'apparenza inganna Da reale operazione anticorruzione dello F.B.I. a macchina per Golden Globe che il politico più onesto nascondeva mazzette nel cappello. I due vengono però scoperti e, loro malgrado, vengono assoldati dall’ufficio governativo locale. Il loro compito? Seguire e spalleggiare l’agente Richie Di Maso per incastrare politici e mafiosi che popolano la Grande Mela. Dai noti frequentatori del Congresso allo scaltro sindaco della cittadina di Camden, Carmine Polito. Ma le cose devono essere fatte in grande. Viene coinvolto un falso sceicco arabo e il potente boss mafioso Victor Tellegio. La situazione comincia però a sfuggire di mano. Un piccolo passo falso e si troveranno tutti con la gogna al collo con la firma di Tellegio in caratteri dorati. Compresa la viziata e manipolatrice moglie di Irving, Rosalyn, e il figlio Danny. Irving Rosenfeld, laccato ed esperto truffatore, decide di impiantare con la collega Sydney Prosser una piccola attività. Modesta ma fruttuosa, offre ai disperati grandi cifre a piccoli costi. L’unica clausola? I soldi del prestito non arrivano mai. Siamo nel pieno dei ruggenti anni ’70, quando la droga girava come caramelle e an- «Le persone credono a quello a cui vogliono credere.» (Irving Rosenfeld) ►Sofia Merzari Aku no hana il libro del mese Quando un'altra cultura si avvicina alla tua Avvicinarsi alla cultura occidentale, in particolare che che affronta in piano etico e morale mentre interagisce con adulti e ragazzini della sua età, tra cui spiccano Sawa Nakamura e Nanako Saeki. La prima è una ragazzina sola e odiata da tutti che riesce a sottomettere al suo volere Takao, la seconda è la più intelligente e la più bella della scuola, la quale si innamora del ragazzo per il suo essere onesto e disinibito. Buona lettura! quella europea, tramite la cultura orientale, in questo caso giapponese, è piuttosto insolito; eppure è quello che a me è successo leggendo il manga I fiori del male – Aku no hana di Shūzō Oshimi. Chi conosce un minimo di letteratura del 1800 sa che Les fleurs du mal è una raccolta lirica del poeta irrazionalista Charles Baudelaire. Proprio da questo libro ha origine il manga. Infatti il protagonista, Takao Kasuga, un normale ragazzino delle medie, è un appassionato lettore e, in particolare, il suo libro preferito è proprio LesFleurs du mal, che avrà un ruolo centrale durante lo sviluppo dell’intera storia, che può essere paragonabile ad un romanzo di formazione. Si segue, infatti, la crescita di Takao all’ interno del suo intero percorso scolastico e delle problemati- ►Enrico Dal Pozzo 9 Giochi & Barzellette L'Angolo del Sorriso Curiosità, notizie, aneddoti, barzellette, indovinelli e giochi La barzelletta Un uomo sta guidando moderatamente in una stradina di campagna. Ad un certo punto un carabiniere lo ferma. "Le devo fare una multa per eccesso di velocità!" dice il carabiniere ma l'uomo supplica di non farla. Allora il carabiniere gli dice: "Senta, io amo gli indovinelli, se lei saprà rispondermi esattamente, non le farò la multa!". L'uomo si prepara concentrato e il carabiniere fa: "In una stradina buia si vedono due fari, che cos'è?" dice il carabiniere e l'uomo risponde: "È una macchina, ovvio!", il carabiniere ribatte: "Troppo generico, poteva essere una Punto o una BMW. Mi dispiace, le devo fare la multa!" L'uomo chiede una seconda possibilità e il carabiniere accetta. "In una stradina buia si vede un faro, che cos'è?", e l'uomo risponde: "È un motorino, ovvio!" Ma il carabiniere facendo la multa dice: "Troppo generico, poteva essere una Vespa o un Ciao. Tenga la multa!" .L'uomo seccato accetta, poi dice: "Senta, visto che gli piacciono tanto gli indovinelli, posso fargliene uno io?". Il carabiniere contento ascolta: "In una stradina buia ci sono delle donne in minigonna ai margini della strada, cosa sono?", e il carabiniere prontamente: "Sono prostitute, ovvio!". Allora l'uomo risponde: "Eh no, mi dispiace, troppo generico: potevano essere tua moglie, tua madre, tua figlia, tua sorella..." Fontana di birra Non sapete dove andare in vacanza? Sappiate che in Slovenia nella città di Zalec verrà costruita una fontana di birra, dove la bevanda sostituirà l'acqua. La birra è uno dei prodotti più consumati nel Paese dove già esiste una Spa con trattamenti benefici a base del gustoso alcolico. Per quest'opera verranno investiti 170 euro e i turisti, che potranno accedervi con 6, avranno diritto a tre bicchieri da 30 cm da riempire alla fontana. ● Trova l'Oscar! Suicidi Il suicidio è una piaga sociale che va combattuta, ce n'è uno ogni 40 secondi (e solo il 40% dei tentativi ha esito positivo). Non tutti sanno che le vittime di suicidio sono più i maschi che le femmine e avvengono con più frequenza nei paesi ricchi piuttosto che in quelli poveri, per esempio a New York dove il suicidio causa più decessi del crimine. Le categorie più a rischio non sono però i giovani, sebbene 1/25 ci abbia pensato almeno una volta, bensì gli anziani, mentre tra le professioni i privilegiati sono artisti e scrittori. Consolatevi pensando che la causa maggiore di suicidi, la depressione, può fare di peggio: infatti i malati più gravi perdono completamente la voglia di vivere e smettono di fare qualsiasi cosa, perfino mangiare o muoversi. L'indovinello L'indovinello di febbraio chiedeva: Cosa fanno due millepiedi innamorati che si abbracciano? La soluzione è... una cerniera. Eccovi l'indovinello di marzo: Se una macchina percorre una strada piena di curve, quale ruota si consuma di meno? ►Daniele Zumerle 10 Ineptia Le più improbabili citazioni di prof e studenti ● ● ● ● ● ● Andiamo a Venezia, ci sediamo al bar e voglio vedere tutti i piccioni che mi corteggiano. Professoressa Guido fa a Dante: dai su, guido io. - Studente Deve essere bilanciato il rapporto: uno sta sopra uno sta sotto. - Professoressa Morituri te salutant, morituri se sedebant. - Studente L’amicizia è una penetrazione che parte dalla testa. - Professore Bisognerebbe essere molto bravi a baciare, non come quelli alla fermata degli autobus, che si sciuccionano. - Professore Se anche voi avete delle citazioni di studenti e professori da ricordare, mandatele alla mia mail e verranno pubblicate! ►Valentina Gozzer [email protected] Arrivederci Arrivederci ad ad aprile! aprile! ANNO IV, NUMERO 7 – APRILE 2016 La Fenice Giornalino ufficiale dell'Educandato “Agli Angeli” Storie di copertina Questo mese la copertina del giornalino è dedicata ad una persona speciale. Per chi non la conoscesse, lei è Costanza Mancini, studentessa di IV A del nostro liceo. Molti di voi sapranno la sua storia, ma non è di questo che vogliamo parlare. Vogliamo ricordare la nostra Costi così, con un sorriso dei suoi. Uno di quei sorrisi sinceri, genuini, veri. Vogliamo ricordare Costi per il suo modo di vivere la vita e amarla. Vogliamo che tutti voi prendiate spunto da lei, vogliamo che anche voi possiate farvi contagiare dalla sua forza, dal suo amore, dalla sua simpatia. Vorremmo che anche chi non l'ha conosciuta in prima persona sapesse della sua generosità e bontà. Vi promettiamo che, guardando il cielo, ognuno di voi potrà avere un suo sorriso. Perché, come si dice ne Il Piccolo Principe, “Tu avrai delle stelle che nessuno ha. Quando guarderai il cielo, la notte, visto che io abiterò in una di esse, visto che io riderò in una di esse, allora sarà per te come se tutte le stelle ridessero. Tu avrai, tu solo, delle stelle che sanno ridere”. Ci sarebbero altre mille parole da regalare a Costanza, ma una, la più importante, la possiamo urlare a gran voce: grazie, Costi. Ti vogliamo bene. Ciao, Costi! La Fenice ● Ehi Costi...ricordi Wimbledon 2004?...............................2 di Aurora Galbero ● Ciao, Costi!..............................................................................3 dedicato a Costanza Cronaca & Attualità ● Syn 3.0: l'inizio della rivoluzione.......................................4 di Serena Ferraro Scuola- SPECIALE ● Intervista al Professor Conti...............................................5 di Daniele Zumerle Cultura, Curiosità & Interessi ● Il deserto dei Tartari..............................................................6 di Maddalena Feder ● Il “divenire” dell'umanità....................................................7 di Chiara di Venosa ● Tutti a pesca!...........................................................................8 di Camilla Campedelli ● Una guida alla notte degli Oscar.......................................9 di Maria Vittoria Boscari ● Amara Amata..........................................................................10 di Enrico Dal Pozzo ● Poesia nella chitarra di Mayer............................................11 di Aurora Galbero ● Lucy............................................................................................11 di Sofia Merzari Giochi & Barzellette ● L'angolo del sorriso...............................................................12 Indice POST-IT Dall'11 Dall'11 marzo al 18 settembre 2016 si svolge presso il Museo AMO Arena Museo Opera la mostra “Maria “Maria Callas. The Exhibition”, Exhibition”, la prima grande esposizione dedicata alla carriera e alla vita della Callas. POST-IT Quest'anno la nostra città ospiterà gli artisti più disparati, a partire già dal mese di aprile: potremo assistere infatti ai concerti di Baglioni e Morandi, De Gregori, Gianna Nannini, Il Volo, Marco Mengoni, Negramaro, gli Stadio, Zucchero e molti altri. Per informazioni, visitate il sito ticketone.it . di Daniele Zumerle Ineptia............................................................................................13 Ineptia............................................................................................13 di Valentina Gozzer Follow us! Direttore: Enrico Dal Pozzo Vice direttori: Maddalena Feder, Daniele Zumerle Grafica: Aurora Galbero Redazione: Maria Vittoria Boscari, Camilla Campedelli, Enrico Dal Pozzo, Chiara Di Venosa, Maddalena Feder, Serena Ferraro, Aurora Galbero, Lucrezia Gallo, Valentina Gozzer, Sofia Merzari, Valentina Pattarello, Francesco Sivo, Giulia Speri, Daniele Zumerle 19 marzo 2016 Ehi Costi... ricordi Wimbledon 2004? Cara Costi, Foscolo diceva di non poter cambiare il mondo, ma di poter soltanto scrivere per preservare i posteri da possibili delusioni e pericoli. Ovvio, da Le Ultime Lettere Di Jacopo Ortis non potevamo certo aspettarci positività a palate. Allora io apporterò una piccola modifica alla sua affermazione: da sola non posso cambiare il mondo, ma posso scrivere per raccontare agli altri la bellezza di una persona, e quella persona sei tu. Scherziamo sempre su questo. Ogni mese puntualmente ti chiedo, passando accanto al tuo banco, “Costi, stavolta cosa scrivo?”. Ti metti in posa quasi, mi sorridi e poi, come se fosse la cosa più ovvia, mi dici “Be', scrivi di me!”. Ridiamo assieme, considerandola una battuta. E invece no, mia cara donzella. Questo mese voglio farti un regalo: questo mese il mio articolo sei proprio tu. Amante del tennis, dipendente da musica e batteria, convinta sostenitrice del partito anti-greco (ovviamente si scherza, prof), anglofona senza scrupoli: questo non è altro che l'assaggio, l'involucro di una meravigliosa perla di bontà, saggezza, affetto, complicità e determinazione quale tu sei. Ti starai chiedendo perché scrivo di te. Non appena lo leggerai te ne renderai conto da sola, ma ora è il caso che lo spieghi anche a tutte le altre persone che sfoglieranno il giornalino. Dovete sapere, Costanza è come la Sharapova alla finale di Wimbledon del 2004: una rivelazione. Giovane, raggiante, splendente, ci conforta sempre con una parola dolce, sa farci sorridere con uno sguardo, trasuda simpatia anche solo nel modo di mangiare una mela. Aggiungete un pizzico di autoironia (punto che abbiamo imparato a condividere: soltanto se salissimo l'una sulle spalle dell'altra raggiungeremmo una statura decente) e di sano buonumore. Ecco una prima bozza di Costanza. Ovviamente si sa, tutte le persone migliori del mondo hanno attraversato periodi difficili. Tornando alla Sharapova, nel 2004 a Wimbledon sfidò la leggendaria Serena Williams: un poco più anziana di lei, un poco più esperta, un poco più cattiva. Il paragone che sto facendo non è casuale. Costanza in questo momento sta fronteggiando un ostacolo di portata eccezionale. Un ostacolo che risponde ad ogni battuta, senza mai mandare la palla fuori dalla riga. Un ostacolo delle dimensioni della Williams. Ma, sebbene la nostra Costi sia la giovane e minuta Sharapova, combatte. Lotta con tutta se stessa, con una forza immensa, smisurata. Contraccambia ogni colpo con la stessa brutale ferocia, assapora gli applausi dagli spalti, ringrazia anche le persone più distanti, quelle che magari la osservano soltanto da un mega schermo. Cosa ancora più importante: non si abbatte. Non solo sa difendersi, ma sa aspettare la prossima palla, la sa prevedere e accogliere. Ed è così che non si lascia bruciare dalla sconfitta. Forse non tutti avete visto la partita di cui sto parlando. Ma tutti potete intuire com'è andata a finire. Nonostante la Williams avesse scientificamente in mano la vittoria, la nostra Sharapova rovesciò le sorti dell'ovvietà, portando a casa il trofeo lucente, promettendo a tutti una carriera spumeggiante. E così è stato, nonostante sconfitte ed errori di percorso. Altrettanto sarà per lei, la nostra Costi. La piccola grande Sharapova della IV A. Sappiamo tutti che l'immensità del suo cuore la rende ciò che è sempre stata ma che ora è ancor di più: una guerriera. E così dalla sala d'aspetto, dalla classe, dalle strade e perfino dai nostri momenti di silenzio scaturisce un'unica voce: crediamo in te, ci manchi, ma sappiamo che sei in gamba. Le persone come te conquistano non solo il campo da tennis, ma soprattutto quello della vita. Porta a casa un trofeo, l'ennesimo. Che sia un brillante nuovo inizio. Noi siamo qui, pronti a riabbracciarti. Grazie, per questa magnifica lezione di tenacia che ci offri ogni giorno. Grazie di esistere, Costi. ►Aurora Galbero 2 Ciao, Costi! Avremmo voluto che leggessi l'articolo, non tanto per quelle parole in sé, quanto perché le meritavi davvero e speravi un giorno di avere un pezzo dedicato a te, come tutti i migliori. Ci piace pensare che tu non te ne sia mai andata. Ci piace pensare che tu sappia ormai qualsiasi cosa, e che ci aiuterai, che ci terrai per mano nel corso della vita. Ci piace pensare che esista un luogo in cui anime belle come la tua sorridono guardando le persone che hanno amato. Ci piace pensare che non smetterai mai di giocare, di suonare, di ridere. Ci piace pensare che esistono cose indelebili, cose che nemmeno il tempo, le difficoltà e l'oblio potranno mai cancellare. Ci piace pensare a te, in tutti i modi possibili. Ti vogliamo bene. Ci manchi. “Non esiste rimedio all'amore se non amare di più e tu Costi hai amato e donato fino alla fine”. Tutti i tuoi compagni e amici di IV A Cronaca & Attualità SYN 3.0: l'inizio della rivelazione Dai laboratori americani alla scoperta delle origini della vita Una spiegazione alla vita? Forse un enigma irrisolvibile da un punto di vista filosofico-moralepsicologico ancora per molto, ma per la scienza le strade si stanno spianando di brutto. Lo ha confermato trionfante negli ultimi giorni la prestigiosa rivista americana Science, annunciando la realizzazione del primo batterio sintetico costruito in laboratorio dotato di un Dna ‘minimo’ in grado di farlo sopravvivere da parte dello scienziatoimprenditore Craig Venter e dell’istituto californiano che porta il suo nome. E’ lo stadio ultimo – almeno fino alle prossime, certe rivelazioni dell’inarrestabile Venter – di un percorso di scoperte che hanno avuto un ruolo di primo piano anche altre ricerche, come quelle condotte a partire dal 1956, anno in cui Arthur Kornberg ha ottenne in laboratorio la prima sintesi di Dna, un risultato premiato con il Nobel nel 1959. La prima forma di vita artificiale, il Syn 1.0, fu composta nel 2007 da Venter e dal suo team con la riproduzione del Dna del batterio Mycoplasma mycoide, sotto la direzione di Clyde Hutchinson, col quale solo due anni più tardi il Dna sintetico sarebbe stato trasferito in quello di un batterio simile, il Mycoplasmacapricolum, ottenendo Syn 2.0, la prima cellula naturale controllata da un programma genetico interamente costruito in laboratorio. Il primo organismo comprendeva 901 geni, mentre il secondo circa 535. Oggi il Syn 3.0 – nome che richiama la sua appartenenza alla biologia di sintesi, così come i suoi predecessori – ha solamente 473 geni, ognuno dei quali svolge una funzione imprescindibile per la vita. Perché così pochi? L’obiettivo era proprio quello di eliminare gli elementi del batterio non strettamente necessari alla sopravvivenza, con lo scopo successivo di conoscere bene la funzione e il ruolo di ciascun componente fondamentale. Il 31 per cento di essi rimane un mistero, nel senso che si conoscono i geni essenziali ma non si ha piena certezza di come funzionino. A cosa potrebbe portare Syn 3.0? Anche se la strada è ancora lunga e gli steps da superare molteplici, già oggi molti discutono animatamente delle possibili e prodigiose future applicazioni dell’organismo nei più svariati campi: nel ramo della medicina, potrebbero essere migliorate le tecnologie per consentire all’uomo di combattere contro malattie gravi inserendo o cancellando geni a propria Batteri di questo tipo potrebbero essere creati con particolari specializzazioni, per esempio per produrre biocarburanti, bonificare terreni e acque contaminati. Già comincia a rialzarsi il volume delle polemiche mai finite riguardo alla minaccia non assente di possibili speculazioni su una scoperta di tale portata da parte delle grandi potenze, e sulla condotta del “lato capitalista” della ricerca scientifica, il cosiddetto “ramo scientista” – secondo la definizione storico-letteraria, esso avrebbe come prerogativa il dominio della Natura anziché la comprensione dei suoi fenomeni. La verità è che luce in fondo al tunnel della rivelazione scientifica si fa sempre più grande e abbagliante. Cosa vi sia oltre ad essa, è un mistero che dipende, come sempre, dal modo in cui faremo uso delle nostre enorme possibilità e potenzialità. ►Serena Ferraro 4 Scuola- SPECIALE Intervista al Professor Conti Sembrava una noiosa giornata qualunque, quando entrò culturale. Non si può prescindere dal latino, dal greco forse si perché è più complesso, ma il latino è di tutti. Se vogliamo essere italiani il latino dobbiamo saperlo, altrimenti siamo altro. ● Perché, secondo lei, il Liceo Classico è in crisi? Nel processo di europeizzazione dell'Italia ci è stato chiesto di adeguarci al livello scientifico degli altri stati e ciò ha coinciso con lo screditamento a livello pubblico dei saperi umanistici. Si punta poi verso saperi spendibili, aumentando l'idea che le lingue morte non abbiano valore. Un ragazzo di 14 anni deve imparare a parlare, pensare, sentire, emozionarsi, conoscere se stesso, l'arte; non come fare un impresa. Si preferisce investire nella formazione professionale più che sulla cultura. ● Come ha scoperto questo modo originale di approcciarsi al latino e al greco? Proprio in questa scuola 9 anni fa quando sono venuto qui per la prima volta e ho trovato delle classi che sperimentavano questi metodi diversi, e io, come tutti quelli che non lo conoscono, lo vedevo di cattivo occhio. Poi ho incontrato un collega che lo applicava, mi sono informato e ho visto il prof. Miraglia che mi fece una dimostrazione sbalorditiva. Così ho cominciato per me, lentamente, e solo in un secondo momento ho cercato di applicarlo alla didattica. ● Cosa l'ha spinto a intraprendere questo cammino? Perché mi sono accorto che, in confronto alle persone che sentivo parlare, io il latino non lo sapevo. Miraglia mi lesse e commentò senza essersi preparato prima un capitolo del “De brevitate vitae” per dimostrarmi che il latino si possa fare in questo modo anche a livelli elevati, mentre io non ci credevo. Dunque ho iniziato a frequentare l'Accademia di Roma “Vivarium Novum” e ho scoperto anche che su internet è pieno di blog, canali YouTube, canzoni, giornali, Twitter tutti in latino, è una comunità davvero ampia. Così in tre anni, con impegno e l'aiuto di amici, ho fatto progressi notevoli. ● Quali sono i mezzi e il tempo necessario? Quanto è stato difficile? È stato molto difficile perché io e un mio amico abbiamo iniziato da autodidatti senza nessuno che ci desse delle indicazioni. La visita all'Accademia, dove la gente parla solo in latino, è stata molto utile. Ma con un insegnante accanto in un paio d'anni ci si riesce. Il record è di alcuni ragazzi che in due mesi di studio intensivo sono passati da non sapere una parola di latino a leggere e commentare Cesare in lingua. un supplente. La classe ovviamente era assorta nei suoi impegni, chi studiava, chi chiacchierava, ma il docente ci interruppe chiedendo venti minuti di attenzione per fare “una cosa” e noi, leggermente scocciati, accettammo. Poi successe qualcosa di incredibile: il prof cominciò a parlare in latino. Trenta facce sconcertate si guardavano a vicenda: era uno scherzo? Ci sentivamo male? Era posseduto? Le nostre orecchie udivano il latino di Cesare e Virgilio parlato normalmente, come mai nessuno di noi avrebbe creduto possibile. Da quel giorno molte domande richiedevano una risposta, e il professor Alessandro Conti (il “supplente”) ha gentilmente risposto a tutte. ● Quando era uno studente come noi andava bene a scuola? Fino al biennio me la cavavo, ma al triennio è andata malissimo perché facendo molta letteratura si facevano sempre meno traduzioni, ed io non essendo uno studente coscienzioso non facevo esercizio in più e copiavo le versioni; di greco scritto ho preso poche sufficienze. Poi quando mi preparavo in matematica e latino per la maturità - all'epoca si portavano solo due materie – mi sono piaciuti molto gli autori e così è avvenuta la mia conversione classicista. Alla fine, paradossalmente, ho fatto tanto di quell'esercizio che mi è andata bene anche la versione di greco dell'esame. ● A cosa le è servito, nella vita, studiare le lingue antiche? Mi è servito perché faccio l'insegnate e perché mi sono mantenuto facendo ripetizioni. Penso che le tutte materie che si studiano non debbano avere una rendicontazione pratica, bisogna distinguere tra arti pratiche e arti liberali. Il latino e il greco formano delle persone libere, con capacità di esprimersi e di pensare. Hanno dunque un utilità formativa dell'individuo, che non si vede quando bisogna riparare un lavandino ma quando si fanno delle scelte di vita o quando si parla con qualcuno. La scuola non insegna solo un lavoro ma insegna anche ad essere uomini e donne liberi. ● Quali valori trasmettono? Se ne può fare a meno? I valori sono più una cosa etica, quelli si possono assumere leggendo i testi direttamente tradotti in italiano. L'elemento in più presente nelle lingue antiche è quello culturale: non c'è uomo di cultura in Italia, da Cicerone a Umberto Eco, che non conosca il latino; esso è parte del nostro codice 5 Però si sono fatti 10 ore al giorno! ● Cosa si sente di consigliare agli studenti per migliorare nelle materie classiche? Le lingue, in quanto tali, più si frequentano più si imparano. Si ha un apprendimento più veloce leggendo 10 versioni a settimana. Bisogna esporsi al latino e al greco, anche se è difficile. È meglio leggere tanti testi facili che pochi difficili, perché si imparano rapidamente le parole, si riconoscono le strutture e si sviluppano degli automatismi che ci aiutano nelle versioni più complicate. Come un buon sportivo, è necessario allenarsi molto, possibilmente tutti i giorni. “La vera scoperta è stata che il latino da difficile e pesante è diventato piacevole e divertente e mi piace condividerla” ci ha detto Alessandro Conti e noi ci siamo fatti dare dei mezzi per chi di voi volesse provare, anche solo per curiosità: Scriptorium Academicum Latinum (sandra-ramosmaldonado.blogspot.it) è un portale che raccoglie più blog in latino Siti come Twitter e Wikipedia in latino Sodalitas Latina Veronensis è un circolo di Verona che organizza incontri e corsi per imparare così il latino ►Daniele Zumerle Cultura, Curiosità & Interessi Il Deserto dei Tartari “Nell’attesa si perde il presente” Nell’ambito delle rappresentazioni teatrali organizzate ogni anno presso il Teatro Nuovo di Verona, è stato messo in scena nel mese di marzo “Il deserto dei tartari” con la regia di Paolo Valerio; spettacolo tratto dall’omonimo libro di Dino Buzzati, pubblicato nel 1940, all’alba dell’entrata in guerra dell’Italia. Il testo affronta una tematica più volte ripresa dalla letteratura mondiale: la fugacità del tempo. L’intera vicenda è immersa in una profonda inquietudine esospensione, amplificata dalla mancanza di ogni determinazione spaziotemporale, che genera estraniamento nel lettore e percorre passo dopo passo la vita del protagonista, il tenente Drogo, il quale arrivato alla fortezza Bastiani inizierà a condurre una lotta contro un nemico, i tartari, che diventa sempre più immaginario, e alla fine, quando i tartari attaccano, il protagonista è costretto ad affrontare un altro nemico a cui non aveva mai pensato ma che è apparso poi come il più reale e il più grande di tutti: la morte. Il regista si è rilevato di grande abilità nel cogliere tutti questi aspetti e inserirli nella scena, attraverso per esempio, l’uso di diversi attori che interpretavano il personaggio di Drogo, come a farci comprendere che Drogo potrebbe essere ognuno di noi; ogni persona infatti si può smarrire nel tempo reale in quanto, riportando un detto senecano “è nell’attesa che si perde il presente”. Un altro importante accorgimento di Paolo Valerio inoltre consiste nell’aver inserito come scenografia i disegni originali realizzati dallo stesso Buzzati nella stesura del suo maggior romanzo. Lo spettacolo dunque ha ricevuto recensioni positive dalla critica, debuttando nella nostra città per ben sei giornate consecutive. ►Maddalena Feder 6 Cultura, Curiosità & Interessi Il divenire dell'umanità Un momento per ricordare la nostra evoluzione in soli 100 anni e quanto sia importante non tornare indietro Analizzando gli ultimi cento anni dell’esistenza della nostra specie, è quasi impossibile non vedere quanto ci siamo evoluti solamente in un secolo. Se ritornassimo al pensiero del 1910 ci ritroveremmo in una società suddivisa quasi in una gerarchica e ancora poco aperta agli orizzonti mondiali: per attraversare l’Oceano Atlantico, per esempio, era necessario compiere un viaggio di vari giorni per nave, mentre le distanze meno impegnative si attraversavano in treno. Centocinque anni dopo ci troviamo di fronte a una situazione benché diversa: ora moltissime persone hanno la possibilità di viaggiare, conoscere, studiare e anche se a noi queste opportunità sembrano comuni, è importante ricordarci delle fortune che ognuno di noi ha a disposizione. Ricordare questi cambiamenti è importante per varie ragioni. La più importante rimane unica nel suo genere: questa rapidissima evoluzione, sia nella mentalità che nella tecnologia, è anche dovuta a vari eventi spiacevoli che ci vengono riproposti annualmente per riflettere: le due guerre mondiali, per esempio. Infatti, è stato al temine della seconda guerra mondiale, precisamente il 10 Dicembre 1948, che l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò e proclamò la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani che manifesta i diritti che ogni individuo possiede. e Lahore, Pakistan – la realtà che vediamo attraverso la televisione o le notizie non sembra più tangibile: pare quasi di vivere in un’oasi apparentemente pacifica circondata da disgrazie in continuo divenire, e noi stessi siamo una bomba a tempo destinata a prorompere prima o poi. Purtroppo, che ci piaccia o no, ci troviamo in un momento nel quale le vite delle persone sono usurpate per stabilire la supremazia e l’unica cosa che possiamo fare è, nel nostro piccolo, continuare a lottare per noi stessi, le persone che amiamo e gli ideali nei quali ancora crediamo. “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.” – articolo 1. “Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona.” – articolo 3. Sebbene questi articoli siano chiari e concisi, al giorno d’oggi può risultare facile dimenticarsi che questi sono diritti di tutti gli esseri umani e non solamente di quelli che vivono in condizioni privilegiate. Ormai, essendo a contatto costantemente con tutti gli attentati, gli assassini e le tragedie – gli ultimi due a Bruxelles ►Chiara di Venosa 7 Cultura, Curiosità & Interessi Tutti a pesca! Chi dorme… si trova un pesce dietro la schiena! Ebbene sì, oggi è il 1 aprile, giorno ormai da tra cui implantologia dentale, traumatologia delle ossa facciali e dei tessuti molli soprastanti e artroscopia temporomandibolare e chirurgia dell’articolazione mandibolare. Carino come scherzo, no? Per il pesce d’aprile inoltre la Bmw ha inventato delle rivoluzionarie scarpe per bambini. Una volta indossateimpediranno al vostro piccolo di cadere. Anche il povero Leonardo Di Caprio è stato ‘vittima’ di uno scherzo: Oxford Dictionaries ha inventato un nuovo verbo, ovvero voce del verbo ‘Leo’, il quale quest’anno è riuscito finalmente a vincere l’Oscar dopo vari tentativi. Il verbo, naturalmente, si usa quando si vuole indicare il raggiungimento di un traguardo dopo tanto tempo. E infine c’è Burger King che, come ultimo scherzo, punta sulla patatina fritta monoporzione. anni dedicato agli scherzi. Tra i più belli della storia ci sono gli spaghetti che crescono sugli alberi e i pinguini volanti della BBC, la pubblicità dei panini per mancini di Burger King e il Viagra per i conigli. I classiconi del genere sono ormai entrati nella tradizione e ogni Paese ha il suo: c’è la corda del vento in Portogallo, il lievito per le salsicce in Francia, la neve disseccata in Germania e la pietra per affilare i capelli in Andorra. In tutta Europa il primo d’aprile è il giorno dedicato agli scherzi, e le spiegazioni sull’origine della festa sono diverse, dall’anglosassone April Fools’ day - cioè il giorno dello sciocco d’aprile, con riferimento al giullare delle corti medioevali - al francese poisson d’avril. Nella Scozia delle Highlands il pesce d’aprile dura due giorni, nel secondo, il Taily Day, ci si diverte ad attaccare sulla schiena dei malcapitati un cartello con la scritta Kick me!, “Dammi un calcio”. Prima di tutto bisogna sapere che si tratta di una festa di primavera, cioè un ottimo momento per liberare le energie represse nei mesi di freddo. In Europa i festeggiamenti del primo d’aprile diventano usanza intorno alla fine del 1500: pochi anni dopo l’adozione del nuovo calendario Gregoriano. Una delle ipotesi più accreditate vuole che dopo il cambiamento non tutti si abituarono e vennero quindi additati come gli sciocchi d’aprile. Perché il pesce? Non è un animale intelligente, e poi... abbocca all’amo. Tra gli scherzi di quest’anno ce ne sono alcuni alquanto bizzarri. Uno tra questi è Jaya Cuneta: 10 milioni di pesos filippini (circa 200 mila euro) e ventiquattro operazioni per assomigliare al suo idolo, Papa Francesco. La trasformazione di Jaya Cuneta, 24 anni, è avvenuta in due anni di interventi presso l’ospedale St. John di Manila. «Da quando Papa Francesco è entrato nella mia vita tre anni fa non ho fatto altro che pensare a diventare come lui. Per me è un esempio di vita ed essere più simile a lui anche fisicamente è finita con l’essere una missione», racconta Cuneta al Manila Star. Per assomigliare a Papa Francesco Jaya Cuneta si è sottoposto a diversi interventi di chirurgia maxillo-facciale ►Camilla Campedelli 8 Cultura, Curiosità & Interessi Piccole pause venete Ecco alcune mete per evadere dalle nostre opprimenti giornate di studio È una calda mattina d'aprile, vi siete appena svegliati ma -complici forse la dorata luce che filtra dalle persiane ed alcuni brandelli di sogni meravigliosi che vorticano ancora nella vostra testa- sapete già che oggi quei libri sui quali dovreste studiare proprio non riuscirete ad aprirli. Ammetto che sia raro svegliarsi con l'ardente desiderio di buttarsi a capofitto in un turbine di formule matematiche piuttosto che di affrontare una versione, ma nella maggior parte dei casi bisogna farsi forza -se non proprio violenza. Ma oggi proprio no... Anziché perdere dunque un'intera giornata a rimuginare su ciò che si sarebbe dovuto fare e che invece non si è nemmeno iniziato, consolandosi con la cioccolata rimasta dai festeggiamenti pasquali, perché non uscire all'aperto a caccia di tesori che si nascondono a poca distanza da noi? Guardatevi intorno: il clima è mite ed il cielo è terso, le condizioni sono ideali per dedicarsi alla scoperta dei gioielli rari ed unici che costellano il nostro Paese. Facile, direte: lo farei volentieri se avessi tempo e denaro... Ma se questi luoghi incantati fossero davvero davvero vicini? Ecco a voi una lista dei borghi e delle cittadine più belle del Veneto: scegliete quello che più vi attira e godetevi la vostra giornata di dolce... viaggiare! 2- IL PAESE DI BORGHETTO SUL MINCIO (VERONA) Tra i borghi più belli d’Italia c’è anche Borghetto Sul Mincio, splendida frazione, un tempo fortificata, sulle sponde del fiume Mincio nella zona del Garda. 3- LE VILLE VENETE (VICENZA) In Veneto non sono certo le ville a mancare e gli esempi forse più alti di questa categoria sono le Ville Palladiane, anch’esse Patrimonio dell’Unesco e concentrate per la maggior parte nella provincia di Vicenza. Da Villa Contarini, una delle più grandi, alla Manin fino alle palladiane Foscari ed Emo e alla Nazionale o Villa Pisani, con il suo labirinto. 4- L’ORTO BOTANICO DI PADOVA Fondato nel lontanissimo 1545, quello di Padova è l’Orto Botanico Universitario più antico del mondo 5- LE ISOLE DELLA LAGUNA (VENEZIA) Murano, Burano e Torcello sono soltanto alcune delle isole della splendida Laguna veneta, e ne rappresentano il volto più conosciuto. Ma il bello di fare un giro in barca da queste parti è andare alla scoperta di perle nascoste come la bellissima San Francesco del Deserto, fuori dalle rotte ‘canoniche’ e disabitata fatta eccezione per il monastero dei frati francescani, o come San Servolo e San Giorgio, vere e proprie perle della zona. 6- UN GIRO PER I COLLI EUGANEI (PADOVA) Parco Regionale dei Colli Euganei: il primo istituito in Veneto e tra i più belli d’Italia, grazie ai suoi volumi conici che si stagliano nel cuore della pianura veneta. Natura incontaminata, borghi storici, fonti termali e agriturismi a ogni angolo: ecco l’idea perfetta per la gita fuori porta della domenica! 1- LA ROCCA DI ASOLO (TREVISO) Piccolo gioiello arrampicato sulla collina, la rocca di Asolo fa parte di un borgo medioevale di tutto rispetto. Godetevi una passeggiata sulle mura e inerpicatevi fin sulla cima, da cui la vista è spettacolare: aguzzate la vista, e davanti a voi vi ritroverete lo splendido Tempio di Canova a Possagno, i vitigni e i piccoli borghi di cui la pianura circostante è disseminata. Fonte di riferimento: www.skyscanner.it ►Maria Vittoria Boscari 9 Cultura, Curiosità & Interessi Amara Amata Una piccola musa ispiratrice (si consiglia di leggere a fondo tra le righe di questo testo...) Tutti noi abbiamo una Dea o una Musa ispiratrice. La mia si chiama Amara Amata, Ama per gli amici. Lo so, il nome può sembrare un po’ buffo e ridicolo, ma se l’è scelto lei. Quello di prima non se lo ricorda neanche più; non le piaceva. Dice che era troppo comune, quasi insignificante. Non prendete in giro la mia dea per questa scelta perché, in fondo, che ispirazioni potrebbe dare se non fosse un po’ matta?! Vi concedo, però, che Amara Amata lasci delle perplessità (anch’io ne avevo assai e la prima volta che l’ho incontrata volevo scappare a gambe levate), ma se ci si sofferma un attimo sul significato si rimane a bocca aperta. Mi ha spiegato che il nome è dovuto ai tempi difficili in cui viviamo, amari per l’appunto. Continua a ripetermi di come alle volte vorrebbe tornare lassù nel suo Olimpo, nel suo Etere abbandonando completamente l’uomo, ottuso e testardo nel ripetere i suoi errori, che continua a farsi e a fare del male, per andare a poltrire in un enorme lettone con lenzuola di seta e un infinito contenitore di biscotti con gocce di cioccolato. Passa le ore a brontolare, ma alla fine ha il cuore tenero e proprio per il suo cognome resta sempre con noi. Sa che ancora a molta gente importa di lei. Sa che ancora molte persone vogliono conoscere e imparare e lei non può fare a meno di soddisfarci. Ad Amara piace fare shopping, come a tutte le ragazze, anche se il suo shopping riguarda solo i libri. Passa le ore tra gli scaffali delle biblioteche e delle librerie e torna sempre a casa con pile e pile di testi da leggere. Le notti non dorme mai talmente si appassiona alla lettura. Anche per questo la mattina non bisogna parlarle se non dopo la seconda tazza di caffè. La sua fortuna è che essendo dea le occhiaie non le si vedono. Pensate che non si deve neppure truccare! Resta sempre acqua e sapone ed anche quando ha i capelli tutti arruffati ed il broncio non si può fare a meno di tirare un sospiro d’amore. Quando lo fai scoppia a ridere, con una fragorosa risata genuina e contagiosa, una di quelle che ti mettono il buon umore. Ecco, una certezza è che con Ama non sei mai triste. Trova sempre un modo per rallegrarti e renderti felice. Una volta ha indossato un cappello a punta e fingeva di essere un unicorno, un’altra si era messa a cantare a squarciagola per le strade di Verona, un’altra ancora si era lanciata giù per una collina a ruzzoloni. La sua candida veste era diventata completamente verde ed ha ricevuto una bella lavata di capo da sua madre (eh già, anche gli dei hanno dei genitori che alle volte sono un po’ rompiscatole). Amara, poi, c’è sempre se hai bisogno d’aiuto, se sei triste o semplicemente un po’ giù. Con lei ti puoi sempre sfogare, le puoi scrivere, le puoi urlare o sospirare, la puoi consultare e consumare e non se ne andrà mai. Ovviamente, come tutte le dee, si fa un po’ desiderare e la devi andare a cercare per avere la sua compagnia, ci mancherebbe altro. Purtroppo capita anche che ti raggiunga, dopo essersi liberata dai suoi impegni, in piena notte quando vorresti dormire, ma non si riesce ad essere arrabbiati con lei. È impossibile! Vogliate bene alla mia dea, vogliate bene ad Amara Amata, che è così fragile e indifesa, e lei vi saprà sempre ricambiare. Vi porterà con lei nei suoi viaggi alla scoperta di nuovi mondi, vi farà sognare e vi farà emozionare. Se la amerete, ma la amerete davvero, non sarete mai soli ed avrete sempre qualcuno di sincero su cui contare. ►Enrico Dal Pozzo 10 la canzone del mese Cultura, Curiosità & Interessi Poesia nella chitarra di Mayer Free Fallin' – John Mayer La canzone di questo mese è qualcosa di speciale. Non si tratta della solita hit che presto scalerà le classifiche, non è forse un brano che tutti conoscono a memoria. Ma è una delle canzoni preferite della nostra Costi. Certamente avrete sentito nominare il chitarrista e cantautore statunitense John Mayer. Pubblicò il suo primo EP da solista nel lontano 1999, e in anni più recenti ha duettato con la famosissima Katy Perry. La canzone è Free Fallin', un titolo una garanzia: il singolo è datato 2008, ed è contenuto nell'album When the Light is. Parole e melodia dolci, accompagnate dall'immancabile chitarra che nelle mani di Mayer diventa pura e semplice poesia. Inseritela nella vostra playlist. “Wanna wrtie her name in the sky I wanna free fall out into nothin' Oh, I'm gonna leave this, this World for a while” ►Aurora Galbero il film del mese Lucy “Sta a noi provare ad andare oltre le regole e le leggi e passare dall’evoluzione alla rivoluzione” Si dice che l’essere umano utilizzi solo il 10% delle sue capacità cerebrali. Sembra poco? Eppure con ciò è riuscito a controllare il fuoco, a vivere sott’acqua, a volare, a dominare il mondo. E cosa succederebbe se arrivasse al 20%? O al 50%? O al 70%? Forse controllerebbe a pieno tutte le parti del suo corpo, le persone, gli oggetti. Lucy si trova a Taipei, Taiwan, quando viene rapita da un gruppo di criminali coreani. Dopo essere stata sedata viene trasformata in una piccola cassaforte di CPH₄ sintetico. Il sacchetto però, che si trova all’interno della sua pancia, si rompe per un calcio ricevutodal suo custode e la maggior parte della droga entra in circolo. Le sue capacità cominciano ad aumentare a dismisura. Scappata,denuncia i narcotrafficanti e si reca a Parigi dal professore di biologia Samuel Norman. Le rimane ormai poco da vivere e l’accademico la sprona ad andare avanti per scoprire i limiti umani e lasciarne conoscenza all’umanità. Assume così altre tre sacche di droga, arrivando al 100%. ►Sofia Merzari 11 L'Angolo del Sorriso Curiosità, notizie, aneddoti, barzellette, indovinelli e giochi Giochi & Barzellette Curiosità, notizie, aneddoti, barzellette, indovinelli e giochi La barzelletta ● Sudoku Un uomo incontra dopo tanto tempo un suo vecchio amico e gli dice: "Ehi ciao; perché quella faccia? Che cosa è successo????". "Eh sai, la notte scorsa mio nonno è morto, c'è stato un incendio...". "Ah allora è morto nell'incendio?". "No perché si è buttato giù ed è caduto sul tendone del bar di sotto e poi è finito in strada". "Allora è morto in strada spiaccicato?". "No è passata una macchina". "C'è morto sotto?". "No la macchina l'ha rispedito su". "Allora è morto nell'incendio?". "No perché s'è buttato di nuovo". Questa storia si ripete per ben 10 volte finché l'amico si stanca e dice: "Scusa, ma come minchia è morto tu nonno?". “Eh gli abbiamo dovuto spara', non se fermava più!” Meraviglie antiche In Iran a Sushtar si trova un capolavoro di ingegneria progettato nel V secolo a.C dagli architetti di Dario il Grande, il famoso re persiano che fece tremare i greci ma fu sconfitto a Maratona. Si tratta di un impianto di irrigazione che avrebbe dovuto formare un fossato attorno alla città servendosi di particolari canali e di pozzi a ripiano detti Ghanats. Il sistema è degenerato nel XIX secolo ma lo si può comunque ammirare ai giorni nostri, uno spettacolo che ci ricorda quanto gli antichi fossero avanzati nonostante i mezzi che noi moderni consideriamo scarsi. Caffè e alcol, un binomio perfetto Era già risaputo che la caffeina avesse degli effetti positivi sul fegato e gli scienziati hanno investito tempo e risorse per approfondire il beneficio che ha il caffè. Addirittura hanno scoperto che proprio il caffè può limitare i danni della cirrosi epatica (la quale è letale!) e non solo, perché la previene anche: infatti più caffè si beve meno probabilità ci sono di avere una cirrosi epatica, dal -22% delle due tazze quotidiane al -65% delle quattro tazze giornaliere. Quindi se vi piace alzare il gomito e allo stesso tempo tenete al vostro fegato, vi conviene prendere questa nuova abitudine. Gravidanze più lunghe del mondo animale 10: Mucca (9-10 mesi). 9: Cavallo (11-12 mesi). 8: Leone marino (11-12 mesi). 7: Lamantino (12 mesi) 6: Tricheco ( 15 mesi). 5: Cammello (13-14 mesi). 4: Giraffa (15 mesi). 3:Rinoceronte (16-19 mesi). 2: Orca (17-18 mesi). 1: Elefante (22 mesi). Dopo questi, donne, non lamentatevi XD L'indovinello L'indovinello di marzo chiedeva: Se una macchina percorre una strada piena di curve, quale ruota si consuma di meno?”, la risposta è...quella di scorta! Ora ecco a voi l'indovinello di aprile: Cosa ci fa un asino su dei binari? 12 ►Daniele Zumerle Ineptia Le più improbabili citazioni di prof e studenti ● ● ● ● ● ● Sapete qual è la differenza tra un filosofo e un cuoco? Che il cuoco guadagna di più. Professore Se voi mi mettete qui un nano con l'impermeabile, io scappo. - Professore Questa è l'essenza del porno dell'inorganico. - Professore Ma vuoi veramente portare questa tesina alla maturità? Allora ci rivediamo l'anno prossimo... - Professore Ora mettete via latino e greco, che non servono a nulla. - Professoressa Prof: Perché non hai tradotto la versione durante le vacanze di Pasqua? Studente: Perché volevo andare fuori al sole. Se anche voi avete delle citazioni di studenti e professori da ricordare, mandatele alla mia mail e verranno pubblicate! ►Valentina Gozzer [email protected] Arrivederci Arrivederci aa maggio! maggio!