La Fenice - Educandato Statale “Agli Angeli”

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La Fenice - Educandato Statale “Agli Angeli”
ANNO IV, NUMERI 6/7 – MARZO/APRILE 2016
La Fenice
I numeri de
La Fenice
di marzo e aprile sono stati
raccolti in un unico
giornale bimestrale.
Ci scusiamo per l'attesa e vi
auguriamo buona lettura.
La redazione
ANNO IV, NUMERO 6 – MARZO 2016
La Fenice
Giornalino ufficiale dell'Educandato “Agli Angeli”
Storie di copertina
Cultura, Curiosità &
Interessi
STARBUCKS
APRE I BATTENTI
IN ITALIA: PRO E
CONTRO?
Cronaca & Attualità
Marzo dei venti, dice il famoso proverbio.
Marzo quest'anno è anche la culla della nostra amata e
dolce Pasqua, che nel 2016 porterà agli studenti
dell'Educandato Agli Angeli non soltanto uova di
cioccolato e colombe, ma anche ben undici giorni di
vacanza.
Questo mese vogliamo ricordare il grande Umberto Eco,
epica figura di riferimento per appassionati di letteratura e
non solo, ma anche un certo Einstein e le sue idee sempre
azzeccate. Vogliamo anche farci due domande sulla
probabile apertura di Starbucks in Italia e perché no,
sorridere come sempre grazie alle inimitabili barzellette di
Daniele.
Ricordate inoltre di regolare gli orologi: il 27 marzo
scatterà la cosiddetta ora legale. Studenti, munitevi di dosi
industriali di caffeina: verremo privati di ben sessanta
minuti di sonno.
E siate sereni, amate e perdonate.
Non soltanto a Pasqua.
Tanti auguri da tutta la redazione.
MORTO UMBERTO
ECO: CI MANCHERÀ
IL SUO SGUARDO
SUL MONDO
Cronaca & Attualità
EINSTEIN: LA
VERITÀ
CENT'ANNI DOPO
La Fenice
Cronaca & Attualità
●
Umberto Eco..........................................................................2
di Camilla Campedelli
●
Onda dopo onda....................................................................3
di Aurora Galbero
●
Ricordiamoci tutti..................................................................4
di Lucrezia Gallo
●
La libertà di formazione in Italia......................................4
di Valentina Gozzer
●
Libia, i superstiti della Bonatti...........................................5
di Serena Ferraro
Indice
POST-IT
Dato il suo grande
successo, la mostra d'arte
sul post-impressionismo
che ha sede al Palazzo
della Gran Guardia è
stata prorogata fino al 28
marzo 2016.
2016.
Affrettatevi!
Cultura, Curiosità & Interessi
●
Cameriere, un caffè!..............................................................6
di Maria Vittoria Boscari
●
Ok per le uova ma...cosa mi metto?.................................7
di Giulia Speri
●
Omne vivum ex ovo...............................................................7
di Maddalena Feder & Aurora Galbero
●
Si va ai voti!..............................................................................8
di Maddalena Feder
●
Un altro successo per la cantante veneta........................8
di Aurora Galbero
●
American Hustle....................................................................9
POST-IT
Friendly reminder...
Domenica 27 marzo alle
ore 02:00 ricordatevi di
cambiare l'ora dell'orologio!
Portatelo avanti di 60
minuti. Ebbene sì,
dormiremo di meno...
di Sofia Merzari
●
Aku no hana.............................................................................9
di Enrico Dal Pozzo
Giochi & Barzellette
●
L'angolo del sorriso............................................................10
di Daniele Zumerle
Ineptia.........................................................................................11
Ineptia.........................................................................................11
di Valentina Gozzer
Follow us!
Direttore: Enrico Dal Pozzo
Vice direttori: Maddalena Feder, Daniele Zumerle
Grafica: Aurora Galbero
Redazione: Maria Vittoria Boscari, Camilla Campedelli, Enrico Dal Pozzo, Chiara Di Venosa,
Maddalena Feder, Serena Ferraro, Aurora Galbero, Lucrezia Gallo,
Valentina Gozzer, Sofia Merzari, Valentina Pattarello, Francesco Sivo, Giulia Speri, Daniele Zumerle
Cronaca
Cronaca&&Attualità
Attualità
Umberto Eco
Ci mancherà il suo sguardo sul mondo
Aveva raggiunto ormai 84 anni quando uno
dei nostri più importanti uomini di cultura
contemporanei si è spento. È stato filosofo,
semiologo e grande esperto di comunicazione e
media. Non ha mai perso la voglia di osservare
la politica.
Eco ha scritto numerosi saggi di estetica
medievale, linguistica e filosofia, oltre a romanzi
di successo. Tra questi il già citato “Il nome della
Rosa”, uscito nel 1980 e diventato in brevissimo
tempo un bestseller internazionale con 14
milioni di copie vendute, traduzioni in oltre
cento lingue, una trasposizione cinematografica
che ha vinto 4 David di Donatello nel 1987, e
“Il Pendolo di Foucault”, del 1988. Dal 12
novembre 2010 era socio dell'Accademia dei
Lincei, per la classe di Scienze Morali, Storiche
e Filosofiche.
Fra i tanti, anche la cantante Noemi affida le
sue sensazioni ai social riguardo alla morte di
Umberto scrivendo: “Una parte della nostra
cultura e letteratura. Ora tocca a noi. Saremo
capaci di raccontarci così bene agli Italiani di
domani?”. Ma quello che salta più agli occhi è la
quantità di messaggi lasciata da gente
qualunque, lettori e studenti formatisi sui suoi
libri, che ricordano Eco postando alcune
citazioni. La più famosa è quella che forse
meglio rappresenta il motivo per cui uno
scrittore non certo facile sia oggi ricordato
come una rockstar:
Perché non iniziare dunque questo mese in onore del
suo ricordo leggendo uno dei suoi più grandi libri?
Lasciandoci trasportare in paesaggi, epoche e mondi
diversi solo grazie alla sua capacità di rendere visibile
tutto ciò che non lo è. Abbiamo perso un grande
scrittore, è vero, ma è stato detto già troppe volte.
Adesso il testimone lo abbiamo in mano noi, saremo
in grado di passarlo in tempo alle prossime
generazioni?
“Chi non legge, a 70
anni avrà vissuto una
sola vita: la propria.
Chi legge avrà vissuto
5000 anni”
►Camilla Campedelli
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Cronaca & Attualità
Onda dopo onda...
A quasi un secolo dalla previsione del genio di Einstein, alcuni scienziati hanno dimostrato che
la teoria sulle onde gravitazionali è valida. E potrebbe aiutarci nella vita di tutti i giorni
disturbano i fasci laser, provocando un'anomalia
che viene registrata e studiata.
Ma cos'è un'onda gravitazionale? Innanzitutto, è
molto diversa da quella elettromagnetica: si genera
dal movimento di corpi celesti ed è in grado di
conservare e trasportare inalterata l'informazione
che descrive il fenomeno dal quale è stata originata.
Con un po' di immaginazione, pensiamo
all'universo come ad un tappeto elastico sul quale
viene fatta cadere una palla da bowling: sotto il
peso di quest'ultima, il tappeto si infossa. Se poi
tirassimo una biglia sullo stesso tappeto, questa
tenderebbe a scendere nell'infossamento e a girare
attorno alla palla da bowling. Questo è il
funzionamento delle orbite, che ruotano attorno ad
un corpo celeste più massiccio di loro. Il tappeto è
stato chiamato da Einstein “Spazio-Tempo”:
l'effetto della curvatura sul tappeto è la gravità. Se
poi in un qualche angolo remoto dello stesso
tappeto qualcosa di particolarmente pesante
dovesse caderci su, si formerebbe certamente
un'increspatura, una “vibrazione”: questa è un'onda
gravitazionale.
Dopo questa sensazionale scoperta, molti sono
esaltati dall'idea di potersi spingere oltre, e chissà,
magari riuscire a captare il primo vagito
dell'universo dopo il Big Bang. Certo è che tutto ciò
rappresenta un enorme passo avanti, in quanto sarà
sempre più possibile approfondire gli studi sullo
stato della materia di particolari corpi celesti ma
anche imitare i sofisticati metodi degli
interferometri per rilevare i micromovimenti del
terreno e migliorare le strutture edili.
Un percorso iniziato un secolo fa apre le porte al
progresso, e ancora una volta dimostra come la
fiducia nell'uomo e nelle sue capacità non vada mai
sottovalutata. Così come il mistero della natura,
dell'universo e di tutti quei fenomeni magnifici ed
immensi dei quali talvolta non possiamo nemmeno
renderci conto. E, per rimanere nell'ambito della
scienza, Stephen Hawking direbbe: “Per quanto
difficile possa essere la vita, c'è sempre qualcosa che è
possibile fare. Guardate le stelle invece dei vostri piedi” .
Ancora una volta, grazie Einstein.
Era il 14 marzo 1879. Ad Ulma, una città tedesca di
attualmente centoventidue mila abitanti, nacque colui
che in poco tempo sarebbe diventato il fisico e
filosofo più famoso del mondo: Albert Einstein. A
137 anni dalla sua nascita, un gruppo di studiosi
americani ed europei, grazie alle loro preziose
antenne, ha potuto registrare echi provenienti dallo
spazio più profondo e appurare che il genio della
scienza aveva ragione ancora una volta: le onde
gravitazionali, da lui previste quando illustrò la sua
Teoria della relatività generale (1915), esistono.
Per spiegare in maniera semplice in cosa consiste la
teoria di Einstein ma soprattutto come è stato
possibile prendere atto di questa nuova inconfutabile
verità, occorre fare un piccolo passo indietro, o
meglio, un piccolo passo di 1,3 miliardi di anni luce.
È a questa distanza che due buchi neri si sono
scontrati ad una velocità di 150 mila chilometri al
secondo per fondersi in un un'unica palla scura pari a
62 volte la massa del Sole. Questo fenomeno ha
prodotto nell'universo un'onda, che si è conservata
come “ricordo” di questo scontro cosmico. Solo oggi
gli scienziati sono riusciti ad “ascoltare” questo grido
dallo spazio: un suono di un secondo, un piccolo
segnale che è bastato a dar ragione al buon vecchio
Albert.
Il suono è stato rilevato dagli interferometri, una
sorta di microfoni che si estendono per 3 o 4
chilometri, all'interno dei quali si trovano dei tubi
percorsi da fasci laser. Questi strumenti complessi e
raffinati captano le onde, che al loro passaggio
►Aurora Galbero
3
Cronaca & Attualità
Ricordiamoci tutti:
10 febbraio : giornata per il ricordo delle foibe
Mi sono stupita quando, parlando con qualcuno, mi
La persecuzione prosegue fino alla primavera del
1947, fino a quando, cioè, viene fissato il confine fra
l'Italia e la Jugoslavia. Ma il dramma degli istriani e
dei dalmati non finisce.
Nel febbraio del 1947 l'Italia ratifica il trattato di
pace che pone fine alla Seconda guerra mondiale:
l'Istria e la Dalmazia vengono cedute alla Jugoslavia.
350.000 persone scappano dal terrore, non hanno
nulla, sono bocche da sfamare, si trasformano in
esuli.
Per quasi cinquant'anni il silenzio della storiografia e
della classe politica avvolge la vicenda degli italiani
uccisi nelle foibe istriane.
Il 10 febbraio del 2005 il Parlamento italiano ha
dedicato la giornata del ricordo ai morti nelle foibe.
Come la Shoah, questo è un altro esempio di cosa è
capace di fare l'uomo. E per fare in modo che non
accada ancora dobbiamo ricordare tutti, uno per
volta. È come accendere una candelina.. dobbiamo
fare in modo che il lume rimanga sempre acceso
tramandandolo alle generazioni a venire... Il ricordo
deve illuminare quella strada buia che abbiamo
davanti, è l'unica salvezza che abbiamo perché in
assenza di luce non sappiamo dove andare.
sono accorta che nessuno sapeva che cosa fossero le
foibe. Nessuno sapeva di questa giornata
importante... Nessuno sapeva che cosa c'era di
importante da ricordare... Iniziamo dalla storia.
Le foibe sono cavità carsiche di origine naturale con
un ingresso a strapiombo. È in quelle voragini
dell'Istria che fra il 1943 e il 1947 sono stati gettati,
vivi e morti, quasi diecimila italiani.
La prima ondata di violenza esplode subito dopo la
firma dell'armistizio dell'8 settembre 1943: in Istria e
in Dalmazia i partigiani slavi si vendicano contro i
fascisti e gli italiani non comunisti. Torturano,
massacrano, affamano e poi gettano nelle foibe circa
un migliaio di persone. Li considerano 'nemici del
popolo'. Ma la violenza aumenta nella primavera del
1945, quando la Jugoslavia occupa Trieste, Gorizia e
l'Istria. Le truppe del Maresciallo Tito si scatenano
contro gli italiani. A cadere dentro le foibe ci sono
fascisti, cattolici, liberal-democratici, socialisti, uomini
di chiesa, donne, anziani e bambini.
Lo racconta Graziano Udovisi, l'unica vittima del
terrore titino che riuscì ad uscire da una foiba. È una
carneficina che testimonia l'odio politico-ideologico e
la pulizia etnica voluta da Tito per eliminare dalla
futura Jugoslavia i non comunisti.
►Lucrezia Gallo
La libertà di formazione in Italia
Italia, 65° su 199 nel mondo, 30° su 42° in Europa (dati del 2015 “2015 World Press Freedom
Index”)
Il nostro Paese, parte di un istituzione internazionale
comodo pubblicare al redattore della rivista o del
giornale in questione.
La cosa triste è che il nostro paese viene ricordato
soprattutto per queste motivazioni, amicizie strette
tra redattori e/o giornalisti con “scambi di favori”
dati da accordi presi al bar mentre si rideva
dell’ultima mazzetta data per mantenere un rigoroso
silenzio, in paesi come la Finlandia (che appunto si
trova al primo posto) non esistono.
Sicuramente la questione ruota attorno alla
differenza di mentalità che contraddistingue noi
italiani rispetto agli altri stati, ciò non toglie che è
una vergogna dopo quasi 300 anni da “Liberté,
Égalité, Fraternité” ritrovarci a non avere una libertà
di informazione che ci permetta di avere un pensiero
individuale basato su fatti oggettivi.
come è la grande Europa si trova al 65° posto su una
scala mondiale per la libertà di circolazione delle
notizie e di informazione dei cittadini.
Come può essere che uno stato civilizzato come il
nostro si trovi dopo ad altri paesi che al loro interno
hanno guerre civili e livelli di istruzione piuttosto
bassi?
Le risposte possono essere diverse: la mafia capitale,
la politica corrotta, giornali d’opinione e
fondamentalmente legati a una politica di destra o di
sinistra.
Fondamentalmente tutte queste motivazioni
nell’insieme si racchiudono in una sola: giornalismo
oggettivo e coerente non esiste più, ma scrivere è
diventato una mercificazione in quanto i fatti
vengono riportati a seconda di ciò a cui fa più
4
►Valentina Gozzer
Cronaca & Attualità
Libia, i superstiti della Bonatti
Lavoratori italiani vittime dei dietro
le quinte del teatro libico
Otto mesi di attesa, di dubbi, di speranza, di
preghiere. Per le famiglie dei tecnici Filippo
Calcagno, 65 anni, e Gino Pollicardo, 55, tutto
questo finalmente si scioglie in lacrime di gioia;
per i cari di Salvatore Cailla, 47 anni, e Fausto
Piani, 60, invece, in singhiozzi di rabbia
impotente e costernazione.
Lo scorso 20 luglio 2015 erano stati vittime di
rapimento nei pressi di Mellitah, a circa 60 km
da Tripoli, Libia, punto di partenza del gasdotto
Greenstream, il più lungo d’Europa - 520 km
lungo il Mediterraneo fino a 1200 m di
profondità (costo 7 miliardi, metà dei quali
messi dall’Eni); il 4 marzo 2015, durante uno
scontro presso Sabrata – terreno di controllo
dello Stato Islamico – due di loro sono stati
liberati, mentre Cailla e Piani sono rimasti uccisi.
I quattro tecnici lavoravano infatti per la Bonatti,
un'azienda di Parma impiegata nella costruzione
di impianti petroliferi per conto di Eni. Ma di
che tipo di ente stiamo parlando esattamente?
Fondata a Parma nel 1946 dall’ingegner Saul
Bonatti, la holding – 600 milioni di fatturato – è
oggi controllata dall’azionista manager Paolo
Ghirelli, e conta su oltre 6 mila dipendenti in 14
Paesi, dal Messico al Nord Africa, dall’Arabia al
Kazakhstan.
Il rapporto con la Libia inizia per la Bonatti nel
1979, dopo la firma del primo contratto per
conto dell’Agip.
In Libia l’azienda si occupa per lo più di
assistenza e manutenzione alla stazione di
compressione che manda gas in Italia –
confermata nel 2014 come principale mercato di
riferimento per il Paese nord-africano, sia sul
piano delle importazioni che su quello delle
esportazioni. I problemi di interscambio sorti
negli ultimi anni, come confermato dal
Ministero dello Sviluppo Economico, sono
dovuti in primo luogo alla forte instabilità
politica che contraddistingue oggi la Libia. Il
crollo del 2011 è stata una diretta conseguenza
dell'insurrezione contro Gheddafi, che ha
portato alla spaccatura fra zona Est, controllata
per lo più dal governo e dall’esercito della città
di Tobruk, e zona Ovest, dove i ribelli di Alba
Libica (LibyanDawn), composti da un mix di islamisti
e milizie provenienti da Misurata, sono considerati il
gruppo più potente, essendo in pieno controllo della
città di Misurata e di una parte di Tripoli, capitale della
Libia e altro stendardo della scissione. In questo caos,
l’azienda aveva già dovuto far evacuare il personale nel
2011, nonostante il riavvio delle attività nel settembre
dello stesso anno.
I problemi attuali dipendono oltretutto dalla sempre
maggiore presenza dell'Isis nel paese. Nel nordest del
Paese, in alcune aree della città di Bengasi sono infatti
nelle mani di varie milizie, tra cui Ansar al Sharia,
vicino ad al-Qaeda e allo Stato islamico - che peraltro
vorrebbe instaurare la legge islamica in tutta la Libia.
A metà strada fra Bengasi e Tobruk, anche Derna è
sotto il controllo di diverse fazioni di jihadisti, alcune
delle quali alleate con Daesh.
Lo Stato Islamico ha a che fare con i nostri
connazionali rapiti? Dopo mesi di lavoro, l’intelligence
fatica ancora nell’individuare con certezza l’identità del
gruppo dei primi sequestratori, trovandosi ad operare
in complesso così caotica in cui è difficile perfino
distinguere gruppi criminali, jihadisti e semplici milizie
islamiche. Diciamo “primi sequestratori” poiché
dall’analisi dei cadaveri il gruppo che nel luglio scorso
ha prelevato gli italiani fosse composto da libici,
mentre i morti di Sabrata sarebbero tunisini: ciò può
indicare un passaggio di mano? Ma fra quali pezzi
grossi e a che scopo?
I quattro tecnici erano stati per di più divisi a due a
due per essere trasportati su convogli diversi. La morte
di Cailla e Piano sarebbe avvenuta durante l’attacco del
loro convoglio dalle forze di sicurezza libiche, mentre
altri testimoni sostengono che siano stati usati come
scudi umani dai jihadisti dell'Isis.
►Serena Ferraro
5
Cultura, Curiosità & Interessi
Cameriere, un caffè!
L'apertura della prima caffetteria italiana della grande multinazionale Starbucks è prevista a
Milano nei primi mesi del 2017
Pensate
all'“American
Coffee”
ed
immediatamente faranno capolino nella vostra
mente le luminose insegne pubblicitarie di
Starbucks: una sirena verde su campo bianco vi
sorride ammaliatrice dagli iconici contenitori di
cartone in vetrina e vi invita ad entrare per
rilassarvi un po' mentre vi godete il vostro
Frappuccino... Ma se questa non fosse più solo
un'immagine tratta dalla realtà americana?
Ebbene si, secondo le ultime notizie riportate dai
nostri quotidiani nazionali lo scorso 27 febbraio, la
nota caffetteria americana fondata nel 1971 a
Seattle avrebbe concluso una trattativa con un
importante industriale italiano al fine di far
finalmente approdare questa realtà da incassi da
capogiro anche nel nostro Paese. Ma siamo
proprio sicuri di volerlo?
Stando a quanto riportato dal sito di Repubblica
ad esempio, alla domanda “Come poter
paragonare il caffè lungo americano al nostro
espresso?” gli stessi newyorkesi interpellati hanno
confermato la superiorità della nostra tradizione,
definendo il caffè di Starbucks “Solo il contorno.
Il Wi-Fi gratuito e la possibilità di passare ore ed
ore seduti al tavolo senza essere disturbati
rendono i locali perfetti per lavorare al computer o
studiare”.
Comodo senza dubbio. Ma a questo punto una
domanda mi sorge spontanea e -a giudicare dalle
non poche controversie che questa decisione ha
generato- questa si rivela essere (forse) non solo
frutto della mia diffidenza dalle grandi catene
alimentari: “Perché mai noi italiani, tra i padri
fondatori della cultura del caffè, dovremmo
importare un prodotto che sappiamo già essere di
scarsa qualità, ma che ugualmente potrebbe
rivelarsi fortemente d'ostacolo ai sostenitori del
sano «made in Italy»?”. Premetto di non essere
contro alcuna influenza dall'estero, anzi; ritengo
altresì però che in un mondo come il nostro dove
i confini tra gli stati ed i continenti sono
(felicemente) ormai solo una pura formalità, di
tanto in tanto anteporre la tradizione del proprio
paese al “progresso” e tentare di valorizzarne i
prodotti caratteristici sia necessario, a patto che
questa non sia una scelta obiettivamente politica
o infondata.
Ebbene, perché dunque non cercare di lasciare al
piacere di bere il caffè al bar la sua ritualità,
comprensiva del leggere i quotidiani freschi di stampa
e discuterne le notizie con l'illustre sconosciuto che ci
siede a fianco? Perché non sostenere le nostre
aziende produttrici di caffè, correndo eventualmente
il rischio di riscoprire i valori di una storia, di una
manualità e di una maestria così radicate nel nostro
territorio?
Pensateci, avete tempo ancora un anno prima di fare
la vostra scelta.
►Maria Vittoria Boscari
6
Cultura, Curiosità & Interessi
Ok per le uova ma...cosa mi metto?
Una volta stabilito il menù
e fatta la spesa non
resta altro che decidere l'abbigliamento,
un'impresa alquanto ardua! Bisogna considerare
un mucchio di cose. In primis, sappiamo che la
primavera è ormai nell'aria e dunque il nostro
look deve esprimere in pieno questa fresca e
colorata stagione. Il taglio dell'abito o gonna che
sia deve essere leggermente al di sopra del
ginocchio o giù di lì, con spalline larghe o fine, e
scollo circolare. I motivi floreali sono ben accetti,
ma senza mai scordare la semplicità: meglio se si
abbinano due o tre colori al massimo, per evitare
l'effetto kitsch! Anche fiocchi e fiocchetti
riprendono a pieno il tema, magari posti su un
vestito un po' vaporoso per cingerne la vita. Un
abito ampio appare più adatto ad essere
indossato con tacchi dai sette ai dieci centimetri
massimo. La raffinatezza e i colori pastello restano
all'ordine del giorno. Ed ora perché non affiancarci
anche un bell'uovo di cioccolato con incarto
coordinato?!
►Giulia Speri
Omne vivum ex ovo...
Alcune curiosità sulla festività più dolce della cultura cristiana
Il titolo dell'articolo precedente
cita le uova di Pasqua, noi tutti
siamo abituati a vedere tra gli
scaffali dei supermercati colombe
ricoperte da uno strato di
mandorle e zucchero, ogni anno
basta aprire l'applicazione di
Facebook per trovarsi di fronte
agli ennesimi dibattiti sulla
necessità di cucinare poveri
agnellini...
Ma quali sono i veri simboli della
Pasqua e i loro significati?
Il Cristianesimo invece ricollega il
simbolo dell'uovo alla leggenda
che vede protagonista Maddalena,
la quale tornando al sepolcro
vuoto incontrò Pietro, e gli disse
“Crederò alle tue parole solo se le
uova che porti nel cestino si
coloreranno di rosso”; e ciò
accadde immediatamente.
●
Forse non sapevi che...
●
UOVO: era il simbolo della
vita che si rinnova e segno di
buon auspicio già più di
trecento anni fa. Anche i
Latini erano devoti in modo
particolare all'uso delle uova:
il loro detto era “Omne vivum
ex ovo”.
LA DATA: al principio del
Cristianesimo la resurrezione
si celebrava ogni domenica.
Col consiglio di Nicea del 325
d.C. si decise che la Chiesa
d'Alessandria avrebbe stabilito
la data anno per anno.
Da questo pellegrinaggio nasce la
tradizione della “scampagnata”.
●
●
●
PASQUETTA: è il lunedì
successivo
alla
Pasqua,
quando Gesù apparve per la
prima volta a due discepoli
che si dirigevano ad Emmaus.
7
IL NOME: in ebraico si dice
“Pesah”, significa passaggio e
indica la liberazione degli
ebrei dalla schiavitù in Egitto.
IN SCANDINAVIA è un
giorno di folklore in cui ci si
impegna a scacciare le
streghe...
►Maddalena Feder &
Aurora Galbero
RICORDIAMOCI
CHE...
Cultura, Curiosità & Interessi
Il 17 aprile 2016 tutti i
cittadini italiani
maggiorenni saranno
chiamati, attraverso un
referendum (Il 67°
referendum abrogativo
della storia
repubblicana), a votare a
favore o meno
dell’abrogazione della
norma che concede di
protrarre le concessioni
per estrarre idrocarburi
entro le 12 miglia
nautiche dalla costa
italiana sino
all’esaurimento della
vita utile dei rispettivi
giacimenti.
Si va ai voti!
Il suffragio universale in Italia
compie i suoi 70 anni
Il mese di marzo, ormai giunto al termine, viene
spesso associato alla festa delle donne e al fiore
protagonista: la mimosa. Tuttavia è bene
ricordarci di questo mese anche per un altro
aspetto, infatti il 10 marzo 2016 è ricorso un
importante anniversario. Esattamente 70 anni fa,
nel 1946, l’Italia era da pochi mesi uscita lacerata
dalla guerra, ma una nuova speranza si accese
all’orizzonte: la possibilità anche per le donne di
votare. Fu questo il primo tassello che portò alla
formazione dello Stato italiano, quale lo
conosciamo noi oggi.
Si trattò di una votazione amministrativa,
finalizzata alla scelta di organi comunali, a
differenza invece della votazione politica che
avverrà di lì a poco, il 2 giugno 1946, dove tutti i
cittadini furono chiamati a scegliere tra
Repubblica e Monarchia.
È bene però ricordarci del 10 marzo ’46, perché fu
proprio da quel giorno che il voto è stato aperto a
tutti, senza distinzione di sesso, di censo o di grado
d’istruzione.
Anche noi ora, nel momento in cui siamo chiamati a
votare, dobbiamo ricordarci sempre di questo lungo e
tortuoso percorso tracciato per il raggiungimento del
suffragio universale.
►Maddalena Feder
la canzone del mese
Un altro successo per la cantante veneta
Dopo X Factor e Sanremo,
un altro successo per Francesca Michielin
Cosa rappresenta per voi la data 25 febbraio?
A molti probabilmente non dirà niente, alcuni forse
penseranno ad una ricorrenza speciale, altri ancora
avranno già voltato pagina. Per Francesca Michielin,
cantautrice di Bassano del Grappa e vincitrice della
quinta edizione di X Factor, è invece estremamente
importante: si tratta della sua data di nascita, ed ora è il
titolo del suo nuovo singolo.
Tratto dall'album di20are, 25 febbraio è un brano che
parla di vita e di Francesca.
«È un dialogo tra la me stessa di oggi e la bambina che sono
stata» rivela la cantante veneta.
E se ascoltandola vi perdete tra le dolci note del suo
pianoforte e vi lasciate travolgere dalla sua voce oltre
che dalle sue parole, significa che anche voi state
conversando con il vostro passato.
A tratti malinconica, a tratti speranzosa, la canzone e
la sua melodia sembrano essere preludio di tristezza e
nostalgia: tutt'altro. Cogliete a fondo il testo, fatelo
vostro. Ne ricaverete una sensazione positiva.
►Aurora Galbero
8
il film del mese
Cultura, Curiosità & Interessi
American Hustle – l'apparenza inganna
Da reale operazione anticorruzione dello F.B.I. a macchina per Golden Globe
che il politico più onesto nascondeva mazzette nel
cappello. I due vengono però scoperti e, loro
malgrado, vengono assoldati dall’ufficio governativo
locale. Il loro compito? Seguire e spalleggiare
l’agente Richie Di Maso per incastrare politici e
mafiosi che popolano la Grande Mela. Dai noti
frequentatori del Congresso allo scaltro sindaco della
cittadina di Camden, Carmine Polito. Ma le cose
devono essere fatte in grande. Viene coinvolto un
falso sceicco arabo e il potente boss mafioso Victor
Tellegio. La situazione comincia però a sfuggire di
mano. Un piccolo passo falso e si troveranno tutti
con la gogna al collo con la firma di Tellegio in
caratteri dorati. Compresa la viziata e manipolatrice
moglie di Irving, Rosalyn, e il figlio Danny.
Irving Rosenfeld, laccato ed esperto truffatore,
decide di impiantare con la collega Sydney
Prosser una piccola attività. Modesta ma
fruttuosa, offre ai disperati grandi cifre a piccoli
costi. L’unica clausola? I soldi del prestito non
arrivano mai. Siamo nel pieno dei ruggenti anni
’70, quando la droga girava come caramelle e an-
«Le persone credono a quello a cui vogliono credere.» (Irving
Rosenfeld)
►Sofia Merzari
Aku no hana
il libro del mese
Quando un'altra cultura si avvicina alla tua
Avvicinarsi alla cultura occidentale, in particolare
che che affronta in piano etico e morale mentre
interagisce con adulti e ragazzini della sua età, tra cui
spiccano Sawa Nakamura e Nanako Saeki. La prima
è una ragazzina sola e odiata da tutti che riesce a
sottomettere al suo volere Takao, la seconda è la più
intelligente e la più bella della scuola, la quale si
innamora del ragazzo per il suo essere onesto e
disinibito. Buona lettura!
quella europea, tramite la cultura orientale, in
questo caso giapponese, è piuttosto insolito;
eppure è quello che a me è successo leggendo il
manga I fiori del male – Aku no hana di Shūzō
Oshimi. Chi conosce un minimo di letteratura del
1800 sa che Les fleurs du mal è una raccolta lirica
del poeta irrazionalista Charles Baudelaire. Proprio
da questo libro ha origine il manga. Infatti il
protagonista, Takao Kasuga, un normale
ragazzino delle medie, è un appassionato lettore e,
in particolare, il suo libro preferito è proprio
LesFleurs du mal, che avrà un ruolo centrale
durante lo sviluppo dell’intera storia, che può
essere paragonabile ad un romanzo di formazione.
Si segue, infatti, la crescita di Takao all’ interno del
suo intero percorso scolastico e delle problemati-
►Enrico Dal Pozzo
9
Giochi & Barzellette
L'Angolo del Sorriso
Curiosità, notizie, aneddoti, barzellette, indovinelli e giochi
La barzelletta
Un uomo sta guidando moderatamente in
una stradina di campagna. Ad un certo punto
un carabiniere lo ferma. "Le devo fare una
multa per eccesso di velocità!" dice il
carabiniere ma l'uomo supplica di non farla.
Allora il carabiniere gli dice: "Senta, io amo
gli indovinelli, se lei saprà rispondermi
esattamente, non le farò la multa!". L'uomo si
prepara concentrato e il carabiniere fa: "In
una stradina buia si vedono due fari, che
cos'è?" dice il carabiniere e l'uomo risponde:
"È una macchina, ovvio!", il carabiniere
ribatte: "Troppo generico, poteva essere una
Punto o una BMW. Mi dispiace, le devo fare
la multa!" L'uomo chiede una seconda
possibilità e il carabiniere accetta. "In una
stradina buia si vede un faro, che cos'è?", e
l'uomo risponde: "È un motorino, ovvio!"
Ma il carabiniere facendo la multa dice:
"Troppo generico, poteva essere una Vespa o
un Ciao. Tenga la multa!" .L'uomo seccato
accetta, poi dice: "Senta, visto che gli
piacciono tanto gli indovinelli, posso
fargliene uno io?". Il carabiniere contento
ascolta: "In una stradina buia ci sono delle
donne in minigonna ai margini della strada,
cosa sono?", e il carabiniere prontamente:
"Sono prostitute, ovvio!". Allora l'uomo
risponde: "Eh no, mi dispiace, troppo
generico: potevano essere tua moglie, tua
madre, tua figlia, tua sorella..."
Fontana di birra
Non sapete dove andare in vacanza? Sappiate che
in Slovenia nella città di Zalec verrà costruita una
fontana di birra, dove la bevanda sostituirà l'acqua.
La birra è uno dei prodotti più consumati nel Paese
dove già esiste una Spa con trattamenti benefici a
base del gustoso alcolico. Per quest'opera verranno
investiti 170 euro e i turisti, che potranno accedervi
con 6, avranno diritto a tre bicchieri da 30 cm da
riempire alla fontana.
●
Trova l'Oscar!
Suicidi
Il suicidio è una piaga sociale che va combattuta, ce
n'è uno ogni 40 secondi (e solo il 40% dei tentativi ha
esito positivo). Non tutti sanno che le vittime di
suicidio sono più i maschi che le femmine e
avvengono con più frequenza nei paesi ricchi
piuttosto che in quelli poveri, per esempio a New
York dove il suicidio causa più decessi del crimine. Le
categorie più a rischio non sono però i giovani,
sebbene 1/25 ci abbia pensato almeno una volta,
bensì gli anziani, mentre tra le professioni i privilegiati
sono artisti e scrittori. Consolatevi pensando che la
causa maggiore di suicidi, la depressione, può fare di
peggio: infatti i malati più gravi perdono
completamente la voglia di vivere e smettono di fare
qualsiasi cosa, perfino mangiare o muoversi.
L'indovinello
L'indovinello di febbraio chiedeva: Cosa fanno due
millepiedi innamorati che si abbracciano? La soluzione è...
una cerniera. Eccovi l'indovinello di marzo:
Se una macchina percorre una strada piena di
curve, quale ruota si consuma di meno?
►Daniele Zumerle
10
Ineptia
Le più improbabili citazioni di prof e studenti
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Andiamo a Venezia, ci sediamo al bar e voglio vedere tutti i piccioni che mi corteggiano. Professoressa
Guido fa a Dante: dai su, guido io. - Studente
Deve essere bilanciato il rapporto: uno sta sopra uno sta sotto. - Professoressa
Morituri te salutant, morituri se sedebant. - Studente
L’amicizia è una penetrazione che parte dalla testa. - Professore
Bisognerebbe essere molto bravi a baciare, non come quelli alla fermata degli autobus, che
si sciuccionano. - Professore
Se anche voi avete delle citazioni di studenti e professori da ricordare, mandatele alla mia mail e
verranno pubblicate!
►Valentina Gozzer
[email protected]
Arrivederci
Arrivederci ad
ad aprile!
aprile!
ANNO IV, NUMERO 7 – APRILE 2016
La Fenice
Giornalino ufficiale dell'Educandato “Agli Angeli”
Storie di copertina
Questo mese la
copertina del
giornalino è dedicata
ad una persona
speciale. Per chi non la
conoscesse, lei è
Costanza Mancini,
studentessa di IV A
del nostro liceo.
Molti di voi
sapranno la
sua storia, ma non
è di questo che
vogliamo parlare.
Vogliamo ricordare
la nostra Costi così,
con un sorriso dei
suoi. Uno di quei
sorrisi sinceri,
genuini, veri.
Vogliamo ricordare
Costi per il suo
modo di vivere
la vita e amarla.
Vogliamo che tutti
voi prendiate
spunto da lei, vogliamo che anche voi possiate farvi contagiare dalla sua forza, dal suo amore,
dalla sua simpatia. Vorremmo che anche chi non l'ha conosciuta in prima persona sapesse
della sua generosità e bontà. Vi promettiamo che, guardando il cielo, ognuno di voi potrà
avere un suo sorriso. Perché, come si dice ne Il Piccolo Principe, “Tu avrai delle stelle che
nessuno ha. Quando guarderai il cielo, la notte, visto che io abiterò in una di esse, visto che
io riderò in una di esse, allora sarà per te come se tutte le stelle ridessero. Tu avrai, tu solo,
delle stelle che sanno ridere”. Ci sarebbero altre mille parole da regalare a Costanza, ma una,
la più importante, la possiamo urlare a gran voce: grazie, Costi. Ti vogliamo bene.
Ciao, Costi!
La Fenice
●
Ehi Costi...ricordi Wimbledon 2004?...............................2
di Aurora Galbero
●
Ciao, Costi!..............................................................................3
dedicato a Costanza
Cronaca & Attualità
●
Syn 3.0: l'inizio della rivoluzione.......................................4
di Serena Ferraro
Scuola- SPECIALE
●
Intervista al Professor Conti...............................................5
di Daniele Zumerle
Cultura, Curiosità & Interessi
●
Il deserto dei Tartari..............................................................6
di Maddalena Feder
●
Il “divenire” dell'umanità....................................................7
di Chiara di Venosa
●
Tutti a pesca!...........................................................................8
di Camilla Campedelli
●
Una guida alla notte degli Oscar.......................................9
di Maria Vittoria Boscari
●
Amara Amata..........................................................................10
di Enrico Dal Pozzo
●
Poesia nella chitarra di Mayer............................................11
di Aurora Galbero
●
Lucy............................................................................................11
di Sofia Merzari
Giochi & Barzellette
●
L'angolo del sorriso...............................................................12
Indice
POST-IT
Dall'11
Dall'11 marzo al 18
settembre 2016 si svolge
presso il Museo AMO
Arena Museo Opera la
mostra “Maria
“Maria Callas.
The Exhibition”,
Exhibition”, la
prima grande esposizione
dedicata alla carriera e alla
vita della Callas.
POST-IT
Quest'anno la nostra città
ospiterà gli artisti più
disparati, a partire già dal
mese di aprile: potremo
assistere infatti ai concerti
di Baglioni e Morandi, De
Gregori, Gianna Nannini, Il
Volo, Marco Mengoni,
Negramaro, gli Stadio,
Zucchero e molti altri. Per
informazioni, visitate il sito
ticketone.it .
di Daniele Zumerle
Ineptia............................................................................................13
Ineptia............................................................................................13
di Valentina Gozzer
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Direttore: Enrico Dal Pozzo
Vice direttori: Maddalena Feder, Daniele Zumerle
Grafica: Aurora Galbero
Redazione: Maria Vittoria Boscari, Camilla Campedelli, Enrico Dal Pozzo, Chiara Di Venosa,
Maddalena Feder, Serena Ferraro, Aurora Galbero, Lucrezia Gallo,
Valentina Gozzer, Sofia Merzari, Valentina Pattarello, Francesco Sivo, Giulia Speri, Daniele Zumerle
19 marzo 2016
Ehi Costi... ricordi
Wimbledon 2004?
Cara Costi,
Foscolo diceva di non poter cambiare il mondo, ma
di poter soltanto scrivere per preservare i posteri da
possibili delusioni e pericoli. Ovvio, da Le Ultime
Lettere Di Jacopo Ortis non potevamo certo aspettarci
positività a palate. Allora io apporterò una piccola
modifica alla sua affermazione: da sola non posso
cambiare il mondo, ma posso scrivere per raccontare
agli altri la bellezza di una persona, e quella persona
sei tu.
Scherziamo sempre su questo. Ogni mese
puntualmente ti chiedo, passando accanto al tuo
banco, “Costi, stavolta cosa scrivo?”. Ti metti in posa
quasi, mi sorridi e poi, come se fosse la cosa più
ovvia, mi dici “Be', scrivi di me!”. Ridiamo assieme,
considerandola una battuta. E invece no, mia cara
donzella. Questo mese voglio farti un regalo: questo
mese il mio articolo sei proprio tu.
Amante del tennis, dipendente da musica e batteria,
convinta sostenitrice del partito anti-greco
(ovviamente si scherza, prof), anglofona senza
scrupoli: questo non è altro che l'assaggio, l'involucro
di una meravigliosa perla di bontà, saggezza, affetto,
complicità e determinazione quale tu sei.
Ti starai chiedendo perché scrivo di te. Non appena
lo leggerai te ne renderai conto da sola, ma ora è il
caso che lo spieghi anche a tutte le altre persone che
sfoglieranno il giornalino.
Dovete sapere, Costanza è come la Sharapova alla
finale di Wimbledon del 2004: una rivelazione.
Giovane, raggiante, splendente, ci conforta sempre
con una parola dolce, sa farci sorridere con uno
sguardo, trasuda simpatia anche solo nel modo di
mangiare una mela. Aggiungete un pizzico di
autoironia (punto che abbiamo imparato a
condividere: soltanto se salissimo l'una sulle spalle
dell'altra raggiungeremmo una statura decente) e di
sano buonumore. Ecco una prima bozza di Costanza.
Ovviamente si sa, tutte le persone migliori del mondo
hanno attraversato periodi difficili. Tornando alla
Sharapova, nel 2004 a Wimbledon sfidò la
leggendaria Serena Williams: un poco più anziana di
lei, un poco più esperta, un poco più cattiva.
Il paragone che sto facendo non è casuale.
Costanza in questo momento sta fronteggiando un
ostacolo di portata eccezionale.
Un ostacolo che risponde ad ogni battuta, senza mai
mandare la palla fuori dalla riga.
Un ostacolo delle dimensioni della Williams. Ma,
sebbene la nostra Costi sia la giovane e minuta
Sharapova, combatte. Lotta con tutta se stessa, con
una forza immensa, smisurata. Contraccambia ogni
colpo con la stessa brutale ferocia, assapora gli
applausi dagli spalti, ringrazia anche le persone più
distanti, quelle che magari la osservano soltanto da
un mega schermo. Cosa ancora più importante:
non si abbatte. Non solo sa difendersi, ma sa
aspettare la prossima palla, la sa prevedere e
accogliere. Ed è così che non si lascia bruciare dalla
sconfitta.
Forse non tutti avete visto la partita di cui sto
parlando. Ma tutti potete intuire com'è andata a
finire.
Nonostante
la
Williams
avesse
scientificamente in mano la vittoria, la nostra
Sharapova rovesciò le sorti dell'ovvietà, portando a
casa il trofeo lucente, promettendo a tutti una
carriera spumeggiante. E così è stato, nonostante
sconfitte ed errori di percorso.
Altrettanto sarà per lei, la nostra Costi. La piccola
grande Sharapova della IV A. Sappiamo tutti che
l'immensità del suo cuore la rende ciò che è sempre
stata ma che ora è ancor di più: una guerriera.
E così dalla sala d'aspetto, dalla classe, dalle strade e
perfino dai nostri momenti di silenzio scaturisce
un'unica voce: crediamo in te, ci manchi, ma
sappiamo che sei in gamba. Le persone come te
conquistano non solo il campo da tennis, ma
soprattutto quello della vita.
Porta a casa un trofeo, l'ennesimo. Che sia un
brillante nuovo inizio. Noi siamo qui, pronti a
riabbracciarti. Grazie, per questa magnifica lezione
di tenacia che ci offri ogni giorno. Grazie di
esistere, Costi.
►Aurora Galbero
2
Ciao,
Costi!
Avremmo voluto che leggessi l'articolo, non tanto per quelle parole in sé, quanto perché le meritavi
davvero e speravi un giorno di avere un pezzo dedicato a te, come tutti i migliori.
Ci piace pensare che tu non te ne sia mai andata.
Ci piace pensare che tu sappia ormai qualsiasi cosa, e che ci aiuterai, che ci terrai per mano nel corso
della vita.
Ci piace pensare che esista un luogo in cui anime belle come la tua sorridono guardando le persone che
hanno amato.
Ci piace pensare che non smetterai mai di giocare, di suonare, di ridere.
Ci piace pensare che esistono cose indelebili, cose che nemmeno il tempo, le difficoltà e l'oblio potranno
mai cancellare.
Ci piace pensare a te, in tutti i modi possibili.
Ti vogliamo bene.
Ci manchi.
“Non esiste rimedio all'amore
se non amare di più
e tu Costi hai amato e donato
fino alla fine”.
Tutti i tuoi compagni e amici di IV A
Cronaca & Attualità
SYN 3.0: l'inizio della rivelazione
Dai laboratori americani alla scoperta delle origini della vita
Una
spiegazione alla vita? Forse un enigma
irrisolvibile da un punto di vista filosofico-moralepsicologico ancora per molto, ma per la scienza le
strade si stanno spianando di brutto. Lo ha
confermato trionfante negli ultimi giorni la
prestigiosa rivista americana Science, annunciando la
realizzazione del primo batterio sintetico costruito in
laboratorio dotato di un Dna ‘minimo’ in grado di
farlo sopravvivere da parte dello scienziatoimprenditore Craig Venter e dell’istituto californiano
che porta il suo nome. E’ lo stadio ultimo – almeno
fino alle prossime, certe rivelazioni dell’inarrestabile
Venter – di un percorso di scoperte che hanno avuto
un ruolo di primo piano anche altre ricerche, come
quelle condotte a partire dal 1956, anno in cui Arthur
Kornberg ha ottenne in laboratorio la prima sintesi di
Dna, un risultato premiato con il Nobel nel 1959.
La prima forma di vita artificiale, il Syn 1.0, fu
composta nel 2007 da Venter e dal suo team con la
riproduzione del Dna del batterio Mycoplasma
mycoide, sotto la direzione di Clyde Hutchinson, col
quale solo due anni più tardi il Dna sintetico sarebbe
stato trasferito in quello di un batterio simile, il
Mycoplasmacapricolum, ottenendo Syn 2.0, la prima
cellula naturale controllata da un programma
genetico interamente costruito in laboratorio. Il
primo organismo comprendeva 901 geni, mentre il
secondo circa 535.
Oggi il Syn 3.0 – nome che richiama la sua
appartenenza alla biologia di sintesi, così come i suoi
predecessori – ha solamente 473 geni, ognuno dei
quali svolge una funzione imprescindibile per la vita.
Perché così pochi? L’obiettivo era proprio quello di
eliminare gli elementi del batterio non strettamente
necessari alla sopravvivenza, con lo scopo successivo
di conoscere bene la funzione e il ruolo di ciascun
componente fondamentale. Il 31 per cento di essi
rimane un mistero, nel senso che si conoscono i geni
essenziali ma non si ha piena certezza di come
funzionino. A cosa potrebbe portare Syn 3.0? Anche
se la strada è ancora lunga e gli steps da superare
molteplici, già oggi molti discutono animatamente
delle possibili e prodigiose future applicazioni
dell’organismo nei più svariati campi: nel ramo della
medicina, potrebbero essere migliorate le tecnologie
per consentire all’uomo di combattere contro
malattie gravi inserendo o cancellando geni a propria
Batteri di questo tipo potrebbero essere creati con
particolari specializzazioni, per esempio per
produrre biocarburanti, bonificare terreni e acque
contaminati.
Già comincia a rialzarsi il volume delle polemiche
mai finite riguardo alla minaccia non assente di
possibili speculazioni su una scoperta di tale portata
da parte delle grandi potenze, e sulla condotta del
“lato capitalista” della ricerca scientifica, il
cosiddetto “ramo scientista” – secondo la
definizione storico-letteraria, esso avrebbe come
prerogativa il dominio della Natura anziché la
comprensione dei suoi fenomeni.
La verità è che luce in fondo al tunnel della
rivelazione scientifica si fa sempre più grande e
abbagliante. Cosa vi sia oltre ad essa, è un mistero
che dipende, come sempre, dal modo in cui faremo
uso delle nostre enorme possibilità e potenzialità.
►Serena Ferraro
4
Scuola- SPECIALE
Intervista al Professor Conti
Sembrava una noiosa giornata qualunque, quando entrò
culturale. Non si può prescindere dal latino, dal greco
forse si perché è più complesso, ma il latino è di tutti.
Se vogliamo essere italiani il latino dobbiamo saperlo,
altrimenti siamo altro.
●
Perché, secondo lei, il Liceo Classico è in
crisi?
Nel processo di europeizzazione dell'Italia ci è stato
chiesto di adeguarci al livello scientifico degli altri stati
e ciò ha coinciso con lo screditamento a livello
pubblico dei saperi umanistici. Si punta poi verso
saperi spendibili, aumentando l'idea che le lingue
morte non abbiano valore. Un ragazzo di 14 anni deve
imparare a parlare, pensare, sentire, emozionarsi,
conoscere se stesso, l'arte; non come fare un impresa.
Si preferisce investire nella formazione professionale
più che sulla cultura.
●
Come ha scoperto questo modo originale di
approcciarsi al latino e al greco?
Proprio in questa scuola 9 anni fa quando sono venuto
qui per la prima volta e ho trovato delle classi che
sperimentavano questi metodi diversi, e io, come tutti
quelli che non lo conoscono, lo vedevo di cattivo
occhio. Poi ho incontrato un collega che lo applicava,
mi sono informato e ho visto il prof. Miraglia che mi
fece una dimostrazione sbalorditiva. Così ho
cominciato per me, lentamente, e solo in un secondo
momento ho cercato di applicarlo alla didattica.
●
Cosa l'ha spinto a intraprendere questo
cammino?
Perché mi sono accorto che, in confronto alle persone
che sentivo parlare, io il latino non lo sapevo. Miraglia
mi lesse e commentò senza essersi preparato prima un
capitolo del “De brevitate vitae” per dimostrarmi che
il latino si possa fare in questo modo anche a livelli
elevati, mentre io non ci credevo. Dunque ho iniziato a
frequentare l'Accademia di Roma “Vivarium Novum”
e ho scoperto anche che su internet è pieno di blog,
canali YouTube, canzoni, giornali, Twitter tutti in
latino, è una comunità davvero ampia. Così in tre anni,
con impegno e l'aiuto di amici, ho fatto progressi
notevoli.
●
Quali sono i mezzi e il tempo necessario?
Quanto è stato difficile?
È stato molto difficile perché io e un mio amico
abbiamo iniziato da autodidatti senza nessuno che ci
desse delle indicazioni. La visita all'Accademia, dove la
gente parla solo in latino, è stata molto utile. Ma con
un insegnante accanto in un paio d'anni ci si riesce. Il
record è di alcuni ragazzi che in due mesi di studio
intensivo sono passati da non sapere una parola di
latino a leggere e commentare Cesare in lingua.
un supplente. La classe ovviamente era assorta nei suoi
impegni, chi studiava, chi chiacchierava, ma il docente ci
interruppe chiedendo venti minuti di attenzione per fare
“una cosa” e noi, leggermente scocciati, accettammo. Poi
successe qualcosa di incredibile: il prof cominciò a parlare
in latino. Trenta facce sconcertate si guardavano a vicenda:
era uno scherzo? Ci sentivamo male? Era posseduto? Le
nostre orecchie udivano il latino di Cesare e Virgilio
parlato normalmente, come mai nessuno di noi avrebbe
creduto possibile. Da quel giorno molte domande
richiedevano una risposta, e il professor Alessandro Conti
(il “supplente”) ha gentilmente risposto a tutte.
●
Quando era uno studente come noi
andava bene a scuola?
Fino al biennio me la cavavo, ma al triennio è
andata malissimo perché facendo molta
letteratura si facevano sempre meno traduzioni,
ed io non essendo uno studente coscienzioso non
facevo esercizio in più e copiavo le versioni; di
greco scritto ho preso poche sufficienze. Poi
quando mi preparavo in matematica e latino per
la maturità - all'epoca si portavano solo due
materie – mi sono piaciuti molto gli autori e così
è avvenuta la mia conversione classicista. Alla
fine, paradossalmente, ho fatto tanto di
quell'esercizio che mi è andata bene anche la
versione di greco dell'esame.
●
A cosa le è servito, nella vita, studiare le
lingue antiche?
Mi è servito perché faccio l'insegnate e perché mi
sono mantenuto facendo ripetizioni. Penso che le
tutte materie che si studiano non debbano avere
una rendicontazione pratica, bisogna distinguere
tra arti pratiche e arti liberali. Il latino e il greco
formano delle persone libere, con capacità di
esprimersi e di pensare. Hanno dunque un utilità
formativa dell'individuo, che non si vede quando
bisogna riparare un lavandino ma quando si
fanno delle scelte di vita o quando si parla con
qualcuno. La scuola non insegna solo un lavoro
ma insegna anche ad essere uomini e donne liberi.
●
Quali valori trasmettono? Se ne può fare a
meno?
I valori sono più una cosa etica, quelli si possono
assumere leggendo i testi direttamente tradotti in
italiano. L'elemento in più presente nelle lingue
antiche è quello culturale: non c'è uomo di cultura
in Italia, da Cicerone a Umberto Eco, che non
conosca il latino; esso è parte del nostro codice
5
Però si sono fatti 10 ore al giorno!
●
Cosa si sente di consigliare agli studenti
per migliorare nelle materie classiche?
Le lingue, in quanto tali, più si frequentano più si
imparano. Si ha un apprendimento più veloce
leggendo 10 versioni a settimana. Bisogna esporsi
al latino e al greco, anche se è difficile. È meglio
leggere tanti testi facili che pochi difficili, perché si
imparano rapidamente le parole, si riconoscono le
strutture e si sviluppano degli automatismi che ci
aiutano nelle versioni più complicate. Come un
buon sportivo, è necessario allenarsi molto,
possibilmente tutti i giorni.
“La vera scoperta è stata che il latino da difficile e pesante è
diventato piacevole e divertente e mi piace condividerla” ci ha
detto Alessandro Conti e noi ci siamo fatti dare dei
mezzi per chi di voi volesse provare, anche solo per
curiosità:
Scriptorium Academicum Latinum
(sandra-ramosmaldonado.blogspot.it) è un portale
che raccoglie più blog in latino
Siti come Twitter e Wikipedia in latino
Sodalitas Latina Veronensis è un circolo di Verona che
organizza incontri e corsi per imparare così il latino
►Daniele Zumerle
Cultura, Curiosità & Interessi
Il Deserto dei Tartari
“Nell’attesa si perde il presente”
Nell’ambito
delle rappresentazioni teatrali
organizzate ogni anno presso il Teatro Nuovo di
Verona, è stato messo in scena nel mese di marzo
“Il deserto dei tartari” con la regia di Paolo
Valerio; spettacolo tratto dall’omonimo libro di
Dino Buzzati, pubblicato nel 1940, all’alba
dell’entrata in guerra dell’Italia.
Il testo affronta una tematica più volte ripresa
dalla letteratura mondiale: la fugacità del tempo.
L’intera vicenda è immersa in una profonda
inquietudine esospensione, amplificata dalla
mancanza di ogni determinazione spaziotemporale, che genera estraniamento nel lettore e
percorre passo dopo passo la vita del
protagonista, il tenente Drogo, il quale arrivato
alla fortezza Bastiani inizierà a condurre una lotta
contro un nemico, i tartari, che diventa sempre più
immaginario, e alla fine, quando i tartari attaccano,
il protagonista è costretto ad affrontare un altro
nemico a cui non aveva mai pensato ma che è
apparso poi come il più reale e il più grande di
tutti: la morte.
Il regista si è rilevato di grande abilità nel cogliere
tutti questi aspetti e inserirli nella scena, attraverso
per esempio, l’uso di diversi attori che
interpretavano il personaggio di Drogo, come a
farci comprendere che Drogo potrebbe essere
ognuno di noi; ogni persona infatti si può smarrire
nel tempo reale in quanto, riportando un detto
senecano “è nell’attesa che si perde il presente”.
Un altro importante accorgimento di Paolo Valerio
inoltre consiste nell’aver inserito come scenografia i
disegni originali realizzati dallo stesso Buzzati nella
stesura del suo maggior romanzo.
Lo spettacolo dunque ha ricevuto recensioni positive
dalla critica, debuttando nella nostra città per ben sei
giornate consecutive.
►Maddalena Feder
6
Cultura, Curiosità & Interessi
Il divenire dell'umanità
Un momento per ricordare la nostra evoluzione in soli 100 anni e quanto sia importante non
tornare indietro
Analizzando gli ultimi cento anni dell’esistenza
della nostra specie, è quasi impossibile non
vedere quanto ci siamo evoluti solamente in un
secolo. Se ritornassimo al pensiero del 1910 ci
ritroveremmo in una società suddivisa quasi in
una gerarchica e ancora poco aperta agli
orizzonti mondiali: per attraversare l’Oceano
Atlantico, per esempio, era necessario compiere
un viaggio di vari giorni per nave, mentre le
distanze meno impegnative si attraversavano in
treno. Centocinque anni dopo ci troviamo di
fronte a una situazione benché diversa: ora
moltissime persone hanno la possibilità di
viaggiare, conoscere, studiare e anche se a noi
queste opportunità sembrano comuni, è
importante ricordarci delle fortune che ognuno
di noi ha a disposizione.
Ricordare questi cambiamenti è importante per
varie ragioni. La più importante rimane unica
nel suo genere: questa rapidissima evoluzione,
sia nella mentalità che nella tecnologia, è anche
dovuta a vari eventi spiacevoli che ci vengono
riproposti annualmente per riflettere: le due
guerre mondiali, per esempio. Infatti, è stato al
temine della seconda guerra mondiale,
precisamente il 10 Dicembre 1948, che
l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite
approvò e proclamò la Dichiarazione
Universale dei Diritti Umani che manifesta i
diritti che ogni individuo possiede.
e Lahore, Pakistan – la realtà che vediamo attraverso
la televisione o le notizie non sembra più tangibile:
pare quasi di vivere in un’oasi apparentemente
pacifica circondata da disgrazie in continuo divenire,
e noi stessi siamo una bomba a tempo destinata a
prorompere prima o poi. Purtroppo, che ci piaccia o
no, ci troviamo in un momento nel quale le vite delle
persone sono usurpate per stabilire la supremazia e
l’unica cosa che possiamo fare è, nel nostro piccolo,
continuare a lottare per noi stessi, le persone che
amiamo e gli ideali nei quali ancora crediamo.
“Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in
dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di
coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito
di fratellanza.” – articolo 1.
“Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla
sicurezza della propria persona.” – articolo 3.
Sebbene questi articoli siano chiari e concisi, al
giorno d’oggi può risultare facile dimenticarsi
che questi sono diritti di tutti gli esseri umani e
non solamente di quelli che vivono in
condizioni privilegiate. Ormai, essendo a
contatto costantemente con tutti gli attentati, gli
assassini e le tragedie – gli ultimi due a Bruxelles
►Chiara di Venosa
7
Cultura, Curiosità & Interessi
Tutti a pesca!
Chi dorme… si trova un pesce dietro la schiena!
Ebbene sì, oggi è il 1 aprile, giorno ormai da
tra cui implantologia dentale, traumatologia delle ossa
facciali e dei tessuti molli soprastanti e artroscopia
temporomandibolare e chirurgia dell’articolazione
mandibolare.
Carino come scherzo, no?
Per il pesce d’aprile inoltre la Bmw ha inventato delle
rivoluzionarie scarpe per bambini. Una volta
indossateimpediranno al vostro piccolo di cadere.
Anche il povero Leonardo Di Caprio è stato ‘vittima’
di uno scherzo: Oxford Dictionaries ha inventato un
nuovo verbo, ovvero voce del verbo ‘Leo’, il quale
quest’anno è riuscito finalmente a vincere l’Oscar
dopo vari tentativi. Il verbo, naturalmente, si usa
quando si vuole indicare il raggiungimento di un
traguardo dopo tanto tempo. E infine c’è Burger
King che, come ultimo scherzo, punta sulla patatina
fritta monoporzione.
anni dedicato agli scherzi. Tra i più belli della
storia ci sono gli spaghetti che crescono sugli
alberi e i pinguini volanti della BBC, la
pubblicità dei panini per mancini di Burger
King e il Viagra per i conigli. I classiconi del
genere sono ormai entrati nella tradizione e
ogni Paese ha il suo: c’è la corda del vento in
Portogallo, il lievito per le salsicce in Francia, la
neve disseccata in Germania e la pietra per
affilare i capelli in Andorra. In tutta Europa il
primo d’aprile è il giorno dedicato agli scherzi, e
le spiegazioni sull’origine della festa sono
diverse, dall’anglosassone April Fools’ day - cioè
il giorno dello sciocco d’aprile, con riferimento
al giullare delle corti medioevali - al francese
poisson d’avril. Nella Scozia delle Highlands il
pesce d’aprile dura due giorni, nel secondo, il
Taily Day, ci si diverte ad attaccare sulla schiena
dei malcapitati un cartello con la scritta Kick
me!, “Dammi un calcio”.
Prima di tutto bisogna sapere che si tratta di
una festa di primavera, cioè un ottimo
momento per liberare le energie represse nei
mesi di freddo. In Europa i festeggiamenti del
primo d’aprile diventano usanza intorno alla
fine del 1500: pochi anni dopo l’adozione del
nuovo calendario Gregoriano. Una delle ipotesi
più accreditate vuole che dopo il cambiamento
non tutti si abituarono e vennero quindi additati
come gli sciocchi d’aprile. Perché il pesce? Non
è un animale intelligente, e poi... abbocca
all’amo.
Tra gli scherzi di quest’anno ce ne sono alcuni
alquanto bizzarri. Uno tra questi è Jaya Cuneta:
10 milioni di pesos filippini (circa 200 mila
euro) e ventiquattro operazioni per assomigliare
al suo idolo, Papa Francesco. La trasformazione
di Jaya Cuneta, 24 anni, è avvenuta in due anni
di interventi presso l’ospedale St. John di
Manila. «Da quando Papa Francesco è entrato
nella mia vita tre anni fa non ho fatto altro che
pensare a diventare come lui. Per me è un
esempio di vita ed essere più simile a lui anche
fisicamente è finita con l’essere una missione»,
racconta Cuneta al Manila Star. Per assomigliare
a Papa Francesco Jaya Cuneta si è sottoposto a
diversi interventi di chirurgia maxillo-facciale
►Camilla Campedelli
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Cultura, Curiosità & Interessi
Piccole pause
venete
Ecco alcune mete per evadere dalle nostre
opprimenti giornate di studio
È una calda mattina d'aprile, vi siete appena
svegliati ma -complici forse la dorata luce che
filtra dalle persiane ed alcuni brandelli di sogni
meravigliosi che vorticano ancora nella vostra
testa- sapete già che oggi quei libri sui quali
dovreste studiare proprio non riuscirete ad
aprirli.
Ammetto che sia raro svegliarsi con l'ardente
desiderio di buttarsi a capofitto in un turbine di
formule matematiche piuttosto che di
affrontare una versione, ma nella maggior parte
dei casi bisogna farsi forza -se non proprio
violenza.
Ma oggi proprio no...
Anziché perdere dunque un'intera giornata a
rimuginare su ciò che si sarebbe dovuto fare e
che invece non si è nemmeno iniziato,
consolandosi con la cioccolata rimasta dai
festeggiamenti pasquali, perché non uscire
all'aperto a caccia di tesori che si nascondono a
poca distanza da noi?
Guardatevi intorno: il clima è mite ed il cielo è
terso, le condizioni sono ideali per dedicarsi alla
scoperta dei gioielli rari ed unici che costellano
il nostro Paese.
Facile, direte: lo farei volentieri se avessi tempo
e denaro...
Ma se questi luoghi incantati fossero davvero
davvero vicini?
Ecco a voi una lista dei borghi e delle cittadine
più belle del Veneto: scegliete quello che più vi
attira e godetevi la vostra giornata di dolce...
viaggiare!
2- IL PAESE DI BORGHETTO SUL MINCIO
(VERONA)
Tra i borghi più belli d’Italia c’è anche Borghetto Sul
Mincio, splendida frazione, un tempo fortificata, sulle
sponde del fiume Mincio nella zona del Garda.
3- LE VILLE VENETE (VICENZA)
In Veneto non sono certo le ville a mancare e gli
esempi forse più alti di questa categoria sono le Ville
Palladiane, anch’esse Patrimonio dell’Unesco e
concentrate per la maggior parte nella provincia di
Vicenza. Da Villa Contarini, una delle più grandi, alla
Manin fino alle palladiane Foscari ed Emo e alla
Nazionale o Villa Pisani, con il suo labirinto.
4- L’ORTO BOTANICO DI PADOVA
Fondato nel lontanissimo 1545, quello di Padova è
l’Orto Botanico Universitario più antico del mondo
5- LE ISOLE DELLA LAGUNA (VENEZIA)
Murano, Burano e Torcello sono soltanto alcune delle
isole della splendida Laguna veneta, e ne
rappresentano il volto più conosciuto. Ma il bello di
fare un giro in barca da queste parti è andare alla
scoperta di perle nascoste come la bellissima San
Francesco del Deserto, fuori dalle rotte ‘canoniche’ e
disabitata fatta eccezione per il monastero dei frati
francescani, o come San Servolo e San Giorgio, vere
e proprie perle della zona.
6- UN GIRO PER I COLLI EUGANEI
(PADOVA)
Parco Regionale dei Colli Euganei: il primo istituito
in Veneto e tra i più belli d’Italia, grazie ai suoi
volumi conici che si stagliano nel cuore della pianura
veneta. Natura incontaminata, borghi storici, fonti
termali e agriturismi a ogni angolo: ecco l’idea
perfetta per la gita fuori porta della domenica!
1- LA ROCCA DI ASOLO (TREVISO)
Piccolo gioiello arrampicato sulla collina, la
rocca di Asolo fa parte di un borgo medioevale
di tutto rispetto. Godetevi una passeggiata sulle
mura e inerpicatevi fin sulla cima, da cui la vista
è spettacolare: aguzzate la vista, e davanti a voi
vi ritroverete lo splendido Tempio di Canova a
Possagno, i vitigni e i piccoli borghi di cui la
pianura circostante è disseminata.
Fonte di riferimento: www.skyscanner.it
►Maria Vittoria Boscari
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Cultura, Curiosità & Interessi
Amara Amata
Una piccola musa ispiratrice
(si consiglia di leggere a fondo tra le righe di questo testo...)
Tutti
noi abbiamo una Dea o una Musa
ispiratrice. La mia si chiama Amara Amata,
Ama per gli amici. Lo so, il nome può sembrare
un po’ buffo e ridicolo, ma se l’è scelto lei.
Quello di prima non se lo ricorda neanche più;
non le piaceva. Dice che era troppo comune,
quasi insignificante. Non prendete in giro la mia
dea per questa scelta perché, in fondo, che
ispirazioni potrebbe dare se non fosse un po’
matta?! Vi concedo, però, che Amara Amata
lasci delle perplessità (anch’io ne avevo assai e la
prima volta che l’ho incontrata volevo scappare
a gambe levate), ma se ci si sofferma un attimo
sul significato si rimane a bocca aperta. Mi ha
spiegato che il nome è dovuto ai tempi difficili
in cui viviamo, amari per l’appunto. Continua a
ripetermi di come alle volte vorrebbe tornare
lassù nel suo Olimpo, nel suo Etere
abbandonando completamente l’uomo, ottuso e
testardo nel ripetere i suoi errori, che continua a
farsi e a fare del male, per andare a poltrire in
un enorme lettone con lenzuola di seta e un
infinito contenitore di biscotti con gocce di
cioccolato. Passa le ore a brontolare, ma alla
fine ha il cuore tenero e proprio per il suo
cognome resta sempre con noi. Sa che ancora a
molta gente importa di lei. Sa che ancora molte
persone vogliono conoscere e imparare e lei
non può fare a meno di soddisfarci.
Ad Amara piace fare shopping, come a tutte le
ragazze, anche se il suo shopping riguarda solo i
libri. Passa le ore tra gli scaffali delle biblioteche
e delle librerie e torna sempre a casa con pile e
pile di testi da leggere. Le notti non dorme mai
talmente si appassiona alla lettura. Anche per
questo la mattina non bisogna parlarle se non
dopo la seconda tazza di caffè. La sua fortuna è
che essendo dea le occhiaie non le si vedono.
Pensate che non si deve neppure truccare! Resta
sempre acqua e sapone ed anche quando ha i
capelli tutti arruffati ed il broncio non si può
fare a meno di tirare un sospiro d’amore.
Quando lo fai scoppia a ridere, con una
fragorosa risata genuina e contagiosa, una di
quelle che ti mettono il buon umore. Ecco, una
certezza è che con Ama non sei mai triste.
Trova sempre un modo per rallegrarti e renderti
felice. Una volta ha indossato un cappello a punta e
fingeva di essere un unicorno, un’altra si era messa a
cantare a squarciagola per le strade di Verona, un’altra
ancora si era lanciata giù per una collina a ruzzoloni.
La sua candida veste era diventata completamente
verde ed ha ricevuto una bella lavata di capo da sua
madre (eh già, anche gli dei hanno dei genitori che
alle volte sono un po’ rompiscatole).
Amara, poi, c’è sempre se hai bisogno d’aiuto, se sei
triste o semplicemente un po’ giù. Con lei ti puoi
sempre sfogare, le puoi scrivere, le puoi urlare o
sospirare, la puoi consultare e consumare e non se ne
andrà mai. Ovviamente, come tutte le dee, si fa un
po’ desiderare e la devi andare a cercare per avere la
sua compagnia, ci mancherebbe altro. Purtroppo
capita anche che ti raggiunga, dopo essersi liberata
dai suoi impegni, in piena notte quando vorresti
dormire, ma non si riesce ad essere arrabbiati con lei.
È impossibile!
Vogliate bene alla mia dea, vogliate bene ad Amara
Amata, che è così fragile e indifesa, e lei vi saprà
sempre ricambiare. Vi porterà con lei nei suoi viaggi
alla scoperta di nuovi mondi, vi farà sognare e vi farà
emozionare. Se la amerete, ma la amerete davvero,
non sarete mai soli ed avrete sempre qualcuno di
sincero su cui contare.
►Enrico Dal Pozzo
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la canzone del mese
Cultura, Curiosità & Interessi
Poesia nella chitarra di Mayer
Free Fallin' – John Mayer
La canzone di questo mese è qualcosa di speciale.
Non si tratta della solita hit che presto scalerà le
classifiche, non è forse un brano che tutti conoscono
a memoria. Ma è una delle canzoni preferite della
nostra Costi.
Certamente avrete sentito nominare il chitarrista e
cantautore statunitense John Mayer. Pubblicò il suo
primo EP da solista nel lontano 1999, e in anni più
recenti ha duettato con la famosissima Katy Perry.
La canzone è Free Fallin', un titolo una garanzia: il
singolo è datato 2008, ed è contenuto nell'album
When the Light is.
Parole
e
melodia
dolci,
accompagnate
dall'immancabile chitarra che nelle mani di Mayer
diventa pura e semplice poesia.
Inseritela nella vostra playlist.
“Wanna wrtie her name in the sky
I wanna free fall out into nothin'
Oh, I'm gonna leave this, this
World for a while”
►Aurora Galbero
il film del mese
Lucy
“Sta a noi provare ad andare oltre le regole e le leggi e passare dall’evoluzione alla rivoluzione”
Si dice che l’essere umano utilizzi solo il 10% delle
sue capacità cerebrali. Sembra poco? Eppure con ciò
è riuscito a controllare il fuoco, a vivere sott’acqua, a
volare, a dominare il mondo. E cosa succederebbe se
arrivasse al 20%? O al 50%? O al 70%? Forse
controllerebbe a pieno tutte le parti del suo corpo, le
persone, gli oggetti.
Lucy si trova a Taipei, Taiwan, quando viene rapita da
un gruppo di criminali coreani. Dopo essere stata
sedata viene trasformata in una piccola cassaforte di
CPH₄ sintetico. Il sacchetto però, che si trova
all’interno della sua pancia, si rompe per un calcio
ricevutodal suo custode e la maggior parte della
droga entra in circolo. Le sue capacità cominciano ad
aumentare a dismisura. Scappata,denuncia i
narcotrafficanti e si reca a Parigi dal professore di
biologia Samuel Norman. Le rimane ormai poco da
vivere e l’accademico la sprona ad andare avanti per
scoprire i limiti umani e lasciarne conoscenza
all’umanità. Assume così altre tre sacche di droga,
arrivando al 100%.
►Sofia Merzari
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L'Angolo del Sorriso
Curiosità, notizie, aneddoti, barzellette, indovinelli e giochi
Giochi & Barzellette
Curiosità, notizie, aneddoti, barzellette, indovinelli e giochi
La barzelletta
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Sudoku
Un uomo incontra dopo tanto tempo un suo
vecchio amico e gli dice: "Ehi ciao; perché
quella faccia? Che cosa è successo????". "Eh
sai, la notte scorsa mio nonno è morto, c'è
stato un incendio...". "Ah allora è morto
nell'incendio?". "No perché si è buttato giù
ed è caduto sul tendone del bar di sotto e poi
è finito in strada". "Allora è morto in strada
spiaccicato?". "No è passata una macchina".
"C'è morto sotto?". "No la macchina l'ha
rispedito su". "Allora è morto nell'incendio?".
"No perché s'è buttato di nuovo". Questa
storia si ripete per ben 10 volte finché l'amico
si stanca e dice: "Scusa, ma come minchia è
morto tu nonno?". “Eh gli abbiamo dovuto
spara', non se fermava più!”
Meraviglie antiche
In Iran a Sushtar si trova un capolavoro di
ingegneria progettato nel V secolo a.C dagli
architetti di Dario il Grande, il famoso re
persiano che fece tremare i greci ma fu sconfitto
a Maratona. Si tratta di un impianto di
irrigazione che avrebbe dovuto formare un
fossato attorno alla città servendosi di particolari
canali e di pozzi a ripiano detti Ghanats. Il
sistema è degenerato nel XIX secolo ma lo si
può comunque ammirare ai giorni nostri, uno
spettacolo che ci ricorda quanto gli antichi
fossero avanzati nonostante i mezzi che noi
moderni consideriamo scarsi.
Caffè e alcol, un binomio perfetto
Era già risaputo che la caffeina avesse degli effetti
positivi sul fegato e gli scienziati hanno investito tempo
e risorse per approfondire il beneficio che ha il caffè.
Addirittura hanno scoperto che proprio il caffè può
limitare i danni della cirrosi epatica (la quale è letale!) e
non solo, perché la previene anche: infatti più caffè si
beve meno probabilità ci sono di avere una cirrosi
epatica, dal -22% delle due tazze quotidiane al -65%
delle quattro tazze giornaliere. Quindi se vi piace alzare
il gomito e allo stesso tempo tenete al vostro fegato, vi
conviene prendere questa nuova abitudine.
Gravidanze più lunghe del mondo animale
10: Mucca (9-10 mesi). 9: Cavallo (11-12 mesi). 8:
Leone marino (11-12 mesi). 7: Lamantino (12 mesi) 6:
Tricheco ( 15 mesi). 5: Cammello (13-14 mesi). 4:
Giraffa (15 mesi). 3:Rinoceronte (16-19 mesi). 2: Orca
(17-18 mesi). 1: Elefante (22 mesi).
Dopo questi, donne, non lamentatevi XD
L'indovinello
L'indovinello di marzo chiedeva: Se una macchina percorre una strada piena di curve, quale
ruota si consuma di meno?”, la risposta è...quella di scorta! Ora ecco a voi l'indovinello di
aprile: Cosa ci fa un asino su dei binari?
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►Daniele Zumerle
Ineptia
Le più improbabili citazioni di prof e studenti
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Sapete qual è la differenza tra un filosofo e un cuoco? Che il cuoco guadagna di più. Professore
Se voi mi mettete qui un nano con l'impermeabile, io scappo. - Professore
Questa è l'essenza del porno dell'inorganico. - Professore
Ma vuoi veramente portare questa tesina alla maturità? Allora ci rivediamo l'anno
prossimo... - Professore
Ora mettete via latino e greco, che non servono a nulla. - Professoressa
Prof: Perché non hai tradotto la versione durante le vacanze di Pasqua?
Studente: Perché volevo andare fuori al sole.
Se anche voi avete delle citazioni di studenti e professori da ricordare, mandatele alla mia mail e
verranno pubblicate!
►Valentina Gozzer
[email protected]
Arrivederci
Arrivederci aa maggio!
maggio!