vivereSEBASTIANO LO MONACO

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vivereSEBASTIANO LO MONACO
3
Cambiando
Strada
Un disco - Pop - e un tour teatrale per i Fratelli La Strada: quella dei
busker non è più la strada maestra? Gianni Nicola Caracoglia alle pagg. II-III
vivere
Alla buona tavola dell’oste Puntano molto sull’enoturismo le Cantine Nicosia diTrecastagni Danila Giaquinta a pag. II / L’astronave
di Genovese Il pittore catanese si ispira alla magia delle stelle Agata Patrizia Saccone a pag. II / Week end: Valguarnera Per Santa Lucia
il borgo si accende col “Pagghiuolo” Arcangelo Santamaria a pag. III / Tra cibo e devozione Le varie tradizioni siciliane della cuccìa Rosalba
Cannavò a pag. III / Parole a tinta unita I love coffee Alessandra Dammone e Mariella Caruso alle pagg. IV-V / Cartellone a pag. VI
SEBASTIANO
LO
MONACO
SMSicilians
di Michele Nania
Un, due, Trump
e abbiamo avute e ne abbiamo eccome, di persone sbagliate al posto
sbagliato che sulla scena internazionale sono stati capaci solo di far
fare una pessima figura al Paese e sul fronte interno non ne parliamo. Ora
però mister Donald Trump rischia di oscurare e far dimenticare tutti i suoi
poco illustri predecessori. Non ritiene un’offesa il paragone con Hitler
(quindi per esclusione per lui è un complimento), non si vergogna di fare il
verso ad un giornalista disabile e per vincere la guerra al terrorismo vorrebbe il bavaglio a Internet e frontiere bloccate per i musulmani. Punta
dritto alla poltrona di Obama e benché l’attuale inquilino abbia già detto
che Trump il presidente “non lo può fare”, c’è da scommetterci che saranno milioni gli americani disposti a seguire le pazze idee del raccapricciante candidato. Non è perciò del tutto vero che il popolo sia sempre migliore
di chi lo rappresenta. Quel che conta ormai è invece quanto e quale potere
economico si ha alle spalle a prescindere dai bisogni e dalle aspettative
della collettività. I nuovi ricchi oggi mollano tutto per stare coi figli, per i
vecchi ricchi non è mai abbastanza quanto accumulato, neppure se parliamo di senso del ridicolo.
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michelesicily
N
di Isabella Di Bartolo
abituato a indossare le vesti degli
eroi classici, stavolta Sebastiano
Lo
o Monaco dà corpo e anima
all’uomo dal multiforme ingegno
di eco omerica: Ulisse. L’eroe della
ragione; l’uomo simbolo del
nostos, del ritorno, dell’amore per la patria. Un
eroe mosso da inquietudine che con Lo Monaco
diviene anche messaggero
o dii pace. Ill mio
o nomee è
nessuno,, l’Ulisse è il titolo dello spettacolo che
l’attore siracusano porterà in scena lunedìì e
martedìì all Vasquezz dii Siracusa, mercoledìì al
Tina
a Dii Lorenzo
o dii Noto, giovedìì 17
7 dicembree al
Teatro
o Garibaldii dii Enna
a e, sabato
o 19
9 e domenica
20
0 all Teatro
o Pirandello
o dii Agrigento e poi dall 13
7 gennaio
o all Metropolitan
n dii Catania.
all 17
«Il mio Ulisse nasce dalla rilettura di Valerio
Massimo
o Manfredi – dice l’attore – che ha dedicato all’eroe omerico due romanzi in cui narra le
sue gesta dall’infanzia alla distruzione della citta
di Troia e, ancora, al suo ritorno ad Itaca. Manfredi disegna così nuovi tasselli nell’avventura di
Ulisse e dà vita a un
n personaggio
o poetico
o ma
a vivo
che interpreto con grande gioia». Sebastiano
o Lo
Monaco regala vigore al personaggio arricchito
dalla fantasia dello scrittore-archeologo Manfredi a cui il regista Alessio
o Pizzech e il drammaturgo Francesco
o Niccolini trasformano in una sorta
di narrazione di vita e morte, dove Ulisse è nessuno. Dove l’eroe non ha nome e vive il dramma
dell’umanità dilaniata dai conflitti.
Lo Monaco riesce a imprimere intensità ai dialoghi con i fantasmi della storia omerica che sono
le donne, gli uomini, i luoghi del suo doloroso
nostos. I volti di Penelope,, Elena,, Calypso
o e ancora
a Nausicaa,, Menelao,, Aiace,, Achille sono
impressi nell’anima tempestosa di Ulisse. E lui,
tra i morti, sarà l’eroe che ha combattuto e ha
vissuto senza riuscire a dimenticare la
a follia
della
a guerra. «Questo è il messaggio di Ulisse –
dice Sebastiano
o Lo
o Monaco – il ripudio del conflitto, qualunque esso sia. La
a guerra
a è una
a pazzia, un’irragionevole motivo di dolore e Ulisse,
uomo del raziocinio, non la comprende, non la
accetta. Un messaggio attualissimo e di grande
intensità che conferma, ancora una volta, la
capacità della grande letteratura classica di trasmettere valori immortali».
Lo Monaco regala agli spettatori sfaccettature
nuove di un eroe antico. «Ulissee dii Manfredii è
moderno – commenta l’attore – guarda il suo
mondo con uno sguardo disincantato, osserva la
vita con la consapevolezza del dolore e delle debolezze dell’animo umano. E’’ un
n uomo
o chee ragiona,
che riflette e antepone l’intelligenza all’istinto. Il
suo messaggio è di condanna delle guerre e se
fosse un uomo di oggi potrebbe essere un ambasciatore, un diplomatico dell’Onu. Questo è il
mio Ulisse».
Un
n eroee tra
a glii eroi per l’attore siracusano che ha
portato in scena, sull’antico palco del Teatro
greco aretuseo, le gesta di Filottete, di Eracle, di
Edipo solo per citarne alcuni. E che, ancora una
settimanale di società,
cultura e tempo libero
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Anno XX - n. 808
10 dicembre 2015
€ 0,26 Spedizione A.P. comma 20b Art. 2 legge 662/96 - Fil. CT
A
In
alto
Sebastiano Lo
Monaco
nei panni
di Ulisse.
A fianco,
da sinistra, con
la Orchestra Sax
In Progress,
quattordici sassofonisti
in scena,
e con
l’attrice
Maria
Rosaria
Carli che
interpreta Elena,
Atena e
Penelope
«Il mio Ulisse
messaggero
di pace»
«La guerra
è una pazzia,
questo il messaggio
dell’eroe greco»
L’attore siracusano
è il protagonista
di Il mio nome
è nessuno L’Ulisse
dal testo di Valerio
Massimo Manfredi
in scena a Siracusa, Noto,
Enna, Agrigento e Catania
à dell teatro
volta, dà voce all’immortalità
classico che perpetua la sua funzione educativa e il suo ruolo sociale anche nella
modernità. «Il teatro è lo specchio dell’uomo – dice Lo Monaco - racconta l’uomo a
se stesso, gli fa vedere chi è, le sue qualità. I difetti e le manie. Il teatro è la parte
più importante della storia dell’umanità
ed è quasi un miracolo: una
a forma
a di
spettacolo
o nata
a 2.500
0 annii fa che non è
cambiata ma ha bisogno solo di elementi
per essere sempre uguale e sempre diversa. Autore, attori e pubblico sono i tre elementi del teatro che nonostante cambi la
società resta sempre lo stesso grandioso
tripudio d’arte e vita».
Diplomato all’Accademia
a nazionalee d’arte
drammatica prima di diventare (nel 1989)
“capocomico” e produttore dei suoi spettacoli, Sebastiano
o Lo
o Monaco ha lavorato in
teatro con attori di grande maestria come
Enrico Maria Salerno, Salvo Randone,
Adriana Asti, Annamaria Guarnieri, Giustino Durano. Ha lavorato per la televisione e il cinema e, da 4 anni, è il direttore
dell teatro
o “Tina
a dii Lorenzo”” dii Noto dove
coniuga la passione per il palcoscenico
all’amore per la gente. «E’ un’esperienza
piacevole – dice – costruttiva e di grande
bellezza perché mi offre la possibilità di
stare accanto alle persone e di conoscere
una città come è Noto. In
n un
n momento
difficilee perr la
a cultura,, faree cultura
a è un
privilegio
o a cuii mii dedico
o con
n passione».
Dopo il teatro, Lo Monaco sarà un
n poliziotto
o nella
a fiction
n perr la
a tv
v dii Ricky
Tognazzi e dedicata a Boriss Giuliano e
sarà questa una prima volta tra i buoni in
tv, come Lo Monaco commenta sorridendo. «Di solito al cinema e in televisione
interpreto il siciliano
mafioso o burbero – dice –
ma da quando ho avuto la
gioia di portare sull palco
l’opera
a dii Pietro
o Grasso ed
essere ill magistrato
o chee si
battee perr lo
o Stato e la
comunità, ho avuto anche
queste nuove bellissime
occasioni di lavoro».
E, poi, ancora una volta,
guarda all “suo”” Teatro
greco
o dii Siracusa a cui lo
lega l’amore per i classici e
per il pubblico. «Qui si
celebra la
a magia
a più
ù grandee dell teatro – dice – perché si annulla la distanza
tra spettatori e attori, ed è
un miracolo d’arte che si
rinnova e rinnova in me
l’amore per la bellezza».
[email protected]
vivere
primo piano
II
Alla buona tavola dell’OSTE
Puntano molto
sull’enoturismo
le Cantine Nicosia
di Trecastagni
L’osteria della
struttura sposa
ricercati piatti di
stagione con i vini più
premiati provenienti
dalle vigne di Monte
Gorna sull’Etna e da
Vittoria In arrivo
i pranzi delle Feste
Sapori
di Danila Giaquinta
o amano e lo coccolano da cinque genera2
zioni. Correva l’anno
1
1898 e si vendeva
ancora sfuso quando
il bisnonno
o Francesco aprì la
4
sua bottega di vino a Trecastagni per portare
in giro e far conoscere i suoi autoctoni preferiti. Da padre in figlio si è giunti ai pronipoti
che oggi dirigono Cantinee Nicosia, una delle
aziende vinicole siciliane più note, che vanta
ampi vigneti, vini di alta qualità, esportati in
una ventina di Paesi nel mondo, e scommette
3
sempre di più sull’enoturismo.
Sapore e profumi, il vino è anche terra, storia, bellezza e natura, e questi ingredienti
1) Le Cantine Nicosia a Trecstagni con
si trovano tutti dentro gli eventi organizzavista sull’Etna; 2) i fratelli Graziano e Franti come visite guidate in vigna e cantina,
cesco Nicosia; 3) la bottaia; 4) Trecastagni
a dii Can- vista dalle vigne di Monte
degustazioni, e tra i tavoli dell’Osteria
tinee Nicosia (aperta domenica e festivi a pran- Gorna; 5) l’Osteria delle
zo, giovedì, venerdì e sabato a cena). I prossiCantine Nicosia; 6) i vini
mi appuntamenti sono proprio i pranzii perr le della Cantina
settimanale
festee natalizie
(25, 26, 27
Anno XX
N. 808 del 10 dicembre 2015
dicembre, 1 e 6
5
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gennaio) e prota- Registrazione n. 5 del 15-4-1993
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2015), entrambi annata
zona Ind. 8 strada Catania
2014, i Fondo
o Filara
a Etna
Rosso e Cerasuolo
o dii Vittoria
a Classico
o 2013 (Due
A sinistra “Gacrux”
Bicchieri Vini d’Italia
del 2012. In basso,
2016), e infine il Sosta
a sinistra, Rosario
Tree Santii Rosso
o 2009
Genovese e, a
(Due Bicchieri Rossi,
destra, “Albireo A
finalista Tre Bicchieri).
+ B” del 2013
A questi si aggiungono gli altri vini prodotti dai vignetii dii Monte
Gorna,, sull’Etna,, e dii Vittoria: non solo Etna
a Doc e Cerasuolo
o Docg,
o e Carricante, e
ma anche gli spumanti metodo classico da uvee Nerello
da quest’anno, un Nero
o d’Avola e un Grillo certificati Bio
o Vegan. «I
vini dell’Etna sono diversi rispetto agli altri siciliani – racconta Graziano
o Nicosia, alla guida dell’azienda con il fratello Francesco e il
padre Carmelo – parliamo di un vulcano con vigne che arrivano fino a
quota 1000: la mineralità dei suoli diventa sapidità al palato, mentre
altitudine ed escursioni termiche aiutano la maturazione delle uve e
danno eleganza ai vini. A Vittoria il terreno è sabbioso, le temperature
più alte; i vini hanno colore e aroma intensi, e sono più rotondi e corposi. Da lì vengono anche i nuovi Bio
o Vegan che riflettono la scelta di
puntare su sostenibilità e biologico. I consumatori sono sempre più
sensibili e il riscontro è andato oltre ogni più rosea aspettativa».
Duee milionii dii bottiglie l’anno e 15.000
0 visitatori, il vino di qualità
funziona e traina altri settori dell’economia. L’azienda organizza visite
guidate, workshop, degustazioni, ristorazione, eventi come Cantine
Aperte e Calicii dii Stelle promossi a livello nazionale dal Movimento
Turismo
o dell Vino.
E collabora con tour operator, produttori gastronomici, associazioni
di sommelier. «L’enoturismo è uno strumento unico di promozione del
territorio – continua Nicosia – e per la vendita diretta in cantina. Oltre
a quelli in bottiglia, da noi è possibile acquistare ottimi vini appena
spillati dalla botte. Tutti i giorni siamo aperti alle visite, basta prenotare. I turisti, in gran parte stranieri, rimangono colpiti dal panorama
mozzafiato
o dell vigneto, dal tunnel in pietra lavica all’ingresso della
cantina con reperti di tradizione vitivinicola, dalla sagoma dell’Etna
che ci si trova davanti appena giunti nel giardino interno. In Osteria
facciamo uso di prodotti tipici e freschi di stagione, come formaggi
storici siciliani, dal Piacentinu alla Provola
a deii Nebrodi, fino ai poco
a persa e Maiorchino, o vere e proprie chicche, come la
noti come Tuma
mortadella
a d’asino
o ragusano».
[email protected]
L
vivere
a
Arte
n po’ Usa for Africa in versione catanese,
un po’ “Tale e quale” dove Antonio Ferlito
fa le imitazioni di cantanti catanesi di
grido da Carmen Consoli a Gianni Bella a Mario Biondi, si presenta irresiI Brigantini
stibile il nuovo video, realizzato da Nanni Musiquo, dei Brigantini legato
alla canzone L’amore entra in ogni cuore, hashtag #lacanzonedinatale, visionabile sul Brigantini Official Channel della scanzonata band catanese. I Brigantini, vestiti
come i Drughi di “Arancia Meccanica” prendono in giro il buonismo natalizio alla loro
maniera. Antonio Ferlito: «Il video dei Brigantini nasce dall’esigenza di riunire sotto un’unica bandiera tutti gli amici musicisti e non della band catanese. I Brigantini non avevano mai
scritto nessun brano relativo al Natale e per questo, alla vigilia del loro quattordicesimo
anno di attività hanno pensato bene di realizzarla. Super guest del video sono anche Carmelo Morgia dei Beans, Carlo Kaneba ed il mitico Brigantony, padre spirituale della band».
I Brigantini sono Antonio Ferlito “Lito”, Alessandro “Pandi” Spagna, Nuccio Palumbo
“Barbaro Jonello”, Massimo Costanzo “l'avvocato”, Cristiano Giardini “Dumbo”, Giuseppe
Spampinato “Maxicono”, Max Busa e Daniele Raciti. (Gianni Nicola Caracoglia)
U
di Gianni Nicola Caracoglia
importante è non
prendersi apparentemente sul
serio, ma
farlo nella
sostan-
L’
za come solo i
busker sanno fare.
Loro sono i Fratellii La
a Strada, al
secolo Antonino
D’Antoni, polistrumentista e cantante palermitano che ha
messo radici in terra
iblea, e Anna
a Garcia
ay
Alba, polistrumentista e
cantante dalle radici catalane mixate in quella terra
di confine che è Andorra.
Chi conosce bene Ibla
Buskers, il festival ragusano
di artisti di strada, non può non
conoscere i Fratelli la Strada, tra
gli aficionados della prima ora.
Dopo 11 anni di attività in giro
per mezza Europa, e una manciata di dischi “fatti a mano” ad uso
e consumo dei loro spettacoli itineranti, adesso arriva Pop
p–
Octopuss vulgaris, disco pubblicato dalla catanese Viceversa
Records, dove “Pop” non è il
genere musicale ma... «In
n catalano
o polpo
o sii dicee “pop”, quindi
ne dovevamo approfittare –
spiega D’Antoni -. E’ un modo per
An
giocare, è la nostra versione tene
tacolare del genere musicale del
D’Antoni,
nostro secolo». E se ce lo dice un
palermitano, pur trapiantato in
A destr
terra ragusana… Dopo tutto, il
di Pop
polpo, proprio nella Palermo
marittima, è un cibo da strada
molto “pop”, popolare nel senso
più tecnico che ci sia. «E’ vero,
o alla
a galiziana
anche se ill polpo
per me è il migliore – contro ribatte D’Antoni -. E’ morbidissimo, e
gustosissimo. Da solo merita un
viaggio in Galizia».
Dettagli non da poco che ci fanno
capire che abbiamo a che fare con
un perfezionista. E c’è molta cura
anche negli accordii giocosi affi-
L’astronave di
GENOVESE
Il percorso artistico
del pittore catanese
Rosario Genovese è
come un
viaggio
tra le
stelle
«su una
astronave
fantastica»
La canzone di Natale dei
BRIGANTINI
Musica
di Agata Patrizia Sacconea
guardare le stelle ci si emoziona, si
avverte quasi un senso di stupore e
di grandezza ed è attraverso queste
sensazioni che l’artista catanese
Rosario
o Genovese ci guida mediante le sue opere nel magico mondo
stellato. Tele estremamente moderne in quanto
sono in parte supporto di un dipinto fotografico in
cui si rispecchiano. Un
n uso
o ben
n preciso
o deii colori in
una dialettica di perfezione e imperfezione dentro cui si
trovano sfumature e filamnenti, espressività e decorazione.
o a bordo
o dii un’astrona«Il mio percorso artistico è stato come un viaggio
vee fantastica. La mia storia inizia con il sistema solare poi man mano
mi sono allontanato sino a toccare idealmente le stelle e le costellazioni». Definisce così il proprio percorso artistico il Maestro Genovese di
recente protagonista a Catania con una mostra personale antologica di
ben 25 opere nell’ambito del progetto Artee in
n Law.
Maestro
o la
a sua
a passionee nascee con
n la
a fotografia…
«Inizialmente i miei lavori nascevano sulla base di uno scatto fotografico da cui estrapolavo poi l’idea per sviluppare la parte pittorica. Ci fu il
periodo in cui facevo un quadro dipinto che poi veniva fotografato e
svilluppato in bianco e nero su tela emulsionata quindi veniva fuori
una sorta di specchiamento
o dell’opera…».
Tra
a lee installazionii da
a leii realizzate?
«La
a cintura
a dii Orione, il Triangolo
o dii primavera e la Crocee dell Sud di
cui ho realizzato ogni singola stella esponendo l’istallazione completa
come vista nel cielo. Anche i colori di ciascuna opera riprendono le
tinte delle stelle che spaziano dal giallo all’arancion, dall’azzurro al
blu».
Lee suee operee protagonistee in
n Italia
a ma
a non
n solo…
…
«Assolutamente sì, tra qualche giorno farò una mostra
a in
n Montenegro
e successivamente sarò in Italia a Spoleto e Genzano di Roma».
Lee suee operee hanno
o incontrato
o anchee l’universo
o fashion…
«Più precisamente a Firenze! La stilista
a fiorentina
a Stefania
a Alba ha
scelto le mie opere per realizzare una linea di moda e accessori che ha
fatto sfilare sia a Firenze che in altre città nell’ambito di eventi moda».
Ritienee chee la
a Sicilia
a possegga
a ancora
a un
n certo
o fermento
o artistico?
«Indubbiamente sì, i siciliani la creatività la posseggono nel loro Dna
ed è impossibile cancellarla. La Sicilia dal punto di vista della creatività
è molto fertile grazie alla pluridominazione che hanno lasciato diverse
tracce culturali. Molte delle esperienze artistiche del Novecento italiano
nascono proprio in Sicilia, ricordiamo che i futuristi iniziarono a creare il loro primo manifesto proprio a Catania e che artisti come Kandisky hanno tratto ispirazione dalla Sicilia».
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A
III
Cambiando
STRADA
nna Garcia
y Alba
e Antonino
, i Fratelli
La Strada
ra la cover
- Octopus
vulgaris
dati a violini, campane, voci, flauti, batterie, percussioni, chitarre,
bassi e tastierine che danno alle
17 tracce di “Pop”, - cantate in
Con l’uscita del disco
Pop - Octopus vulgaris i
Fratelli La Strada
(l’ibleo-panormita Antonio
D’Antoni e la catalana Anna
Garcia y Alba) perdono
un po’ della loro anima
busker per perseguire
una strada più teatrale
Stasera a Palermo
domenica a Catania
Tradizioni
di Rosalba Cannavò
na leggenda assai
diffusa narra che
una terribilee carestia terminò nel
1646 in Sicilia
dopo che alcune
navi sbarcarono nel porto un
provvidenziale carico di grano e
scomparvero come per incanto.
La leggenda è uguale per vari
luoghi dell’Isola, cambiano solo i
momenti “storici”: per i palermitani l’arrivo delle navi avvenne a
Palermo il 13 dicembre, giorno di
Santa Lucia, per i siracusani le
navi arrivarono a Siracusa ma a
maggio, tanto che in primavera si
a Lucia
festeggia la festa di Santa
dellee quaglie, poiché leggenda
vuole che una quaglia entrò in
Duomo ad avvisare dell’arrivo di
queste navi miracolose.
Una cosa è certa: da questo
carico
o miracoloso
o dii grano
in poi, siracusani, palermitani ma in fondo tutti i
siciliani, il 13 dicembre,
festività dedicata alla martire siracusana, sogliono
mangiare la cuccìa, piatto
a base di grano, sia dolce
sia salato. Questo è quanto
riporta l’antropologo Antonino
o Uccello, studioso di
costumi e storia siciliana,
sull’origine del piatto. Dietro la leggenda di questo piatto
c’è una condizione storica che
non possiamo ignorare. La Sicilia, in passato, è stata afflitta da
carestie e flagelli che hanno portato la popolazione a ricorrere a
soluzioni radicali come quelle
U
italiano, spagnolo, francese e
greco – un
n respiro
o dii fiaba
a contemporanea un po’ circense e un
po’ busker dalle sonorità marcatamente retro’, uno sguardo irriverente ed ironico, agrodolce e
poetico, figlio del Cabaret e del
cafè teatro degli Anni 30. In una
a Strada. «Pop è
parola i Fratellii La
la continuazione di un percorso
cominciato nel 2004 – prosegue
D’Antoni -, quella che noi amiamo
a peripezia
a musicale».
definire una
La contaminazione innanzitutto,
di generi, come detto, ma anche
di popoli. Musica, teatro, arte di
strada sono nel Dna dei Fratelli
La Strada: come si colloca, quindi, un disco al pari di una orchestra o di una band? D’Antoni:
o sempree considerati
«Noii cii siamo
intanto
o musicisti, con faccia
tosta, perché spesso sconfiniamo
in altre discipline artistiche. C’è
sempre piaciuto variare, abbiamo
una concezione dell’arte che è
molto aperta». Pop è anche uno
spettacolo, un concerto con una
messa in scena ben curata, che
a all Bolazzii di
debutta stasera
Palermo e replica domenica
a al
9e
Coppola
a dii Catania, tornerà il 29
30
0 dicembre al Rivendita
a Carne
Locale di Ragusa, andrà nel Centro e Nord Italia a
marzo, e da maggio
viaggerà in Europa
a partire dall’Olanda, poi seguirà la
Spagna, il Sud della
Francia e non si
esclude che possa
essere ripreso anche
in versione busker:
«Innanzitutto
o è uno
spettacolo
o musicale,
con tocchi di altro,
nel teatro e nel cabaret. Questo fa
parte della nostra concezione dell’arte, che è sempre stata un tutt’uno. Noi ogni anno in primavera decidiamo quali spettacoli portare in giro. La prossima estate
gireremo sicuramente con questo
spettacolo, che in effetti andrebbe
visto
o in
n ambientii “protetti”,, con
pubblico
o seduto
o e possibilmente
pagante. Ritoccato, però, in alcune parti potrebbe benissimo
diventare uno spettacolo da
“strada».
E’ un chiaro segnale, questo,
che vede i Fratellii la
a Strada
sempre più proiettati verso
forme di spettacolo più da
ae
teatro senza che Anna
Antonino abbandonino la
strada, compagna di viaggio
per tanti anni. «L’artee dii strada
a è cambiata molto in questi anni – spiega Antonino
-. Quando realizzi, poi, uno spettacolo lo pensi sia per le sale, sia
per le strade, sia per le strade
dure e pure degli spettacoli istantanei sia per i festival dei busker.
Anche questi sono cambiati, passando dalla strada dura e pura a
spettacolii organizzatii perr lee piazze. Lì ti puoi permettere di osare
di più, non cercare la chimera
dello spettacolo che piace a tutti e
sperimentare di più. Noi abbiamo
la
a fortuna
a dii esseree trasversali, e
abbracciare tanti pubblici diversi
per età e gusti. Adesso non so
cosa ne faremo di Pop, ne riparliamo la prossima primavera».
E’ già pronto il video di Faccio
finta, brano tra i più scanzonati
della track list, video fatto a mano
nelle campagne vicino casa. Casa
e putìa. «Esattamente. Ci piaceva
o artigianalee del
esaltare l’aspetto
prodotto, da quando le canzoni
nascono a quando vengono suonate, registrate. E poi scegli i
costumi, la grafica…».
[email protected]
Nella foto i bambini con i pagghiola
piccolini. Giù il Pagghiuolo acceso e
spento durante il corteo del 12 dicembre
Weekend
A VALGUARNERA per SANTA
LUCIA quando il paese si
accende con il pagghiuolo
Cominciano oggi e
durano fino a domenica i
festeggiamenti per Santa
Lucia “portatrice di luce”
per i valguarneresi
Momenti clou della festa
la processione
del fusto infuocato
alto 6 metri,
la processione
del 13 e la sagra
della cuccìa
di Arcangelo Santamaria
partire da oggi, a Valguarnera
Caropepe, in provincia di Enna,
iniziano le celebrazioni in onore di
Santa Lucia. Una festa molto particolare, un tuffo nel passato, fatto di antichi
riti e tradizioni che negli ultimi anni, grazie alla Nuova Pro Loco Terre di Carrapipi, hanno ripreso vigore, attraendo in
paese centinaia di turisti. Anche quest’anno il calendario degli eventi è di
tutto rispetto e parte stasera con il concerto de I Petri ca addumunu, per concludersi nella serata del 13. Santa Lucia
è la protettrice degli occhi e, a Valguarnera, per la
“santuzza”
siracusana,
si celebrano
Le feste
della luce. I
valguarneresi, nella serata del 12,
quando portano in processione il
quadro di
Santa Lucia,
sul sagrato
della chiesa
Madre,
accendono il
Pagghiuolo,
un fusto alto
6 metri, che
viene portato in giro per il paese dai
componenti delle famiglie Trovato e La
Cagnina, emigrati in Germania, ma che
ogni anno ritornano a casa per devozione alla Santa e per rinsaldare le loro radici. Per fare il Pagghiuolo, occorre tanto
lavoro. «Ci vogliono circa 5 quintali di
fiori dell’ampelodèsma - spiega Giusep-
A
vivere
pe Accascina, presidente della Pro Loco
-, l’erba onnipresente nelle campagne
siciliane che i contadini chiamano ‘ddis.
La raccolta di questi fiori dal culmo
lungo e robusto e riccamente ramificati
con spighette penducolari, è molto faticosa, perché bisogna girare per molte
campagne e dirupi per diversi giorni».
L’erba raccolta, il pomeriggio del 12
dicembre, in piazza del Popolo da adulti
e bambini viene assemblata in un sorta
di “fiammifero gigante”, appunto il Pagghiuolo. In processione, oltre a quello
alto 6 metri, ci sono tanti bambini che
tengono in mano i loro mini pagghiuolo. Ma le “vampe” non sono solo quelle.
In vari quartieri del paese, al passaggio
del quadro di Santa Lucia, vengono
incendiati grandi falò: i burgia. <<Scoprire il paese, spettacolare e immutato,
lungo l’antico percorso della “strata i
santi”, con le fiamme dei burgia che
bucano la notte - dice Accascina - è uno
straordinario e stupefacente spettacolo
che affascina e incanta».
Il misterioso e affascinante rapporto tra
l’umanità e il fuoco, il 12 dicembre
avvolge Valguarnera e in piazza della
Repubblica, si tiene lo spettacolo: La
magia del fuoco. Ma la festa è fatta
anche di antichi sapori. Nella stessa
serata, nella piazza principale del paese
si tiene la Sagra della cuccìa. La cuccìa
è un piatto povero, quasi penitenziale,
fatto con grano duro bollito e condito
con un filo d’olio d’oliva, un pizzico di
sale e pepe nero, secondo una tradizione
che risale alle remote civiltà cerealicole
mediterranee.
La cuccìa, qui nella terra di Demetra,
viene servita anche come dolce con la
crema pasticciera, il cioccolato, la ricotta, la nutella o lo zafferano. L’esibizione
di un gruppo folkloristico e la passeggiata tra un ricco mercatino di prodotti alimentari e manufatti realizzati in paese,
impreziosiscono la serata che fa da apripista alle celebrazioni del 13 dicembre
che quest’anno si aprono in mattinata
con una sfilata di auto storiche. «La
festa che ricorre il 13 dicembre - racconta Accascina- secondo il calendario
Giuliano, coincideva con il solstizio
d’inverno, ovvero con il giorno più
breve dell’anno ma nel contempo
segnava l’inizio dei giorni che riprendevano ad allungarsi, per cui Santa Lucia è
stata investita come portatrice di luce».
In questo giorno vari riti liturgici vengono officiati presso la chiesa Madre dove,
dopo la benedizione, alla popolazione
vengono distribuiti i “panuzzi”, piccole
forme di pane, raffiguranti gli occhi della
Santa, il cui fercolo, subito dopo, viene
portato in processione per il paese.
[email protected]
Città che vai, cuccìa che trovi. Il piatto di
Santa Lucia è molto diverso tra Siracusa
(salato e povero), Palermo (dolce e ricco)
Messina (salato e nutriente)
Tra CIBO
e devozione
religiose o leggendarie. L’espediente leggendario è proprio quello utilizzato sull’originee della
cuccìa. Il piatto è filosoficamente
In alto la cuccìa siracusana. Sotto la
cuccìa dolce di Palermo
spiegabile come una congiunzione tra la materialità (lo sfamarsi
come sopravvivenza) e la spiritualità di un miracolo (le navi che
sfamano la popolazione). La cuccìa è per gli ingredienti usati, un
piatto poverissimo, solo grano
bollito, ma ricchissimo di valori
nutrizionali, altamente saziante e
nutriente. Il grano è, appunto,
uno dei cereali più nutrienti.
Cuccìa
a a zuppa
a – Siracusa.
Nel giorno della festività la cuccìa
è un piatto che viene cucinato
nella maggior parte delle famiglie siracusane devote alla Santa,
ma non solo.
Ingredientii (perr 4 persone): 400
grammi di grano tenero, olio d’oliva, sale, pepe, prezzemolo tritato. Porre il grano ad ammollare
per dodici ore, quindi scolarlo e
farlo cuocere a fuoco molto basso,
in una grande pentola piena d’acqua con un coperchio. Dopo due
ore di cottura, scolarlo non completamente e condirlo con olio,
pepe macinato al momento e prezzemolo tritato. Servire calda.
Cuccia
a con
n ricotta
a – Palermo.
In altre zone della Sicilia è tipico
cucinare questa pietanza, anche
con metodi diversi, aggiungendo
al grano nuovi ingredienti e ricavandone piatti nutrizionalmente
diversi. Nel Palermitano il piatto,
considerato troppo povero dalle
antiche famiglie nobiliari, è stato
arricchito con ingredienti prelibati come la ricotta, lo zucchero,
la cioccolata. Il piatto venne dunque trasformato da “popolare” in
un dolce “aristocratico”.
Ingredienti: 400 grammi di
grano, 400 grammi di ricotta,
200 grammi di miele, 100 grammi di frutta candita, 100 grammi
di cioccolato fondente, cannella,
farina. Cucinare il grano procedendo secondo la
a ricetta
a della
cuccìa a zuppa ricordandosi di
lasciare riposare, dopo avere
spento, altre dodici ore il grano
bollito. A parte, passare la ricotta
più volte a setaccio fine, condirla
con il miele (riscaldato preventivamente), con candidi e cioccolata a
pezzetti. Mescolarla alla cuccìa,
disporla nel piatto di portata e
spolverizzarla con la cannella in
polvere.
Cuccia
a con
n legumii – Messina.
Nel Messinese, invece, la cuccia è
stata arricchita di legumi, otten piatto
o molto
o più
ù calonendone un
rico e completo dal punto di vista
nutrizionale.
Ingredienti: 200 grammi di
grano, 50 grammi di ceci, 50
grammi di fagioli, 50 grammi di
lenticchie, verdure varie. Lasciare
in ammollo, la sera, il grano e tutti
i legumi. Mettere in cottura tutto
insieme, comprese le verdure. Si
serve calda con olio crudo.
[email protected]
Il Kopi Luwak
e il Black Ivory
Coffee sono i più
costosi sul mercato
perché prodotti con
bacche estratte dalle
feci di animali: il
primo da quelle dello
zimbetto delle
palme che vive in
Indonesia, l’altro (più
recente) da quelle degli
elefanti thailandesi
i fa presto a dire caffè.
E pure a lamentarsi
del caro tazzina. Perché se già è facile per
un siciliano storcere il
naso risalendo lo Stivale davanti allo scontrino della
tazzina che supera la soglia psicologica di un euro, è difficile non
restare di stucco di fronte a un
caffè per il quale si possono superare abbondantemente i 10 euro a
tazza. Non si tratta ovviamente di
un caffè qualsiasi, ma di una qualità molto particolare con cui preparare una delle bevande più
amate dagli italiani: si chiama
Kopii Luwak e, fino a qualche
tempo fa, con i suoi circa
a 700
S
Creata da Alfonso
Bialetti
nel 1933 la
Moka
Express
La Moka Express
creata nel 1933 ed
esposta al MoMa di
New York; sotto,
Alfonso Bialetti
(a destra) nella
sua officina
è un oggetto
di culto
riconosciuto
in tutto il mondo
tanto da essere
esposto al
MoMa
di New York
a superato le
ottanta primavere la caffettiera
più famosa del
mondo, la moka
ideata dall’indiscusso genio creatore di Alfonso
Bialetti nel lontano 1933.
Un oggetto semplice, formato da
soli quattro componenti in alluminio o acciaio più un manico
ergonomico in bachelite e una
guarnizione interna sostituibile,
eppure geniale, caratterizzato da
una forma a sezione ottagonale
che consente di aumentare la
presa in caso di superficie bagnata.
Una caffettiera che è diventata
H
GUINNES
di Mariella Caruso
Intramontabile
caffettiera
Design
Chicchi da
Rarità
ormai un oggetto di design, che
ha fatto e continua a fare il giro
del mondo con i suoi più di 105
milionii dii esemplarii venduti.
Un genetliaco importante dunque, che la moka, il cui sistema
brevettato e depositato prevede
esclusivamente questa forma, ha
festeggiato in grande stile con
una esposizione dal forte riscontro mediatico, organizzata presso
la Società
à perr lee Bellee artii ed
Esposizionee Permanentee dii Milano, ripercorrendo in un percorso
guidato, otto decenni di aroma,
storia e cultura del caffè in Italia.
Protagonista assoluto dell’evento
il primo esemplare di moka entrato in commercio, la leggendaria
Moka
a Express, esposta nell’area
centrale del palazzo espositivo, a
pianta ottagonale proprio come la
sezione della celebre caffettiera.
Come una schiera di starlette alla
o all chilo era il caffè più costoeuro
so del mondo. E anche se adesso
la “palma” spetta al Black
k Ivory
Coffee – con cui condivide qualche particolarità – finora il Kopi
Luwak è l’unico che si può gustare in Italia: a Milano, Roma, Venezia, Gambolò e Padova dove, a servirlo, è il siciliano
o Antonino
Ceraolo.
TUTTO
O MERITO
O DII UNO
O ZIBETTO – Cosa distingue il Kopi
Luwak da tutti gli altri caffè? E
perché costa così tanto? Il merito
a ill cioccolato
o e il
di quel sapore, tra
caramello
o con
n notee floreali (a
patto che torrefazione e macinatura siano perfette), si deve a un
animale chiamato luwak che vive
in Indonesia, unica zona di produzione del caffè in questione. Il
luwak, meglio conosciuto come
o dellee palme, è ghiotto delle
zibetto
bacche mature che crescono nelle
piantagioni di caffè e ne mangia
in quantità, salvo poi non riuscire
Notiziee goccia
a a goccia
Consumi,, l’Italia
a all dodicesimo
o posto
gni giorno al mondo si consumano quasi 1,6 miliardi di tazze di caffè, per
un consumo calcolato di 1,3 kg all’anno, per ogni persona. Il paese dove
si consuma più caffè è la Finlandia, con 12 kg l’anno pro-capite, mentre quello dove se ne consuma meno è Portorico, con 400 grammi. L’Italia è solo al
dodicesimo posto della classifica, con 5,9 kg di caffè pro-capite
(dopo Svizzera, Canada, Danimarca e Austria).
O
C’era
a una
a volta
a la
a napoletana
rima dell’invenzione della moka, in Italia il caffè si
Pda preparava
con la caffettiere napoletana, costituita
due recipienti posti l’uno sull'altro e separati da un
filtro riempito di caffè. Quando l’acqua nel cilindro
inferiore arrivava all’ebollizione, la caffettiera veniva
tolta dal fuoco e girata. Così l’acqua, per gravità, passava lentamente attraverso il caffè macinato e ne
estraeva aromi ed essenze. Nella moka il processo di
estrazione è analogo, ma più veloce.
corte dell’attrice protagonista, le
hanno fatto da contorno tutte le
successive edizioni di moka esposte al pubblico, compresa l’ultima
attualmente sul mercato, insieme
a curiosità e prototipi mai
mostrati prima, provenienti dall’archivio storico della casa produttrice.
Curiosità racconta che l’idea di
bollitura e distribuzione dell’acqua alla base del funzionamento
della moka, che prende il nome
dalla città di Mokha nello Yemen,
una delle prime e più rinomate
zone di produzione di caffè della
pregiata qualità arabica, sia
venuta a Bialetti intorno agli
anni Venti, osservando alcune
lavandaie che facevano il bucato
in una vasca con al centro un
tubo forato dal quale fuoriuscivano acqua calda in ebollizione e
lisciva che, spargendosi sui
panni bagnati, permettevano una
migliore distribuzione del sapone.
Oggi la leggendaria caffettiera in
alluminio e plastica, rivoluzionaria nella sua assoluta semplicità,
è considerata un vero e proprio
oggetto di design moderno e
come tale viene trattato ed esposto, all’interno del Triennale
n Museum
m dii Milano e nella
Design
collezione permanente del MoMA
w York accanto, tra gli
dii New
altri, agli immortali capolavori di
Pablo Picasso, Claude Monet,
Jackson Pollock e Henri de Toulouse-Lautrec. (Al.Da.)
i love coffee
vivere
parole a tinta unita:
IV
a digerirle e, quindi, a defecarle
quasi intatte. È quel “quasi” a
fare la differenza: il contatto con
gli enzimi dell’apparato digerente
dello zibetto, infatti, fa sì che i
chicchi si corrodano nella loro
parte più esterna facendo perdere
il retrogusto amaro ed esaltando
il sapore del caffè che poi sarà
preparato con questi.
NON
N SOLO
O ZIBETTI – A sottrarre
il primato al Kopi Luwak, però, è
arrivato di recente il Black Ivory
Lo zibetto delle palme
è un mammifero tipico
dell’Indonesia che
ama cibarsi delle
bacche mature di
caffè. Dalle sue feci
vengono estratti i chicchi
semidigeriti che danno
vita a un pregisto caffè,
considerato un must,
ma che sta mettendo a
repentaglio la specie
La DIVINA
bevanda
Leorigini
di Alessandra Dammone
una delle poche
abitudini veramente radicata nel dna
dell popolo
o italiano,
quella del caffè,
che rappresenta il
primo piacere della mattina, una
sferzata di energia dopo i pasti e
un’ottima scusa per concedersi una
pausa durante qualsiasi momento
della giornata.
Ma come nasce il caffè, coma arriva
in Italia, e come cambia negli anni il
suo consumo nel belpaese?
Narra la leggenda che la divina
bevanda abbia origini decisamente
altolocate. Un bel giorno, infatti,
Allah si accorse che il suo profeta
Maometto si stava addormentando,
mentre le faccende religiose sulla
terra richiedevano con urgenza il
suo vigile intervento.
Per svegliarlo senza mortificarlo,
Allah decise di inviargli un dono, e
mise nelle mani dell’Arcangelo
Gabriele una tazza fumante colma di
un liquido nero e bollente. Svegliato
dal penetrante aroma, Maometto
chiese a Gabriele cosa fosse la bevanda sconosciuta, e
così si sentì
rispondere:
“È
kawah,
caffè. È
ardente
come la
roccia
d’Arabia
sotto il sole di
mezzogiorno,
secco come il vento del
deserto e amaro come il
mirto. Allah ci ha proibito il
vino, perché dà ebbrezza e sonnolenza, ma nella sua infinita
bontà ci ha donato il caffè, che ci
sveglia, e rende la mente chiara
come il cielo stellato”.
Da quel giorno, ogni qualvolta la
sonnolenza si impadroniva di lui,
Maometto la vinceva contrapponendogli il sapore di un buon
kawah, e lo stesso fecero i suoi
discepoli, che ne seguirono l’esempio. E così il caffè, arrivato in questo mondo direttamente
E’
dall’Alto, si diffuse dappertutto. Al di
fuor della leggenda, se i primi, piccoli, quantitativi di caffè giunsero in
0 attraverso un
Italia alla finee dell 1500
piccolo gruppo di studenti dell’Università di Padova, il caffè fece il suo
ingresso vero e proprio nella penisola attraverso i grandi porti delle rotte
commercialii con
n l’Oriente, primo tra
tutti Venezia, da sempre in prima fila
negli scambi commerciali con i paesi
dell’Est, in cui il primo carico docuo nell 1624.
mentato fu sbarcato
Il caffè dapprima fu venduto a carissimo prezzo nelle farmacie, e successivamente in locali simili a quelli frequentati in Oriente.
Il primo esercizio di tal genere fu
aperto in Piazza San Marco sotto le
Procuratie e ad esso fecero seguito
moltissimi altri locali a Venezia e in
altre città italiane, che divennero luoghi di aggregazione, ritrovi, polmoni
culturali e tribune politiche e letterarie, soprattutto nel Settecento e nell’Ottocento.
Ma come si è trasformato il rito
antropologico del caffè negli ultimi
anni? Un tempo momento di convivialità diffusa ed elemento aggregante per eccellenza, il caffèè nascee come
induttoree dii socialità, un pretesto
sincero per fare due chiacchiere, per
scambiarsi una confidenza, un modo
per ricordarsi che i piaceri della vita
vanno condivisi, perché quando sono
divisi con qualcun altro, secondo una
magia non ancora perfettamente
codificata, finiscono per moltiplicarsi.
ù lo
o mandii giù
ùe
Dopo gli anni del “più
più
ù tii tira
a su”, in cui il caffè era simbolo di una rassicurante realtà familiare di slow times contrapposta alla
frenetica e incalzante vita da bar,
oggi, con la complicità di una campagna di promozione piaciona volta a
pubblicizzare capsule delle meraviglie e macchinette incredibilmente
stilose, si è trasformato in un piacere
privato
o ma
a necessariamentee esibito,
una sorta di vizio borderline socialmente sponsorizzato, il must di chi
vive le proprie relazioni fisiche in
chiave social, più interessato alla
comunicazione delle proprie esperienze che al contenuto delle stesse.
[email protected]
Secco come il vento
del deserto e amaro
come il mirto, secondo
la leggenda il caffé
fu portato sulla terra
da Allah. A Venezia
è arrivato nel 1624 e
da allora fa parte del
Dna degli italiani:
induttore di socialità
per eccellenza,
oggi è un piacere
da esibire
l’aroma irresistibile
Coffee. La zona di produzione è
ancora il Sud est asiatico, la Thailandia per essere precisi.
Qui un imprenditore canadese,
tale Blakee Dinkin, ha emulato la
“tecnica di produzione” del Kopi
Luwak trovando negli elefanti gli
animali perfetti per la predigestione dei chicchi di caffè. Solo
che per produrre un solo chilo di
Black Ivory Coffee – che costa
circa 900
0 euro
o all chilo
o - occorre la
predigestione di oltre 33 chili di
bacche. Da qui la lievitazione a
dismisura del prezzo della tazzina
che, al momento, può essere
gustata solo in alcuni resort a
cinque stelle o, in alternativa,
gustato a casa se decideste di
comprarne una confezione da 35
grammi alla modica cifra di 66
dollari dal sito ufficiale dell’unico
produttore al mondo.
LE
E REMORE
E – Indubbiamente
non è facile accettare l’idea di bere
un caffè preparato con chicchi
defecati da uno zibetto o da un
V
elefante, ma per gli amanti del
caffé meno impressionabili il
gioco vale sicuramente la candela. A frenare, però, i più attenti
all’ambiente è lo sfruttamento
degli animali. Il successo del Kopi
Luwak, consigliato in abbinamento a dolci al pistacchio e al
torrone di mandorle, e le crescenti richieste dei chicchi, infatti,
avrebbero spinto i produttori a
segregare gli zibetti per poter
incrementare la produzione. La
denuncia, fatta nel 2013 da un
documentario della Bbc, ha fatto
sospendere temporaneamente le
vendite del Kopi Luwak da Harrod’s. Per quanto riguarda invece il
Black Ivory Coffee è lo stesso Dinkin a mettere le mani avanti
informando che l’8% del ricavato
della vendita del caffè è destinata
alla Golden
n Trianglee Asian
n Elephantt Foundation che si occupa
della tutela degli elefanti asiatici.
Basterà a sedare i sensi di colpa?
twitter @mariellacaruso
Ill caffèè dell’Unesco
L’espresso italiano
Il piacere
della
TAZZINA
espresso è un concentrato di gusto,
corpo, aroma e
crema, un piccolo
miracolo di fisica e
chimica ottenuto
facendo passare un getto d’acqua
calda a nove atmosfere di pressione attraverso sette grammi di
caffè macinato sottile, per 25-30
secondi di estrazione, ottenendo
un volume in tazza di soli 25-30
ml.
Ma come si fa un buon espresso
italiano? E come si riconosce?
Per scoprirlo ci siamo rivolti all’IIstituto
o Internazionalee Assaggiatorii Caffè, un’associazione senza
fini di lucro fondata nel 1993 con
l’obiettivo di mettere a punto e diffondere metodi scientifici per la
valutazione sensoriale del caffè.
Tre, innanzitutto, sono i prerequisiti ritenuti indispensabili per
ottenere un espresso di alto livello: non singole origini, ma un
sapientee blend
d dii diversee tipologie
dii caffè, che permette di coniugare i migliori caffè di diversa provenienza e garantire alti standard
di qualità organolettica; attrezzature adeguate, ovvero macinadosatore e macchina per la preparazione dell’espresso dotati di precisi requisiti tecnici; e un operatore
preparato, che sappia scegliere e
gestire correttamente la miscela e
le attrezzature in dotazione.
L’espresso
o italiano si presenta
alla vista con una crema
a dii color
nocciola tendente alla testa di
moro e distinta da riflessi fulvi e
di tessitura finissima e non presenta alcuna maglia larga né
bolle più o meno grandi. All’olfatto ha un profumo intenso che evidenzia note di fiori, frutta, pane
tostato e cioccolato, sensazioni
che si ritrovano anche dopo la
deglutizione nel lungo aroma che
permane in bocca per qualche
decina di secondi, a volte per
minuti interi.
Il gusto
o è rotondo, consistente e
vellutato, l’acido e l’amaro risultano bilanciati tra loro senza che vi
sia prevalenza dell’uno sull’altro e
la sensazione astringente è assente o comunque di ridottissima
percezione. E a casa, invece?
Quali sono i trucchi per un caffè
perfetto
o con
n la
a moka?
La tecnica di estrazione è diversa
da quella utilizzata per l’espresso:
l’acqua contenuta nella parte inferiore della moka, la caldaia, entra
L’
Il gusto inconfondibile
in appena 25-30 ml
E’ un buon caffè,
caffè un
piccolo miracolo i cui
segreti (per la riuscita,
anche a casa) ci sono
svelati dall’Istituto
Internazionale
Assaggiatori Caffè
in ebollizione e sotto la spinta del
vapore attraversa il caffè contenuto nel filtro e raggiunge il bricco.
Qualche parola, poi, va spesa
sulla pulizia della moka, che non
va mai messa in lavastoviglie, ma
sciacquata con acqua calda o trattata con un detergente neutro. La
caldaia
a va
a riempita
a d’acqua
a fino
all dii sotto
o della
a valvola.
Bisogna stare attenti a scegliere
un caffè per moka, che viene
macinato un po’ più grosso
rispetto a quello per espresso, e
riempire il filtro, ma non completamente, senza
a pressaree ill caffè,
cosa che renderebbe l’estrazione
molto più difficile. La fiamma va
mantenuta bassa e il fuoco spento
prima che la moka cominci a gor-
Equoesostenibile
notizia è proprio di qualche
fa. L’Unesco ha decretato
Li 23agiorno
nuovi Patrimoni dell’Umanità e
tra questi c’è anche il caffè arabo,
al quale è andato il riconoscimento
di patrimonio immateriale. Con il
termine “caffè arabo”, infatti, ci si
riferisce a un modo di preparare il
caffè molto diffuso in tutti i Paesi
Arabi e del Medio Oriente. Secondo
la tradizione araba il caffè, simbolo
di generosità e ospitalità, si prepara davanti agli invitati che sono
obbligati a berne almeno una
tazza, e mai più di tre. Ci sono
molte varianti che differiscono
nella tostatura e nelle spezie utilizzate per aromatizzare. L’analogo
riconoscimento è stato richiesto
all’Unesco dal Consorzio tutela del
caffè per l’espresso italiano tradizionale, attraverso una procedura
avviata da tempo e che gode del
sostegno di molte aziende del settore.
Due scatti di Steve McCurry
per il progetto ¡Tierra!
Gli italiani a
salvaguardia
della TERRA
Alcuni produttori
lavorano in maniera
responsabile,
ricavando il caffè da
coltivazioni non
intensive e che non
sfruttano il lavoro
alari bassissimi, sfruttamento del lavoro
minorile, sudore e tanta
fatica: nella maggior
parte dei casi c’è tutto
questo dietro la tazzina
di caffè che beviamo al bar o consumiamo a casa. La coltivazione del
caffè, infatti, è spesso intensiva,
ricavata da terreni che prima della
riconversione erano foreste pluviali, gestita dai cosiddetti “baroni del
caffè” che tendono a strozzare i contadini, che sono a contatto con
pesticidi pericolosi e con sostanze
chimiche aggressive che servono
per il lavaggio dei chicchi, con prezzi di acquisto sempre più bassi.
Anche il costo
o ambientale
e dii una
a tazzina
a dii caffè
è è molto
o alto. Secondo
una ricerca dell’università del Kansas una singola tazza di caffè di
qualità “robusta”, ovvero quella coltivata in campi assolati dalla resa
più alta della più pregiata “arabica” coltivata in piccoli appezzamenti
all’ombra delle foreste, vale 140 litri d’acqua, 10 centimetri quadrati di
terreno in genere derivante da deforestazione. Per bilanciare, almeno
in parte, quest’impoverimento ambientale si è sviluppato il cosiddetto
commercio
o equo che garantisce un prezzo minimo garantito ai produttori indipendente dalle oscillazioni di mercato. A queste iniziative, poi,
si affiancano quelle di alcune grandi aziende che hanno avviato dei
progetti di salvaguardia del lavoro. Tra queste c’è l’italianissima Illy
che, secondo l’IInternationall consumer
r research
h & testing
g (Icrt), è la
più sostenibile fra le aziende produttrici di caffè a livello mondiale. A
premiare la società giuliana sono le politiche in campo ambientale e
sociale, a partire dal dialogo con i piccoli coltivatori di caffè di arabica,
che concorrono ogni anno al premio Ernesto
o Illy
y per la qualità, fornitori di Illy.
«In ciascuna delle terre in cui cresce il caffè individuiamo i migliori
produttori, li formiamo trasferendo loro le nostre conoscenze anche in
tema di rispetto dell’ambiente e al prezzo basato sulla quotazione internazionale aggiungiamo un margine che ricompensa il contadino per
la maggiore qualità», spiegano dall’azienda che, nel tempo, ha costruito in Brasile una comunità attiva della quale fanno parte oltre 600 coltivatori. Anche la Lavazza, altra azienda italiana, lavora dal 2002 a un
progetto di qualità e sostenibilità che non riguarda, però, tutta la produzione come avviene per Illy. Il progetto si chiama ¡Tierra!! e, dopo
essere stato avviato positivamente in alcune comunità di Perù, Honduras e Colombia, sta interessando anche altre comunità in India, Brasile, Tanzania, Etiopia e Vietnam. Il miglioramento delle condizioni di
vita delle comunità agricole che coltivano il caffè, il loro sviluppo
sociale e la crescita economica, oltre alla diminuzione dell’impatto
ambientale delle produzioni, sono gli obiettivi di ¡Tierra!, progetto
seguito sin dalla sua fondazione dall’occhio di Steve
e McCurry che ha
realizzato scatti tra le comunità in dodici paesi diversi. McCurry non è
l’unico fotografo internazionale ad essersi interessato di caffè. Lo ha
fatto anche il brasiliano Sebastião
o Salgado che ha fotografato in giro
per il mondo la gente intenta a bere una tazzina di caffè che, giusto per
ricordarlo, può essere, come da tradizione napoletana, “sospeso”: cioè
può essere pagato da chi può ed essere lasciato a disposizione di chi
non può permetterselo. C’entra poco con la sostenibilità aziendale, ma
è un gesto che in tanti possiamo fare. (Ma.Ca.)
S
gogliare, perché il caffè dagli
aromi più raffinati sgorga
a a circa
60/65
5 gradi, mentre avvicinandosi alla temperatura di ebollizione
si sviluppano gli aromi più sgradevoli che ne compromettono il
gusto, rendendolo più amaro e
bruciato. La minor quantità di
caffè che ne deriva, circa il 20% in
meno, viene ampiamente compensata da una qualità superiore.
Spento il fuoco, infine, il caffèè va
mescolato
o prima
a dii versarlo in
tazza, in modo da equilibrare le
diverse porzioni. Con la moka, il
risultato in tazza ha un gusto
forte, deciso e concentrato, il
corpo è medio e l’aroma piuttosto
intenso. (Al.Da.)
vivere
vivere
vi
cartellone 10_16/12_015
CLASSICA
Le favole
di Ascanio
alla fiaba alla barzelletta,
dalla poesia al romanzo.
Quelle di Ascanio
o Celestini sono
storie che fanno ridere ma anche
arrabbiare, perché affrontano di
petto le contraddizioni, i nodi e le
tensioni di questa Italia. Il grande
oratore italiano torna in Sicilia
con Storiee e Controstorie.. Fiabe
perr adultii chee volevano
o essere
bambinii cattivi
che stasera
sarà messo in
scena, in un
teatro stracolmo (la data è
sold out) al
Garibaldii di
Enna per la
stagione firmata da Mario Incudine, domanii all Teatro
o Apollo
o di
Castellammaree dell Golfo, sabato
all Tetro
o Lelio
o dii Palermo e domenica
a all Centro
o Zo
o dii Catania. Celestini proporrà alcuni dei racconti
pubblicati in Io cammino in fila
indiana e nella versione francese
Discours à la Nation, per un
repertorio in continuo mutamento (ogni sera la scaletta è differente) dal quale pesca a piacimento
per raccontare e improvvisare.
D
TEATRO/ Celestini a Enna, Palermo
Castellammare e Catania
Il ritorno
della terra
nica data siciliana sabato
o al
a Musica
a Arte di Catania
Ma
per il tour autunnale di Paolo
Benvegnù, fase conclusiva dell’E
Earth
Hotell Tour,
partito ad
ottobre del
2014 che
con 60 date
ha toccato
diverse mete,
importanti
rassegne e festival in giro per l’Italia. Questi ultimi otto concerti in esclusiva
regionale saranno un’occasione
unica per assistere al live prima
di una lunga pausa che vedrà
Paolo impegnato nella preparazione di un nuovo album. Riconosciuto come uno degli autori più
raffinati e puri della canzone italiana, Paolo Benvegnù canta con
amore l’esistenza umana. L’ultimo album “Earth Hotel” è un
nuovo ineffabile tassello di uno
stato di grazia compositiva che
appartiene a pochi. La stessa grazia che si rivela nelle sue esibizioni dal vivo, cariche di pathos, mai
uguali a se stesse, in cui Benvegnù stabilisce un’armoniosa sintonia con il pubblico.
U
MUSICA/ Paolo Benvegnù sabato al
Ma Musica Arte di Catania
Napoli senza
padrone
ullio
o Dee Piscopo sarà in Sicilia
con il live “Tullio De Piscopo &
Friends-Ritmo e passione”. Doppia data nell’Isola per l’artista
napoletano che porterà la sua
straordinaria energia prima sul
n dii Catania
palco del Metropolitan
(16
6 dicembre) e poi del Golden
n di
Palermo
o (17
7 dicembre). Con lui
Joe Amoruso e la Nuova Compagnia di Canto Popolare. Un live
unico,
con la
vitalità
che Tullio De
Piscopo
sprigiona in
ogni sua performance. E l’occasione non è certo di poco conto:
a senza
a padronee –
“50.. Musica
1965/2015” (Warner Music Italy)
è il triplo cd di Tullio De Piscopo
che festeggia i 50 anni di carriera. Il cofanetto raccoglie la
“summa” della produzione di Tullio De Piscopo, che con il suo stile
unico è riuscito a portare la batteria, dall’ultima fila del palco al
centro della scena, divenendo protagonista, icona riconoscibile e
riconosciuta del panorama jazz e
pop internazionale.
T
MUSICA/ Tullio De Piscopo mercoledì
a Catania, poi a Palermo
TEATRO
MUSICA
giovedì 10/12
FRATELLI LA STRADA
Palermo, Bolazzi, h. 22
Presentazione del nuovo
disco "POP (Octopus Vulgaris)”
IBLA MAJOR
Solarino (Sr), Vittorio
Emanuele, h. 21.30
Salvo Ferlito zampogna e
fischietto siciliano, Antonino Spicchiale oboe, Fabio
Barbagallo chitarra, Giovanni Uccello corno, Sebastiano Trovato fisarmonica,
Benedetto Corso tamburi e
percussioni
GIOVEDÌ BLUES
Catania,
Ma Musica Arte, h. 20
Live Francesco Samperi +
Natural Wine Party
MAINOFF FESTIVAL
Palermo,
Teatro Montevergini, h. 21
Festival delle Musiche e
delle Arti elettroniche, con
Camillo Amalfi, RAV-N,
Yosonu, Laurent Durupt
VALERIA SUCKERLOVE
Palermo, Mug, h. 23
Mainoff Festival
venerdì 11/12
FRANCESCO CAFISO
Gela (Cl),
Teatro Eschilo, h. 21
Con Mauro Schiavone
77TM
Aci Bonaccorsi (Ct),
Opera Commons, h. 21
Guest visual Riccardo Longhitno, dj set Cosmico Wilson
G-BLASTER
Palermo, Malox, h. 19
Mainoff Festival
FU OR NOTHING
Catania,
Ma Musica Arte, h 22
Live The Miracle - Queen Tribute Band, dj set Mariagrazia Vinciguerra, Fabio Cocuzza e Marco Zappalà, percussioni Marco Selvaggio, vocal
Dona Ursula, Vj Kar + dj set
(wine room) Fabrizio Serio e
Antonio Oliva
MAINOFF FESTIVAL
Palermo,
Teatro Montevergini, h. 21
Festival delle Musiche e
delle Arti elettroniche, con
Sean Derrick Cooper Marquardt, Alessandra Zerbinati, Oreinoi, go-Dratta +
Vittoria Cafarella
BANGOVER CREW
+ BRUSIO NETLABEL
Palermo, Mug, h. 23
Mainoff Festival
EMOZIONI DI GONG
Catania, Castello Ursino, h. 21
Con Alfio Sciacca, Giovanni
Caruso, Puccio Castrogiovanni, Karim Alishahi
sabato 12/12
PAOLO BENVEGNU'
Catania,
Ma Musica Arte, h. 22.30
+ dj Antonio Vetrano, JJ
Salafia, Renato G.lo
JUMPIN'UP
Viagrande (Ct),
Grand Hotel Villa Itria, h. 21
Christmas Swing
CARLO MURATORI
Ragusa, Le Fate, h. 21
Preview del nuovo disco
"Sale" . Cafèine mon amour
I BOEHEMIENS
Palermo,
Teatro Finocchiaro, h. 21
“Come dentro un film”
GIANNI NAZZARO
Palermo,Teatro
Don Bosco Ranchibile, h. 21
Ritornano gli Anni 60
DIE
Catania,
Teatro Coppola, h. 21
Iosonouncane live tour
SENKING
Catania, Centro Zo, h. 22
Closing Ice - Live electronics and visuals. Ame
NOVENA ANIMATA
Catania,
Teatro Machiavelli, h. 17
Rilettura della classica
novena che gli zampognari
intonavano davanti alle tradizionali “cone”, con l’animazione di manianti, pupi e
marionette, con Franco
Barbanera fiati e zampogna, Enrico Grassi Bertazzi
tamburi, Maurizio Cuzzocrea tamburi, pipita e voce.
Interverranno studiosi ed
esperti di strumenti musicali popolari. Zampognarea
DJ ERASER
Palermo, Malox, h. 19
Mainoff Festival
MAINOFF FESTIVAL
Palermo,
Teatro Montevergini, h. 21
Festival delle Musiche e
delle Arti elettroniche, con
A.F.R.O.R.E., Valerio Tricoli,
Senking
GAETANO DRAGOTTA
Palermo, Mug, h. 23
Mainoff Festival
DAVIDE CAMPISI
Catania, Palestra Lupo, h. 21
“Badr”
domenica 13/12
NO ORDINARY SUNDAY
Catania,
Ma Musica Arte, h. 20
Food, arts & Jam Antonio
Ferlito & Ma Music Friends:
SynchroniCT band resident
(Jonata Colaprisca batteria,
Valentina Indaco voce,
Daniele Camarda basso,
Giuseppe Minutola chitarra, Mario Pappalardo
tastiere) e ospiti a sopresa
FRANCO BATTIATO
Enna,
Teatro
Garibaldi,
h. 20.30
Antologia. Sold
out
INSTANT
COMPOSER'S POOL
ORCHESTRA
Catania, Teatro Abc, h. 21
Francesco Cusa&The
Assassins
GIANNI NAZZARO
Palermo,Teatro
Don Bosco Ranchibile, h. 21
Ritornano gli Anni 60
FRATELLI LA STRADA
Catania,
Teatro Coppola, h. 21
Presentazione di "POP
(Octopus Vulgaris)”
JON AUER
Catania,Glamour, h. 22
Rocketta Live
ZIBBA
Catania, Le Ciminiere, h. 19
Farsi male Tour. South for
South
PORTOBELLO
Catania,
Ecs Dogana Hotel, h. 19
Live Sikula Retrò: Lucio
Pappalardo sax, Giusi Zappala voce, Antonio Saladino piano, Giuseppe Bella
contrabasso, Antonio
Drago drums; selezioni
musicali Dario Cinasky e
Borrelli Fonk Le Fonk; +
arte, yoga, tango e mercatino vintage
lunedì 14/12
PEPPE SERVILLO,
JAVIER GIROTTO
E NATALIO MANGALAVITE
Enna,
Teatro Garibaldi, h. 20.30
Parientes
martedì 15/12
BORIS SAVOLDELLI
VOICE ORCHESTRA
Catania,
Ma Musica Arte, h. 21
Catania jazz
PEPPE SERVILLO,
JAVIER GIROTTO
E NATALIO MANGALAVITE
Palermo,
Teatro Agricantus, h. 21.30
Parientes
JON AUER
Enna, Al Kenisa, h. 21.30
Rocketta Live
mercoledì 16/12
LA CUSTODIA DEL FUOCO
Catania,
Teatro Sangiorgi, h. 19
Eleonora Bordonaro e
Majaria Trio: Eleonora Bordonaro voce, Lucrezio de
Seta batteria e percussioni,
Primiano Di Biase piano e
fisarmonica, Alessandro
Patti basso elettrico e contrabbasso
BORIS SAVOLDELLI
VOICE ORCHESTRA
Catania,
Ma Musica Arte, h. 21
Catania jazz
TULLIO DE PISCOPO
& FRIENDS
Catania,
Teatro Metropolitan, h. 21
Ritmo e Passione. Con Joe
Amoruso e la Nuova Compagnia Di Canto Popolare
JON AUER
Palermo, Bolazzi, h. 22
Rocketta Live
INCONTRI
PER LE SCALE DI SICILIA
Agrigento, Enotria Calici in dispensa
Presentazione editoriale di Pino Cuttaia
Dom 13/12 h 18
LA CARESTIA - PRIMO CANTO
Trapani, Biblioteca Fardelliana
Di Domenico Tempio, con Nino Romeo,
letture Grazia Maniscalco Gio10/12 h 18
CRIMINI AL MICROSCOPIO
Trapani, Biblioteca Fardelliana
Presentazione editoriale di Paola Di Simone,
con Giovanni Leuci, Bernardo Petralia, Margherita Giacalone Ven 11/12 h 18.30
LA CARESTIA - SECONDO CANTO
Trapani, Biblioteca Fardelliana
Di Domenico Tempio, con Nino Romeo,
letture Grazia Maniscalco Ven 11/12 h 18
Itinerari Tempio
FIORELLO
LA BELLA ADDORMENTATA
Teatro ragazzi, di Carboni
da Perrault Dom 13/12 h
17.30 Catania,Teatro
Brancati
RINALDO E GINEVRA E
L’ASPRA LEGGE DI SCOZIA
Opera dei pupi dei Fratelli
Napoli Sab 12/12 h 16.30
e h 18.30, dom 13/12 h
“L’ora del rosario” Dom
13/12 h 21, lun 14/12 h 21, 16.30 e h 18.30 Catania,
Museo marionettistica dei
mar 15/12 h 21 Palermo,
fratelli Napoli c/o Le porte
Teatro Politeama
di Catania
TERRAMATTA
SONO NATA IL 23
Dall’autobiografia di Vincenzo Rabito, adattamento, Di e con Teresa Mannino
Gio 10/12 h 21, ven 11/12
regia e con Vincenzo Pirrotta, con Marcello Montal- h 21, sab 12/12 h 17.30
to, Lucia Portale, Alessan- Messina, Teatro Vittorio
Emanuele. Mar 15/12 h
dro Romano, Salvatore
Lupo, Luca Mauceri, Mario 21, mer 16/12 h 21 PalerSpolidoro Gio 10/12 h 21, mo, Teatro Golden
ven 11/12 h 21, sab 12/12 FINALE DI PARTITA
h 21, dom 13/12 h 17.30
Di Samuel Beckett, scene,
Catania, Teatro Musco
regia e con Vittorio Bonaccorso, con Giuseppe ArezASCANIO CELESTINI
“Storie e Controstorie. Fiabe zi, Federica Bisegna, Gianper adulti che volevano esse- carlo Iacon Ven 11/12 h
re bambini cattivi” Gio 10/12 20.30, sab 12/12 h 20.30,
dom 13/12 h 18 Ragusa,
h 20.30 Enna, Teatro Garibaldi. Ven 11/12 h 21 Paler- Teatro Ideal
mo, Teatro lelio. Sab 12/12 IL GATTO BLU
h 21 Castellammare del
Cabaret Gio 10/12 h 21.15,
Golfo (Tp). Dom 13/12 h 21 ven 11/12 h 21.15, sab 12/12
Catania, Centro Zo
h 21.15, dom 13/12 h 21.15
Catania, Sala Harpago
VERSO MEDEA
FILUMENA MATURANO
Di Edoardo De Filippo, regia
Miko Magistro, con Agata
Montanino, Aldo Mangiù,
Dora Baccini, Renzo Conti,
Riccardo Di Benedetto,
Mirko Famoso, Iolanda
Fichera, Adele Ferlito, Nuccia Pulvirenti, Jacopo
Spettacolo concerto da
Raniolo, Giuseppe Scuderi,
Euripide, di e regia Emma
Dante, con Elena Borgogni, Salvatore Sottile Sab 12/12
Carmine Maringola, Salva- h 21, dom 13/12 h 18 Catatore D’Onofrio, Sandro
nia, Teatro Piscator
Maria Campagna, Roberto PATRIZZIA, LA VERA
Galbo, Davide Celona,
STORIA DI UNA
musiche Fratelli Mancuso
SENSATION SEEKER
Fino al 20/12. Ven 11/12 h Di, con e regia Savì Manna
21, sab 12/12 h 21, dom
Sab 12/12 h 20.30, dom
13/12 h 17.30, mar 15/12
13/12 h 18 Paternò (Ct),
h 21, mer 16/12 h 17.30
Piccolo Teatro
Palermo,Teatro Biondo
LA BISBETICA DOMATA
LA PAZZA
DELLA PORTA ACCANTO
Di Claudio Fava, regia Alessandro Gassmann, con
Alessandra Folgietta, Alessandra Costanzo, Angelo
Tosto Fino al 23/12. Gio
10/12 h 20.45, ven 11/12
Di William Shakespeare,
h 18, sab 12/12 h 17.15 e regia Turi Giordano, con
h 20.45, dom 13/12 h
Guia Jelo, Filippo Brazza17.30, mar 15/12 h 17.15, ventre, Agostino Zumbo,
mer 16/12 h 17.15 CataGiuseppe Bisicchia, Fabio
nia, Teatro Verga
Costanzo, Angelo D’Agosta,
Lucia Fossi, Massimo GiuDIECI
Di Andrej Longo con Elena stolisi, Monia Manzo,
Dragonetti Ven 11/12h 21, Raniela Ragonese, Giovanni
Rizzuti Fino al 20/12. Gio
sab 12/12 h 21 Catania,
Teatro Tezzano Palco Off
10/12 h 21, ven 11/12 h
21, sab 12/12 h 17.30 e h
I PROMESSI SPOSI
21, dom 13/12 h 17.30,
Regia Michele Guardì, con
mar 15/12 h 21, mer 16/12
Graziano Galatone, Noemi
h 17.30 Catania, Teatro
Smorra, Giò Di Tonno, CriBrancati
stian Gravina Gio 10/12 h
17.15, ven 11/12 h 21.15,
FIGLI MASCHI
sab 12/12 h 17.15 e h 21.15, Di e regia Camillo Mascolidom 13/12 h 17.15 Palerno, con Giovanna Criscuolo
mo, Teatro Al Massimo
e Valentina Ferrante Gio
3/12 h 21, ven 4/12 h 21,
LI VIGNI E LI VIGNI
sab 5/12 h 21, dom 6/12 h
Cabaret Ven 11/12 h 21
18.30 Catania, Teatro del
Palermo, Teatro FinocCanovaccio
chiaro
U CUNTO RI LI CUNTI
Cuntu di Gaetano Celano
Lo Monaco Ven 11/12 h 21
Palermo, Teatrino Carlo
Magno
RINALDO
CONSEGNA LE ARMI
Opera dei Pupi della Compagnia Carlo Magno di
Enzo Mancuso, da antichi
canovacci Sab/12 h 17.30,
dom 13/12 h 17.30 Palermo, Teatrino Carlo Magno
BURATTINI E MAGIA
Spettacolo per bambini con
Mago Franciccio e MarziaDom 13/12 h 11.30 Palermo, Teatrino Carlo Magno
I CANTI TRADIZIONALI
DEL CANTASTORIE
Con Paolo Zarcone Mar
15/12 h 21 Palermo, Teatrino Carlo Magno
FEMMINE - PICCOLA
TRAGEDIA DELL'AMORE
Di e regia Silvio Laviano ,
con Roberta Amato, Giada
Caponetti, Luisa Ippodrino,
Silvio Laviano e Luisa
Sichel Ven 11/12 h 21
Catania, Teatro Coppola
CREONTE THE BLACK,
ROCK TRAGEDY
Regia Sasà Neri ,canto
Agnese Carrubba, con la
compagnia EsosTheatre – Il
Teatro degli Esoscheletri Sab
12/12 h 11, h 17.30, h 21
Messina, Sala Laudamo
LA PRIMA CROCIATA
Opera dei pupi. Le serate
speciali di Mimmo Cuticchio
e dei Figli d’Arte Cuticchio
Sab 12/12 h 18.30, dom
13/12 h 18.30 Palermo,
Teatrino Figli d’Arte Cuticchio
CIN CI LÀ
Regia e con Emanuele
Puglia, con Daniela Rossello Elina Zuccarello, Marco
Pastorelli, Santo Pennisi,
Enrico Manna Ven 11/12 h
20.30 Caltagiorne (Ct),
Teatro Politeama
IL BRUTTO ANATROCCOLO
Fiaba musicale con Neculai
Cattaneo, Vera La Rosa,
Dino Mallia, Lara Torrisi,
regia Giuseppe Bisicchia e
Massimo Giustolisi. Pinocchiando Dom 13/12 h
17.30 Caltagiorne (Ct),
Auditorium San Francesco
LA LUPA SUSPIRI D’AMURI
Musical da G. Verga, Sab
12/12 h 21 Ragusa, Teatro
Teanda
IL MIO NOME È NESSUNO,
L’ULISSE
Di Valerio Massimo Manfredi, adattamento e drammaturgia Francesco Niccolini, regia Alessio Pizzech,
con Sebastiano Lo Monaco, Maria Rosaria Carli,Turi
Moricca, Carlo Calderone e
una orchestra di 14 sassofonisti Lun 14/12 h 21, mar
15/12 h 21 Siracusa, Sala
Vasquez. Mer 16/12 h 21
Noto (Sr), Teatro Tina Di
Lorenzo
I TRE E UN QUARTO
“25 anni e non sentirli” Sab
12/12 h 22.30 Palermo,
Teatro Al Convento
ARTE
vernissage
NATIVITAS A BONOCORE
Un viaggio nel tempo attraverso alcuni tra i
più originali esempi di arte presepiale di
Sicilia: dalle natività in corallo di scuola trapanese ai presepi in materiali poveri. Arte
antica spesso tramandata da generazioni
di famiglie di artigiani del Palermitano e del
Trapanese, che per la prima volta si ritrovano riuniti in un unico spazio Orari: Sabato
ingresso libero dalle 22. Da lun a ven 10 13.30 e 14.30 - 17.30 Fino a dom 31/1
Palermo, Palazzo Bonocore, sab 12/12 h 19
ARTE E NARRATIVA
Collettiva d’arte con opere di Daligand,
Calì, Hubaut, Pepe, Groh, Platania, Raciti,
Bleus, Compagnino, Taccini, Fricker, Spatola, Commercio Orari: tutti i giorni 10.30
-13 Fino al 10/1 Catania,
Galleria Verticalista, sab 12/12 h 18
DI LÀ DA. SGUARDI ALL’ORIZZONTE
Mostra fotografica di Martina Aruta e
Andrea Saluti, che fanno convergere le
loro due differenti ricerche. A cura di Sergio Barbàra Orari: tutti i giorni 16.30 19.30 Fino al 19/12
Palermo, 091Lab Alab, sab 12/12 h 19
I PURITANI
Catania, Teatro Massimo Bellini
Melodramma serio in tre atti di Carlo
Pepoli, musiche Vincenzo Bellini, direttore Fabrizio Maria Carminati, regia Francesco Esposito, maestro del coro Ross
Craigmile, con Shalva Mukeria, Laura
Giordano, Carmelo Corrado Caruso,
Dario Russo, Nidia Palacios, Davide
Giangregorio, Giuseppe Costanzo,
Orchestra e Coro del Teatro massimo
Bellini Gio 10/12 h 13.30, sab 12/12 h
17.30, dom 13/12 h 17.30
ORCHESTRA SINFONICA SICILIANA
Palermo, Teatro Politeama
Dirige Gyorgy Rath, Costanza Principe pianoforte, musiche Rachmaninov, Musorgskij Ven 11/12 h 21 , sab 12/12 h 17.30
LE NUOVE ARMONIE
Cefalù (Pa), Teatro Cicero
Musiche Sieber, Sarro, Pericoli, Pergolesi,
Porpora e Alessandro Scarlatti Sab 12/12 h
18.30
SINGERELLA – OVVERO CENERENTOLA
E IL PRINCIPE ASSURDO
Palermo, Teatro Massimo
Di e con Dosto (pianoforte) & Yevsky
(contrabbasso) Fino al 18/12. Ven 11/12 h
9.30 e h 11.30, sab 12/12 h 17.30, dom
13/12 h 11.30 Il Massimo in Famiglia
FENILYA CELLO DUO
Gravina (Ct), Teatro Musco
Alfredo Borzì violoncello, Tania Cardillo
pianoforte, musiche Faurè, Brahms, Chopin, Schumann Lun 14/12 h 20.30 Classica Internazionale
DUO DI CHITARRE
Catania, Castello di Leucatia
Alfredo D’Urso e Domenico Giovanni
famà, musiche Sor, Granados Sab 12/12
h 18
ORCHESTRA SINFONICA BELLINI
Palermo, Sala Scarlatti
Dirige Carmelo Caruso, con il solista con
la partecipazione solistica di Antonino
Sfar al corno, Christian Cutrona viola
solista, Maria Chiara Barbaro violino solista,Alessandra Pipitone pianoforte,
musiche Mozart, Forsyth, Bruch, Šostakovic, Morricone, Rota Mar 15/12 h 21
DANZA
BLEU!
Messina, Teatro Vittorio Emanuele
Spettacolo per ragazzi, danza per due
interpreti della Compagnia TPO, direzione
artistica Francesco Gandi e Davide Venturini, coreografia Anna Balducci Lun 14/12
h 9.30, h 11.30 e h 15, mar 15/12 h
9.30 e h 11.30
FRAMMENTI DI UN DISCORSO AMOROSO
Coreografie e regia Laura Odierna e Salvatore Romania, con Salvo Romania e
Valeria Ferrante, musica Michele Conti,
cantante Francesco Centarrì. Compagnia
Petranura Danza/Megakles Ballet
Palermo, Teatro Libero
Gio 10/12 h 21.15, ven 11/12 h 21.15,
sab 12/12 h 21.15
Castelvetrano (Tp), Teatro Selinus
Dom 13/12 h 17.30
PALERMO FESTIVAL
Palermo, Luoghi vari
III concorso nazionale di danza classica e
moderna e IX progetto stage studio
“Palermo Festival”, organizzato dall’associazione culturale “Palermo Festival” presieduta da Roberta Basile. Ven 11/12
Stage presso la scuola di danza A.S.D
Balletto di Palermo; Sab 12/12 Fasi eliminatorie del concorso al Teatro Lelio; Dom
13/12 h 19 Finale con l’esibizione di ballerini delle scuole di danza siciliane, le
coreografie saranno giudicate da una
commissione di esperti e tecnici
TE' DANZANTE
Catania, Castello di Leucatia
Pomeriggio di danze dell'ottocento, con
l'Accademia di Danze Storiche dell'Ottocento Sicilia Dom 13/12 h 17
LAVA BUBBLES
Viagrande (Ct), Viagrande Studios
Coreografia Roberto Zappalà, con i danzatori Maud de la Purification, Filippo
Domini, Alain El Sakhawi, Sonia Mingo,
Gaetano Montecasino, Gioia Maria Morisco Castelli, Adriano Popolo Rubbio,
Fernando Roldan Ferrer, Ariane Roustan
e Valeria Zampardi e i musicisti Francesco Cusa e Bernardo Guerra Ven 11/12 h
20.45, sab 12/12 h 20.45
VISIONI
LA SIRENETTA DELL‘AUTOSTRADA
Palermo, Goethe-Institut
Di Wilhelm Thiele (Germani, 1930) in lingua originale con sottotitoli Mar 15/12 h
18.30 La felicità porta fortuna
GLI UOMINI DI QUESTA CITTA’
IO NON LI CONOSCO
Catania, Centro Zo
Di Franco Maresco, proiettato all’ultimo
festival di Venezia. Evento/omaggio a
Franco Scaldati con la partecipazione di
Melino Imparato e di Franco Maresco
Mar 15/12 h 21 Altrescene Preview