Speciale - B2B24
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Speciale - B2B24
Novembre 2013 217 Novembre 2013 SPECIALE Azionamenti e motion control n. 217 anno 24 Automazione Industriale Il Sole 24 ORE S.p.A. – Sede operativa - via Carlo Pisacane 1, ang. SS Sempione - 20016 Pero (Milano) - Rivista mensile, una copia € 5,00 Automazione Industriale www.automazioneindustriale.com COMPONENTI, SISTEMI E SOFTWARE PER L’AUTOMAZIONE Speciale Azionamenti e motion control Automazione applicata Industria del mobile In copertina Rockwell Automation I nuovi Kinetix 5500 Ingegneria del software con Automation Studio 4 L'automazione ULGHÀQLWD ` Protezione degli investimenti grazie a un sistema aperto e compatibile ` Riduzione dei tempi di sviluppo attraverso una progettazione software parallela e modulare ` Riduzione dei costi di sviluppo grazie alla totale riutilizzabilità del software su hardware differenti ` Un'unica soluzione software completamente integrata lungo tutto il ciclo di vita del sistema ` Prototipazione virtuale per una simulazione completa della macchina www.br-automation.com/automationstudio Perfection in Automation www.br-automation.com Controllo, precisione e flessibilità imbattibili Riuscire a diminuire i costi, aumentare la produttività e ridurre i tempi di progettazione sono solo alcune delle sfide fronteggiate dagli ingegneri industriali. L’approccio della progettazione grafica di sistemi integra il software produttivo e l’hardware RIO (ad I/O riconfigurabile) per consentire di rispondere a tali sfide. Questa piattaforma commerciale, customizzabile per qualisiasi applicazione di controllo e monitoraggio, unisce funzioni di controllo assi, visione e I/O a un unico ambiente di sviluppo software per realizzare rapidamente sistemi industriali complessi. >> Dai un impulso alla tua produttività su ni.com/industrial-control-platform/i 02 41 309 1 ©2013 National Instruments. Tutti i diritti riservati. LabVIEW, National Instruments, NI e ni.com sono marchi registrati di National Instruments. Altri prodotti e nomi aziendali citati sono marchi commerciali delle rispettive aziende. 13201 Il software di progettazione ne di sistemi NI LabVIEW fornisce ce una flessibilità senza pari grazie alla programmazione ne FPGA, semplifica il riutilizzo zo del codice e ti aiuta a programmare come pensi – graficamente. Prima adesso sempre 22 -#$'.5%*.' #00+ .64' Tecnologia testata nelle applicazioni di tutto il mondo La qualità dei portacavi KABELSCHLEPP: s¬¬'AMMA¬DI¬PRODUZIONE¬IN¬POLIAMMIDE¬ACCIAIO¬E¬SISTEMI¬IBRIDI¬PER¬OGNI¬SOLUZIONE¬APPLICATIVA s¬,ARGHEZZE¬DISPONIBILI¬CON¬PASSO¬DI¬¬MM s¬0Iá¬DI¬¬VARIANTI¬IN¬ACCIAIO¬E¬POLIAMMIDE s¬,ARGHEZZE¬DI¬CATENA¬DA¬¬A¬¬MM s¬0ESO¬PROPRIO¬DELLA¬CATENA¬DA¬¬GR¬A¬¬KG¬PER¬METRO s¬¬$ALLE¬SINGOLE¬MAGLIE¬SINO¬AI¬SISTEMI¬COMPLETI¬PRONTI¬PER¬IL¬MONTAGGIO KABELSCHLEPP ITALIA SRL Via Massari Marzoli, 9 · I - 21052 BUSTO ARSIZIO (VA) · Tel: +39 0331 35 09 62 · Fax: +39 0331 34 19 96 · www.kabelschlepp.it Editoriale Quella strana voglia di investire Ebbene, sì, c’è ancora chi ha voglia di investire in tecnologia. In questo numero trovate due esempi provenienti da settori strategici, food & beverage e industria del mobile. Si tratta di nomi altisonanti, Barilla e Ikea, grandi multinazionali assai diverse per mercato di riferimento, provenienza e fatturato, e tuttavia molto simili nella voglia di innovare e nell’impegno a puntare sulla sostenibilità e sulla qualità di prodotto e servizio al cliente, massimizzando al contempo la loro efficienza e la loro competitività sui mercati nazionali e internazionali. Entrambe scelgono direttamente (Barilla) o indirettamente (Ikea) tecnologie di automazione, robotica e supervisione di ultima generazione nel perseguire i loro obiettivi. Barilla introduce nuovi veicoli Lgv e una piattaforma software integrata di Wms in uno dei poli logistici più importanti del suo network distributivo, il magazzino di Pedrignano, che gestisce il 25% dei volumi globali del gruppo. Ikea scommette invece su nuovi fornitori italiani della filiera del legno, in virtù dell’elevato grado di automazione delle loro linee di produzione e assemblaggio, premiando in particolare le loro tecnologie Hmi/Scada e le funzioni di teleservice, strategiche nel conciliare produttività elevata e qualità massima dei pezzi lavorati. Produzione e logistica sono ancora luoghi carichi di potenzialità nel percorso verso l’efficienza e la competitività, mentre le tecnologie di automazione si confermano mezzi indispensabili. A patto che si voglia (o si possa) ancora investire. Valeria Villani Novembre 2013 - Automazione Industriale ■ 005 Sommario Novembre 2013 La parola ai professionisti Identificazione storia scritta nel codice 026 Una di Massimiliano Cassinelli Energy Manager 054 di Valeria De Domenico I signori dell’Energy Logistica automatizza il magazzino 028 Barilla di Pedrignano con gli Lgv Tecnicamente di Valeria Villani Reti 056 Food & beverage sceglie la codifica 031 Heineken Markem-Imaje di Laura Rubini Come realizzare un’efficiente catena M2M a cura di Carolina Mirò ed Physical 060 Unifi Infrastructure per l’automazione industriale - prima parte di Andrew Banathy e Dan McGrath Software I servo-azionamenti Allen-Bradley Kinetix 5500 costituiscono un importante tassello del portafoglio Midrange di Rockwell Automation. Gestionali Hana, Sap approda 064 Con nel manifatturiero di Massimiliano Cassinelli Speciale Azionamenti e motion control Editoriale strana 005 Quella voglia di investire dalla crisi: azione! 033 Uscire di Massimiliano Luce Progettazione quel che conta è produrre 066 Se meglio di Giorgia Andrei di Valeria Villani Scenari Visti dal campo 034 della creatività 010 L’industria di Valeria De Domenico La sicurezza per gli assi verticali di Andrea Colombo Applicazioni Prima fila In copertina per una logistica 038 Azionamenti verde di Anja Schütz 5500, per un motion 014 Kinetix scalabile e integrato di Alice Alinari bando la complessità 040 Aldi Andrea Colombo Prodotti In dettaglio Robotics, new entry 068 Comau d’autunno di Laura Rubini delle reti industriali 070 Ildi futuro Andrea Colombo mobile touch TC55: pc 072 Nuovo o smartphone? di Laura Rubini Attualità Energy management cienza energetica si ripaga 018 L’effi negli anni di Massimiliano Cassinelli ha fatto il vuoto 042 L’automazione di Andrea Colombo diversificare è 044 Packaging, meglio News 074 Rassegna a cura di Franco Gori di Andrea Colombo Automazione applicata Security 020 di Adolfo Violante Manifatturiero sotto assedio Prodotti 046 Rassegna a cura di Massimiliano Luce e IT convergono 024 Automazione in Vpn di Alice Alinari Industria del mobile italiana 076 L’automazione nella produzione Ikea di Alice Alinari sul design 080 Concentrati degli arredi di Giorgia Andrei 006 ■ Automazione Industriale - Novembre 2013 La vitamina C fa bene. Soluzioni integrate Mitsubishi Electric per il packaging. Tutto è semplicemente come deve essere. iQ Platform Servo MR-J4 HMI GOT 1000 Trasparenza e reale integrazione a 360° tra Motion Control, Robot e PLC Controllo avanzato e preciso del movimento su bus digitale SSCNETIII/H a 300Mbps Ottimale impostazione, visualizzazione, tracciabilità dei dati e manutenzione Nuovi Robot Scara e Antropomorfi Serie F Manipolazione precisa e veloce in fase di processo, per la palletizzazione a fine linea Tecnologia, precisione, velocità ed efficienza energetica sono la nostra missione. • Soluzioni integrate per il packaging, veloci, precise e con costi contenuti • Sistemi su misura per confezionamento, etichettatura, inscatolamento e palletizzazione • e&eco-F@ctory: il nostro impegno ad ottimizzare i costi, i consumi e le risorse energetiche • Servizio tecnico di alto livello per consulenza, analisi, assistenza pre e post vendita • Qualità e garanzia: 100% Mitsubishi Electric Forti di un’esperienza di oltre 90 anni, è anche nostro dovere garantire soluzioni per un utilizzo intelligente dell’energia. In questo modo salvaguardiamo il vostro budget e, nel contempo, le indispensabili e preziose risorse energetiche del nostro pianeta. Mitsubishi Electric Europe B.V. - Filiale per l’Italia - www.mitsubishi-automation.it Per saperne di più Aziende citate anno 24 - numero 217 - Novembre 2013 www.automazioneindustriale.com Abb _________________________ 046 Moog ________________________ 040 Barilla ________________________ 030 Motorola Solutions ______________ 072 Bawer ________________________ 012 National Instruments _____________ 052 Bosch Rexroth __________________ 048 Omron Electronics _______________ 043 B&R Automazione Industriale _______ 047 Pamoco _______________________ 048 Comau _______________________ 069 Panasonic _____________________ 050 Datalogic ______________________ 027 Panduit _______________________ 063 Elettric80 _____________________ 030 Parker Hannifin _________________ 049 Endian________________________ 025 Process _______________________ 079 Enea _________________________ 055 Progea _______________________ 079 Garnet ________________________ 046 Pilz _______________________036, 074 Green-Building _________________ 019 Robox ________________________ 048 Heineken France ________________ 031 Rockwell Automation ______ 016, 045, 075 DIRETTORE EDITORIALE BUSINESS MEDIA: Mattia Losi Hms _________________________ 071 Sap __________________________ 065 Idc __________________________ 022 Schneider Electric _______________ 052 Ikea _________________________ 079 Sick ______________________052, 074 PROPRIETARIO ED EDITORE: Il Sole 24 ORE S.p.A. SEDE LEGALE: Via Monte Rosa, 91 - 20149 Milano PRESIDENTE: Benito Benedini AMMINISTRATORE DELEGATO: Donatella Treu Kontron _______________________ 058 Siei Peterlongo electric ____________ 050 Lika Electronic __________________ 046 Siemens ______________________ 047 Manuex _______________________ 079 Siemens Plm Software _________066, 081 Markem-Imaje __________________ 031 Sistemi Avanzati Elettronici ________ 047 maxon motor Italia _______________ 039 Socomec _____________________ 075 Mitsubishi Electric _______________ 050 Trend Micro ____________________ 022 DIRETTORE RESPONSABILE: Pierantonio Palerma CAPOREDAZIONE CENTRALE BUSINESS MEDIA Claudio Bonomi, Patrick Fontana REDAZIONE: Valeria Villani (Responsabile di Redazione), Virna Bottarelli, Massimiliano Luce UFFICIO GRAFICO: Elisabetta Delfini (coordinatore), Elisabetta Buda, Patrizia Cavallotti, Elena Fusari, Laura Itolli, Silvia Lazzaretti, Luciano Martegani, Cristina Negri, Diego Poletti, Luca Rovelli, Walter Tinelli SEGRETERIA DI REDAZIONE BUSINESS MEDIA: Anna Alberti, Donatella Cavallo, Rita Galimberti, Laura Marinoni Marabelli, Paola Melis, Elena Palazzolo, Katia Simeone, Caterina Zanni [email protected] COLLABORATORI: Alice Alinari, Giorgia Andrei, Andrew Banathy, Massimiliano Cassinelli, Andrea Colombo, Valeria De Domenico, Franco Gori, Dan McGrath, Carolina Mirò, Laura Rubini, Anja Schütz, Adolfo Violante SEDE OPERATIVA: Via Carlo Pisacane, 1 - 20016 PERO (MI) - Tel. 02/3022.1 UFFICIO TRAFFICO E PUBBLICITÀ: Tel. +39 02 30226060 STAMPA: FAENZA INDUSTRIE GRAFICHE S.r.l. Via Vittime Civili di Guerra, 35 - 48018 Faenza (RA) Inserzionisti Abb __________________________ 023 Panasonic Electric Works __________ 009 Asita _________________________ 045 Prima Electro ___________________ 041 Angelo Baldrighi ________________ 057 Progea _______________________ 037 B&R Automazione Industriale ______ II cop. Repcom ______________________ 025 Beckhoff Automation ___________ IV cop. Rockwell Automation ____________ I cop. EPLAN Software & Service _________ 049 RS Components _______________ III cop. Kabelschlepp ___________________ 004 Schneider Electric _______________ 053 KEBA_________________________ 027 Sew Eurodrive __________________ 073 Keller ________________________ 059 Sick _________________________ 051 Mitsubishi Electric _______________ 007 SPS/IPC/DRIVES 2014 ____________ 017 National Instruments _____________ 003 Tex Computer __________________ 067 Omron________________________ 013 TPA Italia 2014 _________________ 063 Pamoco _______________________ 069 Zuken ________________________ 021 008 ■ Automazione Industriale - Novembre 2013 Prezzo di una copia 5,00 euro Registrazione Tribunale di Milano n.186 del 14-03-2005 ROC n. 6553 del 10/12/2001 Informativa ex D. Lgs 196/3 (tutela della privacy) Il Sole 24 ORE S.p.A., Titolare del trattamento, tratta, con modalità connesse ai fini, i Suoi dati personali, liberamente conferiti al momento della sottoscrizione dell’abbonamento od acquisiti da elenchi contenenti dati personali relativi allo svolgimento di attività economiche ed equiparate per i quali si applica l’art. 24, comma 1, lett. d del D.Lgs n. 196/03, per inviarLe la rivista in abbonamento od in omaggio. Potrà esercitare i diritti dell’ art. 7 del D.Lgs n. 196/03 (accesso, cancellazione, correzione, ecc.) rivolgendosi al Responsabile del trattamento, che è il Direttore Generale dell’Area Professionale, presso Il Sole 24 ORE S.p.A., l’Ufficio Diffusione c/o la sede di via Carlo Pisacane 1 - 20016 Pero (Mi) Gli articoli e le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. 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Annuncio ai sensi dell’art 2 comma 2 del “Codice di deontologia relativo al trattamento dei dati personali nell’esercizio della attività giornalistica “La società Il Sole 24 ORE S.p.A., editore della rivista Automazione Industriale rende noto al pubblico che esistono banche dati ad uso redazionale nelle quali sono raccolti dati personali. Il luogo dove è possibile esercitare i diritti previsti dal D.Lg 196/3 è l’ufficio del responsabile del trattamento dei dati personali, presso il coordinamento delle segreterie redazionali (fax 02 39646095)” Tu sei qui. Il Servizio Panasonic: persone vicine a te, per passione. Una Rete di specialisti Automazione che lavora per i tuoi risultati. Motion Control Tecnologia Servo Panasonic, La prestazione e La “compattezza” L’elettronica evoluta incontra la meccanica nella ricerca della massima efficienza e produttività: Alta dinamica, gestione delle inerzie, velocità, precisione, coppia. ¬ Real Time Autotuning per prestazioni garantite nel tempo, encoder incrementale a 20bit. ¬ Bus Motion Real Time Ethernet, integrazione con la tecnologia Plc-based Panasonic. ¬ Connettori IP67, funzioni di “service life prediction”, Safety Torque Off (SIL2). ¬ Design in “su misura” supportato dai nostri specialisti motion. Industrial Automation and More... Panasonic Electric Works Italia srl www.panasonic-electric-works.it Visti dal campo L’industria della creatività Il nostro girovagare a caccia di ‘automazione sul campo’ ci conduce questo mese in Basilicata, a Jesce, vicino Matera, dove sorgono gli stabilimenti di Bawer, azienda specializzata nella produzione di componenti e accessori in acciaio di Valeria De Domenico Pasquale Lorusso, presidente e fondatore di Bawer 010 Automazione Industriale - Novembre 2013 A rea industriale di Jesce. Difronte a noi le colline rugose sulle quali nel tempo è stata intarsiata Matera. Ad accoglierci presso gli uffici di Bawer c’è Pasquale Lorusso, fondatore e ora amministratore unico dell’azienda che ci accingiamo a conoscere. Il presidente Lorusso comincia subito a parlarci della sua creatura, nata nel 2000 come azienda produttrice di cassette portattrezzi per veicoli industriali. “Cassette dal design studiato, di altissima qualità per quanto riguarda i materiali e le rifiniture, che hanno uno straordinario successo in più di 50 Paesi nel mondo. Abbiamo esteso il nostro business ad altri settori industriali solo in un secondo momento. Quando nel 2008 la crisi si è fatta sentire in modo rilevante, e si è verificato un crollo delle commesse nel comparto automotive, abbiamo registrato un calo di volumi d’affari del 42%. Ci siamo posti il Visti dal campo problema di come salvare l’azienda e ancora una volta abbiamo fatto una scelta coraggiosa: abbiamo deciso di investire 3 milioni di euro in Ricerca e Sviluppo e abbiamo assunto ulteriore personale, cosa che suona come un vero paradosso! In questo modo siamo però riusciti a reinvestire il nostro know-how in altri campi: dispositivi e accessori medicali e teche per musei. I nostri armadi per sale operatorie e ambienti sterili sono oggi venduti in molti Paesi europei, negli Stati Uniti, in Russia e persino recentemente nei Paesi Arabi. Le teche per musei sono caratterizzate da un sistema di illuminazione altamente innovativo, che prevede il passaggio dell’energia elettrica attraverso il vetro, e anche questi articoli ci hanno dato grandi soddisfazioni, permettendoci di lavorare con importanti centri museali”. La creatività come ricetta contro la crisi, dunque... Sì, credo sia fondamentale premiare i collaboratori e promuoverne la creatività, piuttosto che penalizzarla. Nei 20 giorni successivi al disastro della Costa Concordia, ad esempio, Gli impianti altamente automatizzati dello stabilimento Bawer sono stati sviluppati in collaborazione con Trumpf i miei tecnici hanno ideato e subito brevettato un innovativo dispositivo di sicurezza anti-affondamento denominato ‘Safety-Balls-System’ (Sbs), che risolve il problema relativo al mantenimento della condizione di galleggiabilità delle navi e, più in generale, di tutte le unità a scafo rigido, all’evenienza di una grave avaria. Il dispositivo conferisce all’unità in avaria una nuova condizione di galleggiabilità, mediante l’espulsione e il successivo gonfiaggio di palloni, attivati e controllati da un dispositivo elettronico di comando e supervisione. Lo abbiamo presentato a un importante evento a Capri, attirando l’interesse delle maggiori compagnie navali del mondo. Le scelte coraggiose hanno sempre caratterizzato la storia di Bawer. Le teche per musei sono caratterizzate da un sistema di illuminazione altamente innovativo È vero. I primi venti di crisi, già nel 2005, ci avevano messo davanti a un bivio: delocalizzare la produzione o investire nella ricerca per abbattere i costi ed essere più competitivi. In questo caso è stato il mio personale attaccamento a questa terra a influenzare la scelta di rinnovare lo stabilimento di produzione e costruirne uno nuovo. Ci siamo rivolti a una società multinazionale, Trumpf, per sviluppare un impianto strumentale altamente automatizzato. I lavori sono durati tre anni. Siamo riusciti a migliorare il prodotto e ridurre i costi, salvaguardando sia gli aspetti ambientali sia quelli umani. All’interno del secondo stabilimento, Novembre 2013 - Automazione Industriale 011 Visti dal campo Bawer infatti, hanno trovato spazio molti accorgimenti mirati a migliorare l’ergonomia e l’habitat lavorativo: non è casuale, ad esempio, che gli impianti si aprano all’esterno, attraverso enormi vetrate affacciate su prati verdi e dalle quali è possibile godere di una splendida vista della ‘Città dei Sassi’, la più antica al mondo. La nostra politica di investire in processi lavorativi non standardizzati, si è rivelata vincente. I Paesi in cui il lavoro costa molto di meno saranno sempre più competitivi di noi sui numeri. Noi dobbiamo puntare sulla qualità, e il controllo totale del processo di produzione è legato a tutte le certificazioni di qualità finora ottenute. Nata nel 2000 come azienda specializzata nella produzione di componenti in acciaio per l’automotive, oggi Bawer, società con sede a Jesce, vicino Matera, sviluppa e realizza dispositivi per il settore medicale, museale e dell’home design. 012 Tutte le stazioni produttive di Taglio Laser, Piega Tangenziale e Saldatura Laser sono, ad oggi, basate su tecnologie non convenzionali. Il nuovo Il magazzino automatizzato Il nuovo stabilimento si estende su un’area di 45.000 m², di cui 16.000 m² sono dedicati alla produzione e 1.000 m² ospitano gli uffici. Vi si svolgono lavorazioni sofisticate e di alta precisione su lamiere in acciaio con spessori variabili da 0,5 a 6 mm, con la molteplice possibilità di personalizzazione dei prodotti: un esempio fra tutti, l’inserimento del logo del cliente. Di questo stabilimento visitiamo subito il magazzino automatizzato delle materie prime. “L’impianto produttivo è costituito da una ‘Colonna Vertebrale’, ovvero il magazzino automatico”, ci spiega il presidente Lorusso, “che serve i vari ‘Arti’, cioè le stazioni produttive di Taglio Laser, Piega e Saldatura Laser. Il tutto è controllato e gestito da un server centrale. L’impianto è impostato su logica Master per la parte di lavorazione e Sleeve per il magazzino automatico, ed è progettato per massimizzare il tempo ciclo di ognuna delle stazioni produttive, consentendo così di abbattere i costi produttivi legati ai tempi morti”. stabilimento Bawer si estende su un’area di 45.000 m². Alla produzione sono dedicati 16.000 m² Le cassette portattrezzi per veicoli industriali si distinguono per design, materiali e rifiniture Nel 2008 Bawer ha reinvestito il proprio know-how nel settore medicale Automazione Industriale - Novembre 2013 La stazione di Taglio Laser è la prima a effettuare lavorazioni di taglio sulla lamiera, consentendo di ottenere precisioni di taglio dell’ordine di 2 centesimi di millimetro, meno dello spessore di un capello. L’isola di piegatura è costituita da una pannellatrice tangenziale, con carico/ scarico automatico e asservita da robot antropomorfi. L’isola di Saldatura Laser, anch’essa ad asservimento automatico, consente di saldare lamiere a spessore sottile con accuratezza e precisione da restare al di sotto di 1/10 mm. A supervisione dell’intero impianto automatico vi è un sistema di gestione con software sviluppato dall’azienda Trumpf, in collaborazione con i tecnici Bawer, che consente di monitorare e gestire in continuo ogni parametro del processo produttivo. Il margine di errore consentito a ogni stazione produttiva colloca la nostra azienda ai vertici della categoria in termini di qualità e precisione. L’impianto automatico è condotto da personale tecnico di profonda esperienza nel campo, che ha il compito primario di ottimizzare le fasi di lavorazione ed i processi produttivi. Val la pena sottolineare che tutto questo è stato raggiunto grazie a un impegno costante nella ricerca e nell’aggiornamento a tutti i livelli e che si è investito parecchio sulla formazione del personale, puntando all’eccellenza qualitativa. Insieme per la tua soluzione ideale Soluzioni a 361° corrispondenti alle tue esigenze L’approccio 361° offre prodotti su misura per le tue necessità. Già molti sensori e componenti Omron seguono questo concetto. Innovazione continua e sviluppo dei prodotti seguono lo stesso principio. Sempre con un grado in più di fiducia. Termoregolatori Alimentatori Relé di monitoraggio Temporizzatori Sensori fotoelettrici Relé Sensori di prossimità Sensori a fibra ottica I prodotti LITE sono convenienti ma senza alcun compromesso in qualità. I prodotti PRO rappresentano l’opzione “installa e dimentica”, offrono maggiore durata e più funzionalità. I prodotti PROplus sono studiati per risolvere specifiche applicazioni con funzionalità dedicate. Chiamaci subito per un preventivo! Omron Electronics SpA Tel. 02 32681 [email protected] industrial.omron.it Prima fila In copertina Kinetix 5500 per un motion scalabile e integrato Presentato in anteprima alla Rockwell Automation Fair 2012 e disponibile alla commercializzazione dall’inizio del 2013 anche in Italia, il servo-azionamento Allen-Bradley Kinetix 5500 costituisce un importante tassello del portafoglio Midrange di Rockwell Automation di Alice Alinari I l portafoglio Midrange include sistemi di automazione (controllo, motion e safety) studiati e combinati appositamente da Rockwell Automation per lo sviluppo di macchine automatiche compatte e applicazioni di media complessità. “Il sistema di azionamenti Allen-Bradley Kinetix 5500 è stato progettato per consentire il collegamento e il funzionamento con la nuova famiglia di controllori Allen-Bradley CompactLogix programmabili con il software di sviluppo Rockwell Software Studio 5000, che supporta Integrated Motion su Ethernet/IP”, esordisce Roberto Loce, Solution Architect Motion Control di Rockwell Automation, incontrato recentemente a Milano. “Con il nuovo sistema di controllo assi Kinetix 5500 è possibile gestire applicazioni motion attraverso una 014 piattaforma di controllo unica, utilizzando una sola rete, con una notevole semplificazione in tutte le fasi, dalla progettazione all'operatività e alla manutenzione delle attrezzature”. Il servo-azionamento Kinetix 5500 è ideale per il packaging, la movimentazione dei materiali o Automazione Industriale - Novembre 2013 Roberto Loce, Solution Architect Motion Control di Rockwell Automation il converting e, in abbinamento al servomotore Kinetix VP a bassa inerzia, non richiede moduli di alimentazione separati o accessori aggiuntivi, permettendo di dimensionare le macchine creando vere e proprie applicazioni su misura. “I motori della serie VP sono stati studiati sull’esperienza della motorizzazione Mpl e vantano novità tecnologiche uniche nel settore. Con dimensioni compatte, sono in grado di fornire prestazioni elevate grazie anche all’innovativo encoder digitale che ha permesso di avere un unico cavo ibrido per potenza e feedback. Inoltre, le strategie costruttive degli avvolgimenti e le scelte ottimali delle taglie motore in abbinamento al servo-azionamento permettono di ridurre i consumi alla metà dell’energia impiegata da soluzioni analoghe, massimizzando così le prestazioni”, spiega Loce. In copertina Prima fila Il software Motion Analyzer di Rockwell Automation supporta i costruttori di macchine nel dimensionamento dei sistemi di motion control In abbinamento Cablaggio e sicurezza I servo-azionamenti Kinetix 5500 si collegano e funzionano con i controllori CompactLogix 5370 e supportano il controllo assi integrato su EtherNet/IP. “Grazie al design innovativo e compatto che lo caratterizza, il Kinetix 5500 contribuisce a ridurre al minimo l’ingombro della macchina, semplificando il cablaggio di sistema. In più, la doppia porta Ethernet presente nel servoazionamento consente di inserirlo al servomotore Kinetix VP a bassa inerzia, Kinetix 5500 permette di dimensionare le macchine creando vere e proprie applicazioni su misura La doppia porta Ethernet in topologie di connessioni lineari e ad anello”, sottolinea Loce. Un bus esterno CA/CC comune riduce i requisiti hardware e permette quella che Loce definisce una “scalabilità totale”, utilizzando un’unica piattaforma sia per sistemi a singolo asse sia multi-asse. "La densità di potenza della soluzione best-in-class consente una riduzione del 50% dell’ingombro. La soluzione con alimentazione e feed-back digitale su un singolo cavo semplifica l’hardware ed elimina i connettori superflui con riduzione dei costi di cablaggio". I servo-azionamenti Kinetix 5500 prevedono anche funzioni di sicurezza integrate, in particolare Safe Torque-Off certificata Iso 13849-1 Pld/Sil2. Programmazione integrata Grazie all’ambiente unico di programmazione Rockwell Software Studio 5000, che supporta Integrated Motion su EtherNet/IP, è possibile gestire le applicazioni motion attraverso un un'unica piattaforma di controllo e una sola rete. di Kinetix 5500 permette di inserire il servoazionamento in architetture di connessione lineare e ad anello Novembre 2013 - Automazione Industriale 015 Prima fila In copertina Motion Analyzer, la strada Rockwell verso l’integrazione meccatronica L’integrazione tra le diverse discipline è la vera sfida che si trovano ad affrontare utenti e fornitori di software applicativo dedicato alle diverse fasi di progettazione e simulazione di nuovi prodotti. È un percorso che vede impegnati sia i produttori di software cad, sia i produttori di soluzioni di automazione, in una ricerca continua per fornire soluzioni sempre più efficaci a supporto del ciclo di sviluppo delle macchine automatiche. La fase di simulazione, test e validazione in modalità non distruttiva, quindi su modelli digitali, consente di abbassare tempi e costi di sviluppo di nuovi prodotti e, contemporaneamente, di realizzare le funzionalità richieste dal mercato di riferimento. “In quest’ottica Rockwell Automation ha sviluppato il software Motion Analyzer, con l’obiettivo di massimizzare i benefici della meccatronica”, spiega Roberto Loce. “L’approccio meccatronico permette infatti di ottimizzare il bilanciamento tra componenti meccanici e dispositivi di potenza, garantendo un più basso costo complessivo e un minore consumo di energia”. Il tool è pensato per aiutare i costruttori di macchine a selezionare, dimensionare e ottimizzare più rapidamente Studio 5000 fornisce un ambiente unico di progettazione e ingegnerizzazione. Il software, oltre a includere Logix Designer per la programmazione e la configurazione dei controllori programmabili ControlLogix 5570 e CompactLogix 5370, permette, attraverso plug-in aggiuntivi, di fornire un ulteriore supporto per attività di progettazione specifiche, come lo sviluppo Hmi, la gestione delle libreria di codici, le applicazioni di motion control e robotica. Il servo-azionamento Kinetix 5500 rappresenta dunque l’ennesima conferma della strategia Midrange di Rockwell Automation, nella sua declinazione di soluzione integrata di automazione che 016 Automazione Industriale - Novembre 2013 e facilmente i sistemi di motion control. Seguendo un percorso guidato, gli ingegneri inseriscono le informazioni di base in merito al carico e alle modalità di movimentazione. Attraverso un menu a tendina i progettisti possono selezionare uno specifico attuatore senza dover eseguire calcoli complessi o esaminare le specifiche del costruttore. Il software offre anche la possibilità di simulazioni e analisi prestazionali per lo studio del comportamento della macchina e la valutazione dell’efficacia della progettazione meccanica. “Questi tool di simulazione contribuiscono alla riduzione dei tempi di progettazione e consentono, da un lato, di ridurre gli errori che potrebbero manifestarsi nelle fasi di sviluppo più avanzate, dall’altro di effettuare diverse prove non distruttive per la ricerca della soluzione migliore”. Le evoluzioni future di Motion Analyzer saranno sempre più indirizzate allo sviluppo di funzionalità che permettano di tradurre e passare velocemente dall’ambito della progettazione meccanica ed elettrica a quello del codice macchina che poi andrà a gestire il comportamento degli impianti. mette a disposizione tool di progettazione e programmazione comuni alle varie discipline di controllo (discreto, processo, safety, motion), insieme a piattaforme di controllo scalabili. “La stessa tecnologia può essere utilizzata per gestire complessi sistemi multiprocessori così come per controllare automazioni di macchine e di processi più semplici”, aggiunge Loce, ricordando che Logix è il ‘motore’ unico che caratterizza tutti i controllori Pac di Rockwell Automation, per cui ambiente di sviluppo e istruzioni di un semplice sistema CompactLogix L1 risultano le stesse di un complesso sistema ControlLogix L7 multiprocessore. “Se è vero che ormai più della metà del costo dell’automazione risiede nel codice da sviluppare, la standardizzazione di un’unica piattaforma di controllo favorisce l’immediata migrazione tra diverse applicazioni, salvaguardando gli investimenti e semplificando il progetto, la messa in servizio e la manutenzione delle macchine”, conclude Loce. “Un unico ambiente di sviluppo come Studio 5000 si inserisce idealmente nelle strategie di ottimizzazione delle risorse di R&D, permettendo tra l’altro di ridurre drasticamente il tempo di creazione di progetti innovativi da immettere sul mercato”. Per informazioni Rockwell Automation http://it.rockwellautomation.com Attualità Energy management L’efficienza energetica si ripaga negli anni Investire per ridurre i consumi significa, in molti casi, avere tempi di ritorno dell’investimento considerati troppo lunghi per i politici di Massimiliano Cassinelli I l costo dell’energia incide in modo significativo sui bilanci aziendali, limitando spesso la competitività delle aziende stesse, soprattutto quelle italiane, costrette a confrontarsi con i prezzi più alti d’Europa. Una simile situazione dovrebbe far crescere l’attenzione nei confronti delle figure professionali in grado di individuare le strategie più adatte per limitare i consumi energetici. Al contrario, come spiega Mirko Paglia, un Energy Manager particolarmente attento a sfruttare le opportunità offerte dalle tecnologie proposte sul mercato, “aziende e amministrazioni pubbliche non sono sempre capaci di cogliere i vantaggi offerti da un impiego più razionale delle fonti energetiche”. Proprio nell’ambito della pubblica amministrazione, l’investimento a medio termine è poco apprezzato dai politici... L’Energy Manager Mirko Paglia Per quale ragione, in un Paese gravato dai costi dell’energia, non sappiamo intervenire in modo efficace in questo ambito? L’Energy Manager è una figura professionale nata negli Stati Uniti, 018 e poco impiegata. Questo perché, sia nella pubblica amministrazione sia nelle aziende manifatturiere, l’attenzione è focalizzata più sul costo che non sui benefici. Questo significa che i responsabili vogliono avere Roi particolarmente rapidi. Al contrario non possiamo dimenticare che l’efficienza dà benefici sul medio termine, che poi si conservano per lungo tempo. Per avere una maggiore efficienza in futuro, però, è necessario investire. Automazione Industriale - Novembre 2013 a metà degli anni Ottanta, con l’obiettivo di analizzare e studiare strategie a medio e lungo termine per ridurre i consumi energetici. L’Italia, dal punto di vista normativo, è stata rapida a recepire queste figure, rendendole addirittura obbligatorie nelle aziende più grandi. In realtà, però, si tratta di una professionalità sottovalutata Purtroppo solo la buona politica guarda al medio/lungo termine, mentre spesso i politici sono attenti soprattutto al ritorno di immagine immediato. Una tentazione dettata dalla considerazione che il loro mandato ha una scadenza limitata, al termine della quale è necessario essere riconfermati. A questo si aggiunge il fatto che, nell’ambito della pubblica amministrazione, spesso emerge una scarsa conoscenza delle caratteristiche dei consumi energetici. Viene così letto solo il dato dei consumi presente in bolletta, senza conoscere da cosa è stato generato. Per sopperire alla Energy management Attualità mancanza di misure e di conoscenza dei centri di costo, è necessario effettuare un corretto audit energetico, senza il quale l’applicazione delle tecniche di contenimento dei costi energetici risulta inefficace. Qualunque intervento, infatti, deve necessariamente basarsi su una corretta conoscenza degli assorbimenti. in modo discontinuo. Al contrario, il risparmio sarebbe decisamente limitato in caso di edifici in cui la temperatura deve essere mantenuta sostanzialmente stabile per tutto il periodo invernale. Come ha accennato lei, però, la PA italiana soffre per l’impossibilità di affrontare nuovi investimenti. Aver ridotto i consumi energetici sarebbe anche un motivo di vanto per un amministratore pubblico? Sicuramente sì, ma spesso gli stessi sindaci non sanno come muoversi e non sanno fornire i corretti indirizzi politici al proprio personale. Tutto questo incide in modo negativo sui bilanci, soprattutto nei piccoli comuni, spesso incapaci di individuare soluzioni, anche semplici, ma efficaci. Basti pensare, a titolo di esempio, che un piccolo comune di poche migliaia di abitanti spende, per la sola illuminazione pubblica una cifra valutabile intorno a 100mila euro. Una semplice gestione intelligente di questo servizio consentirebbe di ridurre i consumi di percentuali variabili fra il 7 e l’8%. Il tutto trascurando, ovviamente, i vantaggi di sistemi basati sui Led. Si tratta di un risparmio notevole, ma quali interventi sarebbero necessari, soprattutto a carico dell’infrastruttura? Un sistema di accensione basato su interruttori crepuscolari fornirebbe già un buon risparmio, a fronte di un investimento decisamente limitato. Ancora più efficace, però, sarebbe l’impiego di sistemi in grado di gestire l’intensità luminosa, variandola anche in funzione delle fasce orarie. In alcune zone, infatti, a tarda ora è possibile ridurre l’illuminazione, senza nessun rischio per l’incolumità e la sicurezza. Un sistema di supervisione adeguato, infine, permetterebbe di ottimizzare la manutenzione che, nell’illuminazione pubblica, incide in modo significativo sui costi. Oltre all’illuminazione, su quali ambiti sarebbe opportuno investire? Gli sprechi dei sistemi di riscaldamento, negli edifici della PA, sono noti a chiunque frequenti un edificio pubblico. Anche in questo caso l’impiego di tecnologie derivate dall’automazione, come il telecontrollo o l’adozione di un plc per la gestione delle temperature dei singoli locali, in funzione delle effettive necessità, consentirebbe significativi risparmi. Ogni scelta, però, deve essere fatta in modo oculato. Questo perché un sistema articolato è efficace, ad esempio, nella gestione impiantistica di una scuola, in cui alcuni ambienti sono utilizzati Le soluzioni efficienti consentono risparmi concreti Questo è vero solo in teoria e, nell’ambito del risparmio energetico, il limite è soprattutto nella mancata conoscenza delle opportunità. Basti pensare agli Energy Performance Contract, che consistono nell’affidare a un ente terzo la riqualificazione energetica, pagando per alcuni anni una quota pari all’energia consumata mediamente. Mentre il fornitore guadagnerebbe dai risparmi ottenuti attraverso l’ottimizzazione dei consumi. Una simile scelta non graverebbe sui bilanci di un Comune e permetterebbe di avere infrastrutture più efficienti. Gli amministratori, però, dovrebbero dettare obiettivi molto chiari. A ‘discolpa’ degli amministratori pubblici non possiamo però dimenticare che, purtroppo, la maggior parte delle Esco presenti in Italia non dispone dei capitali e delle competenze necessarie per affrontare professionalmente questi interventi. Inoltre, in molti casi, manca una visione imprenditoriale delle tecnologie di energy management, che non permettono di realizzare guadagni immediati, ma solo a medio e lungo termine. Per informazioni Green-Building www.green-building.it Novembre 2013 - Automazione Industriale 019 Attualità Security Manifatturiero sotto assedio Il 57,4% delle aziende italiane di grandi dimensioni ha subito almeno un attacco informatico nell’ultimo anno. Le realtà manifatturiere sono sempre più prese di mira di Adolfo Violante U no studio condotto da Idc e promosso da Trend Micro evidenzia come, nell’ultimo anno, il 57,4% delle aziende italiane di grandi dimensioni abbia subito almeno un attacco occasionale ai propri sistemi informativi. Attacchi che, per il 13% delle aziende, avvengono ormai sistematicamente e, nel 10% dei casi, sono di tipo Apt. Proprio gli Apt, Advanced Persistent Threat (le minacce costanti evolute), rappresentano processi sofisticati, che seguono schemi precisi e si compongono di una serie continua di tentativi volti a compromettere un obiettivo nel tempo. Il tutto stabilendo, appunto, delle persistenze nelle reti attaccate, per poi trafugare informazioni sensibili, sabotare l’organizzazione e danneggiare i sistemi. Dallo studio emerge come, nel 2,2% dei casi, gli attacchi Apt abbiano determinato un impatto rilevante sul business aziendale, mentre il 7,4% delle aziende dichiara di aver neutralizzato in tempo tali azioni criminali. Questo dato, secondo i 020 Raimund Genes, Chief Technology Officer di Trend Micro Automazione Industriale - Novembre 2013 responsabili di Trend Micro, appare comunque sottostimato, perché la maggior parte delle imprese non dispone di un sistema di rilevazione per gli Apt o, comunque, preferisce non rivelare di aver subito attacchi di questo tipo. Nella ricerca è stato inoltre evidenziato che: • il 94,9% delle aziende ritiene che dagli attacchi Apt possano risultare impatti di assoluta rilevanza; • il 46,3% dichiara che la propria organizzazione ha un timore ragionevole rispetto agli attacchi altamente specifici e persistenti; • la principale preoccupazione delle aziende è legata alla perdita di dati riservati o finanziari (79,4% dei casi); • esiste una discrepanza tra i rischi percepiti e le conseguenze effettive di un attacco, dove il costo degli interventi di ripristino è spesso sottovalutato, mentre appare sovrastimato il danno in termini di reputazione e perdita di dati sensibili. Una lunga storia di attacchi “Da tempo Trend Micro solleva l’attenzione sugli attacchi Apt e sull’intensità con la quale vanno a moltiplicarsi le varianti di malware dalle quali devono difendersi le imprese”, spiega Gastone Nencini, Country Leader di Trend Micro Italia. “Sono felice di costatare come la consapevolezza rispetto agli Apt, nel segmento Enterprise, stia crescendo, anche se alcuni aspetti legati ai rischi effettivi e alle misure di protezione da adottare devono ancora essere recepiti”. Del resto, gli attacchi ai sistemi informativi sono iniziati già con la diffusione dei primi pc, ma si sono progressivamente evoluti, arrivando a prendere di mira anche gli impianti industriali e i sistemi di supervisione. MACHINERY Garantiamo qualità e maggiore produttività Le violazioni sono così diventate una grande opportunità di business criminale, ma anche un’arma strategica per attaccare un’azienda concorrente o persino uno stato nemico. Così come è sempre più diffusa la sottrazione di dati riservati o segreti industriali. Chi subisce una simile violazione, ovviamente, preferisce non dare rilevanza alla notizia, mentre gli attaccanti, più interessati agli obiettivi economici che non all’effimera gloria, non divulgano i propri successi criminali ottenuti a spese dell’industria. Si parla dunque poco delle conseguenze degli attacchi informatici e le stesse stime ufficiali non forniscono un quadro corretto del fenomeno. A questo proposito Raimund Genes, Chief Technology Officer di Trend Micro, riporta alcuni dati reali, frutto del costante monitoraggio effettuato dai 1.200 esperti della stessa Trend Micro. Dal ‘2Q Report on Targeted Attack Campaigns’, condotto su scala internazionale, emerge il progressivo incremento degli Apt: le minacce costanti evolute e gli attacchi altamente mirati rappresentano di fatto la nuova frontiera della cyberware. Una guerra, non dichiarata, che purtroppo punta a compromettere la funzionalità delle rete attaccata. In genere, come spiega Genes, il malware viene utilizzato come vettore di attacco, ma la vera minaccia è rappresentata dagli individui malintenzionati, che ogni giorno migliorano e mettono a punto nuove metodologie mirate. Secondo le indagini Trend Micro, gli attacchi stanno diventando sempre più sofisticati e diretti. Se l’obiettivo principale dei malintenzionati restano i governi e le organizzazioni governative, con una maggiore concentrazione in Asia e in Europa (86% degli attacchi), crescono le campagne indirizzate alle aziende, con l’evidente intento di estorcere denaro. Allo stesso modo una violazione dei sistemi Scada di una Public Utility, con la capacità di modificare il funzionamento della rete di distribuzione elettrica o di un impianto di depurazione, può provocare danni ancora più devastanti di quanto farebbe una bomba. Il tutto con la possibilità, per i criminali, di agire da remoto, senza nessun rischio per la propria incolumità personale. Gli operatori sono il punto debole Il punto debole dei sistemi di difesa, in molti casi, continua a rimanere l’operatore. Trend Micro ha infatti rilevato che lo spear phishing rappresenta il principale veicolo di attacco. Si tratta, infatti, di una categoria di phishing altamente mirato e capace di sfruttare le informazioni disponibili su un utente-obiettivo per rendere gli attacchi maggiormente specifici e ‘personali’. Una vulnerabilità sfruttata, nel 92% degli attacchi, per iniziare le azioni ostili. I criminali on-line, infatti, inducono un determinato individuo ad aprire allegati pericolosi o a cliccare su un link, che rimanda a un sito dove sono nascosti exploit o malware in grado di compromettere la rete della vittima. Tra gli allegati più utilizzati, il report dell’ultimo trimestre evidenzia che nel 59% dei casi sono stati adottati file compressi (la maggior parte sono archivi zip) che, una volta avviata la decompressione, attivano direttamente il processo di attacco. Una soluzione completa per la progettazione di impianti & sistemi Progettazione elettrotecnica ŶCablaggio di sistemi elettrotecnici ŶProgettazione Harness ŶIdraulica & Pneumatica Le aziende lo sanno Giancarlo Vercellino, Research & Consulting Manager di Idc Italia, sintetizza in questo modo una percezione ormai diffusa tra le aziende. “Le imprese di qualsiasi comparto produttivo comprendono che nel nuovo scenario internazionale non ci si confronterà soltanto nella trasformazione fisica dei beni, ma si competerà soprattutto nella capacità di gestire in modo sempre più intelligente le informazioni di cui si dispone, sia per proteggere gli asset intangibili sulle quali molte imprese fondano il proprio vantaggio competitivo, sia per tutelarsi da forme sempre più sofisticate di concorrenza sleale”. Un ulteriore aspetto indagato della ricerca ŶInterfaccia Intuitiva, Windows® based ŶLa soluzione completa per la progettazione E-CAD ŶStruttura ad oggetti, non richiede alcun transferimento dati tra i diversi moduli ŶFacile integrazione con sistemi ERP, PLM ed altri www.zuken.com/e3 Attualità Security I sistemi di telecontrollo e gli Scada sono un obiettivo molto interessante per i cybercriminali ll 37,5% delle aziende italiane prevede di introdurre almeno una misura di sicurezza nei prossimi 12 mesi riguarda, infatti, le misure di sicurezza che le aziende hanno adottato o pianificato a 12 mesi. L’analisi è stata effettuata per meglio comprendere quale sia la risposta organizzativa che le imprese italiane di grandi dimensioni stanno approntando per difendersi dai rischi emergenti a livello globale. Da una parte, la sicurezza IT del segmento Enterprise appare sostanzialmente affidata a tecnologie signature-based, come i firewall e gli antivirus, e le tecnologie di security intelligence risultano ancora limitatamente diffuse. Rispetto al rischio Apt, prevale un atteggiamento reattivo che vede soltanto il 4,4% delle aziende scegliere l’implementazione di almeno una misura di sicurezza in seguito a un attacco Apt, mentre il 22,8% elabora la propria sicurezza IT senza prendere in considerazione la specifica natura del rischio legato a queste nuove minacce. Sul fronte opposto, però, le aziende italiane iniziano o programmano di allocare budget dedicati a contrastare queste nuove minacce: il 17% degli intervistati indica che la propria impresa sta implementando o valutando l’implementazione di specifiche misure di sicurezza per ridurre il rischio Apt. Lo scenario, quindi, potrebbe vivere a breve una trasformazione importante, considerando come il 37,5% degli intervistati prevede l’introduzione di almeno una nuova misura di sicurezza nei prossimi 12 mesi. “Le aziende italiane si stanno organizzando per fare fronte alle nuove minacce e dichiarano di essere alla ricerca di soluzioni innovative, che consentano di adeguare le architetture di sicurezza per supportare l’evoluzione della propria organizzazione rispetto ai nuovi trend tecnologici come la mobility, il Byod o il cloud”, conclude Nencini. “È evidente che le nuove tipologie di attacco e il cambiamento dello scenario IT hanno messo in crisi la capacità di protezione dei sistemi di sicurezza tradizionali. Solo una difesa personalizzata, che integra software e intelligence globale con strumenti specializzati per garantire nozioni personalizzate sulle minacce e sui criminali informatici coinvolti, sarà in grado di aiutare le aziende a contrastare questi attacchi”. Per informazioni Idc www.idcitalia.com Trend Micro www.trendmicro.it 022 Automazione Industriale - Novembre 2013 Controllo totale a portata di mano? Sicuramente. Le soluzioni integrate di processo ABB riuniscono nella piattaforma 800xA il controllo di processo, i sistemi di sicurezza, le telecomunicazioni, la distribuzione e gestione di potenza e i treni elettrici per le stazioni di compressione e pompaggio, riducendo la necessità di personale specializzato sugli impianti. ABB è uno dei più grandi produttori di sistemi e prodotti elettrici e di automazione; l’alta efficienza della gamma di prodotti forniti soddisfa tutti gli standard dell’industria di processo. L’elevata affidabilità e le prestazioni delle nostre soluzioni migliorano la produttività attraverso ridotta manutenzione, basso consumo di energia, minori fermo macchina e un migliore asset management. www.abb.it/controlsystems ABB S.p.A. Process Automation Division LBU Control Technologies Tel. 02 2414.1 Email: [email protected] Attualità Security Automazione e IT convergono in Vpn Endian propone Vpn Switchboard, un pannello di controllo con funzione di concentratore Vpn per una connessione sicura ai sistemi Scada di Alice Alinari P osso accedere alle mie applicazioni Scada in sicurezza e da remoto? Posso gestire la connessione in modalità protetta senza comunque togliere efficienza alle operazioni di monitoraggio e di intervento sui macchinari in qualunque parte del mondo? Sarà capitato più di una volta a responsabili di reparto o produzione di porsi domande di questo genere, almeno nell’ultimo anno, soprattutto con il diffondersi di tecnologie e dispositivi che prospettano di abilitare questo tipo di operazioni con semplicità e a tutti i livelli. A fornire risposte a queste domande sono sempre più orientate le stesse società informatiche, che puntano alla proposta di soluzioni Endian propone nuove linee di prodotto dedicate alla protezione delle reti industriali 024 Automazione Industriale - Novembre 2013 per la sicurezza industriale. Tra queste, la società bolzanina Endian fa parte di quella rosa di vendor informatici attivi nel settore Utm (Unified Threat Management) che sta introducendo, accanto a quelle tradizionali, nuove linee di prodotto espressamente dedicate alla protezione delle reti industriali. Nel caso della società di Appiano, questa linea si chiama serie Endian 4i, è disponibile in versione Desktop e su barra Din, e fornisce alla rete industriale funzionalità di firewalling (4i Edge Series), routing (Endian Gateway), Virtual Private Network (Vpn) e Ips (Intrusion Prevention System). “Con questa soluzione forniamo la sicurezza totale dell’accesso remoto, anche via mobile da dispositivi iOS e Android, senza la necessità di installare applicazioni di terzi”, ha dichiarato Raphael Vallazza, Ceo di Endian, lo scorso settembre a Milano, in occasione dell’evento Endian Meet & Play 2013, dove, tra l’altro, si è festeggiato il primo decennio di attività del vendor, che oltre all’headquarter di Appiano e alla sede di Milano, ha uffici in Germania, Giappone, Stati Uniti e Turchia. “All’interno della nostra proposta di sicurezza industriale Endian 4i, per la gestione dell’accesso ai sistemi Scada abbiamo creato Vpn Switchboard, un pannello di controllo che funge da concentratore Vpn e autorizza l’accesso a singoli utenti o gruppi che possono raggiungere tutti gli appliance loro assegnati”. In pratica si tratta, ha continuato Vallazza, di una soluzione scalabile che facilita l’amministrazione delle Vpn e dei permessi di accesso remoto alle reti. Endian ha recentemente festeggiato i suoi primi 10 anni di attività Sicurezza concentrata Tra le principali feature dell’Endian Switchboard vi è quella appunto di ‘concentratore Vpn’, nel senso che la soluzione permette la criptazione durante la connessione e lo scambio di informazioni da remoto. Il tunnel protetto consente di connettere tra loro device, gateway e macchine industriali. Il collegamento è amministrato tramite permessi di accesso regolati dal Vpn Switchboard stesso: dal pannello si possono impostare regole differenti per utenti o gruppi conservando traccia delle connessioni. Oltre ai permessi di accesso, il Vpn Switchboard regola anche le azioni che ciascun utente può compiere sulle macchine assegnate: in questo compito intervengono gli action link, degli hyperlink preconfigurati con i quali è possibile lanciare i comandi consentiti sugli apparati scelti. Il Vpn Switchboard presenta un’interfaccia Api che consente l’integrazione di tutte le funzionalità dello Switchboard stesso su piattaforme preesistenti, come i portali di supporto. Altre feature segnalate da Vallazza come particolarmente utili per l’ambito industriale sono il ‘subnet mapping’ e il ‘provisioning delle configurazioni’, che permettono di risolvere il problema dell’IP overlapping, proprio grazie alla rimappatura automatica delle sottoreti e all’autoconfigurazione dei gateway della linea Endian 4i Edge tramite una chiavetta Usb. Trattandosi di una soluzione basata su tecnologia open source, infine, Endian Vpn Switchboard non supporta solo gli appliance Endian 4i Edge, ma qualsiasi end-point che utilizzi tecnologia Open Vpn (Ssl). Per informazioni Endian www.4i.endian.com Attualità Identificazione Una storia scritta nel codice I sistemi di lettura dei codici a barre rimangono essenziali nel riconoscimento dei prodotti e una loro crescita è prevista soprattutto nell’ambito manifatturiero di Massimiliano Cassinelli I l nome Datalogic è legato, in modo indissolubile, alle tecnologie di lettura del codice a barre, soluzioni che l’azienda bolognese realizza dal 1972, quando Romano Volta intuì le potenzialità di questo strumento. Proprio l’attuale Ceo, in occasione della presentazione del nuovo piano triennale, ha raccontato come, per concretizzare la propria idea, chiese un prestito di 150mila lire a una zia. Da quel piccolo investimento, a distanza di quarant’anni, il gruppo ha raggiunto oggi ricavi superiori ai 500 milioni di euro. Un cammino non agevole perché, come ha spiegato Volta: “Fare un’azienda in Italia è più difficile rispetto al resto del mondo”. E, in particolare, la sfida diventa ancora più impegnativa quando l’azienda opera nell’ambito delle tecnologie innovative, “in quanto il nostro Paese non è riconosciuto, nello scenario internazionale, come un’eccellenza in questo ambito, mentre le aziende hi-tech nazionali dovrebbero essere valorizzate”. Questi limiti non hanno però frenato lo spirito imprenditoriale di Volta e del suo gruppo, arrivato a contare 2.400 dipendenti e oltre 1.000 brevetti internazionali, che rendono Datalogic 026 L’utilizzo del codice a barre è in crescita nell’ambito dell’automazione industriale Automazione Industriale - Novembre 2013 un’azienda leader nell’Adc (Automatic Data Capture) e nell’Industrial Automation Market. Una posizione di vertice che, però, deve essere difesa quotidianamente. Per tale ragione, i 12 centri di ricerca e sviluppo, nei quali operano 350 ingegneri specializzati, anche lo scorso anno sono stati in grado di proporre sul mercato 22 nuove tipologie di prodotti. Automazione a strisce Presentando il piano triennale, Volta ha ricordato come, indipendentemente dall’affermarsi di nuove soluzioni, sulle quali investe la stessa Datalogic, il codice a barre rimanere un supporto fondamentale nei settori più svariati. Questo perché consente di individuare un prodotto a costo zero, in modo intuitivo e senza possibilità di commettere errori. Dalla presentazione del Ceo emerge però un progressivo cambiamento dei mercati. In particolare, l’Automation Data Capture appare stabile. Nell’ambito del retail, infatti, i sistemi di lettura laser stanno lasciando spazio alla tecnologia imager. Però, complice la flessione dei consumi, anche la Gdo ha rallentato i propri investimenti nelle nuove tecnologie. Allo stesso modo, con la diffusione degli smartphone in grado di leggere anche i codici a barre, in alcune applicazioni non intensive questi device vengono preferiti agli apparecchi dedicati, le cui doti di performance e robustezza si rivelano eccessive per alcune applicazioni, come nel controllo dei biglietti a bordo dei treni. L’impiego dei mobile computer, inoltre, potrebbe essere ulteriormente rallentato dal fatto che la piattaforma Windows 8 Mobile ha evidenziato alcuni problemi proprio nella lettura del codice a barre. Al contrario risulta in rapida crescita il settore dell’automazione industriale, sempre più attento a una corretta identificazione della produzione, con l’obiettivo di ottimizzare l’efficienza e garantire la completa tracciabilità di ogni singolo prodotto. Si tratta, comunque, di un settore molto frammentato, con esigenze specifiche e strettamente legato alle differenti tecnologie produttive. In questo ambito un’azienda flessibile come Datalogic è in grado di interloquire Identificazione Attualità direttamente con i singoli settori per sviluppare soluzioni specifiche, fornendo le tecnologie adatte a ogni esigenza. Anche per tale ragione Volta prevede di raddoppiare il fatturato in questo ambito, indirizzando soprattutto i settori produttivi nei quali l’identificazione automatica non è ancora stata utilizzata. L’azienda torna in famiglia Presentando il piano industriale, Volta non ha mancato di spiegare il proprio ritorno alla guida dell’azienda, dopo aver affidato per alcuni anni il ‘timone’ a un manager. “Uno dei tre pilastri sui quali ci baseremo nel prossimo triennio prevede una maggiore focalizzazione sui clienti. È questa una frase che, obiettivamente, dicono tutti. Ma noi, come azienda hi-tech, dobbiamo riflettere su un simile aspetto e capire davvero i clienti e le loro esigenze. Ovviamente è necessario avere sempre il miglior prodotto, ma bisogna capire anche a che punto siamo davvero e mettere ordine in azienda. Nell’hi-tech non si può crescere sempre e costantemente. Esistono momenti in cui occorre consolidare e noi abbiamo deciso di farlo in questi due anni. Ho chiesto agli investitori di non farsi prendere dall’ansia ma di capire che, dal punto di vista prettamente economico, anche nel 2013 non cresceremo in modo significativo. Abbiamo però sfruttato questo periodo per lavorare molto all’interno e prepararci al meglio per le sfide future, con la capacità di cogliere tutte le nuove opportunità di mercato, in modo da soddisfare davvero i nostri clienti”. In particolare, nell’ambito manifatturiero, Datalogic registra oggi il 35% del proprio fatturato. È una percentuale destinata a incrementarsi, anche in valore assoluto, perché, come ha spiegato lo stesso Volta, “nei prossimi anni l’automazione industriale nelle fabbriche è destinata a crescere progressivamente e questo significa, per un’azienda in grado di fornire sistemi di riconoscimento efficaci come i nostri, l’apertura di nuove opportunità”. In tale ambito, uno dei settori con maggiori prospettive di crescita è quello delle macchine automatiche per l’industria alimentare e farmaceutica. A questo si aggiungono, ovviamente, settori già da tempo attenti all’identificazione automatica, come quello elettronico, con particolare attenzione ai costruttori di terze parti, e l’automotive, dove si sta affermando una logistica sempre più esasperata. Parlando di settore manifatturiero, Volta si è detto molto ottimista: “Negli Stati Uniti Obama sta facendo ripartire la produzione e, allo stesso modo, alcune grandi aziende, dopo esperienze nei Paesi a basso costo, stanno tornando a produrre direttamente in Europa. Anche perché non dobbiamo dimenticare che, senza il manifatturiero, un Paese è morto. L’apertura di nuovi impianti industriali, però, è strettamente legata all’automazione dei processi e, in particolare, dei sistemi di identificazione automatica, nei quali noi siamo in grado di fornire le risposte alle esigenze più specifiche e disparate. Ovviamente non possiamo trascurare, in questo ambito, anche i vantaggi della tecnologia RfId, per la quale abbiamo acquisito un’azienda specializzata. Ma queste soluzioni non sono applicabili nel largo consumo, in quanto incidono sul prezzo e hanno evidenziato alcuni limiti non ancora superati. Per tale ragione, anche nei prossimi anni, il codice a barre a lettura ottica rimarrà, nell’ambito dell’automazione industriale, una tecnologia sempre più utilizzata quando è necessario leggere e capire ogni singolo prodotto”. Per informazioni Datalogic www.datalogic.com La nuova generazione dell‘automazione KeDrive for Motion La soluzione universale per l‘automazione di motion e robotica UÊ UÊ UÊ UÊ UÊ Piattaforma di controllo scalabile e aperta Azionamenti ad alta dinamica da 1, 2 o 3 assi Sicurezza multiasse integrata Messa in servizio facile e veloce Compatto e tecnologico Stand 7-470 KEBA AG, Gewerbepark Urfahr, A-4041 Linz, Telefon: +43 732 7090-0 Fax: +43 732 730910, [email protected], www.keba.com Attualità Logistica Barilla automatizza il magazzino di Pedrignano con gli Lgv Inaugurata il 21 ottobre, la struttura potenzia la capacità di stoccaggio e la sostenibilità del gruppo. Dopo i primi mesi di attività, si stimano risparmi annui di 5 milioni di euro di Valeria Villani N ello storico stabilimento di Pedrignano, alle porte di Parma, il Gruppo Barilla ha investito 15 milioni di euro per realizzare un magazzino in tecnologia Lgv (Laser Guided Vehicle), entrato a pieno regime operativo nel corso dell’estate 2013, dopo dieci intensi mesi di lavoro. Le operazioni di handling sono state interamente automatizzate con l’introduzione di 54 carrelli a guida 028 Automazione Industriale - Novembre 2013 laser, gestiti via rete wireless su una superficie complessiva di 40mila m2, con 80mila posti pallet e 120 autoveicoli caricati al giorno. L’investimento esprime in concreto la nuova strategia di crescita della multinazionale alimentare orientata, come il presidente Guido Barilla ha dichiarato nel corso della cerimonia di inaugurazione dello scorso 21 ottobre, “a conservare quella sana capacità di innovazione e rinnovamento costante per giungere, entro il 2020, a raddoppiare il fatturato sui mercati nazionali e internazionali, nel pieno rispetto dell’ambiente”. Da Parma al mondo Non è casuale che Barilla sia partita dal magazzino di Pedrignano con un progetto di automazione completa dell’handling. Da questa struttura, infatti, che già rappresentava uno snodo chiave del network distributivo di Barilla, saranno gestiti ora il 25% dei volumi globali di Barilla e il 40% di tutta la pasta e i sughi prodotti dall’azienda e venduti in tutto il mondo, dal Brasile al Giappone. L’80% delle spedizioni effettuate da Logistica Attualità Tre domande a Roberto Magnani “Il magazzino automatizzato di Pedrignano è il più grande investimento in logistica di Barilla degli ultimi anni”, ha dichiarato Roberto Magnani, Group Logistics Director Barilla, lo scorso ottobre alla cerimonia di inaugurazione, “ed è soltanto uno dei primi investimenti di Barilla in logistica, nell’ottica strategica di crescita del gruppo con l’obiettivo del raddoppiamento del fatturato entro il 2020”. Perché investire in logistica e perché ora? La logistica è un asset strategico per il gruppo. È il primo asset sul quale intervenire per potenziare ulteriormente il servizio al cliente e per massimizzare l’efficienza produttiva e la nostra competitività sui mercati internazionali. Quali obiettivi avete per il futuro del vostro network distributivo? Non escludiamo la possibilità di estendere questo modello di struttura altamente automatizzata ad altre realtà del nostro network logistico nel Paese. Considerati i primi risultati ottenuti e le stime sul ritorno di investimento, è ragionevole pensare che questo primo progetto pilota con tecnologia Lgv non resterà un caso isolato. questo magazzino è diretta ai clienti, i grandi gruppi della distribuzione organizzata. Il nuovo magazzino, che ha una scorta di 20 giorni e gestisce le spedizioni sia verso l’Italia sia per l’export, è adibito allo smistamento della merce prodotta nello stabilimento di Pedrignano (pasta di grano duro e all’uovo) e di quella proveniente da altri stabilimenti (sughi, biscotti, prodotti da forno). La struttura permetterà a Barilla di potenziare l’organizzazione logistica in tre direzioni, come ha sottolineato il presidente: servizio al cliente, efficienza e competitività del Gruppo sul mercato di riferimento e sostenibilità. Con la nuova automazione del magazzino, infatti, l’azienda si attende una riduzione del 50% dei danneggiamenti di prodotto, una maggiore puntualità, Quali criticità possono emergere nell’introdurre un’automazione massiccia in uno snodo cruciale come quello di Pedrignano? Il passaggio da un magazzino gestito in modo tradizionale a un modello completamente automatizzato può essere davvero sfidante. Nel nostro Roberto Magnani, Group caso, abbiamo puntato a Logistics Director Barilla gestire la transizione senza interrompere le attività di movimentazione interna, né alterare il flusso delle spedizioni e lo smistamento della merce o, addirittura, influenzare in alcun modo l’andamento della produzione negli stabilimenti. Siamo riusciti a organizzare il passaggio in modo omogeneo e con continuità conducendo il progetto attraverso una suddivisione del magazzino in tre zone principali, la prima con handling tradizionale, la seconda di transizione per l’implementazione della nuova tecnologia e la terza completamente automatizzata. con un rispetto dei programmi di carico da parte del magazzino superiore al 99,5%, un aumento della capacità di gestione dei picchi di attività fino al +30% rispetto alla media e una completezza degli ordini, rispetto delle quantità ordinate, del 98,8%. Il presidente Guido Barilla Il progetto avrà un impatto importante anche sull’efficienza del Gruppo, sia in termini di miglioramento della produttività (+120% di tonnellate spedite all’ora) e della capacità di stoccaggio: si prevede un incremento del 10% degli attuali 8mila posti pallet. L’intervento, infine, rende Barilla ancora più forte sul fronte della sostenibilità: si potranno eliminare 3mila viaggi all’anno di spola verso magazzini esterni, con tutte le positive ricadute che questo ha sulla riduzione delle emissioni di CO 2, e si potrà ridurre del 40% il consumo di energia elettrica per l’illuminazione e del 20% il consumo di energia termica. Novembre 2013 - Automazione Industriale 029 Attualità Logistica Alimentare, un settore che investe Presente alla cerimonia di inaugurazione a Pedrignano, il Ministro per lo Sviluppo Economico Flavio Zanonato ha definito il progetto del magazzino Barilla l’esempio di un’Italia che ancora investe, produce e compete sui mercati internazionali, contribuendo in modo decisivo alla ricchezza nazionale. “In questo polo industriale si coglie l’eccellenza italiana di un settore che sa declinare tecnologie di automazione, informatica e robotica al miglioramento della qualità della vita nel rispetto dell’ambiente”, ha commentato il Ministro. Da sinistra, Guido Barilla, Flavio Zanonato e Roberto Magnani all’inaugurazione dello scorso ottobre Tecnologia ‘made in Emilia’ Il progetto di Pedrignano è stato realizzato con la collaborazione di un partner sul territorio. A fornire la tecnologia Lgv e il software di supervisione del magazzino a Barilla è stata infatti Elettric80, un’azienda di Viano, alle porte di Reggio Emilia, che ha collaborato per dieci mesi con i tecnici Barilla per progettare il sistema di automazione pienamente conforme agli standard di food safety e di customer care service della multinazionale. Alla base del progetto è la tecnologia a guida laser dei 54 carrelli adibiti al trasporto e allo stoccaggio delle merci, i quali possono muoversi senza l’ausilio di fili o binari su percorsi predefiniti progettati per ottimizzare il traffico e le distanze all’interno del magazzino. Ogni veicolo ha una batteria con otto ore di autonomia che può essere sostituita direttamente dal carrello che ‘da solo’ si reca in un locale attrezzato del magazzino, nel quale la batteria è sostituita e ricaricata per l’utilizzo successivo. La movimentazione dei carrelli è gestita attraverso una piattaforma software di supervisione e controllo che identifica gli ordini, localizza la posizione dei pallet da stoccare o prelevare in tempo reale e interagisce con i carrelli attraverso una rete wireless in radiofrequenza. La posizione dei carrelli è identificata ed eventualmente modificata in tempo reale attraverso degli scanner laser posizionati sui carrelli, che tra l’altro montano a bordo sui quattro lati anche dei sensori di sicurezza perimetrali. Per informazioni Barilla www.barillagroup.it Elettric80 www.elettric80.com/it 030 Automazione Industriale - Novembre 2013 Food & beverage Attualità Heineken sceglie la codifica Markem-Imaje Per i suoi plant francesi il produttore di birra ha selezionato il marcatore 9232, adatto a confezioni pellicolate e in cartone di Laura Rubini D opo aver sperimentato le tecnologie Markem-Imaje nello stabilimento produttivo nei pressi di Strasburgo, in Alsazia, Heineken France ha ribadito la scelta delle soluzioni di marcatura MarkemImaje, selezionando nuovamente l’azienda sulla base di un bando lanciato per la dotazione degli altri due birrifici in Francia, a Lille e Marsiglia. Con 4mila collaboratori e un fatturato annuo di 1,77 miliardi di euro, Heineken France è tra le prime 150 aziende francesi per fatturato e distribuisce ogni anno 5,7 milioni di ettolitri di birra nel Paese. Accanto al marchio Heineken, l’azienda produce altre sedici birre, tra cui Fischer, Adelscott e Amstel. Heineken France è parte di Heineken International, primo gruppo in Europa e terzo nel mondo per volume di vendite nel settore della birra. Le esigenze di codifica dei birrifici Heineken spaziano dalle confezioni in cartone a quelle pellicolate, dalle bottiglie, alle scatole, ai fusti: supporti diversi che, oltretutto, spesso devono essere marcati ciascuno con un’ampia varietà di messaggi. Esistono due importanti vincoli: il primo è relativo alla velocità delle linee, che in alcuni casi raggiungono i 70mila pezzi/ora, mentre il secondo riguarda il tipo di ambiente produttivo, caratterizzato da una forte umidità e quindi dalla necessità di un’asciugatura dei contenitori prima della marcatura. Proprio a causa di queste complessità in tema di codifica, Heineken France ha effettuato una serie di test presso i diversi fornitori selezionati attraverso il bando, che hanno portato alla scelta del marcatore 9232 di Markem-Imaje. “Abbiamo testato con successo le prestazioni degli impianti nel contesto reale: cadenze elevate, cambiamenti di formato, zona umida”, spiega Sophie Lesenfans, Buyer Progetti Industriali e Capex di Heineken France. “Il marcatore 9232 era anche quello più user-friendly ed ergonomico”. Dopo la prima installazione in Alsazia, altri ventinove marcatori 9232 sono stati installati da MarkemImaje nei due birrifici di Lille e Marsiglia, venti nel primo e nove nel secondo. Markem-Imaje 9232 è un marcatore a getto d’inchiostro e piccolo carattere che “si distingue per la grande affidabilità e l’elevata performance di stampa anche ad alte velocità”, dicono i responsabili di Markem-Imaje. Progettato per garantire un efficiente controllo dei costi, è semplice da usare, grazie all’interfaccia utente touchscreen intuitiva. Il marcatore 9232 è anche rispettoso dell’ambiente: si compone infatti per più dell’80% di materiali riciclabili, presenta nuovi inchiostri senza chetone e senza Mek ed è conforme alla norma RoHS. Accanto alle caratteristiche tecniche del marcatore, la scelta di Heineken è legata anche dall’approccio globale di Markem-Imaje, “in grado di fornire, insieme alla macchina, anche tutti i servizi di assistenza necessari, dalla formazione del personale che la utilizzerà, alla manutenzione, preventiva e curativa, dalla fornitura dei materiali di consumo fino alla raccolta e al trattamento dei rifiuti”, commenta Lesenfans. Per informazioni Markem-Imaje www.markem-imaje.it Novembre 2013 - Automazione Industriale 031 Speciale Azionamenti e motion control 032 Automazione Industriale - Novembre 2013 Azionamenti e motion control Speciale Uscire dalla crisi: azione! Gli azionamenti e il motion control sono in grado di incidere negli impianti di produzione a livello quantitativo e qualitativo. Caratteristiche che li rendono strumenti importanti per consentire alle aziende di migliorare produttività e competitività di Massimiliano Luce L a crisi che sta proseguendo nella sua nefasta opera di profondo ridimensionamento di numerosissime attività produttive ha un unico modo di agire, sempre il medesimo: contrazione del credito, impossibilità di pianificare investimenti e di conseguenza rinnovarsi per affrontare le nuove sfide del mercato, ristrutturazioni aziendali seguite purtroppo dalla riduzione del perimetro aziendale e di tutto ciò che non viene più considerato strategico, risorse umane comprese. Una sorta di film che conosce un’unica sceneggiatura. Viceversa, la risposta alla crisi può essere più fantasiosa. Per recuperare la competitività perduta, è possibile intraprendere numerose azioni e considerare molteplici fattori. Vi sono diversi aspetti che possono essere valutati e alcuni, magari proprio quelli solitamente trascurati, possono semmai guidare le aziende alla riscossa. Un esempio? Anche l’evoluzione proveniente dal settore degli azionamenti e del motion control può regalare soddisfazioni insperate. È proprio in questo settore, del resto, che la conquista del tempo, che nel mondo degli affari da sempre è sinonimo di denaro, e dello spazio, nel senso di ottimizzazione degli ingombri delle risorse e dei dispositivi coinvolti nei processi di produzione, è un fine al quale si tende continuamente e senza sosta. Parlare perciò di azionamenti e motion control significa affrontare di petto i temi più urgenti di ogni impianto di produzione: come recuperare efficienza? Come ridurre qualsiasi fonte di spreco? Come sfruttare al meglio le risorse già disponibili? Dall’impronta delle domande, si coglie bene come gli aspetti quantitativi della produzione legati al tema degli azionamenti e del motion control, sfumino fino ad abbracciare completamente questioni legati anche alla sua qualità. Infatti, precisione e velocità degli azionamenti determinano in modo diretto le stesse prestazioni produttive. Tutto ciò grazie, da un lato, alla possibilità di ricorrere a piattaforme flessibili in grado di evolvere secondo le esigenze delle aziende e, dall’altro, alla possibilità di contribuire allo sviluppo di capacità sempre più precise di autodiagnosi delle anomalie. Questo genere di soluzioni, inoltre, risponde a un’altra esigenza molto importante e particolarmente sentita: la protezione degli investimenti. Oggi gli azionamenti fanno ricorso a tecnologie avanzate e robuste, caratteristiche che rappresentano la migliore garanzia di una maggiore durata nel tempo. Dato che è possibile sostituire il film della crisi con quello della ripresa, meglio che duri il più a lungo possibile. Novembre 2013 - Automazione Industriale 033 Speciale Scenari La sicurezza per gli assi verticali La sicurezza integrata è sempre più protagonista. Nell’azionamento diventa difatti misura per la riduzione dei rischi in conformità alla norma EN Iso 13849-1 di Andrea Colombo I costruttori di macchine e impianti devono affrontare le sfide rappresentate dalle indicazioni della norma EN Iso 13849-1. Una tra queste è il dovere fornire prove matematiche che il livello di sicurezza raggiunto dalla loro applicazione corrisponda effettivamente al livello richiesto dagli standard in vigore. Le funzioni di sicurezza integrate nell’azionamento sono sempre più utilizzate in questo ambito al fine di ridurre i rischi. I rischi vengono stimati, secondo quanto definito nella norma En Iso La soluzione di azionamento sicuro Pmcprotego DS di Pilz Brevi informazioni relative alla norma EN Iso 13849-1 nel libro Pilz sulla sicurezza 034 Automazione Industriale - Novembre 2013 13849-1, con l’aiuto di un apposito grafico del rischio. Alcuni tra i fattori rilevanti sono: la gravità delle possibili lesioni, la frequenza di esposizione al rischio e la possibilità di evitare i rischi nell’applicazione. Il risultato di questa stima dei rischi individuali è il Performance Level richiesto (PL). I rischi correlati ai servo-assi Se si considerano i rischi potenziali correlati ai servo-assi, è chiaro che un asse verticale ne rappresenta l’esempio perfetto. La disattivazione dell’alimentazione Scenari Speciale Situazioni pericolose in non è sufficiente per portare un asse in condizioni di sicurezza. In molti casi è il peso dell’asse stesso a causarne la caduta; massa e attrito ne determinano la velocità. In quanto parte dell’analisi del rischio, i rischi potenziali vengono analizzati nelle varie modalità operative della macchina e durante lo svolgimento dei compiti dei diversi operatori. In seguito è possibile identificare le misure necessarie. Nel caso degli assi verticali, le misure da intraprendere dipendono essenzialmente dal fatto che l’intero corpo dell’operatore possa passare al di sotto dell’asse verticale o se solo le sue mani e le sue gambe si trovino in quella condizione. Altri aspetti da considerare sono la frequenza e la durata della permanenza dell’operatore nella zona pericolosa. Tutti questi fattori concorrono a calcolare il Performance Level (PL) richiesto per le funzioni di sicurezza. Il PL di componenti non intelligenti La norma EN Iso 13849-1 prescrive di tenere in considerazione non solo la parte elettrica della funzione di sicurezza, ma anche quella meccanica, idraulica e pneumatica. Nel caso esemplificativo dell’asse verticale viene utilizzato un freno di stazionamento supplementare, applicazioni con assi verticali e carichi sospesi che però non dispone di un suo Performance Level, poiché questo può essere calcolato unicamente per i componenti intelligenti. Il costruttore del freno può fornire unicamente quello che viene chiamato valore B10d. Egli non sa esattamente come saranno utilizzati i suoi componenti nelle singole applicazioni, pertanto può solo redigere una dichiarazione relativa al numero di operazioni ipotizzabili prima che si verifichi un guasto a un componente. Il progettista o l’ingegnere incaricato della costruzione della parte di sicurezza del sistema di controllo devono quindi calcolare l’intervallo di tempo prima che si verifichi un guasto pericoloso del componente (Mttfd). Il valore B10d non è l’unico fattore da tenere in considerazione per questo calcolo; un altro fattore chiave che influenza il valore Mttfd è il tempo medio che intercorre tra due cicli consecutivi. I due valori citati, Mttfd o B10d, sono semplicemente due delle numerose variabili. Altre sono: la copertura diagnostica (DC), i guasti per causa comune (Ccf) e la frequenza di utilizzo delle parti sottoposte a usura (ad esempio, interruttori, relè). È necessaria una solida conoscenza degli standard in vigore per potere elaborare tutti questi valori fino a ottenere un unico risultato, ovvero il Performance Level. Gli sforzi necessari per eseguire questi calcoli in conformità alla norma EN Iso 13849 possono essere drasticamente ridotti grazie all’utilizzo di uno strumento software appropriato (ad esempio, PAScal Safety Calculator di Pilz). Novembre 2013 - Automazione Industriale 035 Speciale Scenari La versione di Pilz Le misure per la riduzione dei rischi Una volta identificati i rischi correlati all’applicazione per mezzo della stima del rischio, è possibile identificare e mettere in atto misure per la riduzione dei rischi stessi. Partendo dai rischi associati all’asse verticale, come descritto in precedenza, è ragionevole supporre che la funzione ‘test di sicurezza dei freni’ potrebbe essere una delle potenziali misure per la riduzione dei rischi. Questo test può essere utilizzato per identificare qualsiasi guasto nel sistema di controllo e nella meccanica dei freni. Il test dei freni può essere eseguito a ogni turno produttivo oppure ogni 24 ore, in base all’applicazione specifica e dei requisiti indicati nell’analisi del rischio. Il controllo dei freni per mezzo della funzione chiamata ‘comando sicuro dei freni’ impedisce l’usura degli stessi, oltre a rappresentare un requisito per il calcolo del livello di sicurezza raggiunto dai freni in conformità agli standard in vigore. Questa funzione rappresenta inoltre la base per il calcolo del sistema frenante, composto da azionamento e freni, secondo la Le funzioni di sicurezza dei freni sono parte integrante delle soluzioni Pilz per l’azionamento sicuro. In combinazione con i servodrive Pmcprotego D, la scheda di sicurezza Pmcprotego S assicura il controllo del movimento nel punto esatto dove questo ha luogo, direttamente nell’azionamento. In questo modo è possibile ridurre i tempi di intervento e aumentare la sicurezza in tutti i luoghi in cui uomini e macchine operano congiuntamente. Allo stesso tempo, si riduce la necessità di componenti esterni e, di conseguenza, il cablaggio e i costi correlati. norma EN Iso 13849-1. Queste funzioni di sicurezza eseguono automaticamente il test dell’azione frenante, garantendo una riduzione delle operazioni di manutenzione, un aumento della produttività, una maggiore disponibilità e un livello di sicurezza ancora più elevato. Le funzioni sono utilizzate in combinazione con altre funzionalità di sicurezza: ‘disattivazione coppia in sicurezza’ (disattivazione dell’alimentazione del motore) e ‘arresto in sicurezza 1’ (arresto controllato dell’azionamento). Gli strumenti degli esperti Gli esperti in sicurezza Pilz possono offrire un supporto anche grazie a strumenti come PAScal Safety Calculator grazie a informazioni mirate, come quelle riportate nel libro Pilz sulla sicurezza (www.pilz.de/sicherheitskompendium), e tramite servizi specifici in conformità ai requisiti della norma EN Iso 13849-1. 036 Naturalmente tutto questo è affiancato dai prodotti Pilz per la sicurezza: sensori, sistemi di comando e controllo e azionamenti, tutti prodotti che possono essere utilizzati come misure per la riduzione del rischio secondo quanto previsto dalla norma EN Iso 13849-1. Automazione Industriale - Novembre 2013 Le funzioni di azionamento sicuro qui descritte non rappresentano che una parte delle potenziali misure da intraprendere per la riduzione dei rischi causati dagli assi verticali. Esiste, infatti, una vasta gamma di ulteriori funzioni e di misure di sicurezza per sensori e dispositivi di comando e controllo in sicurezza. Valutazione e verifica delle funzioni di sicurezza Una volta definite le misure per la riduzione dei rischi, è importante controllarne l’effetto sulla sicurezza. Ciò significa che è necessario ricalcolare il Performance Level tenendo conto delle misure identificate. Il passo finale è la comparazione tra il Performance Level definito tramite la stima del rischio e il Performance Level raggiunto. Se il Performance Level raggiunto è maggiore o uguale a quello richiesto, il requisito per l’implementazione si considera soddisfatto. PAScal Safety Calculator di Pilz calcola il Performance Level raggiungibile per le funzioni di sicurezza in impianti e macchine, in base ai componenti utilizzati. Il risultato viene verificato confrontandolo con il PL richiesto secondo EN Iso 13849-1 e viene redatto un elenco di ogni azione ritenuta necessaria. I risultati sono rappresentati graficamente, in modo da poter vedere chiaramente qual è il livello di sicurezza raggiunto e con quali componenti. Per informazioni Pilz Italia www.pilz.it La nuova piattaforma software per tecnologie d’eccelenza Progea presenta Automation Platform.NExT ™ la nuova era della supervisione industriale. Automation Platform.NExT ™ è una architettura software pensata per costituire la base dei moderni sistemi d’automazione. E’ una piattaforma aperta e scalabile, basata su .NET e sulle più moderne tecnologie software, e basata su concetti modulari con tecnologia “plug in”, per rendere le architetture software industriali più aperte e scalabili, integrando moduli funzionali in grado di gestire efficacemente tutte le esigenze di impresa. I professionisti dell’automazione possono così disporre di una soluzione modulare ed aperta quale piattaforma per Supervisione, HMI, Controllo, Historian, MES ed Analisi industriale. Piattaforma 64 bit basata su WPF Framework .NET con tecnologia Plug-in Information Model basato su OPC UA Grafica 2D e 3D accelerata, basata su XAML Supporto Multitouch e Kinect Nuove librerie grafiche di eccezionale qualità Modulo Report Manager Linguaggio VB.NET integrato Modulo I/O Data Server SQL Server e provider DB con supporto Cloud DB Web Client su HTML5 e Silverlight- APP per Win8RT Sicurezza e performances ai massimi livelli provare Venite a cnologia : te la nuova 013, DRIVES 2 4 SPS IPC 49 Stand 7 Hall. 7 ania rm e G rga, Norimbe Novembre 28 dal 26 al Per maggiori informazioni, visitate www.progea.com o contattate i nostri uffici Italia: Tel +39 059 451060 [email protected] Germany: Tel +49 7721 9925992 [email protected] United States: Tel +1 888 3052999 [email protected] International: Tel +41 91 9676610 [email protected] Speciale Applicazioni Azionamenti per una logistica verde Risparmiare i costi elettrici e sfruttare in maniera più efficiente lo spazio disponibile del magazzino: oggi è più facile grazie agli azionamenti che rendono gli spostamenti dei robot autonomi ancora più precisi di Anja Schütz* I robot Ylog si muovono in modo completamente autonomo 038 Automazione Industriale - Novembre 2013 N el 2007 i due manager austriaci Heinrich Amminger e Martin Trummer si sono posti come obiettivo quello di rivoluzionare la logistica dei magazzini. Lo sviluppo dei magazzini miniload automatici, un sistema logistico intelligente e per di più ecosostenibile, ha permesso alla neonata Ylog di Dobl (Graz, Austria) di attirare sempre più nuovi clienti. Il loro principio di logistica di magazzino è estremamente semplice da spiegare: una tecnologia basata su singoli veicoli autonomi (AiV). Questi si riconoscono a vicenda, rispettano le regole di precedenza e i sensi unici, svolgendo così i loro compiti in maniera completamente autonoma, ovvero senza alcun intervento o coordinazione da parte di un computer centrale. Grazie all’impiego di questa nuova tecnologia è possibile provare tutte le possibili razionalizzazioni e risparmiare in questo modo i costi. Anche per quanto riguarda il rapporto qualità prezzo e il consumo energetico, questi robot presentano un enorme vantaggio rispetto ai sistemi esistenti. Nei sistemi attuali vengono impiegati soprattutto i cosiddetti ‘trasloelevatori’, che si spostano lungo lo scaffale per depositare o Applicazioni Speciale prelevare la merce. La soluzione Ylog unisce per la prima volta un sistema di trasporto autonomo con la logistica dei contenitori dei magazzini miniload. Questa modalità di stoccaggio è presente in circa il 95% dei magazzini di tutto il mondo. Missione compiuta Ylog costruisce sistemi shuttle di diverse dimensioni con ruote orientabili adatte sia per la logistica di magazzino che per quella di trasporto. Grazie al sistema di navigazione presente a bordo, gli AiV sono in grado di compiere semplici missioni e individuare il più idoneo tra gli scaffali. Lo sviluppo di questo sistema logistico intelligente è talmente avanzato da permettere la ricarica delle batterie dei carrelli di trasporto durante il funzionamento. Questo è possibile perché gli shuttle, che pesano soltanto 50 kg, hanno bisogno di poco spazio di manovra. I carrelli di trasporto dispongono di una potenza di 100 Watt, per questo motivo invece delle batterie tradizionali vengono utilizzati i cosiddetti ‘supercondensatori’. Il grande vantaggio di questo tipo di condensatori sta nel fatto che possono essere caricati in pochissimi secondi, ma sono in grado di accumulare la stessa energia delle batterie tradizionali. Grazie al loro consumo energetico ridotto, è possibile azionare circa 200 robot con lo stesso consumo di un singolo trasloelevatore tradizionale, che consuma L’EC-max 30 di maxon viene impiegato nel robot Ylog per le ruote orientabili dei veicoli AiV in media circa 20mila Watt. L’elemento determinante del sistema logistico è il sistema di comando: gli shuttle ricevono dall’unità centrale l’ordine di prelevare o depositare un determinato contenitore sugli scaffali, tuttavia sono loro stessi a spostarsi autonomamente grazie alle norme di circolazione programmate. Grazie a questa concezione decentralizzata nel magazzino possono spostarsi contemporaneamente fino a 500 carrelli di trasporto. Direzionamento preciso In questi veicoli autonomi, i motori e i riduttori maxon motor svolgono diverse funzioni. Nove degli undici assi di un AiV vengono infatti azionati da motori maxon: questi direzionano le ruote e prelevano e depositano i contenitori. Sono impiegate diverse versioni di motoriduttori adatte alle esigenze del cliente. Ogni shuttle conta complessivamente nove motori. Ad esempio, quattro motori maxon EC max 30 sono utilizzati per far curvare i veicoli robotizzati. Le ruote orientabili del veicolo sono posizionate correttamente mediante l’azionamento. Dei motori EC a commutazione elettronica maxon motor sottolinea soprattutto le “caratteristiche ottime di coppia, l’elevata potenza, il campo di velocità particolarmente ampio e, ovviamente, la lunga durata di servizio”. Gli azionamenti vengono impiegati in combinazione con i riduttori planetari maxon nella versione in ceramica. L’impiego nei riduttori di componenti in ceramica permette di migliorare le caratteristiche di usura dei componenti critici. Questi riduttori presentano anche una maggiore durata, maggiori coppie di breve durata e continue e maggiori velocità di ingresso. Ylog aveva bisogno di motori in diverse taglie, combinate con i riduttori appropriati e maxon è stata in grado di soddisfare perfettamente le sue richieste. Il design personalizzato degli azionamenti, ad esempio per i motori direzionali, è stato decisivo per la scelta dei motori maxon da parte di questa nuova società. Al momento Ylog è presente con il suo sistema di trasporto in nove magazzini. Il più grande di questi si trova in una vetreria in Germania. Qui vengono impiegati 52 AiV: in totale sono 468 i motori maxon che ogni giorno trasportano migliaia e migliaia di articoli. *Anja Schütz di maxon motor. Per informazioni maxon motor Italia www.maxonmotor.it Novembre 2013 - Automazione Industriale 039 Speciale Applicazioni Al bando la complessità Con il giusto connubio di competenze ingegneristiche ed esperienza sul campo, è possibile progettare e realizzare prodotti per il motion control affidabili anche in ambiti di applicazione complessi, come gli impianti nucleari di Andrea Colombo M oog Industrial Group, una divisione di Moog, ha fornito un sistema di motion control e servizi di ingegneria a James Fisher Nuclear (JFN) per il manipolatore a braccio ModuMan 100 che sarà impiegato durante lo smantellamento degli impianti nucleari. Il manipolatore è utilizzato per afferrare e spostare materiali, evitando il contatto umano. Si tratta di un dispositivo simile a un braccio, con vari gradi di libertà ed è impiegato per trattare materiali radioattivi o biologici pericolosi, in luoghi inaccessibili o per applicazioni in ambito chirurgico e aerospaziale. JFN ha deciso di sviluppare e fornire un braccio meccanico durevole e di facile manutenzione, per il trattamento di rifiuti nucleari immagazzinati in vari siti in tutto il Regno Unito. L’azienda ha contattato Moog nel Regno Unito per lo sviluppo di un sistema idraulico di controllo del movimento 040 Il manipolatore a braccio ModuMan 100 e per la modellazione e simulazione durante la progettazione del prodotto. Le competenze ingegneristiche, unitamente alla tecnologia del software di controllo e dei servo-azionamenti di Moog, assicurano il movimento accurato del braccio di manipolazione a sei assi idraulici. sarà impiegato durante lo smantellamento di impianti nucleari in tutto il Regno Unito Automazione Industriale - Novembre 2013 Servo-azionamenti in rotazione Progettato per operazioni di smantellamento nell’industria nucleare, può sollevare 100 kg in un raggio di 2,3 m ed è in grado di raggiungere le scorie radioattive attraverso un portello standard da 270 mm di diametro. È dotato di tre modalità di funzionamento (Joint, Tool e World) con opzioni ‘Taught Paths’ (Apprendimento Percorsi) e ‘Collision Avoidance’ (Evitare collisioni). Impiega componenti industriali come resolver, attuatori, servovalvole e sensori, che sono integrati e azionati da un sofisticato software di controllo. Il sistema di controllo Moog è costituito da due servocontroller II (Msc II), tre servocontroller I (Msc I), due servoazionamenti (Msd) e dal Motion Control Software, tutti progettati e costruiti da Moog. Il sistema permette la rotazione della spalla di ±130º, un’elevazione della spalla di ±90º e del gomito di ±130°, una rotazione del polso di ±130° e una flessione di altrettanti ±130°, la rotazione continua dell’utensile e l’apertura della pinza compresa tra 0-150 mm. I componenti Moog fondamentali per il controllo del movimento sono situati al di fuori dell’area radioattiva. “Abbiamo progettato ModuMan 100 sulla base di attuatori idraulici convenzionali abbinati a una strumentazione industriale ed elementi di controllo di comprovata efficienza, per garantire un’elevata robustezza”, ha dichiarato Matthew Journee, Operations Manager di JFN. “Per agevolare la manutenzione, abbiamo anche deciso di posizionare gli elementi vitali di controllo fuori dallo spazio operativo. La collaborazione con Moog ci ha permesso di fornire un prodotto in linea con i requisiti richiesti. Il primo ModuMan 100 è stato consegnato al cliente per testarlo e valutarlo in un laboratorio per i test nucleari nel Regno Unito”. Per informazioni Moog www.moog.com/industrial Speciale Applicazioni L’automazione ha fatto il vuoto Qualità, precisione, affidabilità sono termini largamente utilizzati (e in molti casi abusati) in campo industriale. Ci sono settori, come il pharma, però, nei quali certi attributi sono requisito essenziale per conquistare la fiducia del mercato di Andrea Colombo C hi opera in campo farmaceutico sa bene quanto conti agire secondo conformità per eliminare alla radice tutte le variabili che possono compromettere il risultato finale di una produzione. Una responsabilità che ricade soprattutto sulle spalle dei costruttori di macchine, dalle cui attività dipende in buona parte la sicurezza del farmaco e, di conseguenza, del trattamento sanitario. Dosa, società che progetta e realizza macchine per confezionare prodotti a uso medico per via orale Macchina monoblocco Dosa per riempimento asettico 042 Automazione Industriale - Novembre 2013 e parenterale, crede che il rigore e l’attenzione per i particolari rappresentino al giorno d’oggi qualità indispensabili per attrarre gli investimenti delle grandi case farmaceutiche. Per questo motivo ha scelto di sviluppare macchine complesse che rispondano alle più stringenti normative del settore e di farlo grazie al supporto di un partner come Omron. La summa di questa mission è ben visibile all’interno di Dosafill, una soluzione per microdosare prodotti antibiotici per riempimento asettico. Interamente progettata per il mercato della Corea del Sud, Dosafill è la prima di una serie di macchine strutturate per dosare prodotti polverosi sterili in vials e sigillarli sottovuoto. Tecnologia a lunga conservazione La soluzione Dosafill consente a Dosa di rispondere a una precisa necessità dell’industria farmaceutica: allungare la vita media dei presidi, e in particolare di tutti quei farmaci sensibili sia all’umidità che all’ossigeno. Ciò avviene tramite una conservazione sottovuoto che rallenta i processi ossidativi, allungando di circa 10 volte la vita media del farmaco, in modo totalmente sicuro: un venturimetro gestito con un segnale analogico provvede infatti a creare una curva progressiva evitando così brusche asportazioni di prodotto. “Si tratta di un procedimento piuttosto complesso”, ci tiene a sottolineare Pietro Dovesi, General Manager di Dosa. “Creare il vuoto assoluto laddove c’è un farmaco polveroso non è una cosa semplice, il rischio è soprattutto quello di Applicazioni Speciale asportare il prodotto. La polvere è per sua caratteristica un prodotto instabile, composto da granulati di dimensioni diverse e che risentono nella maggior parte dei casi delle condizioni atmosferiche (umidità, temperatura). Per questo motivo abbiamo progettato e realizzato una macchina che, grazie anche a servomotori e componenti elettronici forniti da Omron, ci permette di interpretare e adattarci a queste mutazioni”. Passaggio al digitale Dosafill è la prima macchina Dosa che sfrutta un’architettura centralizzata basata su plc Omron CJ2 e scheda di controllo assi Mch72. Dalla parte più complessa legata ai movimenti interpolati al semplice nastrino tutta la struttura utilizzata è stata concepita su una base digitale: la presenza di un plc Omron CJ2 consente nello specifico di gestire gli assi nelle singole variabili (guadagni, accelerazioni, dosaggio, peso) in modo centralizzato attraverso un pannello operatore NS8 o tramite collegamento remoto. La comunicazione via Ethernet, inoltre, permette di migliorare l’integrazione con tutti i componenti Omron, potendo sfruttare un unico concentratore di dati (lo switch) per la visualizzazione di tutte le utenze a esso collegate (pannello, plc, Mch). “Tutte le varie schede monoasse dedicate rappresentavano una limitazione in termini di gestione”, spiega Luca Gabbi, Skilled Engineer di Dosa. “Se prima dovevamo aprire il quadro, collegare un computer e lavorare manualmente per gestire dall’alto le funzioni della macchina, ora abbiamo la possibilità di controllarle tutto in modo efficiente anche da fuori”. Il plc Omron CJ2 lavora su linea Mechatrolink sfruttando come comunicatore digitale la scheda CJ1W-Mch72. Quest’ultima controlla i drive e, tramite Modbus, gli inverter. La possibilità di sfruttare I/O remoti permette di comporre in modo modulare ingressi e uscite, semplificando il cablaggio e le correzioni in fase avanzata di sviluppo. Nell’ottica di una maggiore decentralizzazione verso le utenze esterne e ai segnali di bordo, Dosa ha optato per un’architettura in CompoNet. Le zone più comode per il cablaggio sono state delimitate e portate al plc attraverso un segnale digitale per essere completamente visibili dall’operatore. Dosaggio: l’importanza dei motori Come buona parte delle macchine che operano nel mondo farmaceutico, Dosafill è stata concepita per rispondere a tutta una serie di controlli qualità. “Un flacone non conforme può risultare letale”, spiega Alessandro Pierini, Product Division di Dosa, “per questo motivo è necessario controllare in modo severo Sistema combinato dei flussi d’aria laminari, verticale e orizzontale tutte le operazioni di dosatura, peso e sottovuoto”. Il sistema di dosaggio è stato quindi movimentato da due motori Omron G5, uno per la rotazione del tamburo, ovvero per l’aggiornamento della ruota a passi, e l’altro per mantenere il cilindro, e di conseguenza il volume di polvere da dosare, in asse con il tamburo stesso. “Se questo motore non risultasse in asse con il tamburo avremmo un’escursione random difficilmente controllabile”, sottolinea Gabbi, “il che comporterebbe volumi diversi a ogni dosata. Naturalmente anche il tamburo deve essere molto preciso negli arresti: se il posizionamento non risulta perfettamente perpendicolare rispetto al flacone si rischia di far fuoriuscire il prodotto o di sporcare il collo del contenitore. Le tolleranze sono molto ristrette”. Il controllo del peso viene gestito da sei bilance attraverso il calcolo della differenza lordo-tara e dei relativi feedback in base a ciò che è previsto dalla ricetta: in caso di sovra o sottodosaggio l’operatore può agire sul motore modificando la corsa all’interno del tamburo rotante. Oltre ai motori intelligenti, la macchina utilizza motori secondari per i nastrini e per il controllo dei flussi laminari. Omron ha fornito a Dosa anche tutto l’equipaggiamento relativo alla sicurezza a bordo macchina, compresi fotocellule, sensori induttivi, sensori laser. La presenza di un plc di sicurezza collegato in Ethernet permette inoltre di migliorare le varie operazioni di diagnosi. Per informazioni Omron Electronics www.industrial.omron.it Novembre 2013 - Automazione Industriale 043 Speciale Applicazioni Packaging diversificare è meglio Per un’azienda come Cermex è vitale affrontare la diversificazione dei mercati. Inevitabile la scelta di una soluzione pienamente integrata, dall’interfaccia operatore ai servomotori, comprese le schede di controllo assi di Andrea Colombo FlexiCase, l’incartonatrice verticale multifunzione di Cermex, realizzata in collaborazione con Rockwell Automation 044 C ermex, costruttore di macchine per packaging di fine linea, offre soluzioni complete di inscatolamento, avvolgimento in pellicola e pallettizzazione, sia per le piccole e medie industrie sia per i grandi gruppi internazionali nei settori degli alimenti, delle bevande, dei cosmetici e dei prodotti farmaceutici. Automazione Industriale - Novembre 2013 La nuova incartonatrice verticale e multifunzione della società, FlexiCase, è stata progettata per rispondere alle esigenze dei mercati home/healthcare e realizzare operazioni di formatura, imballaggio e incollaggio. FlexiCase ha una velocità di 40 scatole al minuto, un ingombro di 20 m² e può lavorare una gamma molto ampia di prodotti e cartoni. L’incartonatrice ha una struttura a portale a controllo numerico collegata a un manipolatore semplice e leggero. La macchina, completamente modulare, offre la possibilità di integrare robot a bracci articolati esogeni e altri moduli pick&place. Una logica integrata Cermex ha sviluppato l’inscatolatrice FlexiCase in stretta collaborazione con Rockwell Automation, fin dalle fasi di ricerca e sviluppo. Per controllarla, Cermex ha optato per una soluzione globale Rockwell Automation basata su una piattaforma ControlLogix che incorpora un’interfaccia operatore PanelView Plus 1000, un controllore ControlLogix L7, ingressi/uscite decentralizzati Point I/O, schede di controllo assi Sercos, servo-azionamenti Kinetix 6000, servomotori Mpl-B e inverter PowerFlex 40. I 17 servomotori Kinetix 6000 di Rockwell Automation utilizzati per le varie funzioni assicurano un ciclo notevolmente più fluido e preciso, garantendo l’integrità del prodotto e del suo imballaggio. La logica modulare della macchina risulta così integrata anche nella struttura di automazione e controllo assi. Sviluppate secondo lo standard Applicazioni Speciale Omac (Organization for Machine Automation and Control), tutte le funzioni dell’inscatolatrice sono divise in sottoprogrammi riutilizzabili e autonomi. Questo approccio riduce l’impegno di programmazione durante lo sviluppo di nuove applicazioni e semplifica le fasi di qualificazione offrendo, nel contempo, maggiore stabilità ai clienti. L’interfaccia operatore PanelView Plus 1000 versione 6 contiene un menu perfettamente adattato alla macchina, assicurando una migliore segnalazione dei problemi e permettendo una più rapida ricerca dei guasti. “L’operatore è portato direttamente alla fonte del problema”, spiega Jean-Marc Passemard, Sales Promotion Manager di Cermex. “Oltre a conferire fluidità e precisione ai movimenti, i 17 servomotori integrati nella soluzione semplificano notevolmente le procedure di impostazione e di regolazione di precisione”. Obiettivo raggiunto: 40 imballaggi al minuto Produrre imballaggi per contenitori di plastica (gel doccia, shampoo, liquidi per bucato o detergenti) la cui forma e il cui comportamento variano notevolmente, pone sfide specifiche in termini di automazione. “Volevamo progettare una macchina con caratteristiche ottimali: un’elevata velocità di produzione, un ridotto ingombro e un’ampia gamma di possibili formati di imballaggio”, spiega Passemard. “La funzione di formatura doveva essere molto compatta, ma garantire, nel contempo, la lavorazione di 40 unità di imballaggio al minuto. Questo obiettivo è stato raggiunto e l’ingombro è un terzo rispetto a una soluzione standard di formatura orizzontale”. Per informazioni Rockwell Automation www.rockwellautomation.com Speciale Prodotti Regolatore assi con Usb a cura di Massimiliano Luce Servoazionamento da premio La nuova generazione di servoazionamenti Microflex E150 di Abb, vincitore del premio Engineers’ Choice Award di Control Engeneering, è disponibile in tre grandezze, da 3, 6 e 9 A con sovraccarichi del 200% e alimentazione da 110 a 230 Vca. Dotata di ingresso con funzione di sicurezza Sto (certificato Iec 61800-5-2, Sil3 PLe), questa serie di convertitori di frequenza permette una veloce connettività mediante molteplici protocolli di comunicazione come, ad esempio, Ethercat, Ethernet/IP, Ethernet Tcp/IP e Modbus Rtu, senza l’ausilio di schede aggiuntive. L’ingresso encoder universale permette l’adattamento a diversi motori e applicazioni (dai motori brushless, lineari e asincroni). L’ingresso encoder inoltre può essere utilizzato anche in abbinamento con ingresso encoder di pilotaggio per applicazioni Master/Slave. La quantità di ingressi e uscite disponibili consente numerosi vantaggi sia se la connessione è tramite bus (Ethercat o altri bus, ad esempio), utilizzando i suoi 10 ingressi digitali come unità remote, sia che venga utilizzato come drive standalone, sfruttandolo per applicazioni tipiche in posizionatori, camme elettriche, asse di inseguimento. Garnet presenta Pmx-4EX-SA di Arcus, regolatore avanzato di quattro assi con comunicazione Usb 2.0 e RS485. Pmx-4EX-SA presenta funzioni di interpolazione, ingressi di retroazione encoder integrati per monitorare automaticamente la posizione di un motore passo-passo. Può essere interfacciato con qualsiasi driver che accetti i segnali digitali di clock e direzione. Il regolatore può anche essere utilizzato per il controllo di azionamenti servo. Il linguaggio di programmazione (A-Script) favorisce l’integrazione del Pmx-4EX-SA nel sistema di automazione. La programmazione simile al Basic elimina la necessità di esperienza software per programmare il controllore. Pmx4EX-SA è multitasking, consente di eseguire fino a quattro programmi autonomamente nello stesso momento e include anche il sistema di programmazione drag-n-drop che consente all’utente di creare un programma senza scrivere nessuna riga di codici. Per informazioni Garnet www.garnetitalia.com Per informazioni Abb www.abbmotion.com Piccoli grandi codificatori Sma è un encoder lineare assoluto che appartiene alla gamma di sensori rotativi e lineari di Lika Electronic. Si presta all’installazione in applicazioni dove le dimensioni ridotte e l’alta risoluzione sono esigenze imprescindibili, ad esempio nei motori lineari, negli impianti di assemblaggio, nelle applicazioni pick & place, nell’industria dei semiconduttori, nelle stampanti e negli strumenti elettromedicali e di misura, nelle macchine utensili. Questo sistema di misura lineare è progettato per provvedere sia all’informazione 046 Automazione Industriale - Novembre 2013 assoluta sia a quella incrementale. La sua larghezza è stata ridotta a 10 mm, mentre la lunghezza massima della corsa è stata aumentata a 8 m. La banda è immune a polveri, olio, grasso, acqua e ai più comuni agenti chimici. Il sistema di misura abilita perciò un funzionamento affidabile anche se impiegato negli ambienti industriali più aggressivi. Grazie al funzionamento non contattivo, Sma non soffre le problematiche connesse all’usura. Per informazioni Lika Electronic www.lika.it Prodotti Speciale Il Pac con I/O motion Mini servo crescono Cresce la famiglia Sinamics, estendendo l’offerta verso le soluzioni mini servodrive con il nuovo Sinamics V90. Con questo prodotto Siemens propone, in una gamma di potenza da 400 W a 7 kW, una soluzione per il controllo di posizione, velocità e coppia. Sinamics V90 prevede diverse possibilità di controllo: il posizionamento accurato attraverso dei set-point interni o un riferimento a treno di impulsi fino a 1 MHz, la regolazione di velocità e coppia, la possibilità di cambio al volo tra le diverse modalità. Con Sinamics V90 e i servomotori Simotics S-1FL6, insieme ai pannelli Simatic e al plc S7-1200, Siemens propone una soluzione completa per le applicazioni di general motion control, rivolta soprattutto a settori come il tessile, l’imballaggio, il material handling e ad altre applicazioni general purpose, ovunque ci sia l’esigenza da parte dei costruttori di macchine di avere sì soluzioni con prestazioni elevate, ma con un occhio al contenimento dei costi. Per informazioni Siemens www.automation.siemens.com Il controllo a bordo macchina di un processo produttivo è una caratteristica importante che garantisce affidabilità, qualità e ottimizzazione della produzione. Se poi si entra nell’ambito del motion control queste richieste si amplificano e acquistano un peso maggiore. Una soluzione si può ottenere con il controllore programmabile MP-8743, di Icp Das, dotato di sette slot di espansione per alloggiare moduli di I/O per motion control, un’uscita analogica con relativo ingresso encoder, I/O digitali, Usb, porte PS/2, una porta Vga e la possibilità di lavorare in range termico che va da -25 a +75 °C. Questo Pac implementa efficacemente la soluzione All In One, grazie al fatto che possiede al suo interno un’architettura pc fanless, con cpu Amd LX 800 a 32 bit a 500 MHz e memoria Ram da 512 Mb di tipo Ddr. A bordo è installato il sistema operativo Windows CE.Net 6.0 che permette l’utilizzo di utility e librerie orientate al motion control per applicazioni real-time. Esso si può caricare anche mediante CF. Possiede interfacce RS232/485 ed Ethernet che lo rendono un sistema aperto, capace di dialogare anche senza canali creati ad hoc. Per informazioni Sistemi Avanzati Elettronici www.sisav.it Meno ingombro, più efficienza Modularità dell’hardware e del sistema di raffreddamento, ottimizzazione delle dimensioni e dei cablaggi, integrazione di tecnologia di sicurezza nel dispositivo: sono queste le peculiarità salienti degli azionamenti compatti B&R AcoposMulti. AcoposMulti è stato progettato per ridurre le dimensioni di ingombro nel quadro elettrico con moduli ad asse singolo e a due assi, per semplificare il montaggio e l’installazione grazie a un supporto backplane e a caratteristiche di maneggevolezza per la manutenzione del dispositivo e per il miglioramento del cablaggio. La modularità del sistema di raffreddamento permette di utilizzare la classica ventilazione nel quadro, in alternativa quella fuori quadro, o anche di utilizzare un sistema di raffreddamento ad acqua o a olio. AcoposMulti combina anche efficienza energetica con alte prestazioni: i moduli di alimentazione intelligenti (ora anche in un nuovo formato di ridotte dimensioni per potenze di 4 kW), grazie alla correzione del fattore di potenza, assicurano un accoppiamento ideale con la rete, riducendo così i consumi. Tutti i componenti di alimentazione dell’azionamento, inoltre, sono in grado di convertire l’energia cinetica generata in frenata di nuovo in energia elettrica. Per informazioni B&R Automazione Industriale www.br-automation.com Novembre 2013 - Automazione Industriale 047 Speciale Prodotti Una nuova versione di motion Con la nuova versione di motore con azionamento integrato della serie Indradrive Mi, Rexroth crea i presupposti per un engineering veloce, per la realizzazione di macchine modulari e per efficaci concetti di sicurezza. Le più importanti innovazioni sono l’introduzione dell’interfaccia di comando multiprotocollo, la possibilità di collegare direttamente periferiche distribuite, l’introduzione delle funzioni certificate Sto e un ‘clean design’ adatto in particolare al settore del food e del packaging. L’introduzione dell’interfaccia MultiEthernet estende l’utilizzo dell’Indradrive Mi a diversi protocolli di comunicazione su base Ethernet, Sercos III, Profinet IO (RT), EtherNet/IP ed EtherCat, il tutto tramite una semplice immediata impostazione software. In questo modo i costruttori di macchine possono realizzare diverse strutture di automazione, utilizzando un unico e potente hardware. Ciò semplifica sensibilmente l’aspetto logistico della gestione delle parti di ricambio. I motori con azionamento integrato Indradrive Mi, grazie alla loro architettura decentrata con collegamento ‘a cascata’ riducono fino al 70% i quadri elettrici e fino all’85% i cablaggi rispetto alle soluzioni convenzionali. Per informazioni Bosch Rexroth www.boschrexroth.it Dalla Cina con innovazione Voglia di integrazione Pamoco distribuisce in Italia i servosistemi brushless Estun prodotti nell’antica capitale della Cina, a Nanjing. Il reparto ricerca e sviluppo è all’avanguardia in Cina per lo studio di nuove elettroniche che implementano l’interfaccia con i più diffusi bus di campo quali CanOpen, Modbus, Profibus-DP, Powerlink, EtherCat. L’azienda è anche centro di ricerca certificato in Cina per lo studio e la realizzazione di nuovi progetti, in particolare di una nuova gamma di robot antropomorfi. Estun produce al proprio interno sia i motori sia gli azionamenti e copre una gamma di servosistemi sino a 392 kW. La nuova famiglia di azionamenti digitali, denominata Pronet, copre una gamma di potenze che va da 200 W a 22 kW. I servomotori sono equipaggiati di encoder incrementale, encoder assoluto a 17 bit o resolver. L’azionamento Pronet può funzionare in modalità posizione, coppia e velocità con possibilità di selezionare al volo il tipo di funzionamento. Con la gamma di motori Emb da 22 kW i servosistemi Estun possono essere utilizzati nelle applicazioni in presse a iniezione, macchine da stampa e macchine per la produzione di cartone ondulato. L’integrazione tra il motion control e gli azionamenti è sempre più percepita come necessaria. Robox lascia il costruttore di macchine libero di scegliere la soluzione migliore in relazione all’applicazione effettiva, sia essa di motion control, sia essa di robotica. In quest’ottica, tra le soluzioni attualmente offerte da Robox spicca il motion controller master EtherCat master CanOpen μRMC3 (in foto), compatto, ad architettura chiusa, dotato del microprocessore Freescale Power PC P2020 (1,2 GHz dual core), tre porte Ethernet (EtherCat, Tcp/IP, Udp/IP), due porte Canbus (CanOpen), un’interfaccia Profinet Slave e SD memory card. L’offerta prevede, poi, il motion controller master EtherCat μRMC2 con due porte Ethernet: la prima è destinata a comunicazioni Tcp/ IP con la rete di fabbrica o con l’interfaccia operatore, la seconda è normalmente destinata a comunicazioni Ethernet real-time con azionamenti e periferia decentrata. Robox fornisce anche schede di controllo assi basate sulla stessa architettura hardware del μRMC2 a diversi costruttori di drive e motori. Infine, Shuttle Drive SpimD20 è sviluppato da Robox insieme a STMicroelectronics per realizzare, sulla base di hardware standard, azionamenti specifici per applicazioni di controllo multi-asse. Per informazioni Pamoco www.pamoco.it Per informazioni Robox www.robox.it 048 Automazione Industriale - Novembre 2013 Prodotti Speciale Accendiamo i motori L’utilizzo di tecnologie elettromeccaniche è in continua crescita e le previsioni future si muovono positivamente, specialmente in quelle applicazioni gestite normalmente con cilindri pneumatici. Grazie all’introduzione del nuovo motore lineare tubolare Ett, capace di fornire valori di coppia di picco fino a 512 N, velocità fino a 4 m/s e accelerazioni fino a 200 m/s2, Parker Hannifin riesce a soddisfare le più alte esigenze prestazionali. Ett è un motore economico ad alta efficienza energetica e il suo impiego costituisce un’alternativa ai cilindri pneumatici in applicazioni dove sono richieste maggiori flessibilità e controllo. La piena compatibilità con lo standard Din Iso 15552:2005-12 semplifica l’integrazione meccanica dell’Ett nel sistema e consente la riduzione dei costi di progettazione. I motori lineari Ett sono disponibili in tre taglie: Ett025, Ett032 ed Ett050. L’Ett025 è dotato di un cavo di uscita, mentre le altre due taglie dispongono di connettori motore e feedback completamente orientabili. Ett è supportato da diversi tool software e da un pacchetto completo di accessori che semplificano la selezione dei componenti riducendo la complessità di configurazione e la messa in funzione del sistema, eliminando virtualmente il rischio di incompatibilità tra i diversi componenti. asincroni a cassa tonda e quadra. I nuovi motori asincroni, che consentono a costruttori, system integrator e utilizzatori di acquistare il pacchetto completo motore/drive da un solo fornitore, sono offerti con opzioni quali retroazione encoder, cuscinetti isolati e freno di stazionamento. In classe di efficienza IE2, sono disponibili nell’intervallo di potenza da 0,09 kW a 342 kW e fungono da abbinamento perfetto con la nuova gamma di convertitori AC30V. I motori MR (nella foto) e MS possono essere impiegati in applicazioni come pompe, ventilatori e movimentazione del materiale e in applicazioni più specializzate come quelle relative alle macchine da stampa e ai banchi prova. Velocità regolare A complemento dell’offerta di regolatori di velocità, Parker ha inoltre introdotto nel mercato una nuova gamma di motori Per informazioni Parker Hannifin www.parker.com Pianificazione flessibile, anche quando la scadenza incombe La flessibilità è indispensabile. L’ingegnerizzazione parallela attraverso la Piattaforma EPLAN ti rende più flessibile nell’elaborazione dei progetti, e permette di programmare meglio le risorse. Le scadenze sono saldamente sotto controllo e la trasparenza aumenta. La gestione delle revisioni rende possibile introdurre modifiche fino all’ultimo minuto, mentre lo scambio di dati aperto ti fa risparmiare tempo e stress. Allora, quando pensi di provare anche tu l’ effetto e? www.eplan.it Speciale Prodotti Il risparmio è il primo guadagno Far fronte alla sfida energetica è la questione del presente e del nostro futuro. Se si prende in considerazione il dato che il sistema industriale assorbe quasi il 50% dell’energia prodotta al mondo e una parte rilevante di questa, superiore alla metà, serve ad alimentare motori elettrici, gli azionamenti a velocità variabile proposti sul mercato italiano dalla nuova Business Unit di Siei Peterlongo electric (Invertek Drives Italia) possono essere considerati l’elemento trainante della proposta aziendale di automazione rivolta al risparmio energetico. Sistemi di trattamento dell’aria e dell’acqua sono il cuore pulsante di aeroporti, ospedali, centri commerciali, scuole, edifici pubblici, alberghi e laboratori. Un accurato controllo della velocità variabile di questi sistemi mediante l’installazione degli inverter Optidrive Hvac, studiati appositamente per queste applicazioni, permette un notevole risparmio energetico, economico e nel segno del ‘green’, con una riduzione delle emissioni di CO2. Optidrive Hvac significa regolare al meglio mediante la funzione ottimizzazione dell’energia assorbita che minimizza l’uso allo stretto necessario e far funzionare l’impianto solo quando richiesto mediante la funzione Sleep & Wake che permette, in abbinamento a una semplice regolazione Pid, di sospendere e riprendere l’erogazione di energia a richiesta controllando il tutto solo con l’inverter. Proprio per questo la gamma degli Hvac, che copre potenze da 0,75 a 160 kW, è stata pensata per poter essere installata in campo, in condizioni difficili e senza quadro elettrico se non necessario. Il grado di protezione varia da IP66 fino alla potenza di 7,5 kW, IP55 fino a 160 kW. L’inverter è però pronto a dialogare con tutti i sistemi di controllo e supervisione grazie ai più comuni bus di comunicazione quali il Bacnet, Modbus Rtu, Profibus, Profinet, Ethercat ed EtherNet/IP. Per informazioni Siei Peterlongo electric www.sp-electric.it La tecnologia motion diventa semplice Controllo sincronizzato fino a 96 assi in un unico rack Panasonic presenta Minas Liqi, la gamma di servoazionamenti e motori brushless da 50 a 750 W (220 Vca). Minas Liqi è l’ideale per l’utilizzo di stepper motor, di motori asincroni, revamping e così via, nei quali l’impiego di un servo-azionamento permette un upgrade tecnologico in termini di affidabilità, velocità e precisione con un investimento equilibrato. Minas Liqi, comandato a treno d’impulsi e programmato con il software Panaterm si accoppia naturalmente con i plc della serie FP e, in particolare, con FP0R per realizzare soluzioni motion semplici ed efficaci. Gli ambiti applicativi vanno dall’alimentare al packaging, dai piccoli robot cartesiani alle macchine per la stampa, fino alle macchine per la lavorazione del metallo. A tal riguardo, Panasonic introduce i nuovi kit KitLiqi400W e KitLiqi750W composti da un asse (servodriver + motore brushless) Minas Liqi (400 o 750 W), un plc della serie FP0R e un pannello da 3,8 della serie GT02, oltre a cavi e software per connettere e utilizzare al meglio il prodotto. Mitsubishi Electric potenzia le proprie soluzioni in ambito motion control con nuove schede assi, cpu Motion e nuovi servo. I moduli Simple Motion per plc serie L e Q e le cpu Motion Qds sono soluzioni che integrano funzioni avanzate di controllo del movimento come posizionamento, controllo di velocità, controllo di coppia, camme elettroniche, sincronizzazione assi, rilevamento tacche. La comunicazione tra cpu Motion e servo MR-J4 avviene tramite il motion-bus in fibra ottica Sscnet III/H che permette di raggiungere velocità pari a 300 Mb/s (150 Mb/s in full duplex). Grazie al collegamento in fibra ottica, è possibile raggiungere distanze fino a 1.600 m tra i dispositivi. La soluzione Simple Motion mette a disposizione dell’utente funzioni con una programmazione semplificata e intuitiva, risolvendo applicazioni motion di alto livello senza la necessità di essere esperti nell’utilizzo di complicati software di programmazione. L’architettura del sistema motion Mitsubishi Electric permette di controllare fino a 96 assi sincronizzati impiegando un unico rack, mentre con sistemi multirack è possibile arrivare a controllare fino a 1.280 assi. MR-J4 è indicato per tutte le applicazioni di motion control, anche complesse, con particolare focus sui settori del confezionamento, dell’assemblaggio e della manipolazione. Per informazioni Panasonic www.panasonic-electric-works.it 050 Automazione Industriale - Novembre 2013 Per informazioni Mitsubishi Electric www.mitsubishielectric.it IN TEMPI INCERTI LA SICUREZZA DELLA PRODUZIONE È ANCORA PIÙ IMPORTANTE. 4XDQGRO·RELHWWLYRqODSURGXWWLYLWjGHJOLLPSLDQWLLQGXVWULDOLLWHFQLFLQRQVLDIÀGDQRDOSURSULRLVWLQWRPDULFRUUR QRDOOHVROX]LRQLRIIHUWHGDLVHQVRUL6,&.FKHJDUDQWLVFRQRSURFHVVLVHQ]DLQWRSSLHYLWDQRFRVWRVHDYDULHHIHU mi macchina, riducono i tempi di collaudo e prevengono incidenti e danni alle persone. Tutto ciò in ogni settore GHOO·DXWRPD]LRQHLQGXVWULDOH*UD]LHDEDUULHUHIRWRHOHWWULFKHVHQVRULGLSURVVLPLWjSHULÁXLGLGLGLVWDQ]DRWWLFL VFDQQHUGLVSRVLWLYLGLSURWH]LRQHRSWRHOHWWURQLFLHDLVHUYL]L6,&.TXDQGRVLWUDWWDGHOODVLFXUH]]DGHOODSURGX]LR ne, tutto il mondo ricorre allo spirito innovativo ed ingegneristico SICK. Noi la troviamo una scelta intelligente. Speciale Prodotti Più sicurezza per i drive Motore e controllo servo in una singola unità Sick introduce sul mercato un nuovo prodotto della famiglia Motion Control, il Drive Monitor FX3-MOC0 per il controllo di sicurezza dei drive in applicazioni stabili o in movimento. I drive che non sono stati certificati secondo le norme di sicurezza potranno essere impiegati nelle applicazioni di sicurezza grazie all’utilizzo di questo nuovo modulo di espansione per il sistema di sicurezza FlexiSoft, soddisfacendo così le richieste di Performance Level in conformità con la norma EN Iso 13849, di Sil3 in linea con la norma Iec 61508 e di Sil3CL in conformità con la norma EN 62061. Nelle applicazioni dove è richiesta la capacità di migrazione del Drive Monitor, è possibile collegare fino a sei moduli FX3-Moc0. I gateway di FlexiSoft permettono un’integrazione tecnicamente ed economicamente efficiente tra il Drive Monitor e tutti i più importanti bus di campo e reti. Lexium 32i di Schneider Electric è un servo-azionamento integrato standalone per l’automazione di macchina e di processo che combina in una singola unità il servocontrollo Lexium 32 e il servomotore Lexium Bmh. Il servocontrollo non si installa nell’armadio elettrico, bensì direttamente nella macchina. Questo riduce la complessità dell’operazione e rende inutile l’utilizzo di cavi motore schermati. Altri vantaggi sono la maggiore flessibilità e la maggiore semplicità di progettazione. Il servo-azionamento compatto Lexium 32i si basa su un design strettamente modulare, che permette di configurare numerose versioni del drive utilizzando pochi componenti. Lo strumento di Per informazioni Sick www.sick.it www.mysick.com 052 configurazione on-line Lexium Sizer aiuta a individuare facilmente la configurazione giusta. L’azionamento è fornito ai clienti scomposto nei diversi componenti, che possono essere assemblati in pochi minuti. Lexium 32i quindi unisce i vantaggi di un servodrive integrato - meno sforzi di progettazione e installazione, meno richiesta di spazio nell’armadio elettrico - e un grado di flessibilità nella personalizzazione dell’azionamento estremamente elevato. Per informazioni Schneider Electric www.schneider-electric.it Progettare il movimento in modo rapido I prodotti Motion Control di National Instruments sono ampiamente utilizzati per il rapido sviluppo di piattaforme di progettazione di macchine a costi ridotti e sono stati progettati per le piattaforme di controllo, misura e test di NI. Le funzioni di controllo assi sono implementate a diversi livelli di componente hardware, a seconda del tipo di applicazione: Application Programming, Supervisory Control, Trajectory Generation, Trajectory Interpolation, Control Loop. Si dividono in una macchina di sviluppo, un motion controller real-time e drive firmware. I componenti al di sotto del livello di programmazione delle applicazioni si eseguono in modo deterministico per soddisfare i requisiti I/O e di controllo del sistema di motion. NI fornisce due differenti architetture per l’esecuzione deterministica di questi componenti: plug-in motion controller e target LabView Real-Time come motion controller tramite NI LabView NI SoftMotion Module. Automazione Industriale - Novembre 2013 Recentemente National Instruments ha annunciato la sua nuova offerta nell’ambito del controllo assi grazie alla collaborazione con Kollmorgen, un fornitore mondiale nei componenti e i sistemi per gli Oem. I prodotti includono drive, motori, posizionatori lineari, riduttori epicicloidali, cavi e accessori. Per informazioni National Instruments www.ni.com Ottenete l'accesso a informazioni trasparenti, dalla gestione dei processi produttivi all'impresa Software Hardware Reti e comunicazione VijeoTM Citect and Vijeo Historian forniscono in tempo reale le informazioni richieste, mentre un software di configurazione dedicato consente di ridurre i tempi di progettazione e manutenzione. Dai PLC ModiconTM alle unità terminali remote (RTU), dai sistemi di trasmissione agli inverter per motori, il nostro hardware risponde ai requisiti di flessibilità, affidabilità ed efficienza elevata. Basate su protocollo Ethernet con dispositivo standard e bus di processo, le reti garantiscono alta disponibilità dei processi, ridondanza e sicurezza funzionale a ogni livello dell'architettura. PlantStruxure, la piattaforma per l’automazione di processo con visibilità in tempo reale per l'ottimizzazione di sicurezza e produttività Il vostro impianto produttivo sfrutta tutto il suo potenziale? 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Schneider Electric, PlantStruxure, Vijeo, Modicon, and Make the most of your energy are trademarks owned by Schneider Electric Industries SAS or its affiliated companies. www.schneider-electric.com s 998-3626_IT La parola ai professionisti Energy Manager I signori dell’Energy Quella dell’Energy Manager è sempre più una figura cardine all’interno delle aziende moderne e richiede una formazione mirata: ne parla con noi Nino Di Franco, responsabile del servizio Efficienza Energetica in Industria dell’Enea di Valeria De Domenico G estire i consumi energetici all’interno di un’azienda di grandi, medie o piccole dimensioni è oggi affare estremamente complesso. La formazione degli Energy Manager è diventata un obiettivo primario per le società che vogliano mantenere adeguati standard competitivi. L’Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) organizza, tra le tante attività di diffusione, formazione, assistenza necessarie alla penetrazione sia culturale sia operativa delle tematiche dell’efficienza energetica all’interno del comparto industriale, corsi di formazione per Energy Manager. Ne è responsabile Nino Di Franco: “Il mio gruppo di esperti realizza diagnosi energetiche in tutti i settori, personalizzando l’approccio in funzione del ciclo produttivo e delle dimensioni dell’opificio interessato. Grazie a tale attività siamo in grado di fornire al committente un rapporto che indica quali iniziative di risparmio energetico possono essere realizzate, 054 Automazione Industriale - Novembre 2013 sia sulle impiantistiche di servizio sia di processo, garantendo un risparmio energetico con relativi flussi di cassa in condizioni di vantaggio economico, individuando anche le fonti di finanziamento. Attualmente il gruppo Industria dell’Enea è impegnato a tempo quasi pieno nella valutazione delle proposte per l’ottenimento di certificati bianchi. A fianco di queste attività istituzionali proiettate verso l’assistenza del sistema energetico esterno, personalmente curo anche la gestione dell’energia dal lato interno, essendo l’Energy Manager nominato dell’Enea”. Quali sono i compiti di un Energy la nomina di un responsabile per la gestione dell’energia alle aziende industriali con più di 10.000 tep/anno di consumi e aziende terziarie con più di 1.000 tep/anno di consumi. Un Energy Manager normalmente non ha un proprio budget da gestire e deve quindi operare in staff con l’alta direzione. I suoi compiti consistono principalmente nel monitorare i consumi e le spese per gli approvvigionamenti di energia, controllando e inducendo nel tempo l’organizzazione a consumare sempre meglio l’energia. Contemporaneamente deve individuare opportunità per l’introduzione di tecnologie efficienti, stando attento al bilancio dei costi e dei benefici, predisponendo dunque un programma di interventi, individuando tempi e risorse per la loro implementazione, e verificando che i risultati si accordino con le attese. Un simile programma deve essere costantemente aggiornato perché le esigenze dell’azienda e le disponibilità tecnologiche, così come i costi dell’energia, mutano nel tempo. Manager e che tipo di competenza deve possedere? Che tipo di azienda assume un L’Energy Management ha cominciato ad affermarsi come linea autonoma di attività interna a un’organizzazione all’inizio degli anni Ottanta del secolo scorso, soprattutto negli Stati Uniti. La disciplina è stata proattivamente recepita in Italia dalla Legge n. 10/91, la quale - unica in Europa - ha imposto responsabile dei consumi? Il contenimento dei costi dell’energia ha caratteri di criticità soprattutto per le aziende con cicli di lavoro energivori, ossia con elevati coefficienti energia/prodotto. Poiché l’esaurimento delle fonti fossili è un dato di fatto (al momento è incognito solo il Energy Manager La parola ai professionisti momento in cui avverrà), le nazioni occidentali hanno introdotto nelle proprie legislazioni dei vincoli sui consumi, principalmente nel settore edilizio; inoltre, la recente Direttiva 2012/27 impone l’esecuzione di diagnosi energetiche negli stabilimenti della grande industria. Oltre a ciò sono attive diverse linee di agevolazione sul risparmio energetico che migliorano i ritorni degli investimenti. Agire sull’efficienza energetica comporta ovviamente benefici sia in termini economici e ambientali, sia di immagine nei confronti degli stakeholder e delle popolazioni. Investire nel risparmio energetico è spesso un’opportunità con buoni tassi di ritorno: anticipare simili iniziative può contribuire a rendere migliore il posizionamento dell’azienda nel momento in cui termineranno i venti della crisi. Quando ripartiranno gli ordinativi, solo le aziende con i cicli di lavoro più efficienti e innovativi potranno resistere alla competizione. L’energy Manager è un attore protagonista in questa storia. Ci vuole descrivere l’attività svolta da Enea per la formazione di queste figure professionali? L’Enea è attiva nel campo della formazione sul risparmio energetico da circa 30 anni. Nel corso del tempo abbiamo organizzato ogni tipo di evento formativo per qualunque tipo di utenti, da corsi residenziali per grandi industrie a master in collaborazione con università, a corsi brevi per verificatori di caldaie, per il settore terziario, gli ospedali, le ferrovie ecc. La maggior parte della classe docente è costituita da tecnici Enea, ma coinvolgiamo anche professionisti esterni all’ente. Un’esperienza appena terminata è stata la prima edizione della Summer School Nino Di Franco, responsabile del servizio Efficienza Energetica in Industria dell’Enea in efficienza energetica, un corso intensivo di due settimane destinato a brillanti laureati sponsorizzato da aziende del settore, le quali offrono la possibilità di stage ai partecipanti e di eventuale assunzione in pianta stabile. Al termine dei nostri corsi rilasciamo un attestato di partecipazione, il quale spesso emerge in un CV. Formiamo centinaia di professionisti ogni anno. Normalmente si tratta di tecnici che vogliono aggiornarsi sulla tematica e ampliare lo spettro dei servizi da offrire, dipendenti che vogliono introdurre nelle proprie organizzazioni i primi piani di razionalizzazione, giovani diplomati e laureati che vogliono formarsi in previsione di un impegno stabile nel futuro. Quali sono le tecnologie che maggiormente supportano il lavoro dell’Energy Manager? Il primo aspetto che un Energy Manager deve curare è il monitoraggio dei consumi. In aziende di grandi dimensioni e dai consumi significativi occorre implementare una contabilità informatizzata. I quadri elettrici principali vanno dotati di contatori possibilmente connessi in rete, in modo da rendere possibile in remoto la lettura in tempo reale della correlazione tra il volume di produzione e i corrispondenti consumi energetici. In questo modo l’azienda può determinare i propri consumi medi di riferimento e i propri benchmark, indicatori di eccellenza cui riferire le proprie performance future, oppure riferimenti fondamentali per confrontarsi con le prestazioni della concorrenza e verificare il proprio posizionamento sulla scala dell’efficienza. In mancanza di simili indicazioni sarebbe problematico poter individuare le zone di sofferenza all’interno dell’azienda, nelle quali cercare opportunità di risparmi energetici. Grazie all’attività di verifica delle proposte per l’ottenimento dei certificati bianchi noi dell’Enea godiamo di un osservatorio privilegiato. Tra gli interventi che ritengo più interessanti perché portatori di risparmio e di novità, quindi escludendo gli ormai consolidati inverter e Led, citerei: la produzione locale di gas tecnici (ad esempio, azoto) tramite cicli frigoriferi dedicati per evitarne il trasporto su gomma dal luogo di produzione al luogo di consumo; l’uso di turbine idrauliche per il recupero di energia altrimenti dispersa all’interno dei cicli delle acque in cartiera; la sostituzione di vettori termici intermedi con vettori diretti ad alta entalpia (ad esempio, olio diatermico al posto di vapore); i diffusori a bolle fini nella depurazione delle acque; le argille ‘addizionate’ per la produzione di laterizi a minor impatto energetico; il colaggio ad alta pressione nell’industria ceramica; l’introduzione di turbo-espansori al posto delle valvole di laminazione sugli impianti a vapore, bruciatori recuperativi o rigenerativi e così via. Novembre 2013 - Automazione Industriale 055 Tecnicamente Reti Come realizzare un’efficiente catena M2M La fornitura centralizzata di una quantità crescente di dati e la loro trasmissione con tecnologia wireless sono tendenze diffuse nelle utility e nell’industria. Ad acquisire le informazioni decentralizzate e a renderle accessibili, in modo locale o remoto, possono essere aggregatori machine-to-machine (M2M) come quelli di Kontron a cura di Carolina Mirò* L L’aggregatore è il nucleo centrale in una catena M2M 056 a fornitura centralizzata di dati su macchinari e apparecchiature complesse interessa molte applicazioni. Gli esempi più rilevanti sono rappresentati da impianti per il trattamento delle acque reflue, che spesso funzionano in maniera non presidiata per periodi abbastanza lunghi, stazioni meteorologiche e sistemi per il monitoraggio del traffico e la gestione dei pedaggi. A queste applicazioni si sono poi Automazione Industriale - Novembre 2013 recentemente aggiunte quelle che usano le tecnologie wireless a corto raggio, all’interno di stabilimenti produttivi, e le applicazioni che sfruttano i vantaggi legati alla maggiore ampiezza di banda garantita dalle reti mobili di ultima generazione (Umts o Lte). I dati sono utilizzati per visualizzare lo stato degli impianti attraverso dispositivi mobili in formati compatibili con smartphone o tablet pc che, dotati di adeguate misure di protezione, sono usati dal personale addetto alla manutenzione e all’assistenza per monitorare le condizioni di ciascun macchinario e di ciascun dispositivo, da qualsiasi punto dello stabilimento e in qualunque momento. L’importanza di soluzioni ‘application-ready’ Che cosa serve, quindi, per realizzare aggregatori di dati? Nella maggior parte dei casi, è sufficiente Reti Tecnicamente un box pc con supporto Wlan (Wireless Local Area Network) 802.11a/b/g/n e Wpan (Wireless Personal Area Network) 802.15.4 dotato d’interfaccia per rete Zigbee o di altre interfacce wireless per le comunicazioni on-site, ma nel caso fosse richiesto un collegamento con un servizio di assistenza per via telematica, bisogna prevedere il ricorso a un’altra connessione a una rete mobile. Anche se è possibile integrare in modo rapido e semplice un modulo per rete mobile in uno slot Mini-PCie, ciò non significa che un computer embedded si trasformi in un sistema M2M da utilizzare per applicazioni di automazione. Inoltre, gli ingegneri che sviluppano impianti e macchinari in un determinato Paese devono assicurare che i loro prodotti siano di tipo ‘applicationready’ non solo per quel Paese ma su scala globale. Una convinzione diffusa, ma purtroppo errata, è che una soluzione M2M che funziona correttamente in un mercato, funzioni altrettanto bene in altri Paesi: in Germania e in Gran Bretagna, dove si utilizzano le medesime frequenze e tecnologie, l’affermazione è valida nella maggior parte dei casi, ma nei Paesi come India, Cina e Giappone non si può dire altrettanto, perchè ogni Paese ha peculiarità da tenere in considerazione. Oltre a ciò è necessaria la collaborazione con gli operatori di rete che agiscono su scala regionale, i cui particolari requisiti devono essere soddisfatti. In definitiva, si tratta di un compito difficile da affrontare per aziende che non hanno esperienza in questo settore. Se un aggregatore di dati fa parte di una struttura, è consigliabile affidare la configurazione del sistema a un produttore che fornisce piattaforme M2M application-ready, in grado di operare su scala mondiale. Il produttore potrebbe rendere disponibili aggregatori di dati per i propri macchinari e le proprie apparecchiature configurati per trasmettere i dati provenienti dai sensori ai pannelli di controllo e ai sistemi IT aziendali (Enterprise Tecnicamente Reti M2M da podio Resource Planning o Management Information System), così come ai sistemi di gestione tecnica (ad esempio gli Energy Management System). I dati possono essere trasmessi utilizzando differenti formati (Csv, Xml e Json) e protocolli Message Queue Telemetry Transport o Https. Scegliendo un aggregatore, la soluzione globale è più semplice da integrare nell’infrastruttura IT del cliente, perché quest’ultimo non deve avere un server locale. Inoltre, l’installazione può essere eseguita in modo più semplice, poiché è possibile accedere a tutte le funzioni del sistema attraverso un’interfaccia web d’immediata comprensione. Da Kontron una piattaforma completa Kontron sviluppa piattaforme di elaborazione per aggregatori M2M. Il suo prodotto di punta in questo ambito è l’M2M Smart Services Developer Kit, un sistema basato su processore Intel Atom che offre accesso al cloud attraverso un collegamento su reti mobili 2G/3G, sia direttamente sia mediante la funzione di fall back. Tutta la connettività integrata è disponibile in forma ‘applicationready’ all’interno di un box di elaborazione embedded, nel quale sono installati tutti i driver e i protocolli necessari a consentire flessibilità di configurazione in termini sia di applicazioni sia di sistemi operativi. Localmente, attraverso Ethernet o Wlan (Wi-Fi), il sistema garantisce l’accesso diretto ai macchinari e alle apparecchiature distribuite nello stabilimento produttivo 058 L’M2M Smart Services Developer Kit di Kontron ha ricevuto l’Innovation Award 2013 per la categoria Sistemi Embedded. Il premio, un’iniziativa della rivista Selezione di Elettronica, è stato assegnato in occasione dell’Innovation Award Gala tenutosi il 26 settembre presso il Padiglione Aeronavale del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia. che, nella maggior parte dei casi, sono state fornite da un unico produttore e richiedono quindi un solo aggregatore centrale. Nel caso in cui sia necessaria l’integrazione di altri sensori o apparecchiature terminali, l’M2M Smart Services Developer Kit di Kontron mette a disposizione diverse opzioni di interfaccia, comprese 802.11a/b/g/n Wlan e 802.15.4 Wpan, oltre a uno slot Mini Pci Express che permette espansioni personalizzate. È inoltre possibile integrare un sistema di monitoraggio mediante un L’M2M Developer Kit di Kontron, modulo audio o video ‘intelligente’ e sviluppare configurazioni individuali. Tra le altre caratteristiche del sistema figurano, oltre alla precertificazione per reti mobili, la certificazione Ptcrb (Pcs Type Certification Review Board), la possibilità di installazione in Smart Grid e l’apertura a servizi cloud di terze parti grazie alla piattaforma per applicazioni M2M Cumulocity (www.cumulocity.com), una piattaforma per applicazioni M2M di tipo orizzontale basata su cloud, che mette a disposizione un data base lato server oltre ad agenti di rete e una libreria di sensori. L’abbinamento tra lo Smart Services Developer Kit e la piattaforma per applicazioni M2M Cumulocity di Kontron permette di ridurre la complessità delle comunicazioni con differenti tipi di dispositivi, ciascuno dei quali utilizza i propri modelli di dati, protocolli e meccanismi di trasmissione. Essa mette inoltre a disposizione degli sviluppatori componenti ‘application-ready’ in modo che questi possano creare le proprie applicazioni in tempi rapidi, come i tool per il monitoraggio e il controllo di strumenti di misura e sensori tramite cloud, che aiutano ad acquisire e aggregare i dati e inoltrarli alle applicazioni di backoffice dell’azienda. compatto e privo di ventole, è certificato *Si ringrazia Claus Giebert, Product Manager M2M Systems di Kontron, per il materiale fornito. Ptrcb e Vodafone e può essere collegato a reti Umts e Gsm Automazione Industriale - Novembre 2013 Per informazioni Kontron www.kontron.com Per applicazioni di sicurezza in zone a rischio di esplosione per polveri e gas Manometri Digitali Manometri digitali a sicurezza intrinseca Trasmettitori di Pressione Trasmettitori di pressione a sicurezza DQWLGHÁDJUDQWH Trasmettitori di pressione a sicurezza intrinseca per applicazioni industriali www.keller-druck.com Tecnicamente Reti Unified Physical Infrastructure per l’automazione industriale Cos’è un Microdatacenter e come può contribuire a mantenere le reti robuste, integrate e sicure e a connettere l’ambiente di produzione con il resto dell’azienda, fornendo la massima visibilità dei processi produttivi? di Andrew Banathy e Dan McGrath prima parte 060 L a rete industriale è la dorsale fondamentale per la raccolta dei dati e la loro trasmissione ai punti di utilizzo. Le applicazioni di networking industriale si fondano sulla capacità di tracciare la qualità dei lotti di produzione, di migliorare Automazione Industriale - Novembre 2013 i programmi di manutenzione preventiva, di gestire e controllare i processi, di migliorare la sicurezza e di identificare i limiti per accrescere la produttività. Queste applicazioni devono essere supportate da reti sicure e affidabili, per permettere alla produzione di fluire e alla comunicazione aziendale di correre armoniosamente, dove il tempo di inattività è misurato in minuti e in centinaia di euro dagli impegni non rispettati con i clienti. Gli apparati IT per ufficio sono Reti Tecnicamente spesso impiegati nell’ambiente industriale, con le necessarie protezioni ambientali. I produttori di automazione stanno integrando la connettività Ethernet a tutti i livelli realizzativi, partendo dal basso con sensori e plc e andando oltre, fino ai server e agli switch. Cruciale per il successo è assicurare che il collegamento tra questi sistemi sia sicuro, protetto dal punto di vista ambientale e ottimizzato per velocizzare diagnostica e soluzione dei problemi, riservandosi la capacità di isolare le reti quando le minacce alla sicurezza della produzione crescono. Ciò che mette tutto insieme è un ‘Microdatacenter’ (Mdc). Si tratta di contenitore singolo o multiplo che ospita server, switch, Ups, sistemi di backup e componenti montati su barra Din. Il Microdatacenter è progettato per fornire il collegamento tra la rete aziendale e quella industriale, in modo da mantenere l’operatività di rete, fornire la capacità di segregare Fig. 1. Il Microdatacenter permette la realizzazione di reti a zone reti, gestire la sicurezza di rete, accelerare cambiamenti e soluzioni di problemi, facilitare l’installazione (Fig. 1). Fig. 2. Una scarsa qualità dell’installazione della rete industriale può generare rischi di inattività non accettabili Microdatacenter, impatto e definizione Un Microdatacenter aiuta a separare le reti e a ridurre i punti di conflitto tra le reti stesse, quella aziendale e quella di produzione, e tra gli operatori che se ne occupano. Storicamente, la rete industriale è sempre stata sotto la responsabilità dell’organizzazione produttiva, mentre tutte le altre reti erano controllate dall’organizzazione IT, con qualche connessione tra loro. Una complicazione comune era la tendenza a installare apparati IT senza una considerazione adeguata per l’elevata disponibilità e i requisiti di sicurezza dei sistemi di automazione. Un’altra criticità è legata all’identificazione di chi, nell’IT o nella produzione, ha la responsabilità dello sviluppo e della manutenzione delle reti. Senza una stretta comunicazione, un coordinamento e un consenso tra tutte le parti coinvolte nelle reti industriali, le risorse critiche di produzione possono essere a rischio di interruzione, perdite di lotti e, infine, perdita di ricavi. Un Microdatacenter è una combinazione versatile di hardware, software e cablaggio, che serve come centro di una rete end-to-end, simile a una sala telecomunicazioni o di rete, ma in scala minore rispetto a un tipico datacenter aziendale. La peculiarità di un Mdc è che esso ospita un’infrastruttura completa di datacenter in un singolo spazio - elettronica, pannelli, gestione del cablaggio, messa a terra, alimentazione e cablaggio in rame e fibra - ma dimensionato per servire le richieste di un ambiente di produzione (Fig. 2). Novembre 2013 - Automazione Industriale 061 Tecnicamente Reti Fig. 3. Il diagramma a blocchi indica la posizione del Microdatacenter in relazione al datacenter, alla rete aziendale, ai percorsi Il nuovo concetto di Mdc rappresenta un ulteriore step nella transizione dai sistemi di computer tower a quelli installabili a rack, con la capacità di servire una serie di obiettivi aziendali. Ad esempio, il Mdc può agire come un sistema standalone che processa applicazioni di produzione come: controllo di processo ed eventi, storico di processo, tracciatura della produzione, segnalazioni Oee (efficienza di produzione); rete di controllo, ciclo di controllo esterno; controllo qualità, manipolazione del materiale, manutenzione, tracciabilità dei lotti e gestione delle risorse; integrazione Erp (ad esempio, programmazione, relazione, consumo dei materiali). Il Mdc può anche prendere la forma di un distributore di rete che non ha server ed esiste principalmente per collegare insieme cablaggio e switch. Per grandi impianti produttivi o postazioni lontane, un Mdc può servire come nodo collettore di dati che passa i dati della produzione all’azienda (ad esempio, magazzino e spedizioni), oppure può anche ospitare sistemi di macchine virtuali per impieghi di elevata affidabilità e server efficienti. Da una prospettiva fisica, il Mdc è normalmente collocato in uno spazio sicuro (come una sala di controllo, l’ufficio di produzione o un armadio 062 per telecomunicazioni), posizionato vicino all’ambiente produttivo ma che non fa parte di questo. Ciò deriva dalla necessità di separare gli effetti di questi ambienti sugli apparati nel Microdatacenter (polvere, umidità, vibrazioni, corrosione). Posizionare un Mdc vicino alle attrezzature di produzione riduce il numero di connessioni, minimizza la lunghezza dei percorsi dei cavi e facilita l’accesso per ottenere elevata affidabilità e prestazioni della rete. Ulteriori benefici offerti da questa prossimità comprendono la riduzione del numero di potenziali punti di guasto e la relativa latenza di rete, facilitando la soluzione dei problemi e le capacità di diagnostica (Fig. 3). Da una prospettiva architetturale logica, il Microdatacenter è posizionato tra la zona di lavorazione e il datacenter aziendale. Per Automazione Industriale - Novembre 2013 industriali e ai pannelli degli apparati mantenere la separazione, è utilizzata una zona demilitarizzata (Dmz) insieme a un firewall, per prevenire traffico diretto tra l’azienda e la rete di produzione. Questa separazione previene virus e altre intrusioni non volute e assicura la massima ampiezza di banda dedicata alla produzione. Il beneficio di questo approccio strutturato è che eventi che avvengono in una rete possono essere indirizzati indipendentemente, lasciando funzionare normalmente la rete non influenzata. Progettare un Mdc Il punto di partenza del progetto per un Mdc è identificare le capacità e i relativi apparati richiesti insieme al contenitore che centralizza gli apparati stessi. Un progetto più accurato prevede alcune considerazioni: • alloggiamento rack o armadi; • disposizione apparati; • cablaggio della rete, selezione dei cavi e sicurezza; • alimentazione e messa a terra; • gestione del cablaggio. Fig. 4. Esempio di rack a quattro montanti e sistema di gestione del cablaggio per applicazioni Mdc Alloggiamento rack o armadi Normalmente si utilizza un rack o un armadio per ospitare gli elementi del Mdc in una forma modulare centralizzata. La principale differenza tra rack e armadio è la protezione: un armadio offre maggior sicurezza e protezione ambientale, dallo sporco e dagli operatori, grazie alle quattro pareti e alla porta munita di serratura, rispetto all’ambiente aperto fornito dal rack. Per ambienti difficili, il Mdc può essere installato in un armadio a tenuta stagna, con un adatto raffreddamento e protezione ambientale. Reti Tecnicamente Microdatacenter: guarda il video Nel contenitore devono essere alloggiati tutti gli apparati, i patch panel e i relativi accessori, tenendo conto di un fattore di crescita tra 30 e 50% per sistemare future espansioni. Per piccoli Mdc possono essere sufficienti rack e armadi di altezza ridotta, mentre installazioni di grandi dimensioni possono richiedere armadi più grandi o multipli (Fig. 4). In generale, gli armadi sono progettati per contenere server e switch. Gli armadi per server sono più profondi, con la gestione dei cavi sul retro, mentre quelli per gli switch possono essere meno profondi e avere la gestione dei cavi sul fronte, con la possibilità di utilizzare le zone laterali come spazi aggiuntivi per i cavi. Combinando server e switch Sul sito www.automazioneindustriale.com, John Senese di Panduit illustra brevemente in un video le potenzialità di un Microdatacenter nel connettere mondo enterprise e aree di produzione. nello stesso contenitore, si dovrebbe scegliere un armadio per server, per fornire una maggior flessibilità di progetto. I rack possono essere a due o quattro montanti. Tipicamente, un rack di rete con switch poco profondi può avere due soli montanti, mentre apparati più grandi e più pesanti vengono gestiti meglio su un rack a quattro montanti, specialmente per installare server. Se si combinano switch e server nello stesso rack, dovrebbe essere utilizzato un rack a quattro montanti. * Andrew Banathy è Lead Software Engineer di Panduit, mentre Dan McGrath è Industrial Automation Solutions Manager di Panduit. Fine prima parte. Potrete approfondire altri aspetti di progettazione dei Microdatacenter sul prossimo numero di dicembre di Automazione Industriale. Per informazioni Panduit www.panduit.com -BOVPWBQJBUUBGPSNB##QFS MJOOPWB[JPOFUFDOPMPHJDBBQQMJDBUB %LHQQDOH ,QWHUQD]LRQDOH SHUL6LVWHPL GL$]LRQDPHQWR )OXLGRWHFQLFD H$XWRPD]LRQH 0DJJLR )LHUD0LODQR_5KR 99LVLWDWRULTXDOL¿FDWLGDWXWWLJOLDPELWLDSSOLFDWLYL 98QQXRYRFRQFHWWRGL¿HUDSHULSURWDJRQLVWLGHOPHUFDWR 9&RQLOVXSSRUWRGHOQHWZRUNJOREDOH'HXWVFKH0HVVH 51"*5"-*"6/"116/5".&/50 %"/0/1&3%&3&Ï ZZZWSDLWDOLDFRP_LQIR#WSDLWDOLDFRP Software Gestionali Con Hana, Sap approda nel manifatturiero Grazie alla soluzione Hana di Sap le aziende possono gestire efficacemente e proficuamente l’elevata mole di dati in arrivo dagli impianti di Massimiliano Cassinelli C on il lancio di Hana (HighPerformance Analytic Appliance) la tedesca Sap propone una piattaforma in grado di attingere a volumi elevati di informazioni dettagliate, aggiornate al verificarsi degli eventi. Questa tecnologia, basata sulla combinazione di software in-memory e su componenti hardware di partner Sap, permette di eseguire query su svariate tipologie di fonti a velocità elevate, anche a fronte di un’ingente mole di dati. Basti pensare, a titolo di esempio, che questa soluzione viene anche impiegata per controllare i consumi di tutti gli edifici di Manhattan. Forte dalla notevole potenza di elaborazione di questa sua soluzione, Sap, che si è già imposta da tempo a livello internazionale in campo gestionale, intende ora uscire dai confini classici di tale business per entrare prepotentemente anche nell’ambito dell’automazione industriale e della gestione delle public utility. Per tale ragione la multinazionale tedesca si è posta non solo l’obiettivo di 064 Automazione Industriale - Novembre 2013 rendere possibile l’elaborazione di un quantitativo praticamente illimitato di dati, ma anche di proporre all’utenza interfacce sempre più facili da impiegare, anche in mobilità, con la possibilità di sfruttare al meglio le potenzialità del Cloud Computing. Al punto che, a fronte di specifiche necessità, è possibile persino utilizzare una delle piattaforme di Sap in Cloud, per poi installarla sui propri server in una seconda fase. Come ha sottolineato l’Head of Presales di Sap Italia, Alberto Bastianon, questo nuovo approccio si è reso necessario anche perché “sta diventando sempre più pregnante l’esigenza di gestire le risorse in modo ottimale”. Continua a questo proposito Bastianon: “Se, infatti, la mole di dati disponibili in azienda è sempre stata notevole, negli ultimi tempi tale volume è cresciuto in modo esponenziale. Pertanto, il vero problema oggi è fornire risposte precise e immediate alla gestione del business a fronte di un quantitativo spesso esagerato di informazioni. Inoltre, se queste ultime arrivano dopo settimane, diventano praticamente inutili. La risposta delle nostre piattaforme a tali esigenze è costituita dalla capacità implicita di fornire, in tempo reale, tutte le indicazioni necessarie al business, in modo particolarmente preciso e con il livello di dettaglio indicato per ogni singola funzione aziendale”. Quali opportunità offre una piattaforma come Hana in ambito manifatturiero? La nostra competenza è maturata nella gestione di dati che sono trasformati in informazioni. Le apparecchiature di campo, durante il loro funzionamento, generano proprio dati che, sempre più spesso, devono essere confrontati con quelli provenienti dall’ambito gestionale. Riuscire a integrare questa enorme mole di valori, per trasformarli in informazioni effettivamente utili ai decisori aziendali, rappresenta una necessità per qualunque realtà imprenditoriale. Del resto, è oggi improponibile integrare manualmente i dati provenienti dal campo e dal mondo gestionale, in quanto una simile operazione, oltre a generare possibili errori, si rivelerebbe un’inutile perdita di tempo, rendendo disponibili le informazioni troppo tardi rispetto alle effettive necessità di una linea produttiva. Hana è la piattaforma Gestionali Software Alberto Bastianon, Head of Presales di Sap Italia su altri progetti, risultano invece nostri concorrenti. Questo perché il confine tra le due offerte non è definito a priori e ogni singolo caso deve essere valutato singolarmente. Oltretutto in Italia esistono casi di realtà che, pur operando nello stesso settore, presentano caratteristiche fortemente diverse tra loro. Per quale ragione negli ultimi tempi è cresciuta la necessità di fare analisi in tempi più rapidi? adatta per svolgere al meglio e in modo proficuo questa attività, anche perché su di essa poggiano una serie di funzionalità specifiche sviluppate dai nostri partner. Con una simile proposta, però, entrate in un settore in cui sono attive già numerose società provenienti dall’ambito dell’automazione industriale propriamente detta. Il nostro obiettivo non è quello di invadere il campo di altri, ma di creare un rapporto di collaborazione tra realtà nate in ambiti diversi, con dinamiche differenti, i cui confini però stanno diventando via via meno marcati. Scopo ultimo è poi sempre quello di fornire al cliente le soluzioni più adatte alle sue specifiche esigenze. Non possiamo però dimenticare che esistono ambiti di sovrapposizione... È compito dei partner e dei system integrator trovare il modo di far convivere piattaforme specializzate e indirizzate ad attività specifiche. In alcuni casi, quindi, ci troviamo a essere partner di aziende che, Il crescente numero di dispositivi in grado di raccogliere input e quindi generare output ha fatto aumentare enormemente il numero dei dati disponibili che, quindi, non possono più essere affidati alle ‘mani’ dell’uomo ma devono essere necessariamente rielaborati sfruttando la potenza di piattaforme dedicate, capaci di fornire risposte in tempo reale. È ancor meglio poi se si dispone di un’interfaccia di facile interpretazione e disponibile anche in mobilità. In questo processo evolutivo, in che condizioni si trova il nostro Paese? Rispetto ad altre realtà siamo decisamente in ritardo, ma l’interesse sta crescendo rapidamente e credo sia possibile colmare il divario in tempi brevi. Data la crescente competitività internazionale, poi, le aziende italiane sono oggi più attente alle opportunità che possono scaturire disponendo di un sistema in grado di fornire informazioni davvero utili per il loro business. Lo stesso sta avvenendo nell’ambito della pubblica amministrazione, sempre più attenta a investire adeguatamente in questa direzione, anche per prevenire possibili errori. Quali sono, attualmente, gli ostacoli all’implementazione di questa soluzione in Italia? Lo scorso anno il nostro fatturato nell’ambito delle pmi è cresciuto del 20%. Malgrado il risultato positivo, però, il mercato è rallentato da tempi di reazione non particolarmente rapidi e da una limitata capacità d’investimento, soprattutto delle pmi. Venendo poi all’utilizzo del Cloud, complice la mancanza di una cultura specifica e l’esistenza di normative più restrittive rispetto a quelle del Nord Europa, la diffusione di soluzioni che impiegano questo approccio è meno rapida di quanto potrebbe essere in realtà. Quanto pesano l’incertezza finanziaria e l’assenza di una banda larga diffusa in modo capillare? Dal punto di vista economico si tende, sempre più spesso, a dilazionare gli investimenti su più anni. Per quanto riguarda l’infrastruttura di rete pubblica, invece, nessun cliente ha mai rinunciato a queste opportunità per mancanza di banda. Le soluzioni che proponiamo sono caratterizzate da un’elevata flessibilità, grazie alla quale possono essere installate e utilizzate con successo anche all’interno del database di ogni singolo cliente. Per informazioni Sap www.sap.com Novembre 2013 - Automazione Industriale 065 Software Progettazione Se quel che conta è produrre meglio NX9 di Siemens Plm Software introduce nuove funzionalità e innovazioni tecnologiche che consentono di migliorare la produttività in diversi settori industriali, dall’aerospace al machinery di Giorgia Andrei C he cosa hanno in comune una casa automobilistica con un produttore di aerei? Un armatore con un costruttore di macchine? Un produttore di dispositivi elettronici con un’industria di beni di consumo? La risposta arriva da Siemens Plm Software che, nell’ultima release di NX, la 9, ha messo a frutto la sua conoscenza dei settori citati e si è focalizzata sul tratto che essi hanno in comune, al di là delle specificità di ognuno: la necessità di migliorare la produttività del processo di sviluppo prodotto. “NX 9 rappresenta una tappa importante per Siemens, per i nostri clienti e per lo sviluppo dei prodotti in generale,” ha dichiarato Jim Rusk, Senior Vice President, Product Engineering Software, Siemens Plm Software. “Con innovazioni come la tecnologia sincrona per il 2D, 4GD e NX Realize Shape, offriamo ai nostri clienti una flessibilità senza precedenti, aumentando la loro produttività nella fase di sviluppo dei prodotti”. Un aspetto importante nell’ottica di velocizzazione dei processi è anche l’integrazione di Active Workspace 2.0, l’interfaccia verso Teamcenter, che consente agli utenti di NX 9 di trovare velocemente 066 Automazione Industriale - Novembre 2013 tutte le informazioni rilevanti (parti, attività, workflow, requisiti e specifiche), attingendo anche a fonti esterne. Non trascuriamo il 2D Un aspetto di particolare interesse, soprattutto per l’utenza italiana del settore machinery, è la tecnologia sincrona per il 2D. Infatti i disegni e i dati di prodotto in 2D (nei formati digitali più svariati) sono ancora molto utilizzati e, a causa delle strutture dati incompatibili e della disomogeneità dei sistemi, lavorare sui file bidimensionali è solitamente dispendioso in termini di tempo. In NX9 la Synchronous Technology per il 2D risolve questi problemi, immettendo ‘intelligenza’ nei dati 2D, senza bisogno di conversioni, in modo che gli utenti possano modificare file multi-cad in maniera intuitiva, fino a cinque volte più velocemente. “La tecnologia sincrona per il 2D di Siemens è uno strumento Next Generation 2D che risolve molti dei problemi legati al disegno e alla messa in tavola”, spiega Chad Jackson, Principal Analyst for Lifecycle Insights, società di ricerca e consulenza in ambito plm. “Il sistema ‘capisce’ le relazioni geometriche intrinseche dei disegni 2D e applica regole predefinite dall’utente nei punti di intervento, allo scopo di realizzare modifiche intelligenti; le stesse regole sono applicate localmente invece che globalmente per assicurare prestazioni più veloci”. La complessità non è un problema Con la nuova release di NX si riducono i tempi di sviluppo eliminando passaggi legati all’utilizzo di strumenti separati per la progettazione di forme libere e la fase d’ingegnerizzazione. Ciò è possibile grazie alla nuova offerta NX Realize Shape e al suo ambiente unico per la progettazione di forme libere, finalizzata alla realizzazione di prodotti stilisticamente ricercati o superfici complesse. Allo stesso modo, la tecnologia 4GD, un nuovo approccio alla progettazione e alla gestione dei dati basato su metodi versatili di collaborazione e progettazione contestualizzata, accelera lo sviluppo di prodotti con milioni di componenti. Da segnalare sono anche il nuovo solutore termico parallelo del Cae di NX, che migliora le prestazioni sui modelli di grandi dimensioni, fornendo i risultati dell’analisi in tempi più rapidi, e le migliorie al software NX Nastran, che dimezzano i tempi di simulazione di rumorosità, vibrazioni e ruvidità. Per informazioni Siemens Plm Software www.siemens.it/plm Prodotti In dettaglio Comau Robotics new entry d’autunno Il 15 novembre porte aperte in Comau. All’Open House 2013 l’azienda presenta a system integrator, utilizzatori finali, università e centri di ricerca nuovi modelli di robot e pacchetti applicativi di Laura Rubini R obot e pacchetti applicativi nuovi sono i protagonisti della stagione autunnale 2013 di Comau. La società organizza il 15 novembre presso la sede torinese di Grugliasco un’Open House per illustrare, attraverso dimostrazioni pratiche e spiegazioni live, tutte le novità alle quali ha La sede di Comau a Grugliasco 068 Automazione Industriale - Novembre 2013 lavorato nell’ultimo periodo. Tra le new entry, la società presenta in anteprima il robot Racer, il terminale di programmazione Teach Pendant TP5 e la versione compatta del controllo C5G. Il Racer, con portata 7 kg e sbraccio di 1.400 mm, “è il robot più veloce al mondo della sua categoria, frutto della più moderna tecnologia unita a un design innovativo”, dicono in azienda. A seguire, il nuovo simulatore 3D RoboSim Pro, che permette agli integratori e agli esponenti del mondo accademico e della ricerca di eseguire simulazioni 3D di celle robotizzate con precisione e di programmare offline, e il nuovo software E-motion, che ottimizza e rende più fluidi, veloci e performanti i movimenti del robot. Altre novità di rilievo riguardano i due robot Smart5 NJ 40, con possibilità di polso off-set, e Smart5 NJ 16 3.1, entrambi dedicati al mondo della General Industry. Per il settore della pallettizzazione è Il terminale di programmazione Teach Pendant Uno dei passaggi di studio del design del nuovo robot Racer sulla scena il nuovo robot Smart5 Pal 470, insieme al nuovo software dedicato, mentre per il settore Interpresse, al quale Comau ha dedicato ultimamente parecchie energie, è in mostra il nuovo robot Smart5 NJ 130 Shelf, che assicura prestazioni elevate con un’area operativa ancora più ampia. All’Open House del 15 novembre sono visibili anche diverse applicazioni dedicate al mondo del taglio al plasma, della rivettatura, della saldatura ad arco e a punti, oltre ad altre applicazioni che mettono in risalto le modalità di lavoro Safe messe a punto da Comau. All’evento presenzia anche eComau, la Business Line di Comau dedicata alla consulenza sull’efficienza energetica per tutte le aziende interessate a ridurre l’impatto ambientale e i costi dell’energia. Per informazioni Comau www.comau.com Prodotti In dettaglio Il futuro delle reti industriali Le moderne reti Industrial Ethernet conferiscono maggiore sicurezza integrata e risparmio energetico alle applicazioni industriali, proprio come richiesto dalle aziende attive nel settore degli azionamenti e del motion di Andrea Colombo H ms Industrial Networks sviluppa soluzioni di connettività che permettono ai dispositivi di automazione industriale di collegarsi a reti diverse. Sta prendendo forma una nuova generazione di tecnologia di comunicazione, pronta ad affrontare le sfide delle moderne applicazioni e reti Ethernet industriali. In primo luogo, vi è un nuovo tipo di processore di rete. “Quando all’inizio del 2000 sono state introdotte le reti Ethernet industriali, i produttori di dispositivi e costruttori di macchine hanno dovuto affrontare una nuova sfida: mantenere la compatibilità dei loro dispositivi con le reti fieldbus esistenti e le nuove reti Ethernet industriali”, afferma Jörgen Palmhager, Chief Operating Officer di Hms. “In Hms ci siamo resi conto della necessità di un processore di rete che rispecchiasse perfettamente 070 funzionalità, costi, dimensioni e prestazioni, adatti allo scopo”. Il risultato è stato Anybus NP30, un processore di rete a chip singolo che comprendeva un processore, un controller e Api in uno spazio di 10x10 mm. Tale processore includeva anche una memoria Flash che gli permetteva di salvare i dati sul chip stesso. Anybus CompactCom, la gamma embedded di Hms, è disponibile nei tre formati chip, brick e module Automazione Industriale - Novembre 2013 Nuove reti, nuove esigenze “Tuttavia nel corso degli ultimi anni abbiamo notato che la rete Ethernet industriale chiede maggiori prestazioni e una nuova architettura”, afferma Palmhager. “Le nuove reti Ethernet industriali stanno diventando sempre più specializzate, esigendo molto dal processore di rete che deve a sua volta gestire la ‘traduzione’ tra reti e protocolli diversi. In breve, si può affermare che abbiamo bisogno di trasferire più dati e al tempo stesso avere una maggiore flessibilità nei confronti delle caratteristiche delle diverse reti”. Per rispondere a questa esigenza, Hms ha lanciato Anybus NP40, un processore di rete a chip singolo, basato su Flash, che include un core Arm ad alte prestazioni e un tessuto Fpga. Il core Arm viene utilizzato per eseguire gli stack applicativi di protocollo, mentre il tessuto Fpga è impiegato per implementare le varie interfacce Ethernet real-time. Poiché NP40 è basato su Flash, il dispositivo può essere In dettaglio Prodotti riprogrammato per diverse reti Ethernet industriali. Ciò significa che una singola piattaforma hardware è in grado di supportare diverse reti semplicemente scaricando un nuovo firmware. “Questa nuova tecnologia facilita la vita dei produttori di dispositivi, perché possono installare un modulo di connettività nella soluzione e, quindi, scaricare esattamente il software di cui hanno bisogno per connettersi alle diverse reti”, continua Palmhager. Hms ha incluso nella sua gamma di soluzioni embedded Anybus CompactCom i tre formati diversi chip, brick e module. “Da tempo vediamo una tendenza del settore dell’automazione verso soluzioni complete, ma in formati diversi”, dice a questo proposito Leif Malmberg, Product Line Manager delle soluzioni embedded in Hms. “Gli utenti possono così scegliere il livello di integrazione desiderato per le loro soluzioni”. Ciò varia in base all’implementazione del chip di connettività e progettazione del resto dell’hardware per proprio conto, al montaggio di un brick e al collegamento dei propri connettori, all’inserimento del modulo di comunicazione già pronto all’uso. Sicurezza, energia e altre storie Migliori prestazioni e maggiore flessibilità possono essere le caratteristiche più salienti che riguardano la nuova tecnologia, anche se nel settore vi sono altri fattori importanti. La sicurezza Grazie al processore di rete Anybus NP40, una singola piattaforma hardware può supportare diverse reti integrata è uno di questi aspetti, poiché per un numero crescente di impianti industriali si sta cercando di trovare la soluzione per integrare le reti di sicurezza in quelle industriali. È anche per tal motivo che Hms sta sviluppando un nuovo modulo di sicurezza in grado di consentire la comunicazione tra il dispositivo industriale e la rete di sicurezza. Un’altra tendenza importante è quella del risparmio energetico, legato all’esigenza delle aziende di ridurre i costi e rispettare una normativa sempre più severa sul consumo energetico ed emissioni. “Notiamo molto chiaramente questa tendenza”, commenta Palmhager. “Sia attraverso nuovi profili energetici come Profienergy, ma anche attraverso un trend generale nella società. Spesso notiamo negli impianti industriali che i diversi dispositivi sono utilizzati meno del 40%. Poiché le macchine in molti casi consumano quasi la stessa quantità di energia sia in stand-by sia in fase di funzionamento, si possono ridurre i costi, spegnendo automaticamente i macchinari quando non vengono utilizzati”. Le nuove reti Ethernet offrono una maggiore funzionalità e un più facile accesso alle applicazioni industriali. È fondamentale pertanto considerare gli aspetti di sicurezza, come la prevenzione degli accessi non autorizzati, sia per l’intero impianto sia per i singoli dispositivi. “Per noi è di fondamentale importanza fornire soluzioni sicure, e sempre più clienti le richiedono”, illustra Palmhager. “Un altro requisito richiesto è quello di fornire soluzioni che supportano il nuovo protocollo Internet versione 6 (IPv6). Abbiamo già delle soluzioni che utilizzano questo protocollo e sarà sicuramente un must per il futuro”. Anche se la nuova generazione di soluzioni di connettività non sarà sul mercato fino al 2013/2014, vi sono già clienti che stanno utilizzando in anteprima la tecnologia. “Stiamo già implementando e sviluppando la nostra nuova tecnologia basata su NP40 in partnership con i nostri clienti in modo tale da arrivare realmente vicino alle applicazioni industriali”, conclude Palmhager, mentre Malmberg aggiunge: “Percepiamo un forte interesse per questa nuova tecnologia, in particolare espresso da aziende nel settore degli azionamenti e del motion”. Per informazioni Hms www.anybus.it www.netbiter.com Novembre 2013 - Automazione Industriale 071 Prodotti In dettaglio Nuovo mobile touch TC55 pc o smartphone? Motorola Solutions estende l’offerta di soluzioni enterprise Android con nuovi device, funzionalità e strumenti di sviluppo software di Laura Rubini A ll’inizio dello scorso ottobre Motorola Solutions (Msi) ha presentato quattro modelli di mobile computer di classe enterprise dotati di sistema operativo (OS) Android, incluso il nuovo TC55 touch computer tascabile, che integra le caratteristiche di un computer portatile di classe enterprise tradizionale con l’estetica e le funzionalità di uno smartphone. Il TC55 ha un display capacitivo da 4,3’’ con uno schermo touchscreen ad alta risoluzione e una luminosità tale che permette la leggibilità anche alla luce del sole e si calibra dinamicamente a seconda dell’ambiente. Per inserire i dati è possibile usare il dito, con o senza guanto, oppure uno stilo, anche in caso di schermo bagnato. Le funzionalità dati del TC55 consentono ai lavoratori mobili di automatizzare e ridurre i tempi di lavoro e di acquisire quasi tutti i tipi di dati mediante la pressione di un pulsante: codici a barre, firme, documenti, foto e video. Insieme ai mobile computer, Msi ha presentato anche alcuni 072 Automazione Industriale - Novembre 2013 aggiornamenti nell’offerta software che riguardano le funzionalità per la sicurezza Extensions (MX) Motorola Solutions e la versione 4.0 della RhoMobile Suite per lo sviluppo di applicazioni che operano su più piattaforme. La serie MX include strumenti per la sicurezza, la gestione dei dispositivi e l’estensione delle prestazioni che sono stati aggiunti ai dispositivi classici Android OS. Con MX gli amministratori dei dipartimenti IT sono in grado di decidere quali applicazioni di business attivare su un dispositivo, mentre i fornitori di soluzioni per la gestione dei dispositivi mobili possono offrire un controllo in tempo reale della gestione da remoto. MX permette ai computer portatili Motorola Android di avvalersi di caratteristiche di classe enterprise per l’acquisizione dei dati e di una connettività veloce e intelligente per i lavoratori mobili. MX è registrato all’Android Open Source Project (Aosp), per cui non compromette le funzionalità di Android e non crea problemi di compatibilità alle applicazioni. RhoMobile Suite 4.0 contiene una serie di strumenti per lo sviluppo su piattaforme diverse che consentono alle aziende di rendere ‘mobile’ il personale, a prescindere dal tipo di sistema operativo, dispositivo o tecnologia in uso. Gli sviluppatori possono integrare, realizzare l’hosting e gestire applicazioni che operano su più piattaforme, incluso il nuovo supporto per iOS7 e Windows Phone 8, sia su dispositivi consumer sia enterprise. RhoMobile Suite 4.0 semplifica il processo di sviluppo attraverso la creazione di un unico set di Api per JavaScript e per Ruby utilizzabile attraverso tutti i tipi di dispositivi e sistemi operativi. Gli sviluppatori JavaScript possono realizzare applicazioni RhoMobile e integrarle facilmente nei vari dispositivi. Per informazioni Motorola Solutions www.motorolasolutions.com SEW-EURODRIVE–Driving the world No Matter What You Move: We Drive It. Tanti settori industriali. Tante sfide. Un unico partner: SEW-EURODRIVE. Le nostre tecnologie più innovative vi offrono la miglior qualità a un basso costo di gestione. Qualità, efficienza e sicurezza girano da sempre sulla ruota di SEW per tutti i comparti industriali: costruzioni, alimentare, automobilistico, logistico … Per noi ogni cliente è unico e unico il sistema di automazione sempre studiato ad hoc; dall’esigenza più piccola ai grandi impianti produttivi SEW-EURODRIVE ha la soluzione giusta ad attendervi! www.sew-eurodrive.it Prodotti News a cura di Franco Gori Da Sick, encoder programmabili per bus Ethernet-based Gli encoder assoluti monogiro e multigiro della serie Afs/Afm60 Ethernet-based (Ethernet/IP, Profinet ed EtherCat) di Sick sono sensori rotativi liberamente programmabili per il rilevamento di percorso, angolo, velocità e posizione, che prevedono funzioni di diagnostica integrata comprensive di monitoraggio della temperatura all’interno dell’encoder. Tutti gli encoder sono dotati di due contatori del loro periodo di funzionamento, uno dei quali si avvia quando viene fornita energia all’encoder, mentre il secondo quantifica il tempo di rotazione dell’albero. I cinque Led doppi riferiscono lo stato di funzionamento e lo scambio dei dati. Con Afs60 e Afm60 possono essere controllati anche i valori limite della posizione angolare. Infine, la velocità di rotazione può essere monitorata per avere un diretto controllo della dinamica applicativa. I singoli messaggi sono strutturati gerarchicamente sotto forma di ‘flag’, di allarme o attenzione, secondo la loro importanza per lo stato di funzionamento. Le versioni multigiro Afm60 forniscono la funzione Round Axis, particolarmente importante laddove si richiede il controllo di tavole rotanti, messe in movimento da meccaniche rotazionali, spesso attivate tramite complessi organi di riduzione. Round Axis consente all’operatore di ottenere un numero di step al giro selezionato arbitrariamente entro un numero di giri deciso dall’utente. Il rapporto tra step e numero di giri calcolati è dunque liberamente selezionabile per adeguare l’encoder a ogni meccanica e a ogni sistema di riduzione, facilitando l’implementazione e i processi di manutenzione. Oltre alla possibilità di effettuare una diagnostica completa e alla funzione di trasmissione integrata per gli assi rotativi, nelle versioni Ethernet/IP degli encoder la funzionalità Device Level Ring (Dlr) consente un monitoraggio attivo, permettendo l’invio delle informazioni anche a fronte d’interruzioni della rete, mentre nelle versioni Profinet ed Ethercat consente il superamento dei limiti dell’encoder tradizionale, con la possibilità di raggiungere un controllo real-time o isosincrono. Grazie al Dlr i singoli blocchi d’informazione (beacon frame) vengono inviati tramite l’encoder attraverso un interruttore a due vie entro brevi intervalli di tempo. In questo modo il sensore esegue i test di disponibilità sulle connessioni tra i diversi dispositivi in rete, ricercando eventuali anomalie di connessione. In caso di guasto, un cambio nella direzione della trasmissione dei beacon frame ristabilisce in circa 3 millisecondi la comunicazione tra encoder e controller. Per informazioni Sick www.sick.it La sicurezza comunica via Profibus/Profisafe Pilz ha esteso la gamma di controlli di sicurezza Pssuniversal multi - parte del sistema di automazione Pss4000 di Pilz - con una nuova versione dei dispositivi che introduce la comunicazione via Profibus/Profisafe. La combinazione 074 delle funzioni di sicurezza delle macchine e del controllo degli assi può essere particolarmente utile per gli utilizzatori di sistemi multi-asse, come nel caso delle macchine utensili: è possibile infatti collegare controller di sicurezza Pssuniversal multi con un sistema cnc di sicurezza o Motion Control (MC), ad esempio via Profisafe. I dati relativi al feedback dei diversi assi vengono rilevati dal sistema cnc o MC e trasmessi a Pssuniversal multi per la verifica di sicurezza. La configurazione e la programmazione delle funzioni di sicurezza delle macchine sono eseguite tramite l’editor grafico di programmi Automazione Industriale - Novembre 2013 Pasmulti. È possibile collegare direttamente al sistema Pssuniversal multi anche interfacce I/O standard. Se questi segnali non vengono utilizzati dal programma di sicurezza locale, possono essere semplicemente reindirizzati al sistema cnc tramite il collegamento fieldbus esistente. Questo avviene per mezzo di una speciale ‘funzione di bypass’, che evita perdite di tempo correlate all’utilizzo di un programma applicativo. Per informazioni Pilz www.pilz.com News Prodotti Un Sequencer nuovo per PlantPAx di Rockwell Automation Vertelis Vision per l’efficienza energetica negli impianti Installato in un pc-box industriale, il software Vertelis Vision di Socomec permette di rilevare le informazioni provenienti dalle centraline di misura o dai contatori di energia presenti negli impianti industriali. Le funzioni principali del software consistono nell’acquisire e nell’analizzare i dati provenienti dal campo, gestire l’andamento storico e rilevare gli allarmi. È possibile usufruire del servizio da postazioni fisse, attraverso un browser Internet (Internet Explorer, Firefox, Google Chrome), oppure su tablet o smartphone. La comunicazione tra il box e le apparecchiature avviene tramite rete Ethernet o porta seriale RS485. Attraverso interrogazioni, si accede facilmente a rapporti istantanei o storici, consentendo così di monitorare i consumi di varie utenze (torni, catene di produzione, palazzi amministrativi). Vertelis Vision consente inoltre di rilevare le informazioni provenienti dai misuratori Diris A, Diris N, Countis E e Countis Eci, e permette di monitorare molteplici punti di misura, tenere sotto controllo i contatori di energia, le grandezze elettriche (U, I, FP, armoniche ecc.) e gli allarmi. È possibile inoltre analizzare i dati storici sotto forma di statistiche visualizzando - per gli apparecchi Diris A40/A60, Countis E e Countis EC - la curva di carico sia in formato numerico sia grafico, fino all’estrazione dei rapporti con invio programmato per e-mail. Insieme a Vertelis Vision Socomec fornisce il servizio di messa in opera del sistema a cura del proprio personale tecnico. Per informazioni Socomec www.socomec.it Rockwell Automation introduce un nuovo Sequencer e nuove funzionalità dell’Operator Workstation in versione standalone nella piattaforma PlantPAx Process per l’automazione di processo. L’obiettivo dichiarato dalla multinazionale americana di Milwaukee è continuare a sostenere le aziende che operano nei diversi settori industriali nel migliorare l’efficienza degli operatori, grazie a procedure automatizzate e a funzionalità avanzate di visualizzazione e di integrazione con gli skid di processo. Il nuovo Sequencer disponibile con PlantPAx consente di automatizzare le procedure, di eseguire modifiche al sistema e azioni in sequenza tramite faceplate disponibili a livello di interfaccia uomo-macchina. Ciò significa che, in caso di modifiche al processo o di eventi anomali, la sequenza può essere modificata direttamente dalla pagina Hmi da un utente in possesso dei diritti di accesso appropriati, senza dover attendere l’intervento di un esperto del sistema di controllo per modificare il codice della procedura. “Il Sequencer elimina la necessità di configurazioni custom-coded per automatizzare le procedure dei processi continui”, spiega Jason Wright, PlantPAx pProduct Manager di Rockwell Automation. Il sistema PlantPAx prevede un Hmi toolkit completo per la progettazione delle pagine grafiche e un sistema avanzato di gestione allarmi basato sullo standard Isa 18.2. Questo consente all’operatore di concentrarsi direttamente sul processo stesso, riducendo così i tempi di fermo e gli incidenti di sistema. Si aggiungono dunque all’Operator Workstation in versione standalone alcune nuove funzionalità di integrazione che permettono alle aziende una maggiore flessibilità nella progettazione dell’impianto, in particolare nell’integrazione di skid dislocati in vari stabilimenti nel mondo. “Nell’industria si è soliti utilizzare gli skid di processo per velocizzare la linea e per ampliare l’impianto in modo da ridurre il time-to-market”, afferma Wright. “Tuttavia, l’integrazione di questi skid di processo in un tradizionale Dcs può comportare una maggiore complessità oltre che un aumento dei costi. Infatti, per gli utenti finali i costi di integrazione per un Dcs tradizionale ammontano al 50-60% del costo totale del progetto. Ad esempio, l’integrazione degli skid richiede spesso una mappatura dei dati personalizzata o una duplicazione del codice nel Dcs, mentre in PlantPAx il controllore dello skid può essere aggiunto al sistema come controllore nativo. Le funzionalità avanzate dell’Operator Workstation in versione standalone consentono di ridurre i costi di integrazione permettendo allo skid di condividere le risorse infrastrutturali comuni, come ad esempio gli account utente e le impostazioni di sicurezza, senza nulla togliere all’indipendenza delle applicazioni”. Per informazioni Rockwell Automation www.rockwellautomation.com/ go/process Novembre 2013 - Automazione Industriale 075 Automazione applicata Industria del mobile L’automazione italiana nella produzione Ikea Ikea sceglie la qualità del made in Italy nel settore del mobile, spostando alcune produzioni in Italia. L’elevato grado di automazione dei produttori italiani è sinonimo di produttività e qualità eccellenti di Alice Alinari I l colosso svedese Ikea, che già effettua in Italia l’8% dei suoi acquisti mondiali, al terzo posto dopo Cina e Polonia, ha recentemente annunciato di volere sviluppare ulteriormente il rapporto con 24 fornitori italiani per circa un miliardo di euro di acquisti. L’amministratore delegato di Ikea Italia Lars Petersson dichiara che “sono stati individuati nuovi partner italiani che hanno preso il posto di fornitori asiatici grazie alla loro competenza, al loro impegno e alla capacità di produrre articoli caratterizzati da una qualità migliore e a prezzi più contenuti dei loro concorrenti asiatici”. Questo è possibile anche grazie all’elevato grado di automazione delle imprese italiane, che garantiscono così produzione e qualità elevata. Già nel 2011 il gruppo ha comprato in Italia più di quanto ha venduto, confermandosi un motore di spinta per l’economia del Paese. La parte del leone la fanno gli acquisti di cucine: 076 L’azienda Manuex realizza per Ikea diversi componenti destinati alle cucine Automazione Industriale - Novembre 2013 una cucina su tre venduta da Ikea nel mondo è prodotta in Italia. Gli acquisti provengono prevalentemente da Veneto (38% degli acquisti), Friuli (30%) e Lombardia (26%). Dalle tre precedenti regioni Ikea fa maggiori acquisti che da Svezia o Germania. La ricaduta occupazionale collegata a queste nuove commesse produttive è stimabile in 2.500 posti di lavoro, ai quali vanno sommati i 6.600 dipendenti della rete commerciale e logistica e l’indotto dei punti vendita. Nella fabbrica delle antine Tra i fornitori italiani, l’azienda Manuex, parte del gruppo Fgv (Formenti e Giovenzana, Veduggio), realizza per Ikea le guide e le coperture per cassetti destinati ai mobili per cucine. Al fine di raggiungere l’obiettivo di una produzione con i volumi, la flessibilità e la qualità richiesta dal gruppo svedese, Manuex ha progettato un nuovo impianto per la produzione, l’assemblaggio e il confezionamento di antine destinate ai mobili da cucina Ikea. Il progetto e la realizzazione sono stati affidati a Process di Sassuolo, azienda che opera da oltre 25 anni nel settore dell’automazione per il legno. Process ha progettato l’impianto per ottenere alla fine della linea un’antina perfettamente assemblata e incollata, con possibilità di comporre indifferentemente ogni tipo di anta con uno, due o tre pannelli, e di ottenere un cambio formato molto veloce in modo totalmente automatico. L’impianto è composto da una linea di assemblaggio, una linea di imballaggio e una linea di pallettizzazione, con una produzione che può arrivare a 12 antine al minuto, con il minimo presidio umano: per l’asservimento di tutte le operazioni automatiche è sufficiente un solo operatore. Industria del mobile Automazione applicata ❷ Linea di assemblaggio ❶ L’impianto di produzione antine è composto da tre linee: assemblaggio, imballaggio ❹ e fine linea di pallettizzazione ❺. Tre Hmi basati su Movicon ❸ CE presidiano localmente le linee, mentre un supervisore Movicon 11 gestisce l’intero processo, registra e analizza i dati di produzione La linea di assemblaggio include l’alimentatore traversi ❶, l’alimentatore pannelli ❷ e l’alimentatore montanti ❸ ❺ Fine linea di pallettizzazione Linea di imballaggio ❹ L’architettura dell’impianto L’automazione dell’impianto è gestita da tre plc Saia collegati tra loro in rete Ethernet e connessi sempre sulla medesima rete ai sistemi di interfaccia operatore e al pc di supervisione generale. La gestione dell’impianto si basa sulla tecnologia software di Movicon 11 di Progea, utilizzata da oltre un decennio da Process “proprio per la versatilità, indipendenza dall’hardware e flessibilità”, come spiega Simone Cerroni di Process. In questo caso, infatti, nel progetto sono previsti tre sistemi Hmi touchscreen da quindici pollici basati su Windows CE dislocati lungo le linee che compongono l’impianto. Ai sistemi è collegato il supervisore Scada: “L’impiego di Movicon ha consentito un enorme risparmio di tempo e il riutilizzo di parti dello stesso progetto”, dice Cerroni. Il sistema di controllo possiede anche un punto di connessione via modem per il teleservice del servizio tecnico di Process, attraverso il quale i tecnici di assistenza possono controllare o modificare i programmi del plc, lo stato degli allarmi, con eventuale intervento remoto in caso di anomalie, i report di produzione giornalieri, settimanali e mensili, così come ogni altra eventuale analisi di diagnostica. Il supervisore, grazie alle funzioni integrate in Movicon, permette essenzialmente di gestire l’utilizzo, la manutenzione e l’ottimizzazione della macchina senza l’ausilio di personale qualificato. Infatti, la predisposizione della macchina per una determinata produzione avviene in modo molto semplice, richiamando uno dei formati precedentemente memorizzati nella banca dati del pc tramite l’uso intuitivo di pochi tasti. Novembre 2013 - Automazione Industriale 077 Automazione applicata Industria del mobile A sinistra, una delle pagine di configurazione e set-up della linea. A destra, pagina video principale del supervisore Movicon 11 La linea di assemblaggio La porzione di impianto dedicata all’assemblaggio è suddivisa in tre sezioni. La prima sezione è composta dai traversi che vengono alimentati in due magazzini che a loro volta alimentano la macchina, e sono dotati di applicatori di colla vinilica per la distribuzione della colla nelle scanalature. I traversi sono posizionati sulle successive cinghie secondo le dimensioni dei pannelli, in modo totalmente automatico. La seconda sezione è composta da un sistema di alimentazione pannelli, basato su una movimentazione automatica portale, un trasporto a cinghie e un alimentatore pannelli. I pannelli sono prelevati dai pallet e depositati sull’allineatore che li trasferisce al portale principale incluso nella macchina-base. Mentre la pinza sta lavorando da un lato, l’operatore può preparare le pile e alimentare il magazzino dell’altro lato della macchina. La terza sezione è composta da due alimentatori montanti, posizionati ai lati della macchina principale, alimentati da un sistema robotizzato in grado di prelevare da un pallet uno strato completo di montanti, centrarlo e depositarlo alternativamente nei magazzini montanti di destra e sinistra. I montanti sono caricati da un operatore ai due magazzini collocati ai due lati della macchina. I montanti sono incollati nella fresata Dai fiammiferi ai mobili, i 70 anni di Ikea La storia di Ikea comincia nel 1943 nel piccolo villaggio di Agunnaryd, in Svezia, quando Ingvar Kamprad, il fondatore dell’azienda, aveva solo 17 anni. Da una semplice attività di vendita di fiammiferi, Kamprad ha saputo fare crescere costantemente la sua impresa fino a farla diventare una multinazionale. Oggi il Gruppo Ikea è diventato un marchio mondiale, presente in 41 Paesi con 131mila co-worker 078 e vendite annuali per oltre 24,7 miliardi di euro. Partendo da mobili prodotti in kit di montaggio con il legno delle foreste svedesi, oggi il Gruppo produce le soluzioni di design d’arredo con la logica della globalizzazione, scegliendo fornitori e partner in tutto il mondo che siano in grado di produrre i componenti d’arredo al miglior costo possibile, con la massima qualità, e con un particolare riguardo per l’ecosostenibilità. Automazione Industriale - Novembre 2013 centrale e nei fori delle spine da due pistole, con colla vinilica, mossi da due assi controllati. Questi assi sono inoltre dotati di due unità per l’applicazione di punti di colla a caldo hot melt lungo i montanti. Una volta incollati, i montanti arrivano nell’area di chiusura dove una serie di dieci assi guidati da motori brushless provvedono alla completa azione di assemblaggio. Il trasporto a catene all’uscita della macchina collega la sezione di assemblaggio a quella di imballaggio attraverso una foratrice. La stazione di imballaggio Nella stazione di imballaggio arrivano le porte assemblate pronte per essere imballate. Una struttura principale, tipo ‘portale’, dotata di due assi verticali controllati e relative testate di prelievo, è in grado di prelevare un cartone dalla pila, entrato precedentemente, e trasportalo nella stazione di imballaggio. Oltre a ciò, la struttura preleva dalla linea di assemblaggio un’antina già rovesciata sottosopra (questo eviterà danneggiamenti dell’antina in fase di apertura scatola) e la porta sul cartone, precedentemente posizionato; successivamente preleva le antine danneggiate e le impila sul trasporto a rulli. Il materiale Industria del mobile Automazione applicata Process, una vocazione per il legno conforme passa nella stazione di imballaggio, in grado di piegare il cartone intorno all’antina che è all’interno, e sigillarlo con nastro. A questo punto le scatole vengono etichettate automaticamente, in qualsiasi posizione, e passano alla fase di palletizzazione, che avviene tramite un robot antropomorfo che provvede al posizionamento sui pallet delle antine imballate nel cartone. Supervisione, Hmi e plant intelligence La gestione dell’intero impianto composto dalle tre linee di assemblaggio, imballaggio e pallettizzazione è completamente automatizzata e tutti i parametri e i report di produzione sono supervisionati a livello informatico con la possibilità di controllo da remoto. La gestione degli allarmi avviene localmente sugli Hmi, ma il supervisore centrale offre anche una condotta guidata che, in caso di anomalia, segnala all’operatore il tipo di allarme che si è verificato, spiegando le cause che possono averlo determinato e le possibili procedure per rimuoverlo. Il sistema, inoltre, provvede a registrare su database tutti i dati relativi alla produttività dell’impianto e a visualizzarli attraverso il sistema di reportistica integrato in Movicon 11. Oltre ai dati di produzione, elencati per lotto, prodotto, turno e operatore, sono registrati anche tutti gli orari di avvio, arresto, fermo macchina per allarme o per tipologia di fermo di produzione. In questo modo è possibile disporre dei parametri relativi alla produttività e al rendimento dell’impianto, applicando i criteri tipicamente Process nasce nel 1985 con l’intento di integrarsi nel tessuto industriale del legno mettendo a disposizione tutta la tecnologia di automazione acquisita nel settore ceramico. Il primo successo arriva con lo strettoio automatico per antine, che si evolve per tutti i tipi di porte, e nel tempo conduce Process ad affermarsi nel settore, tra le prime aziende ad adottare i robot antropomorfi in contesti diversi dall’industria automobilistica, dove tipicamente sono utilizzati. “Nel pavimento in laminato, Process mette a disposizione tutta la sua esperienza ceramica progettando definiti di ‘plant intelligence’. Questi principi consentono al gestore di individuare la produttività reale, la differenza rispetto alla produttività teorica e le cause che determinano i fermi più frequenti, disponendo quindi di tutte le informazioni per eseguire la manutenzione preventiva e di migliorare la produttività. I manutentori possono così intervenire tempestivamente per risolvere eventuali problemi dovuti allo stato anomalo di un determinato pezzo. Tutte le operazioni eseguibili dagli operatori sono protette da password, attraverso la modalità di gestione sicura dell’accesso utenti prevista da Movicon. Diversi livelli di priorità nell’accesso al sistema consentono la necessaria sicurezza per evitare a un operatore la consultazione di determinati dati o l’utilizzo di specifiche funzioni. “La piattaforma Scada Movicon si è dimostrata per Process lo strumento idoneo per raggiungere gli obiettivi severi imposti dalle specifiche richieste”, commenta Cerroni. “La soluzione permette lo sviluppo rapido di un’applicazione affidabile e solida impianti che rivoluzionano i concetti di integrazione impiantistica utilizzando robot antropomorfi e veicoli a guida laser, arrivando a una produttività pro-capite ancora oggi insuperata”, dice Simone Cerroni. Tutelata da diversi brevetti frutto della creatività dei suoi progettisti, Process propone sistemi d’automazione e impianti ad alta tecnologia, con il valore dell’esperienza applicata ai settori del legno e del mobile, della pavimentazione in legno o melaminico, dell’inscatolamento a basso spessore, della logistica e della pallettizzazione. con un’interfaccia intuitiva e consente di decentralizzare e rendere flessibile il progetto. Il software sviluppa anche potenti funzionalità di reportistica e analisi e, in ultimo, fornisce sicurezza per gli operatori”. Oggi, l’impianto di produzione delle antine per i mobili da cucina di Ikea realizzato da Process è “in funzione con grande soddisfazione della committenza”, aggiunge Cerroni. “Oltre agli evidenti benefici della qualità di un processo gestito automaticamente, l’impianto ha evidenziato anche notevoli ritorni economici in termini di personale necessario: utilizzando un’installazione di questo tipo, per la gestione del processo completo, si ha una riduzione dell’80% del personale rispetto ai sistemi tradizionalmente in uso, potendo così contare su un pieno rientro dell’investimento in tempi brevissimi”. Per informazioni Process www.process.it Progea www.progea.com Novembre 2013 - Automazione Industriale 079 Automazione applicata Industria del mobile Concentrati sul design degli arredi Progettando con Solid Edge, gli ingegneri di Kimball International possono dedicarsi, in modo più produttivo, al lato creativo del loro lavoro, valorizzando la loro esperienza nella realizzazione di mobili per ufficio e per hotel che rispondono al meglio ai nuovi trend del settore di Giorgia Andrei K imball International, società di Jasper, sita nell’Indiana, fornisce diversi prodotti in due segmenti di business: Electronic Manufacturing Services e Furniture. Questo secondo ramo dell’azienda realizza arredamento per l’ufficio e per il settore hospitality, con i marchi Kimball Office, National Office Kimball ha dovuto adattarsi con rapidità ai cambiamenti che negli ultimi tempi hanno interessato il settore dell’arredamento da ufficio 080 Automazione Industriale - Novembre 2013 Forniture e Kimball Hospitality. Negli ultimi tempi, Kimball ha dovuto adattarsi con rapidità ai cambiamenti che hanno interessato il settore dell’arredamento da ufficio, affrontando contemporaneamente le criticità insite nella conduzione di un’azienda globale. “L’arredamento da ufficio è profondamente cambiato negli ultimi anni”, dice Ricardo Espinosa, R&D Engineering Services Manager di Kimball. “I tradizionali spazi lavorativi continuano a evolvere e un gran numero di ambienti sta sposando il concetto di open space, per favorire la migliore interazione, collaborazione e networking tra i colleghi”. Non solo: le nuove tecnologie di comunicazione, inoltre, inducono le persone a fare un uso diverso dello spazio dell’ufficio e richiedono la progettazione di nuovi mobili. Dice ancora Espinosa: “Dobbiamo tenere conto della maggiore integrazione tra reti elettriche e di comunicazione, una tendenza che ha posto nuove sfide all’ingegneria”. Ogni anno Kimball produce diverse nuove linee, con centinaia di configurazioni per ciascuna. A occuparsene sono oltre 50 progettisti. “Le risorse devono essere gestite con attenzione e dobbiamo essere molto efficienti nel raggiungere i nostri obiettivi, mantenendo nei prodotti l’elevata qualità per la quale Kimball è conosciuta”, dice Espinosa. Per rendere il processo efficiente è importante anche valorizzare i decenni di lavoro di progettazione che l’azienda ha alle spalle. In Kimball molti dei dati cad sono stati creati, negli anni Ottanta e Novanta, usando il software I-deas (il cad originario di Sdrc, Structural Dynamics Research Corporation, poi passato a Eds e confluito nell’offerta NX di Ugs, ndr). Il passaggio a Solid Edge risale al 2004: all’epoca, Solid Edge era Industria del mobile Automazione applicata Con la Synchronous Technology i progettisti di Kimball possono creare modelli senza dover fare calcoli addizionali e adattare i prodotti in modo molto più rapido ancora un sistema cad history-based e, nonostante la sua adozione rappresentò un passo importante verso un cad moderno, lavorare sui vecchi dati creati con I-deas era ancora complesso. Un cambiamento rilevante è avvenuto quando Kimball ha deciso di implementare Solid Edge with Synchronous Technology, raccogliendo la sfida di accelerare nuovi processi di progettazione, rendere più veloci le modifiche ai progetti esistenti e migliorare il riutilizzo dei dati importati. Il nuovo che fa tesoro dell’esperienza Dopo avere avviato l’implementazione della nuova versione del software partendo da un gruppo ristretto di ingegneri, Kimball ne sta estendendo l’uso a tutto lo staff di progettisti. “Quando lavori con un sistema cad tradizionale, creare tutte le piccole modifiche è un’attività molto lenta”, commenta Espinosa. “Si tratta, in pratica, di fare la stessa cosa più e più volte”. Con la Synchronous Technology, invece, i progettisti possono creare modelli senza dover fare calcoli addizionali e adattare i prodotti in modo molto più rapido: “Senza nemmeno conoscere le dimensioni dei componenti finali, possiamo modificare la parte esistente e creare qualcosa di nuovo. Anche piccole modifiche possono richiedere ore se devi aprire e modificare parti individuali in un modello cad tradizionale, mentre con Solid Edge otteniamo significativi risparmi di tempo nel produrre documentazione e disegni per prodotti con centinaia di configurazioni differenti”. I tempi di realizzazione dei progetti si sono così ridotti da giorni a ore. “Prima di Solid Edge with Synchronous Technology dovevamo ripartire ogni volta da zero; ora possiamo riutilizzare, con facilità, anche i dati ereditati dagli anni Ottanta e Novanta e creare nuovi componenti usando le informazioni esistenti”, continua Espinosa. “Importiamo in Solid Edge gli assiemi creati con I-deas e li usiamo quindi per lavorare su singoli elementi. Non modifichiamo tutto, talvolta si tratta di piccoli cambiamenti, come l’aggiunta di un foro o di una fessura, cambiamo le dimensioni ed è tutto. Oppure, a volte usiamo uno dei componenti già esistenti e creiamo un prodotto nuovo, basato però su una geometria che già abbiamo”. Prima dell’adozione della Synchronous Technology, Kimball aveva smesso di riutilizzare alcuni dei dati creati con I-deas. “Nel cad history-based, se non sei il progettista che ha originato il disegno, non c’è modo di comprendere come questo era stato progettato”, dice Espinosa. “Dovevamo ridisegnare la maggior parte dei componenti da zero e i dati che potevamo recuperare richiedevano poi giorni per essere importati”. Produrre di più, divertendosi Kimball stima che molti dei risparmi di tempo arriveranno dalla semplice importazione e modifica di progetti ‘legacy’ e che, allo stesso modo, questo risparmio rappresenta un’opportunità per migliorare la produttività. “C’è un interessante ritorno dell’investimento quando si adotta la Synchronous Technology, ma la nostra motivazione principale per implementare questo strumento, è essere più produttivi, progettare prodotti migliori, arrivare sul mercato in tempi più brevi e creare un processo più semplice per valorizzare i dati del passato”, conclude Espinosa. Adottare Solid Edge with Synchronous Technology ha richiesto degli sforzi, ma non è stato difficile: “Ho dovuto cancellare dalla mia mente vent’anni di tecnologia di progettazione nella modalità ‘history-tree’ ma in un paio di settimane ho iniziato ad apprezzare il nuovo modo di lavorare e così è stato per i miei colleghi: si diventa più produttivi e ci si può divertire di più lavorando, perché si è più partecipi nel processo di progettazione”. Per informazioni Siemens Plm Software www.siemens.it/plm Novembre 2013 - Automazione Industriale 081 Il sito per tutti i professionisti dell’automazione notizie sui prodotti, le tecnologie e gli eventi del settore automazioneindustriale.com Visita il sito e iscriviti alla newsletter gratuita di Automazione Industriale IL DONO DELL'INNOVAZIONE DESIGNSPARK MECHANICAL Noi di RS Components vogliamo aiutare i progettisti a creare prodotti rivoluzionari. +LSUVZ[YVPTWLNUVULPJVUMYVU[PKLSSPUUV]HaPVULLKLSWYVNYLZZVILULÄJPHUV[\[[PPWYVNL[[PZ[P grazie a strumenti di progettazione di livello mondiale. +LZPNU:WHYR4LJOHUPJHSu\UWV[LU[LZVM[^HYLWLYSHTVKLSSHaPVUL+MHJPSLKHPTWHYHYLLPU[\P[P]V KH\[PSPaaHYLJVUPSX\HSLWV[YHPKHYL]P[HHU\V]LPKLLHUJVYHWP]LSVJLTLU[LKPWYPTH SCARICA GRATUITAMENTE DESIGNSPARK MECHANICAL Scopri l'innovazione 3D all'indirizzo www.designspark.com/mechanical DEVELOPED BY