La Torre Eiffel di Cianciana.

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La Torre Eiffel di Cianciana.
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La Torre Eiffel di Cianciana.
Inviato da Mariangela Riggio
La foto ritrae la Torre in fase di assemblamento nello spazio posto allora sotto l'edificio della Scuola Elementare e
mancano ancora i quattro pilasti di base. (Arch. Paolo Sanzeri)
Tipica foto-ricordo del vacanziero sotto la Torre Eiffel…a Cianciana.
Monumento particolare del nostro paese, la riproduzione a scala ridotta della Torre Eiffel, ttira l’attenzione degli
stranieri in visita nel nostro paese, lì si mettono in posa per lo
scatto-ricordo, come a Parigi sotto la Torre di Gustave Eiffel. Ma chi racconta ai curiosi isitatori qual è la storia di questo
particolare ricordo dei ciancianesi?
Infatti, prima ancora di diventare il ricordo di un’estate trascorsa nell’entroterra siciliano, questo
monumento è il simbolo della storia economica e sociale di Cianciana.
Sarà strano e difficile per i visitatori del nostro piccolo centro urbano comprendere che quella riproduzione del genio
ingegneristico di Eiffel racconta la stessa storia del vicino Monumento agli zolfatari (opera
di Vincenzo Chiazza): l’uno ne rappresenta la conclusione, l’altro l’inizio.
Lontana dalle colossali aspirazioni ingegneristiche di Gustave Eiffel, la versione
ciancianese della Torre Eiffel è umile creazione, segno di un tentativo di ripresa
economica e lavorativa successiva alla chiusura delle miniere. Se a Parigi si erge
maestosa l’originale Torre Eiffel, realizzata nel 1889 come costruzione temporanea in
occasione dell'Esposizione Universale ma destinata a rimanere per sempre simbolo della
Rivoluzione Industriale e con i suoi 324 m. vantò fino al 1930 il primato quale monumento
più alto del mondo (nel 1930 fu realizzato il Crystal building di New York, superandola in
altezza); a Cianciana, invece, alla fine degli anni Sessanta del XXI sec. furono i minatori a
crearla pezzo per pezzo e nacque in un periodo di crisi dovuta alla chiusura delle miniere
con la conseguente disoccupazione di tutti gli operai in essa coinvolti.
Ecco perché prima
di tutto è il ricordo di un tempo passato che ci lega alle nostre origini: è opera creata dai
nostri nonni, per noi giovani.
Le cave di zolfo, che rappresentarono la maggiore fonte economica del paese nell’800 (nel
1839 erano presenti ben nove miniere collocate a nord-est e nord-ovest del paese:
Falconeria, Cappadona, Tamburello, Polizzi, Guida, Mormino, Savarini, Balate e Ciniè)
chiusero nel 1962.
Pertanto furono organizzati dalla Regione Siciliana dei corsi di
riconversione professionale per rimediare alla condizione di disoccupazione che si era
venuta a creare. I corsi attivati, in un certo senso equivalenti ai nostri attuali corsi di
formazione professionale, furono quelli di meccanico, elettricista, idraulico.
Questi, per
ovviare momentaneamente alla crisi economica dei disoccupati minatori, furono retribuiti.
Alla conclusione del percorso di formazione, alcuni accettarono la liquidazione, altri furono
riassunti presso la miniera Ciavolotta (Favara), poi presso Cozzo Disi (tra i comuni
di Casteltermini e di Campofranco).
La nostra “piccola” Torre Eiffel? Essa nasce a
conclusione del corso di meccanico che si conclude nel 1967, la data è riportata in
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un’incudine realizzata dalle mani di mio nonno sempre a conclusione del suddetto corso.
Con la guida dei docenti ogni allievo realizzò un elemento che, assemblato agli altri, diede
come risultato finale il caratteristico monumento sotto il quale oggi gli stranieri amano
fotografarsi, imitando così, nel suo piccolo, l’idea di Gustave Eiffel che conta ben 18.000
pezzi metallici fissati da 2.500.000 rivetti.
Mio nonno credo non l’avesse una foto-ricordo sotto la sua torre, e neanche io, anche se
mi piaceva molto passarci sotto da bambina, mi divincolavo tra i percorsi all’interno della
Villa Comunale cercando il vialetto che mi portava proprio sotto la torre…poi il nonno mi
raccontava la sua storia.
Arch. Mariangela Riggio
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