Parità di genere e carriere scientifiche: il quadro e il ruolo dell`Europa
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Parità di genere e carriere scientifiche: il quadro e il ruolo dell`Europa
Parità di genere e carriere scientifiche: il quadro e il ruolo dell’Europa Rossella Palomba, CNR [email protected] Perché parlare di parità di genere e di pari opportunità La Parità è lo strumento per produrre uguaglianza tra i sessi e il suo obiettivo è quello di realizzare la condivisione, la compresenza di uomini e donne in tutti i luoghi di lavoro, di vita, di potere, di responsabilità e di decisioni. Le Pari Opportunità affrontano tutte le problematiche e le discriminazioni legate al genere oltre che ad etnia, religione, convinzioni personali, orientamenti sessuali, disabilità, ecc. nel mondo del lavoro. Se in un contesto lavorativo e in particolare nella ricerca scientifica mancano questi due elementi è del tutto inutile parlare di merito, eccellenza o riconoscimento del talento Global Gender Gap A Ottobre 2014 è stato presentato l’ottavo Report sul Global Gender Gap relativo alla situazione delle donne e della parità di genere nel mondo. Come era facile prevedere il nord d’Europa occupa la testa della classifica dei paesi con un elevato livello di parità. Islanda, Finlandia, Norvegia, e Svezia si assicurano le prime quattro posizioni, mentre il fondo della classifica vede la Siria, il Ciad, il Pakistan, ed ultimo lo Yemen. L’Italia oscilla in mezzo alla classifica. Oggi occupa il 69° posto su 142 paesi; nel 2012 l’80°; nel 2008 il 67°. Poche pari opportunità per le donne italiane Il 69° posto italiano nella graduatoria del Global Gender Gap nasce da un insieme di fattori: il 114° posto per l’occupazione femminile, il 62° posto per l’istruzione, Il 70° per salute e sopravvivenza il 37° per presenza in politica, che messi tutti insieme fanno complessivamente il 69° posto nella classifica mondiale dopo il Bangladesh(68°) e l’Estonia (62°) . Diritto di accesso al mondo degli uomini Le donne non sono uguali fra di loro, non sono uguali agli uomini e, anche se hanno conquistato gli stessi diritti, non sono ugualmente presenti nella cultura, nella società e nella politica. Le leggi che abbiamo garantiscono il diritto di accesso delle donne al mondo degli uomini ma non di cittadinanza piena, che ancora va conquistata. La scarsa presenza femminile ai posti di comando o ai vertici delle gerarchie è il segno di questa mancata conquista Il soffitto di cristallo il “soffitto di cristallo” come sappiamo è una barriera invisibile ma resistente che determina la scarsa presenza femminile nei posti decisionali della politica e in generale nei posti che contano. In termini tecnici viene chiamata segregazione verticale ed è riconducibile ad una serie di circostanze poco significative se prese singolarmente, ma che diventano un mix esplosivo di piccole ingiustizie e ingiustificate preferenze che tutte insieme finiscono per escludere le donne dai posti decisionali. La forbice nelle carriere 90 80 70 donne PA uomini PA uomini magistrati donne magistrati uomini docenti Univ. donne docenti Univ. 60 50 40 30 20 10 0 C B A La spiegazione ufficiale Quando si pone un problema di sotto-rappresentazione femminile in questo o quel settore della società, ci sentiamo dire che “Basta aspettare e la situazione cambierà naturalmente, date le accresciute capacità delle donne”. L’aumento della presenza femminile alla base della piramide delle carriere è un indicatore che le cose si aggiusteranno naturalmente. La scomparsa della forbice nelle carriere è facilmente prevedibile ma è necessario aspettare il tempo fisiologico perché l’aumento delle donne alla base si trasformi in un’adeguata loro presenza ai vertici. Non ci viene detto, però, quanto tempo dobbiamo aspettare. Una simulazione Supponiamo di voler segnare sul calendario quando è ipotizzabile raggiungere la parità in un determinato settore. Per fare questo calcolo immaginiamo che il numero di dirigenti, professori ordinari, manager aziendali o altre figure al vertice di una determinata professione rimanga bloccato a quello attuale e calcoliamo per quel livello di carriera, quanto tempo trascorrerà prima che le donne raggiungano il 50 per cento, in base ai loro ritmi di crescita annuale in quel settore. Se non ora quando? 2037: l’anno della parità tra i dirigenti dei ministeri 2052: l’anno della parità per dirigenti apicali nella amministrazione universitaria 2087: l’anno della parità tra i dirigenti del servizio sanitario nazionale 2138: l’anno della parità tra i professori ordinari 2425: l’anno della parità ai vertici della magistratura 2660: parità tra diplomatici 2143: parità nel CdA Concentriamoci sull’università All’Università Bocconi le donne ce la faranno ad arrivare alla parità numerica tra gli ordinari un po’ prima: nel 2114. Alla Università di Roma La Sapienza l’attesa è molto più lunga e termina nell’anno 2487. Va meglio per le accademiche dell’Università Federico II di Napoli che per il 2092 dovrebbero aver raggiunta la parità. Nelle Scienze dell'antichità, filologico, letterarie e storico artistiche le donne ce potrebbero fare in minor tempo rispetto ad altri ambiti. L’Italia non è un caso anomalo Dati europei ci dicono che la presenza femminile nelle carriere scientifiche è in media del 33% e così è anche in Italia. La media UE, che è già al di sotto delle attese in base ai risultati formativi, nasconde un percorso di carriera poco vantaggioso per il sesso femminile. Infatti, al primo gradino della carriera troviamo il 44% di donne, a livello intermedio la media europea scende al 37% per arrivare ad un poco onorevole 20% tra i professori. L’Italia ha un andamento simile con 45% di donne a livello più basso della carriera, il 34% di donne a livello intermedio e il 20% ai vertici. Ordinari donna per area scientifica 40 35 30 25 20 15 10 5 0 Eu-27 Italia I numeri non decidono ma contano Il processo di parità non si esaurisce con il semplice raggiungimento della presenza femminile nelle stanze del potere, ma si completa con la possibilità e la capacità di produrre cambiamenti a favore delle donne. In questo senso i numeri non decidono, ma certo contano. Le donne nelle carriere scientifiche devono affrontare problemi che hanno poco a che fare con il loro valore, le loro capacità, il loro talento Esiste una diffusa difficoltà a discutere i motivi profondi della scarsa presenza femminile ai vertici della carriera in nome della neutralità della scienza. Siamo di fronte a un sistema strutturato di sapere, e anche di potere, con norme e regole che è complesso modificare dal basso. La spinta della Commissione Europea 1999 Pubblicata la Comunicazione Women and Science 2000 ETAN-European Technology Assessment Network Report 2003 SHE FIGURES 2004 Rapporto su Gender and excellence in the making 2008 Rapporto su Benchmarking Policy Measure for Gender Equality in Science Rapporto su The Gender Challenge in Research funding: assessing the European national scenes Rapporto su Structural Change: Enhancing Excellence, gender equality and efficiency in research and innovation Rapporto su Gendered innovations: how gender analysis contributes to research Rapporto Gender Equality Policies in Public Research 2009 2012 2013 2014 L’eccellenza scientifica In tutti i momenti di valutazione delle capacità e dei talenti quello che conta è l'eccellenza. Un termine neutro, un termine astratto che va concretizzato attraverso sistemi di valutazione che consentano la comparazione. La scienza per ipotesi deve essere “neutra” e “obiettiva” e l’eccellenza scientifica, valutata dai pari, dovrebbe essere basata su criteri di merito e di qualità, che non hanno nulla a che vedere con il sesso del proponente. Le Commissione Europea ha finanziato gruppi di lavoro sul tema del genere e eccellenza scientifica poiché l’eccellenza è uno dei grandi obiettivi della UE. I finanziamenti: il cuore del sistema Un rapporto abbastanza recente della Commissione Europea (2009) ha voluto verificare se ci fossero disuguaglianze di genere nell’attribuzione dei fondi per la ricerca. Infatti, la ricerca scientifica ha bisogno per svilupparsi sia di competenze e professionalità che di fondi necessari a realizzare i progetti scientifici e questi fondi dovrebbero essere assegnati ai progetti migliori in termini di eccellenza scientifica. Ipotizzare disuguaglianze, se non discriminazioni, di genere nei finanziamenti pubblici alla ricerca suona quasi come un attacco al cuore stesso della scienza. I risultati Lo studio ha dimostrato che: l’eccellenza scientifica viene misurata in modi diversi nei vari paesi europei e nelle varie discipline, il genere non è mai incluso tra i criteri di valutazione, le commissioni di valutazione sono spesso formate da membri di un solo sesso e le donne ne escono sempre penalizzate. Le percentuali di successo tra i due sessi sono simili. Le donne si presentano in percentuali minori degli uomini segno di una scarsa autostima nelle proprie possibilità. In Italia Solo il 13% del budget totale viene assegnato a donne coordinatrici. Esistono differenze notevoli tra discipline, ma in generale le donne ricevono meno fondi. Anche nelle discipline in cui le donne sono più presenti, come nei gruppi disciplinari di Biologia o di Scienze Politiche e Sociali, le donne attraggono finanziamenti di minore entità. Dal punto di vista percentuale, solo il 16% di tutti i coordinatori sono donne. Le donne hanno in totale una percentuale di successo del 20,8% contro il 26,2% degli uomini. Un mondo imperfetto Fin dalla conferenza di Pechino del 1995, si è richiamata l’attenzione dei politici e degli amministratori sul divario per le donne tra la situazione di diritto e quella di fatto Le ricerche effettuate dimostrano che se la partecipazione delle donne raggiunge una percentuale tra il 30 e il 35% (definita come "massa critica"), questa quota ha una reale ripercussione sullo stile politico, aziendale e manageriale e influenza il contenuto di tutte le decisioni, dando nuovo slancio alla politica, al mercato e alla vita sociale. Consigli di sopravvivenza Richiamare l’attenzione della vostra organizzazione su fatti o comportamenti per non dire discriminazioni che hanno dirette conseguenze sull’efficienza del sistema in cui operate può seriamente danneggiare la vostra reputazione e non vi aiuterà a fare carriera. L’effettivo riconoscimento delle pari opportunità in una organizzazione comporta sovvertire i codici di comportamento, l’organizzazione del lavoro, le regole, i tempi e le modalità di relazione. Molte delle vostre stesse colleghe non vogliono scardinare le regole esistenti e preferiscono mettersi dei limiti dentro cui aggiustare la loro diversità. Queste colleghe non si alleeranno con voi per paura, per vigliaccheria e anche per bieca strategia personale.