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GUA, E IMMIGRAZI NE Prospettive interdisciplinari a cura di Maria Vittoria Calvi, Giovanna Mapelli, Milin Bonomi francoAngeli INDICE Introduzione Maria Vittoria Calvi, Giovanna Mapelli, Milin Bonomi pago 7 Immigrazione e integrazione sociale: scuola e lavoro Antonietta Albanese » 11 Giovani di origine immigrata: costruzioni identitarie e processi di integrazione Maurizio Ambrosini » 23 Le reticenze di Pedro e gli sfoghi di Milagros. L'intervista come strumento didattico e culturale Irina Bajini » 37 Hablamos mita y mità. Varietà linguistiche di immigrati ispanofoni in Italia Milin Bonomi » 53 (E)migraci6n e (in)migraci6n en las definiciones del DRAE Maria Cristina Bordonaba Zabalza » 71 Interviste a immigrati ispanofoni. Repertori linguistici e racconto orale Maria Vittoria Calvi » 87 La percepci6n en los fen6menos de contacto por migraci6n Rodo Caravedo Barrios » 105 Nuovi cittadini, nuove prospettive della scuola interculturale: le ricerche sul campo a Genova Daniela Carpani » 119 5 Mérica, Mérica. Descrizioni del nuovo mondo in lettere di emigrati dal Tirolo Patrizia Cordin pago 133 L'avventura della lingua araba in Occidente Jolanda Guardi » 151 El discurso periodistico sobre la imnigraci6n: algunos ejemp10s Luis Guerra Salas y Maria Elena G6mez Sdnchez » 163 » 173 » 191 Emilia Perassi » 209 Italiano e spagnolo a contatto: immigrazione e varietà etnica Alessandro Vietti » 221 Gli Autori » 237 InfoID1azione e multiculturalità: il caso di Expreso Latino Giovanna Mapelli L'insegnamento dell'italiano L2 a ispanofoni. Aspetti e proposte didattiche Silvia Morgana e Anna Zaffaroni Romanzo e migrazione. Appunti sul caso italo-argentino 6 HABLAMOS MITA Y MITA. VARIETÀ LINGUISTICHE DI IMMIGRATI ISPANOFONI IN ITALIA Milin Bonomi Università degli Studi di Milano La riflessione che merita il fenomeno migratorio in Italia come fonte di studio e analisi per il miglioramento delle condizioni socioeconomiche e di convivenza dei nuovi cittadini non è esente da una questione basilare ai fini dell'integrazione, ovvero quella linguistica. Il presente contributo parte dalle recenti considerazioni sul nascente plurilinguismo in Italia e sui fenomeni d'ibridazione nella fase di acquisizione di L2, che la linguistica applicata italiana ha iniziato ad analizzare all'interno dei diversi gruppi presenti sul territorio. In quest'occasione, più in patiicolare, cercherò di detenermi su due aspetti che a mio avviso risultano fondamentali nel panorama sociologico e sociolinguistico in questione: mi riferisco in primo luogo ai grandi numeri che caratterizzano quest'immigrazione e che ci permettono di fare delle stime e delle ipotesi sul futuro, nonché all'impatto stesso che si provoca dall'incontro e dall'intersezione di due gruppi linguistici in condizioni sociali peculiari, come quelle risultanti dall'immigrazione. Più in particolare mi concentrerò sui due binari paralleli e complementari con i quali cercherò di tracciare un quadro d'insieme della condizione sociolinguistica degli immigrati ispanofoni in Italia: i dati quantitativi, che indicheranno le tendenze e le mode linguistiche osservate in un campione da noi intervistato, e i dati più propriamente qualitativi attraverso i quali si possono ravvisare i germi dello sviluppo di una variazione intema al sistema spagnolo che, con il tempo, potrebbe evolvere in una vera e propria varietà etnica. Ci troviamo, dunque, in una dimensione sociolinguistica vigile su due fronti: il primo è quello relativo allo studio delle pratiche comunicative bilingui o plurilingui con tutti gli effetti che ne derivano (dalle dinamiche di mantenimento e sh{it linguistico, a quelle relative agli usi in contesti di convivenza di lingue). Questioni che meritano una particolare attenzione soprattutto se analizzate in chiave transgenerazionale, ovvero alla luce del 53 cambio da una generazione all'altra: il problema del cambiamento dei paradigmi culturali e linguistici, in effetti, rappresenta uno degli aspetti più peculiari del sistema di adattamento di un cittadino immigrato a una nuova società. Come aveva già commentato Lo Cascio (1987) a proposito dell'immigrazione italiana in Argentina - ma il modello ovviamente risulta universale - i nuovi cittadini si trovano di fronte al difficile compito di dover ampliare le proprie competenze nella nuova lingua, cercando allo stesso tempo di mantenersi distanti da un modello assimilazionista e, dunque, di riuscire a preservare e trasmettere le proprie radici linguistiche. La questione del mantenimento linguistico, inoltre, risulta ancora più complessa per le nuove generazioni, che spesso sono esposte a un input limitato del codice dei genitori, che in molti casi acquisiscono in maniera spontanea, a livello orale, ed esclusivamente all'interno delle mura domestiche. Argomenti che andrebbero approfonditi con un'attenzione particolare, tenuto conto che l'Italia attualmente si caratterizza per una politica linguistica} più attenta al bisogno di apprendimento della L2, e meno efficace per quel riguarda le proposte per la valorizzazione, il recupero e la trasmissione del patrimonio linguistico e culturale originario dei nuovi cittadini nel nuovo contesto. Il secondo fronte, invece, si preoccupa di analizzare e documentare il risultato del contatto tra spagnolo e italiano attraverso gli strumenti della sociolinguistica variazionista e della tipologia del contatto. L'ipotesi, più in paliicolare, è che si possa ravvisare la nascita di una variazione interna al sistema spagnolo, analizzabile attraverso variabili sociali - così, ad esempio, i modi di vita urbana, i reticoli sociali, il contesto nel quale si inserisce il parlante, ecc. - e variabili più propriamente linguistiche a questo proposito appare evidente il peso esercitato dalla vicinanza tipologica fra le due lingue in questione Per la presentazione di tale fenomenologia ci serviremo di alcuni dati relativi alle comunità ispanofone presenti soprattutto a Milano e provincia, ma con uno sguardo d'insieme anche sulla Lombardia, una regione laboratorio per il primato che riveste in tutta Italia per quel che riguarda i numeri dell'immigrazione ispanoamericana che, nel caso specifico di Milano, è rappresentata soprattutto da Ecuador e PenI, i due gruppi statisticamente più consistenti4 . Più concretamente si prenderanno in considerazione gli usi 3 A livello nazionale troviamo liferimenti di questo tipo all'interno della legge CM 8.9.1989, n. 301 e della legge 40 (6/3/1998) art. 36, che menzionano, oltre all'alfabetizzazione dell'italiano per i minori immigrati, anche la valorizzazione e il mantenimento linguistico della propria LI, tuttavia, senza incontrare applicazioni efficaci. 4 Le province di Bergamo e Cremona, invece, ospitano una maggioranza di cittadini provenienti dalla Bolivia. 54 5 linguistici di un campione di ispanofoni di prima generazione e della cosiddetta generazione intermedia, ovvero i giovani migranti atTivati in Italia in età scolare e, dunque, alfabetizzati nel nostro paese. Tendenze linguistiche Il primo passo verso la descrizione generale del panorama sociolinguistico nel quale si muovono gli immigrati ispanofoni in Italia consiste nell' osservazione sul carattere monolingue o bilingue degli usi linguistici nei diversi domini comunicativi (Fishman 1972), ovvero in quelle categorie fì1l1zionali e istituzionali che rappresentano spazi linguistici diversi a seconda del contesto d'interazione. Bisogna ricordare, infatti, che il concetto stesso di società urbana riconduce a una struttura eterogenea e complessa di ruoli che ogni individuo svolge nella vita quotidiana e che rappresentano il tessuto delle diverse reti sociali nel quale sono immersi tutti i parlanti. In questo senso, dunque, la presenza di domini linguistici diversi ci impone di analizzare con attenzione le interazioni che caratterizzano i diversi reticoli sociali o ciascuno degli ambiti di vita urbana, cosi ad esempio, il contesto domestico, quello lavorativo o scolastico, il vicinato, il tempo libero, ecc., con il fine di ottenere un quadro il più completo possibile di informazioni sul comportamento linguistico dei nostri intervistati. L'obiettivo di questa fase, dunque, è esaminare l'uso dell'italiano e dello spagnolo a seconda dei diversi domini sociolinguistici e a seconda delle categorie generazionali, per poter conoscere quali sono gli ambiti nei quali predomina lo spagnolo, quali quelli di peliinenza dell'italiano e quali sono gli interlocutori con i quali gli ispanofoni comunicano maggiormente in un codice e nell'altro 0, in entrambi. Como vedremo più avanti, infatti, l'uso simultaneo di entrambe le lingue pare essere un elemento rappresentativo della maggior parte degli intervistati, determinando un alto livello di mantenimento unito a un graduale sh!fì verso l'italiano. Iniziamo, dunque, con l'esaminare quella che Chini (2003) definisce efficacemente una "micro-società diglossica", ovvero il dominio domestico, dal momento che quest'ultimo, più di ogni altro, risulta determinante per il mantenimento della LI e per la creazione di piccoli spazi di bilinguismo 5 Per quanto riguarda la prima parte, ovvero l'analisi quantitativa, mi sono basata su un campione di cento interviste alla cui realizzazione hanno contribuito gli studcnti de Il 'ultimo anno del Corso di Laurea in Mediazione Linguistica e Culturale dell'Università degli Studi di Milano (cfi-. Calvi in questo stesso volume). Per la seconda parte, invece, ci si è basati su un corpus desunto da interviste registrate a un campionc di trenta immigrati di origine peruviana e ecuadoriana raccolto da chi scrive. 55 individuale. La famiglia, in effetti, rappresenta l'ambito cruciale per il futuro sostegno o abbandono di una lingua in contesto migratorio (Fishman 1972). Gli studi che si sono susseguiti sulla convivenza tra spagnolo e inglese negli Stati Uniti, di fatto, han110 dimostrato la superiorità dello spagnolo in domini più intimi, come la casa, il vicinato o la religione, mentre l'inglese rappresenta per antonomasia il codice più usato in quegli ambiti relazionati con attività nuove e sfere d'influenza appartenenti alla nuova società, così ad esempio, il lavoro, la scuola o la burocrazia6 (cfr. Ramirez 1992: 52-53). Vediamo, dunque, l'uso linguistico in un tipo di interazione lilevante come può essere quella fia genitori e figli (Fig. l): Fig. l - Usi linguistici tra genitori efìgli 80 70 60 50 ~ 40 30 20 lIIadultì Elgiovi'l !1ì lO O Nota: Adulti N= 33; Giovani N= 50 Come si può osservare, le dinamiche che caratterizzano la comunicazione intergenerazionale in contesto domestico denotano un evidente processo di shift linguistico verso l'italiano parallelamente a uno shtft generazionale. In generale si può notare un celio grado di lealtà dei parlanti nei confronti dello spagnolo, lingua usata nel 46,98% in modalità esclusiva e nel 6 In questo senso non va dimenticato che l'uso linguistico dipende ovviamente anche dagli interlocutori, dai temi della conversazione e dagli atti comunicativi (cfi·. a questo proposito Auer 1995). 56 39,76% in modalità mista insieme all'italiano. Ciò nonostante, quello che più risulta interessante è la differenza interna ai due gruppi che crea un rapporto inversamente proporzionale nell 'uso esclusivo dello spagnolo (69,7% degli adulti contro il 32% dei giovani), rispetto alla modalità mista (24,24% degli adulti contro il 50% dei minori). Decisamente inferiori, invece, sono i casi di uso esclusivo dell'italiano in contesto domestico, soprattutto per quel che riguarda il campione della prima generazione? Risulta evidente che in questo caso, se i genitori decidono di abbandonare l'uso della LI con i figli, è probabile che questi ultimi difficilmente la utilizzermllio in altri ambiti. Motivo per il quale il mantenimento linguistico tra genitori e figli svolge una funzione cruciale all'interno dei vari domini di uso di una lingua immigrata. A questo proposito risulta interessante avere una visione globale degli usi linguistici a cui ricorre il campione che abbiamo intervistato con il resto della famiglia in Italia (Fig. 2): Fig. 2 - Usi linguistici in contesto domestico Usi linlgaJli5t:ici in contesto domestico BO '-~~--'-'~'~---'----'-'---'-'--'---'----" 70 ~=.:--_------------r 60 50 ~ 40 .acuiti Dgiollani :30 20 10 o Nota: Adulti N= 39; Giovani N= 47 Come si può vedere, le percentuali rimangono per lo più invariate: ritroviamo più o meno la stessa proporzione tra uso esclusivo dello spagnolo e 7 Ricordiamo a questo proposito che l'uso privilegiato dell'italiano in ambito familiare con evidenti finalità di maggior integrazione per i figli, è una caratteristica relazionata in particolar modo con le madri e con il ruolo di apripista che svolgono le donne ispanofone, un aspetto già evidenziato da Chini (2004) e Vietti (2005). 57 uso alternato all'italiano nei due sottocampioni. Anche in questo caso l'uso esclusivo dell'italiano si presenta con Llna percentuale relativamente bassa nel caso dei giovani e molto bassa per quel che riguarda gli adulti. Un aspetto rilevante è dato dal fatto che, a differenza di quanto accadeva nella comunicazione intergenerazionale, troviamo qui una percentuale minima (5,13%) di uso bilingue spagnolo/quechua anche in contesto migratorio. Quest'ultimo dato, evidentemente, fa riferimento esclusivamente al gruppo degli adulti e a comunicazioni intragenerazionali. Se lo spagnolo, anche se affiancato sempre di più dall'italiano, continua a rappresentare la lingua veicolare dell'interazione familiare, vediamo che cosa succede nell'ambito che più eli tutti rappresenta il canale eli trasmissione con la nuova società: ovvero il lavoro, per gli aclulti, e la scuola, per i più giovani (Fig. 3): Fig. 3 - Usi linguistici in contesto lavorativo/scolastico Usi IInigulis1:ICi in contesto 1 00 .,..--_._-_._-_.._ .. 90 80 -1--- _._._~. i----:------ '70 ~ 60 50 40 30 20 lO O Nota: Adulti: N=47; Giovani: N=46 La prevalenza di esponenti elella società italiana nelle reti professionali innesca un processo eli adattamento linguistico che obbliga gli immigrati ispanofoni a usare il nuovo codice nella maggior pmie delle interazioni sia sul posto di lavoro, sia a scuola: il 78,72% degli adulti e 1'86,95% dei giovani, infatti, utilizzano esclusivamente l'italiano per interagire con colleghi e compagni di scuola. I dati che fanno riferimento a questo dominio, in effetti, si mostrano omogenei e non presentano un divario significativo tra le 58 due generazioni così come accade per altri domini. Un gruppo ridotto, invece, è rappresentato da coloro che, condividendo l'ambito professionale o scolastico con esponenti dello stesso gruppo linguistico, hanno la possibilità di usare lo spagnolo o entrambe le lingue anche in questo dominio. La sfera del tempo libero è forse uno degli ambiti sociolinguistici più interessanti, dal momento che rappresenta un dominio intennedio tra l'intimità e il tradizionalismo dell'ambiente domestico e l'ufficialità del mondo professionale e scolastico. L'ambito del tempo libero è, effettivamente, quello nel quale si sviluppano relazioni di tipo più eterogeneo. Se il corpus degli adulti si caratterizza per amicizie di carattere più marcatamente in-group, i giovani, al contrario, hanno manifestato una tendenza a frequentare maggionnente esponenti della nuova società o di altri gruppi etnolinguistici. Mantenendo il focus sulla comunicazione tra ispanofoni nel tempo libero, vediamo ora quali sono le tendenze legate all'uso delle due lingue in questo dominio (Fig. 4): Fig. 4 - Usi linguistici nella sfera del tem o libero Usi linguistici sfera tempo libero 80 70 60 # 50 40 llIadulti 0gIC'o'a1'11 30 2.0 lO o Nota: Adulti: N=39; Giovani: N=47 Anche in questo caso assistiamo a uno shift linguistico determinato dallo shift generazionale: i dati, infatti, indicano una forte tendenza verso l'uso esclusivo dello spagnolo con differenze significative, però, al proprio interno (69,57% nel caso degli adulti rispetto al 38,30% nel caso dei più giovani). Un dato sorprendente che ritroviamo nel dominio del tempo libero è che, nel caso degli adulti, il mantenimento linguistico della LI si trova rafforzato dall'uso del quechua nella comunicazione tra esponenti della stessa generazione. 59 Nonostante ci troviamo di fronte a relazioni interne alla stessa rete comunitaria, è tuttavia interessante notare come l'uso misto spagnolo/italiano si introduca in maniera rilevante in entrambi i gruppi (21,74% nel caso degli adulti e 26,17% nel caso dei minori). Il dato ancora più sorprendente, poi, è quello relativo alla penetrazione dell'italiano in modalità esclusiva nella comunicazione tra ispanofoni in un quarto del campione della generazione intermedia (25,53%) e quasi nullo in quella degli adulti (2,17%). In sintesi, i dati che abbiamo presentato confermano ancora una volta una chiara tendenza verso lo sh?ft linguistico, con una penetrazione graduale dell'italiano anche nella comunicazione interna al gruppo. Questo panorama di forte innovazione linguistica nel quale l'italiano entra massicciamente nello spagnolo riuscendo a combinarsi con questo codice, rappresenta un elemento di interesse notevole sul quale è conveniente soffermare la nostra attenzione. Ciò che finora, infatti, abbiamo definito come "uso alternato delle due lingue", coincide con un processo di borrowing di elementi del sistema italiano in quello spagnolo, spiegabile in un buona parte alla luce della permeabilità tipologica fra le due lingue. Si determinano, così, fenomeni d'ibridazione che, in molti casi, si ripetono con una certa frequenza da parlante a parlante e che, per questo motivo, ci portano a considerare tale processo come uno stadio embrionale di una varietà di contatto. Tale comportamento linguistico rappresenta un fattore così peculiare che gli stessi ispanofoni che abbiamo intervistato si sono mostrati assolutamente coscienti del fenomeno e hanno manifestato una percezione chiarissima di ricorrervi con una certa frequenza. Oltre ai dati qualitativi estrapolati dal corpus di interviste e registrazioni di parlato spontaneo, infatti, ci siamo serviti anche di dati quantitativi offerti direttamente dai nostri intervistati ai quali abbiamo chiesto con che frequenza capita loro di mescolare le due lingue. Tali dati non solo hanno confermato la tendenza da noi ipotizzata, ma si sono persino rivelati sorprendenti (Fig. 5): 60 Fig. 5 - Frequenza code-mb::in Frequenza code-mixill"l9 40 35 30 25 ~ .aculti 20 Ogiovani 15 10 5 O Nota: Adulti: N=49; Giovani: N=48 Più della metà del campione, infatti, si concentra nei valori alti rappresentati dalle variabili 'sempre' e 'spesso'. Le percentuali, inoltre, si caratterizzano in larga misura per un movimento discendente dei valori che vanno dal polo di maggior intensità (sempre) a quello che indica una frequenza nulla (mai). Il 24,29% degli adulti e il 12,50% dei più giovani, si caratterizza per un comportamento linguistico ibrido solo occasionalmente, mentre un quarto del campione degli adulti e una percentuale più ridotta (39%) sembrerebbe estraneo a tale tendenza. Ci preme licordare che questi dati quantitativi relativi alla propria auto-percezione linguistica, ovviamente, vanno considerati per il loro aspetto soggettivo. In alcuni casi, ad esempio, la coscienza di mescolare le due lingue non è sempre sviluppata, come è il caso di: (1) ...y yo me ['ra13io), porque si hablamos espanol, hablamos espanol. Si hablamos italiano, hablamos italiano. (2) E: i,Y nunca sueles mezclar las dos lenguas? i,Por ejemplo, hablando con ellos o con tus amigos? F: No, [ma] yo le digo a mi mama: "Mama, mira", o sea, porque a veces a mi mama le pasa y le digo: "Mama, si quieres hablar conmigo, o hablamos italiano o hablamos espanol, porque mezclado después es feo, o sea, a mi no me gusta, entonces "Ok, [a'lora] hablamos italiano". En cambio, con mi papa no tengo ese problema, porque él habla solo espanol, entonces... Se gli stessi ispanofoni confennano l'ipotesi che la varietà di spagnolo parlato in contesto migratorio si caratterizza per evidenti fenomeni di ibri61 dazione e sh(ft verso l'italiano, vediamo ora più nello specifico in cosa consiste tale processo. Processi di borrowing e ibridazione Gli esempi precedenti hamlO denotato una celia consapevolezza di ricorrere a fenomeni di ibridazione: concentriamo ora la nostra attenzione sui segLlenti tre esempi che, oltre a confe1111are la tendenza appena esposta, forniscono ulteri0l1 chiavi di interpretazione del processo linguistico in questione: (3) (,Suele mezclar el italiano con el castellano? R: Siii. E: (,Mucho? R: jPero se [somi'Iia] el italiano con el espai'iol! ['tante pa'role]. (4) ... si, porque se [asi'miIa] un poco al espai'iol, ciertas palabras. (5) E: (,En Ecuador le pasa también? M: Si, [ma] muy poco, muy poquito. E: (,Por qué le sale automatico, no? (,Sin darse cuenta? M: Si, porque si cuando uno trabaja, por decir, t'nera de esto, no? [...] trabaja en conjunto con, por decir, con estas personas italianas y todo esto, eso se, se, uno sin querer se, se pega un poco, no? Asimila muchas cosas de ellos. Y en el momento en el que yo fui, habia dejado recién de trabajar, asi que s610 era puro italiano, y en la que s610 hablabamos italiano, muy poco el espai'iol, porque habia unos ciertos curiosos, [ma] muy poco. Entonces yo iba alla y habia una que otra palabra que se me salia, y otras que se la preguntaba a mi papa, a mi mama, a mi esposa también le preguntaba c6mo se decia la tal cosa. Pero fue asi casual, [non 'e ke] que yo ... Il primo elemento degno di nota, presente negli esempi (3) e (4) risiede nel fatto che sono gli stessi intervistati a ricondune fra le cause principali del processo di ibridazione la vicinanza tipologica fra le due lingue in questione. La parentela genetica, infatti, ovvero l'alto numero di elementi corrispondenti e congmenti in italiano e spagnolo rappresenta una variabile che svolge un molo preponderante nel creare le condizioni di alta penneabilità fra i due sistemi linguistici. Il secondo elemento che conviene prendere in considerazione viene fornito da (5), nel momento in cui ammette di mischiare le due lingue non solo in contesto migratorio, ma anche nel paese d'origine. L'intervistato, infatti, dichiara di dover riconere all'utilizzo di 62 alcune parole in italiano nella conversazione con monolingui in spagnolo, soprattutto dopo un periodo di forte immersione ed esposizione all'italiano in un determinato dominio sociolinguistico, ovvero quello lavorativo e, dunque, in virtù del tipo di rete sociale nel quale è inserito. Gli esempi appena esposti e l'analisi dei vari domini, tra l'altro, risultano importanti anche per determinare il tipo di contaminazioni linguistiche davanti alle quali ci troviamo e i livelli del sistema più interessati da questo processo: ebbene, come vedremo in seguito, il lessico e le forme più superficiali paiono essere gli elementi più soggetti al borrowillg. Ciò si deve, evidentemente, all'importanza che svolge l'aspetto referenziale del nuovo contesto, ovvero la necessità di indicare concetti nuovi, e la natura stessa del lessico, ovvero il fatto di costituirsi come un inventario perennemente aperto. Vediamo alcuni esempi che abbiamo riscontrato con una certa regolarità all' intel110 del corpus: (6) M: Eh, trabajo de [ma'1l"asi'l1iere] (7) R: Poco, pero la veo, primero la veia seguido por lo que trabajaba ['t1sa], ahora que trabajo por horas, no, no puedo. (8) E: l,En qué trabajas? A: [ope'raia]. (9) Ehm, mi mami trabaja en una ['kaza di 'kura]. (la) Yo no tengo [tredi'tSezima] como el ano pasado Queste variabili, nonostante presentino una forma sinonimica nel sistema spagnolo, entrano a buon diritto nel repertorio degli ispanofoni dalmomento che vengono utilizzate per lo più in contesti di riferimento reIazionati con la sfera lavorativa e, dunque, con un dominio linguistico nel quale prevale l'uso dell'italiano. Vi è poi il caso di neologismi che derivano dalla mancanza di f0l111e uguali nella LI o che designano oggetti sconosciuti fino all'anivo in Italia, e sono quelli che Meo Zilio (1989: 218) definisce "prestiti di necessità", così ad esempio: 63 (11) E: No trabajas, (,pero estas buscando trabajo? o: Si, busco trabajo, [pe'ro] el problema es que no tengo el [per'miso òe so'dyomo], z,no? Y ahora... como estan las cosas, han cambiado, [tSo'e] siempre ha estado, ha sido asi, porque siempre ha sido asi, pero trabajar era diverso, ahora es mas dificil. Y mas ahora con la segmidad y lo ot1"O, es mas dificil todavia. [ ... ] E: Z,Y en el futuro te gustaria mas quedarte o volver? O sea, cuando tengas tu permiso ... O: Para mi tener el [per'miso òe so'dyomo] seria una cosa grande. Te digo, si he aguantado, soportado tantas cosas, y del momento en que lo tenga, lo voy a obtener para aprovecharlo. (12) C: Quiero il', solamente el problema es que el [per'miso òe so'dyorno] que cuando lo renuevas en ese periodo puedes ir, pero yo, no coincide con mis vacaciones en el trabajo. Questo tipo di innovazioni lessicali, in effetti, rappresentano per la varietà di contatto una classe di prestiti che normalmentE dipendono dalla nuova cultura urbana e sociale del contesto d'arrivo (Poplack 1983: 201) e, per questo motivo, vanno considerati non solo come semplici neologismi, ma anche come usi sociolinguistici propri e caratteristici di un'intera comunità. Così, ad esempio: (13) E: z,Con quién viniste aca en Italia? J: Fue [rikondyundyi'miento fami'liare]. (14) E: z,Con quién vives? R: En un ['posto 'leto]. [ ... ] E: z,Qué lengua hablan las personas que ... z,Con quién vives? Me has dichol R: Isuramericanos son, ['posto 'leto]. o come è il caso di neologismi, prestiti o trasposizioni semantiche caratteristiche della varietà di una comunità immigrata e comprensibili solo alla luce del conoscimento della realtà contestuale che caratterizza socialmente e culturalmente la singola comunità. Così, ad esempio: (15) I: z,Con quién vives? 64 E: Eh ... trabajo. I: No, con quién vives ... E: Con mi ['nona]. (16) G: Ehm, mi malTI!, este, [la' ora] con, ehm cuida a ['noni], abuelos. No, ehm... (17) F: Ahora aqui en Italia vivo con la ['nona]. (18) E: (,Como aprendiste el italiano? M: A través de la television que y, que se hablaba aqui. La ['nona] mas que todo me habla en italiano, a veces me lo mezcla con dialecto, digamos, ipero ['a l{e] este voy a aprendérmelo! Il caso di /nona/ appare illuminante. Come si evince dagli esempi, infatti, nonostante l'informazione contestuale relativa al discorso appaia limitata, risulta evidente che gli infonnanti non si stanno riferendo al significato letterale dellessema italiano /nonna/, ma a una trasposizione del semantema per indicare le persone per le quali le donne intervistate lavorano e con le quali, molto spesso, vivono. È noto, infatti, l'alto numero di donne immigrate ispanofone impiegate nella cura e nell'assistenza di persone anziane, a tal punto che in alcuni casi si è anche parlato di tale settore come di una specializzazione etnica (cfr. a questo proposito La Rosa / Zanfrin 2003). La parola /nona/, dunque, ci pare un ottimo esempio per descrivere un processo di variazione lessicale e semantica molto diffuso in contesti di contatto linguistico dovuti all'immigrazione. Tale fenomeno coincide con quello che Weimeich (1953: 123) definisce più propriamente una "specializzazione" del prestito. Fenomeno che in ambito ispanico è più conosciuto con l'etichetta di doblete. Come dimostrano gli esempi, dunque, nella varietà di spagnolo che si crea in contesto migratorio italiano la parola /nona/ acquista un significato nuovo che cOlTisponde esclusivamente alla sfera di referenza del nuovo contesto, dal momento che è propriamente da quest'ultimo che dipende la denotazione. Prima di tracciare le conclusioni di quanto esposto finora, ci preme soffermarci su un ultimo aspetto che pare offrire una chiave di lettura utile nella spiegazione dei fenomeni di contatto linguistico in contesto migratorio. Abbiamo finora visto come la trasferibilità tra lingue avvenga grazie a detenninati parametri stmtturali - e a questo proposito abbiamo avuto modo di sottolineare l'importanza che svolge la parentela tipologica fra i codici o 65 la stmttura stessa di sistemi come lo spagnolo e l'italiano nei quali possiamo distinguere tra elementi più o meno profondi - e a parametri socioculturali; così, ad esempio, il quadro referenziale e contestuale nel quale si inseriscono la variazione e il cambio. In base a entrambi i parametri, abbiamo poi individuato il lessico come il settore più colpito da tali fenomeni. In realtà non è il solo. Se confrontiamo gli esempi seguenti tratti da un corpus di interviste a adolescenti, ci troviamo di fronte a un processo di borrowing e ibridazione a livello pragmatico, detenninato sia da fattori socioculturali che stmtturali: (19) A veces mi marmi le mete alguna palabra en italiano, pero se entiende. Y yo, [.13a'be] trato de responderle siempre en espafiol, alguna vez también me ['sale òe] hablar en italiano. (20) E: l,Qué te gustaria hacer de mayor? A: ['be], estoy estudiando turistico, mh...también azafata, ['a:uke] ..., mi suefio es viajar por el mundo. E: i Muy bien! l, Ya sabes hablar otras lenguasl A: leh, ['be], en la escuela estudiaba inglés. Ahora hablo inglés y francés. (21) E: l,Viniste sola o con alguien de la familia? c: [a'lora], primero vino mi mama, después dos o tres afios vino mi papa, y después [al 'ultimo] yo y mi hermana. Come si può notare, infatti, si tratta di prestiti di unità linguistiche invariabili e indipendenti e che, pertanto, godono di una maggiore mobilità all'intemo del discorso. Non solo, tali elementi svolgono una funzione comunicativa che può rafforzarsi in contesto migratorio e bilingue, dal momento che l'utilizzo di queste particelle può rappresentare una strategia linguistica in grado di svolgere anche una chiara funzione identitaria: (22) o: Ino, a visitar a mi familia no puedo. [tSo'e] es una cosa imposib1e, porque si yo voy, de alla no puedo regresar. (23) La comunicaci6n con mis amigos sinceramente, eh... tenia un amigo que, [tSo'e] de una vida que nos conocemos, de pequefiitos, he perdido el contacto hasta hoy. 66 In questi ultimi esempi e in quelli anteriori è possibile notare come l'utilizzo di tali elementi, la cui funzione è puramente pragmatica e comunicativa, si presenta sotto fom1a di unità emblematiche del discorso bilingue, dal momento che costituiscono chiari segni di appartenenza a un'identità etnolinguistica ibrida a cavallo fra due mondi, come è quella degli adolescenti e delle giovani generazioni di migranti. Conclusioni Con il presente contributo ci siamo proposti un duplice obiettivo: il primo è stato quello di ravvisare le tendenze linguistiche in voga nelle comunità ispanofone immigrate in Italia, con il fine di ottenere informazioni sul carattere monolingue o bilingue della comunicazione quotidiana. A questo proposito ci siamo soffennati sul comportamento linguistico che caratterizza ogni dominio per poter verificare le dinamiche di mantenimento della Ll e di shift linguistico verso la varietà della nuova società. La descrizione stessa del comportamento linguistico degli immigrati ispanofoni ha rivelato fenomeni di variazione e ibridazione del sistema spagnolo. Per quanto riguarda il primo obiettivo, abbiamo ravvisato cambiamenti differenti a seconda dei vari domini, con un comportamento generale di mediazione fra una tendenza conservatrice verso lo spagnolo e pratiche innovative delineate da una penetrazione sempre maggiore dell'italiano. Questo compOliamento sembra favorire meccanismi di ibridazione e codemixing, dovuti in parte anche alla vicinanza tipologica fra i due sistemi in questione. Un altro fattore rilevante appare l'aspetto generazionale: in tutti i domini sociolinguistici analizzati, infatti, riscontriamo una correlazione evidente fra shift linguistico e cambio generazionale, sia in contesto domestico - ambito che, più di tutti, rappresenta un supporto alla trasmissione e al mantenimento dello spagnolo -, sia lavorativo dove, come era prevedibile, la L2 rappresenta il sistema veicolare nella quasi totalità dei casi -, come pure nell'ambito del tempo libero. Per quanto riguarda il secondo obiettivo, assistiamo a una mutazione graduale dei repertori linguistici di partenza in termini di cambiamenti intemi alla LI, dovuti soprattutto all'alta permeabilità tra italiano e spagnolo. Più in particolare, si è visto come le categorie più coinvolte nel processo di ibridazione sono il lessico e gli elementi più superficiali e indipendenti del sistema che svolgono funzioni socio-pragmatiche: ciò si deve sia all'aspetto referenziale che le forme ibride ricoprono nel nuovo contesto - ovvero la necessità del parlante di indicare concetti nuovi -, sia all'importanza che caratterizza ogni atto comunicativo in tennini identitari. 67 In conclusione, le osservazioni sui fenomeni linguistici che abbiamo descritto paiono suggerirci che ci troviamo di fronte a una varietà di spagnolo che presenta caratteristiche tali da potersi costituire come una varietà di contatto. Ipotesi che solo lo studio più attento delle future generazioni di ispanofoni in Italia ci pennetterà di verificare. Per il momento non ci resta che continuare a osservare il fenomeno e lavorare in direzione di un intervento per la valorizzazione e la salvaguardia di un patrimonio linguistico e culturale prezioso come è quello delle lingue inunigrate nel nostro paese. Bibliografia Auer P. (1995), "The pragmatics of Code-switching: A sequentia1 Approach", in Milroy L. / Muysken P. (eds.), One speaker, Two Languages, Cambridge, Cambridge University Press, pp. 115-135. Chini M. (2003), "Rapporti fì-a italiano e lingue d'origine nel repeltorio di immigrati", in Valentini A. (ed.), Ecologia linguistica, Atti del XXXVI Congresso Intemazionale di Studi della Società di Linguistica Italiana, Roma, Bulzoni, pp. 223-246. Chini M. (2004), Plurilinguismo ed immigrazione in Italia. Un 'indagine sociolinguistica a Pavia e Torino, Milano, FrancoAngeli. Clyne M. / Kipp S. (1999), Pluricentric Languages in an Immigrant Context. Spanish, Arabic and Chinese, Berlil1/New Yark, Mouton de Gruyter. Fishman l A. 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