N°3 - 2006

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N°3 - 2006
pagina 3
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Cari amici
tiratori...
Anche se queste poche righe arriveranno a
voi dopo lungo tempo dal ritorno da Bordeaux, voglio
complimentarvi con tutta la rappresentativa italiana,
accompagnatori compresi, per il comportamento
sportivo tenuto in Francia, per i risultati ottenuti, e per
il senso patrio che avete saputo dimostrare alle altre
nazioni nelle coloratissime e festose manifestazione
di premiazione.
Vi faccio partecipi inoltre dei complimenti
“ai dirigenti ed agli atleti della nazionale di
avancarica della C.N.D.A.” ricevuti mezzo e-mail
niente meno che dal ministro Giovanna Melandri
(qui c’è lo zampino del mio amico Franz).
ben sperare per il futuro dell’avancarica italiana, e di
questo rendo merito ai presidenti delle compagnie
che svolgono il difficile lavoro di indirizzare i giovani
verso le nostre discipline.
Ma ora bisogna già pensare al futuro.
Il campionato è già iniziato e le presenze
alle gare sono numerose, ed ho notato con piacere
che sono rientrati nel nostro mondo tiratori che lo
avevano abbandonato.
Ciò mi fa ben sperare in una nazionale più
competitiva da presentare a Parma per il prossimo
europeo.
Un complimento particolare all’unica medaglia
d’oro individuale e nuovo primatista mondiale Moreno
Boni nella specialità Lorenzoni Replica.
Forza “Cicalone”, sei stato grande!
Non mi rimane che augurarvi un “in bocca
al lupo” per il prossimo campionato italiano ed una
stagione ricca di momenti felici in ambito sportivo.
Con ulteriore immenso piacere ho potuto
riscontrare l’inserimento di volti giovani che fanno
Il Presidente
Giovanni Gentile
RISULTATI FINALI
Campionato TIRO a VOLO 2006
MANTON
Tiratore
1° BONI Moreno
2° BONI Fabio
3° SICLARI Enrico
4° CIUFFI Eugenio
5° GENTILE Giovanni
6° ZARRIELLO Giuseppe
7° MORETTI Valter
8° PAVANI Carlo
9° BARI Roberto
Compagnia
STETA
STETA
STETA
STETA
LARC
SLV
STETA
SLV
AV
PIATTELLI
133
120
107
94
92
84
FALSO
FALSO
FALSO
LORENZONI O
Tiratore
1° SCOTTI Andrea
2° BOTTARO Renato
3° CIUFFI Eugenio
4° ZARRIELLO Giuseppe
5° BONI Moreno
6° FILIPPI Alberto
7° SANTI Nedo
8° BIANCHINI Fiorenzo
9° PAVANI Carlo
Compagnia
SLV
SLV
STETA
SLV
STETA
STETA
STETA
STETA
SLV
PIATTELLI
131
114
111
92
FALSO
FALSO
FALSO
FALSO
FALSO
LORENZONI R
Tiratore
1° GAMBINI Gino
2° BONI Moreno
3° BONI Fabio
4° GENTILE Giovanni
5° RIZZOLI Osvaldo
6° DAINESE Andrea
7° SERRATI Luca
8° MORETTI Valter
9° UBIALI Valter
ERRATA CORRIGE
sul numero precedente di Avancarica Magazine è
stata pubblicata una classifica errata della categoria
Colt, questa è quella esatta.
COLT -----------------------Tiratore
Comp.
Punti
1° LUCCHINI Gaetano
3L
92
2° LEPORE Marcello
CUS
91
3° FERRERIO Antonio
3L
89
Per chi volesse inviare
materiale da pubblicare
(articoli, foto, disegni, ecc...)
può scrivere, telefonare o
inviare e-mail alla redazione:
Avancarica
Magazine
c/o X.mas srl
Viale della Lirica 61 - 48100 Ravenna
Telefono
Compagnia
SLV
STETA
STETA
LARC
SLV
SLV
SLV
STETA
SLV
PIATTELLI
134
134
127
115
114
109
105
104
104
0544.272252
fax 0544.271417
e-mail:
[email protected]
pagina 4
Cronistoria della spedizione
italiana ai mondiali.
Ospiti dei francesi a meno di un mese dalla
notte mondiale di Berlino?
Quante volte i tiratori italiani hanno dovuto
ricordare quei momenti esaltanti per il calcio
italiano… e come nascondere la soddisfazione che
colpisce dritta in fondo al cuore.
Anche se la disciplina è diversa, il campionato
è ancora un mondiale ed il colore della maglia è
sempre azzurro.
Bordeaux 2006, ovvero i 22° Campionati
mondiali di tiro con armi ad avancarica, organizzati
dal M.L.A.I.C. (Muzzle Loading Association
International Comitee), ha significato anche
questo: difendere ed onorare l’azzurro delle nostre
maglie.
Ventotto i paesi partecipanti in rappresentanza dei cinque continenti, con oltre 420 tiratori
iscritti per le trentotto specialità sulle quali
confrontarsi per contendersi il titolo di campione
mondiale.
La compagine nazionale italiana portava un
buon numero di tiratori, ben 57, seconda solo alla
nazione ospitante, la Francia, che ne schierava 67.
Nota al merito della nostra nazionale la
presenza del più giovane tiratore presente a questi
mondiali: Ruben Scotti di soli 13 anni, ma figlio
d’arte del più noto piattellista Andrea Scotti, già tre
volte campione mondiale della specialità con fucile
originale a luminello. Fidiamo sia un buon segnale
di ringiovanimento!!!
Ecco alcuni doverosi numeri di questo
mondiale nel quale anche la nostra squadra
nazionale, guidata dal presidente Giovanni Gentile
e capitanata da Antonio Ferrerio, ha detto sicuramente la sua.
Ed allora ecco il nostro medagliere finale:
2 medaglie d’oro
1 medaglia d’argento
5 medaglie di bronzo
Ottavo posto nella classifica per nazioni,
davanti agli statunitensi che hanno la fortuna
di pescare in un bacino d’utenza di circa 250.000
praticanti. Sesti in quella a squadre con classifica
che tiene conto di tutti i piazzamenti conseguiti
dalla rappresentativa.
in tribuna
Italiani...campioni anche
osa
est
...f
più
con la coreografia
Occorre ora evidenziare, e con orgoglio,
i due nuovi record mondiali fra i risultati della
rappresentativa italiana.
Nella specialità Forsyth (squadra di pistola
replica a luminello) con 286 punti per merito
del trio Lega - Mazzei – Lepore e nella specialità
Lorenzoni replica (tiro a piattello con fucile a
luminello) con i 47/50 piattelli di Moreno Boni
che batte fra l’altro il precedente record, sempre
italiano, di 46/50 detenuto dal fratello Fabio!
Quindi Bordeaux 2006 ha certamente
significato molto per l’avancarica italiana, gestita
da anni e con crescente profitto dalla C.N.D.A.
(Consociazione Nazionale degli Archibugieri).
E questo di Bordeaux è stato l’ultimo
appuntamento internazione dell’anno prima di
Parma 2007, per il 12° Campionato Europeo di tiro
con armi ad avancarica che la C.N.D.A. organizzerà
il prossimo agosto nella città ducale.
La voglia di ben figurare e conquistare allori
è sempre stata ben presente nella squadra italiana
che, dopo un primo giorno d’attesa, ha raccolto nei
successivi giorni i propri risultati.
Se ne sono accorti tutti, citiamo ad esempio
quanto riportato sul sito web della federazione
francese di tiro: “nos amis Italiens reprenant tous
en chour leur hymne national.” (ovvero: i nostri
amici italiani cantano tutti in coro il loro inno
nazionale”)
Antonio
Ferrerio,
il capitano,
Giovanni
Gentile,
il Presidente,
Rubens Scotti
il più giovane
tiratore del
mondiale e
portabandiera
azzurro
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La prima buona notizia è infatti arrivata
giovedì 10 Agosto, quando da subito correva voce
tra le nostre file della prima medaglia aggiudicata
a Carlo Arrigoni nella specialità Minié Replica dietro
ai tiratori statunitensi e svizzeri.
Il morale cominciava a risollevarsi. Poco
dopo un’ulteriore bella notizia appariva sul
tabellone delle classifiche: terzo posto alla squadra
di Pauly (fucile militare originale a 100 metri)
composta da Giuliana Casucci, Alberto Ferrerio,
Graziano Cattaneo.
Finiscono tutte le gare in programma per
la giornata, ed alla fine viene premiata con un
ulteriore terzo posto la squadra di Grand prix de
Versailles formata da 6 concorrenti, 3 della sopra
citata Pauly e 3 della squadra di Gustav Adolph
(tiratori di miquelet originale): Sandro Circi, Antonio
Valeri ed Alberto Ferrerio, qualificatisi quarti ad un
solo punto dagli spagnoli.
La nuova giornata dell’11 ha poi in serbo
gare prestigiose con assegnazione dei titoli in
Vetterli Originale e Replica per quanto riguarda
l’arma lunga, e Kukenreuter Originale e Replica
per l’arma corta.
Nell’arma lunga viene schierata dal
capitano italiano una formazione che, usufruendo
del terzo posto in Vetterli Originale conseguito
da Sergio Galli, vecchia colonna dell’avancarica
italiana, affiancato a Gualtiero Nava ed al giovanissimo Alessandro Musolino, si aggiudica un’ulteriore
medaglia di bronzo a squadre nella categoria
Pforzheim.
Conclusa la gara di Kukenreuter Originale e
Replica l’attesa dei risultati ufficiali si fa spasmodica:
ancora nelle mani del giudice, viene letta la
classifica a squadre e l’Italia è prima, campione del
mondo in Forsyth, grazie ai tiratori Alberto Lega,
Jacques Mazzei e Marcello Lepore.
Ma non è ancora finita: la nostra nazionale
ha in serbo un altro colpo di coda.
Dal piattello giunge la notizia più importante di
tutta la trasferta francese: Moreno Boni è medaglia
d’oro individuale in Lorenzoni Replica, stabilendo un
nuovo record del mondo con 47/50 piattelli rotti, e
la squadra denominata Batesville è seconda sul
podio dietro ai francesi.
A chiusura, sabato 12, le gare di contorno
in divisa d’epoca hanno portato un ulteriore terzo
posto in Gettysburg all’Italia grazie all’infaticabile e
sempre presente Carlo Arrigoni.
Durante lo svolgersi delle gare, il C.N.D.A.,
nella persona del presidente Gentile, dei propri
consiglieri e del capitano della formazione Ferrerio,
ha letteralmente dato battaglia per tutto il torneo per
far applicare e rispettare le norme del regolamento
internazionale, soprattutto per quanto riguarda
l’abbigliamento da tiro.
Il tricolore di
Casa Italia
firmato da
tiratori
azzurri e da...
sud africani,
statunitensi,
australiani,
olandesi,
austriaci...
a riprova
dell’affetto
che la nostra
nazionale si
è conquistato
anche a
Bordeaux
Ricorsi e proteste hanno caratterizzato la
manifestazione, ma tutti i ricorsi presentati dalla
compagine italiana sono stati accolti dalla
commissione arbitrale internazionale.
Abbiamo chiesto al presidente Gentile come
riassumere questa trasferta mondiale: “Per quanto
riguarda le prove sportive ci si attendeva qualcosa
di più dall’arma corta, sempre stata la sicurezza
del medagliere azzurro; questa volta invece ha ben
figurato l’arma lunga portando in Italia il maggior
numero di medaglie del bottino italiano.
Ma la maggior soddisfazione è venuta dal
settore del piattello che ha regalato all’Italia una
medaglia d’oro individuale vedendo sul gradino
più alto del podio Boni Moreno, nuovo primatista
mondiale nella specialità Lorenzoni Replica.
Fa ben sperare per il ringiovanimento delle
file italiane la presenza del più giovane tiratore ai
mondiali, Rubens Scotti al quale va il mio personale
incoraggiamento al proseguimento dell’attività.
Certo, con la filosofia del dopo, le medaglie
azzurre per specialità a squadre potevano essere
incrementate, ma il movimento italiano della
avancarica non sfigura certo nei confronti delle
formazioni mondiali e sopra tutto europee che
saranno i prossimi avversari a Parma nel 2007.
Altra grossa soddisfazione riguarda il nuovo
peso tecnico e politico all’interno del M.L.A.I.C. La
nostra confederazione ha ribadito con varie azioni
della propria dirigenza la sua posizione, facendo
capire che queste competizioni vanno affrontate
con estrema onestà e grande spirito sportivo tra gli
atleti dei vari paesi che prendono parte ad essa e
nel pieno rispetto dei regolamenti.
Ciò è stato recepito ed apprezzato dai
rappresentanti del M.L.A.I.C. tant’è vero che per
la prima volta, alla cerimonia finale di chiusura, il
rappresentante dell’Italia sedeva al tavolo della
presidenza con i paesi che “contano”, quali Germania,
Francia, Inghilterra e Stati Uniti.”
G. Z. G.
pagina 7
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Testo di Marte ZANETTE - Foto di Gianni D’AFFARA
Chi non ha mai sognato di tenere fra le mani
un Winchester a leva?.
Molti dei miei felici ricordi di ragazzo sono
delle interminabili cavalcate con la sfrenata fantasia di
chi guardava, trasognato, i paesaggi che scorrevano
dietro le scene dei film western, gli scontri con i
“fuorilegge”, imitando le movenze del grande
“Duke” in “Ombre Rosse” o in un “Dollaro d’onore”,
con una inseparabile carabinetta ad aria “Diana”, che
avevo elevato a rango di “Winchester”, costruendo, con
la caparbietà di ragazzo, un accrocco sul ponticello
del grilletto per simulare l’azione della leva.
“Winchester”, una parola che è l’essenza
stessa della leggenda americana.
In questo articolo ci occuperemo della
bellissima riproduzione del fucile Winchester mod.
1892, versione “Take Down” (cioè smontabile) con
canna ottagonale da 24”, certamente il modello più
bello ed affascinante di tutta la produzione
Winchester.
Un po’ di storia legata al Winchester
Tutto ebbe inizio quando Walter Hunt
brevetto un particolare proiettile, il “Rocket Ball”, ed
assieme a Jennings Lewis, nel 1849, realizzò un suo
bizzarro fucile denominato “volitional repeater”
(ripetitore a volontà).
Da questo iniziale progetto l’ingegno di
armaioli ha permesso l’ideazione meccanica di armi
che hanno fatto, nel bene e nel male, la storia del
West (e degli Stati Uniti): Smith&Wesson, Volcanic,
l’Henry, per finire con il Winchester.
Chi avrebbe mai immaginato quanta strada
avrebbe fatto nel campo delle armi l’allora piccolo
industriale che fabbricava camice: Oliver F.
Winchester e che risiedeva a New Haven. Il suo fiuto
per gli affari e l’incontro, quando era a capo della
New Haven Arms Company, con l’armaiolo inventore
B. Tyler Henry, e successivamente con John Moses
Browning, quando la ditta aveva già assunto la sua
denominazione ufficiale di “Wincheseter Repeating
Arms Co.” hanno permesso la nascita e la vita
all’intramontabile mito della Winchester.
Tutto prende il via nel decennio 1850-1860,
per soddisfare la generale richiesta di armi che
fossero in grado di sparare con una elevata capacità
di tiro e procedette su due strade parallele: una
culmina con la realizzazione nel 1860 del fucile
Spencer nella sua forma più perfezionata, che ebbe
La bella riproduzione del Winchester mod. 92 “Take comunque vita breve. Era fornito di un magazzino
Down” della “Armi Sport”, assieme ad un fodero da tubolare posto sul calcio. L’otturatore era schematizzabile
trasporto artigianale, opera dello scrivente, sullo su un settore circolare, in grado di ruotare avanti e
stile dei trapper e degli indiani delle pianure.
indietro, manovrato da una leva che costituiva il
prolungamento del ponticello del grilletto. Ebbe
L’arma è prodotta dalla fabbrica d’armi come già detto vita breve in quanto non poteva
“Armi Sport” di Chiappa Silvia & C. di Azzano Mella utilizzare che munizioni di limitata lunghezza e di
(BS), che da molti anni realizza eccellenti scarsa potenza.
riproduzioni di armi lunghe ad avancarica e
L’altra strada intrapresa è segnata dalla
retrocarica legate all’epopea del West. Armi che realizzazione del fucile Henry. Basato sulla meccanica
l’azienda esporta quasi esclusivamente negli Stati del sistema Volcanic, brevetto che apparteneva dal
U n i t i , d o v e s o n o c o m m e r c i a l i z z a t e c o n l a 1854 a H. Smith e D.B. Wesson che avevano realizzato
collaborazione e il marchio “Taylor & Co. Inc.”, uno una ingombrante pistola a ripetizione, prodotta
dei maggiori sponsor del CowBoy Action Shooting, inizialmente sotto il marchio “Smith & Wesson”
circuito di centinaia di gare ideate dalla Single (precedente alla fondazione della omonima grande
Action Shooting Society, che conta più di 40.000 casa di Springfield) e poi sotto il marchio Volcanic,
iscritti.
dal 1854 al 1860. La produzione della Volcanic era
La bellezza, la fedeltà ma soprattutto la stata affidata ad una impresa fondata per lo scopo
precisione e la robustezza delle riproduzioni e denominata appunto Volcanic Arms Company, con
nel catalogo della Armi Sport (i fucili Spencer, gli sede e stabilimento e New Haven, Connecticut.
Sharps e i Kentuky, ecc.), è tale che in pochi anni
Difficoltà finanziarie portarono la cessione
l’azienda di Azzano Mella (BS) ha esportato negli totale dell’azienda nel 1857 ad uno dei soci, per
soli States oltre 80.000 pezzi.
l’appunto a Oliver Fisher Winchester, che nel 1866
pagina 9
ne cambiò la denominazione in “Winchester Repeating
Arms Company”.
La chiara esigenza di sviluppare un’arma
che in pieno rispondesse alle richieste di mercato,
ciò di un pratico fucile a ripetizione e l’evidente
validità del sistema Volcanic indussero a studiarne una
forma evoluta e perfezionata. Gli studi culminarono
appunto con la realizzazione del fucile Henry, merito
indiscusso che va riconosciuto a B. Tyler Henry, che
era stato fin dall’inizio addetto alla supervisione
della produzione delle armi basate sul sistema
Volcanic, cioè a leva.
Sotto la generica denominazione di meccanismo
a ripetizione a leva si raggruppano tutti quei sistemi
nei quali la sequenza delle operazioni di apertura e
chiusura dell’otturatore nonché di espulsione del
bossolo spento, prelevamento della nuova cartuccia
dal serbatoio o magazzino e della successiva
introduzione della stessa in camera di cartuccia,
viene effettuata agendo su una leva che, nella
totalità delle realizzazioni pratiche, costituisce
anche il prolungamento del ponticello del grilletto.
La chiusura del sistema Henry, è basata
sull’impiego di un arco a tre cerniere e, precisamente,
sulla nota caratteristica fisica di esso, di costituire,
allorchè le tre cerniere sono allineate, un solido che
può essere caricato di punta.
Il sistema fu un seguito sfruttato, con il
procedere dello sviluppo delle armi automatiche, da
molte famiglie di armi, tra le quali ricordiamo per
importanza storica Borchardt - Luger e la famiglia
delle mitragliatrici Maxim.
I fucili basati sul sistema Henry furono
prodotti ininterrottamente dal 1860 al 1919. Il
modello originale, raggiunta la sua forma e meccanica
migliore nel 1862, fu prodotto senza modifiche di
rilievo fino al 1866, anno in cui apparve sul mercato,
migliorato da uno sportellino laterale, con chiusura
a molla (ideato da N. King), per il caricamento delle
cartucce nel serbatoio tubolare, ricevendo la
denominazione ufficiale di “Winchester modello
1866”, ma conosciuto da tutti con il suo nomignolo
“Yellow Boy – ragazzo giallo”, come lo soprannominarono subito per la sua brillante cartella di culatta
in ottone.
Disegno in sezione
della meccanica
del sistema Henry,
applicata al
Winchester
mod. 1873.
L’allineamento
dei tre punti A – B e C
determinava la chiusura,
secondo il noto principio dell’arco
a tre cerniere, che,
quando allineate,
formano un solido che può
essere caricato di punta.
La versione originale del fucile Henry è il
successivo mod. 1866 erano però costruiti per l’impiego
di cartucce a percussione anulare. La rivoluzione del
sistema arriva con il mod. 1873, destinato con la
sua versione cal. 44 W.C.F. (Winchester Center Fire)
e denominata anche 44/40, a restare in produzione
fino al 1919. Rappresenta la naturale evoluzione
tecnica del mod. 1866, relativamente al sistema di
percussione e una indubbia struttura d’insieme più
robusta, proporzionata alle cartucce più potenti
impiegate.
Il successivo mod. 1876 non è che un
derivato del mod. 1873 in grado però di impiegare
cartucce più lunghe e potenti, caratterizzato quindi
da una maggiore robustezza e da un meccanismo di
ripetizione più lungo.
La richiesta di munizioni sempre più potenti
all’inizio del decennio 1880-1890 mostrò comunque
i limiti del sistema Henry e la conseguente necessità
di sviluppare sistemi di chiusura che fossero in
grado di impiegate le nuove e più potenti munizioni,
mantenendo comunque la semplicità e la praticità
d’uso che caratterizzava i modelli basati sul sistema
Henry.
La svolta si ebbe con la collaborazione tra
Winchester e i fratelli Browning (John M. Browning
e Matthew S. Browning) che nel 1884 risolsero il
problema della chiusura in maniera diversa dal
sistema Henry.
Il sistema Browning prevede che un robusto
otturatore prismatico scorra all’interno della culatta,
compiendo le usuali operazioni di estrazione ed
introduzione nella camera di scoppio della cartuccia,
presentata in posizione da un opportuno meccanismo
di sollevamento. Il movimento di scorrimento viene
controllato dall’estremità anteriore della leva di
comando, sempre formata dal prolungamento del
ponticello del grilletto. La chiusura è determinata da
un robusto chiavistello a scorrimento verticale, che
scorre in due solchi ricavati nel vivo delle pareti laterali
della scatola di culatta; spinto verso l’alto ed ivi
bloccato dalla leva di comando, blocca a sua volta
solidamente l’otturatore, contrastandone il moto
retrogrado che gli viene impresso dalla pressione
dei gas prodotti dalla carica al momento dello sparo,
trasmessa attraverso il fondello del bossolo.
Disegno
dell’azione,
aperta e chiusa,
del sistema
Browning nel
Winchester mod.
1892.
A differenza del
sistema Henry,
la chiusura è
determinata da
un robusto
chiavistello,
solidale alla leva
di comando,
che blocca
l’otturatore.
Dalla collaborazione soprattutto tra il
grande J. M. Browning e la “Winchester” nacquero
gli intramontabili Winchester mod. 1886, 1892
(copia meccanica del mod. 1886 ma in scala ridotta
per l’uso di munizioni più corte), 1894 e 1895, oltre
ad altri progetti per carabine e fucili a pallini a
pompa, con otturatore e un fucile a leva a pallini,
molti dei quali ancora in produzione.
Ma, bando alle chiacchere, è ora di esaminare
e provare questa bellissima realizzazione, frutto
continua a pag. 10
pagina 10
dell’ingegno, della passione e della capacità delle
nostre aziende.
L’arma degli sceriffi, dei fuorilegge, dei cacciatori e
trapper, ma sopratutto dei pionieri.
Componenti e meccanica
Tutte le parti meccaniche sono ricavate dal
pieno, con lavorazioni in macchine a controllo numerico,
da pezzi forgiati a in atmosfera controllata e barre
d’acciaio C40 (canna, castello di culatta, otturatore
e parti meccaniche interne) e acciaio 38 NiCrMo4
per il percussore e la minuteria.
L’uso di macchine a controllo numerico e il
sapiente utilizzo dell’elettroerosione su parti che i
normali utensili renderebbero difficili da riprodurre
con le medesime quote, permettono alti standard
qualitativi.
Il pezzo forgiato, a temperatura controllata, e il
castello di culatta ricavato.
Il robusto otturatore prismatico scorre
all’interno della culatta ed in asse con la canna,
compiendo le usuali operazioni di estrazione ed
introduzione nella camera di scoppio della cartuccia,
che viene presentata in posizione da un opportuno
meccanismo di sollevamento.
l’otturatore in fase di lavorazione e finito, montato
sull’arma.
Il movimento di scorrimento viene controllato
dall’estremità anteriore della leva di comando,
formata dal prolungamento del ponticello del grilletto.
La chiusura è determinata da un robusto chiavistello,
composto da due sezioni, che scorrono in verticale,
in appositi solchi ricavati nel vivo delle pareti laterali
della scatola di culatta e sullo stesso otturatore;
spinti verso l’alto ed ivi bloccati dalla leva di comando,
bloccano a loro volta solidamente l’otturatore,
contrastandone il moto retrogrado che gli viene
impresso dalla pressione dei gas prodotti dalla carica
al momento dello sparo, trasmessa attraverso il
fondello del bossolo.
Il chiavistello
di chiusura
dell’otturatore
è solidale alla
leva di comando.
Sull’otturatore
arretrato si notano
le sedi
di alloggiamento
del chiavistello
che bloccherà
saldamento
l’otturatore
La bella canna ottagonale da 24” (609 mm),
prodotta nello stesso stabilimento di Azzano, è
ricavata da barre d’acciaio C40 con il sistema per
imbottitura a freddo.
La camera di cartuccia e il vivo di culatta si
presentano ben lavorati. La rigatura dell’anima di canna
è a sei righe destrosse con un passo di 406 millimetri
(1/16”) per il cal. 45 L.C. (914 mm. invece il passo di
rigatura per il cal. 44/40, mentre per il cal. 32 H&R
Mag. il passo ritorna a 406 mm.). La rigatura è
ricavata per “ogivatura”, con l’ausilio di una moderna e
potente macchina. Il diametro di foratura (c.d. calibro
balistico) delle canna è di 11,23 millimetri (.442
centesimi di pollice). Il calibro effettivo ai vuoti risulta,
dopo il passaggio all’ogivatura, di 11,43 millimetri
(.450 centesimi di pollice) in entrambi i casi con
tolleranze di +0,02/0,03 centesimi di millimetro,
come previsto dalle severe norme C.I.P.
Curato il vivo di volata, segno dell’attenzione
posta nella lavorazione.
La volata della canna, nella foto
senza il serbatoio, con il massiccio mirino.
pagina 11
Il mirino è del tipo “sharps blade” (come
insistentemente richiesto dai tiratori americani)
e inserito a coda di rondine con possibilità di
regolazione in deriva allentando un’apposita vite. Il
gruppo, a mio avviso, risulta un po’ sovradimensionato.
La tacca di mira, inserita a coda di rondine,
anche questa bloccata con una vite, è del tipo
classico ”carbine rear sigth” (per i più esigenti, in
futuro, ci sarà la possibilità di avere anche le altre
classiche tacche di mira “Winchester” con relativi
mirini), e prevede la possibilità di alzo da 50 a 300
yards.
L’arma di questo servizio è uno dei 20
esemplari prodotti per la casa americana in cal. 45
Colt.
Svitando il lungo serbatoio, agendo su di
una apposita leva a baionetta, posizionata
all’estremità del serbatoio stesso, è possibile
dividere e separare velocemente i due insiemi: a)
canna-serbatoio – astina; b) calciatura – castello di
culatta-otturatore.
brunite. Questo, oltre a garantire una lucentezza e
una durezza superficiale notevole, permette di
evitare, nel caso delle viti, la fastidiosa e poco
estetica slabbratura del taglio della vite stessa, cosa
non da sottovalutare per gli smanettoni come me
che non si ritengono soddisfatti se non smontano
un’arma fino all’ultima vite.
La leva di armamento, che presiede a tutti i
movimenti dell’otturatore, presenta un’azione dolce e
senza alcun intoppo per tutte le azioni di caricamento,
espulsione del bossolo spento, elevazione e inserimento
di una nuova cartuccia in camera.
La cartuccia sollevata dall’elevatore, pronta per
essere introdotta in camera di cartuccia.
Agevole l’inserimento delle cartucce attraverso
lo sportellino, ricavato sul lato destro della cartella
di culatta, che presenta spigoli ben curati, con una
molla di adeguata elasticità.
I due insiemi
separati e il
particolare
della leva di
smontaggio
posizionata
all’estremità
del serbatoio
Il “musone” di supporto della canna alla
culatta, che si innesta in questa con una vite a
baionetta, consente, togliendo il puntalino e l’astina,
di agire su tre viti; queste opportunamente avvitate,
permettono di recuperare il gioco fra culatta e canna
stessa, in caso non ci sia più il corretto bloccaggio
fra i due insiemi a causa dell’intenso uso dell’arma.
Particolare
dell’attacco
a vite
a baionetta
della canna
con il
“musone”
di supporto
alla culatta.
Tutte le viti e le minuterie (prodotte sempre
dalla stessa azienda) sono temperate, quindi levigate
e lucidate alla porcellana e successivamente
la cartuccia mentre viene introdotta attraverso lo
sportellino “King”.
L’arma può contenere nella versione con
canna da 24” dodici cartucce. Non si è trovata alcuna
difficoltà ad inserire l’ultima cartuccia nel serbatoio.
Di noce i legni del calcio e dell’astina, con
belle venature che, sapientemente lucidati ad olio ed
uniti alla brillantezza della tartarugatura, rendono
l’arma, se possibile, ancora più affascinante.
La bellissima realizzazione
di Chiappa. Si accompagna
proprio bene alla S.A. 1873
“Frontier six-shooter”
inox di Pietta.
Anche questa in cal. .45 Colt.
continua a pag. 12
pagina 12
La cartuccia
La cartuccia cal. 45 Colt o Long Colt è stata
realizzata dalla casa di Hartford nel 1873 per essere
destinata al nuovo revolver Colt mod. 1873 S.A.
Army, ribattezzato subito “Pacemaker” o “Frontier
Six-shooter” o ancora “Equalizer”. L’arma e la
munizione furono adottate nel 1875 dall’Esercito
U.S.A. dove rimase in servizio fino al 1892, quando
avvenne la sostituzione con i nuovi revolver dal
tamburo ribaltabile lateralmente e dalla munizione
.38 Long Colt (con la guerra ispano-americana e
l’insurrezione nelle Filippine comunque gli Stati Uniti
si accorsero dell’errore di aver pensionato troppo
presto la .45 e le truppe impegnate nei combattimenti richiesero in fretta delle armi in calibro 45 LC
dato che il .38 Colt si era dimostrato troppo poco
efficace).
Originariamente caricata con 2,6 grammi
(40 grani; da qui anche l’altra denominazione, in
verità poco usata, 45/40 ) di polvere nera FFG ed un
proiettile da 16,5 grammi (255 grani) di piombo,
che sviluppava all’incirca 250 metri al secondo alla
bocca del revolver d’ordinanza con canna da 7,5“.
Il successivo caricamento con polveri infumi ha
permesso di innalzare la velocità a oltre 280 metri
al secondo.
Prodotta e ricaricata con proiettili di ogni
forma e peso, il migliore, per resa balistica, rimane
però il classico proiettile “round nose” di piombo o
ramato, con la punta leggermente appiattita, da
255 grani.
Dotata di una precisione intrinseca notevole
e di un eccellente potere d’arresto (determinato
dalla caratteristica deformazione a forma di fungo
“mushrooming”), è stata una delle cartucce più
popolari fra gli uomini della frontiera ed è tuttora,
dopo oltre 130 anni, una diffusissima cartuccia fra
gli appassionati di revolver di grosso calibro. Molti
ricaricatori, con rivoltelle di moderna costruzione,
sono capaci di ottenere prestazioni balistiche quasi
paragonabili al .44 Mag.
Le difficoltà maggiori nella ricarica di una
cartuccia come il .45 Colt risiede nel fatto che il
bossolo è molto capiente, specie per le polveri infumi
moderne. Bisogna quindi trovare delle polveri che
abbiano una densità volumetrica ottimale, capaci
cioè di sfruttare al massimo il grande volume della
camera a polvere del bossolo.
Il bossolo cilindrico, di tipo rimmed, ha una
lunghezza massima di 32,64 mm., con collo e testa
di 12,18 mm. diametro, mentre il collarino è di
13,00 mm. di diametro. La sede per l’innesco è di
tipo boxer (Large Pistol). La lunghezza massima
della cartuccia, con il proiettile da 255 grani, è di
40,64 mm. (misure CIP).
La munizione sta vivendo una nuova
giovinezza con le gare del circuito western, sia negli
States che in altri paesi del mondo.
Il replica “Winchester” 92 T.D. di Armi SportChiappa e la “Six-shooters” di Pietta con un’eccellente realizzazione di una lama in stile “bowie” delle
coltellerie Fox. Strumenti “inseparabili” per qualsiasi
pioniere, cacciatore, fuorilegge o sceriffo.
Le prove a fuoco
Ho provato l’arma sulla distanza di 50 – 100
e 150 metri, con cartucce ricaricate con le stesse
polveri e le cariche che normalmente uso nelle mie
“Six-shooter”, con canna da 4 3/4”.
Le cartucce preparate per la prova, le palle usate e
alcuni bossoli di risulta
Ecco il responso del cronografo (piazzato a
1,50 mt. dalla volata) e i risultati di tiro.
Tipo Palla
Peso Tipo Polvere
Dose Vel. Ft/sec Vel. Mt/sec E. Kg./m.
Target Bullet
L RNFP
Dia .452”
Grs.
250
Rex Gialla
6,4
931
283,7
66,45
“
“
Winch. 231
7,6
1059
322,7
86,11
“
“
Accurate N. 2
7,2
1084
330,4
90,13
Accurate N. 2
7,0
1065
324,6
88,60
NordWest Bullet Grs.
LSWC R
255
Dia .454”
Le cartucce ricaricate con la polvere
Accurate N.2 (la polvere da noi si trova con la
denominazione Lovex D032) e inneschi LP Fiocchi si
sono rivelate estremamente costanti. Lo scarto fra il
valore più alto e quello più basso è stato di soli 9
piedi.
Per le polveri Winchester 231 e Rex Gialla
ho usato invece inneschi LP Winchester.
Per tutte le ricariche bossoli RP.
I bossoli di risulta, che presentano un
percussione centrata e potente, non hanno
evidenziato segni anelastici apprezzabili.
pagina 13
Ecco i valori per le stesse cartucce con il mio
revolver S.A.A. 1873 inox di “Pietta”, con canna da
43/4”
Tipo Palla
Peso Tipo Polvere
Dose Vel. Ft/sec Vel. Mt/sec E. Kg./m.
Target Bullet
L RNFP
Dia .452”
Grs.
250
Rex Gialla
6,4
752
229,2
43,37
“
“
Winch. 231
7,6
812
247,4
50,57
“
“
Accurate N. 2
7,2
866
263,9
57,52
Accurate N. 2
7,0
843
256,9
55,50
NordWest Bullet Grs.
LSWC R
255
Dia .454”
Rosata di 10 colpi ottenuta a 150 metri.
Ho inserito le rosate ottenute con la cartuccia
ricaricata con la polvere Accurate N.2, e la palla da
250 grani della Target Bullet trafilata a .452”, in
quanto si è dimostrata la munizione più costante,
per risultati di tiro e per dati al cronografo.
Con uno studio e una ricerca diversa per
quanto attiene le polveri, il tipo di palla e il suo
diametro di trafilatura, si potranno certamente ottenere
risultati migliori; quelli ottenuti li ritengo comunque
di tutto rispetto per un’arma non specificatamente
dedicata al tiro di precisione.
Rosata di 10 colpi ottenuta a 50 metri su
bersaglio internazionale di pistola libera.
La tacca di mira ed il mirino montati sul
fucile non sono certo ideali per tale scopo. A 100 e
a 150 metri il mirino copre completamente il
barilotto nero ed è veramente difficile collimare
sempre allo stesso punto.
Gli organi di mira si sono dimostrati però più
che soddisfacenti per il tiro di puro rilassamento
(il classico “pliking” o caccia al barattolo); sono
ritornato ragazzino e mi sono divertito come non
mai a far saltare barattoli di tutti i tipi, come fossero
famosi fuorilegge ed io uno sceriffo indomito, come
quelli interpretati dal grande “Duke” (John Wayne)
con il suo inseparabile Winchester mod. 92.
Le foto dell’arma sono state realizzate con
l’impareggiabile aiuto di Gianni D’AFFARA, vero
maestro-artista della fotografia, che da molti anni
collabora con tutte le più famose aziende del settore
coltelleria di Maniago (PN) per la creazione dei loro
cataloghi. Gianni ha al suo attivo anche molte
pubblicazioni di foto artistiche, con incantevoli sfondi
di particolari “location” della bella terra friulana.
Per concludere
Rosata di 10 colpi ottenuta a 100 metri.
La crescita entusiasmante che sta avendo anche in
Italia il tiro western si avvantaggerà senz’altro di
questa bella realizzazione, che per lavorazione e
qualità non ha nulla da invidiare all’originale. Ho
continua a pag. 14
pagina 14
avuto modo di esaminare un originale mod. 92 nella
versione non “Take Down”, e devo dire onestamente
che la copia è, se possibile, più bella e curata. Se
non altro ha materiali più moderni e lavorazioni con le
tolleranze date dagli innovativi macchinari a controllo
numerico; credo che questo sia certamente un
punto a favore.
In Italia troverà senza dubbio seguito tra i
tiratori del Cow-boy Action Shooting, sempre più
numerosi ma esigenti in fatto di realizzazioni.
A questo proposito anticipo ai lettori la nascita
di una nuova associazione, aperta a tutti gli
appassionati di tale disciplina; si chiamerà “Old West
Shooting Society” e sullo stile della grande
associazione americana “Single Action Shoting
Society”, organizzerà gare di Cow-boy action shooting.
L’Old West Shooting Society nasce per
preservare e promuovere lo sport del Cow-boy
Action Shooting, sport multifacciale, amatoriale in
cui i contendenti gareggiano con armi tipiche del
periodo del Vecchio West: revolvers a singola
azione, fucili o carabine a leva, fucili giustapposti,
fucili a pompa anteriori al 1899. Le gare di C.A.S.
sono tutte ambientate e caratterizzate dall’ “Old
Style“. E’ stato messo a punto anche un vero
è proprio regolamento per uniformare gare, armi e
modalità.
Sono certo quindi che questa arma, come
altre che vedranno la luce sia in casa Chiappa-Armi
Sport che in altre aziende troveranno sempre ampi
consensi fra i numerosi tiratori che frequenteranno
poligoni e campi di tiro.
Scheda tecnica dell’arma
Costruttore:
“Armi Sport - Armi Chiappa” di Chiappa Silvia & C. snc
Via Milano, 2 – 25020 Azzano Mella (BS)
tipo arma:
modello:
calibro:
canna:
fucile a ripetizione manuale a leva
1892 Take Down
.45 Colt (disponibile anche in cal. 44/40 WCF, .38 Sp/.357 Mag.)
ottagonale da 24” pollici (609 mm.)
(disponibile anche con canna da 20”, ottagonale, e da 20” tonda, vers. carabina)
6 rigature con passo costante di 406 mm. (1/16 pollici) per il .45 Colt
indiretto a mezzo cane esterno su percussore flottante
ad azione singola
serbatoio contenente 12 cartucce
ad unghia solidale all’otturatore
tacca di mira tipo ”carbine rear sigth” e mirino di tipo “sharps blade”
(saranno disponibili anche altre tacche di mira e mirini, stile Winchester)
1060 millimetri (ingombro di 609 millimetri quando smontato)
rigature:
sistema percussione:
scatto:
alimentazione:
estrattore:
mire:
lunghezza totale:
materiali:
finiture:
acciaio C40 e C38 NiCrMo4
tartarugatura (castello, leva comando, cane, grilletto, calciolo e puntalino
dell’astina) brunitura nera lucida per canna, serbatoio, otturatore, viti e minuterie
in noce lucidati ad olio
calcio e astina:
prezzo indicativo
al pubblico:
numero di catalogo:
1.100,00 euro nella versione Take Down e 930,00 euro per la versione
normale (più che onesto il prezzo in rapporto alla qualità)
14754
OLD WEST SHOOTING SOCIETY
ASSOCIAZIONE DI TIRO WESTERN ITALIANA
www.owss.it
pagina 15
HUSQVARNA: UNA ANTICA
FABBRICA D’ARMI, ORA MUSEO
A cura di Paola Andrean Serafini
Nel viaggio di ritorno dalle mie vacanze in
Svezia, passando per Jönköping, mi sono fermata
a Husqvarna. Avevo già visitato il museo di armi
di questa città, qualche anno fa, ed ora l’ho trovato
molto cambiato, più grande, disposto in altri locali,
e che comprende tutta la produzione Husqvarna,
oltre alle armi anche macchine da cucire, cicli,
moto, stufe, elettrodomestici, etc.
Molte più armi sono ora esposte nel vecchio
magazzino delle polveri, prevalentemente armi
lunghe da caccia…. ma vediamo la storia di questa
fabbrica!
Da secoli in questo luogo l’acqua scende
da un’altezza di 116 metri, con grande fragore
prima di gettarsi nella calma del Lago Vättern.
Fin dal Medio-Evo si pensò di sfruttarne la
forza costruendo mulini per far girare le ruote di
pietra delle macine. Dove ora sorge Husqvarna vi
era un castello: Rumlaborg e il fiume si chiamava
Humblaruma. Il castello aveva i suoi mulini ed esterno fabbrica
era popolarmente chiamato la casa del mulino
ovvero Hus (casa) qvarn (mulino) e anche il fiume divenne il fiume della casa mulino ovvero
Husqvarna river.
Documenti parlano di mulini fin dal XV e
XVI secolo, nel 1630 re Gustavo II Adolfo ne
fece costruire uno grande tanto che in uno, due
anni produsse gli ingredienti per circa 6.735 Kg
di polvere da sparo e sopravvisse per 150 anni,
nonostante qualche grossa esplosione, dovuta
all’energia statica, (che allora non era conosciuta
e quindi non si poteva prevedere).
Il 27 aprile del 1689 il re Carlo XI firmò
il documento con cui si permetteva la costruzione
di un mulino per fabbricare le canne dei
moschetti ed altri componenti di armi da fuoco.
Problemi non mancarono: ogni tanto gli
impianti venivano allagati dalla piena del fiume,
nei periodi di secca i lavori dovevano essere
sospesi, in tempo di pace mancava lavoro….ma
nel XVII secolo si decise l’installazione di un
campo mobile d’artiglieria con una guarnigione
militare permanente e nella metà di questo secolo
interno museo
la Svezia divenne una delle maggiori potenze in
Nord Europa e riprese a lavorare a piena forza.
Dopo la morte di Carlo XII nel 1718 seguì un
lungo periodo di pace e la fabbrica subì gravi
danneggiamenti, tanto che la Corona non poteva
sostenere le spese per riparare i danni che l’acqua
aveva prodotto sulle 30 case costruite nel 1702,
così la cedette alla famiglia Ehrenpreus che però si
impegnava a dare alla Corona un certo numero
di armi all’anno a prezzo stabilito. Il vecchio
villaggio fu demolito e sorse un nuovo quartiere
a Smedbyn dove sorsero 6 nuove costruzioni nel
1757 e altre due furono completate nel 1772.
Ma lo stesso anno un violento incendio
creò gravi danni, ben 495 vetri piombati furono
sostituiti…tutti i tetti tranne uno furono
fortemente danneggiati.
300 anni della Husqvarna
continua a pag. 16
pagina 16
archibugio a ruota
archibugi a miccia e a pietra del '600
fucile modello 1831
fucile del 1876 cal 12x 65 sistema a chiave di serpente
fucile modello 1836
pagina 17
particolare del
ponticello del
Jubileum con
placchetta 300
anni
particolare canne
del Jibileum
Il Jiubileum 1989
fucile a pietra del 1735
modello speciale del 1888 calibro 12x65
modello speciale Remington 1870 calibro 12x65
continua a pag. 18
pagina 18
Un altro incendio, ben più violento ci fu
il 2 aprile del 1792, questa volta saltarono in
aria 34.000 kg. di polvere e non fu l’ultimo! Così
si decise di spostare la produzione di polvere da
sparo nella Svezia centrale, a Dalarna, nel
Monastero di Husby.
Dopo 150 anni, il 23 maggio del 1796, il
tum-tum del martello delle polveri smise di
battere a Husqvarna.
Durante le prime due decadi dell’800 l’ultimo
erede della famiglia Ehrenpreus si trovò in gravi
ristrettezze e propose alla Corona di riprendere
in mano la proprietà, ma dato il rifiuto, decise
di metterla all’asta. Nel dicembre del 1819 fu
pistola calibro 6 lunga 32 cm peso 500 gr.
acquistata dal Colonnello Gustaf Sture e da sua
cognata, Beata Sture i quali trovarono la fabbrica in uno stato pietoso e non fu il colonnello ad
occuparsi direttamente della fabbrica ma uno staff di nobili militari.
Il colonello Sture fondò la prima scuola di Husqvarna, nel 1822 e fu usata una costruzione di
pietra del 1701 che fu un magazzino delle polveri poi usata anche come chiesa. Ma il lavoro
cominciò a scarseggiare e gli artigiani che costruivano i pezzi a mano continuarono a farlo e
scambiando tra loro i componenti assemblavano così armi che poi vendevano direttamente.
Morto il colonello Sture nel 1841, la fabbrica divenne una società ad opera di Hugo Tamm dal
1867 col nome di Husqvarna Small Arms Co. Fu però seguita dal suo lontano parente Wilhelm
Tamm, il quale molto fece per gli abitanti del posto: costruì scuole, garantendo ai lavoratori cure
mediche e farmaci gratuiti, ed istituendo uno schema pensionistico in parte ancora funzionante.
Riorganizzò il lavoro trasformando la piccola fabbrica in un’industria largamente efficiente in
cui lavoravano 1517 persone (contro le 180 che aveva trovato) introdusse macchinari nuovi e metodi
più razionali di lavoro; aumentò il giro
d’affari dalle 200.000 Kr. a più di 6
milioni!
Ma nel 1875 la produzione di
armi terminò. Al loro posto si costruirono
macchine da cucire, biciclette, utensili
ed elettrodomestici.
Ma quali armi si costruivano a
Husqvarna? C’è un registro del 1670 che
ci mostra la grande varietà di armi che
venivano fatte a Jönköping, moschetti,
carabine, canne, etc…ma quelle che
ho visto io erano soprattutto belle
armi sportive!
Le foto mostrano alcuni esempi,
la bella disposizione, la scenografia che
comprende alberi ed animali impagliati e
l’ultimo esemplare prodotto “Jubileum”, lavorazione canne di damasco
in vetrina ben illuminata e girevole per
poterne apprezzare ogni particolare! Fu costruito in soli 15 esemplari per celebrare i 300 anni della
fabbrica, il mod. 1900 calibro 6,5x55
intarsiato in oro bianco e con un
calcio speciale, ciascuno del valore di
125.000?, così ha detto la gentilissima
guida del Museo che mi ha fatto notare
con orgoglio quella costruita per il re
Carlo XVI Gustaf, nel 1952 in 75
esemplari, ed altri di cui ho potuto
fotografare (con fatica per il problema
dei riflessi delle vetrine!) anche
qualche particolare.
Bibliografia: autori vari, 300 YEARS
AND AIMING AT THE FUTURE, A
book on Husqvarna, 1989, ed. Nils
Lindskoug
acciarino del fucile del 1815 del I20° reggimento di Kalmar con
punzone di Husqvarna
pagina 19
BORDEAUX 2006
22° Campionati del mondo
In queste pagine i “numeri” del 22° campionato del mondo.
Le classifiche con i primi 3 piazzamenti ed i risultati di
tutti i tiratori italiani. Le foto, le statistiche, i record ed
il medagliere. Per tutte le altre notizie vi rimandiamo
all’articolo pubblicato alle pagine 4 e 5.
BORDEAUX 2006 - classifiche, statiche e foto
PISTOLE
COLT ---------------------------------Tiratore
Nazione
1°
Kloke Martin
GER
2°
Journet Philippe
FRA
3°
Wagner Herbert
AUT
13°
Rabbachin Enrico
ITA
Lepore Marcello
ITA
Gargiulo Fabrizio
ITA
32°
Farinotti Mauro
ITA
34°
Ferrerio Antonio
ITA
41°
Cacciatori Manolo
ITA
52°
Catani Luigi
ITA
74°
Ferrerio Alberto
ITA
76°
Lucchini Gaetano
ITA
91°
Moro Giancarlo
ITA
97 tiratori
Punti
95
95
94
91
91
91
90
90
88
87
84
83
74
ADAMS (Colt Squadra) -------------- 10 Squadre
Nazione
Punti
1°
Austria
278
2°
Francia
277
3°
Germania
276
7°
ITALIA
264
(Gargiulo - Lucchini - Ferrerio Antonio)
COMINAZZO O ----------------------Tiratore
Nazione
1°
Labat Paul
FRA
2°
Tesnohlidek Josef
CZR
3°
Warabak Thomas
USA
4°
Ferrerio Antonio
ITA
7°
Ferrerio Alberto
ITA
8°
Catani Luigi
ITA
17°
Lucchini Gaetano
ITA
37 Tiratori
Punti
91
87
85
84
82
82
78
COMINAZZO R ----------------------Tiratore
Nazione
1°
Kaltenbach Alex.
AUT
2°
Maichin Pascal
FRA
3°
Wagner Herbert
AUT
13°
Orso Antonio
ITA
28°
Rabbachin Enrico
ITA
32°
Signorini Renzo
ITA
56°
Chiappori Mario
ITA
58°
Vaccheri Marco
ITA
63°
Moro Giancarlo
ITA
65°
Lepore Marcello
ITA
69 Tiratori
Punti
94
93
93
89
86
85
81
80
75
72
d’apertura.
Immagini della cerimonia e (in alto a
adr
squ
le
del
o
ent
Schieram
iatura e
sinistra), cannoni in min presentanza
rap
in
si
nce
fra
s
tor
nac
ree
rmata dei
di vari battaglioni dell’A ca...
oni
ole
Pirenei d’epoca nap
WOGDON (Cominazzo Squadra) ------ 12 Squadre
Nazione
Punti
1°
Francia
267
2°
Austria
261
3°
Rep. Ceca
261
6°
ITALIA
254
(Orso - Ferrerio Antonio - Chiappori)
ti
con tinu a nel la pag ine seg uen
pagina 20
BORDEAUX 2006 - classifiche, statiche e foto
con tinu a da pag ina 19
PISTOLE
MARIETTE --------------------------Tiratore
Nazione
1°
Jorge Paulo
POR
2°
Wagner Herbert
AUT
3°
Gonin Thierry
FRA
8°
Orso Antonio
ITA
17°
Signorini Enzo
ITA
27°
Vecchi Roberto
ITA
36°
Mazzei Jacques
ITA
53°
Gargiulo Fabrizio
ITA
Farinotti Mauro
ITA
63°
Cacciatori Manolo
ITA
84°
Ferrerio Antonio
ITA
85°
Rabbachin Enrico
ITA
91°
Catani Luigi
ITA
98°
Lucchini Gaetano
ITA
104°
Vaccheri Marco
ITA
107°
Moro Giancarlo
ITA
126°
Gasbarri Mario
ITA
130 Tiratori
Punti
98
98
97
95
94
93
92
91
91
90
88
88
88
87
86
86
80
PETERLONGO (Mariette Squadra) ---- 15 Squadre
Nazione
Punti
1°
Austria
286
2°
Francia
281
3°
Germania
281
4°
ITALIA
280 (Signorini-Orso-Gargiulo)
Alberto Lega in
allenamento
Campione del
Osvaldo Martinelli il 1°
liana...
ita
ca
mondo dell’avancari
la
del
to
por
sup
a
lui
anche
nazionale
Andrea
Luchini,
giovane
promessa
in gara...
KUCHENREUTER O ------------------- 66 Tiratori
Tiratore
Nazione
Punti
1°
Journet Philippe
FRA
98
2°
Munoz Soler
ESP
97
3°
Kaltenbach Alex.
AUT
97
8°
Vecchi Roberto
ITA
94
Orso Antonio
ITA
94
Chiappori Mario
ITA
94
25°
Lucchini Gaetano
ITA
92
Catani Luigi
ITA
92
29°
Cacciatori Manolo
ITA
91
37°
Farinotti Mauro
ITA
90
43°
Signorini Renzo
ITA
89
48°
Gasbarri Mario
ITA
89
50°
Moro Giancarlo
ITA
88
BOUTET (Kuchenreuter O Squadra) --- 10 Squadre
Nazione
Punti
1°
Francia
286
2°
Spagna
282
3°
Austria
282
4
ITALIA
279 (Orso-Cacciatori-Vecchi)
KUCHENREUTER R ------------------- 84 Tiratori
Tiratore
Nazione
Punti
1°
Pla Marti Francisco
ESP
99
2°
Kalina Ivan
CZR
99
3°
Gould Brian Charles
NZL
98
5°
Mazzei Jacques
ITA
96
6°
Lega Alberto
ITA
96
19°
Lepore Marcello
ITA
94
29°
Rabbachin Enrico
ITA
93
65°
Vaccheri Marco
ITA
88
Rino
Chiappa,
sponsor
del CNDA
con
Cocumazzi,
Musolino
senior ed
Alessandro
Confederati
d’Italia...
ovvero da
sinistra,
Ceredi,
De Paoli,
Arrigoni,
Tivelli e
Cavina
FORSYTH (Kuchenreuter R Squadra) -- 14 Squadre
Nazione
Punti
1°
ITALIA
286 (Lega - Mazzei - Lepore)
2°
Spagna
285
3°
Austria
283
TANZUTSU R ------------------------Tiratore
Nazione
1°
Bonnet Jean Pierre
FRA
2°
Ernst Stefan
SVE
3°
Fansching Werner
AUT
22°
Cacciatori Manolo
ITA
24°
Mazzei Jacques
ITA
26°
Gargiulo Fabrizio
ITA
51 Tiratori
Punti
92
91
91
85
84
83
i. Da sinistra,
Alcuni “tiravolisti” italian Ciuffi.
ini,
mb
Moretti, Gentile, Ga
Boni, Serrati.
Davanti: Fabio e Moreno
pagina 21
TANZUTSU O ------------------------- 12 Tiratori
nessun Italiano
Gianfranco Zanoni
si prepara alla gara.
FUCILI
BORDEAUX 2006 - classifiche, statiche e foto
MIQUELET O ------------------------Tiratore
Nazione
1°
Karlsson Johan
SVE
2°
Blondeau Camille
FRA
3°
Juranek Roland
GER
22°
Valeri Antonio
ITA
23°
Ferrerio Alberto
ITA
25°
Circi Sandro
ITA
40°
Arrigoni Carlo
ITA
42 Tiratori
Punti
94
92
92
84
83
83
39
GUSTAV ADOLPH O (Miquelet Squadra) - 8 Squadre
Nazione
Punti
1°
Germania
266
2°
Francia
259
3°
Spagna
251
5°
ITALIA
250
Valter Moretti fa centro per la 30°volta.
Antonio
Valeri
impegnato
nel tiro
storico.
(Circi - Valeri - Ferrerio Alberto)
MIQUELET R -------------------------- 32 Tiratori
Tiratore
Nazione
Punti
1°
Risch Noel
FRA
94
2°
Salin Ari
FIN
93
3°
Gilbert Maurice
FRA
92
23°
Vaccheri Marco
ITA
76
25°
Frezzolini Ernesto
ITA
75
29°
Andriotto Valerio
ITA
73
HALIKKO (Miquelet R Squadra) ------ 4 Squadre
Nazione
Punti
1°
Germania
260
2°
Francia
255
3°
Svizzera
252
HIZADAI O --------------------------- 23 Tiratori
HIZADAI R --------------------------- 38 Tiratori
nessun Italiano
NOBUNAGA (Hizaday O Squadra) -- 4 Squadre
Nazione
Punti
1°
Gran Bretagna 261
2°
Giappone
248
3°
Francia
236
MAXIMILIAN O ---------------------Tiratore
Nazione
1°
Karlsson Johan
SVE
2°
Stark Eckard
GER
3°
Frey Michael
GER
5°
Sammarco Calogero
ITA
6°
GUENZI Giancarlo
ITA
26°
Cattaneo Graziano
ITA
28°
Ferrerio Alberto
ITA
30 Tiratori
Punti
90
87
87
85
82
68
57
MAXIMILIAN R ---------------------Tiratore
Nazione
1°
Wehle Wolfgang
GER
2°
Ostby Per Ivar
NOR
3°
Delacoudre Claude
FRA
31°
Valeri Antonio
ITA
36°
Andriotto Valerio
ITA
47 Tiratori
Punti
94
94
93
80
79
LUCCA (Maximilian R Squadra) ------- 8 Squadre
Nazione
Punti
1°
Francia
268
2°
Norvegia
264
3°
Germania
259
WEDGNOCK (Maximilian mix Squadra) -- 6 Squadre
Nazione
Punti
1°
Germania
255
2°
Gran Bretagna 239
3°
Francia
236
4°
ITALIA
235
(Sammarco - Cattaneo - Guenzi)
Controllo prima
della gara per
Adriana Tivelli.
Alberto
Ferrerio,
Valeri e Circi
in divisa
storica
aprono la
sfilata della
squadra
italiana.
Il pubblico
delle gare
di tiro a
volo...
sempre
numeroso
Moreno
Boni, in
azione
e con
il suo
record
mondiale.
ti
con tinu a nel la pag ine seg uen
pagina 22
con tinu a da pag ina 21
FUCILI
BORDEAUX 2006 - classifiche, statiche e foto
MINIE' O ----------------------------Tiratore
Nazione
1°
Kunz Gunter
GER
2°
Kapernick Peter
GER
3°
Menage Alain
FRA
5°
Casucci Giuliana
ITA
18°
Cattaneo Graziano
ITA
24°
Sammarco Calogero
ITA
25°
Guenzi Giancarlo
ITA
39°
Ferrerio Alberto
ITA
51 Tiratori
Punti
94
92
91
91
87
85
84
74
Mazzei,
Lega,
Lepore,
totale 286
punti, ovvero
medaglia
d’oro in
Forsyth
PAULY (Miniè O Squadra) -------------- 8 Squadre
Nazione
Punti
1°
Germania
275
2°
Francia
264
3°
ITALIA
252
(Casucci - Cattaneo - Ferrerio Alberto)
Galli, Musolino,
Nava i 3...
dell’avancarica
per il bronzo
in specialità
Pforzheim
MINIE' R ------------------------------ 39 Tiratori
Tiratore
Nazione
Punti
1°
Reiser Elisabeth
SVI
96
2°
Schneeman Edward
USA
93
3°
Arrigoni Carlo
ITA
92
7°
Andriotto Valerio
ITA
91
20°
Beria Alberto
ITA
84
MAGENTA (Miniè R Squadra) ----------- 7 Squadre
Nazione
Punti
1°
Francia
274
2°
Svizzera
271
3°
Germania
269
TANEGASHIMA O -------------------Tiratore
Nazione
1°
Karlsson Johan
SVE
2°
Flury Urs
SVI
3°
Harper Smith Jon
GBR
25°
Galli Sergio
ITA
25 Tiratori
Punti
94
93
89
56
TANEGASHIMA R -------------------Tiratore
Nazione
1°
Frey Micael
GER
2°
Rufenacht Hans Peter
SUI
3°
Neumann Friederike
GER
20°
Cocumazzi Rosario
ITA
28°
Nava Gualtiero
ITA
43 Tiratori
Punti
100
98
97
91
89
NAGASHINO (Tanegashima mix Squadra) - 8 Squadre
Nazione
Punti
1°
Germania
287
2°
Spagna
276
3°
Svizzera
272
8°
ITALIA
236
(Galli - Nava - Cocumazzi)
VERSAILLES (Miniè+Miquelet Squadra) - 7 Squadre
Nazione
Punti
1°
Germania
541
2°
Francia
523
3°
ITALIA
502
Casucci,
Cattaneo
ed Alberto
Ferrerio
un terzo
posto in
Pauly
Moreno Boni,
oro in Lorenzioni R,
record mondiale e
tanta commozione
(Circi - Ferrerio Alberto Valeri - Casucci - Cattaneo)
VETTERLI O -------------------------Tiratore
Nazione
1°
Harper Smith Jon
GBR
2°
Kapernick Peter
GER
3°
Galli Sergio
ITA
6°
Musolino Alessandro
ITA
9°
Luchini Andrea
ITA
18°
Giacopelli Cesare
ITA
27°
Zanoni Gianfranco
ITA
Tivelli Adriana
ITA
40 Tiratori
Punti
99
98
96
95
94
92
89
89
Bronzo
per la
squadra
Grand
Prix de
Versailles
pagina 23
VETTERLI R -------------------------Tiratore
Nazione
1°
Massing Walter
GER
2°
Nitsch Tordis-Arlett
GER
3°
Lagrue Jean-Sebastian
FRA
10°
Cocumazzi Rosario
ITA
Cavina Nevio
ITA
28°
Cattaneo Graziano
ITA
34°
Vaccheri Marco
ITA
Nava Gualtiero
ITA
41°
Ceredi Luca
ITA
44°
Arrigoni Carlo
ITA
59°
De Paoli Giorgio
ITA
79 Tiratori
Punti
100
98
98
96
96
94
93
93
92
91
88
BORDEAUX 2006 - classifiche, statiche e foto
PFORZHEIM (Vetterli mix Squadra) ---13 Squadre
Nazione
Punti
1°
Germania
296
2°
Gran Bretagna 292
3°
ITALIA
284
(Musolino - Galli - Nava)
VETTERLI FLINTLOCK (Pennsylvania)
Tiratore
Nazione
1°
Massing Walter
GER
2°
Garcia Bongera Lisardo ESP
3°
Gassner Andreas
AUT
12°
Ceredi Luca
ITA
24°
Cavina Nevio
ITA
32°
De Paoli Giorgio
ITA
37°
Valeri Antonio
ITA
- 38 Tiratori
Punti
98
95
95
89
84
77
44
MEDAGLIERE GENERALE
medaglie
ORO ARGENTO BRONZO
------------------------------------------------------------1° Germania
17
8
10
2° Francia
11
12
9
3° Svezia
4
.
2
4° Spagna
3
6
3
5° Austria
3
2
6
6° Gran Bretagna 2
3
4
7° Svizzera
2
3
3
8° ITALIA
2
1
5
9° U.S.A.
1
2
1
10° Olanda
1
.
.
11° Portogallo
1
.
.
12° Rep. Ceca
.
3
1
13° Giappone
.
2
1
14° Norvegia
.
2
.
15° Finlandia
.
1
.
16° Rep. Slovacca .
1
.
17° Australia
.
1
.
18° Canada
.
.
1
19° Nuova Zelanda .
.
1
(Nessuna medaglia per: Sud Africa, Ungheria,
Danimarca, Polonia, Belgio, Venezuela, Malta,
Argentina)
Gambini, Boni,
Scotti, bronzo
in Batesville.
WALKYRIE O -------------------------- 6 Tiratrici
Tiratore
Nazione
Punti
1°
Rodriguez S.Josè
ESP
97
2°
Gherardi Maryline
FRA
96
3°
Harper-Smith Helen
GBR
95
WALKYRIE R ------------------------Tiratore
Nazione
1°
Heber Tania
GER
2°
Gilbert Veronique
FRA
3°
Neumann Friederike
GER
7°
Casucci Giuliana
ITA
10°
Tivelli Adriana
ITA
24°
Angeli Marina
ITA
26 Tiratrici
Punti
100
96
95
94
92
86
AMAZONS (Walkyrie Squadra) ------- 5 Squadre
Nazione
Punti
1°
Germania
289
2°
Spagna
274
3°
Francia
274
5°
ITALIA
272 (Angeli-Casucci-Tivelli)
WITWORTH O ------------------------Tiratore
Nazione
1°
Gherardi Maryline
FRA
2°
Kimmerle Manfred
GER
3°
Triquell Val Josè
ESP
10°
Sammarco Calogero
ITA
27 Tiratori
Punti
97
97
96
93
WITWORTH R ------------------------Tiratore
Nazione
1°
Massing Walter
GER
2°
Neumann Norbert
GER
3°
Karlsson Johan
SVE
21°
Zanoni Gianfranco
ITA
29°
Casucci Giuliana
ITA
50°
Cattaneo Graziano
ITA
56°
Arrigoni Carlo
ITA
60°
Guenzi Giancarlo
ITA
65°
Vaccheri Marco
ITA
72°
Angeli Marina
ITA
75 Tiratori
Punti
99
99
98
94
93
90
89
88
85
74
RIGBY (Witworth mix Squadra) -------- 7 Squadre
Nazione
Punti
1°
Germania
292
2°
Spagna
285
3°
Svezia
284
Arrigoni
bronzo in
Miniè R.
Galli
bronzo
specialità
Vetterli O,
sesto
posto per
Musolino.
Bronzo per Arrigoni
in Gettysburg e
5° posto per la Tivelli
ti
con tinu a nel la pag ine seg uen
pagina 24
BORDEAUX 2006 - classifiche, statiche e foto
continua da pagina 23
TIRO A VOLO
TIRO STORIC
O
LORENZONI O ---------------------------Tiratore
Nazione
1°
Roussel Andrè
FRA
2°
Fontanay Eric
FRA
3°
Zobouyan Jacques
FRA
7°
Scotti Andrea
ITA
16°
Ciuffi Eugenio
ITA
23°
Moretti Valter
ITA
27°
Zariello Giuseppe
ITA
30 Tiratori
Punti
47
47
44
41
36
30
28
GETTYSBURG ------------------------ 15 Tiratori
Tiratore
Nazione
Punti
1°
Schneeman Edward
USA
83
2°
Kapper Frank
USA
75
3°
Arrigoni Carlo
ITA
66
5°
Tivelli Adriana
ITA
52
6°
Beria Alberto
ITA
35
Ceredi Luca
ITA
31
8°
De Paoli Giorgio
ITA
31
LORENZONI R ---------------------------Tiratore
Nazione
1°
Boni Moreno
ITA
2°
Miles Brian
AUS
3°
Lotspeich Franz
GER
7°
Gentile Giovanni
ITA
11°
Ubiali Valter
ITA
19°
Boni Fabio
ITA
22°
Gambini Gino
ITA
33°
Rizzoli Osvaldo
ITA
35°
Serrati Luca
ITA
40°
Siclari Enrico
ITA
47 Tiratori
Punti
47
45
45
42
41
38
38
34
34
31
LEIPZIG ------------------------------- 13 Tiratori
Tiratore
Nazione
Punti
1°
Warabak Thomas
USA
87
2°
Salin Ari
FIN
86
3°
Henley Thomas
USA
83
8°
Circi Sandro
ITA
80
9°
Ferrerio Alberto
ITA
70
10°
Valeri Antonio
ITA
63
BATESVILLE (Lorenzoni Squadra) -------- 11 Squadre
Nazione
Punti
1°
Francia
135
2°
ITALIA
126 (Boni M.-Gambini-Scotti)
3°
Gran Bretagna 125
LORENZONI YOUNG ------------------------7 Tiratori
Tiratore
Nazione
Punti
1°
Bedos Jeremy
FRA
22
2°
Tuffery Loic
FRA
20
3°
Hobbs Rys
GBR
18
6°
Scotti Rubens
ITA
10
MANTON O -------------------------------- 18 Tiratori
Tiratore
Nazione
Punti
1°
Monsees Willem
OLA
45
2°
Kilpatrick Bernard
GBR
42
3°
Triquell Val Josè
SPA
42
10°
Gentile Giovanni
ITA
34
MANTON R -------------------------------Tiratore
Nazione
1°
Pence Robert
USA
2°
Lotspeich Franz
GER
3°
Carmen Redmond
CAN
8°
Boni Moreno
ITA
15°
Boni Fabio
ITA
27°
Siclari Enrico
ITA
30°
Zariello Giuseppe
ITA
31°
Ciuffi Eugenio
ITA
37°
Moretti Valter
ITA
38 Tiratori
Punti
44
44
43
42
39
35
27
27
17
HAWKER (Manton Squadra) -------------- 8 Squadre
Nazione
Punti
1°
Spagna
125
2°
Germania
123
3°
Gran Bretagna 121
5°
Italia
115
CLASSIFICA GENERALE
piazzamento SINGOLI TIRATORI
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
Germania 8 7 6 6 8 7 3 2 5 2
Francia 6 6 6 4 2 5 6 5 2 8
Svezia
4 . 1 . . . . 2 . 1
Svizzera 2 2 1 2 2 2 1 3 1 3
Spagna 2 1 2 5 . 1 4 4 4 3
U.S.A.
1 2 1 . 1 2 . 2 2 .
Austria 1 1 4 1 . 4 3 1 2 .
G.B.
1 1 2 5 4 3 5 2 7 3
ITALIA 1 . 2 1 3 3 5 2 2 4
Olanda 1 . . 1 1 . . 2 . 1
CLASSIFICA GENERALE
piazzamento a SQUADRE
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
Germania 9 1 4 1 1 . 1 . 1 .
Francia 5 6 3 2 . 1 1 . . 1
Austria 2 1 2 1 1 2 3 2 . 1
Spagna 1 5 1 4 3 . 1 . 1 .
G.B.
1 2 2 . 1 2 . 2 3 .
ITALIA 1 1 3 3 3 1 1 1 . .
Svizzera . 1 2 3 3 1 . 2 . .
Norvegia . 1 . . 1 1 . . . .
Giappone . 1 . . . . . . . .
Rep. Ceca . . 1 1 . . . 2 . .
RECORD MONDIALI
10 RECORD EGUAGLIATI
Whitworth R: GER p.99 Massing/Neumann
Tanegashima R: GER p. 100 Frey
Hizarday R:
SVE p. 97 Karlsson
Minie R:
SVI p. 96 Reiser
Vetterli R:
GER p. 100 Massing
Manton O:
OLA p. 45 Monses
Lorenzoni O:
FRA p. 47 Fontanay
Walkyrie O:
SPA p. 97
Rodriguez-San Jose-Nunci
Kuchenreuter R:SPA - p. 99 Pla Rep. CECA p.99 Kalina
Adams:
AUT p. 278
Wagner-Szuppin-Haslinger
15 NUOVI RECORD
Rigby:
Wogdon:
Tanzutsu O:
Nagashino O:
Pauly:
Magenta:
Walkyrie R:
Amazons:
Boudet:
Forsyth:
Pforzheim:
Lucca:
Lorenzoni R:
Hawker:
Batesville:
GER p. 292 (prec.287)
Wehle-Neumann-Heber
FRA p. 267 (prec.257)
Mainchin-Bonnet-Orlando
GER p. 86 (prec.81) Hamann
GER p. 287 (prec. 285)
Frey-Baumhackl-Kunz
GER p. 275 (prec. 273)
Baumhackl-Kunz-Wehle
FRA p. 274 (nuovo)
Thomes-Risch-Alverhne
GER p.100 (prec.99) Heber
GER p. 289 (prec. 285)
Heber-Neumann-Nitsch
FRA p.286 (prec. 280)
Journet-Jose-Mainchi
ITALIA p. 286 (nuovo)
Lega - Mazzei - Lepore
GER p.296 (prec. 294)
Nitsch-Käpernick-Massing
FRA p. 268 (prec. 263)
Risch-Valentini-Thomes
ITALIA p.47 (prec. 46)
Boni Moreno
SPA p. 125 (nuovo)
T. Val - P. Molero -T. Roca
FRA p. 135 (nuovo)
Fontany-Roussel-Bedos
pagina 26
Pedersoli Rocky Mountain Hawken
Una delle ultime novità di Casa Pedersoli ripropone il classico fucile dei Mountains men.
Presentato nella manifestazione fieristica bresciana dello scorso anno, il Rocky
Mountain Hawken aveva ricevuto numerosi e positivi consensi da parte degli
appassionati; da quando, dopo gli ultimi ritocchi al prototipo, è iniziata la
distribuzione, l’arma ha già fatto registrare un indice di gradimento molto elevato.
(a cura dell’ufficio stampa Davide Pedersoli)
Intorno alla metà del 1800 i fratelli Jacob e
Samuel Hawken iniziarono a produrre nella loro
armeria di Saint Louis, nel Missouri, un’arma che
ottenne immediatamente un grande successo. Essa
divenne presto il simbolo del periodo che vide sia il
passaggio dai lunghi e ingombranti Pennsylvania
rifles ai più pratici e potenti Plains rifles, sia il
definitivo abbandono della pietra focaia per il più
moderno sistema a percussione.
La robusta canna, con un calibro quasi mai
inferiore al .50, consentiva di colpire qualsiasi
bersaglio con sorprendente precisione, e quel fucile
assunse presto il ruolo di compagno inseparabile dei
solitari Mountains men e dei più famosi esploratori
dei nuovi territori del continente americano.
La fama del fucile dei fratelli Hawken si
deve anche al suo tipico aspetto, tanto da diventare,
nonostante il peso, sinonimo di praticità e robustezza e
ispirare numerosi altri armaioli del tempo che ne
riproposero le forme variandone soltanto in parte
l’estetica o il calibro. Come lo stesso J.P. Gemmer, che
agli inizi del 1860 rilevò l’officina di Hawken continuando
a fabbricare armi fino ai primi anni del 1900.
Il mercato moderno, in cui anche le repliche di
armi ad avancarica hanno contraddistinto lo scorrere
degli ultimi decenni, non è rimasto indenne di fronte a
tale antico stimolo, tanto da offrire numerosi modelli
con il nome Hawken. Ma in verità, a parte la configurazione della mezza calciatura, quasi nessuno di essi è
stato mai riconducibile a una vera riproduzione dell’arma
creata dai famosi fratelli nell’opificio di Saint Louis.
La Davide Pedersoli, quindi, ha voluto attendere
l’avvicinarsi della ricorrenza del cinquantesimo
La parziale vista destra ci permette di osservare
l’acciarino e la zona dell’impugnatura, ove la
zona mediana dell’appendice del paragrilletto,
con il suo profilo curvo, facilita la presa.
anniversario della fondazione della propria azienda
per proporre un nuovo modello che avesse le
caratteristiche di una fedele replica storica. In Casa
Pedersoli il rispetto riservato all’analisi dei modelli
da produrre è sempre stata una consuetudine,
specialmente se l’obiettivo è costituito da un’arma
che sin dalla sua nascita ha lasciato un segno
talmente indelebile che neanche il trascorrere di
oltre un secolo e mezzo è riuscito a cancellare.
Rinasce così un’arma da sempre caratterizzata da
una solida impostazione costruttiva, dalle linee semplici
ed essenziali e da quella praticità di impiego che una
naturale imbracciatura e una comoda impugnatura le
conferiscono. Per le sue qualità balistiche e per il corposo
calibro questo nuovo fucile allestito dalla Pedersoli si
rivelerà, come già accadeva nella metà dell’Ottocento
al suo vecchio avo, particolarmente idoneo sia al
Dettaglio del paragrilletto, dei due grilletti e, fra
tiro agonistico sia all’impiego venatorio.
di essi, della vite di regolazione dello stecher.
pagina 27
Il Rocky Mountain Hawken Pedersoli viene proposto con il calcio in
acero oppure in noce; inutile nascondere che la tipica essenza
americana, colorata da Pedersoli seguendo gli antichi procedimenti utilizzati dagli armaioli del Nuovo Mondo sin dalla metà
del Settecento, conferisce all’arma un aspetto estremamente
elegante e piacevole. Il calcio è dotato di poggiaguancia e
completato dai fornimenti in acciaio con finitura color tartaruga;
anche negli Hawken originali, nella configurazione definitiva
assunta dal 1840 circa, erano stati abbandonati i fornimenti di
ottone per passare a quelli di ferro.
La conformazione lunata del calciolo e quella del paragrilletto
nella zona dell’impugnatura permettono una imbracciatura salda,
agevole e per niente stancante, qualunque sia la posizione di
sostegno della mano debole rispetto all’astina.
La lunga codetta dello scudo di culatta può permettere,
inoltre, la facile installazione di una diottra.
L’arma è disponibile con canna in calibro .54 lunga 864 mm
Il vivo di volata presenta la tipica
smussatura a protezione delle righe (34”), solcata da sette righe che sviluppano un passo di 1.660 mm
(1:65”), ottenute per brocciatura, e finita esternamente con un
della canna.
colore marrone. La faccia anteriore è rettificata e sul vivo di volata
è stata eseguita la consueta svasatura conica per proteggere l’imbocco della rigatura.
Gli organi di mira, inseriti nelle rispettive sedi
con incastro a coda di rondine, sono costituiti da
mirino con lama in german silver e tacca di mira
regolabile su rampa, con un grazioso alzo con
estremità a ferro di lancia.
Nella parte inferiore della canna sono
installati la bindella, anch’essa colore marrone, con
i due tubetti portabacchetta, e, inserite a coda di
rondine, le due asole rettangolari destinate a
ospitare le chiavette di fissaggio della canna al calcio.
L’acciarino è del tipo tradizionale a molla
avanti; il collegamento tra la molla del cane e la
noce è assicurato dal tirantino, e nella noce,
inoltre, è inserita la farfallina per scongiurare eventuali posizionamenti della leva di scatto nella monta
di sicura al momento dell’abbattimento del cane. Lo
scatto è servito da stecher a doppio grilletto, con Particolare del poggiaguancia e del profilo “lunato”
vite di regolazione che fuoriesce dal sottoguardia, del calciolo.
nello spazio compreso fra i due grilletti.
La lunghezza totale dell’arma è 1.300 mm (511/4”), il peso 4,500 kg (9,91 lbs).
Le prime prove di tiro hanno evidenziato una
precisione sorprendente, con raggruppamenti di colpi molto
contenuti; la rosata a corredo di queste note testimonia la
potenzialità dell’arma, ancor di più se si considera che le
prove sono state eseguite utilizzando le mire aperte di cui
l’arma è corredata. E visto il risultato non è stato ritenuto
necessario effettuare le regolazioni degli organi di mira
per gli spostamenti laterali o in verticale. Ogni utente
potrà regolare l’arma in funzione delle proprie esigenze.
In conclusione, un’arma affascinante, storicamente
famosa e balisticamente affidabile. Anche se il tiro a segno
rimane la sua principale destinazione, non è improbabile,
come detto, che possa trovare impiego sul terreno di caccia.
Il calibro e la precisione intrinseca consentono di
farla ben figurare in ogni occasione. E magari si potranno
rivivere le gesta di Kit Carson, Jim Bridger, Mariano Modena,
John C. Fremont e quel William F. Cody noto a tutti come
Buffalo Bill. Quei famosi esploratori, infatti, erano tutti fieri
possessori di un fucile Hawken.
Rosata di otto colpi alla distanza di 50
metri con arma in appoggio; 57 grani di
svizzera 2; pari volume di semolino; palla
tonda cal. .535 (13,59 mm) avvolta in
pezzuola da 0,25 di spessore.
Per informazioni:
Davide Pedersoli & C.
via Artigiani 57,
25063 Gardone Val Trompia (BS)
www.davide-pedersoli.com
([email protected]);
tel. 030.8915000; fax 030.8911019
pagina 28
Attenzione al trasporto armi
Prendo spunto dalla recente circolare
del Ministero dell’Interno sulla esportazione
temporanea di armi con modesta capacità
offensiva, datata 8 agosto 2006, per ricordare
che dette armi rientrano nella categoria delle
armi da fuoco o da sparo e, sia pur assoggettate
ad un regime diverso dalle armi comuni, non
possono essere considerate prodotti qualsiasi ma
vanno trattate come da regolamento specifico.
“….. alle armi con modesta capacità
offensiva (tra le quali le repliche di armi ad
avancarica a colpo singolo ndr.), disciplinate dal
D.M. 9 Agosto 2001, n. 362, da parte di agonisti
o tiratori sportivi che intendono recarsi all’estero
per partecipare ad attività sportive o manifestazioni varie, debbano continuare ad applicarsi
per quanto ivi non espressamente disposto, le
norme previste da altre disposizioni di Legge o
da regolamenti, per cui dette armi devono essere
trasferite all’interno della UE, con l’uso della
carta europea e, laddove l’utente ne fosse
sprovvisto, il trasferimento dovrà essere effettuato con le modalità di cui all’art. 6 del DM 9
agosto 2001, che prevede il preventivo avviso
alla Questura, da presentare per iscritto in carta
semplice, recante tutte le indicazioni necessarie
ad identificare compiutamente l’arma (marca,
modello, matricola, calibro), nonché il Paese in cui
si intende trasferirle, il valico di frontiera eventuale nonché, per le esportazioni temporanee,
per le quali è valida la procedura di cui sopra, la
durata presumibile dell’operazione ed il valico di
rientro nel territorio dello Stato. In assenza di
specifiche disposizioni trova applicazione il termine di validità di 90 giorni.”
Come si può notare le armi con modesta capacità offensiva sono considerate, a tutti gli
effetti, ancora armi da fuoco e da sparo sia pure
di categoria diversa da quelle originariamente
previste dalla Legge 18 aprile 1975, n. 110.
Le Legge che disciplina le armi con
modesta capacità offensiva n. 526/1999 e la
n. 422/2000 e il conseguente regolamento DM
n. 362/2001, stabiliscono delle facilitazioni all’
acquisto e alla detenzione delle stesse, ma stabiliscono altresì delle regole che devono continuamente essere ricordate e rispettate:
“Le repliche di armi antiche ad avancarica a colpo singolo devono essere munite di
numero di matricola e contenere tutti i segni
identificativi previsti dall’art. 11, comma 10
della Legge 18 aprile 1975, n. 110.
La fabbricazione e l’importazione
delle armi di cui all’art. 1 sono soggette all’
autorizzazione prevista dall’art. 31 R.D. 1931.
Le domande dirette ad ottenere l’autorizzazione
per fabbricare e/o importare, devono contenere
le indicazioni stabilite dall’art. 46 del R.D.
635/1940.
La cessione per ragioni di commercio,
delle armi con modesta capacità offensiva, è
consentita a coloro che sono titolari della autorizzazione di polizia per il commercio di armi.
I commercianti di armi provvedono all’annotazione nel registro delle operazioni giornaliere.
Le armi sopra indicate sono definite
come: “le repliche di armi antiche ad avancarica
a colpo singolo di modello e/o tipologia anteriore al 1890 ……. ecc...”
Il Banco Nazionale di Prova, oltre
agli adempimenti di cui all’art. 11, comma 10
della Legge 18 aprile 1975, n. 110 (verifica dei
contrassegni e prova dell’arma) verifica che il
funzionamento delle armi con modesta capacità
offensiva sia conforme alle prescrizioni contenute
nell’art. 12 del regolamento.
L’importazione di armi ad avancarica,
repliche a colpo singolo, come espressamente
stabilito dall’art. 5 del D.M. 362/2001 non è
proibita, ma è riservata ai soli titolari di licenza
di cui all’art. 31 del T.U.L.P.S. (rilasciata dal
Questore) e prevede, comunque, una successiva
domanda ed una verifica di conformità da parte
del Banco Nazionale di Prova, chiamato a certificare la corrispondenza dell’arma ad un modello
storicamente esistito.
L’acquisto in Italia prevede il rilascio,
da parte del commerciante, di un attestato alla
vendita, che presuppone l’annotazione dei dati
personali dell’acquirente e degli elementi identificativi dell’arma sul registro di carico e scarico.
Nel caso dellaintroduzione dell’arma da altro
Paese, tale documento verrà, di fatto, sostituito
dalla copia della licenza di importazione rilasciato
dalla Questura di competenza.
Sia l’attestato all’acquisto rilasciato
dal produttore/commerciante sia la licenza della
Questura (in questo caso accompagnata dalla
0 Scheiben-Match
Internationalen 10telli
sti in giro per l’Europa”
ovvero… ”cronaca di 3 piat
Appena tornati dalla trasferta
di Bordeaux, dopo una breve sosta di rilassamento per godersi l’estate italiana,
ecco che si riparte per l’ultima gara internazionale di piattello verso il centro
Europa. Giunto ormai alla 4a edizione, l’appuntamento di Langau, cittadina
austriaca a nord di Vienna, a pochi chilometri dal confine con la Repubblica
Ceca, è diventato meta fissa di una piccola rappresentanza italiana di piattellisti,
che, dopo l’annuale impegno internazionale, incontra gli amici d’oltralpe, per
una gara della durata di 3 giorni sulla distanza di 100 piattelli di cui 50
ingaggiati con fucile a pietra e 50 con fucile a luminello. Erano presenti 37 tiratori
in rappresentanza di Germania, Olanda, Svizzera, Austria ed Italia; tra loro il
campione europeo Armin ed il tenace olandese Kok Bertus e tutta la nazionale
austriaca al completo. Questo anno l’esigua ma agguerrita rappresentativa
italiana era formata dal sottoscritto, Eugenio Ciuffi (il più conosciuto ed amato
piattellista italiano all’estero), e Valter Ubiali. Arrivati a
Langau il giovedì mattina dopo 950 chilometri di viaggio,
sono cominciate le prove del campo. Campo difficile,
ventoso e particolare, tutto il contrario del “campo da golf
di Ghedi” a cui sono abituati i migliori tiratori italiani. Altro
problema una dolorosa infiammazione tendinea al polso
destro del sottoscritto, rimediata qualche giorno prima in
una gara di calcino (ebbene sì, sono un vero sportivo!!).
Incoraggiato da Eugenio, m’iscrivo anch’io alla
gara individuale e iscrivo la squadra che doveva essere
composta di almeno 3 tiratori nella sola specialità
Batesville (in Italia mancano i tiratori di pietra) ed il venerdì
comincia…… il valzer. La mattinata di tiro a pietra focaia
termina con un’onesta mezza classifica ottenuta dagli
certificazione del B.N.P.), dovranno essere trattenuti dall’utente che, in caso di vendita dell’
arma a privati, dovrà rilasciare un documento
analogo che riporti i dati che identificano l’arma,
nonché le generalità di chi vende e dell’acquirente. Quest’ultimo dovrà essere maggiorenne e
dovrà trattenere una copia del nuovo documento
in modo da garantire la tracciabilità dell’arma
con modesta capacità offensiva.
Per quanto concerne i rapporti con il
Banco Nazionale di Prova, che deve garantire la
conformità dell’arma con quanto stabilito dall’art. 12, qualora l’acquisto venga effettuato sul
territorio italiano tale rapporto dovrà essere
tenuto dal fabbricante o dalla ditta che importa.
Qualora fosse importato dal privato, sarà lui
stesso che dovrà produrre le fotografie dell’
arma al Banco Nazionale di Prova, prima di
chiedere l’autorizzazione alla Questura, in modo
che il Banco Nazionale di Prova, autonomamente
o con l’ausilio dell’esperto di cui all’art. 32,
comma 9, della Legge n.110/1975, possa emettere il certificato di conformità, da presentare
alla Questura contestualmente alla richiesta di
“accordo preventivo” o licenza di importazione
in caso di Paese extra UE.
Ricordiamo che le armi devono
essere sottoposte alla prova forzata presso un
Banco di Prova CIP, (il Banco Nazionale di Prova
di Gardone Val Trompia è uno tra questi).
Qualora l’arma non fosse stata provata, la stessa verrà inviata a cura della dogana
(nel caso di importazione), al Banco Nazionale
di Prova di Gardone V.T., che provvederà ai test
previsti e all’apposizione dei relativi marchi.
Si ricorda a tal proposito che, le armi
in parola, seppur definite a modesta capacità
offensiva, sono pur sempre armi, e come tali
debbono rispettare il disposto normativo di cui
all’art. 11 in materia di marcature. Pertanto,
un’arma ad avancarica priva dei punzoni di un
Banco riconosciuto o degli altri requisiti identificativi previsti dalla citata norma (marchio del
fabbricante e numero di matricola) deve essere
considerata clandestina ai sensi dell’art. 23 della
legge 110/75.
A cura dell’Ufficio Stampa C.N.D.A.
italiani, ma ci rifacciamo a tavola a suon d’arrosto
di maiale e birra. Il bello doveva ancora venire.
Il giorno seguente si continua con la specialità
Lorenzoni e dopo la prima batteria di 25 piattelli,
il team italiano riporta punteggi d’assoluto rispetto in linea con i risultati del
campo. Cerco di tranquillizzare i miei compagni di squadra e de tenerli
concentrati per l’imminente seconda pedana. Alla fine di questa ultima,
sperando sì ad una eventuale podio, lasciamo il campo per il meritato pranzo.
Tra una cotoletta ed una insalata di patate innaffiata da ottima birra arrivano i
risultati: Italia e Olanda pari merito per il 1° posto. Panico e compiacimento allo
stesso tempo nel team; un 2° posto sicuro, forse il 1°. Sembrava un sogno.
Nessuno di noi voleva addossarsi però l’eventuale colpa di un oro mancato. La
disperazione nel volto di Valter era visibile (aveva sbagliato l’ultimo piattello), io
stesso avrei potuto fare meglio se non avessi avuto quel polso dolorante.
L’unico tranquillo era Eugenio che con il suo “…vien via Giovanni, i ché sé fatto
sé fatto, mi importa una sega…”, azzannava una cotoletta senza ritegno.
Ma ecco che l’addetto classifiche spiega che per regolamento il 1°
posto era il nostro in quanto Eugenio aveva colpito il
terz’ultimo piattello, mentre Kok Martin lo aveva sbagliato.
Non potete immaginare l’emozione del momento;
complimentati da tutti, sfoggio della medaglia d’oro ed, alla
maniera tedesca... birra e grappa a fiumi, questa ultima
rigorosamente italiana. Dopo le premiazioni il saluto
amichevole tra tutti i presenti, un arrivederci sia all’
europeo in terra italica sia alla prossima edizione della
“Internationalen 100 Scheiben-Match” in questa
splendida parte dell’Austria. Morale: un’altra medaglia
internazionale a casa, un’altra soddisfazione per
l’avancarica ludica ed un’altra pagina di storia per la nostra
amata avancarica italiana.
Giovanni Gentile
Riproduzioni artigianali d’armi ad avancarica
La società Artax è il risultato di 30 anni di
esperienza armigera e della tradizione artigiana di
Renzo Lussignoli, coaudiuvato dal figlio Alessandro.
Lo studio, così come l’arte di riprodurre a mano armi
antiche ad avancarica pezzo a pezzo, è caratteristica
essenziale di questa azienda, la quale ha adottato le
tecniche più moderne abbinate all’utilizzo di modelli
e materiali di 1a scelta, ottenendo prodotti di grande
valore e fedelta di riproduzione. La scelta attenta dei
materiali, dall’acciao brunito delle canne al legno
massiccio delle calciature levigato e lucidato a mano,
così come la riproduzione perfetta del meccanismo di
sparo, collocano la produzione della Artax ad un
livello di qualità unico nel panorama attuale delle
aziende che si occupano della riproduzione di armi
ad avancarica.
ARTAX s.r.l.
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300 anni dall’assedio di Torino e il sacrificio di Pietro Micca. Sarà ospitata
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