Parte I Parte II Parte I

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Parte I Parte II Parte I
Schema dell’opera
Introduzione
Parte I
L’uomo alla ricerca dell’anima (libri I-IX)
- Sezione I : Un libro di metafore
Cap. I : Esoterismo e metafore: 1) Un libro esoterico; 2)Esoterismo: questo
calunniato; 3) Esoterismo come dialogo; 4)Comunicare per via esoterica; 5)
Agostino e la via obbligata dell’esoterismo; 6) Agostino e la lingua latina; 7) la
citazione dei passi biblici; 8) Agostino e il Salterio.
Cap.II : Scandala, segnali e chiavi : 1) Scandala; 2) Segnali; 3) Altri dati; 4)
la ‘Chiave’ ; 5) Il silenzio su eucarestia e battesimo; 6) Il silenzio su Agostino
ordinato.
Cap. III : Le metafore più significative: (Lo schema del libro); 1) Metafora e
tema dell’opera; 2) I luoghi come metafora del ‘Viaggio’; 3) La metafora della
famiglia; 4) La metafora della madre; 5) Peccato originale e sesso come nella
metafora; 6) Metafora degli amici e conoscenti.
(ancora da inserire)
Sezione II : Un libro teologico
Cap.IV : Una lettura teologica del Libro: Il primo capitolo; Una possibile
ritraduzione del testo; I capitoli II; III; IV; V; i capitoli da VI a XX.
Cap. V : Struttura e teologia dei libri I-IX : Il primo ‘triduo’; il secondo
‘triduo’; Il primo triduo dell’eptamerone; Conclusioni.
Cap. VI : Incarnazione e dialogo
Parte II
L’uomo-Anima alla ricerca di Dio
Cap. VII: Memoria e tempo come teologia dell’anima
Cap.VIII: Il piano di Dio esposto nella Genesi;
cap. IX : Una sommaria visione di assieme : Avvertenze; Una rititolazione
dei Libri e dei Capitoli; Conclusioni.
Parte I
L’uomo alla ricerca dell’anima –Libri I-IX
Sezione I : Un libro di metafore
INTRODUZIONE
‘Le Confessioni’ di Aurelio Agostino è opera tanto celebre quanto ignorata
dalla massa. Fuori dell’area dei cultori della materia, molti la citano, pochi
l’hanno letta e pochissimi studiata. Un grande monumento, carico di gloria,
davanti al quale frotte di turisti passano velocemente, memorizzando qualche
frase da usare come gallonatura alla conversazione.
In pratica è un libro che sta tra il saggio filosofico, l’autobiografia (per altro
anonima) e il discorso mistico, talvolta moraleggiante.
Chi comincia a leggerlo, con l’idea di entrare nel mistero di un cuore
inquieto che cerca la Vita, resta poi perplesso e deluso di fronte a pagine colme
di considerazioni che hanno il ponderoso sapore dell’intellettualismo o di un
moralismo spesso sopra le righe. Avverte allora un insuperabile disagio, si
disamora e abbandona la lettura.
Se procede oltre i primi tre libri avverte un salto improvviso, dall’acre odore
di sesso ai rarefatti venti delle contorsioni intellettuali; infine, ammesso che
giunga al libro nono ha la netta sensazione di cominciare a leggere un vero e
proprio saggio filosofico (che, per numero di pagine, equivale a quello che
precede). Fino a quel punto in qualche modo gli era parso di inseguire il cuore
e la mente inquieti di Agostino (ammesso che sia lui il personaggio che parla),
ed ora scopre di essere nel bel mezzo di un trattato dove si parla di spazio, di
tempo e di memoria. E appena gli sembra di essersi acclimatato, eccola una
nuova virata: comincia un discorso teologico che ha per oggetto alcuni passi
del libro della Genesi.
Né finiscono qui le difficoltà del lettore. Procedendo nel testo egli scopre
una serie di sfasature e di incongruenze che attengono alla storia ed ai
personaggi in scena.
Quanto precede descrive anche le mie contraddittorie reazioni a questo libro
che tuttavia mi ha tanto affascinato nella mia giovinezza. Ora, con l’esperienza
degli studi e dell’età, mi sono convinto che le ‘Confessioni’, correntemente
considerate un libro di introspezione religiosa, sono un trattato specificamente
teologico, avente per oggetto il ritorno dell’uomo a Dio, nel mondo e nella
Chiesa, dialogando con Lui con il corpo, la mente, e l’anima.
Perché il lettore possa più facilmente orientarsi in tal senso, gli fornirò
alcune indicazioni preliminari.
Innanzi tutto sottolineo l’anonimato del personaggio che in prima persona
narra la sua vita, e riflette su temi come la memoria, il tempo ed il primo
capitolo della Genesi. Suggerisco di non considerare tout court che questo
anonimo sia l’Agostino storico, ma di considerarlo piuttosto un variegato
personaggio letterario al quale lo scrittore riferisce eventi che, seppure tratti
dalla sua esperienza storica, vengono rielaborati e variati per costituire il
materiale di molte metafore teologiche.
Suggerisco ancora di prescindere, in questa prima fase di analisi, da quelle
porzioni del testo che esprimono il ‘momento dialogale’ con Dio; di esse
tratteremo a parte. Ciò permette di isolare uno strato strettamente teologico
delle Confessioni che, a mio giudizio, costituisce quello fondante; ad esso si
riferisce la mia presente analisi.[1]
Suggerisco poi di suddividere i tredici libri, di cui è composta l’opera, in
una prima sezione che narra della vita del nostro anonimo personaggio (libri IIX); in una seconda (libri X-XI) che affronta il problema dell’anima e propone
una specifica teologia su questo tema; ed infine una terza ed ultima sezione che
rimedita il piano divino della creazione, descritto nel primo capitolo della
Genesi (libri XII-XIII).
Di suddividere ancora i primi nove libri in tre sezioni (le chiamerò ‘tridui’),
ognuna composta da tre libri, e riferite a distinti soggetti letterari ‘anonimi’
individuabili in termini metaforici come ‘uomo ilico’, cioè essenzialmente
corporale; ‘uomo mentale’ cioè il ‘gentile’ dotto; e ‘catecumeno’ che si muove
collegandosi ad una dottrina rivelata. Ultimo soggetto è l’anima, ma essa
riguarda i restanti quattro libri. Considerati, nel loro insieme, questi anonimi
costituiscono la complessa metafora di ogni essere umano che, partendo dalla
sua dimensione esistenziale (deviata), si volge al suo Creatore e scopre la
propria anima.
In ognuna delle tre sezioni, nelle quali ho ripartito i primi nove libri, andrà
colto uno specifico percorso metaforico, in quanto esso proprio suggerisce la
fondamentale struttura teologica di quella sezione.
In particolare, la prima sezione andrà intesa nella metafora del ‘sesso’ che
Agostino recupera dalla Bibbia, e simboleggia il peccato originale che ha la sua
origine nell’io carnale (serpente genesiaco); la seconda, che l’autore deduce
dalla Bibbia e da Platone, viene caratterizzata dalla metafora degli ‘Amici’, e
rimanda agli atteggiamenti dell’uomo quando cerca Dio attraverso una
teodicea[2]; la terza è centrata sulla metafora di Monica, icona che,
collegandosi alla più ampia figura della ‘Madre’ che, intesa in vario modo,
traversa tutto il libro, espone conclusivamente il mistero dinamico della
Chiesa.
Nell’insieme dei primi nove libri, si svolgono altri due percorsi metaforici:
a) quello della ‘Famiglia’, che consente di leggere in progressione le complesse
figure letterarie della ‘Madre’, del ‘Padre’ e infine di ‘Ambrogio’; esse
costituiscono il filo conduttore del racconto, mostrando l’evoluzione
dell’umanità, da comunità civile a Chiesa; b) quello dei luoghi nei quali si
svolge l’azione; e qui i nomi delle località mostreranno di essere portatori di un
preciso messaggio teologico, segnalando i tempi del cammino interiore del
personaggio che si viene narrando.
Quanto ai temi, suggerisco di leggere in chiave teologica il titolo dell’opera,
intendendo ‘Confessioni’, non come ‘ammissione di colpe’ o ‘dichiarazioni di
un credo’, ma come un ‘parlare una lingua comune’ all’uomo ed a Dio (omologheo). Ed ancora di considerare l’opera come il dialogo che l’uomo, deviato
dalla linea della Vita, comincia ad intessere con la realtà materiale, con se
stesso e con Dio.
Detta ricerca si esprime progressivamente nella passione carnale, nella
sapienza umana (teodicea), nella Rivelazione Scritta e nella Chiesa testimone,
per toccare il culmine nella Grazia dell’Eucarestia.[3]
Delineata la struttura del libro, risultano del tutto congruenti alcuni momenti
dell’opera che possono a prima vista apparire ingiustificati o frutto di una
eccessiva passione per la riflessione filosofica.
In particolare: a) i racconti dell’infanzia; b) l’accentuazione delle
trasgressioni sessuali; c) gli excursus in tema di ‘Tempo’ e di ‘Memoria’; d) la
conclusione dedicata alla meditazione di un testo biblico, e cioè il ‘primo
racconto della creazione’.
Considero dunque le Confessioni un libro composito e sapientemente
articolato che veicola precisi messaggi teologici: a) l’inanità dello sforzo
dell’uomo teso a scoprire il senso di se stesso, del mondo e di Dio; b)
l’incapacità dell’io umano a raccogliere in unità il molteplice, ed a bilanciare
vittoriosamente la morte dell’entropia; c) la soluzione che ha come suo artefice
il Dio incarnato.
In conclusione, ricorrendo ad una serie di raffinati strumenti letterari (cabala
fonetica, simboli, ipostasi etc) il libro espone un complesso discorso
metaforico e va considerato come un’opera esoterica. A quest’ultimo profilo,
improponibile in una sommaria esposizione introduttiva, ho dedicato il primo
capitolo.
Ho cercato di graficizzare quanto ora ho detto nello schema seguente che
spero risulti utile al lettore.
I due strati del I strato: Testo teologico base (qui trattato)
LIBRO
II strato: Testo dialogale (col Dio incarnato)
I - III
IV -VI
VI - IX
X - XI
Soggetti delle L’uomo ilicoIl gentile
Il catecumeno L’anima
singole sezioni
intellettuale uomo di fede
Metafora
SESSO
AMICI
MONICA
MEMORIA
complessiva
della sezione (pericolo di (pericolo di (pericolo di TEMPO
morte)
morte)
morte)
Metafora
Madre
Madre
Madre -Chiesa
famiglia
carnale
-comunità
MONICA
Patrizio
Ambrogio
Metafora
Tagaste
Roma
Milano
luoghi
Cartagine
Milano
Cassiciaco
-Ostia
XII - XIII
Temi
Schema
biblico
L’uomo nato Il Gentile
buono devia ecerca con la
trasgredisce, forza della
a causa della mente
comunità e (Teodicea
del suo Io. positiva) ma
non basta
Il Catecumeno Il vero uomo è il Il RITORNO nel
sintetizza tutto ‘SONO’
piano originario di
ne la Grazia.
Dio che solo
dell’anima; essa l’anima può
intendere
Scopre il
comprende e
Cristo.
governa il tutto
Nasce l’anima
Sei Giorni: dimensione corpo-mente
VII Giorno: dimensione animica
Dalla Chiesa alla Santità
[1] Quanto al ‘momento dialogale’, mostrerò che esso possiede una
autonoma profondità teologica, in quanto attesta, e con notevole immediatezza,
la continua presenza del Dio incarnato (il Cristo), che non abbandona l’uomo
in ogni stadio del suo ricercare. Risulterà perciò perfettamente inserito nel
contesto e parte integrante dell’opera.
Per esemplificare ne riporterò ora un passo, segnalando, con carattere più
piccolo, quelle parti che ho espunto in questa prima fase della mia indagine, ed
in grassetto, la parte che ho preso in considerazione.
Libro I cap. 3: “Ma la tua fedele misericordia aleggiava invisibile intorno a
me. In queste iniquità andai consumandomi dietro una curiosità sacrilega che
dopo avermi fatto abbandonare Te mi trascinò giù fino all’ossequio infido e
fallace dei demoni a cui offrivo in sacrificio le mie malefatte. E il tuo flagello
in tutte si abbatteva su di me.
Ebbi perfino l’audacia di lasciarmi prendere da disonesti desideri fra le
pareti della tua chiesa,
per guadagnarmi ivi frutti di morte. Per questo mi battesti duramente , non
però in proporzione della mia colpa, o Tu infinita misericordia mia, o Dio mio,
o mio rifugio contro i paurosi pericoli tra i quali vagolai a testa alta per
allontanarmi sempre più da te, amando il mio cammino e non il tuo, cercando
la libertà del fuggiasco.”.
[2] Gli amici costituiscono l’ipostasi della molteplicità dell’io carnale a
fronte del ‘Sono’ dell’anima, e non a caso alla fine resta in scena il solo Alipio
a significare la permanenza della storia umana all’interno della dimensione
dell’anima.
[3] Tale dialogo implica un progressivo risveglio della propria anima,
possibile proprio in quanto è continuamente presente una Misericordia divina,
costituita dal Dio Incarnato che converte, dà chiarezza, e dona la forza della
Grazia. Questa presenza, come già dicevo, è affidata a quei passi dialogali che
ho espunto in questa prima fase di indagine.
Conclusivamente, l’uomo che prende coscienza di essere ineluttabilmente
gravato dal peso del male e quindi dalla morte, scopre che la sua anima è ‘una’
ed è veramente libera da tutto. L’uomo può scegliere di nascere anima e di
costituirla come vuole; ed ha la capacità di vivere eternamente, godendo in
serenità la propria dimensione corporea, recuperata nella sua totalità e negli
aspetti positivi. Tutto ciò si attua quando egli torna a dialogare con Dio, come
Adamo nel Giardino. Per questo motivo la cd. ‘seconda storia della creazione’
(cap.II della Genesi) non viene espressamente trattata nella finale del libro, ma
ad essa si sottende.