Mirta De Simoni Lasta

Transcript

Mirta De Simoni Lasta
Mirta De Simoni Lasta
INSIDE
Mirta De Simoni Lasta
INSIDE
Cattedrale di San Vigilio - Trento - Cappella San Giovanni
1 aprile – 23 maggio 2016
Testi:
Lodovico Maule
Marcello Farina
Giuseppe Calliari
Traduzioni:
Traduzioni str - Trento
Foto:
Cirillo Lasta
Ritratto:
Alessandro Zanon
Coordinamento mostra:
Marco Arman
Stampa:
la grafica srl - Mori (TN)
In copertina: Inside 10, 2016, polimaterico su tela, 195x120 cm
© Mirta De Simoni Lasta - tutti i diritti riservati
alla mia famiglia
INSIDE
INSIDE
Nell’avventura artistica di Mirta De Simoni, sempre più
volta verso l’interno, ogni riferimento naturalistico si è
fatto lontano. È la forza emotiva del colore, protagonista di una visione astratta, ad attrarre l’azione di mani
e pennelli sulla tela, in una gestualità carica di energia.
Energia che, nella predilezione per le vibrazioni del monocromo, appare come immediatezza espressiva, anche
se nella gamma delle densità e delle saturazioni rivela
una meditata sensibilità. Di una analoga tensione si trova traccia nello sviluppo dei lavori in ampi cicli: le opere generate in successione, per analogia, testimoniano
l’empito vitale dell’intuizione più che una volontà analitica: le variazioni non sono esemplificazioni di un codice
ma concrezioni, volta per volta emerse, di una visione
interiore in cerca di visibilità.
Sono stati i gialli ad evocare, in serie astratte di grande suggestione, il nomadismo, il deserto, la precarietà dell’esistenza non disgiunta dalla percezione dello
splendore luminoso che inonda lo spazio. Sono stati i
rossi nella loro accensione estrema a celebrare l’intensità della vita che cresce, si dona, ama, soffre, con indubitabile consapevolezza di donna: un’incandescenza che
sa interpretare il mistero del desiderio e del sacrificio.
Fin qui dunque il viaggio nel tempo dell’esistenza, insieme luminoso e precario, e la pulsione della vita nella sua
non misurabile urgenza.
Nei blu, invece, Mirta De Simoni ha via via trovato la
profondità dell’universo, del cielo profondo, del proprio
mondo interiore, una profondità che non chiede uno
sguardo verso l’alto, verso il fuori ma, al contrario, volto all’interno di sé. Blu è la penombra, blu è il silenzio
del luogo più intimo dell’essere, là dove l’ascolto prende il posto del tempo e dell’eros, in un raccoglimento
che non per questo è passivo. Così come il silenzio è
condizione della comunicazione dotata di senso, e non
semplice assenza, la gamma dei blu di Mirta De Simoni
racconta il decantarsi dei suoni, delle parole, dei gesti,
in una lenta e fertile messa alla prova.
Non è da tutti intraprendere la via della spogliazione
e dell’ascolto, perché si tratta di una scelta sorretta da
una raggiunta maturità umana ed espressiva. È la scelta
di chi, esplorate altre vie, non arretra di fronte alla più
esigente: sa di inoltrarsi in territori meno certi, meno
abitati, meno luminosi e caldi, ma andare fino in fondo è divenuta esigenza primaria, nella solitudine della
propria anima, sentita come preziosa e irrinunciabile. Un
viaggio iniziatico percorso nel profondo, in quel ritorno
a se stessi che è al centro di ogni itinerario sapienziale e che nell’invito di Agostino d’Ippona suona come
esortazione carica di desiderio di autenticità: redde in
te ipsum, fai ritorno in te stesso.
Un viaggio che porta di nuovo alla vita nella sua concreta pienezza, restituisce anzi pienamente alla vita, con un
rinato calore di affetti, di desideri, di amori. Ecco perché nell’opera esposta possiamo riconoscere un’unica
intuizione generatrice, e tutto l’insieme si fa intendere
On Mirta De Simoni’s artistic path, as she increasingly
directs her focus towards the inside, any reference to
nature withdraws farther away. It is the emotional power
of colour, starring in abstract vision, to attract the action of her hands and paintbrushes on canvas, used with
energetic gestures. An energy that, in her penchant for
the vibrations of monochrome, appears as expressive
immediacy although revealing thoughtful sensitivity in
the range of densities and saturations. Traces of a similar
tension are found in the development of her works in
wide cycles: the works, generated in succession, analogously express the vital vehemence of intuition rather
than analytical will; the variations are not samples of a
code but concretions that emerge each time of an interior vision seeking visibility.
The yellows evoked, in her highly powerful abstract
series, nomadism, the desert, the precariousness of
life not separated from the perception of the luminous
splendour inundating space. The reds, in their extreme
turmoil, celebrated the intensity of life that grows, gives
itself, loves, suffers, with the assured awareness of a
woman; an incandescence that knows how to interpret
the mystery of desire and of sacrifice. Up to this point,
then, it is the voyage in time of existence, at once luminous and precarious, and the impulsion of life in its
immeasurable urgency.
Conversely, with the colour blue, Mirta De Simoni has
progressively found the depth of the universe, of the
deep skies, of her own inner self, a depth that does not
attract the eyes upwards, outwards but, rather, inwards.
Blue is the twilight, blue is the silence of the most intimate place of one’s being, the place where listening
takes the place of time and of eros, in meditation that is
far from passive however. As silence is the condition of
communication equipped with sensation, and not simply absence, thus the palette of blues used by Mirta De
Simoni tells of the exaltation of sounds, words and gestures in a slow and fertile trial.
Not everyone is capable of taking the path of withdrawal and of listening, because it is a choice founded on
the reaching of human and expressive maturity. It is the
choice of those who, having explored other paths, do
not falter on the most difficult one, but know how to
penetrate less certain, less inhabited, less luminous and
warm lands and for whom to go all the way has become
a primary need, in the solitude of one’s soul and sensed
as being precious and irremissible. An initiatory voyage
through one’s inner being, that returns to one’s inner self
that is at the centre of any voyage in the search of wisdom and that in Saint Augustine’s invitation sounds like
an exhortation loaded with the desire for authenticity:
redde in te ipsum, return into yourself.
Such a voyage leads once again to life in its concrete
fullness, as it actually returns one’s soul fully to life with
renewed warmth in one’s affections, desires and loves.
That is why in the work displayed we recognise a sin-
Redde in te ipsum
Redde in te ipsum (return into yourself)
come un ampio polittico, unificato da scelte cromatiche
e pittoriche, da un ritmo d’insieme, da un respiro che
accompagna l’esperienza di chi ne fruisce, senza alcuna
concessione didascalica o moralistica. Al contrario, l’esigenza di verità che investe chi attraversa lo spazio di
Inside non ha margini di ambiguità: non si può restare
indifferenti nel mezzo di un tempio simbolico così fatto,
un tempio di tele dipinte nelle quali specchiarsi, uscendone trasformati.
Ed è infatti attraverso lo sprofondamento senza maschere nell’intimo dell’esperienza umana che si rende
possibile un atto di rigenerazione: e allora il blu passa
dalla stasi apparente, dalla totale concentrazione in sé,
al segno e al gesto che rimodula e rende fertile quel
terreno, fino a lasciar apparire un sorprendente margine candido. Da lì alla superficie interamente bianca il
balzo è conseguente: ora liberate, le energie espansive
hanno l’aspetto di una rinascita. Stanno per riaffacciarsi
i colori del mondo ed ecco, frontale alla grande tela blu
di fondo, oceano che alimenta il moto intimo degli altri
elementi del polittico, una altrettanto grande tela dal
cromatismo caldo, la ‘porta’ che, compiuto l’inabissamento, riconduce alla vita vissuta con gli altri.
Come non assaporare l’esperienza offerta dall’artista,
erede della tradizione mistica, contemplativa, nelle più
raccolte condizioni d’ambiente? Scendere nella grotta
per uscirne rigenerati è tratto antropologico da non
tradire, essenziale alla nostra storia della civiltà, per
quanto la componente razionale e tecnica abbia preso
prepotentemente il sopravvento. È rito interiore cui la ricerca spirituale, dall’invocazione religiosa alla creatività
dell’arte, dà alimento.
gennaio 2016
Giuseppe Calliari
gle generating intuition, and the whole picture comes
across as an ample sequence of panels unified by chromatic and pictorial choices, by an overall rhythm, by a
breath that accompanies the experience of those who
perceive it, without any pedantic or moralistic license.
On the contrary, the need for truth that invests those
who cross through the space of Inside leaves no margin
for doubt: one cannot remain indifferent in the midst
of such a symbolical temple, a temple made of painted
canvases in which one can mirror one’s self and come
out transformed.
It is precisely the mask-less immersion into the intimacy
of human experience that makes an act of regeneration
possible. So, the blue passes from apparent stasis, from
total focus on one’s inner self, to the sign and to the gesture that remodulates and renders fertile that ground, all
the way to the appearance of a surprising white margin.
From there to the entirely white surface, the jump is consequential. Once free, the expansive energies take on
the appearance of a rebirth. The colours of the world are
about to peek out again, and there, opposite the great
blue canvas in the background, the ocean that feeds the
intimate motion of the other elements of the polyptych,
is an equally large canvas with warm colours, the ‘door’
that, once the engulfment has occurred, brings one
back to the life lived with others.
How can one refrain from savouring the experience offered by the artist, an heir to the mystic, contemplative
tradition, in the more intimate environmental conditions? To descend into the cave and to come out regenerated is a human trait that one must never forsake,
because it is essential to the history of our civilisation,
no matter how much the rational and technical component has imperiously taken over. It is an interior ritual
by which the spiritual quest, from religious invocation to
artistic creativity, nourishes one’s soul.
January 2016
Giuseppe Calliari
INSIDE
INSIDE
Uno shock iniziale, benefico, seducente, ci accoglie: non
sai se sia un cielo di nuvole bianche che poi si apre ad
amplissimi spazi d’azzurro o un oceano che dalla risacca
spumeggiante ti spinge verso il suo centro, ornato di blu,
che lo rende profondo.
È già questo l’invito: “Noi dobbiamo muovere senza fine
verso un’altra intensità, per un’unione più completa, una
comunione più profonda, attraverso il freddo buio e la
vuota desolazione, il grido dell’onda, il grido del vento,
la distesa dell’acqua…” (T. S. Eliot, Quattro Quartetti, E.
C. v. 33 – 37).
Inside: “dentro”, dove è lo spazio a dominare la scena, simile, appunto, ad un cielo di nuvole o a un mare
splendente, ma disabitato, deserto; solo piccole rughe,
impercettibili ruvidità lo rendono mosso, animato.
Non ci sono figure di donne o di uomini ad abitarlo, a
percorrerlo. È come uno spazio sospeso, che attende un
pellegrino che, a sua volta, deve essere spoglio, come
nudo, senza bagaglio: “Non prendete borse per il viaggio, né un vestito di ricambio, né sandali, né bastone.
Perché l’operaio ha diritto di ricevere quel che è necessario” (Matteo 10, 10).
Mirta De Simoni affida allo spazio vuoto, declinato in
bianco e blu, per renderlo ancora più vasto, la contemplazione del Risorto.
È la sua straordinaria intuizione. È la stessa esperienza che Maria Zambrano, la grande filosofa spagnola,
descrive così: “A mano a mano che avanzava la notte,
cresceva un’ansia, una speranza di qualcosa di segreto
che si sarebbe rivelato… Percepiva quella specie di gestazione che l’alba fa patire nella notte avanzata, come
se il giorno fosse già lì, nascosto, latente, in attesa che
la notte lo desse alla luce” (in Delirio e Destino, p.88).
Il ritmo dell’anima è lento, per chi vuole contemplare il
mistero più grande, e il cammino da percorrere è lungo
e deve essere sgombro da inutili intralci, da immagini
devianti, da fantasmi ingannatori.
Mirta De Simoni “radicalizza”, cioè rende esplicita l’esigenza, avvertita nell’oggi della storia, di leggere la realtà
dalla profondità in cui dimorano le alte ragioni della vita,
”dentro” la pura interiorità, anche in nome di quelli o di
quelle il cui sguardo è rivolto solo all’esterno. È un fare
il vuoto in vista di un faccia a faccia e di un cuore a cuore con la propria scarna e nuda realtà interiore, deposta
ogni maschera.
È come compiere, tra il bianco e il blu delle sue opere, un viaggio di iniziazione all’ineffabilità del proprio
nome, del proprio compito e del proprio destino ultimo,
che è l’abbraccio con il Risorto. È un viaggio urgente,
perché, come scrive Michael Ende, ne La storia infinita,
“negli ultimi anni abbiamo corso così velocemente, che
ora dobbiamo sostare un attimo per consentire alle nostre anime di raggiungerci”.
Inside, con la sua arte!
An initial, beneficial, seductive shock awaits us: you can’t
decide if it’s a sky with white clouds that then opens up
to immense areas of blue, or an ocean that from the
foamy riptide pushes you towards its blue-rimmed centre that makes it seem deeper.
And this is the invitation: “We must be still and still moving into another intensity for a further union, a deeper
communion, through the dark cold and the empty desolation, the wave cry, the wind cry, the vast waters …” (T.
S. Eliot, Four Quartets, E. C. v. 33 – 37).
Inside: “within”, where it is space that dominates the
scene, once again similar to a sky with clouds or a shining
sea, but uninhabited, deserted; just a few wrinkles, imperceptible coarsenesses that make it rough, animated.
No male or female figures to inhabit it, to cross through
it. It is like a suspended landscape awaiting a pilgrim
who, in turn, must be bare, naked, without baggage:
“Take no bag for the journey or extra shirt or sandals or a
staff, for the worker is worth his keep” (Matthew 10:10).
Mirta De Simoni commits the contemplation of the risen
Christ to the empty space, defined in white and blue,
that makes it even wider.
This is her extraordinary intuition. The same experience
as the one Maria Zambrano, the great Spanish philosopher, describes thus: “As the night wore on, a sort of
yearning would build up, a sort of hope in some secret
soon to be revealed … She experienced the same sort
of gestation the deepest hours of the night undergo at
dawn, as if the new day were already there, hidden and
latent, and she had to hold on until night gave birth to
day” (in Delirium and Destiny, p. 88).
The soul’s rhythm is slow, for those who wish to contemplate the greatest mystery, and the way is long and must
be cleared of useless obstacles, of deviating images, of
deceiving ghosts.
Mirta De Simoni “radicalizes”, namely makes explicit the
need, perceived in the todayness of history, to read reality from the depth in which life’s superior reasons exist,
”within” pure interiority, and in the name of those male
and female beings whose eyes are turned only towards
the outside. It is the creation of an empty space in preparation for a face-to-face and heart-to-heart meeting with
one’s own meagre and naked inner reality, all masks fallen.
It is like setting out, within the white and blue of her
works, on a voyage of initiation towards the ineffableness of one’s own name, one’s own task and one’s own
ultimate destiny, namely to embrace the risen Christ. It
is an urgent voyage because, like Michael Ende writes in
his Neverending Story, “in the last years we have run so
fast that now we must stop for a second to let our souls
catch up with us”.
Inside, with her art!
“Dentro o dell’interiorità”
febbraio 2016 “Inside or about interiority”
Marcello Farina
February 2016 Marcello Farina
INSIDE
INSIDE
(Gv 7, 38)
(John 7:38)
Nel “lietissimo spazio” il Tempo della Pasqua 2016 il
visitatore o il fedele che varca la soglia della Cattedrale
di san Vigilio e si spinge fino all’abside di san Giovanni, dove è il santo Fonte, incontra posta verso Est, una
grande tela dell’artista Mirta De Simoni Lasta.
Un’opera di luce, collocata per il Tempo pasquale, in
questo luogo di storia millenaria, luogo dove l’antico
Mastro costruttore, per dare luce migliore allo spazio
della costruzione che si innalzava a sostituire la vetusta Cattedrale, non più sufficiente, dovette disassare la
stretta monofora e dall’Oriente, cioè dal centro dell’absidiola aprirla nello spazio a sinistra rivolto a Nord Est.
Questo spazio della Cattedrale risulta il più adatto per
tale opera, nei giorni luminosi della Pasqua di Risurrezione di Cristo, Evento reso permanente in ogni fedele dalla presenza del Fonte, mediante il quale l’uomo
rinasce per la forza dello Spirito Santo, dalla Parola e
dall’acqua, come “figlio nel Figlio”.
L’Evangelista Giovanni, al quale è dedicato questo
spazio, in un passo del suo Evangelo (7,37-38) rivela la
grande Promessa dello Spirito Santo.
Cristo Signore, mentre si trovava a Gerusalemme nel
tempio, Lui “Nuovo Tempio dello Spirito”, chiama a sé
le folle e ad esse consegna la certezza: “Chi ha sete,
venga a me”. Occorre dunque avere sete di Lui, di Dio;
però occorre anche andare a Lui, “aderire a Lui”, come
efficacemente otteniamo dal Battesimo-adesione a Cristo. Inoltre invita: “E beva, chi crede in me”.
La grande spinta è la fede, che è l’amore che porta a
Cristo; solo allora è possibile “bere da lui” con gli effetti
singolari che ne derivano. Avere sete, andare, credere,
bere, sono verbi fondamentali.
Occorre pregare per sentire realmente sete, per avere
la forza di andare e di credere, per bere al fine di volersi
veramente dissetare. Cristo dunque è la Fonte unica a
cui recarsi: solo dal suo Seno irrompe fino a noi la Potenza divina: i Fiumi dell’Acqua della Vita, che ci investono
e ci trasformano (Gv 7,37-38). I medesimi che una volta,
come anticipo e simbolo, erano scaturiti per salvare il
popolo morente di sete nel deserto (vedi Es 17,1-7).
In continuità con questo tema l’artista Mirta De Simoni Lasta, lasciandosi condurre dal testo dell’Apocalisse (21, 5-6):
“Colui che sedeva sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose». E soggiunse: «Scrivi, perché queste
parole sono certe e vere». E mi disse:
«Ecco, sono compiute!
Io sono l’Alfa e l’Omèga,
il Principio e la Fine.
A colui che ha sete
io darò gratuitamente da bere
alla fonte dell’acqua della vita”.
Mediante la bellezza luminosa del colore ci porta a contemplare l’adempimento ultimo della Promessa fatta
dal Cristo Signore nel tempio a Gerusalemme: «Ecco, io
faccio nuove tutte le cose».
During the “most joyful time”, the 2016 Paschal Time,
the visitor or the faithful who crosses the threshold of
the San Vigilio Cathedral and reaches the apse of Saint
John, where the Holy Font is located, will see, on the
Eastern side, a large painting by the artist Mirta De Simoni Lasta.
This is a work of light, exhibited throughout the Easter
season, in this place of millenary age, the place where
the ancient Master Mason, in order to provide better
lighting to the interior of the building being constructed
in place of the previous and insufficiently large cathedral, had to change the axis of the narrow single lancet
window from the centre of the small apsis and open it
up towards the left, facing North-East.
This Cathedral space has proved to be the most suitable for this painting, in the luminous days of Eastertide,
celebrating the Resurrection of Christ, the Event made
permanent in the heart of every single believer by the
presence of the Font in which man is born again, by the
power of the Holy Spirit, by the Word and by the water,
as the “son of the Son”.
John the Evangelist, to whom this space is dedicated, in
one of the passages of his Gospel (7:37-38), reveals the
great Promise of the Holy Spirit.
Christ the Lord, while in the temple in Jerusalem, He the
“New Temple of the Spirit”, calls out to the crowd and
gives the people the certainty that “If any man thirst, let
him come unto me”. So one must have thirst of Him, of
God; but one must also go to Him, “come to Him”, as
we actually achieve with the Baptism-coming to Christ.
He also invites to “Drink, whoever believes in me”.
The great stimulus is Faith, i.e. the love that leads to
Christ. Only thus is it possible to “drink from Him” and
partake of the singular effects that derive from it. To
thirst, to go, to believe, to drink, are fundamental verbs.
One must pray in order to truly feel thirsty, to have the
strength to go and to believe, to drink in order to want
to truly appease one’s thirst. Christ therefore is the only
Font/Spring to which one must go: only from His Breast
flows forth the divine Power directed towards us, the
Rivers of Water of Life that invest us and transform us
(John 7:37-38). The same waters that once, as anticipation and symbol, had flown forth to save the people dying of thirst in the desert (see Ex 17:1-7).
In harmony with this theme, the artist Mirta De Simoni
Lasta, inspired by the words of Revelation (21:5-6):
“He who was seated on the throne said: «I am making
everything new!» Then he said: «Write this down, for
these words are trustworthy and true». He said to me:
«It is done!
I am the Alpha and the Omega,
the Beginning and the End.
To the thirsty
I will give water without cost
from the spring of the water of life”.
“Fiumi di acqua viva scaturiranno dal suo seno”
“Rivers of living water will flow from deep within him”
Fin d’ora, pur nel tempo della prova e della lotta, il Signore già sta “facendo la realtà nuova”. Non il male,
che pur sembra prepotentemente esaltarsi, avrà ragione, ma il bene. Il bene che pur nascosto, e senza fragore, si va dilatando quale vera Sorgente.
Colui che è il Primo e l’Ultimo, l’Alfa e l’Omega darà, a
chi lo accoglie e crede in Lui, di abbeverarsi alla Fonte
della Vita. Fonte perenne, inesauribile ed inarrestabile
dei Sacramenti della Chiesa, resa essa stessa Sacramento di salvezza per tutte le genti, essendo Corpo di Lui
che continuamente la santifica nel Dono dello Spirito.
Vediamo così zampillare, in tutte le sfumature del blu e
dell’azzurro e fino al bianco, la Sorgente viva, di Acqua,
di Luce e di Vita, fino a mutarsi nell’oro di Colui che solo
“fa nuove tutte le cose”.
Un preziosissimo particolare non deve sfuggire perché
cuore dell’opera intera. Qui l’artista si fa teologo e ci
immerge nel Mistero di Dio e della storia nostra con Lui.
Sulla sinistra in basso stanno iscritte due lettere, la prima
e l’ultima dell’alfabeto greco, quelle lettere che il Signore applica a sé: “Primo e Ultimo; Alfa e Omega”.
Qui con sapienza profonda l’artista traccia nell’oro, e in
grande, l’Omega, a contenere, più piccolo, l’Alfa.
Cristo infatti è il nostro Principio perché Lui, e solo Lui,
è il nostro Fine; e poiché Egli è il nostro Fine, solo Lui è
il nostro Principio:
A colui che ha sete
io darò gratuitamente da bere
alla fonte dell’acqua della vita (Ap 21,6).
Dice infatti il Signore:
“Chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete
in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui
una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna”
(Gv 4,14).
marzo 2016
mons. Lodovico Maule
Decano del Capitolo della Cattedrale
Using the luminous beauty of colour she leads us to contemplate the fulfilment of the last Promise of Christ the
Lord in the temple of Jerusalem: «I am making everything new».
As of now, even in times of trial and strife, the Lord is already “making everything new”. Not evil, even though
it seems to be powerfully strong, but good shall reign.
The good that, albeit hidden and without loud noise, is
expanding like a real Spring.
He who is the Beginning and the End, the Alpha and
the Omega shall grant those who welcome and believe
in Him to drink at the Spring of Life. The everlasting, inexhaustible and unstoppable Spring of the Sacraments
of the Church, itself made Sacrament of the salvation
for all people, it being the Body of He who continuously
sanctifies it within the Gift of the Spirit.
So we see gushing forth, in all hues of blue and all the
way to white, the living Spring of Water, of Light and of
Life, up to the golden hues of He who alone “makes
everything new”.
This extremely precious detail must not go unnoticed
because it is at the heart of the entire work. Here the
artist becomes theologian and immerses us in the Mystery of God and in our story with Him. In the lower left
corner are written the first and the last letters of the
Greek alphabet, those letters that the Lord assigns to
himself: “The Beginning and the End, the Alpha and the
Omega”.
Here, with deep wisdom, the Artist traces in gold the
large Omega that contains the smaller Alpha.
Christ is indeed our Beginning because He, and only
He, is our End. And because He is our End, only He is
our Beginning:
To the thirsty
I will give water without cost
From the spring of the water of life (Rev 21:6).
In fact, the Lord says:
“but whoever drinks the water I give them will never
thirst. Indeed, the water I give them will become in them
a spring of water welling up to eternal life.” (John 4:14).
March 2016 mons. Lodovico Maule
Dean of the Chapter of the Cathedral
Inside 11, 2016, polimaterico su tela, 180 x 120 cm
Vibrazioni 7, 2016, polimaterico su tela, 90 x 130 cm
Vibrazioni 8, 2016, polimaterico su tela, 120 x 100 cm
Vibrazioni 6, 2016, polimaterico su tela, 130 x 90 cm
Vibrazioni 5, 2016, polimaterico su tela, 130 x 90 cm
Through the stars, 2013, acrilico su tela, 120 x 140 cm
Inside 7, 2016, polimaterico su tela, 80 x 80 cm
Inside 8, 2016, polimaterico su tela, 80 x 80 cm
Inside 4, 2016, polimaterico su tela, 100 x 100 cm
Inside 5, 2016, polimaterico su tela, 100 x 100 cm
Inside 6, 2016, polimaterico su tela, 130 x 90 cm
Inside 9, 2016, polimaterico su tela, 195 x 120 cm
La Sorgente, 2016, polimaterico e foglia d’oro su tela, 201 x 130 cm
Biografia
Mirta De Simoni Lasta nasce a Cles, vive ed ha lo studio a
Volano (TN) Italia
Dal 1975 approfondisce lo studio delle tecniche pittoriche
riversando il suo interesse sulla psicologia del segno e del colore. Frequenta lo studio del maestro Gianni Turella, in seguito approfondisce la sua ricerca e soggiorna in artist-residence
alla Kunstlerhaus di Salisburgo.
Frequenta corsi all’Accademia Internazionale di Salisburgo
con gli artisti cinesi Zhou Brothers.
Artista orientata verso una spazialità astratta, risolta con personalissime tecniche pittoriche, ama viaggiare per entrare in
contatto con il mondo artistico europeo e mondiale. Ha esposto numerose mostre personali e collettive in Italia, Europa,
New York, Philadelphia e Singapore.
È Accademico di merito dell’Accademia de “i 500” di Roma
Nel 1993 presenta la sua ricerca alla Galleria Civica di Arte
Contemporanea di Trento, “Prospettive e sperimentazione
dell’Arte contemporanea in Trentino” a cura di Danilo Eccher.
È presente a Castel Ivano alle collettive: “L’Uomo, l’Albero, Il Fiume” 1990 e “Correnti e Arcipelaghi” 1995 a cura
di Luigi Serravalli.
Nel ’98, presenta a Castel Ivano, l’installazione sul tema “La soglia e oltre“, Arte-Ambiente a cura PAT
Nel 1999 partecipa al corso “Il progetto architettonico e la composizione artistica ed iconografica al servizio della
Liturgia“ curato da Ufficio Arte Sacra di Trento, CEI, IUAV di Venezia e Accademia di Brera.
Nel 2000 l’Amministrazione Comunale di Volano pubblica una sua monografia e promuove la mostra antologica
“Percorso” recensita su RAI 3 da Tiziana Raffaelli.
Nel 2001 vince il concorso “La riscoperta dell’immagine di Vigilio nell’autenticità storica e nella sensibilità odierna”.
È presente all’esposizione “Situazioni - Trentino Arte 2003”, al MART, Museo d’arte moderna e contemporanea di
Rovereto.
Nel 2004, invitata dalla Städtische Galerie di Brema, presenta la personale “Wandlungen/Mutamenti” presso il
Kunstzentrum Villa Ichon. In seguito, con patrocinio MART, esposta nello Spazio Klien di Borgo Valsugana.
Nel 2008, invitata dal Comune di Sanzeno, allestisce a Palazzo de Gentili la mostra “Rosso scarlatto“, parallel
events Manifesta 7 Biennale Europea d’Arte Contemporanea.
Nel 2009, 3° premio al concorso CEI in team architetto-artista-liturgista, riceve dalla Giuria una menzione particolare: “…notevole risulta il contributo iconografico, dove sapienza artistica e invenzione formale si affermano in una
felice libertà compositiva.”
Nel 2010, ospite a Trapani del Museo Diocesano per l’Arte Sacra Contemporanea, allestisce la personale “Tra terra
e cielo“, realizzando grandi tele in situ.
Nel 2011 realizza l’intervento artistico-pittorico sui poli liturgici della cappella universitaria S. Margherita di Trento.
Nel 2014 l’opera “Senza stella” diventa l’immagine-copertina del libro “Romanzo d’Amore – Mario Borzaga” di
Paolo Damosso, scrittore e regista. (ed. S. Paolo 2014, coll. I Protagonisti).
Nel 2015 realizza l’opera astratta”Risurrezione” che viene a costituire il setto absidale della nuova chiesa di S. Caterina a Rovereto sulla Secchia.
Mirta De Simoni Lasta
via Trento 32 - 38060 Volano (Tn) Italia
tel. 0464 411001 - cell.329 7446886
[email protected] - www.mirtadesimoni.it - www.vitedartista.it
Mostre personali / Solo exhibitions
2016
2015
2014
2013 2012
2011
2010
2008
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
1995
1994
1992
1991
1990
1989
1988
1987
1985
1984
Trento - Cattedrale di San Vigilio - Cappella San Giovanni - “INSIDE”
Trento - Galleria Fogolino - “intre”
Rovereto - Biblioteca civica G. Tartarotti - “La luce del nulla”
Rovereto - Biblioteca civica G. Tartarotti - “Luoghi dell’ Eco”
Brentonico - Palazzo Eccheli Baisi - “Luoghi dell’ Eco”
Trambileno - Opificio delle Idee - “Luoghi dell’ Eco”
Villa Lagarina - Palazzo Libera - “Intrecci d’arte sulla via della seta - Art Dialogue on the Silk Road”
Vicenza ( Lupia ) - La Colombara - “Tende rosse”
Villa Lagarina - Palazzo Libera - “La luce del nulla“ (Bernhard Welte)
Vicenza - Complesso monumentale S. Silvestro - “Times”
Trapani - Chiesa degli artisti S.Alberto - “Tra Terra e Cielo “
Sanzeno - Casa de Gentili - “ Rosso scarlatto - Identità e Memoria “ - Parallel Events Manifesta7
Vicenza - Boscolo Hotel De La Ville - “Passing”
Helmond (NL) - Galerie Beeldentuin Bon Ton - «Lente 2006»
Milano - Circolo Culturale Bertolt Brecht - “Tra mito e logos”
Ponte Ronca di Zola Predosa (BO) - Museo Ca’ la Ghironda - “Mutamenti”
Milano - Libreria Internazionale Hoepli - “Mutamenti”
Trento - Boscolo Grand Hotel Trento - “Mutamenti”
Borgo Valsugana - Spazio Klien - “Mutamenti e installazione”
Volano - Maso Bastie - VinArt - ”Da colore a colore”
Bremen (D) - Villa Ichon - “Wandlungen - Mutamenti”
New York - Showroom Art Italy - “Man”
Kassel (D) - Rathausfoyer Baunatal - “Reisenotizen“
Stresa - Centro Congressi Hotel Astoria - “I colori dell’anima“
Helmond (NL) - Galerie Beeldentuin Bon Ton
Salzburg (A) - Landesatelier Kunstlerhaus - “Works“
Malcesine - Castello Scaligero - Sala Labia - “Flowers”
Volano - Casa Legat - “Percorso” 1980 - 2000
Trento - Centro Culturale S. Chiara - Convegno “Future direction of tourism”
Rovereto - Aula Mimismagia - Istituto d’Arte “F. Depero”
Castel Toblino - “Arte e Natura”
Singapore - Robertson Walkgallery
Venturina - Centro Espositivo - “Etruriarte 8”
Firenze - Palazzo degli Affari - “Biennale Internazionale dell’Arte Contemporanea”
Verona - Palazzo Maffei
Bonzanigo di Mezzegra - Girtannerhaus - “Riflessi di luce dall’antico borgo”
Innsbruck (A) - Galerie Bertrand Kass
Trento - Galleria Quadriarte - “Dal Big Bang ai Buchi Neri”
Firenze - Palazzo degli Affari - “Vetrina degli Artisti Contemporanei”
Rovereto - Galleria Le Due Spine - “Storie dell’Uomo”
Bologna - Galleria Artespaziodieci - “Storie dell’Uomo”
Kassel (D) - Rathausfoyer Baunatal
Frankfurt (D) - Burgerhaus Sprendlingen
Trento - Galleria Oveno
Milano - Galleria Eustachi
Milano - Sala Esposizioni Ufficio Turistico Trentino
Selva Gardena - Galleria Antares
Basel (CH) - Galerie Spalenberg
Spiazzo Rendena - Scuola Media
Madonna di Campiglio - Sala Congressi Centro Rainalter
Pergine Valsugana - Galleria Novecento
Cremona - Galleria Il Poliedro
Trento - Palazzo Pretorio
Cles - Sala della Colonna
1982
1981
1980
Pejo - Sala Fonti
Rovereto - Galleria GRAF
Rovereto - Galleria Rosmini
Mostre collettive / Group shows
(selezione / selection)
2015
2014
2013
2012
2011
2009
2008
2007
2006
2005
2004
Praso (TN) - Forte Corno - UCAI - “Le donne e la guerra”
Trento - Torre Mirana (Palazzo Thun) - FIDA - “ARS ARTIS”
Trento - Torre Mirana (Palazzo Thun) - ANPI - “ARTE’RESISTENZA”
Trento - Cappella S. Giovanni, in Duomo - UCAI - “Bozzetti della Via Crucis per Rovereto sulla Secchia”
Cles - Palazzo Assessorile - Pro Cultura Centro Studi Nonesi - “La Naunia descritta al viaggiatore”
Trento - XV BITM - FIDA - “Natura & Artificio”
Udine - Galleria ARTtime - “Emozioni astratte”
Sanzeno - Casa de Gentili - FIDA - “Melamorfosi”
Trento - XIV BITM - FIDA - “I HAVE A DREAM”
Trento - Torre Mirana - FIDA - “LAKE and the CITY”
Roma - Galleria Rossocinabro - “SINGLES”
Caldonazzo - Casa della Cultura - “Artiste UCAI”
Trento - Palazzo della Regione - UCAI - “Il giardino fiorirà?”
Trento - Palazzo della Regione - FIDA - “Le città invisibili e le città visibili“
Venezia - Palazzo Zenobio - “L’idea e la MATERIA“
Milano - Studio Iroko - “L’idea e la MATERIA”
Kempten (D) - KunstHalle - “Traume tragen den Korper“
Trento - XIII^ BITM - FIDA - “Magica montagna”
S. Gabriele (TE) - Museo Stauros - “XV^ biennale d’arte sacra“
Roma - FAO - “Forest Magic Mountain - Hall of Flags”
Trento - Grand Hotel - FIDA - “ Non si va mai così lontano…”
Roma - Chiesa degli artisti di Roma - “Venite adoremus “
Trento - XII^ BITM - FIDA - “Magica montagna”
Cortina d’Ampezzo - Museo - “QUI ed ORA”
Belluno - Palazzo Crepadona - “QUI ed ORA”
Trento - Palazzo della Regione - UCAI -“…così in terra”
Roma - C.E.I. - Scala Santa - “nuove chiese italiane - 21 progetti in concorso“
Lecce - LivingGallery - “SensAKtions”
Trento - Palazzo della Regione - “ Speranza. Orizzonti del pensiero contemporaneo“
Lecce - LivingGallery - “ Il caos e la sua Rappresentazione “
Marina di Bibbona - LI - Forte - “Aria e Vento “ a cura di Fabio Bartolini
S. Gabriele - TE - Fondazione Staurós - “XIII Biennale d’arte sacra contemporanea“
Trento - Chiesa S. Anna - UCAI - “Speranza. Orizzonti del pensiero contemporaneo“
Rovereto - Chiostro S. Rocco - UCAI - “Incanto dell’ Essere”
Trento - Museo Diocesano - UCAI - “Incanto dell’Essere
Brancolino - Distillerie Marzadro - “Sintonizzando Arte e Artigianato”
Perugia - Torre Strozzi - “Biennale d’Arte Contemporanea“
Roma - Galleria Gard -Galleria Crispi - “ Avant Gard - Retro Gard“
Trento - Museo Diocesano - UCAI - “Dalla Via Crucis alla Via Lucis”
Innsbruck - Bolzano - Trento “Traume tragen den Korper“
Trento - Palazzo Trentini - “Il volto umano della Repubblica”
Firenze - Museo del Calcio di Coverciano - “Il calcio al femminile“
Trento - Centro Bernardo Clesio - UCAI - “Il viaggio intrapreso al richiamo“
Trento - Palazzo della Regione - “Uno sguardo dietro la finestra”
Roma - Soqquadro - “Astrazione“
New York - “International Artexpo 2004”
Greenville (U.S.A.) - City Art Gallery
Lecco - Galleria Camaver Kunsthaus - “Informale 1“
2003
2000
1999
1998
1997
1996
1995
1993
1990
1989
1988
1987
1986
1985
1981
New York - “International Artexpo 2003”
Milano - Circolo Culturale Bertolt Brecht - “Studi d’Artista Contemporanei”
Philadelphia (USA) - “Art Philadelphia 2003”
Lithoijen (NL) - Galerie Sous Terre
Trento - Palazzo Trentini - “Arte Trentina del ‘900”
Rovereto - M A R T - “Situazione Trentino Arte 2003”
Parigi - Atelier Gustave
Barcelona (S) - Galeria Acea’s
Trento - Centro S. Chiara - Film Festival - “Il manifesto del Cinquantenario”
Trento - Museo G. Caproni - “Nel vento”
Trento - Museo Diocesano - 1° premio concorso “S. Vigilio”
Bled (SLO) - Festivalna Dvorana - “2° World Festival of art on paper”
Roma - Palazzo Barberini - Sala della Lupa - “La donna in Afganistan”
Sharjah (U.A.E.) - Sharjah Art Museum
Trento - Museo Diocesano - “Il progetto architettonico e la composizione artistica ed iconografica al
servizio della liturgia”
Caerano S. Marco - Villa Benzi Zecchini - “Il progetto architettonico e la composi-zione artistica ed
iconografica al servizio della liturgia”
Hallein - Alte Saline-Pernerinsel - International Summer Academy - “Feeling is Freedom” - Zhou Brothers
Bologna - “Arte Fiera 99”
Venezia - “Venezi.a.rte”
Verona - Castelvecchio - “Il Colore della Vita”
Torino - Palazzo del Lavoro - “Artissima 99”
Roma - Palazzo delle Esposizioni
Castel Ivano - “La Soglia e Oltre” - Installazione in collaborazione con il Circolo Trentino per l’Architettura
Contemporanea
Rovereto - Mart Archivio del ‘900 - “Progetto dei Progetti” per Arte Sella
Laives - “Premio Internazionale Città di Laives”
Roma - Villa Spada
Gent (B) - “Lineart” Fiera dell’Arte Internazionale del 20° secolo
Barcelona (S) - Galeria d’Art Floridablanca - “Art Mujer”
Parigi (F) - Galerie Triangle - “Art Femme”
Milano - Galleria Modigliani
Pisa - Pangloss Galery - “Small size”
Padova - “Arte Padova ‘97”
Verona - “Decumano Secondo 1997”
Rovereto - Mart Archivio del ‘900 - “Progetto dei Progetti” per Arte Sella
Trevi - “1° Premio Trevi Flash Art Museum”
Roma - Galleria L’Occhio in Arte - “Arte Donna”
Castel Ivano - “Correnti e Arcipelaghi”, a cura di Luigi Serravalli
Courmayeur - Meson Fleur - “Ondaverde Courmayeur” a cura di Paolo Levi
Torino - Lingotto - “ARTISSIMA 95”
Dreieich (D) - Burgerhaus Sprendlingen - “Miniaturen”
Forcheim (D) - Galerie Rathaus
Certaldo - Palazzo Pretorio - “Verifica ‘90”
Arhus (DK) - Kunsternes Hus
Castel Ivano - “L’Uomo - l’Albero - il Fiume”
Prato - Chiesino Medievale S. Jacopo - “Frontiere della Forma”
Certaldo - Palazzo Pretorio - 4^ Rassegna Nazionale
Rovereto - Palazzo Alberti
Villa Lagarina - Palazzo comunale
Rovereto - Palazzo Alberti
Trento - Palazzo Pretorio
Pavia - Galleria Paviarte