COSA VUOI FARE “DA GRANDE”?

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COSA VUOI FARE “DA GRANDE”?
COSA VUOI FARE “DA GRANDE”?
di HiSkill
Poche settimane fa, mi trovavo in macchina ad ascoltare la radio, e sono stata
incuriosita da una discussione tra gli speaker inerente un articolo pubblicato dal
quotidiano britannico “The Guardian”. Tre famosi “cacciatori di teste”, Corinne Mills
(managing director di Personal Career Management), Richard Nott (direttore del
portale CWJobs.co.uk) e Nik Pratap (di Hays Senior Finance), sono stati intervistati e
hanno rilasciato un decalogo di frasi assolutamente vietate in caso in cui ci si trovi a
sostenere un colloquio di lavoro.
Di seguito riporto il “decalogo”:
1)"Scusate il ritardo": inutile dire che la puntualità è fondamentale. E certamente,
chi deve assumere non vuole che voi arriviate al lavoro con 20 minuti di ritardo ogni
mattina.
2)"Quante sono le ferie annuali e quanti i giorni di malattia concessi?". Non sembra
carino, infatti, che prima ancora di essere stati assunti, vi state programmando le
future assenze dall' azienda.
3)"Prendo solo questa chiamata". Mills dice che un gran numero di candidati
pensano che sia normale rispondere alle chiamate telefoniche durante un colloquio
l'anno. Ma non lo è.
4)Alla domanda "Dove ti vedi tra cinque anni?", mai rispondere: "A lavorare presso
di voi." Per quanto questa possa essere una risposta autentica, Nott dice che candidati
devono "cercare di costruire una risposta sull'esperienza che vorrebbero aver acquisito
e il livello di responsabilità che gli piacerebbe avere, piuttosto che percepire
l'intervistatore come minaccioso".
5)"Il mio precedente datore di lavoro mi ha distrutto". Non importa quanto le
mansioni svolte in precedenza possano essere state noiose o poco interessanti,
"parlare male di un precedente datore di lavoro -dice Pratap- non solo non è
professionale, ma induce anche a riflettere sul tuo personaggio". Inoltre, è molto
probabile che il vostro nuovo datore di lavoro si metta in contatto con l'ex datore di
lavoro per le referenze a seguito di un colloquio e, dunque, è mai saggio bruciare i
ponti.
6)"Fate racchette da tennis? Pensavo che facevate mazze da cricket". La
mancata ricerca di informazioni complete sul potenziale datore di lavoro è un grande
passo falso. "Dire che hai guardato solo il loro sito web è solo marginalmente migliore
perchè i datori di lavoro si aspettano molto di più", spiega Mills.
7)"Maledizione". Non imprecare durante il colloquio. Può succedere, soprattutto se il
vostro intervistatore abbonda lui stesso con le parolacce, ma non lasciare mai che lo
standard del colloquio si abbassi e controllare che il tono rimanga professionale in ogni
momento.
8)"Ero molto bravo coi Firewall dei checkpoint". Non cadere nel 'gergo' del
settore dove si lavorava prima del colloquio, consiglia Pratap, o non presumere che
l'intervistatore conosca qualcosa della tua esperienza. Invece, parlare chiaro circa le
abilità e l'esperienza per evitare qualsiasi confusione o malinteso.
9)"Devo proprio indossare quella divisa?" Qualsiasi critica sulla divisa, vi farà
andare giù come un palloncino di piombo, soprattutto se si pensa che anche
l'intervistatore ha dovuto indossare prima di noi quella divisa verde fluorescente che
tanto non ci piace.
10)Alla domanda, "Qual è la cosa migliore che si aspetta da questo ruolo?" mai
rispondere, consiglia infine Nott, con una di queste cose: la busta paga, i benefit, la
pausa pranzo, i miei collaboratori o le vacanze.
Mentre ascoltavo sorridevo e mi chiedevo: ”ma davvero serve dare consigli su cosa
dire o non dire in sede di colloquio per accaparrarsi un posto di lavoro”?
Nulla togliere ai Signori cacciatori di teste che, anzi, mi trovano d’accordo su quasi
tutte le obiezioni fatte, ma quanto possono essere realmente efficaci questi consigli se
la persona che andrà a sostenere il colloquio non è ancora mentalizzata ad assumere
un comportamento che gli permetta di approcciarsi naturalmente al mondo del lavoro?
Si badi, ho usato l’avverbio “naturalmente” e non “correttamente”, proprio perché non
credo esista un modo giusto o sbagliato di comportarsi per avere la certezza di essere
assunto da una qualsivoglia azienda, così come credo non esistano frasi preimpostate
che, se imparate a memoria, garantiscano l’esito positivo di un colloquio. Ciò che
realmente conta è avere la consapevolezza della propria persona e avere le idee
chiare su ciò che si vuole fare realmente! E’ questo che permette un naturale
approccio
al
mondo
del
lavoro.
E’ normale, qualche regola di comportamento è sempre bene tenerla a mente, e di
queste HiSkill ne potrebbe elencare a bizzeffe, a partire dal primo contatto telefonico
tra azienda e candidato e, ancor prima, dalle mail di invio dei curriculum vitae …
Il nostro ufficio di selezione spesso si imbatte in email di candidati che inseriscono in
copia altre decine di società oltre la nostra. Questo non solo non è corretto ma non è
nemmeno furbo, a maggior ragione se le aziende si occupano di settori
completamente differenti tra loro e offrono posizioni altrettanto diverse (e non ci vuole
molto ad informarsi) ! Questo denota un interesse ad ottenere un posto di lavoro
qualsiasi, non quel posto di lavoro in quella azienda. Uguale considerazione viene
fatta per quelle situazioni in cui, per telefono, il candidato non riesce a ricordarsi chi
siamo e lo esplicita, dandoci conferma del fatto di aver mandato la candidatura ad un
numero
infinito
di
aziende.
Un ulteriore consiglio sui curriculum vitae: siate sintetici e descrivete i risultati
ottenutinelle precedenti esperienze. Su carta siamo bravi tutti si sa: doppia laurea,
fantastiche esperienze di lavoro all’estero, eccezionali referenze ecc…, ma pochi,
veramente pochi, che scrivano in cifre i miglioramenti che il proprio lavoro ha
apportato
all’interno
dell’azienda!
Al momento del colloquio, un po’ di nervosismo è più che normale, se vogliamo
realmente ottenere il posto di lavoro per cui ci siamo candidati, di conseguenza,
arrivare in ritardo non è giustificabile. Questo non vuol dire però che vada bene
presentarsi con mezz’ora d’anticipo... La puntualità, molto apprezzata dall’eventuale
futuro datore di lavoro, significa arrivare quei 10 minuti prima dell’orario prestabilito,
dimostrando
precisione
e
serenità
nell’affrontare
il
momento.
Una volta di fronte al nostro “esaminatore”, noi di HiSkill non ci sentiamo di dare
consigli su cosa dire o non dire, non ne vediamo l’utilità. Siamo fermamente convinti
che se un individuo ha ben chiari quelli che sono i suoi obiettivi per il futuro, le proprie
competenze, il ruolo che desidera occupare in azienda e il contributo che intende dare
all’azienda, allora, non ci saranno ostacoli troppo grandi da superare per accedere al
mondo del lavoro. Non rischierà di fare brutte gaffe, facendo trasparire una mancata
conoscenza dell’azienda per cui si sta candidando perché di quell’azienda già conosce
tutto, si è documentato, perché di quell’ azienda condivide i valori, la mission, sa già
cosa può dare ancor prima di chiedere qualcosa in cambio. Evitiamo quindi di parlare
di ferie o di stipendio al primo colloquio, anche se questo tipo di discorsi non
apparterrà a chi, avendo ben chiaro cosa vuole fare, desidera realmente rendersi
indispensabile all’interno dell’azienda, consapevole che è lui stesso, e non certo il tipo
di contratto, a garantirgli il tanto ambito “posto fisso”, grazie ai valori e alle
competenze
che
può
apportare
all’interno
dell’organizzazione.
Noi di HiSkill siamo consapevoli del fatto che “nessuno nasce imparato”, per cui più
che valutare ciò che i candidati sanno fare, ci interessa comprendere quali siano le
loro motivazioni, i loro valori, obiettivi, perché dove c’è predisposizione ad imparare,
non esitiamo a trasferire tutto il nostro Know-how. Questo è quello che facciamo per
la nostra azienda, ma questo è anche e soprattutto ciò che facciamo per i nostri
clienti. Il nostro obiettivo è quello di insegnare agli imprenditori a gestire le proprie
risorse interne. Quando ci viene richiesto di occuparci delle selezioni del personale per
conto dei nostri clienti, ciò che ci interessa valutare è il carattere dei candidati, se è in
linea con il profilo dell’azienda. L’esperienza va più che bene, ma ciò che valutiamo
sono le Skills, il potenziale delle risorse che, se adeguatamente sfruttato, non farà
altro che rappresentare il più grosso vantaggio per l’azienda a beneficio dei suoi stessi
rappresentanti. Gli strumenti di cui HiSkill dispone per l’analisi, permettono di ottenere
una lista completa delle skills della persona, identificandone i punti di forza e di
debolezza e, successivamente, dotando la persona stessa e il suo responsabile, delle
competenze per valorizzare i punti di forza e gestire i punti di debolezza nel miglior
modo possibile. E’ improbabile che in azienda tutte le risorse siano in grado di fare
tutto e soprattutto farlo bene. Ciò che conta per HiSkill è che ogni individuo, dotato di
uno specifico talento, occupi un determinato ruolo all’interno dell’organizzazione che
gli permetta di esprimere a pieno le proprie capacità, contribuendo così a migliorare le
prestazioni dell’azienda. Un’impresa che vanta un’ottima gestione delle risorse al suo
interno è un’impresa in cui vige una perfetta organizzazione del lavoro. Ciò significa
lavorare in un ambiente in cui tutti condividono gli stessi valori, dove tutti sono
focalizzati sugli obiettivi e mirano ai risultati, portando la propria società ad essere
leader nel proprio settore di appartenenza.