Untitled - Rizzoli Libri

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Umberto eco
Storia delle terre
e dei lUoghi
leggendari
BOMPIANI
sommario
Prefazione
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1. La terra piatta e gli antipodi
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2. Le terre della Bibbia
38
3. Le terre di omero e le sette meraviglie
65
4. Le meraviglie dell’oriente, da alessandro al Prete Gianni
97
5. il paradiso terrestre, le isole Fortunate e l’Eldorado
145
6. atlantide, mu e Lemuria
182
7. L’ultima Thule e iperborea
223
8. Le migrazioni del Graal
248
9. alamut, il Veglio della montagna e gli assassini
279
10. il paese di Cuccagna
289
11. Le isole dell’Utopia
305
12. L’isola di salomone e la Terra australe
326
13. L’interno della terra, il mito polare e agarttha
345
14. L’invenzione di rennes-le-Château
409
15. i luoghi romanzeschi e le loro verità
431
apparati
463
PrEFazioNE
Gulliver incontra Laputa,
l’isola volante,
illustrazione
da Jonathan Swift,
I viaggi di Gulliver,
Leipzig 1910 ca.
Questo libro è dedicato alle terre e ai luoghi leggendari: terre
e luoghi perché talora si tratta di veri e propri continenti,
come atlantide, altre volte di paesi e castelli e (nel caso della
Baker street di sherlock Holmes) appartamenti.
Di dizionari dei luoghi fantastici e fittizi ne esistono molti (e il
più completo è l’ottimo Manuale dei luoghi fantastici di alberto
manguel e Gianni Guadalupi) ma qui non ci occuperemo di luoghi
“inventati”, perché dovremmo includervi la casa di madame
Bovary, la tana di Fagin in Oliver Twist, o la fortezza Bastiani
de Il deserto dei tartari. si tratta di luoghi romanzeschi, che lettori
fanatici tentano talora di individuare senza grande successo.
altre volte si tratta di luoghi romanzeschi ispirati a luoghi reali,
dove i lettori cercano di ritrovare le tracce dei libri che hanno
amato, così come i lettori dello Ulysses ogni 16 giugno cercano
di identificare la casa di Leopold Bloom in Eccles street a Dublino,
visitano la martello Tower ora diventata museo joyciano, o tentano
di acquistare presso un tale farmacista la saponetta al limone
comperata nel 1904 da Leopold Bloom.
addirittura accade che luoghi fittizi siano stati identificati
con luoghi reali, come la casa di arenaria di Nero Wolfe a manhattan.
ma qui ci interessano terre e luoghi che, ora o nel passato, hanno
creato chimere, utopie e illusioni perché molta gente ha veramente
creduto che esistessero o fossero esistiti da qualche parte.
Detto questo, ci sono ancora molte distinzioni di cui tener conto.
Ci sono state leggende su terre che certamente non esistono più
ma che non è da escludere siano esistite in tempi antichissimi,
ed è il caso di atlantide, di cui molte menti non deliranti hanno
7
Paesaggio fantastico,
in Albrecht Altdorfer,
Susanna al bagno, 1526,
München,
Alte Pinakothek
cercato di individuare le ultime tracce. Ci sono terre di cui parlano
tante leggende e la cui esistenza (sia pure remota) è dubbia,
come shamballa, a cui però alcuni attribuiscono una esistenza
totalmente “spirituale”, e altre che sono indiscutibilmente effetto
di finzione narrativa, come shangri-La, ma di cui sorgono
di continuo imitazioni per turisti di bocca buona. Ci sono terre
la cui esistenza è asserita solo da fonti bibliche, come il paradiso
terrestre o il paese della regina di saba – ma credendo nelle quali
molti, Cristoforo Colombo compreso, si sono mossi a scoprire
terre davvero esistenti. Ci sono terre che sono state create
da un falso documento, come la terra del Prete Gianni,
che tuttavia ha mosso viaggiatori a percorrere e l’asia e l’africa.
Ci sono infine terre che realmente esistono ancora oggi, anche
se talora sotto forma di rovine, ma intorno a cui si è creata
una mitologia, come alamut, su cui aleggia l’ombra leggendaria
degli assassini, come Glastonbury, ormai associata al mito
del Graal, o come rennes-le-Château o Gisors, che sono stati
resi leggendari da speculazioni commerciali recentissime.
insomma, le terre e i luoghi leggendari sono di vario genere
e hanno in comune solo una caratteristica: sia che dipendano
da leggende antichissime la cui origine si perde nella notte
dei tempi, sia che siano effetto di una invenzione moderna, essi
hanno creato dei flussi di credenze.
È della realtà di queste illusioni che questo libro si occupa.
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1
LA TERRA PIATTA E GLI AnTIPODI
Mappa a T,
da La Fleur des Histoires,
1459-1463,
Paris, Bibliothèque
Nationale de France
In varie mitologie la terra assume forme poetiche, spesso antropomorfe, come la Gea greca. Una leggenda orientale voleva che la
terra stesse sul dorso di una balena, sostenuta a sua volta da un
toro, che posava su una roccia, e la roccia era sostenuta dalla polvere, sotto la quale nessuno sapeva che cosa ci fosse, se non il
gran mare dell’infinito. In altre versioni la terra poggiava sul dorso di una tartaruga.
L A T E R R A P I A T T A Quando si è iniziato a riflettere “scientifi-
camente” su quale fosse la forma della terra, era stato abbastanza
realistico per gli antichi ritenere che essa fosse quella di un disco.
Per Omero il disco era circondato dall’oceano e ricoperto dalla calotta dei cieli, e – a giudicare dai frammenti dei presocratici, talora imprecisi e contraddittori a seconda delle testimonianze – per Talete
era un disco piatto; per Anassimandro aveva la forma di un cilindro
e Anassimene parlava di una superficie piatta, contornata dall’oceano, che navigava su una sorta di cuscino di aria compressa.
Solo Parmenide pare ne avesse intuito la sfericità e Pitagora
la riteneva sferica per ragioni mistico-matematiche. Su osservazioni
empiriche si erano invece basate le successive dimostrazioni della rotondità della terra, e si vedano i testi di Platone e Aristotele.
Dubbi sulla sfericità sopravvivono in Democrito ed Epicuro,
e Lucrezio nega l’esistenza degli Antipodi, ma in generale per tutta
l’antichità posteriore la sfericità della terra non viene più discussa.
Che la terra fosse tonda lo sapeva naturalmente Tolomeo, altrimenti
non avrebbe potuto dividerla in trecentosessanta gradi di meridiano,
e lo sapeva Eratostene, che nel III secolo a.C. aveva calcolato con una
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