Trapianto è vita

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Trapianto è vita
Allegato B)
SCHEDA PROGETTO
AZIENDA OSPEDALIERO-UNIVERSITARIA CAREGGI
Codice regionale:
RT2C00039
Responsabile del progetto: Maria Luisa Migliaccio - Coordinatore di progetti: Paola Gabrielli
DONORS – Trapianto è vita
Descrizione del contesto territoriale
L'Organizzazione Toscana Trapianti (OTT) è istituita con Delibera del Consiglio Regionale della
Toscana del 29 luglio 2003 e rappresenta la struttura organizzativa regionale che presiede alle attività
di donazione e trapianto di organi, tessuti e cellule della Toscana e ha l’obiettivo di garantire l’equità di
accesso alla medicina trapiantologica a tutti i cittadini italiani, in ottemperanza ai principi della
Costituzione della Repubblica Italiana ed assunti dal Governo della Regione Toscana.
Le attività dell'OTT consistono in:
1. impulso e controllo delle attività regionali di donazione e trapianto di organi, tessuti e cellule;
2. definizione e verifica degli standards qualitativi;
3. programmazione dello sviluppo regionale della medicina trapiantologica e dell'impiego delle risorse
umane, economiche e strutturali;
4. definizione di percorsi assistenziali regionali dedicati alla medicina trapiantologica;
5.definizione e realizzazione di percorsi formativi dedicati al personale sanitario in collaborazione con
le Aziende Sanitarie Locali, le autorità regionali e le istituzioni accademiche
6. interazione e collaborazione con le organizzazioni di volontariato e la Medicina di Base;
7. interazione funzionale con i Coordinamenti di Area Vasta, al fine di garantire la piena
realizzazione di una Rete Regionale Trapianti;
8. interazione funzionale con le Regioni che compongono l’Associazione Interregionale Trapianti
(AIRT);
9. interazione funzionale con il Centro Nazionale Trapianti
10. promozione di azioni di innovazione, sviluppo e ricerca in ambito trapiantologico quali prelievo di
organi in pazienti deceduti per arresto cardiaco, trapianto di organi da donatore vivente,
implementazione di tecniche di trapianto di organi marginali e trapianto in età pediatrica
Riordinata con Delibera della Giunta Regionale n. 442 del 2011 e nel corso del 2014 con la Delibera
della Giunta Regionale n 307, la rete di donazione e trapianto della Toscana si è ulteriormente
consolidata e ha raggiunto, nel suo insieme, livelli organizzativi e risultati operativi importanti.
In particolare, il rapporto 2013 del Centro Nazionale Trapianti – pubblicato nel febbraio 2014 –
ha evidenziato la crescita dell’Organizzazione Toscana sia in termini di donazioni, sia di trapianti,
in un contesto di sostanziale stabilità a livello nazionale.
I dati del Report pongono la Toscana al primo posto per donazione di organi e tra i primi per i
trapianti. Tra i motivi di questi buoni risultati, al primo posto va citato il forte sentimento di
solidarietà presente tra i cittadini della nostra Regione e un’organizzazione sanitaria che funziona
anche grazie alla professionalità di tanti operatori e l’impegno dei volontari. L’obiettivo è quello di
migliorare ancora, fino a riuscire a ridurre in modo significativo le liste di attesa.
La Toscana ha adottato un modello organizzativo che punta decisamente alla fase di “procurement”
all’interno delle terapie intensive e alla identificazione di potenziali donatori nei percorsi
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intraospedalieri. Il programma dell’Organizzazione Toscana Trapianti dei prossimi anni sarà
fortemente indirizzato sia a mantenere la capacità di “procurement”, che rappresenta la modalità più
importante per ridurre le liste di attesa, che a promuovere attivamente l’innovazione, per ottimizzare
la qualità di organi disponibili.
I dati di donazioni e trapianti in Italia e in Toscana - A livello nazionale, l’attività di
donazione è rimasta stabile in questi ultimi anni: 38,1 donatori per milione di abitanti (PMP) nel
2010 e nel 2011, 38,2 nel 2012 e 2013 (i dati sono quelli del SIT, Sistema Informativo Trapianti,
del Centro Nazionale Trapianti). In Toscana si è registrata invece una decisa impennata, con 159
donatori nel 2012 e 168 nel 2013 (43,3 PMP nel 2012 e 45,7 PMP nel 2013).
TOSCAN
A
DATO
NAZIONALE
DECESSI CON
ACCERTAMEN
TO
NEUROLOGICO
78.2 pmp*
38.2 pmp
DONATORI
UTILIZZATI
35.1 pmp
18.5 pmp
PERCENTUALE
DI
OPPOSIZIONE
27,2 %
29.6 %
Anche il numero di donatori effettivamente utilizzati in Toscana è cresciuto da 114 (31 PMP) nel
2012 a 129 (35,1 PMP) nel 2013. La Lombardia, che in termini assoluti ha i dati più alti, ha
registrato comunque un calo: 233 donatori utilizzati nel 2012, 202 nel 2013.
Quanto all’attività di trapianto, a livello nazionale si è registrata una lieve flessione, caratterizzata:
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ORGANO
TOSCANA
DATO
NAZIONALE
2013
2012
2013
2012
CUORE
13
-2
219
-12
FEGATO
115
+30
997
+11
RENE
95
-8
1500
-89
POLMON
E
13
+4
141
+27
PANCRE
AS
9
-6
58
-9
Crescono, sia in Italia che in Toscana, i casi di opposizione alla donazione, anche in relazione ai flussi
di persone di etnie e religioni diversificate rispetto ai temi della donazione. La nostra Regione ha avviato,
come iniziativa pilota, per ora in tre Comuni (Firenze, Sorano e Rosignano) un programma di
collaborazione con Anci e Aido, con lo scopo di aprire degli sportelli negli uffici di anagrafe, per dare la
possibilità ai cittadini di potersi esprimere rispetto alla volontà di donare, contribuendo quindi anche ad
aumentare il livello di attenzione sul problema.
***
Il sistema regionale ha il suo punto nodale nei Coordinamenti Locali alle donazioni delle strutture
ospedaliere e aziendali le cui funzioni sono cruciali per il procurement di organi tessuti e cellule; infatti,
il Coordinamento Locale opera soprattutto nelle terapie intensive, neurorianimazioni, ma senza
escludere tutti gli altri reparti ospedalieri nei quali possono essere ricoverati potenziali donatori.
Naturalmente il Coordinatore si trova a lavorare e collaborare con tutti gli operatori sanitari,
soprattutto nella condivisione delle tematiche inerenti la donazione.
Il compito del Coordinamento Locale non si esaurisce solo col procurement, ma opera anche su altri
ambiti:
♦ la cura dei rapporti con le famiglie dei donatori sia durante il processo di donazione, sia dopo
(la relazione di aiuto non si esaurisce con la fine dell’accertamento di morte e il consenso alla
donazione);
♦ l’organizzazione di incontri di formazione, informazione e crescita culturale degli operatori
sanitari e della popolazione in materia di donazione e trapianti
Il Coordinamento Locale Donazione e Prelievo Organi e Tessuti di AOUC è composto da personale
medico, infermieristico e di supporto che coordina l’attività ospedaliera di donazione e prelievo di organi e
tessuti.
Allegato B)
Organizza l'attività di prelievo di organi e tessuti, garantendo la continuità assistenziale in tutte le aree
di attività della Azienda, applicata a tutti i casi di segnalazione e individuazione di potenziale
donatore. Svolge pertanto varie funzioni:
♦ riceve le segnalazioni dei potenziali donatori, da parte delle strutture AOUC
♦ monitora le attività di donazione e prelievo a livello aziendale
♦ raccoglie, trasmette e conserva la documentazione relativa a ciascun donatore prodotta durante
la segnalazione e la donazione/prelievo
♦ inserisce dati nel Sistema eGIT regionale del debito informativo donazione, come richiesto da
OTT e da CNT
♦ si occupa della redazione delle procedure e protocolli operativi aziendali
Il coordinamento locale si avvale della collaborazione stretta delle SOD di Rianimazione nel campo del
procurement e delle altre strutture presenti in ambito AOUC:
1.
2.
3.
4.
CRAOT – CENTRO REGIONALE ALLOCAZIONE ORGANI E TESSUTI
CENTRO TRAPIANTO RENE
CENTRO CONSERVAZIONE TESSUTI
BANCA DEL CORDONE OMBELICALE
Infine, l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi coopera in maniera costante e continua al Centro
Nazionale Trapianti per iniziative legate alla qualità e alla sicurezza del percorso donazione e
trapianto e per le iniziative formative non solo programmate a livello regionale, ma anche nazionale,
partecipando al tavolo nazionale della formazione.
6) Obiettivi del progetto:
Il tema della donazione e del trapianto è particolarmente importante nella nostra Regione e
complessivamente in tutta Italia. Oltre a ricercare il miglioramento continuo nell’ambito delle competenze
organizzative, strutturali e professionali, le strutture coinvolte nella rete nazionale e regionale sono
impegnate a sostenere tutte le iniziative volte a sviluppare e far crescere la cultura della solidarietà nella
popolazione. Il già citato esperimento pilota con alcuni comuni toscani e le iniziative di sensibilizzazione
tra tutte le fasce di popolazione sono particolarmente importanti perché volte a migliorare in questa
ottica: appare infatti necessario sviluppare ad un livello sempre più ampio la sensibilità dei cittadini nei
confronti della donazione e del trapianto, in modo da aumentare il numero dei potenziali donatori e
diminuire le opposizioni alla donazione, che come abbiamo visto sono in aumento.
In questa prospettiva, il contributo dei giovani del servizio civile può essere utilmente focalizzato su
diversi punti fondamentali delle funzioni del Coordinamento Locale. Costituiscono pertanto obiettivi
generali del progetto:
1) la diffusione della cultura della donazione e del trapianto tra la popolazione, sviluppando i
sentimenti di solidarietà storicamente presenti nella popolazione toscana;
2) l’inclusione nel sistema di solidarietà e partecipazione tipico della società toscana delle persone
provenienti da culture diverse e oggi parte integrante del territorio. Come accennato nel punto
precedente, differenti sistemi di valori possono costituire un limite allo sviluppo delle
potenzialità di donazione, come evidenzia l’aumento del numero di opposizioni registrate a
livello nazionale;
3) il rafforzamento dei rapporti con i pazienti trapiantati e con le famiglie dei donatori, come
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buona pratica, nella prospettiva di una “presa in carico” continua nel tempo sia per un pieno
recupero delle funzionalità dei trapiantati, sia per l’inclusione in un percorso di valorizzazione
dell’atto di donazione.
Nell’ambito di questi obiettivi generali, si identificano di conseguenza i seguenti obiettivi specifici:
1.a) partecipazione a incontri formativi volti a diffondere, anche grazie alle associazioni di
volontariato, la cultura della donazione e trapianto a livello della popolazione locale; l’indicatore con il
quale è misurato questo obiettivo è il seguente:
♦ Numero di incontri formativi organizzati con la partecipazione dei giovani del servizio
civile. Gli incontri verranno formalizzati e registrati dal Coordinamento Regionale OTT, che
costituisce anche elemento di verifica indiretta e trasversale del progetto
1.b) l’avvio della costituzione di una rete di collaborazione tra le diverse realtà pubbliche e
private nell’ambito delle tematiche della donazione e del trapianto; l’indicatore con il quale è misurato
questo obiettivo è il seguente:
♦ Numero di enti pubblici e privati coinvolti (almeno 15);
2.a) collaborazione con le associazioni attive nell’ambito dell’accoglienza degli stranieri per proporre
iniziative volte a diffondere la cultura della donazione e del trapianto anche in culture portatrici di
approcci diversi; l’indicatore con il quale è misurato questo obiettivo è il seguente:
♦ Numero di comunità straniere coinvolte, attraverso i loro rappresentanti, nell’ambito del
miglioramento della diffusione della cultura della donazione e del trapianto a livello regionale;
3.a) La partecipazione alla cura dei rapporti con le famiglie dei donatori che possono rivolgersi al
Coordinamento Locale dopo la donazione degli organi o tessuti, aspetto particolarmente importante e
delicato del percorso, sarà valutata in relazione alle possibilità e agli sviluppi del progetto, oltre che alle
caratteristiche individuali dei giovani. L’indicatore con il quale è misurato questo obiettivo è il seguente:
♦ Partecipazione dei giovani in servizio civile ad almeno 8 incontri specifici organizzati dalle
strutture che fanno capo al Coordinamento Locale
Nell’ambito degli obiettivi specifici, si sottolinea come il progetto si proponga come fase sperimentale:
attivato presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi e presso i Coordinamenti di Area Vasta
per un primo anno e con un numero limitato di giovani in servizio, il progetto “DONORS” si propone
anche l’obiettivo di sviluppare una serie di sinergie di sistema (con tutti i Coordinamenti Locali delle
Aziende Sanitarie, con le Associazioni di volontariato coinvolte nel percorso, con i Comuni, dando
seguito alla sperimentazione attuata nei comuni di Firenze, Sorano e Rosignano), in vista di una
successiva fase di sviluppo progettuale. Per questo motivo, anche la definizione degli indicatori per le fasi
successive costituisce un obiettivo specifico indiretto del progetto.
Infine, si sottolinea che tra gli obiettivi esplicitamente previsti dal progetto, la costruzione il
rafforzamento e il sostegno alla Rete Regionale di donazione e trapianto (nell’ambito delle linee guida
definite dalla Delibera Regionale 307/2014) assume una valenza strategica e organizzativa di grande
rilevanza.
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Definizione sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo le modalità di impiego delle risorse umane
con particolare riferimento al ruolo dei giovani in servizio civile:
I giovani inseriti nel progetto verranno utilizzati in maniera diversificata, tenuto conto anche delle
attitudini, rispetto alle competenze loro attribuite, e alle sedi operative.
In particolare, per i giovani inseriti al Centro servizi del NIC sono previste le seguenti attività:
• Supporto alla programmazione delle iniziative formative e informative promosse dalla
Regione Toscana nell’ambito della donazione e trapianto;
• Partecipazione diretta e in prima persona nelle iniziative formative e informative che
coinvolgano gli studenti delle scuole e dell’università, basandosi sul presupposto che nessuno
meglio di un coetaneo può proporre messaggi capaci di raggiungere direttamente i giovani;
• Supporto nell’ambito dell’organizzazione di incontri della rete regionale, sia per quanto
riguarda professionisti e associazioni, sia per la diffusione e il supporto delle attività
formative;
• Partecipazione e supporto agli incontri con le comunità straniere, nell’ambito del progetto
di favorire un nuovo approccio alla donazione e trapianto anche per culture non ancora
proattive a queste tematiche;
• Supporto ai professionisti nell’ambito del percorso post-trapianto, con particolare
riferimento ai pazienti trapiantati
Numero dei giovani da impiegare nel progetto (min. 2, max. 10):
4
Numero ore di servizio settimanali dei giovani (minimo 25, massimo 30):
30
Giorni di servizio a settimana dei giovani (minimo 4, massimo 6) :
5
Eventuali particolari obblighi dei giovani durante il periodo di servizio:
Flessibilità orario, disponibilità alla turnazione mattina/pomeriggio.
Nominativo operatore di progetto per singola sede(almeno uno per sede):
i. NOME E COGNOME: Brunella Giambi
Sede di attuazione del progetto
Comune
Indirizzo
SERVIZIO DI MOBILITA’
DEGENTI E BEDMENAGEMENT
Firenze
Viale San Damiano, snc – Padiglione 17
Piano di monitoraggio interno per la valutazione dei risultati di progetto:
Il piano di monitoraggio ha il fine di evidenziare in quale misura l’esperienza di Servizio civile
rappresenti per i giovani impegnati nel progetto una occasione di crescita umana e professionale e una
possibilità di acquisire nuove competenze.
Sin dall’avvio dell’esperienza quale ente ospitante i volontari del servizio Civile Nazionale e Regionale
presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi sono state poste le basi per la pianificazione e
l’esecuzione delle attività di monitoraggio dell’intero percorso dei volontari. Nei primi anni è stata prestata
specifica attenzione alla creazione e adozione di strumenti finalizzati alla rilevazione delle informazioni
necessarie alla comprensione delle dinamiche e dei problemi che potessero insorgere durante la conduzione
dei progetti di servizio civile. Contestualmente si è progressivamente sviluppata e affinata la competenza e
l’abilità in materia di tutoraggio di un gruppo di operatori direttamente impegnati sul campo nel seguire i
volontari ed ha assunto consistenza e organicità l’azione di monitoraggio interno affidata a un gruppo di
lavoro che si caratterizza per la propria azione di analisi e supporto a carattere permanente sulle
principali fasi dei progetti di Servizio Civile.
Le attività di monitoraggio all’interno di Careggi sono condotte dal Centro di riferimento Regionale sulle
Criticità Relazionali, che ha sede in Azienda, all’interno del quale afferisce un gruppo di lavoro formato
da psicologi accreditati come esperti di monitoraggio e con specifica preparazione nelle dinamiche di gruppo
e nell’analisi e risoluzione di criticità; ricoprendo anche il ruolo di formatori, essi garantiscono un contatto
costante con il gruppo dei volontari e si pongono come riferimento per l’intero percorso di progetto.
Il gruppo di lavoro comprende inoltre il Responsabile del Servizio Civile, il Coordinatore di Progetto, il
Progettista e un rappresentante degli Operatori di Progetto.
Obiettivo è ottenere informazioni utili per potenziare l’esperienza umana e professionale che i volontari
vivono, anche apportando modifiche migliorative ai progetti, e allo stesso tempo fornire un
accompagnamento del percorso in termini di opportunità di confronto sull’esperienza e analisi precoce e
risoluzione delle eventuali criticità emergenti.
Il monitoraggio utilizza modalità e strumenti diversi e si sviluppa lungo l’intero percorso del progetto. In
ciascuna delle principali fasi del progetto è prevista la raccolta di informazioni, la loro elaborazione e
valutazione, la restituzione dei risultati, l’approfondimento di eventuali difficoltà o criticità segnalate, l’
adozione di eventuali azioni per il superamento di tali difficoltà, la valutazione di replicabilità del progetto
per l’anno successivo e/o di eventuali modifiche migliorative.
Per l’accesso alla selezione e al progetto, saranno considerati i requisiti richiesti
dalla Legge 25 luglio 2006 n. 35.
Tuttavia, saranno considerati requisiti aggiuntivi il possesso della patente europea di Computer ECDL
(European Computer Driving Licence), la predisposizione ai rapporti umani e soprattutto la
disponibilità anche a turnazioni di orario. Queste caratteristiche, ad integrazione di quelle previste dalla
legge sopraindicata, consentiranno un miglior inserimento del volontari nel contesto di strutture che
privilegiano i rapporti con il pubblico.
Una buona conoscenza del PC, strumento al quale è subordinata tutta l’attività ospedalierouniversitaria (dall’accesso, al ricovero, alle liste operatorie, la prenotazioni di indagini diagnostiche etc.),
è un elemento importante dato che l’Azienda è dotata di molteplici applicativi informatici e che una
buona padronanza consentirebbe al volontario di integrare velocemente le proprie competenze con le
necessità del sistema ospedaliero. La conoscenza di tali strumenti verrà approfondita nella formazione,
ma una conoscenza di base documentata dai candidati porterà a migliori valutazioni in caso di colloquio.
La predisposizione ai rapporti umani si rende necessaria soprattutto per la natura dell’Ente: un
ospedale è un ambiente dove la relazione con il pubblico riveste caratteri del tutto particolari. La
formazione specifica si occuperà di offrire ai volontari alcuni strumenti necessari per lo svolgimento dei
progetti, ma anche in questo caso una naturale predisposizione alla disponibilità, alla pazienza,
all’ascolto e alla comprensione delle varie situazioni che oggettivamente si potranno presentare
giornalmente al volontario e la motivazione complessiva a far parte del progetto saranno valutate con
particolare attenzione. Per questo, nell’ambito della selezione, verrà utilizzato un questionario
motivazionale.
Infine, in merito alla flessibilità di orario, questa è correlata ai servizi alla persona: pur nei limiti orari
definiti dal progetto, l’articolazione del servizio terrà inevitabilmente conto della turnazione
mattina/pomeriggio.
CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI
Le competenze che i volontari acquisiranno nel corso dell’espletamento del servizio sono in primo luogo di
carattere relazionale e professionale nell’ambito dell’accoglienza e delle relazioni con il pubblico.
Al termine del periodo di servizio, ogni volontario potrà certificare, nel proprio curriculum:
- un certificato di servizio, a firma del Direttore Generale dell’Azienda OspedalieroUniversitaria Careggi, da allegare al curriculum come anno di servizio prestato nella P.A. e
utilizzabile per ottenere punteggi nei concorsi pubblici;
- una certificazione, rilasciato a firma del Direttore Generale dell’Azienda OspedalieroUniversitaria Careggi, che riconosce le competenze professionali acquisite nel corso del servizio,
con indicazione della formazione generale e specifica alla quale il volontario ha partecipato;
- una certificazione, di superamento del Corso BLSD (Basic Life SupportDefibrillation): si tratta di una certificazione formale, ottenuta tramite il rilascio di una
attestato di qualifica che si ottiene al termine di un corso e previo il superamento di un esame.
L’AOU Careggi è Provider riconosciuto dall’ IRC (Italian Resuscitation Council),
Ente terzo accreditato per la formazione per l’ottenimento della qualifica valida ai fini del
CV. Tutti i giovani in servizio civile avranno l’opportunità di frequentare il corso di BLSD.
Formazione generale dei giovani
I contenuti per la formazione generale si attengono a quanto indicato nella Legge Regionale 25 luglio
2006, n.35, nelle “Linee guida per la formazione generale dei giovani in servizio civile nazionale”
(Decreto n. 160/2013 Capo del Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale del
19/07/2013) e alle nuove opportunità proposte dalle Politiche Giovanili della Regione Toscana.
Obiettivo della formazione generale saranno le caratteristiche e l’ordinamento del servizio civile: i
principi fondamentali, gli ordinamenti e la storia dell’obiezione di coscienza; la difesa della Patria con
mezzi non violenti come diritto/dovere costituzionale; i diritti umani; la cittadinanza attiva, i diritti e i
doveri dei volontari; la partecipazione attiva alla vita della società civile nelle sue diverse forme.
Uno degli obiettivi della formazione generale è anche il favorire il lavoro in rete, la conoscenza e la
collaborazione fra giovani in servizio civile che prestano servizio in sedi o per progetti diversi. L’esigenza
di effettuare momenti di formazione congiunta tra i partecipanti ai diversi progetti attivati presso
l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi è, tra l’altro, una esigenza emersa tra gli stessi giovani,
così come emerso nel monitoraggio dei progetti nei primi anni. Questa scelta permette di fornire ad i
giovani delle conoscenze di base per poter leggere situazioni che, anche se non legate al progetto di servizio
civile, interessano l’ente dove si trova a svolgere il suo anno di servizio civile e più in generale la loro
crescita come cittadini attivi.
L’obiettivo principale della formazione generale è proprio quello di rendere i giovani in servizio civile
consapevoli del loro ruolo di cittadini e delle attività da svolgere per raggiungere il risultato di formarli
quali cittadini solidali.
Contenuti:
• Il valore educativo dell’esperienza di Servizio Civile;
• Cittadinanza attiva – Politiche Giovanili della Regione Toscana;
• Legislazione Regionale del Servizio Civile e Regolamento di Attuazione;
• Dall’obiezione di coscienza al Servizio Civile;
• Il dovere di difesa della Patria -Difesa Civile Non Armata e Nonviolenta;
• I progetti di Servizio Civile Regionale: l’importanza dei ruoli;
• Identità del gruppo in formazione – Gestione dei conflitti;
•
•
•
•
•
Associazionismo e volontariato – Solidarietà e forme di cittadinanze;
Il monitoraggio nel percorso del servizio civile;
Volontari in servizio civile: diritti e doveri;
Elementi di Protezione Civile;
Elementi di organizzazione e conoscenza dell’Ente
La durata della Formazione Generale ammonta complessivamente a 45 ore.
Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei giovani
Contenuti della formazione:
Nel proporre i contenuti della formazione, è stato previsto che:
1. durante le lezioni frontali, tenute in aula con l’utilizzo di video-proiettore, verranno distribuite
dispense e raccolte di documenti. Tali documenti verranno diffusi in forma digitale sul sito
internet, che avrà anche la funzione di raccogliere e diffondere il materiale didattico per i
volontari;
2. per i periodici incontri di verifica e monitoraggio della formazione, previsti sia dal piano di
monitoraggio del progetto, sia dal monitoraggio del piano della formazione, verranno
predisposti modulistiche e questionari utili alla valorizzazione delle esperienze di ogni
volontario;
3. utilizzo dei role-play, un particolare tipo di esercitazione che richiede ai partecipanti di svolgere,
per un tempo limitato, utili per sviluppare soprattutto le competenze relazionali, sono di per sé
una metodologia capace di interiorizzare competenze attraverso l’esperienza;
In particolare verranno proposti i seguenti moduli formativi
Modulo A: Aspetti relazionali: 12 ore
Corso base sulla comunicazione (4 ore);
Comunicazione e relazioni con l’utente (4 ore);
URP e tutela del cittadino: le funzioni di front office (4 ore)
Modulo B: Aspetti professionali: 18 ore
Contratti e normativa servizio civile regionale (3 ore)
L’organizzazione di AOUC (3 ore);
Normativa in campo sanitario (3 ore);
La privacy in sanità (3 ore);
Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro (6 ore)
Modulo C: Aspetti tecnici: 10 ore
Portale AOUCareggi : La rete intranet aziendale (2 ore)
Applicativi Informatici specifici aziendali: BOOK, Elefante on the web, HIS CAREGGI,
FIRST AID (8 ore)
Modulo D: Aspetti tecnico Sanitari: 10 ore
Tessera Sanitaria e Fascicolo Elettronico Sanitario (2 ore);
BLSD Basic Life Support Defibrillation di primo livello (8 ore)
Tirocinio: 30 ore
Simulazioni off-line (10 ore)
Tirocinio con affiancamento di operatore (10 ore)
Inserimento in gruppo di lavoro (10 ore)
La durata complessiva della formazione specifica è di 80 ore