scarica - Banca Intermobiliare

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WeeklyNews
A cura della Direzione Advisory di Bim, Banca Intermobiliare di Investimenti e Gestioni.
11 marzo 2014
Bim, Banca Intermobiliare di Investimenti e Gestioni, è leader tra le società italiane specializzate nelle attività di private banking.
Quotata alla Borsa Italiana dal 1991, fa parte del Gruppo Bancario Veneto Banca.
Banca Intermobiliare ha 14 miliardi di euro di patrimoni amministrati e gestiti, circa 900 dipendenti ed è presente nelle
principali città italiane con 29 filiali e 200 Private Bankers con esperienza pluriennale nell'ambito della consulenza finanziaria.
Banca Intermobiliare controlla, tra l’altro, Symphonia sgr - società leader in Italia nella gestione di portafoglio - e Banca IPIBI
Financial Advisory S.p.A.
WeeklyNews
11 marzo 2014
Il Punto
La reazione delle Borse alla crisi ucraina sottolinea ancora una volta la forza del trend: lo S&P500
ha corretto per mezza seduta, salvo poi far segnare nuovi massimi il giorno successivo senza che
lo scenario evidenziasse alcuna concreta novità in positivo.
Al tempo stesso questo comportamento degli operatori, sostanzialmente incuranti anche delle
improvvise novità negative, alimenta i timori sulla formazione in atto di una “bolla” speculativa,
con i conseguenti rischi sulla tenuta dei mercati su un arco temporale di medio termine. A questo
proposito, in una recente intervista Alan Greenspan ha dichiarato che le “bolle” sono inevitabili e
che la condizione necessaria, e probabilmente sufficiente, per la creazione di una “bolla” è un
lungo periodo di stabilità economica, con bassa inflazione.
Per quanto già agli attuali livelli le Borse non possano essere considerate a buon mercato
(qualsiasi sia la metrica di valutazione adottata, che sia il P/E di Shiller piuttosto che la Q di Tobin,
la conclusione non cambia), riteniamo che permanga un ulteriore spazio di rialzo prima che si
possa configurare la creazione di una “bolla”, anche perché:
- gli utili sono destinati ancora a crescere ad un buon tasso;
- la politica monetaria continuerà ad essere di supporto.
Ribadiamo, pertanto, l’approccio costruttivo ai mercati azionari, ma al contempo riteniamo che
non debba essere trascurato il fatto che, dopo il prolungato periodo di rialzo e soprattutto con
l’elevato grado di compiacenza verso l’investimento azionario, aumenta il livello di vulnerabilità
delle Borse. Di conseguenza, occorre monitorare con attenzione le variabili che potrebbero
potenzialmente fare deragliare il positivo trend in atto ed a questo proposito riteniamo se ne
possano individuare tre:
- l’escalation delle tensioni geopolitiche;
- la mancata accelerazione dell’economia americana;
- l’hard landing dell’economia cinese.
La situazione in Ucraina resta delicata: il rischio di una guerra civile è concreto, anche se venisse
raggiunto un accordo tra Washington, Bruxelles e Mosca. Un conflitto confinato all’Ucraina
avrebbe impatti limitati sulla situazione economica globale, ben diverso da uno scenario
che degenerasse nella contrapposizione tra Russia e NATO. Resta il fatto che in questa
fase non è interesse di nessuno (in primis la Russia che ha una situazione economica
tutt’altro che brillante) arrivare ad una escalation della crisi internazionale, per quanto la
storia insegni che sulle questioni geopolitiche non sempre prevalga la soluzione più logica
e l’interesse comune.
Con riferimento all’economia americana stiamo attraversando una fase di vuoto di
giudizio, che potrebbe ancora durare alcuni mesi (infatti, sino alla fine del mese in corso
l’attività economica potrebbe essere condizionata dalle negative condizioni meteo,
mentre al contrario i dati dei mesi successivi potrebbero essere viziati in positivo da un
fisiologico rimbalzo dell’economia). E’ quindi possibile che il giudizio finale sullo stato
dell’economia americana non possa essere fornito prima di giugno, nel frattempo comunque il
mercato sta chiaramente sposando lo scenario dell’accelerazione.
Se le prime due variabili al momento non sembrano destare particolare preoccupazione la
questione cinese rappresenta probabilmente l’incognita maggiore:
- vi sono i dubbi sulla tenuta delle crescita economica e non sono stati di aiuto gli ultimi dati
sulla bilancia commerciale di febbraio, con la forte flessione delle esportazioni (per quanto i
dati in prossimità del capodanno lunare rischiano di essere poco significativi);
- permane l’incertezza sulla tenuta del sistema finanziario: il primo default di un bond onshore
non ha generato reazioni disordinate, ma la situazione sul segmento della “shadow banking”
resta delicata; tra l’altro, la debolezza del Renminbi potrebbe generare ulteriori squilibri
considerando che il mondo corporate cinese si è finanziato molto in dollari USA.
Resta il fatto che i vertici politici del paese, riuniti nel Congresso del Partito Comunista, hanno
ribadito un obiettivo di crescita del PIL del 7.5% e va detto che sinora i policy makers si sono
dimostrati decisamente affidabili nel centrare i target.
A cura della Direzione Advisory di BIM, Banca Intermobiliare di Investimenti e Gestioni – [email protected]
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11 marzo 2014
Europa
Positivi i dati sulla produzione industriale di gennaio, soprattutto in Italia e Germania.
Il sistema industriale tedesco ha visto la produzione aumentare dello 0,8% mese su
mese, in linea con le attese, e una revisione del dato di dicembre di 7 decimi (+0,1%
m/m da -0,6% m/m); si tratta del terzo mese consecutivo di progresso, con un
contributo importante del settore costruzioni (+4%) che ha beneficiato del clima
favorevole. Positivi nel mese anche gli ordini all’industria, in progresso dell’1,2% rispetto
a dicembre con un contributo sia dagli ordini domestici (+1,6%) che da quelli esteri
(+1%).
Sopra le attese i dati della produzione industriale italiana, che ha iniziato il 2014 con
una crescita dell’1% m/m nonostante il contributo negativo del settore energetico,
penalizzato dal clima più mite della media; è un dato incoraggiante, che conferma come
il punto di minimo sia alle spalle e l’economia nostrana si avvii lentamente alla ripresa
verso gli ancora lontani picchi pre crisi.
In Francia il dato sulla produzione industriale è stato negativo, -0,2% m/m, ma
principalmente a causa della componente energetica (-5,6%) che ha controbilanciato il
+0,7% m/m della componente manifatturiera.
La lettura finale del PMI composito di febbraio ha visto una sensibile revisione al rialzo
rispetto alla stima preliminare, 53,3 da 52,7, grazie al miglioramento della componente
servizi; il PMI servizi area Euro è stato rivisto al rialzo di quasi un punto a 52,6, con un
contributo positivo dalla seconda lettura sia del PMI servizi tedesco (55,9 da 55,4 della
prima stima) che di quello francese (+3 decimi a 47,2), e un netto miglioramento, molto
superiore alle attese, del PMI servizi italiano, uscito a 52,9 da 49,4.
Questi livelli di PMI sono in linea con una crescita dell’eurozona dello 0,3% t/t nel
1Q2014, in linea con il 4Q. A proposito del Pil di fine 2013, la crescita è stata confermata
a +0,3% t/t in seconda lettura; i dettagli del dato hanno evidenziato un miglior
contributo, rispetto alle attese, degli investimenti e delle esportazioni nette, che hanno
controbilanciato la dinamica deludente dei consumi.
Il dato generale area Euro sulle vendite al dettaglio di gennaio si è attestato su un
migliore delle attese +1,6 m/m. Importante a livello di paesi il contributo della Germania
(+2,5% m/m), ma si sono viste variazioni positive in quasi tutti gli Stati dell’Eurozona.
In crescita la fiducia degli investitori a marzo, 13,9 da 13,3, con un andamento diverso,
però, tra la componente situazione corrente (+3 punti a 4,8) e la componente
aspettative (-2 punti a 23,5).
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11 marzo 2014
Stati Uniti
Le richieste di nuovi sussidi di disoccupazione sono tornate verso i minimi di fine 2013
nell’ultima settimana, a 323 mila unità; il calo è stato forte soprattutto nelle regioni
colpite dal maltempo nelle scorse settimane.
L’Employment report di febbraio ha sorpreso positivamente, soprattutto considerando
che nei giorni precedenti la stima ADP (+139 k vs +155 k attesi) e la componente lavoro
dell’indice ISM manifatturiero (47,5 da 56,4) avevano fortemente deluso: nell’ultimo
mese i nuovi occupati sono stati 175 mila, circa 25 mila in più delle attese. In aumento di
un decimo il tasso di disoccupazione, al 6,7% (la divergenza è dovuta al fatto che la
disoccupazione è calcolata con un’indagine presso le famiglie).
Un segnale positivo, invece, è arrivato dall’aumento dello 0,4% m/m dei salari, a
testimonianza del miglioramento del mercato del lavoro.
Il deficit della bilancia commerciale è rimasto stabile a gennaio a 39,1 mld $, con una
variazione uguale (+0,6% m/m) sia per le importazioni che per l’export.
Dopo le buone indicazioni dell’indice manifatturiero, l’ISM non manifatturiero di
febbraio ha deluso le attese, con un calo di oltre 2 punti a 51,6. Sul dato ha pesato,
come appena citato, la componente occupazionale, in forte calo (probabilmente ancora
a causa del clima): l’employment report di febbraio, però, ha come visto fugato i dubbi
sull’andamento del mercato del lavoro nell’ultimo mese.
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11 marzo 2014
Legenda
EBITDA
EBIT
EV
(enterprise value)
Dividend yield
Embedded Value
P/E
(price/eps)
CAGR
(compound annual
growth rate)
Book Value
P/BV
PFN e IFN
Core
Tier 1
Solvency ratio
SOP
(sum of parts somma delle parti)
NAV
(net asset value)
Buy back
VIX
Margine operativo lordo, vale a dire il risultato del gruppo prima degli ammortamenti e
accantonamenti, della gestione finanziaria e delle imposte.
Reddito operativo, vale a dire il risultato del gruppo prima della gestione finanziaria e delle
imposte.
Somma della capitalizzazione di mercato e dell’indebitamento finanziario netto.
Tale dato viene impiegato nel calcolare i multipli EV/Sales, EV/EBITDA e EV/EBIT.
Rapporto tra il dividendo annuo e il prezzo in chiusura dell’anno dell’azione.
È un indicatore del rendimento immediato.
È la somma tra il patrimonio netto rettificato ed il valore del portafoglio in essere.
È un elemento centrale per stimare il valore di una compagnia vita, vi è escluso il valore
attribuito alle nuove vendite previste per il futuro.
Rapporto tra prezzo e utile per azione
(dove quest’ultimo può essere indicato come eps - earnings per share)
Tasso di crescita medio annuo, serve a smorzare l’effetto di volatilità dei rendimenti periodici
Il patrimonio netto (mezzi propri) della società. L’eventuale specificazione “tangible” sta a
indicare che il dato è rettificato (in diminuzione) degli avviamenti presenti in bilancio e di
eventuali altre poste immateriali.
Rapporto tra il prezzo e il patrimonio netto della società. Serve per avere un’idea immediata
di quanto il mercato valuta il patrimonio netto di un’azienda.
Sono rispettivamente la posizione e l’indebitamento finanziario netto.
Misura della solidità patrimoniale delle banche, determinata come rapporto tra patrimonio
netto rettificato (prevalentemente degli avviamenti) e RWA (risk weighted assets), le attività
ponderate per il rischio.
Il rapporto preso a riferimento dall’autorità di vigilanza per verificare i livelli minimi di
patrimonializzazione delle compagnie assicurative.
Metodo di valutazione solitamente impiegato per la valorizzazione dei gruppi conglomerati,
che prevede la somma delle singole business units (valutate indipendentemente) al netto
delle voci negative di bilancio (indebitamento, fondi pensioni, fondi rischi-spese, etc).
Metodo di valutazione solitamente impiegato per la valorizzazione delle holdings, che
prevede la rettifica della patrimonio netto con le plusvalenze/minusvalenze latenti sulle
partecipazioni detenute.
Operazione realtiva all’acquisto di azioni proprie
Indice che misura la volatilità implicita nelle opzioni dell’indice S&P500.
Asset Swap
Spread
Rendimento differenziale in basis points dell’emissione rispetto al corrispondente
rendimento sulla curva dei tassi swap. L’Asset Swap Spread è un indicatore immediato della
percezione del rischio sulla singola obbligazione: tanto più alto è lo spread tanto più basso è
il suo rating implicito.
ITRAXX Europe
Appartiene alla famiglia degli indici standardizzati del credito ITRAXX creati e gestiti dalla
International Index Company. L’indice Itraxx Europe è costituito dai CDS di 125 emittenti
europei investment grade maggiormente liquidi (i componenti sono equi pesati). Vi sono due
differenti indici per i CDS a 5 ed a 10 anni; sono disponibili anche sub indici settoriali.
ITRAXX Crossover
CDS
(Credit Default
Swap)
Composto dai CDS di 50 emittenti europei sub investment grade maggiormente liquidi. Vi
sono due differenti indici per i CDS a 5 ed a 10 anni.
Costo della protezione in basis point per coprirsi contro il rischio di default di un determinato
emittente. Il costo si intende annuo. Può essere utilizzato come hedging di una posizione in
portafoglio o può assumere un’ottica speculativa. Tutti gli scambi avvengono OTC. Il CDS a 5
anni è quello standard (più liquido), ma è possibile ottenere quotazioni per tutta la curva.
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11 marzo 2014
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08/06/1992 cod. n. 5035.1) e soggetta ad attività di direzione e coordinamento di Veneto
Banca S.c.p.a.
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