scarica - Banca Intermobiliare

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WeeklyNews
A cura della Direzione Advisory di Bim, Banca Intermobiliare di Investimenti e Gestioni.
17 giugno 2014
Bim, Banca Intermobiliare di Investimenti e Gestioni, è leader tra le società italiane specializzate nelle attività di private banking.
Quotata alla Borsa Italiana dal 1991, fa parte del Gruppo Bancario Veneto Banca.
Banca Intermobiliare ha 14 miliardi di euro di patrimoni amministrati e gestiti, circa 900 dipendenti ed è presente nelle
principali città italiane con 29 filiali e 200 Private Bankers con esperienza pluriennale nell'ambito della consulenza finanziaria.
Banca Intermobiliare controlla, tra l’altro, Symphonia sgr - società leader in Italia nella gestione di portafoglio - e Banca IPIBI
Financial Advisory S.p.A.
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17 giugno 2014
Il Punto
L’analisi dei mercati deve partire da un presupposto: dopo anni di politiche monetarie
estremamente espansive che per definizione favoriscono l’asset inflation sia i mercati
azionari, sia i mercati obbligazionari si presentano entrambi decisamente ben valutati, se
non sopravvalutati.
Partendo dai mercati azionari, sono soprattutto le Borse “core” a presentare valutazioni
piuttosto piene sui fondamentali: l’indice di riferimento a livello mondiale, l’S&P500,
presenta un P/E forward di 15.6, un livello certamente non basso. Tra l’altro, va tenuto
presente che il P/E forward (basato sugli utili dei prossimi 12 mesi) è fortemente influenzato
dalla specifica fase del ciclo ed a questo proposito si deve considerare che i margini
reddituali e gli utili americani si collocano su livelli record.
Prendendo in considerazioni misure di valutazione di lungo termine dei mercati (P/E di
Shiller, il rapporto tra Prezzo e gli Utili di picco, il P/Sales, il rapporto tra Market Cap e PIL, la
Q di Tobin) emergono ancora più chiaramente segnali di sopravvalutazione (seppure non
estrema) per l’S&P500, mentre i mercati europei si avvicinano (seppure con delle sensibili
differenze tra le varie Borse) al Fair Value.
Per certi versi la situazione risulta ancora più complicata sul fronte obbligazionario:
- il rendimento del Governativo americano si trova sulla fascia bassa dell’ampio
trading range che sta disegnando da un anno a questa parte;
- il rendimento del Bund è prossimo ai minimi storici;
- gli spread dei Governativi periferici sono estremamente compressi, con i rendimenti
che hanno rotto i minimi assoluti per Italia e Spagna;
- gli spread del comparto corporate sono anch’essi decisamente contenuti e prossimi
ai minimi (soprattutto negli Stati Uniti).
Questo paradigma valutativo va interpretato in relazione alla situazione macroeconomica
che nel nostro scenario base prevede:
- una economia in progressivo miglioramento;
- Banche Centrali ancora supportive, anche se l’attore principale, la FED, dovrebbe
proseguire, seppure in modo graduale, nel percorso di rientro dalla politica monetaria
super accomodante.
In questo contesto confermiamo l’approccio costruttivo sull’equity, che, al di là delle
valutazioni, dovrebbe beneficiare del miglioramento dell’economia, in uno scenario di tassi
comunque non alti, per quanto i livelli valutativi sopra descritti, l’elevato livello di
compiacenza ed i crescenti rischi geopolitici impongano una certa prudenza sul breve
termine. Anche perché se la prima fase di rialzo dei rendimenti obbligazionari non
determina usualmente una inversione del movimento di rialzo delle Borse, ne aumenta però
la volatilità (possibilità di correzioni anche brusche in un trend di medio termine che resta
positivo).
Considerata la fase del ciclo, soprattutto quello americano, ed i livelli valutativi (cioè i
rendimenti e gli spread sopracitati) è invece opportuno un atteggiamento decisamente più
prudente sul fronte obbligazionario sia in termini di duration che con riferimento
all’esposizione sugli strumenti a spread.
Un passaggio importante per l’evoluzione di breve termine, soprattutto del comparto
obbligazionario, lo si potrebbe avere domani con la riunione della FED, da cui emergerà un
update sulla ripresa dell’economia americana e, di conseguenza, sulle prossime mosse di
politica monetaria, anche se il consensus degli operatori non si attende che la Yellen
introduca già in questo FOMC particolari novità sul fronte del rientro dalla politica espansiva.
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Europa
Dopo il calo del mese precedente, la produzione industriale di aprile è salita sopra le
attese (+0,8% m/m) con contributi tutti positivi di Germania (+0,4% m/m), Francia
(+0,3% m/m) e Italia (+0,7% m/m).
In Francia sono rimasti invariati per il secondo mese consecutivo i prezzi al consumo a
maggio. L’inflazione è rimasta quindi ferma al livello del mese precedente (0,7% per
l’indice nazionale, 0,8% per quello armonizzato).
Le seconde letture dei prezzi al consumo di maggio per la Germania e l’Italia hanno
confermato per entrambe le stime preliminari (Germania 0,9% dal precedente 1,3%,
Italia 0,5% dal precedente 0,6%).
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Stati Uniti
In leggera risalita le richieste di sussidi di disoccupazione, +5 mila a 317 mila unità. Dati
coerenti con una creazione di posti di lavoro superiore ai 200 mila posti al mese.
Le vendite al dettaglio a maggio sono aumentate meno del previsto (+0,3% m/m
rispetto al consensus +0,6% m/m). Il dato del mese precedente è stato tuttavia rivisto
verso l’alto (+0,5% m/m da +0,1% m/m) e nel complesso l’analisi dello spacccato è
positivo.
I prezzi all’importazione a maggio sono aumentati dello 0,1% m/m (consensus +0,2%
m/m). Al netto del petrolio i prezzi sono calati dello 0,1%.
L’indice dei prezzi alla produzione a maggio ha sorpreso verso il basso (-0,2% m/m per
l’indice totale e -0,1% m/m per quello core) dopo due mesi di aumenti significativi.
La fiducia dei consumatori rilevata dall’Università del Michigan a giugno è calata
leggermente (81,2 contro attese di consenso per un rialzo a 83) principalmente a causa
di una correzione della componente aspettative.
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17 giugno 2014
Legenda
EBITDA
EBIT
EV
(enterprise value)
Dividend yield
Embedded Value
P/E
(price/eps)
CAGR
(compound annual
growth rate)
Book Value
P/BV
PFN e IFN
Core
Tier 1
Solvency ratio
SOP
(sum of parts somma delle parti)
NAV
(net asset value)
Buy back
VIX
Margine operativo lordo, vale a dire il risultato del gruppo prima degli ammortamenti e
accantonamenti, della gestione finanziaria e delle imposte.
Reddito operativo, vale a dire il risultato del gruppo prima della gestione finanziaria e delle
imposte.
Somma della capitalizzazione di mercato e dell’indebitamento finanziario netto.
Tale dato viene impiegato nel calcolare i multipli EV/Sales, EV/EBITDA e EV/EBIT.
Rapporto tra il dividendo annuo e il prezzo in chiusura dell’anno dell’azione.
È un indicatore del rendimento immediato.
È la somma tra il patrimonio netto rettificato ed il valore del portafoglio in essere.
È un elemento centrale per stimare il valore di una compagnia vita, vi è escluso il valore
attribuito alle nuove vendite previste per il futuro.
Rapporto tra prezzo e utile per azione
(dove quest’ultimo può essere indicato come eps - earnings per share)
Tasso di crescita medio annuo, serve a smorzare l’effetto di volatilità dei rendimenti periodici
Il patrimonio netto (mezzi propri) della società. L’eventuale specificazione “tangible” sta a
indicare che il dato è rettificato (in diminuzione) degli avviamenti presenti in bilancio e di
eventuali altre poste immateriali.
Rapporto tra il prezzo e il patrimonio netto della società. Serve per avere un’idea immediata
di quanto il mercato valuta il patrimonio netto di un’azienda.
Sono rispettivamente la posizione e l’indebitamento finanziario netto.
Misura della solidità patrimoniale delle banche, determinata come rapporto tra patrimonio
netto rettificato (prevalentemente degli avviamenti) e RWA (risk weighted assets), le attività
ponderate per il rischio.
Il rapporto preso a riferimento dall’autorità di vigilanza per verificare i livelli minimi di
patrimonializzazione delle compagnie assicurative.
Metodo di valutazione solitamente impiegato per la valorizzazione dei gruppi conglomerati,
che prevede la somma delle singole business units (valutate indipendentemente) al netto
delle voci negative di bilancio (indebitamento, fondi pensioni, fondi rischi-spese, etc).
Metodo di valutazione solitamente impiegato per la valorizzazione delle holdings, che
prevede la rettifica della patrimonio netto con le plusvalenze/minusvalenze latenti sulle
partecipazioni detenute.
Operazione realtiva all’acquisto di azioni proprie
Indice che misura la volatilità implicita nelle opzioni dell’indice S&P500.
Asset Swap
Spread
Rendimento differenziale in basis points dell’emissione rispetto al corrispondente
rendimento sulla curva dei tassi swap. L’Asset Swap Spread è un indicatore immediato della
percezione del rischio sulla singola obbligazione: tanto più alto è lo spread tanto più basso è
il suo rating implicito.
ITRAXX Europe
Appartiene alla famiglia degli indici standardizzati del credito ITRAXX creati e gestiti dalla
International Index Company. L’indice Itraxx Europe è costituito dai CDS di 125 emittenti
europei investment grade maggiormente liquidi (i componenti sono equi pesati). Vi sono due
differenti indici per i CDS a 5 ed a 10 anni; sono disponibili anche sub indici settoriali.
ITRAXX Crossover
CDS
(Credit Default
Swap)
Composto dai CDS di 50 emittenti europei sub investment grade maggiormente liquidi. Vi
sono due differenti indici per i CDS a 5 ed a 10 anni.
Costo della protezione in basis point per coprirsi contro il rischio di default di un determinato
emittente. Il costo si intende annuo. Può essere utilizzato come hedging di una posizione in
portafoglio o può assumere un’ottica speculativa. Tutti gli scambi avvengono OTC. Il CDS a 5
anni è quello standard (più liquido), ma è possibile ottenere quotazioni per tutta la curva.
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17 giugno 2014
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600548
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Adesione al Fondo Nazionale di Garanzia e al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi;
Appartenenza al Gruppo Bancario Veneto Banca (iscritto all’Albo dei gruppi bancari in data
08/06/1992 cod. n. 5035.1) e soggetta ad attività di direzione e coordinamento di Veneto
Banca S.c.p.a.
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