Programma di sala

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Programma di sala
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Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, 2010
A cura dell’Ufficio stampa, comunicazione e promozione
Coincidenze e citazioni a cura di Giulia Bassi
Fonti delle citazioni: Alfred Brendel, “Io e Haydn”, intervento tenuto al Conservatorio di Milano, 23 maggio 2009;
Ferruccio Busoni, Lo sguardo lieto, il Saggiatore 1977; Harold C. Schonberg I Grandi Musicisti, Mondadori 1972;
Richard Strauss, Dirigere Mozart, EDT 1991; Dino Villatico, Haydn, la civiltà della Sonata in Musica e Dossier n.
40, maggio 1990, Giunti.
L’editore si dichiara pienamente disponibile a regolare le eventuali spettanze relative a diritti di riproduzione per le immagini e i testi di cui non sia stato possibile reperire la fonte.
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Teatro Municipale Valli
31 gennaio 2010 ore 20,30
Raminta Šerkšnytė
Midsummer Song, per orchestra d’archi e percussioni (2009)
Wolfgang Amadeus Mozart
Concerto per violino e orchestra in re maggiore K 211
Allegro moderato
Andante
Rondò: Allegro
Georgs Pelecis
Flowering Jasmin, per violino, vibrafono e archi (2007)
(intervallo)
Joseph Haydn
Concerto per pianoforte e violino in fa maggiore Hob. XVIII:6
Allegro moderato
Largo
Presto
Concerto per pianoforte e orchestra in re maggiore Hob. XVIII:11
Vivace
Un poco adagio
Rondò all’Ungarese: Allegro assai
Kremerata Baltica
Gidon Kremer direttore e violino solista
Khatia Buniatishvili pianoforte
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Notizie
Georgs Pelecis
Nato a Riga nel 1947, ha studiato composizione nella classe di Aram Khachaturjan nel Conservatorio Ciaikovskij di Mosca, oltre che alle università
di Oxford (1995, Corpus Christi College) e Cambridge (1997, Gonville and Caius College). Come musicologo, è autore di saggi su Johannes
Ockeghem e Palestrina, sulla musica rinascimentale, barocca e su compositori lettoni.
Insegna all’Accademia di musica lettone dal 1990, ed è stato il primo
presidente del Centro per la Musica Antica di Riga. La sua opera è basata
su un linguaggio diatonico, chiaramente nei confini del sistema tonale.
Raminta Šerkšnytė
Nata nel 1975, ha studiato pianoforte con Rymante Šerkšnytė, e composizione al Conservatorio “J. Naujalis” di Kaunas. Tra 1994 e 2000 ha studiato
composizione all’Accademia Musicale Lituana con Osvaldas Balakauskas.
La sua opera usa una lingua che mescola elementi neoromantici, minimalismo, jazz, folk e avanguardia: sono pezzi caratterizzati da un clima meditativo (Aurei Regina Caeli, 1996) o da un’espressività drammatica (De
profundis, 1998, Iceberg, 2000), o da un’immagine della natura (Oriental
Elegy, 2002/2003, Mountains in the Mist, 2005, Almond Blossom, 2006).
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White Room
di Luana Salvarani
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Qualcuno ricorda l’epoca di Arvo Pärt? Si era in piena crisi identitaria
della musica occidentale, una ventina d’anni fa. Le scuole e i concorsi
di Composizione si attenevano, chi più chi meno, all’ortodossia linguistica dell’avanguardia (una certa tendenza alla dissonanza, il “passo”
formale breve, nessuna ripetizione tematica riconoscibile, da quando
era passata di moda anche la serialità), fàttasi conservazione e accademia; solo il gran Stockhausen rimaneva in grado di stupire l’ascolto e
la mente, di gestire il teatro e le grandi forme; mentre fuori, la grande
onda del minimalismo Made in USA conquistava terreni nuovi, generalizzava la marimba e il la minore, offriva fertili terreni di scambio con
le musiche che ci si ostina a chiamare “popolari”, risignificava il tempo, legittimava l’ascolto nella durata. Ma mentre oltreoceano andava
nascendo il mondo sonoro di oggi (che annida e nasconde, tra immagini ed elaborazioni multimediali, la “vera” nuova musica) l’Europa
non recepiva. La nostra civiltà non era (forse non è ancora) pronta
né per l’afflato prometeico-rivoluzionario dell’avanguardia, né per la
chiarezza materialistica e il fiero disincanto della Minimal music: entrambe senza trascendenza, coscientemente collocate nell’ambito degli
strumenti umani. Tirava aria di risacralizzazione dell’evento sonoro;
cattedrali romaniche con processioni accompagnate dal cantus firmus
ambivano a sostituire le stanze bianche delle sperimentazioni, ma soprattutto contrapporsi, anche ideologicamente, ai centri commerciali
con musica di sottofondo (musica che poi, viceversa, è finita da sola,
per mera legge di mercato). Qualcosa doveva pur sostituire il rito, tutto europeo e storicizzato, del concerto e del teatro di tradizione.
Così entra in scena Arvo, con la sua barba sacerdotale, uno stile compatto e coerente fin dalle scelte d’immagine, e un talento addirittura
spaventoso per il suono del coro. Quel tanto di paccottiglia che lo
circondava non deve far perdere di vista la funzione epocale di quelle
musiche. Pärt coglieva in poche mosse i punti linguisticamente deboli dell’avanguardia: il timbro per lo più sottile, fragile, bisognoso di
troppe cautele ambientali per essere assaporato; la vocalità stentata e
inutilmente complessa; l’infittirsi e il complicarsi paradossale del codice di notazione, con il conseguente confinarsi della pratica musicale
a circoli ristrettissimi di professionisti specializzati; tutti problemi che
l’elettronica do-it-yourself andava risolvendo per altra via e per conto
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suo. Ma, solo una ventina d’anni fa, non esisteva in realtà niente di
simile al Miserere di Pärt. La musica baltica conquistava l’Occidente.
Si pensava meno, si rinunciava agli strumenti più affilati dello spirito
critico, ma, almeno, si smetteva di discutere se una certa nota fosse di
destra o di sinistra.
Oggi, la musica baltica vive. Ha perso i tratti di militanza anti-avanguardista, spiritualista e parasciamanica che caratterizzarono il suo affermarsi iniziale: al di là delle dichiarazioni degli autori, la realtà del
fatto sonoro è libera, indipendente da una funzione o da un messaggio.
La tendenza neo-tonale è finalmente approdata a un vero e proprio stile, che recupera e rielabora succhi modali e folklorici, e che in termini
storici potremmo definire un prolungamento della funzione-Bartók.
La passione per il simbolismo climatico e naturale si è risolta in ricerca
sul timbro capace di produrre autentiche rivelazioni sonore. Soprattutto nella musica strumentale, come nel programma di stasera, che
associa strumenti a percussioni e ad arco.
La sintesi sonora di archi e percussioni, sia intonate che non intonate,
è un mito esotico, per la musica occidentale, fin dai tempi delle sperimentazioni orchestrali di Claude Debussy; ha trovato un colore contemporaneo nella musica spettrale di Dusapin e Grisey (di Gérard Grisey la giovane Raminta Šerkšnytė ha ereditato, se non il linguaggio, la
poetica: eredità evidente in titoli come Vortex o Idée fixe). Nella musica
baltica, archi e percussioni sono un impasto “naturale”, forse suggerito
da tradizioni musicali nordiche di cui non sapremmo documentare
l’esistenza. E si trasformano plasticamente in musica che non teme di
farsi suggestiva o descrittiva, che utilizza la polifonia per creare spessore e non complessità dialettica di linee, né sbalzo prospettico di piani.
Nella musica di Georgs Pelecis, studioso di Ockeghem e Palestrina,
la polifonia è uno strumento compositivo essenziale, costitutivo. Proponiamo qui un difficile, ma interessante esercizio al gentile Lettore:
cercare di intuire, con un ascolto concentrato, come Pelecis “sente” la
polifonia; nel senso di cercare di immaginare se il blu o il rosso, che
vede Pelecis, sia uguale al blu o al rosso che vediamo noi. I risultati
possono essere sorprendenti. L’indipendenza, la personalità delle singole linee e il loro rapporto dialettico — caratteristiche fondanti del
linguaggio polifonico — non ha alcuna importanza nella sua musica.
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Mozart
Mi dispiace vedere che lei fa più affidamento sui pettegolezzi e le sciocchezze di altre
persone che non su di me e che, anzi, non ha alcuna fiducia in me. Le garantisco però
che questo non mi turba; che scrivano pure fino a diventare ciechi e lei creda pure loro,
se così le piace, ma io non cambierò di un capello.
Mozart al padre
Insieme all’indovinello Mozart ti porge la soluzione. Le sue misure sono sorprendentemente esatte, ma si lasciano misurare e calcolare. È pieno di temperamento senza
alcun nervosismo - idealista senza diventare immateriale, realista senza bruttezza. Non
è demoniaco né trascendentale; il suo regno è di questa terra. È il numero finito e
perfetto, la somma tratta, una conclusione, non un principio. È giovane come un
giovinetto e saggio come un vecchio - non mai invecchiato, mai moderno, portato alla
tomba e sempre vivo. Il suo sorriso così umano ci irradia, trasfigura ancora...
Ferruccio Busoni
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Come nei primi fiamminghi, la polifonia in Pelecis è il tessuto linfatico e circolatorio del suono; è la vita brulicante di un tessuto che si
immagina teso, unitario, come il telone del firmamento sopra le teste
nelle miniature antiche. E in quanto tale è atemporale, non scandisce,
è di fatto anch’essa “un timbro”. In questo modo, dentro la polifonia
può riemergere il motivo; il “tema”, che Pelecis utilizza senza remore.
La nudità del tema semplicemente organizzato e variato è estrema nella sua musica pianistica, in brani per esempio come Jaungada Musik,
dove il pianoforte è il “grado zero” della ricerca timbrica. Qui invece
avremo il colore ricco del vibrafono e quello fantastico del violino (e
non un violino qualsiasi), a sedurre le nostre orecchie. Ritorno alle
origini o revisionismo storico? Smettiamo di chiedercelo e lasciamo
che la musica faccia il suo corso.
La ricerca espressiva di questi autori, e di gran parte del suono del
nostro nuovo millennio, guarda, indubbiamente, ad un Eden. Sorge
però il dubbio che questo Eden sia stato erroneamente identificato con
la “musica antica”, in realtà piena di sovrasensi, simbologie numeriche
e metafisiche, intellettualismi e ritorsioni, che al confronto la serialità
integrale e le più complicate sperimentazioni dell’IRCAM sembrano
lo zecchino d’oro. Il paradiso perduto della musica baltica è Haydn:
questo ci vuole comunicare l’ensemble di Gidon Kremer nel programma di stasera.
In quella strana fase storica (mentre l’ancien régime si autodistruggeva e si apprestavano, prossimamente su quella rete, a cadere le teste)
per scrivere e fare musica non c’era bisogno di giustificazioni etiche o
storiche, di premesse metodologiche, di tutto quel pesantissimo corredo epistemologico che accompagna la musica dai tempi di Beethoven. Una solida funzione sociale senza tanti fronzoli — nel caso di
Haydn, accompagnare nel modo migliore il tempo libero della famiglia Esterházy, nella loro superba residenza — liberava il linguaggio,
soprattutto, dalla tirannia dell’extramusicale, dell’Allegoria e della Metafora. Infatti il catalogo di Haydn è fatto così: concerto (o sonata,
o sinfonia), tonalità, opera tale, numero tal dei tali. Non serve tirare
in ballo nient’altro. E mentre componeva a tutto spiano le sue opere di pronto consumo, Haydn aveva tutto l’agio per sperimentare, e
contando su ascoltatori spesso distratti o concentrati in faccende più
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Haydn
Per qualche tempo sono stato fuori di me per la morte di Mozart, non riuscivo a
credere che la Provvidenza avesse reclamato così presto la vita di un uomo tanto indispensabile. Il mio solo rimpianto è che prima di morire non sia riuscito a convincere
gli inglesi, che a questo proposito vagano nel buio, della sua grandezza, un argomento
sul quale ho fatto loro delle prediche ogni giorno… Sarete così gentile, mio buon
amico, di mandarmi un catalogo di quei pezzi che qui non sono ancora conosciuti,
e io farò il possibile per far circolare questi lavori a beneficio della vedova; ho scritto
alla povera donna tre settimane fa e le ho detto che quando il figlio da lei prediletto
avrà l’età necessaria, gli darò lezioni di composizione al meglio delle mie capacità e
senza alcun compenso, perché egli possa in qualche modo occupare la posizione che
fu di suo padre.
Haydn
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Pelecis
Il mio linguaggio musicale è senza dubbio influenzato da ciò che ho imparato e amato
della musica del passato, quelle espressioni di melodia, ritmo e armonia che dall’Ars
Nova del Trecento, attraverso la musica italiana, tedesca, francese e inglese dal rinascimento in poi giungono fino ai nostri giorni. Anche il folklore contribuisce alla mia
comprensione della musica.
Non c’è nulla di ‘stilizzato’ o di ‘polistilistico’ nella mia musica. ‘Antico’ e ‘contemporaneo’ non sono in contrapposizione.
Non è mia intenzione stilizzare la musica antica, ma semplicemente di dare vita alla
musica come principio di eufonia. In questo sono – credo – contemporaneo.
La parola ‘ideale’ è forse troppo pretenziosa. Può essere più semplice parlare dei sentimenti di gioia e soddisfazione che può dare la musica. Ho titolato ‘Tutta la famiglia
canta’ la mia raccolta di canzoni, per esprimere il senso di gioia del fare musica insieme.
I miei compositori contemporanei preferiti sono Arvo Pärt, Vladimir Martynov,
Alexander Gugel...��������������������������������������������������������������������
Sento anche un’affinità col minimalismo e lo stile ripetitivo, particolarmente nella musica di Steve Reich. Tuttavia, sono confuso da una concezione superficiale della bellezza musicale, e disturbato dalla dimensione pagana e dalla
persistenza narcotico-schizofrenica del materiale musicale, che sono caratteristici del
minimalismo.
Georgs Pelecis
(tratto da: http://www.music.lv/Composers/Pelecis/)
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mondane, inserire nei suoi scrigni rococò le meno innocue delle sorprese. A colpi di modulazioni transitorie, temi sincopati o dislocati
di mezza battuta, invenzioni uniche come il concerto “per pianoforte
con violino” in programma stasera (dove i solisti non fanno, se non
occasionalmente, il passo a due come nella forma del Doppio Concerto, ma hanno funzioni anche strutturali e armoniche completamente
diverse) Haydn fa a pezzi la gran messinscena del Concerto barocco,
la sua natura florida, vegetale, pronta a gettare rami e sbocciare qua e
là con fioriture e intermedi cadenzali. Una funzione diversa da quella di Mozart, che invece, interpretando il Concerto come rifrazione
prospettica della Sinfonia, o come un Quartetto espanso a dismisura,
traccia un confine, più che superarlo; tira allo spasimo il classicismo,
verso la propria sublimazione finale (ma è proprio il caso di scrivere
ancora sul Concerto per Violino K 211? noi, per stavolta, ce ne asterremo). Haydn dissecca, riduce ai minimi termini, rende indispensabile
la rivoluzione linguistica prossima ventura. Nel Concerto in Fa maggiore, concentriamoci sull’attacco dell’Adagio. Prima quella premessa
di accompagnamento, che non finisce mai. Poi gli ingressi del violino
e del pianoforte senza epica né virtuosismo esibito; il loro avvicendarsi
in progressione, col senso di una garbata routine, come se dicessero:
“adesso mi tocca il quinto grado”; “no, prego, vai prima tu”; “che ne
dici di qualche gruppetto?” “e vabbè”; e quando stiamo per distrarci,
una bella modulazione secca; in minore, di botto; poi di nuovo in
maggiore verso il nuovo ingresso dei solisti, verso nuove progressioni
e sottili giochi di cortesia. Perché la doccia scozzese di un soprassalto
armonico assolutamente inutile? Per tenerci svegli. Per farci capire che
è cosciente a che gioco sta giocando. Forse come spia, premonizione,
del nuovo stile di concerto lì alle porte, dove i solisti saranno costretti
a contrapporsi titanicamente all’orchestra; a tendersi allo spasimo, a
scalare l’Olimpo come disperati Giganti. Chiaro che dal Concerto romantico non poteva che derivare Erwartung di Schönberg, una voce
che grida in una notte piena di fantasmi psicanalitici: oppure la magia
collettiva, impersonale, perfettamente igienica della Music for mallet
instruments di Steve Reich. E da Haydn, dalla sua musica consapevole,
ironica, liofilizzata in bustina? Forse il testimone attende ancora di
essere raccolto. Il passo breve, l’economia e la rapidità sintetica di pezzi
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come il Rondò all’ungherese che chiude il Concerto in re maggiore non
hanno ancora trovato eredi. Seppure con un’estetica opposta, la musica
baltica si è messa sulla buona strada. Aspettiamo con fiducia la prossima caduta degli dèi.
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La relativa trascuratezza e la mancanza di entusiasmo nei confronti di Haydn penso
possano spiegarsi come reazione alla sua fama travolgente, ma anche per l’assenza di
drammi, sfortune e tragedie nella sua stessa vita. Le sue visite a Londra dimostrano
quanto egli fosse riverito come compositore e anche quanto fosse stimato e ammirato
come persona. Mozart lo aveva avvisato: non te la passerai bene, e del resto non parli
l’inglese. Accadde invece che Haydn finì per essere invitato a corte una quarantina di
volte, sebbene senza le remunerazioni d’uso.
Alfred Brendel
Non solo ad alcuni filosofi ma anche a taluni musicisti e a più di qualche membro del
pubblico manca lo humour. È un fatto genetico, come il daltonismo? Fra le ragioni per
cui i lavori di Haydn non si sono eseguiti più spesso, e con maggiore successo, questa
è una. L’idea secondo la quale, come nell’estetica dell’epoca di Haydn, la tragedia
occupa una posizione alta mentre la commedia sta in basso è prevalsa per molti. Che
lo spirito e la profondità debbano escludersi a vicenda mi sembra però una supposizione… da organisti.
Alfred Brendel
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Coincidenze
1766
Haydn, Concerto per pianoforte e violino in fa maggiore Hob. XVIII:6
Haydn, Sonate per pianoforte n. 4-7, Sonate per pianoforte n. 8-17 (1766-1767);
Messa n. 4 con grand’organo.
Gluck, L’Orfano della Cina, balletto.
Mozart, Sei Sonate per violino K 26-31.
Lessing, Lacoonte o Dei confini tra pittura e poesia.
Kant, Sogni di un visionario.
Il poligrafo irlandese Olivier Goldsmith scrive il romanzo Il vicario Wakefield, uno
dei libri più letti tra XVIII e XIX secolo.
Alla morte di Stanislao Leszczynski la Lorena passa alla Francia, come dagli accordi
definitivi del 1738.
In Gran Bretagna il Parlamento revoca lo Stamp Act, è però votato il Declaratory
Act.
In Egitto Alì Bey è proclamato re.
Il fisico Henry Cavendish isola ed esamina l’idrogeno.
1767
Haydn, Concerto per pianoforte e orchestra in re maggiore Hob. XVIII:11
Haydn, Sonate per pianoforte n.13-16; Sonata per pianoforte n.17
Gluck, Alceste, opera.
Johann Christian Bach, Carattaco, opera.
Mozart, Sinfonia in fa maggiore K 43; Sinfonia in fa maggiore K 76; Concerti per
pianoforte K 37 in fa maggiore; K 39 in si bemolle maggiore; K 40 in re maggiore; K
41 in sol maggiore; Sonate per organo e archi K 62 in mi bemolle maggiore,
K 68 in si bemolle maggiore; K 69 in re maggiore.
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Giuseppe Parini inizia la terza parte del Giorno, Il vespro.
Johann Gottfried Harder scrive Frammenti sulla recente letteratura tedesca.
Laurence Sterne termina il romanzo in 9 volumi Tristram Shandy (nel 1760
usciranno i primi 2 libri).
Dopo Francia e Portogallo anche Spagna e Regno di Napoli espellono dal loro
territorio i Gesuiti, Parma e Piacenza lo faranno nel 1768.
In Austria i sovrani stabiliscono che gli atti del papa per essere validi devono essere
approvati dallo Stato.
Il navigatore inglese Samuel Wallis (1728-1795) raggiunge le Isole Pentecoste, forse
il primo europeo a raggiungere Tahiti.
1775
Mozart, Concerto per Violino e Orchestra n. 2 in re maggiore K 211
Mozart, Concerti per violino K 207, K 216, K 218, K 219; La finta giardiniera,
opera; Il re pastore, opera; Sinfonia in do maggiore K102; Sonata in si bemolle
maggiore per organo e archi K 212.
Carl Philipp Emanuel Bach, The Israelites in the Wilderness, oratorio.
James Cook prende possesso della Georgia del Sud in nome della Gran Bretagna.
Il Parlamento Britannico dichiara la colonia del Massachussets in stato di rivolta.
Scontri armati a Lexington (Virginia) e a Concord; gli inglesi vengono assediati
a Boston dai rivoltosi del Massachussets. George Washington viene nominato
comandante in capo dell’Esercito continentale. Le truppe britanniche tentano di
spezzare l’assedio di Boston con la battaglia di Bunker Hill. Le forze americane di
Richard Montgomery catturano Montréal, nell’attuale Canada; gli inglesi ripiegano
su Québec. Viene costituito il corpo dei Marines.
Papa Pio VI viene eletto come 250° papa.
Viene inaugurato il Museo della Specola di Firenze.
Ultima esecuzione nel continente europeo per stregoneria.
John Outram inventa il primo veicolo pubblico su rotaie, trainato da cavalli, in suo
onore chiamato tram. Per il primo tram elettrico bisognerà attendere il 1879.
2007
Pelecis, Flowering Jasmin
Muoiono Karlheinz Stockhausen, Luciano Pavarotti, Gian Carlo Menotti e Mstislav
Rostropovic.
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Ennio Morricone vince l’Oscar alla carriera “per i suoi magnifici e multisfaccettati
contributi nell’arte della musica per film”.
Philip Glass, Appomattox, opera.
Hans Werner Henze, Phaedra, opera.
Fabio Vacchi, Teneke, opera.
La strage di Ustica non ha colpevoli. A 27 anni dall’esplosione in volo del DC9
dell’Itavia diretto a Palermo, la prima sezione penale della Corte di Cassazione
ha impiegato cinque ore per dichiarare innocenti i due generali dell’Aeronautica
accusati di aver depistato le indagini.
L’ex Presidente dell’Argentina, Isabel Martínez de Perón viene arrestata, con l’accusa
di avere infranto i diritti umani nella tragedia dei Desaparecidos nel 1976.
In occasione del derby calcistico Catania-Palermo scoppia una guerriglia tra le
tifoserie che porta alla morte dell’ispettore di Polizia Filippo Raciti.
La Corte Internazionale di Giustizia ha stabilito che il massacro di Srebrenica fu un
genocidio, ma che la Serbia non può essere ritenuta direttamente responsabile di
genocidio e complicità per i fatti accaduti.
Viene riconosciuto formalmente il diritto alla proprietà privata dalla Repubblica
Popolare Cinese.
Vengono sganciate bombe al cloro a Baghdad, in Iraq.
Nicolas Sarkozy vince le elezioni presidenziali in Francia e diventa così il nuovo
Presidente della Repubblica.
Dopo 25 anni tutti assolti per insufficienza di prove al processo per la morte di
Roberto Calvi.
Grande manifestazione a Genova per chiedere verità e giustizia sui fatti del G8 di
Genova nel 2001.
Sconfitta del referendum costituzionale proposto in Venezuela dal presidente Hugo
Chavez.
Gravissimo incidente alle acciaierie ThyssenKrupp di Torino: sette operai muoiono
per le ustioni riportate, numerosi feriti gravi.
2009
Šerkšnytė, Midsummer Song
Philip Glass, Kepler, opera.
John Adams, String Quartet n. 2
André Previn, Brief Encounter, opera.
Muore Michael Jackson.
La Slovacchia adotta l’euro come moneta corrente, 12 giorni prima che la Corona
slovacca finisca il suo corso legale.
La Norvegia legalizza il matrimonio omosessuale.
La Russia chiude la fornitura di gas all’Europa attraverso l’Ucraina, a causa di un
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contenzioso tra le due nazioni.
Giuramento a Washington di Barack Obama come 44º Presidente degli Stati Uniti,
davanti a oltre 2 milioni di persone.
Il Governo Berlusconi emana un decreto legge per bloccare la sospensione
dell’alimentazione forzata di Eluana Englaro, non firmato dal Presidente della
Repubblica perché ritenuto in contrasto con la prassi costituzionale; la donna morirà
il 9 febbraio.
Berlusconi sigla con il francese Sarkozy un accordo per la costruzione in Italia, nei
prossimi dieci anni, di quattro centrali nucleari di terza generazione.
Marzo. Colpo di stato in Guinea Bissau: ucciso il Presidente João Bernardo Vieira.
Una scossa di terremoto di 6,2 gradi della scala Richter nella Provincia dell’Aquila
alle 3:32 causa 308 vittime, 1500 feriti, 65000 sfollati e il crollo di molti edifici.
Barack Obama annuncia uno storico accordo tra la Fiat e Chrysler.
Per la prima volta l’Italia rispedisce direttamente in Africa una nave di migranti,
senza indagare su eventuali diritti di asilo; critiche dell’ONU, che dichiara l’atto
contrario alla Convenzione di Ginevra.
Mahmud Ahmadinejad è riconfermato Presidente dell’Iran. Gli oppositori accusano
i brogli e sorgono nel Paese manifestazioni e instabilità.
Colpo di Stato in Honduras: esiliato dall’esercito il Presidente Manuel Zelaya.
A Viareggio deraglia treno merci con 14 cisterne di Gpl, una esplode causando crolli
e incendi nelle case nel raggio di 200 metri, il bilancio è di 32 morti e 23 feriti.
Si svolgono le elezioni presidenziali in Afghanistan, vinte, tra presunti brogli, da
Hamid Karzai.
Un comandante dell’ONU dichiara terminato dopo sei anni e con 400000 vittime il
conflitto del Darfur.
Elezioni legislative al Bundestag, in Germania: con il 33,8% è riconfermata Angela
Merkel, con la sua CDU in alleanza con i liberali.
Elezioni legislative in Portogallo, vincono i socialisti di José Socrates.
Messina: a causa di nubifragi, una frana devasta due paesi (Giampilieri, Scaletta
Zanclea e loro frazioni): 35 morti.
Sarà Rio de Janeiro, a ospitare le Olimpiadi del 2016.
Il Lodo Alfano è dichiarato incostituzionale.
Un Nigeriano cerca di far esplodere un ordigno in un volo per gli USA.
In Finlandia un uomo spara in un centro commerciale a Helsinki e uccide 7 persone:
viene poi ritrovato morto.
Fonti:
Cronologia universale, Roma, Newton Compton, 1996. Dizionario della musica e dei musicisti, Utet, 1994.
www.musicweb-international.com/Classpedia/A-Zindex.htm
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