Relazione su oscilloscopio
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Relazione su oscilloscopio
Università degli Studi di Bologna Seconda Facoltà di Ingegneria - Sede di Cesena C.d.L. in Ingegneria Elettronica e delle Telecomunicazioni Misura di grandezze elettriche tempo-varianti con oscilloscopio digitale a campionamento Misure elettroniche L-A (prof. P. A. Traverso) Anno Accademico 2008/09 Data esecuzione: 12 novembre 2008 Gruppo IX Marco Alessandrini Alessandro Callozzo Lorenzo Minghini 0000281742 [email protected] 0000286147 [email protected] 0000279040 [email protected] Sommario Con la presente relazione si fornisce un rendiconto esaustivo circa l’utilizzo di un oscilloscopio digitale a campionamento per rilevare forme d’onda di funzioni tempo-varianti di tipo elettrico e per effettuare semplici misure. Lo strumento è controllato per alcune funzioni attraverso i comandi tradizionali posti sullo stesso, per altre da remoto tramite calcolatore: per questo motivo, una parte delle pagine che seguono sono dedicate alla descrizione del driver scritto per il pilotaggio e al suo funzionamento. Sono, inoltre, spiegati i comandi principali non solo dell’oscilloscopio, ma anche del generatore di funzioni utilizzato come sorgente di segnali da analizzare con lo strumento in esame. Indice 2 Indice 1 Finalità e obiettivi 1.1 Dettagli sull’oggetto in analisi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2 Metodo operativo 2.1 Materiale utilizzato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2.1.1 Funzioni rilevanti dell’oscilloscopio Tektronix TDS 2012 . . 2.1.2 Funzioni rilevanti del generatore di funzioni Agilent 33220A 2.2 Schemi di collegamento e dettagli operativi . . . . . . . . . . . . . 2.3 Driver . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2.3.1 Schema a blocchi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2.3.2 Diagramma a blocchi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2.3.3 Pannello frontale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2.3.4 Elenco delle funzioni per l’utilizzatore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3 3 5 5 5 6 6 7 7 9 11 11 Elenco delle figure 14 Riferimenti bibliografici 14 \ = $ CC BY: 1 Finalità e obiettivi 1 3 Finalità e obiettivi Chi misura se stesso misura tutto il mondo. - Proverbio italiano - Nella misura di segnali non tempo-invarianti, per i quali non sono previsti parametri elettrici costanti e non sono interessanti i valori assunti istantaneamente dalle grandezze elettriche, quanto piuttosto la dinamica del segnale e delle sue derivate, l’uso di strumenti anche sofisticati e precisi come alcuni multimetri di fascia alta è del tutto infruttuoso. In tali situazioni è necessario uno strumento in grado di visualizzare l’andamento della forma d’onda assunta dal segnale. Poiché questo potrebbe avere una frequenza elevata, fino alle centinaia di megahertz, lo strumento deve essere rapido nell’acquisire i campioni e abile nel ricostruire quelli endemicamente persi, a causa dei tempi fisici di lettura durante i quali il segnale inevitabilmente varia; queste operazioni, e in particolare il loro risultato a schermo, devono restituire una stima quanto più precisa della forma d’onda, cosicché l’utente possa anche cogliere i valori di alcune proprietà notevoli della funzione (tensioni di picco, periodo, tempi di ritardo in salita o discesa nei fronti, eccetera) che poi potranno essere misurate con più accuratezza con strumenti adeguati. Lo strumento di cui si sta parlando è l’oscilloscopio nella sua versione digitale, cioè capace di campionare il segnale e memorizzare i campioni in memoria, e non di mostrare a schermo il segnale presente istantaneamente come l’ormai sorpassato equivalente analogico. Tale strumento è notevolmente sofisticabile, poiché le funzioni implementabili dai costruttori sono numerose e legate a misure sul segnale, opzioni di trigger, analisi armonica e via aumentando la difficoltà con l’aumentare dell’investimento. In analisi è stato preso uno strumento di gamma medio-alta, il Tektronix TDS 2012, corredato delle funzioni elencate nel seguito; poiché queste sono presenti in grande quantità, e il loro utilizzo non è immediato, nel seguito è descritto il driver di pilotaggio dell’oscilloscopio da calcolare, con le sole funzioni più rilevanti per l’analisi nel dominio del tempo del segnale. 1.1 Dettagli sull’oggetto in analisi In un oscilloscopio digitale, dello stesso tipo utilizzato nel test in laboratorio, il segnale di ingresso x(t) viene convertito da un convertitore A/D e gli elementi, cosı̀ generati, sono conservati in una memoria digitale, elaborati e successivamente visualizzati sullo schermo. Per questo motivo, una caratteristica rilevante dell’oscilloscopio digitale è il metodo di memorizzazione dei segnali campionati. La visualizzazione di tali campioni e la loro analisi, effettuata per ricostruire la forma d’onda ove non campionata direttamente, possono avvenire in un tempo successivo mediante un processo che non dipende dalla frequenza del segnale. Se il circuito di condizionamento del segnale e quello di acquisizione devono soddisfare le condizioni richieste dal segnale analogico, questo non accade negli stadi successivi: dopo la memorizzazione, i dati possono essere trasferiti all’uscita con un intervallo di tempo (tra due campioni successivi) limitato superiormente dal tempo necessario all’occhio umano per intendere un segnale come fisso. Il riferimento del trigger. L’evento di trigger è il passaggio del segnale di ingresso per un certo livello: questo sarà preso come riferimento temporale dallo strumento. Se il segnale di ingresso è periodico e transita più volte per uno stesso livello, non è sufficiente rilevarne il passaggio per un livello di tensione ma occorre distinguere se ciò avviene con un fronte di salita o discesa (cioè se la derivata del segnale nel punto è positiva o negativa). Il trigger è solitamente impostabile tramite un’apposita sezione nel pannello frontale dello strumento; in particolare, una manopola varia il livello di trigger, mentre un tasto permette l’accesso al Menu di trigger sullo schermo e l’impostazione di diversi parametri, tra cui rilevamento del segno della derivata, tipo di segnale, sorgente (interna o esterna) e accoppiamento. Poiché l’oscilloscopio campiona senza interruzioni, l’evento di trigger determina \ = $ CC BY: 1.1 Dettagli sull’oggetto in analisi 4 la situazione in cui i campioni diventano rilevanti: in questo modo, in memoria risiedono anche le letture precedenti all’evento di trigger (nei limiti della memoria dello strumento). Tale procedimento di pretriggering è anche disattivabile con un comando di Hold off 1 (disconnessione), che consente di visualizzare una singola ricostruzione del segnale ignorando il campionamento successivo. Impedenza d’ingresso e sonde. L’impedenza di ingresso dell’oscilloscopio è costituita da una componente resistiva nell’ordine di alcuni megaohm, posta in parallelo a una componente capacitiva di circa 100 pF; questa impedenza non ideale comporta un errore di consumo in corrente che influenza il segnale misurando. Per ovviare a questo problema è possibile acquisire il segnale attraverso sonde, che permettono di aumentare considerevolmente (tipicamente 10 o 100 volte) il valore della resistenza di ingresso, in modo da ridurre notevolmente l’errore in consumo dello strumento. Aumentando la resistenza di ingresso si introduce, però, una attenuazione del segnale ed una riduzione della capacità, proporzionale all’attenuazione della sonda: l’oscilloscopio è dotato di un apposito comando per correggere il campionamento, conoscendo l’attenuazione introdotta dalla sonda impiegata, riportando quindi la misura vera non falsata dall’attenuazione introdotta. L’applicazione di sonde al sistema di misura, pur in tal modo compensata, introduce in ogni caso incertezze delle quali è necessario tenere conto per avere stime accurate. Misurazioni. Quando si vuole visualizzare una forma d’onda in maniera immediata, per averne una valutazione qualitativa, risultano molto utili le funzioni di Autoset che regolano automaticamente tutti i parametri verticali ed orizzontali di entrambi i canali visualizzabili e della funzione di trigger, mostrando senza ulteriori regolazioni i segnali presenti. Gli oscilloscopi più evoluti permettono anche di misurare alcune grandezze caratteristiche dei segnali visualizzati. Utilizzando un menu Misure si possono visualizzare un certo numero di finestre contenenti la stima dei parametri misurabili scelti (tra cui frequenza, periodo, valore medio, tensione picco-picco ed efficace). Oscilloscopi particolarmente sofisticati permettono, inoltre, di analizzare lo spettro del segnale in ingresso. Tale funzione risulta, generalmente, poco accurata a S che difficilcausa dei pochi bit di risoluzione e di un rapporto segnale/rumore N mente si scosta molto dai 40 dB: è preferibile, quindi, utilizzare un apposito analizzatore di spettro quando è necessaria una grande precisione nella misura. Per gli stessi motivi è preferibile impiegare un multimetro per stimare i parametri caratteristici dei segnali, pur se misurati anche dall’oscilloscopio: questo restituisce misure con influenza dell’incertezza mai trascurabile, per cui è bene utilizzare le stime dei parametri elettrici e delle armoniche solo come indicazioni di massima sui valori assunti, e affidarsi a strumentazione dedicata per avere misurazioni precise. 1 “L’holdoff trattiene il trigger per un certo periodo di tempo dopo il verificarsi dell’ultimo evento di trigger. Questa funzione è utile quando una forma d’onda attraversa il livello di trigger più volte durante un periodo della forma d’onda. Senza holdoff, l’oscilloscopio potrebbe generare un evento di trigger a ogni passaggio, producendo una forma d’onda confusa” [2]. \ = $ CC BY: 2 Metodo operativo 2 5 Metodo operativo 2.1 Materiale utilizzato Per ottenere le misure sono stati utilizzati i seguenti materiali, forniti dal laboratorio di Elettronica e Telecomunicazioni della Facoltà: • oscilloscopio digitale a campionamento (marca Tektronix, mod. TDS 2012); • generatore di funzioni programmabile (marca Agilent, mod. 33220A); • PC con software LabVIEW e connessione all’oscilloscopio; • cavo coassiale di collegamento. Figura 1: Oscilloscopio Tektronix TDS 2012 2.1.1 Funzioni rilevanti dell’oscilloscopio Tektronix TDS 2012 Le principali caratteristiche tecniche dell’oscilloscopio Tektronix TDS 2012 (figura 1) sono: • display a colori; • frequenza di campionamento di 1 GSa/s (un miliardo di campioni rilevati per ogni secondo); • due canali per l’acquisizione di segnali, più un canale dedicato per il trigger; • risoluzione verticale di 8 bit; • accoppiamento di ingresso DC, AC e GND; • impedenza di ingresso formata da una resistenza da 1 MΩ in parallelo con una capacità da 20 pF; • filtro anti-aliasing in ingresso con frequenza di taglio nativa a 100 MHz, impostabile a 20 MHz. Il pannello principale dell’oscilloscopio presenta un ampio display retroilluminato per la visualizzazione delle forme d’onda in esame, oltre ai comandi dedicati ai due canali sui quali ricevere i segnali e all’ingresso per ricevere l’evento di trigger esterno; ad ogni canale sono associati comandi per la gestione della visualizzazione verticale, mentre un’apposita sezione è riservata alla regolazione dell’asse temporale (comune). \ = $ CC BY: 2.2 Schemi di collegamento e dettagli operativi 6 Figura 2: Generatore di funzioni Agilent 33220A 2.1.2 Funzioni rilevanti del generatore di funzioni Agilent 33220A Il generatore di funzioni Agilent 33220A (figura 2) si comporta come una sorgente di una gamma molto vasta di segnali: non solo le comuni sinusoidi, onde quadre e triangolari, rampe, ma anche rumore, impulsi e forme d’onda arbitrarie. La frequenza massima di lavoro per onde quadre o sinusoidi corrisponde a 20 MHz, mentre i valori di ampiezza del segnale possono variare tra 10 mV e 10 V, entrambi picco-picco. L’impedenza di uscita tipica è pari a 50 Ω, affinché ci sia adattamento con sistemi già predisposti per sorgenti adattate. In realtà, questo modello di generatore di funzioni eroga un segnale con ampiezza doppia rispetto a quella selezionata, poiché previene il dimezzarsi della tensione sul carico provocata dall’adattamento (che corrisponde a un partitore resistivo con guadagno 0, 5). Nel caso in esame, l’oscilloscopio ha un ingresso in alta impedenza, dunque non a 50 Ω, per cui rileva l’ampiezza effettiva del generatore (che è doppia rispetto a quella desiderata); questo difetto può essere risolto impostando l’uscita del generatore di segnale come “alta impedenza”. Agilent 33220A Tektronic TDS 2012 OUT CH1 CH2 Figura 3: Schema di collegamento degli strumenti utilizzati 2.2 Schemi di collegamento e dettagli operativi Gli strumenti sono stati connessi come in figura 3: l’uscita del generatore di funzioni alimenta direttamente il canale 1 dell’oscilloscopio. L’unico accorgimento adottato per rendere efficiente il collegamento è stato impostare, sul generatore di funzioni, un carico di alimentazione ad alta impedenza, perché il canale dell’oscilloscopio presenta una resistenza d’ingresso molto elevata: lasciando il generatore di funzioni con l’impostazione tradizionale (50 Ω), infatti, ogni segnale è generato con tensione doppia di modo che, collegandolo con un carico supposto adattato, questo veda la metà della tensione emessa, cioè quella nominale. L’oscilloscopio, invece, avendo ingresso ad alta impedenza visualizza la tensione effettiva prodotta dal generatore, e quindi il doppio di quella richiesta; con l’impostazione ad alta impedenza, il generatore produce la tensione già corretta, e cosı̀ è anche la lettura dell’oscilloscopio. \ = $ CC BY: 2.3 Driver 2.3 7 Driver L’oscilloscopio è stato pilotato tramite il calcolare con l’ausilio di un driver realizzato e compilato con il codice LabVIEW (Laboratory Virtual Instrumentation Engineering Workbench), della National Instruments. Impostazioni oscilloscopio Acquisizione dati Elaborazione automatica dati XY Graph Scaled Graph Figura 4: Schema a blocchi del driver 2.3.1 Schema a blocchi Lo schema a blocchi del driver è riportato in figura 4. Ogni blocco ha una propria composizione interna più complessa in LabVIEW, che analizzeremo in seguito. Per chiarezza è stato scelto un bordo tratteggiato per i blocchi che richiedono dati all’utente, un bordo sottile per i blocchi intermedi e un bordo spesso per i risultati finali di maggior interesse. In breve si riportano le caratteristiche di ogni blocco. Impostazioni oscilloscopio. Implementa tutte le funzioni che permettono di dialogare con lo strumento, di impartirgli indicazioni sul tipo di misura da effettuare e di acquisire i dati rilevati. Per questi motivi bisogna fornire, attraverso il pannello di controllo, le informazioni richieste: ad esempio, l’indirizzo dello strumento, il tipo di misura da effettuare, la portata e tutte le altre funzioni indicate nella sezione 2.3.4. Acquisizione dati. Importa i dati dall’oscilloscopio e li memorizza in un tipo di dato aggregato il quale, manipolato opportunamente, associa i valori in ascissa (tempi) a quelli in ordinata (tensioni) su un grafico standard di LabVIEW di tipo XY Graph. Elaborazione automatica dati. Sulla base del vettore di letture acquisito, elabora un grafico di tipo Scaled Graph con le funzioni predefinite dei blocchi di comando dell’oscilloscopio. XY Graph. Genera una visualizzazione del segnale valutabile solo qualitativamente, poiché non è previsto un corretto dimensionamento degli assi. Scaled Graph. Genera una schermata le cui etichette sugli assi sono coerenti con il segnale d’ingresso. \ = $ CC BY: = $ CC BY: \ Figura 5: Diagramma a blocchi del driver LabVIEW 2.3 Driver 8 2.3 Driver 2.3.2 9 Diagramma a blocchi Il diagramma a blocchi del driver, in codifica LabVIEW, è riportato in figura 5. Idealmente si può suddividere il diagramma in tre zone logiche. Interfaccia con l’oscilloscopio e parametri (a sinistra). Il costruttore fornisce i blocchi Initialize, Horizontal, Vertical e Configure Edge Trigger (figure 6(a), 6(c), 6(d), 6(e)) i quali, posti in sequenza libera2 , consentono di determinare rispettivamente la comunicazione con l’oscilloscopio, la base dei tempi e i parametri temporali, la scala di lettura in ampiezza verticale e i parametri del trigger. In particolare, a Initialize si fornisce l’indirizzo dello strumento con VISA session3 ; su Horizontal bisogna impostare i parametri Timebase (scala dell’asse) e Position (orizzontale dell’asse); su Vertical gli ingressi di interesse scelti sono Volts/Div (scala dell’asse), Position (verticale dell’asse), Attenuation (di un’eventuale sonda) e Coupling (accoppiamento in ingresso del segnale); per il trigger, col blocco Configure Edge Trigger si decidono i parametri Level, Slope, Source e Coupling. Visualizzazione (al centro). Si utilizzano i blocchi, del costruttore, Display, Read Waveform to Array e Scale Waveform Array (figure 6(b), 6(f), 6(g)). Sul primo, impostando gli ingressi Display (attivo o non attivo) e Channel on Display (scelta del canale da mostrare), si decide quale canale sia, eventualmente, da visualizzare. Gli altri due blocchi interagiscono, passandosi i due parametri aventi lo stesso nome4 , cosı̀ da interpretare le letture dell’oscilloscopio come un vettore numerico. Una visualizzazione artigianale delle letture e, quindi, della forma d’onda si ottiene sfruttando il grafico XY Graph di LabVIEW: esso necessita, in ingresso, in un vettore di ascisse e un vettore di ordinate, che sono poi associate in un grafico cartesiano. Il vettore di ordinate è Waveform Points; quello di ascisse è generato da un ciclo For, il cui valore finale N è dato dal numero di letture effettuate, comunicato dal parametro Number of Rd Points di Read Waveform to Array. I valori progressivi del ciclo For sono accoppiate alle rispettive letture da un comando Cluster Bundle, che si comporta come un associatore che crea una corrispondenza tra elementi di pari posto nei due vettori; la matrice che si ottiene è visualizzabile sull’XY Graph. Per evitare i difetti di questo grafico, che non ha gli assi con etichette significative e comprensibili, è stata implementata nel blocco Scale Waveform Array un’uscita Scaled Graph la quale, se collegata opportunamente ad un’uscita visuale, genera un grafico automaticamente scalato e con gli assi riportanti indicazioni precise relativamente alla lettura effettuata. Misure (a destra). Per stimare alcuni parametri, il costruttore consente l’uso di due blocchi che ricreano l’ambiente Measure sullo strumento. Dal blocco Measurement Setting (figura 6(h)), settando gli ingressi Source e Measurement Type, si decide il canale da analizzare e la grandezza fisica da stimare. Read Measurement (figura 6(i)) effettua autonomamente la misura, senza necessità di fornire parametri. Da esso si prelevano le uscite Source (canale letto), Type (grandezza letta), Unit (unità di misura associata alla grandezza) e Measurement (la stima ottenuta dalla misurazione), che saranno poi riportate opportunamente sul pannello per consentire una lettura agevole all’utente che sta utilizzando la funzione di misura. 2 L’ordine non è importante, infatti essi si passano solo il parametro VISA session corrispondente all’indirizzo dell’oscilloscopio. 3 VISA session deve essere comunicato a tutti i blocchi che interagiscono con l’oscilloscopio, affinché esso riceva i parametri decisi dall’utente. 4 Wvfm Preamble Data e Waveform Points: il secondo è il vettore delle ampiezze, come lette dall’oscilloscopio. \ = $ CC BY: 2.3 Driver 10 (a) Help di Initialize (b) Help di Display (c) Help di Horizontal (d) Help di Vertical (e) Help di Configure Edge Trigger (f) Help di Read Waveform to Array (g) Help di Scale Waveform Array (h) Help di Measurement Setting (i) Help di Read Measurement Figura 6: Comandi di programmazione e interfaccia con l’oscilloscopio \ = $ CC BY: 2.3 Driver 11 Figura 7: Pannello di comando dello strumento virtuale 2.3.3 Pannello frontale Il pannello dei comandi, a disposizione dell’utente, è riportato in figura 7. Su di esso è possibile visualizzare le forme d’onda rilevate sul canale attivo dell’oscilloscopio e ottenere alcune misure di parametri elettrici, come rilevabili dallo strumento. I comandi sono cosı̀ suddivisi e raggruppati: display grafici: occupano la parte superiore sinistra e centrale; misure: si impostano e leggono nella parte superiore, a destra; visualizzazione canali: si scelgono nella parte superiore, a destra; impostazioni orizzontali (base dei tempi): nella parte inferiore, a sinistra; impostazioni del trigger: nella parte inferiore, centralmente; impostazioni verticali (ampiezza): nella parte inferiore, a destra. Ulteriori specifiche di gestione sono dettagliate nella sezione 2.3.4. 2.3.4 Elenco delle funzioni per l’utilizzatore • Display grafici: VISA session : digitare il numero (a due cifre, ad esempio 20) assegnato come indirizzo allo strumento, connesso in rete. L’indirizzo viene mostrato per circa un secondo al momento dell’accensione dello strumento. XY Graph : grafico che valuta la forma d’onda del segnale in ingresso in modo qualitativo senza riportare alcun riferimento di scala sugli assi. Scaled Graph : grafico rappresentante il segnale in ingresso; riporta i valori d’interesse corretti ed adeguatamente scalati per una facile lettura. • Misure: Source : selezionare il canale sul quale effettuare le misure (da CH1 a CH4). Measurement Type : selezionare il tipo di misura che si vuole effettuare con lo strumento, in particolare si può scegliere tra misure di: \ = $ CC BY: 2.3 Driver 12 1. 2. 3. 4. 5. frequenza; periodo; tensione media; tensione picco-picco; tensione efficace (RMS). Type : visualizza il tipo di misura scelto. Source : visualizza il canale scelto per la misura. Measurement : visualizza il risultato della misura. Unit : visualizza l’unità di misura corrispondente al tipo di misurazione scelto. • Visualizzazione canali: Channel on Display : selezionare il canale da visualizzare sugli schermi: 0. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. CH1; CH2; CH3; CH4; Math; Reference Reference Reference Reference A; B; C; D. Coupling : impostare il tipo di accoppiamento col quale leggere il segnale: 0. DC: è rilevata anche la componente continua; 1. AC: viene rilevata solo la componente tempo-variante (la continua è soppressa con un condensatore); 2. GND: è simulata la presenza della massa sul canale, per cui non è visualizzato alcun segnale. Display : attiva o meno la visualizzazione su display del canale scelto. • Impostazioni orizzontali (base dei tempi): Horiz. position : digitare un valore, che causa uno spostamento della forma d’onda sullo schermo in direzione orizzontale, compreso tra ±2 s (dipende dalla base dei tempi). Timebase : impostare la durata temporale di una spaziatura orizzontale dello schermo, da un minimo di 2, 5 ns a un massimo di 50 s (31 valori selezionabili). • Impostazioni del trigger: Trigger source : impostare la sorgente dell’evento di trigger, scegliendo tra: 0. 1. 2. 3. 4. CH1; CH2; CH3; CH4; External: si utilizza un canale dedicato, ove è possibile fornire un segnale estraneo agli altri canali; 5. External/5; 6. AC line. Trigger coupling : impostare il tipo di accoppiamento col quale leggere il segnale di trigger, scegliendo tra: \ = $ CC BY: 2.3 Driver 13 0. AC: viene rilevata solo la componente tempo-variante; 1. DC è rilevata anche la componente continua; 2. Noise reject: il trigger è reso meno sensibile al disturbo del rumore, con un circuito apposito; 3. HF reject (100 MHz LP filter): è considerato tutto lo spettro del segnale compreso nella banda, larga 100 MHz, del filtro intrinseco anti-aliasing; 4. LF reject (20 MHz LP filter): è considerato tutto lo spettro del segnale con frequenza superiore a 20 MHz. Trigger level : impostare il livello di tensione al quale far corrispondere il riferimento della base dei tempi, compreso tra ±90 kV. Trigger slope : impostare il segno (positivo o negativo) della derivata del segnale di trigger da considerare per la generazione dell’evento. • Impostazioni verticali (ampiezza): Vert. position : digitare un valore, che causa uno spostamento della forma d’onda sullo schermo in direzione verticale, compreso tra ±5 kV (dipende dall’attenuazione). Volts/Div : impostare la tensione corrispondente ad una spaziatura verticale sullo schermo, compresa tra 2 mV/div e 5 kV/div. L’impostazione di default è 2 V/div. Probe Attenuation : impostare il valore di attenuazione della sonda, se utilizzata (si possono scegliere le attenuazioni standard 1x, 10x, 100x e 1000x). \ = $ CC BY: Elenco delle figure 14 Elenco delle figure 1 2 3 4 5 6 7 Oscilloscopio Tektronix TDS 2012 . . . . . . . . . . . . . . Generatore di funzioni Agilent 33220A . . . . . . . . . . . . Schema di collegamento degli strumenti utilizzati . . . . . . Schema a blocchi del driver . . . . . . . . . . . . . . . . . . Diagramma a blocchi del driver LabVIEW . . . . . . . . . . Comandi di programmazione e interfaccia con l’oscilloscopio Pannello di comando dello strumento virtuale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 6 6 7 8 10 11 Riferimenti bibliografici [1] Agilent. Agilent 33220A - User’s guide, 4th edition, May 2007. [2] Agilent. Agilent serie 5000 - Guida d’uso, 1st edition, April 2007. [3] Tektronix. Tektronix TDS1000 and TDS2000 Series digital storage oscilloscopes - Service manual. \ = $ CC BY: Quest’opera è stata rilasciata sotto la licenza Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 Italia. Per leggere una copia della licenza visita il sito web http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/2.5/it/ o spedisci una lettera a Creative Commons, 171 Second Street, Suite 300, San Francisco, California, 94105, USA. È consentito riprodurre e distribuire liberamente il presente testo, senza apporvi modifiche e mantenendo sempre riconoscibile il nome degli autori, purché non a scopo di lucro, senza scopi commerciali (direttamente o indirettamente) e per esclusivo uso personale. È possibile pubblicare il file o sue parti su siti internet, purché siano citati in maniera evidente gli autori (Marco Alessandrini, Alessandro Callozzo e Lorenzo Minghini). 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