toscana - Corriere Fiorentino
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www.corrierefiorentino.it Lunedì, 21 Settembre 2015 Il punto Locomotive Distretti Non solo acciaio, la ex Lucchini aspetta il doppio passo Sirio Panel al decollo verso l’affare Eurofighter-Kuwait Il presidente Hofer e i piani per Ginori «New York ci aspetta» 5 5 7 IMPRESE TOSCANA UOMINI, AZIENDE, TERRITORI Economia, politica LA PARTITA (DECISIVA) DI LIVORNO di Paolo Ermini Poste Italiane Sped. in A.P. D.L. 353/2003 conv. L.46/2004 art. 1, c1 DCB Milano. Non può essere distribuito separatamente dal Corriere della Sera R iuscirà Enrico Rossi a salvare Livorno? La sfida è cominciata con la prima missione a Bruxelles per convincere gli imprenditori europei a credere nel porto toscano e a investire sulla sua voglia di crescere, alimentata dal progetto di scavare altri quattro metri di fondale per consentire l’arrivo delle grandi navi merci (con capacità fino a 19 mila, o addirittura 24 mila, container). Il risultato pare che sia stato incoraggiante. Dal punto di vista economico il governatore dovrà gestire l’operazione Livorno inserendola armonicamente nel rilancio economico di tutta la costa e dei suoi porti, che ne sono la spina dorsale (da Marina di Carrara a Piombino, il bacino che potrebbe più facilmente entrare in rotta di collisione con Livorno, soprattutto sul fronte delle crociere). Ma la questione si presenta ancor più delicata sul piano politico. Con un Pd cittadino ancora sotto schiaffo, è Rossi che si è assunto il compito di fare uscire Livorno dalla sua crisi per tagliare molta erba sotto i piedi dei Cinquestelle che un anno fa conquistarono clamorosamente il Comune con Filippo Nogarin. Sarebbe però del tutto insensato che la Regione tendesse a tagliar fuori dalla partita proprio il sindaco. Così come sarebbe incomprensibile che fosse il sindaco ad autoescludersi dal tavolo di gioco regionale. I livornesi più attenti al destino della città si aspettano una concorrenza collaborativa tra le due istituzioni. Un sogno? [email protected] Stoccaggio di pelli lavorate in un magazzino del distretto conciario toscano Nemici per la pelle La Cina compra più materiale grezzo possibile e fa schizzare i prezzi alle stelle, i Paese emergenti alzano le barriere del protezionismo contro le nostre imprese Così i conciatori toscani chiedono aiuto a Roma e a Bruxelles, per difendersi dalla concorrenza sleale e mantenere il primato conquistato nonostante la crisi a pagina 3 Ognibene © RIPRODUZIONE RISERVATA Sguardi I GRILLINI E L’IKEA DELLA DEMOCRAZIA di David Allegranti S crive Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera, deputato del M5S: «Ogni giorno la Camera dei Deputati ci costa 2 milioni e 584.000 euro, il Senato ci costa un milione e 300.000 euro. Avete capito bene, al giorno… Sulle riforme costituzionali in un anno e mezzo si sono tenute 61 sedute al Senato e 60 sedute alla Camera. Il costo complessivo ad oggi delle inutili quanto pericolose riforme di Renzi è 239 milioni 163.000 euro!». Aggiunge, il Di Maio, che potrebbe essere il candidato del partito di Grillo alle prossime politiche, indicato dai sondaggi come l’avversario più temibile per Renzi: «Avete pagato in tasse (voi; e lui non le paga, ndr?) una spesa abnorme e non servirà neanche ad abolire il Senato». In una intervista a Repubblica, l’ex candidato alle elezioni regionali toscane del M5S, Giacomo Giannarelli, dice: «Se il Consiglio fosse un’azienda, la produttività del nostro gruppo sarebbe del più 400 per cento. Noi facciamo il doppio degli altri tagliandoci lo stipendio della metà». Per fortuna, le aule parlamentari e consiliari non sono aziende, ma anche lì ci si preoccupa di come dare valore all’intangibile. E comunque, perché dovrebbe essere considerato un argomento politico il calcolo del costo delle istituzioni pubbliche. Cari grillini, volete forse un’Ikea della democrazia? © RIPRODUZIONE RISERVATA 2 Lunedì 21 Settembre 2015 Corriere Imprese FI IL PUNTO di Marzio Fatucchi L’EX LUCCHINI ASPETTA IL DOPPIO PASSO U n incontro in Algeria, una lettera indirizzata a Palazzo Sacrati Strozzi, due vertici a Roma. Ma il meglio deve ancora arrivare, questa settimana, con due confronti (uno tra Regione, privati e ministero e il secondo allargato ai sindacati) che dovrebbero chiarire il futuro dell’acciaio di Piombino, targato «Aferpi» dopo il passaggio nelle mani del magnate algerino Issad Rebrab. MATRIMONI VESPA PIÙ ARMANI, PER CONQUISTARE LE STRADE D’ORIENTE N E W S Piazza Affari mentare. Per il forno elettrico sono al lavoro (ed al confronto per conquistarsi la commessa) «sette società di ingegneria di caratura internazionale», scrive Rebrab. Sul polo logistico e del cibo, si partirà con i lavori appena finite le bonifiche, si avranno notizie più precise «entro i primi mesi del 2016». Insomma secondo Rebrab (e il presidente toscano Enrico Rossi, che ha reso nota la 0,0390 Settimana dal 14 al 18 settembre Rosss S.p.A. Dada S.p.A. 2,566 2,554 2,570 2,540 2,532 41,63 SOSPESA Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. 1,7620 1,7930 1,7440 0,0895 0,0900 0,0900 0,0922 0,0902 Eukedos Banca Etruria SOSPESA 1,095 1,095 1,091 BioDue Spa Borgosesia 1,170 1,141 Sesa 14,46 14,50 14,60 14,58 14,60 Snai S.p.A. 1,161 1,156 1,160 1,191 1,167 Softec S.p.A. FrendyEnergy 6,200 6,125 5,865 5,850 5,720 SOSPESA 0,769 0,770 0,771 0,7735 0,7725 Intek Spa 0,2990 0,3000 0,2999 0,2990 0,2990 SOSPESA 0,9985 23,14 23,42 23,14 23,21 23,34 41,40 41,41 41,13 Ergy Capital 1,6730 1,3800 1,0550 1,0550 1,0080 Salvatore Ferragamo S.p.A. 40,56 Ultime battute per la cessione di Ansaldo Breda a Hitachi. Anche il Tesoro francese, dopo l’Antitrust cinese e il dipartimento di Stato americano, avrebbe dato il via libera all’operazione che prevede il passaggio, da Finmeccanica ai giapponesi, della società ferroviaria e del 40% di Ansaldo Sts. La scorsa settimana Hitachi, AnsaldoBreda e i sindacati si sono incontrati a Roma: il gruppo giapponese Toscana Aeroporti S.p.A. 16,29 15,69 15,87 15,50 15,23 ha ribadito che punta a diventare «leader globale nelle soluzioni ferroviarie, rafforzando la posizione nei sistemi di gestione di segnalamento, espandere le operazioni “chiavi in mano” e allargare il proprio portafoglio con prodotti di altissimo livello». Nel 2014 Hitachi ha realizzato un fatturato di 9.761 miliardi di yen, circa 72 miliardi di euro. Il 24 settembre l’incontro con i lavoratori. © RIPRODUZIONE RISERVATA SANITÀ SOLIDARIETÀ IL SIGARO TOSCANO FA DUECENTO E BATTE ANCHE CUBA SIENA STUDIA IL MIX DI FARMACI CURA TUMORI EQUO E SOLIDALE, UNA CRESCITA CONTROTENDENZA Duecento anni da protagonista. E un record: la produzione di Manifatture Sigaro Toscano, nell’anno del bicentenario, raggiungerà quota 200 milioni di sigari. Una vetta considerevole visto che «tutta Cuba ne produce un quarto» come ha precisato Gaetano Maccaferri, presidente del gruppo. Non male per una leggenda nata da un errore: nel 1815 un acquazzone, bagnando il tabacco, diede vita accidentalme nte al Toscano. Che festeggia con «Toscano Originale 1815», un’edizione di sigari fatti ICONE a mano con una selezione di tabacchi Kentucky, stagionati in rovere 4 anni. La cura a fuoco dura 30 giorni, più a lungo della lavorazione tradizionale, con una stagionatura lunga che migliora la maturazione delle foglie mescolate secondo una ricetta ovviamente top secret. Edoardo Lusena D La bussola della settimana © RIPRODUZIONE RISERVATA Briefing ANNIVERSARI ieci anni di ricerca per arrivare a sperimentare una cura innovativa per il tumore della pelle. Sarà presto avviato a Siena il primo studio al mondo di «immunoncologia nel melanoma cutaneo»: nei nuovi esperimenti saranno combinati due farmaci all’avanguardia, mai associati tra loro. Si tratta dell’ipilimumab, che utilizzato da solo ha già dato ottimi risultati, e dell’SGI-110, un nuovo farmaco epigenetico che modifica il Dna delle cellule tumorali. La ricerca è stata condotta dall’équipe di immunoterapia oncologica dell’ospedale di Siena diretta dal dottor Michele Maio. «Questa nuova sperimentazione — spiega — ha una forte rilevanza perché, partendo dal melanoma cutaneo, un tumore ‘modello’ per l’applicazione di nuove combinazioni di farmaci, apre al loro utilizzo anche in altri tipi di cancro». I risultati delle prime sperimentazioni sono stati pubblicati su Clinical Cancer Research, che in questi giorni li ha diffusi negli Stati Uniti e in Italia. Giorgio Bernardini © RIPRODUZIONE RISERVATA RICERCA li, 30 regionali) a cui si aggiungono i «bonus» che la Regione ha previsto per le nuove assunzioni, agevolate nelle aree di crisi della costa, fino ad 8 mila euro per ogni nuovo contratto. Ma forse la migliore notizia è che il futuro di Piombino, punta dell’iceberg nella crisi della costa toscana, viene seguito passo passo, stavolta, anche dal governo. © RIPRODUZIONE RISERVATA ACCORDI 2,3780 2,3700 2,3680 2,3680 2,3200 0,0386 0,0384 0,0387 0,0388 El.En. S.p.A. B & C Speakers S.p.A. lettera), tutto procede. Ma ci sono altre cose che vanno avanti. Le modifiche alle procedure sulla legge 181, appena introdotte, consentiranno di partire con le «altre» reindustrializzazioni dell’area ad ottobre: nei due incontri, infatti, il governo probabilmente annuncerà il via libera alla «call» per le aziende che vorranno insediarsi a Piombino, con 50 milioni di incentivi (20 stata- Piaggio & C. S.p.A. CHL S.p.A. V espa e Armani insieme, in edizione speciale, adesso puntano ai mercati asiatici. Vespa 946 Emporio Armani, nata per celebrare il quarantesimo anno della Giorgio Armani ed il centotrentesimo del Gruppo Piaggio, dopo il lancio europeo sarà disponibile anche in Giappone, in Vietnam e Indonesia. «Sono tutti mercati strategici nell’ambito delle operazioni del Gruppo Piaggio in Asia», spieMERCATI gano da Pontedera. In Giappone il lancio è avvenuto a Tokyo il 12 settembre, all’Emporio Armani di Aoyama nella Vogue Fashion Night. La Vespa griffata, con colore unico, permetterà di migliorare l’offerta del Gruppo Piaggio, che nei primi sei mesi dell’anno ha incrementato dei ricavi del 19,4% nei mercati dell’area Asia Pacific. Ed i ricavi di Vespa hanno segnato più 9,3% nel mondo. Mauro Bonciani Le dimissioni del direttore generale Andrea Zambon avevano allarmato i sindacati. Rebrab ha prima parlato con il ministro Federica Guidi in Algeria, poi inviato una lettera alla Regione rassicurando sulla ripartenza delle acciaierie, sull’arrivo del forno elettrico e sull’impiego di alcune aree per l’altra parte del business che la multinazionale algerina vuole portare a Piombino, logistica e agroali- I l caffè del Nicaragua e la cioccolata della Repubblica Domenicana, il tè del Perù e le noci del Brasile. Sempre più persone, nei supermercati Unicoop Firenze, scelgono i prodotti equo-solidali che arrivano in Italia senza intermediari, acquistati direttamente nei Paesi in via di sviluppo. Nel primo semestre del 2015, l’area Solidal dei supermercati Coop ha registrato un incremento dell’11 per cento, pari a un fatturato di circa 2 milioni di euro. Una crescita, spiegano da Unicoop, in controtendenza rispetto alla vendita degli altri prodotti, che risentono della recessione. Segno che, nonostante la crisi e il costo dei prodotti equi e solidali un po’ più alto della media, è in atto una crescente tendenza al consumo responsabile. La linea Solidal Coop vuole offrire opportunità di sviluppo a chi è in condizioni di svantaggio. Attraverso la certificazione «Fairtrade» vengono garantiti ai produttori prezzi stabili, prefinanziamenti agevolati e contratti di lunga durata. Jacopo Storni © RIPRODUZIONE RISERVATA SOCIALE 11% L’incremento delle vendite «Solidal» nei supermercati Unicoop Firenze da gennaio PHILIP MORRIS, SHOPPING IN ITALIA PER TRE ANNI B uone nuove da Palazzo Chigi per i produttori toscani di tabacco. Il presidente del Consiglio ha firmato, alla fine di luglio, un accordo con il gigante Philip Morris dal valore di 500 milioni di euro: la multinazionale del tabacco si è impegnata ad acquistare tabacco italiano per circa 80 milioni l’anno da qui al 2020. L’accordo prevede che per i primi tre anni Philip Morris stipuli contratti annuali di acquisto di tabacco secco sciolto italiano Burley (circa undicimila tonnellate, quasi il 60% del totale prodotto in Italia) e diecimila tonnellate per la varietà Virginia Bright (pari al 30% del totale italiano). La Toscana, storica produttrice delle varietà Virginia Bright e Kentucky, è tra le regioni che forniranno materia ROMA prima, insieme a Campania, Umbria e Veneto. La Toscana pesa per circa il Milioni l’anno, 7% sulla pro- da qui al 2020, duzione nagli acquisti zionale di a cui si è tabacco, con impegnata oltre 18 mila Philip Morris ettari coltivati e quasi 5 mila tonnellate raccolte nel 2014. «L’accordo è molto importante perché è la prima volta che una multinazionale si impegna all’acquisto con un accordo di medio periodo e questo consente ai produttori di programmare gli investimenti», dice Luigi Auriemma, presidente di Burley Italia e Ad di Ont Italia, l’associazione che riunisce i produttori di tabacco. «Il prossimo passo è che Philip Morris, che ha già un accordo commerciale con Coldiretti in scadenza entro il 2015, lo rinnovi sulla base delle condizioni previste dall’impegno preso con il Governo, fino al raccolto 202021». La varietà «Kentucky» finisce nel sigaro Toscano, quella «Bright» viene acquistata prevalentemente da Philip Morris e Jacob Tobacco quindi, dice Auriemma, «l’impegno di medio periodo della multinazionale sarà determinante per le coltivazioni toscane. Senza contare che questo accordo costituisce anche uno stimolo per le altre major del tabacco ad acquistare in Italia». Silvia Ognibene 80 © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere Imprese Lunedì 21 Settembre 2015 3 FI PRIMO PIANO Aiuto, la Cina ci fa la pelle Qui si va alla guerra dei dazi L’appello dei conciatori toscani alla politica italiana e europea per difendersi dall’offensiva di Pechino, che fa incetta di materiale grezzo spingendo in alto i prezzi, e dal protezionismo dei Paesi emergenti che adesso vogliono fare tutto da soli Profilo Il distretto comprende i Comuni di Santa Croce sull’Arno, San Miniato, Castelfranco di Sotto, Santa Maria a Monte, Montopoli Valdarno e Fucecchio. Produce 65 milioni di metri quadri di di Silvia Ognibene S tretti in una morsa, tra la Cina che fa incetta di pellami grezzi sul mercato spingendo i prezzi alle stelle e l’indifferenza dei Paesi europei che non vogliono intervenire per mettere un argine alle politiche protezionistiche dei concorrenti sleali. I conciatori toscani chiedono l’intervento del Governo e soprattutto dei rappresentanti italiani a Bruxelles per salva- Piero Maccanti, presidente Associazione Conciatori di Santa Croce Maria a Monte e Fucecchio la pelle si lavora dalla fine dell’Ottocento. Poi il grande balzo degli anni Cinquanta, quando si lasciavano i campi per andare a lavorare in conceria, a respirare solventi in una delle attività più pericolose per la salute. E infine l’inversione a «U» di un distretto che ha saputo mantenere l’eccellenza mondiale della concia rispettando l’ambiente e i diritti dei lavoratori. Qui si concentra circa il 35% della produzione nazionale di pelli e il 98% della produzione di cuoio da suo- La mappa Anno 2014 NEL DISTRETTO SONO PRESENTI EXPORT DI PELLE FINITA VERSO 123 paesi Unione Europea 50% Regno Unito Francia Spagna Portogallo 600 Germania Polonia Romania Cina Aziende (concerie e lavorazioni conto terzi) Corea Giappone 8.000 Vietnam Addetti 12 Estremo Oriente Altri paesi pellami e 53 milioni di chili di cuoio da suola. Oltre il 98% del carico inquinante prodotto viene depurato in tre impianti tra i più avanzati d’Europa guardare un distretto che è cresciuto stabilmente del 3% l’anno anche durante la crisi e si è trasformato da un’attività pseudomedievale nell’avanguardia della tecnologia e del rispetto ambientale, con investimenti milionari. A Santa Croce sull’Arno, Castelfranco di Sotto, Montopoli Val d’Arno, San Miniato, Santa 27% addetti in media per azienda 23% la. Ma il rischio, oggi, è di farsi fare la pelle dai Paesi del Centro e Sud America, dall’India e dal Pakistan, soprattutto dalla Cina. Dove si lavora ancora come nel Medioevo, in barba alle normative di rispetto ambientale e dei diritti delle persone e, nel caso cinese, con una capacità di acquisto del pellame grezzo sui mercati mondiali capace di trascinare al rialzo il prezzo in maniera vorticosa: i conciatori toscani comprano all’estero (in 122 Paesi) il 90% del pellame grezzo da trattare per poi restituire il 66% della materia conciata al mercato europeo e il 17% del totale mondiale (con esportazioni destinate a 123 Paesi). Oltre i tre quarti della produzione sono destinati all’esportazione e i più importanti clienti sono da sempre i produttori di calzature, seguiti dalle pelletteria. Ovvero le grandi griffe della moda. Per il distretto conciario le relazioni con l’estero sono vitali, sia per l’acquisto del grezzo che per l’esportazione del prodotto finito. E qui viene il difficile, visto che i Paesi che esportano pellame grezzo adottano agguerrite politiche tariffarie e di dazi per scoraggiare l’acquisto da parte degli italiani e lavorare la materia prima in casa loro. «I Paesi che producono pellame grezzo non lo esportano oppure, se lo fanno, impongono dazi molto elevati perché hanno la necessità di difendere l’occupazione interna — spiega il direttore dell’Associazione conciatori di Santa Croce, Piero Maccanti — La Cina, invece, non produce esclusivamente con il proprio pellame ma aggredisce il mercato europeo per approvvigionarsi di materia prima di alta qualità da destinare alla lavorazione interna. Quindi noi, non solo non possiamo importare pellame dai Paesi extra Ue a causa dei dazi, ma ci ritroviamo con la Cina che fa man bassa di grezzo sul mercato europeo provocando rialzi dei prezzi che in alcuni momenti sono aumentati anche del 300%. Ci sono stati periodi in cui i cinesi compravano tutto e noi non riuscivamo a trovare sul mercato pellami da acquistare per le nostre lavorazioni». Il prezzo del pellame grezzo sul mercato europeo adesso sta calando perché la Cina, alle prese con una crisi non da poco, acquista meno. Ma resta il fatto che poi la lavorazione del grezzo in Cina avviene con costi bassissimi e quindi il prodotto conciato viene riesportato a prezzi da concorrenza sleale. Il distretto conciario è stato tra i pochi a superare la grande crisi senza traumi eccessivi: «Dopo i primi due anni Il presidente Maccanti Abbiamo investito milioni per costruire l’eccellenza, ora dobbiamo combattere la concorrenza sleale Da febbraio a giugno nessuna commessa, le case del lusso hanno pagato le turbolenze sui mercati russo e cinese durissimi, il 2008 e il 2009, siamo cresciuti poco ma sempre — continua Maccanti — Abbiamo avuto, invece, alcune difficoltà tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015 a causa del calo sofferto dalla moda di lusso per via del rallentamento dei mercati cinese e russo». Un campanello d’allarme iniziò a suonare forte quando la moglie del presidente cinese Ki Jinping iniziò a mostrarsi in pubblico con accessori prodotti in Cina, invece che dalle griffe straniere. Il cambio di passo della classe politica e dei ricchi cinesi, tra i maggiori consumatori di lusso europeo, fu quasi immediato: il messaggio, chiaro, che bisognava favorire le produzioni domestiche era stato recepito. «Le turbolenze sui mercati cinese e russo hanno messo in difficoltà le case del lusso nel programmare le scelte di investimento — dice Maccanti — Da febbraio a giugno del 2015 non abbiamo avuto quasi nessuna commessa: basta considerare che la depurazione delle acque ha segnato un calo del 15%. A partire da luglio gli ordini sono ricominciati». Il distretto della concia, però, ha saputo cavarsela anche in un avvio d’anno poco brillante: mentre calava il lavoro cosiddetto «di prima linea», quello destinato alle grandi griffe, risalivano gli ordini soprattutto dagli Stati Uniti per le «seconde linee», cioè i pellami di fascia alta ma non altissima. Gli Usa continuano a spostare la produzione dai Paesi a basso costo verso sponde più qualificate e questo ha fatto bene alle aziende toscane in un periodo complicato. Sullo sfondo, però, restano da risolvere le politiche protezionistiche dei Paesi extraeuropei che costringono i conciatori toscani a difendersi da una concorrenza sostanzialmente sleale. «Il governo italiano e l’Ue devono agire per riportare condizioni di equità. Ci rendiamo conto che chiedere la reintroduzione dei dazi appartiene a un modello economico vecchio, ma il mercato deve aprirsi per tutti, altrimenti tutti, anche noi, hanno il diritto di proteggersi», conclude il direttore dell’Associazione conciatori. «Abbiamo incontrato il vicepresidente del Parlamento europeo Antonio Tajani e anche l’onorevole Simona Bonafé che si sono impegnati, anche se è una strada difficile. Soprattutto perché ai Paesi del Nord Europa importa poco o niente: quando hanno dovuto smettere di produrre con modalità da terzo mondo, invece che trasformare le aziende le hanno chiuse, abbandonando la produzione di pellame. È chiaro che non abbiano alcun interesse a reintrodurre dazi». Ma in Toscana no. Qui è andata diversamente perché le aziende, invece di chiudere, hanno investito e si sono trasformate in isole di eccellenza in una produzione che altrimenti sarebbe scomparsa dalla geografia industriale europea. © RIPRODUZIONE RISERVATA 4 FI Lunedì 21 Settembre 2015 Corriere Imprese Corriere Imprese Lunedì 21 Settembre 2015 5 FI LOCOMOTIVE Sirio Panel pronta al decollo sulle ali dell’affare Eurofighter L’azienda legata a Finmeccanica si prepara alla maxi commessa militare del Kuwait Montevarchi leader per i pannelli di controllo e sistemi di illuminazione degli aerei Frontiere 330 A Firenze i signori dei superyacht Dipendenti di Sirio Panel che lavorano dentro lo stabilimento di Montevarchi 80 «S iamo felici di annunciare che l’edizione 2016 della World Superyacht Awards si terrà a Firenze». Le parole con cui Tony Harris della Boat International media ha comunicato la scelta di Firenze per uno dei premi più ambiti tra i costruttori di yacht superlusso non sono di sola diplomazia. La Toscana significa qualcosa per chi sceglie di far costruire le proprie «barche» a maestri artigiani, esperti di design, imprese hitech: queste La festa 2015 competenze qui ci sono già. «Firenze è unica — ha proseguito Harris — e la Toscana non è solo patria di alcuni dei migliori costruttori di barche, ma vanta la presenza di molti marchi del lusso e del design leader a livello globale che ne fanno la destinazione perfetta per i World Superyacht Awards». Degli 8 sponsor del concorso (che si terrà a maggio), cioè Benetti, CRN, Mondomarine, Perini Navi, Rossinavi, Sanlorenzo and VSY, la metà hanno sedi o centri di produzione sulla costa toscana. La dimostrazione che questa nicchia sta ripartendo ed attirando l’attenzione mondiale. (Marzio Fatucchi) © RIPRODUZIONE RISERVATA Milioni di euro il fatturato con cui l’azienda aretina ha chiuso il 2014 4 I miliardi della commessa Eurofighter (su 8) destinati alle imprese italiane A ben guardare le dimensioni degli edifici della piccola frazione di Levanella — alla periferia di Montevarchi — ci si aspetterebbe che sia il fabbricato mastodontico, quello che ospita l’outlet di Prada, a sostenere da solo il peso della promessa di beneficio per l’economia del Valdarno. Tuttavia basta percorrere pochi metri per incappare in un fabbricato più contenuto, sede centrale della Sirio Panel: l’azienda da pochi giorni possiede uno dei più alti potenziali di sviluppo dell’intera regione. Quella fabbrica costruisce da circa quarant’anni componentistica per aerei ed elicotteri, civili e militari, soprattutto creando Un caccia Eurofighter Typhoon in decollo soluzioni e parti per i pannelli aerei, l’interfaccia di guida dei piloti. Sirio Panel impiega 330 dipendenti e ha chiuso il 2014 con un fatturato di quasi 80 milioni di euro. Cifre destinate a crescere, visto che l’impresa mangerà con tutta probabilità una fetta della torta da 8 miliardi di euro in arrivo dalla super commessa che il gruppo Finmeccanica ha recentemente ricevuto — con riserva — dal Kuwait. I condizionali che usano gli ingegneri dell’azienda quando si parla «dell’affare» sono d’obbligo. E non è solo una questione di scaramanzia, dato che Finmeccanica — da tre anni proprietaria di Sirio Panel tramite la controllante Selex Es — non ha firmato alcun assegno, benché fonti a conoscenza della trattativa riferiscano che la firma del contratto è questione di settimane. L’ottimismo è d’obbligo dopo che, a seguito di due anni di trattative, sul tavolo è arrivato finalmente un accordo con il Kuwait per la vendita di 28 caccia-bombardieri Eurofi- La sede di Sirio Panel a Levanella, nel Comune di Montevarchi L’azienda fa parte del gruppo Finmeccanica ghter, che saranno prodotti dall’omonimo consorzio europeo di cui fanno parte anche aziende britanniche, tedesche e spagnole. L’intesa definitiva è vicinissima, la cifra in ballo è evidentemente straordinaria. Secondo alcune fonti, degli 8 miliardi che lo sceicco Jaber Mubarak Al-Hamad AlSabah verserà al momento dell’accordo, almeno quattro sarebbero destinati alle fabbriche italiane (generalmente in accordi di questo tipo al capocommessa, quindi a Finmeccanica, spetta circa il 50% della quota stanziata per la fornitura). La commessa del Kuwait coprirà un arco temporale di 20 anni. Con circa 600 aerei commissionati, l’Eurofighter Typhoon è il più grande programma militare di collaborazione europea che coinvolge oltre 100.000 posti di lavoro in 400 aziende europee ad alta tecnologia. Tra le quali Sirio Panel che opera nel settore dal 1977. Un successo mondiale con radici antiche. È stata fondata da Graziano Forzieri che cominciò qui a produrre pannelli informativi e lampade elettroluminescenti. Fin dall’inizio la missione aziendale era sviluppare prodotti innovativi: il primo contratto della società è stato sottoscritto per equipaggiare i tornado dell’esercito. Oggi Sirio Panel è leader riconosciuto nell’ambito dei pannelli di controllo integrati e dei sistemi di illuminazione degli aerei, uno dei tre principali player del settore nel mondo. Scorrere la lista dei clienti per credere: Airbus, Lockheed Martin, AgustaWestland, Honeywell, oltre a partnership con Goodrich e Rockwell Collins. L’azienda ha un forte indotto nel territorio del Valdarno dove conserva la sua sede operativa: sono di due anni fa i lavori che hanno nuovamente ampliato lo stabilimento che per un terzo impiega ingegneri specializzati. E le prospettive di crescita non mancano. Nel 2011 la società ha costituito la Sirio Panel Inc. negli Usa, con lo scopo di essere più vicina al cliente statunitense. La controllata Usa ha anche il compito di sostenere i mercati esistenti nella regione, individuare nuovi mercati e nuovi clienti e sviluppare nuove opportunità di business. Giorgio Bernardini © RIPRODUZIONE RISERVATA 6 FI Lunedì 21 Settembre 2015 Corriere Imprese Corriere Imprese Lunedì 21 Settembre 2015 7 FI DISTRETTI «Porto a NY la storia di Ginori» Il presidente Hofer spiega il futuro della Manifattura. E non esclude una sorpresa sul Museo di Mauro Bonciani Profilo R ichard Ginori festeggia i suoi 280 anni di storia. Dopo un lungo periodo di crisi, dal 2013 fa parte del gruppo del lusso Kering (che controlla anche Gucci) ed è guidato da Karlheinz Hofer, presidente e ceo della Manifattura di Sesto Fiorentino. Presidente Hofer, a che punto è il piano per il futuro della Ginori? «Il rilancio di una leggenda che ha 280 anni di storia è una sfida impegnativa e bellissima. Abbiamo valorizzando il saper fare artigiano patrimonio di Richard Ginori, con le nuove collezioni di decorato. In soli due anni abbiamo a catalogo 92 collezioni tavola e oggettistica, decorate a mano, 16 collezioni tavola interamente dipinte a mano dai maestri pittori della Manifattura. Ci siamo presentati al mondo con l’apertura dello storico negozio di Firenze, dello straordinario flagship store a Milano, e con nostri shop nei più importanti department store, come Harrods, a Londra. Non solo: in occasione di Table Top, a metà ottobre, la più importante fiera del settore in Usa, presenteremo a New York il nostro show room interamente rinnovato». È nuovo anche il sito. «Il nostro sito internet www.richardginori1735.com, firmato del direttore creativo Alessandro Michele, è il modo di scoprire la Manifattura. Il rilancio si consolida anche nell’amplificare la nostra proposta con il progetto candele e le nuove collezioni di oggettistica “Catene” e “Labirinto”. Siamo orgogliosi di poter celebrare questo anniversario e di Karlheinz Hofer, già consigliere di Grg, dall’aprile 2015 è presidente e ceo di Richard Ginori. Hofer, laureato a Firenze in Economia, è entrato in Gucci nel 1995. Per il gruppo Kering, che possiede anche Gucci, è direttore «supply chain & logistics» della Luxury Division. Presiede l’Alta Scuola di Pelletteria di Scandicci Style Tutti tennisti, anche in ufficio Q uest’inverno saremo tutti un po’ tennisti. Smaltito l’orgoglio italiano dopo l’eccitante vittoria di Flavia Pennetta ( foto) agli Us Open continueremo a rendere omaggio allo sport — che secondo le cronache di Donato Velluti è nato nel ’300 durante una visita di cavalieri francesi proprio a Firenze — indossando look da campi in terra battuta anche in orario d’ufficio. Tute con sopra l’ironica scritta Tennis anyone? che fanno il verso al look di Richie Tenenbaums di Wes Anderson, sono state d’ispirazione per Lacoste della collezione 2015-2016 che ha sfilato a New York lo scorso febbraio. Ma lo stilista Felipe Oliveira Baptista ha pensato bene di reinterpretare il tennis nel suo capo forse più iconico: la polo, inventata dal campione e inventore del brand del coccodrillo, René Lacoste. Solo cotone, e manica corta anche in inverno. Perfetta per il casual friday. (Laura Antonini) © RIPRODUZIONE RISERVATA celebrare un marchio sinonimo di una straordinaria capacità manifatturiera e di Made in Italy». E i mercati italiano e internazionale come hanno risposto al nuovo corso? «Stiamo iniziando a raccogliere i primi frutti. L’orizzonte è certamente di lungo periodo e ha come focus principale la valorizzazione del marchio Richard Ginori tra le eccellenze del Made in Italy nel mondo, la massimizzazione della capacità produttiva e la conquista di nuove quote di mercato attraverso investimenti in innovazione, ricerca, sviluppo e comunicazione. Richard Ginori è un marchio con forte potenziale per esprimersi in tutti i mercati. E stiamo anche operando un’accurata selezione dei distributori per accelerare il riposizionamento del marchio». Cosa contraddistingue oggi Gucci-Richard Ginori? «È proprio l’artigianalità, che rappresenta il patrimonio culturale di Richard Ginori, la nostra caratteristica distintiva. Abbiamo intrapreso un percorso volto a reinventare e tradurre in un linguaggio nuovo la tradizione e il fascino di un marchio che ha vestito le tavole per quasi trecento anni. Un percorso che lega la tradizione all’innovazione e alla creatività: questo patrimonio è la forza di Richard Ginori». Sesto Fiorentino esprime ancora grandi professionalità o cercate altrove figure specializzate che non riuscite Dobbiamo riposizionare il marchio, con nuovi distributori Crediamo nella tutela degli antichi mestieri sul territorio © RIPRODUZIONE RISERVATA Fallimento e rilancio I due anni con Gucci Ieri e oggi Sesto Fiorentino, la porcellana torna di moda S ono passati quasi due anni da quando, con un blitz, Gucci mise sul piatto 13 milioni di euro e acquisì la storica Manifattura Richard Ginori, il mitico marchio creato nel 1735 dal marchese Carlo Ginori, della antica famiglia fiorentina e che ha prodotto per decenni a Doccia, prima di trasferirsi nello stabilimento di viale Giulio Cesare, a Sesto Fiorentino, dove è ancora oggi. Due anni che, dopo il fallimento dichiarato il 7 gennaio 2013, hanno visto il cambio di proprietà e segnato l’inizio del rilancio del marchio. E la rina- IMPRESE A cura della redazione del Corriere Fiorentino Direttore responsabile: Paolo Ermini Vicedirettore: Eugenio Tassini Caporedattore centrale: Carlo Nicotra scita dell’azienda ha significato anche quella del distretto della ceramica di Sesto Fiorentino, con un +6,9% di export nel 2014 e addirittura il +24,1% del primo trimestre 2015, frutto soprattutto dai buoni risultati negli Usa. Il blitz del colosso del lusso è arrivato dopo anni di difficoltà finanziarie e manageriali, con il titolo a lungo sospeso in Borsa e gli addetti ridotti a circa 230 persone contro le 330 di un paio di anni prima, scioperi per chiedere un futuro per l’azienda. Nel gennaio di due anni fa in 2.000 — Editoriale Fiorentina s.r.l. Presidente: Marco Bassilichi Amministratore Delegato: Massimo Monzio Compagnoni Sede legale: Lungarno delle Grazie 22 50122 Firenze Reg. Trib. di Firenze n. 5642 del 22/02/2008 Responsabile del trattamento dei dati (D.Lgs. 196/2003): Paolo Ermini 13 Milioni di euro l’investimento fatto da Gucci per rilevare Richard Ginori nel 2013 230 Gli addetti della Manifattura riassunti sul totale di 330 compresi il sindaco Gianni Giannassi e don Giovanni Momigli, direttore dell’ufficio pastorale del lavoro della Diocesi fiorentina — sfilarono per difendere la fabbrica e nessuno si aspettava la buona notizia della scelta fatta da uno dei simboli del Made in Italy. «La decisione di presentare l’offerta da parte di Gucci è coerente con la strategia di valorizzazione dell’eccellenza del Made in Italy nel mondo — spiegò Gucci in una nota — L’offerta si basa su un progetto industriale e strategico di lungo periodo e si pone l’obiettivo di COMITATO SCIENTIFICO Paolo Barberis fondatore di Nana Bianca e Dada, consigliere per l’ innovazione della Presidenza del Consiglio Fabio Pammolli Professore di Economia e Management IMT Alti Studi Lucca Fabio Filocamo Presidente Harvard Alumni Italia, CEO Dynamo Venture, Member of Board Principia SGR Alessandro Petretto Professore Ordinario di Economia Pubblica Università degli Studi di Firenze a trovare? «Siamo consapevoli delle grandi professionalità presenti nel territorio fiorentino e crediamo fortemente nella salvaguardia di antichi mestieri e nell’importanza di tramandare le tecniche artigianali affinché la cultura del bello e del saper fare sia trasmessa in modo concreto ed efficace. È in quest’ottica che abbiamo avviato un progetto di cui andiamo molto fieri, la “Scuola dei Mestieri”, che pone al centro la formazione di giovani talenti per tramandare le arti e i saperi con corsi di formazione tecnico-pratica che coinvolgono neodiplomati e neolaureati degli istituti d’arte di Firenze». È ipotizzabile un altro sforzo economico per acquisire il Museo Ginori? «Al momento dell’acquisizione il Museo non faceva parte del perimetro dell’azienda. Oggi la situazione è ancora nella mani della curatela. Richard Ginori sta monitorando l’evoluzione della situazione». tutelare e rilanciare un marchio storico di Firenze, quale è Richard Ginori, sinonimo da sempre di qualità e artigianalità. Gucci intende investire per sostenere i piani produttivi e supportare Richard Ginori nei processi di innovazione e ricerca e sviluppo». Era la Gucci dell’ad Patrizio di Marco e del direttore creativo Frida Giannini, ma nulla è cambiato con le due G targate di Marco Bizzarri e Alessandro Michele Un artista Richard Ginori durante una performance nelle sale dell’hotel Savoy in piazza della Repubblica (dal settembre 2014 direttore creativo di Richard Ginori), complice anche il ruolo nell’acquisizione della fiorentina Micaela Le Divelec, ormai promossa Evp e Chief Consumer Officer di Gucci. Anzi tra poco meno di due settimane Richard Ginori sarà protagonista a New York con il nuovo look del suo show room ed Hofer prosegue nell’impegno per riposizionare il marchio. Così tutti i 230 addetti sono tornati al lavoro. è arrivata la scuola per non perdere i segreti delle antiche (ed uniche) professionalità. E quella che Di Marco definì «un’operazione quasi romantica. L’Italia non ha fatto nulla per la tutela di questa eccellenza manifatturiera, mentre in Germania hanno difeso Rosenthal a spada tratta» sta diventando un business di successo. M.B. © RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Editoriale Fiorentina s.r.l. Pubblicità: Rcs MediaGroup S.p.A. Dir. Communication Solutions Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Tel. 02.2584.1 www.rcscommunicationsolutions.it Poste Italiane S.p.A. Sped. in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004, Art.1, c.1, DCB Milano Stampa: RCS Produzioni S.p.A. Via Ciamarra 351/ 353 - 00169 Roma Tel. 06-68.82.8917 Diffusione: m-dis Spa - Via Cazzaniga, 19 20132 Milano - Tel. 02.2582.1 Pubblicità locale: SpeeD Società Pubblicità Editoriale e Digitale S.p.A. Viale Giovine Italia, 17 50122 Firenze Tel. 055.2499203 Supplemento gratuito al numero odierno del Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo quotidiano può essere riprodotta con mezzi grafici, meccanici, elettronici o digitali. Ogni violazione sarà perseguita a norma di legge. 8 FI Lunedì 21 Settembre 2015 Corriere Imprese