Il fatale premio geologico chiamato Haiti
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Il fatale premio geologico chiamato Haiti
Tratto dal sito: http://www.voltairenet.org/it Il fatale premio geologico chiamato Haiti di F. William Engdahl* Un resuscitato predicatore USA, affarista trafficone neo-consevatore, afferma che gli abitanti di Haiti siano stati puniti per aver letteralmente firmato 'un patto con il diavolo' Le organizzazioni di soccorso di Venezuela, Nicaragua, Bolivia, Francia e Svizzera tutte accusano i militari USA di rifiutare il diritto di atterraggio agli aerei che trasportano le medicine e la vitale acqua potabile, necessarie ai milioni di Haitiani colpiti, feriti e senza casa. Dietro al fumo, alle macerie ed alla tragedia umana senza fine dello sfortunato Paese caraibico, è in pieno corso la partita per il controllo di quella che i geofisici ritengono possa essere una delle zone più ricche al mondo di idrocarburi - greggio e gas - al di fuori del Medio Oriente; giacimenti il cui ordine di grandezza potrebbe essere superiore a quello dei vicini giacimenti venezuelani. Haiti, e la più ampia isola di Hispaniola della quale è parte, ha il destino geologico di essere a cavalcioni di una delle zone geologiche più attive, dove le piattaforme oceaniche di tre enormi strutture si sfregano incessantemente una contro l'altra - è l'intersezione delle piattaforme tettoniche dell'America del Nord, dell'America del Sud e dei Caraibi. Nel profondo dell'oceano e delle acque dei Caraibi, queste piattaforme costituiscono una crosta oceanica spessa dai 5 ai 10 chilometri, che galleggia sopra il sottostante mantello. Haiti poi, giace all'estremo di una regione nota come il Triangolo delle Bermuda, una vasta area caraibica soggetta ad effetti bizzarri e privi di spiegazioni. Questa massa di piattaforme sotto le acque è in costante movimento, con uno sfregamento lungo linee analoghe a quelle delle crepe in un vaso rotto di porcellana che sia stato nuovamente incollato. Le piattaforme tettoniche terrestri, solitamente, si muovono ad un ritmo dai 50 ai 100 millimetri l'anno - una rispetto all'altra originando terremoti e vulcani. Le aree dove si hanno le convergenze di tali piattaforme sono anche aree dove grandi volumi di greggio e gas possono essere spinti verso l'alto allontanandosi dal sottostante mantello terrestre. La situazione geofisica della convergenza delle tre piattaforme praticamente sotto Port-auPrince, la rende una regione favorevole ai terremoti tipo quello che il 12 gennaio ha colpito Haiti con una ferocia devastante. Un importante progetto geologico texano Lasciando da parte l'importante domanda di come il Pentagono e gli scienziati USA potessero sapere ben anzitempo che stesse per accadere un terremoto, e lasciando da parte quali piani del Pentagono fossero stati preparati già prima del 12 gennaio, dagli eventi di Haiti emerge un altro tema che può aiutarci a spiegare il bizzarro comportamento attuale dei principali 'soccorritori' - Stati Uniti, Francia e Canada. A parte il fatto che sia in una zona favorevole ai terremoti violenti, Haiti sorge in un'area che, data l'insolita intersezione geografica fra tre piattaforme tettoniche, potrebbe stare proprio a cavalcioni di una delle più grandi zone non sfruttate al mondo per greggio e gas, così come per altri minerali rari e di gran valore strategico. Le grandi riserve di greggio del Golfo Persico e della regione dal Mar Rosso al Golfo di Aden si trovano su di una analoga convergenza di grandi piattaforme tettoniche, così come lo sono altre zone ricche di greggio dell'Indonesia e zone al largo delle coste della California. In breve, relativamente alla fisica della terra, in tutto il mondo sono proprio le intersezioni della masse tettoniche come quelle esattamente sotto Haiti che manifestano una notevole tendenza ad essere loci di vasti e ricchi giacimenti di minerali, così come di greggio e gas. E' da notare che nel 2005, un anno dopo che l'Amministrazione Bush-Cheny depose de facto Jean Baptiste Aristide, il Presidente di Haiti democraticamente eletto, una squadra di geologi dell'Institute for Geophysics dell'University of Texas diede inizio ad una ambiziosa ed esaustiva mappatura in due fasi di tutti i dati geologici del Bacino Caraibico. Il completamento del progetto è previsto per il 2011. Diretto dal Dott. Paul Mann, il progetto è denominato: “Caribbean Basins, Tectonics and Hydrocarbons”. * Bacino caraibico ; tettonica ed idrocarburi. + E' tutto centrato sulla determinazione, la più precisa possibile, della relazione fra piattaforme tettoniche caraibiche e potenziale per gli idrocarburi - greggio e gas. E' anche da rilevare che i finanziatori di questo progetto di ricerche multimilionario diretto da Mann sono le più importanti multinazionali del petrolio, fra le quali la Chevron, la ExxonMobil, la Shell anglo-olandese ed la BHP Billiton. [1] Curiosamente, il progetto costituisce la prima mappatura completa di una regione che, si sarebbe pensato, avrebbe dovuto essere prioritaria per le Sette Sorelle già decenni fa. Data la colossale attuale produzione di greggio al largo del Messico, della Louisiana e degli interi Caraibi, e data la sua vicinanza agli Stati Uniti - per non parlare dell'attenzione data dagli USA alla propria sicurezza energetica - è veramente sorprendente che una tale area non sia stata mappata già prima. Ora salta fuori che già da lungo tempo le principali aziende petrolifere erano come minimo perfettamente al corrente dell'enorme potenziale petrolifero della regione e che decisero, almeno apparentemente, di tenere il tutto tranquillo. Il ritrovamento super-gigantesco di Cuba La dimostrazione che l'Amministrazione USA possa avere in mente per Haiti ben di più che non il miglioramento della vita di quei tanti haitiani che sono stati devastati dal terremoto, può essere trovata nelle vicine acque al largo di Cuba, proprio dall'altra parte di Port-au-prince. Nell'ottobre del 2008 un consorzio di aziende petrolifere, guidato dalla spagnola Repsol, insieme con l'azienda petrolifera di stato cubana - Cubapetroleo - ha annunciato la scoperta, nelle acque profonde al largo di Cuba, di uno dei giacimenti petroliferi più grandi al mondo. E' quello che i geologi chiamano un giacimento "Super-gigantesco". I calcoli dicono che il giacimento cubano contenga sui 20 miliardi di barili di greggio, il che lo rende il dodicesimo giacimento petrolifero Super-gigantesco scoperto dal 1966. La scoperta fa diventare Cuba un nuovo obiettivo prioritario per la destabilizzazione ed altre sporche operazioni da parte del Pentagono. Con scorno di Washington, il Presidente russo Dmitry Medvedev - in rappresentanza delle compagnie petrolifere russe - è volato a l'Havana un mese dopo la scoperta del gigantesco giacimento per firmare un accordo con il facente funzione di Presidente Raul Castro al fine di esplorare e sviluppare l'industria petrolifera cubana. [2] Gli accordi petroliferi Medvedev-Russia-Cuba sono venuti solo una settimana dopo la visita del Presidente cinese Hu Jintao giunto per incontrare un Fidel Castro rimesso in salute, insieme al fratello Raul. Il Presidente cinese ha firmato un accordo per modernizzare i porti di Cuba ed ha discusso l'acquisto di materie prime cubane da parte della Cina. Non c'è dubbio che la colossale scoperta di nuovo greggio cubano fosse prioritaria nell'agenda della Cina con Cuba. [3] Il 5 novembre del 2008, appena prima del viaggio a Cuba e negli altri paesi dell'America Latina da parte del Presidente Cinese, il governo della Cina ha divulgato il suo primo scritto ufficiale di sempre sul futuro delle relazioni della Cina con l'America Latina e le nazioni caraibiche, innalzando tali relazioni bilaterali ad un nuovo livello di importanza strategica. [4] Il giacimento petrolifero Supergigantesco è anche uno schiaffo in faccia ai propugnatori della teoria del "Picco del greggio". Appena prima della decisione di Bush e Blair di invadere ed occupare l'Iran, il ciberspazio fu attraversato da una teoria secondo la quale, più o meno attorno al 2010, il mondo avrebbe raggiunto il "picco" assoluto nella produzione mondiale di greggio, da cui sarebbe iniziato il periodo di declino, con conseguenze drastiche a livello sociale ed economico. Gli eminenti portavoce di questa teoria, incluso il geologo in pensione Colin Campbell ed il banchiere texano Matt Simmons, avevano sostenuto che dopo il 1976 non c'era stata più una sola scoperta di giacimenti Super-giganteschi o paragonabili, e che i giacimenti scoperti negli ultimi due decenni erano "esigui" rispetto alle precedenti scoperte di giacimenti giganteschi in Arabia Saudita, nella Baia di Prudhoe, a Daquing in Cina ed altrove. [5] E' fondamentale rilevare che, più di mezzo secolo fa, un gruppo di geofisici russi ed ucraini - lavorando sotto segreto di stato - hanno confermato che gli idrocarburi sono prodotti nelle profondità del mantello terrestre in condizioni analoghe a quelle di un gigantesco calderone sottoposto a temperature e pressioni estreme. I geofisici hanno dimostrato che, contrariamente alle teorie ufficiali ed allineate dei geologi occidentali, gli idrocarburi NON sono il risultato della trasformazione di detriti di dinosauri morti - e neppure di alghe od altro materiale biologico - concentrati e compressi ed in qualche modo appunto poi trasformati in greggio e gas alcuni milioni di anni fa. [6] I geofisici russi ed ucraini hanno poi dimostrato che il greggio - od il gas - prodotto nel mantello terrestre viene spinto in sù lungo fessure o spaccature della crosta terrestre tanto più vicine alla superficie quanto permesso dalla pressione. Il meccanismo è analogo a quello della produzione della lava fusa nei vulcani. Ciò significa che la capacità di trovare il greggio è limitata - parlando in modo relativo solo dalla abilità di identificare le fenditure profonde e la complessa attività geologica che porta il greggio fuori dalle profondità della terra. Sembra che le acque dei Caraibi, soprattutto quelle al largo di Cuba e della vicina Haiti, siano proprio aree con idrocarburi concentrati ( greggio e gas ), che hanno trovato la loro strada verso l'alto vicino alla superficie, forse con [ giacimenti di ] una ampiezza paragonabile ad una nuova Arabia Saudita. [7] Haiti : una nuova Arabia Saudita ? La significativa geografia di Haiti e Cuba e la scoperta di giacimenti di greggio di portata mondiale nelle acque al largo di Cuba, accredita le dicerie che parlano di grandi scoperte di greggio in numerose parti del territorio di Haiti. Il che potrebbe anche spiegare perchè due Presidenti Bush - ed ora l'attuale Inviato Speciale ONU ad Haiti Bill Clinton - abbiano fatto di Haiti una tale loro priorità. Potrebbe altrettanto spiegare perchè Washington - e le sue ONG - si siano mossi così velocemente per abbattere - due volte - il Presidente Aristide, democraticamente eletto, il cui programma economico per Haiti comprendeva, fra gli altri punti, delle proposte per lo sviluppo delle risorse naturali di Haiti, a beneficio della popolazione haitiana. Nel marzo del 2004, alcuni mesi prima che l'Università del Texas e le Grandi del Petrolio lanciassero il loro ambizioso programma di mappatura del potenziale idrocarburico dei Caraibi, uno scrittore haitiano, il Dott. Georges Michel, ha pubblicato un articolo online intitolato : " Il petrolio ad Haiti. " In esso, Michel ha scritto : "... non è cosa segreta che nelle profonde viscere della terra dei due stati che condividono l'isola di Haiti e le sue acque circostanti ci siano depositi di greggio significativi ed inesplorati. Non si sa poi perchè non siano ancora stati sfruttati. Dai primi del ventesimo secolo, le mappe fisiche e politiche dell'isola di Haiti, redatte nel 1908 dai signori Alexander Poujol ed Henry Thomasset, riportavano una notevole riserva di greggio in Haiti, vicino alla fonte del Rio Todo El Mondo, tributario di destra del fiume Artibonite, più noto oggigiorno come Fiume Thomonde. [8] Secondo un articolo di Roberson Alphonse, sul quotidiano haitiano 'Le Nouvelliste en Haiti' del giugno 2008 : " I segni ( indicatori ) che giustificano le ricerche del greggio ( oro nero ), in Haiti sono incoraggianti. Proprio durante lo shock petrolifero, circa 4 compagnie ( petrolifere ), hanno richiesto allo Stato di Haiti permessi ufficiali per le perforazioni. " In quel momento, il prezzo del greggio stava salendo oltre i 140 dollari al barile grazie alle manipolazioni di svariate banche di Wall Street. L'articolo di Alphonse citava Dieusuel Anglade, Direttore dell'Office of Mining and Energy dello Stato di Haiti, il quale aveva detto alla stampa haitiana : " Abbiamo ricevuto 4 richieste per permessi di trivellamento... Abbiamo segnali incoraggianti che giustificano il proseguimento dell'esplorazione dell' oro nero ( greggio ) che era stata fermata nel 1979. " [9] Alphonse riferiva risultati provenienti da una ricerca geologica del 1979 condotta in Haiti con 11 trivelle che perforarono la Piana del Cul-de-sac nel Plateau Central dell' isola di La Gonaive : " Indicatori di superficie del greggio furono evidenziati nel sud della penisola e sulla costa nord, spiegò l'ingegner Anglade, che credeva fortemente nell'immediato ritorno commerciale di queste esplorazioni. " [10] Il giornalista Alphonse cita un memorandum del 16 agosto 1979 del procuratore haitiano François Lamothe, nel quale si scriveva che " cinque grosse perforazioni " sono state spinte fino alla profondità di 9000 piedi ed un campione " sottoposto ad analisi fisico-chimiche in quel di Monaco, Germania " ha " rivelato tracce di greggio. " [11] Nonostante i promettenti risultati del 1979 in Haiti, il Dott. Georges Michel scriveva anche : " le multinazionali del greggio che operano in Haiti hanno spinto perchè i giacimenti scoperti non venissero sfruttati. " [12] L'effetto fu un immediato blocco delle perforazioni terrestri e marine al largo di Haiti. Analoghi articoli, seppur meno documentati, che segnalavano che i giacimenti petroliferi in quel di Haiti potevano essere ben più consistenti di quelli venezuelani, comparvero successivamente su siti web di Haiti. [13] Finchè, nel 2010, il sito di informazioni finanziarie Bloomberg News non riportò quanto segue : " Il terremoto del 12 gennaio si è verificato su una linea di frattura che passa vicino a potenziali giacimenti di gas, così ha detto Stephen Pierce, un geologo che ha lavorato nell'area per un trentennio al soldo di compagnie fra le quali l'ex Mobil Corp. Il terremoto può aver rotto formazioni rocciose lungo la linea, permettendo ai gas od al greggio di filtrare verso la superficie, così ha detto lunedì in una intervista telefonica. " Un geologo - certamente cinico - che seguisse quella linea di frattura che va da Port-au-Prince alla frontiera, e che vi eseguisse delle perforazioni alla ricerca di gas o greggio, potrebbe trovare delle strutture non ancora perforate ", così ha detto Pierce, gestore delle perforazioni alla Zion Oil & Gas Inc,. società di base a Dallas e che effettua trivellamenti in Israele. [14] In un'intervista data ad un giornale online di Santo Domingo, Leopoldo Espaillat Nanita - già capo della Dominican Petroleum Refinery (REFIDOMSA) - ha affermato che : "esiste una cospirazione multinazionale per appropriarsi illegalmente delle risorse minerali del popolo haitiano. " [15] I giacimenti minerali di Haiti comprendono : oro, l'iridio - un metallo di notevole importanza strategica - ed il greggio... apparentemente grosse quantità dei suddetti. I piani di sviluppo di Aristide Marguerite Laurent ('Ezili Dantò'), presidente dell'Haitian Lawyers’ Leadership Network (HLLN) che fu procuratore del deposto presidente Aristide, ricorda che quando Aristide era Presidente - fino alla sua espulsione appoggiata dagli USA dell'era Bush nel 2004 -aveva messo a punto, e stampato sotto forma di libro, i suoi programmi di sviluppo della nazione. Questi piani includevano, per la prima volta, una lista dettagliata di siti conosciuti nei quali giacevano le risorse di Haiti. La pubblicazione dei suoi programmi accese, sulla radio di Haiti ed i media, un dibattito a livello nazionale relativo al futuro del paese. Il progetto di Aristide era di implementare una collaborazione fra pubblico e privato per garantire che lo sfruttamento del greggio, dell'oro e delle altre ricche risorse di Haiti, portasse beneficio alla economia nazionale e più in generale alla popolazione, e non portasse invece ricchezza solo alle cinque famiglie oligarchiche haitiane - ed ai loro sostenitori americani - le cosiddette 'Chimere' o banditi. [16] Ma dalla cacciata di Aristide, nel 2004, Haiti è diventato un paese occupato, con un Presidente - Rene Preval - di dubbia elezione, un controverso seguace delle privatizzazioni indicate dal FMI e notoriamente legato agli oligarchi haitiani, le Chimere appunto, che appoggiarono la destituzione di Aristide. E' significativo che il DIpartimento di Stato USA rifiuti il permesso di rientro di Aristide in Haiti, dall'esilio in Sud Africa. Ora, nell'immediatezza del devastante terremoto del 12 gennaio, l'esercito USA ha preso il controllo dei quattro aeroporti di Haiti e schiera attualmente nel paese 20.000 uomini. Sia i giornalisti che le organizzazioni internazionali di soccorso hanno accusato i militari USA di essere più preoccupati di imporre un controllo militare, che preferiscono chiamare "sicurezza", che non di portare dagli aeroporti ai siti di soccorso, quell'acqua, quel cibo e quelle medicine che servono con urgenza alla popolazione. Una occupazione militare di Haiti sotto forma di "aiuti" ai terremotati equivarrebbe, per Washington e per gli affaristi privati collegati, ad una vincita 'geopolitica' di un premio di prima categoria ad una lotteria. Prima del terremoto del 12 gennaio, l'ambasciata USA di Port-au-Prince era la quinta più grande ambasciata USA nel mondo, paragonabile ad ambasciate collocate in posti geopoliticamente strategici del livello di Berlino o Beijing. [17] In un momento in cui ci sono scoperte di nuovi grossi giacimenti di greggio al largo di Cuba e del loro sfruttamento da parte di compagnie petrolifere russe, con chiare indicazioni che Haiti ha analoghi giganteschi giacimenti non sfruttati non solo di greggio, ma anche di oro, rame, uranio ed iridio, con un Venezuela di Hugo Chavez come vicino a sud di Haiti, il ritorno di Aristide, o di un qualunque capo con popolarità ed impegnato nello sviluppo delle risorse a vantaggio della popolazione haitiana - la più povera delle Americhe - non sarebbe altro che un devastante pugno nello stomaco della Superpotenza mondiale. Il fatto che Bill Clinton, l'inviato Speciale delle Nazioni Unite ad Haiti, proprio nell'immediatezza del terremoto abbia unito le proprie forze con quel George W. Bush che è il nemico personale di Aristide, con lo scopo di creare una cosa denominata " Il Fondo Clinton-Bush per Haiti ", dovrebbe dare a tutti di che riflettere. Secondo Marguerite Laurent ('Ezili Dantò') dell'Haitian Lawyers’ Leadership Network, sotto la copertura dell'attività di soccorso, gli USA, la Francia ed il Canada sono impegnati nella balcanizzazione dell'isola, per ottenere il futuro controllo dei suoi minerali. Essa riferisce voci secondo le quali il Canada vorrebbe per sè il Nord di Haiti, dove sono già presenti interessi minerari canadesi. Gli USA vogliono Port-auPrince e l'isola di La Gonaive appena al largo - un'area identificata nel libro sullo sviluppo redatto da Aristide, come ricca di grandi giacimenti di greggio - scelta ferocemente osteggiata dalla Francia. La Laurent afferma anche che la Cina, dotata di potere di veto ONU sul paese già di fatto occupato dagli USA, potrebbe avere qualcosa da dire contro questo depredare il benessere della nazione haitiana, progettato da USA, Francia e Canada. [18] F. William Engdahl. Giornalista americano, ha pubblicato numerosi libri dedicati alle questioni energetiche e alla geopolitica. NOTE: 1 Paul Mann, Caribbean Basins, Tectonic Plates & Hydrocarbons, Institute for Geophysics, The University of Texas at Austin, accessed in www.ig.utexas.edu/research/projects/cbth/.../ProposalCaribbean.pdf 2 Rory Carroll, Medvedev and Castro meet to rebuild Russia-Cuba relations, London Guardian, November 28, 2008 accessed in http://www.guardian.co.uk/world/2008/nov/28/cuba-russia. 3 Julian Gavaghan, Comrades in arms: When China’s President Hu met a frail Fidel Castro, London Daily Mail, November 19, 2008, accessed in http://www.dailymail.co.uk/news/article-1087485/Comrades-arms-When-ChinasPresident-Hu-met-frail-Fidel-Castro.html. 4 Peoples’ Daily Online, China issues first policy paper on Latin America, Caribbean region, November 5, 2008, accessed in http://english.people.com.cn/90001/90776/90883/6527888.html . 5 Matthew R. Simmons, The World’s Giant Oilfields, Simmons & Co. International, Houston, accessed in http://www.simmonsco-intl.com/files/giantoilfields.pdf . 6 Anton Kolesnikov, et al, Methane-derived hydrocarbons produced under uppermantle conditions, Nature Geoscience, July 26, 2009. 7 F. William Engdahl, War and Peak Oil—Confessions of an ‘ex’ Peak Oil believer, Global Research, September 26, 2007, accessed in http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=6880 . 8 Dr. Georges Michel, Oil in Haiti, English translation from French, Pétrole en Haiti, March 27, 2004, accessed in http://www.margueritelaurent.com/pressclips/oil_sites.html#oil_GeorgesMichelEng lish . 9 Roberson Alphonse, Drill, and then pump the oil of Haiti! 4 oil companies request oil drilling permits, translated from the original French, June 27, 2008, accessed in http://www.bnvillage.co.uk/caribbean-news-village-beta/99691-drill-then-pump-oilhaiti-4-oil-companies-request-oil-drilling-permits.html 10 Ibid. 11 Ibid. The full text indicated that, “five big wells were drilled at Porto Suel (Maissade) of a depth of 9000 feet, at Bebernal, 9000 feet, at Bois-Carradeux (Ouest), at Dumornay, on the road Route Frare and close to the Chemin de Fer of Saint-Marc. A sample, a ‘carrot’ (oil reservoir) drilled up from the well of Saint-Marc in the Artibonite underwent a physical-chemical analysis in Munich, Germany, at the request of Mr. Broth. ‘The result of the analysis was returned on October 11, 1979 and revealed tracks of oil,’ confided the engineer, Willy Clemens, who had gone to Germany.” 12 Dr. Georges Michel, op. cit. 13 Marguerite Laurent, Haiti is full of oil, say Ginette and Daniel Mathurin, Radio Metropole, Jan 28, 2008, accessed in http://www.margueritelaurent.com/pressclips/oil_sites.html#full_of_oil. 14 Jim Polson, Haiti earthquake may have exposed gas, aiding economy, Bloomberg News, January 26, 2010. 15 Espaillat Nanita revela en Haiti existen grandes recursos de oro y otros minerals, Espacinsular.org, 17 November, 2009, accessed in http://www.espacinsular.org/spip.php?article8942 . 16 The Aristide development plan was contained in the book published in Haiti in 2000, Investir dans l’Human. Livre Blanc de Fanmi Lavalas sous la Direction de JeanBertrand Aristide, Port-au-Prince, Imprimerie Henri Deschamps, 2000. It contained detailed maps, tables, graphics, and a national development plan for 2004 “covering agriculture, environment, commerce and industry, the financial sector, infrastructure, education, culture, health, women's issues, and issues in the public sector.” In 2004, using NGOs and the UN and a vicious propaganda campaign to vilify Aristide, the Bush administration got rid of the elected President. 17 Cynthia McKinney, Haiti: An Unwelcome Katrina Redux, Global Research, January 19, 2010, accessed in http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=17063. 18 Marguerite Laurent (Ezili Danto), Did mining and oil drilling trigger the Haiti earthquake?, OpEd News.com, January 23, 2010, accessed in http://www.opednews.com/articles/1/Did-mining-and-oil-drillin-by-Ezili-Danto100123-329.html.