Il fatale premio geologico chiamato Haiti

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Il fatale premio geologico chiamato Haiti
Tratto dal sito: http://www.voltairenet.org/it
Il fatale premio geologico chiamato Haiti
di F. William Engdahl*
Un resuscitato predicatore USA, affarista trafficone neo-consevatore, afferma che gli
abitanti di Haiti siano stati puniti per aver letteralmente firmato 'un patto con il
diavolo'
Le organizzazioni di soccorso di Venezuela, Nicaragua, Bolivia, Francia e Svizzera
tutte accusano i militari USA di rifiutare il diritto di atterraggio agli aerei che
trasportano le medicine e la vitale acqua potabile, necessarie ai milioni di Haitiani
colpiti, feriti e senza casa.
Dietro al fumo, alle macerie ed alla tragedia umana senza fine dello sfortunato
Paese caraibico, è in pieno corso la partita per il controllo di quella che i geofisici
ritengono possa essere una delle zone più ricche al mondo di idrocarburi - greggio e
gas - al di fuori del Medio Oriente; giacimenti il cui ordine di grandezza potrebbe
essere superiore a quello dei vicini giacimenti venezuelani.
Haiti, e la più ampia isola di Hispaniola della quale è parte, ha il destino geologico di
essere a cavalcioni di una delle zone geologiche più attive, dove le piattaforme
oceaniche di tre enormi strutture si sfregano incessantemente una contro l'altra - è
l'intersezione delle piattaforme tettoniche dell'America del Nord, dell'America del
Sud e dei Caraibi. Nel profondo dell'oceano e delle acque dei Caraibi, queste
piattaforme costituiscono una crosta oceanica spessa dai 5 ai 10 chilometri, che
galleggia sopra il sottostante mantello. Haiti poi, giace all'estremo di una regione
nota come il Triangolo delle Bermuda, una vasta area caraibica soggetta ad effetti
bizzarri e privi di spiegazioni.
Questa massa di piattaforme sotto le acque è in costante movimento, con uno
sfregamento lungo linee analoghe a quelle delle crepe in un vaso rotto di porcellana
che sia stato nuovamente incollato. Le piattaforme tettoniche terrestri, solitamente,
si muovono ad un ritmo dai 50 ai 100 millimetri l'anno - una rispetto all'altra originando terremoti e vulcani. Le aree dove si hanno le convergenze di tali
piattaforme sono anche aree dove grandi volumi di greggio e gas possono essere
spinti verso l'alto allontanandosi dal sottostante mantello terrestre. La situazione
geofisica della convergenza delle tre piattaforme praticamente sotto Port-auPrince, la rende una regione favorevole ai terremoti tipo quello che il 12 gennaio ha
colpito Haiti con una ferocia devastante.
Un importante progetto geologico texano
Lasciando da parte l'importante domanda di come il Pentagono e gli scienziati USA
potessero sapere ben anzitempo che stesse per accadere un terremoto, e lasciando
da parte quali piani del Pentagono fossero stati preparati già prima del 12 gennaio,
dagli eventi di Haiti emerge un altro tema che può aiutarci a spiegare il bizzarro
comportamento attuale dei principali 'soccorritori' - Stati Uniti, Francia e Canada. A
parte il fatto che sia in una zona favorevole ai terremoti violenti, Haiti sorge in
un'area che, data l'insolita intersezione geografica fra tre piattaforme tettoniche,
potrebbe stare proprio a cavalcioni di una delle più grandi zone non sfruttate al
mondo per greggio e gas, così come per altri minerali rari e di gran valore strategico.
Le grandi riserve di greggio del Golfo Persico e della regione dal Mar Rosso al Golfo
di Aden si trovano su di una analoga convergenza di grandi piattaforme tettoniche,
così come lo sono altre zone ricche di greggio dell'Indonesia e zone al largo delle
coste della California. In breve, relativamente alla fisica della terra, in tutto il mondo
sono proprio le intersezioni della masse tettoniche come quelle esattamente sotto
Haiti che manifestano una notevole tendenza ad essere loci di vasti e ricchi
giacimenti di minerali, così come di greggio e gas.
E' da notare che nel 2005, un anno dopo che l'Amministrazione Bush-Cheny depose
de facto Jean Baptiste Aristide, il Presidente di Haiti democraticamente eletto, una
squadra di geologi dell'Institute for Geophysics dell'University of Texas diede inizio
ad una ambiziosa ed esaustiva mappatura in due fasi di tutti i dati geologici del
Bacino Caraibico. Il completamento del progetto è previsto per il 2011. Diretto dal
Dott. Paul Mann, il progetto è denominato: “Caribbean Basins, Tectonics and
Hydrocarbons”. * Bacino caraibico ; tettonica ed idrocarburi. + E' tutto centrato sulla
determinazione, la più precisa possibile, della relazione fra piattaforme tettoniche
caraibiche e potenziale per gli idrocarburi - greggio e gas.
E' anche da rilevare che i finanziatori di questo progetto di ricerche multimilionario
diretto da Mann sono le più importanti multinazionali del petrolio, fra le quali la
Chevron, la ExxonMobil, la Shell anglo-olandese ed la BHP Billiton. [1]
Curiosamente, il progetto costituisce la prima mappatura completa di una regione
che, si sarebbe pensato, avrebbe dovuto essere prioritaria per le Sette Sorelle già
decenni fa. Data la colossale attuale produzione di greggio al largo del Messico, della
Louisiana e degli interi Caraibi, e data la sua vicinanza agli Stati Uniti - per non
parlare dell'attenzione data dagli USA alla propria sicurezza energetica - è
veramente sorprendente che una tale area non sia stata mappata già prima.
Ora salta fuori che già da lungo tempo le principali aziende petrolifere erano come
minimo perfettamente al corrente dell'enorme potenziale petrolifero della regione e
che decisero, almeno apparentemente, di tenere il tutto tranquillo.
Il ritrovamento super-gigantesco di Cuba
La dimostrazione che l'Amministrazione USA possa avere in mente per Haiti ben di
più che non il miglioramento della vita di quei tanti haitiani che sono stati devastati
dal terremoto, può essere trovata nelle vicine acque al largo di Cuba, proprio
dall'altra parte di Port-au-prince. Nell'ottobre del 2008 un consorzio di aziende
petrolifere, guidato dalla spagnola Repsol, insieme con l'azienda petrolifera di stato
cubana - Cubapetroleo - ha annunciato la scoperta, nelle acque profonde al largo di
Cuba, di uno dei giacimenti petroliferi più grandi al mondo.
E' quello che i geologi chiamano un giacimento "Super-gigantesco". I calcoli dicono
che il giacimento cubano contenga sui 20 miliardi di barili di greggio, il che lo rende il
dodicesimo giacimento petrolifero Super-gigantesco scoperto dal 1966. La scoperta
fa diventare Cuba un nuovo obiettivo prioritario per la destabilizzazione ed altre
sporche operazioni da parte del Pentagono.
Con scorno di Washington, il Presidente russo Dmitry Medvedev - in rappresentanza
delle compagnie petrolifere russe - è volato a l'Havana un mese dopo la scoperta del
gigantesco giacimento per firmare un accordo con il facente funzione di Presidente
Raul Castro al fine di esplorare e sviluppare l'industria petrolifera cubana. [2]
Gli accordi petroliferi Medvedev-Russia-Cuba sono venuti solo una settimana dopo
la visita del Presidente cinese Hu Jintao giunto per incontrare un Fidel Castro
rimesso in salute, insieme al fratello Raul. Il Presidente cinese ha firmato un accordo
per modernizzare i porti di Cuba ed ha discusso l'acquisto di materie prime cubane
da parte della Cina. Non c'è dubbio che la colossale scoperta di nuovo greggio
cubano fosse prioritaria nell'agenda della Cina con Cuba. [3]
Il 5 novembre del 2008, appena prima del viaggio a Cuba e negli altri paesi
dell'America Latina da parte del Presidente Cinese, il governo della Cina ha divulgato
il suo primo scritto ufficiale di sempre sul futuro delle relazioni della Cina con
l'America Latina e le nazioni caraibiche, innalzando tali relazioni bilaterali ad un
nuovo livello di importanza strategica. [4]
Il giacimento petrolifero Supergigantesco è anche uno schiaffo in faccia ai
propugnatori della teoria del "Picco del greggio".
Appena prima della decisione di Bush e Blair di invadere ed occupare l'Iran, il
ciberspazio fu attraversato da una teoria secondo la quale, più o meno attorno al
2010, il mondo avrebbe raggiunto il "picco" assoluto nella produzione mondiale di
greggio, da cui sarebbe iniziato il periodo di declino, con conseguenze drastiche a
livello sociale ed economico. Gli eminenti portavoce di questa teoria, incluso il
geologo in pensione Colin Campbell ed il banchiere texano Matt Simmons, avevano
sostenuto che dopo il 1976 non c'era stata più una sola scoperta di giacimenti
Super-giganteschi o paragonabili, e che i giacimenti scoperti negli ultimi due decenni
erano "esigui" rispetto alle precedenti scoperte di giacimenti giganteschi in Arabia
Saudita, nella Baia di Prudhoe, a Daquing in Cina ed altrove. [5]
E' fondamentale rilevare che, più di mezzo secolo fa, un gruppo di geofisici russi ed
ucraini - lavorando sotto segreto di stato - hanno confermato che gli idrocarburi
sono prodotti nelle profondità del mantello terrestre in condizioni analoghe a quelle
di un gigantesco calderone sottoposto a temperature e pressioni estreme. I geofisici
hanno dimostrato che, contrariamente alle teorie ufficiali ed allineate dei geologi
occidentali, gli idrocarburi NON sono il risultato della trasformazione di detriti di
dinosauri morti - e neppure di alghe od altro materiale biologico - concentrati e
compressi ed in qualche modo appunto poi trasformati in greggio e gas alcuni
milioni di anni fa. [6]
I geofisici russi ed ucraini hanno poi dimostrato che il greggio - od il gas - prodotto
nel mantello terrestre viene spinto in sù lungo fessure o spaccature della crosta
terrestre tanto più vicine alla superficie quanto permesso dalla pressione. Il
meccanismo è analogo a quello della produzione della lava fusa nei vulcani. Ciò
significa che la capacità di trovare il greggio è limitata - parlando in modo relativo solo dalla abilità di identificare le fenditure profonde e la complessa attività
geologica che porta il greggio fuori dalle profondità della terra.
Sembra che le acque dei Caraibi, soprattutto quelle al largo di Cuba e della vicina
Haiti, siano proprio aree con idrocarburi concentrati ( greggio e gas ), che hanno
trovato la loro strada verso l'alto vicino alla superficie, forse con [ giacimenti di ] una
ampiezza paragonabile ad una nuova Arabia Saudita. [7]
Haiti : una nuova Arabia Saudita ?
La significativa geografia di Haiti e Cuba e la scoperta di giacimenti di greggio di
portata mondiale nelle acque al largo di Cuba, accredita le dicerie che parlano di
grandi scoperte di greggio in numerose parti del territorio di Haiti. Il che potrebbe
anche spiegare perchè due Presidenti Bush - ed ora l'attuale Inviato Speciale ONU ad
Haiti Bill Clinton - abbiano fatto di Haiti una tale loro priorità. Potrebbe altrettanto
spiegare perchè Washington - e le sue ONG - si siano mossi così velocemente per
abbattere - due volte - il Presidente Aristide, democraticamente eletto, il cui
programma economico per Haiti comprendeva, fra gli altri punti, delle proposte per
lo sviluppo delle risorse naturali di Haiti, a beneficio della popolazione haitiana.
Nel marzo del 2004, alcuni mesi prima che l'Università del Texas e le Grandi del
Petrolio lanciassero il loro ambizioso programma di mappatura del potenziale
idrocarburico dei Caraibi, uno scrittore haitiano, il Dott. Georges Michel, ha
pubblicato un articolo online intitolato : " Il petrolio ad Haiti. " In esso, Michel ha
scritto :
"... non è cosa segreta che nelle profonde viscere della terra dei due stati che
condividono l'isola di Haiti e le sue acque circostanti ci siano depositi di greggio
significativi ed inesplorati. Non si sa poi perchè non siano ancora stati sfruttati. Dai
primi del ventesimo secolo, le mappe fisiche e politiche dell'isola di Haiti, redatte nel
1908 dai signori Alexander Poujol ed Henry Thomasset, riportavano una notevole
riserva di greggio in Haiti, vicino alla fonte del Rio Todo El Mondo, tributario di
destra del fiume Artibonite, più noto oggigiorno come Fiume Thomonde. [8]
Secondo un articolo di Roberson Alphonse, sul quotidiano haitiano 'Le Nouvelliste
en Haiti' del giugno 2008 : " I segni ( indicatori ) che giustificano le ricerche del
greggio ( oro nero ), in Haiti sono incoraggianti. Proprio durante lo shock petrolifero,
circa 4 compagnie ( petrolifere ), hanno richiesto allo Stato di Haiti permessi ufficiali
per le perforazioni. "
In quel momento, il prezzo del greggio stava salendo oltre i 140 dollari al barile grazie alle manipolazioni di svariate banche di Wall Street. L'articolo di Alphonse
citava Dieusuel Anglade, Direttore dell'Office of Mining and Energy dello Stato di
Haiti, il quale aveva detto alla stampa haitiana : " Abbiamo ricevuto 4 richieste per
permessi di trivellamento... Abbiamo segnali incoraggianti che giustificano il
proseguimento dell'esplorazione dell' oro nero ( greggio ) che era stata fermata nel
1979. " [9]
Alphonse riferiva risultati provenienti da una ricerca geologica del 1979 condotta in
Haiti con 11 trivelle che perforarono la Piana del Cul-de-sac nel Plateau Central dell'
isola di La Gonaive : " Indicatori di superficie del greggio furono evidenziati nel sud
della penisola e sulla costa nord, spiegò l'ingegner Anglade, che credeva fortemente
nell'immediato ritorno commerciale di queste esplorazioni. " [10]
Il giornalista Alphonse cita un memorandum del 16 agosto 1979 del procuratore
haitiano François Lamothe, nel quale si scriveva che " cinque grosse perforazioni "
sono state spinte fino alla profondità di 9000 piedi ed un campione " sottoposto ad
analisi fisico-chimiche in quel di Monaco, Germania " ha " rivelato tracce di greggio.
" [11]
Nonostante i promettenti risultati del 1979 in Haiti, il Dott. Georges Michel scriveva
anche : " le multinazionali del greggio che operano in Haiti hanno spinto perchè i
giacimenti scoperti non venissero sfruttati. " [12] L'effetto fu un immediato blocco
delle perforazioni terrestri e marine al largo di Haiti.
Analoghi articoli, seppur meno documentati, che segnalavano che i giacimenti
petroliferi in quel di Haiti potevano essere ben più consistenti di quelli venezuelani,
comparvero successivamente su siti web di Haiti. [13] Finchè, nel 2010, il sito di
informazioni finanziarie Bloomberg News non riportò quanto segue :
" Il terremoto del 12 gennaio si è verificato su una linea di frattura che passa vicino a
potenziali giacimenti di gas, così ha detto Stephen Pierce, un geologo che ha
lavorato nell'area per un trentennio al soldo di compagnie fra le quali l'ex Mobil
Corp. Il terremoto può aver rotto formazioni rocciose lungo la linea, permettendo ai
gas od al greggio di filtrare verso la superficie, così ha detto lunedì in una intervista
telefonica. " Un geologo - certamente cinico - che seguisse quella linea di frattura
che va da Port-au-Prince alla frontiera, e che vi eseguisse delle perforazioni alla
ricerca di gas o greggio, potrebbe trovare delle strutture non ancora perforate ", così
ha detto Pierce, gestore delle perforazioni alla Zion Oil & Gas Inc,. società di base a
Dallas e che effettua trivellamenti in Israele. [14]
In un'intervista data ad un giornale online di Santo Domingo, Leopoldo Espaillat
Nanita - già capo della Dominican Petroleum Refinery (REFIDOMSA) - ha affermato
che : "esiste una cospirazione multinazionale per appropriarsi illegalmente delle
risorse minerali del popolo haitiano. " [15] I giacimenti minerali di Haiti
comprendono : oro, l'iridio - un metallo di notevole importanza strategica - ed il
greggio... apparentemente grosse quantità dei suddetti.
I piani di sviluppo di Aristide
Marguerite Laurent ('Ezili Dantò'), presidente dell'Haitian Lawyers’ Leadership
Network (HLLN) che fu procuratore del deposto presidente Aristide, ricorda che
quando Aristide era Presidente - fino alla sua espulsione appoggiata dagli USA
dell'era Bush nel 2004 -aveva messo a punto, e stampato sotto forma di libro, i suoi
programmi di sviluppo della nazione. Questi piani includevano, per la prima volta,
una lista dettagliata di siti conosciuti nei quali giacevano le risorse di Haiti. La
pubblicazione dei suoi programmi accese, sulla radio di Haiti ed i media, un dibattito
a livello nazionale relativo al futuro del paese. Il progetto di Aristide era di
implementare una collaborazione fra pubblico e privato per garantire che lo
sfruttamento del greggio, dell'oro e delle altre ricche risorse di Haiti, portasse
beneficio alla economia nazionale e più in generale alla popolazione, e non portasse
invece ricchezza solo alle cinque famiglie oligarchiche haitiane - ed ai loro sostenitori
americani - le cosiddette 'Chimere' o banditi. [16]
Ma dalla cacciata di Aristide, nel 2004, Haiti è diventato un paese occupato, con un
Presidente - Rene Preval - di dubbia elezione, un controverso seguace delle
privatizzazioni indicate dal FMI e notoriamente legato agli oligarchi haitiani, le
Chimere appunto, che appoggiarono la destituzione di Aristide. E' significativo che il
DIpartimento di Stato USA rifiuti il permesso di rientro di Aristide in Haiti, dall'esilio
in Sud Africa.
Ora, nell'immediatezza del devastante terremoto del 12 gennaio, l'esercito USA ha
preso il controllo dei quattro aeroporti di Haiti e schiera attualmente nel paese
20.000 uomini. Sia i giornalisti che le organizzazioni internazionali di soccorso hanno
accusato i militari USA di essere più preoccupati di imporre un controllo militare, che
preferiscono chiamare "sicurezza", che non di portare dagli aeroporti ai siti di
soccorso, quell'acqua, quel cibo e quelle medicine che servono con urgenza alla
popolazione.
Una occupazione militare di Haiti sotto forma di "aiuti" ai terremotati equivarrebbe,
per Washington e per gli affaristi privati collegati, ad una vincita 'geopolitica' di un
premio di prima categoria ad una lotteria. Prima del terremoto del 12 gennaio,
l'ambasciata USA di Port-au-Prince era la quinta più grande ambasciata USA nel
mondo, paragonabile ad ambasciate collocate in posti geopoliticamente strategici
del livello di Berlino o Beijing. [17] In un momento in cui ci sono scoperte di nuovi
grossi giacimenti di greggio al largo di Cuba e del loro sfruttamento da parte di
compagnie petrolifere russe, con chiare indicazioni che Haiti ha analoghi giganteschi
giacimenti non sfruttati non solo di greggio, ma anche di oro, rame, uranio ed iridio,
con un Venezuela di Hugo Chavez come vicino a sud di Haiti, il ritorno di Aristide, o
di un qualunque capo con popolarità ed impegnato nello sviluppo delle risorse a
vantaggio della popolazione haitiana - la più povera delle Americhe - non sarebbe
altro che un devastante pugno nello stomaco della Superpotenza mondiale.
Il fatto che Bill Clinton, l'inviato Speciale delle Nazioni Unite ad Haiti, proprio
nell'immediatezza del terremoto abbia unito le proprie forze con quel George W.
Bush che è il nemico personale di Aristide, con lo scopo di creare una cosa
denominata " Il Fondo Clinton-Bush per Haiti ", dovrebbe dare a tutti di che
riflettere.
Secondo Marguerite Laurent ('Ezili Dantò') dell'Haitian Lawyers’ Leadership
Network, sotto la copertura dell'attività di soccorso, gli USA, la Francia ed il Canada
sono impegnati nella balcanizzazione dell'isola, per ottenere il futuro controllo dei
suoi minerali. Essa riferisce voci secondo le quali il Canada vorrebbe per sè il Nord di
Haiti, dove sono già presenti interessi minerari canadesi. Gli USA vogliono Port-auPrince e l'isola di La Gonaive appena al largo - un'area identificata nel libro sullo
sviluppo redatto da Aristide, come ricca di grandi giacimenti di greggio - scelta
ferocemente osteggiata dalla Francia. La Laurent afferma anche che la Cina, dotata
di potere di veto ONU sul paese già di fatto occupato dagli USA, potrebbe avere
qualcosa da dire contro questo depredare il benessere della nazione haitiana,
progettato da USA, Francia e Canada. [18]
F. William Engdahl. Giornalista americano, ha pubblicato numerosi libri dedicati alle questioni
energetiche e alla geopolitica.
NOTE:
1 Paul Mann, Caribbean Basins, Tectonic Plates & Hydrocarbons, Institute for
Geophysics, The University of Texas at Austin, accessed in
www.ig.utexas.edu/research/projects/cbth/.../ProposalCaribbean.pdf
2 Rory Carroll, Medvedev and Castro meet to rebuild Russia-Cuba relations, London
Guardian, November 28, 2008 accessed in
http://www.guardian.co.uk/world/2008/nov/28/cuba-russia.
3 Julian Gavaghan, Comrades in arms: When China’s President Hu met a frail Fidel
Castro, London Daily Mail, November 19, 2008, accessed in
http://www.dailymail.co.uk/news/article-1087485/Comrades-arms-When-ChinasPresident-Hu-met-frail-Fidel-Castro.html.
4 Peoples’ Daily Online, China issues first policy paper on Latin America, Caribbean
region, November 5, 2008, accessed in
http://english.people.com.cn/90001/90776/90883/6527888.html .
5 Matthew R. Simmons, The World’s Giant Oilfields, Simmons & Co. International,
Houston, accessed in http://www.simmonsco-intl.com/files/giantoilfields.pdf .
6 Anton Kolesnikov, et al, Methane-derived hydrocarbons produced under uppermantle conditions, Nature Geoscience, July 26, 2009.
7 F. William Engdahl, War and Peak Oil—Confessions of an ‘ex’ Peak Oil believer,
Global Research, September 26, 2007, accessed in
http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=6880 .
8 Dr. Georges Michel, Oil in Haiti, English translation from French, Pétrole en Haiti,
March 27, 2004, accessed in
http://www.margueritelaurent.com/pressclips/oil_sites.html#oil_GeorgesMichelEng
lish .
9 Roberson Alphonse, Drill, and then pump the oil of Haiti! 4 oil companies request
oil drilling permits, translated from the original French, June 27, 2008, accessed in
http://www.bnvillage.co.uk/caribbean-news-village-beta/99691-drill-then-pump-oilhaiti-4-oil-companies-request-oil-drilling-permits.html
10 Ibid.
11 Ibid. The full text indicated that, “five big wells were drilled at Porto Suel
(Maissade) of a depth of 9000 feet, at Bebernal, 9000 feet, at Bois-Carradeux
(Ouest), at Dumornay, on the road Route Frare and close to the Chemin de Fer of
Saint-Marc. A sample, a ‘carrot’ (oil reservoir) drilled up from the well of Saint-Marc
in the Artibonite underwent a physical-chemical analysis in Munich, Germany, at the
request of Mr. Broth. ‘The result of the analysis was returned on October 11, 1979
and revealed tracks of oil,’ confided the engineer, Willy Clemens, who had gone to
Germany.”
12 Dr. Georges Michel, op. cit.
13 Marguerite Laurent, Haiti is full of oil, say Ginette and Daniel Mathurin, Radio
Metropole, Jan 28, 2008, accessed in
http://www.margueritelaurent.com/pressclips/oil_sites.html#full_of_oil.
14 Jim Polson, Haiti earthquake may have exposed gas, aiding economy, Bloomberg
News, January 26, 2010.
15 Espaillat Nanita revela en Haiti existen grandes recursos de oro y otros minerals,
Espacinsular.org, 17 November, 2009, accessed in
http://www.espacinsular.org/spip.php?article8942 .
16 The Aristide development plan was contained in the book published in Haiti in
2000, Investir dans l’Human. Livre Blanc de Fanmi Lavalas sous la Direction de JeanBertrand Aristide, Port-au-Prince, Imprimerie Henri Deschamps, 2000. It contained
detailed maps, tables, graphics, and a national development plan for 2004 “covering
agriculture, environment, commerce and industry, the financial sector,
infrastructure, education, culture, health, women's issues, and issues in the public
sector.” In 2004, using NGOs and the UN and a vicious propaganda campaign to vilify
Aristide, the Bush administration got rid of the elected President.
17 Cynthia McKinney, Haiti: An Unwelcome Katrina Redux, Global Research, January
19, 2010, accessed in
http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=17063.
18 Marguerite Laurent (Ezili Danto), Did mining and oil drilling trigger the Haiti
earthquake?, OpEd News.com, January 23, 2010, accessed in
http://www.opednews.com/articles/1/Did-mining-and-oil-drillin-by-Ezili-Danto100123-329.html.