Giustizia e Libertà
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Giustizia e Libertà
Anno 6 - n° 235 W W W. G I U S T I Z I A - e - L I B E RTA . C O M 27 novembre 2007 G iustizia e L ibertà Distribuzione telematica La Finanziaria 2008 e le misure che contiene di Paolo di Roberto (a pagina 1 - 5) Periodico Politico Indipendente Finanziaria 2008, implode la Cdl Se anche Riina vota Berlusconi di Alessia Grassi (a pagina 5) Berlusconi e le “spallate” di Luigi Barbato (a pagina 6) La “spallata” di AA.VV (a pagina 6 - 8) Il Senato approva la Finanziaria” di AA.VV (a pagina 9 - 12) Passo doppio Prodi-Veltroni di Eugenio Scalfari (a pagina 13 - 15) Il “nuovo partito” di AA.VV (a pagina 16 - 24) Non si fanno così manco le bocciofile di Gennaro Malgeri (a pagina 18 - 19) Delitto Biagi 1-5 di Marco Travaglio (a pagina 24 - 26) A Betlemme è nato PierCristo di Michele Serra (a pagina 27) Documento Segreto su come manipolare e Torturare ... da Liberazione (a pagina 28 - 29) Stampa Estera di CaLmBig (a pagina 29 - 34) Copia gratuita di Paolo Di Roberto Dobbiamo confessarlo. Quando abbiamo sentito parlare di Partito del Popolo abbiamo subito pensato ad una conversione comunista di Berlusconi. Forse le lunghe frequentazioni con ambienti di sinistra, l'amico socialista Craxi ed i tanti Ferrara, Bondi, Adornato, Liguori, amici, politici e giornalisti, ex militanti di movimenti e partiti di un tempo in cui si usava ancora l'appellativo di comunista, sembravano essere gli ispiratori di questa mossa. Già pensavamo che presto avremmo avuto la cestinazione dell'inno di Forza Italia presto soppiantato dal più moderno "Bandiera Rossa". Poi ci siamo ricreduti. Quel complemento di specificazione, "delle libertà", ci ha fatto capire che era la riproposizione della solita minestra riscaldata che da circa 13 anni ci sorbisce. Polo delle libertà, Partito delle libertà, Casa delle libertà, Circoli delle libertà, Televisioni delle libertà. Oggi Popolo della li- bertà. legato. Dall'altro ridare speranza e motivazione ad un popolo "forzista" (o forse sarebbe meglio, dopo la svolta di questi giorni, chiamarlo "populista" ?) deluso dal fallimento della profezia della "spallata" al governo Prodi. Ma non ha ancora sopito le tensioni nella CDL, o di quel poco che ancora resta. Fini, che da sempre scalpita per disarcionare il "cavaliere" dalla guida dell'opposizione e di un possibile governo di destra, ha già detto che lui non è disposto a seguire certe mosse che danno più l'idea di un "colpo di teatro" che di una mossa poli- In esso, nelle intenzioni berlusconiane, dovrebbero confluire tutti i partiti di destra. Unico problema, rispondono Fini e Casini, non è ancora stato deciso un programma comune, anzi, i leader dei tre maggiori partiti che vi dovrebbero confluire non sapevano nulla di questa mossa e di conseguenza non avevano concordato alcuna strategia comune. Sembra di assistere un po' a quello che accade con i bambini, quando affermano di avere come fidanzatina la compagna di scuola che però "non lo sa e non lo deve sapere". Bisogna però ammette(Continua a pagina 2) re che questo semplice cambio di nome ha prodotto due chiari effetti. Da un lato ha permesso a Berlusconi di uscire dall'angolo in cui gli attacchi degli alleati lo avevano reSergio Staino, L’Unità 20.11.2007 2 Giustizia e Libertà INTERNI 27 novembre 2007 Finanziaria 2008, umplode la Cdl stra sono con lui. Ad mente più per conve- vo partitone che a cortica vera e propria. esclusione di qualche nienza che altro accet- rere da solo. E gli altri partiti di de- partitino che sicura- ta di aggregarsi al nuo(Continua a pagina 5) (Continua da pagina 1) Le misure contenute nella Finanziaria 2008 TESORETTO 2008 A LAVORATORI DIPENDENTI L'eventuale extragettito nel 2008 sarà destinato «prioritariamente» a riduzione della pressione fiscale nei confronti dei lavoratori dipendenti, a partire dalle fasce di reddito più basse, ed alla elevazione, anche per fasce, della quota di detrazione per spese di produzione del reddito. SGRAVI ICI Approvata l'ulteriore detrazione sulla prima casa fino a 200 euro. Salta il limite di reddito a 50.000 euro per usufruire della detrazione, restano fuori i fabbricati di lusso. STABILIZZAZIONE PRECARI Passa la versione del diniano Natale D'Amico secondo cui la strada maestra indicata è quella della selezione per concorso, anche per «il personale che consegua i requisiti di anzianità di servizio» previsti dalla Finanziaria dell'anno scorso «in virtù di contratti stipulati prima del 28 settembre del 2007». Inoltre, la norma prevede il riconoscimento in termini di punteggio per i co.co.pro che abbiano lavorato per almeno 3 anni (anche non continuativi). RINNOVI CONTRATTI PUBBLICO IMPIEGO Reintegrati gli stanziamenti per la contrattazione 2006-2007 con 1,081 miliardi e con 220 milioni dal 2009 nella Pubblica amministrazione, nei cinque anni precedenti al 28 settembre 2007. BONUS AFFITTI AI GIOVANI I giovani, in un'età compresa tra i 20 e i 30 anni, potranno usufruire di detrazioni fiscali sugli affitti, sempre che la casa sia diversa dall'abitazione principale dei genitori. La nuova detrazione varia dai 495,8 euro se il reddito complessivo supera 15.493,71 euro ma non 30.987,41 euro ai 991,6 euro se il reddito non supera i 15.493,71 euro. TICKET SU DIAGNOSTICA, VIA ANCHE NEL 2008 Si conferma l'abolizione del ticket di 10 euro sulle visite specialistiche. RISORSE A PROTOCOLLO WELFARE La dotazione del pacchetto welfare è di 1.548 milioni per il 2008, 1.520 per il 2009, 3.048 per il 2010 e 2011 e 1.898 a decorrere dal 2012. TETTO STIPENDI MANAGER PUBBLICI Non potranno superare lo stipendio del primo presidente di Cassazione (274.000 euro). Il limite non si applica agli artisti e ai manager delle società quotate in Borsa, nonchè a 25 altissimi funzionari individuati dalla presidenza del Consiglio. FARMACI, SALTA NORMA SU PRINCIPI ATTIVI I medici potranno continuare a scrivere sulle ricette dei farmaci di fascia C il nome commerciale e non saranno obbligati a limitarsi al solo principio attivo. TORNA CREDITO D'IMPOSTA A SUD Ai datori di lavoro che assumeranno a tempo indeterminato giovani al Sud sarà concesso un credito di imposta di 333 euro al mese (416 in caso di lavoratrici). ASILI NIDO Prorogate per il 2008 le detrazioni fino a 120 euro per le spese documentate di retta per gli asili nido. MUTUI Il limite massimo degli oneri da mutui su cui applicare la detrazione Irpef del 19% sale da 3.615,20 euro (sette milioni di lire) a 4.000. RICCOMETRO ANTI-FURBI Arriva il «riccometro-antifurb»: spetterà all'Agenzia delle entrate il compito, ora dell'Inps, di calcolare l'I(Continua a pagina 3) 27 novembre 2007 INTERNI Giustizia e Libertà 3 Le misure contenute nella Finanziaria 2008 (Continua da pagina 2) see (indicatore della situazione economica equivalente). L'Indicatore serve ad accedere alle prestazioni sociali, ad esempio l'iscrizione ad un asilo nido pubblico, e si basa sulle dichiarazioni dei cittadini. CONGELATI STIPENDI PARLAMENTARI Congelati per i cinque anni successivi al primo gennaio prossimo gli stipendi dei parlamentari: non scatterà l'adeguamento automatico al trattamento dei magistrati con funzione di presidente della Corte di Cassazione. TAGLIO MINISTRI La norma stabilisce che dal prossimo governo i ministeri dovranno essere al massimo 12 e la compagine governativa tra ministri, viceministri e sottosegretari non potrà superare il tetto di 60 componenti. FONDO INABILI E ORFANI Arrivano 30 milioni per aumentare gli assegni per i nuclei familiari con orfani o inabili. AFFITTO STUDENTI Detrazione del 19% sui canoni di affitto stipulati da studenti universitari fuori sede. AGGIORNAMENTO PROFESSORI I docenti delle scuole di ogni ordine e grado potranno detrarre il 19% delle spese documentate per l'autoaggiornamento e la formazione fino a un massimo di 500 euro. SICUREZZA TABACCAI Arriva il credito d'imposta, fino a 3.000 euro, per consentire ai tabaccai di dotarsi di telecamere di sicurezza e strumenti per il pagamento elettronico. VITTIME AMIANTO Ci sarà un fondo presso l'Inail per le persone che abbiano contrattopatologie correlate all'esposizione ad amianto e fiberfrax. In caso di decesso la somma andrà agli eredi. DOTAZIONI GDF Due milioni di euro per il 2008 e il 2009 per mettere in sicurezza il sistema di comunicazioni della Guardia di Finanza. IRAP Prorogata a tutto il 2008 l'efficacia delle leggi regionali e maggior caratterizzazione regionale dell'imposta. BENZINAI Prorogata la riduzione forfettaria del reddito d'impresa prevista in favore degli esercenti impianti di distribuzione di carburante. STRETTA DERIVATI ENTI LOCALI - Limitato il ricorso degli Enti locali all'uso degli strumenti derivati finanziari. In particolare, i contratti dovranno avere prospetto informativo ed essere redatti secondo le indicazioni del ministero dell'Economia, da emanare dopo aver sentito Consob e Banca d'Italia. RIENTRO DEFICIT SANITÀ REGIONI - Prevista un'anticipazione finanziaria, da parte dello Stato, in favore delle Regioni Lazio, Campania, Molise e Sicilia, allo scopo di estinguere i debiti contratti sui mercati finanziari e commerciali cumulati fino al 31 dicembre 2005. VITTIME URANIO IMPOVERITO - Fondo da 30 milioni di euro per i danni connessi all'esposizione e all'utilizzo di proiettili all'uranio impoverito e all'esposizione di nanoparticelle di materiali pesanti prodotte da esplosione di materiale bellico. Il fondo è dotato di 10 milioni per ogni anno dal 2008 al 2010. COMMISSARI GOVERNO Approvato il contenimento dei compensi ai commissari straordinari di governo. La riduzione è del 20% a decorrere dal primo gennaio 2008. VIA IL CANONE RAI A OVER 75 POVERI Il Senato esclude dal pagamento del canone gli ultrasettantacinquenni con reddito basso. ABOLITE 80 COMUNITÀ MONTANE Soppressione per 80 comunità montane e la riduzione dei loro consiglieri da 12.500 a 4.200 e degli assessori da 4.200 a circa 1.400 con un risparmio atteso di 66,8 milioni di euro dal 2009, ridotti ad almeno 33,4 milioni nel 2008 perchè le Regioni avranno tempo fino al 30 giugno prossimo per disciplinare gli effetti delle nuove norme. INTERCETTAZIONI TELEFONICHE Nasce il sistema unico delle intercettazioni telefoniche e ambientali. Il progetto sarà avviato dal ministero della Giustizia entro il 31 gennaio 2008. (Continua a pagina 4) 4 Giustizia e Libertà INTERNI 27 novembre 2007 Le misure contenute nella Finanziaria 2008 (Continua da pagina 3) CONGEDI MATERNITÀ PER ADOZIONI Esteso, per le donne lavoratrici che adottano un bebè, il congedo per maternità per ulteriori due mesi. CONGEDI MATERNITÀ PER ADOZIONI Esteso, per le donne lavoratrici che adottano un bebè, il congedo per maternità per ulteriori due mesi. NUOVE ASSUNZIONI SICUREZZA Un piano di assunzioni nel triennio 2008-2010 servirà a fronteggiare le peculiari esigenze dei Corpi di polizia: vengono così stanziati 310 milioni così ripartiti (50 milioni per il 2008, 120 milioni per il 2009 e 140 milioni per il 2010). SOPPRESSIONE ENTI Dei 17 enti che il governo ha deciso di sopprimere nell'ambito delle misure di contenimento della spesa pubblica se ne sono salvati cinque: la Lega Navale Italiana, l'Ente nazionale Risi, l'Istituto per l'Africa e l'Oriente, la Fondazione Guglielmo Marconi e l'Istituto Beata Lucia di Narni. PROROGA AMMORTIZZATORI SOCIALI Stanziati 460 milioni per la proroga degli ammortizzatori sociali, di cui 20 mln per il settore agricolo. ESENZIONE ICI CHIESA Esenzione dell'Ici per i luoghi di culto: si prevedono così maggiori risorse per i comuni interessati pari a 1,2 milioni per il 2008 e a 256 milioni per ciascuno degli anni 2009 e 2010. 5 PER MILLE Con 100 milioni viene rifinanziato per il 2008 il contributo Irpef per sostenere le organizzazioni di volontariato. TAGLIO A CDA SOCIETÀ PUBBLICHE Non potranno avere più di 3 o 5 membri. Le norme non si applicano alle società quotate. Paletti anche sui gettoni di presenza e sugli incarichi. AUTO BLU DIVENTANO UTILITARIE Le auto blu dovranno avere un limite di cilindrata: ogni amministrazione, con l'esclusione delle forze dell'ordine e dei vigili del fuoco, non dovranno superare una cilindrata media di 1.600 cc. LA P.A. TELEFONERÀ VIA INTERNET Alla scadenza di contratti di telefonia le amministrazioni pubbliche dovranno passare a servizi Voip, cioè al telefono via internet come Skype. PERIFERIE DEGRADATE Per il contrasto all'esclusione sociale nelle periferie degradate prevista l'esenzione Irpef, Irap, Ici e dei contributi per 5 anni in favore di lavoratori autonomi che hanno attività in queste zone. VACCINO ANTITUMORE PER LE DODICENNI Si stanziano risorse (il 50% di un apposito fondo presso il ministero della Salute) per diffondere il vaccino Hpv contro il tumore al collo dell'utero. PIÙ FONDI A NON AUTOSUFFICIENZE Nel 2008 passa da 200 a 300 milioni di euro, mentre nel 2009 da 200 a 400 milioni di euro. SCUOLA, TETTO INSEGNANTI DI SOSTEGNO Nel 2008 saranno al massimo 93.930. Per la scuola previsti anche 2.000 docenti in meno e 10.000 amministrativi in più. STRETTA MANUTENZIONE IMMOBILI Arriva una stretta anche per le spese di manutenzione degli immobili di proprietà dello Stato. Il prossimo anno le spese di manutenzione straordinaria non potranno superare l'1,5% del valore dell'immobile, mentre nel 2009 si potrà arrivare al 3%; 1e spese di manutenzione ordinaria andranno contenute entro l'1% del valore. CLASS ACTION Passa in modo rocambolesco, Roberto Antonione di Forza Italia si sbaglia e vota «sì», l'emendamento Manzione-Bordon che introduce l'azione collettiva di risarcimento danni anche in Italia. PdR INTERNI 27 novembre 2007 Giustizia e Libertà 5 Finanziaria 2008, umplode la Cdl in questo articolo è l'approvazione della legge finanziaria da parte del Senato. Del successo politico ne abbiamo già parlato, misurabile con l'insuccesso di Berlusconi. C'è ora da discutere del contenuto economico e sociale, molto importante per il 2008 degli italiani. Su questo il governo dimostra di voler proseguire in un'operazione di attenzione verso i cittadini più deboli e svantag*** giati. Ma quello che più di Si parte dagli sgravi tutti ci preme segnalare per l'ICI, a cui è bene (Continua da pagina 2) (Giuseppe Rotondi, ad esempio, leader della nuova Democrazia Cristiana, non è stato eletto in parlamento con il "suo" partito, come apparirebbe logico, ma nelle liste di Forza Italia). Ma d'altronde così spesso va il mondo. Tutti aspettavano che cadesse Prodi e, invece, pare che rischi di cadere Berlusconi… far notare come la destra abbia votato contro, in netta antitesi con quanto affermato da Berlusconi nel corso della scorsa campagna elettorale per le politiche, alla stabilizzazione di alcune fasce di lavoratori precari, detrazioni sugli asili nido, incremento delle detrazioni sui mutui, e detrazioni per gli affitti, finanziamenti di progetti per il potenziamento della guardia di finanza, abolizione del canone RAI per alcune fasce di pensionati, congelamento degli sti- pendi dei ministri e abolizione di alcuni enti inutili, introduzione del sistema telefonico Voip per la pubblica amministrazione. In particolare vogliamo far notare l'introduzione della Class Action, ossia della possibilità di azione collettiva da parte delle associazioni di consumatori per il risarcimento dei danni da aprte delle aziende. Di seguito viene riportato un elenco con i principali punti della manovra approvata al Senato. Se anche Riima vota contro Prodi di Alessia Grossi, L’Unità (20 maggio 2006) Nell'era di YouTube nemmeno il voto è più un segreto. Per esempio se uno ha votato la petizione di Silvio Berlusconi per «mandare a casa» il governo Prodi può vantarsene personalmente su YouTube con gli amici. Ma l'auto denuncia non è sempre fine a se stessa. Non se a votare sul sito Rivotiamo.it, messo a disposizione dall'ex Forza Italia per raccogliere le firme online, non è l'autore del post in persona, ma il postatore sotto mentite spoglie. Il video in questione non denuncia il fatto che sul sito di Forza Italia si potesse votare più volte o con un nome falso. La cosa che YouTube svela attraverso l'esperimento di bluigor è che se le mentite spoglie sono quelle di una «Smantah Sessantanove» qualunque il nome non viene riconosciuto dal programma del sito e quelli di Rivotiamo.it si affrettano a rinominare la votante con un nome più adatto, che so Luisa Montuori. Ma se le spoglie sono quelle di Licio Gelli o di Totò Riina il programma riconosce il votante e ringrazia. «Grazie per aver votato Licio Gelli». «Grazie per aver votato Totò Riina», anche se l'indirizzo mail di quest'ultimo, [email protected] non è meno plausibile del nome della suddetta Samanta con l'acca. È chiaro che il sito si accerta di epurare l'elenco delle firme da quelle false e tendenziose. È il caso del presidente della Camera Fausto Bertinotti il cui voto va a sommarsi agli altri ma solo dopo un cambio di nominativo. Bertinotti (bluigor) vota e Nicola Vitale viene ringraziato. Come dimostra il video test di YouTube non sono ammesse interferenze sabotatrici della sinistra né falsi votanti. Cambiando il nome degli addendi, però, il risultato non cambia. I votanti contro il governo Prodi oscillano tra gli otto e i dieci milioni. Riina e Gelli compresi. Le risposte al post di bluigor su YouTube sono numerosissime e arrivano a valanga sia dai sostenitori di Berlusconi che dagli oppositori.Un video spiega quale sia il meccanismo secondo cui agisce l'epurazione berlusconiana in termini informatici. Altri spiegano che tanto su tutti i siti di voto online succede più o meno la stessa cosa. Poi c'è chi va a pescare le liste per spiegare che non sempre il sistema di Rivotiamo.it riesce ad eliminare i nomi «noti» o quelli di personaggi morti e sepolti con tutta la gloria. E allora scopriamo che nella lista dei votanti al numero 91.700 c'è il sig. aadassa sasasas, al posto 92.091 il sig Ignazio Ufigghiu, al 83.133 il gen. Armando Diaz. Invece Gustav Klimt ha votato un po' in ritardo rispetto al generale e ha dato il suo dissenso al governo Prodi solo come 83.570esimo. Totò Riina c'è, al 174.955esimo posto. ♦ 6 INTERNI Giustizia e Libertà 27 novembre 2007 Berlusconi e le “spallate” Solo un personaggio come lui, spudoratamente mentitore, come lui può avere la faccia di bronzo di asserire in più e più interviste televisive di non aver mai parlato di “spallate”, che questo termene non gli è proprio, non fa parte del suo lessico. (Lui, Silvio Berlusconi afferma di avere uno stile, un lessico… ma va là, che stile, che lessico vuoi che abbia un “bauscia”come lui, quella sorta di “Wanna Marchi della politica”, uno che a 71 anni (dopo una operazione alla prostata, i cui effetti sono più che noti), si fa fotografare mentre è nel suo “buen ritiro” in Sardegna circondato da una schiera di veline dalle lunghe gambe e dalla corta età e continua ad atteggirsi a “tobeur des femmes”, come lo era, a pagamento, sulle navi della Cosata Crociere quanto oltre a fare il cantante svolgeva anche il compito di intrattenitore. Egli è, dopotutto, l’individuo che Indro Montanelli affettuosamente difendeva asserendo che non era un bugiardo, ma che a furia di mentire anche a se stesso confondeva la realtà (verità) con la menzogna. Degno “compare” di quel campano che risponde al nome di De Gregorio che a votazione conclusa sulla finanziaria, rancorosamente chiede al capogruppo dell’Ulivo, Sen. Anna Finocchiaro di esplicitare la sua denuncia sulla “compra vendita dei senatori” pubblicizzata dal cav. E di fare i nomi dei senatori che sarebbero stati avvicinati dal Berlusconi. Lui proprio lui che a Napoli viene definito “facc’ ‘e cuorno”. Forse in un attimo di amnesia ha dimenticato, come fa giustamente rilevare Eugenio Scalfari nel suo articolo domenicale del 18 us, che «...parecchi giornali hanno pubblicato qualche tempo fa una notizia desunta dall'analisi dei bilanci dei partiti depositati in Parlamento. È risultato che una cospicua somma fu versata da Forza Italia ad un'associazione-partito fondata da Di Gregorio. Il versamento seguì di poco il piccolo ribaltone personale del medesimo. La notizia è stata pubblicata da "24 Ore" e poi da "Repubblica" e dal "Corriere della Sera".» Forse bisognarebbe approfondire la questione, perché potrebbe essere solo la punta di un "iceberg”. LB Le “spallate” e la la stampa Silvio, la voglia di spallata e il referendum di Francesco Verderame, Corriere della Sera (20 maggio 2006) Fra un mese Silvio Berlusconi vorrebbe sottoporre Romano Prodi a un altro voto di fiducia, non più nelle aule del Parlamento ma nelle urne, per il referendum sulla riforma costituzionale. E non c'è dubbio che il Cavaliere consideri l'appuntamento del 25 e 26 giugno l'ultima occasione di «dar subito la spallata» al capo del governo e al suo esecutivo. Solo vincendo a giugno Berlusconi potrebbe ancora sperare di render breve la legislatura, di garantirsi la leadership nel Polo e la ricandidatura a palazzo Chigi. Ma la medaglia ha un rovescio che potrebbe costargli caro, perché in caso di sconfitta consentirebbe a Prodi di togliersi finalmente di dosso i panni del vincente dimezzato, di esultare come non potè il 10 aprile, e di dispiegare la strategia del «fuoco lento»: «Partiamo, iniziamo a governare, e superato lo scoglio del referendum -ha spiegato ai suoi il Professore- quelli dall'altra parte si sfilacceranno, e magari si romperanno». A «fuoco lento», con i parlamentari della Cdl demoralizzati e non più impegnati nella battaglia quotidiana in Parlamento, anche la navigazione al Senato si farebbe meno insidiosa per il premier. Il Cavaliere è consapevole del rischio, e come Gianfranco Fini considera «fondamentale» l'appuntamento. Perderlo vorrebbe dire perdersi, visto che nella Lega sono troppo forti le spinte centrifughe, e chissà per quanto tempo Umberto Bossi riuscirà ancora a gestirle. La scorsa settimana c'è stata una piccola anticipazione di quanto potrebbe accadere nel Polo in caso di sconfitta: al momento di salire al Quirinale, i dirigenti del Carroccio hanno avvisato gli alleati che sarebbero andati da soli alla consultazione con il capo dello Stato. E c'è voluta una faticosa trattativa, incentrata sulla creazione di un Comitato referendario per il Sì, per mettere un cerotto sulla ferita: alla fine la delegazione leghista ha accettato di non rilasciare dichiarazioni dopo l'incontro con Giorgio Napolitano, e -al pari degli altri capigruppo della Cdl- ha lasciato a Berlusconi il compito di esternare. Quanto potrebbe durare la coalizione in queste condizioni, dopo un'eventuale bocciatura della riforma costituzionale ? Poco. Ecco perché tutti riconoscono al referendum un valore politico, anche nell'Unione. E c'è un motivo se Prodi ha inserito nel discorso per la fiducia un passaggio su quella consultazione popolare. «Noi per durare cinque anni dobbiamo vincere a giugno»: sono parole di Francesco Rutelli, (Continua a pagina 7) 27 novembre 2007 INTERNI Giustizia e Libertà 7 Silvio, la voglia di spallata e il referendum tice della Cdl in modo da preparare il Comitato per il Sì. E forse in quella occasione presenterà il primo sondaggio. Raccontano sia «ottimista» e pronto a mobilitare le sue televisioni, perché confida nella «reazione dell'elettorato dopo l'atteggiamento disgustoso tenuto dalla maggioranza in questo primo Ma dopo l'esperienza di aprile mese». si capisce la prudenza del vicepremier: siccome Berlusconi Solo una cosa, dicono, lo impauchiederà ai suoi elettori «un voto risce: «Ho paura che gli alleati per la rivincita», e siccome «noi non siano convinti della possibisiamo impegnati a mettere in lità di vincere, e si comportino moto la macchina del governo», come alle Politiche, quando a chi potrebbe escludere una sorpre- crederci ero solo io». Eppure Fini sta già mobilitando il sa ? Insomma, la sfida del referendum suo partito, e anche l'Udc si ap«dipenderà dalla capacità di presta a muoversi in sintonia: il mobilitazione» dei due schiera- segretario centrista Lorenzo Cesa menti. ha convocato gli stati generali del E il Cavaliere, che si gioca tutto, è partito per il 30 aprile, e sottolinepronto a un'altra azione di forza. a ciò che Pier Ferdinando Casini Per martedì ha convocato un ver- dice, e cioè che «la nostra prio(Continua da pagina 6) rivelatrici della portata della sfida, e sintomo anche di un certo nervosismo che affiora nella maggioranza. Sarà infatti vero che a fine giugno l'affluenza alle urne è di solito bassa, e che dunque il Polo potrebbe venirne penalizzato. rità è tenere unita la Cdl, oltre al fatto che sarebbe incoerente sganciarsi dopo aver votato per ben quattro volte in Parlamento la riforma». È un segnale verso l'ex segretario Marco Follini, che insieme a Bruno Tabacci si appresta a costituire un Comitato per il No, «con l'obiettivo di aprire dopo una stagione costituente». Per Berlusconi è l'ultima chance, per Prodi una sconfitta a giugno metterebbe a rischio il suo primato nell'Unione, a prescindere dall'intenzione del Cavaliere di chiedere subito le sue dimissioni. Insomma, la partita delle Politiche vivrà con il referendum i tempi supplementari. E la sfida stavolta non ammette il pari. Francesco Verderami Corriere della Sera 20 maggio 2006 Comunali, non arriva la spallata L'Unione: «Riflettere sul nord» da L’Unità, 28.05.2007 Il voto delle amministrative non è stato la campana a morto del governo Prodi. La tournée di Silvio Berlusconi in tutte le città in cui si votava per annunciare questa buona novella non è servito. Il centrosinistra tiene bene un po´ ovunque, perde dove era un po´ scontato che perdesse e strappa alla destra i comuni di Agrigento, L´Aquila e Taranto. E lo si vede anche dai toni sempre più stemperati dei peones che seguono il Cavaliere. Ne è un esempio emblematico Renato Schifani, presidente senatore di Forza Italia che prima dice «la spallata al governo prodi sta arrivando», poi rettifica che è al nord che c’è l’inizio della spallata. C’è addirittura chi si dissocia dallo slogan berlusconiano. «An non ha mai parlato di spallata», dice il capogruppo del partito alla Camera Ignazio La Russa. Lo stesso vale per i centristi, che si dissociano dalla “spallata”. rio dell'Udc Lorenzo Cesa. I duri e puri della Lega guardano solo il loro orticello e già in serata si recheranno dal capo "a batter cassa" in termini di peso politico. La lega guadagna voti dapperttutto, perciò Umberto Bossi insieme a Roberto Maroni, Roberto Castelli e Roberto Calderoli si vedranno infatti a villa San Martino ad Arcore per fare il punto con il leader di Forza Italia. Il centrosinistra si divide invece tra chi elogia la tenuta della coalizione e chi parla di un voto al nord su cui si dovrebbe riflettere. «L'astensionismo è aumentato -dice il presidente della Camera, Fausto Bertinotti- se si parla di crisi della politica qualche fenomeno poi «Non abbiamo mai evocato la devi aspettartelo». spallata, né crediamo nell’automatismo tra voto amministrati- Soddisfatti i Ds per la «netta vitvo e voto politico», dice segreta(Continua a pagina 8) 8 INTERNI Giustizia e Libertà 27 novembre 2007 Comunali, non arriva la spallata. L'Unione: «Riflettere sul nord» toria, per la prima volta ad Agrigento, del candidato di centrosinistra Marco Zambuto» che era sostenuto da Ds e Udeur. che è quella di garantire il recupero del voto moderato da un lato e di evitare pericolose e dannose derive radicali dall'altro». Antonello Giacomelli (Dl), invece, sostiene che «la Cdl rischia di finire come i pifferi di montagna, che partirono per suonare e finirono suonati». Soddisfatto per il risultato di Taranto il Pdci con Pino Sgobio che sottolinea la «forza propulsiva» della sinistra. (Continua da pagina 7) Vannino Chiti (Ds) dice: «Mi pare che non ci siano sfondamenti» e inoltre, aggiunge, «mi pare si confermi che è un dato locale, è sbagliato sempre dire che il dato amministrativo è un dato nazionale e in questo caso mi pare che si veda ancora di più». Per Giovanni Russo Spena (Prc) c'è una «straordinaria affermazione» del suo partito a Taranto e «in generale il voto non sembra proprio confermare il trionfalismo delle destre». Per Angelo Bonelli (Verdi) c'è un «sostanziale pareggio» con «novità importanti come AgriPer Nuccio Cusumano (Udeur) si gento e Taranto». Ma, ammette, tratta della «dimostrazione più il governo deve riflettere sul dato evidente che il centrosinistra relativo al centro-nord. vince se al centro è data la possibilità di svolgere la sua funzione, «La spallata non c'è stata -com- menta Fabio Mussi, leader della Sinistra democratica-. Però hanno suonato due campanelli d’allarme: i risultati al Nord e il calo della partecipazione al voto». «Il voto -spiega il segretario di Rifondazione Comunista Franco Giordano- è profondamente disomogeneo, c'è un problema serio al Nord e secondo me questo problema si chiama operai e lavoro dipendente verso cui abbiamo un debito sociale». «Berlusconi si metta il cuore in pace. Per stare nel pianeta calcio, parafrasando Trapattoni, potremmo suggerire al Cavaliere di “non dire gatto se non l'hai nel sacco”», commenta infine l'ulivista Franco Monaco «La spallata berlusconiana è svanita ancora una volta». L’Unità 28.05.2007 Berlusconi: “Mai tentato la spallata al Governo” da www.notizie.tiscali.it (07.10.2007) Fassino attacca, Berlusconi risponde. La nascita del PD e il discorso di Veltroni non hanno ridotto le distanze tra la maggioranza e l'opposizione. "Con la nascita del Partito democratico il governo Prodi è più forte, senza ombra di dubbio" dice Piero Fassino, segretario dei Ds, in una intervista al Messaggero. "Non è uno slogan", aggiunge e spiega: "La debolezza del governo non sta nella politica che attua, dove anzi può vantare risultati importanti. La fragilità sta nella frammentazione che a sua volta produce rissosità ed esasperazioni di visibilità, cose che l'avvento di un Pd coeso e forte contribuirà a far diminuire". "Non è un caso -sottolinea Fassino- che Berlusconi tenti la spallata ora che il Pd è in fasce, ha capito che una volta che il nuovo partito sarà strutturato e in campo tutto sarà più difficile per lui. Noi stiamo innovando profondamente, Berlusconi no. Lui rappresenta il vecchio, sarebbe la quinta volta che si pre- anche le parole di Walter Veltroni che insiste sulla possibilità per il Pd di andare da solo alle elezioni, Fassino spiega: "Il tema non è se andare da soli o con altri. Il tema vero è se andarci sulla base di un programma condiviso e di una coalizione percepita come affidabile. Se ci si riesce con gli alleati, bene; se non ci si riesce valuteremo anche l'ipotesi di and are da soli. Non è una decisione a priori". senta alle elezioni". Immediata la replica di Silvio Berlusconi che dice di non aver mai parlato di la “spallata” contro il Governo. "Non ho mai tentato nessuna spallata. Spallata è un termine che non ho mai usato". A margine del convegno organizzato dal partito liberal-democratico europeo, il presidente di Forza Italia ha quindi aggiunto: "Spalla ta è un termine che è stato usato alla stampa e che non mi appartiene". Silvio Berlusconi non vuole intervenire sul merito del discorso pronunciato da Walter Veltroni alla convention del Pd, ma non può evitare di sottolineare una certa 'contraddizione': "Mi è sembrato che ci sia stato un punto alto di comicità vedendo come qualcuno che è in politica da 35 anni si presenti e venga recepito, per esempio dall'Unità, come la nuova politica". Berlusconi precisa come questa faccia della "capacità di modificare la realtà che ha la sinistra". Fassino ha voluto commentare (Continua a pagina 9) 27 novembre 2007 INTERNI Giustizia e Libertà 9 Dopo anni la manovra è stata licenziata senza ricorrere alla fiducia: 161 sì, 157 no Prodi: "I conti si fanno a fine legislatura. Siamo entrati in una nuova fase della politica" Il Senato approva la Finanziaria Sconfitta la Cdl, ma l'Unione perde pezzi Gli avvisi di sfratto al governo di Bordon e Dini. "Superare l'attuale quadro politico perché questo governo non è adatto a realizzare le politiche necessarie al Paese" di Claudia Fusani, La Repubblica (16.11.2007) Alla fine, quando alle 22 e 35 sul tabellone elettronico dell'aula di palazzo Madama la Finanziaria viene licenziata con 161 voti a favore e 157 contrari, più che il vincitore è chiaro chi è lo sconfitto. Non è esatto dire che hanno vinto governo e maggioranza. E' più esatto dire che ha perso Silvio Berlusconi. Dopo mesi di annunci e di campagna acqui sti, sono fallite spallate e implosioni. Lo si capisce dai banchi dell'opposizione da dove piovono coriandoli di carta e fogli bianchi, urla e rabbia. E dalla foga con cui il senatore azzurro Viceconte cerca il contatto fisico con il senatore dell'Ulivo Mario Gasbarri, entrambi a mala pena trattenuti dai commessi. cui ha accusato l'opposizione di "corruzione di senatori" e che sancisce "la fine della politica delle spallate e il ritorno, d'ora in avanti, alla primazia della politica vera", rac coglie complimenti e gratitudine, ma soprat tutto vuole stringere le mani della senatrice a Romano Prodi cerca l'abbraccio con Tommaso Padoa-Schioppa e poi con il sottosegretario D'Andrea prima di sfilarsi dall'aula e presiedere il consiglio dei Ministri straordinario che deve approvare le variazioni della spesa di bilancio e il bilancio, il passaggio tecnico che licenzia la manovra. Anna Finocchiaro, protagonista di un intervento in vita Rita Levi Montalcini, 94 anni, rimasta sempre in questi giorni e questa sera fino all'ultimo a fare il suo dovere. ni ha chiuso le dichiarazioni di voto: "Proseguiremo con determinazione nella nostra iniziativa politica liberaldemocratica con l'obiettivo di superare rapidamente l'attuale quadro politico poichè il governo che ne è espressione non appare adatto a realizzare le politiche Berlusconi: “Mai tentato la spallata, al governo” (Continua da pagina 8) Quanto al contenuto del discorso di Veltroni, l'ex premeir si è limitato a dire: "Non intervengo in casa d'altri, vedremo". Infine il presidente di Forza Italia risponde al leader di An Gianfranco Fini, che aveva parlato di partito unico del centrodestra, affermando che si tratta di un progetto non per domani ma forse per dopodomani, chiedendo di "fermare le ipocrisie". "Il partito unico è il mio sogno che intendo realizzare -ha precisato Berlusconi- è un sogno che io voglio si trasformi in realtà" www.notizie.tiscali. it 07.10.2007 necessarie per invertire la tendenza al declino economico e civile del paese". Ecco, il Senato ha licenziato la Finanziaria, "97 articoli, 716 votazio ni -ricorda la FinocDini: chiaro- in nove giorni l'ultimo avviso senza mai ricorrere alla al governo Prodi fiducia". Ma sulla maggioranza in Ma in quali condizioni ? festa rimbombano pesan E a quale prezzo ? tissime le parole con cui Soprattutto, cosa succeil senatore Lamberto Di(Continua a pagina 10) INTERNI 10 Giustizia e Libertà 27 novembre 2007 Il Senato approva la Finanziaria. Sconfitta la Cdl, ma l'Unione perde pezzi (Continua da pagina 9) de adesso ? Nelle prossime settimane, entro la fine dell'anno, la maggioranza è chiamata ad approvare decreto fiscale e protocollo sul welfare che dovranno tornare a Palazzo Madama dalla Camera; dovrà approvare definitivamente la Finanziaria che tornerà qui in terza lettura; e poi il decreto sicurezza. Insomma, molte prove, tutte ravvicinate. E ognuna rischia di essere decisiva per la tenuta del governo. A quel punto, con chi voteranno i liberaldemocratici di Dini, Scalera e D'amico ? E con chi l'Unione democratica di Willer Bordon e Roberto Manzione ? Dini: "Non ho tolto la fiducia a questo governo, valuteremo di volta in volta" Le domande che rovinano la festa dell'Unione sono esattamente queste. Il discorso di Dini -due pagine e mezzo- le pone in modo chiaro, senza ombre. Quello che è chiaro è che mai i diniani salteranno il fosso per andare con la Cdl. Dopo l'aula Lambertow arriva alla buvette. Senatore, lei pensa a un nuovo governo in questa stessa maggioranza ? A un'ipotesi di governo tecnico ? "No, ho detto che questo governo e questa maggioranza non sono in grado di superare questa crisi. Lo dicono i numeri: in un anno il governo ha dimezzato i consensi". Quindi ha tolto la fiducia ? "Non ho detto neppure questo, valuteremo di volta in volta, saranno le forze politiche a determinare come uscire da questa situazione". Mani libere, quindi, d'ora in avanti. Perché stasera i diniani hanno votato "una Finanziaria che presenta molte fragilità seguendo l'etica della responsabilità". Ma dal prossimo voto, la decisione sarà presa "sulla base dell'etica dei principi" che stasera, ad esempio, avrebbero spinto verso un voto negativo. Avviso di sfratto anche da Bordon Prima di Dini ha preso la parola per Willer Bordon. Anche dall'Unione dei democratici arriva un avviso di tempo scaduto al governo Prodi. "Il nostro sarà un voto favorevole -dice Bordonma nello stesso tempo vogliamo sottrarci ad una ridicola conta che oggi ha portato l'opinione pubblica a giudicare il risultato di quest'aula come una sor ta di giudizio di Dio. Passa la finanziaria ma non cambia la nostra va lutazione sulla fragilità del sistema politico". Per Bordon esiste al massimo "una maggioranza aritmetica" ma, avverte, "non avrebbe più senso continuare se non si riesce ad affrontare e a colmare le distanze che in una coalizione come la nostra sono diventate su al cuni terreni al momento incolmabili". Pallaro e Fisichella, i primi seguaci Il discorso di Dini ha colpito nel segno. Il senatore eletto in sud america Luigi Pallaro dichiara appena uscito dall'aula: "Potrei aderire al gruppo di Dini". Domenico Fisichella, anche lui orfano di partito, non esplicita ma intorno a lui molti hanno raccolto aperture alla posizione di Dini. Prodi soddisfatto Il premier è contento ma non esulta. Non potrebbe farlo. In aula non ha incrociato il saluto con Dini. E anche con Bordon c'è stata freddezza. Così si limita a due osservazioni. prossimi mesi arriveran no i frutti. Non ho dubbi che siamo entrati in u na nuova fase della nostra politica. Adagio, a dagio, si vedranno i frutti del buongoverno". La seconda: "La finanziaria è stata votata senza la fiducia, è un risultato molto positivo. Un grande successo". Cossiga ruba la scena Ci ha pensato il presidente emerito a rallentare un po' la tensione prima del voto. Arrivato in aula alle 22 in tempo per il voto, Cossiga "ruba" la parola a Anna Finocchiaro. Non parla di finanziaria perchè "come mi fu insegnato anni fa i bilanci sono tutti falsi". Si dilunga invece sulla battaglia di Balaclava "dove 600 cavalieri, nella guerra con la quale il Regno di Sardegna acquistò un posto nel concerto delle Nazioni europee, furono tutti sterminati dal fuoco nemico. Tranne il comandante che qui non c'è" e si guarda intorno in cerca, forse, di Berlusconi. "Ma voi -conclude Cossi ga- siete entrati nella valle della Morte e nessuno dimenticherà il vostro disperato e disperante coraggio". La prima: "I conti si fanno a fine legislatura. Sono tranquillo. La manovra approvata oggi è La Repubblica di grande successo. Nei 16 novembre 2007 Il segretario del Pd parla delle tappe della "nuova stagione" avviata dopo l'approvazione della Finanziaria. “La maggioranza è compatta” Veltroni: “Fallita la spallata nel 2008 avanti con le riforme” "Disponibilissimo ad incontrare Berlusconi. Tenere conto delle posizioni di Dini e Bordon" - Convegno a "Italiani Europei" sulla legge elettorale. D'Alema: "Irragionevole che il Cavaliere resti fuori" da La Repubblica, 16.11.2007 "Se passa la Finanziaria detto Veltroni una setti- al Senato e quando era positiva per la Finanzsi apre una nuova mana fa, in piena campa- veramente azzardato im- iaria. stagione politica" aveva gna acquisti del Cavaliere maginare una soluzione (Continua a pagina 11) INTERNI 27 novembre 2007 Giustizia e Libertà 11 “La maggioranza è compatta” (Continua da pagina 10) Si capisce quindi la soddisfazione del segreta rio del Pd che stamani, in sieme con il vicesegretario Dario Franceschini, ha convocato una conferenza stampa per tracciare la road map della nuova stagione. La Finanziaria, dice Veltroni, "è la prova della compattezza del Senato" e porta con sè un valore di merito ("E' una manovra diversa, distribuisce risorse, non pesa sulle tasche degli italiani, taglia i costi della politica") e un valore politico: "La spal lata non c'è stata". Si apre la stagione "per affrontare i nodi di fondo del paese". Per Veltroni la nuova stagione si basa su due pilastri: "Il governo c'è e deve continuare"; "contemporaneamente deve andare avanti il cammino delle riforme costituzionali già incardinato a Montecitorio". Il segretario si riferisce al pacchetto di modifiche in aula alla Camera che prevedono una sola Camera col vincolo della fiducia, la riduzione del numero dei parlamentari (500 invece che 945) e più poteri al premier nella formazio ne del governo. "Finora il dibattito sulle riforme ha risentito dell'atteggiamento di chiusura da parte di Forza Italia. Ma da domani -aggiunge Veltroni- An, Udc e Lega diventano interlocutori im portanti. Così, forse, anche Forza Italia verrà". Poi l'invito: "Voglio incontrare Berlusconi...". Ma lui vorrà ? In attesa di risposta, Veltroni accarezza Dini il ribelle: "Anche lui vuole una nuova stagione. Rimanga". Dalla spallata mancata all'avvio del "cantiere 2008" per le riforme, sono i temi del giorno e dei prossimi mesi. A comin ciare dalla riforma eletto rale. Nel pomeriggio è organizzato da tempo un con vegno presso la Fondazione Italiani Europei su quale modello elettorale per l'Italia. L'incontro, vista la giornata, il momento e gli ospiti -attesi il leader dell'Udc Casini, Fini e il numero 3 di Forza Italia Fabriz io Cicchittodiventa quasi una prova generale di dialogo tra maggioranza e opposizione. "Io spero che la logica del muro contro muro, delle spallate e degli annunci di crisi venga abbandonata e si guardi al dialogo necessario per il bene comune" dice il ministro degli Esteri Massimo D'Ale ma arrivando al conve gno. Il paese adesso ha bisogno di concentrare le forze sulle riforme. Una nuova bicamerale, dieci anni dopo. D'Alema le elenca, "una nuova legge elettorale e una riforma di natura istituzionale che completi il riassetto del sistema". La Repubblica 16 novembre 2007 Intervista del Cavaliere a Canale 5: "Prodi cadrà e si andrà al voto" E a Fini manda a dire: "Nel centrodestra non cambia nulla" Berlusconi: "La maggioranza è implosa Ma sono stato l'unico a darsi da fare" E Mediaset si scusa con il presidente di Alleanza nazionale Cicchitto: "Riforme con questo governo? Una barzelletta" da La Repubblica (16.11.2007) "Ieri l'implosione c'è stata". "Non mi sento sconfitto, gli italiani mi appaludono, il resto non conta". Silvio Berlusconi (prima a "Panorama del giorno" e poi a Radio Anch'io), vede così l’approvazione della Finanziaria da parte del governo e lo stato di salute della sua leadership. Torna a negare di aver mai parlato di "spallata" all'esecutivo, il Cavaliere e parla, invece, di "implo sione del centrosinistra", riferendosi a quei senatori della maggioranza "che si sentono a disagio in una coalizione che subisce i diktat dell'estrema sinistra". Poi l'attenzione di Berlusconi si sposta sulle questioni interne alla Cdl. Su quel Gianfranco Fini che chiede a gran voce una svolta. Secca la replica di Berlusconi: "Nel centrodestra non cambia nulla. Se ci sono delle nuove idee che finora non ci sono state io sono aperto ad interpretare la volontà degli italiani. L'unico che si sia dato da fare nella direzione indicata dagli italiani sono stato io. Il resto e' soltanto politichese da professionisti della politica ormai lontani dalla realta' e incapaci di sentire quali sono i sentimenti della gente''. Se non è una porta sbattuta in faccia, poco ci manca. Chi invece si scusa con Fini è Mediaset. Era nota la rabbia del presidente di An, per le intromissioni delle tv del Cavaliere nella sua vita privata. E oggi, con una nota, arriva la presa di distanza della presidenza di Mediaset "dagli eccessi giornalistici e satirici che hanno colpito negli ultimi giorni la vita privata di Gianfranco Fini". Ed ancora: "La derisione che si trasforma in dileggio -si legge in una nota- non è accettabili". Respinta, invece, la tesi che vedeva "un disegno politico-editoriale orchestrato dal gruppo Fi ninvest ai danni del pre sidente di An". Chiusa la parentesi interna, Berlusconi torna a parlare del governo. O meglio della "prossima" fine del governo. Citando i sondaggi ("solo un italiano su 5 ha ancora fiducia nel governo Prodi mentre la Cdl e' vicina al 60%) e accantonando prudentemente il termine "spallata". Ma perseverando nel prevedere la caduta in tempi brevi: "La prossima volta che un provvedimento del (Continua a pagina 12) 12 INTERNI Giustizia e Libertà 27 novembre 2007 Berlusconi: "La maggioranza è implosa Ma sono stato l'unico a darsi da fare" (Continua da pagina 11) governo pas serà al voto del Senato non ci sarà la maggioranza che lo approverà e quindi il governo cadrà". E se questo accadrà, prevede il leader di Forza Italia, Prodi darà le dimissioni e si aprirà un periodo "in cui noi cercheremo di ritornare alle urne per ridare agli italiani la possibilità di farsi governare da un governo che abbia la fiducia degli italiani". E che nessuno parli di governo istituzionale: "Sarebbe soltanto un espediente per rinviare il giudizio degli elettori''. Che, taglia corto Berlu- sconi, "deve essere nel 2008". Con una sola modifica dell'attuale legge elettorale: quella che riguarda l'attribuzione del premio di maggioranza al Senato da regionale a nazionale. In linea col capo, il numero 3 di Forza Italia Fabrizio Cicchitto arriva ospite al convegno sulle riforme organizzato da "Italiani Europei" e mette subito i puntini sulle "i": "Immaginare riforme con questa maggioranza e con questo governo è una barzelletta. Dini e Bordon dicono che questa è l'ultima volta che votano...di quale gov e r n o stia mo p a rlando?". P i ù possibilisti, invece, i toni della Lega. " N o i s i a m o interessati alla legge elettorale, la vogliamo fare a tutti i costi e siamo d is p o s t i a dialogare" dice Roberto Maroni. Mentre Forza Italia, oggi, ha dato il via alla raccolta di firme per chiedere elezioni. Storace contro Fini A Fini replica con durezza Francesco Storace. L'ex portavoce del leader di An, adesso leader de "La Destra" accusa il presidente di An di essere "in astinenza da potere", parla di "ricatto più isterico che razionale". La REPUBBLICA 16 novembre 2007 Soddisfazione del Quirinale per l'approvazione della Finanziaria "come prevede la Costituzione, senza maxiemendamenti né fiducia" Napolitano rilancia le riforme "Spero che adesso ci sia dialogo" Marini: "A Palazzo Madama lavori lunghi ma era un impegno fondamentale per il Paese - Qualcosa si muove fra i due schieramenti, c'è stata tensione ma il risultato è importante da La Repubblica (16.11.2007) "Mi auguro che si aprano realmente prospettive positive di dialogo e di confronto". All'indomani del varo del la finanziaria, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano rilancia l'invito al dialogo tra i poli ed esprime "soddisfazione" per l'approvazi one della manovra economica "senza maxiemendamen ti e senza il ricorso al voto di fiducia". Di "netta consonanza con Napolitano" parla Franco Marini: "Qualcosa si muove nei due schieramenti -dice il presidente del Senato- c'è stata tensione ma il risul tato è importante". Senza ovviamente pronunciarsi sul risultato politico del confronto a Pa lazzo Madama, il presidente della Repubblica mette in evidenza "il valore istituzionale del fatto che sia sulla legge finanziaria, sia sulla conversione del decreto legge che lo ha preceduto, si è discusso in Senato articolo per articolo, emen- damento per emendamento, come prevede la Costituzione, senza fare ricorso al voto di fiducia su un maxi emendamento che avrebbe stroncato questa possibilità di confronto". Alla vigilia dell'inizio dell'iter parlamentare della Finanziaria, Napolitano aveva raccomandato a Romano Prodi e ai presidenti delle Camere di e v i ta r e q u an t o più possibile la legge di bilancio cadesse, appunto, nello scontro frontale tra maggioranza e opposizione e delle varie componenti della maggioranza. Per questo il capo dello Stato, esprimendo la propria soddisfazione, ora auspica che "si aprano realmente prospettive positive" di con fronto in Parlamento anche per la legge elettorale e per le riforme istituzionali". E proprio nella prospettiva di lavorare a una nuova legge elettorale e alle riforme "necessarie", dal giorno dell'appro vazione della Finanziara qualcosa si muove in entrambi gli schieramenti: ne è convinto il presidente del Senato, Franco Marini, che ravvisa "la disponibilità di importanti leader politici" e si augura "che si riesca a farlo, perché il Paese ne ha bisogno". Anche Marini parla di "soddisfazione vera", perché "come si sa, il Senato non ha una grande maggioranza, anzi, per usare un eufemismo, siamo divisi in due", e sottolinea che "la Finanziaria era un impegno fondamentale per il Paese e quindi ha impegnato il Senato, tra lavori di commissione e Aula, per un mese e mezzo". Un grazie a tutti i senatori "perché con 700 votazioni senza che il governo abbia dovuto mettere la fiducia, c'è stata tensio ne ma è stato fatto un lavoro importante". ♦ INTERNI 27 novembre 2007 Giustizia e Libertà 13 Il passo doppio Prodi-Veltroni di Eugenio Scalfari (Repubblica, 18.11.2007 GIOVEDI' 15 novembre, alle ore 22.30 il quadro elettronico nell'aula del Senato ha registrato l'approvazione della legge finanziaria (senza voto di fiducia) con una maggioranza di quattro voti. Venerdì 16 novembre Walter Veltroni ha presieduto una riunione alla quale erano stati invitati i rappresentanti di tutti i partiti per discutere le riforme istituzionali e una nuova legge elettorale. Udc, Lega. rafforzamento dei partiti di maggior dimensione numerica implicito sia nel modello tedesco sia in quello francese, in quello britannico e in quello spagnolo. Questo è dunque lo stato dei fatti. Il negoziato sulle riforme andrà avanti speditamente con un'alta probabilità di successo. Maggiori poteri al primo Ai nastri di partenza i piministro e poteri di conlastri sui quali si cercherà Comunque in tempo per le elezioni europee del 2009, alle quali potrebbero essere abbinate quelle politiche. Ma c'è l'incognita Dini e -al seguito- l'incognita Bordon. Vorranno impedire con i loro cinque voti che questa strategia si compia? E potranno farlo ? *** Gli invitati c'erano tutti. I rappresentanti di Forza Italia hanno opposto il solito "niet" all'apertura del dialogo. Fini, Casini e Maroni per la Lega, si sono dichiarati disponibili. Voci maliziose quanto anonime sussurrano di un vero e proprio contratto che sarebbe stato stipulato tra Dini e Berlusconi. Personalmente non ci cre do. Non per ragioni di tempra morale che, per quanto riguarda il secondo, sarebbe rischioso invocare, ma per quanto riguarda Dini per ragioni di convenienza. Vendersi l'anima ? Essere schiavo per tutta la vita ? Non è credibile. Convenienza politica allora ? Ma quale ? Prodi dal canto suo, nell'intervista rilasciata ieri a Ezio Mauro, ha sponsoriz zato l'iniziativa di Veltroni ed ha lanciato un appel lo al paese e a tutte le forze politiche, nessuna esclusa, per collaborare alla fase delle grandi riforme che ora, dopo il varo della Finanziaria, è finalmente possibile aprire. Chi dava il governo per morto dovrà ancora una volta ricredersi. Chi critica, impropriamente, il voto dei senatori a vita e lo sottrae dal risul tato numerico, arriva tutta via alla conclusione che la maggioranza, sia pure con un solo voto, è ancora lì mentre l'opposizione, su bito dopo la sconfitta parlamentare, si è spaccata in due: da una parte Berlusconi e Storace, dall'altra -pronti al negoziato- An, luglio o entro ottobre al più tardi. di costruire una buona legge elettorale sono condivisi da tutte le principali forze politiche: il principio della proporzionalità che evita le "ammucchiate" non omogenee tra forze politiche di diversa e spesso opposta identità culturale; il principio della governabilità; il rifiuto del premio di maggio ranza; il principio d'un trollo più penetranti al Parlamento. Senato federale. Questa è la piattaforma condivisa. Ora bisognerà chiarire qualche punto controverso e passare dai principi alle norme, operazione non facile ma nient'affatto impossibile. Se non vi saranno incidenti di percorso il lavoro potrebbe compiersi entro Elezioni nel 2008 non ci saranno. Se il governo entrasse in crisi nei prossimi mesi ce ne sarà un altro "di scopo": per attuare le riforme istituzionali e una nuova leg ge elettorale. Sarebbe sostenuto dal Par tito Democratico ed anche da Fini Casini e dalla Lega. Se la crisi fosse provoca(Continua a pagina 14) 14 INTERNI Giustizia e Libertà 27 novembre 2007 Il passo doppio Prodi-Veltroni (Continua da pagina 13) ta da Dini evidentemente non potrebbe esser lui a presiederlo né ad insediar si in un ministero importante. Dovrebbe dunque aspettare le elezioni future quando saranno. Campa cavallo. E con un futuro quanto mai incerto. Non si vede alcuna convenienza in questa strategia. Dini ha in mente, se la crisi comunque ci fosse, di ricavarsi uno spazio politico radunando i liberal-moderati. Non sono moltissimi i liberal-moderati e sono già sotto varie bandiere: Casini, Tabacci, Mastel la. Anche Rutelli. Anche una parte dei Popolari. Fuori ruolo anche Pezzot ta. Ma sono divisi e difficilmente accorpabili. Ciascuno segue un proprio vessillo e un proprio leader. Nessun leader di questi raggruppamenti cederebbe il suo posto a Dini. La sua sola convenienza è restare dov'è acquistando più spazio e più peso, se potrà. Può darsi che questa analisi sia sbagliata. Può darsi che Dini faccia un colpo di testa. Francamente non mi pare il tipo ma non si può escluderlo. Staremo a vedere e non ci sarà molto da aspettare perché per votare a marzo-aprile quel colpo di testa bisognerà farlo non oltre febbraio. Bisognerebbe approfondirla. Restiamo tuttavia ancora Forse è soltanto la punta per qualche riga al tema di un "iceberg". del mercato politico così vivacemente sollevato nella sua dichiarazione di voto al Senato dal capo- Abbiamo già segnalato gruppo dei Democratici, la stretta sequenza tra l'approvazione della Anna Finocchiaro. Finanziaria e l'iniziativa A dibattito già chiuso domandò la parola il sena di Veltroni di aprire il tore De Gregorio, presi- confronto su riforme e dente della Commissione legge elettorale tra tutte Difesa, eletto nelle liste di le forze politiche. Questa apre la Di Pietro e trasmigrato do iniziativa stagione del nuovo po breve tempo allo schie partito e del suo ramento di centrodestra. segretario. Il presidente Marini gli Il fatto nuovo è questo: il chiese quale fosse il tema Partito democratico ha sul quale voleva interve- dettato per la prima volta nire. l'agenda politica dei Rispose che voleva prossimi mesi. controbattere le parole Prima ancora di farsi le "infamanti" della Finoc- ossa l'iniziativa è ora chiaro. nelle sue mani. Nei due minuti che gli furono concessi riempì di in Intanto si sono insediati sulti la senatrice affer- o stanno per esserlo suoi organi mando che quanto a lui a- alcuni n e l l ' a m b i t o della veva la coscienza a posto, C o s t i t u e n t e : una a prova di bomba. segreteria provvisoria, Tutti capirono che si direzione trattava di una autodifesa u n a p r o v v i soria, la anche se la Finocchiaro commissione per lo stanon aveva fatto alcun tuto, la commissione per nome. il programma. Perché dunque l'intervento di De Gregorio ? In particolare l'indicazioParecchi giornali hanno ne dei valori e delle strapubblicato qualche tempo te gie per tradurre quei fa una notizia desunta valori in atti politici. dall'analisi dei bilanci dei Il dibattito attorno a quepartiti depositati in Par- sti temi parte da una dolamento. manda: qual è il fondaÈ risultato che una cospi- mento del nuovo partito cua somma fu versata da ? Forza Italia ad un'asso- L'unione di due culture, ciazione-partito fondata quella socialista e quella da Di Gregorio. cattolico-democratica ? Il versamento seguì di Oppure qualche cosa di poco il piccolo ribaltone più e di più complesso ? personale del medesimo. Elementi di liberalismo ? La notizia è stata pubbli- Elementi di liberismo cata da "24 Ore" e poi da economico ? "Repubblica" e dal "Cor È un partito che guarda a riere della Sera". sinistra o che guarda *** *** piuttosto al centro ? Liberale di sinistra ? Reincarnazione post-moderna del Partito d'azione? Questo dibattito merita di esser seguito con attenzione. Mi permetto di dire la mia opinione di testimone interessato. Io penso che il fondamento del Pd sia quello di avere come punti di riferimento le opportunità positive offerte dal processo di globalizzazio ne mondiale, i pe r i c o l i che esso comporta, i diritti che suscita e i doveri che si accompagnano ad ogni diritto, la necessità di garantire a tutti l'efficienza dei servizi pubblici indivisibili, a comin ciare dalla scuola, e poi dalla sanità, dall'assistenza, dalla formazione, dalla ricerca, dalla giustizia rapida, dall'inse rimento dei giovani. Una pubblica amministrazione efficiente e snella. Ammortizzatori sociali adeguati. Sicurezza. Meno Stato e più società. Mercato libero da mo nopoli e corporazioni. Manutenzione attenta del la libera concorrenza. Sono parole ? Tante, troppe volte ripetute e scarsamente e spesso raramente attuate. Ebbene, il nuovo partito dev'essere il cane da slitta e da guardia di quelle parole, del loro autentico significato, della loro duratura attuazione. Cane da slitta per portare avanti il carico e da guardia per custodirlo. Per (Continua a pagina 15) INTERNI 27 novembre 2007 Giustizia e Libertà 15 Il passo doppio Prodi-Veltroni (Continua da pagina 14) concludere con un'immagine direi che dovrebbe essere un partito che viene da sinistra e guarda in avanti. Ho letto pochi giorni fa sul "Corriere della Sera" un articolo di Pietro Ichino su una politica economica di sinistra liberale. Con le sue tesi concordo pienamente. Ho letto le tante pagine di Gustavo Zagrebelsky sulla democrazia e la laicità ed anche con lui concordo. E con Claudio Magris quando scrive di analoghe questioni e parla delle loro interazioni con la letteratura. Ho letto le riflessioni del professor Toniolo sulla politica economica neces saria nell'Italia e nell'Europa di oggi. Infine Ilvo Diamanti e le sue analisi sui giovani e la politica. Ricordo ancora i convegni degli "amici del Mondo" che fornirono all'allora nascente centro sinistra la base culturale della sua politica. È un buon esempio da te ner presente. Gli autori che qui ho citato a titolo di esemplificazione confermano l'esistenza di un deposito culturale ed etico-politico di prim'ordine con cui il nuovo partito dovrebbe attingere e che darebbe agli italiani mag gior Nel loro comportamento sicurezza e fiducia nel non c'è e non ci poteva futuro. essere alcun tornaconto e alcun calcolo personale né retropensieri di sorta né capricciose meschinità Credo doveroso che l'o- da soddisfare ma soltanto pinione pubblica esprima il diritto-dovere di salgratitudine -al di là delle vaguardare le istituzioni convinzioni politiche- a e il tessuto connettivo quei senatori a vita che si della nostra società. sono sobbarcati ad una scelta di campo non per Ne faccio i nomi: Ciampi, sostenere un governo ma A n d r e o t t i , per assicurare al paese Colombo, Levi Montalcini, quel minimo di stabilità Scalfaro. possibile nelle condizioni Ad essi il nostro rispetesistenti, evitando rischi- toso saluto e augurio di buona vita. osissime avventure. Spesso sono stati ricoperti di insulti che hanno Eugenio Scalfari affrontato con dignitosa La Repubblica 18 novembre 2007 sopportazione. *** Il leader dell'Udc: "Lavorare in modo più intelligente per mandare a casa il governo" Le critiche di An: "Accuse inaccettabili quelle del Cavaliere. Il capo della coalizione non deve dividere" Fini e Casini: "Cambiamo o aiutiamo Prodi" Ma Berlusconi ribatte: "Li ho fatti implodere" L'arringa del Cavaliere ai gazebo di Roma: oltre 4 milioni di firme già raccolte - Bossi: "Ora il premier faccia le riforme, gli stadi dimostrano che la gente non ne può più" da La Repubblica, 17.11.2007 ROMA Il governo sopravvive alla prova del fuoco della Finanziaria e nel centro destra fioccano le polemiche. Silvio Berlusconi finsice sotto processo per aver sbagliato tattica, ma le critiche non lo smuovono e, convinto, il leader di Forza Italia difende le sue mosse: "La maggioranza è implosa, sono preoc cupatissimi". Dal battello che lo portava a zonzo sul Tevere per pubblicizzare la raccolta delle firme in favore del ritorno al voto, Berlusconi si dice orgoglioso delle sue scelte: "Se è una colpa aver fat to implodere la maggioranza, beh, questa colpa mi piace. La mia strategia ? No, non la cam-bierò: il resto è solo una pura e semplice perdita di tempo". E' anche sulla iniziativa dei gazebo azzurri che si è appuntata la polemica: bene, ma poi ? Dicono sotto varie forme gli alleati del Polo. Anche se gli organizzatori annunciano risultati trionfali: "Oltre 4,3milioni di firme già raccolte -dicono-. Ed è una confer ma che bisogna votare subito". Ma da Alleanza Nazionale trapela "forte irritazione" per le dichiarazioni del leader di Forza Italia. Gianfranco Fini, parlan do con i suoi più stretti collaboratori, rispedisce "al mittente l'inaccetta bile accusa di non aver (Continua a pagina 16) 16 Giustizia e Libertà INTERNI 27 novembre 2007 Fini e Casini: "Cambiamo o aiutiamo Prodi" Ma Berlusconi ribatte: "Li ho fatti implodere" fatto una sufficiente op posizione al governo Prodi". Le cinquecentomila persone portate in piazza al Colosseo contro il gover no su fisco e sicurezza "ne sono una controprova. Non erano lì per prendere un caffè". Da qui le accuse al Cavaliere: "Non serve fare pagelle tra i più bravi e i meno bravi nel combattere Prodi. La realtà è che il governo, l'altro ieri, è riuscito a sopravvivere a se stesso approvando una Finanziaria, dopo tanto tempo, senza ricorrere alla fiducia. Ci vuole umiltà da parte di tutti. Perché tutti sbagliano. Tutti". Critico della strategia della Cdl anche Pier Ferdinando Casini che, partecipando agli Stati generali della donne del partito, dichiara: "La strategia della Casa delle libertà ha aiutato fortemente Prodi a superare indenne questi scogli. Dobbiamo lavorare in modo più intelligente per mandare a casa questo governo che, altrimenti, rimarrà per i prossimi cinque anni". In merito, poi, all'apertura al dialogo sulle riforme lanciata da Prodi e Veltroni, il leader dell'Udc ribadisce che "non possiamo andare sul l'Aventino". In serata, nel dibattito interno alla Cdl, interviene anche Umberto Bossi: "Se il governo non è caduto adesso, non cade più. Berlusconi si illudeva di fare cadere il governo, ma in questo si è sbagliato. Bisognava conoscere tecnicamente le vie giuste. I parlamentari non fanno cadere un governo se non sanno quello che faranno dopo". E ancora: "Visto che Prodi è lì per fare le riforme a questo punto che le faccia, il Nord altrimenti ha già migliaia di persone scatenate. Avete visto quello che è successo negli stadi? Ciò dimostra che la gente non ne può più ". In questo clima, a difendere strenuamente il cavaliere è il coordinatore di Fi, Sandro Bondi: "Il virus del par ticolarismo di partito è andato a scapito della concordia e dell'unità dell'alleanza ed è arrivato tra di noi prima di quel la legge elettorale proporzionale che lo favorisce. Se tutti avessero lottato in campagna elettorale co me ha lottato con generosità e coraggio Silvio Berlusconi, forse avremmo vinto". La Repubblica 17 novembre 2007 Il Cavaliere a Milano: "Forza Italia si scioglierà nella nuova formazione" Scettici Udc e Lega, Umberto Bossi: "Ho paura che sia solo un favore a Prodi" Berlusconi lancia una nuova sfida "Nasce il Partito del popolo delle libertà" Prima cauta apertura sulle riforme: "Disponibili a soluzioni utili per il Paese" Veltroni: "La nuova forza politica è il riconoscimento di una sconfitta" da La Repubblica ( 18.11.2007) MILANO Pressato dalle critiche degli alleati, Silvio Berlusconi scende in piazza nella sua città, Milano, fa una prima cauta apertura sul tema riforme, e lancia una nuova sfida: "Oggi nasce ufficialmente qui il grande partito del popolo italiano, un partito aperto che è contro i par rucconi della vecchia politica. Invito tutti ad entrare senza remore e a venire con noi, questo è quello che la gente vuole: Forza Italia si scioglierà nella nuova formazione", che si chiamerà, appunto, "Partito del popolo italiano delle libertà". Un'iniziativa che non pare, almeno dai primi commenti, suscitare grande entusiasmo nelle altre componenti della Cdl. E che per il segretario del Pd Walter Veltroni rappresenta "il riconoscimento di una sconfitta". Per l'annuncio il Cavaliere sceglie il gazebo di piazza San Babila per la raccolta di firme contro il governo Prodi: "Sono sette milioni", sottolinea con orgoglio. Un vero e proprio show, il suo. Che lo vede attorniato da cori da stadio e urla, da una grande bolgia in cui si distingue Michela Vittoria Brambilla ("siamo stati l'avanguardia del nuovo partito, in cui adesso confluiremo", dichiara). Intanto, il leader di Fi arringa la folla con un megafono, per poi improv visare un comizio in mezzo alla piazza. Quindi, sul nuovo partito, il leader dà appuntamento a domani, quando "presenteremo la nu ova iniziativa"."Invitia mo tutti -dice- a venire con noi contro i parruc coni della politica in un nuovo grande partito del popolo. Chiediamo a tutti di mettere da parte ogni timore e ogni remora: questo è quello che la gente vuole". Poco dopo, a chiarire meglio le modalità organizzative del nuovo partito, ci pensa il coordinatore di Forza Italia, Sandro Bondi: "Vi annuncio -dichiarache la prossima settimana ci sarà una nuova mobilitazione con i gazebo in tutta Italia per le adesioni al nuovo partito". Ma Berlusconi, nel suo intervento milanese, parla anche d'altro. Ad esempio, riguardo agli italiani che hanno firmato la sua petizione contro il governo Prodi, sostiene che "la metà" non sono elettori del centrodestra. Lo scopo, ribadisce, è "avere nuove elezioni, ed eleggere un nuovo governo. Un governo che sia in armonia con i suoi cittadini, un governo che sappia governare". Sul tema al primo posto dell'agenda politica, l'eventuale apertura di un dialogo tra i poli sulle riforme (sollecitato anche da Gianfranco Fini e (Continua a pagina 17) 27 novembre 2007 INTERNI Giustizia e Libertà 17 Berlusconi lancia una nuova sfida "Nasce il Partito del popolo delle libertà" (Continua da pagina 16) Pier Ferdinando Casini) da Berlusconi arriva invece una prima seppure parziale apertura: "Se l'altra parte avanzerà delle proposte o dirà di sì a nostra proposte saremo i primi ad essere lieti di trovare, per il nostro Paese, una direzione di svolta che assicuri la democrazia, lo sviluppo e la libertà". Le reazioni al nuovo partito. Umberto Bossi teme "che sia solo un favore a Prodi". "La for za di Berlusconi -dice il leader della Lega- è sempre stata la sua capacità di coordinamento. Il suo saper tenere uniti. Con il nuovo partito andrebbe quindi in una direzione differente rispetto a quando ha fatto fino ad ora. Se perde questa forza, se ci rinuncia, secondo me si sbaglia". Prima che parlasse Bossi era stato Roberto Maroni a chiarire che il Carroccio non è interessato a questo nuovo partito del centrodestra: la Lega è orientata soprattutto alle riforme e nei prossimi giorni lo stesso Maroni incontrerà Veltroni. alla Camera, Maurizio Ronconi: "Un partito non può nascere né in provetta né dalle alchimie di un pur attento marketing politico. L'Udc vuole concorrere al partito popolare in Italia che non nasce però da un atto di intelligente fantasia ma da un confronto serio e meditato; non nasce dalla pancia ma dal cervello". E in serata fonti vicine a Casini commentano l'annuncio di Berlusconi ribadendo quanto detto dal leader del partito nel pomeriggio e cioé che per il Cavaliere c'è anche il momento della propaganda. Positivo invece il giudizio all'apertura sul dialogo per le riforme. prima reazione A tenere banco, però, re- La dell'Udc è affidata al vice Dal centrosinistra arriva sta la novità del nuovo la reazione di Veltroni: presidente del gruppo partito berlusconiano. "Forse è il riconoscimento di una sconfitta" dopo l'annunciata spallata, poi non verificatasi, nei confronti del governo. "E comunque il riconoscimento che si è conclusa una "stagione politica", dice il segretario del Pd. "Un tempo era il centro sinistra che inseguiva modalità di comunicazione. Ora è Berlusconi che ci insegue...Noi facciamo i gazebo e li fa an che lui, noi facciamo un nuovo partito e lo annuncia anche lui" ha aggiunto ancora Veltroni, parlando in collegamento telefonico con la trasmissione di Maurizio Crozza, su La7. La Repubblica 18 novembre 2007 INTERNI 18 Giustizia e Libertà 27 novembre 2007 Cdl ad alta tensione: Berlusconi gonfia il petto, An fischia Cicchetto Fini: Alleanza Nazionale è pronta a lasciare. Il Cavaliere: Forza Italia si scioglierà, nasce il Partito del popolo da La Stampa (19.11.2007) Sale la tensione nella Cdl. Gianfranco Fini ha mandato un aut-aut al leader Silvio Berlusconi: «Se la Cdl entro gennaio non cambia strategia e si siede tutta al tavolo di confronto con la maggioranza sulle riforme, Alleanza Nazionale lascerà», ha detto il presidente di An. E che i nervi siano tesi si è visto anche al convegno di Alleanza Nazionale ad Assisi dove il vicecoordinatore di Forza Italia Fabrizio Cicchitto è stato duramente e più volte contestato. Cicchitto ha respinto al mittente le accuse che erano state formulate da Italo Bocchino a Silvio Berlusconi, di avere cioè alimentato la scissione di An invece di occuparsi della caduta del Governo Prodi. «Non so dove pensiate di andare -ha replicato Cicchitto- mettendo in moto piccoli plotoni di esecuzione che in nome del partito unico tirano randellate a Silvio Berlusconi. Non andate da nessuna parte», ha ripetuto più volte, coperto da fischi e urla provenienti dalla platea, l’esponente azzurro. La Russa: “Berlusconi, asso insostituibile” Ignazio La Russa prova a gettare acqua sul fuoco dicendosi fiducioso che alla fine la frattura tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini potrà ricomporsi. «Io e Gasparri, che da qui abbiamo parlato chiaro su quelli che sono per noi gli sbagli di Berlusconi, desideriamo fortemente ricongiungerci e siamo certi che darà frutti il seme posi- tivo di unità che seminiamo al termine di questi giorni. La Cdl non è finita, tutto si aggiusterà». Certo, per La Russa c’è assoluta sintonia tra i colonnelli e il presidente del partito: «La nostra non è una linea di Fini che il partito condivide, è la linea del partito di cui Fini è presidente, discussa durante l’ufficio politico». Nessuno mette in discussione Berlusconi, che è «un asso insostituibile», ma ora occorre «cominciare una diversa strategia». L’ironia di Casini Anche il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini torna a invocare l’apertura di una nuova fase della coalizione di centrodestra. Rivolgendo a Berlusconi l’ex presidente della Camera afferma: «Serve la politica, non la propaganda». Casini esprime scetticismo inoltre sulla formula della Casa delle libertà. «Riproporre la vecchia Cdl -dice- non porta da nessuna parte. Mi auguro che Berlusconi e Fini riflettano su questo». Quanto alle riforme, Casini si augura che Berlusconi «attivi Gianni Letta, anzi probabilmente in questo momento Letta sta già parlando con Veltroni. Non so se è vero, di certo è verosimile». Il Cavaliere a muso duro Ma Berlusconi va dritto per la sua strada e, ai Gazebo di Fi per la raccolta di firme per tornare a votare, annuncia che Forza Italia si scioglierà per nella nuova formazione: «Oggi qui nasce ufficialmente un nuovo grande partito del popolo delle libertà, il partito del popolo italiano», prima di sottolineare che in tutta Italia la firme raccolte nei gazebo di Forza Italia hanno raggiunto i 7 milioni. ♦ L’intervista “Lascio agli alleati i giochi di Palazzo” di Augusto Minzolini (La Stampa, 17.11.2007) ROMA «Se ho paura di essere accerchiato, di avere tutti contro ? Guardi, io sono contento di essere accerchiato. Mai come ora ho tanto consenso nel Paese. Lascio a tutti gli altri, alleati compresi, i giochi di Palazzo e il teatrino della politica». Niente da fare. Tutti gli chiedono di ripensarci, di sedersi al tavolo delle riforme, ma Silvio Berlusconi non ci pensa proprio. Nell’atrio della sede di Forza Italia, a via dell’Umiltà, il Cavaliere ripete che ha solo due obiettivi in testa: la caduta del governo Prodi e le elezioni. Se gli altri accettano di fissare la data del voto nel 2008 si può parlare di tutto, altrimenti no. Né è impressionato dal cambio di rotta degli alleati. O meglio, le aperture della Lega e dell’Udc al confronto sulla legge elettorale non le condivide, ma le comprende. I toni usati da Gianfranco Fini no. In privato si è anche arrabbiato: «Ha il vizio di litigare con tutti». In pubblico tenta, invece, di ricucire sul piano politico e non. Da quella sera in cui Fini dopo aver visto su «Striscia la notizia» la storia della sua relazione con Elisabetta Tulliani chiamò al telefono Ignazio La Russa ospite di «Matrix» per ordinargli: «Vieni via, sulle reti Mediaset non andiamo più». Berlusconi, non pensa di aver sbagliato in qualcosa con i suoi alleati? «Io non ho nulla da rimproverarmi. Nei confronti di nessuno. Certo se poi qualcuno mi tira in ballo per “Striscia la notizia”, che debbo dire? Come si può pensare che io possa essere, chessò, il mandante di una trasmissione di satira che tutti i giorni mi prende in giro. A parte questo, Fini ha ragione. Sono addolorato. Me la sarei presa anch’io. Del resto, sono io che gli ho telefonato per esprimergli la solidarietà. Né tantome(Continua a pagina 19) 27 novembre 2007 INTERNI Giustizia e Libertà 19 “Lascio agli alleati i giochi di Palazzo” (Continua da pagina 18) no - per parlare di un’altra accusa che mi fanno - ho spinto Daniela Santanchè a lasciare An»». Non ha sbagliato neppure a puntare sulla caduta del governo sulla Finanziaria ? «Io non ho mai fissato una data. Ho parlato solo con esponenti del centrosinistra che dicevano peste e corna del governo. Poi è chiaro che se qualcuno il coraggio non ce l’ha, non se lo può dare. Senza contare che i senatori hanno subìto intimidazioni. Il governo ha fatto una pioggia di regali. Gli italiani all’estero hanno ricevuto un forfait di 36 milioni. Alla fine, la sopravvivenza del governo è costata un miliardo di euro». E, subito dopo, saremo Alla fine, però Prodi è an- noi ad aprire immediatamente una stagione cora là… «Vede, io comprendo per le riforme». l’etica della responsabiE se, invece, Prodi durasse ? «Loro continueranno a perdere consenso...». E lei se ne starà fermo. Non aprirà neppure sulla legge elettorale ? «Ci sono troppe posizioni nella maggioranza. Neppure la proposta di Veltroni è chiara. Non ci sono le condizioni per sedersi ad un tavolo per un dialogo serio. E, a ben vedere, neppure dentro il centrodestra c’è una posizione univoca. Ad esempio, se An accettasse un sistema come quello proposto da Vellità di cui parla Dini. troni, non conterebbe più Non credo però che que- niente. Verrebbe margisto governo possa anda- nalizzata». re avanti. Le dichiarazioni di Dini sono state D’accordo, ma intanto chiare. Addirittura, non Fini, Casini e Bossi hanmi aspettavo che Bor- no accettato di dialogare don e Manzione facesse- con la maggioranza. ro un’uscita simile. Né «Gli interessi dei partiche fossero seguiti a ti del centrodestra sono ruota da Pallaro. Ora comuni. Nessuno è ustanno mettendo in piedi scito dalla coalizione e un gruppo parlamenta- tutti vogliono mandare re. Questo gruppo sarà a casa Prodi. E comunpadrone della legislazio- que, senta bene, qualne. Deciderà ciò che va siasi dialogo non può approvato e cosa no. E prescindere da Forza c’è ancora la Finanzia- Italia che è il primo ria, il welfare e tante al- partito del Paese». tre cose. Il governo cadrà. Neanche le polemi- Ma i suoi alleati ce l’hanche dentro il centrode- no con lei… stra bloccheranno que- «Io ho dovuto sempre sto processo. E se ci sarà ragionare con tutti, mela crisi, si andrà al voto. diare. Mi creda, non è una cosa facile. A volte è estremamente faticosa. E’ proprio il mio ruolo che mi fa dire che non sono fungibile, perché nessuno potrebbe avere la pazienza che ho io». E se la legge elettorale fosse accompagnata dall’impegno di votare nel 2008 ? «Sono a disposizione. Parliamone. E’ quello che vogliono gli italiani. Per ora, non ci sono proposte che giudichiamo valide». Eppure il suo consigliere preferito, Gianni Letta, ha ipotizzato in un libro-intervista una vasta coalizione per le riforme. «Intanto si tratta di un’intervista rilasciata mesi fa. Comunque io e Letta siamo le persone più ragionevoli che si possano trovare. Ma lo siamo sulle cose, appunto, ragionevoli, non su quelle impossibili. Chi ha fatto a suo tempo, subito dopo il voto, l’offerta di una grande coalizione? Io. Ma adesso dovremmo condividere la responsabilità del disastro provocato da Prodi. Ora le grandi intese o il governo istituzionale non sarebbero una mossa giusta». Augusto Minzolini La Stampa 17.11.2007 Colpo di Scena di Lucia Annunziata (La Stampa, 19.11.2007) Diciamo che è possibile sognare. L'idea sarebbe quella di immaginare che a questo punto, dopo un duello lungo dieci anni, gli eterni avversari Romano Prodi e Silvio Berlusconi si convertano in due padri della patria che, convinti dall’età, dalle medaglie e dalla ostinazione altrui, alla fine portano insieme il Paese verso il cambiamento riforme elettorali, snellimento dell'esecutivo, abbattimento dei costi della politica. Un sogno appunto, ma autorizzato a essere almeno delineato dopo il secondo colpo di scena che in 48 ore ha scombussolato la politica italiana. L'annuncio che Silvio Berlusconi fonderà un nuovo partito segue di poche ore la vittoria di Romano Prodi in Senato ed entrambi i passaggi hanno lo stesso risultato: quello di rimettere i due uomini in posizione decisiva dentro i rispettivi schieramenti, in cui negli ultimi mesi avevano sofferto una progressiva marginalità. (Continua a pagina 20) INTERNI 20 Giustizia e Libertà 27 novembre 2007 Colpo di scena (Continua da pagina 19) Ma decisiva per fare cosa ? La novità di ieri non è tanto l'annuncio della rifondazione di Forza Italia e di tutta la Cdl in una nuova organizzazione. Il Cavaliere gioca da tempo con questa possibilità, l'ha usata nei mesi scorsi, ammettendola e negandola, come bastone e carota del dibattito interno alla sua coalizione. Gli osservatori politici così ne hanno già sviscerato ragioni e torti, potenzialità e limiti; ne hanno distinto -come è sempre d'obbligo nel caso di Berlusconiannunci da realtà. Nell'insieme, dunque, l'accalorato discorso di Milano, in mezzo alla folla, non lascia di stucco. È evidente che c'è dentro questo progetto un adeguarsi a destra alle novità portate dal Pd, di cui Berlusconi raccoglie il senso del rinnovamento e il processo dal basso, come lui stesso dice: «Oggi nasce ufficialmente qui il nuovo grande partito del popolo italiano, un partito aperto che è contro i parrucconi della vecchia politica. Invito tutti a entrare senza remore e a venire con noi, questo è quello che la gente vuole: Forza Italia si scioglierà nella nuova formazione» - che si chiamerà, appunto, «partito del popolo italiano delle libertà». Così come è evidente che sciogliere tutto gli renderà più semplice muoversi nei complicati rapporti con i suoi alleati-amici-nemici. Meno ovvia è invece l'unica dichiarazione politica uscita dal discorso milanese così segnato dall'entusiasmo. Berlusconi ha indicato infatti anche il primo passo che il nuovo partito potrebbe fare, e la sua prima intervista a questo giornale lo conferma: riaprire il dialogo fra Cdl e governo, appunto. «Se l'altra parte avanzerà delle proposte o dirà di sì a nostre proposte saremo i primi a essere lieti di trovare, per il nostro Paese, una direzione di svolta che assicuri la democrazia, lo sviluppo e la libertà». La novità, il colpo di scena è questo. Da ieri sera Silvio Berlusconi ha ufficialmente ripreso in mano la partita che fino a poche ore prima aveva sostenuto di non voler fare, preferendo -così diceva- andare alle elezioni subito, e con la vecchia legge. Molti dei suoi amici dentro Forza Italia, come Gianni Letta, hanno caldeggiato questa mossa, e molti suoi alleati ne erano sicuri: Casini proprio ieri pomeriggio aveva ironicamente anticipato che proba- bilmente Letta e Veltroni si stavano già parlando. Da ieri sera insomma Berlusconi ha archiviato la prima fase della sua opposizione a Prodi. Dove lo porteranno ora i suoi passi ? Con chi dialogherà all’interno del centro-sinistra, con che modello di riforme in mente, e soprattutto con quanta serietà e convinzione procederà ? Da qui arriviamo al sogno di cui si parlava prima. È ovvio infatti che un Silvio Berlusconi che scende in campo nel dialogo fra coalizioni ha tutta la forza e l'interesse a dinamitarlo. Il dialogo dopotutto è stato lanciato da Walter Veltroni, cioè da un leader più giovane di lui, e potenzialmente più popolare di lui. Perché mai, dunque, Berlusconi dovrebbe impegnarsi in una mossa che rafforza il suo più forte avversario ? D’altra parte, in questi mesi, e in particolare in questi ultimi giorni, dopo la vittoria di Prodi al Senato, potrebbe aver pensato a una rotta più saggia: se c'è un giovane avversario, perché mai non contrastarlo sottraendogli ruolo sul suo stesso terreno ? Magari ri-costruendo un rapporto con l'avversario di sempre, quel Prodi lui stesso di nuovo al centro della politica ? E chissà che, su questa strada, via via, non ci scappi anche di diventare un Padre Fondatore. Lucia Annunziata La Stampa 19.11.2007) «Auguri alla nuova formazione, lavoreremo insieme anche senza vincoli di coalizione» Partito del Popolo, Fini gela Berlusconi «Alleanza nazionale non vi confluirà» «Proposta plebiscitaria e confusa. Una scorciatoia personalistica. Noi non ci scioglieremo» da Corriere della Sera (19.11.2007) Un no netto. All'indomani della mossa di Silvio Berlusconi, che a sorpresa da un gazebo di Forza Italia a Milano ha lasciato il partito del Popolo delle Libertà, il leader di An, Gianfranco Fini, alza un muro. Lo aveva dice a Panorama del spiegato fin dalla mattina giorno su Canale 5. E lo («Non se ne parla pro- ha ribadito nel tardo po(Continua a pagina 21) prio»), intervenendo a 27 novembre 2007 INTERNI Giustizia e Libertà 21 Partito del Popolo, Fini gela Berlusconi «Alleanza nazionale non vi confluirà» (Continua da pagina 20) meriggio, dopo la riunione dell'ufficio politico di Alleanza nazionale, proprio a pochi minuti dall'ufficializzazione della nascita del «Popolo della libertà» da parte del Cavaliere. «NON CI SCIOGLIMO» «Alleanza nazionale -si legge in una nota di via della Scrofa, attribuita proprio al presidente del Partito- non si scioglie e non confluisce nel nuovo partito di Berlusconi, a cui fa gli auguri e con cui si confronterà in Parlamento e nel paese per mandare a casa Prodi e costruire una alternativa alle sinistre». Una posizione, quella di An, che di fatto segna la fine dei propositi di creazione di un unico soggetto politico come evoluzione dell'attuale coalizione, una prospettiva a cui sembravano lavorare sia Berlusconi sia Fini fino a qualche settimana fa. Ma ora An sembra intravedere un cammino non in simbiosi ma piuttosto in parallelo con il nuovo partito berlusconiano: «Anche in assenza di vincoli di coalizione - ha spiegato ancora Fini-, An lavorerà per definire un progetto politico che sui temi della legalità, dello sviluppo economico, della giustizia sociale, delle riforme sia in sintonia con l'interesse nazionale e con le aspettative del popolo di centrodestra». «BIPOLARISMO FINITO ? NO» Dalle parti di An non è piaciuto l'accenno alla fine del bipolarismo fatto dal Cavaliere durante l'intervento al tempio di Adriano. «La fine del bipolarismo ? Dipenderà dalla legge elettorale» si è limitato a commentare Fini. Più esplicito Altero Matteoli, già ministro dell'Ambiente nel governo Berlusconi e attuale presidente dei senatori di An: «Non possiamo essere d'accordo su questo». «SCORCIATOIA PERSONALISTICA» Non è trapelato oltre sulla riunione dell'ufficio politico di An, voluta da Fini per discutere del nuovo scenario venutosi a creare nel fronte del centrodestra. Il presidente non ha na- scosto di non aver gradito il modo in cui è stata presentata la proposta, «plebiscitario e una confuso», sorta di «scorci atoia personalistica» utilizzata dall'alleato. «An non si scioglierà» per entrare nella nuova formazione, ha dichiarato più volte Fini nella giornata. Una prospettiva, questa, che dovrà invece essere oggetto di discussione in casa Udc, dove una parte del partito, quella che fa capo a Giovanardi e D’Onofrio, valuta con favore l’ipotesi di una confluenza nel nuovo soggetto politico. svolta a favore del proporzionale deve essere stata accolta come una vera e propria doccia fredda capace di raffreddare ogni entusiasmo dell'ex vicepremier. Che vedeva nella legge elettorale il possibile «Vietnam di Prodi, il terreno sul quale Prodi perde la sua partita dopo essersi salvato nel confronto sulla Finanziaria». STORACE E IL CAVALIERE La tensione nella Cdl continua intanto a crescere. E a mettere altra carne sul fuoco delle polemiche ci pensa Francesco Storace, Nel suo blog il fondatore di La Destra accusa il suo ex partito Alleanza Nazionale di spudoratezza: «Credo che sia vergognoso -scrive- sostenere che dietro la nascita de La Destra ci sia lo zampino di Berlusconi. Noi abbiamo fatto una scelta di libertà, abbiamo denunciato giochi di potere proprio contro Berlusconi e non abbiamo chiesto proprio nulla al Cavaliere. Gli abbiamo solo offerto rispetto». In merito al nuovo partito e a una eventuale adesione di La Destra, l'ex ministro strizza l'occhio al Cavaliere. «Dobbiamo affrontare si legge nel blog di Storace- il nuovo tema introdotto da Berlusconi, che è a ben vedere il lancio-rilancio di una rivoluzione popolare che non a caso parte da piazza San Babila. Dovremo discuterne ed entro la settimana incontrerò il comitato po litico nazionale del nostro movimento per parlarne». LEGGE ELETTORALE E REFERENDUM Per Fini, in ogni caso, «Berlusconi, coi colpi di scena che gli sono congeniali, ha aperto scenari interessanti, ha fatto esattamente quello che diciamo da tempo. Lo avevo invitato -spiega il leader di An- a muovere le pedine. Ha cambiato strategia ed era ora che lo facesse. Oggi credo debba concentrarsi in modo particolare ad un confronto con il centrosinistra ad una nuova legge elettorale». Ma se in mattinata il presidente di An enfatizzava soprattutto una sup posta propensione del Cavaliere ad arrivare al referendum, che introdurrebbe di fatto un maggioritario secco assai gradito ad Alleanza nazionale («Berlusconi, leggendo i giornali, ipotizza di sostenere il referendum: un Berlusconi sostenitore del referendum sa- Corriere della Sera rebbe il massimo»), l'apertura del leader della 19 novembre 2007 Cdl al centrosinistra e la INTERNI 22 Giustizia e Libertà 27 novembre 2007 Berlusconi lancia il nuovo partito "Aperti al dialogo, sì al proporzionale" Il leader azzurro presenta la nuova formazione: ora la riforma elettorale da La Stampa (19.11.2007) Silvio Berlusconi lancia il nuovo partito, il cui nome sarà scelto da assemblea cittadini «tra popolo delle libertà o partito delle libertà». Un partito, in cui si scioglierà Forza Italia e che non nascerà da una fusione a freddo come recentemente successo con il Partito democratico. «È nostra ambizione ha spiegato Berlusconiche questo partito nasca non da una fusione a freddo tra i vertici degli apparati come successo con il Pd, ma sarà una forza politica che deve nascere dal basso, dalla gente, che dovrà scegliere anche il nome. Per questo la prossima settimana ci saranno ancora i gazebo». Il Cavaliere apre alla riforma della legge elettorale «con il nostro contributo» soltanto «se ci assicurano che poi si va al voto» e precisa che altre riforme come quelle costituzionali e dei regolamenti, come sollecitato dal segretario del Pd Wal ter Veltroni, «si possono affrontare quando ci sarà un nuovo Parlamento». Ma aggiunge che «se il governo Prodi cadrà si dovrà subito tornare a votare». Da piazza Di Pietra, Berlusconi lancia un messaggio agli alleati: basta ripicche e conflitti. «Come il 2 dicembre dello scorso anno -ha detto salendo su un palco, nella piazza, al termine della conferenza stampa- tutti i cittadini che amano la libertà vogliono che i loro rappresentanti politici non stiano a contrapporsi con personalismi, ma restino uniti insieme per difendere gli interessi di tutti». «Dall’altra parte c’è un Governo che ha il consenso di un solo italiano su cinque», ha proseguito Berlusconi, dicendosi sicuro che le forze fuoriuscite dalla maggioranza al momento delle dichiarazioni di voto in aula del Senato sulla Finanziaria «metteranno in crisi l’esecutivo. Siamo in un momento storico, abbiamo il dovere di dire basta ai conflitti, alle ripicche e tutti uniti dobbiamo mandare a casa questo Governo e tornare al voto». Ma gli alleati della Cdl restano freddi. Il presidente di An, Gianfranco Fini ribadisce che «Alleanza nazionale non si scioglie» e non confluisce nel nuovo partito di Berlusconi. Fini fa «gli auguri» al nuovo partito di Silvio Berlusconi, «con cui An si confronterà in Parlamento e nel paese per mandare a casa Prodi e costruire un’alternativa alle sinistre». Da palazzo Chigi si sottolinea che la disponibilità al dialogo è comunque sempre positiva, ma «il dialogo è dialogo, e non può avere dei “però”». E ricordano le parole di Gianfranco Fini, che ha sottolineato come sulle riforme si sia lavorato nelle commissioni parlamentari competenti: «Il dialogo c’è stato, tra forze di maggioranza e di opposizione, e il fatto che dopo il sì del Senato alla Finanziaria sia arrivata una disponibilità ancora più concreta da parte di alcune forze politiche è positivo. Se ora arrivano, ultime, altre disponibilità al dialogo, sono comunque sempre positive. Ma il dialogo è dialogo e non può avere dei “però”». ♦ La replica del leader di Forza Italia: «Non voglio rispondere a Gianfranco» Berlusconi rispetti gli accordi Fini: «Al voto dopo la riforma ? - Ipotesi campata in aria» - Alemanno: «Silvio sbatterà la faccia» da Corriere della Sera (20.11.2007) Il giorno dopo l’ufficializzazione della nascita del Pdl, tra gli alleati di Forza Italia continua a serpeggiare il malumore. Ed è soprattutto An a manifestare insofferenza per la mossa berlusconiana, considerata un'improvvisazione propagandistica. Proprio di «propaganda» parla Gianfranco Fini, intervenendo ad un convegno della fondazione Fare Futuro. «Si può rimanere nel confronto politico in superficie, dando corso a una politica fatta di tanta propaganda, ma tentare anche di elaborare una politica che sia anche analisi» ha detto l'ex vicepremier, che lunedì aveva spiegato che il suo partito non aderirà al nuovo soggetto politico. «BERLUSCONI DICE NO AL CONFRONTO» Più tardi, durante la registrazione di "Porta a Porta", Fini rincara la dose: «Il nuovo partito? È stato un colpo di teatro, anche se poi non era neanche tanto così. Non mi sono meravigliato della scelta, perché da tempo pensava di dar vita a un restyling di Forza Italia». E la proposta di dialogo sulle riforme ? «Berlusconi -risponde il leader di An- presenta come un'autostrada il fatto che è pronto a discutere di una nuova legge elettorale proporzionale alla tedesca e poi tutti al voto. Questa ipotesi di Berlusconi è campata per aria. Anche perché in realtà lui dice no al confronto, mentre io sono pronto». Il presidente di An aggiunge «che se il Pd tiene fede a ciò che ha detto Veltroni, il dialogo non è solo sulla legge elettorale ma anche su (Continua a pagina 23) INTERNI 27 novembre 2007 Giustizia e Libertà 23 Berlusconi rispetti gli accordi (Continua da pagina 22) piccole riforme essenziali. Io vorrei che Prodi cadesse domani, ma se il governo resta in vita per quale motivo dovremmo discutere di legge elettorale e non di riforme istituzionali ?». E poi ricorda all'ex premier gli impegni presi: «Quando Berlusconi dice che è archiviato il sistema bipolare, si ricordi di aver sottoscritto a Gemonio un accordo con me e Bossi. Questo accordo prevedeva un sistema elettorale proporzionale, e quindi va bene, siamo pronti a discutere sul proporzionale, l'indicazione del premier, il vincolo di programma e soglia di sbarramento. Berlusconi è stato ambiguo to 'Striscia la notizia'». Berlusconi fa capire che «con Veltroni i canali sono aperti perché il nostro referente da oggi in poi sarà il Partito democratico» e annuncia: «Il nuovo Partito delle Libertà ha già il 35-37 per cento dei consensi». quando ha detto che è archiviato il bipolarismo. Se vuole archiviare questa legge, per carità, va benissimo, ma è il sistema bipolare che non può essere archiviato e può reggere anche su un sistema proporzionale». «Evitare la frammentazione -spiega Fini- è interesse di tutti, ma non credo si possa sostenere che Berlusconi e Veltroni potranno essere pilastri e mettere altri all'angolo. Noi non ci sentiamo né intimiditi né all'angolo». elettori, non considera il fatto che spesso gli elettori sono più avveduti ed intelligenti degli eletti». L'ex vicepremier conferma che Alleanza Nazionale «è da sempre interessata» ad un processo unitario del centrodestra, che «si basi però su principi e valori. Su un processo aggregativo di questo tipo ero d'accordo ieri e lo sono ancora oggi. An è pronta a discuterne con Forza Italia ed è pronta a discuterne con il Ppl o come diavolo si chiama». NESSUNA EMORRAGIA DI VOTI Berlusconi, informato delle affermazioni di Fini, dichiara ai giornalisti di «prenderne atto» ma non di voler rispondere. Trapela però la rabbia dell'ex premier che, nella riunione dei parlamentari di Forza Italia, si dice «offeso per il solo fatto di essere stato sospettato di aver pagato per avere avuto dalla mia parte Storace e Santan- Corriere della Sera chè e di aver influenza- 20.11.2007 Fini poi esclude che il nuovo partito lanciato da Berlusconi possa indebolire il peso elettorale di An. «Se Silvio pensa di portare gli elettori di An a votare il suo partito, si sbaglia in modo clamoroso. Se pensa ad un grande accorpamento per annessione degli LA REPLICA: SONO OFFESO ALEMANNO E GASPARRI Ma quella di Fini non è una battaglia solitaria, tutta An sembra essere con lui. Gianni Alemanno, membro dell'ufficio politico del partito, intervenendo a Radio 24 ha ribadito che nel centrodestra la svolta berlusconiana cambia poco o nulla. Perché proprio il Cavaliere dovrà capire che «la pretesa di fare a meno di Alleanza nazionale è illusoria». «Berlusconi sbatterà la faccia contro questa realtà a meno che non subentri un atteggiamento più disponibile e più attento nei nostri confronti». Non si si fanno così manco le bocciofile di Gennaro Malgari IL GIORNALE (20.11.2007) Neppure le bocciofile si mettono su così. Figuriamoci i partiti politici. Silvio Berlusconi ha perso una buona occasione per mo-strarsi ciò a cui tiene di più: un leader moderato in grado di rispondere (...) (…) con argomentazioni convincenti alle critiche dei suoi alleati. Invece si è aggrappato alla portiera di un' automobile e ha annunciato urbi et orbi la nascita di un nuovo partito nel quale si estinguerà perfino la sua creatura più amata. Per farne cosa ? Un dispetto a Fini, Casini e pure a Bossi. Il partito unitario ha preso così forma . -Senza contenuti, privo di riferimenti, assolutamente nudo e senz'anima. Dovrebbe compe-tere con il pd, ci sembra di capire. Ma anche con gli ex soci della Casa delle libertà. E si candida, questo è sicuro, a interloquirc con Veltroni sulla riforma elettorale, prospettiva fino all’altro giorno tenacemente negata dal Cavaliere. Un cattivo cliente Ma Veltroni ha già fatto sapere che la "mos-sa" berlusconiana è l'ammissione della sua sconfitta. Dunque, per quanto interessato, di certo non scarterà dal confronto le altre forze per privilegiare il dialogo con il leader del parti-to che non c'è (per ora). Sa bene il segretario del Pd che Berlusconi è un cattivo cliente: fece fallire la Bicamerale di D'Alema a un passo dal successo, quando gli fu chiaro che la bozza sul-la giustizia non lo soddisfaceva pienamente, eppure aveva incassato il semipresidenziali-smo e altre cosucce del genere; ci metterà un niente a rovesciare il tavole se si renderà conto che la sua solitaria partita potrebbe ricacciarlo in un angolo. Ipotesi tutt'altro çhe fantasiosa, se la legge elettorale non dovesse rispondere alle sue esigenze. E, soprattutto, se capirà per tempo che la traversata in solitaria gli procurerà più antipatie che consensi Lo spirito del 1994 si è dissolto da tempo e non lo ricreerà un annun-cio frettoloso, eccentrico, dettato dall'insoffe-renza ad ammettere il passo falso al Senato. Quand'anche l'operazione dovesse riuscirgli, tenendosi stretti militanti ed elettori di Forza Italia, insieme con frattaglie varie che gravitana nella sua orbita, da che parte intenderà portare questo capitale di consensi e utilizzarlo in vista di quale obiettivo ? Interrogativo a cui non può sfuggire. (Continua a pagina 24) 24 Giustizia e Libertà INTERNI 27 novembre 2007 Non si si fanno così manco le bocciofile E al quale, finora, non ha facendo, perfino infastidato una risposta. dito quando gli si parlava di un soggetto da costruiLa traversata del re o di una federazione da varare. deserto I lunghi mesi trascorsi Niente: il suo in-teresse è all'opposizione, in- stato la rivincita da cogannando se stesso nel- gliere nel più breve lasso l'attesa della "spallata" di tempo possibile, incuche non è mai arrivata, se rante del "dopo", degli li avesse impiegati per effetti che le elezioni ancostruire, come molti gli ticipate avrebbero prochiedevano, un per-corso dotto e per niente preocche portasse al partito cupato della circostanza unitario del cen-trodestra, che i parlamentari mai quello vero e non quello stac-cano la spina a un di San Babila, avrebbe govemo se non sanno gli dato un senso alla traver- esiti. sata del deserto e si sa- Ingenuo ? rebbe assunto la paternità Può darsi. di una straordinaria ope- Ma non è una scusante razione politica, dalle che lo assolve dall' aver valenze storiche indub- buttato a mare una coabie, anticipando perfino lizione per inventarsi un ciò che sono stati capaci fantomatico "Partito del di costruire nello schiera- popolo italiano delle libertà" dal sapore semen-to opposto. Invece si è mostrato sor- mantico vagamente mado alle sol-lecitazioni, oista. refrattario a mantenere le Adesso, che cosa se ne fa promes-se che andava del nuovo gingillo ? Raccoglierà firme, altre firme, milioni di firme per legittimarlo e così potrà dire di essere riuscito nella maniera più democratica che si possa immaginare a creare un soggetto politico sul quale si riverse-ranno tanti di quei consensi da ridurre in polvere gli ancillari soci dell'ex-CdI. Addirittura -così ha detto- avrà un compito storico, segnerà i de-stini della politica italiana per un lunghissimo tempo. Ma, ancora una volta, ha trascurato di spiegare in che cosa sarà diverso dall'Udc, da AN dalla Lega stessa e quali saranno gli obiettivi politici che intende perseguire. Ineffabili sondaggi conta. E il confronto con gli avversari, per quanto screditati possano essere. Dopotutto i partiti politici sono strumenti per raggiungere uno scopo: ci vogliamo mettere al primo posto l'affermazione del "bene comune" ? Nel caso del nuovo partito berlusconiano non riusciamo a scorgere neppure la difesa del bene di quella parte degli italiani che negli ultimi tredici armi l'ha votato con fedeltà. Cosa penseranno di Forza Italia azzerata in pochi minuti e con-dannata a confluire in qualcosa che non c'è ? Un bell'interrogativo, non è vero, Cavaliere ? Lei, naturalmente, lo risolverà fin da domani. Non si fa così. I colpi di testa in politica sono forieri di sconfitte Gennaro Maigieri devastanti. Il Giornale È il ragionamento che 20.11.2007 DELITTO BIAGI 1 - 5 di Marco Travaglio (La Repubblica, Carta Canta), 12 - 16.11.2007) centro-sinistra. Infatti milioni di telespettatori Il delitto ogni sera si chiedono insulto ascolteranno Biagi quale dal programma di Biagi" Riccardo De Corato, 1 Franco Pontone e Altro che 'Il Fatto': il pro- Salvatore Ragno, An, Ansa, gramma di Biagi, per 27 marzo 2001 correttezza nei confronti dei telespettatori, dovreb"Il Fatto di Enzo Biagi be chiamarsi 'L'insulto'. Un cambiamento di nome può entrare a buon diritto che chiediamo ufficialmen nel guinness dei primati. te al presidente Zaccaria e La delibera sulla par al direttore generale Cap- condicio è stata pubblicata solo ieri dalla Gazzetta pon. Biagi, che non ha avuto il Ufficiale e già stasera è clamorosamente coraggio e la correttezza stata dalla sua professionale di ospitare v i o l a t a t r a s m i s s i o n e . U na nel programma un parere a difesa di Berlusconi e circostanza che aiuta della Casa delle Libertà, anche a capire perché l'on. ha dimostrato ormai di Giulietti sin da ieri aveva essere arrivato all'insulto previsto un attacco della quotidiano nei confronti Casa delle Libertà a Biagi. della Cdl e quindi è Evidentemente, da vero giusto che i milioni di editore di riferimento, era telespettatori conoscano il già informato dell'ennesivero nome di questa mo carosello antiberlu trasmissione utilizzata per sconiano. La Rai ha ormai influenzare la campagna deciso di trasformarsi nelelettorale a favore del la cassetta della posta al servizio di chiunque voglia attaccare il cen trodestra e c'è da atten dersi tutto. Mi aspetto che nei prossimi giorni si allestisca una bella trasmis sione di approfondimento per dimostrare che è stato Berlusconi ad avere trafu gato la salma di Cuccia o di essere il mandante occul to della strage del Vajont oppure che Fini è complice degli scafisti al banesi e per questo pratica le immersioni subacquee" Mario Landolfi, An, Ansa, 27 marzo 2001 "Il Fatto di Enzo Biagi con Roberto Benigni è stato un vergognoso comizio. Ormai i servitori dell'Ulivo alla Rai non sanno più cosa inventarsi per fare campagna elettorale per il centrosinistra" Franco Pontone, Riccar do De Corato e Salvato re Ragno, An, 10 giugno 2001 può eliminare: non serve a niente" Massimo Baldini, Forza Italia, Ansa, 3 ottobre 2001 “Caro Biagi, non faccia il martire, ci risparmi la solita sceneggiata (...). Lei ha fatto campagna elettorale con i quattrini di tutti, anche degli elettori del centrodestra (...). Quando si sparge l'incenso conformista lei è sempre il primo. Spostare 'Il Fatto in un altro orario non sarà come violare una vergine o sgozzare un agnello sull'altare dell'informa zio ne" Giuliano Ferrara, lettera aperta a Enzo Biagi su "Panorama", 1 febbraio 2002 "Quella di Biagi, Santoro e della Rai di Zaccaria è stato un attentato alla democrazia: mi hanno fatto perdere 17 punti in campagna elettorale" Silvio Berlusconi al vertice "Il Fatto di Enzo Biagi si (Continua a pagina 25) 27 novembre 2007 INTERNI Giustizia e Libertà 25 DELITTO BIAGI 1 - 5 martire, e dà fiato alla internazionale di Caceres, tromba, anzi al trombone: Spagna, Ansa, 9 febbraio mi cacciano, mi spostano 2002 dal 'miò orario, sono liberticidi. E arrogante: dice infatti Biagi che è un 12 novembre 2007 comportamento da 'cretinì spostare di una virgola o di un'ora il suo programmino su Rai1, e Il delitto Biagi tratta con disprezzo e insopportabile sussiego il 2 mite Fabrizio Del Noce. "Biagi, Santoro e Luttazzi Questo mostro sacro degli hanno fatto un uso affari suoi dovrebbe criminoso della televisione imparare a essere più pubblica pagata con i soldi parco di aggettivi, di di tutti. Preciso dovere contumelie, di isterismi della nuova dirigenza Rai politici. Quando gli hanno la cattedra sarà di non permettere più n e g a t o epistolare di Indro che questo accada" Silvio Berlusconi da Sofia, Montanelli al 'Corriere Bulgaria, Ansa, 18 aprile della Sera', preferendogli Paolo Mieli che rompe 2002. meno le palle di uno il cui "Biagi e Santoro stanno orizzonte sono le solite cercando con tutti i mezzi il mille camere in cui martirio m e d i a t i c o . guardava la Storia in cammino, lasciandosi a Verrebbe proprio da dire: allora diamoglielo, quello sua volta guardare da Lei, Biagi non ha dato di che cercano. O no ?" Maurizio Gasparri, An, Ansa, cretino a Ferruccio de Bortoli, direttore del 19 aprile 2002. giornale di via Solferino, e "Biagi e Santoro fanno le tanto meno a Cesare verginelle candide e Romiti, il suo editore, rispondono a Berlusconi quello che gli passa la parlando di intimidazione mesata come succede a del potere. Ma i veri potenti noi tutti e che mette i sono stati proprio loro per capitali per produrre e anni, dando vita a diffondere la tribuna dei trasmissioni f a z i o s e , suoi ricordi. Ha solo schierate dalla parte della contrattato un altro posto sinistra contro la Lega e il in palinsesto, chiedendo Polo, senza dare diritto di che le sue coloriture replica e addirittura strettamente personali, e preparando trappoloni strettamente provinciali, incresciosi, come avvenne finissero la domenica in nella puntata dedicata a prima pagina. Con giubilo Marcello Dell'Utri. Biagi suo superiore a quello dei sottolinea che dovrà essere lettori, forse. Anche della sua il Cda a licenziarlo e non il l ' o r a r i o premier. Per fortuna il rubrichina è tutt'altro che contratto di Biagi è in suo. È nostro, perché scadenza e sarà sufficiente paghiamo. E di chi ai vertici Rai non amministra la Rai per volontà del Parlamento rinnovarglielo" Roberto Calderoli, Lega (fatto surreale, perché la Rai andrebbe privatizzata Nord, Ansa, 19 aprile 2002. e lì vedremmo se davvero "Ipocrita e arrogante, Enzo un Murdoch lascerebbe Biagi dà di cretino a chi per 41 anni al suo posto studia il suo posto in l'omino in bianco che lava palinsesto... Biagi è un più bianco). Oltre tutto mostro sacro degli affari quello spazio in palinsesto suoi e un ipocrita. Dice che è di Berlusconi, come al vuole continuare a fare il solito e come tutto ormai testimone del suo tempo, in Italia, perché è sulla sua raccontando storie, e non il rete ammiraglia, Canale 5, protagonista di un caso che andò in onda prima personale. Intanto però del Fatto il programma soffia sul fuoco, restringe d'informazione Radio ogni spazio di mediazione, Londra, in quello stesso orario, ma punta al carisma del identico (Continua da pagina 24) preceduto non dal primo telegiornale italiano bensì dal quiz Tra moglie e marito. Anche il segnale orario del rubrichistamartire, le cui opinioni sono come scrive Francesco Merlo 'indifferenti', è dunque copiato. Altro che suo. Biagi lo difendiamo e lo difenderemo se qualcuno lo vuole cacciare perché gli sta antipatico il governo, ma se si caccia da solo per cupidigia di eroismo, dopo 41 anni in cui di cupidigie se ne è levate tante, con tutti i regimi, allora sono affaracci suoi... È Biagi che si caccia da solo per biechi interessi di bottega" Giuliano Ferrara, Il Foglio, 23 maggio 2002. 13 novembre 2007 Il delitto Biagi 3 "La Rai depreca il fatto che un collaboratore autorevole dell'azienda come Enzo Biagi usi espressioni e toni offensivi nei confronti di un giornalista, quale Fabri zio Del Noce, stimato da sempre per la sua indi scus sa attività professionale e che ora è stato ch iama to d al consiglio di amministrazio ne, su proposta del direttore generale, a dirigere una del le più importanti strutture editoriali dell'azienda stes sa. Il presidente e il diret tore generale esprimono so li darietà al direttore di Raiuno Fabrizio Del Noce, confermandogli la stima e la fiducia da sempre riposta in lui" Antonio Baldassarre e Agostino Saccà, rispettivamente presiden te e direttore generale della Rai, 24 maggio 2002 "Biagi è uno dei giornalisti più potenti d'Italia. Per Sergio Zavoli, nonostante fosse stato marginaliz zato, tutta questa levata di scudi non c'è mai stata. Nel mondo dell'informazione nessuno può avallare la presenza di qualcuno che dice 'tu scompari'. M a , nonostante l'attacco di Berlusconi, Biagi e Santoro ora sono in Rai e se qualcuno volesse toglierli dopo quell'attacco sarebbe più difficile. Se poi si discute di palinsesti il discorso è diverso e non vorrei che il problema fosse la collocazione alle 20,40. Se, invece di cinque minuti ogni sera, Biagi facesse una prima serata di due ore, che facciamo, scendiamo in piazza? Comunque io non voglio che si tolgano le persone e se tolgono Biagi e Santoro non resteremo certo indifferenti" Enrico Mentana, "Sciuscià", Rai2, 24 maggio 2002. "Enzo Biagi da 40 anni occupa tutti gli spazi in tv, senza lasciare nemmeno una serata libera. È come il confetto Falqui, basta la parola, e non certo perché stimoli certe funzioni come quel prodotto..." Maurizio Gasparri, An, Ansa, 23 luglio 2002 "Le comiche al posto del Fatto di Enzo Biagi? Una scelta coraggiosa" Piersilvio Berlusconi, vicepresidente di Mediaset, Ansa, 17 settembre 2002 "Come volevasi dimostra re nessuno ha fatto il favo re alla sinistra di far fuori Enzo Biagi dalla Rai. Presentandosi come martire della libertà e del pluralismo dell'informazione nell'era del tiranno Berlusconi, egli si è assicurato l'intangibilità nei secoli dei secoli. Anche se gli italiani avrebbero dormito pure se Biagi non avesse più lavorato in Rai. E ora che Biagi non è stato epurato e che la tv pubblica non ha obbedito ai 'diktat bulgarì di Berlusconi, come direbbero Giulietti o Falomi, di cosa parlerà (Continua a pagina 26) INTERNI 26 Giustizia e Libertà 27 novembre 2007 DELITTO BIAGI 1 - 5 (Continua da pagina 25) l ' o p p osizione? Come farà a liberare il cavallo di Viale Mazzini? Vediamo una paurosa penuria di argomenti non propagandistici" Michele Bonatesta, An, Ansa, 30 ottobre 2002 (14 novembre 2007) Il delitto Biagi 4 Credo sia benestante, non mi sembra che sia discri minato. Francamente mi preoccuperei di più di quei tanti giornalisti di 20-30 anni che trovano le porte delle redazioni chiuse o non riescono a lavorare. Io credo che ci sia bisogno di professionalità nuove e non mi sembra straordi nario che a quell'età siano state interrotte delle forme di collaborazione per far posto a professionalità più giovani" Carlo Giovanardi, Udc, Ansa, 18 agosto 2004. "Non ci sembra che tramutare una battuta autoironica in una tru culenta e vol gare sfida alla piazza sia il massimo della corretta informazione. Purtroppo è quello che fa oggi Enzo Biagi sul Cor riere della Sera. Il tutto condito anche da una bat tuta grevemente ma schi lista nei confronti della coordinatrice provinciale di Bolzano di Forza Italia. Se oggi ci fosse un festi val del cattivo gusto e della disinformazione, questa volta Biagi averb be vinto il primo premio" Fabrizio Cicchitto, Forza Italia, Ansa, 5 giugno 2005. "Per capire il provincialismo bilioso di certa stampa italiana basta leggere il commento di Enzo Biagi pub blicato oggi sulla rivi sta Sette sul viaggio negli Usa del nostro Presidente del Consiglio. In più nel caso di Biagi c'è un'odiosa incapacità di comprendere tutto ciò che di grande, di nobile, di lungimirante, di politicamente importante e di umano, si di umano c'è nelle azioni di Silvio Ber lusconi anche e soprattutto in politica estera. E' un peccato disperdere quella saggia serenità di giudizio che dovrebbe es sere propria di chi ha una lunga esperienza" Sandro Bondi, Forza Italia, "L'ironia di Berlusconi è Ansa, 31 luglio 2003. nota a tutti, forse non lo è "Credo ci sia un elemento a Biagi che continua ad di gelosia in Biagi e avere nei confronti del Montanelli, perché non presidente del Consiglio riesco a trovare un'altra un livore senza pari" spiegazione. Tutti questi Giampiero Cantoni, Forza giornalisti, Biagi, Monta Italia, Ansa, 5 giugno 2005. nelli, erano più anziani di me e credevano di essere "Le parole di Biagi sono loro quelli importanti nel frutto di una incredibile carica di odio e livore nostro rapporto. Poi il rapporto si è capo personale che porta quello volto e io sono diventato che è stato un autorevole e ciò che loro stessi voleva- prestigioso giornalista no essere. Dunque, dato italiano a manifestare un che loro non mi sono po assoluto e irreversibile liticamente affini, si è svi disprezzo per il capo del luppato un sentimento irra governo del proprio zionale tra giornalisti ita Paese" Giorgio Lainati, Forza Italia, liani molto famosi" Silvio Berlusconi, "The Ansa, 5 giugno 2005. spectator", 4 settembre "Da un giornalista di 2003. lungo corso come Biagi "Enzo Biagi ha 84 anni, sarebbe maggiormente la dote leggo che il sindaco di a p p r e z z a t a Bologna gli ha offerto un dell'obiettività che invece manca in ogni corsivo e a incarico. scapito (sic) di un odio or mai atavico e impro dut tivo verso Silvio Berlusc oni" Giorgio Jannone, Forza Italia, Ansa, 5 giugno 2005. 15 novembre 2007 Delitto Biagi -5 5 giugno 2005. "Il direttore generale considera Enzo Biagi un epurato? Quando si parla di epurati vorrei che si facesse chiarezza sulla questione Biagi, perché che si continua a parlare in questo senso del giornalista nella polemica politica è una cosa che va anche bene, ma che la Rai ne parli in questi termini, no. E' vero che Il Fatto perdeva ascolti? E' vero che gli è stato proposto di fare un programma biennale in prima serata per un costo di 3 miliardi delle vecchie lire? O gli era stato proposto a suo tempo un programma su Raitre e ancora del comunicato di 'soddisfazionè diffuso dallo stesso Biagi subito dopo la chiusura del rapporto con la Rai. Lei lo definirebbe 'epuratò alla luce di questi fatti ? La Rai ha il dovere di dire che Biagi è andato via in seguito ad una transazio ne" Mario Landolfi, An, Ansa, 19 dicembre 2006. "E' una vergogna che un giornale come il Corriere della Sera ospiti i rancori di un vecchio rancoroso (Biagi, ndr) che ce l'ha con me. Io non ho mai detto che Biagi e Santoro dovevano essere mandati via, ho sempre detto che se volevano rimanere non dovevano continuare a fare un uso criminoso della televisione. Ho detto che avrebbero dovuto fare come nelle televisioni private. Nelle televisioni private non ci sono mai state trasmissioni con attacchi a qualche partito ma da noi ci sono i Costanzo e i Mentana perché noi siamo liberali" "Chiedo alla Vigilanza di Silvio Berlusconi, Ansa, 21 acquisire il contenuto, anche di carattere econo maggio 2006. mico, della risoluzione "Sconcerta e amareggia il contrattuale a suo tempo livore con cui, ormai ogni definita fra l'azienda e En settimana, un opinionista zo Biagi e copia del con della statura di Enzo tratto con cui le parti han Biagi, dalle colonne del no sottoscritto il nuovo rap primo quotidiano d'Italia, porto, in base al quale il prende di mira con un giornalista tornerà in onda linguaggio irriverente Sil il 22 aprile su Raitre con vio Berlusconi, dimenti RT. cando che il suo bersaglio Il vittimismo antiberlu è il presidente del Consi sconiano paga profumatamente non solo in termini glio di tutto il Paese. Quanto alle critiche al politici, come si è visto nel governo Berlusconi, esse la carriera di Santoro, ma sono ingiuste e soprattutto anche in termini econo non in sintonia con il mici, come si evince dal Paese reale. Se non fosse fatto che chi è contro Ber accecato dall'odio ideolo lusconi si assicura un gico, Enzo Biagi dovrebbe rapporto di collaborazione ammettere che in quattro con la Rai" anni di legislatura i posti Massimo Baldini, Forza di lavoro sono aumentati, Italia, che la riforma delle pen- Ansa, sioni ha ottenuto il plauso 17 aprile 2007. dell'Europa, che certa men te non è la piazza di Bolza 16 novembre 2007 no, e che, proprio grazie al presidente Berlusconi, Marco Travaglio, l'Italia ha acquisito credito e prestigio a livello interna La Repubblica, Carta Canta) zionale" Antonio Martusciello, 12 - 16.11.2007 Forza Italia, Ansa, INTERNI 27 novembre 2007 Giustizia e Libertà 27 E Betlemme è nato Piercristo di Michele Serra, L’Espresso (23.11.2007) Il futuro politico di Berlusconi è una incognita solo apparente. Esaminando le sue precedenti mosse, è sufficiente una banale elaborazione logico-matematica per avere la sequenza precisa degli avvenimenti di qui ai prossimi anni. l'elettore. Berlusconi risponde che la volontà popolare non può più essere disattesa, sorvola in biplano il Quirinale e viene eletto Maresciallo d'Italia con due milioni e 700 mila fagioli. Nomina i suoi infermieri Vicerè della Repubblica. Gennaio 2008 Marzo 2008 Mentre i suoi alleati siedono al tavolo delle trattative per una nuova legge elettorale, Berlusconi si proclama unico interprete della volontà popolare e indice le elezioni per il 15 febbraio, con il sistema uninominale secco: ogni elettore dovrà segnare con un fagiolo il volto di Berlusconi sulle speciali cartelle della tombola distribuite nei gazebo. Se il fagiolo cade per terra la volontà dell'elettore sarà comunque chiara, certificata dalla mamma di Berlusconi che viene nominata Garante della Democrazia. Asserragliati in un bar dell'Aventino, i leader di tutti gli altri partiti studiano le contromosse, elaborando una bozza di programma che andrà Febbraio 2008 Napolitano diffida Berlusconi: le elezioni con il fagiolo non possono essere ritenute valide, anche perché nessun altro leader ha fatto in tempo a presentare entro le cinque del pomeriggio, come richiesto da Berlusconi, i 20 milioni di firme necessarie per candidarsi, ognuna guarnita da una ciocca di capelli del- prima serata, uno per la seconda e uno che abolisce il Parlamento. Napolitano, dall'esilio francese, fa sapere di essere preoccupato. Giugno 2008 Gnork ed Eroe della Quarta Dimensione, invade la Terra alla guida di un esercito di creature gelatinose e propone di abolire l'Ici. In sintonia con il popolo, mangia naftalina e sostiene di essere la reincarnazione di Eta Beta. Canta tutte le canzoni del Festival di Sanremo tranne una, eseguita da Giorgia, che vince grazie alla Giuria della Critica, sovvertendo la volontà popolare. Fa deportare Giorgia su Urano e dispone la fucilazione dei critici comunisti. Berlusconi, nel frattempo divenuto Triumviro dell'Impero, si rifiuta di nominare gli altri due. Aggiunge ai suoi titoli quelli di Legionario di Roma, Piccola Vedetta Lombarda e Bellissima Fica. Si affaccia dal Quirinale e, sostenendo di essere in sintonia con il popolo, suona la cetra con Dicembre 2023 una corona di Esce il nuovo cd di Berlauro in testa. lusconi, con Apicella alla chitarra e Muti e AbbaNovembre do, in catene, che dirigono l'orchestra. Il suo 2008 Il Commodo- nuovo partito (Partito ro d'Europa, della Popolazione PopoGeneralissi- lare del Popolo Libero) mo Atlantico raggiunge il 120 per cene Stallone to dei voti grazie al buon Onorario del- rendimento in Borsa. La le Nazioni quinta moglie Michela Unite Silvio Brambilla partorisce a Piercristo B e r l u s c o n i Betlemme Berlusconi. Le statue di sostiene di Berlusconi in tutto il Paavere sognato il popolo che ese vengono continuagli chiedeva mente ritoccate da midi dichiarare gliaia di chirurghi estetiguerra alla ci per rappresentare in Galassia di tempo reale il costante del Gnork. De- ringiovanimento leader. colla da Ciampino con un'astro- Ottobre 2190 nave e, per Ormai da qualche mese a distendere il riposo a Villa Sardegna clima politi- (una splendida residenza, co, lascia il con superficie pari all'inpotere a sua tera isola), Berlusconi si madre. La spegne serenamente con signora Berlusconi so- il titolo di Gran Triangostiene di essere la sola lo Ispiratore, Stella Polainterprete della volontà re dell'Umanità, Occhio popolare e fa inserire di Luce, Guida Eterna, nella Costituzione un Accademico di Gnork, quarto articolo con la Somma Statura e Primo ricetta del minestrone Classificato al Festival di Sanremo del 2009. alla milanese. sottoposta a una commissione interpartitica che elabori una strategia per presentare a Napolitano, entro i prossimi sei mesi, una proposta di modifica della nuova Costituzione nel frattempo scritta e approvata da Michele Serra Berlusconi. Prevede solo Febbraio 2009 L'ESPRESSO Berlusconi, nel frattemtre articoli: uno per la po divenuto Caudillo di 23.11.2007 28 Giustizia e Libertà ESTERI 27 novembre 2007 In rete il documento riservato e segreto rivolto al personale su come manipolare e torturare i prigionieri da Liberazione (15.11.2007) Dalla scorsa settimana circola in rete un documento trafugato da Wikileaks, il sito globale dei pentiti e degli informatori che vogliono rimanere anonimi. Si tratta del "Camp Delta Standard Operative Procedures" il manuale per la ge- stione del campo di concentramento di Guantanamo, datato 28 marzo 2003. Da anni il Pentagono si oppone alle richieste dell'American Civil Liberties Union che, invocando il Freedom of Information Act, ne chiedeva la pubblicazione. Ma nessuno ha potuto vedere questo documento finché una gola profonda -probabilmente un ufficiale incaricato- non l'ha spedito a Wikileaks.org. La lettura di queste 238 pagine scritte in burocratese militare è molto faticosa, ma decisamente emozionante. Purtroppo si tratta di emozioni prevalentemente negative: tristezza, sconforto, rabbia e disgusto. Difficilmente si troverà mai sul pianeta un editore abbastanza pazzo da investire dei soldi per tradurre e pubblicare questo documento, eppure si tratta di un testo storico. conforto", come la carta igienica extra, da venire usati come ricompense per i prigionieri più malleabili. Ci sono poi sei pagine di istruzioni su come trattare i nuovi arrivi, istruzioni precise su come manipolare psicologicamente i prigionieri e come gestire gli scioperi della fame - in genere si utilizza una sonda per l'alimentazione forzata che viene inserita senza anestesia dopo c h e il detenuto è stato incatenato a un'apposita sedia. Vi si possono inoltre trovare preziosi consigli su come utilizzare i cani per intimidire i prigionieri, qualcosa che pochi mesi dopo avere firmato questo manuale, il generale Geoffrey Miller pensò di sperimentare anche in Iraq, com'è noto nel famigerato carcere di Abu Ghraib. «Quello che mi colpisce, oltre all'estrema precisione con cui vengono descritte tutte le possibili procedure» ha dichiarato Jamil Dakwar responsabile del programma per i diritti umani dell'American Civil Liberties Union «è l'abitudine di suddividere i prigionieri a seconda del livello di accesso consentito ai responsabili della Croce Rossa Internazionale, gli unici che possono incontrare deNel susseguirsi delle descrizio- tenuti a cui non è permesso ni delle più svariate tecniche nemmeno di parlare con il mai ideate per torturare un es- proprio avvocato». sere umano, il manuale delle procedure operative di Camp Si scopre infatti che sono previDelta (il settore più restrittivo sti quattro livelli: Unrestricterd di Guantanamo) segna la fine Access (accesso libero), Redi un'epoca ed è praticamente stricted Access (i rappresentanla pietra tombale sugli ultimi ti della Croce Rossa possono decenni di relativa pace e mi- solo fare qualche domanda relativa alla salute del prigionieglioramento dei diritti umani. Il documento comprende una ro), Visual Access (guardare dettagliata lista di "generi di senza fare domande) e No Access. Questa categorizzazione, sottolinea Dakwar «solleva parecchie preoccupazioni, sia perché la Croce Rossa è l'unica organizzazione che può visitare i detenuti sia perché l'amministrazione ha assicurato pubblicamente parecchie volte che sarebbe stato garantito pieno accesso in tutti i settori di Guantanamo». La pubblicazione -solo in retedi questo documento getta una luce sinistra su quella concezione dei diritto che, insieme all'habeas corpus, viene giustamente considerata uno dei fondamenti della cosiddetta civiltà occidentale. Per noi, cresciuti godendo dei frutti di quello che veniva dall'altra parte dell'Atlantico -non soltanto film e canzonette ma soprattutto quella radicale idea di libertà che è stata motore di trasformazioni sociali planetarie come l'emancipazione femminile- sancisce anche la fine di quell'illusione. O, alternativamente, l'amara constatazione che quelle pulsioni vitali della società americana sono state sconfitte, insieme allo sterminio economico delle classi medie - ricacciate nel sottoproletariato criminale o messe al servizio della mafia texana che governa il paese. Insomma, per dirla all'antica, negli States la lotta di classe ha registrato la devastante vittoria dell'oligarchia, e tutti gli avanzati discorsi sui diritti si sono svuotati come le bolle speculative, sotto il passaggio dei panzer neoliberisti. Il paese è sull'orlo del baratro e (Continua a pagina 29) ESTERI 27 novembre 2007 Giustizia e Libertà 29 In rete il documento riservato e segreto rivolto al personale su come manipolare e torturare i prigionieri (Continua da pagina 28) tutto ciò che sa produrre, di fronte a questa crisi, è un super-avanzato sistema di prigionia illegale che, da Guantanamo, si è ormai diffuso nelle decine di prigioni segrete che il Pentagono ha disseminato nel mondo. Nello scrivere le istruzioni per l'uso, i burocrati militari non hanno soltanto dimostrato di avere studiato in modo molto approfondito i più avanzati metodi di tortura fisica e psicologica. pensavamo fosse una parte fondante dell'identità occidentale e lo hanno fatto a pezzi. Non sarà facile rimettere insieme i cocci. Liberazione Hanno anche preso quello che 15 novembre 2007 . . . dalla Stampa Estera (al 28.11.2007) di CaLmBiG Mentre il mondo dimentica Gaza E’ stata una scena emozionante. Il sollievo era evidente sui volti di Mohamed al-Masri e di sua moglie Rania, mentre seguivano l’infermiera che trasferiva il loro primogenito, il dodicenne Ahmed, dalla sala operatoria dell’ospedale “Dar al-Shifa” di Gaza. L’equipe medica è finalmente riuscita a compiere l’intervento all’orecchio di Ahmed per fargli recuperare l’udito, dopo che Israele aveva temporaneamente proibito l’importazione di ossido di diazoto, che viene utilizzato come anestetico ed è necessario per poter operare. Israele ha dato il permesso di importare questo gas vitale negli ospedali della Striscia di Gaza solo il giorno prima che Ahmed fosse operato, la scorsa settimana. La sospensione delle importazioni di ossido di diazoto agli ospedali della Striscia di Gaza aveva obbligato i loro dirigenti a chiudere i reparti di chirurgia ed a sospendere gli interventi, eccetto quelli assolutamente vitali. A seguito della ripresa delle importazioni di questo gas, il personale medico ha fatto gli straordinari per compiere quegli interventi che erano stati rinviati a causa di questa penuria. Tuttavia Bassem Naim, ministro della salute del destituito governo di Ismail Haniyeh, afferma che il pericolo che Israele blocchi le importazioni di ossido di diazoto rimane tuttora. “C’è l’eventualità che si verifichi di nuovo un disastro sanitario, con i pazienti che muoiono perché i nostri ospedali non sono in grado di compiere gli interventi”, ha affermato ad ‘al-Ahram Weekly’. “C’è bisogno di un intervento internazionale per impedire che questa catastrofe avvenga”. Naim aggiunge che la crisi che sta attraversando il settore sanitario della Striscia di Gaza non si riduce all’eventualità che l’ossido di diazoto si esaurisca. Essa si estende, piuttosto, al deterioramento di una serie di farmaci utilizzati nel trattamento dei malati cronici. Secondo Naim, circa 30-50 tipi di farmaci sono quasi interamente esauriti. Forse quelli più importanti sono i farmaci usati dai cardiopatici […]. I reparti di cardiologia degli ospedali della Striscia di Gaza hanno cominciato ad accettare soltanto cardiopatici che soffrono particolarmente della mancanza di farmaci e dell’assenza di attrezzature appropriate. Mazen al-Tatar, direttore del reparto di cardiologia dell’ospedale “Dar al-Shifa” -il più grande della Striscia di Gaza, situato a Gaza Cityafferma che l’embargo israeliano ha avuto un effetto incredibilmente negativo per i cardiopatici perché ha determinato la penuria di molti farmaci vitali che sono difficili da ottenere […]. Uno dei segni più vistosi del grave deterioramento delle condizioni sanitarie nella Striscia di Gaza è il fatto che l’ospedale “al-Wafa”, specializzato nella riabilitazione dei pazienti affetti da handicap motori, ha sospeso la maggior parte dei suoi programmi di riabilitazione. Secondo una dichiarazione rilasciata dall’ospedale, l’assedio, che include la chiusura dei valichi commerciali, ha “contribuito in maniera significativa ad ostacolare ed a impedire una serie di programmi sanitari rivolti ai feriti ed ai disabili. Esso ha anche impedito che i farmaci necessari ed il materiale medico giungessero negli ospedali, ed ha impedito ai pazienti di recarsi all’estero per ricevere cure” […]. L’assedio e la contrazione delle transazioni commerciali fra Gaza ed il mondo esterno hanno anche portato ad un forte aumento dei prezzi dei generi alimentari. Per fare qualche esempio, il prezzo di un sacco di farina è cresciuto dell’80%; perché delle 680.000 tonnellate di farina di cui la Striscia di Gaza necessita giornalmente, solo 90 tonnellate vengono fatte entrare. Similmente, il prezzo dello zucchero è cresciuto del 60%, in aggiunta a diversi aumenti nei prezzi di altri generi alimentari di prima necessità. I palestinesi di Gaza non possono neanche sognarsi altri prodotti, come le bibite analcoliche che non sono più importate. Anche il costo del tabacco è cresciuto drasticamente: il suo prezzo è aumentato del 150%. Quanto ai materiali da costruzione, il loro prezzo è salito in maniera astronomica dopo che Israele ha (Continua a pagina 30) 30 Giustizia e Libertà STAMPA ESTERA 27 novembre 2007 … dalla stampa estera (al 28.11.2007) (Continua da pagina 29) bloccato la loro importazione. Un sacco di cemento, ad esempio, costa 10 volte di più. In termini pratici, la scarsità di materiali da costruzione dovuta all’assedio ha esacerbato il problema della disoccupazione a livelli senza precedenti. La disoccupazione è cresciuta fino all’80% della forza lavoro, e non è più possibile esercitare molte professioni che dipendono dalla presenza di materiali da costruzione. Anche l’industria si è fermata a causa della mancanza di materie prime. Ma il peggio per i palestinesi di Gaza deve ancora venire. Il ministro della difesa israeliano Ehud Barak ha approvato una serie di punizioni collettive, apparentemente per obbligare i movimenti della resistenza palestinese a sospendere il lancio dei loro razzi artigianali contro gli insediamenti israeliani che circondano la Striscia. Il vice ministro della difesa israeliano Matan Vilnai, il quale ha presieduto la commissione di sicurezza che ha raccomandato l’imposizione della punizione collettiva, ha dichiarato lo scorso venerdì sul primo canale della televisione israeliana che questa forma di comportamento statale bandito a livello internazionale è “un mezzo legittimo per fare pressione sui civili palestinesi affinché si mobilitino contro le fazioni che prendono di mira Israele”. Il governo israeliano ha approvato le raccomandazioni di Vilnai, il ché significa che la situazione umanitaria a Gaza verrà, a breve, di nuovo intenzionalmente aggravata da Israele. Tra le punizioni collettive che il governo israeliano ha approvato vi è una clausola legata alla riduzione della fornitura di elettricità a Gaza (la clausola relativa al taglio dell’elettricità è stata per il momento sospesa, a seguito dell’intervento del procuratore generale israeliano Menachem Mazuz, il quale ha ritenuto che il tema vada ulteriormente approfondito prima di poter autorizzare questa misura; restano in piedi gli altri provvedimenti (N.d.T.) ). Questo significa che parti di Gaza verranno gettate nell’oscurità con l’inizio dell’inverno. Il governo israeliano ha anche deciso di ridurre la quantità di combustibile che la centrale elettrica di Gaza può importare. In base a statistiche fornite dal Comitato Popolare per la Resistenza all’Assedio (PCRS), il taglio dell’elettricità avrà un impatto negativo sulle stazioni di pompaggio dell’acqua, il ché significa che l’acqua corrente all’interno delle case sarà anch’essa tagliata per molte ore al giorno. La quantità di combustibile utilizzata per il trasporto e la distribuzione del gas per uso domestico sarà anch’essa limitata. Ampie fasce della popolazione palestinese a Gaza sono in stato di allarme, ed i centri di distribuzione del gas sono estremamente affollati di gente che riempie le bombole del gas prevedendo che le forniture saranno tagliate. Inoltre, fra le sanzioni collettive approvate dal governo israeliano vi è l’imposizione di ulteriori restrizioni ai movimenti dei cittadini palestinesi in ingresso ed in uscita dalla Striscia di Gaza. Jamal al-Khadri, che dirige il PCRS, considera le sanzioni israeliane come “una violazione dei più elementari diritti umani e di tutte le convenzioni internazionali che permettono agli esseri umani di vivere in condizioni di libertà e dignità”. Egli ha dichiarato ad ‘al-Ahram Weekly’ che “queste misure aggraveranno le sofferenze del popolo palestinese, e soprattutto quelle dei malati e dei bambini. Esse avranno conseguenze negative su tutti i fronti”. Al-Khadri ha sottolineato che punire la Striscia di Gaza “non contribuirà alla stabilità della regione o ad una vita in pace e sicurezza, ma aumenterà le sofferenze, ed aggraverà la situazione”. I giornalisti israeliani Avi Yesiscrof ed Amos Heril hanno riferito che alcuni alti ufficiali dell’esercito israeliano avrebbero detto che essi raccomandano l’imposizione di una punizione collettiva pur rendendosi conto che ciò non contribuirà a spingere i palestinesi ad esercitare pressioni sulla resistenza per fermare i lanci di razzi contro gli insediamenti israeliani. I due giornalisti hanno messo in evidenza che il piano di punizione collettiva ha l’obiettivo di preparare l’opinione pubblica ad una operazione militare su larga scala e di lunga durata che Israele intende condurre a Gaza. Essi cercherebbero inoltre di convincere i residenti dell’insediamento di Sderot, che è stato il bersaglio della maggior parte dei razzi della resistenza palestinese, che l’esercito israeliano sta facendo tutto il possibile per proteggerli. Lo scrittore ed analista politico israeliano Uzi Benziman ha pubblicato un articolo sul quotidiano ‘Haaretz’ affermando che, oltre al fatto che simili punizioni sono immorali, esse certamente otterranno risultati opposti, alimentando fra i palestinesi la spirale dell’odio contro Israele, e facilitando l’arruolamento di giovani palestinesi nelle attività della resistenza. Benziman sostiene che l’esperienza ha dimostrato che le punizioni collettive imposte da Israele ai palestinesi hanno fallito. “Al contrario, questo approccio ha rafforzato la determinazione delle organizzazioni palestinesi a colpire Israele, ed accresce il numero degli attentatori suicidi che vogliono vendicarsi”, ha scritto su ‘Haaretz’ la scorsa domenica. http://weekly.ahram.org.eg/2007/869/re81 .htm SGUAZZANDO NEI PETRODOLLARI Il romanziere italiano Alberto Moravia una volta espresse la sua apprensione per l’improvvisa ondata di ricchezza che si stava verificando in Italia negli anni ’80, dopo anni di depressione economica. “Per spendere denaro, devi avere una cultura”, commentò in un’intervista a ‘Newsweek’, aggiungendo: “E per fare denaro devi essere competente”. Le sue parole sembrano adattarsi perfettamente alla nuova ondata di ricchezza petrolifera dei paesi del Golfo Persico, ed al modo in cui questi soldi vengono spesi, soprattutto adesso che il prezzo del barile ha superato la soglia senza precedenti dei 90 dollari. Per diverse ragioni geostrategiche e di sicurezza potrebbe essere comprensibile per i paesi del Golfo (Arabia Saudita, Qatar, Oman, Kuwait, Bahrein, ed Emirati Arabi Uniti) tendere una mano agli Stati (Continua a pagina 31) 27 novembre 2007 STAMPA ESTERA Giustizia e Libertà 31 … dalla stampa estera (al 28.11.2007) (Continua da pagina 30) Uniti in modo da mitigare l’impatto della sua attuale recessione, sborsando miliardi di dollari per acquistare nuove armi. Spendere circa 50 miliardi di dollari per l’acquisto di armamenti, creando così migliaia di posti di lavoro nell’industria militare americana nei prossimi anni, è un gesto da buon samaritano nei confronti di un amico speciale. Certamente, ciò compenserà parzialmente il budget di 190 miliardi di dollari in stanziamenti per la difesa che l’amministrazione Bush sta richiedendo al Congresso per aiutare le forze USA ad uccidere più iracheni e più afghani. Gli atti di carità, in ogni caso, dovrebbero avere inizio a casa propria. Sarebbe un gesto egualmente caritatevole per l’Arabia Saudita -ad esempio- cercare di ristrutturare il proprio mercato del lavoro in modo da assorbire gli stimati 74.000 disoccupati sauditi, circa il 12% della forza lavoro totale. Più del 60% della popolazione dell’Arabia Saudita, pari a circa 24 milioni di persone, ha un’età inferiore ai 25 anni - la prima età per l’istruzione e per l’impiego nel mondo del lavoro. Gli studi internazionali indicano che la crescita della popolazione nel Regno Saudita supera di molto l’espansione della ricchezza petrolifera pro capite. E’ questa la ragione per cui il reddito pro capite in Arabia Saudita è solo il 43% di quello del Qatar, e poco più di metà di quello degli Emirati Arabi Uniti. L’Arabia Saudita potrebbe investire 200 miliardi di dollari nel corso del prossimo decennio al fine di sviluppare nuovi centri urbani e nuove zone economiche, ma il problema è troppo radicato nei paesi del Gulf Cooperaton Council (GCC) perchè ciò possa fare la differenza. La crescita dei prezzi petroliferi e dei profitti derivanti dal gas naturale, che ha fatto guadagnare ai 6 paesi membri del GCC una cifra stimata pari a 1.500 miliardi di dollari tra il 2002 ed il 2006, non ha creato i tanto sospirati posti di lavoro per una giovane generazione istruita. Gli indicatori della crescita economica stanno scendendo verso una media del 7% - meno di quanto l’Egitto spera di fare nel 2007, senza voler parlare della Cina o dell’India. Le speculazioni del mercato azionario stanno creando la falsa impressione di un’economia vibrante ed in espansione, ma ciò in cui essa si traduce in realtà è l’accumulo di ricchezza personale per alcuni e la rovina finanziaria per altri. Se si eccettuano gli espatriati occidentali, le opportunità di lavoro stanno diminuendo, invece di crescere. La disoccupazione, nel mezzo di una simile era di ineguagliata ricchezza, è un fenomeno pericoloso che potrebbe condurre all’instabilità sociale nella regione. L’impressionante skyline di Dubai non racconta tutta la verità. La maggior parte delle occasioni di impiego create nei paesi del GCC negli ultimi 5 anni è costituita da posti di lavoro prodotti dal governo, che costano più di quanto producono. Essi sono visti dai cittadini del GCC come un modo per concorrere alla coincidenza geologica che consolida la ricchezza derivante dal petrolio. Ma non sembra che il boom continuerà per sempre, ed alcune stime prevedono che la produzione petrolifera decli- nerà del 50% entro il 2030. E’ questa la ragione per cui parte degli inaspettati profitti petroliferi è alla ricerca di nuovi mercati di investimento in Asia ed in Africa, in aggiunta ai 100 miliardi di dollari che saranno investiti in infrastrutture locali nei prossimi anni. Alcuni paesi del GCC, come gli Emirati Arabi Uniti, ora comprendono che la carità deve cominciare a casa propria. Gli Emirati hanno deciso di acquistare un “pacchetto” del Louvre in concessione per una cifra di 1,3 miliardi di dollari, inclusi 520 milioni di dollari per usare il nome e 747 milioni di dollari per prestiti di opere d’arte e per mostre speciali per un periodo di 30 anni. Questa sarà solo una parte di una più ampia attrattiva turistica e culturale che dovrà essere costruita a Saadiyat Island, di fronte ad Abu Dhabi, allo sconcertante costo di 27 miliardi di dollari. L’indulgenza culturale degli Emirati sarebbe ancor più caritatevole se prendesse maggiormente in considerazione l’eredità culturale araba ed il suo contributo -riconosciuto da seri studiosi e storici occidentali- al Rinascimento ed alla civiltà occidentale. Le raccolte culturali degli Emirati tratte dal Louvre, dal centro Georges Pompidou, dal Musée Rodin, e da Versailles porteranno agli arabi la cultura occidentale. Ma chi riporterà in vita gli storici tesori culturali e scientifici della Bayt al-Hikma (la Casa della Saggezza) di al-Maamoun (califfo abbaside che regnò fra l’813 e l’833 (N.d.T.) ) e della grande biblioteca di Baghdad, a beneficio dei curiosi occidentali ? Chi rivelerà il grande contributo che la Bayt alHikma diede alla conoscenza occidentale, o il modo in cui Hunain Ibn Ishaq, un cristiano, supervisionò la traduzione dal greco in arabo delle opere di Aristotele e di Platone, o come i 7 volumi dell’ “Anatomia” di Galeno e tutti gli altri grandi lavori di filosofia, medicina, astronomia, e matematica raggiunsero l’Europa Occidentale in arabo attraverso la Sicilia e l’Andalusia ? Quale mostra presenterà l’invenzione araba dell’algebra, di per sé una parola araba, o della trigonometria e dei logaritmi (una corruzione del nome di colui che li inventò, al-Khwarizmi) ? E che impatto potrebbe avere questa conoscenza sull’europeo e sull’americano medio, i quali credono che l’Islam sia una religione di crudeltà e terrorismo? Gli egittologi ritengono che l’Egitto ospiti un terzo dell’eredità culturale mondiale, di cui la maggior parte è tuttora sepolta o ammucchiata in depositi archeologici in attesa che vengano costruiti dei musei per ospitarli. Qualcuno di questi tesori della civiltà umana non potrebbe forse trovare un posto nel previsto museo ? Non andrebbe a onore sia del Louvre che degli Emirati la costruzione di un museo della civiltà umana in tutte le sue forme e di tutte le epoche della storia? (Continua a pagina 32) 32 Giustizia e Libertà ESTERI / STAMPA ESTERA 27 novembre 2007 … dalla stampa estera (al 28.11.2007) (Continua da pagina 31) Il Louvre di Abu Dhabi vorrà finanziare scavi archeologici nel resto del mondo arabo, in Egitto, Siria, Iraq, e Giordania ? Vorrà scavare a fondo nella tradizione culturale araba per portare alla luce straordinari contributi che sono stati denigrati da decenni di dominazione coloniale, radicando un senso di scarsa autostima ? L’attuale boom del petrolio e del gas naturale, concentrato nella regione del Golfo Persico, è il secondo in 30 anni. La prima fortuna petrolifera della metà degli anni ’70 rappresenta un’opportunità perduta che oggi è difficile spiegare. All’epoca si diceva che il surplus arabo accumulato (allora stimato in 400 miliardi di dollari) avrebbe potuto acquistare la metà delle azioni della borsa di New York. Ma ci furono anche delle storie folli a proposito degli stravaganti modi di spendere di sceicchi ed emiri irresponsabili che dilapidarono intere fortune ai casinò, acquistarono castelli in Europa e case signorili negli Stati Uniti, e sperperarono soldi in donne e cavalli purosangue. Fortune sbalorditive furono accumulate da pochi fortunati grazie alle provvigioni sugli acquisti di armamenti, sui contratti con le compagnie straniere, e sui progetti immobiliari. I doni offerti a leader stranieri per ottenere il loro appoggio politico andarono ben al di là delle gemme che l’ultimo scià di Persia, Mohamed Reza Pahlavi, usava donare ai suoi ospiti. Paesi come gli Emirati Arabi, il Qatar, il Bahrein, e l’Oman hanno raggiunto tardi l’indipendenza. Intorno alla metà degli anni ’70 erano degli stati sovrani solo da pochi anni, con poca esperienza nella gestione del bilancio e poca competenza nell’amministrare i loro fiumi di denaro. Alcuni ambiziosi finanzieri di New York ed alcuni responsabili di istituzioni finanziarie internazionali fecero delle brillanti carriere favorendo enormi prestiti, finanziati dai profitti petroliferi, a vantaggio di poveri paesi dell’Africa e del Sud America che non avevano la più pallida idea di come utilizzarli per dei progetti di sviluppo […]. Il boom del petrolio e del gas non è sostenibile, neanche a medio termine. Il prezzo del barile supererà presto i 100 dollari, una cifra che i paesi in via di sviluppo non possono permettersi. La Cina ed il Giappone hanno una vorace brama di idrocarburi, ed un’ulteriore salita dei prezzi dovuta alla crescente domanda potrebbe determinare un’inflazione globale seguita da una pesante recessione. Inoltre, i paesi industrializzati stanno seriamente cercando delle alternative,come i combustibili non fossili, almeno per ridurre la loro bolletta petrolifera. Ragione in più per pensare seriamente di investire queste ricchezze in altri paesi del Medio Oriente arabo al fine di ottenere una prosperità araba reciprocamente benefica, collettiva, e sostenibile. http://weekly.ahram.org.eg/2007/869/op2.htm GIUSTIZIA non EGUAGLIANZA Ghazwa Farahat è un carismatico ingegnere di 30 anni. E’ membro della sezione sociale del municipio di al-Ghobeiry, nella zona meridionale di Beirut. Farahat fu eletta nelle liste di Hezbollah due anni fa. Fu la prima candidata donna che il movimento di resistenza islamica inserì nelle sue liste elettorali. In effetti, il partito dovette lottare duramente per convincere la famiglia di Farahat ad acconsentire alla sua candidatura. “La mia famiglia era divisa”, afferma Farahat nel suo ufficio ad al-Ghobeiry. “Hanno chiesto ai responsabili di Hezbollah per quale ragione volessero candidare una donna quando c’erano degli uomini nella famiglia”, ci ha spiegato. Se non altro, la storia di Farahat riflette il fatto che il movimento islamico, nelle sue posizioni sul ruolo della donna nella società, si è spesso dimostrato più progressista rispetto alla stessa società al cui interno esso opera. Il fatto che Hezbollah abbia difeso la sua candidatura ed abbia avuto la meglio sulle pressioni sociali e culturali lascia pensare che il movimento stia prestando seria attenzione al ruolo che le donne possono giocare nell’espandere la sua base sociale e politica. Il caso di Farahat ed altri casi analoghi fanno luce su una delle caratteristiche più stupefacenti delle politiche degli islamici di oggi. Farahat ed altre centinaia di attiviste donne rappresentano il cuore delle organizzazioni femminili di Hezbollah, chiamate “alHayat al-Nisaaya”, la struttura attraverso la quale le attiviste donne portano avanti la propria agenda politica e sociale all’interno del partito. A mano a mano che donne sempre più istruite sono entrate nei ranghi dei movimenti islamici negli ultimi due decenni, esse hanno trovato in questi movimenti uno spazio in cui poter esercitare pressioni per migliorare la condizione delle donne senza rischiare di essere stigmatizzate come agenti occidentali, o di essere emarginate socialmente. Questa opportunità disorienta il punto di vista a lungo sostenuto secondo cui l’ascesa dei movimenti islamici in Medio Oriente sarebbe responsabile sia di un clima socialmente restrittivo per le donne, sia di un arretramento delle passate conquiste fatte dalle donne. L’impegno in servizi di carattere sociale, in particolare, ha posto le donne a contatto con le masse, permettendo loro di stabilire delle reti a livello locale. L’impressionante partecipazione delle sostenitrici di Hezbollah durante il sit-in dell’opposizione libanese nel centro di Beirut ha rappresentato un’ulteriore prova del fatto che le donne non sono state emarginate. “Al-Hayat al-Nisaaya” allestì un gazebo durante il sit-in, che presto divenne un punto di incontro per i giornalisti. Il sit-in ha anche rappresentato un terreno di incontro per i quadri femminili dei partiti laici libanesi alleati di Hezbollah. In Egitto sta accadendo qualcosa di simile. Le donne stanno diventando sempre più visibili nelle diverse attività politiche della Fratellanza Musulmana, che ormai ha raggiunto i suoi 80 anni di vita. Nel 2000, il movimento inserì il suo primo candida(Continua a pagina 33) 27 novembre 2007 STAMPA ESTERA Giustizia e Libertà 33 … dalla stampa estera (al 28.11.2007) (Continua da pagina 32) to donna nelle proprie liste elettorali ad Alessandria. All’epoca delle elezioni parlamentari del 2005, le donne erano al centro della macchine elettorale del movimento, partecipando a tutte le fasi elettorali, dalle candidature all’organizzazione della campagna elettorale, allo spoglio ed al monitoraggio dei voti. I commentatori occidentali hanno generalmente dato un punto di vista negativo del rapporto fra il movimento islamico inteso come ideologia politica, l’Islam come religione, e le donne. Sebbene alcuni scritti abbiano preso in considerazione le variazioni e le diverse sfumature esistenti fra i vari gruppi islamici, il punto di vista dominante e più influente tratta il movimento islamico e l’Islam come entità monolitiche. Esso ha dipinto le donne come languenti sotto società patriarcali oppressive, incatenate da una lunga lista di norme di condotta culturali e religiose che le opprimono. In realtà la condizione delle donne all’interno dei movimenti islamici non è né uniforme né inalterata nel tempo. Ciò che emerge dalla conversazione con donne appartenenti ai movimenti islamici è spesso un miscuglio di discorsi moderni e pre-moderni. Da un lato, esse non sono insensibili al discorso dei diritti delle donne che permea il dibattito sulla condizione della donna nel mondo arabo di oggi. Tuttavia, molte di loro fanno le proprie scelte a proposito del modello di politica e di società che preferiscono in qualità di attiviste. Non percepiscono loro stesse come in ritardo rispetto alle donne occidentali, perché il metro con cui giudicano i propri progressi è differente. “Non abbiamo l’eterno complesso di dover essere uguali agli uomini”, afferma Um Mahdi, che dirige la sezione femminile di “Hayeet Daam alMuqawama”, il braccio finanziario di Hezbollah. “Cerchiamo giustizia, non uguaglianza”, aggiunge. Un punto di vista simile è frequentemente espresso dalle attiviste della Fratellanza Musulmana. L’enfasi viene posta sulla “complementarietà dei ruoli” fra i sessi. Ma esse sono anche consapevoli del fatto che la condizione delle donne varia all’interno dei movimenti islamici. La struttura sociale, politica, e culturale, è anch’essa un fattore importante nel definire tale condizione. Le attiviste non fanno mistero delle pressioni che esse esercitano sulle leadership dei loro rispettivi movimenti al fine di espandere il proprio ruolo e la propria partecipazione. Jihan al-Halafawy, la prima candidata donna nelle liste elettorali dei Fratelli Musulmani nel 2000, ha rivelato di aver parlato in diverse occasioni con la Guida Suprema della Fratellanza Musulmana a proposito della necessità di avere delle donne all’interno della segreteria politica del movimento. Le attiviste dei movimenti islamici ritengono che difendere i diritti delle donne faccia parte della difesa dell’Islam dalla corruzione. Esse pensano che i precetti islamici non abbiano mai mirato a sottomettere le donne, ma che questi principi siano stati a volte distorti da norme sociali e culturali antecedenti all’Islam, che hanno resistito nonostante la diffusione di quest’ultimo. La lotta per i diritti delle donne è dunque anche una lotta per ristabilire l’Islam nella sua forma originaria. Se le attiviste islamiche credono che l’Islam fornisca la base per il riconoscimento dei diritti delle donne, inserire le richieste femministe all’interno del più ampio contesto di una discussione religiosa ha un ulteriore vantaggio per loro: aiuta a contrastare le accuse secondo le quali esse stanno perseguendo una agenda femminista di vedute ristrette a danno della comunità. In effetti, l’importante ruolo che le donne giocano all’interno delle organizzazioni islamiche è ancora più comprensibile alla luce dell’attenzione che i movimenti islamici riservano alla costruzione di organizzazioni forti, radicate fra la popolazione, e che forniscano dei servizi. La struttura femminile gioca un ruolo importante nella presa che i movimenti islamici hanno sulla società. Data la naturale base sociale che i movimenti islamici rivendicano, la sempre maggiore mobilitazione delle attiviste islamiche potrebbe preannunciare lo sviluppo di un paradigma islamico per affrontare le questioni delle donne e della rigenerazione sociale. Se un paradigma del genere dovesse diventare un paradigma largamente accettato, potrebbe avere un’enorme influenza nel mondo arabo-islamico, un’influenza in effetti molto maggiore di quella che possono avere gli sforzi di promuovere i diritti delle donne attraverso organizzazioni femministe occidentali o appoggiate dall’Occidente. http://weekly.ahram.org.eg/2007/866/sc1.htm Il velo che copre il volto: quando i costumi sociali vengono scambiati per norme religiose Le donne saudite sono state oppresse da svariati costumi sociali che sono stati loro imposti come se fossero delle prescrizioni religiose inviolabili. L’Islam, evidentemente, non è l’unico fattore che plasma la vita sociale saudita, come invece molti osservatori esterni o anche alcuni osservatori all’interno della stessa società saudita sono inclini a ritenere. Essa è molto legata ai costumi ed alle tradizioni locali. E’ stato anche osservato che tali costumi hanno addirittura una maggiore presa sui sauditi di quanto non abbiano i valori religiosi, specialmente nel caso in cui si verifichi qualche conflitto fra le tradizioni e gli insegnamenti religiosi. Ad esempio, l’Islam non insiste sul fatto che la donna copra anche il suo volto, se essa già indossa un hijab (il velo che copre i capelli). Allo stesso tempo, le donne appartenenti a famiglie conservatrici o tribali nascondono il proprio volto come se stessero osservando un’indiscutibile norma religiosa. Chiunque osasse sfidare questa pratica sarebbe punito psicologicamente, ed a volte anche fisicamente. Mentre la legge islamica permette ad un uomo di guardare una donna quando cerca una sposa, alcune famiglie saudite negano questo diritto, dando luogo a situazioni bizzarre, come quella di un uomo che non sa riconoscere la propria promessa sposa. In (Continua a pagina 34) 34 Giustizia e Libertà STAMPA ESTERA 27 novembre 2007 … dalla stampa estera (al 28.11.2007) (Continua da pagina 33) alcuni casi estremi, un marito non è mai in grado di identificare la propria moglie perché alcune tribù non permettono alle donne di togliersi il loro niqab (il velo che copre il volto) neanche davanti al proprio marito. Un altro costume saudita non legato all’Islam è quello secondo cui le promesse spose chiedono in dote some favolose, soprattutto se il pretendente appartiene ad una tribù o ad una regione differenti. Lo spirito regionale e tribale pervade alcuni segmenti della società saudita a tal punto che l’importante principio islamico, secondo cui il più nobile degli uomini è il più pio, è molto spesso ignorato. L’attuale società saudita considera la famiglia, la ricchezza, e la posizione come i parametri per misurare la nobiltà di un uomo. Sono stata testimone di come una scomoda pratica sociale, il velo che copre il volto, può cambiare in un diverso ambiente sociale. Una donna saudita sposata era solita frequentare alcune classi del college americano nel quale studiavo. Era completamente velata, compresi il volto, le mani ed i piedi. Era religiosa e beneducata, ma aveva un aspetto depresso e triste. Tuttavia, dopo alcune settimane, cominciò a togliersi il velo che le copriva il volto, ed i guanti, nel momento in cui entrava nel campus del college. Non si velava fino al momento in cui veniva a prenderla suo marito. Allora credevo che indossare o non indossare il velo fosse una questione puramente personale. Tuttavia, osservai un cambiamento molto positivo nel suo comportamento in classe, con una maggiore partecipazione alle attività accademiche dopo che si era tolta il velo. Vorrei sottolineare il significato psicologico del cambiamento avvenuto in lei, senza criticare una tradizione culturale o una pratica religiosa. Un costume sociale perde il suo significato in un’altra società in cui quel costume viene giudicato attraverso un differente sistema di valori. Dopotutto, la valutazione di un dato costume da parte della gente è basata su un sistema di fattori sociali e psicologici che variano da cultura a cultura. Questa donna si sentiva molto a suo agio quando si copriva il volto stando in Arabia Saudita. Ma quando si è trasferita in un’altra società, quella degli Stati Uniti, ha dovuto interagire con persone di valori culturali e religiosi diversi. In questa nuova società il linguaggio del corpo gioca un ruolo maggiore nella comunicazione umana. Negli Stati Uniti, così come in altre società, un uomo o una donna trovano molto difficile comunicare con una donna se il suo volto è completamente coperto. Ciò naturalmente lascia una donna velata in uno stato di depressione e di isolamento. La faccenda si aggrava per una donna saudita laddove le donne musulmane di altri paesi si mostrano senza il velo che copre il volto. Il risultato inevitabile è che gli altri etichettano i sauditi come “rigidi”, “fondamentalisti”, “diversi”. Questa donna saudita può aver sofferto molto stress e molta tensione frequentando le classi del college, ma non ha osato parlare delle sue difficoltà col marito. Invece, si toglieva il velo quando il marito era lontano. La donna saudita si vela perché ciò è espressione di modestia e di una condotta dignitosa all’interno della società saudita. Nella società statunitense lasciare il volto scoperto non è mai considerato un atto immodesto o indecoroso. Nella cultura americana, indossare una gonna che scende sotto il ginocchio è considerato per una donna un atto più decoroso rispetto all’indossare una gonna che si ferma sopra il ginocchio, mentre in Arabia Saudita coprirsi il volto ed i capelli è considerato un contegno più decoroso rispetto a quello di coprirsi soltanto i capelli lasciando il volto scoperto. La modestia ed il decoro sono termini relativi la cui definizione varia a seconda della società in cui si vive. Il marito della donna saudita non ha capito il significato relativo del concetto di modestia e di decoro e, come molti altri sauditi, ha trapiantato il concetto saudita negli Stati Uniti, sulla base dell’interpretazione secondo cui il velo che copre il volto è una prescrizione religiosa inviolabile. L’Islam non è una religione dai costumi complessi, sebbene alcuni si sforzino di trasformarla in qualcosa con cui è difficile convivere. Il marito di quella donna non aveva esitato a radersi la barba quando aveva scoperto che essa era inaccettabile per alcuni dei suoi insegnanti al college. Ironicamente, in ciò vi è una contraddizione. Il Profeta – la pace sia su di Lui – raccomandava come gesto virtuoso quello di portare la barba. Il marito di quella donna si era sbarazzato della barba al fine di essere maggiormente accettato a livello sociale, ma non aveva permesso a sua moglie di togliersi il velo che le copriva il volto, malgrado il fatto che ciò non avrebbe comportato la violazione di alcuna norma religiosa. Ciò accade spesso in molti luoghi lontani dai vigili sguardi della famiglia o della tribù. Le donne saudite si tolgono il velo che copre il volto perché sono pienamente consapevoli del fatto che esso è soltanto una pratica culturale e non un obbligo religioso. Quando si trovano in una diversa situazione culturale, come può essere richiesto dal loro lavoro, dagli studi, o da qualche altro fattore, le donne saudite possono essere viste compiere qualche correzione alla loro condotta culturale, senza per questo compromettere i propri valori religiosi. http://www.arabview.com/articles.asp?article =920 CaLmBiG Giustizia e Libertà Periodico Politico Indipendente Autorizzazione Tribunale di Roma n° 540/2002 del 18.09.2002 Proprietà: L. Barbato Redazione: Via Monte di Casa, 65 -00138- Roma E-Mail: [email protected] Fax: (+39) 06.6227.6293 Direttore Responsabile: Luigi Barbato Vice Direttore: Paolo Di Roberto Redattore Capo: Fernando Esposito