Giustizia e Libertà

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Giustizia e Libertà
Anno 6 - n° 235
W W W. G I U S T I Z I A - e - L I B E RTA . C O M
27 novembre 2007
G iustizia e L ibertà
Distribuzione telematica
La Finanziaria
2008 e le misure
che contiene
di Paolo di Roberto
(a pagina 1 - 5)
Periodico Politico Indipendente
Finanziaria 2008,
implode la Cdl
Se anche Riina
vota Berlusconi
di Alessia Grassi
(a pagina 5)
Berlusconi
e le “spallate”
di Luigi Barbato
(a pagina 6)
La
“spallata”
di AA.VV
(a pagina 6 - 8)
Il Senato
approva
la Finanziaria”
di AA.VV
(a pagina 9 - 12)
Passo doppio
Prodi-Veltroni
di Eugenio Scalfari
(a pagina 13 - 15)
Il
“nuovo partito”
di AA.VV
(a pagina 16 - 24)
Non si fanno
così manco
le bocciofile
di Gennaro Malgeri
(a pagina 18 - 19)
Delitto Biagi 1-5
di Marco Travaglio
(a pagina 24 - 26)
A Betlemme
è nato
PierCristo
di Michele Serra
(a pagina 27)
Documento
Segreto su come
manipolare e
Torturare ...
da Liberazione
(a pagina 28 - 29)
Stampa Estera
di CaLmBig
(a pagina 29 - 34)
Copia gratuita
di Paolo Di Roberto
Dobbiamo confessarlo.
Quando abbiamo sentito parlare di Partito del
Popolo abbiamo subito
pensato ad una conversione comunista di Berlusconi. Forse le lunghe
frequentazioni con ambienti di sinistra, l'amico socialista Craxi ed i
tanti Ferrara, Bondi,
Adornato, Liguori, amici, politici e giornalisti,
ex militanti di movimenti e partiti di un
tempo in cui si usava
ancora l'appellativo di
comunista, sembravano
essere gli ispiratori di
questa mossa.
Già pensavamo che
presto avremmo avuto
la cestinazione dell'inno
di Forza Italia presto
soppiantato dal più moderno "Bandiera Rossa".
Poi ci siamo ricreduti.
Quel complemento di
specificazione, "delle
libertà", ci ha fatto capire che era la riproposizione della solita minestra riscaldata che da
circa 13 anni ci sorbisce.
Polo delle libertà, Partito delle libertà, Casa
delle libertà, Circoli
delle libertà, Televisioni delle libertà.
Oggi Popolo della li-
bertà.
legato.
Dall'altro ridare speranza e motivazione ad un
popolo "forzista" (o
forse sarebbe meglio,
dopo la svolta di questi
giorni, chiamarlo "populista" ?) deluso dal
fallimento della profezia della "spallata" al
governo Prodi. Ma non
ha ancora sopito le tensioni nella CDL, o di
quel poco che ancora
resta.
Fini, che da sempre
scalpita per disarcionare il "cavaliere" dalla
guida dell'opposizione
e di un possibile governo di destra, ha già detto che lui non è disposto a seguire certe mosse che danno più l'idea
di un "colpo di teatro"
che di una mossa poli-
In esso, nelle intenzioni
berlusconiane, dovrebbero confluire tutti i
partiti di destra.
Unico problema, rispondono Fini e Casini,
non è ancora stato deciso un programma comune, anzi, i leader dei
tre maggiori partiti che
vi dovrebbero confluire
non sapevano nulla di
questa mossa e di conseguenza non avevano
concordato alcuna strategia comune. Sembra
di assistere un po' a
quello che accade con i
bambini, quando affermano di avere come
fidanzatina la compagna di scuola che però
"non lo sa e non lo deve sapere".
Bisogna però ammette(Continua a pagina 2)
re che questo semplice
cambio
di
nome
ha
prodotto due
chiari effetti.
Da un lato
ha permesso
a Berlusconi
di
uscire
dall'angolo
in cui gli
attacchi degli alleati lo
avevano reSergio Staino, L’Unità 20.11.2007
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Finanziaria 2008, umplode la Cdl
stra sono con lui. Ad mente più per conve- vo partitone che a cortica vera e propria.
esclusione di qualche nienza che altro accet- rere da solo.
E gli altri partiti di de- partitino che sicura- ta di aggregarsi al nuo(Continua a pagina 5)
(Continua da pagina 1)
Le misure contenute nella Finanziaria 2008
TESORETTO 2008 A LAVORATORI DIPENDENTI
L'eventuale extragettito nel 2008 sarà destinato «prioritariamente» a riduzione della pressione fiscale nei
confronti dei lavoratori dipendenti, a partire dalle fasce di reddito più basse, ed alla elevazione, anche per
fasce, della quota di detrazione per spese di produzione del reddito.
SGRAVI ICI
Approvata l'ulteriore detrazione sulla prima casa fino a 200 euro. Salta il limite di reddito a 50.000 euro per
usufruire della detrazione, restano fuori i fabbricati di lusso.
STABILIZZAZIONE PRECARI
Passa la versione del diniano Natale D'Amico secondo cui la strada maestra indicata è quella della selezione per concorso, anche per «il personale che consegua i requisiti di anzianità di servizio» previsti dalla Finanziaria dell'anno scorso «in virtù di contratti stipulati prima del 28 settembre del 2007». Inoltre, la norma
prevede il riconoscimento in termini di punteggio per i co.co.pro che abbiano lavorato per almeno 3 anni
(anche non continuativi).
RINNOVI CONTRATTI PUBBLICO IMPIEGO
Reintegrati gli stanziamenti per la contrattazione 2006-2007 con 1,081 miliardi e con 220 milioni dal 2009
nella Pubblica amministrazione, nei cinque anni precedenti al 28 settembre 2007.
BONUS AFFITTI AI GIOVANI
I giovani, in un'età compresa tra i 20 e i 30 anni, potranno usufruire di detrazioni fiscali sugli affitti, sempre
che la casa sia diversa dall'abitazione principale dei genitori. La nuova detrazione varia dai 495,8 euro se il
reddito complessivo supera 15.493,71 euro ma non 30.987,41 euro ai 991,6 euro se il reddito non supera i
15.493,71 euro.
TICKET SU DIAGNOSTICA, VIA ANCHE NEL 2008
Si conferma l'abolizione del ticket di 10 euro sulle visite specialistiche.
RISORSE A PROTOCOLLO WELFARE
La dotazione del pacchetto welfare è di 1.548 milioni per il 2008, 1.520 per il 2009, 3.048 per il 2010 e 2011 e 1.898 a decorrere dal 2012.
TETTO STIPENDI MANAGER PUBBLICI
Non potranno superare lo stipendio del primo presidente di Cassazione (274.000 euro). Il limite non si applica agli artisti e ai manager delle società quotate in Borsa, nonchè a 25 altissimi funzionari individuati
dalla presidenza del Consiglio.
FARMACI, SALTA NORMA SU PRINCIPI ATTIVI
I medici potranno continuare a scrivere sulle ricette dei farmaci di fascia C il nome commerciale e non saranno obbligati a limitarsi al solo principio attivo.
TORNA CREDITO D'IMPOSTA A SUD
Ai datori di lavoro che assumeranno a tempo indeterminato giovani al Sud sarà concesso un credito di imposta di 333 euro al mese (416 in caso di lavoratrici).
ASILI NIDO
Prorogate per il 2008 le detrazioni fino a 120 euro per le spese documentate di retta per gli asili nido.
MUTUI
Il limite massimo degli oneri da mutui su cui applicare la detrazione Irpef del 19% sale da 3.615,20 euro
(sette milioni di lire) a 4.000.
RICCOMETRO ANTI-FURBI
Arriva il «riccometro-antifurb»: spetterà all'Agenzia delle entrate il compito, ora dell'Inps, di calcolare l'I(Continua a pagina 3)
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Le misure contenute nella Finanziaria 2008
(Continua da pagina 2)
see (indicatore della situazione economica equivalente). L'Indicatore serve ad accedere alle prestazioni sociali, ad esempio l'iscrizione ad un asilo nido pubblico, e si basa sulle dichiarazioni dei cittadini.
CONGELATI STIPENDI PARLAMENTARI
Congelati per i cinque anni successivi al primo gennaio prossimo gli stipendi dei parlamentari: non scatterà
l'adeguamento automatico al trattamento dei magistrati con funzione di presidente della Corte di Cassazione.
TAGLIO MINISTRI
La norma stabilisce che dal prossimo governo i ministeri dovranno essere al massimo 12 e la compagine
governativa tra ministri, viceministri e sottosegretari non potrà superare il tetto di 60 componenti.
FONDO INABILI E ORFANI
Arrivano 30 milioni per aumentare gli assegni per i nuclei familiari con orfani o inabili.
AFFITTO STUDENTI
Detrazione del 19% sui canoni di affitto stipulati da studenti universitari fuori sede.
AGGIORNAMENTO PROFESSORI
I docenti delle scuole di ogni ordine e grado potranno detrarre il 19% delle spese documentate per l'autoaggiornamento e la formazione fino a un massimo di 500 euro.
SICUREZZA TABACCAI
Arriva il credito d'imposta, fino a 3.000 euro, per consentire ai tabaccai di dotarsi di telecamere di sicurezza
e strumenti per il pagamento elettronico.
VITTIME AMIANTO
Ci sarà un fondo presso l'Inail per le persone che abbiano contrattopatologie correlate all'esposizione ad
amianto e fiberfrax. In caso di decesso la somma andrà agli eredi.
DOTAZIONI GDF
Due milioni di euro per il 2008 e il 2009 per mettere in sicurezza il sistema di comunicazioni della Guardia
di Finanza.
IRAP
Prorogata a tutto il 2008 l'efficacia delle leggi regionali e maggior caratterizzazione regionale dell'imposta.
BENZINAI Prorogata la riduzione forfettaria del reddito d'impresa prevista in favore degli esercenti impianti di distribuzione di carburante.
STRETTA DERIVATI ENTI LOCALI - Limitato il ricorso degli Enti locali all'uso degli strumenti derivati finanziari. In particolare, i contratti dovranno avere prospetto informativo ed essere redatti secondo le
indicazioni del ministero dell'Economia, da emanare dopo aver sentito Consob e Banca d'Italia.
RIENTRO DEFICIT SANITÀ REGIONI - Prevista un'anticipazione finanziaria, da parte dello Stato, in
favore delle Regioni Lazio, Campania, Molise e Sicilia, allo scopo di estinguere i debiti contratti sui mercati finanziari e commerciali cumulati fino al 31 dicembre 2005.
VITTIME URANIO IMPOVERITO - Fondo da 30 milioni di euro per i danni connessi all'esposizione e
all'utilizzo di proiettili all'uranio impoverito e all'esposizione di nanoparticelle di materiali pesanti prodotte
da esplosione di materiale bellico. Il fondo è dotato di 10 milioni per ogni anno dal 2008 al 2010.
COMMISSARI GOVERNO
Approvato il contenimento dei compensi ai commissari straordinari di governo. La riduzione è del 20% a
decorrere dal primo gennaio 2008.
VIA IL CANONE RAI A OVER 75 POVERI
Il Senato esclude dal pagamento del canone gli ultrasettantacinquenni con reddito basso.
ABOLITE 80 COMUNITÀ MONTANE
Soppressione per 80 comunità montane e la riduzione dei loro consiglieri da 12.500 a 4.200 e degli assessori da 4.200 a circa 1.400 con un risparmio atteso di 66,8 milioni di euro dal 2009, ridotti ad almeno 33,4
milioni nel 2008 perchè le Regioni avranno tempo fino al 30 giugno prossimo per disciplinare gli effetti
delle nuove norme.
INTERCETTAZIONI TELEFONICHE
Nasce il sistema unico delle intercettazioni telefoniche e ambientali. Il progetto sarà avviato dal ministero
della Giustizia entro il 31 gennaio 2008.
(Continua a pagina 4)
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Le misure contenute nella Finanziaria 2008
(Continua da pagina 3)
CONGEDI MATERNITÀ PER ADOZIONI
Esteso, per le donne lavoratrici che adottano un bebè, il congedo per maternità per ulteriori due mesi.
CONGEDI MATERNITÀ PER ADOZIONI
Esteso, per le donne lavoratrici che adottano un bebè, il congedo per maternità per ulteriori due mesi.
NUOVE ASSUNZIONI SICUREZZA
Un piano di assunzioni nel triennio 2008-2010 servirà a fronteggiare le peculiari esigenze dei Corpi di polizia: vengono così stanziati 310 milioni così ripartiti (50 milioni per il 2008, 120 milioni per il 2009 e 140
milioni per il 2010).
SOPPRESSIONE ENTI
Dei 17 enti che il governo ha deciso di sopprimere nell'ambito delle misure di contenimento della spesa
pubblica se ne sono salvati cinque: la Lega Navale Italiana, l'Ente nazionale Risi, l'Istituto per l'Africa e
l'Oriente, la Fondazione Guglielmo Marconi e l'Istituto Beata Lucia di Narni.
PROROGA AMMORTIZZATORI SOCIALI
Stanziati 460 milioni per la proroga degli ammortizzatori sociali, di cui 20 mln per il settore agricolo.
ESENZIONE ICI CHIESA
Esenzione dell'Ici per i luoghi di culto: si prevedono così maggiori risorse per i comuni interessati pari a 1,2
milioni per il 2008 e a 256 milioni per ciascuno degli anni 2009 e 2010.
5 PER MILLE
Con 100 milioni viene rifinanziato per il 2008 il contributo Irpef per sostenere le organizzazioni di volontariato.
TAGLIO A CDA SOCIETÀ PUBBLICHE
Non potranno avere più di 3 o 5 membri. Le norme non si applicano alle società quotate. Paletti anche sui
gettoni di presenza e sugli incarichi.
AUTO BLU DIVENTANO UTILITARIE
Le auto blu dovranno avere un limite di cilindrata: ogni amministrazione, con l'esclusione delle forze dell'ordine e dei vigili del fuoco, non dovranno superare una cilindrata media di 1.600 cc.
LA P.A. TELEFONERÀ VIA INTERNET
Alla scadenza di contratti di telefonia le amministrazioni pubbliche dovranno passare a servizi Voip, cioè al
telefono via internet come Skype.
PERIFERIE DEGRADATE
Per il contrasto all'esclusione sociale nelle periferie degradate prevista l'esenzione Irpef, Irap, Ici e dei contributi per 5 anni in favore di lavoratori autonomi che hanno attività in queste zone.
VACCINO ANTITUMORE PER LE DODICENNI
Si stanziano risorse (il 50% di un apposito fondo presso il ministero della Salute) per diffondere il vaccino
Hpv contro il tumore al collo dell'utero.
PIÙ FONDI A NON AUTOSUFFICIENZE
Nel 2008 passa da 200 a 300 milioni di euro, mentre nel 2009 da 200 a 400 milioni di euro.
SCUOLA, TETTO INSEGNANTI DI SOSTEGNO
Nel 2008 saranno al massimo 93.930. Per la scuola previsti anche 2.000 docenti in meno e 10.000 amministrativi in più.
STRETTA MANUTENZIONE IMMOBILI
Arriva una stretta anche per le spese di manutenzione degli immobili di proprietà dello Stato. Il prossimo
anno le spese di manutenzione straordinaria non potranno superare l'1,5% del valore dell'immobile, mentre
nel 2009 si potrà arrivare al 3%; 1e spese di manutenzione ordinaria andranno contenute entro l'1% del valore.
CLASS ACTION
Passa in modo rocambolesco, Roberto Antonione di Forza Italia si sbaglia e vota «sì», l'emendamento
Manzione-Bordon che introduce l'azione collettiva di risarcimento danni anche in Italia.
PdR
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Finanziaria 2008, umplode la Cdl
in questo articolo è
l'approvazione
della
legge finanziaria da
parte del Senato.
Del successo politico
ne abbiamo già parlato,
misurabile con l'insuccesso di Berlusconi.
C'è ora da discutere del
contenuto economico e
sociale, molto importante per il 2008 degli
italiani. Su questo il
governo dimostra di
voler proseguire in un'operazione di attenzione verso i cittadini
più deboli e svantag***
giati.
Ma quello che più di
Si parte dagli sgravi
tutti ci preme segnalare
per l'ICI, a cui è bene
(Continua da pagina 2)
(Giuseppe Rotondi, ad
esempio, leader della
nuova Democrazia Cristiana, non è stato eletto in parlamento con il
"suo" partito, come
apparirebbe logico, ma
nelle liste di Forza Italia).
Ma d'altronde così
spesso va il mondo.
Tutti aspettavano che
cadesse Prodi e, invece, pare che rischi di
cadere Berlusconi…
far notare come la destra abbia votato contro, in netta antitesi con
quanto affermato da
Berlusconi nel corso
della scorsa campagna
elettorale per le politiche, alla stabilizzazione di alcune fasce di
lavoratori precari, detrazioni sugli asili nido,
incremento delle detrazioni sui mutui, e detrazioni per gli affitti,
finanziamenti di progetti per il potenziamento della guardia di
finanza, abolizione del
canone RAI per alcune
fasce di pensionati,
congelamento degli sti-
pendi dei ministri e abolizione di alcuni enti
inutili, introduzione del
sistema
telefonico
Voip per la pubblica
amministrazione.
In particolare vogliamo
far notare l'introduzione della Class Action,
ossia della possibilità
di azione collettiva da
parte delle associazioni
di consumatori per il
risarcimento dei danni
da aprte delle aziende.
Di seguito viene riportato un elenco con i
principali punti della
manovra approvata al
Senato.
Se anche Riima vota contro Prodi
di Alessia Grossi, L’Unità (20 maggio 2006)
Nell'era di YouTube nemmeno il voto è più un segreto.
Per esempio se uno ha votato la petizione di Silvio Berlusconi per «mandare a casa» il governo Prodi
può vantarsene personalmente su YouTube con gli amici.
Ma l'auto denuncia non è sempre fine a se stessa.
Non se a votare sul sito Rivotiamo.it, messo a disposizione dall'ex Forza Italia per raccogliere le firme online, non è l'autore del post in persona, ma il postatore sotto mentite spoglie.
Il video in questione non denuncia il fatto che sul sito di Forza Italia si potesse votare più volte o con un
nome falso.
La cosa che YouTube svela attraverso l'esperimento di bluigor è che se le mentite spoglie sono quelle di
una «Smantah Sessantanove» qualunque il nome non viene riconosciuto dal programma del sito e quelli
di Rivotiamo.it si affrettano a rinominare la votante con un nome più adatto, che so Luisa Montuori.
Ma se le spoglie sono quelle di Licio Gelli o di Totò Riina il programma riconosce il votante e ringrazia.
«Grazie per aver votato Licio Gelli». «Grazie per aver votato Totò Riina», anche se l'indirizzo mail di
quest'ultimo, [email protected] non è meno plausibile del nome della suddetta Samanta con l'acca.
È chiaro che il sito si accerta di epurare l'elenco delle firme da quelle false e tendenziose.
È il caso del presidente della Camera Fausto Bertinotti il cui voto va a sommarsi agli altri ma solo dopo un
cambio di nominativo. Bertinotti (bluigor) vota e Nicola Vitale viene ringraziato.
Come dimostra il video test di YouTube non sono ammesse interferenze sabotatrici della sinistra né falsi
votanti. Cambiando il nome degli addendi, però, il risultato non cambia.
I votanti contro il governo Prodi oscillano tra gli otto e i dieci milioni. Riina e Gelli compresi.
Le risposte al post di bluigor su YouTube sono numerosissime e arrivano a valanga sia dai sostenitori di
Berlusconi che dagli oppositori.Un video spiega quale sia il meccanismo secondo cui agisce l'epurazione
berlusconiana in termini informatici.
Altri spiegano che tanto su tutti i siti di voto online succede più o meno la stessa cosa.
Poi c'è chi va a pescare le liste per spiegare che non sempre il sistema di Rivotiamo.it riesce ad eliminare i
nomi «noti» o quelli di personaggi morti e sepolti con tutta la gloria.
E allora scopriamo che nella lista dei votanti al numero 91.700 c'è il sig. aadassa sasasas, al
posto 92.091 il sig Ignazio Ufigghiu, al 83.133 il gen. Armando Diaz.
Invece Gustav Klimt ha votato un po' in ritardo rispetto al generale e ha dato il suo dissenso al
governo Prodi solo come 83.570esimo.
Totò Riina c'è, al 174.955esimo posto.
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Berlusconi e le “spallate”
Solo un personaggio come lui, spudoratamente mentitore, come lui può avere la faccia di bronzo di asserire in più e più interviste televisive di non aver mai parlato di
“spallate”, che questo termene non gli è proprio, non fa parte del suo lessico.
(Lui, Silvio Berlusconi afferma di avere uno stile, un lessico… ma va là, che stile,
che lessico vuoi che abbia un “bauscia”come lui, quella sorta di “Wanna Marchi della
politica”, uno che a 71 anni (dopo una operazione alla prostata, i cui effetti sono più
che noti), si fa fotografare mentre è nel suo “buen ritiro” in Sardegna circondato da
una schiera di veline dalle lunghe gambe e dalla corta età e continua ad atteggirsi a “tobeur des
femmes”, come lo era, a pagamento, sulle navi della Cosata Crociere quanto oltre a fare il cantante
svolgeva anche il compito di intrattenitore.
Egli è, dopotutto, l’individuo che Indro Montanelli affettuosamente difendeva asserendo che non
era un bugiardo, ma che a furia di mentire anche a se stesso confondeva la realtà (verità) con la
menzogna.
Degno “compare” di quel campano che risponde al nome di De Gregorio che a votazione conclusa
sulla finanziaria, rancorosamente chiede al capogruppo dell’Ulivo, Sen. Anna Finocchiaro di esplicitare la sua denuncia sulla “compra vendita dei senatori” pubblicizzata dal cav. E di fare i nomi
dei senatori che sarebbero stati avvicinati dal Berlusconi. Lui proprio lui che a Napoli viene definito “facc’ ‘e cuorno”.
Forse in un attimo di amnesia ha dimenticato, come fa giustamente rilevare Eugenio Scalfari nel
suo articolo domenicale del 18 us, che «...parecchi giornali hanno pubblicato qualche tempo fa una
notizia desunta dall'analisi dei bilanci dei partiti depositati in Parlamento. È risultato che una cospicua
somma fu versata da Forza Italia ad un'associazione-partito fondata da Di Gregorio. Il versamento
seguì di poco il piccolo ribaltone personale del medesimo. La notizia è stata pubblicata da "24 Ore" e
poi da "Repubblica" e dal "Corriere della Sera".»
Forse bisognarebbe approfondire la questione, perché potrebbe essere solo la punta di un "iceberg”.
LB
Le “spallate” e la la stampa
Silvio, la voglia di spallata e il referendum
di Francesco Verderame, Corriere della Sera (20 maggio 2006)
Fra un mese Silvio Berlusconi
vorrebbe sottoporre Romano
Prodi a un altro voto di fiducia,
non più nelle aule del Parlamento
ma nelle urne, per il referendum
sulla riforma costituzionale. E non
c'è dubbio che il Cavaliere consideri l'appuntamento del 25 e 26
giugno l'ultima occasione di «dar
subito la spallata» al capo del governo e al suo esecutivo.
Solo vincendo a giugno Berlusconi potrebbe ancora sperare di
render breve la legislatura, di garantirsi la leadership nel Polo e la
ricandidatura a palazzo Chigi.
Ma la medaglia ha un rovescio che
potrebbe costargli caro, perché in
caso di sconfitta consentirebbe a
Prodi di togliersi finalmente di
dosso i panni del vincente dimezzato, di esultare come non potè il
10 aprile, e di dispiegare la strategia del «fuoco lento»: «Partiamo,
iniziamo a governare, e superato
lo scoglio del referendum -ha
spiegato ai suoi il Professore-
quelli dall'altra parte si sfilacceranno, e magari si romperanno».
A «fuoco lento», con i parlamentari della Cdl demoralizzati e non
più impegnati nella battaglia quotidiana in Parlamento, anche la
navigazione al Senato si farebbe
meno insidiosa per il premier.
Il Cavaliere è consapevole del
rischio, e come Gianfranco Fini
considera «fondamentale» l'appuntamento.
Perderlo vorrebbe dire perdersi,
visto che nella Lega sono troppo
forti le spinte centrifughe, e chissà
per quanto tempo Umberto Bossi
riuscirà ancora a gestirle.
La scorsa settimana c'è stata una
piccola anticipazione di quanto
potrebbe accadere nel Polo in caso
di sconfitta: al momento di salire
al Quirinale, i dirigenti del Carroccio hanno avvisato gli alleati che
sarebbero andati da soli alla consultazione con il capo dello Stato.
E c'è voluta una faticosa trattativa,
incentrata sulla creazione di un
Comitato referendario per il Sì,
per mettere un cerotto sulla ferita:
alla fine la delegazione leghista ha
accettato di non rilasciare dichiarazioni dopo l'incontro con Giorgio Napolitano, e -al pari degli
altri capigruppo della Cdl- ha lasciato a Berlusconi il compito di
esternare.
Quanto potrebbe durare la coalizione in queste condizioni, dopo
un'eventuale bocciatura della riforma costituzionale ?
Poco.
Ecco perché tutti riconoscono al
referendum un valore politico,
anche nell'Unione.
E c'è un motivo se Prodi ha inserito nel discorso per la fiducia un
passaggio su quella consultazione
popolare.
«Noi per durare cinque anni
dobbiamo vincere a giugno»:
sono parole di Francesco Rutelli,
(Continua a pagina 7)
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Silvio, la voglia di spallata e il referendum
tice della Cdl in modo da preparare il Comitato per il Sì.
E forse in quella occasione presenterà il primo sondaggio. Raccontano sia «ottimista» e pronto
a mobilitare le sue televisioni,
perché confida nella «reazione
dell'elettorato dopo l'atteggiamento disgustoso tenuto dalla
maggioranza in questo primo
Ma dopo l'esperienza di aprile mese».
si capisce la prudenza del vicepremier: siccome Berlusconi Solo una cosa, dicono, lo impauchiederà ai suoi elettori «un voto risce: «Ho paura che gli alleati
per la rivincita», e siccome «noi non siano convinti della possibisiamo impegnati a mettere in lità di vincere, e si comportino
moto la macchina del governo», come alle Politiche, quando a
chi potrebbe escludere una sorpre- crederci ero solo io».
Eppure Fini sta già mobilitando il
sa ?
Insomma, la sfida del referendum suo partito, e anche l'Udc si ap«dipenderà dalla capacità di presta a muoversi in sintonia: il
mobilitazione» dei due schiera- segretario centrista Lorenzo Cesa
menti.
ha convocato gli stati generali del
E il Cavaliere, che si gioca tutto, è partito per il 30 aprile, e sottolinepronto a un'altra azione di forza. a ciò che Pier Ferdinando Casini
Per martedì ha convocato un ver- dice, e cioè che «la nostra prio(Continua da pagina 6)
rivelatrici della portata della sfida,
e sintomo anche di un certo nervosismo che affiora nella maggioranza.
Sarà infatti vero che a fine giugno
l'affluenza alle urne è di solito
bassa, e che dunque il Polo potrebbe venirne penalizzato.
rità è tenere unita la Cdl, oltre
al fatto che sarebbe incoerente
sganciarsi dopo aver votato per
ben quattro volte in Parlamento
la riforma».
È un segnale verso l'ex segretario
Marco Follini, che insieme a Bruno Tabacci si appresta a costituire
un Comitato per il No, «con l'obiettivo di aprire dopo una stagione costituente».
Per Berlusconi è l'ultima
chance, per Prodi una sconfitta a
giugno metterebbe a rischio il suo
primato nell'Unione, a prescindere dall'intenzione del Cavaliere di
chiedere subito le sue dimissioni.
Insomma, la partita delle Politiche vivrà con il referendum i tempi supplementari. E la sfida stavolta non ammette il pari.
Francesco Verderami
Corriere della Sera
20 maggio 2006
Comunali, non arriva la spallata
L'Unione: «Riflettere sul nord»
da L’Unità, 28.05.2007
Il voto delle amministrative non è
stato la campana a morto del governo Prodi.
La tournée di Silvio Berlusconi in
tutte le città in cui si votava per
annunciare questa buona novella
non è servito.
Il centrosinistra tiene bene un po´
ovunque,
perde
dove era un po´
scontato che perdesse e strappa
alla destra i comuni di Agrigento,
L´Aquila e Taranto.
E lo si vede anche
dai toni sempre
più stemperati dei
peones che seguono il Cavaliere.
Ne è un esempio
emblematico Renato Schifani, presidente senatore di
Forza Italia che
prima dice «la
spallata al governo prodi sta arrivando», poi rettifica che è al nord che c’è l’inizio
della spallata.
C’è addirittura chi si dissocia dallo slogan berlusconiano.
«An non ha mai parlato di spallata», dice il capogruppo del partito alla Camera Ignazio La Russa.
Lo stesso vale per i centristi, che
si dissociano dalla “spallata”.
rio dell'Udc Lorenzo Cesa.
I duri e puri della Lega guardano
solo il loro orticello e già in serata
si recheranno dal capo "a batter
cassa" in termini di peso politico.
La lega guadagna voti dapperttutto, perciò Umberto Bossi insieme
a Roberto Maroni, Roberto Castelli e Roberto
Calderoli si vedranno
infatti a villa San Martino ad Arcore per fare il
punto con il leader di
Forza Italia.
Il centrosinistra si divide
invece tra chi elogia la
tenuta della coalizione e
chi parla di un voto al
nord su cui si dovrebbe
riflettere.
«L'astensionismo è aumentato -dice il presidente della Camera, Fausto Bertinotti- se si parla di crisi della politica
qualche fenomeno poi
«Non abbiamo mai evocato la devi aspettartelo».
spallata, né crediamo nell’automatismo tra voto amministrati- Soddisfatti i Ds per la «netta vitvo e voto politico», dice segreta(Continua a pagina 8)
8
INTERNI
Giustizia e Libertà
27 novembre 2007
Comunali, non arriva la spallata. L'Unione: «Riflettere sul nord»
toria, per la prima volta ad Agrigento, del candidato di centrosinistra Marco Zambuto» che
era sostenuto da Ds e Udeur.
che è quella di garantire il recupero del voto moderato da un
lato e di evitare pericolose e
dannose derive radicali dall'altro».
Antonello Giacomelli (Dl), invece, sostiene che «la Cdl rischia di
finire come i pifferi di montagna, che partirono per suonare e
finirono suonati».
Soddisfatto per il risultato di Taranto il Pdci con Pino Sgobio che
sottolinea la «forza propulsiva»
della sinistra.
(Continua da pagina 7)
Vannino Chiti (Ds) dice: «Mi pare che non ci siano sfondamenti»
e inoltre, aggiunge, «mi pare si
confermi che è un dato locale, è
sbagliato sempre dire che il dato
amministrativo è un dato nazionale e in questo caso mi pare che
si veda ancora di più».
Per Giovanni Russo Spena (Prc)
c'è una «straordinaria affermazione» del suo partito a Taranto e
«in generale il voto non sembra
proprio confermare il trionfalismo delle destre».
Per Angelo Bonelli (Verdi) c'è un
«sostanziale pareggio» con
«novità importanti come AgriPer Nuccio Cusumano (Udeur) si gento e Taranto». Ma, ammette,
tratta della «dimostrazione più il governo deve riflettere sul dato
evidente che il centrosinistra relativo al centro-nord.
vince se al centro è data la possibilità di svolgere la sua funzione, «La spallata non c'è stata -com-
menta Fabio Mussi, leader della
Sinistra democratica-. Però hanno suonato due campanelli d’allarme: i risultati al Nord e il calo della partecipazione al voto».
«Il voto -spiega il segretario di
Rifondazione Comunista Franco
Giordano- è profondamente disomogeneo, c'è un problema serio al Nord e secondo me questo
problema si chiama operai e lavoro dipendente verso cui abbiamo un debito sociale».
«Berlusconi si metta il cuore in
pace. Per stare nel pianeta calcio, parafrasando Trapattoni,
potremmo suggerire al Cavaliere di “non dire gatto se non l'hai
nel sacco”», commenta infine l'ulivista Franco Monaco «La spallata berlusconiana è svanita ancora una volta».
L’Unità
28.05.2007
Berlusconi:
“Mai tentato la spallata al Governo”
da www.notizie.tiscali.it (07.10.2007)
Fassino attacca, Berlusconi
risponde. La nascita del PD e il
discorso di Veltroni non hanno
ridotto le distanze tra la maggioranza e l'opposizione.
"Con la nascita del Partito
democratico il governo Prodi
è più forte, senza ombra di
dubbio" dice Piero Fassino,
segretario dei Ds, in una intervista al Messaggero.
"Non è uno slogan", aggiunge
e spiega: "La debolezza del
governo non sta nella politica
che attua, dove anzi può vantare risultati importanti. La fragilità sta nella frammentazione
che a sua volta produce rissosità
ed esasperazioni di visibilità, cose che l'avvento di un Pd coeso e
forte contribuirà a far diminuire".
"Non è un caso -sottolinea Fassino- che Berlusconi tenti la spallata ora che il Pd è in fasce, ha
capito che una volta che il nuovo
partito sarà strutturato e in
campo tutto sarà più difficile
per lui. Noi stiamo innovando
profondamente, Berlusconi no.
Lui rappresenta il vecchio, sarebbe la quinta volta che si pre-
anche le parole di Walter Veltroni che insiste sulla possibilità per il Pd di andare da solo
alle elezioni, Fassino spiega:
"Il tema non è se andare da
soli o con altri. Il tema vero è
se andarci sulla base di un
programma condiviso e di
una coalizione percepita come affidabile. Se ci si riesce
con gli alleati, bene; se non ci
si riesce valuteremo anche
l'ipotesi di and are da soli.
Non è una decisione a priori".
senta alle elezioni".
Immediata la replica di Silvio
Berlusconi che dice di non aver
mai parlato di la “spallata” contro il Governo. "Non ho mai tentato nessuna spallata. Spallata è
un termine che non ho mai usato".
A margine del convegno organizzato dal partito liberal-democratico europeo, il presidente di Forza
Italia ha quindi aggiunto: "Spalla
ta è un termine che è stato usato
alla stampa e che non mi appartiene".
Silvio Berlusconi non vuole intervenire sul merito del discorso
pronunciato da Walter Veltroni
alla convention del Pd, ma non
può evitare di sottolineare una
certa 'contraddizione': "Mi è
sembrato che ci sia stato un
punto alto di comicità vedendo
come qualcuno che è in politica
da 35 anni si presenti e venga
recepito, per esempio dall'Unità,
come la nuova politica".
Berlusconi precisa come questa
faccia della "capacità di modificare la realtà che ha la sinistra".
Fassino ha voluto commentare
(Continua a pagina 9)
27 novembre 2007
INTERNI
Giustizia e Libertà
9
Dopo anni la manovra è stata licenziata senza ricorrere alla fiducia: 161 sì, 157 no
Prodi: "I conti si fanno a fine legislatura. Siamo entrati in una nuova fase della politica"
Il Senato approva la Finanziaria
Sconfitta la Cdl, ma l'Unione perde pezzi
Gli avvisi di sfratto al governo di Bordon e Dini. "Superare l'attuale
quadro politico perché questo governo non è adatto a realizzare le
politiche necessarie al Paese"
di Claudia Fusani, La Repubblica (16.11.2007)
Alla fine, quando alle 22
e 35 sul tabellone elettronico dell'aula di palazzo
Madama la Finanziaria
viene licenziata con 161
voti a favore e 157 contrari, più che il vincitore
è chiaro chi è lo sconfitto.
Non è esatto dire che
hanno vinto governo e
maggioranza.
E' più esatto dire che ha
perso Silvio Berlusconi.
Dopo mesi di annunci e
di campagna acqui sti,
sono fallite spallate e
implosioni. Lo si capisce
dai banchi dell'opposizione da dove piovono
coriandoli di carta e fogli
bianchi, urla e rabbia.
E dalla foga con cui il
senatore azzurro Viceconte cerca il contatto fisico con il senatore
dell'Ulivo Mario Gasbarri, entrambi a mala pena
trattenuti dai commessi.
cui ha accusato l'opposizione di "corruzione
di senatori" e che
sancisce "la fine della
politica delle spallate e
il ritorno, d'ora in
avanti, alla primazia
della politica vera", rac
coglie complimenti e
gratitudine, ma soprat
tutto vuole stringere le
mani della senatrice a
Romano Prodi cerca
l'abbraccio con Tommaso Padoa-Schioppa e poi
con il sottosegretario
D'Andrea prima di
sfilarsi dall'aula e presiedere il consiglio dei
Ministri straordinario
che deve approvare le
variazioni della spesa di
bilancio e il bilancio, il
passaggio tecnico che
licenzia la manovra. Anna Finocchiaro, protagonista di un intervento in
vita Rita Levi Montalcini, 94 anni, rimasta
sempre in questi giorni e
questa
sera
fino
all'ultimo a fare il suo
dovere.
ni ha chiuso le dichiarazioni di voto: "Proseguiremo con determinazione
nella
nostra
iniziativa politica liberaldemocratica
con
l'obiettivo di superare
rapidamente
l'attuale
quadro politico poichè il
governo che ne è espressione non appare adatto
a realizzare le politiche
Berlusconi: “Mai
tentato la spallata,
al governo”
(Continua da pagina 8)
Quanto al contenuto del
discorso di Veltroni, l'ex
premeir si è limitato a
dire: "Non intervengo
in casa d'altri, vedremo".
Infine il presidente di
Forza Italia risponde al
leader di An Gianfranco
Fini, che aveva parlato
di partito unico del
centrodestra, affermando che si tratta di un progetto non per domani ma
forse per dopodomani,
chiedendo di "fermare
le ipocrisie".
"Il partito unico è il
mio sogno che intendo
realizzare -ha precisato
Berlusconi- è un sogno
che io voglio si trasformi in realtà"
www.notizie.tiscali.
it
07.10.2007
necessarie per invertire
la tendenza al declino
economico e civile del
paese".
Ecco, il Senato ha
licenziato la Finanziaria,
"97 articoli, 716 votazio
ni -ricorda la FinocDini:
chiaro- in nove giorni
l'ultimo avviso
senza mai ricorrere alla
al governo Prodi
fiducia".
Ma sulla maggioranza in Ma in quali condizioni ?
festa rimbombano pesan E a quale prezzo ?
tissime le parole con cui Soprattutto, cosa succeil senatore Lamberto Di(Continua a pagina 10)
INTERNI
10 Giustizia e Libertà
27 novembre 2007
Il Senato approva la Finanziaria. Sconfitta la Cdl, ma l'Unione perde pezzi
(Continua da pagina 9)
de adesso ?
Nelle prossime settimane,
entro la fine dell'anno, la
maggioranza è chiamata
ad approvare decreto
fiscale e protocollo sul
welfare che dovranno
tornare
a
Palazzo
Madama dalla Camera;
dovrà
approvare
definitivamente la Finanziaria che tornerà qui in
terza lettura; e poi il
decreto sicurezza.
Insomma, molte prove,
tutte ravvicinate. E ognuna rischia di essere
decisiva per la tenuta del
governo.
A quel punto, con chi
voteranno i liberaldemocratici di Dini, Scalera e
D'amico ?
E con chi l'Unione democratica di Willer Bordon e
Roberto Manzione ?
Dini:
"Non ho tolto la
fiducia a questo
governo,
valuteremo
di volta in volta"
Le domande che rovinano
la festa dell'Unione sono
esattamente queste.
Il discorso di Dini -due
pagine e mezzo- le pone
in modo chiaro, senza
ombre.
Quello che è chiaro è che
mai i diniani salteranno il
fosso per andare con la
Cdl.
Dopo l'aula Lambertow
arriva alla buvette.
Senatore, lei pensa a un
nuovo governo in questa
stessa maggioranza ?
A un'ipotesi di governo
tecnico ?
"No, ho detto che
questo governo e questa
maggioranza non sono
in grado di superare
questa crisi. Lo dicono i
numeri: in un anno il
governo ha dimezzato i
consensi".
Quindi ha tolto la fiducia ?
"Non ho detto neppure
questo, valuteremo di
volta in volta, saranno
le forze politiche a determinare come uscire
da questa situazione".
Mani libere, quindi, d'ora
in avanti.
Perché stasera i diniani
hanno votato "una Finanziaria che presenta
molte fragilità seguendo
l'etica della responsabilità". Ma dal prossimo
voto, la decisione sarà
presa
"sulla
base
dell'etica dei principi"
che stasera, ad esempio,
avrebbero spinto verso un
voto negativo.
Avviso di sfratto
anche da Bordon
Prima di Dini ha preso la
parola per Willer Bordon.
Anche dall'Unione dei
democratici arriva un
avviso di tempo scaduto
al governo Prodi.
"Il nostro sarà un voto
favorevole -dice Bordonma nello stesso tempo
vogliamo sottrarci ad
una ridicola conta che
oggi ha portato l'opinione pubblica a giudicare il risultato di
quest'aula come una sor
ta di giudizio di Dio.
Passa la finanziaria ma
non cambia la nostra va
lutazione sulla fragilità
del sistema politico".
Per Bordon esiste al
massimo "una maggioranza aritmetica" ma,
avverte, "non avrebbe
più senso continuare se
non si riesce ad affrontare e a colmare le
distanze che in una
coalizione come la nostra sono diventate su al
cuni terreni al momento
incolmabili".
Pallaro
e Fisichella,
i primi seguaci
Il discorso di Dini ha
colpito nel segno. Il
senatore eletto in sud
america Luigi Pallaro
dichiara appena uscito
dall'aula: "Potrei aderire al gruppo di Dini".
Domenico Fisichella,
anche lui orfano di
partito, non esplicita ma
intorno a lui molti hanno
raccolto aperture alla
posizione di Dini.
Prodi soddisfatto
Il premier è contento ma
non esulta.
Non potrebbe farlo.
In aula non ha incrociato
il saluto con Dini.
E anche con Bordon c'è
stata freddezza.
Così si limita a due
osservazioni.
prossimi mesi arriveran
no i frutti. Non ho dubbi che siamo entrati in u
na nuova fase della nostra politica. Adagio, a
dagio, si vedranno i
frutti del buongoverno".
La seconda: "La finanziaria è stata votata senza la fiducia, è un risultato molto positivo.
Un grande successo".
Cossiga ruba
la scena
Ci ha pensato il presidente emerito a rallentare un po' la tensione
prima del voto.
Arrivato in aula alle 22 in
tempo per il voto, Cossiga "ruba" la parola a
Anna Finocchiaro.
Non parla di finanziaria
perchè "come mi fu
insegnato anni fa i
bilanci sono tutti falsi".
Si dilunga invece sulla
battaglia di Balaclava
"dove 600 cavalieri,
nella guerra con la
quale il Regno di
Sardegna acquistò un
posto nel concerto delle
Nazioni europee, furono
tutti
sterminati
dal
fuoco nemico. Tranne il
comandante che qui
non c'è" e si guarda
intorno in cerca, forse, di
Berlusconi.
"Ma voi -conclude Cossi
ga- siete entrati nella
valle della Morte e
nessuno dimenticherà il
vostro
disperato
e
disperante
coraggio".
La prima: "I conti si
fanno a fine legislatura.
Sono tranquillo. La manovra approvata oggi è La Repubblica
di grande successo. Nei 16 novembre 2007
Il segretario del Pd parla delle tappe della "nuova stagione" avviata
dopo l'approvazione della Finanziaria.
“La maggioranza è compatta”
Veltroni: “Fallita la spallata nel 2008 avanti con le riforme”
"Disponibilissimo ad incontrare Berlusconi. Tenere conto delle posizioni
di Dini e Bordon" - Convegno a "Italiani Europei" sulla legge elettorale.
D'Alema: "Irragionevole che il Cavaliere resti fuori"
da La Repubblica, 16.11.2007
"Se passa la Finanziaria detto Veltroni una setti- al Senato e quando era positiva per la Finanzsi apre una nuova mana fa, in piena campa- veramente azzardato im- iaria.
stagione politica" aveva gna acquisti del Cavaliere maginare una soluzione
(Continua a pagina 11)
INTERNI
27 novembre 2007
Giustizia e Libertà
11
“La maggioranza è compatta”
(Continua da pagina 10)
Si capisce quindi la
soddisfazione del segreta
rio del Pd che stamani, in
sieme con il vicesegretario Dario Franceschini,
ha convocato una conferenza stampa per tracciare
la road map della nuova
stagione.
La Finanziaria, dice
Veltroni, "è la prova
della compattezza del
Senato" e porta con sè un
valore di merito ("E' una
manovra
diversa,
distribuisce risorse, non
pesa sulle tasche degli
italiani, taglia i costi
della politica") e un
valore politico: "La spal
lata non c'è stata".
Si apre la stagione "per
affrontare i nodi di
fondo del paese".
Per Veltroni la nuova stagione si basa su due
pilastri: "Il governo c'è e
deve
continuare";
"contemporaneamente
deve andare avanti il
cammino delle riforme
costituzionali già incardinato a Montecitorio".
Il segretario si riferisce al
pacchetto di modifiche in
aula alla Camera che prevedono una sola Camera
col vincolo della fiducia,
la riduzione del numero
dei parlamentari (500 invece che 945) e più poteri
al premier nella formazio
ne del governo.
"Finora il dibattito
sulle
riforme
ha
risentito
dell'atteggiamento di chiusura da
parte di Forza Italia.
Ma da domani -aggiunge
Veltroni- An, Udc e Lega
diventano interlocutori
im portanti. Così, forse,
anche
Forza
Italia
verrà".
Poi l'invito: "Voglio
incontrare
Berlusconi...".
Ma lui vorrà ?
In attesa di risposta,
Veltroni accarezza Dini
il ribelle: "Anche lui
vuole
una
nuova
stagione. Rimanga".
Dalla spallata mancata
all'avvio del "cantiere
2008" per le riforme, sono i temi del giorno e dei
prossimi mesi. A comin
ciare dalla riforma eletto
rale.
Nel pomeriggio è organizzato da tempo un con
vegno presso la Fondazione Italiani Europei
su quale modello elettorale per l'Italia.
L'incontro, vista la giornata, il momento e gli
ospiti -attesi il leader
dell'Udc Casini, Fini e il
numero 3 di Forza Italia
Fabriz io
Cicchittodiventa quasi una prova
generale di dialogo tra
maggioranza e opposizione.
"Io spero che la logica
del muro contro muro,
delle spallate e degli
annunci di crisi venga
abbandonata e si guardi al dialogo necessario per il bene comune" dice il ministro degli Esteri Massimo D'Ale ma arrivando al conve
gno.
Il paese adesso ha bisogno di concentrare le
forze sulle riforme. Una
nuova bicamerale, dieci
anni dopo. D'Alema le
elenca, "una nuova legge elettorale e una riforma di natura istituzionale che completi il
riassetto del sistema".
La Repubblica
16 novembre 2007
Intervista del Cavaliere a Canale 5: "Prodi cadrà e si andrà al voto"
E a Fini manda a dire: "Nel centrodestra non cambia nulla"
Berlusconi: "La maggioranza è implosa
Ma sono stato l'unico a darsi da fare"
E Mediaset si scusa con il presidente di Alleanza nazionale
Cicchitto: "Riforme con questo governo? Una barzelletta"
da La Repubblica (16.11.2007)
"Ieri l'implosione c'è
stata". "Non mi sento
sconfitto, gli italiani mi
appaludono, il resto non
conta".
Silvio Berlusconi (prima
a "Panorama del giorno" e poi a Radio Anch'io), vede così l’approvazione della Finanziaria
da parte del governo e lo
stato di salute della sua
leadership.
Torna a negare di aver
mai parlato di "spallata"
all'esecutivo, il Cavaliere
e parla, invece, di "implo
sione del centrosinistra", riferendosi a quei
senatori della maggioranza "che si sentono a
disagio in una coalizione
che subisce i diktat
dell'estrema sinistra".
Poi
l'attenzione
di
Berlusconi si sposta sulle
questioni interne alla Cdl.
Su quel Gianfranco Fini
che chiede a gran voce una svolta.
Secca la replica di Berlusconi: "Nel centrodestra non cambia nulla.
Se ci sono delle nuove
idee che finora non ci
sono state io sono aperto
ad
interpretare
la
volontà degli italiani.
L'unico che si sia dato
da fare nella direzione
indicata dagli italiani
sono stato io. Il resto e'
soltanto politichese da
professionisti
della
politica ormai lontani
dalla realta' e incapaci
di sentire quali sono i
sentimenti della gente''.
Se non è una porta
sbattuta in faccia, poco
ci manca.
Chi invece si scusa con
Fini è Mediaset.
Era nota la rabbia del
presidente di An, per le
intromissioni delle tv del
Cavaliere nella sua vita
privata. E oggi, con una
nota, arriva la presa di
distanza della presidenza
di Mediaset "dagli
eccessi giornalistici e
satirici che hanno colpito negli ultimi giorni
la vita privata di Gianfranco Fini".
Ed ancora: "La derisione che si trasforma in
dileggio -si legge in una
nota- non è accettabili".
Respinta, invece, la tesi
che vedeva "un disegno
politico-editoriale orchestrato dal gruppo Fi
ninvest ai danni del pre
sidente di An".
Chiusa la parentesi
interna, Berlusconi torna
a parlare del governo.
O meglio della "prossima" fine del governo.
Citando i sondaggi
("solo un italiano su 5
ha ancora fiducia nel
governo Prodi mentre
la Cdl e' vicina al 60%)
e accantonando prudentemente il termine
"spallata".
Ma perseverando nel
prevedere la caduta in
tempi brevi: "La prossima volta che un
provvedimento
del
(Continua a pagina 12)
12
INTERNI
Giustizia e Libertà
27 novembre 2007
Berlusconi: "La maggioranza è implosa Ma sono stato l'unico a darsi da fare"
(Continua da pagina 11)
governo pas serà al voto
del Senato non ci sarà la
maggioranza
che
lo
approverà e quindi il
governo cadrà".
E se questo accadrà,
prevede il leader di Forza
Italia, Prodi darà le
dimissioni e si aprirà un
periodo "in cui noi
cercheremo di ritornare
alle urne per ridare agli
italiani la possibilità di
farsi governare da un
governo che abbia la
fiducia degli italiani".
E che nessuno parli di
governo istituzionale:
"Sarebbe soltanto un
espediente per rinviare
il
giudizio
degli
elettori''.
Che, taglia corto Berlu-
sconi, "deve essere nel
2008".
Con una sola modifica
dell'attuale legge elettorale: quella che riguarda
l'attribuzione del premio
di maggioranza al Senato
da regionale a nazionale.
In linea col capo, il numero 3 di Forza Italia
Fabrizio Cicchitto arriva
ospite al convegno sulle
riforme organizzato da
"Italiani Europei" e
mette subito i puntini sulle "i": "Immaginare riforme con questa maggioranza e con questo
governo è una barzelletta. Dini e Bordon dicono che questa è
l'ultima volta che votano...di
quale gov e r n o
stia mo
p
a
rlando?".
P
i
ù
possibilisti,
invece,
i
toni della
Lega.
" N o i
s i a m o
interessati alla legge
elettorale, la vogliamo
fare a tutti i costi e
siamo
d is p o s t i
a
dialogare" dice Roberto
Maroni.
Mentre Forza Italia, oggi,
ha dato il via alla raccolta
di firme per chiedere
elezioni.
Storace
contro Fini
A Fini replica con durezza Francesco Storace.
L'ex portavoce del leader
di An, adesso leader de
"La Destra" accusa il
presidente di An di essere
"in astinenza da potere", parla di "ricatto più
isterico che razionale".
La REPUBBLICA
16 novembre 2007
Soddisfazione del Quirinale per l'approvazione della Finanziaria
"come prevede la Costituzione, senza maxiemendamenti né fiducia"
Napolitano rilancia le riforme
"Spero che adesso ci sia dialogo"
Marini: "A Palazzo Madama lavori lunghi ma era un impegno fondamentale per
il Paese - Qualcosa si muove fra i due schieramenti, c'è stata tensione ma il
risultato è importante
da La Repubblica (16.11.2007)
"Mi auguro che si aprano
realmente
prospettive
positive di dialogo e di
confronto".
All'indomani del varo del
la finanziaria, il presidente
della Repubblica Giorgio
Napolitano rilancia l'invito
al dialogo tra i poli ed
esprime "soddisfazione"
per l'approvazi one della
manovra
economica
"senza maxiemendamen
ti e senza il ricorso al voto
di fiducia".
Di "netta consonanza con
Napolitano" parla Franco
Marini: "Qualcosa
si
muove
nei
due
schieramenti -dice il
presidente del Senato- c'è
stata tensione ma il risul
tato è importante".
Senza
ovviamente
pronunciarsi sul risultato
politico del confronto a Pa
lazzo Madama, il presidente della Repubblica
mette in evidenza "il valore istituzionale del fatto
che sia sulla legge finanziaria, sia sulla conversione del decreto legge
che lo ha preceduto, si è
discusso in Senato articolo per articolo, emen-
damento per emendamento, come prevede la
Costituzione, senza fare
ricorso al voto di fiducia
su un maxi emendamento
che
avrebbe
stroncato
questa
possibilità di confronto".
Alla vigilia dell'inizio
dell'iter parlamentare della
Finanziaria, Napolitano
aveva raccomandato a
Romano Prodi e ai
presidenti delle Camere di
e v i ta r e
q u an t o
più
possibile la legge di
bilancio cadesse, appunto,
nello scontro frontale tra
maggioranza e opposizione e delle varie componenti della maggioranza.
Per questo il capo dello
Stato, esprimendo la
propria soddisfazione, ora
auspica che "si aprano
realmente
prospettive
positive" di con fronto in
Parlamento anche per la
legge elettorale e per le
riforme istituzionali".
E proprio nella prospettiva
di lavorare a una nuova
legge elettorale e alle
riforme "necessarie", dal
giorno dell'appro vazione
della Finanziara qualcosa
si muove in entrambi gli
schieramenti:
ne
è
convinto il presidente del
Senato, Franco Marini,
che
ravvisa
"la
disponibilità
di
importanti leader politici"
e si augura "che si riesca
a farlo, perché il Paese
ne ha bisogno".
Anche Marini parla di
"soddisfazione
vera",
perché "come si sa, il Senato non ha una grande
maggioranza, anzi, per
usare un eufemismo,
siamo divisi in due", e
sottolinea
che
"la
Finanziaria
era
un
impegno fondamentale
per il Paese e quindi ha
impegnato il Senato, tra
lavori di commissione e
Aula, per un mese e
mezzo".
Un grazie a tutti i senatori
"perché con 700 votazioni senza che il governo abbia dovuto mettere
la fiducia, c'è stata tensio
ne ma è stato fatto un
lavoro importante".
♦
INTERNI
27 novembre 2007
Giustizia e Libertà
13
Il passo doppio Prodi-Veltroni
di Eugenio Scalfari (Repubblica, 18.11.2007
GIOVEDI' 15 novembre, alle ore 22.30 il
quadro elettronico nell'aula del Senato ha registrato l'approvazione della
legge finanziaria (senza
voto di fiducia) con una
maggioranza di quattro
voti.
Venerdì 16 novembre
Walter Veltroni ha presieduto una riunione alla
quale erano stati invitati i
rappresentanti di tutti i
partiti per discutere le
riforme istituzionali e una
nuova legge elettorale.
Udc, Lega.
rafforzamento dei partiti
di maggior dimensione
numerica implicito sia
nel modello tedesco sia
in quello francese, in
quello britannico e in
quello spagnolo.
Questo è dunque lo stato
dei fatti.
Il negoziato sulle riforme
andrà avanti speditamente con un'alta probabilità
di successo.
Maggiori poteri al primo
Ai nastri di partenza i piministro e poteri di conlastri sui quali si cercherà
Comunque in tempo per
le elezioni europee del
2009, alle quali potrebbero essere abbinate
quelle politiche.
Ma c'è l'incognita Dini e
-al seguito- l'incognita
Bordon.
Vorranno impedire con i
loro cinque voti che
questa strategia si compia?
E potranno farlo ?
***
Gli invitati c'erano tutti.
I rappresentanti di Forza
Italia hanno opposto il solito "niet" all'apertura del
dialogo.
Fini, Casini e Maroni per
la Lega, si sono dichiarati
disponibili.
Voci maliziose quanto
anonime sussurrano di un
vero e proprio contratto
che
sarebbe
stato
stipulato tra Dini e Berlusconi.
Personalmente non ci cre
do.
Non per ragioni di tempra morale che, per quanto riguarda il secondo,
sarebbe rischioso invocare, ma per quanto riguarda Dini per ragioni
di convenienza.
Vendersi l'anima ?
Essere schiavo per tutta
la vita ?
Non è credibile.
Convenienza politica
allora ?
Ma quale ?
Prodi dal canto suo, nell'intervista rilasciata ieri a
Ezio Mauro, ha sponsoriz
zato l'iniziativa di Veltroni ed ha lanciato un appel
lo al paese e a tutte le forze politiche, nessuna esclusa, per collaborare alla fase delle grandi riforme che ora, dopo il varo
della Finanziaria, è finalmente possibile aprire.
Chi dava il governo per
morto dovrà ancora una
volta ricredersi.
Chi critica, impropriamente, il voto dei senatori
a vita e lo sottrae dal risul
tato numerico, arriva tutta
via alla conclusione che
la maggioranza, sia pure
con un solo voto, è ancora
lì mentre l'opposizione, su
bito dopo la sconfitta parlamentare, si è spaccata in
due: da una parte Berlusconi e Storace, dall'altra
-pronti al negoziato- An,
luglio o entro ottobre al
più tardi.
di costruire una buona
legge elettorale sono
condivisi da tutte le principali forze politiche: il
principio della proporzionalità che evita le
"ammucchiate" non omogenee tra forze politiche di diversa e spesso
opposta identità culturale; il principio della
governabilità; il rifiuto
del premio di maggio
ranza; il principio d'un
trollo più penetranti al
Parlamento. Senato federale.
Questa è la piattaforma
condivisa.
Ora bisognerà chiarire
qualche punto controverso e passare dai principi
alle norme, operazione
non facile ma nient'affatto impossibile.
Se non vi saranno incidenti di percorso il lavoro
potrebbe compiersi entro
Elezioni nel 2008 non ci
saranno. Se il governo
entrasse in crisi nei
prossimi mesi ce ne sarà
un altro "di scopo": per
attuare le riforme istituzionali e una nuova leg
ge elettorale.
Sarebbe sostenuto dal Par
tito Democratico ed anche da Fini Casini e dalla
Lega.
Se la crisi fosse provoca(Continua a pagina 14)
14
INTERNI
Giustizia e Libertà
27 novembre 2007
Il passo doppio Prodi-Veltroni
(Continua da pagina 13)
ta da Dini evidentemente
non potrebbe esser lui a
presiederlo né ad insediar
si in un ministero importante.
Dovrebbe dunque aspettare le elezioni future
quando saranno.
Campa cavallo.
E con un futuro quanto
mai incerto.
Non si vede alcuna convenienza in questa strategia.
Dini ha in mente, se la
crisi comunque ci fosse,
di ricavarsi uno spazio
politico radunando i liberal-moderati.
Non sono moltissimi i
liberal-moderati e sono
già sotto varie bandiere:
Casini, Tabacci, Mastel
la.
Anche Rutelli.
Anche una parte dei Popolari.
Fuori ruolo anche Pezzot
ta.
Ma
sono
divisi
e
difficilmente accorpabili.
Ciascuno segue un proprio vessillo e un proprio
leader.
Nessun leader di questi
raggruppamenti cederebbe il suo posto a Dini.
La sua sola convenienza è
restare dov'è acquistando
più spazio e più peso, se
potrà.
Può darsi che questa
analisi sia sbagliata. Può
darsi che Dini faccia un
colpo di testa.
Francamente non mi pare
il tipo ma non si può
escluderlo. Staremo a vedere e non ci sarà molto
da aspettare perché per
votare a marzo-aprile quel
colpo di testa bisognerà
farlo non oltre febbraio.
Bisognerebbe approfondirla.
Restiamo tuttavia ancora Forse è soltanto la punta
per qualche riga al tema di un "iceberg".
del mercato politico così
vivacemente sollevato
nella sua dichiarazione di
voto al Senato dal capo- Abbiamo già segnalato
gruppo dei Democratici, la stretta sequenza tra
l'approvazione
della
Anna Finocchiaro.
Finanziaria
e
l'iniziativa
A dibattito già chiuso
domandò la parola il sena di Veltroni di aprire il
tore De Gregorio, presi- confronto su riforme e
dente della Commissione legge elettorale tra tutte
Difesa, eletto nelle liste di le forze politiche. Questa
apre
la
Di Pietro e trasmigrato do iniziativa
stagione
del
nuovo
po breve tempo allo schie
partito e del suo
ramento di centrodestra.
segretario.
Il presidente Marini gli Il fatto nuovo è questo: il
chiese quale fosse il tema Partito democratico ha
sul quale voleva interve- dettato per la prima volta
nire.
l'agenda politica dei
Rispose che voleva prossimi mesi.
controbattere le parole Prima ancora di farsi le
"infamanti" della Finoc- ossa l'iniziativa è ora
chiaro.
nelle sue mani.
Nei due minuti che gli furono concessi riempì di in Intanto si sono insediati
sulti la senatrice affer- o stanno per esserlo
suoi
organi
mando che quanto a lui a- alcuni
n
e
l
l
'
a
m
b
i
t
o
della
veva la coscienza a posto,
C
o
s
t
i
t
u
e
n
t
e
:
una
a prova di bomba.
segreteria
provvisoria,
Tutti capirono che si
direzione
trattava di una autodifesa u n a
p
r
o
v
v
i
soria,
la
anche se la Finocchiaro
commissione
per
lo
stanon aveva fatto alcun
tuto, la commissione per
nome.
il programma.
Perché dunque l'intervento di De Gregorio ? In particolare l'indicazioParecchi giornali hanno ne dei valori e delle strapubblicato qualche tempo te gie per tradurre quei
fa una notizia desunta valori in atti politici.
dall'analisi dei bilanci dei Il dibattito attorno a quepartiti depositati in Par- sti temi parte da una dolamento.
manda: qual è il fondaÈ risultato che una cospi- mento del nuovo partito
cua somma fu versata da ?
Forza Italia ad un'asso- L'unione di due culture,
ciazione-partito fondata quella socialista e quella
da Di Gregorio.
cattolico-democratica ?
Il versamento seguì di Oppure qualche cosa di
poco il piccolo ribaltone più e di più complesso ?
personale del medesimo.
Elementi di liberalismo ?
La notizia è stata pubbli- Elementi di liberismo
cata da "24 Ore" e poi da economico ?
"Repubblica" e dal "Cor È un partito che guarda a
riere della Sera".
sinistra o che guarda
***
***
piuttosto al centro ?
Liberale di sinistra ?
Reincarnazione post-moderna del Partito d'azione?
Questo dibattito merita
di esser seguito con
attenzione. Mi permetto
di dire la mia opinione di
testimone interessato.
Io penso che il fondamento del Pd sia quello
di avere come punti di
riferimento le opportunità positive offerte dal
processo di globalizzazio ne mondiale, i
pe r i c o l i
che
esso
comporta, i diritti che
suscita e i doveri che si
accompagnano ad ogni
diritto, la necessità di
garantire a tutti l'efficienza dei servizi pubblici indivisibili, a comin
ciare dalla scuola, e poi
dalla sanità, dall'assistenza, dalla formazione, dalla ricerca, dalla
giustizia rapida, dall'inse
rimento dei giovani.
Una pubblica amministrazione efficiente e
snella. Ammortizzatori
sociali adeguati.
Sicurezza.
Meno Stato e più società. Mercato libero da mo
nopoli e corporazioni.
Manutenzione attenta
del
la
libera
concorrenza.
Sono parole ?
Tante, troppe volte ripetute e scarsamente e
spesso raramente attuate.
Ebbene, il nuovo partito
dev'essere il cane da slitta e da guardia di quelle
parole, del loro autentico
significato, della loro
duratura attuazione.
Cane da slitta per portare
avanti il carico e da guardia per custodirlo. Per
(Continua a pagina 15)
INTERNI
27 novembre 2007
Giustizia e Libertà
15
Il passo doppio Prodi-Veltroni
(Continua da pagina 14)
concludere con un'immagine direi che dovrebbe
essere un partito che
viene da sinistra e guarda
in avanti.
Ho letto pochi giorni fa
sul "Corriere della Sera"
un articolo di Pietro
Ichino su una politica
economica di sinistra
liberale.
Con le sue tesi concordo
pienamente.
Ho letto le tante pagine di
Gustavo Zagrebelsky sulla democrazia e la laicità
ed
anche
con
lui
concordo.
E con Claudio Magris
quando scrive di analoghe
questioni e parla delle
loro interazioni con la
letteratura.
Ho letto le riflessioni del
professor Toniolo sulla
politica economica neces
saria nell'Italia e nell'Europa di oggi.
Infine Ilvo Diamanti e le
sue analisi sui giovani e
la politica.
Ricordo ancora i convegni degli "amici del
Mondo" che fornirono
all'allora nascente centro
sinistra la base culturale
della sua politica.
È un buon esempio da te
ner presente.
Gli autori che qui ho
citato a titolo di esemplificazione confermano
l'esistenza di un deposito
culturale ed etico-politico
di prim'ordine con cui il
nuovo partito dovrebbe
attingere e che darebbe
agli italiani mag gior Nel loro comportamento
sicurezza e fiducia nel non c'è e non ci poteva
futuro.
essere alcun tornaconto e
alcun calcolo personale
né retropensieri di sorta
né capricciose meschinità
Credo doveroso che l'o- da soddisfare ma soltanto
pinione pubblica esprima il diritto-dovere di salgratitudine -al di là delle vaguardare le istituzioni
convinzioni politiche- a e il tessuto connettivo
quei senatori a vita che si della nostra società.
sono sobbarcati ad una
scelta di campo non per Ne faccio i nomi:
Ciampi,
sostenere un governo ma A n d r e o t t i ,
per assicurare al paese Colombo, Levi Montalcini,
quel minimo di stabilità Scalfaro.
possibile nelle condizioni Ad essi il nostro rispetesistenti, evitando rischi- toso saluto e augurio di
buona vita.
osissime avventure.
Spesso sono stati ricoperti di insulti che hanno Eugenio Scalfari
affrontato con dignitosa La Repubblica
18 novembre 2007
sopportazione.
***
Il leader dell'Udc: "Lavorare in modo più intelligente per mandare a casa il governo"
Le critiche di An: "Accuse inaccettabili quelle del Cavaliere.
Il capo della coalizione non deve dividere"
Fini e Casini: "Cambiamo o aiutiamo Prodi"
Ma Berlusconi ribatte: "Li ho fatti implodere"
L'arringa del Cavaliere ai gazebo di Roma: oltre 4 milioni di firme già
raccolte - Bossi: "Ora il premier faccia le riforme, gli stadi dimostrano che
la gente non ne può più"
da La Repubblica, 17.11.2007
ROMA
Il governo sopravvive
alla prova del fuoco della
Finanziaria e nel centro
destra
fioccano
le
polemiche.
Silvio Berlusconi finsice
sotto processo per aver
sbagliato tattica, ma le
critiche non lo smuovono
e, convinto, il leader di
Forza Italia difende le sue
mosse: "La maggioranza è implosa, sono preoc
cupatissimi".
Dal battello che lo
portava a zonzo sul Tevere per pubblicizzare la
raccolta delle firme in
favore del ritorno al voto,
Berlusconi si dice orgoglioso delle sue scelte:
"Se è una colpa aver fat
to implodere la maggioranza, beh, questa colpa
mi piace. La mia strategia ? No, non la cam-bierò: il resto è solo una
pura e semplice perdita
di tempo".
E' anche sulla iniziativa
dei gazebo azzurri che si
è appuntata la polemica:
bene, ma poi ?
Dicono sotto varie
forme gli alleati del
Polo.
Anche se gli organizzatori
annunciano
risultati trionfali: "Oltre
4,3milioni di firme già
raccolte -dicono-. Ed è
una confer ma che
bisogna votare subito".
Ma da Alleanza Nazionale trapela "forte irritazione" per le dichiarazioni del leader di
Forza Italia.
Gianfranco Fini, parlan
do con i suoi più stretti
collaboratori, rispedisce
"al mittente l'inaccetta
bile accusa di non aver
(Continua a pagina 16)
16
Giustizia e Libertà
INTERNI
27 novembre 2007
Fini e Casini: "Cambiamo o aiutiamo Prodi"
Ma Berlusconi ribatte: "Li ho fatti implodere"
fatto una sufficiente op
posizione al governo
Prodi".
Le cinquecentomila persone portate in piazza al
Colosseo contro il gover
no su fisco e sicurezza
"ne sono una controprova. Non erano lì
per prendere un caffè".
Da qui le accuse al Cavaliere: "Non serve fare
pagelle tra i più bravi e i
meno bravi nel combattere Prodi. La realtà
è che il governo, l'altro
ieri,
è
riuscito
a
sopravvivere a se stesso
approvando
una
Finanziaria, dopo tanto
tempo, senza ricorrere
alla fiducia. Ci vuole
umiltà da parte di tutti.
Perché tutti sbagliano.
Tutti".
Critico della strategia
della Cdl anche Pier
Ferdinando Casini che,
partecipando agli Stati generali della donne del
partito, dichiara: "La
strategia della Casa
delle libertà ha aiutato
fortemente
Prodi
a
superare indenne questi
scogli.
Dobbiamo
lavorare in modo più
intelligente per mandare
a casa questo governo
che, altrimenti, rimarrà
per i prossimi cinque
anni".
In merito, poi, all'apertura
al dialogo sulle riforme
lanciata da Prodi e Veltroni, il leader dell'Udc
ribadisce che "non
possiamo andare sul
l'Aventino".
In serata, nel dibattito interno alla Cdl, interviene
anche Umberto Bossi:
"Se il governo non è
caduto adesso, non
cade più. Berlusconi si
illudeva di fare cadere
il governo, ma in
questo si è sbagliato.
Bisognava
conoscere
tecnicamente le vie
giuste. I parlamentari
non fanno cadere un
governo se non sanno
quello che faranno dopo".
E ancora: "Visto che
Prodi è lì per fare le riforme a questo punto
che le faccia, il Nord altrimenti ha già migliaia
di persone scatenate.
Avete visto quello che è
successo negli stadi?
Ciò dimostra che la
gente non ne può più ".
In questo clima, a
difendere strenuamente
il cavaliere è il coordinatore di Fi, Sandro
Bondi: "Il virus del par
ticolarismo di partito è
andato a scapito della
concordia e dell'unità
dell'alleanza ed è arrivato tra di noi prima di
quel la legge elettorale
proporzionale che lo
favorisce.
Se
tutti
avessero
lottato
in
campagna elettorale co
me ha lottato con generosità e coraggio Silvio Berlusconi, forse avremmo vinto".
La Repubblica
17 novembre 2007
Il Cavaliere a Milano: "Forza Italia si scioglierà nella nuova formazione"
Scettici Udc e Lega, Umberto Bossi: "Ho paura che sia solo un favore a Prodi"
Berlusconi lancia una nuova sfida
"Nasce il Partito del popolo delle libertà"
Prima cauta apertura sulle riforme: "Disponibili a soluzioni utili per il Paese" Veltroni: "La nuova forza politica è il riconoscimento di una sconfitta"
da La Repubblica ( 18.11.2007)
MILANO
Pressato dalle critiche
degli alleati, Silvio Berlusconi scende in piazza
nella sua città, Milano, fa
una prima cauta apertura
sul tema riforme, e lancia
una nuova sfida: "Oggi
nasce ufficialmente qui
il grande partito del popolo italiano, un partito
aperto che è contro i par
rucconi della vecchia
politica. Invito tutti ad
entrare senza remore e a
venire con noi, questo è
quello che la gente vuole: Forza Italia si scioglierà
nella
nuova
formazione", che si
chiamerà,
appunto,
"Partito del popolo italiano delle libertà".
Un'iniziativa che non pare, almeno dai primi commenti, suscitare grande
entusiasmo nelle altre
componenti della Cdl.
E che per il segretario del
Pd Walter Veltroni rappresenta "il riconoscimento di una sconfitta".
Per l'annuncio il Cavaliere sceglie il gazebo di
piazza San Babila per la
raccolta di firme contro il
governo Prodi: "Sono
sette milioni", sottolinea
con orgoglio.
Un vero e proprio show,
il suo.
Che lo vede attorniato da
cori da stadio e urla, da
una grande bolgia in cui
si distingue Michela Vittoria Brambilla ("siamo
stati l'avanguardia del
nuovo partito, in cui adesso confluiremo", dichiara).
Intanto, il leader di Fi arringa la folla con un
megafono, per poi improv
visare un comizio in
mezzo alla piazza.
Quindi, sul nuovo partito, il leader dà appuntamento a domani, quando "presenteremo la nu
ova iniziativa"."Invitia
mo tutti -dice- a venire
con noi contro i parruc
coni della politica in un
nuovo grande partito
del popolo. Chiediamo
a tutti di mettere da
parte ogni timore e
ogni remora: questo è
quello che la gente
vuole".
Poco dopo, a chiarire
meglio le modalità organizzative del nuovo
partito, ci pensa il coordinatore di Forza
Italia, Sandro Bondi:
"Vi annuncio -dichiarache la prossima settimana ci sarà una nuova mobilitazione con i
gazebo in tutta Italia
per le adesioni al nuovo
partito".
Ma Berlusconi, nel suo
intervento
milanese,
parla anche d'altro.
Ad esempio, riguardo
agli italiani che hanno
firmato la sua petizione
contro il governo Prodi,
sostiene che "la metà"
non sono elettori del
centrodestra. Lo scopo,
ribadisce, è "avere nuove elezioni, ed eleggere
un nuovo governo.
Un governo che sia in
armonia con i suoi cittadini, un governo che
sappia governare".
Sul tema al primo posto
dell'agenda politica, l'eventuale apertura di un
dialogo tra i poli sulle
riforme (sollecitato anche da Gianfranco Fini e
(Continua a pagina 17)
27 novembre 2007
INTERNI
Giustizia e Libertà
17
Berlusconi lancia una nuova sfida "Nasce il Partito del popolo delle libertà"
(Continua da pagina 16)
Pier Ferdinando Casini)
da Berlusconi arriva
invece una prima seppure
parziale apertura: "Se l'altra parte avanzerà delle
proposte o dirà di sì a
nostra proposte saremo
i primi ad essere lieti di
trovare, per il nostro
Paese, una direzione di
svolta che assicuri la
democrazia, lo sviluppo
e la libertà".
Le reazioni al nuovo
partito.
Umberto Bossi teme
"che sia solo un favore
a Prodi". "La for za di
Berlusconi -dice il leader
della Lega- è sempre
stata la sua capacità di
coordinamento. Il suo
saper tenere uniti. Con
il
nuovo
partito
andrebbe quindi in una
direzione
differente
rispetto a quando ha
fatto fino ad ora. Se
perde questa forza, se ci
rinuncia, secondo me si
sbaglia".
Prima che parlasse Bossi
era stato Roberto Maroni a chiarire che il Carroccio non è interessato a
questo nuovo partito del
centrodestra: la Lega è
orientata soprattutto alle
riforme e nei prossimi
giorni lo stesso Maroni
incontrerà Veltroni.
alla Camera, Maurizio
Ronconi: "Un partito
non può nascere né in
provetta né dalle alchimie di un pur attento marketing politico.
L'Udc vuole concorrere
al partito popolare in
Italia che non nasce però da un atto di intelligente fantasia ma
da un confronto serio e
meditato; non nasce
dalla pancia ma dal
cervello".
E in serata fonti vicine a
Casini
commentano
l'annuncio di Berlusconi
ribadendo quanto detto
dal leader del partito nel
pomeriggio e cioé che
per il Cavaliere c'è anche
il momento della propaganda.
Positivo invece il giudizio all'apertura sul dialogo per le riforme.
prima
reazione
A tenere banco, però, re- La
dell'Udc
è
affidata
al vice Dal centrosinistra arriva
sta la novità del nuovo
la reazione di Veltroni:
presidente
del
gruppo
partito berlusconiano.
"Forse è il riconoscimento di una sconfitta"
dopo l'annunciata spallata, poi non verificatasi,
nei
confronti
del
governo. "E comunque
il riconoscimento che si
è conclusa una "stagione politica", dice il segretario del Pd.
"Un tempo era il centro
sinistra che inseguiva
modalità di comunicazione. Ora è Berlusconi
che ci insegue...Noi facciamo i gazebo e li fa an
che lui, noi facciamo un
nuovo partito e lo annuncia anche lui" ha aggiunto ancora Veltroni,
parlando in collegamento
telefonico con la trasmissione di Maurizio Crozza, su La7.
La Repubblica
18 novembre 2007
INTERNI
18 Giustizia e Libertà
27 novembre 2007
Cdl ad alta tensione:
Berlusconi gonfia il petto, An fischia Cicchetto
Fini: Alleanza Nazionale è pronta a lasciare.
Il Cavaliere: Forza Italia si scioglierà, nasce il Partito del popolo
da La Stampa (19.11.2007)
Sale la tensione nella Cdl.
Gianfranco Fini ha mandato un aut-aut al leader
Silvio Berlusconi: «Se la
Cdl entro gennaio non
cambia strategia e si siede tutta al tavolo di confronto con la maggioranza sulle riforme, Alleanza Nazionale lascerà», ha detto il presidente
di An.
E che i nervi siano tesi si
è visto anche al convegno
di Alleanza Nazionale ad
Assisi dove il vicecoordinatore di Forza Italia Fabrizio Cicchitto è stato
duramente e più volte
contestato.
Cicchitto ha respinto al
mittente le accuse che
erano state formulate da
Italo Bocchino a Silvio
Berlusconi, di avere cioè
alimentato la scissione di
An invece di occuparsi
della caduta del Governo
Prodi.
«Non so dove pensiate di
andare -ha replicato Cicchitto- mettendo in moto
piccoli plotoni di esecuzione che in nome del
partito unico tirano randellate a Silvio Berlusconi. Non andate da nessuna parte», ha ripetuto più
volte, coperto da fischi e
urla provenienti dalla platea, l’esponente azzurro.
La Russa:
“Berlusconi,
asso insostituibile”
Ignazio La Russa prova a
gettare acqua sul fuoco
dicendosi fiducioso che
alla fine la frattura tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini potrà ricomporsi.
«Io e Gasparri, che da
qui abbiamo parlato
chiaro su quelli che sono
per noi gli sbagli di Berlusconi,
desideriamo
fortemente
ricongiungerci e siamo certi che
darà frutti il seme posi-
tivo di unità che seminiamo al termine di
questi giorni. La Cdl
non è finita, tutto si aggiusterà».
Certo, per La Russa c’è
assoluta sintonia tra i colonnelli e il presidente
del partito: «La nostra
non è una linea di Fini
che il partito condivide,
è la linea del partito di
cui Fini è presidente,
discussa durante l’ufficio politico».
Nessuno mette in discussione Berlusconi, che è
«un asso insostituibile»,
ma ora occorre «cominciare una diversa strategia».
L’ironia di Casini
Anche il leader dell’Udc
Pier Ferdinando Casini
torna a invocare l’apertura di una nuova fase della
coalizione di centrodestra. Rivolgendo a Berlusconi l’ex presidente della Camera afferma:
«Serve la politica, non
la propaganda».
Casini esprime scetticismo inoltre sulla formula
della Casa delle libertà.
«Riproporre la vecchia
Cdl -dice- non porta da
nessuna parte. Mi auguro che Berlusconi e Fini
riflettano su questo».
Quanto alle riforme, Casini si augura che Berlusconi «attivi Gianni Letta, anzi probabilmente
in questo momento Letta sta già parlando con
Veltroni. Non so se è
vero, di certo è verosimile».
Il Cavaliere a muso
duro
Ma Berlusconi va dritto
per la sua strada e, ai Gazebo di Fi per la raccolta
di firme per tornare a votare, annuncia che Forza
Italia si scioglierà per
nella nuova formazione:
«Oggi qui nasce ufficialmente un nuovo
grande partito del popolo delle libertà, il partito del popolo italiano»,
prima di sottolineare che
in tutta Italia la firme raccolte nei gazebo di Forza
Italia hanno raggiunto i 7
milioni.
♦
L’intervista
“Lascio agli alleati i giochi
di Palazzo”
di Augusto Minzolini (La Stampa, 17.11.2007)
ROMA
«Se ho paura di essere
accerchiato, di avere
tutti contro ? Guardi,
io sono contento di essere accerchiato. Mai
come ora ho tanto consenso nel Paese. Lascio
a tutti gli altri, alleati
compresi, i giochi di
Palazzo e il teatrino
della politica».
Niente da fare. Tutti gli
chiedono di ripensarci, di
sedersi al tavolo delle
riforme, ma Silvio Berlusconi non ci pensa proprio. Nell’atrio della sede
di Forza Italia, a via dell’Umiltà, il Cavaliere ripete che ha solo due obiettivi in testa: la caduta del
governo Prodi e le elezioni. Se gli altri accettano di
fissare la data del voto nel
2008 si può parlare di tutto, altrimenti no. Né è impressionato dal cambio di
rotta degli alleati. O meglio, le aperture della Lega
e dell’Udc al confronto
sulla legge elettorale non
le condivide, ma le comprende. I toni usati da
Gianfranco Fini no. In privato si è anche arrabbiato: «Ha il vizio di litigare
con tutti». In pubblico tenta, invece, di ricucire sul
piano politico e non. Da
quella sera in cui Fini dopo aver visto su «Striscia
la notizia» la storia della
sua relazione con Elisabetta Tulliani chiamò al
telefono Ignazio La Russa
ospite di «Matrix» per ordinargli: «Vieni via, sulle
reti Mediaset non andiamo
più».
Berlusconi, non pensa di
aver sbagliato in qualcosa
con i suoi alleati?
«Io non ho nulla da
rimproverarmi.
Nei
confronti di nessuno.
Certo se poi qualcuno
mi tira in ballo per
“Striscia la notizia”, che
debbo dire? Come si
può pensare che io possa essere, chessò, il
mandante di una trasmissione di satira che
tutti i giorni mi prende
in giro. A parte questo,
Fini ha ragione. Sono
addolorato. Me la sarei
presa anch’io. Del resto,
sono io che gli ho telefonato per esprimergli la
solidarietà. Né tantome(Continua a pagina 19)
27 novembre 2007
INTERNI
Giustizia e Libertà
19
“Lascio agli alleati i giochi di Palazzo”
(Continua da pagina 18)
no - per parlare di un’altra accusa che mi fanno - ho spinto Daniela
Santanchè a lasciare
An»».
Non ha sbagliato neppure
a puntare sulla caduta del
governo sulla Finanziaria ?
«Io non ho mai fissato
una data. Ho parlato
solo con esponenti del
centrosinistra che dicevano peste e corna del
governo. Poi è chiaro
che se qualcuno il coraggio non ce l’ha, non se lo
può dare. Senza contare
che i senatori hanno subìto intimidazioni. Il governo ha fatto una pioggia di regali. Gli italiani
all’estero hanno ricevuto un forfait di 36 milioni. Alla fine, la sopravvivenza del governo è costata un miliardo di euro».
E, subito dopo, saremo
Alla fine, però Prodi è an- noi ad aprire immediatamente una stagione
cora là…
«Vede, io comprendo per le riforme».
l’etica della responsabiE se, invece, Prodi durasse ?
«Loro continueranno a
perdere consenso...».
E lei se ne starà fermo.
Non aprirà neppure sulla
legge elettorale ?
«Ci sono troppe posizioni nella maggioranza.
Neppure la proposta di
Veltroni è chiara. Non ci
sono le condizioni per
sedersi ad un tavolo per
un dialogo serio. E, a
ben vedere, neppure dentro il centrodestra c’è
una posizione univoca.
Ad esempio, se An accettasse un sistema come
quello proposto da Vellità di cui parla Dini. troni, non conterebbe più
Non credo però che que- niente. Verrebbe margisto governo possa anda- nalizzata».
re avanti. Le dichiarazioni di Dini sono state D’accordo, ma intanto
chiare. Addirittura, non Fini, Casini e Bossi hanmi aspettavo che Bor- no accettato di dialogare
don e Manzione facesse- con la maggioranza.
ro un’uscita simile. Né «Gli interessi dei partiche fossero seguiti a ti del centrodestra sono
ruota da Pallaro. Ora comuni. Nessuno è ustanno mettendo in piedi scito dalla coalizione e
un gruppo parlamenta- tutti vogliono mandare
re. Questo gruppo sarà a casa Prodi. E comunpadrone della legislazio- que, senta bene, qualne. Deciderà ciò che va siasi dialogo non può
approvato e cosa no. E prescindere da Forza
c’è ancora la Finanzia- Italia che è il primo
ria, il welfare e tante al- partito del Paese».
tre cose. Il governo cadrà. Neanche le polemi- Ma i suoi alleati ce l’hanche dentro il centrode- no con lei…
stra bloccheranno que- «Io ho dovuto sempre
sto processo. E se ci sarà ragionare con tutti, mela crisi, si andrà al voto. diare. Mi creda, non è
una cosa facile. A volte
è estremamente faticosa. E’ proprio il mio
ruolo che mi fa dire che
non sono fungibile,
perché nessuno potrebbe avere la pazienza
che ho io».
E se la legge elettorale
fosse accompagnata dall’impegno di votare nel
2008 ?
«Sono a disposizione.
Parliamone. E’ quello
che vogliono gli italiani. Per ora, non ci sono
proposte che giudichiamo valide».
Eppure il suo consigliere
preferito, Gianni Letta, ha
ipotizzato in un libro-intervista una vasta coalizione per le riforme.
«Intanto si tratta di
un’intervista rilasciata
mesi fa. Comunque io e
Letta siamo le persone
più ragionevoli che si
possano trovare. Ma lo
siamo sulle cose, appunto, ragionevoli, non
su quelle impossibili.
Chi ha fatto a suo tempo, subito dopo il voto,
l’offerta di una grande
coalizione? Io. Ma adesso dovremmo condividere la responsabilità
del disastro provocato
da Prodi. Ora le grandi
intese o il governo istituzionale non sarebbero una mossa giusta».
Augusto Minzolini
La Stampa
17.11.2007
Colpo di Scena
di Lucia Annunziata (La Stampa, 19.11.2007)
Diciamo che è possibile sognare.
L'idea sarebbe quella di immaginare che a questo punto, dopo un
duello lungo dieci anni, gli eterni
avversari Romano Prodi e Silvio
Berlusconi si convertano in due
padri della patria che, convinti dall’età, dalle medaglie e dalla ostinazione altrui, alla
fine portano insieme il Paese verso il cambiamento riforme elettorali, snellimento dell'esecutivo, abbattimento dei costi della politica.
Un sogno appunto, ma autorizzato a essere almeno
delineato dopo il secondo colpo di scena che in 48
ore ha scombussolato la politica italiana.
L'annuncio che Silvio Berlusconi fonderà un nuovo
partito segue di poche ore la vittoria di Romano Prodi in Senato ed entrambi i passaggi hanno lo stesso
risultato: quello di rimettere i due uomini in posizione decisiva dentro i rispettivi schieramenti, in cui
negli ultimi mesi avevano sofferto una progressiva
marginalità.
(Continua a pagina 20)
INTERNI
20 Giustizia e Libertà
27 novembre 2007
Colpo di scena
(Continua da pagina 19)
Ma decisiva per fare cosa ?
La novità di ieri non è tanto l'annuncio della rifondazione di Forza Italia e di tutta la Cdl in una nuova
organizzazione.
Il Cavaliere gioca da tempo con questa possibilità,
l'ha usata nei mesi scorsi, ammettendola e negandola, come bastone e carota del dibattito interno alla
sua coalizione.
Gli osservatori politici così ne hanno già sviscerato
ragioni e torti, potenzialità e limiti; ne hanno distinto -come è sempre d'obbligo nel caso di Berlusconiannunci da realtà.
Nell'insieme, dunque, l'accalorato discorso di Milano, in mezzo alla folla, non lascia di stucco.
È evidente che c'è dentro questo progetto un adeguarsi a destra alle novità portate dal Pd, di cui Berlusconi raccoglie il senso del rinnovamento e il processo dal basso, come lui stesso dice: «Oggi nasce
ufficialmente qui il nuovo grande partito del popolo italiano, un partito aperto che è contro i
parrucconi della vecchia politica. Invito tutti a
entrare senza remore e a venire con noi, questo è
quello che la gente vuole: Forza Italia si scioglierà nella nuova formazione» - che si chiamerà, appunto, «partito del popolo italiano delle libertà».
Così come è evidente che sciogliere tutto gli renderà
più semplice muoversi nei complicati rapporti con i
suoi alleati-amici-nemici.
Meno ovvia è invece l'unica dichiarazione politica
uscita dal discorso milanese così segnato dall'entusiasmo. Berlusconi ha indicato infatti anche il primo
passo che il nuovo partito potrebbe fare, e la sua prima intervista a questo giornale lo conferma: riaprire
il dialogo fra Cdl e governo, appunto.
«Se l'altra parte avanzerà delle proposte o dirà di
sì a nostre proposte saremo i primi a essere lieti
di trovare, per il nostro Paese, una direzione di
svolta che assicuri la democrazia, lo sviluppo e la
libertà».
La novità, il colpo di scena è questo.
Da ieri sera Silvio Berlusconi ha ufficialmente ripreso in mano la partita che fino a poche ore prima aveva sostenuto di non voler fare, preferendo -così diceva- andare alle elezioni subito, e con la vecchia
legge.
Molti dei suoi amici dentro Forza Italia, come Gianni Letta, hanno caldeggiato questa mossa, e molti
suoi alleati ne erano sicuri: Casini proprio ieri pomeriggio aveva ironicamente anticipato che proba-
bilmente Letta e Veltroni si stavano già parlando.
Da ieri sera insomma Berlusconi ha archiviato la
prima fase della sua opposizione a Prodi.
Dove lo porteranno ora i suoi passi ?
Con chi dialogherà all’interno del centro-sinistra,
con che modello di riforme in mente, e soprattutto
con quanta serietà e convinzione procederà ?
Da qui arriviamo al sogno di cui si parlava prima.
È ovvio infatti che un Silvio Berlusconi che scende
in campo nel dialogo fra coalizioni ha tutta la forza
e l'interesse a dinamitarlo.
Il dialogo dopotutto è stato lanciato da Walter Veltroni, cioè da un leader più giovane di lui, e potenzialmente più popolare di lui.
Perché mai, dunque, Berlusconi dovrebbe impegnarsi in una mossa che rafforza il suo più forte avversario ?
D’altra parte, in questi mesi, e in particolare in questi ultimi giorni, dopo la vittoria di Prodi al Senato,
potrebbe aver pensato a una rotta più saggia: se c'è
un giovane avversario, perché mai non contrastarlo
sottraendogli ruolo sul suo stesso terreno ?
Magari ri-costruendo un rapporto con l'avversario di
sempre, quel Prodi lui stesso di nuovo al centro della politica ?
E chissà che, su questa strada, via via, non ci
scappi anche di diventare un Padre Fondatore.
Lucia Annunziata
La Stampa
19.11.2007)
«Auguri alla nuova formazione, lavoreremo insieme anche senza vincoli di coalizione»
Partito del Popolo, Fini gela Berlusconi
«Alleanza nazionale non vi confluirà»
«Proposta plebiscitaria e confusa. Una scorciatoia personalistica.
Noi non ci scioglieremo»
da Corriere della Sera (19.11.2007)
Un no netto. All'indomani della mossa di Silvio
Berlusconi, che a sorpresa da un gazebo di Forza
Italia a Milano ha lasciato il partito del Popolo
delle Libertà, il leader di
An, Gianfranco Fini,
alza un muro. Lo aveva dice a Panorama del
spiegato fin dalla mattina giorno su Canale 5. E lo
(«Non se ne parla pro- ha ribadito nel tardo po(Continua a pagina 21)
prio»), intervenendo a
27 novembre 2007
INTERNI
Giustizia e Libertà
21
Partito del Popolo, Fini gela Berlusconi «Alleanza nazionale non vi confluirà»
(Continua da pagina 20)
meriggio, dopo la riunione dell'ufficio politico di
Alleanza nazionale, proprio a pochi minuti dall'ufficializzazione della
nascita del «Popolo della
libertà» da parte del Cavaliere.
«NON CI
SCIOGLIMO»
«Alleanza nazionale -si
legge in una nota di via
della Scrofa, attribuita
proprio al presidente del
Partito- non si scioglie e
non confluisce nel nuovo partito di Berlusconi, a cui fa gli auguri e
con cui si confronterà
in Parlamento e nel paese per mandare a casa
Prodi e costruire una
alternativa alle sinistre».
Una posizione, quella di
An, che di fatto segna la
fine dei propositi di creazione di un unico soggetto politico come evoluzione dell'attuale coalizione, una prospettiva a
cui sembravano lavorare
sia Berlusconi sia Fini
fino a qualche settimana
fa.
Ma ora An sembra intravedere un cammino non
in simbiosi ma piuttosto
in parallelo con il nuovo
partito berlusconiano:
«Anche in assenza di
vincoli di coalizione - ha
spiegato ancora Fini-, An
lavorerà per definire un
progetto politico che sui
temi della legalità, dello
sviluppo
economico,
della giustizia sociale,
delle riforme sia in sintonia con l'interesse nazionale e con le aspettative del popolo di centrodestra».
«BIPOLARISMO
FINITO ?
NO»
Dalle parti di An non è
piaciuto l'accenno alla
fine del bipolarismo fatto
dal Cavaliere durante
l'intervento al tempio di
Adriano.
«La fine del bipolarismo ? Dipenderà dalla
legge elettorale» si è limitato a commentare Fini.
Più esplicito Altero
Matteoli, già ministro
dell'Ambiente nel governo Berlusconi e attuale
presidente dei senatori di
An: «Non possiamo essere d'accordo su questo».
«SCORCIATOIA
PERSONALISTICA»
Non è trapelato oltre sulla riunione dell'ufficio
politico di An, voluta da
Fini per discutere del
nuovo scenario venutosi
a creare nel fronte del
centrodestra.
Il presidente non ha na-
scosto di non aver
gradito il modo in
cui è stata presentata la proposta,
«plebiscitario e
una
confuso»,
sorta di «scorci atoia personalistica» utilizzata dall'alleato.
«An non si scioglierà» per entrare nella nuova
formazione,
ha
dichiarato
più
volte Fini nella
giornata.
Una prospettiva,
questa, che dovrà
invece essere oggetto di discussione in casa Udc,
dove una parte
del partito, quella che fa
capo a Giovanardi e D’Onofrio, valuta con favore l’ipotesi di una confluenza nel nuovo soggetto politico.
svolta a favore del proporzionale deve essere
stata accolta come una
vera e propria doccia
fredda capace di raffreddare ogni entusiasmo
dell'ex vicepremier. Che
vedeva nella legge elettorale
il
possibile
«Vietnam di Prodi, il
terreno sul quale Prodi
perde la sua partita dopo essersi salvato nel
confronto sulla Finanziaria».
STORACE
E IL CAVALIERE
La tensione nella Cdl
continua intanto a crescere.
E a mettere altra carne
sul fuoco delle polemiche ci pensa Francesco
Storace,
Nel suo blog il fondatore
di La Destra accusa il
suo ex partito Alleanza
Nazionale di spudoratezza: «Credo che sia vergognoso -scrive- sostenere che dietro la nascita de La Destra ci sia lo
zampino di Berlusconi.
Noi abbiamo fatto una
scelta di libertà, abbiamo denunciato giochi di
potere proprio contro
Berlusconi e non abbiamo chiesto proprio nulla al Cavaliere. Gli abbiamo solo offerto rispetto».
In merito al nuovo partito
e a una eventuale adesione di La Destra, l'ex ministro strizza l'occhio al
Cavaliere.
«Dobbiamo affrontare si legge nel blog di Storace- il nuovo tema introdotto da Berlusconi,
che è a ben vedere il
lancio-rilancio di una
rivoluzione
popolare
che non a caso parte da
piazza San Babila. Dovremo discuterne ed
entro la settimana incontrerò il comitato po
litico nazionale del nostro movimento per
parlarne».
LEGGE
ELETTORALE
E REFERENDUM
Per Fini, in ogni caso,
«Berlusconi, coi colpi di
scena che gli sono congeniali, ha aperto scenari interessanti, ha fatto esattamente quello
che diciamo da tempo.
Lo avevo invitato -spiega il leader di An- a
muovere le pedine. Ha
cambiato strategia ed
era ora che lo facesse.
Oggi credo debba concentrarsi in modo particolare ad un confronto
con il centrosinistra ad
una nuova legge elettorale».
Ma se in mattinata il presidente di An enfatizzava
soprattutto una sup posta
propensione del Cavaliere ad arrivare al referendum, che introdurrebbe
di fatto un maggioritario
secco assai gradito ad
Alleanza
nazionale
(«Berlusconi, leggendo i
giornali, ipotizza di sostenere il referendum:
un Berlusconi sostenitore del referendum sa- Corriere della Sera
rebbe il massimo»), l'apertura del leader della 19 novembre 2007
Cdl al centrosinistra e la
INTERNI
22 Giustizia e Libertà
27 novembre 2007
Berlusconi lancia il nuovo partito
"Aperti al dialogo, sì al proporzionale"
Il leader azzurro presenta la nuova formazione: ora la riforma elettorale
da La Stampa (19.11.2007)
Silvio Berlusconi lancia
il nuovo partito, il cui
nome sarà scelto da assemblea cittadini «tra
popolo delle libertà o
partito delle libertà».
Un partito, in cui si scioglierà Forza Italia e che
non nascerà da una fusione a freddo come recentemente successo con il
Partito democratico.
«È nostra ambizione ha spiegato Berlusconiche questo partito nasca non da una fusione
a freddo tra i vertici
degli apparati come
successo con il Pd, ma
sarà una forza politica
che deve nascere dal
basso, dalla gente, che
dovrà scegliere anche il
nome. Per questo la
prossima settimana ci
saranno ancora i gazebo».
Il Cavaliere apre alla riforma della legge elettorale «con il nostro contributo» soltanto «se ci
assicurano che poi si va
al voto» e precisa che
altre riforme come quelle
costituzionali e dei regolamenti, come sollecitato
dal segretario del Pd Wal
ter Veltroni, «si possono
affrontare quando ci
sarà un nuovo Parlamento».
Ma aggiunge che «se il
governo Prodi cadrà si
dovrà subito tornare a
votare».
Da piazza Di Pietra, Berlusconi lancia un messaggio agli alleati: basta
ripicche e conflitti.
«Come il 2 dicembre
dello scorso anno -ha
detto salendo su un palco, nella piazza, al termine della conferenza stampa- tutti i cittadini che
amano la libertà vogliono che i loro rappresentanti politici non stiano
a contrapporsi con personalismi, ma restino
uniti insieme per difendere gli interessi di tutti».
«Dall’altra parte c’è un
Governo che ha il consenso di un solo italiano
su cinque», ha proseguito Berlusconi, dicendosi
sicuro che le forze fuoriuscite dalla maggioranza al momento delle dichiarazioni di voto in
aula del Senato sulla Finanziaria «metteranno
in crisi l’esecutivo. Siamo in un momento storico, abbiamo il dovere
di dire basta ai conflitti,
alle ripicche e tutti uniti
dobbiamo mandare a
casa questo Governo e
tornare al voto».
Ma gli alleati della Cdl
restano freddi. Il presidente di An, Gianfranco
Fini
ribadisce
che
«Alleanza
nazionale
non si scioglie» e non
confluisce nel nuovo partito di Berlusconi.
Fini fa «gli auguri» al
nuovo partito di Silvio
Berlusconi, «con cui An
si confronterà in Parlamento e nel paese per
mandare a casa Prodi e
costruire un’alternativa
alle sinistre».
Da palazzo Chigi si sottolinea che la disponibilità al dialogo è comunque
sempre positiva, ma «il
dialogo è dialogo, e non
può avere dei “però”».
E ricordano le parole di
Gianfranco Fini, che ha
sottolineato come sulle
riforme si sia lavorato
nelle commissioni parlamentari competenti: «Il
dialogo c’è stato, tra
forze di maggioranza e
di opposizione, e il fatto
che dopo il sì del Senato
alla Finanziaria sia arrivata una disponibilità
ancora più concreta da
parte di alcune forze
politiche è positivo. Se
ora arrivano, ultime,
altre disponibilità al
dialogo, sono comunque sempre positive.
Ma il dialogo è dialogo
e non può avere dei
“però”».
♦
La replica del leader di Forza Italia:
«Non voglio rispondere a Gianfranco»
Berlusconi rispetti gli accordi
Fini: «Al voto dopo la riforma ? - Ipotesi campata in
aria» - Alemanno: «Silvio sbatterà la faccia»
da Corriere della Sera (20.11.2007)
Il giorno dopo l’ufficializzazione della nascita
del Pdl, tra gli alleati di
Forza Italia continua a
serpeggiare il malumore.
Ed è soprattutto An a
manifestare insofferenza
per la mossa berlusconiana, considerata un'improvvisazione propagandistica.
Proprio di «propaganda» parla Gianfranco
Fini, intervenendo ad un
convegno della fondazione Fare Futuro.
«Si può rimanere nel
confronto politico in
superficie, dando corso
a una politica fatta di
tanta propaganda, ma
tentare anche di elaborare una politica che
sia anche analisi» ha
detto l'ex vicepremier,
che lunedì aveva spiegato che il suo partito non
aderirà al nuovo soggetto
politico.
«BERLUSCONI
DICE NO AL
CONFRONTO»
Più tardi, durante la registrazione di "Porta a
Porta", Fini rincara la
dose: «Il nuovo partito?
È stato un colpo di teatro, anche se poi non
era neanche tanto così.
Non mi sono meravigliato della scelta, perché da tempo pensava
di dar vita a un restyling di Forza Italia».
E la proposta di dialogo
sulle riforme ?
«Berlusconi -risponde il
leader di An- presenta
come un'autostrada il
fatto che è pronto a discutere di una nuova
legge elettorale proporzionale alla tedesca e
poi tutti al voto. Questa
ipotesi di Berlusconi è
campata per aria. Anche perché in realtà lui
dice no al confronto,
mentre io sono pronto».
Il presidente di An aggiunge «che se il Pd tiene fede a ciò che ha detto Veltroni, il dialogo
non è solo sulla legge
elettorale ma anche su
(Continua a pagina 23)
INTERNI
27 novembre 2007
Giustizia e Libertà
23
Berlusconi rispetti gli accordi
(Continua da pagina 22)
piccole riforme essenziali. Io vorrei che Prodi cadesse domani, ma
se il governo resta in
vita per quale motivo
dovremmo discutere di
legge elettorale e non di
riforme istituzionali ?».
E poi ricorda all'ex premier gli impegni presi:
«Quando
Berlusconi
dice che è archiviato il
sistema bipolare, si ricordi di aver sottoscritto a Gemonio un accordo con me e Bossi. Questo accordo prevedeva
un sistema elettorale
proporzionale, e quindi
va bene, siamo pronti a
discutere sul proporzionale, l'indicazione del
premier, il vincolo di
programma e soglia di
sbarramento. Berlusconi è stato ambiguo
to 'Striscia la notizia'».
Berlusconi fa capire che
«con Veltroni i canali
sono aperti perché il
nostro referente da oggi
in poi sarà il Partito democratico» e annuncia:
«Il nuovo Partito delle
Libertà ha già il 35-37
per cento dei consensi».
quando ha detto che è
archiviato il bipolarismo. Se vuole archiviare questa legge, per carità, va benissimo, ma è
il sistema bipolare
che non può essere
archiviato e può reggere anche su un sistema proporzionale».
«Evitare la frammentazione -spiega Fini- è
interesse di tutti, ma
non credo si possa
sostenere che Berlusconi e Veltroni potranno essere pilastri e
mettere altri all'angolo.
Noi non ci sentiamo né
intimiditi né all'angolo».
elettori, non considera
il fatto che spesso gli
elettori sono più avveduti ed intelligenti degli
eletti».
L'ex vicepremier conferma che Alleanza Nazionale «è da sempre interessata» ad un processo
unitario del centrodestra,
che «si basi però su
principi e valori. Su un
processo aggregativo di
questo tipo ero d'accordo ieri e lo sono ancora
oggi. An è pronta a discuterne con Forza Italia ed è pronta a discuterne con il Ppl o come
diavolo si chiama».
NESSUNA
EMORRAGIA
DI VOTI
Berlusconi, informato
delle affermazioni di Fini, dichiara ai giornalisti
di «prenderne atto» ma
non di voler rispondere.
Trapela però la rabbia
dell'ex premier che, nella
riunione dei parlamentari
di Forza Italia, si dice
«offeso per il solo fatto
di essere stato sospettato di aver pagato per
avere avuto dalla mia
parte Storace e Santan- Corriere della Sera
chè e di aver influenza- 20.11.2007
Fini poi esclude che il
nuovo partito lanciato da
Berlusconi possa indebolire il peso elettorale di
An.
«Se Silvio pensa di portare gli elettori di An a
votare il suo partito, si
sbaglia in modo clamoroso. Se pensa ad un
grande accorpamento
per annessione degli
LA REPLICA:
SONO OFFESO
ALEMANNO
E GASPARRI
Ma quella di Fini non è
una battaglia solitaria,
tutta An sembra essere
con lui. Gianni Alemanno, membro dell'ufficio
politico del partito, intervenendo a Radio 24 ha
ribadito che nel centrodestra la svolta berlusconiana cambia poco o nulla.
Perché proprio il Cavaliere dovrà capire che «la
pretesa di fare a meno
di Alleanza nazionale è
illusoria».
«Berlusconi sbatterà la
faccia contro questa realtà a meno che non subentri un atteggiamento
più disponibile e più
attento nei nostri confronti».
Non si si fanno così manco le bocciofile
di Gennaro Malgari IL GIORNALE (20.11.2007)
Neppure le bocciofile si
mettono su così. Figuriamoci i partiti politici. Silvio Berlusconi ha perso
una buona occasione per
mo-strarsi ciò a cui tiene
di più: un leader moderato in grado di rispondere
(...)
(…) con argomentazioni
convincenti alle critiche
dei suoi alleati.
Invece si è aggrappato
alla portiera di un' automobile e ha annunciato
urbi et orbi la nascita di
un nuovo partito nel quale si estinguerà perfino la
sua creatura più amata.
Per farne cosa ?
Un dispetto a Fini, Casini e pure a Bossi.
Il partito unitario ha preso così forma .
-Senza contenuti, privo
di riferimenti, assolutamente nudo e senz'anima.
Dovrebbe
compe-tere
con il pd, ci sembra di
capire.
Ma anche con gli ex soci
della Casa delle libertà.
E si candida, questo è
sicuro, a interloquirc con
Veltroni sulla riforma
elettorale,
prospettiva
fino all’altro giorno tenacemente negata dal Cavaliere.
Un cattivo cliente
Ma Veltroni ha già fatto
sapere che la "mos-sa"
berlusconiana è l'ammissione della sua sconfitta.
Dunque, per quanto interessato, di certo non scarterà dal confronto le altre
forze per privilegiare il
dialogo con il leader del
parti-to che non c'è (per
ora).
Sa bene il segretario del
Pd che Berlusconi è un
cattivo cliente: fece fallire la Bicamerale di
D'Alema a un passo dal
successo, quando gli fu
chiaro che la bozza sul-la
giustizia non lo soddisfaceva pienamente, eppure
aveva incassato il semipresidenziali-smo e altre
cosucce del genere; ci
metterà un niente a rovesciare il tavole se si renderà conto che la sua solitaria partita potrebbe
ricacciarlo in un angolo.
Ipotesi tutt'altro çhe fantasiosa, se la legge elettorale non dovesse rispondere alle sue esigenze.
E, soprattutto, se capirà
per tempo che la traversata in solitaria gli procurerà più antipatie che
consensi
Lo spirito del 1994 si è
dissolto da tempo e non
lo ricreerà un annun-cio
frettoloso,
eccentrico,
dettato dall'insoffe-renza
ad ammettere il passo
falso al Senato.
Quand'anche l'operazione
dovesse riuscirgli, tenendosi stretti militanti ed
elettori di Forza Italia,
insieme con frattaglie
varie che gravitana nella
sua orbita, da che parte
intenderà portare questo
capitale di consensi e utilizzarlo in vista di quale
obiettivo ?
Interrogativo a cui non
può sfuggire.
(Continua a pagina 24)
24 Giustizia e Libertà
INTERNI
27 novembre 2007
Non si si fanno così manco le bocciofile
E al quale, finora, non ha facendo, perfino infastidato una risposta.
dito quando gli si parlava
di un soggetto da costruiLa traversata del re o di una federazione
da varare.
deserto
I lunghi mesi trascorsi Niente: il suo in-teresse è
all'opposizione,
in- stato la rivincita da cogannando se stesso nel- gliere nel più breve lasso
l'attesa della "spallata" di tempo possibile, incuche non è mai arrivata, se rante del "dopo", degli
li avesse impiegati per effetti che le elezioni ancostruire, come molti gli ticipate avrebbero prochiedevano, un per-corso dotto e per niente preocche portasse al partito cupato della circostanza
unitario del cen-trodestra, che i parlamentari mai
quello vero e non quello stac-cano la spina a un
di San Babila, avrebbe govemo se non sanno gli
dato un senso alla traver- esiti.
sata del deserto e si sa- Ingenuo ?
rebbe assunto la paternità Può darsi.
di una straordinaria ope- Ma non è una scusante
razione politica, dalle che lo assolve dall' aver
valenze storiche indub- buttato a mare una coabie, anticipando perfino lizione per inventarsi un
ciò che sono stati capaci fantomatico "Partito del
di costruire nello schiera- popolo italiano delle libertà" dal sapore semen-to opposto.
Invece si è mostrato sor- mantico vagamente mado alle sol-lecitazioni, oista.
refrattario a mantenere le Adesso, che cosa se ne fa
promes-se che andava del nuovo gingillo ?
Raccoglierà firme, altre
firme, milioni di firme
per legittimarlo e così
potrà dire di essere riuscito nella maniera più
democratica che si possa
immaginare a creare un
soggetto politico sul quale si riverse-ranno tanti di
quei consensi da ridurre
in polvere gli ancillari
soci dell'ex-CdI.
Addirittura -così ha detto- avrà un compito storico, segnerà i de-stini della politica italiana per un
lunghissimo tempo.
Ma, ancora una volta, ha
trascurato di spiegare in
che cosa sarà diverso dall'Udc, da AN dalla Lega
stessa e quali saranno gli
obiettivi politici che intende perseguire.
Ineffabili sondaggi
conta.
E il confronto con gli avversari, per quanto screditati possano essere.
Dopotutto i partiti politici
sono strumenti per raggiungere uno scopo: ci
vogliamo mettere al primo posto l'affermazione
del "bene comune" ?
Nel caso del nuovo partito berlusconiano non riusciamo a scorgere neppure la difesa del bene di
quella parte degli italiani
che negli ultimi tredici
armi l'ha votato con fedeltà.
Cosa penseranno di Forza Italia azzerata in pochi
minuti e con-dannata a
confluire in qualcosa che
non c'è ?
Un bell'interrogativo, non
è vero, Cavaliere ?
Lei, naturalmente, lo risolverà fin da domani.
Non si fa così.
I colpi di testa in politica
sono forieri di sconfitte Gennaro Maigieri
devastanti.
Il Giornale
È il ragionamento che 20.11.2007
DELITTO BIAGI 1 - 5
di Marco Travaglio (La Repubblica, Carta Canta), 12 - 16.11.2007)
centro-sinistra. Infatti
milioni di telespettatori
Il delitto ogni sera si chiedono
insulto ascolteranno
Biagi quale
dal programma di Biagi"
Riccardo De Corato,
1
Franco
Pontone
e
Altro che 'Il Fatto': il pro- Salvatore Ragno, An, Ansa,
gramma di Biagi, per 27 marzo 2001
correttezza nei confronti
dei telespettatori, dovreb"Il Fatto di Enzo Biagi
be chiamarsi 'L'insulto'.
Un cambiamento di nome può entrare a buon diritto
che chiediamo ufficialmen nel guinness dei primati.
te al presidente Zaccaria e La delibera sulla par
al direttore generale Cap- condicio è stata pubblicata
solo ieri dalla Gazzetta
pon.
Biagi, che non ha avuto il Ufficiale e già stasera è
clamorosamente
coraggio e la correttezza stata
dalla
sua
professionale di ospitare v i o l a t a
t
r
a
s
m
i
s
s
i
o
n
e
.
U
na
nel programma un parere a
difesa di Berlusconi e circostanza che aiuta
della Casa delle Libertà, anche a capire perché l'on.
ha dimostrato ormai di Giulietti sin da ieri aveva
essere arrivato all'insulto previsto un attacco della
quotidiano nei confronti Casa delle Libertà a Biagi.
della Cdl e quindi è Evidentemente, da vero
giusto che i milioni di editore di riferimento, era
telespettatori conoscano il già informato dell'ennesivero nome di questa mo carosello antiberlu
trasmissione utilizzata per sconiano. La Rai ha ormai
influenzare la campagna deciso di trasformarsi nelelettorale a favore del la cassetta della posta al
servizio di chiunque
voglia attaccare il cen
trodestra e c'è da atten
dersi tutto. Mi aspetto che
nei prossimi giorni si allestisca una bella trasmis
sione di approfondimento
per dimostrare che è stato
Berlusconi ad avere trafu
gato la salma di Cuccia o
di essere il mandante
occul to della strage del
Vajont oppure che Fini è
complice degli scafisti al
banesi e per questo pratica
le immersioni subacquee"
Mario Landolfi, An, Ansa,
27 marzo 2001
"Il Fatto di Enzo Biagi con
Roberto Benigni è stato un
vergognoso comizio.
Ormai i servitori dell'Ulivo alla Rai non sanno più
cosa inventarsi per fare
campagna elettorale per il
centrosinistra"
Franco Pontone, Riccar
do De Corato e Salvato
re Ragno, An, 10 giugno
2001
può eliminare: non serve a
niente"
Massimo Baldini, Forza
Italia, Ansa, 3 ottobre 2001
“Caro Biagi, non faccia il
martire, ci risparmi la
solita sceneggiata (...). Lei
ha
fatto
campagna
elettorale con i quattrini di
tutti, anche degli elettori
del centrodestra (...).
Quando si sparge l'incenso
conformista lei è sempre il
primo. Spostare 'Il Fatto in
un altro orario non sarà
come violare una vergine
o sgozzare un agnello
sull'altare dell'informa zio
ne"
Giuliano Ferrara, lettera
aperta a Enzo Biagi su
"Panorama", 1 febbraio
2002
"Quella di Biagi, Santoro
e della Rai di Zaccaria è
stato un attentato alla
democrazia: mi hanno
fatto perdere 17 punti in
campagna
elettorale"
Silvio Berlusconi al vertice
"Il Fatto di Enzo Biagi si
(Continua a pagina 25)
27 novembre 2007
INTERNI
Giustizia e Libertà
25
DELITTO BIAGI 1 - 5
martire, e dà fiato alla
internazionale di Caceres, tromba, anzi al trombone:
Spagna, Ansa, 9 febbraio mi cacciano, mi spostano
2002
dal 'miò orario, sono
liberticidi. E arrogante:
dice infatti Biagi che è un
12 novembre 2007
comportamento da 'cretinì
spostare di una virgola o
di
un'ora
il
suo
programmino su Rai1, e
Il delitto Biagi
tratta con disprezzo e
insopportabile sussiego il
2
mite Fabrizio Del Noce.
"Biagi, Santoro e Luttazzi Questo mostro sacro degli
hanno fatto un uso affari suoi dovrebbe
criminoso della televisione imparare a essere più
pubblica pagata con i soldi parco di aggettivi, di
di tutti. Preciso dovere contumelie, di isterismi
della nuova dirigenza Rai politici. Quando gli hanno
la
cattedra
sarà di non permettere più n e g a t o
epistolare
di
Indro
che questo accada"
Silvio Berlusconi da Sofia, Montanelli al 'Corriere
Bulgaria, Ansa, 18 aprile della Sera', preferendogli
Paolo Mieli che rompe
2002.
meno le palle di uno il cui
"Biagi e Santoro stanno orizzonte sono le solite
cercando con tutti i mezzi il mille camere in cui
martirio
m e d i a t i c o . guardava la Storia in
cammino, lasciandosi a
Verrebbe proprio da dire:
allora diamoglielo, quello sua volta guardare da Lei,
Biagi non ha dato di
che cercano. O no ?"
Maurizio Gasparri, An, Ansa, cretino a Ferruccio de
Bortoli, direttore del
19 aprile 2002.
giornale di via Solferino, e
"Biagi e Santoro fanno le tanto meno a Cesare
verginelle candide e Romiti, il suo editore,
rispondono a Berlusconi quello che gli passa la
parlando di intimidazione mesata come succede a
del potere. Ma i veri potenti noi tutti e che mette i
sono stati proprio loro per capitali per produrre e
anni, dando vita a diffondere la tribuna dei
trasmissioni
f a z i o s e , suoi ricordi. Ha solo
schierate dalla parte della contrattato un altro posto
sinistra contro la Lega e il in palinsesto, chiedendo
Polo, senza dare diritto di che le sue coloriture
replica e addirittura strettamente personali, e
preparando trappoloni strettamente provinciali,
incresciosi, come avvenne finissero la domenica in
nella puntata dedicata a prima pagina. Con giubilo
Marcello Dell'Utri. Biagi suo superiore a quello dei
sottolinea che dovrà essere lettori, forse. Anche
della
sua
il Cda a licenziarlo e non il l ' o r a r i o
premier. Per fortuna il rubrichina è tutt'altro che
contratto di Biagi è in suo. È nostro, perché
scadenza e sarà sufficiente paghiamo. E di chi
ai
vertici
Rai
non amministra la Rai per
volontà del Parlamento
rinnovarglielo"
Roberto Calderoli, Lega (fatto surreale, perché la
Rai andrebbe privatizzata
Nord, Ansa, 19 aprile 2002.
e lì vedremmo se davvero
"Ipocrita e arrogante, Enzo un Murdoch lascerebbe
Biagi dà di cretino a chi per 41 anni al suo posto
studia il suo posto in l'omino in bianco che lava
palinsesto... Biagi è un più bianco). Oltre tutto
mostro sacro degli affari quello spazio in palinsesto
suoi e un ipocrita. Dice che è di Berlusconi, come al
vuole continuare a fare il solito e come tutto ormai
testimone del suo tempo, in Italia, perché è sulla sua
raccontando storie, e non il rete ammiraglia, Canale 5,
protagonista di un caso che andò in onda prima
personale. Intanto però del Fatto il programma
soffia sul fuoco, restringe d'informazione Radio
ogni spazio di mediazione, Londra, in quello stesso
orario,
ma
punta al carisma del identico
(Continua da pagina 24)
preceduto non dal primo
telegiornale italiano bensì
dal quiz Tra moglie e
marito. Anche il segnale
orario del rubrichistamartire, le cui opinioni
sono come scrive Francesco Merlo 'indifferenti',
è dunque copiato. Altro
che
suo.
Biagi
lo
difendiamo
e
lo
difenderemo se qualcuno
lo vuole cacciare perché
gli sta antipatico il
governo, ma se si caccia
da solo per cupidigia di
eroismo, dopo 41 anni in
cui di cupidigie se ne è
levate tante, con tutti i
regimi,
allora
sono
affaracci suoi... È Biagi
che si caccia da solo per
biechi interessi di bottega"
Giuliano Ferrara, Il Foglio,
23 maggio 2002.
13 novembre 2007
Il delitto Biagi
3
"La Rai depreca il fatto
che un collaboratore
autorevole dell'azienda
come Enzo Biagi usi
espressioni
e
toni
offensivi nei confronti di
un giornalista, quale Fabri
zio Del Noce, stimato da
sempre per la sua indi
scus
sa
attività
professionale e che ora è
stato
ch iama to
d al
consiglio di amministrazio
ne, su proposta del
direttore generale, a
dirigere una del le più
importanti
strutture
editoriali dell'azienda stes
sa. Il presidente e il diret
tore generale esprimono
so li darietà al direttore di
Raiuno Fabrizio Del
Noce, confermandogli la
stima e la fiducia da
sempre riposta in lui"
Antonio Baldassarre e
Agostino Saccà, rispettivamente presiden te
e direttore generale della
Rai, 24 maggio
2002
"Biagi
è
uno
dei
giornalisti più potenti
d'Italia. Per Sergio Zavoli,
nonostante fosse stato
marginaliz zato, tutta
questa levata di scudi non
c'è mai stata. Nel mondo
dell'informazione nessuno
può avallare
la presenza
di qualcuno
che dice 'tu
scompari'.
M
a
,
nonostante
l'attacco di
Berlusconi, Biagi e
Santoro ora sono in Rai e
se qualcuno volesse
toglierli
dopo
quell'attacco sarebbe più
difficile. Se poi si discute
di palinsesti il discorso è
diverso e non vorrei che il
problema
fosse
la
collocazione alle 20,40.
Se, invece di cinque
minuti ogni sera, Biagi
facesse una prima serata
di due ore, che facciamo,
scendiamo in piazza?
Comunque io non voglio
che si tolgano le persone e
se tolgono Biagi e Santoro
non resteremo certo
indifferenti"
Enrico
Mentana,
"Sciuscià",
Rai2, 24 maggio 2002.
"Enzo Biagi da 40 anni
occupa tutti gli spazi in
tv,
senza
lasciare
nemmeno una serata
libera. È come il confetto
Falqui, basta la parola, e
non certo perché stimoli
certe funzioni come quel
prodotto..."
Maurizio Gasparri, An,
Ansa, 23 luglio 2002
"Le comiche al posto del
Fatto di Enzo Biagi? Una
scelta coraggiosa"
Piersilvio Berlusconi,
vicepresidente
di
Mediaset, Ansa, 17
settembre
2002
"Come volevasi dimostra
re nessuno ha fatto il favo
re alla sinistra di far fuori
Enzo Biagi dalla Rai.
Presentandosi
come
martire della libertà e del
pluralismo dell'informazione nell'era del
tiranno Berlusconi, egli si
è assicurato l'intangibilità
nei secoli dei secoli.
Anche se gli italiani
avrebbero dormito pure se
Biagi non avesse più
lavorato in Rai. E ora che
Biagi non è stato epurato
e che la tv pubblica non
ha obbedito ai 'diktat
bulgarì di Berlusconi,
come direbbero Giulietti o
Falomi, di cosa parlerà
(Continua a pagina 26)
INTERNI
26 Giustizia e Libertà
27 novembre 2007
DELITTO BIAGI 1 - 5
(Continua da pagina 25)
l ' o p p osizione?
Come farà a
liberare
il
cavallo
di
Viale Mazzini? Vediamo
una paurosa penuria di
argomenti non propagandistici"
Michele Bonatesta, An,
Ansa, 30 ottobre 2002
(14 novembre 2007)
Il delitto Biagi
4
Credo sia benestante, non
mi sembra che sia discri
minato. Francamente mi
preoccuperei di più di quei
tanti giornalisti di 20-30
anni che trovano le porte
delle redazioni chiuse o
non riescono a lavorare. Io
credo che ci sia bisogno di
professionalità nuove e
non mi sembra straordi
nario che a quell'età siano
state interrotte delle forme
di collaborazione per far
posto a professionalità più
giovani"
Carlo Giovanardi, Udc,
Ansa,
18 agosto 2004.
"Non ci sembra che
tramutare una battuta
autoironica in una tru
culenta e vol gare sfida
alla piazza sia il massimo
della
corretta
informazione.
Purtroppo è quello che fa
oggi Enzo Biagi sul Cor
riere della Sera. Il tutto
condito anche da una bat
tuta grevemente ma schi
lista nei confronti della
coordinatrice provinciale
di Bolzano di Forza Italia.
Se oggi ci fosse un festi
val del cattivo gusto e
della disinformazione,
questa volta Biagi averb
be vinto il primo premio"
Fabrizio Cicchitto, Forza
Italia,
Ansa,
5 giugno 2005.
"Per capire il provincialismo bilioso di certa stampa italiana basta leggere il
commento di Enzo Biagi
pub blicato oggi sulla rivi
sta Sette sul viaggio negli
Usa del nostro Presidente
del Consiglio. In più nel
caso di Biagi c'è un'odiosa
incapacità di comprendere
tutto ciò che di grande, di
nobile, di lungimirante, di
politicamente importante e
di umano, si di umano c'è
nelle azioni di Silvio Ber
lusconi anche e soprattutto
in politica estera.
E' un peccato disperdere
quella saggia serenità di
giudizio che dovrebbe es
sere propria di chi ha una
lunga esperienza"
Sandro Bondi, Forza Italia,
"L'ironia di Berlusconi è
Ansa, 31 luglio 2003.
nota a tutti, forse non lo è
"Credo ci sia un elemento a Biagi che continua ad
di gelosia in Biagi e avere nei confronti del
Montanelli, perché non presidente del Consiglio
riesco a trovare un'altra un livore senza pari"
spiegazione. Tutti questi Giampiero Cantoni, Forza
giornalisti, Biagi, Monta Italia, Ansa, 5 giugno 2005.
nelli, erano più anziani di
me e credevano di essere "Le parole di Biagi sono
loro quelli importanti nel frutto di una incredibile
carica di odio e livore
nostro rapporto.
Poi il rapporto si è capo personale che porta quello
volto e io sono diventato che è stato un autorevole e
ciò che loro stessi voleva- prestigioso giornalista
no essere. Dunque, dato italiano a manifestare un
che loro non mi sono po assoluto e irreversibile
liticamente affini, si è svi disprezzo per il capo del
luppato un sentimento irra governo del proprio
zionale tra giornalisti ita Paese"
Giorgio Lainati, Forza Italia,
liani molto famosi"
Silvio Berlusconi, "The Ansa, 5 giugno 2005.
spectator", 4 settembre
"Da un giornalista di
2003.
lungo corso come Biagi
"Enzo Biagi ha 84 anni, sarebbe maggiormente
la
dote
leggo che il sindaco di a p p r e z z a t a
Bologna gli ha offerto un dell'obiettività che invece
manca in ogni corsivo e a
incarico.
scapito (sic) di un odio or
mai atavico e impro dut
tivo verso Silvio Berlusc
oni"
Giorgio Jannone, Forza
Italia,
Ansa,
5 giugno 2005.
15 novembre 2007
Delitto Biagi
-5
5 giugno 2005.
"Il direttore generale
considera Enzo Biagi un
epurato? Quando si parla
di epurati vorrei che si
facesse chiarezza sulla
questione Biagi, perché
che si continua a parlare in
questo
senso
del
giornalista nella polemica
politica è una cosa che va
anche bene, ma che la Rai
ne parli in questi termini,
no. E' vero che Il Fatto
perdeva ascolti? E' vero
che gli è stato proposto di
fare
un
programma
biennale in prima serata
per un costo di 3 miliardi
delle vecchie lire? O gli
era stato proposto a suo
tempo un programma su
Raitre e ancora del comunicato di 'soddisfazionè
diffuso dallo stesso Biagi
subito dopo la chiusura del
rapporto con la Rai. Lei lo
definirebbe 'epuratò alla
luce di questi fatti ?
La Rai ha il dovere di dire
che Biagi è andato via in
seguito ad una transazio
ne"
Mario Landolfi, An, Ansa,
19 dicembre 2006.
"E' una vergogna che un
giornale come il Corriere
della Sera ospiti i rancori
di un vecchio rancoroso
(Biagi, ndr) che ce l'ha con
me. Io non ho mai detto
che Biagi e Santoro
dovevano essere mandati
via, ho sempre detto che
se volevano rimanere non
dovevano continuare a
fare un uso criminoso
della televisione. Ho detto
che avrebbero dovuto fare
come nelle televisioni
private. Nelle televisioni
private non ci sono mai
state trasmissioni con
attacchi a qualche partito
ma da noi ci sono i
Costanzo e i Mentana
perché noi siamo liberali" "Chiedo alla Vigilanza di
Silvio Berlusconi, Ansa, 21 acquisire il contenuto,
anche di carattere econo
maggio 2006.
mico, della risoluzione
"Sconcerta e amareggia il contrattuale a suo tempo
livore con cui, ormai ogni definita fra l'azienda e En
settimana, un opinionista zo Biagi e copia del con
della statura di Enzo tratto con cui le parti han
Biagi, dalle colonne del no sottoscritto il nuovo rap
primo quotidiano d'Italia, porto, in base al quale il
prende di mira con un giornalista tornerà in onda
linguaggio irriverente Sil il 22 aprile su Raitre con
vio Berlusconi, dimenti RT.
cando che il suo bersaglio Il vittimismo antiberlu
è il presidente del Consi sconiano paga profumatamente non solo in termini
glio di tutto il Paese.
Quanto alle critiche al politici, come si è visto nel
governo Berlusconi, esse la carriera di Santoro, ma
sono ingiuste e soprattutto anche in termini econo
non in sintonia con il mici, come si evince dal
Paese reale. Se non fosse fatto che chi è contro Ber
accecato dall'odio ideolo lusconi si assicura un
gico, Enzo Biagi dovrebbe rapporto di collaborazione
ammettere che in quattro con la Rai"
anni di legislatura i posti Massimo Baldini, Forza
di lavoro sono aumentati, Italia,
che la riforma delle pen- Ansa,
sioni ha ottenuto il plauso 17 aprile 2007.
dell'Europa, che certa men
te non è la piazza di Bolza 16 novembre 2007
no, e che, proprio grazie al
presidente Berlusconi, Marco Travaglio,
l'Italia ha acquisito credito
e prestigio a livello interna La Repubblica,
Carta Canta)
zionale"
Antonio Martusciello,
12 - 16.11.2007
Forza Italia, Ansa,
INTERNI
27 novembre 2007
Giustizia e Libertà
27
E Betlemme è nato Piercristo
di Michele Serra, L’Espresso (23.11.2007)
Il futuro politico di Berlusconi è una incognita
solo apparente. Esaminando le sue precedenti
mosse, è sufficiente una
banale elaborazione logico-matematica per avere
la sequenza precisa degli
avvenimenti di qui ai
prossimi
anni.
l'elettore. Berlusconi risponde che la volontà
popolare non può più
essere disattesa, sorvola
in biplano il Quirinale e
viene eletto Maresciallo
d'Italia con due milioni e
700 mila fagioli. Nomina
i suoi infermieri Vicerè
della Repubblica.
Gennaio 2008
Marzo 2008
Mentre i suoi alleati siedono al tavolo delle trattative per una nuova legge elettorale, Berlusconi
si proclama unico interprete della volontà popolare e indice
le
elezioni
per il 15 febbraio, con il
sistema uninominale secco: ogni elettore
dovrà
segnare con
un fagiolo il
volto di Berlusconi sulle
speciali cartelle
della
tombola distribuite nei
gazebo. Se il
fagiolo cade
per terra la
volontà dell'elettore sarà
comunque
chiara, certificata
dalla
mamma
di
Berlusconi
che viene nominata
Garante
della
Democrazia.
Asserragliati in un bar
dell'Aventino, i leader di
tutti gli altri partiti studiano le contromosse,
elaborando una bozza di
programma che andrà
Febbraio
2008
Napolitano
diffida Berlusconi: le elezioni con il
fagiolo non possono essere ritenute valide, anche perché nessun altro
leader ha fatto in tempo a
presentare entro le cinque del pomeriggio, come richiesto da Berlusconi, i 20 milioni di firme necessarie per candidarsi, ognuna guarnita da
una ciocca di capelli del-
prima serata, uno per la
seconda e uno che abolisce il Parlamento. Napolitano, dall'esilio francese, fa sapere di essere
preoccupato.
Giugno 2008
Gnork ed Eroe della
Quarta Dimensione, invade la Terra alla guida
di un esercito di creature
gelatinose e propone di
abolire l'Ici. In sintonia
con il popolo, mangia
naftalina e sostiene di
essere la reincarnazione
di Eta Beta. Canta tutte
le canzoni del Festival di
Sanremo tranne una, eseguita da Giorgia, che
vince grazie alla Giuria
della Critica, sovvertendo la volontà popolare.
Fa deportare Giorgia su
Urano e dispone la fucilazione dei critici comunisti.
Berlusconi, nel frattempo divenuto Triumviro
dell'Impero, si rifiuta di
nominare gli altri due.
Aggiunge ai suoi titoli
quelli di Legionario di
Roma, Piccola Vedetta
Lombarda e Bellissima
Fica. Si affaccia dal Quirinale e, sostenendo di
essere in sintonia con il
popolo, suona
la cetra con Dicembre 2023
una corona di Esce il nuovo cd di Berlauro in testa. lusconi, con Apicella alla
chitarra e Muti e AbbaNovembre do, in catene, che dirigono l'orchestra. Il suo
2008
Il Commodo- nuovo partito (Partito
ro d'Europa, della Popolazione PopoGeneralissi- lare del Popolo Libero)
mo Atlantico raggiunge il 120 per cene
Stallone to dei voti grazie al buon
Onorario del- rendimento in Borsa. La
le
Nazioni quinta moglie Michela
Unite Silvio Brambilla partorisce a
Piercristo
B e r l u s c o n i Betlemme
Berlusconi.
Le
statue di
sostiene
di
Berlusconi
in
tutto
il Paavere sognato
il popolo che ese vengono continuagli chiedeva mente ritoccate da midi dichiarare gliaia di chirurghi estetiguerra
alla ci per rappresentare in
Galassia
di tempo reale il costante
del
Gnork. De- ringiovanimento
leader.
colla
da
Ciampino
con un'astro- Ottobre 2190
nave e, per Ormai da qualche mese a
distendere il riposo a Villa Sardegna
clima politi- (una splendida residenza,
co, lascia il con superficie pari all'inpotere a sua tera isola), Berlusconi si
madre.
La spegne serenamente con
signora Berlusconi so- il titolo di Gran Triangostiene di essere la sola lo Ispiratore, Stella Polainterprete della volontà re dell'Umanità, Occhio
popolare e fa inserire di Luce, Guida Eterna,
nella Costituzione un Accademico di Gnork,
quarto articolo con la Somma Statura e Primo
ricetta del minestrone Classificato al Festival di
Sanremo del 2009.
alla milanese.
sottoposta a una commissione interpartitica
che elabori una strategia
per presentare a Napolitano, entro i prossimi sei
mesi, una proposta di
modifica della nuova
Costituzione nel frattempo scritta e approvata da
Michele Serra
Berlusconi. Prevede solo Febbraio 2009
L'ESPRESSO
Berlusconi,
nel
frattemtre articoli: uno per la
po divenuto Caudillo di 23.11.2007
28 Giustizia e Libertà
ESTERI
27 novembre 2007
In rete il documento riservato
e segreto rivolto al personale su come
manipolare e torturare i prigionieri
da Liberazione (15.11.2007)
Dalla scorsa settimana circola
in rete un documento trafugato
da Wikileaks, il sito globale dei
pentiti e degli informatori che
vogliono rimanere anonimi.
Si tratta del "Camp
Delta
Standard Operative Procedures" il manuale per la ge-
stione del campo di concentramento di Guantanamo, datato
28 marzo 2003.
Da anni il Pentagono si oppone
alle richieste dell'American Civil Liberties Union che, invocando il Freedom of Information Act, ne chiedeva la pubblicazione.
Ma nessuno ha potuto vedere
questo documento finché una
gola profonda -probabilmente
un ufficiale incaricato- non l'ha
spedito a Wikileaks.org.
La lettura di queste 238 pagine
scritte in burocratese militare è
molto faticosa, ma decisamente
emozionante.
Purtroppo si tratta di emozioni
prevalentemente negative: tristezza, sconforto, rabbia e disgusto. Difficilmente si troverà
mai sul pianeta un editore abbastanza pazzo da investire dei
soldi per tradurre e pubblicare
questo documento, eppure si
tratta di un testo storico.
conforto", come la carta igienica extra, da venire usati come
ricompense per i prigionieri più
malleabili.
Ci sono poi sei pagine di istruzioni su come trattare i nuovi
arrivi, istruzioni precise su come manipolare psicologicamente i prigionieri e come gestire gli scioperi della fame - in
genere si utilizza una sonda per
l'alimentazione forzata che viene inserita senza anestesia dopo
c
h
e
il detenuto è stato incatenato a
un'apposita sedia.
Vi si possono inoltre trovare
preziosi consigli su come utilizzare i cani per intimidire i prigionieri, qualcosa che pochi
mesi dopo avere firmato questo
manuale, il generale Geoffrey
Miller pensò di sperimentare
anche in Iraq, com'è noto nel
famigerato carcere di Abu
Ghraib.
«Quello che mi colpisce, oltre
all'estrema precisione con cui
vengono descritte tutte le possibili procedure» ha dichiarato
Jamil Dakwar responsabile del
programma per i diritti umani
dell'American Civil Liberties
Union «è l'abitudine di suddividere i prigionieri a seconda
del livello di accesso consentito ai responsabili della Croce
Rossa Internazionale, gli unici che possono incontrare deNel susseguirsi delle descrizio- tenuti a cui non è permesso
ni delle più svariate tecniche nemmeno di parlare con il
mai ideate per torturare un es- proprio avvocato».
sere umano, il manuale delle
procedure operative di Camp Si scopre infatti che sono previDelta (il settore più restrittivo sti quattro livelli: Unrestricterd
di Guantanamo) segna la fine Access (accesso libero), Redi un'epoca ed è praticamente stricted Access (i rappresentanla pietra tombale sugli ultimi ti della Croce Rossa possono
decenni di relativa pace e mi- solo fare qualche domanda relativa alla salute del prigionieglioramento dei diritti umani.
Il documento comprende una ro), Visual Access (guardare
dettagliata lista di "generi di senza fare domande) e No
Access.
Questa categorizzazione, sottolinea Dakwar «solleva parecchie preoccupazioni, sia perché la Croce Rossa è l'unica
organizzazione che può visitare i detenuti sia perché
l'amministrazione ha assicurato pubblicamente parecchie
volte che sarebbe stato garantito pieno accesso in tutti i
settori di Guantanamo».
La pubblicazione -solo in retedi questo documento getta una
luce sinistra su quella concezione dei diritto che, insieme all'habeas corpus, viene giustamente considerata uno dei fondamenti della cosiddetta civiltà
occidentale.
Per noi, cresciuti godendo dei
frutti di quello che veniva dall'altra parte dell'Atlantico -non
soltanto film e canzonette ma
soprattutto quella radicale idea
di libertà che è stata motore di
trasformazioni sociali planetarie come l'emancipazione femminile- sancisce anche la fine
di quell'illusione.
O, alternativamente, l'amara
constatazione che quelle pulsioni vitali della società americana sono state sconfitte, insieme allo sterminio economico
delle classi medie - ricacciate
nel sottoproletariato criminale
o messe al servizio della mafia
texana che governa il paese.
Insomma, per dirla all'antica,
negli States la lotta di classe ha
registrato la devastante vittoria
dell'oligarchia, e tutti gli avanzati discorsi sui diritti si sono
svuotati come le bolle speculative, sotto il passaggio dei panzer neoliberisti.
Il paese è sull'orlo del baratro e
(Continua a pagina 29)
ESTERI
27 novembre 2007
Giustizia e Libertà
29
In rete il documento riservato e segreto
rivolto al personale su come manipolare e torturare i prigionieri
(Continua da pagina 28)
tutto ciò che sa produrre, di
fronte a questa crisi, è un super-avanzato sistema di prigionia illegale che, da Guantanamo, si è ormai diffuso nelle decine di prigioni segrete che il
Pentagono ha disseminato nel
mondo.
Nello scrivere le istruzioni per
l'uso, i burocrati militari non
hanno soltanto dimostrato di
avere studiato in modo molto
approfondito i più avanzati metodi di tortura fisica e psicologica.
pensavamo fosse una parte fondante dell'identità occidentale e
lo hanno fatto a pezzi.
Non sarà facile rimettere insieme i cocci.
Liberazione
Hanno anche preso quello che 15 novembre 2007
. . . dalla Stampa Estera
(al 28.11.2007)
di CaLmBiG
Mentre il mondo
dimentica Gaza
E’ stata una scena emozionante. Il sollievo era evidente sui volti di Mohamed al-Masri e di sua moglie Rania,
mentre seguivano l’infermiera che trasferiva il loro
primogenito, il dodicenne Ahmed, dalla sala operatoria dell’ospedale “Dar al-Shifa” di Gaza.
L’equipe medica è finalmente riuscita a compiere
l’intervento all’orecchio di Ahmed per fargli recuperare l’udito, dopo che Israele aveva temporaneamente proibito l’importazione di ossido di diazoto, che
viene utilizzato come anestetico ed è necessario per
poter operare. Israele ha dato il permesso di importare questo gas vitale negli ospedali della Striscia di
Gaza solo il giorno prima che Ahmed fosse operato,
la scorsa settimana.
La sospensione delle importazioni di ossido di diazoto agli ospedali della Striscia di Gaza aveva obbligato i loro dirigenti a chiudere i reparti di chirurgia
ed a sospendere gli interventi, eccetto quelli assolutamente vitali. A seguito della ripresa delle importazioni di questo gas, il personale medico ha fatto gli
straordinari per compiere quegli interventi che erano
stati rinviati a causa di questa penuria.
Tuttavia Bassem Naim, ministro della salute del destituito governo di Ismail Haniyeh, afferma che il
pericolo che Israele blocchi le importazioni di ossido
di diazoto rimane tuttora.
“C’è l’eventualità che si verifichi di nuovo un disastro sanitario, con i pazienti che muoiono perché i nostri ospedali non sono in grado di compiere gli interventi”, ha affermato ad ‘al-Ahram Weekly’. “C’è bisogno di un intervento internazionale per impedire che questa catastrofe avvenga”.
Naim aggiunge che la crisi che sta attraversando il
settore sanitario della Striscia di Gaza non si riduce
all’eventualità che l’ossido di diazoto si esaurisca.
Essa si estende, piuttosto, al deterioramento di una
serie di farmaci utilizzati nel trattamento dei malati
cronici.
Secondo Naim, circa 30-50 tipi di farmaci sono quasi interamente esauriti. Forse quelli più importanti
sono i farmaci usati dai cardiopatici […].
I reparti di cardiologia degli ospedali della Striscia
di Gaza hanno cominciato ad accettare soltanto cardiopatici che soffrono particolarmente della mancanza di farmaci e dell’assenza di attrezzature appropriate. Mazen al-Tatar, direttore del reparto di
cardiologia dell’ospedale “Dar al-Shifa” -il più
grande della Striscia di Gaza, situato a Gaza Cityafferma che l’embargo israeliano ha avuto un effetto
incredibilmente negativo per i cardiopatici perché
ha determinato la penuria di molti farmaci vitali che
sono difficili da ottenere […].
Uno dei segni più vistosi del grave deterioramento
delle condizioni sanitarie nella Striscia di Gaza è il
fatto che l’ospedale “al-Wafa”, specializzato nella
riabilitazione dei pazienti affetti da handicap motori,
ha sospeso la maggior parte dei suoi programmi di
riabilitazione.
Secondo una dichiarazione rilasciata dall’ospedale,
l’assedio, che include la chiusura dei valichi commerciali, ha “contribuito in maniera significativa
ad ostacolare ed a impedire una serie di programmi sanitari rivolti ai feriti ed ai disabili. Esso ha anche impedito che i farmaci necessari ed il
materiale medico giungessero negli ospedali, ed
ha impedito ai pazienti di recarsi all’estero per
ricevere cure” […].
L’assedio e la contrazione delle transazioni commerciali fra Gaza ed il mondo esterno hanno anche
portato ad un forte aumento dei prezzi dei generi
alimentari.
Per fare qualche esempio, il prezzo di un sacco di
farina è cresciuto dell’80%; perché delle 680.000
tonnellate di farina di cui la Striscia di Gaza necessita giornalmente, solo 90 tonnellate vengono fatte
entrare. Similmente, il prezzo dello zucchero è cresciuto del 60%, in aggiunta a diversi aumenti nei
prezzi di altri generi alimentari di prima necessità. I
palestinesi di Gaza non possono neanche sognarsi
altri prodotti, come le bibite analcoliche che non
sono più importate. Anche il costo del tabacco è cresciuto drasticamente: il suo prezzo è aumentato del
150%.
Quanto ai materiali da costruzione, il loro prezzo è
salito in maniera astronomica dopo che Israele ha
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30 Giustizia e Libertà
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bloccato la loro importazione. Un sacco di cemento,
ad esempio, costa 10 volte di più. In termini pratici,
la scarsità di materiali da costruzione dovuta all’assedio ha esacerbato il problema della disoccupazione
a livelli senza precedenti.
La disoccupazione è cresciuta fino all’80% della forza lavoro, e non è più possibile esercitare molte professioni che dipendono dalla presenza di materiali da
costruzione.
Anche l’industria si è fermata a causa della mancanza di materie prime.
Ma il peggio per i palestinesi di Gaza deve ancora
venire. Il ministro della difesa israeliano Ehud Barak
ha approvato una serie di punizioni collettive, apparentemente per obbligare i movimenti della resistenza palestinese a sospendere il lancio dei loro razzi
artigianali contro gli insediamenti israeliani che circondano la Striscia.
Il vice ministro della difesa israeliano Matan Vilnai,
il quale ha presieduto la commissione di sicurezza
che ha raccomandato l’imposizione della punizione
collettiva, ha dichiarato lo scorso venerdì sul primo
canale della televisione israeliana che questa forma
di comportamento statale bandito a livello internazionale è “un mezzo legittimo per fare pressione
sui civili palestinesi affinché si mobilitino contro
le fazioni che prendono di mira Israele”.
Il governo israeliano ha approvato le raccomandazioni di Vilnai, il ché significa che la situazione umanitaria a Gaza verrà, a breve, di nuovo intenzionalmente aggravata da Israele.
Tra le punizioni collettive che il governo israeliano
ha approvato vi è una clausola legata alla riduzione
della fornitura di elettricità a Gaza (la clausola relativa al taglio dell’elettricità è stata per il momento
sospesa, a seguito dell’intervento del procuratore
generale israeliano Menachem Mazuz, il quale ha
ritenuto che il tema vada ulteriormente approfondito prima di poter autorizzare questa misura; restano in piedi gli altri provvedimenti (N.d.T.) ).
Questo significa che parti di Gaza verranno gettate
nell’oscurità con l’inizio dell’inverno. Il governo
israeliano ha anche deciso di ridurre la quantità di
combustibile che la centrale elettrica di Gaza può
importare. In base a statistiche fornite dal Comitato
Popolare per la Resistenza all’Assedio (PCRS), il
taglio dell’elettricità avrà un impatto negativo sulle
stazioni di pompaggio dell’acqua, il ché significa
che l’acqua corrente all’interno delle case sarà anch’essa tagliata per molte ore al giorno.
La quantità di combustibile utilizzata per il trasporto
e la distribuzione del gas per uso domestico sarà anch’essa limitata. Ampie fasce della popolazione palestinese a Gaza sono in stato di allarme, ed i centri
di distribuzione del gas sono estremamente affollati
di gente che riempie le bombole del gas prevedendo
che le forniture saranno tagliate.
Inoltre, fra le sanzioni collettive approvate dal governo israeliano vi è l’imposizione di ulteriori restrizioni ai movimenti dei cittadini palestinesi in ingresso ed in uscita dalla Striscia di Gaza.
Jamal al-Khadri, che dirige il PCRS, considera le
sanzioni israeliane come “una violazione dei più
elementari diritti umani e di tutte le convenzioni
internazionali che permettono agli esseri umani
di vivere in condizioni di libertà e dignità”.
Egli ha dichiarato ad ‘al-Ahram Weekly’ che
“queste misure aggraveranno le sofferenze del
popolo palestinese, e soprattutto quelle dei malati
e dei bambini. Esse avranno conseguenze negative su tutti i fronti”.
Al-Khadri ha sottolineato che punire la Striscia di
Gaza “non contribuirà alla stabilità della regione
o ad una vita in pace e sicurezza, ma aumenterà
le sofferenze, ed aggraverà la situazione”.
I giornalisti israeliani Avi Yesiscrof ed Amos Heril
hanno riferito che alcuni alti ufficiali dell’esercito
israeliano avrebbero detto che essi raccomandano
l’imposizione di una punizione collettiva pur rendendosi conto che ciò non contribuirà a spingere i
palestinesi ad esercitare pressioni sulla resistenza
per fermare i lanci di razzi contro gli insediamenti
israeliani.
I due giornalisti hanno messo in evidenza che il piano di punizione collettiva ha l’obiettivo di preparare
l’opinione pubblica ad una operazione militare su
larga scala e di lunga durata che Israele intende condurre a Gaza. Essi cercherebbero inoltre di convincere i residenti dell’insediamento di Sderot, che è
stato il bersaglio della maggior parte dei razzi della
resistenza palestinese, che l’esercito israeliano sta
facendo tutto il possibile per proteggerli.
Lo scrittore ed analista politico israeliano Uzi Benziman ha pubblicato un articolo sul quotidiano
‘Haaretz’ affermando che, oltre al fatto che simili
punizioni sono immorali, esse certamente otterranno
risultati opposti, alimentando fra i palestinesi la spirale dell’odio contro Israele, e facilitando l’arruolamento di giovani palestinesi nelle attività della resistenza. Benziman sostiene che l’esperienza ha dimostrato che le punizioni collettive imposte da Israele ai palestinesi hanno fallito.
“Al contrario, questo approccio ha rafforzato la
determinazione delle organizzazioni palestinesi a
colpire Israele, ed accresce il numero degli attentatori suicidi che vogliono vendicarsi”, ha scritto
su ‘Haaretz’ la scorsa domenica.
http://weekly.ahram.org.eg/2007/869/re81
.htm
SGUAZZANDO
NEI PETRODOLLARI
Il romanziere italiano Alberto Moravia una volta
espresse la sua apprensione per l’improvvisa ondata
di ricchezza che si stava verificando in Italia negli
anni ’80, dopo anni di depressione economica.
“Per spendere denaro, devi avere una cultura”,
commentò in un’intervista a ‘Newsweek’, aggiungendo: “E per fare denaro devi essere competente”.
Le sue parole sembrano adattarsi perfettamente alla
nuova ondata di ricchezza petrolifera dei paesi del
Golfo Persico, ed al modo in cui questi soldi vengono spesi, soprattutto adesso che il prezzo del barile
ha superato la soglia senza precedenti dei 90 dollari.
Per diverse ragioni geostrategiche e di sicurezza potrebbe essere comprensibile per i paesi del Golfo
(Arabia Saudita, Qatar, Oman, Kuwait, Bahrein, ed
Emirati Arabi Uniti) tendere una mano agli Stati
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Uniti in modo da mitigare l’impatto della sua attuale
recessione, sborsando miliardi di dollari per acquistare nuove armi.
Spendere circa 50 miliardi di dollari per l’acquisto di
armamenti, creando così migliaia di posti di lavoro
nell’industria militare americana nei prossimi anni, è
un gesto da buon samaritano nei confronti di un amico speciale.
Certamente, ciò compenserà parzialmente il budget
di 190 miliardi di dollari in stanziamenti per la difesa che l’amministrazione Bush sta richiedendo al
Congresso per aiutare le forze USA ad uccidere più
iracheni e più afghani.
Gli atti di carità, in ogni caso, dovrebbero avere inizio a casa propria. Sarebbe un gesto egualmente caritatevole per l’Arabia Saudita -ad esempio- cercare
di ristrutturare il proprio mercato del lavoro in modo
da assorbire gli stimati 74.000 disoccupati sauditi,
circa il 12% della forza lavoro totale.
Più del 60% della popolazione dell’Arabia Saudita,
pari a circa 24 milioni di persone, ha un’età inferiore
ai 25 anni - la prima età per l’istruzione e per l’impiego nel mondo del lavoro.
Gli studi internazionali indicano che la crescita della
popolazione nel Regno Saudita supera di molto l’espansione della ricchezza petrolifera pro capite. E’
questa la ragione per cui il reddito pro capite in Arabia Saudita è solo il 43% di quello del Qatar, e poco
più di metà di quello degli Emirati Arabi Uniti.
L’Arabia Saudita potrebbe investire 200 miliardi di
dollari nel corso del prossimo decennio al fine di
sviluppare nuovi centri urbani e nuove zone economiche, ma il problema è troppo radicato nei paesi
del Gulf Cooperaton Council (GCC) perchè ciò possa fare la differenza.
La crescita dei prezzi petroliferi e dei profitti derivanti dal gas naturale, che ha fatto guadagnare ai 6
paesi membri del GCC una cifra stimata pari a 1.500
miliardi di dollari tra il 2002 ed il 2006, non ha creato i tanto sospirati posti di lavoro per una giovane
generazione istruita.
Gli indicatori della crescita economica stanno scendendo verso una media del 7% - meno di quanto l’Egitto spera di fare nel 2007, senza voler parlare della
Cina o dell’India.
Le speculazioni del mercato azionario stanno creando la falsa impressione di un’economia vibrante ed
in espansione, ma ciò in cui essa si traduce in realtà
è l’accumulo di ricchezza personale per alcuni e la
rovina finanziaria per altri.
Se si eccettuano gli espatriati occidentali, le opportunità di lavoro stanno diminuendo, invece di crescere.
La disoccupazione, nel mezzo di una simile era di
ineguagliata ricchezza, è un fenomeno pericoloso
che potrebbe condurre all’instabilità sociale nella
regione.
L’impressionante skyline di Dubai non racconta tutta la verità. La maggior parte delle occasioni di impiego create nei paesi del GCC negli ultimi 5 anni è
costituita da posti di lavoro prodotti dal governo, che
costano più di quanto producono.
Essi sono visti dai cittadini del GCC come un modo
per concorrere alla coincidenza geologica che consolida la ricchezza derivante dal petrolio. Ma non sembra che il boom continuerà per sempre, ed alcune
stime prevedono che la produzione petrolifera decli-
nerà del 50% entro il 2030.
E’ questa la ragione per cui parte degli inaspettati
profitti petroliferi è alla ricerca di nuovi mercati di
investimento in Asia ed in Africa, in aggiunta ai 100
miliardi di dollari che saranno investiti in infrastrutture locali nei prossimi anni.
Alcuni paesi del GCC, come gli Emirati Arabi Uniti, ora comprendono che la carità deve cominciare a
casa propria.
Gli Emirati hanno deciso di acquistare un
“pacchetto” del Louvre in concessione per una
cifra di 1,3 miliardi di dollari, inclusi 520 milioni di
dollari per usare il nome e 747 milioni di dollari per
prestiti di opere d’arte e per mostre speciali per un
periodo di 30 anni.
Questa sarà solo una parte di una più ampia attrattiva turistica e culturale che dovrà essere costruita a
Saadiyat Island, di fronte ad Abu Dhabi, allo sconcertante costo di 27 miliardi di dollari.
L’indulgenza culturale degli Emirati sarebbe ancor
più caritatevole se prendesse maggiormente in considerazione l’eredità culturale araba ed il suo contributo -riconosciuto da seri studiosi e storici occidentali- al Rinascimento ed alla civiltà occidentale.
Le raccolte culturali degli Emirati tratte dal Louvre,
dal centro Georges Pompidou, dal Musée Rodin, e
da Versailles porteranno agli arabi la cultura occidentale.
Ma chi riporterà in vita gli storici tesori culturali e
scientifici della Bayt al-Hikma (la Casa della Saggezza) di al-Maamoun (califfo abbaside che regnò
fra l’813 e l’833 (N.d.T.) ) e della grande biblioteca
di Baghdad, a beneficio dei curiosi occidentali ?
Chi rivelerà il grande contributo che la Bayt alHikma diede alla conoscenza occidentale, o il modo
in cui Hunain Ibn Ishaq, un cristiano, supervisionò
la traduzione dal greco in arabo delle opere di Aristotele e di Platone, o come i 7 volumi dell’ “Anatomia” di Galeno e tutti gli altri grandi lavori di filosofia, medicina, astronomia, e matematica raggiunsero l’Europa Occidentale in arabo attraverso la
Sicilia e l’Andalusia ?
Quale mostra presenterà l’invenzione araba dell’algebra, di per sé una parola araba, o della trigonometria e dei logaritmi (una corruzione del nome di colui che li inventò, al-Khwarizmi) ?
E che impatto potrebbe avere questa conoscenza
sull’europeo e sull’americano medio, i quali credono che l’Islam sia una religione di crudeltà e terrorismo?
Gli egittologi ritengono che l’Egitto ospiti un terzo
dell’eredità culturale mondiale, di cui la maggior
parte è tuttora sepolta o ammucchiata in depositi
archeologici in attesa che vengano costruiti dei musei per ospitarli.
Qualcuno di questi tesori della civiltà umana non
potrebbe forse trovare un posto nel previsto museo ?
Non andrebbe a onore sia del Louvre che degli Emirati la costruzione di un museo della civiltà umana
in tutte le sue forme e di tutte le epoche della storia?
(Continua a pagina 32)
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Il Louvre di Abu Dhabi vorrà finanziare scavi archeologici nel resto del mondo arabo, in Egitto, Siria,
Iraq, e Giordania ?
Vorrà scavare a fondo nella tradizione culturale araba per portare alla luce straordinari contributi che
sono stati denigrati da decenni di dominazione coloniale, radicando un senso di scarsa autostima ?
L’attuale boom del petrolio e del gas naturale, concentrato nella regione del Golfo Persico, è il secondo
in 30 anni.
La prima fortuna petrolifera della metà degli anni ’70
rappresenta un’opportunità perduta che oggi è difficile spiegare.
All’epoca si diceva che il surplus arabo accumulato
(allora stimato in 400 miliardi di dollari) avrebbe potuto acquistare la metà delle azioni della borsa di
New York.
Ma ci furono anche delle storie folli a proposito degli
stravaganti modi di spendere di sceicchi ed emiri irresponsabili che dilapidarono intere fortune ai casinò, acquistarono castelli in Europa e case signorili
negli Stati Uniti, e sperperarono soldi in donne e cavalli purosangue.
Fortune sbalorditive furono accumulate da pochi fortunati grazie alle provvigioni sugli acquisti di armamenti, sui contratti con le compagnie straniere, e sui
progetti immobiliari.
I doni offerti a leader stranieri per ottenere il loro
appoggio politico andarono ben al di là delle gemme
che l’ultimo scià di Persia, Mohamed Reza Pahlavi,
usava donare ai suoi ospiti.
Paesi come gli Emirati Arabi, il Qatar, il Bahrein, e
l’Oman hanno raggiunto tardi l’indipendenza. Intorno alla metà degli anni ’70 erano degli stati sovrani
solo da pochi anni, con poca esperienza nella gestione del bilancio e poca competenza nell’amministrare
i loro fiumi di denaro.
Alcuni ambiziosi finanzieri di New York ed alcuni
responsabili di istituzioni finanziarie internazionali
fecero delle brillanti carriere favorendo enormi prestiti, finanziati dai profitti petroliferi, a vantaggio di
poveri paesi dell’Africa e del Sud America che non
avevano la più pallida idea di come utilizzarli per dei
progetti di sviluppo […].
Il boom del petrolio e del gas non è sostenibile, neanche a medio termine. Il prezzo del barile supererà
presto i 100 dollari, una cifra che i paesi in via di sviluppo non possono permettersi.
La Cina ed il Giappone hanno una vorace brama di
idrocarburi, ed un’ulteriore salita dei prezzi dovuta
alla crescente domanda potrebbe determinare un’inflazione globale seguita da una pesante recessione.
Inoltre, i paesi industrializzati stanno seriamente cercando delle alternative,come i combustibili non fossili, almeno per ridurre la loro bolletta petrolifera.
Ragione in più per pensare seriamente di investire
queste ricchezze in altri paesi del Medio Oriente arabo al fine di ottenere una prosperità araba reciprocamente benefica, collettiva, e sostenibile.
http://weekly.ahram.org.eg/2007/869/op2.htm
GIUSTIZIA
non EGUAGLIANZA
Ghazwa Farahat è un carismatico ingegnere di 30
anni. E’ membro della sezione sociale del municipio
di al-Ghobeiry, nella zona meridionale di Beirut.
Farahat fu eletta nelle liste di Hezbollah due anni fa.
Fu la prima candidata donna che il movimento di
resistenza islamica inserì nelle sue liste elettorali. In
effetti, il partito dovette lottare duramente per convincere la famiglia di Farahat ad acconsentire alla
sua candidatura.
“La mia famiglia era divisa”, afferma Farahat nel
suo ufficio ad al-Ghobeiry. “Hanno chiesto ai responsabili di Hezbollah per quale ragione volessero candidare una donna quando c’erano degli
uomini nella famiglia”, ci ha spiegato.
Se non altro, la storia di Farahat riflette il fatto che il
movimento islamico, nelle sue posizioni sul ruolo
della donna nella società, si è spesso dimostrato più
progressista rispetto alla stessa società al cui interno
esso opera. Il fatto che Hezbollah abbia difeso la sua
candidatura ed abbia avuto la meglio sulle pressioni
sociali e culturali lascia pensare che il movimento
stia prestando seria attenzione al ruolo che le donne
possono giocare nell’espandere la sua base sociale e
politica.
Il caso di Farahat ed altri casi analoghi fanno luce su
una delle caratteristiche più stupefacenti delle politiche degli islamici di oggi. Farahat ed altre centinaia
di attiviste donne rappresentano il cuore delle organizzazioni femminili di Hezbollah, chiamate “alHayat al-Nisaaya”, la struttura attraverso la quale
le attiviste donne portano avanti la propria agenda
politica e sociale all’interno del partito. A mano a
mano che donne sempre più istruite sono entrate nei
ranghi dei movimenti islamici negli ultimi due decenni, esse hanno trovato in questi movimenti uno
spazio in cui poter esercitare pressioni per migliorare la condizione delle donne senza rischiare di essere
stigmatizzate come agenti occidentali, o di essere
emarginate socialmente.
Questa opportunità disorienta il punto di vista a lungo sostenuto secondo cui l’ascesa dei movimenti
islamici in Medio Oriente sarebbe responsabile sia
di un clima socialmente restrittivo per le donne, sia
di un arretramento delle passate conquiste fatte dalle
donne.
L’impegno in servizi di carattere sociale, in particolare, ha posto le donne a contatto con le masse, permettendo loro di stabilire delle reti a livello locale.
L’impressionante partecipazione delle sostenitrici di
Hezbollah durante il sit-in dell’opposizione libanese
nel centro di Beirut ha rappresentato un’ulteriore
prova del fatto che le donne non sono state emarginate.
“Al-Hayat al-Nisaaya” allestì un gazebo durante il
sit-in, che presto divenne un punto di incontro per i
giornalisti. Il sit-in ha anche rappresentato un terreno di incontro per i quadri femminili dei partiti laici
libanesi alleati di Hezbollah.
In Egitto sta accadendo qualcosa di simile.
Le donne stanno diventando sempre più visibili nelle diverse attività politiche della Fratellanza Musulmana, che ormai ha raggiunto i suoi 80 anni di vita.
Nel 2000, il movimento inserì il suo primo candida(Continua a pagina 33)
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(Continua da pagina 32)
to donna nelle proprie liste elettorali ad Alessandria.
All’epoca delle elezioni parlamentari del 2005, le
donne erano al centro della macchine elettorale del
movimento, partecipando a tutte le fasi elettorali,
dalle candidature all’organizzazione della campagna
elettorale, allo spoglio ed al monitoraggio dei voti.
I commentatori occidentali hanno generalmente dato
un punto di vista negativo del rapporto fra il movimento islamico inteso come ideologia politica, l’Islam come religione, e le donne.
Sebbene alcuni scritti abbiano preso in considerazione le variazioni e le diverse sfumature esistenti fra i
vari gruppi islamici, il punto di vista dominante e più
influente tratta il movimento islamico e l’Islam come entità monolitiche. Esso ha dipinto le donne come languenti sotto società patriarcali oppressive, incatenate da una lunga lista di norme di condotta culturali e religiose che le opprimono.
In realtà la condizione delle donne all’interno dei
movimenti islamici non è né uniforme né inalterata
nel tempo.
Ciò che emerge dalla conversazione con donne appartenenti ai movimenti islamici è spesso un miscuglio di discorsi moderni e pre-moderni. Da un lato,
esse non sono insensibili al discorso dei diritti delle
donne che permea il dibattito sulla condizione della
donna nel mondo arabo di oggi. Tuttavia, molte di
loro fanno le proprie scelte a proposito del modello
di politica e di società che preferiscono in qualità di
attiviste. Non percepiscono loro stesse come in ritardo rispetto alle donne occidentali, perché il metro
con cui giudicano i propri progressi è differente.
“Non abbiamo l’eterno complesso di dover essere
uguali agli uomini”, afferma Um Mahdi, che dirige
la sezione femminile di “Hayeet Daam alMuqawama”, il braccio finanziario di Hezbollah.
“Cerchiamo giustizia, non uguaglianza”, aggiunge. Un punto di vista simile è frequentemente espresso dalle attiviste della Fratellanza Musulmana.
L’enfasi viene posta sulla “complementarietà dei
ruoli” fra i sessi.
Ma esse sono anche consapevoli del fatto che la condizione delle donne varia all’interno dei movimenti
islamici. La struttura sociale, politica, e culturale, è
anch’essa un fattore importante nel definire tale condizione.
Le attiviste non fanno mistero delle pressioni che
esse esercitano sulle leadership dei loro rispettivi
movimenti al fine di espandere il proprio ruolo e la
propria partecipazione. Jihan al-Halafawy, la prima
candidata donna nelle liste elettorali dei Fratelli Musulmani nel 2000, ha rivelato di aver parlato in diverse occasioni con la Guida Suprema della Fratellanza Musulmana a proposito della necessità di avere delle donne all’interno della segreteria politica del
movimento.
Le attiviste dei movimenti islamici ritengono che
difendere i diritti delle donne faccia parte della difesa dell’Islam dalla corruzione. Esse pensano che i
precetti islamici non abbiano mai mirato a sottomettere le donne, ma che questi principi siano stati a
volte distorti da norme sociali e culturali antecedenti
all’Islam, che hanno resistito nonostante la diffusione di quest’ultimo. La lotta per i diritti delle donne è
dunque anche una lotta per ristabilire l’Islam nella
sua forma originaria.
Se le attiviste islamiche credono che l’Islam fornisca la base per il riconoscimento dei diritti delle
donne, inserire le richieste femministe all’interno
del più ampio contesto di una discussione religiosa
ha un ulteriore vantaggio per loro: aiuta a contrastare le accuse secondo le quali esse stanno perseguendo una agenda femminista di vedute ristrette a danno della comunità. In effetti, l’importante ruolo che
le donne giocano all’interno delle organizzazioni
islamiche è ancora più comprensibile alla luce dell’attenzione che i movimenti islamici riservano alla
costruzione di organizzazioni forti, radicate fra la
popolazione, e che forniscano dei servizi. La struttura femminile gioca un ruolo importante nella presa
che i movimenti islamici hanno sulla società.
Data la naturale base sociale che i movimenti islamici rivendicano, la sempre maggiore mobilitazione
delle attiviste islamiche potrebbe preannunciare lo
sviluppo di un paradigma islamico per affrontare le
questioni delle donne e della rigenerazione sociale.
Se un paradigma del genere dovesse diventare un
paradigma largamente accettato, potrebbe avere un’enorme influenza nel mondo arabo-islamico, un’influenza in effetti molto maggiore di quella che possono avere gli sforzi di promuovere i diritti delle
donne attraverso organizzazioni femministe occidentali o appoggiate dall’Occidente.
http://weekly.ahram.org.eg/2007/866/sc1.htm
Il velo che copre il volto:
quando i costumi sociali
vengono scambiati per norme
religiose
Le donne saudite sono state oppresse da svariati costumi sociali che sono stati loro imposti come se
fossero delle prescrizioni religiose inviolabili. L’Islam, evidentemente, non è l’unico fattore che plasma la vita sociale saudita, come invece molti osservatori esterni o anche alcuni osservatori all’interno
della stessa società saudita sono inclini a ritenere.
Essa è molto legata ai costumi ed alle tradizioni locali.
E’ stato anche osservato che tali costumi hanno addirittura una maggiore presa sui sauditi di quanto
non abbiano i valori religiosi, specialmente nel caso
in cui si verifichi qualche conflitto fra le tradizioni e
gli insegnamenti religiosi. Ad esempio, l’Islam non
insiste sul fatto che la donna copra anche il suo volto, se essa già indossa un hijab (il velo che copre i
capelli).
Allo stesso tempo, le donne appartenenti a famiglie
conservatrici o tribali nascondono il proprio volto
come se stessero osservando un’indiscutibile norma
religiosa.
Chiunque osasse sfidare questa pratica sarebbe punito psicologicamente, ed a volte anche fisicamente.
Mentre la legge islamica permette ad un uomo di
guardare una donna quando cerca una sposa, alcune
famiglie saudite negano questo diritto, dando luogo
a situazioni bizzarre, come quella di un uomo che
non sa riconoscere la propria promessa sposa. In
(Continua a pagina 34)
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alcuni casi estremi, un marito non è mai in grado di
identificare la propria moglie perché alcune tribù
non permettono alle donne di togliersi il loro niqab
(il velo che copre il volto) neanche davanti al proprio marito.
Un altro costume saudita non legato all’Islam è quello secondo cui le promesse spose chiedono in dote
some favolose, soprattutto se il pretendente appartiene ad una tribù o ad una regione differenti. Lo spirito
regionale e tribale pervade alcuni segmenti della società saudita a tal punto che l’importante principio
islamico, secondo cui il più nobile degli uomini è il
più pio, è molto spesso ignorato. L’attuale società
saudita considera la famiglia, la ricchezza, e la posizione come i parametri per misurare la nobiltà di un
uomo.
Sono stata testimone di come una scomoda pratica
sociale, il velo che copre il volto, può cambiare in un
diverso ambiente sociale.
Una donna saudita sposata era solita frequentare alcune classi del college americano nel quale studiavo.
Era completamente velata, compresi il volto, le mani
ed i piedi.
Era religiosa e beneducata, ma aveva un aspetto depresso e triste.
Tuttavia, dopo alcune settimane, cominciò a togliersi
il velo che le copriva il volto, ed i guanti, nel momento in cui entrava nel campus del college. Non si
velava fino al momento in cui veniva a prenderla suo
marito. Allora credevo che indossare o non indossare
il velo fosse una questione puramente personale.
Tuttavia, osservai un cambiamento molto positivo
nel suo comportamento in classe, con una maggiore
partecipazione alle attività accademiche dopo che si
era tolta il velo.
Vorrei sottolineare il significato psicologico del
cambiamento avvenuto in lei, senza criticare una tradizione culturale o una pratica religiosa.
Un costume sociale perde il suo significato in un’altra società in cui quel costume viene giudicato attraverso un differente sistema di valori. Dopotutto, la
valutazione di un dato costume da parte della gente è
basata su un sistema di fattori sociali e psicologici
che variano da cultura a cultura. Questa donna si
sentiva molto a suo agio quando si copriva il volto
stando in Arabia Saudita. Ma quando si è trasferita
in un’altra società, quella degli Stati Uniti, ha dovuto
interagire con persone di valori culturali e religiosi
diversi. In questa nuova società il linguaggio del corpo gioca un ruolo maggiore nella comunicazione
umana. Negli Stati Uniti, così come in altre società,
un uomo o una donna trovano molto difficile comunicare con una donna se il suo volto è completamente coperto. Ciò naturalmente lascia una donna velata
in uno stato di depressione e di isolamento. La faccenda si aggrava per una donna saudita laddove le
donne musulmane di altri paesi si mostrano senza il
velo che copre il volto. Il risultato inevitabile è che
gli altri etichettano i sauditi come “rigidi”,
“fondamentalisti”, “diversi”.
Questa donna saudita può aver sofferto molto stress
e molta tensione frequentando le classi del college,
ma non ha osato parlare delle sue difficoltà col marito. Invece, si toglieva il velo quando il marito era
lontano.
La donna saudita si vela perché ciò è espressione di
modestia e di una condotta dignitosa all’interno della
società saudita. Nella società statunitense lasciare il
volto scoperto non è mai considerato un atto immodesto o indecoroso. Nella cultura americana, indossare una gonna che scende sotto il ginocchio è considerato per una donna un atto più decoroso rispetto
all’indossare una gonna che si ferma sopra il ginocchio, mentre in Arabia Saudita coprirsi il volto ed i
capelli è considerato un contegno più decoroso rispetto a quello di coprirsi soltanto i capelli lasciando
il volto scoperto.
La modestia ed il decoro sono termini relativi la cui
definizione varia a seconda della società in cui si
vive. Il marito della donna saudita non ha capito il
significato relativo del concetto di modestia e di decoro e, come molti altri sauditi, ha trapiantato il concetto saudita negli Stati Uniti, sulla base dell’interpretazione secondo cui il velo che copre il volto è
una prescrizione religiosa inviolabile. L’Islam non è
una religione dai costumi complessi, sebbene alcuni
si sforzino di trasformarla in qualcosa con cui è difficile convivere. Il marito di quella donna non aveva
esitato a radersi la barba quando aveva scoperto che
essa era inaccettabile per alcuni dei suoi insegnanti
al college. Ironicamente, in ciò vi è una contraddizione. Il Profeta – la pace sia su di Lui – raccomandava come gesto virtuoso quello di portare la barba.
Il marito di quella donna si era sbarazzato della barba al fine di essere maggiormente accettato a livello
sociale, ma non aveva permesso a sua moglie di togliersi il velo che le copriva il volto, malgrado il fatto che ciò non avrebbe comportato la violazione di
alcuna norma religiosa.
Ciò accade spesso in molti luoghi lontani dai vigili
sguardi della famiglia o della tribù. Le donne saudite
si tolgono il velo che copre il volto perché sono pienamente consapevoli del fatto che esso è soltanto
una pratica culturale e non un obbligo religioso.
Quando si trovano in una diversa situazione culturale, come può essere richiesto dal loro lavoro, dagli
studi, o da qualche altro fattore, le donne saudite
possono essere viste compiere qualche correzione
alla loro condotta culturale, senza per questo compromettere i propri valori religiosi.
http://www.arabview.com/articles.asp?article
=920
CaLmBiG
Giustizia e Libertà
Periodico Politico Indipendente
Autorizzazione Tribunale di Roma
n° 540/2002 del 18.09.2002
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