Venezia Immagine: le 2800 foto di Araki

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Venezia Immagine: le 2800 foto di Araki
07 marzo 2002 delle ore 13:05
Venezia Immagine: le 2800 foto di Araki
"Com'è triste Venezia"... cantava Charles Aznavour. E a vedere i padiglioni dei Giardini della
Biennale in un freddo e grigio pomeriggio di febbraio non si può dargli torto. Ma vuoi mettere la
suggestione di questo paesaggio malinconico? Se poi proprio da quelle parti capita di incontrare
la mostra di un maestro della fotografia contemporanea come Nobuyoshi Araki...
A 2 anni dalla grande mostra del Museo Pecci,
Araki fa il bis in Italia al Padiglione Italia con
una mostra di ben 2.800 fotografie che
ricapitola molto del lavoro e della personalità
dell'artista considerato unanimemente uno dei
maestri dell'arte attuale, nonché uno dei
responsabili principali del boom della
fotografia degli ultimi 20 anni, tecnica prima
ritenuta minore e che oggi si ritrova
completamente sdoganata e degnamente
rappresentata sul mercato e nei musei di tutto il
mondo.
La mostra è articolata e divisa in varie sezioni:
Arakinema è uno slide show costruito con 10
diapositive proiettate in loop, a dissolvenza, con
vedute ravvicinate di coloratissimi fiori
sbocciati; la fascinosa sensualità sorgiva di
forme e colori costituisce una chiave d'accesso
alla mostra e, depurando lo sguardo del
visitatore, lo allena ad una osservazione serena
e concentrata.
Ryu u seki è il titolo di un mosaico costruito
con 300 immagini di Tokyo, mentre Polaeroid
è un'istallazione di quasi 2000 polaroid stese a
coprire un tavolo a ferro di cavallo. Sono tutte
le donne di Araki, una sequenza sterminata di
personaggi femminili ripresi in situazioni,
posture e atteggiamenti infiniti. E' forse da
questa folle teoria di corpi e volti femminili che
esce la vera anima di Araki, il fotografo che
dichiara di vedere il mondo solo attraverso
l'obiettivo, di ritrarre le donne con la vana
illusione di comprenderne la natura più
profonda, di perseguire inutilmente la
condizione di ermafrodito per poter finalmente
raggiungere questa conoscenza, di amare
Venezia (lui che a Tokyo si sente protetto come
nell'utero materno) ma per le sue donne. Sono
queste alcune delle dichiarazioni rilasciate a
Filippo Maggia, curatore della mostra, in una
lunga intervista registrata ed in visione.
Altri due video sono proposti proiettati su pareti
opposte e mostrano, rispettivamente, l'artista in
soggiorno oltreoceano e mentre passeggia nella
notte di Tokyo. Significativo è notare come
Araki si mostri ugualmente entusiasta ed
incuriosito all'estero come nella sua Tokyo,
freneticamente intento a fotografare qualsiasi
cosa attragga la sua attenzione: per natura
immune dalla condizione di indifferenza nei
confronti della quotidianità, egli registra i
piccoli mutamenti della realtà che lo circonda.
Nella recentissima sequenza Yugawara
Stories e L'amante d'agosto l'artista si mostra
nella sua accezione narrativa fissando, nella
scelta del suicidio, l'eternità di un ultimo atto
d'amore.
E il suicidio è un tema con il quale Araki si è
confrontato. "Sia la tua bellezza perfetta quanto
la tua infelicità" scriveva lo scrittore e
sceneggiatore Yukio Mishima (morto secondo
il rito del Seppuku, il suicido rituale): nella serie
Suicidio in Karuizawa Araki reinterpreta
questa visione escatologica in cui la morte
sconfigge la natura effimera della bellezza
rendendola eterna ed assoluta. Le sue bellissime
donne giacciono cadaveri, le carni bianchissime
percorse appena da un rivolo di sangue.
La mostra ai Giardini si conclude con i 26 dittici
di Tokyo Nude, in cui le donne sono associate
a vedute e scorci della capitale giapponese; tra
i 2 si instaura un rapporto di attrazione ed
empatia (per citare Worringer) che si risolve in
un'armonica astrazione di pura bellezza.
Nella parte allestita alla Querini Stampalia sono
proposti invece la storica serie Jeanne D'Araki
(1965), lavoro ispirato dal cinema neorealista
italiano e dalla nouvelle vague francese nel
quale Araki approfondisce la ricerca sulla storia
di Giovanna d'Arco e Viaggio sentimentale,
primo lavoro documentarista ed
[email protected]
"Araki in Venice" a cura di Filippo Maggia
Dal 9.II.2002 al 10.III.2002
Venezia, Fondazione Querini Stampalia,
Castello 5252
Ingresso: 6 € (ridotto 4 €)
Orari: dom_mar_mer_gio dalle 10 alle 18,
ven_sab dalle 10 alle 22 (lunedì chiuso).
Tel: 041714066 Fax: 041713151 E–mail:
[email protected]
indice dei nomi: Charles Aznavour, Giovanna
D'Arco, Filippo Maggia, alfredo sigolo, Yukio
Mishima, Araki, Pecci, Afro
.
intimissimo del 1971 dedicato alla moglie.
Inedita è invece sono le riprese realizzate
durante il soggiorno veneziano dal titolo
collettivo Araki in Venice, tra le quali spicca
l'immagine dell'artista che si aggira con una
maschera da gatto manga tra le calli durante il
carnevale.
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Alfredo Sigolo
“Suicide in Tokyo" a cura di Filippo Maggia
Dal 7.II.2002 al 10.III.2002
Veneiza, Padiglione Italia, Giardini Castello
Ingresso: 7 € (ridotto 5 €).
Orari: dalle 10 alle 18.
Tel: 041714066 Fax: 041713151 E–mail:
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