Report Tecnico2
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REPORT TECNICO PRELIMINARE “Progetto finalizzato al miglioramento del Monitoraggio ed alla Riduzione delle Emissioni gassose rilasciate in Atmosfera dalle diScariche per RSU (Rifiuti Solidi Urbani)” “ERMAS” “Tecnologie per la riduzione della pressione sull’ambiente” - DOCUP Ob.2 Anni 2000-2006 – PRAA 2004-2006 Misura 1.7 - 31 Marzo 2005 DOCUP 2000-2006 Azione 1.7 Progetto “ERMAS” – Report Tecnico Preliminare INDICE 1. Premessa ........................................................................................................................3 2. Introduzione ...................................................................................................................4 3. Metodo di misura..........................................................................................................6 3.1 Il metodo della camera di accumulo ............................................................................ 7 4. Risultati ottenuti durante il primo modulo di lavoro...........................................9 4.1. Scelta del miglior sensore adatto alla misura dei VOC effettuata con il metodo della camera d’accumulo .................................................................................................... 9 4.2 Assemblaggio del prototipo del dispositivo di misura dei flussi di VOC ................. 10 4.3 Sviluppo del software di acquisizione. ...................................................................... 14 5. Conclusioni ..................................................................................................................15 31 Marzo 2005 2/17 DOCUP 2000-2006 Azione 1.7 Progetto “ERMAS” – Report Tecnico Preliminare 1. Premessa Il presente rapporto preliminare mostra i risultati ottenuti durante la prima fase di studio del Progetto finalizzato al miglioramento del Monitoraggio ed alla Riduzione delle Emissioni gassose rilasciate in Atmosfera dalle diScariche per RSU (Rifiuti Solidi Urbani) “ERMAS” finanziato con i fondi della Regione Toscana nell’ambito di “Tecnologie per la riduzione della pressione sull’ambiente”- DOCUP Ob.2 Anni 2000-2006 – PRAA 20042006 Misura 1.7. Lo scopo del Progetto ERMAS è quello di ridurre l’inquinamento da biogas nelle zone interessate da discariche per RSU, attraverso la quantificazione del biogas disperso in atmosfera mediante flussi del biogas stesso all’interfaccia aria-suolo. Uno degli obiettivi principali del programma consiste nel fornire una procedura di misura puntuale dei flussi di CO2 , CH4 e Composti Organici Volatili (VOC) e nel trattamento ed interpretazione dei dati per la determinazione del flusso totale di biogas emesso in maniera diffusa dal suolo delle discariche per RSU. Le misure dirette dei flussi di CO2 , CH4 verranno eseguite con strumentazione CNR, mentre le misure del flusso di VOC verranno eseguite utilizzando un prototipo strumentale. Lo scopo del progetto è perseguito attraverso 4 moduli di lavoro, in particolare questo rapporto illustra i risultati del primo modulo di lavoro (gennaio-aprile 2005) che prevede lo studio preliminare e prototipale dello strumento per la misura dei flussi diffusi dei VOC. A questo progetto partecipano due PMI (Piccole e Medie Imprese), nello specifico, le società West Systems srl e P&I srl e l’istituto di ricerca IGG del CNR di Pisa. Lo sviluppo di questo primo modulo di lavoro è stato curato principalmente dalla West Systems srl e da IGG-CNR. 31 Marzo 2005 3/17 DOCUP 2000-2006 Azione 1.7 Progetto “ERMAS” – Report Tecnico Preliminare 2. Introduzione L’Agenzia di Protezione Ambientale Statunitense (USEPA) con il “Compendium of methods for organic air pollutants” del gennaio 1997, con il metodo T015, relativo alla determinazione dei composti organici volatili fornisce la definizione di VOC, e precisamente “VOC sono definiti i composti organici aventi una pressione di vapore maggiore di 10-1 Torr a 25°C e 760 mmHg”. Anche il DM 16 gennaio 2004 N°44, che ha recepito la direttiva 1999/13/CE (nota come direttiva VOC) fornisce una definizione simile. Le emissioni di VOC sono regolate dalla normativa in quanto la comunità scientifica internazionale ritiene che queste specie gassose contribuiscono alla formazione di ozono. Il potenziale contributo che ogni VOC può dare alla formazione della fascia dell’ozono dipende dalla sua reattività fotochimica: più elevata è la reattività fotochimica, più grande è il contributo potenziale alla formazione dell’ozono. Nella pratica molti composti organici rispondono alla definizione sopra citata, anche molto diversi tra loro per proprietà chimiche e soprattutto con diversa reattività fotochimica. USEPA ha da tempo riconosciuto che alcuni VOC hanno una reattività talmente bassa da essere considerati trascurabili per ciò che concerne la formazione di ozono. La fonte principale di VOC in atmosfera è il gas emesso dai motori delle macchine, ma anche lo smaltimento dei rifiuti con la conseguente formazione di biogas partecipa, anche se in misura minore, all’immissione di VOC in atmosfera. Il biogas, ad esclusione delle fasi iniziali (acidofile) del processo di fermentazione dei rifiuti, è formato principalmente da CH4 (circa il 55-60%) e CO2 (circa il 45-40%). In un rapporto del 1999 USEPA stimava l’emissio ne globale di CH4 (importante gas serra), fino al 19% dell’emissione globale antropogenica e valutava l’emissione di VOC (composti organici volatili) da discariche RSU presenti sul suolo americano in circa 180000 tonnellate l’anno. Da studi effettuati su numerose discariche risulta accertata la presenza nel biogas di numerosi composti clorurati quali 1,1-Dicloroetene (0.20 ppmv), 1,1-Dicloroetano (2.25 ppmv), l’Acrilonitrile (6.33 ppmv), il diclorometano (15.7 ppmv) ecc. E’ chiaro quindi che il calcolo del flusso di tali sostanze possa Da quanto detto appare evidente la necessità di misurare i flussi di gas che fuoriescono dalla discarica in modo tale da mettere in evidenza le zone preferenziali di emissione e valutare se le azioni intraprese per la riduzio ne delle emissioni stesse hanno avuto successo. Appare evidente quindi che il controllo delle zone di emissione e la misura quantitativa del flusso di biogas verso l'atmosfera, nonchè delle dimensioni delle aree emittenti 31 Marzo 2005 4/17 DOCUP 2000-2006 Azione 1.7 Progetto “ERMAS” – Report Tecnico Preliminare all'atmosfera, sia necessario per ottenere il miglior recupero quantitativo possibile del combustibile, per ridurre l’emissione di gas-serra e quella dei gas nocivi da esso trasportati; questo al fine di garantirsi evidenti ricadute economiche oltre che per evitare un impatto ambientale indesiderato e, cosa più importante, contrario alla legge. Lo scopo di questo progetto è proprio quello di ridurre l’inquinamento atmosferico dovuto al biogas disperso dal suolo delle discariche RSU, questo obiettivo prevede la messa a punto una procedura per il monitoraggio delle emissioni gassose rilasciate in atmosfera dalle discariche per rifiuti solidi urbani, basato su tecnologie non invasive e procedimenti matematici ad hoc. Fra i traguardi intermedi vi è la progettazione e la costruzione di un prototipo per la misura diretta di flussi di VOC all’interfaccia aria-suolo. Quest’ultimo argomento è oggetto del presente rapporto preliminare. 31 Marzo 2005 5/17 DOCUP 2000-2006 Azione 1.7 Progetto “ERMAS” – Report Tecnico Preliminare 3. Metodo di misura Le diverse tecniche di misura del flusso di gas dal suolo possono essere suddivise in tre diverse categorie: • misure del gradiente di concentrazione • tecniche dinamiche • tecniche statiche Le misure del gradiente di concentrazione soni eseguite su campioni di piccolo volume, aspirati attraverso sonde inserite nel terreno a profondità variabile. I valori di flusso vengono poi calcolati attraverso la legge di Fick, assegnando un valore al coefficiente di diffusione del gas per ogni sito di misura. Questo è metodo più utilizzato per misurare flussi di VOC dal suolo, conosciuto anche con il nome di Soil Gas Survey. La difficoltà maggiore che si incontra utilizzando questo metodo e proprio quella di assegnare un valore al coefficiente di diffusione in ogni sito di misura. Tale coefficiente infatti può presentare una grande variabilità spaziale, essendo fortemente influenzato dalle caratteristiche del suolo (porosità, permeabilità ecc..). Inoltre il valore misurato è corretto solo se il meccanismo è solo diffusivo, fatto che quasi mai si verifica. La tecnica dinamica consiste nella determinazione in continuo dell’incremento di concentrazione di gas in un flusso d’aria, imposto dall’operatore, passante attraverso un contenitore posto capovolto sul terreno. Il limite fondamentale di questa tecnica e che il flusso di gas dipende dal flusso d’aria imposto dall’operatore attraverso la camera, in quanto esso determina la direzione del bilancio di flusso tra suolo e la camera d’aria, infatti si crea un disequilibrio di pressione con conseguente variazione del flusso naturale. Infine la tecnica statica consiste sia nella determinazione dell’incremento di concentrazione di gas nell’aria contenuta all’interno di un recipiente, posto capovolto sul terreno, sia nel misurare la quantità di gas assorbita da una soluzione collocata all’interno di un recipiente posto capovolto sul terreno. Le misure di concentrazione di gas vengono eseguite nel momento in cui il recipiente viene posto sul terreno e dopo un determinato intervallo di tempo. Escludendo quindi le tecniche basate sul gradiente di concentrazione nel terreno, i diversi metodi di misura dei flussi di gas emessi dal suolo possono essere suddivisi in stazionari e non stazionari: nel primo caso un flusso di “bianco” viene fatto passare attraverso il contenitore per misurare la concentrazione del componente nel gas in uscita; nel secondo caso si misura invece la variazione temporale del valore di concentrazione del gas all’interno del contenitore. 31 Marzo 2005 6/17 DOCUP 2000-2006 Azione 1.7 Progetto “ERMAS” – Report Tecnico Preliminare Il metodo della camera di accumulo è un metodo di tipo statico che, essendo stato utilizzato in questo progetto, sarà analizzato con grande dettaglio nel prossimo paragrafo. 3.1 Il metodo della camera di accumulo Il metodo della camera di accumulo è basato sulla tecnica statica non stazionaria. Di fatto si misura continuamente la concentrazione di un determinato gas all’interno di un recipiente (camera di accumulo) permettendo in questo modo un’ immediata valutazione del tasso di incremento di concentrazione del gas nel tempo. Tale metodo è stato scelto rispetto ad altri tenendo conto delle seguenti considerazioni: • questa strumentazio ne è in grado di fornire misure di gas dai suoli a prescindere dalla conoscenza delle caratteristiche dei suoli stessi e dalla conoscenza del regime di flusso. Pertanto essa non necessita di alcun coefficiente empirico che tenga conto delle caratteristiche del suolo, per trasformare il gradiente di concentrazione misurato in flusso. Una volta fissata l’altezza della camera di accumulo possiamo ottenere direttamente l’efflusso di gas dal suolo, essendo quest’ultimo il prodotto della pendenza della retta (per bassi valori di flusso) o della parte iniziale della curva (per alti valori di flusso) di incremento della concentrazione di CO2 nel tempo all’interno della camera; • è molto più veloce di altri metodi; • la strumentazione risulta abbastanza maneggevole e di facile utilizzo. Il metodo della camera di accumulo è stato utilizzato per misurare il flusso di CO2 dal suolo fin dagli inizi degli anni 70. Nelle scienze agrarie veniva utilizzato questo metodo per misurare il tasso di respirazione del suolo (Witkamp, 1969; Kucera and Kirkham, 1971; Kanemasu et al., 1974; Parkinson, 1981). Negli anni 90 la camera di accumulo è stata utilizzata per misurare flussi di N2 O (Kizing and Socolow, 1994) e per valutare l’output totale di CO2 diffuso da aree geotermiche e vulcaniche (Tonani and Miele, 1991; Chiodini et al., 1996; 1998). In figura 1 è riportato lo schema concettuale dello strumento utilizzato per la misura. 31 Marzo 2005 7/17 DOCUP 2000-2006 Azione 1.7 Progetto “ERMAS” – Report Tecnico Preliminare ϕPUMP Capillare Camera di Accumulo Ventola ϕIN PID ϕOUT Figura 1 Schematizzazione dello strumento per la misura dei flussi di gas con la camera di accumulo Le ipotesi alla base di tale metodologia di misura sono le seguenti: - All’interno della camera di accumulo il mescolamento è completo; - La pressione all’interno della camera di accumulo non varia. Ciò è garantito dal capillare posto nella parte superiore della camera; - Il gas, trasportato da una piccola pompa, circola tra la camera di accumulo e lo strumento non dispersivo che consente la misura del gas; - Il sistema è isotermo. Visto che la pressione all’interno della pentola resta costante, ciò significa che la quantità di materia (numero totale di moli) è costante, mentre nel tempo cambia la composizione. Ciò implica tra l’altro che il flusso di gas in ingresso (ϕIN) e quello in uscita (ϕOUT) siano uguali. 31 Marzo 2005 8/17 DOCUP 2000-2006 Azione 1.7 Progetto “ERMAS” – Report Tecnico Preliminare 4. Risultati ottenuti durante il primo modulo di lavoro. Il primo modulo del progetto ERMAS ha previsto: 1. La scelta del miglior sensore, per sensibilità, tipologia e rapporto qualità/prezzo, adatto alla misura dei VOC effettuata con il metodo della camera d’accumulo 2. L’assemblaggio del prototipo del dispositivo di misura dei flussi di VOC. 3. Sviluppo di software di acquisizione specifici per l’interfacciamento tra sensore e operatore. 4.1. Scelta del miglior sensore adatto alla misura dei VOC effettuata con il metodo della camera d’accumulo Per misurare il flusso di VOC dai suoli con il metodo della camera di accumulo è risultato migliore l’uso di analizzatori portatili. Le tecnologie su cui si basano questi analizzatori portatili per la misura delle concentrazioni di VOC in aria sono principalmente: - i FID (Rivelatori a ionizzazione di fiamma- Flame Ionization Detector); - i PID (rivelatori a fotoionizzazione- Photo Ionization Detector), - i sensori a infrarosso - i sensori a combustione catalitica. Queste tecniche per la misura dei VOC sono anche indicate nel Metodo 21 dell’USEPA “Determination of volatile organic conpound leaks” riportato integralmente nell’ALLEGATO 1. Generalmente gli analizzatori portatili commerciali forniscono misure in tempo reale, senza prevedere una separazione di tipo cromatografico. I vantaggi dei sensori portatili includono: 1. facilità di trasporto 2. facilità di utilizzo 3. esecuzione dell’analisi direttamente in linea in modo da minimizzare le incertezze e le spese dovute al campionamento e al trasporto. 4. Disponibilità immediata dei risultati Mentre tra gli svantaggi elenchiamo: 1. limitata sensibilità 2. limitata selettività 3. limitata accuratezza dovuta a problemi di calibrazione 31 Marzo 2005 9/17 DOCUP 2000-2006 Azione 1.7 Progetto “ERMAS” – Report Tecnico Preliminare I vari analizzatori commerciali considerati, che si basano sulle diverse tecniche di misura sopra elencate ha nno tutti i propri vantaggi e svantaggi. L’indagine di mercato ha quindi selezionato 4 diversi sensori le cui caratteristiche tecniche sono riportati nell’ ALLEGATO 2, mentre quelle più significative sono mostrate in tabella 1. Tabella 1. Caratteristiche tecniche di alcuni sensori analizzati. Drager Raesystems Telegan Wilks Enterprise Modello Multi-PID 2 ModuRAE Autofim II InfraRan Tecnica PID PID FID Infrarosso Precisione ± 10% ±2% ±15% ±20% Accuratezza - ± 10% - - Tempo di < 3 sec < 3 sec < 3 sec n.r. Peso 0.86 kg 0.5 kg 4.2 kg 8.2 kg Range di misura 0.5-2000 ppm 0-1000 ppm 0-10000 ppm 0-1000 ppm risposta Il sensore migliore tra quelli considerati è risultato il ModuRAE, infatti come si evince osservando i dati riportati in tabella 1 è tra quelli con maggiore precisione ed è il più leggero. Inoltre il PID, come l’infrarosso, non modifica la composizione del gas e per questo è compatibile con il metodo statico della camera di accumulo il cui funzionamento è stato descritto nei paragrafi precedenti. Infatti si ricorda che tale metodo prevede la reiniezione del gas all’interno della camera di accumulo una volta che è stato analizzato. Il sensore modello ModuRAE consiste in una sorgente UV, una camera di rilevazione, e relativi circuiti di pilotaggio e misura. L’aria è pompata continuamente nella camera di ionizzazione del sensore. La camera di ionizzazione è costruita come una piccola cavità davanti alla lampada UV. L’elettrodo è costituito da asticelle metalliche, la luce della lampada UV ad alta energia, riflessa sull’elettrodo, ionizza le molecole del gas quando queste passano davanti alla finestra UV. Un elettrometro misura gli ioni raccolti dall’elettrodo. 4.2 Assemblaggio del prototipo del dispositivo di misura dei flussi di VOC Utilizzando il sensore ModuRAE è stato quindi assemblato lo strumento per la misura dei flussi di VOC diffusi dal suolo secondo l’architettura mostrata in figura 2. Lo strumento (denominato VOC Fluxmeter) è costituito da: 31 Marzo 2005 10/17 DOCUP 2000-2006 Azione 1.7 Progetto “ERMAS” – Report Tecnico Preliminare - una camera di accumulo di forma cilindrica (Ø int 200 mm; altezza 100 mm) equipaggiata con ventola (miscelatore); - sensore PID munito di pompa - batterie - camputer palmare - convertitore analogico digitale - filtri per polveri e umidità - tubi in silicone e cablaggi - ricetrasmettitore radio - collegamento RS232 opzionale V1 WEST Systems D F L A D P2 P2 A F P2 Systems A F V2 V2 A F P P Sensore PID, batterie, elettronica e pompa Camera di accumulo con miscelatore Computer palmare LI CO R LI8 00 L R el. 2 .0 0 Ju ly 2 0 0 1 D OUT 1,2 In. 2 1 V. 3 Pump 4,5 Out 2 4 V. 6-9 Gnd IN L Red L E D : On Yello w LED : Blink D WEST V1 Trappola per l’acqua L P2 RS 245-6089 Figura 2. Schema dello strumento per la misura dei flussi diffusi di VOC Nella foto di figura 3 è presentato l’interno della valigia dove sono alloggiati il sensore PID, la batteria, il convertitore analogico-digitale; nella foto di figura 4 è indicato l’alloggio del ricetrasmettitore radio. Infine nella foto di figura 5 sono mostrati l’ingresso e l’uscita del gas, l’interruttore di accensione e il collegamento RS232 opzionale. 31 Marzo 2005 11/17 DOCUP 2000-2006 Azione 1.7 Progetto “ERMAS” – Report Tecnico Preliminare Figura 3. Interno della valigia riportata schematicamente in figura 1. Figura 4. Alloggio del ricetrasmettitore radio. 31 Marzo 2005 12/17 DOCUP 2000-2006 Azione 1.7 Progetto “ERMAS” – Report Tecnico Preliminare Figura 5. Ubicazione dell’ Inlet e Outlet della linea del gas, dell’interruttore di accensione e del cavo RS232 opzionale. La camera di accumulo deve essere posta sul terreno, curandone la perfetta adesione del bordo, in questo modo vengono ridotti al minimo gli scambi con l'atmosfera esterna che provocherebbero errori sostanziali nella misura. La camera di accumulo è equipaggiata con una ventola in modo da ottenere il perfetto mescolamento dei gas all'interno della camera stessa. La piccola pompa presente all’interno dell’ unita PID provvede ad aspirare i gas; il gas viene fatto passare dall'interno della camera attraverso una trappola per togliere l'umidità e successivamente attraverso la cella del PID (figura 2). Il gas in uscita dal PID è convogliato di nuovo nella camera di accumulo. I valori di concentrazione misurati dal PID vengono acquisiti dal convertitore analogicodigitale e quindi inviati al computer palmare che provvede ad una rappresentazione grafica della concentrazione di VOC in funzione del tempo. Il software sviluppato “ad hoc” permette di calcolare, direttamente sul terreno, il valore del flusso, che è direttamente proporzionale al coefficiente angolare della retta di regressione che approssima i dati di concentrazione registrati nelle fasi iniziali della misura. L’approssimazione viene eseguita secondo il criterio dei minimi quadrati. Per capire la relazione tra α (coefficiente angolare della retta di regressione che approssima i dati di concentrazione) e, ad esempio, il flusso di CO2, (o flusso di CH4 e/o VOC) bisogna considerare l’equazione di bilancio di massa della CO2 nel volume noto considerato (Chiodini et al., 1998). La massa di CO2 nella camera al tempo t+dt è uguale alla massa di CO2 presente al tempo t più la massa di CO2 che entra nella camera 31 Marzo 2005 13/17 DOCUP 2000-2006 Azione 1.7 Progetto “ERMAS” – Report Tecnico Preliminare nell’intervallo di tempo dt, meno la massa di CO2 che lascia la camera nello stesso intervallo di tempo. In termini matematici: Vc CCO2,t+dt = Vc CCO2,t + ϕin Ac CCO2soil dt - ϕout Ac CCO2,t dt dove Vc e Ac rappresentano rispettivamente il volume e l’area della camera; CCO2 è la concentrazione di CO2 all’interno della camera, CCO2soil è la concentrazione di CO2 nel gas del suolo, ϕin è il flusso specifico in entrata e ϕout quello in uscita. Poiché l’aria all’interno della camera è continuamente omogeneizzata dalla ventola si può assumere che CCO2,t+dt del gas in uscita sia uguale a CCO2,t . Per una camera cilindrica si ha che Vc/Ac = Hc altezza della camera stessa, per cui: d CCO2/( CCO2,t - CCO2soil) = - (ϕin /Hc)dt Questa è una tipica equazione differenziale lineare del primo ordine non omogenea la cui soluzione è: CCO2,t = CCO2soil + (C CO2air - CCO2soil ) exp(-t ϕin Hc) alle condizioni iniziali ϕin (CCO2soil - CCO2air ) = (dCCO2/dt)t→0 Hc se CCO2soil >> C CO2air ϕCO2soil = α Hc 4.3 Sviluppo del software di acquisizione. Il software d’interfacciamento tra il VOC Fluxmeter e l’operatore è stato, come sopra accennato, sviluppato appositamente dalla West Systems srl. Tale software di acquisizione ed elaborazione dati è stato scritto in linguaggio C++ ed è dotato di una interfaccia operatore di tipo grafico. Durante la misura viene rappresentato, in tempo reale, l’andamento della concentrazione dei VOC in funzione del tempo, uno speciale algoritmo di calcolo permette all’operatore di decidere l’intervallo di tempo su cui calcolare la regressione e quindi il flusso di VOC. Sul diagramma delle concentrazioni viene quindi disegnata la retta di regressione che nell’intervallo stabilito, approssima i valori di concentrazione nel senso dei minimi quadrati. Il coefficiente angolare dell’equazione rappresentata dalla retta è direttamente proporzionale al flusso da misurare. Un coefficiente di qualità dell’ approssimazione (R2 ) da indicazioni sull’ attendibilità della misura. 31 Marzo 2005 14/17 DOCUP 2000-2006 Azione 1.7 Progetto “ERMAS” – Report Tecnico Preliminare 5. Conclusioni Lo strumento, assemblato ed il software ad esso abbinato rappresentano una prima elaborazione architettonica e tecnica di quello che sarà lo strumento finale, infatti ulteriori sviluppi e migliorie verranno apportate al VOC Fluxmeter una volta che tale strumentazione verrà utilizzata sul campo. La campagna di misure è prevista per il mese di aprile 2005, tale campagna sarà effettuata alla discarica per RSU dell’Isola d’Elba ubicata in località Literno nel comune di Campo dell’Elba. In tale occasione verrà quindi sperimentata l’efficienza di funzionamento del prototipo realizzato inoltre sarà anche la prima prova sul campo del sensore, soprattutto per quanto riguarda la sua sensibilità. Dai risultati ottenuti durante le misure trarremo idee per gli sviluppi definitivi sia per l’architettura dello strumento sia per l’operatività del software. Infatti non bisogna dimenticare che tra uno degli scopi del progetto è quello di fornire uno strumento pratico per l’effettuazione di controlli efficaci, in tempi ragionevoli. Inoltre è da sottolineare che campagne di misura di flussi di VOC emessi da suoli di discariche per RSU non sono noti nella letteratura scientifica internazionale, quindi informazioni sui flussi, che non sono mai stati misurati direttamente, sono state stimate solo attraverso calcoli teorici basati sulle concentrazioni di VOC presenti sulle linee di captazione del biogas. 31 Marzo 2005 15/17 DOCUP 2000-2006 Azione 1.7 Progetto “ERMAS” – Report Tecnico Preliminare RAPPORTO PRELIMINARE Marzo 2005 Progetto finalizzato al miglioramento del Monitoraggio ed alla Riduzione delle Emissioni gassose rilasciate in Atmosfera dalle diScariche per RSU (Rifiuti Solidi Urbani) “ERMAS” “Tecnologie per la riduzione della pressione sull’ambiente” - DOCUP Ob.2 Anni 2000-2006 – PRAA 2004-2006 Misura 1.7 - ALLEGATO 1: Metodo 21 dell’USEPA “Determination of volatile organic conpound leaks” 31 Marzo 2005 16/17 DOCUP 2000-2006 Azione 1.7 Progetto “ERMAS” – Report Tecnico Preliminare RAPPORTO PRELIMINARE Marzo 2005 Progetto finalizzato al miglioramento del Monitoraggio ed alla Riduzione delle Emissioni gassose rilasciate in Atmosfera dalle diScaric he per RSU (Rifiuti Solidi Urbani) “ERMAS” “Tecnologie per la riduzione della pressione sull’ambiente” - DOCUP Ob.2 Anni 2000-2006 – PRAA 2004-2006 Misura 1.7 - ALLEGATO 2: Caratteristiche tecniche di 4 diversi sensori selezionati dall’indagine di mercato. 31 Marzo 2005 17/17