Il Crescent 2 fa passi avanti ma quasi tutti sono

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Il Crescent 2 fa passi avanti ma quasi tutti sono
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LA STAMPA
GIOVEDÌ 24 NOVEMBRE 2016
Savona .51
.
La Lega Nord ne aveva fatto un tema della campagna elettorale
Il Crescent 2 fa passi avanti
ma quasi tutti sono contrari
A Palazzo Sisto è cambiata la maggioranza ma l’iter è troppo avanzato
La richiesta alla fine di un contenzioso sul metano fra Arte ed Eni
ERMANNO BRANCA
SAVONA
Ristrutturazione del vecchio
San Paolo e Crescent 2 ieri
all’esame della commissione
consiliare presieduta da Alfredo Remigio. Due pratiche
molto diverse: la prima consiste nel recupero di un edificio storico che dovrebbe essere completato entro il 2018,
mentre la seconda è un cambio di destinazione d’uso di
una volumetria per ora prevista solo sulla carta ma particolarmente invisa ai consiglieri di maggioranza.
Proprio per questo l’assessore all’Urbanistica e vicesindaco Massimo Arecco,
ha chiesto un parere legale:
«Da consigliere avevo sempre votato contro il Crescent 2 e da assessore non
vorrei mai portarla a compimento. Il gruppo della Lega Nord so che è contrario
ma gli avvocati ci hanno
spiegato che è impossibile
tornare indietro senza solide motivazioni se non si vogliono pagare i danni».
Il Movimento 5 Stelle dissente proprio sull’interpretazione del parere legale: «Il
consulente legale del Comune non ha detto che non si
può votare contro la conclusione dell’iter del Crescent 2
- ha detto Milena Debenedetti - ma che bisogna dare
solide motivazioni a un
eventuale diniego».
Il vero problema per la
giunta di centrodestra è
quello di gestire il malcontento più che palpabile tra i
consiglieri di maggioranza
che per anni si erano opposti
al raddoppio del Crescent,
facendone anche un «cavallo
di battaglia» per la campagna elettorale e ora si trovano costretti a dare il via libera ai nuovi alloggi di lusso in
porto in nome della continuità del procedimento amministrativo. Il consigliere Giancarlo Bertolazzi ad esempio
A Savona
Case popolari, ora Arte
chiede 3 anni di arretrati
per le spese condominiali
Nuove case
A sinistra il rendering del recupero
del vecchio San Paolo e a destra
quello del Crescent 2 che sorgerà
tra il Priamar e la Darsena
Ex San Paolo
I residenti di via Giacchero chiedono
il ripristino dei parcheggi a pettine
1 Come spesso avviene per i grandi progetti, sono i
dettagli a preoccupare di più i cittadini. Così come è
avvenuto per il progetto della sistemazione di via Nizza, anche la trasformazione dell’ex ospedale San Paolo
comporterà il sacrificio di un certo numero di parcheggi. Sul lato di corso Italia sono previste la pedonalizzazione della strada e la realizzazione di due piazze pubbliche nei cortili dell’ex ospedale. Sul lato di via Giacchero, invece, il muro perimetrale resterà simile a
quello di oggi ma i progettisti hanno previsto un cambio della viabilità, con i parcheggi disposti in linea anzichè a pettine. «In questo modo si passerà da 34 a 15
parcheggi - protestano i residenti -. La vecchia amministrazione ci aveva promesso che sarebbero stati recuperati in piazza Giulio II ma visto che pare non sia
possibile per non privare il Comune del gettito dei parcometri, chiediamo almeno che vengano ripristinati i
parcheggi a pettine». I consiglieri comunali invece
hanno scoperto ora che il San Paolo verrà sopraelevato con un attico. I lavori secondo i progettisti dovrebbero terminare tra due anni.
[E. B.]
ha risollevato il caso della proprietà delle aree in cui dovrebbe sorgere il Crescent 2, mentre i consiglieri Bussalai e Venturelli hanno chiesto chiarimenti sui successivi passi del
procedimento amministrativo
per capire se sia possibile
esprimere un parere contrario
sullo strumento urbanistico
attuativo o sul permesso a costruire. Daniela Pongiglione di
Noi per Savona ha annunciato
l’intenzione di appoggiare
qualunque iniziativa per impedire la costruzione della nuova
«palazzata» a poche decine di
metri dal Priamar. Dal centrosinistra è arrivata la richiesta
di chiarimenti del capogruppo
Pd Cristina Battaglia: «Perchè
avete sentito il bisogno di chiedere un parere legale sulla
pratica?», evidenziando implicitamente che la Lega cerchi
una scusa per votare a favore
del Crescent 2. Silvio Rossi
della Lega ha ribattuto: «Proprio il Pd ha il coraggio di parlarci del Crescent?».
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Molti inquilini delle case popolari di Arte hanno strabuzzato
gli occhi quando, in estate, si sono visti recapitare nella cassetta della posta il conto delle spese condominiali di riscaldamento degli ultimi tre anni.
Spese che dovranno essere pagate a rate, a partire da questo
novembre. «Come facciamo a
far quadrare i nostri conti – si
chiede Paola Quaglia, che abita
nei condomini di via Milano – se
per tre anni non sapevamo
quanto avremmo dovuto pagare? Oppure a far presente gli errori che possono essere stati
compiuti nei conti addirittura
di tre anni fa?». È la stessa domanda che si sono fatti i residenti di molti altri palazzi gestiti da Arte nella città di Savona,
che si sono trovati all’improvviso a dover saldare conti di diverse centinaia di euro.
Alle spalle di questo disguido c’è un contenzioso tra
l’Azienda regionale territoriale
per l’edilizia ed Eni spa; un problema derivato dal volume delle fatturazioni presentato dalla
società che riforniva i condomini di gas metano, utilizzato
per gli impianti di riscaldamento. «Arte ha avuto un contenzioso che si è poi risolto in
sede extragiudiziale con Eni –
spiega Carmelo Lauria, responsabile del sindacato inquilini Sunia di Savona -. È durato
parecchio tempo e non ha reso
possibile definire gli importi
del riscaldamento che, nel contesto delle spese condominiali,
sono la parte più rilevante. La
questione è nata quando Arte ha
aderito alla convenzione Consip;
in sede di chiusura di contratto,
Eni ha presentato una serie di
fatturazioni non comprensibili e
ritenute troppo alte, che Arte ha
quindi contestato».
Ma come mai molti inquilini
delle case popolari sono caduti
dalle nuvole quando gli è stato
presentato, infine, il conto di tre
anni? «Noi come organizzazione
degli inquilini eravamo stati coinvolti nella comunicazione – prosegue Lauria -. Sapevamo quale
fosse la motivazione per non poter chiudere i conti di anno in anno. Ci eravamo informati su richiesta degli stessi inquilini; purtroppo il livello di sindacalizzazione dei vari caseggiati è diverso. In via Milano e via Comotto,
ad esempio, è minore e può essere che alcuni residenti non siano
stati debitamente informati».Per
facilitare il pagamento delle spese di riscaldamento degli anni
compresi tra il 2013 e il 2015 Arte
ha proposto una rateazione mensile. «I conguagli del triennio verranno rateizzati in dodici mesi –
ha spiegato l’azienda – e inseriti
direttamente nella bolletta dell’affitto a partire da questo novembre, in modo che la spesa
servizi mensile non sia mai superiore a 60 euro». A queste dovranno poi aggiungersi tre bollette straordinarie, una per ogni anno di rendicontazione, per quelli
che sono definiti “compensi di
amministrazione”. Tutti i conti
arretrati dovranno essere saldati
entro il 30 giugno 2017.
[T.D.]
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AMBULANZE
Vado Ligure
Protesta di un pizzaiolo
Az Arreda nelle ex Ferrero Cambia gestore e resta
nuovo ricorso del Comune senza linea telefonica
Ricorrere al consiglio di Stato
per fermare l’insediamento
sulle aree ex Ferrero di Vado
Ligure dell’azienda Az Arreda di Sale Langhe che su quei
terreni intende realizzare una
grande struttura di vendita. Il
disco verde in questo senso al
sindaco Monica Giuliano è arrivato lo scorso 18 novembre
da parte della giunta. Ora però il primo cittadino deve meditare l’iter procedurale da
seguire per dare eventualmente il via a questo procedimento, ma non prima di aver
incontrato i legali del Comune
e questo passaggio dovrebbe
avvenire già la prossima settimana. La delibera dei giorni
scorsi nasce da alcuni atti urbanistici e di tipo commerciale, ma soprattutto dalla
considerazione fatta dal Comune, per la strategicità di
quelle aree. Per l’amministra-
zione infatti dovrebbero ospitare volumi di edilizia. Il contendere ha avuto inizio l’anno
scorso quando Az aveva fatto
ricorso al Tar contro i provvedimenti di diniego del Comune
a concedere le autorizzazioni
necessarie all’insediamento. A
dicembre, sempre dello scorso
anno, il Comune aveva deciso
di resistere al ricorso.
Di qui la decisione della
scorsa settimana in quanto la
sentenza del tribunale amministrativo in data 9 novembre
annulla i precedenti provvedimenti ostativi del Comune. Per
ora il primo cittadino non commenta la delibera assunta. La
problematica in atto comunque riguarda anche il piano
commerciale 2009, oggi in via
di aggiornamento, che limita
l’apertura di nuove grandi
strutture commerciali. [A. AM.]
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«Ho cambiato gestore telefonico e mi trovo da una settimana privo della linea sul telefono fisso». A segnalare
l'inconveniente è il titolare
della pizzeria «Amani Pizza
Express» di via San Lorenzo,49/51 di Savona. Mohamed Fouad Abou Agwa, 49
anni, egiziano da tempo a Savona, in pochi giorni, ha visto
crollare le consuete ordinazioni di pizza d'asporto, perchè, come sottolinea, i clienti
non riescono a telefonare in
negozio. «La Wind Telecomunicazioni - spiega Mohamed - mi aveva proposto la linea absolute fibra affari, con
l'impegno di disdire lei stessa il vecchio contratto che
avevo con la Telecom. A tempo record mi sono visto recapitare un modem per il nuovo allaccio, purtroppo danneggiato e non funzionante».
E prosegue:«A questo punto
ho cominciato a tempestare di
telefonate il servizio 155 e 159
della Wind, ma senza fortuna,
per poi scoprire che non esiste
un numero telefonico diretto
della sede di Milano e neanche
un fax per una comunicazione
scritta. E' per questo che ho
deciso di informare gli organi
di stampa di questo disservizio, anche perchè la mia esperienza negativa, potrebbe essere utile ad altri cittadini». E
poi Mohamed conclude così:
«L'ultimo fine settimana ho visto diminuire così drasticamente le ordinazioni, che ho
anche pensato di chiudere
l'esercizio. Poi però, nella richiesta di attivare al più presto il telefono fisso, ho sottolineato che richiederò un risarcimento danni, non escludendo di adire le vie legali». [M.C.]
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