Corre al pronto soccorso muore prima di entrare
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Corre al pronto soccorso muore prima di entrare
LA SICILIA 24. MARTEDÌ 22 OT TOBRE 2013 CATANIA Tragedia al Cannizzaro AZIENDA POLICLINICO-OVE Rocco Gambera, 72 anni, cardiopatico, stroncato da malore a poche decine di metri dall’ingresso in ospedale «Il prof. Ventimiglia assegnato all’Urologia» Corre al pronto soccorso muore prima di entrare Lo specialista: «Pericoloso per sé e per gli altri guidare in queste condizioni» Quel tratto di strada lo aveva percorso, in compagnia dei propri cari, già nello scorso mese di gennaio. Rocco Gambera, 72 anni, cardiopatico ed iperteso, era stato costretto a ricorrere alle cure dei medici dell’Unità operativa di Medicina interna dell’ospedale Cannizzaro per una grave dispnea (difficoltà nel respiro), accompagnata da tosse con espettorato. Per questo motivo il signor Gambera, fra l’altro fumatore, era stato ricoverato e sottoposto ad una lunga serie di accertamenti. Ciò prima delle dimissioni, avvenute dieci giorni dopo (dal 19 al 28 gennaio). Le raccomandazioni dei medici di Medicina interna, reparto guidato dal professor Lorenzo Malatino, erano state precise: a fronte di un edema polmonare, con cardiomiopatia dilatativa, occorreva - dopo la terapia antibiotica - assumere farmaci diuretici, antiaggreganti e inibitori di pompa. Inoltre mantenere uno stile di vita conseguente. Non sappiamo se il signor Gugliara si sia attenuto alle indicazioni. Di certo c’è ieri mattina uno stato di malessere si è ripresentato e lui, che non abita molto lontano dall’ospedale Cannizzaro, ha pensato di ripercorrere «quel tratto di strada» alla ricerca della salvezza. Ed ha fatto quello che ogni cardiopatico non dovrebbe mai fare: mettersi alla guida della propria auto e avviarsi da solo verso il nosocomio. Ebbene, il Gugliara al Cannizzaro non c’è mai arrivato. O, meglio, è riuscito a superare la barriera all’ingresso, ma mentre stava affrontando l’ultimo tornante che porta al pronto soccorso il malore si è trasformato in arresto cardiaco e il poveretto è andato a tamponare con la propria auto il guardrail. C’è da credere che al momento dell’impatto il Gugliara fosse già morto. Di certo c’è che dopo il sinistro nessuno ha avuto modo di poterlo rianimare, anche se il paradosso è stato che il poveretto è stato lasciato per parecchio tempo all’interno della propria auto, in attesa, fra l’altro, anche dell’arrivo del magistrato di turno. Ore e ore di incredibile «esposizione» alla vista della gente, che in effetti passava, rallentava, chiedeva cosa fosse successo e, nel frattempo, provocava un STUDIO DEI TUMORI: DUE MEDICI DELL’IOM IN GRUPPO DI RICERCA INTERNAZIONALE Il dott. Lorenzo Memeo - responsabile dell’anatomia patologia dell’Istituto Oncologico del Mediterraneo e direttore scientifico di Iom Ricerca - e il dott. Stefano Forte ricercatore di Iom Ricerca - sono stati scelti per unirsi a un gruppo di 350 oncologi e ricercatori, provenienti da 31 Paesi del mondo, impegnati nello studio della complessità dei meccanismi che portano all’insorgenza dei tumori. In particolare la task force valuterà gli effetti che le sostanze chimiche possono svolgere nella insorgenza dei tumori. Il progetto, denominato Halifax, prevede due distinti gruppi di lavoro. Uno si propone di partire dalle conoscenze che negli anni sono emerse sulla cancerogenesi per individuare approcci terapeutici del tutto nuovi. L’altro si pone l’obiettivo di valutare se l’esposizione alle comuni sostanze chimiche, cui siamo quotidianamente esposti, possa giocare un ruolo nell’insorgenza della malattia tumorale. Si tratta di un progetto di ampia collaborazione internazionale patrocinato da un’organizzazione non governativa denominata Getting to Know Cancer («per conoscere il cancro»). Nell’ambito del progetto il dott. Memeo è entrato a far parte di uno dei 12 gruppi di lavoro che affrontano in maniera multidisciplinare aspetti diversi della biologia tumorale. Nel corso del prossimo anno, il gruppo farà il punto sulle conoscenze attualmente disponibili e valuterà il rischio associato all’esposizione continua ai comuni contaminanti chimici. Come afferma il dott. David O. Carpenter, direttore dell’Istituto Salute e Ambiente dell’Università di Albany, «questo progetto rappresenta quindi un notevole passo avanti verso la conoscenza dei fattori associati alla insorgenza della malattia». traffico assai intenso che, in caso di situazioni gravissime, avrebbe potuto causare un’altra tragedia. «Purtroppo - ha commentato proprio il professore Malatino - il signor Gugliara ha fatto ciò che un cardiopatico quale lui sapeva di essere non dovrebbe mai fare: mettersi al volante di un mezzo. E, soprattutto, mettersi al volante di un mezzo quando ci si sente poco bene». «Certo - prosegue - magari a volte ci sono cause di forza maggiore e, nella fattispecie, non sappiamo cosa sia accaduto, però è giusto che i cardiopatici ricordino che tali comportamenti possono portare a conseguenze gravissime per sé e pure per gli altri. Perché ci vuol poco che in un tamponamento si possano coinvolgere gravemente altri soggetti». «La raccomandazione, al di là dell’episodio - conclude - è quella di eseguire frequenti controlli. Io non so se il signor Gugliara l’abbia fatto e abbia dato ascolto ai segnali che arrivano dal nostro corpo, di certo c’è che rivolgersi ad uno specialista prima di vedere precipitare la situazione è sempre una buona idea». C. M. «All’interno dell’azienda Policlinico-Ove non è mai stata attivata alcuna struttura di Neurourologia e Urodinamica e nessun primariato è mai stato assegnato al prof. Bernardo Ventimiglia, il cui ruolo è di ricercatore universitario confermato. Infatti Ventimiglia, autore dell’appello-denuncia pubblicato su “La Sicilia” sabato scorso, dal giorno del suo trasferimento alla nostra azienda avvenuto due anni fa dall’ospedale di Acireale, è stato affidato al servizio di cui è responsabile a tutt’oggi il prof. Salvatore Ranno e inserito nell’ambito dell’Unità operativa complessa di Chirurgia diretta dal prof. Stefano Puleo». Lo dice il direttore generale facente funzioni dell’azienda, Antonio Lazzara, facendo riferimento agli articoli da noi pubblicati sabato e domenica scorsi dal titolo “Alla Neurourologia dell’Ove un solo medico: non si opera” e “Azione sinergica ateneo-azienda: salva la Neurourologia dell’Ove che si accorpa con l’Urologia”. «Dal 1° novembre prossimo il prof. Ranno cesserà dal servizio per quiescenza - continua Lazzara - e il prof. Ventimiglia sarà assegnato alla Clinica Urologica Universitaria diretta dal prof. Giuseppe Morgia e, pertanto, le linee di attività di neurourologia e emodinamica che il prof. Ventimiglia ha sempre curato potranno essere garantite sotto la guida del direttore della Clinica Urologica a cui afferirà. Il professionista, inoltre, ha anche avanzato richiesta di essere esonerato dai turni di guardia e di sala operatoria per privilegiare la sua attività di diagnostica ambulatoriale, sottraendosi all’attività chirurgica di front-office che comporta attività di emergenza-urgenza, demandata ad altri colleghi». L’azienda rassicura i cittadini «che l’attività svolta dal prof. Ventimiglia continuerà ad essere erogata puntualmente con la collaborazione dei colleghi urologi della Clinica Universitaria e sotto la guida del suo direttore». ASSEMBLEA CISL FUNZIONE PUBBLICA «Nella Sanità catanese urge integrare i servizi» Nella foto, da sinistra, Badagliacca, Caracausi, Coco, Rotolo e Pomara Con oltre 146mila accessi ai tre pronto soccorso ospedalieri (fino a settembre scorso), cinque punti territoriali di assistenza attivi, 11 punti di pronto intervento, 1.150 posti letto in comunità terapeutiche e residenze assistenziali pubbliche e private, la sanità catanese gode complessivamente di discreta salute. Ma la riforma sanitaria va completata soprattutto con l’integrazione dei servizi sanitari con quelli sociali e dei servizi ospedalieri con quelli territoriali. È ciò che è emerso dall’assemblea dei quadri dirigenziali della Sanità della Cisl Funzione pubblica catanese riunitasi ieri mattina all’hotel Mediterraneo, davanti a Gigi Caracausi, segretario generale Cisl Fp Sicilia; Francesca Pomara, della segreteria regionale Cisl Fp con delega alla Sanità; Giuseppe Badagliacca, segreteria regionale Cisl Fp; Rosaria Rotolo, segretaria generale Cisl Catania; Armando Coco, segretario generale Cisl Fp Catania. «La realizzazione della rete dei servizi sanitari per l’area metropolitana di Catania – dice Coco – è ancora in fase di gestazione, se non addirittura embrionale, sebbene lo preveda il Patto della Salute per la regione e il declinato Piano attuativo aziendale 20132015. Eppure, la sanità catanese gode di uno stato di discreta salute, grazie all’impegno e all’abnegazione degli operatori del settore che, nonostante le evidenti difficoltà scaturite dal taglio delle risorse, riescono a dare risposte alla richiesta di servizi che proviene dalla popolazione catanese». Le strutture dell’Asp nel territorio però esistono: 5 Pta (punti territoriali di assistenza) attivi su 7; 5 Pte, punti territoriali emergenza, da Randazzo a Mineo; 11 Ppi, punti di pronto inter- vento funzionanti dal 1° settembre scorso, di cui 7 anche pediatrici; 1 hospice con 10 posti letto; 3 Rsa, residenze sanitarie d’assistenza, con 56 posti letto; una Cta, comunità terapeutica pubblica con 22 posti letto; 44 unità di 118, di cui 11 medicalizzate e 23 non medicalizzate; 59 guardie mediche e 6 guardie turistiche. Alle quali vanno aggiunte le strutture private: 11 Rsa, con 421 posti letto; 16 Cta, con 640 posti letto. «Occorre – continua Coco – una profonda revisione e l’ottimizzazione delle reti assistenziali, favorendo l’integrazione ospedale-territorio e valorizzando le strutture presenti nel territorio metropolitano che hanno funzione di prima accoglienza e cura del cittadino per le patologie a basso rischio o a basso livello di diagnosi e cura. Così si eviterà di intasare i Pronto soccorso delle strutture ospedaliere cittadine». Per Rotolo, «mancano politiche di vera integrazione dell’assistenza socio-sanitaria a Catania. La Cisl lo ribadisce in tutti i tavoli ai quali partecipa e dove da sempre sostiene la necessità di avere contezza delle risorse disponibili, per evitare duplicazioni e sprechi di denaro che altrimenti potrebbe essere destinato all’ampliamento del servizio specialmente per le fasce più deboli della società». «La riforma non si può fermare al Piano di rientro – sottolineano Caracausi e Pomara – ma va completata con l’integrazione socio-sanitaria». «Ma la realizzazione è ancora in fase di gestazione» I TELEGIORNALI TG LA SICILIA ore 14 DI ANTENNA SICILIA TG LA SICILIA ore 20.30 TG LA SICILIA ore 23.00