Le Relazioni Esterne File - Dipartimento di Scienze Sociali ed

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Le Relazioni Esterne File - Dipartimento di Scienze Sociali ed
Sapienza Università di Roma
Dipartimento di Scienze Sociali ed
Economiche
Anno Accademico 2015-2016
Le Relazioni Esterne dell’UE
Cap. 7
2
Temi
• Introduzione;
• La Politica Commerciale;
• La Politica di Stabilizzazione e di Associazione;
• La Politica di Prossimità;
• La Politica di Cooperazione allo Sviluppo.
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La Politica delle Relazioni Esterne
• Che cosa sono le RE?
▫ Non esiste una definizione univoca.
▫ Politica Estera e di Sicurezza Comune (PESC), o la
Politica Europea di Sicurezza e Difesa (PESD), o le
Politiche di Aiuto allo Sviluppo dei Paesi Terzi o
alla Politica Commerciale…
• I Trattati istitutivi dell’UE alla base delle RE.
4
Evoluzione delle RE
Trattati di
Roma 1957
Atto Unico
Europeo 1986
Trattato di
Maastricht 1992
Trattato di
Lisbona 2009
5
Trattati di Roma 1957
Politica Commerciale Comune nei confronti dei Paesi Terzi per promuovere
lo sviluppo armonioso del commercio internazionale
Autonomia politica dei Paesi firmatari in materia di politica estera
Politica assistenzionale nei confornti delle Colonie e dei Paesi di
oltremare (PTOM)
La CEE soggetto autonomo dai Paesi Membri in grado di siglare
accordi con i Paesi Terzi e Organizzazioni Internazionali
6
Atto Unico Europeo e
Trattato di Maastricht
Il Consiglio e la Commissione assumono nuove competenze
in materia di:
• R&S;
• Ambiente;
• Capacità di stringere accordi con Paesi Terzi e
Organizzazioni Internazionali
Istituito il Secondo Pilastro dell’Europa:
La Politica Estera di Sicurezza Comune
(PESC);
Metodo intergovernativo;
obiettivi:
• Cooperazione e coordimanento degli Stati
Membri ;
• Coerenza e continuità dell’azione Paesi Membri
7
Il Trattato di Lisbona 2009
Altro
Rappresentante
UE per Affari
Esteri
Metodo
comunitario
PESC
Fine dei 3
Pilastri
Autonomia dei
Governi in
politica estera e
diplomazia
Affiancata alla
PESC una
PESD
8
L’Alto Rappresentante dell’Unione
Europea per gli Affari Esteri e
Politica e di Sicurezza
Vice
Presidente
della
Commissione
Servizio
europeo per
l’azione
esterna”
Assicura
coerenza
esterna
dell’azione UE
Presiede il
Consiglio degli
Affari Esteri
-Diplomazia;
-Sicurezza;
-Commercio
Coordina
Politica Estera
Europea
-Sviluppo;
-Aiuti umanitari;
-Negoziati internazionali
9
UE e la Global Governance
10
Gli Assi delle Relazioni Esterne
Politica
commerciale
comune:
Politica di
stabilizzazione e
di associazione:
• complemento all’integrazione economica e
commerciale
• rimane soggetta al SMS in ambito OMC;
• complemento al processo di allargamento
• promuove il processo di stabilizzazione politica e di
piena adesione comunitaria dei Balcani occidentali.
Politica di
prossimità:
• orientata ai paesi “prossimi” geograficamente,
economicamente e culturalmente
• estendere la partership senza la membership;
Politica di
cooperazione
allo sviluppo:
• tesa a favorire lo sviluppo economico e sociale
durevole dei Pvs, il loro inserimento armonioso
nell’economia mondiale e la lotta alla povertà;
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La Politica Commerciale Comune
Gestione unitaria delle relazioni commerciali con Paesi
terzi tramite l’adozione della tariffa doganale comune e di
regimi commerciali comuni.
120 Accordi
siglati
Ue partecipa ai
negoziati
multilaterali
Doha
Develompement
Round
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Tipologie di Accordo CE
Accordi Commerciali: Strumento della politica commerciale comune. Possono
essere di natura preferenziale o non preferenziale, ma rimangono soggetti agli accordi
multilaterali del commercio in ambito OMC
Accordi di Associazione: Prevedono una stretta collaborazione economica e forme
di sostegno finanziario con i Paesi terzi. Due tipologie:
1. Accordi per il mantenimento di particolari vincoli di taluni Stati membri con paesi
terzi;
2. Accordi in preparazione di una possibile adesione o dell’instaurazione di un’unione
doganale
Accordi di Cooperazione: Riguardano principalmente le tematiche della politica di
sviluppo. L’evoluzione più recente è quella degli Accordi di partenariato
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Principali Accordi UE-Paesi Terzi
• Accordi non-preferenziali e di cooperazione
economica con paesi dell’America Latina e
dell’Asia;
• Accordo quadro interregionale di cooperazione
con l’ASEAN e con il MERCOSUR;
• Accordi settoriali con i PVS con l’obiettivo di
garantire l’accesso privilegiato di alcune
produzioni sul mercato europeo
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Principali Partner Commerciali
Stati Uniti
2/3 del
commercio
intra-UE
Russia
Cina
80% delle esportazioni riguradano prodotti manifatturieri
2013
2012
2011
2010
2009
2008
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
1995
1994
1993
1992
1991
1990
1989
1988
1987
1986
1985
1984
1983
1982
1981
Quote
15
Rapporti Commerciali UE- Resto del
Mondo
Indice di Commercio totale UE-Resto del Mondo
140,0
120,0
100,0
80,0
60,0
X-Value
M-Value
40,0
20,0
0,0
16
Obiettivi della politica commerciale
Favorire il commercio libero ed equo
Adozione di condizioni
vantaggiose per i paesi più
poveri
Mantenimento di misure
lesive della concorrenza a
tutela dei produttori e dei
lavoratori europei
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Politica Commerciale e di
Cooperazione
L’Unione Europea regola la strategia commerciale
e di cooperazione fra 78 paesi ACP nell’ambito
della nuova convezione di Cotonou.
Obiettivi:
▫ Integrazione dei PVS nell’economia mondiale;
▫ Rilancio della produzione e della capacità di
commercio;
▫ Rilancio degli Investimenti Diretti Esteri;
▫ Realizzazione della piena conformità nell’ambito
del «Sistema generalizzato delle Preferenze»
(GSP)
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Politica Commerciale e di
Cooperazione
• Istituzione di un European Partnership
Agreements (EPAs), Accordo di libero scambio
di natura professionale su base geografica;
• L’accordo rappresenta anche una forma di
cooperazione UE-ACP;
• ACP hanno un accordo di natura preferenziale
con l’UE ma a condizioni reciproche.
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La Politica di Stabilizzazione e di
Associazione
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UE-EFTA
European Free Trade Association (EFTA)
Convezione di Stoccolma 1960
Austria, Danimarca, Gran Bretagna, Lichtenstein, Norvegia, Svezia, Svizzera,
Finaldia e Islanda
Liberalizzazione e circolazione delle merci nell’area senza restrizione alle
politiche economiche nazionali
21
UE-EFTA
• Nel 1973 viene siglato il Free Trade Agreement
fra la CEE e l’EFTA;
• 1984 Accordi di Lussemburgo: vengono
intensificate le relazioni CE-EFTA attraverso
l’istituzione di uno «Spazio Economico
Europeo» (SEE);
• Il SEE entra in vigore nel 1994 ed estende le
quattro libertà fondamentali ai Paesi EFTA;
• Ad oggi i Paesi EFTA sono: Islanda,
Lichtenstein, Novergia e Svizzera.
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Allargamento ad Est
1989
1990
1990-1996
1993
1993
1994
1994-1996
1997
1998
1999
2000
2002
2003
2004
2004
2005
2007
Crolla il muro di Berlino. La Comunità europea fornisce per la prima volta un sostegno finanziario ai paesi
dell’Europa centrale e orientale perché riformino e ricostruiscano le loro economie
Cipro e Malta chiedono di aderire all’UE
Vengono conclusi gli accordi di associazione (Accordi europei) con gli Stati dell’Europa centrale e orientale
Il Consiglio europeo di Copenaghen approva l’allargamento dell’UE ai paesi dell’Europa centrale e orientale
e definisce i criteri di adesione
La Commissione europea pubblica i pareri su Cipro e Malta
Il Consiglio europeo di Essen approva la strategia preadesione
Dieci Stati dell’Europa centrale e orientale chiedono di aderire all’UE
La Commissione europea pubblica i pareri sui paesi dell’Europa centrale e orientale e propone una strategia
per l’ampliamento nella cosiddetta “Agenda 2000”
Hanno inizio i negoziati di adesione con Ungheria, Polonia, Estonia, Slovenia, Repubblica ceca e Cipro
Malta ripresenta la sua domanda di adesione all’UE
Il Consiglio europeo di Berlino approva l’Agenda 2000 e le prospettive finanziarie per l’ampliamento
dell’UE. La Turchia viene inserita nel processo di ampliamento dell’UE sulla base dei criteri di Copenaghen
Hanno inizio i negoziati con Slovacchia, Lettonia, Lituania, Bulgaria, Romania e Malta
Il Consiglio europeo di Copenaghen conclude i negoziati di adesione con Cipro, Malta, Slovacchia,
Repubblica ceca, Polonia, Ungheria, Slovenia, Estonia, Lettonia e Lituania
E’ firmato ad Atene il Trattato di Adesione
I 10 paesi entrano a far parte dell’UE
Conclusione dei negoziati di adesione con Bulgaria e Romania
Firma del Trattato di adesione
Bulgaria e Romania diventano membri dell’UE
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Criteri per l’allargamento
Condizionalità
Gradualismo
Criteri di Copenaghen 1993:
1. Stabilità istituzionale per garantire la democrazia, il
principio di legalità. I diritti umani ed il rispetto delle
minoranze;
2. Economia di mercato funzionante e capacità di
rispondere alle pressioni concorrenziali;
3. Capacità di assumere obblighi
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I futuri Stati Membri dell’UE
• I paesi IPA (strumento di assistenza preadesione) sono suddivisi in
due categorie:
• candidati effettivi, che rientrano nel processo di adesione;
• candidati potenziali, che rientrano nel »processo di stabilizzazione e di
associazione" – teso ad avvicinarli progressivamente all’UE
• Islanda (EFTA) e Turchia hanno in corso i negoziati per l’adesione.
• Montenegro; l'ex Repubblica Iugoslava di Macedonia; Serbia sono
candidati ma non hanno ancora avviato i negoziati per l’adesione.
• Albania, Bosnia-Erzegovina e Kosovo sono considerati candidati
potenziali.
• L’Accordo di Stabilizzazione e di Associazione sancisce il rapporto
contrattuale tra l’UE e ogni singolo paese dei Balcani occidentali, da
cui scaturiscono diritti e obblighi reciproci. Gli accordi di
stabilizzazione e di associazione sono incentrati sul rispetto dei
principi democratici fondamentali e sugli elementi essenziali che
costituiscono i pilastri del mercato unico europeo.
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La Politica di Prossimità o di Vicinato
Europea
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Che cos’è la politica di vicinato
europea?
Obiettivo della politica europea di vicinato è condividere i vantaggi
dell’UE con i paesi confinanti, riuscendo così a rafforzare la
stabilità, la sicurezza ed il benessere di tutti gli interessati.
potenziamento
delle relazioni
commerciali
preferenziali
partecipazione al
mercato interno
dell’UE
Avviata nel
2004,
vantaggi
miglioramento
dell’interconnessi
one con l’Unione
maggiore
assistenza
finanziaria e
tecnica
partecipare ad
alcuni
programmi
dell’UE
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Beneficiari della ENP
La Politica di Vicinito si rivolge a 16 Paesi confinanti con l’UE:
Algeria, Armenia, Azerbaigian, Biellorussia, Egitto, Georgia, Giordania, Israele,
Libano, Libia, Marocco, Moldova, Autorità Palestinese, Siria, Tunisia e Ucraina
Partenariato
Euromediterraneo
(EUROMED noto come
processo di Barcellona
rilanciato a Parigi nel
2008)
Partenariato
Orientale
(Promosso a Praga nel
maggio 2009)
Partenariato con la
Federazione Russa
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Come opera la Politica di Vicinato
Principale strumento di intervento è il
«Piano d’azione»
Priorità assoluta: crescita economica
Documenti dove le
parti stabiliscono
gli obiettivi e linee
strategiche da
seguire
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Obiettivi strategici per la Crescita
Stabilità
Macroeconomica
Combattere la
corruzione
Migliorare
accesso
finanziamenti
Rimozione ostacoli
amministrativi,
legislativi e
normativi
Sostenere R&S ed
Istruzione
Riforme istituzionali
Sicurezza diritti
di proprietà
Liberalizzazione
scambi
Migliorare la politica
di concorrenza
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Gli Interventi economici dell’UE per
la Politica di Vicinato
Per perseguire i suoi obiettivi
la PVE
Sostegno finanziario: l’UE, per il periodo di programmazione 2007-2013
ha stanziato sovvenzioni per un valore di € 12 miliardi
Integrazione economica ed accesso ai mercati europei: il valore totale
dei traffici commerciali fra UE e Paesi della PVE ammontava, nel 2011, a €230
miliardi
Facilitare i viaggi verso l’UE: sono stati rilasciati 3.2 milioni di Schengen
Visas a cittadini ed in particolare a studenti dei Paesi della PVE
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Strumenti di finanziamento della PVE
Reg.(UE) 232/2014 -11 marzo, il Parlamento ed il Consiglio Europeo
istituiscono lo «Strumento per la Politica di Vicinato e Partnership» per il
periodo 2014-2020
Stanziati €15.4
miliardi
I finanziamenti interesseranno:
1. Programmi bilaterali per i Paesi del Vicinato;
2. Programmi regionali con l’Oriente ed il Mediterraneo;
3. Programma di finanziamento del Progetto Erasmus per tutti i Paesi
Membri e Vicini e un programma per facilitare gli investimenti nei Paesi
Vicini;
4. Programma di Cooperazione fra Paesi Membri e Vicini
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Il Partenariato Euro-Mediterraneo
EUROMED
33
Che cos’è l’EUROMED?
Il partenariato Euro-Mediterraneo rientra nel c.d. Processo di Barcellona
(1995) ed è stato rilancianto nel 2008 con il nome “Unione per il
Mediterraneo”.
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I capisaldi di Barcellona (1995)
12 PTM
15 Stati Membri
Partenariato
politico e di
sicurezza
Costruzione area
strategica
euromediterranea
(tra cui Cipro e Malta)
Partenariato
economico
finanziario
Istituzione di un
partenariato
commerciale
Partenariato
sociale, culturale ed
umano
Creazione di una zona
di libero scambio
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Obiettivi del Partenariato EuroMediterraneo
1. Riduzione dell’inquinamento del Mar Mediterraneo, delle coste e dell’aree
marittime protette;
2. la creazione di autostrade marittime e terrestri che collegano i porti e
migliorare i collegamenti ferroviari in modo da facilitare la circolazione di
persone e merci;
3. un programma di protezione civile comune sulla prevenzione dei disastri
naturali e artificiali;
4. un piano mediterraneo energia solare che esplora le opportunità per lo
sviluppo di fonti energetiche alternative nella regione;
5. una Università euro-mediterranea, inaugurata in Slovenia nel giugno 2008;
6. l'iniziativa Business Development del Mediterraneo, che sostiene le piccole
imprese che operano nella regione da prima valutare le loro esigenze e
fornire assistenza tecnica e l'accesso ai finanziamenti.
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Relazioni commerciali UE-EUROMED
Trade in goods 2010-2012, € billions
EU imports
EU exports
Balance
2010
132.5
148.9
16.4
2011
131.4
161.3
29.8
2012
154.0
174.5
20.5
Source: European Commission
37
Il Partenariato Orientale
38
Gli attori del Partenariato Orientale
Armenia
Arzerbaigian
Bielorussia
Georgia
Moldavia
Ucraina
39
Dotazione finanziaria Partenariato Orientale 2011-2012
Per il Partenariato Orientale sono
stati destinati dall’UE €1,2
miliardi
Ucraina: €389 milioni
Azerbaigian: € 75,5 milioni
Bielorussia: €41,5 milioni
Armenia: € 182 milioni
Moldavia: € 308 milioni
Georgia: €208 milioni
40
Modalità di intervento
Il Partenariato Orientale si basa su 2
dimensioni
Bilaterale:
Sviluppo di una più
stretta collaborazione
tra l’UE ed il Paese
partner
Multilaterale:
Portare i partner più
vicini all’interno di un
accordo di scambio e
cooperazione
41
Il Partenariato con la Federazione
Russa
42
Obiettivi
Creazione di uno Spazio Economico Europeo Comune
(settori Ambiente ed Energia)
Spazio Comune della Libertà, la Sicurezza e la Giustizia
Spazio Comune della Ricerca e della Istruzione
43
La Politica di Cooperazione allo
Sviluppo dell’Africa, Caraibi e Pacifico
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EUROPEAID
Ufficio dell’UE per la gestione e la realizzazione dell’assistenza
esterna
Principali compiti:
1. Responsabile di tutte le fasi del ciclo delle operazioni;
2. Garantisce:
1. Utilizzo ottimale delle risorse finanziarie ed umane;
2. La coerenza dei programmi di cooperazione
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Obiettivi della Politica di Cooperazione
allo Sviluppo
Promuovere nei PVS il progresso economico e sociale sostenibile, equilibrato
e durevole
Risolvere problemi globali e migliorare le capacità dei PVS di partecipare alla
loro gestione
Valorizzare l’identità europea nel mondo
Promuovere un maggiore grado di sicurezza comune attraverso la
prevenzione di conflitti armati, della minaccia nucleare, del terrorismo e
dell’immigrazione clandestina
46
La Convenzione di Cotonou (2000)
ACP
UE
Combina la politica commerciale comune con quella di sviluppo
Dimensione
Politica relazioni
ACP-UE
Nuovo Quadro di
Cooperazione
Economica e
Commerciale
Approccio
Partecipativo
Strategie di
sviluppo per la
lotta alla povertà
Riordino
Cooperazione
finaziaria
47
Innovazioni nella Politica di
Cooperazione
• 1 gennaio 2007 varato nuovo strumento
finanziario Development Cooperation
Instrument;
• Dotazione finanziaria periodo 2007-2013: € 16,9
miliardi