Progetto IUDIT
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Progetto IUDIT
“Come aveva ragione Georges Bataille quando pronosticava che la cosiddetta società permissiva sarebbe servita a porre fine all’erotismo, ma non alla brutalità sessuale”. M.Vargas Llosa, El desafuero de la libido. El Paìs 18-10-2009. Progetto regionale D.G.R. 624 del 28-10-2009 ASL-LATINA Progetto IUDIT: Interventi Unitari contro violenza su Donne e minorI asl-laTina. Contesto: La violenza sessuale e domestica è un fenomeno esteso e sempre più rilevante. In Italia una recente indagine ISTAT, curata da Linda Laura Sabbadini nel 2006, condotta in seguito a una convenzione con il Ministero per i Diritti e le Pari Opportunità, dimostra che le donne italiane tra i 16 e i 70 anni vittime di violenza fisica o sessuale nel corso della vita sono stimate in 6.743.000 e, in particolare, circa un milione di donne ha subìto stupri o tentati stupri. Il 14,3% delle donne, che abbiano o abbiano avuto un rapporto di coppia, ha subìto almeno una violenza fisica o sessuale dal partner. Solo il 7% delle donne che ha subìto violenza da parte di un partner, lo denuncia. Il sommerso continua, quindi, ad essere la norma. Inoltre, e ben più grave, appare il dato che il 33,9% delle donne che subiscono violenza dal partner e il 24% di quelle che l’ hanno subita da un non partner, non parla con nessuno delle violenze subite. Dalla ricerca ISTAT emerge che, tra i fattori che determinano una maggiore predisposizione a divenire un partner violento, appare maggiormente significativo avere avuto un padre che picchiava la propria madre o che è stato maltrattato dai genitori. Studi epidemiologici internazionali hanno dimostrato conseguenze fisiche, psicologiche e sociali della violenza, che oltre ad essere un grave evento traumatico ed un’esperienza intollerabile che annienta il senso di integrità personale, provoca danni di lungo periodo ed è anche fattore eziologico in una serie di patologie rilevanti per la popolazione femminile. Sono stati condotti studi sulle patologie ginecologiche, gastro-enteriche, sui disturbi alimentari, disturbi d’ansia e attacchi di panico. Particolare attenzione è stata data dall’OMS alle patologie mentali e alla depressione. Fra le donne che hanno subito violenza si riscontra anche una maggiore frequenza di suicidio. Dati Istat 2006 nel LAZIO. Donne da 16 a 70 anni che hanno subito violenza fisica o sessuale da un uomo qualsiasi per tipo di violenza subita, e per periodo in cui si è verificata (per 100 donne): 38,1% violenza fisica o sessuale nel corso della vita, di cui 5,8 negli ultimi 12 mesi; 21,3% violenza fisica; 29,8 violenza sessuale; 4,8 stupro o tentato stupro.(Vedi Appendice 1). Dati della provincia di LATINA. Sono stati forniti dal Centro donna Lilith e si riferiscono all’accoglienza effettuata presso il Centro, ed all’ospitalità fornita dalla casa rifugio Emily. Dati accoglienza Centro Lilith. Anno 2005: donne accolte 132 (118 italiane, 14 straniere); anno 2006: 163 donne (142 i., 21 s.); anno 2007: 159 donne (135 i., 24 s.); anno 2008: donne accolte 140 ( 80 i., 60 s.). Dati ospitalità casa rifugio Emily. Anno 2005: donne ospiti 10, bambini 11; anno 2006: donne ospiti 14, bambini 14; anno 2007: donne ospiti 11, bambini15; anno 2008: donne ospiti 15, bambini 17, richieste inevase per piena capienza, ma indirizzate altrove: 21. Chiamate raccolte col numero verde 1522 da aprile a dicembre 2008: 150; da gennaio 2009 a oggi: 160. Servizi in favore delle vittime di maltrattamento e violenza presenti nel territorio. Il Centro Donna Lilith, presente sul territorio dal 1991, con sede centrale e centro d’accoglienza a Latina, e casa rifugio Emily; sul territorio è presente anche la casa rifugio “La crisalide”, gestito dalla cooperativa sociale “ Le ali della fenice” di Terracina; dal mese di aprile 2008, in rete con il 1 progetto Arianna del Ministero delle Pari Opportunità, effettua servizio di numero verde 1522 h.24. Dal 2008 il centro Lilith è in associazione con la rete nazionale DIRE, cui fanno capo 52 associazioni contro la violenza sulle donne. Il Tribunale di Latina da due anni ha istituito un pool antiviolenza rivolto a donne e minori. Obiettivi. 1) attivare rapporti di collaborazione tra le strutture sul territorio (rete) 2) sensibilizzare e informare, promuovere attività di formazione degli operatori in rete 3) costituire uno strumento di osservazione permanente (osservatorio). Azioni. A) Rete: una volta riconosciuto un problema più ampio rispetto alla ferita o alla malattia per cui la donna si è rivolta ad un Servizio Sanitario, bisogna essere in grado di fornire, attraverso una specifica accoglienza socio-sanitaria e all’attivazione della risorsa “sportello”, tutte le informazioni necessarie sulla rete attivabile. La costruzione della rete dei servizi che si occupano di azioni di contrasto alla violenza domestica e sessuale, è azione imprescindibile per l’invio/accompagnamento delle donne presso i centri più adeguati. Si provvederà alla stesura e firma di un protocollo tra Distretti sanitari territoriali, Ospedali dell’Azienda, Medici di Medicina Generale (MMG) e Pediatri di Libera Scelta (PLS), Servizi sociali dei Comuni, Centro donna Lilith, Polizia Municipale, Carabinieri, Magistratura, Questura e Prefettura di Latina, associazioni del volontariato locale. B) Formazione e Informazione: per incentivare la diagnosi precoce e per supportare gli operatori sanitari e non sanitari che si confrontano con una problematica così complessa, bisogna fornire agli operatori sanitari e non sanitari coinvolti una preparazione adeguata ad ascoltare in modo competente. Ai Servizi sociali, ai Consultori, ai centri dell’associazionismo femminile e del volontariato sociale arrivano donne che hanno già deciso di chiedere aiuto, mentre al Pronto Soccorso o alla casuale ma attenta, osservazione della Polizia municipale arrivano donne che si nascondono dietro storie di improbabili cadute accidentali o di incidenti domestici. Si organizzerà un Corso di formazione di secondo livello in collaborazione con Centro donna Lilith, con la presenza di alcuni dei maggiori esperti nel campo presenti in Italia, in sessioni e sedi diverse per permettere la partecipazione del maggior numero possibile degli operatori. Informazione, intesa come sensibilizzazione del territorio: predisposizione di materiale pubblicitario, autoprodotto dall’Asl, come posters, locandine e volantini, oltre a quello già esistente per il Numero verde 1522; predisposizione di “Bacheca Rosa” in tutti i Servizi coinvolti e presso le scuole; volantinaggio da parte di operatori del volontariato con flyers; passaggi pubblicitari ripetuti sui Media locali, comprese le radio e le tv locali, incontri pubblici informativi. C) Costituzione di un Osservatorio aziendale: L’Osservatorio aziendale sulla violenza contro le donne rappresenta un sistema di osservazione permanente del fenomeno, e ha la funzione di conoscere l’evoluzione del fenomeno, di monitorare le attività, l’efficacia degli interventi e l’integrazione delle azioni tra soggetti coinvolti nella presa in carico e prevenzione della violenza. Tutto ciò avviene mediante l’elaborazione di indicatori individuati come rilevanti, la messa a punto e condivisione di una scheda unitaria di raccolta dati per l’elaborazione e l’analisi dei dati forniti dai centri antiviolenza, dai servizi territoriali e dai soggetti aderenti alla rete territoriale Punto di accesso facilitato e qualificato per l’utenza. I punti di accesso facilitato, o sportelli, si integrano con i centri di soccorso per la violenza sessuale. Gli sportelli avranno il compito di fornire una prima risposta, di informare sulle opzioni possibili e sulla rete esistente di servizi pubblici, del privato sociale e dell’associazionismo femminile in grado di offrire un aiuto competente, anche rispetto ai diritti legali. Avranno una funzione di facilitazione di una eventuale successiva presa in carico psicologica per la coppia, se ancora possibile, o per la 2 donna. Si prevede la possibilità di presenza al colloquio di mediatrici culturali per le vittime di violenza straniere. La necessità di tutelare oltre alla donna anche gli eventuali figli va sempre tenuta presente. Sono attivi presso i Consultori Familiari capofila gli Spazi adolescenti, gestiti da psicologi e ginecologi, che rappresentano un’opportunità per la prevenzione primaria della violenza, in collegamento anche con gli interventi già attuati nelle scuole delle stesse figure professionali Attività di sportello: realizzazione all’interno dei Consultori familiari di uno sportello, gestito dagli operatori formati. Lo sportello sarà attivo in orari stabiliti e concordati (ad esempio ore 12.00 13.00, due volte a settimana); il mediatore culturale interviene su chiamata del Servizio. . Cronoprogramma. Entro due mesi dall’avvio del progetto, attivare la rete dei soggetti attivi sul territorio di riferimento, sia pubblici che privati: i servizi di Pronto Soccorso, i servizi territoriali Distrettuali, i servizi sociali, i servizi di sicurezza locali, i servizi di volontariato, con il Centro antiviolenza di riferimento Casa Donna Lilith. Entro sei mesi, dare il via alla formazione organizzata con il Centro donna Lilith, sulla base di loro proposta già elaborata ed acclusa al progetto; entro 9 mesi e comunque dopo il termine della formazione, costituire l’Osservatorio permanente; Entro 1 anno, attivare un punto di riferimento per ciascun Distretto in grado di avviare un’attività di sportello informativo rivolto alle donne ed alle altre potenziali vittime di atti di violenza e maltrattamento. Risorse umane e logistiche da impiegare nella realizzazione dell’intervento Referente Dipartimentale coordinatore del progetto; gruppo coordinatore del progetto formato dai 5 referenti distrettuali, almeno due operatori dipendenti individuati, più operatori esterni a convenzione, se già presenti dalle precedenti progettualità regionali dei Consultori, in particolare mediatori culturali, per ogni Distretto; operatori di pronto Soccorso e reparti di Ostetricia e Ginecologia, dei Servizi sociali dei Comuni coinvolti, della Polizia municipale, dei Carabinieri, della Questura, della Prefettura, operatrici della Centro donna Lilith, Formatori, Operatori del volontariato (Consultori privati, Associazioni femminili et c.) e altri soggetti in rete. Modalità di monitoraggio, in itinere e a conclusione dell’intervento, delle attività e degli obiettivi raggiunti. Il monitoraggio del progetto sarà basato sulla valutazione sia dell’attività in generale svolta che dal reale coinvolgimento dei singoli attori; in particolare sarà valutato come ogni figura abbia contribuito al raggiungimento degli obiettivi. Nel sistema di monitoraggio saranno rilevati: 1. congruenza delle azioni intraprese con gli obiettivi esplicitati 2. valutazione del coinvolgimento delle singole figure nelle varie fasi del progetto 3. valutazione dell’efficacia dell’intervento Per valutare il coinvolgimento dei singoli operatori nel progetto, saranno organizzate riunioni mensili in cui ogni operatore esprimerà il proprio parere sullo svolgimento del progetto e sull’efficacia del modello, utilizzando un questionario con sei indicatori, cui rispondere utilizzando una scala ordinale a quattro valori: molto, abbastanza, poco, niente. Le eventuali criticità emerse dalla valutazione dei questionari saranno discusse al fine di formulare proposte per la soluzione delle stesse. 3 Valutazione efficacia intervento. I vantaggi riscontrabili su diversi fronti sono riconducibili a tre dimensioni della qualità: a) la dimensione della qualità tecnico professionale: revisione della mission e delle attività delle singole strutture coinvolte per garantire il funzionamento del percorso. Indicatori .Numero di accessi agli sportelli. Numero incontri effettuati dopo il primo contatto. b) la dimensione della qualità organizzativa attraverso una razionalizzazione e standardizzazione di ogni atto da parte di tutti gli operatori. Costoro conoscono e curano gli aspetti interprofessionali interfacciando la propria attività con quella dei colleghi, sia dello stesso che di altri servizi, che degli altri attori del progetto. Indicatori Numero protocolli e procedure elaborati: stesura di protocollo Aziendale di rete inter-istituzionale e sua articolazione in ogni Distretto, attivazione di buone prassi tra i soggetti in rete su situazioni segnalate, procedure di accesso alle strutture. c) la dimensione della qualità percepita attraverso la rilevazione dell’opinione dell’utenza nei riguardi del servizio nei casi seguiti nel tempo in follow-up. Indicatori Questionario da somministrare durante gli incontri di follow-up. Il miglioramento della qualità nelle tre dimensioni succitate avviene: a) uniformando gli intenti che confluiranno in un’unica mission b) revisionando le attività alla luce dell’evidenza e della buona pratica clinica e riorganizzando l’attività c) curando l’interfaccia fra strutture sanitarie, sociali, del volontariato e della rete in toto. Comunicazione interna: Seminario Aziendale di presentazione progetto. Istituzione di un tavolo di lavoro, che si incontra con scadenza trimestrale per condividere percorsi e problematiche che si vanno mano a mano definendo. Divulgazione attraverso e–mail o materiale cartaceo. Un incontro consuntivo annuale sull’attività svolta. Piano di spesa. Costo formazione: da effettuare in due sedi, una per il centro-nord della provincia, ed una per il per sud, per circa 35 + 35 operatori, in sei moduli, di cui 3 comuni ed uno specialistico, più due moduli di attività seminariali, per un totale di 36 ore. (Vedere progetto formativo accluso). Durata del progetto: 18 mesi. Pacchetto formativo. Premessa L’organizzazione e la gestione del corso sarà affidata all’Associazione di volontariato Centro Donna Lilith di Latina, che opera in convenzione con il Comune di Latina per la gestione di un centro di accoglienza e gestisce dal 2003 una struttura residenziale protetta, la casa-rifugio “Emily”, accreditata presso l’Amministrazione Provinciale di Latina, ai sensi della L.R. n. 64/’93. DESTINATARI Destinatari/ie del presente progetto sono gli/ operatori/trici: socio-sanitari/ie dei 5 distretti della provincia di Latina, operanti nei Consultori, (Aprilia, Latina, Priverno, Terracina, Formia), - sanitari/ie del Pronto Soccorso e dei Reparto ostetricia-Ginecologia delle strutture ospedaliere, 4 - dei servizi sociali comunali, della Prefettura, della Questura e delle forze dell’Ordine, del volontariato. Si prevede l’attivazione di due corsi, secondo gli ambiti territoriali: - Nord Provincia- Monti Lepini Sud Provincia. ARTICOLAZIONE DEGLI INCONTRI Il progetto si sviluppa secondo un percorso formativo di 6 moduli, per un totale di 36 ore di lezione, così strutturati: • i primi tre moduli (M1, M2, M3) di carattere generale, rivolti a tutti/e i/le corsisti/e, • il quarto modulo (M4) si sviluppa su due differenti percorsi per: - Percorso A. Operatori/trici sanitari/e ( pronto soccorso, reparti ostetricia-ginecologia) - Percorso B. Operatori/trici socio-sanitari/e (consultori, assistenti sociali, polizia municipale, forze dell’ordine, volontariato) • gli ultimi due moduli (M5, M6) si configurano come incontri seminariali di approfondimento, rivolti a tutti/e i/le corsisti/e. Nello schema si riporta l’articolazione del corso, specificando il contenuto dei moduli, i destinatari ed il numero di ore: DESTINATARI N° ORE MODULO M1. VIOLENZA ALLE DONNE. ANALISI QUALITATIVA E QUANTITATIVA DEL FENOMENO M2. METODOLOGIA DI APPROCCIO AL FENOMENO DELLA VIOLENZA M3. CULTURA GIURIDICA DI GENERE. Normativa penale e civile in materia di violenza sulle donne e i/le minori M4. Percorso A. STRATEGIE DI INTERVENTO PER UNA RETE SANITARIA INTEGRATA. ASPETTI LEGALI Tutti/e i/le corsisti/e 6 Tutti/e i/le corsisti/e 6 Tutti/e i/le corsisti/e 6 M4. Percorso B. L’ESPERIENZA DEL CENTRO DONNA LILITH, TRA ACCOGLIENZA E OSPITALITÀ. IL SERVIZIO SOCIALE TERRITORIALE M5. DONNE MIGRANTI E VIOLENZA DIMGENERE. PAESE CHE VAI VIOLENZA CHE TROVI M6. IL LAVORO CON IL MALTRATTANTE. LA COSTRUZIONE SOCIALE DEL MASCHILE E DEL FEMMINILE. Operatori/trici sociosanitari/ie Polizia Municipale 4 Tutti/e i/le corsisti/e 4 TOTALE Operatori/trici sanitari/ie 4 Tutti/e i/le corsisti/e 6 36 DOCENZE La docenza sarà curata e svolta dal Centro Donna “Lilith”, attraverso operatrici antiviolenza, socie dell’Associazione, con esperienza di formazione nel campo della prevenzione e contrasto al fenomeno della violenza. a cui si affiancheranno formatori esterni, in grado di presentare esperienze già in essere in altri contesti e trasferibili alla realtà locale. Ciò nell’ottica di coinvolgere professionalità di altre realtà territoriali anche di livello nazionale che portino la loro esperienza nell’ambito specifico (socio-sanitario, sicurezza, …), nell’ottica dello scambio e della reciprocità. 5 METODOLOGIA E STRUMENTI Le lezioni, sia frontali che partecipate, saranno affiancate da momenti di discussione guidata e di riflessione collettiva, introdotte dal circle-time e dal brainstorming. Verrà proposta la visione di materiale audiovisivo per facilitare il dialogo e la riflessione sugli argomenti trattati. È prevista l’analisi di casi specifici seguiti dagli/lle operatori/trici e/o “casi modello” presentati dalle docenti. Saranno fornite schede di lavoro, materiale cartaceo costituito da dispense, sintesi e altro, che resteranno patrimonio dei/lle corsisti/e. FORMATORI ELVIRA REALE Psicologa, responsabile del Centro Prevenzione Salute Mentale della Donna ASL Napoli 1, dirige l’"Unità Operativa di Psicologia clinica Prevenzione salute mentale donna": Centro clinico per il maltrattamento in famiglia e sul lavoro (dal 2003-04.) Svolge attività di ricerca con CNR e OMS sui temi della violenza, della salute mentale e dei fattori di rischio psico-sociali nella donna; ha coordinato progetti per il Ministero delle Pari Opportunità e per la Commissione Nazionale Pari Opportunità. “La depressione: una epidemia sociale al femminile”, vademecum stampato dal Comune di Ferrara, insieme ad altri enti, istituzioni e associazioni del territorio (Assessorato Pari Opportunità, Assessorato Servizi Sociali Sanitari, Commissione Donne Elette, Azienda Usl Dipartimento Salute Mentale, Piani per la Salute, Centro Donne e Giustizia), nell’ambito dell’Anno della Salute. “PRIMA DELLA DEPRESSIONE Manuale di prevenzione dedicato alle donne”, Editore Franco Angeli. S. TERESA BRUNO Psicologa psicoterapeuta, responsabile del Settore Donne dell'Associazione Artemisia di Firenze. MARIA CECILIA ZOFFOLI Assistente sociale, operatrice SVS Clinica Mangiagalli, referente organizzativa e formatrice sul tema della violenza sessuale e domestica per assistenti sociali e psicologhe destinate ad operare nel SVS Soccorso Violenza sessuale, Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena Milano. CRISTINA ZOFFOLI Assistente sociale, esperta in didattica e formatrice temi violenza di genere. Socia fondatrice dell’Associazione Differenza Donna di Roma e responsabile della formazione (1989-1992). Coordinatrice–responsabile del Centro Provinciale per donne che non vogliono più subire violenza (1992 – 1999). Dal dicembre 1999 lavora nell’Associazione “Non una di meno -Coordinamento nazionale Donne per i Consultori”, Roma. A. MARIA GALARRETA Fondazione Pangea onlus Cedaw, Convenzione per l’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne (Convention on the Elimination of All Forms of Discrimination Against Women), Onu 1979. AIDOS Associazione Italiana Donne per lo Sviluppo (AIDOS), associazione di donne e allo stesso tempo organizzazione non governativa di cooperazione, riconosciuta nel 1992 dal Ministero degli Affari Esteri come ente idoneo a gestire fondi pubblici per la realizzazione di progetti di cooperazione allo sviluppo. Fin dalla sua fondazione, AIDOS ha lavorato - nei paesi in via di sviluppo, in Italia e nelle sedi internazionali - per costruire, promuovere e tutelare i diritti, la dignità, il benessere e il progresso di tutte le donne. Importante è la collaborazione con il sistema delle 6 Nazioni Unite: AIDOS ha status consultivo speciale presso l'ECOSOC (Economic and Social Council of the United Nations, Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite), ed è focal point in Italia di INSTRAW (United Nations International Research and Training Institute for the Advancement of Women, Istituto Internazionale di Ricerca e Formazione per le Donne delle Nazioni Unite) e dell'UNFPA (United Nations Population Fund, Fondo per la Popolazione delle Nazioni Unite). STEFANO CICCONE Presiede l’Associazione “Maschile plurale”.Ha appena licenziato per Rosenberg & Sellier un libro intitolato "Essere maschi tra potere e libertà. 7