L`educazione del cuore contro le violenze a donne e bambini

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L`educazione del cuore contro le violenze a donne e bambini
L’educazione del cuore contro le violenze a donne e
bambini
La società perde la sua dignità quando non salvaguarda i bambini, quando permette lo
sfruttamento sessuale su scala mondiale, quando non viene data nessuna priorità alla
prevenzione. L’educazione è la carta vincente.
Uno dei libri che ho avuto tra le mani nella mia adolescenza è stato
“L’educazione del cuore” di don Carlo Gnocchi, una serie di
capitoletti che introducevano all’arte dell’amare, dalla nascita
all’adolescenza. Erano lezioni che aveva tenuto ai suoi studenti,
una novità cinquant’anni fa, quando non si parlava, se non
raramente, di educazione all’amore in campo cattolico o di
educazione sessuale nella scuola pubblica.
La mia mamma mi ha dato del villano quando a 14 anni ho osato
chiederle come nascevano i bambini: “Guarda se sono cose da chiedere alla tua
mamma!”. A me l’aveva suggerito il prete all’oratorio! Naturalmente sapevo già tutto, la
domanda la facevo solo per mettere in difficoltà gli adulti “deputati alla mia educazione”
Non parlarne era ritenuto un “forma di pudore pubblico” allo scopo di tutelare i bambini.
Tra la gente c’era una certa persuasione: la società perde la sua dignità quando non
salvaguarda i bambini, quando permette lo sfruttamento sessuale su scala mondiale,
quando non viene data nessuna priorità alla prevenzione, con un’opera educativa, che
dovrebbe vedere in prima fila i genitori, la scuola, la Chiesa, le istituzioni.
Brutalità che lasciano il segno
Sul piano educativo anche un solo caso di abuso sessuale su un minore è di una gravità
inaudita per i danni che comporta. Con l’amore si tocca il senso della vita, la salute
psichica e psicologica di un ragazzo, la sua felicità. Quando la sessualità viene staccata
dall’amore, quando la libertà personale viene esasperata, quando l’ignoranza si lega alla
violenza, allora la stessa persona umana, che sia un bimbo o un minorenne, viene
brutalizzata e certi traumi patiti in giovane età lasciano conseguenze per tutta la vita.
La violenza sui minori, sulle donne, è poi particolarmente odiosa quando avviene in
gruppo, “in branco”. E’ una violenza di giovani e adulti non cresciuti, immaturi
affettivamente, spesso alimentata dai mass-media, che non hanno timore a presentare
certi film e situazioni “perverse”, dove i bimbi non sono per nulla rispettati.
La maturità affettiva
Non è facile condurre una persona alla maturità, soprattutto in campo affettivo. Troppo
numerosi i ragazzi e ragazze, con un percorso sofferto, senza memorie positive, lasciati
solo di fronte ad uno degli aspetti più delicati della vita adolescenziale, con carenze
educative che risalgono ai primi mesi di vita.
Sono gli anni delle “non memorie”, dove i bimbi non ricordano fatti, episodi che li hanno
favoriti o ostacolati nella loro crescita, ma che sono fondamentali per la costruzione di una
personalità, lasciando ferite non facili a rimarginarsi,quando un bimbo subisce al violenza
dell’abbandono affettivo, educativo o subisce violenza fisica. Nonostante le varie
Convenzioni sui diritti dei minori, sono proprio i ragazzi più fragili ad essere vittime di
abusi,di maltrattamenti, che li mettono a disagio con la vita.
Il metodo di don Bosco
Personalmente sono convinto che tra i modi migliori per vincere questa violenza, sia il
metodo di don Bosco, metodo evangelico, che si fonda sull’amorevolezza, sulla ragione e
la religione. Abbattendo le barriere della diffidenza, aiuta superare i pregiudizi e a trovare
soluzioni al grave problema della violenza sessuale. L’educazione è la carta vincente per
affrontare l’emergenza, lavorando su alcune urgenze quali l’attenzione alla parte più
preziosa della società, che sono “i minori”, il senso della vita, il rispetto del corpo, la
formazione della coscienza, l’educazione alla solidarietà.
Una priorità? La formazione della coscienza. Rimane sempre il cuore dell’educazione. Se
la coscienza, poi, non si riferisce a Dio, rende vani i tentativi di prevenzione e di
promozione dell’amore! Esaltando la libertà individuale, eliminando Dio, le persone
operano le loro scelte secondo parametri personali, che rende tutto permesso. Questo,
purtroppo sta avvenendo nel nostro mondo! Bisogna alzare disco rosso! Per il bene dei
bimbi ma anche della società!
E gli oratori possono fare qualcosa in questo campo? Credo di sì, favorendo la vita di
gruppo, l’amicizia, sviluppando il rispetto del corpo attraverso il gioco, lo sport, creando
occasioni per incontrare il Dio della vita nella catechesi, nella partecipazione alla liturgia
eucaristica, al sacramento della riconciliazione, favorendo la mentalità del dono,
dell’attenzione all’altro, della responsabilità per cui ognuno sa cosa mette in gioco,
evadendo le norme del vivere, seguendo i propri capricci.