La congettura - Enrico de Capoa

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La congettura - Enrico de Capoa
testo vincitore della terza edizione di Co_scienze
concorso di drammaturgia scientifica
il teatro per sollecitare,diffondere, comunicare
http://www.lenuvole.com
La congettura
di Sergio Vellotti e Sergio Viparelli
Sergio Vellotti
Esordio nella scrittura drammatica con “ Che s’adda fa’ pe’ murì” libero
adattamento teatrale de “Il suicida” del russo Nicolaj Erdman, testo
rappresentato più volte sulla scena italiana.
La seconda opera è stata “Elisir” divertente helzapopping teatrale e musicale
ambientato in un pensionato di artisti.
Con il corto “Il muro di cinta” è stato selezionato per la rassegna di corti
teatrali “La corte della formica”.
Dopo aver frequentato il laboratorio teatrale del Theatre de Poche diretto da
Lucio Allocca, ha partecipato, nell’ambito delle attività teatrali e laboratoriali
che “ Le nuvole” svolgono all’interno di “Città della scienza”, alla messa in
scena di due spettacoli itineranti all’interno dello spazio museale diretti da Enzo
Musicò e Fabio Cocifoglia.
Nel 2006, con la cooperativa, ha collaborato alla realizzazione del “Progetto
Ferropoli”, partecipando sia allo spettacolo teatrale che al documentario
televisivo andato in onda il 16 settembre su RAI 3, con la regia di Mariarosaria
De Medici e Fabio Cocifoglia.
Sergio Viparelli
Ingegnere, si diletta nella scrittura teatrale in assoluta riservatezza.
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La congettura
Stanza di uno scialbo appartamento popolare alla periferia di Pietroburgo: un disadorno e sfatto divano
letto in un angolo, alla parete una gigantografia di un occhialuto signore di fine XIX° secolo e, seduto tra
una scrivania con PC e una lavagna tutta arabescata di formule matematiche, il nostro personaggio
(trentacinquenne, barbuto, spelacchiato, imbacuccato con maglioni e vestaglia, con i mezzi guanti di lana
scura e in pantofole) tutto compreso nei suoi calcoli.
Entra un’anziana donna, dall’aria modesta ma dignitosa, intirizzita dal freddo, che posa sulla scrivania
delle lettere e dei giornali.
Madre
Genio
Madre
Genio
Madre
Genio
Madre
Genio
Madre
Genio
Madre
Genio
Madre
Genio
Madre
Genio
Madre
Genio
Madre
Genio
Madre
Genio
Madre
Genio
Madre
Genio
Madre
Buongiorno Grigori.
….. (Durante questo colloquio apre la posta e sfoglia i giornali, mentre la madre
rassetta e tenta ripetutamente, ma invano, di conversare)
Lo sai che al telegiornale hanno detto che questo è stato l’inverno più mite degli
ultimi cento anni? Pensa che a Mosca i giardini sono fioriti. La gente per strada è
vestita come se fosse primavera. Io, per la verità, tutto questo caldo non lo sento.
Sarà perché mi sono fatta vecchia, ma quando esco al mattino per la spesa guanti,
sciarpa e cappello non li abbandono mai. Eh … quando ero giovane anch’io mi
mettevo scollata, qualunque tempo facesse. Si fa per dire scollata … per come si
andava vestiti allora e per quello che mi permetteva tuo padre. Era geloso, anche se
non lo voleva ammettere. Pensa che una volta … Grigori, ma mi senti?
Si, si …
(timidamente) Vogliamo riparlarne? Allora?
(infastidito) Mamma, per favore.
Hai deciso?
Lo sai già.
Ma Grigori.
(spazientito) Non cominciare dalla mattina, Mamma!
Ecco sempre così, testardo come un mulo, solo numeri. Ma con i numeri non si campa!
Cosa ci si fa con i numeri? La minestra? Ci scaldi la stufa con i tuoi numeri?
Mamma, non fare così. In qualche modo sopravviveremo.
(trattenendo a stento le lacrime ) Già! Poveri noi, relegati in questo squallido
palazzone. Ma non ti guardi intorno? Sono cinquant’anni che lo ha fatto costruire
Krusciov e ogni giorno diventa più decrepito… e noi insieme a lui.
(amorevole) Allora, ci stai ripensando?
No, non ci ripenso.
Ma perché? E’ per il tuo lavoro, per la tua intelligenza.
Lo sai già perché, è una questione di principio.
(stizzita) Un principio che vale un milione di dollari?!
10.000 euro di stipendio.
Appunto.
Un principio vale più di qualsiasi altra cosa.
Grigori, ma è una pazzia!
Può darsi.
No, no, non è che può darsi.. è certo. Tu sei pazzo! Ma come, sono anni che stai lì a
studiare, a fare calcoli, per risolvere quell’imbroglio del pancarrè.
(alterandosi) Poincarè, Mamma, Poincarè (indicando la gigantografia) e non è un
imbroglio, è una con-get-tura..
Si, la con-get-tura del pancarrè o come si chiama lui! Che poi vorrei proprio capire cos’è
mai questa con-get-tura!
Mamma, è complicata, non si può mica esporla in due parole.
Ah, è complicata? Però agli altri l’hai spiegata… Al mondo intero l’hai spiegata, dentro
all’internet l’hai messa e alla tua Mamma invece non la vuoi far capire
(comincia a piangere lamentosamente )
Si ode una musica al pianoforte proveniente dall’appartamento superiore.
Genio
Madre
Ma dai, te l’ho già detto, è questione per gli addetti ai lavori, per la comunità scientifica,
anzi per una parte ristretta di questa, i matematici, i fisici..
I marziani …
Su questa battuta la musica incalza ed aumenta di volume, quasi fosse la fine di una sonata.
I due restano per un attimo interdetti, guardando il soffitto.
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Madre
Genio
Madre
Genio
Madre
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Madre
Genio
Madre
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Madre
Genio
Madre
Genio
Dicevi? ..ah.. i marziani… sì.. (con amarezza)… forse proprio quelli..
Non ti offendere, Grigori, tu non sei un marziano, sei un genio. Solo.. che..
Solo che…solo… ecco cosa sono, sono solo!
Ma che dici, piccolo mio, tu non sei solo, hai la tua Mamma.
Appunto..
Ingrato, ecco cosa sei, un ingrato, un egoista. Se non ci fossi io qui a incoraggiarti,
a consolarti, cosa sarebbe di te, dimmi?
Dai, mamma scherzavo, non volevo dire..
E intanto l’hai detto, però!
Scusami Mamma. Vuoi che ti spieghi la congettura?
Se ti fa piacere..
Ma certo che mi fa piacere. Vediamo.. come posso definirti la congettura?
Vuoi la definizione canonica?
Perché, è un problema religioso?
(divertito) No, non è un problema religioso… anche se forse la religione c’entra sempre
con la matematica… in qualche modo.
Ora non ricominciare con tuoi enigmi, per favore.
D’accordo, Mamma.( Si avvicina alla lavagna. Anche in seguito,quando procederà alla
spiegazione del quesito utilizzerà la lavagna). Partiamo dalla definizione cano…corretta
della congettura di Poincarè: ogni varietà chiusa n dimensionale omotopicamente
equivalente alla n-sfera è omeomorfa alla n-sfera.
Ancora qualche nota di pianoforte dall’alto e la scena di prima si ripete per un istante.
Madre
Genio
Madre
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Madre
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Madre
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Madre
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Madre
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Genio
Madre
Certamente!
Cosa vuoi dire, ora, con questo... certamente!
Voglio dire che certamente… tu sei pazzo! Tu e tutti i matematici amici tuoi!
Ti avevo avvertita, Mamma, non è una questione semplice da capire.
Mi sa piuttosto che non è semplice.. da spiegare. Mi sa che tu non la sai spiegare, perciò
usi tutti quei paroloni a vanvera, per impressionarmi, ma io non mi faccio impressionare,
io. Perciò ti dico, anzi ti ordino, di essere un po’ più chiaro, come quando eri piccolo, ti
ricordi?.. quando ti facevo ripetere la lezione ad alta voce, tante volte, finché non la dicevi
bene bene, con chiarezza. Ti ricordi?
Si, ricordo.
E allora?
Allora mettiamola così: la sfera è il più semplice campo “senza buchi”, cioè dove qualsiasi
cammino chiuso può essere contratto fino a diventare un punto.
Cioè…una palla di gomma?
Brava, si vede che sei mia madre!
Vuoi dire che si vede che sei mio figlio!
D’accordo, si vede che in famiglia ce ne intendiamo di palle!
Scostumato, che fai, mi prendi in giro?
Ma no, dopo tutto la topologia è volgarmente conosciuta proprio come la geometria dei
corpi elastici..
Perché, i corpi elastici sono volgari?
Mamma…per favore!
Oh..ma ..insomma….parli di sfere, di buchi, di cammini chiusi, di punti; ma mi vuoi
spiegare questa benedetta congettura!?
Si. Ti faccio un altro esempio: prendi una mela..
Non ne abbiamo, con quello che costano in questa stagione!
Mamma….voglio dire…immagina una mela (Fa il pugno) Avvolgile intorno un laccio come
un cappio (Prende un nastro dalla scrivania) Stringi questo laccio. Cosa succede?
Se stringo molto taglio la mela in due.
Ma no, prova a immaginare che anche la mela sia elastica.
Grigori, ma la mela non è elastica, è farinosa, si spacca..
Mamma, devi lavorare d’immaginazione!
Sì, in questa casa siamo abituati a lavorare di immaginazione, anzi di fantasia!
Fai un piccolo sforzo, Mamma!
E se io faccio questo sforzo…tu mi prometti di… ripensarci?
Lasciamo perdere…torno a studiare.
Va bene…mi sforzo…mi sforzo… prendo la mela… la strizzo…la strangolo..e poi?
Ecco…concettualmente... il laccio si è ridotto ad un punto…eppure…sempre
concettualmente… non si è mai staccato dalla superficie della mela!
E allora?
Beh…è semplice. Questo accade alla mela, alla sfera, ad una forma geometrica senza
buchi; ma non può accadere per un toroide!
(preoccupata) Grigoruccio… vuoi che ti faccia un bel tè?
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Genio
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Madre
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Madre
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Madre
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Mamma, cosa c’entra il thè… e poi, perché mi guardi così?
Perché, come ti guardo?
Mi guardi in un modo strano.
Ma no, sarà la tua immaginazione!
Ah…ho capito. Mamma, sai, non è mica una vergogna ignorare cosa sia un toroide.
Meno male, mi stavo quasi vergognando. (sottovoce, tra sé ) Mica per il toroide.
Come?
Niente, niente, caro. Piuttosto, di grazia, mi daresti chiarimenti su questo toroide?
Beh.. fai conto.. una ciambella, ecco!
Ma non era un pancarrè?
Mamma!
Figlio mio, ma tu cosa pretendi da me? Non è facile seguire i tuoi ragionamenti!
Ti ricordo che sei stata tu a chiedermi di…. spiegare!
Certo! Io devo capire, io devo trovare una spiegazione, dopo aver letto questa lettera!
Gettala quella lettera! Bruciala, per favore, e non parliamone più!
Bruciarla? La incornicio, piuttosto, con questo bel timbro dell’Istituto Clay di Oxford e tutti
questi elogi nei tuoi riguardi e le insistenze perché tu accetti il premio di un milione di
dollari.
Adesso sai anche leggere l’inglese?
No, me la sono fatta tradurre da… (e indica il soffitto).. e comunque i numeri sono scritti
uguali in tutte le lingue e un milione di dollari li vedo da me, cosa credi ?
E poi? Gli hai fatto quello sgarbo di non andare a Madrid, dal re di Spagna in persona a
ricevere la medaglia…come si chiama la medaglia?
Fields
Ecco, appunto! E loro…gentili…che insistono. E tu ?
Ancora un gran rifiuto. Perché, perché ?
Mamma, ne abbiamo già parlato e riparlato. Finché non ero ben visibile avevo la scelta: o
fare cose orribili o, se non le facevo, essere trattato come un cane. Ora che sono
diventato una persona molto visibile, non posso rimanere come un cagnolino e non dire
nulla. Io non mi presto a fare l’uomo vetrina in giro per il mondo, se poi qua, nel Mio
Paese, nell’istituto dove ho studiato e insegnato, mi fanno fuori come l’ultimo dei bidelli.
Ma cosa te ne importa dell’istituto Steklov ? San Pietroburgo è alla periferia del
mondo!.L’avvenire, il futuro si realizzano in altre parti della terra!
Eh, no! Io sono russo, sono un matematico russo e pretendo che il mio Paese riconosca i
meriti miei, i meriti di un figlio della Grande Russia!
Sentitelo, ha parlato il nuovo Dostoievskij! Vuoi finire povero in canna come lui?
I soldi non mi interessano.
Ah, è così?.. E a tua Madre, a questa povera donna che si è sempre sacrificata per te, non
ci pensi?
Eh, no, non è giusto che tu la metta così. Non hai mica allevato un aspirante
capitalista, hai allevato uno studioso, un ricercatore..
Che, intanto, è disoccupato!
Grazie per il sostegno!
Ma tu mi provochi!
Mamma, io non ti provoco, cerco di spiegarti il mio punto di vista.
(maliziosa) E…. il tuo punto di vista non potrebbe assomigliare a quello di quell’altra
scienziata ?
Chi, Penny Smith ? Per fare poi la sua stessa brutta figura! Prima ha sostenuto di aver
risolto il sistema di equazioni di Navier-Stokes per intascarsi l’altro premio di un milione di
dollari e poi ha fatto una bella marcia indietro.
”Scusatemi, mi sono sbagliata, ma, vedrete, studiando un altro po’, ci arrivo alla
soluzione”.
Poverina, almeno ci ha provato!
Ma cosa dici, Mamma? I premi Fields non sono una lotteria, un Bingo!
Sarà, ma di soldi ne distribuiscono tanti. A proposito, quanti sono i premi in palio?
Sette, come i sette problemi matematici del millennio rimasti aperti.
E ora sono rimasti solo sei!?
Già.
Altre note di pianoforte e la scena si ripete per un tempo più lungo delle precedenti, in un atmosfera
sospesa.
Madre
Genio
Madre
Va bene, Grigori, comunque, tornando al tuo Poincaré, in che cosa consiste poi la
soluzione che hai trovato?
Insisti?
E sì, vorrei capire bene. Del resto, lo sai, di matematica ne mastico poco, ma nelle lettere
mi difendo e sono abituata ad un metodo preciso: tema e svolgimento.
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Madre
Se la congettura è il tema, lo svolgimento tuo qual’è?
Va bene, seguiamo il tuo metodo. Le cose stanno così: la congettura è un’affermazione,
un’ipotesi, che Poincaré ha avanzato ma non ha dimostrato.
Mi segui?
Comodo! Troppo comodo! Uno si sveglia la mattina, fa un’affermazione qualsiasi e mette
una pulce grossa così nell’orecchio del mondo!
Mamma, Poincarè non si divertiva a provocare l’umanità. Poincaré era uno scienziato con
la S maiuscola. Forse un po’ stravagante. Ha studiato tutta la vita, ha avuto delle
intuizioni straordinarie, in pratica ha inventato la topologia..
Che non è lo studio dei … (mima con il braccio la figura di un topo)
No! E’ lo studio delle proprietà geometriche che alcune figure piane o spaziali
conservano inalterate quando subiscono deformazioni, trasformazioni, purché,
diciamo, senza strappi.
La mela!
Brava! E allora si dice che due figure geometriche, quella originaria e quella che
deriva dalla sua trasformazione elastica, che conservino equivalenti proprietà
topologiche, sono omeomorfe!
Siamo ancora al tema, vero? E lo svolgimento?
Un momento, ci arrivo. La congettura vale per le figure geometriche ad n dimensioni dove
n è un numero intero qualsiasi..
Mi arrendo!
No, aspetta. Facciamola breve. Poincarè ha fornito la dimostrazione per n = 2, cioè per le
figure piane, ma ha lasciato insoluto il problema per n qualsiasi.
Si trattava, dunque, di dimostrare o confutare la sua congettura.
Qualcuno, tempo fa, è riuscito a dimostrarla per n = 4, per n maggiore o uguale a 5.
Io ho dimostrato che è vera sia per n=3 che per qualsiasi valore di n. Ecco qua lo
svolgimento!
(stupefatta) Nientedimeno..per questo ti danno quel premio, uno stipendio e la medaglia?
E poi dici che non è come il Bingo?
(innervosito) No, Mamma, no! Una scoperta scientifica e un colpo di mazzo alla lotteria
non sono la stessa cosa, per Dio!
Prima di tutto non bestemmiare. Poi, scusa, è il risultato che conta..
Eh, no, quelli che contano sono i valori in gioco..
Sempre di un milione di dollari si tratta!
Mamma, mi fai cascare le braccia..
Senti, Grigori, i soldi sono sempre e solo soldi, da che mondo è mondo.
Certo ci sono anche i principi, i valori.
Non anche, mamma, ma innanzitutto il valore dell’utilità sociale del lavoro.
Tu, invece, mi parli di denaro come valore in sé, che trae origine e giustificazione nella
sola legge del mercato, quella che distribuisce premi nei telequiz, che assicura i favolosi
guadagni di un cantante o di un calciatore e lascia le briciole allo scopritore del genoma
della sclerosi multipla.
Ehi, non ti sembra di esagerare? Dopo tutto, il premio che ti vogliono dare è una
ricompensa a una scoperta scientifica.
Sì, ma…
Ma cosa?
Si sente suonare alla porta.
Genio
Madre
E chi sarà?
Chi vuoi che sia? Sarà Yuri (va ad aprire)
Entra la madre seguita da Yuri. E’ un giovane sui trent’anni, alto e bello, ma focomelico. Dal suo maglione
spuntano, all’altezza delle spalle, attaccate al tronco, due candide manine.
Madre
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Madre
Yuri
Madre
Yuri
Madre
Yuri
Genio
Vieni, vieni, entra..
Disturbo?
No…tutt’altro…vieni… (A parte) Aiutami, è agitato come non mai.
Beh si, ho sentito che discutevate.
Abbiamo sentito la tua bella musica.
Vi ho infastidito?
Ma che dici, altroché. Se non ci fosse il tuo pianoforte a tenermi un po’ su.
Grigory, c’ è Yuri. Io vado di là a finire di preparare. (Esce)
Ave Genio Cocciuto!
Ciao, Talidomide.
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Che brutta cera! Incubi stanotte? Lasciami indovinare: il tuo Spirito Guida ti ha svelato
che la tua dimostrazione della sua congettura è una cavolata… dal momento che la sua
congettura è una cavolata elevata ad n = infinito ?
Ma va a quel paese! Comunque una cosa l’hai azzeccata: i cavoli! Ieri sera ne ho
mangiato un piatto così! (e sorride)
Dio, cosa ho visto?! Mi è sembrato di scorgere un’ombra di sorriso sulle labbra del Genio
Cocciuto! Allora il “Sorriso” non ha venduto la sua ombra?
Risparmia le tue citazioni letterarie per mia madre, per le vostre riunioni segrete alle mie
spalle!
Ah l’hai colta? Bene! Per un professorino di matematica è già qualcosa; anche se, in
effetti, il merito è nei geni materni.
Già, è così per tutti, nei geni e ... anche nelle terapie materne! Ah..ah..
(soprappensiero) Eh…sì… anche nelle terapie..
Cosa suonavi prima?
Perché ti piace?
Non era male. Non riesco a individuare l’autore. Sicuramente moderno.
Sì….diciamo pure.. contemporaneo
Russo?
Credo di si, almeno per parte di madre!
Stronzo, è tuo?
Maldestramente.
Sei grande, non finirai mai di stupirmi!
Sì, lo diceva anche Nastasja Filippovna, l’altra sera,.. allungando le mani.
Altra citazione?
Decidi tu!
Ma come fai?
Io non faccio niente, è lei che prende l’iniziativa. Ha le braccia lunghe, Lei.
No, dico, ma come fai a essere così sereno?
Sereno, dici? Direi piuttosto.. sfinito. Per le visite di Nastasja!
D’accordo, cambiamo argomento: che ci fai qui, oltre che complottare con mia
madre?
Veramente sono qui perché Nastasja vorrebbe conoscerti; anche se, a dir la verità, è un
po’ preoccupata. Sai, lei conosce la matematica… le regole della “proporzione inversa”.
Ma smettila, scemo. Vuoi parlare una volta tanto seriamente?
E tu, vuoi parlare una volta tanto di donne? O è un tabù?
Se proprio insisti: allora ti dirò che preferirei parlare non di donne, ma con le donne
Anche questa è una citazione, mio caro Genio; comunque fallo! Che aspetti? Cosa te lo
impedisce? Lo Spirito Guida?
Casomai…la mancanza di spirito.
Questo non è vero. Cosa c’è di più spiritoso che rinunciare a un milione di dollari?
(infuriandosi) Lo sapevo, lo sapevo dove volevi andare a parare.
Sono io, piuttosto, che non sapevo fino a quale punto sei autolesionista!
Yuri, per favore, non mi rompere le scatole anche tu per la storia del premio, altrimenti…
Altrimenti? Altrimenti mandi a quel paese pure me, vero? E poi, dove vai a sbattere la
testa? Con chi ti sfoghi? Con quella fotografia? Eh si, parla col tuo Spirito Guida, tanto lui
non ti contraddice mai, vero? Ma va al diavolo, parla con lui ( fa per andarsene)
No…aspetta…non te ne andare. Ho le ruote a terra, Yuri.
Questo è un buon indizio. Temevo che avessi finito il carburante o che avessi sbiellato. E
se gli dessimo una pompata a queste ruote? Eh?
Non lo so..non lo so…non so più niente.
Certo che, detto da un genio, fa un certo effetto!
Yuri..
Sì?
Lo sai che ti voglio bene?
Anche io, Geniaccio mio. Se avessi soltanto qualche centimetro di braccia, ti stringerei
forte forte al mio giovane e vigoroso petto..e chissà.. forse ti palperei anche il culo!
(divertito) Così risolveremmo due problemi in uno!
Parla solo per te, checca di un matematico!
(rannuvolandosi)…………..
Dai, sputa il rospo!
Non è facile.
Immagino. Però non mi venire a raccontare la storia dell’Istituto Steklov, la panzana
sciovinista della Grande Russia; altrimenti offendi la mia intelligenza!
Non è una panzana, c’è anche quel motivo lì, ma…
Ma?
C’è dell’altro. C’è che….insomma….non so a che cosa serva la mia scoperta!
Se ho capito bene, non ti basta la risposta di tua Madre, che serve a godersi un
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milione di dollari, vero?
No, non mi basta, anzi mi dà ai nervi!
E, se, oltre al premio, consideri la fama, la gloria? Dopo tutto è una sorta di Nobel, vero?
Sì, forse più di un premio Nobel, ma non me ne frega niente, se non capisco a che cazzo
serve la mia scoperta!
Mmh….la questione è complicata. Vediamo se ho capito bene: è una vita, si può dire, che
ti arrovelli per risolvere l’enigma. Finalmente ci riesci, rendi pubblica la tua scoperta via
internet… (sarcastico) via internet e non attraverso le riviste scientifiche, come fanno tutti
gli scienziati del mondo…
Te l’ho già detto mille volte: non sopporto le riviste cosiddette “prestigiose”, non
sopporto le Accademie e tutte le forme autoreferenziali della comunità scientifica.
La stessa che poi ti sbatte fuori dall’Istituto Steklov solo perché non fai parte del giro
giusto, perché non sei “uno di loro”…. perché..
Ho capito, ho capito, calmati. Dicevo: fai la tua scoperta, gli altri matematici te la
esaminano, te la analizzano, te la vivisezionano fino al più piccolo dettaglio e alla fine si
arrendono e, loro malgrado, si devono inchinare davanti a Grigori Perelman, il genio.
Che fai, sfotti?
No, perché, le cose non sono andate così?
Sì, ma io ti conosco, so dove vuoi andare a parare con questo discorsetto.
Aspetta, abbi pazienza, fammi procedere con ordine, ordine e metodo … ma-te-ma-ti-co!
Continui a sfottere, ma così tu uccidi un uomo morto!
Chi è che fa le citazioni, ora? Comunque, meglio così, ti preferisco battagliero piuttosto
che bollito! Continuiamo: la comunità scientifica riconosce la tua scoperta e ti vuole dare il
premio..
In effetti il premio viene assegnato dalla fondazione Clay..
D’accordo, c’è una fondazione stracarica di soldi, lasciati da un mecenate di nome Clay.
Ma quel che conta, i premi sono la ricompensa per la soluzione dei problemi matematici
che tutta la comunità scientifica internazionale ha ritenuto i più importanti per l’umanità.
E’ così o non è così?
Sì.
Bene, sono problemi importanti perché la loro soluzione è ritenuta utile, molto utile?
Oppure perché rappresentano un planetario giochino enigmistico, una sorta di sudoku
globale?
Cosa c’ entra il sudoku! Siamo seri!
Ecco, appunto, siamo seri. Se tutto il mondo scientifico ha ritenuti importanti questi
benedetti problemi, perché ti fai prendere da tutti questi dubbi?
Fra l’altro, scusami, anche tardivamente!
E’ difficile spiegarlo a un non addetto ai lavori..
Allora tu prova a spiegarlo a un poveraccio, addetto a sopportare pazientemente.... un
addetto ai lavori! (sedendosi sul divano letto in segno di attesa)
Vedi, la ricerca scientifica è una specie di malia, di ossessione.
Per non farti travolgere devi fissare delle priorità. Mi segui?
Sono un compositore, ti seguo benissimo.
Comporre ex-novo non è la stessa cosa di sviluppare l’idea di un altro. Tu hai meno
vincoli, mentre io ho una strada tracciata. Per far proseguire quel tracciato ho bisogno di
immedesimarmi nel progetto iniziale, nell’idea ispiratrice.
Devo assolutamente trovare il filo d’Arianna del percorso ereditato, solo così posso
individuare la via d’uscita
Capisco male o mi stai dicendo che ogni volta si riparte da zero, da Adamo ed Eva?
Si, in qualche modo è così. Non per ripercorrere tutti i passaggi intermedi, ma solo per
avere chiari gli obiettivi di fondo.
Continua, continua, anche se avrei da obiettare.
Ebbene, ho fatto un errore, ho scelto male le priorità. Mi sono prefisso di risolvere il
problema, di dimostrare la validità della congettura e ho tralasciato di interrogarmi sul
senso della congettura stessa, sul suo significato intrinseco, sul suo possibile sbocco.
Dunque?
Dunque, ho risolto il problema, ma non so che farmene della soluzione!
(alzandosi infuriato) Tu bestemmi, sì, tu bestemmi. Ma non davanti a Dio…che esista o
meno…tu bestemmi davanti all’Uomo!
Che ti prende?
Il tuo è delirio di onnipotenza!
Onnipotenza? Ma se ti ho confessato di sentirmi una nullità.
Sono due facce della stessa medaglia, come fai a non capirlo?
Oh… ma insomma…cosa vuoi da me ?
Voglio aiutarti a salvarti da te stesso!
E allora, salvami… avanti… vediamo se ci riesci!
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Yuri
Genio
Yuri
Genio
Yuri
Genio
Yuri
(Dopo una lunga pausa) Dimmi un po’, mente eccelsa, quanto ne sai sulla storia del
pianoforte?
Ma non saprei e poi che vuoi che me ne freghi!
Ehi, calma. Non sei mica a scuola, non rischi un brutto voto! Dai, un’idea ce l’avrai.
Credo intorno al ‘700.
Umh … ci sei andato vicino. I primi strumenti che si richiamano in qualche modo al
pianoforte risalgono ai babilonesi ed ai greci; poi, dopo molte evoluzioni nel corso dei
secoli, si arrivò al clavicembalo. Il clavicembalo era uno strumento perfetto quanto ad
estensione, ma molto rigido nella modulazione del suono.
I cambiamenti stilistici, di gusto e sensibilità richiedevano un nuovo strumento.
Finalmente, un giorno, appunto ai primi del ‘700, un certo Bartolomeo Cristofori,
conservatore di strumenti musicali al servizio di Federico de’ Medici inventò il pianoforte.
Introdusse i martelletti che percuotevano le corde dall’alto e attraverso un complicato e
delicato meccanismo, che si chiama scappamento e smorzo riuscì ad ottenere nuove
sonorità, di intensità diversa in rapporto alla forza e alla dolcezza del tatto e con ritmi e
vibrazioni inedite.
Sicuramente Cristofori non immaginava di aver rivoluzionato la musica per i secoli a
venire. Le sue intuizioni sono state utili a tutti, a partire dai grandi compositori come
Haydn, Mozart o Behetoven, fino all’ultimo dei musicisti dilettanti.
Ma per me le sue invenzioni non sarebbero bastate, né sarebbero bastate la mia passione,
le mie attitudini e, perché no, il mio talento.
Tu credi?
Grigori.. ascoltami e, soprattutto, guardami bene. Lo vedi? Sono uno scherzo della natura.
Ebbene, nonostante questo..“regalo” io suono il pianoforte. Ci riesco grazie a un
marchingegno fantastico, creato su un progetto a cui hanno lavorato il fior fiore di
scienziati, studiosi delle discipline più diverse, medici, bio-ingegneri, elettronici,
informatici, matematici e tanti altri ancora. Ognuno di loro ha messo un tassello nel
mosaico del mio Miracolo...
Eh sì, perché di questo si tratta: se io suono il pianoforte è un Miracolo; ma non è un
evento soprannaturale, è frutto dell’Uomo!
Caro genio, lo so che ti riesce difficile accettarlo, ma nessuno potrà mai avere il controllo
assoluto delle sue scoperte o delle sue invenzioni.
Risolvi un quesito matematico oggi e se tra cento anni avrai salvato tante vite oppure
avrai contribuito a distruggerle, questo non lo puoi decidere tu.
Rallegrati Grigori: sei un Genio ma, per tua fortuna, non sei Dio!
Mentre Grigori piange sommessamente, sopraggiunge la Madre
Madre
Yuri
Madre
Yuri
Madre
Yuri
Madre
Yuri
Madre
(allarmata) Grigori…. Yuri… ditemi… cosa succede?
Niente di particolare, signora Perelman. Succede che Suo figlio, il mio amico Genio, ha
fatto un lungo viaggio.. e ora… sta tornando tra noi..
Un viaggio? Non capisco. Se non mette mai il naso fuori dalla porta.
E’ la sua mente che viaggia. Vede, signora Perelman, io penso che a lui manchi una
rotella.
Capita spesso agli scienziati. Anzi, non è che gli manchi, lui ce l’ha quella rotella, ma è di
una materia speciale, come di gomma.
E’ elastica?
Brava.
E’ grave?
(Sorridendo) No, no, non si preoccupi, vedrà che prima o poi tornerà a terra, tornerà sui
suoi passi. Vero Geniaccio?
(Esce)
(Si avvicina al figlio e comincia ad accarezzargli dolcemente i capelli, mentre Grigori resta
assente. Si muove ed agisce con molta lentezza per non turbarlo).
Oh, che bello se decidessi di ripensarci Grigori.
Allora, ci stai ripensando Grigori? Che gioia mi daresti.
(Continua lentamente le sue effusioni, alternando carezze, abbracci e baci, coccolandolo
teneramente, quasi si trattasse di un bambino).
Cosa dici, Grigori? Non puoi immaginare quanto mi renderesti felice.
Allora, figlio mio, ci ripensi, ci ripensi, ci ripensi?
(Si ode il suono del pianoforte di Yuri)
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