4 C - Liceo Statale Aprosio
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LETTURE E COMPITI ESTIVI PER LA CLASSE 4^ CB ITALIANO N. B. Gli autori in grassetto rientrano nel programma di italiano della classe quinta (le letture di Manzoni, Verga, Svevo, Pirandello in grassetto saranno inserite come opere conosciute integralmente nel programma di italiano dell’Esame di Stato) L’età della rivoluzione 1789 – 1848 Georg Büchner, Woyzeck Honoré de Balzac, Eugenie Grandet Alessandro Manzoni: I promessi sposi Ippolito Nievo, Le confessioni di un italiano Il trionfo della borghesia 1848 –1875 Charles Dickens, Tempi difficili Gustave Flaubert, Madame Bovary Emile Zola, Teresa Raquin oppure uno dei romanzi del ciclo Rougon-Macquart da scegliere tra: Il ventre di Parigi, L’ammazzatoio, Nanà, Al paradiso delle signore, Germinal Giovanni Verga: I Malavoglia, Vita dei campi L’età degli imperi 1875 – 1914 Huysmans, A ritroso Oscar Wilde, Il ritratto di Dorian Gray Gabriele D’Annunzio: Il piacere, L’innocente Thomas Mann, La morte a Venezia L’età della catastrofe 1914 -1945 Italo Svevo: La coscienza di Zeno Luigi Pirandello: Il fu Mattia Pascal, Uno, nessuno, centomila Un’opera teatrale di Pirandello: Sei personaggi in cerca d’autore oppure Enrico IV Erich Maria Remarque, Niente di nuovo sul fronte occidentale Ernest Hemingway, Addio alle armi Emilio Lussu, Un anno sull’altipiano Louis Ferdinand Céline, Viaggio al termine della notte Franz Kafka, La metamorfosi Francis Scott Key Fitzgerald: Il grande Gatsby Carlo Emilio Gadda, Quer pasticciaccio brutto de via Merulana Ignazio Silone: Fontamara Carlo Levi, Cristo si è fermato a Eboli Dino Buzzati: Il deserto dei Tartari Mario Rigoni Stern: Il sergente nella neve Beppe Fenoglio, La malora, Primavera di bellezza, Una questione privata Elio Vittorini, Uomini e no Cesare Pavese: La casa in collina Curzio Malaparte: La pelle Italo Calvino: Ultimo viene il corvo oppure L’entrata in guerra Primo Levi: Se questo è un uomo, La tregua Questo secondo gruppo di testi di Italo Calvino e film è utile per approfondire un ventennio cruciale della storia italiana del ‘900 che va dalla caduta del Fascismo al boom economico (1943 – 1963). In questi due decenni l’Italia si trasforma radicalmente e dal mondo contadino, non senza traumi, approda alla moderna società dei consumi. Testi di Italo Calvino Italo Calvino: Il sentiero dei nidi di ragno, 1947 Italo Calvino: La speculazione edilizia, 1963 Italo Calvino: Marcovaldo ovvero Le stagioni in città, 1963 Italo Calvino: La giornata di uno scrutatore, 1963 Italo Calvino: La nuvola di smog, 1965 Film Roma città aperta, 1945, diretto da Roberto Rossellini Ladri di biciclette, 1948, diretto da Vittorio De Sica Don Camillo, 1952, diretto da Julien Duvivier Umberto D., 1952, diretto da Vittorio De Sica Pane, amore e fantasia, 1953, diretto da Luigi Comencini. I vitelloni, 1953, diretto da Federico Fellini Un americano a Roma, 1954, diretto da Steno I soliti ignoti, 1958, diretto da Mario Monicelli Arrangiatevi!, 1959, diretto da Mauro Bolognini Rocco e i suoi fratelli, 1960, diretto da Luchino Visconti Tutti a casa, 1960, diretto da Luigi Comencini La dolce vita, 1960, diretto da Federico Fellini Una vita difficile, 1961, diretto da Dino Risi Accattone, 1961, diretto da Pierpaolo Pasolini La lunga notte del '43, 1960, diretto da Florestano Vancini Il sorpasso, 1962, diretto da Dino Risi Mamma Roma, 1962, diretto da Pierpaolo Pasolini La rabbia, 1963, scritto e diretto da Pier Paolo Pasolini e Giovannino Guareschi Le mani sulla città, 1963 diretto da Francesco Rosi Svolgere il tema proposto qui di seguito e il tema della tipologia D dell’Esame di Stato 2016 TIPOLOGIA B: REDAZIONE DI UN SAGGIO BREVE O DI UN ARTICOLO DI GIORNALE Consegne Sviluppa l’argomento scelto o in forma di «saggio breve» o di «articolo di giornale», utilizzando, in tutto o in parte, e nei modi che ritieni opportuni, i documenti e i dati forniti. Se scegli la forma del «saggio breve» argomenta la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio .Premetti al saggio un titolo coerente e, se vuoi, suddividilo in paragrafi. Se scegli la forma dell’«articolo di giornale», indica il titolo dell’articolo e il tipo di giornale sul quale pensi che l’articolo debba essere pubblicato .Per entrambe le forme di scrittura non superare cinque colonne di metà di foglio protocollo. Ambito artistico letterario ARGOMENTO: L’AUTOBIOGRAFISMO IN FOSCOLO Non oblierò mai che nacqui da madre greca, che fui allattato da greca nutrice e che vidi il primo raggio di sole nella chiara e selvosa Zacinto, risuonante ancora de’ versi che con Omero e Teocrito la celebravano. Percorrendo la terra, cercai indarno tra popoli dotti e ingentiliti l’amore ostinato del suolo natio, l’antica ospitalità, la riverenza alla vecchiaia, la pietà materna e le altre schiette e fiere virtù che risplendevano tra la barbarie, le superstizioni, il servaggio e le tenebre della Grecia moderna. U. Foscolo, Epistolario, vol. II, a cura di P. Carli, Firenze, Le Monnier, 1952 Tu non altro che il canto avrai del figlio, o materna mia terra; a noi prescrisse il fato illacrimata sepoltura. U. Foscolo, A Zacinto, vv. 12-14 Solcata ho fronte, occhi incavati intenti, crin fulvo, emunte guance, ardito aspetto, labbro tumido acceso, e tersi denti, capo chino, bel collo, e largo petto; giuste membra; vestir semplice eletto; ratti i passi, i pensier, gli atti, gli accenti; sobrio, umano, leal, prodigo, schietto; avverso al mondo, avversi a me gli eventi: talor di lingua, e spesso di man prode; mesto i più giorni e solo, ognor pensoso pronto, iracondo, inquïeto, tenace: di vizi ricco e di virtù, do lode alla ragion, ma corro ove al cor piace: morte sol mi darà fama e riposo. U. Foscolo, Solcata ho fronte Più vicini all’Ortis sono i sonetti, nei quali una materia autobiografica – sia la passione amorosa, soprattutto per la Isabella Roncioni; sia la meditazione sulla propria vita e sulla propria indole; sia il ricordo di un fratello suicida – è vissuta con una intensità che, partendo dalla forza con cui il Parini aveva fatto soggetto delle ultime odi se stesso, e dalle rime così potentemente autobiografiche dell’Alfieri, conduce all’estremo questo processo di interiorizzazione che caratterizza il processo tutto della cultura borghese. G. Petronio, I sonetti e le odi. Autobiografismo della lirica foscoliana, in L’attività letteraria in Italia, Palermo, Palumbo, 1993 La differenza prima tra i due romanzi famosi è questa: che I dolori del giovane Werther sono un’opera d’arte e altra legge non conoscono se non quella dell’arte, le Ultime lettere di Jacopo Ortis sono altra cosa, più e meno di un romanzo, il «diario» come dice Foscolo, «delle proprie angosciose passioni, com’ei le provava d’ora in ora, e le andava di giorno in giorno scrivendo», non soltanto, come egli dice, nel corso di diciotto mesi, ma in un periodo di tempo ben più lungo; e quanto ai due protagonisti, se del giovane Werther si può dire che il Goethe, come ogni artista, scoperse il suo personaggio in se medesimo, esso non è se non uno dei personaggi del Goethe, non già il Goethe giovane, Jacopo Ortis invece è Foscolo stesso, e il suo nome rimase per sempre associato a quello del suo autore. Tale già lo considerava, si è visto, il poeta, il quale intese «rappresentare se medesimo» nel suo personaggio, anche se gli piacque di atteggiarlo romanzescamente, e si sentì sempre, per così dire, impegnato dagli atti e dalle parole di lui come fossero atti e parole sue. […] In una parola, nell’Ortis vi sono i motivi della poesia foscoliana, e vi è una persona, il protagonista, che si confonde poi con l’autore, il quale li bandisce con appassionata eloquenza. M. Fubini, Ortis e Didimo, Milano, Feltrinelli, 1963 Ella non creda, Signor mio, che le cose politiche mi tocchino, come una volta […]. Tutte le cose politiche in fiamma mi sono venute a noja, e se non m’allettasse talvolta lo stile di Tucidide e di Livio, io lascerei stare nell’oblio, quanto a me, fin anche le generose pazzie de’ Romani e de’ Greci; però agli amici miei […] io ho fatte molte preghiere di la sciarmi vivere in pace quand’anche tutto l’Universo voglia morirsene in guerra. U. Foscolo, Epistolario, vol. V, a cura di P. Carli, Firenze, Le Monnier, 1952 Ora dirò de’ suoi costumi esteriori. Vestiva da prete; non però assunse gli ordini sacri, e si faceva chiamare Didimo di nome, e Chierico di cognome; ma gli rincresceva sentirsi dar dell’abate […]. Fuor dell’uso dei preti, compiacevasi della compagnia degli uomini militari. Viaggiando perpetuamente, desinava a tavola rotonda con persone di varie nazioni; e se taluno (com’oggi s’usa) professatasi cosmopolita, egli si rizzava senz’altro. S’addomesticava alle prime; benché con gli uomini cerimoniosi parlasse asciutto; ed a’ ricchi pareva altero: evitava le sette e le confraternite; e seppi che rifiutò due patenti accademiche […]. Dissi che teneva chiuse le sue passioni; e quel poco che ne traspariva pareva calore di fiamma lontana. U. Foscolo, Notizia intorno a Didimo Chierico, capp. XII-XIII, in Opere, a cura di F. Gavazzeni, Torino, Einaudi-Gallimard, 1994 Didimo è l’anti-Ortis, o per meglio dire l’Ortis sopravvissuto, divenuto letterato, traduttore, commentatore, meglio disposto alla indulgenza verso di sé e verso gli altri, ma con nell’animo integri gli ideali e si sentimenti di un giorno: un Ortis che, scrutando a fondo, si rivela, a dire del suo autore, “più disingannato che rinsavito”. […] Non più la giovanile, russoviana presunzione che gli aveva fatto promettere nel Sesto tomo dell’Io di “mostrarsi come la madre natura e la fortuna lo avevano fatto” […] ma una rinuncia a quella generale “confessione”, che deve sembrargli ora sfacciata o incauta o troppo ardua, e il tentativo di eluderla nella forma più aperta per serbarla come confessione parziale, in modi indiretti o dissimulati. M. Fubini, Ortis e Didimo, Milano, Feltrinelli, 1963 LATINO Lettura a scelta di uno dei due romanzi Petronio, Satyricon Apuleio, L’asino d’oro Ventimiglia 8 giugno 2016 Prof. Bruno Minazzo