Vascoe il «fattore italiano» incantano la Coppa America
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Vascoe il «fattore italiano» incantano la Coppa America
Vela internazionale Il Circolo della Vela Brindisi organizza, per il ventunesimo anno consecutivo, la regata internazionale Brindisi-Corfù. Centoquattordici partecipanti di trentasei diversi circoli e nazioni, partiranno dal porto di Brindisi il 7 giugno e si sfideranno per tre giorni in quella che viene considerata la regata “classica” del Mediterraneo. Due le novità previste per questa edizione: la classe sperimentale Open, che vedrà coinvolte barche dai cinquanta agli ottanta piedi, e la premiazione che avrà luogo a Corfù la sera del 9 giugno (anziché il tradizionale sabato) per dare modo agli equipaggi che rientrano alle loro basi di prendere parte ai festeggiamenti. Emiliano Cipriani C hi è Vasco Vascotto? Da qualche giorno è per la seconda volta, dopo la vittoria del 1999, il detentore del timone d’oro del Velista italiano dell’anno, cioè colui che meglio di ogni altro rappresenta la vela nel nostro Paese. Per molti, soprattutto per le sue tante fan, Vasco è sempre il simpaticissimo ragazzo biondo con gli occhi azzurri, 1 metro e 73 per 75 chilogrammi; per amici e parenti è ancora il ragazzino terribile che andava a vela già a sei anni, mentre per i tecnici e gli appassionati è uno degli skipper più affermati e dal palmares più ricco: ventidue titoli italiani, sette europei e quattordici mondiali, cinque Giri d’Italia a Vela, l’Admiral’s Cup nel 1999 e due bronzi ai mondiali Isaf (è tuttora l’italiano che ha vinto più titoli mondiali nella storia della vela). Per i tifosi di Mascalzone Latino - Capitalia Team, e per molti appassionati di Coppa America, è semplicemente «il nostro skipper» mentre per i compagni di squadra è una guida ferma e sicura che, oltre alle grandi capacità, ha un’ironia contagiosa che anche nei momenti di maggior tensione contribuisce a tenere alto il morale del gruppo. Per noi giornalisti è la scintilla, quello capace della manovra «ad effetto», in acqua come durante le interviste. E forse per apprezzare fino in fondo Vasco, perché per stimarlo basta vederlo all’opera in gara, è sufficiente sentirlo parlare dopo una regata andata male, quando invece che rispondere alle domande con frasi di circostanza preferisce sdrammatizzare. Ormai BMW Oracle a Valencia Il nuovo scafo di BMW Oracle? Vola! Sono bastate 13 ore per trasportare l’imbarcazione in aereo da Seattle a Valencia guadagnando così quasi 3 settimane rispetto al metodo abitualmente usato. Non sappiamo ancora se lo scafo, che verrà varato il prossimo 27 marzo, sia altrettanto veloce in acqua, ma le premesse ci sono. Il team detentore della Louis Vuitton Cup, che si è sempre distinto per l’uso delle tecnologie e per le innovazioni nella logistica, non perde tempo e mostra il proprio impegno in ogni aspetto della competizione. Sono nati i «Corrieri del Mare», un’associazione di volontari e naviganti di diverse nazionalità pronti a prestare soccorso alle popolazioni bisognose. Promotore dell’iniziativa Davide Freschi che, a bordo della sua Gindungo, è partito da Genova lo scorso 15 ottobre alla volta dell’Antartide per l’Antartica Sailing Project. Già oggi l’associazione dispone di tre barche ecologiche che porteranno aiuti in Senegal, Gambia e Capo Verde: la già citata Gindungo, NasoBlu e Vela Bianca. Scopo dei «Corrieri del Mare» è creare una rete di volontari per il trasporto di beni di prima necessità e per impegnarsi, una volta giunti in loco, nelle attività di insegnamento, artigianato e medicina. Vasco e il «fattore italiano» incantano la Coppa America Navigare ad altissimi livelli divertendosi, mantenendo concentrazione e spirito di sacrificio. Questo il segreto dell’estroverso skipper triestino Molti gli allori nel palmares di Vasco: 22 titoli nazionali, 7 europei, 14 mondiali, 5 Giri d’Italia a Vela, 1 Admiral’s Cup e 2 bronzi mondiali Isaf mitiche le sue battute aValencia: «Arrivare secondi in una regata di flotta è un ottimo risultato… certamente non lo è nelle prove di match race»; «Alla fine della prima bolina, prima del giro di boa, loro l’hanno buttata in rissa e noi abbiamo preso due destri»; «Purtroppo c’è una manovra che ancora non abbiamo imparato a fare. La fanno tutti bene, mentre noi la sbagliamo sempre… ormai l’abbiamo ribattezzata la Mascalzone Latino»; «Il nostro bilancio di oggi è molto buono. Dalla A alla Z abbiamo sbagliato tutto». Come fai a non apprezzare un fuoriclasse che ti parla così dopo una sconfitta? E infatti è sempre uno dei più amati in assoluto. Ogni volta che scende in acqua i cori d’incitamento sono tutti per lui, a Valencia come a Malmoe o a Trapani. Certo ogni tanto il rigido protocollo rimane spiazzato dalle sue affermazioni, come quando durante la conferenza stampa di presentazione dei Louis Vuitton Acts in Svezia ha ringraziato sentitamente l’organizzazione per i campi di regata, ma soprattutto per le bellissime presenze femminili. Stessa verve a Trapani quando, a chi gli domandava cosa pensasse del capoluogo siciliano, ha risposto di trovarsi d’accordo con la Carrà e con il suo «come è bello far l’amore da Trieste in giù». Ma l’indole di Vasco non deve trarre in inganno, la conoscenza di questo sport si rivela quando parla dei suoi obiettivi: «Certo che vorrei vincere la Coppa America, ma lì sono tutti fenomeni esperti della competizione che possono contare su grandi budget... difficile batterli sul loro campo. Noi vorremmo riuscirci al più presto, colmare il gap che ci separa dipende da noi. Inoltre questo è uno sport particolare e se vai in acqua convinto 6 Gindungo e solidarietà di vincere perché sei il più forte vai incontro a brutte sorprese. La vela non è come i 100m dove vince sempre il più forte. Qui fai la regata del circolo e per un salto di vento puoi arrivare secondo o ultimo. Noi dobbiamo essere speranzosi… io mi ritengo fortunato e spero che la fortuna mi assista ancora». Stagione PWA: qualificazioni con vento a 80 km/h WINDSURF XXI Brindisi-Corfù 16 - 31 MARZO 2006 Si è concluso a Bat Galim, nello stato di Israele, il Red Bull Storm Rider, gara valevole per le qualificazioni alla seconda tappa del circuito professionistico internazionale di windsurf (PWA), che si terrà in Belgio durante il mese di aprile. La manifestazione è stata caratterizzata da una tempesta di vento off shore che ha soffiato fino a ottanta chilometri orari. Le condizioni proibitive hanno entusiasmato il pubblico a riva e i riders in acqua che, per nulla preoccupati dalle onde alte fino a quattro metri, hanno dato vita ad uno spettacolo agonistico davvero entusismante. A salire sul gradino più alto del podio è stato il veterano “bigwave”, Ben van der Steen, che ha dominato la scena surfando grossi tubi con la consueta disinvoltura. Secondo classificato Arnon Dagan che, dopo una manche combattuta all’ultima onda, ha avuto la meglio sul collega Cyril Moussilmani, surfer transalpino meno abile ad interpretare condizioni meteo tanto estreme. Lo scenario in stile “un mercoledì da leoni” ha fatto il resto: successo di critica e di pubblico per una gara insidiosa, svoltasi in un luogo del mondo molto molto particolare. Red Bull infatti, ha scelto di gareggiare in Israele per far conoscere al grande pubblico il problema che affligge la baia di Bat Galim (in arabo “Figlia delle Onde”). La sua barriera corallina, famosa in tutto il mondo e di fondamentale importanzaper l’ecosistema ambientale locale, subisce quotidianamente gli effetti negativi del passaggio delle grandi navi da trasporto: il loro transito radente la sta letteralmente facendo sgretolare con serissime ripercussioni sulla fauna sottomarina. Red Bull e il PWA sperano di riuscire coinvolgere l’opinione pubblica per contribuire alla salvaguardia e alla valorizzazione di questa località, tra le più belle al mondo. Massimiliano Massimi «Pietro Ferrari» scalda i motori per l’Afflelou D’Alì si allena per la prossima Le Figaro vincendo la «La Ciotat/Ile Verte-Ile Rouse/Corse» con Caracci I nizia alla grande la stagione agonistica 2006 per Pietro D’Alì. Dopo una faticosa serie di allenamenti invernali a Genova e il successivo stage di un mese a La Grande Motte, infatti, lo skipper milanese adottato dal capoluogo ligure ha vinto, in coppia con Andrea Caracci, l’apertura mediterranea della Corse au Large, la “La Ciotat/ Ile Verte - Ile Rousse/Corse (andata e ritorno):centocinquantacinquemiglia di dura regata. Venti le imbarcazioni (nove i Figaro Bénéteau 2) ai nastri di partenza della competizione voluta dal comune di La Ciotat nell’ambito del Salone Nautico. Regata destinata, nelle ambizioni degli organizzatori, a diventare una gara di riferimento nel panorama del Mediterraneo. Dopo una partenza che aveva messo tutti di buon umore e, grazie al bel sole e alle raffiche di vento fino a quarantadue nodi, aveva fatto pensare ad una gara molto veloce la competizione diventava molto tattica, con un vento calato sotto gli otto nodi, per tutta la frazione d’andata. Nella tratta di ritorno, però, ricominciavano a soffiare i forti venti che avevano accompagnato la partenza e gli equipaggi in gara dovevano lavorare sodo per garantire il perfetto andamento e la stabilità delle imbarcazioni. Le condizioni meteo e le difficoltà della regata rendevano l’arrivo ancora più entusiasmante, contribuendo a mantenere la flotta molto compatta per tutta la gara. Esiguo, infatti, il distacco con cui i due italiani hanno anticipato sulla linea del traguardo gli inseguitori Laurent Pellecuer su Cliptol, Kito De Pavant su Groupe Bel, Marc Emig con AST Groupe e Charte du Plaisancier su Jean Paul Mouren rispettivamente secondo, terzo, quarto e quinto. Grande la soddisfazione per D’Alì e Caracci che, nonostante non avessero mai regatato insieme hanno dimostrato un grande affiatamento: “Io e Andrea - ha raccontato lo skipper milanese all’arrivo - ci siamo divertiti molto soprattutto quando il forte vento ha reso ancora più difficile il mare. Sono state necessarie moltissime manovre e ripetuti cambi di velatura; alla fine abbiamo preferito mantenere il ritmo che garantiva il reaching, anche perché con lo spinnaker la barca perdeva troppa velocità”. Per D’Alì una vittoria ancora più importante se considerata in prospettiva: ai nastri di partenza della “La Ciotat/Ile Verte - Ile Rousse/Corse (andata e ritorno), infatti, c’erano dei seri candidati alla vittoria finale della Solitarie Afflelou Le Figaro (Kito De Pavant, Marc Emig, Jean Paul Mouren, Laurent Pellecuer, oltre, naturalmente, allo steso D’Alì) il vero obiettivo dell’atleta che i francesi hanno ribattezzato PietroFerrari. Gli allenamenti della speranza italiana per la grande classica francese riprenderanno subito e verranno perfezionati nel corso della Solo Mediterranèe, l’ultima grande competizione che Pietro affronterà - dal 1 al 18 giugno - prima di “attaccare il suo Everest” ad agosto. Emiliano Cipriani