I disturbi della nutrizione e dell`alimentazione in età evoluhva

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I disturbi della nutrizione e dell`alimentazione in età evoluhva
© Massignani V. e Pizzo S. – 10° Convegno internazionale “La Qualità dell’integrazione scolastica e sociale” – 13, 14 e 15 novembre 2015
do$.ssa Susanna Pizzo do$.ssa Valen1na Massignani I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione in età evolu1va Quando è u)le agire e con quale intervento © Massignani V. e Pizzo S. – 10° Convegno internazionale “La Qualità dell’integrazione scolastica e sociale” – 13, 14 e 15 novembre 2015
Contenu1 del Workshop ü  Fa$ori che condizionano il rapporto del bambino col cibo ü  Il ruolo dell’immagine corporea ü  Comportamen1 alimentari normali VS condizioni patologiche ü  Indicazioni per genitori ed insegnan1 © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
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I disturbi alimentari oggi Ø  I disturbi alimentari insorgono sempre più precocemente Ø  Sempre maggior interessamento del genere maschile Ø  L’obesità è sempre più diffusa all’interno della popolazione © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
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Come si sviluppa il rapporto del bambino col cibo? © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
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Sviluppo nel grembo materno Grazie allo sviluppo della capacità di deglu1zione del feto, il liquido amnio1co diventa una ricca fonte di esposizione sensoriale La dieta materna in gravidanza influisce sull’esperienza del sapore sperimentata da bambino nel grembo materno © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
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Alla$amento L’alla$amento al seno piu$osto che tramite la$e ar1ficiale determina delle differenze riguardo: v l’esperienza del gusto v il controllo della quan1tà di cibo ingerita © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
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La relazione con le figure di accudimento Nei primi mesi di vita risultano importan1: v la capacità dei genitori di dis1nguere i segnali di fame e sazietà dagli altri bisogni del figlio v l’abilità di differenziare gli sta1 emo1vi dai segnali lega1 all’appe1to © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
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Alimentazione emozionale L’alimentazione avviene in risposta a sta1 emozionali piu$osto che a segnali biologici di fame. Ciò può verificarsi quando l’alla$amento o la nutrizione avvengono come risposta aspecifica alle manifestazioni di stress del bambino, ed in par1colare agli sta1 emozionali; col tempo si verifica quindi un’associazione appresa tra sta1 emo1vi e comportamento alimentare. Da questo fenomeno possono avere origine pa$ern di iperalimentazione. © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
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Modellamento genitoriale I bambini acquisiscono dall’ambiente una vasta gamma di informazioni riguardan1 l’alimentazione I genitori sono dei modelli par1colarmente significa1vi rispe$o al comportamento alimentare Le somiglianze genitore-­‐figlio riguardo alla regolazione problema1ca del consumo di cibo emergono precocemente © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
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Il controllo genitoriale L’abilità di autoregolare l’alimentazione viene in parte determinata dal grado in cui i genitori forniscono una stru$urazione all’alimentazione, lasciando al contempo un certo grado di autonomia Un’eccessiva pressione e restrizione sulla nutrizione del bambino può avere effeV paradossali Le direVve genitoriali riguardo a cosa mangiare possono portare ad un a$eggiamento di rifiuto © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
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Socializzazione L’influenza sociale può modificare il comportamento di acce$azione del cibo © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
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Il ruolo dell’immagine corporea © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
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Il ruolo dell’immagine corporea Disturbi e problemi a carico dell’immagine corporea sono correla1 allo sviluppo di disturbi alimentari (Koff e Rierdan, 1991; S1ce, 2001) Essi sono associa1 a: tecniche di controllo del peso come dieta ed esercizio fisico eccessivo, scarsa autos1ma e alterazione del funzionamento psicosociale. © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
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Il ruolo dell’immagine corporea Autos1ma corporea: quanto all’individuo piace il proprio corpo Insoddisfazione corporea: discrepanza tra la percezione che si ha del proprio corpo e il corpo ideale © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
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Distorsione dell’immagine corporea Distorsione di 1po perce%vo, ossia una sovra-­‐s1ma o so$o-­‐s1ma delle dimensioni del corpo; incapacità di valutarlo in modo accurato Distorsione di 1po affe%vo, sta1 d’animo, sensazioni e paure provocate dalla propria immagine corporea e dall’insoddisfazione per il proprio corpo © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
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Il metodo più u1lizzato per studiare l’insoddisfazione corporea nei bambini è una scala di silhoue$e Children’s Body Image Scale (Truby e Paxton, 2002) © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
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Children’s Body Image Scale (Truby e Paxton, 2002) © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
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Il ruolo dell’immagine corporea Le preoccupazioni e l’insoddisfazione rela1ve all’immagine corporea sono già presen1 in bambini di o$o anni La preferenza femminile per figure più snelle è in contrasto con l’incremento del grasso corporeo e del peso che avviene durante la pubertà; al contrario le preferenze maschili per un corpo più voluminoso sono coeren1 con il loro percorso di crescita © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
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Fa$ori che influenzano lo sviluppo dell’immagine corporea Ø  S1gma1zzazione del sovrappeso e dell’obesità Ø  Messaggi dei genitori e delle figure educa1ve Ø  Prese in giro e messaggi dei pari Ø  Media Ø  Sport © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
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La s1gma1zzazione del sovrappeso e dell’obesità Nonostante l’incremento dell’obesità adulta e infan1le negli ul1mi decenni, vi è una crescente s1gma1zzazione di tale condizione La tendenza a non acce$are un coetaneo sovrappeso cara$erizza i Paesi occidentali industrializza1 ed è più frequente nelle ragazze Gli stereo1pi lega1 al peso sono già presen1 nei bambini di cinque anni e tendono a crescere con l’età © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
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Lo studio di Richardson (1961), replicato da Latner e Stunkard (2003) Vennero presenta1 a bambini di 10 e 11 anni sei disegni: •  un bambino fisicamente normale •  un bambino con le stampelle •  un bambino in sedia a rotelle •  un bambino con deturpazione facciale •  un bambino senza una mano •  un bambino in sovrappeso © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
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Lo studio di Richardson (1961), replicato da Latner e Stunkard (2003) ü  Ai bambini era chiesto di scegliere quello che preferivano, la domanda veniva ripetuta per o$enere un ordine di preferenza ü  Il favorito risultò il bambino senza disabilità, mentre il bambino obeso si collocò nella parte finale delle preferenze ü  Questa polarizzazione dei risulta1 avviene nonostante l’incremento dell’obesità negli ul1mi d e c e n n i , s o $ o l i n e a n d o u n a c r e s c e n t e s1gma1zzazione di tale condizione © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
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L’influenza dei genitori I commen1 dei genitori rispe$o al peso e alla forma del corpo dei figli influenzano l’immagine corporea del bambino/a Il loro comportamento legato a diete restriVve ed esercizio fisico cos1tuisce un esempio per i figli In par1colare, le femmine sono maggiormente influenzate dai comportamen1 genitoriali e i commen1 sono più influen1 rispe$o al modeling genitoriale © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
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L’influenza dei pari •  Più di un quarto dei ragazzi e ragazze riferisce di essere preso in giro per il loro peso •  L’oggeVvazione del corpo femminile può portare allo sviluppo di disturbi alimentari (Bordo, 1993; Fredrickson e Roberts, 1997; Larkin et al., 1996) © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
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Media e società ü  L’ideale di bellezza nelle donne è associato ad un corpo magro, mentre per gli uomini il conce$o di bellezza è collegato maggiormente alla tonicità muscolare ü  Già dagli 8 anni le bambine confrontano se stesse con le modelle e le altre immagini proposte da media, e questo confronto provoca in loro emozioni nega1ve ü  Le ragazzine che fanno tali confron1 hanno maggiori preoccupazioni rela1ve al peso © Massignani V. e Pizzo S. – 10° Convegno internazionale “La Qualità dell’integrazione scolastica e sociale” – 13, 14 e 15 novembre 2015
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I gioca$oli I gioca$oli propongono modelli con proporzioni corporee irrealis1che © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
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I gioca$oli © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
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I gioca$oli © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
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Lo sport Alcuni sport enfa1zzano la magrezza come mezzo per o$enere prestazioni migliori (ginnas1ca e paVnaggio ar1s1co, danza classica, ecc..). Il 31% delle atlete di alto livello presentano disturbi alimentari In altre discipline spor1ve si gareggia in categorie diverse a seconda del peso (pugilato, judo, body building, ecc..). Il 25% di ques1 atle1 presenta disturbi alimentari © Massignani V. e Pizzo S. – 10° Convegno internazionale “La Qualità dell’integrazione scolastica e sociale” – 13, 14 e 15 novembre 2015
Secondo Irene Chatoor (2002) una delle problema1che pediatriche più comuni è rappresentata dai disturbi della nutrizione Viene s1mato che il 25% dei bambini con sviluppo normale e fino all’80% dei soggeV con disabilità evolu1ve presentano problemi del comportamento alimentare I disturbi della nutrizione possono alterare lo sviluppo precoce del bambino e sono associa1 a successivi deficit nello sviluppo cogni1vo, problemi comportamentali e disturbi dell’alimentazione © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
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Le modalità alimentari di bambini e adolescen1 durante le varie fasi del loro sviluppo possono destare qualche preoccupazione nei loro genitori, anche se in mol1 casi si tra$a di modalità normali È comprensibile che i genitori si preoccupino e si chiedano se il loro figlio mangi troppo o troppo poco Tu$avia sarebbe consigliabile non assecondare la tendenza a far si che il comportamento alimentare del bambino soddisfi LE NOSTRE ASPETTATIVE © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
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La disappetenza può essere considerata come un problema di equilibrio fra ciò che un bambino mangia e quello che la sua famiglia spera o si aspe$a che mangi Questo problema si risolve quando l’appe1to del bambino aumenta oppure, più realis1camente, quando le aspe$a1ve degli altri diminuiscono © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
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Condizioni organiche La perdita del desiderio di mangiare si riscontra frequentemente in persone affe$e da malaVe organiche Sistema Cardiopolmonare • 
Disturbo cardiaco congenito • 
Fibrosi cisBca Sistema GastrointesBnale • 
MalaEa epaBca cronica • 
Sindrome da colon irritabile • 
Celiachia • 
Reflusso gastroesofageo Sistema Renale • 
Insufficienza renale cronica • 
Acidosi tubulare renale Sistema Endocrino-­‐Metabolico • 
IpoBroidismo • 
Insufficienza surrenalica • 
Ipercalcemia • 
Avvelenamento da piombo • 
Disturbo metabolico congenito Sistema Neurologico • 
Tumore al cervello • 
Lesioni ipotalamiche © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
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Di fronte a un bambino che non mangia, i genitori possono trovarsi a me$ere in a$o comportamen1 anche altamente disfunzionali La mamma di Giorgio racconta: «Le ore dei pas) a casa sono molto destru7urate il bambino non mangia seduto a tavola, ma giocando in salone, o facendo qualsiasi altra a;vità (ad es., mentre Giorgio è nascosto so7o il lavabo tento di dargli da mangiare), lo rincorro per tu7a casa, cercando di me7ergli il boccone in bocca; assieme a mio marito “facciamo il teatrino” per distrarlo dal pasto, se Giorgio non se ne accorge mangia senza pensarci……. Fino a quando, strema), non lo me;amo seduto sul seggiolone minacciandolo di dargli da mangiare con la siringa. A questo punto il bambino inizia a dimenarsi e a piangere, mangiando più velocemente. Il tempo di somministrazione del pasto è di circa 2 ore» © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
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Il padre non può concepire che il piccolo non mostri interesse per il cibo, per lui il cibo ha un ruolo fondamentale. Da piccolo dice che di no$e faceva svegliare la mamma per fargli cucinare la pasta, e che era abbastanza in carne mentre per la mamma il cibo non è stato mai indispensabile; a tre anni pesava dodici chili 2 Kg più del figlio © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
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Il Caso di Giovanni Giovanni al momento della visita ha 5 anni Ha assunto la$e materno fino all’età di due anni e mezzo; lo svezzamento viene descri$o come molto tranquillo in quanto il piccolo mangiava volen1eri e velocemente tu$o ciò che gli veniva proposto. A dieci mesi e mezzo Giovanni ha avuto una varicella molto forte; da quel momento in poi il suo comportamento alimentare si è modificato, in quanto non ha pra1camente più mangiato, pur con1nuando ad assumere il la$e materno. © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
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Il Caso di Giovanni L’inappetenza non è mai cessata, ed anzi è subentrato un vero e proprio rifiuto per il cibo: il numero degli alimen1 che Giovanni mangiava si è infaV rido$o dras1camente. Quando viene messo di fronte alla possibilità o alla richiesta di mangiare cibi nuovi, il piccolo ha una reazione di rifiuto e disgusto. © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
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Il Caso di Giovanni Alcuni episodi che esemplificano la sua reazione: In occasione di un pranzo di gruppo, quando gli è stato messo davan1 un pia$o di pasta al ragù, è scoppiato in un pianto disperato; Durante un pranzo di Natale, un cugine$o gli ha messo nel pia$o un bocconcino di lasagne al forno e lui ha reagito con degli sforzi di vomito. © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
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Il Caso di Giovanni Giovanni viene descri$o come un bambino sereno, sorridente, scherzoso, intelligente, vivace, che frequenta volen1eri la scuola materna. Tu$avia la sua serenità viene a mancare di fronte ad una tavola imbandita, sopra$u$o nel caso in cui si debba mangiare con altre persone fuori casa; in queste situazioni Giovanni entra in uno stato d’ansia e ricerca aVvamente la vicinanza con la madre. Secondo la madre Giovanni non mangia quasi NIENTE © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
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Il Caso di Giovanni A$ualmente Giovanni mangia i seguen1 cibi: 1.  Patate (prevalentemente bollite, tagliate a dadini o co$e intere e poi schiacciate con la forche$a -­‐ condite con olio extravergine di oliva, pepe, origano e tanto sale -­‐ patate arrosto, al forno, fri$e. Non mangia invece il purè) 2.  Polenta ma solo se immersa nel la$e 3.  Fri$ata di albume o uova sode senza tuorlo, condite con olio extravergine di oliva, pepe, origano e tanto sale 4. Pe$o di pollo ai ferri, sempre con lo stesso condimento di cui sopra (ma solo a periodi) © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
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Il Caso di Giovanni A$ualmente Giovanni mangia i seguen1 cibi: 5.  Wurstel piccoli, bolli1 o griglia1 (a periodi) 6.  Cotole$a 7.  Bastoncini di pesce impana1 e friV 8.  Crepes 9.  Alici impanate e fri$e (solo se cucinate dalla nonna materna). 10. Fru$a: pera, mela, fragole, a volte i mandarini. © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
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Il Caso di Giovanni A$ualmente Giovanni mangia i seguen1 cibi: 11. Carote crude e sbucciate 12. Yoghurt: naturale con tanto zucchero, alla stracciatella e al limone 13. La$e freddo (ma mai in quan1tà abbondan1) 14. Pane, biscoV, focaccia, grissini, crackers 15. Gelato 16. Torte semplici fa$e in casa senza creme e 1ramisù 17. Nutella, cioccolata, barre$e ‘energe1che’, caramelle © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
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Il Caso di Giovanni Giovanni non ha mai assaggiato i seguen1 cibi: • Pasta, riso • Minestre • Formaggio • Verdura • Salumi • Pizza © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
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La diagnosi di disturbo alimentare in età evoluBva La diagnosi di un disturbo alimentare nei bambini
rimane in molti casi problematica. I criteri diagnostici
sono in costante stato di revisione e, al momento
attuale, quelli dell’ICD-10 (WHO, 1992) e del DSM-5
(APA, 2013) sono i più utilizzati
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La diagnosi di disturbo alimentare in età evoluBva Se osserviamo i diversi tipi di disturbi alimentari che
si manifestano nei bambini, si può vedere che la loro
descrizione non sempre può essere convertita
accuratamente con un’etichetta diagnostica
Usando la terminologia del DSM 5, molti dei disturbi
alimentari infantili rientrerebbero nella categoria
«Disturbo di evitamento/restrizione nell’assunzione di cibo»
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Disturbo evitante/restriEvo dell’assunzione di cibo Cara$erizzato da un’apparente mancanza di interesse per il mangiare o per il cibo, evitamento basato sulle cara$eris1che sensoriali del cibo; preoccupazione rela1va alle conseguenze nega1ve del mangiare Si manifesta a$raverso la persistente incapacità di soddisfare le appropriate necessità nutrizionali e/o energe1che © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
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Dal punto di vista della ricerca è essenziale applicare
criteri diagnostici formali e accettati
È inoltre importante essere espliciti riguardo a quale
sistema diagnostico sia stato utilizzato
A tale scopo sono stati creati appositamente i Great
Ormond Street Criteria (GOS; Lask e Bryant-Waugh, 2000)
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Classificazione dei problemi alimentari in età evoluBva secondo i Great Ormond Street Criteria (GOS; Lask e Bryant-­‐Waugh, 2013)   Anoressia Nervosa
  Bulimia Nervosa
  Disturbo Emozionale con Evitamento del Cibo
  Alimentazione Selettiva
  Alimentazione restrittiva
  Rifiuto del cibo
  Paura o fobia specifica con evitamento del cibo (inclusa disfagia
funzionale)
  Sindrome da rifiuto pervasivo
  Perdita dell’appetito secondaria a depressione/stato depressivo
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Great Ormond Street DiagnosBc Checklist (GOS) Alimentazione SeleEva   Limitato numero di scelte alimentari per almeno due anni   Resistenza a sperimentare nuovi alimen1   Reazioni di ansia, avversione e sforzi di vomito alla presentazione di cibi nuovi   Assenza di alterazioni cogni1ve riguardo al peso e alla forma   Assenza della paura di soffocare o vomitare   Il peso può essere basso, normale o elevato © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
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Nel caso di Giovanni Il comportamento alimentare di Giovanni può essere inquadrato nella categoria diagnos1ca dell’Alimentazione Sele;va questo termine viene u1lizzato per descrivere quei bambini che limitano l’assunzione di cibo ad un numero molto rido$o di alimen1 “preferi1” Generalmente la dieta di ques1 bimbi è ricca di carboidra1, limitata a poche categorie di cibi differen1, a volte facendo a$enzione alla marca o al luogo in cui sono sta1 acquista1 © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
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Nel caso di Giovanni I tenta1vi di ampliare il repertorio alimentare di solito incontrano bambino estrema resistenza e generano una condizione di nel stress. InfaV, ques1 bambini sembrano essere sul punto di vomitare se costreV a mangiare cibi nuovi, mentre non hanno difficoltà ad assumere e digerire il loro cibo preferito. Il bambino con alimentazione seleVva generalmente man1ene un peso e un’altezza appropria1 per l’età, e la sua crescita non sembra essere compromessa dalle abitudini alimentari. Inoltre non presenta preoccupazioni rela1ve al peso o alla forma del suo corpo. © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
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Nel caso di Giovanni Questo problema ha delle ripercussioni importan1 sulla vita sociale del bambino, poiché limita la partecipazione ad even1 quali compleanni, gite scolas1che o dormire da un amico. Per quanto riguarda il decorso del disturbo, possiamo dire che generalmente esso tende a risolversi con lo sviluppo, grazie alla crescente necessità di conformarsi al gruppo dei pari in età adolescenziale. © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
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Nel caso di Giovanni Intervento focalizzato sul bambino Intervento sulla scuola Intervento focalizzato sui genitori © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
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Nel caso di Giovanni Intervento focalizzato sui genitori Il modo di alimentarsi di Giovanni diviene la principale fonte di preoccupazione per i genitori e rappresenta il fulcro della comunicazione tra i genitori e il figlio Ciò determina ulteriore resistenza da parte del bambino e maggiori confliV con e tra i genitori © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
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Nel caso di Giovanni Intervento focalizzato sui genitori Alcune indicazioni: 1.  Cercare di non rimproverare e/o punire il bambino per il suo disturbo alimentare. E’ comprensibile e naturale essere preoccupa), arrabbia) e, a volte, esaspera) per il senso di impotenza scatenato da questo problema, tu7avia esprimere queste emozioni può far stare il bambino ancora peggio. 2.  Cercare di capire ed acce7are il più possibile il disagio del bambino. Spiegare le proprie preoccupazioni ed il proprio desiderio di aiutarlo, anche se non lo chiede o rifiuta l’aiuto che gli avete offerto. 3.  Il bambino ha bisogno che le diverse figure di riferimento che ruotano intorno al suo mondo e alle sue a;vità abbiano un approccio condiviso, coerente e mantenuto costante nel tempo. © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
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Nel caso di Giovanni Intervento focalizzato sui genitori Alcune indicazioni: 4.  Cercare di comprendere e valorizzare le cara7eris)che posi)ve del bambino: le cose sane e buone che vi dimostra quo)dianamente. Più ci si concentra sulla parte sana, più aumenta la possibilità di guarigione. 5.  Meno ci si preoccupa, meglio sarà! 6.  Un piccolo premio va dato per ogni successo, per quanto piccolo esso sia. 7.  La coercizione, in ogni caso, potrà essere solo controproducente. © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
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Nel caso di Giovanni Intervento focalizzato sui genitori e sulla scuola Alcune indicazioni: L’alimentazione seleVva implica un’avversione sensoriale più o meno generalizzata – a seconda dei casi – lungo un con1nuum di gravità. Il bambino potrebbe provare sensazioni legate al disgusto nei confron1 di odori, sapori, colori e percezioni taVli o al conta$o di par1colari cibi con la parte interna della bocca. © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
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Nel caso di Giovanni Intervento focalizzato sui genitori e sulla scuola Alcune indicazioni: Il fa$o che il bambino acceV di mangiare sia le carote che le patate non significa che sia in grado di mangiare i due cibi mescola1 tra loro; ciò naturalmente vale per tuV i cibi. Il bambino può anche rifiutarsi di mangiare un cibo che ne abbia toccato un altro che si trova sullo stesso pia$o. Potrebbe essere u1le servire i cibi singolarmente, in piaVni separa1, chiedendo al bambino se desidera che gli venga cambiata la posata. Sarebbe da evitare il così de$o “Pia$o Unico” e le macedonie. © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
15 novembre 2015
Nel caso di Giovanni Intervento focalizzato sui genitori e sulla scuola Alcune indicazioni: Sarebbe opportuno, invece, evitare a$eggiamen1 di insistenza ed espressioni di rabbia e frustrazione. Nel caso in cui il bambino si rifiu1 di mangiare un cibo, può essere incoraggiato a farlo, provando a comprendere il mo1vo per cui è in difficoltà, ma se il bambino persiste nel rifiuto è opportuno non insistere. © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
15 novembre 2015
Nel caso di Giovanni Intervento focalizzato sui genitori e sulla scuola Alcune indicazioni: Altra cosa da evitare sono i tenta1vi di confondere un cibo in mezzo ad un altro, credendo che il bambino non se ne accorga. Essendo il problema legato ad avversione sensoriale, dobbiamo tenere presente che ques1 bambini sono ipersensibili sopra$u$o per quanto riguarda gusto ed olfa$o e possono percepire, più di altri, anche piccole modifiche nella composizione dei cibi. Oltre a non raggiungere alcuno scopo, l’effe$o di ques1 tenta1vi potrebbe essere quello di rendere il bambino sospe$oso ed incapace di fidarsi, con esito peggiora1vo del quadro clinico. © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
15 novembre 2015
Nel caso di Giovanni Intervento focalizzato sul bambino Automonitoraggio Per poter determinare in modo de$agliato tuV i cibi che sono compresi nella dieta del bambino, incluse le bevande Il bambino viene aiutato dai genitori © Massignani V. e Pizzo S. – 10° Convegno internazionale “La Qualità dell’integrazione
scolastica e sociale” – 13, 14 e 15 novembre 2015
© Massignani V. e Pizzo S. – 10° Convegno internazionale “La Qualità dell’integrazione scolastica e sociale” – 13, 14 e 15 novembre 2015
Nel caso di Giovanni Intervento focalizzato sul bambino Introduzione di piccole modifiche nel repertorio dei cibi Questa fase potrebbe essere piu$osto difficile da implementare, a causa dell’estrema rigidità e avversione del bambino nei confron1 del cibo. Può essere impostato un programma di Shaping (Modellamento) Partendo da un cibo che fa già parte della dieta del bambino, ci si può avvicinare ad un altro cibo progressivamente, per piccoli passi, ad esempio scegliendo un alimento che abbia una qualche cara$eris1ca di somiglianza al cibo consen1to © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
15 novembre 2015
Nel caso di Giovanni Intervento focalizzato sul bambino Patate Bollite Purè © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
15 novembre 2015
Nel caso di Giovanni Intervento focalizzato sul bambino AvvicinamenB graduali a un nuovo cibo Possono seguire un par1colare criterio, in base alla seleVvità del bambino Se il bambino acce$a di mangiare solo cibi bianchi, si può passare gradualmente dai cibi bianchi a quelli gialli Se il bambino gradisce la passata di pomodoro ma non tollera il pomodoro crudo intero, si possono aggiungere piccolissimi pezzeV di pomodoro dentro alla passata. Ques1 diventeranno nel tempo sempre più grandi. © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
15 novembre 2015
Nel caso di Giovanni Intervento focalizzato sul bambino © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
15 novembre 2015
Nel caso di Giovanni Intervento focalizzato sul bambino Esposizione graduale a nuovi cibi Non far coincidere il momento dell’esposizione con l’orario del pasto! Per o$enere un buon risultato dall’esposizione, il bambino dovrebbe trovarsi in una condizione di tranquillità in cui, assieme al terapeuta/genitore/insegnante, farà degli esperimen1 giocosi con il cibo. © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
15 novembre 2015
Nel caso di Giovanni Intervento focalizzato sul bambino Modeling Il terapeuta/genitore/insegnante potrà fungere da modello, assaggiando per primo il cibo. Si può par1re dal semplice toccare il cibo, per passare poi a me$erne un pezze$o in bocca e poi eventualmente sputarlo, in seguito mas1carlo e così via…. Non è necessario che il bambino mangi tu$a la pietanza, almeno in questa fase dell’intervento © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
15 novembre 2015
Nel caso di Giovanni Intervento focalizzato sul bambino I progressi possono essere rinforza1 tramite un programma di Token Economy © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
15 novembre 2015
Nel caso di Giovanni Intervento focalizzato sul bambino Se il bambino durante le sedute di esposizione tende a sviluppare sintomi d’ansia può essere introdo$a una tecnica di rilassamento BOLLE DI SAPONE
Costituiscono un connubio tra
distrazione e rilassamento
Distrazione: si riferisce alla
formazione delle bolle da cui il
bambino può rimanere affascinato
Rilassamento: prodotto
dall’espirazione necessaria a soffiare
Funzionano a tutte le età!
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15 novembre 2015
Nel caso di Giovanni Intervento focalizzato sul bambino Una volta che il bambino ha sperimentato un nuovo cibo in un ambiente prote$o, il comportamento può essere generalizzato ad altri contes1 (famiglia, amici, scuola, ecc.) © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
15 novembre 2015
Intervento focalizzato sulla scuola L’immagine stereo1pata della ragazzina adolescente che soffre di anoressia nervosa, non 1ene conto della complessità dei disturbi alimentari ad esordio infan1le In questa fascia di età il disturbo interessa entrambi i sessi, tuV i gruppi sociali e tuV i livelli intelleVvi e di apprendimento © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
15 novembre 2015
Intervento focalizzato sulla scuola I bambini con disturbi alimentari vengono descriV dagli insegnan1 come allievi educa1 ed obbedien1, senza par1colari problemi a scuola, mo1vo per cui spesso il problema non viene rilevato precocemente Tu$avia, ques1 bambini appaiono spesso solitari, con la tendenza ad isolarsi dal resto della classe Vengono considera1 più vulnerabili o 1midi, con un par1colare bisogno di essere accudi1 © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
15 novembre 2015
Intervento focalizzato sulla scuola L’intervallo e la pausa pranzo rappresentano momen1 di estrema difficoltà per ques1 bambini Essi cercheranno di isolarsi, allontanandosi dai compagni o non recandosi alla mensa per non rendere pubblico il loro problema Se costreV a frequentare la mensa, potrebbero u1lizzare degli stratagemmi per non mangiare © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
15 novembre 2015
Intervento focalizzato sulla scuola Il perfezionismo che cara$erizza ques1 bambini li rende eccessivamente cri1ci per quanto riguarda il loro lavoro a scuola Oltre a pretendere molto da se stessi, potrebbero essere estremamente esigen1 nei confron1 degli insegnan1, non tollerare errori o negligenze da parte loro © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
15 novembre 2015
Intervento focalizzato sulla scuola Mol1 bambini che soffrono di disturbi alimentari riportano episodi di bullismo verbale a scuola anteceden1 all’insorgenza del disturbo In mol1 casi una dieta può iniziare in seguito ad umiliazioni involontarie o intenzionali subite a scuola da parte dei compagni o insegnan1 durante le ore di ginnas1ca © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
15 novembre 2015
Intervento focalizzato sulla scuola I bambini che soffrono di anoressia nervosa generalmente frequentano la scuola con partecipazione e interesse anche dopo una significa1va perdita di peso Al contrario, nel caso di disturbo emozionale con evitamento del cibo si possono osservare aspeV fobici in relazione alla scuola © Massignani V. e Pizzo S. 10° Convegno internazionale La Qualità dellintegrazione scolastica e sociale 13, 14 e
15 novembre 2015
Intervento focalizzato sulla scuola Oltre all’intervento stre$amente alimentare che potrebbe implicare il coinvolgimento degli operatori della mensa, anche l’ambiente scolas1co può rives1re un ruolo posi1vo nell’intervento Alcuni aspeV che possono essere presi in considerazione sono:   L’autos1ma del bambino   Incoraggiare l’interazione con i compagni e con gli insegnan1   Me$ere in evidenza i pun1 di forza del bambino in ambito scolas1co   Cercare di soddisfare i bisogni educa1vi ed emo1vi specifici, anche quando si discostano da ciò che è previsto dal gruppo classe Grazie a
tutti voi per
l’attenzione!!!
© Massignani V. e Pizzo S. – 10° Convegno internazionale “La Qualità dell’integrazione scolastica e sociale” – 13, 14 e 15 novembre 2015
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