novembre

Transcript

novembre
RISPARMIO # DIRITTI # PREVIDENZA # CONSUMI
NOVEMBRE 2007
Stavolta il ministro
ha (quasi) ragione
L
a frase pronunciata in Parlamento dal
ministro dell’Economia Padoa Schioppa («E
mandiamo fuori di casa questi bamboccioni») ha scatenato un putiferio di polemiche.
Si sono risentiti i diretti interessati,i giovani di 2530 anni che vivono ancora con i genitori,ma hanno preso le distanze dal ministro
un po’tutti. A dire il vero qualche torto il ministro ce l’ha: perché pagare un paio di pizze
al mese ai single (a tanto ammonterebbero gli sconti sugli affitti),quando sarebbe meglio dare un po’di respiro fiscale alle famiglie già formate? Se,però,
non si è condizionati dai luoghi comuni,ci sono almeno un paio di considerazioni da fare. La prima è che
se la famiglia funziona bene come
ammortizzatore sociale,evviva la famiglia. La seconda è che questo Paese è davvero pieno di “bamboccioni”.
Ormai diamo tutti per scontate alcune
affermazioni che scontate non sono. Del
tipo:“Come si fa a vivere con mille euro al
mese?”;“Se il lavoro è precario come faccio a metter su casa?” e via lamentandosi. Forse i nonni e i padri di
questi ragazzi non si ricordano più della loro gioventù. Mille euro al
mese oggi corrispondono più o meno allo stipendio di un giovane
operaio o impiegato di 30-40 anni fa. Allora i ragazzi uscivano di casa,magari affittando stanze o dividendo l’alloggio con altri compagni.
Magari saltando qualche film e qualche pizza. Magari “mangiando
crackers ed estratto di pomodoro”,come ha ricordato qualcuno.Hanno messo su famiglia e hanno raggiunto un po’ di benessere anche
per quei loro figli che oggi non vogliono più fare la gavetta della vita.
SALUTE
Scontrino “parlante”
e il farmaco si detrae 2
PREVIDENZA
Dipendenti pubblici:
c’è il bonus pensione 6
IMMOBILI
Questioni di casa
8
ARTIGIANI
Informatica ed edilizia
9
creano occupazione
HOBBY
Le vecchie pubblicità
sono da collezione 10
DIRITTI
Assicurazione auto
12
con meno truffe
SERVIZI
L’energia è libera
14
UNIVERSITÀ
Ci pensa la banca 16
In evidenza
PADOA SCHIOPPA E I “BAMBOCCIONI”
PAGAMENTI
Le carte smarrite
17
CONSUMI
Al supermercato
senza contanti
18
FINANZA
Risparmio gestito 20
A CURA DI 2C EDIZIONI
NOTES
1
NOVEMBRE 2007
S
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E
COSA SONO I SOP
farmaci da banco o
senza obbligo di prescrizione (SOP) o di automedicazione, sono
quelli del tutto a carico
dei cittadini, che si possono comprare in farmacia senza ricetta medica, nei supermercati,
parafarmacie ecc.
Sono rimedi a piccoli disturbi: dai ricostituenti
ai colliri, dai lassativi
agli antinfiammatori.
Tuttavia, la loro scelta
dovrebbe essere comunque consigliata dal farmacista oppure dal me-
I
LA FINANZIARIA DI QUEST’ANNO HA INTRODOTTO
UNA SERIE DI NOVITÀ DA TENERE PRESENTE QUANDO
CI SI RECA IN FARMACIA. SARÀ BENE AVERE A PORTATA
DI MANO LA NUOVA TESSERA SANITARIA CHE RIPORTA
IL CODICE FISCALE PERSONALE DELLO STESSO TITOLARE
Scontrino “parlante”
e il farmaco si detrae
in poi, ogni volDcia,’ora
ta che si va in farmaè meglio essere mu-
Lo scontrino qui a
fianco, rilasciato
da una farmacia
milanese, riporta
l’importo della
detrazione ma
non ancora le
informazioni
dettagliate relative
al tipo di
medicinale e il
codice fiscale
2
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niti della nuova tessera
sanitaria che riporta
anche il codice fiscale.
In base alla Finanziaria di
quest’anno,infatti,in sede
di dichiarazione dei redditi, si potranno detrarre
solo le spese sui farmaci
per i quali lo scontrino
con valenza fiscale, rilasciato al momento del pagamento, sia “parlante”:
deve cioè precisare natura, tipologia e quantità
dei medicinali venduti,
evitando diciture generiche come “farmaco”,
“medicinale”,“cosmetico”ecc.e soprattutto deve riportare il codice fiscale del destinatario.
LA PROROGA
A FINE ANNO
Ma l’agenzia delle Entrate, poiché non tutti
gli esercizi del settore
sono già attrezzati con
registratori di cassa innovativi, ha concesso
una dilazione.
In particolare, la data
spartiacque sarà il prossimo 31 dicembre: fino ad
allora il farmacista potrà
provvedere all’attestazione con un documento rilasciato con lo scontrino
e in cui andranno specificate la natura,qualità e quantità dei farmaci venduti,
mentre a scrivere a mano
sullo scontrino il proprio
codice fiscale potrà essere lo stesso cliente.Pertanto, per evitare spiacevoli
sorprese,è bene accertarsi
che il medico abbia riportato sulla ricetta il codice
fiscale dell’assistito e comunque conviene andare
in farmacia provvisti della
tessera sanitaria che riporta il codice in modo che il
farmacista possa trarlo dalla stessa.
Tra l’altro, se l’acquirente non ha con sé la tessera sanitaria o non è il destinatario del farmaco o ne
ignora il codice fiscale,l’indicazione di quest’ultimo
potrà essere riportata poi
a mano sullo scontrino fiscale dal destinatario.
Il periodo di transizione
si chiude, però, al 1° gennaio del 2008, a partire da
quando non saranno più
ammesse concessioni.
CIÒ CHE FINISCE
NELLA DICHIARAZIONE
La Finanziaria, inoltre, ha previsto che fra le
spese sanitarie detraibili in dichiarazione rientrino i costi sostenuti
per i farmaci “non rimborsabili” – cosiddetti “da
banco”o “senza obbligo di
prescrizione”(SOP) – e per
dico di famiglia, in
quanto un uso improprio
può provocare effetti
collaterali, per esempio
di natura allergica.
Per riuscire a distinguerli sulla confezione esterna e in modo ben visibile, devono essere contrassegnati da un bollino di riconoscimento
stampato o incollato,
che è uguale per tutti
(grande almeno 1.7 centimetri) e deve riportare
chiaramente la scritta
“Farmaco senza obbligo di ricetta”.
il ticket di quelli rimborsabili dal Servizio sanitario
nazionale (Ssn).
LE SPESE SANITARIE
DETRAIBILI
Come si legge sul sito della Federazione degli Ordini
dei farmacisti italiani
(www.fofi.it) le spese sanitarie, di qualunque tipo,
danno diritto ad una detrazione pari al 19% al netto
della franchigia di 129,11
euro, delle spese sostenute durante l’anno precedente.Dunque,come chiarisce anche il sito di Federfarma (www.federfarma.it),
il contribuente dovrà sommare tutte le spese sopportate e sottrarvi la franchigia: la detrazione che spetta sarà pari al 19% dell’importo così ottenuto.Ovviamente se gli esborsi non
superano la franchigia non
si avrà alcuna detrazione.
Perciò, ad esempio, se le
spese sanitarie ammontano a 600 euro si avrà un risparmio di 89.47, somma
che equivale al 19% di
470.89,ossia la differenza tra
la spesa totale (600) e la
franchigia di 129.11 euro.
Per quanto riguarda le tipologie sono detraibili le
spese per:le visite di medici generici, specialisti e
omeopati; l’assistenza e le
cure di fisioterapisti e infermieri;interventi chirurgici necessari e trapianti;esami di laboratorio, radiografie e indagini speciali prescritte da un medico (tac,
ecografia,ecc.); cure dentistiche;degenza e ricovero in
ospedali e case di cura; occhiali da vista, lenti a contatto e liquidi per lenti;protesi oculistiche e fonetiche;
apparecchi per non udenti;
arti artificiali e apparecchi
di ortopedia; stimolatori e
protesi cardiache; sedute
di psicanalisi e psicoterapia; spese veterinarie.
Da oggi fra le
spese sanitarie
detraibili
rientrano anche
i costi sostenuti
per i farmaci da
banco e per il
ticket di quelli
rimborsati dal
Ssn, se pur
entro certi limiti
LIBERALIZZAZIONE, PRIMO BILANCIO
un anno dall’entrata in
vigore del decreto Bersani
(Dl 223/2006), che ha
liberalizzato la vendita dei
farmaci da banco, secondo la
ricerca di Nielsen Media
Research (su un campione di
25mila persone e su uno dei
punti vendita rappresentativo
dei canali distributivi), il
binomio “farmacista-farmacia”
resta il punto di riferimento
nella distribuzione di questi
medicinali.
Il 70% degli italiani
preferisce comprare in
farmacia e il 78% non intende
rinunciare alla consulenza
di un professionista per un
problema di salute, a
prescindere dal canale
d’acquisto.
A
L’obiettivo della riforma è
l’apertura del mercato a nuovi
canali di vendita per aumentare
il livello di concorrenza, con
conseguente riduzione dei
prezzi e modernizzazione
dell’apparato distributivo.
A fronte di questo primo
riscontro, non sfugge come
siano 1.471 i punti vendita
alternativi alle farmacie in cui
è già possibile acquistare
SOP o che hanno fatto
richiesta per la loro
commercializzazione.
Di questi solo 159
appartengono alle catene
della Gdo e 1.312 sono
parafarmacie (o simili), per le
quali si è assistito ad un forte
incremento di aperture: per
il 50% sono nuovi negozi
aperti negli ultimi 12 mesi, a
un ritmo di circa 60 nuove
notifiche al mese.
Si stima però che entro la
fine dell’anno i farmaci SOP
saranno venduti in circa
1.700 punti “alternativi” con
un rialzo del 10% rispetto allo
storico universo delle
farmacie (circa 17mila).
Le previsioni per i prossimi
18 mesi riferiscono di 290
negozi della Gdo e oltre
1.500 parafarmacie.
Su circa 100 milioni di
confezioni di farmaci SOP,
venduti da luglio a settembre
2007 per una spesa di 764,9
milioni di euro, il 5,2% è
stato comprato in supermercati
e l’1,6% in parafarmacia, per
un totale di 40,5 milioni di
euro di prodotti venduti nei
canali alternativi. «I dati
confermano il presidio
territoriale e il ruolo sociale
delle farmacie che hanno
venduto il 93,2% dei farmaci
da banco, – ha detto Stefano
Galli, Chief Marketing Officer
di Nielsen, in occasione del
convegno nazionale “La
farmacia del futuro: una
professione che si rinnova”,
organizzato di recente a
Firenze dalla Scuola
Superiore Sant’Anna di Pisa
con Boehringer Ingelheim
Italia – ma non si tratta di
una situazione stabile, in
quanto per alcune categorie
di farmaci, il fuori canale
potrebbe superare già a fine
2007 la soglia del 10%».
NOTES
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NOVEMBRE 2007
LA DOCUMENTAZIONE
NECESSARIA
Per i farmaci cambia a seconda del tipo di medicinale di cui si deve certificare
l’acquisto:
farmaci con obbligo di prescrizione del medico. In questo caso,deve essere fornita
la fotocopia della ricetta rilasciata dal medico, con lo
scontrino rilasciato dalla farmacia,corrispondente all’importo del ticket pagato sui
medicinali indicati nella stessa ricetta;
farmaci da banco acquistati:
1) a seguito di prescrizione
medica: dal momento che
non è obbligatoria ma il medico può prescrivere il farmaco con la ricetta, in questa
ipotesi è sufficiente allegare alla dichiarazione dei redditi la ricetta e lo scontrino
rilasciato dalla farmacia.
2) direttamente in farmacia:
bisogna compilare una dichiarazione
sostitutiva
(un’autocertificazione) di
atto notorio in carta libera
che attesti la necessità di
questi farmaci. La dichiarazione va corredata da una
fotocopia di un documento di identità valido.Sarà sufficiente compilare un’unica autocertificazione per
tutti i farmaci acquistati durante l’anno dal dichiarante e dai familiari a carico.
Da precisare che se sullo
scontrino non c’è la dicitura “medicinali” o “farmaci”
l’autocertificazione dovrà
anche specificare che l’importo pagato si riferisce all’acquisto dei farmaci indicati e
non di altri prodotti,non sanitari. L’autocertificazione
può non essere autenticata
quando sia accompagnata
da una copia del documento d’identità.
Chiara Conti
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Gli italiani scoprono
i “generici”: risparmi
e la cura è efficace
NEL 2006 UNA RICETTA SU QUATTRO È STATA FATTA PER I MEDICINALI
“EQUIVALENTI”, TUTTAVIA RAPPRESENTANO SOLO IL 10 PER CENTO
DEL MERCATO CONTRO IL 50 DEGLI ALTRI PAESI DELL’UNIONE EUROPEA
er la prima volta, a
Pfarmaceutica
fine 2007, la spesa
reale dovrebbe rientrare nel
tetto di quella programmata (vale a dire,
il 13% della spesa sanitaria nazionale).
La previsione di Federfarma, associazione delle
farmacie italiane (basata
sui dati relativi a giugno
e diffusi a settembre) è
stata confermata da Nello Martini, direttore generale dell’Aifa (l’Agenzia
italiana del farmaco, che
fa capo al ministero della Salute). Nel 2006, la
spesa totale (compresi i
servizi erogati nelle strutture sanitarie) ha superato i 23 miliardi di euro, di
cui il 75% a carico del Sistema sanitario nazionale
(Ssn). In particolare, un
quarto del totale è dovuto ai farmaci del sistema
cardiovascolare, seguono
i rimedi gastrointestinali
e quelli per il sistema nervoso centrale.
Come era prevedibile,
la fetta più consistente (il
56% della spesa e il 61%
delle dosi) si riferisce alla
popolazione over 65;
quanto agli over 75, ciascuno consuma 17 volte
le medicine di un venticinquenne. In generale, le
donne consumano il 10%
in più dei farmaci.
PIÙ RISORSE
PER INNOVARE
Risparmi per 450
milioni di euro a beneficio del Sistema sanitario nazionale – secondo Martini – verranno nel 2007 dalla
vendita di farmaci “generici” (o “equivalenti”
per sottolinearne gli
aspetti positivi e la pari
efficacia).
A un anno dal monito
dell’Antitrust in favore
dei medicinali “senza
brand”, i dati mostrano
che una ricetta su quattro (25,3%) nel 2006 è
stata fatta per generici.A
parere dell’Agenzia italiana del farmaco si tratta
dei rimborsi meno “pesanti” che lo Stato deve corrispondere e che di conseguenza si traducono in
risparmi, dando sollievo
al sistema: «Così si dovrebbe evitare uno sforamento,
affinché le risorse che si
liberano dai generici e
quelle incrementali provenienti dalla Finanziaria
siano pronte a coprire le
nuove spese derivanti dai
farmaci innovativi».
Occorre ricordare, infatti, che gli “equivalenti” so-
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COME FARNE USO
E POI SMALTIRLI
a siti web, opuscoli
e specialisti si
possono reperire
informazioni e consigli
su come comportarsi
con i medicinali.
Essenziale per la loro
efficacia è la corretta
conservazione: il primo
semplice accorgimento
è leggere l’esterno
della confezione e il
foglietto illustrativo,
che non va gettato mai.
Oltre alla data di
scadenza è bene fare
attenzione all’ambiente
circostante: evitare
temperature troppo
basse o elevate (ma
alcuni vanno in frigo),
mai fuori dalla scatola
(che protegge dalla
luce solare), né sul
davanzale della
finestra o nell’auto
parcheggiata
all’aperto; ricordarsi
che elettrodomestici
come il forno e il frigo
producono calore e che
D
la cucina o il bagno
sono ambienti umidi.
In caso di dubbio,
per esempio il mutato
aspetto, colore o
sapore, meglio
chiedere al medico
o al farmacista.
Quanto allo
smaltimento dei
farmaci scaduti o
terminati, non devono
essere dispersi
nell’ambiente perché
possono inquinare, né
vanno gettati nella
spazzatura o bruciati,
poiché la combustione
potrebbe sviluppare
sostanze pericolose.
Vanno inseriti negli
appositi contenitori che
si trovano all’interno o
vicino alle farmacie.
Per saperne di più si
può scaricare un
opuscolo sul sito
www.aifa.gov.it o
telefonare al numero
verde 800 57 16 61
“Farmaci-line”.
no farmaci il cui brevetto
è scaduto e dunque possono essere venduti da
parte di altre aziende, le
quali possono abbattere i
costi perché non hanno
dovuto sostenere quelli
per la ricerca, che rientravano nel prezzo del farmaco originario. Di conseguenza, lo “sconto”è obbligatorio per legge: il generico deve costare il
20% in meno del predecessore di marca.
Nonostante il loro costo, tuttavia, sono parecchi i farmaci lasciati scadere dalle famiglie senza
E
SPOT PUBBLICITARI
PIÙ TRASPARENTI
farne uso. Anzi, secondo
Federanziani, che ha monitorato l’armadietto dei
medicinali di 212 famiglie,
la quota di quelli acquistati e non utilizzati sarebbe
enorme: 1,18 miliardi di
pillole buttate che sono
costate nel 2006, ben 700
milioni di euro allo Stato
e 70 alle famiglie.
Le confezioni, rivela l’indagine, nonostante siano
conservate a portata di
mano, non vengono controllate periodicamente:
molto spesso (83,5% dei
casi) si scopre solo al momento dell’uso che un terzo dei farmaci (31%) è
scaduto, oppure (13%)
non se ne può accertare
la validità perché senza
confezione. L’altro grande
problema è lo smaltimento dei farmaci scaduti: solo il 41,1% utilizza gli appositi contenitori, mentre il
56,1% li inserisce tra i rifiuti urbani.
Andrea Paternostro
Lo stop alla lettura “troppo veloce”
delle avvertenze sanitarie negli spot
tv dei farmaci è arrivato a luglio con
un decreto del ministero della
Salute. Ma cosa ne pensa chi deve
confezionare lo spot? «Bisogna
rimettere a posto i filmati, il costo è
notevole – spiega Sandro Esposti,
direttore creativo di Saatchi &
Saatchi Healthcare, ramo della nota
agenzia dedicato alla salute – può
arrivare al 5% dell’intero spot. In
pratica si vieta di usare formati da
10 secondi: se 5 vanno in avvertenze,
dobbiamo farne 20 o 30». Come
conciliare, quindi, il lavoro dei
creativi con le esigenze di chiarezza?
«Mettiamo una scritta in chiusura di
spot – propone Esposti – come si fa
in altri Paesi. Un cartello uguale per
tutti, per esempio “questo è un
farmaco: chiedi consiglio al tuo
medico”, letto sempre dallo stesso
speaker e inserito dall’emittente
fuori dal palinsesto. Come avviene
con la scritta “inserzione pubblicitaria”
sui giornali e settimanali».
Anche perché allungando lo spot,
secondo Esposti, non si elimina il
rischio di essere poco comprensibili:
«Parlare per vari secondi delle cose
da fare può essere demandato al
medico o al farmacista, così si crea
solo confusione. Se proprio va letta
l’avvertenza va semplificata al
massimo». Alcune associazioni di
consumatori lamentano pubblicità
“scorrette” dei farmaci: «I pochi
secondi spesso non permettono di
dare informazioni complete, però
quello che viene detto in uno spot è
sempre controllato dall’ufficio legale
e dal Ministero. Sono quasi sempre
prodotti sintomatici, testati da anni.
Mi scandalizzerei di più per certi
messaggi miracolistici su prodotti
per la ricrescita lampo dei capelli o
la sparizione delle rughe. Credo che
il consumatore oggi sia abbastanza
maturo per capire queste cose».
NOTES
5
NOVEMBRE 2007
P R E V I D E N Z A
Anche per i dipendenti pubblici
in arrivo un bonus nella pensione
CON LA MENSILITÀ DI NOVEMBRE, CHI
HA ALMENO 64 ANNI, UNA CERTA
ANZIANITÀ CONTRIBUTIVA E NON
PERCEPISCE UN REDDITO ELEVATO
RICEVERÀ LA “QUATTORDICESIMA”
n arrivo gli importi re-
alla cosiddetta
I lativi
“quattordicesima” per
i pensionati Inpdap.
Dopo esserci occupati dei
pensionati Inps (sul numero di ottobre), vediamo ora i requisiti richiesti per i dipendenti di amministrazioni pubbliche
in pensione, in base alle
indicazioni dell’Istituto
nazionale di previdenza
dei dipendenti dell’amministrazione pubblica (circolare n. 26/2007).
Il Dl n. 81/2007 prevede,
da quest’anno, la corresponsione ai pensionati
con età pari o superiore
a 64 anni – titolari di una
o più pensioni a carico
dell’Assicurazione generale obbligatoria e delle
forme sostitutive, esclusive ed esonerative della
stessa – di una somma aggiuntiva con importi annui differenziati, in funzione dell’anzianità contributiva, ricompresi tra un
minimo di 262 euro, per
anzianità contributive fino a 15 anni,e un massimo
di 392 euro, per anzianità contributive superiori
a 25 anni. Questo “bonus”
è erogato, per l’anno
2007, con la mensilità di
novembre e, dall’anno
2008, in occasione della
mensilità di luglio o dell’ultima corrisposta nell’anno; spetta, a condizione che il pensionato non
abbia un reddito complessivo individuale, relativo
allo stesso anno, superiore a una volta e mezzo il
trattamento minimo annuo del Fondo pensioni
lavoratori dipendenti
(8.504,73 annui pari a
654,21 mensili).
LA TABELLA DI RIFERIMENTO
I limiti di contribuzione da rispettare per lavoratori dipendenti e autonomi
6
LAVORATORI
DIPENDENTI
LAVORATORI
AUTONOMI
Anni di contribuzione
Anni di contribuzione
Fino a 15
Oltre 15 e fino a 25
Oltre 25
NOVEMBRE 2007
SOMMA AGGIUNTIVA
ANNO 2007
SOMMA AGGIUNTIVA
DAL 2008
Fino a 18
Euro 262
Euro 336
Oltre 18 e fino a 28
Euro 327
Euro 420
Oltre 28
Euro 392
Euro 504
LA VERIFICA
DEI REQUISITI
Pertanto, le sedi territoriali dell’Inpdap dovranno acquisire le informazioni sulla situazione reddituale del
pensionato relativa all’anno 2007.
A questo scopo è stato
inviato al domicilio dei
potenziali aventi diritto
la nota con il modello di
autodichiarazione dei redditi presunti per l’anno
2007 che il pensionato
dovrà riconsegnare sottoscritto e compilato in
ogni sua parte alla sede
di competenza. Gli operatori dei servizi di relazione con l’utenza avranno cura di ricordare ai
pensionati che possono
avvalersi dell’aiuto dei patronati per la compilazione del modello. Ricevuta
la dichiarazione, la sede
dovrà verificare se ricorrano i requisiti reddituali e
segnalare le informazioni
acquisite, in tempo utile
per l’erogazione della
somma aggiuntiva di novembre, tramite la procedura informatica che sarà
messa a disposizione.
Nella comunicazione
indirizzata ai pensionati, è
stato indicato il termine
dello scorso 30 settembre per la riconsegna del
modello di autodichiarazione; ciò per consentire
alle sedi stesse di effettuare l’attività di riscontro in
modo da poter erogare la
somma aggiuntiva con la
mensilità di novembre.
Tuttavia, l’Inpdap ha
precisato che nell’ipotesi in cui questo termine
non potesse essere, per
qualsiasi ragione rispettato dal pensionato, le sedi
avranno cura di attivarsi
comunque in modo da
consentire il pagamento
della somma in occasione della prima rata utile.
ALCUNI ESEMPI
DI APPLICAZIONE
Nel caso che l’avente diritto sia titolare di
più trattamenti pensionistici, la somma aggiuntiva è posta a carico della gestione o cassa dalla quale è liquidato il trattamento
principale, ossia quello
con maggiore anzianità
contributiva. Se il soggetto è titolare sia di pensione diretta sia di pensione
ai superstiti, si tiene conto della sola anzianità
contributiva relativa ai
trattamenti diretti.
La predetta somma è
erogata dall’Inps a eccezione del caso in cui
l’avente diritto non risulti beneficiario di alcuna
prestazione presso l’Inps
stesso. In questo caso il
casellario centrale dei
pensionati individua l’ente previdenziale incaricato di assegnare la somma
aggiuntiva, fornendo a
quest’ultimo tutte le informazioni necessarie per
liquidarla, affinché sia in
grado di provvedere con le
modalità e negli stessi termini dell’Inps.
In particolare, per i soggetti titolari di sola pensione ai superstiti, il computo dell’anzianità contributiva, necessario ai fini
del calcolo dell’importo
della somma aggiuntiva,
secondo la tabella A annessa al decreto in esame,
è effettuato in base alla
percentuale riconosciuta
dall’ordinamento per la
determinazione del trattamento pensionistico ai
superstiti.
Si specifica che, se il
soggetto compie i 64 anni
richiesti per ottenere il
beneficio in questione nel
corso dell’anno di riferimento, la somma aggiuntiva spetta solo per il periodo temporale successivo
al compimento del requisito anagrafico.
La quattordicesima sarà erogata secondo un
meccanismo proporzionale in tutti i casi in cui il
godimento della pensione inferiore al limite di 654,21 mensili (sia essa
diretta o ai superstiti) sia
avvenuto per frazioni di
anno intero.
Si riportano alcuni
esempi applicativi:
a) in caso di pensione
P R E V I D E N Z A
sorta con decorrenza novembre 2007, la somma
aggiuntiva verrà erogata
per un importo pari a
2/12 di quello complessivo spettante al pensionato in applicazione della tabella A annessa al decreto n. 81/2007;
b) in caso di pensione, i
cui pagamenti sono cessati per decesso del titolare nel mese di ottobre
2007, l’erogazione della
somma aggiuntiva spettante a quest’ultimo avverrà a favore degli aventi diritto per il medesimo
periodo temporale cui
avrebbe avuto diritto il
dante causa liquidando
l’ultimo mese secondo le
regole di corresponsione
dei ratei insoluti.
c) in caso di pensione di
reversibilità con decorrenza da novembre 2007,
la somma aggiuntiva sarà
corrisposta per 2/12, sempre che ricorrano in capo
al titolare i requisiti anagrafici e reddituali ricordati: la somma aggiuntiva
sarà determinata, in applicazione della tabella A,
calcolando l’anzianità
contributiva secondo la
percentuale riconosciuta
dall’ordinamento per la
determinazione del trattamento di reversibilità.
Si evidenzia che, ai sensi del comma 2 del citato
articolo 5, per i pensionati con età pari o superiore
a 64 anni che hanno un
reddito annuo, al netto dei
trattamenti di famiglia, superiore a 8.504,73, ma comunque inferiore al valore derivante dalla somma
di tale reddito con la somma aggiuntiva, la somma
aggiuntiva stessa è corrisposta fino a concorrenza di tale valore.
Ai sensi del comma 4
dell’articolo 5 del Dl
81/2007, la somma aggiuntiva non costituisce
reddito né ai fini fiscali né
ai fini della corresponsione di prestazioni previdenziali e assistenziali,
con esclusione dall’anno
2008, per un importo pa-
ri a 156 euro, dell’incremento delle maggiorazioni sociali di cui all’articolo 38 della legge n. 448/
2001, come determinato
in applicazione del comma 5 del citato articolo 5.
L’Inpdap si riserva di emanare un’ulteriore nota
operativa per disciplinare
fattispecie che non siano
già state esaminate.
Aldo Forte
PER DEFINIRE L’IMPORTO MINIMO
i fini dell’individuazione
del requisito reddituale, si
deve tener conto dei redditi di
qualsiasi natura, compresi
quelli esenti da imposte e
quelli soggetti a ritenuta alla
fonte a titolo d’imposta o a
imposta sostitutiva, a
eccezione dei redditi derivanti
dalle seguenti voci:
a) assegni per il nucleo
familiare;
b) assegni familiari;
c) indennità di
accompagnamento;
d) casa di abitazione;
e) trattamenti di fine rapporto
comunque denominati;
f) competenze arretrate
sottoposte a tassazione
separata.
Sono anche esclusi i seguenti
redditi:
le pensioni di guerra,
in virtù di quanto disposto
dall’articolo 77 del Dpr n.
A
915/1978, così come è stato
modificato dall’art. 5 della
legge n. 261/1991, che
prevede come “...le pensioni
di guerra, per la loro natura
risarcitoria, non costituiscono
reddito”;
l’indennizzo previsto dalla
legge n. 210/1992, in favore
dei soggetti danneggiati
da complicanze di tipo
irreversibile a causa
di vaccinazioni obbligatorie,
trasfusioni e somministrazione
di emoderivati;
le 300mila lire di importo
aggiuntivo previsto dall’art.
70, commi da 7 a 10, della
legge 23 dicembre 2000, n.
388;
le indennità, previste
rispettivamente dagli articoli 3
e 4 della legge n. 508 del
21.11.1988, a favore dei
ciechi parziali e dei sordi
prelinguali.
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VENDITA SOTTOCOSTO E DONAZIONE
stanza dal confine deve collocare e con quale tecnica il
A.M. - Alba
generatore di corrente elettrica?
U
Le distanze legali sono regolate agli articoli 873 e seguenti del codice civile. Nel suo caso conta solo l’art.
873 che recita: “Le costruzioni su fondi finitimi, se non
sono unite o aderenti, devono essere tenute a distanza
non minore di tre metri. Nei regolamenti locali può essere stabilita una distanza maggiore”. Anche il generatore è considerato, a questi fini, una costruzione. Tenga
conto che, in effetti, molti regolamenti locali pretendono distanze maggiori.
ICI E TASSA RIFIUTI
PER LA SECONDA CASA
La casa dove vivo in Piemonte è di proprietà di
Una vendita, per quanto sottocosto, è pur sempre una
vendita ed è sottoposta ai relativi tributi. Tuttavia le possibilità del Fisco di smascherare false donazioni sono piuttosto limitate, soprattutto se il corrispettivo non viene versato con assegno o bonifico, ma in contanti.
mia moglie (abbiamo la separazione dei beni). Da
alcuni mesi ho avuto in eredità nel Cilento la casa
che era dei miei genitori. La utilizzo per tre settimane l'anno (ferie): devo pagare l'Ici come seconda casa; devo pagare la spazzatura per l'anno intero e come seconda casa.
Pazienza per l'Ici, ma per la spazzatura (tre settimaL. P. - Torino
ne all'anno) mi sembra assurdo.
Questioni di Casa
Lei non ci dice in che Comune del Cilento ha la secon-
ANCHE IL GENERATORE
È UNA COSTRUZIONE
Sono proprietaria di un terreno con segnaletica di
confine di sole pietre distanziate, quindi né filo, né muro, né per tutto il confine vi sono costruzioni. Desidero
sapere: il mio confinante, ai sensi di legge, a quale di-
da casa. In genere i Comuni, però, hanno la facoltà (ma non
l'obbligo) di far pagare una tassa rifiuti più ridotta (e non
maggiore) per le seconde case. Viceversa l'Ici per le seconde case è più pesante. Questa è la legge, giusta o sbagliata che sia.
VOI DOMANDATE - GLI ESPERTI RISPONDONO
Club3 fornisce ai lettori anche un servizio di
consulenza da parte dei suoi esperti. Le
domande e le risposte di interesse generale
potranno essere pubblicate, per gli altri quesiti
la risposta sarà privata. Chi desidera usufruire
di questa opportunità deve utilizzare il modulo
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2C Edizioni. Allegare al quesito questo modulo
e copia del bonifico e spedire in busta chiusa a:
Gli esperti di Club3
C/o 2C Edizioni, Via Albani 21, 20149 Milano.
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NOTES
Gli esperti di Club3 rispondono ad ogni
domanda di carattere economico, finanziario,
fiscale, normativo e previdenziale purché sia
esposta in forma breve e non si tratti di un
quesito multiplo. Gli esperti di Club3 si
riservano di non dare seguito a quesiti ritenuti
impropri, a loro insindacabile giudizio,
rimborsando il contributo spese al lettore.
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Per informazioni su questo servizio si può telefonare
ogni mercoledì – dalle 14 alle 15 – al numero 02.36.53.83.08.
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Dall’informatica alle costruzioni
l’artigianato produce occupazione
DAL 2002 AL PRIMO TRIMESTRE DEL 2007,
SONO STATI QUATTRO I SETTORI TRAINANTI:
INNANZI TUTTO QUELLO DELL’ICT, SEGUITO
DA BENESSERE E TEMPO LIBERO E
SUCCESSIVAMENTE, EDILIZIA E ALIMENTARE
sono le più virQ uali
tuose? Le attività di
Information & Communication Techonology,
seguite da quelle legate
al benessere e al tempo
libero e poi dall’edilizia
e dall’alimentare. Sono
i quattro settori trainanti
nell’artigianato, che dal
2002 al primo trimestre
2007 hanno visto crescere 110.740 imprese.
A “soffrire”, invece, sono i
comparti dei trasporti,dell’autoriparazione, del legno-arredo e dei servizi.A stilare la classifica dei settori
in ascesa è stato l’Osservatorio congiunturale sull’artigianato e la piccola impresa di Confartigianato.
L’analisi rivela che, nel
contesto di crisi generalizzata degli ultimi 4 anni, le
piccole imprese hanno reagito in modo diverso a seconda degli ambiti.In ogni
caso, dal 2002 ai primi tre
mesi del 2007,hanno registrato un incremento complessivo di 42.554 unità
produttive, con un tasso
di crescita del 3%.
Ma non è tutto. Si è anche irrobustita la forma
giuridica delle imprese:le società a responsabilità limitata sono aumentate di
33mila unità. Le maggiori
difficoltà si riferiscono ad
alcuni comparti tradizionali del manifatturiero che,
nello stesso periodo ha
perso 20.013 aziende. In
affanno anche alcuni settori dei servizi con un calo
di 16.922 aziende di riparazioni e di 6.355 imprese
di trasporti.
Oltre ad assicurare la crescita del numero di imprese,l’artigianato ha trainato
l’occupazione: tra il 2001
e il 2006 il tasso di crescita
di addetti ha oscillato
dall’8% al 2,4%,mentre per
il resto delle imprese queste percentuali sono scese
dal 3,9% a poco meno
dell’1%.Ma soprattutto dal
2002 a marzo 2007, l’artigianato è riuscito a cogliere alcune opportunità di sviluppo dai
nuovi stili di vita dei
consumatori.
Oltre che nell’universo dell’edilizia (che ha
fatto registrare
83.971 nuove
aziende) si è registrato un
boom di piccole imprese
anche in nicchie produttive per intenditori nelle
nuove filiere del gusto: le
imprese del settore alimentare sono infatti cresciute
di 12.366 unità. Segno positivo anche per la tutela
dell’ambiente,che insieme
alle attività artistiche e a
quelle legate ai settori della pubblicità e degli audiovisivi ha visto l’incremento di 5.051 aziende.
Nei settori del benessere
e del tempo libe-
ro si è verificato un aumento di 4.927 imprese.
Punte di crescita anche
per le società di Information & Communication
Tecnhnology (2.517 imprese in più).
«Tra il 2006 e il 2007 –
sottolinea il Presidente di
Confartigianato Giorgio
Guerrini – l’artigianato e
le piccole imprese hanno
colto i primi segnali della
ripresa in atto nell’economia.Alcuni settori l’hanno
già intercettata,ma altri devono ancora lavorare per
trasformarla in crescita.
Proprio per questa ragione è necessario che gli interventi del Governo sostengano gli sforzi dei nostri imprenditori per mantenere e migliorare la capacità competitiva».
Silvia Ortoncelli
La stessa
indagine ha
invece rilevato
come risultino in
crisi i comparti
dei trasporti,
autoriparazione,
legno-arredo e
dei servizi
NOTES
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Vecchie pubblicità, da collezione
ma anche da trattare alle aste
I MANIFESTI HANNO SEMPRE PIÙ ESTIMATORI E IL LORO MERCATO È IN CRESCITA. LE QUOTAZIONI
DIPENDONO DA OGGETTO, DESIGNER, EPOCA DI REALIZZAZIONE E STATO DI CONSERVAZIONE
pubblicità. Quei
E adesso
manifesti pubblicitari
che conserviamo in
cantina o che abbiamo
ritrovato facendo ordine
possono valere una piccola fortuna. Sono infatti
sempre di più i collezionisti di cartelloni pubblicitari e di poster cinematografici ed esistono negozi e siti internet specializzati.
Vale la pena, per fare qualche buon affare, anche solo curiosare tra le bancarelle dei mercatini dove
spesso c’è chi vende manifesti d’epoca. Il valore delle “affiches” – così si chiamano in francese i manifesti – dipende da molti fattori:dal periodo di produzione al disegnatore, dall’oggetto allo stato di conservazione. Basti pensare che
una pubblicità della “Cordial Campari”,una litografia
del 1925, è stata “battuta”a
più di 18.500 euro.
I manifesti, infatti, sono
oggi protagonisti di aste internazionali. Per esempio
alla “Bolaffi” di Torino (nota ai collezionisti soprattutto per la filatelia e la numismatica) si svolgono due
aste di “affiches” ogni anno, con offerte da tutto il
mondo anche via web e telefono. Si legge sul sito
www.bolaffi.it:“In Italia
spetta alla Bolaffi il primato di aver cominciato nel
1996 a organizzare con cadenza semestrale le aste di
manifesti d’epoca.Il realizzo delle 16 aste finora battute è di oltre 6 milioni di
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«UNA FORMA D’ARTE»
L
o sguardo di Ernesto Previati, titolare del
negozio torinese “Fortunello, centro del
collezionismo”, si illumina appena sente parlare
di pubblicità e mentre sfoglia una serie di grandi
manifesti. «Le “affiches” si possono considerare
una forma d’arte e il prezzo di quelle originali può
andare da pochi a migliaia di euro – dice. – Molti
clienti puntano sul cinema e in
tanti cercano quelle dei film di
Sergio Leone». I manifesti che
guarda Previati sono attaccati
su una tela: «Sono telati per
non sciuparli e proteggerli, così
possono essere inquadrati e
appesi – spiega – anche
perché spesso noi acquistiamo
i manifesti spiegazzati. Su tela
invece vengono valorizzati e
possono essere visti nella loro
bellezza». Il poster per via
dell’intelaiatura può costare un
po’ di più. Previati traccia una
breve storia delle origini del poster italiano: «Nel
1899 nasce il primo manifesto disegnato per la
Fiat da Giovanni Carpanetto, poi ne viene
realizzato uno sulla Società Anonima Incandescenza
Gas». Il commerciante trasmette la passione del
collezionista e sottolinea: «Dai manifesti si
possono ricavare informazioni sull’evoluzione
culturale e sociale di un’epoca, il poster ci informa
sui differenti movimenti artistici».
A proposito dei suoi clienti aggiunge: «Entrano
clienti di tutte le età. Chi ha più di 60 anni di solito
cerca manifesti di film classici, come quelli con
Gary Cooper, pellicole legate ai ricordi, oppure i
poster originali dei film con Audrey Hepburn, come
“Vacanze romane” o “Colazione da Tiffany”».
I NEGOZI (ANCHE SU INTERNET) DOVE SI POSSONO COMPRARE
ra i negozi che si occupano di manifesti pubblicitari d’epoca troviamo a
Torino “Fortunello”, centro
del collezionismo in via Arsenale 36 H. La maggior
parte delle “affiches” si trova al piano inferiore, dove ci
si può immergere nella
caccia al proprio manifesto preferito.
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La galleria “L’Image” di
Alassio (Savona), in via
Volta 29, è specializzata in
manifesti originali del XX
secolo. Si possono fare
anche acquisti online dal
sito all’indirizzo www.posterimage.it. Sempre sul
web sono molti i siti che
offrono poster in vendita:
www.allposters.it propone
ristampe e poster fotografici, ma non manifesti
d’epoca. Il sito è facilmente usabile per la suddivisione in cinema, musica,
sport, cultura americana,
vintage, fotografie, belle arti ed è considerato “il negozio di poster e stampe
più grande del mondo”.
Solo manifesti pubblicitari
originali
su
http://
pubblicita.intercardsrl.com/
che propone un catalogo
fotografico online suddiviso per genere (dalla birra
al ping pong, dal palio ai
tarocchi), basta un click
per avere le foto dei manifesti in vendita ed è possibile fare anche ricerche
partendo dal nome del di-
segnatore. Sono infatti molti gli artisti che hanno reso
speciali i manifesti: da Severo Pozzato in arte Sepo a
Marcello Dudovich, da Armando Testa a Osvaldo Cavandoli. Negli anni Venti tra i
protagonisti c’è l’innovatore
Dudovich. Poi negli anni
Trenta e Quaranta nascono
le grandi marche, disegnate
soprattutto da Cappielo e Sepo. Tra gli anni Trenta e Quaranta Gino Boccasile è uno
dei protagonisti, si arriva poi
agli anni Settanta e Ottanta
dove Armando Testa propone un nuovo modo di fare
pubblicità; per esempio è
sua l’immagine per il vermuth “Punt e mes” della
Carpano.
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euro e alcune “affiches”
hanno più che decuplicato il proprio valore. I “buoni”manifesti si stanno rivalutando di almeno un 10%
annuo”. Sfogliando un catalogo d’asta del 2003 si
scopre che un manifesto
telato della “Panettoni Alemagna” del 1953, disegnato da Lucien Bertaux,lungo
100 x 70 cm, era stimato
400 euro circa. «Spesso il
cliente segue le sue emozioni,– spiega Ernesto Previati,del negozio “Fortunello, centro del collezionismo” di Torino – ossia, se
fa il dentista, cerca una
pubblicità di un dentifricio; se ama una località
montana, cerca il manifesto che promuove quella
vallata».
OLTRE ALLA RÉCLAME
I POSTER DEI FILM
Oltre alle réclame di
prodotti, sono molto
gettonati i cartelloni di
film. Spulciando il catalogo d’asta troviamo il manifesto di “Incantesimo”, il
film del 1956 con Tyron
Power e Kim Novak, lungo 205 centimetri per 197,
stimato sui 1000 euro; o il
cartellone di “Colazione da
Tiffany”del 1962, con l’immagine di Audrey Hepburn, stimato sui 4mila.
A costi e dimensioni inferiori sulle bancarelle si
possono trovare le “locandine” cinematografiche,
lunghe 50 x 70 cm o le “fotobusta”da cinema, grandi
33 x 70 cm,vendute intorno ai 10-15 euro.
«Per le pellicole più recenti bisogna andare nelle
sedi della Servizi ausiliari
cinema (Sac).Tra l’altro i
manifesti dei film degli ultimi anni non sono ancora oggetto di collezione e
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perciò non costano molto»,
spiega Previati.
«Le sedi Sac distribuiscono il
materiale pubblicitario scritto in
italiano e per le
pellicole più recenti sono il luogo ideale dove fare acquisti
in quanto spesso le locandine avanzate vengono poi
gettate» precisa Giovanni
Spada, direttore della rassegna di pellicole Nona Visione.
Appassionano, infine, le
pagine di prodotti vari
strappate dalle riviste
d’epoca,poi rinforzate con
un supporto in tela o in
carta e vendute tra i 5 e i
15 euro l’una.
Sergio Demarchi
Il cartellone del
film “Colazione
da Tiffany”,
con l’immagine
di Audrey
Hepburn, qui
sopra, alle aste
è stato stimato
sui 4mila euro
PER GLI
INTENDITORI
olti dei segreti
delle “affiches”
si possono scoprire
grazie ai libri specializzati. Si può
iniziare con “Poster-art innovazione e
design di manifesti” di Charlotte Rivers
(edito da Logos, costa 29,95 euro), che
esplora le più innovative tendenze della
grafica pubblicitaria, raccoglie opere da
tutto il mondo e celebra il design dei
manifesti. Dal cinema alla musica, dalle
mostre alla politica, tutte le “affiches”
presentate nel volume hanno catturato
l’attenzione dei clienti dell’epoca.
Un altro è “Manifesti dello spumante
italiano” di Roberto Festi (a 19,90 euro,
edito da Priuli e Verlucca), con le
immagini dei migliori cartellonisti
italiani dedicate allo spumante. Molte le
immagini su “Un secolo di manifesti”
edito da Maioli, con la riproduzione di
circa 200 poster degli ultimi cento anni
(costa 52 euro ma è disponibile a 26
euro sul sito www.librincontro.it).
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Rc auto: oltre all’indennizzo diretto
anche meno truffe e false denunce
ministro per lo Sviluppo Economico, Pierluigi
Bersani, c’è l’indennizzo diretto. Questa procedura dal 1° febbraio di quest’anno si applica a tutti i
sinistri automobilistici, subiti con colpa parziale o
senza, che abbiano provocato danni al veicolo o lesioni di lieve entità alla persona.Il provvedimento che
ha approvato il regolamento del sistema del risarcimento diretto, nell’ambito
dell’assicurazione obbligatoria della responsabilità
civile per i danni derivanti
dalla circolazione stradale,
è il Dpr 254/2006.Obiettivo: far calare il costo delle
tariffe e il numero delle
truffe.
LA BANCA DATI
DEI SINISTRI
All’aumento dei costi
delle assicurazioni, hanno contribuito anche le
tante denunce di falsi sinistri fatte per anni.
Per ridurre questo fenomeno è stata così costituita presso l’Isvap, l’Istituto
di vigilanza sulle assicurazioni private, con il parere favorevole del Garante della
privacy,una banca dati dei
sinistri, per rendere più efficace la prevenzione e il
contrasto di comportamenti fraudolenti nel settore delle assicurazioni ob12
NOVEMBRE 2007
NOTES
bligatorie per i veicoli a
motore immatricolati in
Italia.Alla banca dati, alimentata mensilmente dalle imprese che esercitano
l’assicurazione auto, possono accedere per legge la
magistratura inquirente e
le forze di polizia giudiziaria. Sono previste misure
per garantire un alto livello di sicurezza, riservatezza, integrità, completezza
ed esattezza delle comunicazioni e dei dati; controlli periodici sugli accessi
(memorizzati nel sistema
informatico), verifiche da
parte dell’Isvap presso le
imprese sul rispetto delle
prescrizioni impartite con
il provvedimento e le relative circolari tecniche;modalità per assicurare l’effettivo esercizio dei diritti di accesso ai dati da parte delle persone interessate e degli altri diritti previsti dalla legge sulla privacy.
Per sinistro automobilistico si intende la collisione
tra due veicoli a motore
identificati e assicurati per
la responsabilità civile obbligatoria da cui siano derivati danni al veicolo o lesioni di lieve entità ai loro
conducenti (fino al 9% di
invalidità permanente),
senza coinvolgimento di altri veicoli responsabili.
Questa disciplina si applica
a tutti i veicoli immatricolati in Italia,nella Repubblica di San Marino e nello
Stato Città del Vaticano, se
assicurati con imprese con
sede legale in Italia o con
imprese che esercitino l’assicurazione obbligatoria responsabilità civile auto.
LA LIQUIDAZIONE
È PIÙ RAPIDA
Con la nuova disciplina la denuncia di sinistro automobilistico e la
conseguente richiesta di
risarcimento del danno
devono effettuarsi alla propria compagnia di assicurazione: sarà questa a gestire e rimborsare i sinistri al
proprio assicurato.Di conseguenza non si dovrà più
inoltrare la richiesta per il
risarcimento del danno alla compagnia di assicurazione del responsabile del
sinistro, così come avveniva in passato.
In sostanza, con questa
nuova procedura, si è fatta maggiore chiarezza anche
sulle modalità di attribuzione della responsabilità
dell’incidente con regole
precise per le varie casistiche.Come pure sono stati
stabiliti parametri chiari
per la valutazione dell’entità delle eventuali lesioni
riportate.Infatti il Modulo
Blu, ex Cid, correttamente
compilato e firmato da entrambi i conducenti, consentirà il dimezzamento
SE SI AGISCE IN GIUDIZIO
IL GOVERNO HA INTRODOTTO NON SOLO IL PAGAMENTO DEI DANNI DA PARTE DELLA PROPRIA ASSICURAZIONE,
MA ANCHE TUTTA UNA SERIE DI MISURE PER EVITARE ULTERIORI RIALZI DELLE TARIFFE DEL SETTORE
ra le principali noviTralizzazioni,
tà del pacchetto di libevolute dal
I
COME SI RICHIEDE IL RISARCIMENTO
La richiesta di
risarcimento, nell’ipotesi
di danni al veicolo e alle
cose, deve contenere:
1) i nomi degli assicurati
aventi diritto e i loro
rispettivi codici fiscali;
2) le targhe dei due
autoveicoli coinvolti;
3) l’indicazione di luogo,
giorno e ora in cui le
cose danneggiate sono
disponibili per l’ispezione
diretta ad accertare
l’entità dei danni;
4) la denominazione delle
compagnie assicurative
dei rispettivi autoveicoli;
5) la descrizione delle
circostanze e delle
modalità del sinistro;
6) le generalità di
eventuali testimoni;
7) l’indicazione
dell’eventuale intervento
degli Organi di Polizia.
Entro il termine di 60
giorni dalla ricezione
della documentazione,
dei tempi necessari per ottenere la liquidazione.
Inoltre, a ogni assicurato,dovrebbe essere riconosciuta una liquidazione dalla propria compagnia, in
tempi più brevi e con modalità più semplici.Addirittura alcune compagnie
stanno fornendo agli assi-
l’assicurazione dovrebbe
formulare una congrua
offerta per il risarcimento
o comunicare i motivi
per i quali non ritiene di
fare alcuna offerta.
Questo ultimo obbligo,
da parte della compagnia
assicurativa, sussiste
anche in caso di sinistri
che abbiano causato
lesioni personali e/o
decessi: la richiesta
dovrà essere presentata
dal danneggiato o dagli
aventi diritto seguendo le
stesse modalità già
descritte e in più occorre
indicare:
1) i dati relativi all’età;
2) l’attività lavorativa che
svolge il danneggiato;
3) il suo reddito;
4) l’entità delle lesioni
subite;
5) l’attestazione medica
che prova l’avvenuta
guarigione della persona
danneggiata, con o
curati il servizio “carrozzerie convenzionate” presso
cui far riparare il proprio
veicolo senza anticipo di
danaro. Per quanto riguarda le modalità, a seguito di
soli danni alle cose, il danneggiato che si ritiene non
responsabile del sinistro,
rivolge la richiesta di risar-
senza postumi
permanenti;
6) la dichiarazione del
danneggiato attestante
che lo stesso non ha
diritto ad alcuna
prestazione da parte
di istituti che gestiscono
assicurazioni sociali
obbligatorie.
Nell’ipotesi di
dichiarazione positiva,
l’impresa di
assicurazione è tenuta a
dare comunicazione al
competente ente di
assicurazione sociale e
potrà procedere alla
liquidazione del danno
solo previo
accantonamento di una
somma che copra il
credito dell’ente per le
prestazioni erogate o da
erogare.
In caso di decesso è
necessario allegare lo
stato di famiglia della
vittima.
cimento all’impresa con
cui ha stipulato il contratto
relativo al veicolo utilizzato e lo farà con una lettera
raccomandata con avviso
di ricevimento o a mezzo
telegramma o fax. Qualora
non sia escluso espressamente dal contratto, la richiesta potrà essere inol-
I termini per proporre l’azione giudiziaria per il risarcimento dei danni
causati dalla circolazione dei veicoli e
dei natanti, per i quali vi è l’obbligo di assicurazione, sono 60 giorni per i danni
a cose e 90 giorni alla persona, che decorrono dal giorno in cui il danneggiato ha richiesto all’assicurazione il risarcimento del danno a mezzo lettera raccomandata con avviso di ricevimento.
Invece il termine di prescrizione dell’azione, in base all’articolo 2947 del
codice civile, è pari a due anni. Infatti
la legge presume che un diritto non
esercitato per un determinato periodo di
tempo sia stato abbandonato e lo considera estinto.
La prescrizione quindi è un modo di
estinzione dei diritti ispirata dalla necessità di evitare il permanere di situazioni di incertezza all’interno dell’ordinamento giuridico. Comunque, la Corte
di Cassazione ha più volte specificato
come il termine di prescrizione cominci a decorrere non dal giorno del verificarsi dell’evento dannoso (e dunque
dal sinistro) ma dal momento in cui il danno sia divenuto riconoscibile.
Per completezza d’informazione è
opportuno sapere che l’articolo 143 del
nuovo Codice delle assicurazioni prevede che in caso di omessa presentazione della denuncia di sinistro si applichi
l’articolo 1915 del c.c.: questa norma
stabilisce che quando, dolosamente,
l’assicurato non adempie l’obbligo dell’avviso perde il diritto all’indennità. Viceversa se questa inadempienza è solo colposa è riconosciuto all’assicuratore il diritto di ridurre l’indennizzo in ragione del pregiudizio sofferto.
trata anche per via telematica. A seguito di ciò la
compagnia d’assicurazione, che riceve la richiesta,
ne dà immediata comunicazione all’assicurato ritenuto responsabile dell’incidente e alla sua compagnia
assicurativa.
Stefania Sannino
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I CONSIGLI PER DECIDERE
DA LUGLIO SI PUÒ
VALUTARE A QUALE
SOCIETÀ RIVOLGERSI
CONFRONTANDO
OFFERTE E PREZZI.
MA QUESTA
OPPORTUNITÀ NON È
ANCORA MOLTO
NOTA, IN QUANTO SI
SCONTRA CON UNA
PRASSI DURATA
DECENNI E LE NORME
SONO POCO CHIARE
L’energia è libera per tutti
e si può scegliere il fornitore
al primo di luglio,
conseguenza
Ddellacomeliberalizzazione
del settore dell’energia,
i consumatori domestici possono acquistare
l’energia elettrica per le
proprie abitazioni, scegliendo tra diversi fornitori presenti sul mercato.Ma
probabilmente in pochi lo
sanno: questa libertà di
scelta per il momento è
più sulla carta che nella vita quotidiana. C’è da spe-
rare, quindi, che questo
processo di liberalizzazione abbia più fortuna di
quello seguito dal mercato del gas dove, a oltre un
anno di distanza,non si è assistito a lotte tra i fornitori
per conquistare i clienti a
suon di sconti e servizi.
Di certo la liberalizzazione di questi settori deve
fare i conti con l’abitudine dei consumatori a non
scegliere:per anni elettricità e gas sono arrivati in ca-
sa grazie all’unico operatore presente in zona a un
prezzo prefissato e uguale per tutti. Ma almeno in
questa prima fase sono
mancate le offerte da parte delle aziende che hanno preferito attendere la
definizione del quadro
normativo, perciò si può
prevedere che qualche segnale di vivacità nel comparto arrivi con l’inizio dell’anno nuovo. Diverse, del
resto, le novità normative:
in primo luogo fino al 30
giugno scorso, l’energia si
pagava a tariffa prestabilita dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas (la D2
o la D3) e i fornitori potevano poi offrire altre soluzioni,come le opzioni “biorarie”, pensate per chi utilizza gli elettrodomestici
soprattutto di sera o nel fine settimana.
Ora, invece, l’Autorità si
limita a stabilire la tariffa
solo per alcune voci di co-
L’ASSICURAZIONE PER TUTELARSI DAGLI INCIDENTI DA GAS
Da ottobre è in vigore la versione
aggiornata della polizza per i
clienti finali civili serviti da una
rete di distribuzione del gas.
Questa assicurazione è inclusa
nella bolletta e copre gli incidenti
14
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da gas che avvengono una volta
superato il contatore, quindi tutto
l’ambito domestico. Oltre a
costare di meno (il premio è stato
ridotto del 25% rispetto alla
precedente) la nuova polizza ha
massimali leggermente più alti:
per la responsabilità civile copre
fino a 6,5 milioni di euro, 130mila
per infortuni alle persone, 110mila
per danni agli immobili e, infine,
45mila euro per danni alle cose.
sto: servizi di trasmissione,
distribuzione e misura e gli
oneri generali di sistema.Il
prezzo dell’energia, invece, può essere fissato da
ciascun operatore ed è qui
che dovrebbero vedersi gli
effetti della concorrenza.
Il cambio di regime, inoltre, comporta agevolazioni
sociali e sconti per gli utenti più bisognosi. Ma anche
qui il Governo ha fornito
in ritardo le indicazioni e
quindi nella prima fase del
libero mercato si è tenuto
inalterato il quadro preesistente, tanto che la stessa
Autorità ha dato delle disposizioni per la gestione
di un “periodo di transizione”.In questa situazione intermedia sono anche state
sospese le tariffe biorarie
e multiorarie per dare tempo all’Autorità di studiare
nuove opzioni.
In particolare è stato
chiesto ai distributori di riprogrammare i misuratori
su tre fasce orarie uguali
per tutti sulla base delle
quali poi elaborare le offerte. Obiettivo finale è avere
sì concorrenza di offerte e
di prezzi, ma all’interno di
un quadro ben definito e
con regole tali da permettere al consumatore di confrontare in modo semplice
ed efficace le varie soluzioni evitando di assistere alla nascita di un mercato libero ma anche selvaggio.
SI PUNTA SUL SERVIZIO
MA MENO SUGLI SCONTI
Tenuto conto che alla
fine di settembre non
erano ancora state decise queste nuove disposizioni, è normale che
il mercato sia partito al
rallentatore. Tuttavia alcune aziende si sono mosse e qualche indicazione si
er sfruttare le opportunità derivanti dalla
concorrenza tra operatori ci sono due vie:
aspettare che arrivi
un’offerta o guardarsi
intorno e cercare l’opzione più vantaggiosa.
L’Autorità per l’energia
elettrica e il gas ha pubblicato sul suo sito web
(www.autorita.energia.it)
un elenco di fornitori
che rispettano i requisiti di affidabilità contenuti nella Delibera 134/07.
Si può così accedere a
nome, numero di telefono e sito web per verificare l’esistenza di offerte. Perché, va ricordato,
esistono fornitori che
operano solo in ristrette
zone del territorio e
quindi, anche se sono
molto competitivi, non
è detto che si possa diventare loro clienti.
P
Inoltre, per valutare meglio un’offerta, è stato
deciso che il fornitore
presenti al potenziale
cliente una scheda con
i costi calcolati per 5 diversi livelli di consumo e
il raffronto di questi costi con le condizioni
standard previste dall’Autorità.
È prevista, infine, la realizzazione di ulteriori
strumenti di confronto,
quali siti web dedicati
all’argomento, anche in
collaborazione con le
associazioni di tutela dei
consumatori.
può dare. In ogni caso il risparmio per il consumatore finale non sarà molto
elevato. Le prime offerte
lanciate sul mercato prevedono uno sconto di circa
il 4% sul costo dell’energia
e non su tutte le voci che
compongono la bolletta.
Per una famiglia media ciò
significa un risparmio di
30-40 euro all’anno.
Non mancano, invece,
le soluzioni integrate proposte dagli operatori che
vendono gas ed energia.
In questo caso il vantaggio è di uno sconto sull’energia sempre del 4%
circa e i benefici derivanti dalla scelta di un unico
fornitore: si parla con un’azienda sola, si semplificano le pratiche ecc. Infine,
vanno di moda le offerte
di “energia verde”, cioè ottenute da fonti rinnovabili: il cliente si assicura così
che l’energia da lui utilizzata sarà prodotta solo tramite fonti rinnovabili (in
Italia si tratta per lo più di
energia idroelettrica).Tuttavia questa soluzione anziché un risparmio può
talvolta comportare una
maggiorazione di costo
per il consumatore.
Quanto ai vantaggi per
i consumatori collegati alla realizzazione del libero
mercato, gli operatori comunque sottolineano che
si vedranno più dal punto
di vista dei servizi che sul
fronte degli sconti.Va detto però che al fornitore di
energia elettrica si chiede
soprattutto la regolarità
del servizio e costi bassi.
Ad oggi, in effetti, grandi
innovazioni sui servizi non
si sono viste, ma forse
qualcosa cambierà a partire dai prossimi mesi.
Matteo Martegani
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Università,
gli studi
li finanziano
le banche
ra prestiti, assegni e
buoni sconto molte
Tbanche
offrono la possibilità di finanziare gli
studi, per far fronte a
“caro-libri”, tasse universitarie o alle rate di
un master. Basti pensare
che frequentare un ateneo
in Lombardia (compresi
vitto, alloggio, trasporti e
accessori), secondo il Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario, già nel 2002 costava a un fuorisede oltre
6mila euro l’anno e la metà per i residenti. Sono però concessi benefici fiscali (detrazione del 19%) alle spese per l’istruzione:
corsi degli atenei pubblici
o corsi privati assimilabili
agli universitari; agevola-
zioni anche per gli affitti,
legge 431/98,se lo studente frequenta a più di 100
chilometri dal Comune di
residenza e in una provincia diversa.
Fino al 31 dicembre, fra
le altre, è valida la proposta di Poste Italiane: i correntisti BancoPosta (il canone annuo del conto è di
30,99 euro) possono ricevere mille euro per ogni figlio iscritto alle scuole medie o superiori e 2mila per
quelli iscritti all’università,
a corsi professionali o di
specializzazione, anche
post laurea; si può fare richiesta negli uffici postali o
sul sito www.poste.it. e
ogni famiglia può ricevere
al massimo 4mila euro. Le
tasse ammontano a 14,62
Durata max
Tan
(min-max)
(mesi)
(%)
(%)
Poste Italiane (per correntisti Bancoposta)
1.000 - 4.000
24
6
6,19
Cariparma
500 - 10.000
48
6,5
7,125
Taeg
1.500 - 10.000
70
6,95
-
Gruppo Monte dei Paschi di Siena (2)
2.500 - 15.000
48
6,95
14,71
Banca di Roma
2.500 - 30.000
114
da 0 a 9,9
(3)
-
500 - 1.500
6
0
0
5.000 - 30.000
96
6,32 (4)
-
Bcc Romagna Est
Intesa San Paolo (Bridge)
I titolari di Conto giovani 18-26 possono avere fino a 3mila euro a tasso 0 (in 8 mesi).
(2) Fino a 2.500 euro non è richiesta la certificazione del reddito, ma solo l’iscrizione al
corso di laurea o master.
(3) Il periodo pre-ammortamento (non si pagano le rate) è di massimo 30 mesi, durante il
quale il tasso d’interesse è azzerato.
(4) Valido fino al 30 giugno 2008 (per le modalità di calcolo consultare il sito
www.intesabridge.it); non sono richieste garanzie.
(1)
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Le clonazioni, i furti, le frodi?
Il vero pericolo è la distrazione
furti di
C lonazioni,
identità, frodi portate
Importo finanziabile
Banca Popolare di Lodi
G
NEL 56 PER CENTO DEI CASI, CHI SEGNALA LO SMARRIMENTO DELLE PROPRIE CARTE DI PAGAMENTO AMMETTE
DI AVERLE PERSE. E LO STESSO DISCORSO VALE ANCHE PER CHI NON TROVA PIÙ I SOLDI CHE AVEVA IN TASCA
LE OPPORTUNITÀ
(1)
A
PER AIUTARE LE FAMIGLIE
NELLE SPESE PER I LIBRI DI TESTO
E LE TASSE DEGLI ATENEI, DIVERSI
ISTITUTI PROPONGONO PRESTITI,
ASSEGNI E ANCHE DEGLI SCONTI
Le soluzioni a tasso fisso da confrontare
Istituto
L
euro (fino a 18 mesi;oltre,
lo 0,62% del capitale finanziato).Il prestito può essere rimborsato in 12 o 24
rate mensili addebitate sul
conto.I vantaggi:zero spese per l’istruttoria della
pratica, il pagamento delle rate e l’invio annuale delle comunicazioni.Con mille euro da restituire in un anno, applicando il Taeg del
6,19% la rata sarà di 86,15
al mese; raddoppiando i
tempi,diventa di 44,41.La
differenza,in termini di interessi, è di circa 32 euro.
Il Taeg (tasso annuo effettivo globale) è una misura del costo totale del finanziamento, comprende
quasi tutti gli oneri,quindi
è utile nel confronto di più
offerte, a condizione però
che i prestiti abbiano le
stesse caratteristiche: importo e durata. Comprende spese di istruttoria e
commissioni bancarie,ma
le spese assicurative (se facoltative) possono essere
fuori.A parità di importo,
il Taeg si riduce con una
maggiore durata del prestito e,a parità di durata,si riduce se aumenta l’importo prestato.In caso di estinzione anticipata,non si pagano gli interessi non ancora maturati ma una penale;le commissioni pagate prima però non vengono
rimborsate.«Verificate il pe-
riodo di rimborso e la possibilità di farcela realisticamente, in quanto il massimo ottenibile è ritardare
l’inizio del pagamento –
suggerisce Fabio Picciolini, responsabile Credito e
finanza di Adiconsum –.Se
aderite a una promozione,
attenti che duri nel tempo
e non spuntino commissioni».Offerte a tassi agevolati sono state sperimentate
dalle Banche di credito
cooperativo. La Romagna
Est (province di Rimini e
Cesena) prevede un prestito “Valore Scuola”.Per i libri
il massimo è 500 euro,per
pagare l’ateneo 1.500. Le
condizioni: tasso zero, restituibile tramite 6 rate
mensili, senza spese di
istruttoria e di incasso della rata.Per studenti dai 14 ai
27 anni di Brescia,Verona e
Mantova la Bcc del Garda di
Montichiari propone il
Conto Bambù:2 mila euro
il tetto del finanziamento
per libri e atenei; 8 mila
per corsi post-laurea e master. A Leverano (Lecce) si
possono avere 300 o 500
euro per medie o superiori. Infine, assegni per l’acquisto di libri e materiale
per la Bcc marchigiana di
Recanati e Colmurano e
buoni sconto a Pontassieve e Impruneta, in Toscana, per i figli dei clienti.
Andrea Paternostro
a termine via Internet:
parlando di carte di credito, buona parte degli
italiani ritiene che queste siano le maggiori
minacce nei confronti
della sicurezza di questi
strumenti di pagamento. Invece, i dati diffusi da
Cpp Italia, divisione presente nel nostro Paese di
uno dei principali operatori europei nel settore della protezione delle carte,
confermano che il primo
pericolo è la disattenzione
degli stessi titolari.
Su cento segnalazioni arrivate alla centrale d’allarme
di Cpp Italia negli ultimi
sei anni, più di 56 riguardano lo smarrimento del
portafoglio o della borsa
in cui erano custodite le
carte. In particolare, se nel
2001 in 43 casi su 100 la
centrale d’allarme era contattata a seguito di smarrimento delle carte di pagamento,nel 2006 questo valore è salito a 65 casi su
100.I furti,tuttavia,non sono da sottovalutare, dato
che rappresentano quasi il
43% delle richieste d’aiuto.Ma pure in questa ipotesi,lasciare la borsa o il portafoglio incustodito sulla
scrivania del posto di lavoro o non tenerli d’occhio
mentre si è in un locale
pubblico, può agevolare
l’attività dei ladri.Anche
perché furti e smarrimenti avvengono soprattutto
in luoghi pubblici e frequentati: in strada, al bar o
al cinema,nonché sul posto
di lavoro. Solo un sinistro
su dieci invece accade tra
le mura domestiche.
I dati raccolti da Cpp Italia testimoniano inoltre
che le clonazioni sono un
fenomeno marginale: solo
lo 0,26% delle richieste.
Tuttavia, anche in questo
caso, il titolare, tramite il
suo comportamento, può
incrementare la sicurezza:
la carta non va mai persa
di vista,nemmeno quando
la si consegna per effettuare un pagamento. È buona
regola, inoltre, osservare
con attenzione gli sportelli automatici da cui si prelevano contanti, per individuare eventuali manomissioni o la presenza di
dispositivi insoliti, come
piccole telecamere con cui
i truffatori prendono nota
dei codici personali. Va comunque sottolineato che
la clonazione spesso avviene a insaputa degli stessi
esercenti. In tempi recenti si sono ripetuti casi in
cui i truffatori sono entrati nei negozi o nei centri
commerciali di notte,hanno manomesso i Pos (i dispositivi in cui va inserita la
carta) e poi li hanno richiusi senza che dall’esterno si potesse notare nulla
di diverso. Invece, grazie
alle modifiche fatte, tutte
le informazioni relative alle carte di pagamento “strisciate” nei Pos sono finite
in loro possesso.
Quanto evidenziato da
una ricerca statistica sulle
carte di pagamento vale
anche per i contanti. La
mancanza di prudenza
può comportare lo smar-
Un nuovo tipo di
truffa è quella del
finto funzionario
di banca il quale,
dopo che si è
prelevato allo
sportello, con una
scusa si avvicina
e cerca di
sostituire i soldi
con altri falsi
rimento degli stessi o il
furto da parte di terzi, magari anche tramite truffe
più o meno articolate.
La Polizia di Stato, che
periodicamente riporta
l’attenzione sulle truffe a
danno soprattutto degli anziani,ha elencato le situazioni più frequenti:accanto a
quelle ormai “classiche”,
dei finti funzionari Inps o
Enel o di società del gas
che entrano in casa e poi rubano quanto trovano a
portata di mano, viene segnalato per esempio il falso funzionario di banca
che segue una persona
che ha appena prelevato i
contanti,dopo di che chiede di poter controllare il
denaro perché c’è stato un
errore ma in realtà è uno
stratagemma per sostituire soldi veri con altri falsi.
Matteo Martegani
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Al supermercato, l’uso di carte
ha fatto scomparire i contanti
LA GRANDE DISTRIBUZIONE OFFRE AI CLIENTI
LE COSIDDETTE “CO-BRANDED”. SONO LEGATE
A UNA SINGOLA CATENA, MA RIENTRANDO
IN UN CIRCUITO INTERNAZIONALE POSSONO
SERVIRE PER PAGARE ANCHE ALTROVE
dei supermerA llecaticasse
sempre più frequentemente si vedono arrivare in fila persone con in
mano almeno due carte
plastificate. Di solito una
è la carta fedeltà, che permette la raccolta dei punti per ricevere gli ambiti
premi, l’altra può essere
una carta di credito, per
esempio, una carta “revolving”– che permette di rateizzare la spesa, stando
però molto attenti ai tassi
di interessi che vengono
poi praticati – oppure una
carta di credito a saldo.
Va però precisato che
diffondere l’uso delle carte anche per transazioni
di piccoli importi deve
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comportare che il pagamento sia competitivo anche in termini di comodità e performance rispetto
all’impiego del contante.
Le carte di credito “a saldo” consentono, rispetto
appunto al pagamento in
denaro, l’addebito posticipato e in un’unica soluzione delle spese effettuate
nell’arco di un mese sul
conto corrente del loro
possessore. L’addebito,
poi, di solito avviene entro i primi 15 giorni del
mese successivo.
Si tratta di uno strumento ancora poco conosciuto, ma in crescita e conveniente – considerato che
non vi sono interessi da
pagare – in un mercato
italiano dei sistemi di pagamento che diviene sempre più europeo e impone adeguamenti normativi, tecnologici e procedurali che rappresentano per
tutti gli addetti ai lavori
una grande sfida.
Secondo i dati dell’Osservatorio Cards, il 38%
degli italiani ha una carta di
credito e tra questi un
quarto ne ha due o più. La
metà dei possessori la utilizza una o più volte a settimana. Il 12% degli italiani ha una carta prepagata,
accettata dal 74% degli
esercizi commerciali.Ancora, per il 17% dei negozi, il numero di operazioni con Pagobancomat supera le 200 mensili, mentre,
per le carte di credito,
questa soglia è superata
nel 14% dei negozi.
LE CARD GIÀ
IN CIRCOLAZIONE
Se il tentativo di trasferire sulle carte di pagamento gran parte
delle transazioni effettuate
con i contanti è visto
con
grande favore in tutta Europa,
l’Italia deve
esortare questo cambiamento per allinearsi quanto prima
agli altri Paesi europei. Ma gli acquirenti italiani stanno,
C
giustamente, diventando
molto selettivi sulle condizioni di utilizzo e i servizi offerti.
Ecco allora che nella
Grande distribuzione organizzata (Gdo) tutti i
maggiori player del settore stanno offrendo carte
di credito a saldo, anche
se in alcuni casi la stessa
carta può essere utilizzata sia in modalità revolving o, appunto, nella modalità “a saldo”e a scegliere è proprio il cliente, anche al momento di effettuare l’acquisto. È il caso,
per esempio, della tanto
pubblicizzata “Lidl card”,
che consente entrambe le
modalità, con una buona
convenienza anche nella
modalità revolving, mentre nella modalità “a saldo”il conto è addebitato al
5 del mese successivo, come avviene per la carta
“Spesa in” della Coop.
Alla fine del mese sono
addebitati gli acquisti con
la carta Esselunga “Fidaty
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LE QUATTRO PROPOSTE
Oro”, il 15 del mese successivo quelli di “Carta Auchan-Accord”, e condizioni simili sono offerte dalla carta “SuperCredit” della Pam, che però è anche
una carta di credito cobranded.
Le cosiddette “co-branded”, cioè collegate a una
particolare catena distributiva, fanno parte di un
circuito internazionale (Visa o Mastercard), da ciò
deriva la loro definizione,
e possono quindi essere
utilizzate in qualsiasi altro
luogo, pur conservando
anche i vantaggi previsti
per l’uso esclusivo all’interno della catena distributiva stessa.
“La distribuzione commerciale – secondo quanto si legge in una recente
ricerca dell’Osservatorio
sul credito al dettaglio (Assofin-Crif-Prometeia) – ha
sicuramente incentivato il
ricorso al credito al consumo e svolto un ruolo di
acceleratore del processo
di familiarizzazione del
credito nella gestione dei
flussi finanziari, attribuendogli un duplice significato: da un lato, facendola
considerare una modalità
di pagamento piuttosto
che di indebitamento, dall’altro, rendendola una variabile del marketing mix”.
Marco De Ciuceis
A SALDO L’ammontare speso
in un certo periodo di tempo,
cumulato tramite il POS, viene
pagato in un’unica soluzione a
fine mese o entro i primi 15
giorni del mese successivo.
Il che significa meno movimenti
in conto corrente e la possibilità
di ripristinare certe somme con
gli accrediti dello stipendio
prima dell’addebito a saldo e
senza la corresponsione di
interessi.
REVOLVING Il credito
disponibile non è vincolato
all’acquisto di uno specifico
bene o servizio. L’aspetto è
quello di una comune carta di
credito, ma si deve sapere che si
sta accedendo a una forma di
prestito su cui si dovranno
pagare gli interessi. La somma
disponibile può essere utilizzata
per acquisti in tutti i negozi
convenzionati o per prelevare
contante presso gli sportelli ATM
Postamat (Poste italiane).
Il rimborso della somma spesa si
ha con versamenti rateali
mensili, così come per un
prestito personale ma, a
differenza di questo, a ogni rata
versata si ricostituisce il credito
disponibile sulla carta al netto
degli interessi (o per la sola
quota capitale). In questo modo,
la carta revolving consente di
avere sempre a disposizione una
linea di credito utilizzabile in
ogni momento. L’addebito della
rata in genere avviene sul conto
corrente, però, talvolta, è
possibile pagare con i bollettini
postali. La durata del prestito è
variabile e teoricamente infinita,
dal momento che dipende
dall’uso della carta di credito.
Dunque, si può comprare un solo
bene, pagare tutte le rate ed
estinguere la carta, o utilizzare
ripetutamente il credito che si
ricostituisce a ogni rimborso
della rata mensile.
PRESTITO PERSONALE
Prevede il pagamento di un
numero prefissato di rate in
relazione generalmente
all’acquisto di un determinato
bene o servizio e l’estinzione
alla scadenza. In particolare,
differisce dalla carta di credito
revolving, che prevede un
numero variabile di rate, in
relazione al suo utilizzo: ogni
rata versata, infatti, comporta il
ripristino della disponibilità sulla
carta (per la sola quota capitale),
che potrà essere utilizzata per
successivi acquisti.
CARTA PREPAGATA
Al momento della richiesta si
“carica” la carta con l’importo
desiderato. Dopo di che, in
seguito, si potrà spendere tale
importo effettuando acquisti
attraverso il circuito Visa o
Mastercard sia online che nei
negozi. Alcune di esse sono “cobranded”, sono facili e veloci da
ottenere, spesso infatti si
possono richiedere direttamente
presso gli sportelli della banca
emittente e immediatamente
dietro presentazione di un
documento di identità e il
pagamento dell’importo di
ricarica e non ci sono interessi
da pagare: l’importo presente
sulla carta viene pagato in
anticipo quando si effettua la
ricarica. Rappresentano
un’ottima soluzione per chi non
dispone di un conto corrente
bancario. Alcuni istituti di
credito, inoltre, hanno introdotto
carte esclusivamente destinate
ai giovani o agli studenti ai quali
in genere viene negata una carta
di credito tradizionale per la
mancanza di un reddito fisso.
Bisogna però fare attenzione ai
costi accessori, molte richiedono
una quota di attivazione tra i 5 e
i 30 euro e il costo di ogni
ricarica può arrivare addirittura
fino a 5 euro.
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LE STELLE SEGNALANO RISCHI E RENDIMENTO
n seguito alla crisi dei mutui americani, le
agenzie di rating sono finite sotto accusa per
i metodi di valutazione troppo “allegri”. Vorrei
avere maggiori informazioni sull'affidabilità del
Gioele (mail)
Rating Morningstar.
I
I Premetto che Morningstar non attribuisce il rating alle obbligazioni, ma solo ai fondi e, negli Stati Uniti, alle azioni. Inoltre le stelle non hanno
l'obiettivo di dare un giudizio sul grado di solvibilità di uno Stato sovrano o di una società, ma
di esprimere in modo semplice e intuitivo il profilo di rischio/rendimento di uno strumento di investimento.
L’attuale metodologia è stata adottata nel 2002 ed
è stata innovativa per diverse ragioni, tra cui la
principale è l'introduzione di una particolare misura del rischio, detta funzione di utilità, secondo
la quale l’investitore è avverso al rischio, quindi
preferisce ottenere rendimenti regolari nel tempo
piuttosto che picchi di guadagni e perdite. Negli
Stati Uniti, il Rating è stato testato anno per anno, dal 2002 a oggi, per valutare quanto fosse
predittivo di un buon profilo di rischio/rendimento per ciascun fondo.
Lo studio ha messo in luce che i fondi a cinque
stelle hanno di poco sovraperformato i quattro
stelle, i quattro stelle i tre stelle, e così via.
Inoltre, confrontando gli opposti, si nota che i cinque stelle hanno reso più di quelli a una stella con
un buon margine di vantaggio. È bene ricordare
che il Rating da solo non basta per selezionare i fondi, ma è un buon punto di partenza, che poi va
combinato con altri fattori, anche individuali (obiettivi di investimento, profilo di rischio, ecc.).
I FONDI 130/30 NON DANNO
TANTA SICUREZZA
Ho chiesto al mio consulente informazioni
per investire in hedge fund, ma mi ha detto che
la soglia minima è di 500 mila euro. Non avendo a disposizione tale somma, il promotore mi
ha suggerito i fondi 130/30. Che tipo di prodotGiovanni - Bergamo
ti sono?
I I fondi 130/30 adottano strategie simili agli hedge fund. Sono anche detti long/short perché investono il 130% del patrimonio disponibile in posizioni lunghe, ossia acquistando titoli che stima-
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no sottovalutati, e adottano posizioni corte, utilizzando derivati, per il 30% degli asset, cosicché
l’esposizione netta alle azioni è del 100%.
Il gestore cerca di generare valore aggiunto separando i titoli con le migliori prospettive di crescita da quelli che si prevede rendano meno del mercato. Sono strumenti di nuova generazione, resi
possibili dalla direttiva comunitaria Ucits III, che ha
aumentato la flessibilità di gestione dei fondi. Rispetto ai prodotti tradizionali, hanno il vantaggio di
poter assumere posizioni corte, pur non potendo
vendere allo scoperto come gli hedge fund.
Questa facoltà consente loro di generare rendimenti non solo selezionando i titoli migliori, ma
scommettendo anche sul ribasso dei peggiori. In
questo processo, grande importanza ha la selezione delle azioni, che spesso è realizzata con modelli quantitativi.
La strategia implica diversi rischi, primo fra tutti quello
di fare peggio del mercato di riferimento.
Risparmio gestito
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LE PICCOLE SOCIETÀ
E L’INSTABILITÀ
Ho 5 mila euro da investire e mi piacerebbe
comprare quote dell'Oyster European small cap,
che ha cinque stelle di Rating Morningstar. Quali sono le prospettive per questo segmento di
Lucia - Varese
azioni e per il fondo?
I Le Borse stanno attraversando una fase di instabilità, caratterizzata da accentuate oscillazioni al
ribasso e al rialzo. In questo contesto, solitamente, le società a larga capitalizzazione si comportano meglio di quelle piccole, perché risentono
meno della volatilità. Tuttavia, l'universo delle small
cap europee è ampio, oltre 15 mila titoli, per cui i
gestori sono convinti esistano ancora buone opportunità di investimento.
Hubert Mathet, gestore dell'Oyster European small
cap, ricerca le aziende che sono sottovalutate rispetto al fatturato, agli utili e ai dividendi e che, di conseguenza, sono meno esposte alle fasi di ribasso. Il manager è interessato anche alle imprese
monopoliste nel settore di appartenenza, a quelle
in fase di ristrutturazione o che hanno cambiato
i vertici aziendali. Per controllare il rischio adotta
varie strategie tra cui un’ampia diversificazione e
vincoli (stop loss) per evitare perdite consistenti su
un singolo titolo.
di Sara Silano
www.morningstar.it
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indipendente, è leader mondiale nell’analisi e valutazione
del risparmio gestito.
Morningstar e i suoi
dipendenti non forniscono alcun tipo di
consulenza, né su investimenti né su specifici fondi.