programma di sala

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programma di sala
PROSA
2005-2006
martedì 7, mercoledì 8, giovedì 9, venerdì 10, sabato 11, domenica 12 marzo
ore 21
TEATRO CAVALLERIZZA
Una produzione
Mercadante Teatro Stabile di Napoli
in collaborazione con Fondazione Teatro Stabile di Torino
ELETTRA
un progetto di
di Hugo von Hofmannsthal
Andrea De Rosa e Hubert Westkemper
con
Frédérique Loliée - Elettra
Maria Grazia Mandruzzato - Clitennestra
Moira Grassi - Crisotemide
Gabriele Benedetti - Oreste
regia Andrea De Rosa
suono Hubert Westkemper
scene Raffaele Di Florio
costumi Ursula Patzak
luci Enrico Bagnoli
musiche Giorgio Mellone
aiuto regia Flaminia Caroli
ELETTRA
di HUGO VON HOFMANNSTHAL
Il tempo sembra bloccato. Tutto è immobile, da anni. Le azioni si ripetono sempre
uguali, i riti si sono svuotati di senso, le parole faticano a trovare una strada. Come
nella Elettra di Sofocle, cui questa è direttamente ispirata, si attende o si teme l’arrivo
di Oreste, che verrà un giorno per uccidere la madre, Clitennestra. Ma il senso greco
dell’ordine da ristabilire, che si accompagna a questa azione, si è come indebolito, si
fa fatica a credere che egli verrà davvero, si stenta a ricordare perché. In questo tempo
sospeso, i personaggi sembrano guardare in uno specchio rovinato ed opaco: aguzzano
la vista, nella speranza di rintracciare un’origine, cercano un’immagine di sé che vogliono
pura, al di sotto dei mille strati che il tempo vi ha steso sopra, ma più si avvicinano alla
superficie riflettente, più essa si rivela irreparabilmente corrotta e deformata.
Il senso di nostalgia per la purezza di quella immagine, il dolore che si scopre con la
sua perdita, l’incapacità di trovare le parole giuste per raccontarlo, mi sembrano gli
elementi chiave per la messa in scena di questo testo.
Andrea De Rosa
Il pubblico ascolta lo spettacolo attraverso una cuffia stereofonica, per mezzo di una
tecnica di ripresa del suono detta olofonica. Questo sistema permette di avere una
percezione dello spazio molto dettagliata e sorprendentemente realistica. L’indossare
una cuffia viene presto dimenticato a vantaggio di una sensazione di immersione totale
nello spazio scenico.
Hubert Westkemper
Andrea De Rosa, laureato in
filosofia, ha lavorato come aiuto
regista, sia in teatro che al cinema, soprattutto al fianco di
Mario Martone.
Ha diretto i cortometraggi Appunti per una fenomenologia
della visione (1994), premiato
al Festival Internazionale Cinema Giovani di Torino, Trenta
secondi dalla fine (1994), Sul
limite (1996), Il sesso (1997),
Maus (1998) e La visita (2002).
In teatro ha firmato le regia di
Encomio di Elena da Gorgia da
Lentini (1997), Le Troiane di
Euripide (1999), Il decimo anno
da Euripide ed Eschilo (Orestiadi di Gibellina, 2000). Nel 2004
ha realizzato la sua prima regia
lirica con Idomeneo re di Creta
di Mozart, per il Teatro Comunale di Trento. Nel 2004, prodotto dal Mercadante Teatro
Stabile di Napoli, ha debuttato
con Elettra di Hugo von Hofmannsthal. A partire da novembre 2005 porterà in scena, al
Teatro Comunale di Trento, la
trilogia delle Church Parables
(Curlew river, The prodigal son,
The burning fiery furnace) di
Benjamin Britten.
Un progetto che nasce dall’idea del regista Andrea De Rosa e da quel mago del suono che
è Hubert Westkemper su Elettra, feroce e inquietante testo che Hugo von Hofmannsthal
scrisse nel 1903, ispirandosi all’Elettra di Sofocle.
Seduto, di fronte a una grande parete trasparente che lo separa dai crudeli eventi del testo
in cui lo scrittore reinventa i miti classici, alla luce di una nevrotica e ambigua sensibilità
novecentesca, il pubblico si sforza di riconoscere quei personaggi infelici e sopra le righe
che raccontano ed enfatizzano la propria vita, dove tutto è ormai avvenuto e dove tutto
quello che ancora deve accadere accadrà ineluttabilmente. Le voci dei personaggi ci
catturano, ci fasciano nella loro rete di odio e di rancore, di amore e di tradimento. Ecco la
protagonista sussurrarci i suoi segreti, gridare alle nostre spalle con forza esasperata, ecco
i passi concitati nelle segrete stanze del piano di sopra che ci rimbombano nelle orecchie
grazie a una cuffia stereofonica che usando la tecnica olofonica, ci offre una percezione
dello spazio e della storia dettagliata e vera. Seduto in poltrona, il pubblico vede gli attori
recitare in diretta, ma se si toglie la cuffia non si sentono più le parole e i personaggi, vestiti
in abito da sera, sembrano immagini sfuggite ai fotogrammi di un film muto.
Elettra, testo scritto poco dopo la pubblicazione dell’Interpretazione dei sogni di Freud e
sull’onda lunga del disfacimento dell’impero asburgico proietta le inquietudini profetiche del
Novecento sul passato, ispirandosi direttamente alla versione di Sofocle del 425 a.C. La
“Di Elettra il regista assume
il nucleo più scuro e violento,
psicotico e carnale. E su questo
lavora, con una compagnia
d’attori tanto minuscola quanto
efficace. Affida l’eroina
all’interpretazione di Frédérique
Loliée, che è bravissima,
adamantina, assoluta come
lo spirito della vendetta.
Per tutti un successo pieno
e meritato.”
Osvaldo Guerrieri, “La Stampa”
versione musicata da Strauss renderà celebre questa riscrittura della tragedia, facendone
un capolavoro del tardo romanticismo musicale.
La terribile sorte di Elettra ha tanto appassionato i drammaturghi greci, da Sofocle ad
Euripide, e successivamente Alfieri, Hofmannsthal ed altri autori, e continua tuttora a
suggestionare l’immaginario registico contemporaneo. Questa figura, che vuole vendicare
il re padre uccidendo la madre adultera e usurpatrice per mano del fratello Oreste, fedele
fino all’estremo sacrificio, dedita all’amore e all’odio con la stessa assolutezza, tanto da
trasformare l’uno nell’altro, vittima e carnefice nello stesso tempo, schiava e principessa,
violenta e sensibile, è regina dei contrasti e quindi personaggio di straordinaria potenza
drammatica.
Concentrato sulla presenza degli attori dentro uno spazio fisico e sonoro teso a restituirci
le emozioni più profonde dei personaggi, lo spettacolo di Andrea De Rosa trova uno dei
suoi punti di forza nella presenza emotivamente squassante e provocatoria, dell’Elettra
Frédérique Loliée: significativa la scena che la vede confrontarsi ferocemente alla madre
Clitennestra, per spingerla al matricidio. Il giovane Oreste, più volte invocato, arriva in scena
zuppo d’acqua dalla testa ai piedi, quando è destino che arrivi per compiere la sua sanguinosa
vendetta: un maschio la cui mano è armata da una vendetta, da una volontà di morte che,
per il resto, si declina tutta al femminile.
“Spettacolo tanto
originale quanto
significativo. Tutto si
esalta, e per davvero alla
lettera, nella magnifica
prova offerta dagli
interpreti. Frédérique
Loliée è assolutamente
splendida. Bravissime
anche Moira Grassi
(Crisotemide) e Maria
Grazia Mandruzzato
(Clitennestra).”
“La novità è radicale. Gli
spettatori vedono lo spettacolo
dal vivo, ma lo ascoltano
attraverso delle cuffie.
Si può perfino piangere
al momento dell’incontro
tra Elettra e il fratello Oreste.
Il dramma dei figli di
Agamennone ci viene sparato
direttamente nella nostra
interiorità. De Rosa lancia
un gruppo di attori fortissimi
e doloranti... che ci pongono
nuove emozioni e nuove
domande sul nostro senso
del tragico.”
Enrico Fiore, “Il Mattino”
Gianfranco Capitta, “il manifesto”
“...lo spazio pulsa e parla,
nell’avvincente Elettra di
Hofmannsthal con regia di
Andrea De Rosa, con gli
attori che agiscono dietro
una vetrata che li isola. Il
regista ottiene uno
straordinario effetto
moderno di esaurimento
dello sdegno neoclassico... L’Elettra della
superba Frédérique Loliée
è urticante... Notevole.”
Rodolfo Di Giammarco,
“La Repubblica”
“Bella, nevrotica,
perfino stereo,
un’Elettra così ce la
ricorderemo a lungo.
Una partitura sonora
che ci getta dentro
l’azione e ci trasforma
in testimoni consapevoli
della disperazione di
Elettra, della sua
volontà omicida...
Frédérique Loliée è
un’Elettra di
straordinaria sensibilità:
indimenticabile la scena
in cui si contrappone
alla madre Clitennestra,
la brava Maria Grazia
Mandruzzato, e quella
in cui circuisce la sorella
Crisotemide, una
sensitiva Moira Grassi.
Lo spettacolo di Andrea
De Rosa è da non
perdere.”
Maria Grazia Gregori,
“l’Unità”
“Uno spettacolo di forte
seduzione, dove il
suono è visione e
drammaturgia... Tu vedi
quello che succede
laggiù, oltre il vetro e lo
percepisci
immediatamente dentro
di te, suono che si fa
memoria, memoria che
si fa spazio. Questa
Elettra è un viaggio che
ti attraversa. Un viaggio
che, come tutti i migliori
viaggi, ti cresce dentro.
E tu sei il paesaggio.”
Gian Luca Favetto,
“Diario”
“L’Elettra di De Rosa è
stata accolta da un
successo
incondizionato. Vi è, in
questo spettacolo, una
peculiarità radicalmente
avanguardista... è tutto
un sussurro, un
tremore, un palpito, una
vibrazione... Frédérique
Loliée è un’ardente
Elettra... La mirabile,
articolatissima
rumoristica è di Hubert
Westkemper.”
Franco Cordelli,
“Il Corriere della Sera”
I PREMI VINTI DA ELETTRA
Premio Girulà 2005 a Andrea De Rosa
per la migliore drammaturgia
“Per aver inventato soluzioni drammaturgiche
modernissime, che hanno esaltato senza
contaminazioni la potenza del testo.”
Premio Girulà 2005 a Hubert Westkemper
per la miglior ripresa del suono
“Per aver creato suggestioni uditive di grande originalità, capaci
di produrre una sorprendente interazione fra scena e platea.”
Premio Associazione Nazionale Critici di Teatro 2005 a Hubert Westkemper
“Per il suo rivoluzionario sistema di amplificazione olofonica.”
“Una cuffia stereofonica
in testa, buio in sala,
una vasta parete di
vetro che chiude il
palcoscenico. Lo
spettatore si
predispone a vedere e
ad ascoltare l’Elettra di
Hugo von
Hofmannsthal del
regista Andrea De
Rosa, costruito in
stretta collaborazione
con Hubert
Westkemper. De Rosa
porta alla luce quel
grumo doloroso di
vicende familiari,
puntando sulla
riscrittura che di Sofocle
fece il drammaturgo
austriaco nei primi anni
del Novecento e
innervata dei sensi più
inquieti di quell’inizio di
secolo... La tragedia è
dunque tutta umana...
con al centro la
straordinaria presenza
dei quattro attori,
profondamente dolenti,
ma agitati da
un’inquieta e potente
energia.”
Antonio Audino,
“Il Sole 24 Ore”
Venerdì 17, sabato 18 marzo - ore 21
Domenica 19 - ore 15.30
marzo 2006
TEATRO ARIOSTO
Teatro Eliseo - Teatro Stabile di Roma
LASCIAMI
ANDARE MADRE
con
Musikdrama di
Lina Wertmuller
e
Helga Schneider
Roberto Herlitzka, Milena Vukotic
regia Lina Wertmuller