L`editoriale dott. Bruno Ragni A metà dicembre abbiamo dimesso
Transcript
L`editoriale dott. Bruno Ragni A metà dicembre abbiamo dimesso
Anno II Numero 2 Novembre – Dicembre 2008 Bimestrale della Comunità Protetta Psichiatrica “Elio Zino” Capo redattore: Alberto Cagna; Vice redattore e giornalista: Stefano Ventura, giornalista: Patrizia Gallo L'editoriale dott. Bruno Ragni A metà dicembre abbiamo dimesso due delle nostre ragazze, che, dopo due anni di cammino comunitario, hanno lasciato il gruppo per iniziare una nuova fase del percorso di cura: il passaggio al “gruppo appartamento”. Per realizzare questo obiettivo si è potuto collaborare con i rispettivi tutori, le risorse del Dipartimento di Salute Mentale e della ASL NO. Effettivamente, dall’apertura della Comunità nel settembre ‘06, abbiamo assistito ad un certo numero di dimissioni: nel corso del 2007 si sono realizzate tre dimissioni (una persona a casa, due in gruppo appartamento), nel 2008, un totale di cinque dimissioni (quattro in gruppo appartamento, una persona trasferita ad altra comunità). Considerate le percentuali sul totale degli ospiti, pari a 19, durante il primo anno di attività le dimissioni sono state corrispondenti al 16%, mentre, durante il secondo anno la percentuale ammonta al 26%. I programmi di cura e riabilitazione in corso, prevedono che a breve, probabilmente gennaiofebbraio ’09, altri cinque ospiti della comunità realizzeranno il progetto del passaggio in “appartamento”. Il nuovo “gruppo appartamento” di Oleggio, costituitosi dalla collaborazione dell’associazione dei famigliari “Aiuta Psiche” e la Cooperativa Sociale Prometeo, è in realtà una bella villa con giardino, ben adatta ad ospitare con ogni confort i prossimi dimessi. Nell’insieme, appare chiara una progressiva estensione delle risorse residenziali del dipartimento, che sembra confermare le intenzioni programmatiche espresse finora dalla Direzione. Ci affacciamo quindi al terzo anno di comunità, con buone premesse e con la fiducia di poter perseguire nuovi progetti. 1 La gita alla Basilica di Superga Giovedì 28 agosto 2008 è in programma la gita alla Basilica di Superga, vicino a Torino. vegetazione è bella e rigogliosa. Più avviciniamo a Superga, più la strada sale. I dottori e gli operatori hanno in mente di portarci numerosi e per questo chiedono in prestito un furgone dalla Comunità Prometeo di Verbania. I posti a disposizione degli ospiti, quindi sono in tutto sedici più due posti per i guidatori che sono gli operatori Tony e Laura. Infatti ogni furgone può ospitare otto persone più il guidatore. In pratica è presente alla gita quasi tutta la Comunità Oleggio. Arrivati nel paesello turistico vicino alla Basilica, fumiamo una sigaretta. C’è un tabaccaio con le cartoline ed un ristorante. I turisti passeggiano o mangiano al ristorante. La temperatura è fresca. Gli abitanti del luogo chiamano il paesello e la Basilica “Soperga”. Forse si dice così in dialetto. La via dove ci siamo fermati si chiama “Via Soperga”. Si parte verso le 11:00, prima del pranzo. Gli operatori portano delle cibarie: panini al salame e formaggio, panini al prosciutto e formaggio, succhi di frutta, acqua. L’operatore Tony ha con se un navigatore satellitare portatile e lo applica sopra la plancia del furgone che lui guiderà. Il viaggio dovrebbe essere questo: Oleggio, Novara, Torino, Superga. Quindi, una volta partiti da Oleggio, ci dirigiamo verso Novara, dove prenderemo l’autostrada. Entrati in autostrada, viaggiamo senza problemi, a parte qualche camion che ci supera a 130 km/h e che dovrebbe andare a 80 km/h. Da Novara a Torino, in autostrada, tutto fila liscio. A Torino dovremmo uscire dall’autostrada e prendere la superstrada che attraversa il capoluogo piemontese, ma il casello, consigliato dal navigatore, è chiuso per lavori in corso. ci Finita la pausa, percorriamo una strada stretta ed a doppio senso di marcia, che porta alla Basilica. Questa strada è molto ripida. L’operatrice Laura fa molta fatica a salire per questa via, senza far spegnere il motore e senza far scontrare il pulmino contro automobili e muretti laterali. Durante le manovre deve affidarsi agli specchietti e sperare che le auto si fermino per facilitarla. L’operatore Tony sembra più a suo agio, nel guidare il suo pulmino, su per questa piccola e stretta “arrampicata”. Dopo 500 metri siamo al parcheggio della Basilica, che è ampio, quasi vuoto, con poche macchine e con due o tre motociclette. Tony non riesce più a capire il navigatore e va in crisi. Ci fermiamo un attimo, facciamo una sosta, ma oramai i due operatori non sanno più che strada prendere. Impieghiamo più tempo a trovare la superstrada che non a percorrere qualche chilometro su di essa. Praticamente ci siamo un po’ persi. Ogni tanto chiediamo ai passanti. Siamo nella campagna attorno a Torino, tra campi coltivati a mais, foraggio, fieno, ecc. e canali di irrigazione. Ogni tanto si vede qualche operaio, in vari cantieri, per i lavori in corso. Anche a loro chiediamo come si arriva alla Basilica. Dopo aver consultato ancora il navigatore e qualche persona del luogo, imbocchiamo una strada che dovrebbe essere giusta. Dopo un po’ arriviamo in una zona collinare vicino a Torino e percorriamo strade, spesso in salita. La 2 La basilica di Superga ci appare in tutto il suo splendore e la sua bellezza. Dalla collina di Superga si osserva la città di Torino, con la Mole Antonelliana, che svetta su tutte le case. Si vede anche il fiume Po che attraversa la città. Attorno a Torino c’è una leggera foschia, ma il tempo è sufficientemente soleggiato e si vedono valli e montagne. disarcionare (è di legno). L’aria è buona e salutare, lontano dallo smog della città. Ci sono anche turisti che parlano tedesco o inglese. C’è anche qualche turista che parla in romanesco. I turisti che ci sono, forse, vengono da molto lontano. A Milano (ho abitato in periferia e in provincia di Milano fino a 17 anni), se qualcuno vuole vedere lo scenario della città dall’alto, deve salire sul tetto del Duomo o sui piani alti del grattacielo Pirelli. Non ci sono colline attorno al capoluogo lombardo, per ammirarla. A Verona, invece, dove ho abitato per 16 anni, c’è una zona collinare, dalla quale si osserva tutta la città. Si chiama “le Torricelle”. In questa ci sono alcune chiese, basiliche e luoghi storici, religiosi; percorsi della salute per corridori e ciclisti. Dalle “Torricelle” si osserva tutta Verona e per prima cosa il Ponte Vecchio, che è l’opera storica più vicina al punto di osservazione. È un ponte che risale all’epoca romana; è fatto con pietre e materiali antichi. Per questo è molto affascinante. Gli altri ponti sull’Adige sono stati realizzati in epoca recente, con cemento e materiali moderni. Inoltre si notano: Santa Anastasia (cattedrale), San Zeno (cattedrale), l’Arena (uno dei più grandi teatri all’aperto d’Europa), Piazza Bra, Piazza Erbe, ecc. Il fatto di poter ammirare il panorama della città dalla collina di Superga, mi fa accomunare Torino a Verona. In realtà molte città italiane hanno la possibilità di essere viste da colline o zone collinari attorno. Basta pensare a Roma (da Villa Borghese), Firenze (dal Monte Amiata), Bologna (dai Colli Bolognesi), Napoli (dal Vesuvio o dalla Funicolare), ecc. Come già detto, la basilica di Superga, ci abbaglia con il suo splendore. Gli operatori decidono di farci mangiare i panini e di entrare dopo nella basilica, per la visita turistica. Ci sono due panini a testa, in succo di frutta e dell’acqua; c’è anche la terapia. Dopo aver preso la terapia, ci riposiamo un po’ sulle panchine. L’apertura pomeridiana della Chiesa di Superga è prevista per le 14:00. C’è anche un toro di legno, un po’ stilizzato; ci saliamo sopra e ci facciamo fotografare dalla operatrice Laura (foto di gruppo). Io e qualche altro, saliamo in groppa al toro, senza farci Gli appassionati di calcio, sanno che il grande Torino morì vicino alla Basilica di Superga, per lo schianto dell’aereo sul quale viaggiavano i calciatori del Toro, attorno al 1950. Il grande Torino vinse quasi tutti i campionati di serie A, dal 1940 al 1949. L’aereo era di ritorno da una partita internazionale e si sfracellò sulla collina di Superga. Era una squadra fortissima. Di questa squadra mi ricordo di nome solo Valentino Mazzola, il padre di Sandro Mazzola. Me lo ricordo solo di nome, visto che nacqui nel 1966 e cominciai a seguire le partite di calcio solo nel 1978 (circa 30 anni dopo la strage di Superga). Forse il toro di legno è stato costruito in onore del simbolo che rappresenta il Torino: il Toro, appunto. Dopo aver consumato il pasto, io parlo con Laura e gli spiego la mia opinione artistica sulla Basilica di Superga. Secondo me appartiene allo stile neoclassico. Questo stile si è sviluppato dopo il medioevo e riprende tanti aspetti delle civiltà e degli stili antichi: il greco ed il romanico. Si differenzia dagli stili antichi, perché vengono usati materiali più moderni e si nota subito che le opere d’arte del neoclassico sono state realizzate molti secoli dopo l’era greca e romana. Ad esempio fanno bella mostra di sé, colonne, capitelli, che riprendono le forme di quelli del Partenone o di Paestum, ma che sono realizzati con materiale simile al cemento. Oppure la cupola che assomiglia, in piccolo, a quella di S.Pietro a Roma (Vaticano), ma che è piuttosto recente. Ci sono tanti aspetti stilistici, che riprendono gli stili classici (greco e romanico). 3 Un esempio di stile neoclassico è la Casa Bianca a Washington, con le sue colonne e la sua cupola. Si rifà molto alle basiliche e cattedrali romaniche. Anche altre costruzioni del ventennio fascista appartengono a questo stile. Non è un mistero che sia Mussolini sia i governanti statunitensi ammiravano molto l’Impero Romano e quindi la sua Civiltà, anche artistica. A questo punto, non sapendo quasi nulla della Basilica di Superga, tranne che per la strage dei calciatori, azzardo di indovinare l’anno di costruzione della Basilica stessa. Premetto che è la prima volta che la vedo e che non so niente di essa. Per me è il 1715. La guida turistica ci dirà che la prima pietra è stata posta nel 1717 (sbaglio di soli 2 anni) e che è stata terminata 60 anni dopo: nel 1778. Bisogna dire che, se intendevo indovinare l’anno di realizzazione della Basilica, ho sbagliato di 60 anni; se volevo riferirmi all’anno di inizio dei lavori, ho sbagliato di due anni. Buon risultato comunque. Forse mi sono aiutato un po’ con la Storia. Appartenendo allo stile neo-classico ed essendo stata costruita su ordine dei Savoia, il 1715 non era un ipotesi strampalata. Verso le 14:00, gli operatori fanno i biglietti e ci fermiamo un attimo al bar della Basilica. Qualcuno ordina dei caffè, altri dei gelati. Quando la visita comincia siamo in un gruppo di circa 20 turisti. La guida comincia con lo spiegare che fu costruita (1717-1778) per ordine dei Savoia. All’interno della Basilica ci sono: statue, affreschi, dipinti, mosaici, tombe dei Savoia, bassorilievi, tetti intarsiati. Ogni locale è adibito a qualche funzione particolare. La prima stanza ha sulle pareti i ritratti di tutti i Papi, dal primo all’ultimo (è presente anche Papa Benedetto XVI). C’è la stanza con le tombe dei Savoia; tombe in legno massiccio. Ci sono stanze con sculture, che viene difficile credere che siano state realizzate da un solo pezzo di marmo, eppure è così: statue bellissime con una dea al centro e a fianco tende di marmo, molto difficili da scolpire da un pezzo unico. C’è la cripta dove i Savoia si fermavano a pregare piena di ceri accesi, affreschi, mosaici simili a quelli bizantini e rinascimentali. C’è la cupola; gli operai la stanno restaurando nella parte interna; è piena di impalcature, che non offrono un bello spettacolo, però è affascinante. C’è il giardino interno con l’erba rasata a filo. Ci sono stanze con molte opere d’arte e con soffitti di legno, intarsiati e di colore oro. Ci sono stanze con troni, tavoli, scranni, e busti scolpiti. È come se fosse un museo di opere d’arte: quadri, dipinti, affreschi, sculture, busti, bassorilievi, mosaici, intarsi, ecc. Ovviamente tutto questo apparteneva alla Famiglia Reale dei Savoia, che se la tramandarono di padre in figlio. Fino al Referendum su Repubblica o Monarchia del 1948, è probabile che sia stata di Loro proprietà. Dopo la cacciata del Re (1948) non lo so; può anche essere passata in proprietà allo Stato; è un aspetto che mi sfugge, nella spiegazione della guida. Verso le 16:30 finisce il giro turistico all’interno della Basilica ed entriamo ancora nel Bar. Alcuni di noi ordinano ulteriori caffè. Decido di bere un tea caldo. Il servizio è buono: c’è la teiera, la brocca del latte, inoltre si può scegliere il tipo di tea. Decido di bere un tea aromatizzato alla frutta e quindi immergo la bustina nella teiera. Dopo circa 5 minuti il tea è pronto. Il sapore è squisito. Raggiungo gli altri ospiti della Comunità Oleggio, che sono appena fuori dalla porta d’ingresso della Basilica e dopo qualche foto ricordo, andiamo tutti al parcheggio. Saliamo sui due pulmini e partiamo. La direzione giusta è : Superga, Torino, Novara, Oleggio. Già prima di cena, prevista come al solito alle ore 19:00, siamo di ritorno in Comunità a Oleggio. La gita è stata bella, emozionante. Abbiamo visto tantissime opere d’arte e la Basilica stessa che è un opera d’arte anch’essa. Siamo un po’ stanchi, ma questi sono viaggi culturali; mi piacciono; mi sento più ricco culturalmente; spero di farne ancora di questo genere di gite. Tanti Saluti ed alla prossima occasione. 4 Il pranzo al ristorante “Il gatto e la volpe” Il giorno 11 settembre 2008, in programma c’è il pranzo al Ristorante “il Gatto e la Volpe” a Oleggio. Bisogna festeggiare l’anniversario dell’apertura della Comunità di Oleggio (12 settembre 2006). Oramai sono due anni che è stata inaugurata la Comunità. Anche lo scorso anno (12/09/2007), siamo andati a mangiare nello stesso posto. Penso che nel mio stomaco ci sarebbe stato posto anche per un altro piatto di arrosto con patate. Dopo tutto bastava chiederlo e lo avrebbero portato. Infatti qualcuno ha mangiato due piatti di secondo senza problemi. Verso le 12:00 cominciamo ad incamminarci a piedi verso il ristorante che si trova dentro le mura di Oleggio, quindi in centro, posizionato un poco verso est. A poco a poco il nostro tavolo e quello degli operatori si riempie. Siamo in 18 pazienti in un tavolo e nell’altro si siedono operatori, dottori, dirigenti, cuochi della Comunità. Normalmente i pazienti sono 19, ma Tiziano è andato, qualche giorno prima, in reparto a Borgomanero e starà via due settimane per dei controlli. Pertanto è l’unico paziente assente al pranzo di Comunità. Dopo un po’ cominciano le portate di primo: risotto al barbera e lasagne. Le lasagne mi piacciono molto. Sono tutti e due contenuti in grosse teglie rotonde. Mangio una porzione di risotto e due di lasagne. Per secondo c’è l’arrosto con patate al forno. Ne mangio una porzione; è buono. Come dessert c’è del gelato con sopra il mosto d’uva: è una loro specialità e devo dire che è molto raffinata. Il caffè è compreso nel menù, ma non sono abituato a bere il caffè dopo pranzo; lo salto. Il ristorante ha una parte costruita ed una parte all’aperto che è una grande terrazza coperta da un tetto di piante, rami, paglia. Quando il pranzo è finito, passo dal posto a tavola (in terrazza), ad una sedia a ridosso dell’edificio del ristorante. La schiena è appoggiata alle vecchie mura del “Gatto e la Volpe” e attorno a me ci sono delle felci, delle piante varie e un posacenere in pietra. Fumo una sigaretta e intanto vedo passare i camerieri indaffarati. Dopo il pranzo, il caffè e un po’ di riposo all’ombra delle piante del ristorante, cominciamo ad incamminarci verso la Comunità. Siamo tutti un po’ pieni di cibo e la digestione procede lentamente. La passeggiata ci fa bene, per questo. Arrivati in Comunità, parecchi pazienti decidono di sdraiarsi sui letti in camera per digerire. Il pranzo a “Il Gatto e la Volpe” mi ricorda, inoltre, che sono due anni che vivo in Comunità Oleggio. Sommando tutte le Comunità e le Cliniche nelle quali sono stato, il tempo di ricovero supera i tre anni consecutivi. Diciamo che forse, per quanto mi riguarda, è la nota un po’ triste di questo pranzo. Saluto i lettori del Giornalino della Comunità. Quando ci sarà un nuovo pranzo o cena speciali, ne parlerò dalle colonne di questo Giornalino. Bye Bye. 5 I miei due anni in comunità Con questo articolo, vorrei illustrare i miei due anni in Comunità Elio Zino. Sono entrato in Comunità Oleggio il 20 settembre 2006 circa e mi trovo nella stessa Comunità adesso che è la fine del 2008; sono passati due anni e 100 giorni. Sono entrato in Comunità Elio Zino, proveniente dalla Comunità di Farigliano (CN), dove sono stato per circa un anno. Quando hanno aperto la Comunità Elio Zino, hanno richiamato me e Simone, dalla provincia di Cuneo a quella di Novara, tra le altre cose, anche per farci stare più vicini a casa. Infatti da Farigliano (CN) a Comignago (NO) dove abito, ci sono circa 150 km; da Oleggio (NO) a Comignago (NO) ci sono 20 km. Ci avevano avvertiti che avrebbero aperto una Comunità nel novarese, tutta nuova. Ovviamente eravamo interessati per ridurre la distanza da casa: Simone è di Borgomanero (NO), io di Comignago (NO). Ci avevano mandato a Farigliano (CN) perché in provincia di Novara non c’era una vera e propria Comunità. Quando l’hanno aperta e inaugurata ci dissero che i primi ad essere trasferiti dalla Comunità Farigliano alla Comunità Oleggio, sarebbero stati io, Simone e Max. L’inaugurazione della Comunità Elio Zino fu fatta attorno al 10 settembre 2006. Come ho già scritto anche in un altro articolo, come struttura, progetto, costruzione è preferibile la Comunità Oleggio. Lo stesso si può dire anche per il gruppo pazienti. La Comunità Oleggio ospita un gruppo pazienti mediamente più educato e un po’ meno grave, rispetto alla Farigliano. Il difetto della Comunità Oleggio è che il gruppo pazienti è un po’ più chiuso, sospettoso. Direi che in questi due anni mi sono trovato bene, ho conosciuto varie persone. Alcuni sono rimasti in Comunità, altri sono stati trasferiti in altre strutture, altri sono andati in gruppo appartamento, altri sono tornati a casa dalle loro famiglie. Conservo un buon ricordo di tutti. Direi che forse i pazienti della Comunità Oleggio sono un po’ chiusi. Probabilmente, a cominciare dal gennaio 2008, sono io che mi sono allontanato un po’ dalla Comunità (mentalmente, non fisicamente). Infatti ho cominciato a starmene più da solo, a coltivare alcuni miei interessi, concedendomi poco alla vita di Comunità. Intendiamoci, le attività della Comunità, le faccio lo stesso. È più nel tempo libero che mi chiudo in camera e socializzo pochissimo. Direi che a Farigliano, tra i pazienti, c’era una parte composta da brave persone, socievoli e gentili. Un’altra parte era composta da ospiti molto malati, scontrosi e con una personalità difficile. Fra poco dovrò lasciare la Comunità per andare in gruppo appartamento. Non mi sposterò da Oleggio perché anche il gruppo appartamento si trova in questa cittadina. Spero che in gruppo appartamento, abbia più tempo per le mie attività e meno tempo per le attività della Comunità. Dopo due anni sono un po’ stanco; vorrei avere un po’ più di tempo per me. Il Dottor Ragni mi ha detto che, quando andrò in gruppo appartamento, le attività della Comunità saranno dimezzate. Meglio così. Comunque in questi due anni nella Comunità Oleggio mi sono trovato bene e ringrazio tutti per l’ospitalità. Ovviamente il Dottor Ragni sta cercando un sostituto per la redazione del Giornalino. Vedremo chi mi sostituirà a partire, penso, dall’anno prossimo. Bisogna dire che la Comunità Oleggio ha un piano di attività stabilito, è tutto bene organizzato. A Farigliano le attività a volte si facevano, a volte no. A Farigliano c’erano dei giorni in cui gli operatori pretendevano partecipazione assoluta, altri in cui eravamo abbandonati a noi stessi. In tutte e due le Comunità viene comperato il giornale. A Farigliano c’era la possibilità di accedere alla Biblioteca di Dogliani (CN); nella Comunità Oleggio ci sono vari libri, ma questa possibilità non ci è stata prospettata. Probabilmente si può fare. Però bisogna anche dire che i libri me li sono portati da casa, perché (i miei libri) trattano argomenti che mi interessano. Perciò la biblioteca non è per me una cosa indispensabile, anzi probabilmente non mi serve. I libri da leggere che ho a casa sono tanti ed interessanti. Vorrei dire che dopo due anni in Comunità a Oleggio, spero di aver fatto progressi. La Comunità non la sento come un fardello, un peso, 6 ma non la vedo neanche come la soluzione definitiva ai nostri problemi. Si socializza, si conoscono persone nuove, però si è domiciliati in un posto che non è casa nostra, bisogna rientrare ad una certa ora. Ogni persona ha i suoi problemi e la Comunità deve accettarli. Ognuno porta in Comunità una certa dose di fastidio o di scocciatura per gli altri, porta i suoi difetti, chi più, chi meno. Bisogna aiutare e comprendere tutti. Abbiamo tutti qualcosa da farci perdonare dalle persone che vivono o lavorano in Comunità. Ogni operatore porta la sua professionalità; ognuno ha il suo carattere. Forse qualche difetto non lo abbiamo solo noi pazienti, ma anche gli operatori, i dottori, le cuoche. Diciamo che noi pazienti siamo malati e pertanto i nostri difetti sono strani e riconoscibili presto. Anche le altre persone che lavorano in Comunità (operatori, i dottori, le cuoche) hanno difetti perché nessuno è perfetto! Devo comunque dire che, in questi due anni, mi sono trovato bene con tutti i componenti della Comunità Oleggio: malati, operatori, dottori, cuoche. Anzi li ringrazio per avermi sopportato. Il mio trasferimento al gruppo appartamento sarà, più o meno, attorno al prossimo gennaio o febbraio. Siamo in cinque persone della Comunità ad essere messe in gruppo appartamento: io, Stefano, Benito, domenico e Federico. Questa struttura si trova ad Oleggio, vicino alle scuole. La casa dove andremo ad abitare non è ancora pronta ed arredata. C’è un po’ di curiosità in noi cinque per la nuova sistemazione. La vita di Comunità la conosciamo abbastanza; quella del gruppo appartamento è un esperienza nuova. Siamo curiosi. La mia esperienza in Comunità si sta esaurendo. Spero di aver lasciato un ricordo non troppo brutto agli altri ospiti. Non mi dispiace lasciare la Comunità, perché sono più di due anni che ci vivo e sono un po’ stanco. E’ una questione di tempo non di disadattamento o difficoltà di integrazione. Conserverò un buon ricordo di tutti gli ospiti. Abbiamo vissuto insieme per tanto tempo; sono come miei amici. Buona lettura del prossimo articolo ed arrivederci. I canti di Natale È consuetudine che la Comunità celebri in chiesa il Natale, il giorno 23 dicembre. La messa di Natale si svolgerà nella chiesetta piccola di via Giaggiolo, a pochi passi dalla Comunità. Alla celebrazione parteciperanno quasi tutti i genitori, i pazienti, lo staff e i dirigenti della Comunità. La cuoca Nina dovrebbe dirigere le nostre voci. Questo è il mio terzo Natale in Comunità (2008. Nina, che ci accompagna con la tastiera. Vengono distribuiti dei fogli, stampati o fotocopiati con i testi. I Canti di Natale sono: Venite Fedeli, Tu scendi dalle Stelle, Gloria, Alleluia. Bisogna dire che Nina ha un ottimo orecchio musicale e che ci corregge quando sbagliamo tonalità. A volte canto con tonalità bassa, a volte media, a volte alta. Dico a Nina che vado giù o su di una ottava rispetto agli altri. Di solito il Natale della Comunità si svolge così: un assaggio di dolci, panettone e spumante in Comunità; la passeggiata di genitori, pazienti, operatori, dottori verso la chiesetta di via Giaggiolo; il riempimento della chiesa (quasi sempre non rimangono posti liberi); la celebrazione della messa con i nostri Canti di Natale diretti dalla cuoca Nina; il ritorno in Comunità a piedi; i genitori fanno ritorno alle loro abitazioni. I Canti di Natale richiedono una buona preparazione. Circa due mesi prima del Natale, proviamo e riproviamo, con l’aiuto della cuoca 7 Nina ci accompagna con la tastiera, tiene il tempo con il piede, ci corregge se sbagliamo nota. Nina sa suonare la tastiera, ma è molto più brava a suonare il violino. L’operatore Tony è molto bravo a suonare il piano; ogni tanto improvvisa melodie jazz o suona pezzi di musica classica con lo spartito. È un piacere sentire il duetto di Tony alla tastiera e Nina al violino. Sono veramente bravi. A questo punto vorrei parlare un po’ del coro dei pazienti. C’è qualcuno che ogni tanto stecca, sbaglia nota. Ci sono quelli intonati e quelli stonati. Dobbiamo cantare tutti e allenarci per la Messa di Natale con lo scopo di ridurre gli errori, aumentare l’affiatamento del coro, imparare quasi a memoria la melodia e i testi dei Canti. Tra i pazienti intonati citerei: Eleonora e Damiano. Tra quelli stonati: Stefano e Giuseppe. del Natale. Provando circa due volte alla settimana, raggiungeremo un buon affiatamento e una buona preparazione (la melodia e i testi si imparano quasi a memoria), in vista del Natale. Quasi sempre è la cuoca Nina ad accompagnarci con la tastiera. A volte (raramente), però questo lavoro, lo fa Federico. Diciamo che l’infermiere Tony sa suonare la tastiera benissimo; la cuoca Nina discretamente; il Federico, discretamente. Questi sono i musicisti della Comunità Oleggio. Sperando di non fare brutta figura, di non essere stonati o di sbagliare parole, aspettiamo il Natale, sperando di esprimerci al meglio. Quando scrivo questo articolo manca circa un mese e una settimana al Natale. Un Saluto ed Arrivederci. Come già detto le prove dei Canti cominciano ai primi giorni di novembre, circa due mesi prima Gli oggetti del mercatino natalizio Con l’attività del creativo, nei mesi di novembre e dicembre, sono stati prodotti dai pazienti della Comunità Oleggio (con l’aiuto di qualche operatore) vari oggetti da rivendere alla gente che vuole comperarli. I soldi raccolti verranno incamerati dalla Comunità per l’acquisto di altro materiale, o come l’anno scorso, per comprare il gazebo. Nella cittadina di Oleggio, verranno sistemati dei gazebo, dove faranno bella mostra di sé gli oggetti preparati dai pazienti. Questi oggetti artistici saranno venduti e l’offerta sarà libera. Il periodo in cui ci sarà questo mercatino è il periodo natalizio. Il tipo di oggetti artistici prodotti dai pazienti della Comunità sono: addobbi vari, biglietti di auguri natalizi, bottiglie riempite di sale colorato, candeline di vario colore, cestini natalizi, vari tipi di palline per l’albero di Natale, pupazzetti vari, quadretti, saponette decorate, vasetti con fiori di stoffa, cactus, vasetti decorati. Tutto questo è il Mercatino Natalizio della Comunità Oleggio. Rispetto ad altri pazienti, ho partecipato meno all’attività di creativo. Mi manca l’ispirazione, la creatività, la voglia di fare questi oggetti. Il Mercatino Natalizio sarà un occasione per confrontarci con la gente, per mostrare le nostre capacità creative, la nostra fantasia. Alcuni oggetti sono originali. Speriamo che la gente li apprezzi. Il ricavato del Mercatino di Natale, verrà usato per comperare qualcosa di utile per la nostra Comunità o per finanziare qualche gita. Bisogna dire che sono poco portato per fare questi lavori. Nell’attività di creativo non sono bravo. Se riesco, spesso la evito o faccio qualcosa d’altro. 8 Per stare negli stand del Mercatino, di solito vengono scelti tre o quattro pazienti della Comunità, che staranno al freddo nei gazebo Il Mercatino Natalizio rivelerà inoltre se gli oggetti creati da noi piacciono oppure no. Se la gente li compera, vuol dire che sono piaciuti. Speriamo comunque di non trovare Patrizia o Eleonora congelate e ridotte a pupazzi di neve o di ghiaccio, negli stand del Mercatino. Gli facciamo coraggio. Tanti Saluti e Buone Feste a Tutti. La visita del Vescovo di Novara alla Comunità Venerdì 18 aprile 2008, il Vescovo della Diocesi di Novara, ha quasi terminato la sua visita pastorale (finirà il giorno successivo). Si reca ad una scuola materna, alla RSA (Residenza Sanitaria Assistenziale) e alla Comunità protetta psichiatrica Elio Zino. Tutte e tre queste strutture sono site in Oleggio (NO). In particolare si è commosso, visitando le ultime due case di cura. Infatti l’RSA è una casa di riposo per anziani, la Comunità Elio Zino è una struttura riabilitativa per pazienti psichiatrici. avere speranza, anche nei momenti difficili. La preghiera può infondere coraggio. Quando il Vescovo è arrivato a vedere la nostra struttura ad attenderlo c’erano responsabili e dirigenti dell’ASL, della Comunità, dell’Ospedale di Borgomanero, del Centro Salute Mentale di Arona; i nostri dottori, operatori, cuoche, oltre che, ovviamente noi pazienti. Mi sembra che la cuoca Nina ha suonato per Lui qualche melodia con il violino. Lei è veramente brava a suonarlo ed il Vescovo ha apprezzato. Con noi erano presenti anche il parroco di Oleggio e il prete che dice messa nella chiesa piccola di via Giaggiolo. Eravamo nel periodo di Pasqua, essendo il 18 Aprile. Il Vescovo ha anche ascoltato le storie di alcuni di noi; era interessato. Il Direttore dell’ASL 13 di Novara gli ha presentato la storia e le attività della Comunità. Ho assistito alla Sua visita pastorale in Comunità, però devo dire che non mi ricordo molto il Suo volto. È stato in Comunità a benedirla veramente poco tempo. Sembrava allegro, sorrideva…era di buon umore. Quando è stato nella Comunità Elio Zino, ha consigliato di pregare, perché aver fede vuol dire Direi che mi sembrava allegro, che ha apprezzato le melodie della cuoca Nina al violino, che ha voluto un momento di raccoglimento per benedire la Comunità. Se il Vescovo tornerà in Comunità saremo lusingati se si fermasse di più con noi. Non è il mio articolo migliore e finisce qui. Tanti Saluti. 9 Intervista a Benito Frontini – prossimo uscente Quanto tempo è passato da quando sei entrato ad oggi? Due anni e due mesi Come ti sei trovato qui? Benissimo Come sono i rapporti con gli altri ospiti? Abbastanza buoni. Dipende dagli ospiti Senza fare nomi c’è qualcuno che ti piace di meno? Sì Quali sono state le tue aspettative da quando sei entrato? La speranza di guarigione, di vivere un esperienza diversa, dalla vita che si fa a casa Queste aspettative si sono realizzate? Sì Come vivi il momento del distacco dalla Comunità? Mi spiace perché qui mi sentivo come in una seconda casa Cosa farai quando sarai in gruppo appartamento? Dipende da come sarà organizzata la giornata Ti mancherà qualcosa della vita in comunità? Penso di sì Il giorno che andrai via cosa penserai e cosa vorresti dire agli operatori ed ai dottori? Ringraziarli di cuore per quello che hanno fatto e spero di ricambiare in futuro Qual è la cosa che ti è piaciuta di più nella vita? La mia giovinezza La cosa che ti è piaciuta di meno nella vita? La mia malattia Come vedi il tuo futuro? Meglio di prima Un desiderio per il futuro? Potermi sempre migliorare Tornerai con i tuoi dopo il gruppo appartamento? Penso di sì Cosa hai ottenuto dalla vita fino ad oggi? Soddisfazioni e delusioni Se avessi una bacchetta magica, cosa faresti per la società? Una grande Comunità, tipo questa È stata una vita felice o infelice? Metà e metà Cosa vorresti dire in conclusione di questa intervista? Ringraziare tutti quanti e arrivederci a presto Hai degli hobbies? Calcio Qual è il tuo cantante preferito? Bruce Springsteen Qual è la canzone che ti piace di più? Non ne ho una Il film che ti è piaciuto di più? Rocky Sono state più le esperienze positive o quelle negative? Positive Qual è il tuo pregio? Essere umile Qual è il tuo difetto? Mancanza di fiducia nella gente L’episodio meno allegro in comunità? Neanche L’ospite con cui hai legato di più? Giuseppe, Massimiliano, Mauro e altri La cosa brutta che hai fatto nella vita? Penso niente C’è qualcosa nella vita che rifaresti? Tutto Vedi il tuo futuro accanto ad una compagna? Non lo so Credi nell’amore? Sì Come vedi la donna d’oggi? Molto diversa, da come la vedevo, prima di ammalarmi Cosa ti piace in una persona? Sincerità Cosa non ti piace in una persona? Falsità Come vedi la nostra malattia e come pensi ci giudichi la gente? Una malattia delle tante. Il giudizio della gente dipende da noi, da come ci comportiamo Il tuo sogno ricorrente? Nessuno Cosa pensi dia potere nella vita? La Grinta, la forza d’animo Da cosa sei attratto di una persona? Occhi È più importante la bella presenza o la simpatia? Tutte e due Hai un’idea politica? Sono di destra Speri di aver lasciato qualcosa ai tuoi compagni? Spero di sì Cosa vorresti dire in conclusione di questa intervista? Ringrazio tutti i miei compagni, gli operatori, i dottori, le cuoche per la pazienza che hanno avuto 10 Intervista a Stefano Ventura – prossimo uscente Quanto tempo è passato da quando sei entrato ad oggi? Sono due anni più qualche mese Come ti sei trovato qui? Bene Come sono i rapporti con gli altri ospiti? Abbastanza buoni Senza fare nomi c’è qualcuno che ti piace di meno? Sì Quali sono state le tue aspettative da quando sei entrato? Di essere un po’ più indipendente Queste aspettative si sono realizzate? In parte Come vivi il momento del distacco dalla Comunità? Positivo Cosa farai quando sarai in gruppo appartamento? Spero di avere più tempo per leggere Ti mancherà qualcosa della vita in comunità? Il calcio giocato Il giorno che andrai via cosa penserai e cosa vorresti dire agli operatori ed ai dottori? Che probabilmente sarei potuto andare via prima dalla comunità. Due anni e tre mesi sono tanti Qual è la cosa che ti è piaciuta di più nella vita? Andare in giro in scooter La cosa che ti è piaciuta di meno nella vita? Essere trattato male Come vedi il tuo futuro? Non bellissimo Un desiderio per il futuro? Smettere di fumare Tornerai con i tuoi dopo il gruppo appartamento? Spero di sì Cosa hai ottenuto dalla vita fino ad oggi? Poco o niente Se avessi una bacchetta magica, cosa faresti per la società? Non lo so È stata una vita felice o infelice? Infelice Hai degli hobbies? Lo scooter il computer leggere ascoltare dei cd. Qual è il tuo cantante preferito? Freddy Mercury Qual è la canzone che ti piace di più? Wonderful world di louis armstrong rifatta dai ramones Il film che ti è piaciuto di più? Codice d’onore con jak nicolson Sono state più le esperienze positive o quelle negative? Negative Qual è il tuo pregio? Ho delle risorse Qual è il tuo difetto? Sono ingenuo In comunità c’è un episodio allegro del quale ti ricordi? No L’episodio meno allegro in comunità? Non lo so L’ospite con cui hai legato di più? Roberto La cosa brutta che hai fatto nella vita? Dare poca importanza all’istruzione e alla scuola C’è qualcosa nella vita che rifaresti? No Vedi il tuo futuro accanto ad una compagna? Si ma non so quando Credi nell’amore? Così così Sei maschilista? No Come vedi la donna d’oggi? Molto emancipata Hai una donna ideale? No Cosa ti piace in una persona? La sincerità Cosa non ti piace in una persona? Le bugie,la cospirazione Come vedi la nostra malattia e come pensi ci giudichi la gente? La nostra malattia è molto brutta.La gente ci giudica come dei ragazzi down Il tuo sogno ricorrente? Nessuno Cosa pensi dia potere nella vita? Il fregare gli altri. La furbizia. Da cosa sei attratto di una persona? Il fascino È più importante la bella presenza o la simpatia? La bella presenza Hai un’idea politica? Sono liberale Cosa vorresti dire in conclusione di questa intervista? Grazie a tutti e arrivederci. 11 L’addio alla Comunità di Eleonora e Patrizia Il giorno 16 dicembre 2008, le pazienti Patrizia ed Eleonora, hanno lasciato la Comunità di Oleggio (NO), per sistemarsi in un gruppo appartamento di Arona (NO). Tutte e due sono state in Comunità Oleggio per circa due anni. Le conoscevamo bene. Ci mancheranno. Patrizia è una donna di 54 anni, molto gentile e dolce. Spesso la abbiamo vista sorridere. Il buon umore non le mancava. È una persona solare, con un carattere mite. Aveva una profonda amicizia con Carlo, nostro amico di Oleggio. Spesso uscivano insieme la mattina o il pomeriggio. La mattina li vedevamo fuori dal Bar “I Portici”, in piazza ad Oleggio, per bere il primo caffè della giornata. Si vogliono bene. Camminano mano nella mano. Oltre Carlo, Patrizia piaceva anche a Stefano. Stefano è un po’ esuberante ed a volte Patrizia subiva le sue coccole: qualche bacio, qualche carezza. Patrizia aiutava tutti, è generosa. Le persone che contribuiscono con il loro lavoro a creare questo Giornalino sono: redattore e addetto alla stampa (operatore Alberto); 1° giornalista (Ventura Stefano); 2° giornalista (Gallo Patrizia ma adesso non più; 3° giornalista (Tavernier Bianca Maria); Editorialista (Dottor Ragni); Poeta (Forti Mauro); Disegnatore artistico( Quirighetti Roberto). Adesso vorrei parlare di Eleonora. Eleonora è una persona gentile e simpatica. L’abbiamo spesso sentita fare i complimenti a: pazienti, genitori, collaboratori, operatori, infermieri, dottori. È più forte di lei. Deve fare i complimenti, se no non si sente bene. Li fa anche a persone che non conosce, estranei, gente che ha rapporti occasionali con la Comunità. Eleonora è molto generosa nel lodare gli altri. È piena di complimenti. Inoltre è una donna alta, alla quale piacciono gli uomini alti e pieni di fascino. A lei piaceva Simone, perché è un ragazzo alto e bello. Un’altra sua caratteristica è la camminata veloce. Quando usciamo in gruppo a piedi, comincia ad andare avanti al gruppo e ci distacca di qualche centinaio di metri. Per questo l’ho chiamata “gamba lunga”. Era simpatica anche a Tiziano. Tiziano, secondo me, viene trattato un po’ male da noi, ma Patrizia no; lo rispettava e non lo scherzava; prendeva in considerazione veramente quello che Tiziano aveva da dire. Questo ci fa capire, anche, che Patrizia è sensibile e gentile. Generosa, buona, estroversa, aperta, simpatica. Ovviamente, come aspetto, non piaceva a tutti. A me, ad esempio, stava simpatica, ma non mi piaceva come donna. Forse, per Carlo e Stefano, era il contrario. Bisogna anche dire che Patrizia era la seconda giornalista di questo Giornalino ed ha scritto qualche articolo sul Giornalino medesimo. Eleonora ha un carattere meno aperto e solare di Patrizia. È un po’ “dark”, nel senso che è abbastanza fredda e misteriosa, ha un carattere buio, cupo. Ho visto sorridere di più Patrizia rispetto ad Eleonora. Non sappiamo se i complimenti suoi sono sinceri. Dicono che i Piemontesi sono falsi e cortesi. In questo forse, Eleonora, è un po’ piemontese. Ovviamente, siamo dispiaciuti della partenza di Patrizia ed Eleonora. Sono andate in un gruppo appartamento di Arona. Infatti Patrizia preferisce Arona per fare shopping, passeggiate, incontri, ecc. Anche quando era in Comunità, ci andava spesso (col treno o col bus). Quando sono partite dalla Comunità Oleggio, le ho aiutate a caricare il pulmino delle loro valigie. Ne avevano veramente tante. Direi che abbiamo riempito il pulmino fino al limite. Era pieno sia il bagagliaio che i posti a sedere. Spero di non avere questo problema, quando andrò nel gruppo appartamento di Oleggio. Anch’io ho molta roba 12 da trasportare. Al massimo mi farò aiutare dai miei genitori. Se vengono in automobile potrei caricare i bagagli nella loro auto. Adesso vi saluto e auguro a Patrizia ed Eleonora, un futuro prossimo di felicità, serenità, godimento e voglia di vivere. Tanti Saluti. La cena di Natale dell’ISPAM Il giorno 20 dicembre 2008, è in programma una cena organizzata dall’ISPAM. Il luogo dove si consuma la cena, è Santa Cristinetta, una frazione di Borgomanero. La partenza dalla Comunità Oleggio è fissata per le 18:30, con ritrovo nell’atrio della Comunità stessa. I partecipanti sono: Giuseppe, Mauro, Romina, Damiano, Mario, Stefano, io e Biba. L’operatore che di solito ci accompagna, non c’è. Il pulmino non è utilizzabile, per quel giorno e così ci viene a prendere un altro pulmino, di una associazione di volontari. E’ lo stesso furgone e lo stesso autista, che ci portò alla grigliata del gruppo appartamento di Bolzano Novarese, qualche mese prima. Alle 18:30 ci raduniamo nell’atrio della Comunità ed io mi incarico di portare la fotocamera digitale della Comunità, per scattare qualche foto alla cena. È molto comodo e spazioso ed appena il motore si è riscaldato, si sente il caldo, che fa piacere, visto che la serata è molto fredda. È un pulmino, nel quale sono sfruttati bene gli spazi interni. Pur non essendo enorme, ha una abitabilità notevole. Ovviamente, esternamente, è un po’ più grosso del nostro, ma non di molto. A questo punto entriamo nell’abitazione e cominciamo a salutare un po’ di gente. Molti di loro li conosciamo e sono facce note: dirigenti dell’ISPAM (ad esempio il Sig.Marchionni), ragazzi di un'altra Comunità, ragazzi del gruppo appartamento di Bolzano Novarese, qualche genitore (ad esempio il Sig.Platini), alcune persone che hanno rapporti con l’ISPAM e che spesso sono presenti in questo tipo di ritrovi (ad esempio Christian, un ragazzo che è capace di aggiustare le motociclette e lo ha fatto come lavoro). Dopo i saluti e dopo esserci tolti il soprabito, ci sediamo ai tavoli. Sul muro di fronte a me, c’è una grande effigie, che rappresenta lo stemma della Comunità di Santa Cristinetta. Non ho chiesto informazioni, ma questa casa potrebbe essere la sede di una Comunità. Mi informerò meglio. Intanto dopo poco che siamo arrivati (circa un quarto d’ora), cominciamo a scattare le prime fotografie. Due dirigenti dell’ISPAM scattano qualche foto, seguiti dopo poco, anche da me. Fotografo soprattutto i ragazzi della Comunità Oleggio (miei compagni), che sono seduti al tavolo a mangiare l’antipasto. Come detto l’operatore non c’è; dobbiamo arrangiarci. Il guidatore, fuori dalla Comunità, si dirige verso Momo, poi verso Borgomanero. Non ci sono tantissime automobili in giro; è una situazione di poco traffico. Giunti a Borgomanero, prosegue verso Maggiate. Siamo in periferia est di Borgomanero. Dopo aver percorso due o tre stradine secondarie, arriva in uno spiazzo erboso che funge anche da parcheggio. In questo posto c’è una casa con dei capannoni che sarà il luogo della cena. Il fabbricato ha attorno un giardino che serve da parcheggio. Il gabinetto è fuori dalla casa. Ci sono varie indicazioni per arrivarci. Intanto le cuoche stanno preparando una cena sostanziosa e con tante portate. Nel frattempo che noi mangiamo l’antipasto, le cuoche preparano la 13 pasta, lo spezzatino, le salsicce e la polenta. Vi dico subito che sarà una cena abbondante e anche un po’ pesante per il mio stomaco. La qualità del cibo è buona. Riassumo, qui di seguito, i piatti e le portate di cibo, che abbiamo mangiato alla cena ISPAM, del dicembre 2008: antipasto con torta salata, affettati, pezzetti di frittata, olive e sottaceti, salsa tonnata; primo con pasta e ravioli; di secondo spezzatino di carne, salsicce arrostite e polenta. Come dolci ci sono panettone e pandoro. Da bere coca cola, aranciata e sprite. Questo è stato il menù della cena dell’ISPAM. La cucina è stata buona, sia come qualità sia come quantità. Forse mi sono dimenticato di qualcosa che abbiamo mangiato, di cui non mi ricordo. Chiederò a qualche partecipante, di aiutarmi a compilare il menù esatto. Dopo la cena, siamo tutti molto pieni. Abbiamo mangiato veramente tanto. Come tradizione, dopo la cena, l’ISPAM organizza tombole e lotterie. Facciamo un sondaggio tra gli ospiti della Comunità Oleggio e scopriamo che, quasi tutti, vorrebbero tornare in Comunità, perché sono sazi, sono un po’ stanchi e qualcuno è anche un po’ a disagio. I dirigenti dell’ISPAM ci convincono a restare, solo per la durata della lotteria. Ci sono dei regali che vogliono consegnare anche a noi. Vinco un doppio centrino, un borsello rosso, un blocchetto per appunti. Alla fine della festa dell’ISPAM, oltre ai regali della lotteria, verrà consegnato un regalo per tutti: un panettone piccolo. Finita la lotteria, come stabilito, i partecipanti della Comunità Oleggio, si preparano per andar via. Mettiamo addosso i soprabiti e le giacche, fumiamo fuori una sigaretta ed aspettiamo l’autista. I partecipanti della Comunità Oleggio, non hanno facce molto allegre. Forse questo tipo di ritrovi li mette a disagio. Siamo tutti un po’ stanchi ed abbiamo voglia di andare a letto, per digerire lentamente il lauto pasto. Quando arriva l’autista, saliamo sul pulmino e torniamo ad Oleggio. Dopo dieci minuti comincia a funzionare il riscaldamento. In giro c’è poca gente. Passa circa mezzora e siamo in Comunità. Dopo poco, andiamo tutti a dormire. Diciamo che mi sento molto sazio e che per tutta la notte avrò problemi a digerire. L’antipasto era troppo e quindi ho faticato a mangiare il resto del menù. Inoltre mi sono dimenticato la fotocamera digitale a Santa Cristinetta e così il giorno successivo farò richiesta all’ISPAM, che venga restituita al proprietario (alla Comunità Oleggio). In conclusione posso dire: è stata una serata divertente. Queste occasioni mi piacciono. Oltretutto il Sig.Marchionni (dirigente dell’ISPAM) è una persona allegra e simpatica. Abbiamo mangiato tanto, troppo (l’antipasto era abbondante), ci siamo divertiti, abbiamo ricevuto regali, siamo contenti. Alle cene ISPAM e alle grigliate, incontriamo sia persone malate che genitori e dirigenti. Siccome più o meno sono sempre le stesse persone, ci conosciamo e instauriamo un dialogo. Ad esempio parlo di informatica con Antonio ed ascolto quello che Cristian ha da dirmi sulle motociclette. Forse ne so più di Antonio sui computer, ma sicuramente ne so molto meno di Cristian sulle moto. L’importante è anche dialogare. L’unica cosa che non è andata bene è la digestione e lo smarrimento della fotocamera digitale. Alla prossima cena ISPAM e, con affetto, Saluti da Stefano. Il capodanno in Comunità Questo articolo spiegherà come si è svolta la festa del Capodanno 2009 nella Comunità Elio Zino di Oleggio. Dopo la messa di preparazione al Natale del 23 dicembre 2008, nella chiesa di via Giaggiolo nella quale noi pazienti abbiamo cantato in coro, il 24 dicembre (la Vigilia), siamo andati quasi tutti a casa per trascorrere le vacanze natalizie in famiglia. Queste sono durate dal 24 dicembre al 30 dicembre. Quindi, per la notte di San Silvestro (31 dicembre) eravamo tutti presenti in Comunità a festeggiare l’anno nuovo. 14 Su questo Giornalino, vi ricorderete, avevo accusato lo staff della Comunità Oleggio di aver preparato una festa molto moscia per il 31 dicembre 2007 (il capodanno dell’anno scorso). Quest’anno è stato tutto il contrario: una festa pensata in grande, ben preparata, ben riuscita, oltre ogni aspettativa, un capodanno molto allegro e coinvolgente, preparato ed eseguito alla grande, molto vivace e divertente. Non mi permetterò mai più di giudicare male una festa od una ricorrenza svolta in Comunità dalle pagine di questo Giornalino. Gli operatori hanno fatto in modo di farmi ricredere e pentire di quello che avevo detto. Partecipano alla festa di Capodanno: pazienti, operatori più le due donne del gruppo appartamento di Arona (Eleonora e Patrizia). Arriveranno al momento del brindisi i signori Ventura (i miei genitori), che staranno con noi a festeggiare dalle 23:45 alle 00:15 e successivamente riaccompagneranno Eleonora e Patrizia ad Arona. Queste due signore (Eleonora e Patrizia) le conosciamo perché sono state con noi fino a pochi giorni fa in Comunità. Sono andate nel gruppo appartamento di Arona, solo due settimane prima (metà dicembre). Ci salutiamo con baci e strette di mano. Le consideriamo ancora dei nostri. Ovviamente non hanno problemi di ambientamento. Dopo tutto sono state con noi due anni e la Comunità Elio Zino la conoscono bene. Mi renderò conto più tardi di aver esagerato con gli stuzzichini dell’aperitivo. Troppe arachidi e formaggio mi sballeranno la digestione. Mi faranno rinunciare a dei piatti successivi. Spesso quello che mi frega nelle feste e nei cenoni è l’antipasto o comunque tutto ciò che precede il primo piatto. Non dovrei mangiare l’antipasto perché mi riempie lo stomaco e poi non resta spazio per il panettone o il cotechino. Il cenone è stato ideato dagli operatori in modo da arrivare quasi alla mezzanotte con l’ultima portata. Verranno distribuiti i piatti ogni tre quarti d’ora circa per tirare in lungo ed arrivare all’ora fatidica con i pazienti quasi tutti svegli. Inoltre, la terapia verrà distribuita verso la mezzanotte, anche questo per tenere svegli gli ospiti della Comunità. Infatti la terapia della sera (ore 20:00), di solito è la più pesante, come quantità di farmaci e quindi fa venire voglia di dormire. Per questo, a capodanno, le medicine verranno distribuite dalle 23:50 alle 24:10 circa del 31 dicembre 2008. Dopo l’aperitivo, alle 20:00 circa, comincia il cenone. Vengono dati dagli operatori un piatto di antipasto ciascuno. Ci sono tonno, formaggio, affettati, pezzi di torta salata, olive, sottaceti, ecc. Con l’antipasto cerco di non esagerare. Non lo mangio tutto. Dopo l’antipasto, alle ore 21:30 circa, l’operatore Giuliano mette nell’HI-FI un CD di musica ballabile. Alcuni operatori, tra i quali Gabriella, invitano tutti a ballare. Si balla in coppia e da soli. Le musiche spaziano da Elvis Presley ai Bee Gees, dal Twist ai Beach Boys. Ci sono anche canzoni recenti. Ballo poco, ma quando lo faccio mi diverto un sacco. Gabriella si scatena, ballando con Mauro, sia il Rock & Roll sia il Twist. Operatori e ospiti si scatenano. La sala TV diventa una specie di discoteca. Mi diverto però non ho fatto scuole di ballo ed ho un po’ paura di fare brutta figura. La festa di capodanno della Comunità Oleggio comincia alle 19:00 del 31 dicembre 2008 con l’aperitivo. Viene offerto da bere del prosecco mischiato a succo di arancia rossa. È un aperitivo molto buono. Da sgranocchiare col prosecco vengono distribuite patatine fritte, arachidi, olive, emmenthal a pezzetti, ecc. Mentre balliamo, Damiano prepara e cucina il risotto al Barbera: è una sua ricetta. Di primo sono previsti maltagliati al pesto e risotto al barbera. Sono entrambi molto buoni. Riesco a tener duro senza terapia fino alle 22:00 e poi butto giù i farmaci. Altre volte ho provato a prendere la terapia dopo le 21:15 e quasi sempre mi sono sentito agitato ed in crisi. Subito dopo aver preso le medicine ho avuto, come potete 15 immaginare, un momento di sollievo psichico. Nonostante abbia preso i farmaci alle 22:00, resterò sveglio fino alle 01:00, senza avere sonno. Attorno alle 22:00, qualche ospite chiede la terapia all’infermiere Dino e va a dormire. Il numero di ospiti che rimangono svegli si dimezza. Quelli che andranno a letto dovranno sopportare: la TV, la musica da ballo dell’impianto HI-FI, le nostre chiacchiere ad alta voce, il brindisi di mezzanotte, i petardi di ogni genere che verranno fatti esplodere alle 24:00. Per loro sarà difficile dormire indisturbati. Dopo i maltagliati e il risotto, alle 23:00 circa, c’è il secondo: zampone e lenticchie. Come ho già detto, sono già pieno e quindi non lo mangio. Mi dicono che le lenticchie a capodanno portano fortuna. Non le mangerò lo stesso, per mancanza di spazio nello stomaco. Qualche altro partecipante mangia anche il secondo. affettando il panettone. Gli operatori Giuliano, Tony e Dino fanno scoppiare dei petardi anche sotto il tavolo della cucina, provocando lo spavento degli altri colleghi. Dopo la mezzanotte i partecipanti rimasti fanno un giro di spumante e mangiano un’altra fetta di panettone. Noi ospiti della Comunità Oleggio, siamo stati un po’ frastornati durante la festa. Il nostro stato d’animo ha evidenziato un po’ di ansia, tristezza, apprensione. Tutti questi sentimenti hanno avuto comunque una bassa intensità e bisogna dire che sono frequenti in noi malati psichiatrici. Spesso ci sentiamo a disagio indipendentemente dalle feste natalizie. Ogni paziente comunque, ha partecipato con sufficiente spensieratezza e trasporto alla festa di San Silvestro. Quando si avvicina la mezzanotte, siamo tutti pronti per festeggiare l’anno nuovo, con un super brindisi. Viene distribuito il panettone, viene spenta la musica da ballo, viene scelto un canale televisivo dove si fa festa e si fa il conto alla rovescia, viene aumentato il volume della TV. Con in mano il bicchiere, aspettiamo che arrivino le 00:00 del 01 gennaio 2009. Due minuti prima (ore 23:58 del 31 dicembre 2008), gli operatori Giuliano e Tony cominciano a smollare i tappi di sughero delle bottiglie di spumante. Allo scoccare della mezzanotte, i due operatori sparano i tappi dello spumante. Questo viene distribuito a tutti i partecipanti in bicchieri di plastica. A questo punto si scatenano i botti di capodanno della Comunità. Gli operatori Giuliano e Tony, danno fuoco a petardi, razzi, raudi, fontane e quant’altro. Anche fuori dalla Comunità si sentono i botti fatti scoppiare da altra gente. Uno spettacolo pirotecnico. Gli operatori sono scatenati. La Comunità contribuisce al rumore e agli scoppi, più delle altre abitazioni. Un rumore assordante. Lo scoppio dei petardi e dei razzi andrà avanti fino all’una. Da mezzanotte all’una, alcuni operatori sostano in cucina, per qualche motivo. Probabilmente stanno bevendo uno o due bicchieri di spumante e stanno All’una del primo gennaio, gli ospiti che sono rimasti svegli, vanno a dormire. Come ho già detto, nonostante abbia preso la terapia alle 22:00 riesco a stare sveglio fino all’una. Quando entro in stanza, alle 00:50, il mio compagno di camera è già a letto, ma è sveglio. Probabilmente il suo sonno è stato interrotto dallo scoppio dei petardi e dei botti. Mi metto il pigiama ed all’una mi corico a letto anch’io. La mattina successiva ci sveglieremo tutti qualche ora dopo il solito. È normale. Lo fanno tutti la mattina del primo gennaio. Il bilancio della festa di capodanno è molto positivo, come ho già detto all’inizio di questo articolo. Ci siamo divertiti. Bisogna fare i complimenti agli operatori della Comunità Elio Zino di Oleggio: sono stati veramente bravi. Un Saluto particolare e al prossimo Capodanno. Ciao 16 Di Mauro “Titus” Viaggiare Viaggiare tra fiumi e laghi. Viaggiare per mari e per oceani. Viaggiare e camminare tra montagne e ghiacciai. Viaggiare per Stati e Continenti, senza patemi d’animo. Viaggiare oltre le frontiere ed i confini, un tempo invalicabili. Viaggiare per il nostro bel Paese che ancora molti non conoscono, almeno per intero. Viaggiare e volare”con la fantasia” per boschi e brughiere ed inoltre per steppe e deserti. Viaggiare e volare “lassù” nel cielo, nello spazio immenso ed eterno, sino a cercare e trovare i miei genitori (finalmente assieme). E dopo tutto ciò viaggiare lontano con un senso di libertà, ma comunque e tutto sommato, Viaggiare! 17 Disegni realizzati durante il laboratorio di arte 18