L`editoriale dott. Bruno Ragni A metà dicembre abbiamo dimesso

Transcript

L`editoriale dott. Bruno Ragni A metà dicembre abbiamo dimesso
Anno II Numero 2 Novembre – Dicembre 2008
Bimestrale della Comunità Protetta Psichiatrica “Elio Zino”
Capo redattore: Alberto Cagna; Vice redattore e giornalista: Stefano Ventura, giornalista: Patrizia Gallo
L'editoriale dott. Bruno Ragni
A metà dicembre abbiamo dimesso due delle
nostre ragazze, che, dopo due anni di cammino
comunitario, hanno lasciato il gruppo per iniziare
una nuova fase del percorso di cura: il passaggio
al “gruppo appartamento”.
Per realizzare questo obiettivo si è potuto
collaborare con i rispettivi tutori, le risorse del
Dipartimento di Salute Mentale e della ASL NO.
Effettivamente, dall’apertura della Comunità nel
settembre ‘06, abbiamo assistito ad un certo
numero di dimissioni: nel corso del 2007 si sono
realizzate tre dimissioni (una persona a casa, due
in gruppo appartamento), nel 2008, un totale di
cinque
dimissioni
(quattro
in
gruppo
appartamento, una persona trasferita ad altra
comunità). Considerate le percentuali sul totale
degli ospiti, pari a 19, durante il primo anno di
attività le dimissioni sono state corrispondenti al
16%, mentre, durante il secondo anno la
percentuale ammonta al 26%.
I programmi di cura e riabilitazione in corso,
prevedono che a breve, probabilmente gennaiofebbraio ’09, altri cinque ospiti della comunità
realizzeranno il progetto del passaggio in
“appartamento”.
Il nuovo “gruppo appartamento” di Oleggio,
costituitosi dalla collaborazione dell’associazione
dei famigliari “Aiuta Psiche” e la Cooperativa
Sociale Prometeo, è in realtà una bella villa con
giardino, ben adatta ad ospitare con ogni confort i
prossimi dimessi.
Nell’insieme, appare chiara una progressiva
estensione delle risorse residenziali del
dipartimento, che sembra confermare le intenzioni
programmatiche espresse finora dalla Direzione.
Ci affacciamo quindi al terzo anno di comunità,
con buone premesse e con la fiducia di poter
perseguire nuovi progetti.
1
La gita alla Basilica di Superga
Giovedì 28 agosto 2008 è in programma la gita
alla Basilica di Superga, vicino a Torino.
vegetazione è bella e rigogliosa. Più
avviciniamo a Superga, più la strada sale.
I dottori e gli operatori hanno in mente di portarci
numerosi e per questo chiedono in prestito un
furgone dalla Comunità Prometeo di Verbania. I
posti a disposizione degli ospiti, quindi sono in
tutto sedici più due posti per i guidatori che sono
gli operatori Tony e Laura. Infatti ogni furgone
può ospitare otto persone più il guidatore. In
pratica è presente alla gita quasi tutta la Comunità
Oleggio.
Arrivati nel paesello turistico vicino alla Basilica,
fumiamo una sigaretta. C’è un tabaccaio con le
cartoline ed un ristorante. I turisti passeggiano o
mangiano al ristorante. La temperatura è fresca.
Gli abitanti del luogo chiamano il paesello e la
Basilica “Soperga”. Forse si dice così in dialetto.
La via dove ci siamo fermati si chiama “Via
Soperga”.
Si parte verso le 11:00, prima del pranzo. Gli
operatori portano delle cibarie: panini al salame e
formaggio, panini al prosciutto e formaggio,
succhi di frutta, acqua. L’operatore Tony ha con
se un navigatore satellitare portatile e lo applica
sopra la plancia del furgone che lui guiderà.
Il viaggio dovrebbe essere questo: Oleggio,
Novara, Torino, Superga. Quindi, una volta partiti
da Oleggio, ci dirigiamo verso Novara, dove
prenderemo l’autostrada. Entrati in autostrada,
viaggiamo senza problemi, a parte qualche
camion che ci supera a 130 km/h e che dovrebbe
andare a 80 km/h. Da Novara a Torino, in
autostrada, tutto fila liscio. A Torino dovremmo
uscire dall’autostrada e prendere la superstrada
che attraversa il capoluogo piemontese, ma il
casello, consigliato dal navigatore, è chiuso per
lavori in corso.
ci
Finita la pausa, percorriamo una strada stretta ed a
doppio senso di marcia, che porta alla Basilica.
Questa strada è molto ripida. L’operatrice Laura
fa molta fatica a salire per questa via, senza far
spegnere il motore e senza far scontrare il pulmino
contro automobili e muretti laterali. Durante le
manovre deve affidarsi agli specchietti e sperare
che le auto si fermino per facilitarla. L’operatore
Tony sembra più a suo agio, nel guidare il suo
pulmino, su per questa piccola e stretta
“arrampicata”.
Dopo 500 metri siamo al parcheggio della
Basilica, che è ampio, quasi vuoto, con poche
macchine e con due o tre motociclette.
Tony non riesce più a capire il navigatore e va in
crisi. Ci fermiamo un attimo, facciamo una sosta,
ma oramai i due operatori non sanno più che
strada prendere. Impieghiamo più tempo a trovare
la superstrada che non a percorrere qualche
chilometro su di essa. Praticamente ci siamo un
po’ persi.
Ogni tanto chiediamo ai passanti. Siamo nella
campagna attorno a Torino, tra campi coltivati a
mais, foraggio, fieno, ecc. e canali di irrigazione.
Ogni tanto si vede qualche operaio, in vari
cantieri, per i lavori in corso. Anche a loro
chiediamo come si arriva alla Basilica.
Dopo aver consultato ancora il navigatore e
qualche persona del luogo, imbocchiamo una
strada che dovrebbe essere giusta. Dopo un po’
arriviamo in una zona collinare vicino a Torino e
percorriamo strade, spesso in salita. La
2
La basilica di Superga ci appare in tutto il suo
splendore e la sua bellezza. Dalla collina di
Superga si osserva la città di Torino, con la Mole
Antonelliana, che svetta su tutte le case. Si vede
anche il fiume Po che attraversa la città. Attorno a
Torino c’è una leggera foschia, ma il tempo è
sufficientemente soleggiato e si vedono valli e
montagne.
disarcionare (è di legno). L’aria è buona e
salutare, lontano dallo smog della città. Ci sono
anche turisti che parlano tedesco o inglese. C’è
anche qualche turista che parla in romanesco. I
turisti che ci sono, forse, vengono da molto
lontano.
A Milano (ho abitato in periferia e in provincia di
Milano fino a 17 anni), se qualcuno vuole vedere
lo scenario della città dall’alto, deve salire sul
tetto del Duomo o sui piani alti del grattacielo
Pirelli. Non ci sono colline attorno al capoluogo
lombardo, per ammirarla.
A Verona, invece, dove ho abitato per 16 anni, c’è
una zona collinare, dalla quale si osserva tutta la
città. Si chiama “le Torricelle”. In questa ci sono
alcune chiese, basiliche e luoghi storici, religiosi;
percorsi della salute per corridori e ciclisti. Dalle
“Torricelle” si osserva tutta Verona e per prima
cosa il Ponte Vecchio, che è l’opera storica più
vicina al punto di osservazione. È un ponte che
risale all’epoca romana; è fatto con pietre e
materiali antichi. Per questo è molto affascinante.
Gli altri ponti sull’Adige sono stati realizzati in
epoca recente, con cemento e materiali moderni.
Inoltre si notano: Santa Anastasia (cattedrale), San
Zeno (cattedrale), l’Arena (uno dei più grandi
teatri all’aperto d’Europa), Piazza Bra, Piazza
Erbe, ecc.
Il fatto di poter ammirare il panorama della città
dalla collina di Superga, mi fa accomunare Torino
a Verona. In realtà molte città italiane hanno la
possibilità di essere viste da colline o zone
collinari attorno. Basta pensare a Roma (da Villa
Borghese), Firenze (dal Monte Amiata), Bologna
(dai Colli Bolognesi), Napoli (dal Vesuvio o dalla
Funicolare), ecc.
Come già detto, la basilica di Superga, ci abbaglia
con il suo splendore. Gli operatori decidono di
farci mangiare i panini e di entrare dopo nella
basilica, per la visita turistica. Ci sono due panini
a testa, in succo di frutta e dell’acqua; c’è anche la
terapia.
Dopo aver preso la terapia, ci riposiamo un po’
sulle panchine. L’apertura pomeridiana della
Chiesa di Superga è prevista per le 14:00. C’è
anche un toro di legno, un po’ stilizzato; ci
saliamo sopra e ci facciamo fotografare dalla
operatrice Laura (foto di gruppo). Io e qualche
altro, saliamo in groppa al toro, senza farci
Gli appassionati di calcio, sanno che il grande
Torino morì vicino alla Basilica di Superga, per lo
schianto dell’aereo sul quale viaggiavano i
calciatori del Toro, attorno al 1950. Il grande
Torino vinse quasi tutti i campionati di serie A,
dal 1940 al 1949. L’aereo era di ritorno da una
partita internazionale e si sfracellò sulla collina di
Superga. Era una squadra fortissima. Di questa
squadra mi ricordo di nome solo Valentino
Mazzola, il padre di Sandro Mazzola. Me lo
ricordo solo di nome, visto che nacqui nel 1966 e
cominciai a seguire le partite di calcio solo nel
1978 (circa 30 anni dopo la strage di Superga).
Forse il toro di legno è stato costruito in onore del
simbolo che rappresenta il Torino: il Toro,
appunto.
Dopo aver consumato il pasto, io parlo con Laura
e gli spiego la mia opinione artistica sulla Basilica
di Superga. Secondo me appartiene allo stile neoclassico. Questo stile si è sviluppato dopo il
medioevo e riprende tanti aspetti delle civiltà e
degli stili antichi: il greco ed il romanico. Si
differenzia dagli stili antichi, perché vengono
usati materiali più moderni e si nota subito che le
opere d’arte del neoclassico sono state realizzate
molti secoli dopo l’era greca e romana. Ad
esempio fanno bella mostra di sé, colonne,
capitelli, che riprendono le forme di quelli del
Partenone o di Paestum, ma che sono realizzati
con materiale simile al cemento. Oppure la cupola
che assomiglia, in piccolo, a quella di S.Pietro a
Roma (Vaticano), ma che è piuttosto recente. Ci
sono tanti aspetti stilistici, che riprendono gli stili
classici (greco e romanico).
3
Un esempio di stile neoclassico è la Casa Bianca a
Washington, con le sue colonne e la sua cupola. Si
rifà molto alle basiliche e cattedrali romaniche.
Anche altre costruzioni del ventennio fascista
appartengono a questo stile. Non è un mistero che
sia Mussolini sia i governanti statunitensi
ammiravano molto l’Impero Romano e quindi la
sua Civiltà, anche artistica.
A questo punto, non sapendo quasi nulla della
Basilica di Superga, tranne che per la strage dei
calciatori, azzardo di indovinare l’anno di
costruzione della Basilica stessa. Premetto che è la
prima volta che la vedo e che non so niente di
essa. Per me è il 1715. La guida turistica ci dirà
che la prima pietra è stata posta nel 1717 (sbaglio
di soli 2 anni) e che è stata terminata 60 anni
dopo: nel 1778. Bisogna dire che, se intendevo
indovinare l’anno di realizzazione della Basilica,
ho sbagliato di 60 anni; se volevo riferirmi
all’anno di inizio dei lavori, ho sbagliato di due
anni. Buon risultato comunque. Forse mi sono
aiutato un po’ con la Storia. Appartenendo allo
stile neo-classico ed essendo stata costruita su
ordine dei Savoia, il 1715 non era un ipotesi
strampalata.
Verso le 14:00, gli operatori fanno i biglietti e ci
fermiamo un attimo al bar della Basilica.
Qualcuno ordina dei caffè, altri dei gelati.
Quando la visita comincia siamo in un gruppo di
circa 20 turisti. La guida comincia con lo spiegare
che fu costruita (1717-1778) per ordine dei
Savoia. All’interno della Basilica ci sono: statue,
affreschi, dipinti, mosaici, tombe dei Savoia,
bassorilievi, tetti intarsiati. Ogni locale è adibito a
qualche funzione particolare.
La prima stanza ha sulle pareti i ritratti di tutti i
Papi, dal primo all’ultimo (è presente anche Papa
Benedetto XVI). C’è la stanza con le tombe dei
Savoia; tombe in legno massiccio. Ci sono stanze
con sculture, che viene difficile credere che siano
state realizzate da un solo pezzo di marmo, eppure
è così: statue bellissime con una dea al centro e a
fianco tende di marmo, molto difficili da scolpire
da un pezzo unico. C’è la cripta dove i Savoia si
fermavano a pregare piena di ceri accesi,
affreschi, mosaici simili a quelli bizantini e
rinascimentali. C’è la cupola; gli operai la stanno
restaurando nella parte interna; è piena di
impalcature, che non offrono un bello spettacolo,
però è affascinante. C’è il giardino interno con
l’erba rasata a filo. Ci sono stanze con molte opere
d’arte e con soffitti di legno, intarsiati e di colore
oro. Ci sono stanze con troni, tavoli, scranni, e
busti scolpiti. È come se fosse un museo di opere
d’arte: quadri, dipinti, affreschi, sculture, busti,
bassorilievi, mosaici, intarsi, ecc.
Ovviamente tutto questo apparteneva alla
Famiglia Reale dei Savoia, che se la tramandarono
di padre in figlio. Fino al Referendum su
Repubblica o Monarchia del 1948, è probabile che
sia stata di Loro proprietà. Dopo la cacciata del Re
(1948) non lo so; può anche essere passata in
proprietà allo Stato; è un aspetto che mi sfugge,
nella spiegazione della guida.
Verso le 16:30 finisce il giro turistico all’interno
della Basilica ed entriamo ancora nel Bar. Alcuni
di noi ordinano ulteriori caffè. Decido di bere un
tea caldo. Il servizio è buono: c’è la teiera, la
brocca del latte, inoltre si può scegliere il tipo di
tea. Decido di bere un tea aromatizzato alla frutta
e quindi immergo la bustina nella teiera. Dopo
circa 5 minuti il tea è pronto. Il sapore è squisito.
Raggiungo gli altri ospiti della Comunità Oleggio,
che sono appena fuori dalla porta d’ingresso della
Basilica e dopo qualche foto ricordo, andiamo
tutti al parcheggio. Saliamo sui due pulmini e
partiamo. La direzione giusta è : Superga, Torino,
Novara, Oleggio. Già prima di cena, prevista
come al solito alle ore 19:00, siamo di ritorno in
Comunità a Oleggio.
La gita è stata bella, emozionante. Abbiamo visto
tantissime opere d’arte e la Basilica stessa che è
un opera d’arte anch’essa. Siamo un po’ stanchi,
ma questi sono viaggi culturali; mi piacciono; mi
sento più ricco culturalmente; spero di farne
ancora di questo genere di gite.
Tanti Saluti ed alla prossima occasione.
4
Il pranzo al ristorante “Il gatto e la volpe”
Il giorno 11 settembre 2008, in programma c’è il
pranzo al Ristorante “il Gatto e la Volpe” a
Oleggio. Bisogna festeggiare l’anniversario
dell’apertura della Comunità di Oleggio (12
settembre 2006). Oramai sono due anni che è stata
inaugurata la Comunità. Anche lo scorso anno
(12/09/2007), siamo andati a mangiare nello
stesso posto.
Penso che nel mio stomaco ci sarebbe stato posto
anche per un altro piatto di arrosto con patate.
Dopo tutto bastava chiederlo e lo avrebbero
portato. Infatti qualcuno ha mangiato due piatti di
secondo senza problemi.
Verso le 12:00 cominciamo ad incamminarci a
piedi verso il ristorante che si trova dentro le mura
di Oleggio, quindi in centro, posizionato un poco
verso est. A poco a poco il nostro tavolo e quello
degli operatori si riempie. Siamo in 18 pazienti in
un tavolo e nell’altro si siedono operatori, dottori,
dirigenti, cuochi della Comunità. Normalmente i
pazienti sono 19, ma Tiziano è andato, qualche
giorno prima, in reparto a Borgomanero e starà
via due settimane per dei controlli. Pertanto è
l’unico paziente assente al pranzo di Comunità.
Dopo un po’ cominciano le portate di primo:
risotto al barbera e lasagne. Le lasagne mi
piacciono molto. Sono tutti e due contenuti in
grosse teglie rotonde. Mangio una porzione di
risotto e due di lasagne. Per secondo c’è l’arrosto
con patate al forno. Ne mangio una porzione; è
buono. Come dessert c’è del gelato con sopra il
mosto d’uva: è una loro specialità e devo dire che
è molto raffinata. Il caffè è compreso nel menù,
ma non sono abituato a bere il caffè dopo pranzo;
lo salto.
Il ristorante ha una parte costruita ed una parte
all’aperto che è una grande terrazza coperta da un
tetto di piante, rami, paglia. Quando il pranzo è
finito, passo dal posto a tavola (in terrazza), ad
una sedia a ridosso dell’edificio del ristorante. La
schiena è appoggiata alle vecchie mura del “Gatto
e la Volpe” e attorno a me ci sono delle felci, delle
piante varie e un posacenere in pietra. Fumo una
sigaretta e intanto vedo passare i camerieri
indaffarati.
Dopo il pranzo, il caffè e un po’ di riposo
all’ombra delle piante del ristorante, cominciamo
ad incamminarci verso la Comunità. Siamo tutti
un po’ pieni di cibo e la digestione procede
lentamente. La passeggiata ci fa bene, per questo.
Arrivati in Comunità, parecchi pazienti decidono
di sdraiarsi sui letti in camera per digerire.
Il pranzo a “Il Gatto e la Volpe” mi ricorda,
inoltre, che sono due anni che vivo in Comunità
Oleggio. Sommando tutte le Comunità e le
Cliniche nelle quali sono stato, il tempo di
ricovero supera i tre anni consecutivi. Diciamo
che forse, per quanto mi riguarda, è la nota un po’
triste di questo pranzo.
Saluto i lettori del Giornalino della Comunità.
Quando ci sarà un nuovo pranzo o cena speciali,
ne parlerò dalle colonne di questo Giornalino. Bye
Bye.
5
I miei due anni in comunità
Con questo articolo, vorrei illustrare i miei due
anni in Comunità Elio Zino. Sono entrato in
Comunità Oleggio il 20 settembre 2006 circa e mi
trovo nella stessa Comunità adesso che è la fine
del 2008; sono passati due anni e 100 giorni.
Sono entrato in Comunità Elio Zino, proveniente
dalla Comunità di Farigliano (CN), dove sono
stato per circa un anno. Quando hanno aperto la
Comunità Elio Zino, hanno richiamato me e
Simone, dalla provincia di Cuneo a quella di
Novara, tra le altre cose, anche per farci stare più
vicini a casa. Infatti da Farigliano (CN) a
Comignago (NO) dove abito, ci sono circa 150
km; da Oleggio (NO) a Comignago (NO) ci sono
20 km. Ci avevano avvertiti che avrebbero aperto
una Comunità nel novarese, tutta nuova.
Ovviamente eravamo interessati per ridurre la
distanza da casa: Simone è di Borgomanero (NO),
io di Comignago (NO). Ci avevano mandato a
Farigliano (CN) perché in provincia di Novara
non c’era una vera e propria Comunità. Quando
l’hanno aperta e inaugurata ci dissero che i primi
ad essere trasferiti dalla Comunità Farigliano alla
Comunità Oleggio, sarebbero stati io, Simone e
Max.
L’inaugurazione della Comunità Elio Zino fu fatta
attorno al 10 settembre 2006. Come ho già scritto
anche in un altro articolo, come struttura,
progetto, costruzione è preferibile la Comunità
Oleggio.
Lo stesso si può dire anche per il gruppo pazienti.
La Comunità Oleggio ospita un gruppo pazienti
mediamente più educato e un po’ meno grave,
rispetto alla Farigliano. Il difetto della Comunità
Oleggio è che il gruppo pazienti è un po’ più
chiuso, sospettoso.
Direi che in questi due anni mi sono trovato bene,
ho conosciuto varie persone. Alcuni sono rimasti
in Comunità, altri sono stati trasferiti in altre
strutture, altri sono andati in gruppo
appartamento, altri sono tornati a casa dalle loro
famiglie. Conservo un buon ricordo di tutti.
Direi che forse i pazienti della Comunità Oleggio
sono un po’ chiusi. Probabilmente, a cominciare
dal gennaio 2008, sono io che mi sono allontanato
un po’ dalla Comunità (mentalmente, non
fisicamente). Infatti ho cominciato a starmene più
da solo, a coltivare alcuni miei interessi,
concedendomi poco alla vita di Comunità.
Intendiamoci, le attività della Comunità, le faccio
lo stesso. È più nel tempo libero che mi chiudo in
camera e socializzo pochissimo.
Direi che a Farigliano, tra i pazienti, c’era una
parte composta da brave persone, socievoli e
gentili. Un’altra parte era composta da ospiti
molto malati, scontrosi e con una personalità
difficile.
Fra poco dovrò lasciare la Comunità per andare in
gruppo appartamento. Non mi sposterò da
Oleggio perché anche il gruppo appartamento si
trova in questa cittadina. Spero che in gruppo
appartamento, abbia più tempo per le mie attività
e meno tempo per le attività della Comunità.
Dopo due anni sono un po’ stanco; vorrei avere un
po’ più di tempo per me. Il Dottor Ragni mi ha
detto che, quando andrò in gruppo appartamento,
le attività della Comunità saranno dimezzate.
Meglio così.
Comunque in questi due anni nella Comunità
Oleggio mi sono trovato bene e ringrazio tutti per
l’ospitalità. Ovviamente il Dottor Ragni sta
cercando un sostituto per la redazione del
Giornalino. Vedremo chi mi sostituirà a partire,
penso, dall’anno prossimo.
Bisogna dire che la Comunità Oleggio ha un piano
di attività stabilito, è tutto bene organizzato. A
Farigliano le attività a volte si facevano, a volte
no. A Farigliano c’erano dei giorni in cui gli
operatori pretendevano partecipazione assoluta,
altri in cui eravamo abbandonati a noi stessi. In
tutte e due le Comunità viene comperato il
giornale. A Farigliano c’era la possibilità di
accedere alla Biblioteca di Dogliani (CN); nella
Comunità Oleggio ci sono vari libri, ma questa
possibilità non ci è stata prospettata.
Probabilmente si può fare.
Però bisogna anche dire che i libri me li sono
portati da casa, perché (i miei libri) trattano
argomenti che mi interessano. Perciò la biblioteca
non è per me una cosa indispensabile, anzi
probabilmente non mi serve. I libri da leggere che
ho a casa sono tanti ed interessanti.
Vorrei dire che dopo due anni in Comunità a
Oleggio, spero di aver fatto progressi. La
Comunità non la sento come un fardello, un peso,
6
ma non la vedo neanche come la soluzione
definitiva ai nostri problemi. Si socializza, si
conoscono persone nuove, però si è domiciliati in
un posto che non è casa nostra, bisogna rientrare
ad una certa ora.
Ogni persona ha i suoi problemi e la Comunità
deve accettarli. Ognuno porta in Comunità una
certa dose di fastidio o di scocciatura per gli altri,
porta i suoi difetti, chi più, chi meno. Bisogna
aiutare e comprendere tutti. Abbiamo tutti
qualcosa da farci perdonare dalle persone che
vivono o lavorano in Comunità.
Ogni operatore porta la sua professionalità;
ognuno ha il suo carattere. Forse qualche difetto
non lo abbiamo solo noi pazienti, ma anche gli
operatori, i dottori, le cuoche. Diciamo che noi
pazienti siamo malati e pertanto i nostri difetti
sono strani e riconoscibili presto. Anche le altre
persone che lavorano in Comunità (operatori, i
dottori, le cuoche) hanno difetti perché nessuno è
perfetto!
Devo comunque dire che, in questi due anni, mi
sono trovato bene con tutti i componenti della
Comunità Oleggio: malati, operatori, dottori,
cuoche. Anzi li ringrazio per avermi sopportato.
Il mio trasferimento al gruppo appartamento sarà,
più o meno, attorno al prossimo gennaio o
febbraio. Siamo in cinque persone della Comunità
ad essere messe in gruppo appartamento: io,
Stefano, Benito, domenico e Federico. Questa
struttura si trova ad Oleggio, vicino alle scuole. La
casa dove andremo ad abitare non è ancora pronta
ed arredata. C’è un po’ di curiosità in noi cinque
per la nuova sistemazione. La vita di Comunità la
conosciamo abbastanza; quella del gruppo
appartamento è un esperienza nuova. Siamo
curiosi.
La mia esperienza in Comunità si sta esaurendo.
Spero di aver lasciato un ricordo non troppo brutto
agli altri ospiti. Non mi dispiace lasciare la
Comunità, perché sono più di due anni che ci vivo
e sono un po’ stanco. E’ una questione di tempo
non di disadattamento o difficoltà di integrazione.
Conserverò un buon ricordo di tutti gli ospiti.
Abbiamo vissuto insieme per tanto tempo; sono
come miei amici.
Buona lettura del prossimo articolo ed arrivederci.
I canti di Natale
È consuetudine che la Comunità celebri in chiesa
il Natale, il giorno 23 dicembre. La messa di
Natale si svolgerà nella chiesetta piccola di via
Giaggiolo, a pochi passi dalla Comunità. Alla
celebrazione parteciperanno quasi tutti i genitori, i
pazienti, lo staff e i dirigenti della Comunità. La
cuoca Nina dovrebbe dirigere le nostre voci.
Questo è il mio terzo Natale in Comunità (2008.
Nina, che ci accompagna con la tastiera. Vengono
distribuiti dei fogli, stampati o fotocopiati con i
testi. I Canti di Natale sono: Venite Fedeli, Tu
scendi dalle Stelle, Gloria, Alleluia.
Bisogna dire che Nina ha un ottimo orecchio
musicale e che ci corregge quando sbagliamo
tonalità. A volte canto con tonalità bassa, a volte
media, a volte alta. Dico a Nina che vado giù o su
di una ottava rispetto agli altri.
Di solito il Natale della Comunità si svolge così:
un assaggio di dolci, panettone e spumante in
Comunità; la passeggiata di genitori, pazienti,
operatori, dottori verso la chiesetta di via
Giaggiolo; il riempimento della chiesa (quasi
sempre non rimangono posti liberi); la
celebrazione della messa con i nostri Canti di
Natale diretti dalla cuoca Nina; il ritorno in
Comunità a piedi; i genitori fanno ritorno alle loro
abitazioni.
I Canti di Natale richiedono una buona
preparazione. Circa due mesi prima del Natale,
proviamo e riproviamo, con l’aiuto della cuoca
7
Nina ci accompagna con la tastiera, tiene il tempo
con il piede, ci corregge se sbagliamo nota. Nina
sa suonare la tastiera, ma è molto più brava a
suonare il violino. L’operatore Tony è molto
bravo a suonare il piano; ogni tanto improvvisa
melodie jazz o suona pezzi di musica classica con
lo spartito. È un piacere sentire il duetto di Tony
alla tastiera e Nina al violino. Sono veramente
bravi.
A questo punto vorrei parlare un po’ del coro dei
pazienti. C’è qualcuno che ogni tanto stecca,
sbaglia nota. Ci sono quelli intonati e quelli
stonati. Dobbiamo cantare tutti e allenarci per la
Messa di Natale con lo scopo di ridurre gli errori,
aumentare l’affiatamento del coro, imparare quasi
a memoria la melodia e i testi dei Canti. Tra i
pazienti intonati citerei: Eleonora e Damiano. Tra
quelli stonati: Stefano e Giuseppe.
del Natale. Provando circa due volte alla
settimana, raggiungeremo un buon affiatamento e
una buona preparazione (la melodia e i testi si
imparano quasi a memoria), in vista del Natale.
Quasi sempre è la cuoca Nina ad accompagnarci
con la tastiera. A volte (raramente), però questo
lavoro, lo fa Federico. Diciamo che l’infermiere
Tony sa suonare la tastiera benissimo; la cuoca
Nina discretamente; il Federico, discretamente.
Questi sono i musicisti della Comunità Oleggio.
Sperando di non fare brutta figura, di non essere
stonati o di sbagliare parole, aspettiamo il Natale,
sperando di esprimerci al meglio. Quando scrivo
questo articolo manca circa un mese e una
settimana al Natale.
Un Saluto ed Arrivederci.
Come già detto le prove dei Canti cominciano ai
primi giorni di novembre, circa due mesi prima
Gli oggetti del mercatino natalizio
Con l’attività del creativo, nei mesi di novembre e
dicembre, sono stati prodotti dai pazienti della
Comunità Oleggio (con l’aiuto di qualche
operatore) vari oggetti da rivendere alla gente che
vuole comperarli. I soldi raccolti verranno
incamerati dalla Comunità per l’acquisto di altro
materiale, o come l’anno scorso, per comprare il
gazebo. Nella cittadina di Oleggio, verranno
sistemati dei gazebo, dove faranno bella mostra di
sé gli oggetti preparati dai pazienti. Questi oggetti
artistici saranno venduti e l’offerta sarà libera. Il
periodo in cui ci sarà questo mercatino è il
periodo natalizio.
Il tipo di oggetti artistici prodotti dai pazienti della
Comunità sono: addobbi vari, biglietti di auguri
natalizi, bottiglie riempite di sale colorato,
candeline di vario colore, cestini natalizi, vari tipi
di palline per l’albero di Natale, pupazzetti vari,
quadretti, saponette decorate, vasetti con fiori di
stoffa, cactus, vasetti decorati.
Tutto questo è il Mercatino Natalizio della
Comunità Oleggio.
Rispetto ad altri pazienti, ho partecipato meno
all’attività di creativo. Mi manca l’ispirazione, la
creatività, la voglia di fare questi oggetti.
Il Mercatino Natalizio sarà un occasione per
confrontarci con la gente, per mostrare le nostre
capacità creative, la nostra fantasia. Alcuni oggetti
sono originali. Speriamo che la gente li apprezzi.
Il ricavato del Mercatino di Natale, verrà usato per
comperare qualcosa di utile per la nostra
Comunità o per finanziare qualche gita.
Bisogna dire che sono poco portato per fare questi
lavori. Nell’attività di creativo non sono bravo. Se
riesco, spesso la evito o faccio qualcosa d’altro.
8
Per stare negli stand del Mercatino, di solito
vengono scelti tre o quattro pazienti della
Comunità, che staranno al freddo nei gazebo
Il Mercatino Natalizio rivelerà inoltre se gli
oggetti creati da noi piacciono oppure no. Se la
gente li compera, vuol dire che sono piaciuti.
Speriamo comunque di non trovare Patrizia o
Eleonora congelate e ridotte a pupazzi di neve o di
ghiaccio, negli stand del Mercatino. Gli facciamo
coraggio.
Tanti Saluti e Buone Feste a Tutti.
La visita del Vescovo di Novara alla Comunità
Venerdì 18 aprile 2008, il Vescovo della Diocesi
di Novara, ha quasi terminato la sua visita
pastorale (finirà il giorno successivo). Si reca ad
una scuola materna, alla RSA (Residenza
Sanitaria Assistenziale) e alla Comunità protetta
psichiatrica Elio Zino. Tutte e tre queste strutture
sono site in Oleggio (NO).
In particolare si è commosso, visitando le ultime
due case di cura. Infatti l’RSA è una casa di
riposo per anziani, la Comunità Elio Zino è una
struttura riabilitativa per pazienti psichiatrici.
avere speranza, anche nei momenti difficili. La
preghiera può infondere coraggio.
Quando il Vescovo è arrivato a vedere la nostra
struttura ad attenderlo c’erano responsabili e
dirigenti dell’ASL, della Comunità, dell’Ospedale
di Borgomanero, del Centro Salute Mentale di
Arona; i nostri dottori, operatori, cuoche, oltre
che, ovviamente noi pazienti.
Mi sembra che la cuoca Nina ha suonato per Lui
qualche melodia con il violino. Lei è veramente
brava a suonarlo ed il Vescovo ha apprezzato.
Con noi erano presenti anche il parroco di Oleggio
e il prete che dice messa nella chiesa piccola di
via Giaggiolo. Eravamo nel periodo di Pasqua,
essendo il 18 Aprile.
Il Vescovo ha anche ascoltato le storie di alcuni di
noi; era interessato. Il Direttore dell’ASL 13 di
Novara gli ha presentato la storia e le attività della
Comunità.
Ho assistito alla Sua visita pastorale in Comunità,
però devo dire che non mi ricordo molto il Suo
volto. È stato in Comunità a benedirla veramente
poco tempo. Sembrava allegro, sorrideva…era di
buon umore.
Quando è stato nella Comunità Elio Zino, ha
consigliato di pregare, perché aver fede vuol dire
Direi che mi sembrava allegro, che ha apprezzato
le melodie della cuoca Nina al violino, che ha
voluto un momento di raccoglimento per benedire
la Comunità. Se il Vescovo tornerà in Comunità
saremo lusingati se si fermasse di più con noi.
Non è il mio articolo migliore e finisce qui. Tanti
Saluti.
9
Intervista a Benito Frontini – prossimo uscente
Quanto tempo è passato da quando sei entrato
ad oggi?
Due anni e due mesi
Come ti sei trovato qui?
Benissimo
Come sono i rapporti con gli altri ospiti?
Abbastanza buoni. Dipende dagli ospiti
Senza fare nomi c’è qualcuno che ti piace di
meno?
Sì
Quali sono state le tue aspettative da quando
sei entrato?
La speranza di guarigione, di vivere un esperienza
diversa, dalla vita che si fa a casa
Queste aspettative si sono realizzate?
Sì
Come vivi il momento del distacco dalla
Comunità?
Mi spiace perché qui mi sentivo come in una
seconda casa
Cosa farai quando sarai in gruppo
appartamento?
Dipende da come sarà organizzata la giornata
Ti mancherà qualcosa della vita in comunità?
Penso di sì
Il giorno che andrai via cosa penserai e cosa
vorresti dire agli operatori ed ai dottori?
Ringraziarli di cuore per quello che hanno fatto e
spero di ricambiare in futuro
Qual è la cosa che ti è piaciuta di più nella vita?
La mia giovinezza
La cosa che ti è piaciuta di meno nella vita?
La mia malattia
Come vedi il tuo futuro?
Meglio di prima
Un desiderio per il futuro?
Potermi sempre migliorare
Tornerai con i tuoi dopo il gruppo
appartamento?
Penso di sì
Cosa hai ottenuto dalla vita fino ad oggi?
Soddisfazioni e delusioni
Se avessi una bacchetta magica, cosa faresti per
la società?
Una grande Comunità, tipo questa
È stata una vita felice o infelice?
Metà e metà
Cosa vorresti dire in conclusione di questa
intervista?
Ringraziare tutti quanti e arrivederci a presto
Hai degli hobbies?
Calcio
Qual è il tuo cantante preferito?
Bruce Springsteen
Qual è la canzone che ti piace di più?
Non ne ho una
Il film che ti è piaciuto di più?
Rocky
Sono state più le esperienze positive o quelle
negative?
Positive
Qual è il tuo pregio?
Essere umile
Qual è il tuo difetto?
Mancanza di fiducia nella gente
L’episodio meno allegro in comunità?
Neanche
L’ospite con cui hai legato di più?
Giuseppe, Massimiliano, Mauro e altri
La cosa brutta che hai fatto nella vita?
Penso niente
C’è qualcosa nella vita che rifaresti?
Tutto
Vedi il tuo futuro accanto ad una compagna?
Non lo so
Credi nell’amore?
Sì
Come vedi la donna d’oggi?
Molto diversa, da come la vedevo, prima di
ammalarmi
Cosa ti piace in una persona?
Sincerità
Cosa non ti piace in una persona?
Falsità
Come vedi la nostra malattia e come pensi ci
giudichi la gente?
Una malattia delle tante. Il giudizio della gente
dipende da noi, da come ci comportiamo
Il tuo sogno ricorrente?
Nessuno
Cosa pensi dia potere nella vita?
La Grinta, la forza d’animo
Da cosa sei attratto di una persona?
Occhi
È più importante la bella presenza o la
simpatia?
Tutte e due
Hai un’idea politica?
Sono di destra
Speri di aver lasciato qualcosa ai tuoi
compagni?
Spero di sì
Cosa vorresti dire in conclusione di questa
intervista?
Ringrazio tutti i miei compagni, gli operatori, i
dottori, le cuoche per la pazienza che hanno avuto
10
Intervista a Stefano Ventura – prossimo uscente
Quanto tempo è passato da quando sei entrato
ad oggi?
Sono due anni più qualche mese
Come ti sei trovato qui?
Bene
Come sono i rapporti con gli altri ospiti?
Abbastanza buoni
Senza fare nomi c’è qualcuno che ti piace di
meno?
Sì
Quali sono state le tue aspettative da quando
sei entrato?
Di essere un po’ più indipendente
Queste aspettative si sono realizzate?
In parte
Come vivi il momento del distacco dalla
Comunità?
Positivo
Cosa farai quando sarai in gruppo
appartamento?
Spero di avere più tempo per leggere
Ti mancherà qualcosa della vita in comunità?
Il calcio giocato
Il giorno che andrai via cosa penserai e cosa
vorresti dire agli operatori ed ai dottori?
Che probabilmente sarei potuto andare via prima
dalla comunità. Due anni e tre mesi sono tanti
Qual è la cosa che ti è piaciuta di più nella vita?
Andare in giro in scooter
La cosa che ti è piaciuta di meno nella vita?
Essere trattato male
Come vedi il tuo futuro?
Non bellissimo
Un desiderio per il futuro?
Smettere di fumare
Tornerai con i tuoi dopo il gruppo
appartamento?
Spero di sì
Cosa hai ottenuto dalla vita fino ad oggi?
Poco o niente
Se avessi una bacchetta magica, cosa faresti per
la società?
Non lo so
È stata una vita felice o infelice?
Infelice
Hai degli hobbies?
Lo scooter il computer leggere ascoltare dei cd.
Qual è il tuo cantante preferito?
Freddy Mercury
Qual è la canzone che ti piace di più?
Wonderful world di louis armstrong rifatta dai
ramones
Il film che ti è piaciuto di più?
Codice d’onore con jak nicolson
Sono state più le esperienze positive o quelle
negative?
Negative
Qual è il tuo pregio?
Ho delle risorse
Qual è il tuo difetto?
Sono ingenuo
In comunità c’è un episodio allegro del quale ti
ricordi?
No
L’episodio meno allegro in comunità?
Non lo so
L’ospite con cui hai legato di più?
Roberto
La cosa brutta che hai fatto nella vita?
Dare poca importanza all’istruzione e alla scuola
C’è qualcosa nella vita che rifaresti?
No
Vedi il tuo futuro accanto ad una compagna?
Si ma non so quando
Credi nell’amore?
Così così
Sei maschilista?
No
Come vedi la donna d’oggi?
Molto emancipata
Hai una donna ideale?
No
Cosa ti piace in una persona?
La sincerità
Cosa non ti piace in una persona?
Le bugie,la cospirazione
Come vedi la nostra malattia e come pensi ci
giudichi la gente?
La nostra malattia è molto brutta.La gente ci
giudica come dei ragazzi down
Il tuo sogno ricorrente?
Nessuno
Cosa pensi dia potere nella vita?
Il fregare gli altri. La furbizia.
Da cosa sei attratto di una persona?
Il fascino
È più importante la bella presenza o la
simpatia?
La bella presenza
Hai un’idea politica?
Sono liberale
Cosa vorresti dire in conclusione di questa
intervista?
Grazie a tutti e arrivederci.
11
L’addio alla Comunità di Eleonora e Patrizia
Il giorno 16 dicembre 2008, le pazienti Patrizia ed
Eleonora, hanno lasciato la Comunità di Oleggio
(NO), per sistemarsi in un gruppo appartamento di
Arona (NO). Tutte e due sono state in Comunità
Oleggio per circa due anni. Le conoscevamo bene.
Ci mancheranno.
Patrizia è una donna di 54 anni, molto gentile e
dolce. Spesso la abbiamo vista sorridere. Il buon
umore non le mancava. È una persona solare, con
un carattere mite.
Aveva una profonda amicizia con Carlo, nostro
amico di Oleggio. Spesso uscivano insieme la
mattina o il pomeriggio. La mattina li vedevamo
fuori dal Bar “I Portici”, in piazza ad Oleggio, per
bere il primo caffè della giornata. Si vogliono
bene. Camminano mano nella mano. Oltre Carlo,
Patrizia piaceva anche a Stefano. Stefano è un po’
esuberante ed a volte Patrizia subiva le sue
coccole: qualche bacio, qualche carezza. Patrizia
aiutava tutti, è generosa.
Le persone che contribuiscono con il loro lavoro a
creare questo Giornalino sono: redattore e addetto
alla stampa (operatore Alberto); 1° giornalista
(Ventura Stefano); 2° giornalista (Gallo Patrizia
ma adesso non più; 3° giornalista (Tavernier
Bianca Maria); Editorialista (Dottor Ragni); Poeta
(Forti Mauro); Disegnatore artistico( Quirighetti
Roberto).
Adesso vorrei parlare di Eleonora.
Eleonora è una persona gentile e simpatica.
L’abbiamo spesso sentita fare i complimenti a:
pazienti, genitori, collaboratori, operatori,
infermieri, dottori. È più forte di lei. Deve fare i
complimenti, se no non si sente bene. Li fa anche
a persone che non conosce, estranei, gente che ha
rapporti occasionali con la Comunità.
Eleonora è molto generosa nel lodare gli altri. È
piena di complimenti. Inoltre è una donna alta,
alla quale piacciono gli uomini alti e pieni di
fascino. A lei piaceva Simone, perché è un
ragazzo alto e bello.
Un’altra sua caratteristica è la camminata veloce.
Quando usciamo in gruppo a piedi, comincia ad
andare avanti al gruppo e ci distacca di qualche
centinaio di metri. Per questo l’ho chiamata
“gamba lunga”.
Era simpatica anche a Tiziano. Tiziano, secondo
me, viene trattato un po’ male da noi, ma Patrizia
no; lo rispettava e non lo scherzava; prendeva in
considerazione veramente quello che Tiziano
aveva da dire. Questo ci fa capire, anche, che
Patrizia è sensibile e gentile. Generosa, buona,
estroversa, aperta, simpatica. Ovviamente, come
aspetto, non piaceva a tutti. A me, ad esempio,
stava simpatica, ma non mi piaceva come donna.
Forse, per Carlo e Stefano, era il contrario.
Bisogna anche dire che Patrizia era la seconda
giornalista di questo Giornalino ed ha scritto
qualche articolo sul Giornalino medesimo.
Eleonora ha un carattere meno aperto e solare di
Patrizia. È un po’ “dark”, nel senso che è
abbastanza fredda e misteriosa, ha un carattere
buio, cupo. Ho visto sorridere di più Patrizia
rispetto ad Eleonora. Non sappiamo se i
complimenti suoi sono sinceri. Dicono che i
Piemontesi sono falsi e cortesi. In questo forse,
Eleonora, è un po’ piemontese.
Ovviamente, siamo dispiaciuti della partenza di
Patrizia ed Eleonora. Sono andate in un gruppo
appartamento di Arona. Infatti Patrizia preferisce
Arona per fare shopping, passeggiate, incontri,
ecc. Anche quando era in Comunità, ci andava
spesso (col treno o col bus).
Quando sono partite dalla Comunità Oleggio, le
ho aiutate a caricare il pulmino delle loro valigie.
Ne avevano veramente tante. Direi che abbiamo
riempito il pulmino fino al limite. Era pieno sia il
bagagliaio che i posti a sedere. Spero di non avere
questo problema, quando andrò nel gruppo
appartamento di Oleggio. Anch’io ho molta roba
12
da trasportare. Al massimo mi farò aiutare dai
miei genitori. Se vengono in automobile potrei
caricare i bagagli nella loro auto.
Adesso vi saluto e auguro a Patrizia ed Eleonora,
un futuro prossimo di felicità, serenità, godimento
e voglia di vivere. Tanti Saluti.
La cena di Natale dell’ISPAM
Il giorno 20 dicembre 2008, è in programma una
cena organizzata dall’ISPAM. Il luogo dove si
consuma la cena, è Santa Cristinetta, una frazione
di Borgomanero. La partenza dalla Comunità
Oleggio è fissata per le 18:30, con ritrovo
nell’atrio della Comunità stessa.
I partecipanti sono: Giuseppe, Mauro, Romina,
Damiano, Mario, Stefano, io e Biba.
L’operatore che di solito ci accompagna, non c’è.
Il pulmino non è utilizzabile, per quel giorno e
così ci viene a prendere un altro pulmino, di una
associazione di volontari. E’ lo stesso furgone e lo
stesso autista, che ci portò alla grigliata del
gruppo appartamento di Bolzano Novarese,
qualche mese prima.
Alle 18:30 ci raduniamo nell’atrio della Comunità
ed io mi incarico di portare la fotocamera digitale
della Comunità, per scattare qualche foto alla
cena.
È molto comodo e spazioso ed appena il motore si
è riscaldato, si sente il caldo, che fa piacere, visto
che la serata è molto fredda. È un pulmino, nel
quale sono sfruttati bene gli spazi interni. Pur non
essendo enorme, ha una abitabilità notevole.
Ovviamente, esternamente, è un po’ più grosso
del nostro, ma non di molto.
A questo punto entriamo nell’abitazione e
cominciamo a salutare un po’ di gente. Molti di
loro li conosciamo e sono facce note: dirigenti
dell’ISPAM (ad esempio il Sig.Marchionni),
ragazzi di un'altra Comunità, ragazzi del gruppo
appartamento di Bolzano Novarese, qualche
genitore (ad esempio il Sig.Platini), alcune
persone che hanno rapporti con l’ISPAM e che
spesso sono presenti in questo tipo di ritrovi (ad
esempio Christian, un ragazzo che è capace di
aggiustare le motociclette e lo ha fatto come
lavoro).
Dopo i saluti e dopo esserci tolti il soprabito, ci
sediamo ai tavoli. Sul muro di fronte a me, c’è una
grande effigie, che rappresenta lo stemma della
Comunità di Santa Cristinetta. Non ho chiesto
informazioni, ma questa casa potrebbe essere la
sede di una Comunità. Mi informerò meglio.
Intanto dopo poco che siamo arrivati (circa un
quarto d’ora), cominciamo a scattare le prime
fotografie. Due dirigenti dell’ISPAM scattano
qualche foto, seguiti dopo poco, anche da me.
Fotografo soprattutto i ragazzi della Comunità
Oleggio (miei compagni), che sono seduti al
tavolo a mangiare l’antipasto.
Come detto l’operatore non c’è; dobbiamo
arrangiarci. Il guidatore, fuori dalla Comunità, si
dirige verso Momo, poi verso Borgomanero. Non
ci sono tantissime automobili in giro; è una
situazione di poco traffico. Giunti a Borgomanero,
prosegue verso Maggiate. Siamo in periferia est di
Borgomanero. Dopo aver percorso due o tre
stradine secondarie, arriva in uno spiazzo erboso
che funge anche da parcheggio. In questo posto
c’è una casa con dei capannoni che sarà il luogo
della cena.
Il fabbricato ha attorno un giardino che serve da
parcheggio. Il gabinetto è fuori dalla casa. Ci sono
varie indicazioni per arrivarci.
Intanto le cuoche stanno preparando una cena
sostanziosa e con tante portate. Nel frattempo che
noi mangiamo l’antipasto, le cuoche preparano la
13
pasta, lo spezzatino, le salsicce e la polenta. Vi
dico subito che sarà una cena abbondante e anche
un po’ pesante per il mio stomaco. La qualità del
cibo è buona.
Riassumo, qui di seguito, i piatti e le portate di
cibo, che abbiamo mangiato alla cena ISPAM, del
dicembre 2008: antipasto con torta salata, affettati,
pezzetti di frittata, olive e sottaceti, salsa tonnata;
primo con pasta e ravioli; di secondo spezzatino di
carne, salsicce arrostite e polenta. Come dolci ci
sono panettone e pandoro. Da bere coca cola,
aranciata e sprite.
Questo è stato il menù della cena dell’ISPAM. La
cucina è stata buona, sia come qualità sia come
quantità. Forse mi sono dimenticato di qualcosa
che abbiamo mangiato, di cui non mi ricordo.
Chiederò a qualche partecipante, di aiutarmi a
compilare il menù esatto. Dopo la cena, siamo
tutti molto pieni. Abbiamo mangiato veramente
tanto.
Come tradizione, dopo la cena, l’ISPAM
organizza tombole e lotterie. Facciamo un
sondaggio tra gli ospiti della Comunità Oleggio e
scopriamo che, quasi tutti, vorrebbero tornare in
Comunità, perché sono sazi, sono un po’ stanchi e
qualcuno è anche un po’ a disagio. I dirigenti
dell’ISPAM ci convincono a restare, solo per la
durata della lotteria. Ci sono dei regali che
vogliono consegnare anche a noi.
Vinco un doppio centrino, un borsello rosso, un
blocchetto per appunti. Alla fine della festa
dell’ISPAM, oltre ai regali della lotteria, verrà
consegnato un regalo per tutti: un panettone
piccolo.
Finita la lotteria, come stabilito, i partecipanti
della Comunità Oleggio, si preparano per andar
via. Mettiamo addosso i soprabiti e le giacche,
fumiamo fuori una sigaretta ed aspettiamo
l’autista. I partecipanti della Comunità Oleggio,
non hanno facce molto allegre. Forse questo tipo
di ritrovi li mette a disagio. Siamo tutti un po’
stanchi ed abbiamo voglia di andare a letto, per
digerire lentamente il lauto pasto.
Quando arriva l’autista, saliamo sul pulmino e
torniamo ad Oleggio. Dopo dieci minuti comincia
a funzionare il riscaldamento. In giro c’è poca
gente. Passa circa mezzora e siamo in Comunità.
Dopo poco, andiamo tutti a dormire.
Diciamo che mi sento molto sazio e che per tutta
la notte avrò problemi a digerire. L’antipasto era
troppo e quindi ho faticato a mangiare il resto del
menù. Inoltre mi sono dimenticato la fotocamera
digitale a Santa Cristinetta e così il giorno
successivo farò richiesta all’ISPAM, che venga
restituita al proprietario (alla Comunità Oleggio).
In conclusione posso dire: è stata una serata
divertente. Queste occasioni mi piacciono.
Oltretutto
il
Sig.Marchionni
(dirigente
dell’ISPAM) è una persona allegra e simpatica.
Abbiamo mangiato tanto, troppo (l’antipasto era
abbondante), ci siamo divertiti, abbiamo ricevuto
regali, siamo contenti. Alle cene ISPAM e alle
grigliate, incontriamo sia persone malate che
genitori e dirigenti. Siccome più o meno sono
sempre le stesse persone, ci conosciamo e
instauriamo un dialogo. Ad esempio parlo di
informatica con Antonio ed ascolto quello che
Cristian ha da dirmi sulle motociclette. Forse ne
so più di Antonio sui computer, ma sicuramente
ne so molto meno di Cristian sulle moto.
L’importante è anche dialogare.
L’unica cosa che non è andata bene è la digestione
e lo smarrimento della fotocamera digitale. Alla
prossima cena ISPAM e, con affetto, Saluti da
Stefano.
Il capodanno in Comunità
Questo articolo spiegherà come si è svolta la festa
del Capodanno 2009 nella Comunità Elio Zino di
Oleggio.
Dopo la messa di preparazione al Natale del 23
dicembre 2008, nella chiesa di via Giaggiolo nella
quale noi pazienti abbiamo cantato in coro, il 24
dicembre (la Vigilia), siamo andati quasi tutti a
casa per trascorrere le vacanze natalizie in
famiglia. Queste sono durate dal 24 dicembre al
30 dicembre. Quindi, per la notte di San Silvestro
(31 dicembre) eravamo tutti presenti in Comunità
a festeggiare l’anno nuovo.
14
Su questo Giornalino, vi ricorderete, avevo
accusato lo staff della Comunità Oleggio di aver
preparato una festa molto moscia per il 31
dicembre 2007 (il capodanno dell’anno scorso).
Quest’anno è stato tutto il contrario: una festa
pensata in grande, ben preparata, ben riuscita,
oltre ogni aspettativa, un capodanno molto allegro
e coinvolgente, preparato ed eseguito alla grande,
molto vivace e divertente. Non mi permetterò mai
più di giudicare male una festa od una ricorrenza
svolta in Comunità dalle pagine di questo
Giornalino. Gli operatori hanno fatto in modo di
farmi ricredere e pentire di quello che avevo detto.
Partecipano alla festa di Capodanno: pazienti,
operatori più le due donne del gruppo
appartamento di Arona (Eleonora e Patrizia).
Arriveranno al momento del brindisi i signori
Ventura (i miei genitori), che staranno con noi a
festeggiare
dalle
23:45
alle
00:15
e
successivamente riaccompagneranno Eleonora e
Patrizia ad Arona.
Queste due signore (Eleonora e Patrizia) le
conosciamo perché sono state con noi fino a pochi
giorni fa in Comunità. Sono andate nel gruppo
appartamento di Arona, solo due settimane prima
(metà dicembre). Ci salutiamo con baci e strette di
mano. Le consideriamo ancora dei nostri.
Ovviamente
non
hanno
problemi
di
ambientamento. Dopo tutto sono state con noi due
anni e la Comunità Elio Zino la conoscono bene.
Mi renderò conto più tardi di aver esagerato con
gli stuzzichini dell’aperitivo. Troppe arachidi e
formaggio mi sballeranno la digestione. Mi
faranno rinunciare a dei piatti successivi. Spesso
quello che mi frega nelle feste e nei cenoni è
l’antipasto o comunque tutto ciò che precede il
primo piatto. Non dovrei mangiare l’antipasto
perché mi riempie lo stomaco e poi non resta
spazio per il panettone o il cotechino.
Il cenone è stato ideato dagli operatori in modo da
arrivare quasi alla mezzanotte con l’ultima
portata. Verranno distribuiti i piatti ogni tre quarti
d’ora circa per tirare in lungo ed arrivare all’ora
fatidica con i pazienti quasi tutti svegli.
Inoltre, la terapia verrà distribuita verso la
mezzanotte, anche questo per tenere svegli gli
ospiti della Comunità. Infatti la terapia della sera
(ore 20:00), di solito è la più pesante, come
quantità di farmaci e quindi fa venire voglia di
dormire. Per questo, a capodanno, le medicine
verranno distribuite dalle 23:50 alle 24:10 circa
del 31 dicembre 2008.
Dopo l’aperitivo, alle 20:00 circa, comincia il
cenone. Vengono dati dagli operatori un piatto di
antipasto ciascuno. Ci sono tonno, formaggio,
affettati, pezzi di torta salata, olive, sottaceti, ecc.
Con l’antipasto cerco di non esagerare. Non lo
mangio tutto.
Dopo l’antipasto, alle ore 21:30 circa, l’operatore
Giuliano mette nell’HI-FI un CD di musica
ballabile. Alcuni operatori, tra i quali Gabriella,
invitano tutti a ballare. Si balla in coppia e da soli.
Le musiche spaziano da Elvis Presley ai Bee
Gees, dal Twist ai Beach Boys. Ci sono anche
canzoni recenti. Ballo poco, ma quando lo faccio
mi diverto un sacco. Gabriella si scatena, ballando
con Mauro, sia il Rock & Roll sia il Twist.
Operatori e ospiti si scatenano. La sala TV diventa
una specie di discoteca. Mi diverto però non ho
fatto scuole di ballo ed ho un po’ paura di fare
brutta figura.
La festa di capodanno della Comunità Oleggio
comincia alle 19:00 del 31 dicembre 2008 con
l’aperitivo. Viene offerto da bere del prosecco
mischiato a succo di arancia rossa. È un aperitivo
molto buono. Da sgranocchiare col prosecco
vengono distribuite patatine fritte, arachidi, olive,
emmenthal a pezzetti, ecc.
Mentre balliamo, Damiano prepara e cucina il
risotto al Barbera: è una sua ricetta. Di primo sono
previsti maltagliati al pesto e risotto al barbera.
Sono entrambi molto buoni.
Riesco a tener duro senza terapia fino alle 22:00 e
poi butto giù i farmaci. Altre volte ho provato a
prendere la terapia dopo le 21:15 e quasi sempre
mi sono sentito agitato ed in crisi. Subito dopo
aver preso le medicine ho avuto, come potete
15
immaginare, un momento di sollievo psichico.
Nonostante abbia preso i farmaci alle 22:00,
resterò sveglio fino alle 01:00, senza avere sonno.
Attorno alle 22:00, qualche ospite chiede la
terapia all’infermiere Dino e va a dormire. Il
numero di ospiti che rimangono svegli si dimezza.
Quelli che andranno a letto dovranno sopportare:
la TV, la musica da ballo dell’impianto HI-FI, le
nostre chiacchiere ad alta voce, il brindisi di
mezzanotte, i petardi di ogni genere che verranno
fatti esplodere alle 24:00. Per loro sarà difficile
dormire indisturbati.
Dopo i maltagliati e il risotto, alle 23:00 circa, c’è
il secondo: zampone e lenticchie. Come ho già
detto, sono già pieno e quindi non lo mangio. Mi
dicono che le lenticchie a capodanno portano
fortuna. Non le mangerò lo stesso, per mancanza
di spazio nello stomaco. Qualche altro
partecipante mangia anche il secondo.
affettando il panettone. Gli operatori Giuliano,
Tony e Dino fanno scoppiare dei petardi anche
sotto il tavolo della cucina, provocando lo
spavento degli altri colleghi. Dopo la mezzanotte i
partecipanti rimasti fanno un giro di spumante e
mangiano un’altra fetta di panettone.
Noi ospiti della Comunità Oleggio, siamo stati un
po’ frastornati durante la festa. Il nostro stato
d’animo ha evidenziato un po’ di ansia, tristezza,
apprensione. Tutti questi sentimenti hanno avuto
comunque una bassa intensità e bisogna dire che
sono frequenti in noi malati psichiatrici. Spesso ci
sentiamo a disagio indipendentemente dalle feste
natalizie. Ogni paziente comunque, ha partecipato
con sufficiente spensieratezza e trasporto alla festa
di San Silvestro.
Quando si avvicina la mezzanotte, siamo tutti
pronti per festeggiare l’anno nuovo, con un super
brindisi. Viene distribuito il panettone, viene
spenta la musica da ballo, viene scelto un canale
televisivo dove si fa festa e si fa il conto alla
rovescia, viene aumentato il volume della TV.
Con in mano il bicchiere, aspettiamo che arrivino
le 00:00 del 01 gennaio 2009.
Due minuti prima (ore 23:58 del 31 dicembre
2008), gli operatori Giuliano e Tony cominciano a
smollare i tappi di sughero delle bottiglie di
spumante. Allo scoccare della mezzanotte, i due
operatori sparano i tappi dello spumante. Questo
viene distribuito a tutti i partecipanti in bicchieri
di plastica.
A questo punto si scatenano i botti di capodanno
della Comunità. Gli operatori Giuliano e Tony,
danno fuoco a petardi, razzi, raudi, fontane e
quant’altro. Anche fuori dalla Comunità si
sentono i botti fatti scoppiare da altra gente. Uno
spettacolo pirotecnico. Gli operatori sono
scatenati. La Comunità contribuisce al rumore e
agli scoppi, più delle altre abitazioni. Un rumore
assordante. Lo scoppio dei petardi e dei razzi
andrà avanti fino all’una.
Da mezzanotte all’una, alcuni operatori sostano in
cucina, per qualche motivo. Probabilmente stanno
bevendo uno o due bicchieri di spumante e stanno
All’una del primo gennaio, gli ospiti che sono
rimasti svegli, vanno a dormire. Come ho già
detto, nonostante abbia preso la terapia alle 22:00
riesco a stare sveglio fino all’una. Quando entro in
stanza, alle 00:50, il mio compagno di camera è
già a letto, ma è sveglio. Probabilmente il suo
sonno è stato interrotto dallo scoppio dei petardi e
dei botti. Mi metto il pigiama ed all’una mi corico
a letto anch’io. La mattina successiva ci
sveglieremo tutti qualche ora dopo il solito. È
normale. Lo fanno tutti la mattina del primo
gennaio.
Il bilancio della festa di capodanno è molto
positivo, come ho già detto all’inizio di questo
articolo. Ci siamo divertiti. Bisogna fare i
complimenti agli operatori della Comunità Elio
Zino di Oleggio: sono stati veramente bravi. Un
Saluto particolare e al prossimo Capodanno. Ciao
16
Di Mauro “Titus”
Viaggiare
Viaggiare tra fiumi e laghi.
Viaggiare per mari e per oceani.
Viaggiare e camminare tra montagne e ghiacciai.
Viaggiare per Stati e Continenti, senza patemi
d’animo.
Viaggiare oltre le frontiere ed i confini, un tempo
invalicabili.
Viaggiare per il nostro bel Paese che ancora molti
non conoscono, almeno per intero.
Viaggiare e volare”con la fantasia” per boschi e
brughiere ed inoltre per steppe e deserti.
Viaggiare e volare “lassù” nel cielo, nello spazio
immenso ed eterno, sino a cercare e trovare i miei
genitori (finalmente assieme).
E dopo tutto ciò viaggiare lontano con un senso di
libertà, ma comunque e tutto sommato,
Viaggiare!
17
Disegni realizzati durante il laboratorio di arte
18