I MARATONETI PIU` DIVERTENTI CHE CI SIANO
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I MARATONETI PIU` DIVERTENTI CHE CI SIANO
Warszawski, 26/09 - 30/09 2008 Direttamente da Varsavia I MARATONETI PIU’ DIVERTENTI CHE CI SIANO si raccontano così: Cari lettori, oggi vi propongo un’intervista fatta ad una ragazza che ha accompagnato i maratoneti a Varsavia e che spero sia di vostro gradimento. Buona lettura! -Bene Sara, di ritorno da Varsavia, quali sono le tue impressioni? -Beh, devo dire che mi sono divertita parecchio, il gruppo è stato fenomenale a partire da subito. -Raccontaci. -Dunque, premetto che nulla era sicuro fino a quando siamo atterrati all’aeroporto di Varsavia, visto che la compagnia Volare Web lavora con l’Alitalia che sembrava dovesse togliere le licenze il 26, proprio il giorno in cui siamo partiti! In ogni caso ci siamo ritrovati alla scuola sci fondo dove puntualissimo alle 5:45 ci attendeva il Silvestri bus. Mancavano solo Armando e Sergio che per un problema di seria entità sarebbero dovuti venire direttamente a Malpensa, Giancarlo che veniva caricato a Semogo, Clio che saliva a Grosio e Dalia e Daniele a Bianzone. Il viaggio viene subito interrotto a Trepalle dove Manuela Compagnoni dice di aver visto attraverso la macchina fotografica due cervi in mezzo alla strada, quelli che si riveleranno essere due uomini vestiti da hawaiani con le crox ai piedi e recanti uno striscione bianco con scritto “Varsavia”. Ovviamente si tratta dei due cugini che, con un piano studiato nei minimi dettagli, hanno iniziato a fare i burloni. Durante il percorso infatti Armando si ferma a comprare una salutare colazione a base di mandarini, arance, banane… A un certo punto quando ormai tutti sono belli pimpanti iniziamo con le scommesse sui tempi che gli atleti avrebbero impiegato per portare a termine la maratona, sennonché ci troviamo a marciare a passo di “Zia Agnese” (senza offesa) I DUE CUGINI perché c’è la macchina della polizia in mezzo a ARMANDO E SERGIO strada coi lampeggianti accesi all’interno di una galleria. Chi è andato a spifferare che sono in corso scommesse clandestine? In realtà questo blocco del traffico era dovuto a qualcosa in mezzo a strada e che poi è stato (come il buonsenso porterebbe a fare) lanciato al di sotto del ponte. -E questo è solo il viaggio di andata? Capperi, allora ce ne saranno delle belle… -Infatti. Una volta arrivati a Varsavia cambiamo gli euro in Zloti anche se poi si rivelerà un po’ sconveniente rispetto a quello che ci avrebbero fatto a fianco del nostro hotel. Facciamo il biglietto settimanale per tram, bus e metrò e prendiamo il n. 175 che ci porta al palazzo della cultura e della scienza. Lì dopo alcune titubanze e richieste varie di infos riguardo a dove caspiter ci trovavamo, arriviamo all’hotel Gromada dove ci preoccupiamo poiché la hall è piena di ragazzi tra i 12 e 18 anni con uno specie di papalina in testa…Una volta disfatte le valigie in camere che non sono per niente fedeli a quelle trovate su internet (per fortuna! vero Clio?) ci ritroviamo nella hall dove abbiamo “appuntamento” con Adriano Pedrana che ci ha prenotato un posto in un locale denominato “Bierhalle” dove non si vede cosa viene servito nei piatti per via del risparmio energetico… Vengono ordinate alcune insalate con feta, birre da un litro non più di tanto scure, salsicce, lardo, ma soprattutto gli stinchi di maiale che dopo un’interminabile attesa vengono serviti ai più affamati. L’indomani, dopo una notte insonne per via della salsiccia troppo pesante, ha inizio la visita guidata su un pullman da dove vediamo diverse cose interessanti, facciamo tappa al parco Lazienki dove lo zio Tizi riesce quasi a prendere in mano uno scoiattolo e dove i piedi dei maratoneti iniziano ad essere messi alla prova. Riacchiappiamo il pullman che ci porta al monumento dedicato agli ebrei morti nella rivolta del ghetto dove facciamo una piccola pausa per poi andare a camminare attraverso le vie della città vecchia. Anzi, ho perso un passaggio. Ai bagni del castello reale c’era una signora che si è licenziata (presumiamo) poiché si sono intasati per l’ennesima volta i water… Toccata la campana che corrisponde alla fontana di Trevi a Roma, diciamo alla guida che non ce la facciamo più e che abbiamo fame. Ci dividiamo e ognuno si trova un ristorante per i suoi gusti. Io, come ho letto su internet vado sicura al bar-latteria fuori dal barbacane dove però a causa della gran folla, le mie compagne d’avventura mi dissuadono dall’entrarci anche se alla fine su consiglio di un comasco incontrato per caso ci torniamo e mangiamo spendendo solo 5 euro a testa! Il pomeriggio ritiriamo i pettorali alla biblioteca universitaria e dopo una pausa da Blikle (crafen buonissimi lì) raggiungo l’hotel dove Adriano ci aspetta per andare al ristorante Chianti. -Ora ci parli della maratona, vero? -Ma certo! Io non ho visto foto, inno e comunque la tensione che presumo ci sia stata come è ovvio che ci sia prima di una gara di qualunque tipo… Posso dire che sono stati tutti bravissimi, ce l’hanno messa tutta, si sono divertiti e l’hanno terminata, che penso sia la cosa più importante. La zia Agnese al secondo km ha detto tutta gasata -Dai che ne mancano solo 40!- e c’è da dire che è stata scortata da due bodyguard fino al quindicesimo… Tano a dispetto della Manuela che correva con Tiziano si è formato il suo gruppetto di fanciulle che ha trascinato fino all’arrivo. Credo che comunque anche noi accompagnatori siamo stati importanti, sia per il tifo, che per i rifornimenti di sali minerali, coca-cola, etc. Arrivato però un certo orario, bisognava andare alla volta del castello reale che chiudeva alle quattro e che la domenica era gratuito. Quindi gli accompagnatori si sono diretti verso città vecchia lasciando i corridori arrivati al traguardo ad aspettare la zia Agnese che nei giorni seguenti aveva le gambe “indolenzite”. Arrivati in hotel dopo aver fatto un giro di chiese bisognava prepararsi in gonna e scarpe col tacco le femmine e i maschi con la “pagnamenta” per la tanto temuta serata di gala. Dopo una discesa dalle scalinate a mo’ di dive di Hollywood con tanto di filmato e foto le donne si sono recate nella sala da pranzo dove delle rose segnavano i posti riservati a loro. Tante erano le aspettative riguardo la cena che ci sarebbe stata servita, ma tutto l’incanto è svanito, puff! quando ci siamo accorte dei cetrioli messi in bacinelle a distanze regolari lungo la tavolata. Poi arrivano dei pesciolini su un letto di cipolla tagliata a tocchetti, poi un cereale accompagnato da crauti bianchi e rossi e della carne, la tanto amata zuppa surprise e la torta. Soddisfatti di tutto questo po po’ di roba ci siamo recati da Paparazzi, un locale non male dove ci siam rifatti il palato… -Lunedì libero o sbaglio? -Non sbaglia. Bisognava occupare il tempo e quale migliore occasione per vedere quei monumenti che su internet mi erano garbati? Inizio con una chiesa evangelica, poi è la volta dei giardini sassoni dove all’entrata c’è la tomba del milite ignoto con il cambio della guardia, poi via a vedere un monumento per i 300.000 ebrei morti nel ghetto e nei campi di concentramento, quello per le vittime dell’est e poi una visita in città nuova e alla fine il tanto sospirato pranzo, per via delle sorelle che si erano accaparrate un ristorante propostoci da Ketty e Romeo. Non ci siam persi d’animo e siamo andati nel locale, forse tra i più noti di Varsavia, dove servono la fatidica Wiener Schnitzel, una cotolettona di 40 cm di diametro, un bijoux per dei pazzoidi come noi, riusciti a metà nell’impresa di mangiarla…Fatto ciò andiamo a far shopping dove un gruppetto girava già dal mattino… -Arriva l’ultimo giorno. -Eh già, purtroppo! Ovviamente non potevo non fare ancora un salto alla cioccolateria che si trovava a due passi dal nostro albergo… Rientro in Italia stanchi ma contenti della nostra avventura. -Tornerai l’anno prossimo? -E c’è da chiederlo? Certo che sì! La meta è ancora da definire ma credo che sia irrilevante. Quando la compagnia è buona tutto diventa migliore, anche la zuppa surprise! : ) Agnese e bodyguards Lorenza e Livio Marianna, Manuela, Tano, Alberta e Walter Tiziano e Manuela Leo Daniele Giancarlo Clio e Cristina Nando e Sergio Armando Testo e foto a cura di Sara Castellani